Cataneo, Girolamo, Libro nuovo di fortificare, offendere, et difendere : con il modo di fare gli alloggiamenti campali, 1567

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Author: Cataneo, Girolamo
Title: Libro nuovo di fortificare, offendere, et difendere : con il modo di fare gli alloggiamenti campali
Year: 1567
City: Brescia
Publisher: Bozzola

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Table of contents
1. Page: 0
2. LIBRO NVOVO DIFORTIFICARE, OFFENDERE, ET DIFENDERE. CON IL MODO DI FARE GLI ALLOGGIAMENTI CAMPALI. DI GIROLAMO CATANEO NOVARESE; Page: 1
3. TAVOLA DELLE COSE CONTENVTE NEL PRESENTE Page: 3
4. AILETTORI GIROLAMO CATANIO. Page: 9
5. AVVERTIMENTI INTORNO ALLA PRESENTE OPERA. Page: 11
6. DI ALCVNE OPERATIONI GEOMETRICHE PERTINENTI al fabricare fortezze. CAPITOLO PRIMO. Page: 14
7. Prima operatione. Page: 14
8. Seconda operatione. Page: 17
9. Terza operatione. Page: 19
10. Punto dato. G Page: 21
11. Punto dato. C Page: 21
12. Punto dato. C Page: 22
13. Punto dato. C Page: 22
14. Punto dato. C Page: 23
15. Punto dato. C Page: 23
16. Punto dato. C Page: 24
17. Punto dato. G Page: 24
18. Punto dato. C Page: 25
19. Quarta operatione. Page: 25
20. Quinta operatione. Page: 27
21. COME SI POSSONO DISSEGNARE i Belouardi con le ſue miſure, & altre coſe apertenenti ad esſi. CAPITOLO SECONDO. Page: 38
22. Primo modo. Page: 50
23. Secondo modo. Page: 57
24. Terzo modo. Page: 60
25. Quarto modo. Page: 60
26. Quinto modo. Page: 62
27. DELLE CONSIDERATIONI CHE DEVE HAVERE IL SOLDATO CHE SARA DAL ſuo Prencipe eletto, alla difeſa d’vna Fortezza. CAPITOLO TERZO. Page: 95
28. DEL MODO DEL GVARDARE VNA FORTEZZA. CAPITOLO QVARTO. Page: 96
29. DELL’ORDINE CHE DE TENER IL Generale che conoſcerà di non poter iſpugnare vna Fortezza, & come la debbia aſſediare. CAPITOLO QVINTO. Page: 99
30. L’ORDINE CHE DEVE TENERE IL Generale, che conoſcerà di potere iſpugna-re una Fortezza. CAPITOLO SESTO. Page: 103
31. DEL MODO CHE DEBBONO TENERE i difenſori delle batterie, & i remedij che poſſono fare. CAPITOLO SETTIMO. Page: 111
32. DEL MODO CHE DEVE TENERE l’eſſercito nel marciare, & alloggiare, & come ſi dee fare l’alloggiamento. CAPITOLO OTTAVO. Page: 127
33. DEL MODO DEL DISLOGGIARE, ET LONTANARE VN’ESSERCITO dal nemico. CAPITOLO NONO. Page: 140
34. IL FINE. IN BRESCIA, PER VINCENZO DI SABBIO, AD INSTANZA DI TOMASO BOZZOLA. M. D. LXVI. Page: 142
1
LIBRO NVOVO
DIFORTIFICARE
,
OFFENDERE
, ET
DIFENDERE
.
CON
IL MODO DI FARE GLI
ALLOGGIAMENTI

CAMPALI
.
DI
GIROLAMO CATANEO
NOVARESE
;
Da lui nouamente, in queſta ſeconda i@@@presſione, emendato:
&
ampliato in piu luoghi di mo@te aggionte.
1[Figure 1]
IN BRESCIA preſſo Thomaſo Bozzola. M D LXVII.
11[Handwritten note 1]
2
[Empty page]
3
TAVOLA DELLE COSE
CONTENVTE
NEL PRESENTE
11
#### Libro delle Fortezze.
Auuertimenti
intorno alla preſente opera. # a # carte # 2
Di
alcune operationi Geometriche pertinenti al fabricare
# fortezze. # a # carte # 3
#### CAPITOLO PRIMO.
#### Prima operatione.
Come
ſi poſſa diſſegnare un angolo rettilinio, uguale ad
# un angolo rettilineo. # a # carte # 3
Come
ſi debba fare un’ angolo rettilineo, uguale ad un an-
# golo rettilineo dato in un punto, aſſegnato in una linea,
# che fuſſe la met à di una banda alla detta linea, & la
# metà dall’ altra. # a # carte # 4
#### Seconda operatione.
Eſſendoci
propoſta una linea retta, & in quella dato un
# punto, poſſiamo da quel punto, produre una linea ad
# angoli retti. # a # carte # 5
#### Terza operatione.
Eſſendoci
proposta una linea retta non terminata, & fuor
# di quella dato un punto poſſiamo da quel punto produre
# una perpendicolare, alla datta linea. # a # carte # 6
#### Quarta operatione.
Eſſendoci
propoſta una linea retta, & fuor di quella dato
# un punto, poſſiamo da quel punto produrre una linea
# equidiſtante alla data linea. # a # carte # 9
Per
un’altro bel modo ſi può tirare una linea equidiſtan-
# te ad un’altra linea retta da un punto ſegnato fuora di
# quella. # a # carte # 9
#### Quinta operatione.
Queſta
operatione è per conoſcere le figure fatte di linee
# rette, ò uguali ouero diſuguali di linee, e d’angoli;
# & ancora à conoſcere l’angolo d’una figura de lati ugua
# li, & d’angoli ancora, quanto ſarà maggiore, ouero
# minore d’un retto. # a # carte # 10
4TAVOLA. 11
#### Sesta operatione.
Quando
occoreſſe à fare una pianta d’una fortezza, ou ero
# d’un forte, in quella medeſima proportione, che una
# fuſſe maggiore ouero minore dell’altra. # a # carte # 12
#### Settima operatione.
A
trouare una mezza proportionale fra due linee # a # carte # 14
#### Ottaua operatione.
A
diuidere una linea in quante parte uguali ſi uogliano # a # carte # 14
#### CAPITOLO SECONDO.
In
queſto capitolo ſi da regola per dißegnare i Belouardi, con
# le ſue miſure, & altre coſe appertinenti ad eſſi # a # carte # 15
Vna
figura di cinque lati, doue ſi è propoſto, di diſſegnarli
# ſopra il Belouardo. # a # carte # 16
Auuertimenti
d’intorno al ſituare una fortezza # a # carte # 16
Modo
& regola, per diſſegnare la lunghezza, & larghezza
# del Belouardo. # a # carte # 16
Figura
, doue ſi dimoſtra la lunghezza del Belouardo, che ſi
# ha da formare ſopra l angolo de cinque lati. # a # carte # 17
Modo
per diſſegnare il fianco con la ſpalla del Belouardo. # a # carte # 18
Diſſegno
della lunghezza, & larghezza del Belouardo. # a # carte # 18
Modo
& regola, che ſi dee tenere nel fare la fronte ouero
# cortina, che uogliamo dire del Belouardo. # a # carte # 18
#### Figura prima.
Che
dimoſtra il far la fronte del Belouardo. # a # carte # 19
#### Seconda figura.
Doue
ſi dimoſtra la banchetta, ouero relaſciato, che ſi
# intorno al diſſegno del fondamento del Belouardo. # a # carte # 21
#### ALCVNE QVALITÀ, ET
#### # diuerſi modi, che ſi tengono nel fare
#### # i fondamenti.
#### Primo modo.
A
fare un fondamento, doue ſia il terreno aſciutto # a # carte # 22
#### Terza figura.
Che
dimoſtra il modo, che ſi tiene nel fare il ſopradetto fon-
# damento. # a # carte # 23
5TAVOLA. 11
#### Quarta figura.
Che
dimoſtra il muro maſſizzo, che ſi ſopra il fondamen-
# to, per dar principio di far ſopra il Belouardo. # a # carte # 25
#### Secondo modo.
A
fare un fondamento, doue foſſe il terreno arenoſo, ſabio-
# nito, ouero ghieroſo. # a # carte # 27
#### Quinta figura.
Che
dimostra il far del ſudetto fondamento. # a # carte # 27
#### Terzo modo.
Per
far un fondamento, doue ſi trouaſſe il terreno molle. # a # carte # 29
#### Quartomodo.
A
fare un fondamento, doue fuſſero parteſaſſi, & parte
# terreno. # a # carte # 29
#### Seſta figura.
Che
dimostra il ſudetto fondamento. # a # carte # 29
#### Quinto modo.
Per
fabricare ſul uiuo, & intero ſaſſo # a # carte # 30
Regola
per diſſegnare la banchetta, la ſcarpa, il muro, la
# contramina, il muro della contramina, tutti gliſpero-
# ni, i pilast@oni, & i muri, che circondano le prime
# piazze. # a # carte # 30
#### Settima figura.
Che
dimoſtra le ſudette coſe. # a # carte # 31
#### Ottaua figura.
Che
dimoſtra l’ordine che ſi deue tenere nell’alzarſi, per fin
# che ſi farà la prima piazza # a # carte # 33
L’ordine
, & modo che ſi deue tenere nel diſſegnare, & fare
# le prime piazze, & ancoragli orecchioni. # a # carte # 34
#### Nona figura.
Che
dimostra il diſſegno delle prime piazze, & strade che
# uanno in eſſe piazze, & quella che da una piazza
# all’altra; & ancora gli orecchioni d’eſſi Belouardi # a # carte # 35
@@@dine
, & regola che ſi deue tenere nel fare le cannoniere
# delle prime piazze con le ſue figure decima, & undeci-
# ma. # à carte 36. fin’a # 42
Il
modo che ſi tiene nel fabricare de gli ſperoni, ouero con-
# traforti fin al cordone, & fin doue ſi gettaranno i uolti,
# per far poi ſopra la ghirlanda, & il parapetto del Be-
# louardo. # a # carte # 42
6TAVOLA. 11
Duodecima
figura.
Che
dimoſtra la ſudetta fabrica con una parte gettato i uol-
# ti, & fatto ſopra il piano, & l’altra parte da gettare
# eſſi uolti. # a # carte # 43
Modo
di fare il parapetto del Belouardo, & della cortina. # a # carte # 45
#### Decimaterza figura.
Doue
dimoſtra il compimento del Belouardo con il parapet-
# to d’eſſo, & quello della cortina, con la ghirlanda, doue
# ſi pone le Arteglierie per tirare nella campagna, & ſco-
# pare diſoprauia i Belouardi contutto il terrapieno. # a # carte # 45
Delfare
la banchetta congliſcalini al parapetto del Belo-
# uardo, & della cortina. # a # carte # 46
L’ordine
del terraglio ouero terrapieno, & ancora la con-
# traſcarpa con la ſtrada coperta, & ſpalto difuorauia # a # carte # 46
Vn
diſſegno, doue ſi ueggono in parte le ſudette coſe. # a # carte # 47
A
fortificare diterra. # a # carte # 48
Delle
piatte forme, & cauaglieri # a # carte # 49
Dell’entrata
, ouer porta, che ſi per entrare nella for-
# tezza. # a # carte # 50
Sel’acqua
nella foſſa è utile, ò dannoſa. # a # carte # 51
#### CAPITOLO TERZO.
Delle
conſideratione che dee hauere un Soldato, che ſarà dal
# ſuo Prencipe eletto alla diffeſa d’una fortezza. # a # carte # 51
#### CAPITOLO QVARTO.
Del
modo del guardare una fortezza. # a # carte # 52
#### CAPITOLO QVINTO.
Dell’ordine
che dee tenere il Generale che conoſcerà di non po-
# ter iſpugnare una fortezza; & come la debbia aſſediare # a # carte # 53
Vn
luogo aſſediato con quattro forti; # a # carte # 54
#### CAPITOLO SESTO.
L’ordine
che dee tener il Generale, che conoſcerà di potere
# iſpugnare una fortezza. # a # carte # 56
7TAVOLA. 11
Vndiſſegno
d’una fortezza, che ha un cauagliero nel mez-
# zo della cortina, doue s’approſſima ad eſſa per uia di
# trinciere. # a # carte # 57
Diſſegno
d’una fortezza, doue ſi è fatto la batteria; & tol-
# to i fianchi con un cauagliero di fuora uia, che diſcopre
# la cortina contutto il terrapieno di dentro uia. # a # carte # 59
L’ordine
che ſi dee tenere nel far le mine. # a # carte # 60
#### CAPITOLO SETTIMO.
Del
modo che debbono tenere i deffenſori delle batterie, & i
# rimedij che poſſono fare. # a # carte # 61
Vna
fortezza battuta per fianco, & cortina, con una trin-
# ciera di dentro uia, doue ſono accommodati d’intorno ar-
# chibugieri, & picche, con gente in battaglia # a # carte # 63
Vna
fortezza, doue è fatta la batteria nella fronte del Belo-
# uardo, & toltoli un fianco, conun cauagliero fatto nella
# gola del Belouardo. # a # carte # 65
Vn
diſſegno d’una fortezza che ha le sue caſe fin à canto alla
# cortina, doue ſi dimostra, fatto che baueranno i nemici la
# batteria, l’ordine che ſi deue tenere in diffenderſi. # a # carte # 67
I
rimedij che debbono tenere i diffenſori, quando ſaranno
# battuti, & ſuperati da cauaglieri, ouero d’altra coſa emi-
# nente. # a # carte # 69
#### CAPITOLO OTTAVO.
Del
modo che deue tenere l’eſſercito nel marciare, & allog-
# giare, & come ſi dee fare gli alloggiamenti per eſſo eſſer-
# cito. # a # carte # 71
Come
ſi debba fare con ordine, & miſure l’alloggiamento
# d’un Eſſercito. # a # carte # 73
@@e
diſſegni dell’ Alloggiamento campale, frale carte 76. 77.
#### CAPITOLO NONO.
Del
modo del diſloggiare, & allontanare un eſſercito dal
# nemico. # a # carte # 77
8MISVRE DIVERSE.
Quarta parte, d’vn piede commune Venetiano, ouero d’vn
piede
Veroneſe, la qual miſura, è quella della quale nel-
l’opera
s’è ſeruito l’Autore.
Quarta parte d’vn braccio Breſciano.
Quarta parte d’vn piede Antico.
91
AILETTORI
GIROLAMO

CATANIO
.
PErche con l’ingegno, qual egli ſi ſia, dona-
tomi
dalla bontà d’Iddio, niuna coſa piu uo-
lontieri
procuro di fare, che di eſſere con gra
tia
de gli amici, &
Signori miei conoſciuto
per
huomo piu tosto deſideroſo in uiua uoce
con
le diſcipline matematiche giouar altrui,
che
dando alla ſtampa eſſer tenuto per trop-
po
audace, &
proſuntuoſo; Per buon ſpatio
ditempo
non ho potuto perſuadermi di man-
dar
in luce queſto mio trattato del modo di
fortificar
fortezze, &
difenderle, & offenderle; & di poi un’ altro, de
gli
eſſamini di Bombardieri, &
delle coſe pertinenti all’ arteglieria, et di
far
fuochi arteficiati ſecondo l’uſo moderno:
con uno di far le battaglie,
che
da moderni è oſſeruato, come impreſa per comun parere tãto grande,
&
magnifica, quanto è tra noi l’arte militare, che ne laſcia in dubbio, ſe
da
gli huomini, ouero da Iddio ella habbia hauuto principio.
Et appreſſo
il
conoſcermi perſona di picciol fortuna, &
di poco nome, mi ſpauentaua,
che
quella credenza non mi preſtaſſe, che à coſa di tanta importanza pre
ſtar
biſogna.
Ma poi che più, & più uolte m’è ucnuto fatto di mostrar
queſte
mic ſodette fatiche à gran Signori, &
Capitani ſegnalatiſſimi de
nostri
tempi;
iqualitutti d’un iſteſſo parere m’hanno eſſortato, ch’io ſecu
ramente
le facesſi manifeſte al mondo;
come coſa non ſolamente deſide-
rata
da molti, ma come molto auidamente da eſſere cercata da ogni huo
mo
, che con ragione al nobilisſimo ſtudio della militia dar ſi proponga,
mi
ſono alla fine riſoluto di obedir loro.
Si ancora perche qui cõtenendoſi
le
ragioni alla prattica (per giudicio loro accomodatamẽte congionti) ſti
mano
, che queſt’ opera non men grata, et diletteuole à dotti, che utile, &

neceſſaria
à quelli di mezzano intelletto habbia ad eſſere.
Tra quali,
(che molti ſono) è ſtata lodata dall’Illustrisſimo Signore V eſpaſiano
zaga
Sig.
raro, et eccellente in ogni qualità di uirtù, dellequali molte uol
te
è ſtato buon teſtimonio il ualore, ilqual riſplende nella nobiltà del ſan
gue
, nell’ornamento ancora delle lettere, &
d’armi, & d’ognilodeuol co-
10 ſtume; delquale per la bontà, per l’ingegno, per l’animo, & per lo ſaper
ſuo
, non è coſa tanto grande che aſpettar ſi poſſa.
D’un medeſimo parer
ſono
ſtati gli Illuſtri Signori per ſangue, &
per non mai à baſtanza lo-
dati
, miei patroni, &
benefatori il Signor Conte Girolamo, & il Signor
Conte
Albrigo Conti di Lodrone meritiſſimi.
Ilſimile han fatto gli Il-
luſtri
Signori Conti d’ Arco, il Signor Conte Battiſta, &
il Signor Conte
Vinciguerra
, Signoriueramente nelle profeſſioni delle arme tra quelli
de
noſtri tempi honorati, &
grãdi molto. Et più di tutti m’ha eſſortato il
ualoroſo
, nobile, &
prudentiſſimo Signor Colonnello Vincẽzo Tadei, per
lunga
proua di guerra, &
di fede, in Italia, & fuori conoſciuto non ſolo
degno
di eſſere Colonnello ma di maggior, &
piu degno grado di queſto;
l’Illuſtre Signor Conte Curtio Martinengo, Signor degno d’honore, per li
gradi
honorati, ch’ha hauuto alla guerra, iquali ualoroſamente &
fedel
mente
ha eſſercitato, degno di far molta ſtima dcl ſuo parere, hammi fat-
to
fede, che queſto mio trattato ſarà degno d’ogni uno che faccia profeſ-
ſione
dell’arte militare.
M’ era dimenticato de quei bei auuertimenti
&
conſigli Militari, hauuti di quell’Illuſtre Signor Siluio, Conte di
Porcia
, &
di Brugnara; giouene d’anni, ma ben uecchio di ſenno, & di
prudenza
;
in lui regna la diligenza mirabile, in cuſtodire le fortezze,
tenere
gliſoldati quieti, &
pacifichi, in amore, & timore; in dargli
groſſi
capi ſoldi, &
queſt è per la gran fedeltà in ſeruire gli Illuſtriſſimi
Signori
Venitiani, delli qualieſſo fidelisſimo Vaſallo.
Et appreſſo il
Signor
Giouan Battiſta Martinengo gentil’huomo honorato, m’ha non
poco
inanimato a publicarlo;
di maniera che da tanti, & ſi grandi guer
rieri
preſo buon augurio, animo, &
forze, mando in luce eſſo mio trat-
tato
, niente altro da i benigni lettori aſpettando, che grato animo, &

honeſta
laude;
ſe in qualche parte hauerò ſodisfatto alla grandezza del
ſogetto
, ch’io ho preſo à trattare.
Et la doue poiper imbecillità humana
io
non ſia arriuato, habbian almeno in grado, nelle alte &
magnanime
impreſe
, ſi moſtri la buona intentione &
uoler mio.
112
AVVERTIMENTI INTORNO ALLA
PRESENTE
OPERA.
NOn è dubbio alcuno, che fra le operationi,
che
fannoi Prencipi per la conſeruatione
de
gli ſtati loro, che le fortificationi delle
Città
, &
delle Caſtella, poſſono eſſere con
numerate
fra le principali, &
importanti,
che
eſſi facciano;
hauendo à dipendere da quelle in parte
la
ſaluezza de popoli, eſtatiloro.
Etcome che intorno
à
ciò molte conſiderationi ſi conuengano, per quel poco
di
ſapere, che mi concedono le matematiche diſcipline,
&
per quella iſperienza, che io ho per lungo tempo acqui
ſtata
ne parlero più particolarmente, che per me ſia poſſi-
bile
;
non facendo mentione d’i molti, & accorti auiſi di
coloro
, che dell’edificare delle Città, &
delle molte con-
ditioni
, che intorno alla bontà dell’aere, dell’acqua, del
terreno
, &
del reſto s’appartengono di ſapere. Delle qua-
li
coſe per eſſer ſtate copioſamente, &
ben trattate da lo-
ro
, mi par coſa vana il ragionarne, Ettanto più perche l’in
tention
mia è ſtata di parlare ſolamente delle fortificatio
ni
, &
delle qualità delle machine à queſto negotio apper-
tinenti
, ſecondo il coſtume de tempinoſtri.
Dico adun-
que
, che quello, che ha nell’animo di fortificare una Cit-
, ò altro luogo, primieramente debbe hauer riguardo al
ſito
, perche tale ſi ellegga, che biſognando eſſer frontiera
à
nemici coſi in diffenderſi, come in offendere altrui, non
reſti
per tutto ciò impedito, che con ogni quanto ſi può
facil
modo vittouagliato, &
ſoccorſo non ſia. Etappreſſo,
che
queſto habbia tanta grandezza di dentro, alla quale
ſecondo
l’occorrenze della guerra, oltre la guardia ordi-
naria
, tenervi ſi poſſa caualleria, &
fanteria per far ſortite
da
ſoccorrere, ſcaramucciare,&
bottinare, & altre ſi fatte
coſe
à baſtanza ordinarie.
Auuertendo però, che queſta
12 tal grandezza tanto nonſia, che dalla troppa ſpeſa coſi di
gente
, come divettouaglia, che in mantenerla faccia me-
ftieri
, il Prencipe troppo aggrauato ſi ſenta, ouero per lo
contrario
queſto tal ſito picciolo ſi ellegga che di poco, ò
niun
valore tardi conoſciuto ne venga.
Ma con peſato
giudicio
del potere, &
del biſogno del Signore, & della
commodità
di eſſo luogo elettione ſi faccia.
Ma ſopra tut
to
in prender cotal partito è neceſſario ſpogliarſi d’ogni
affettione
de’luoghi, perche ſiano groſſe ville, &
uaghi ca
ftelli
, &
nel reſto poi non ben ſitouati, & accommodati ſi
trouino
:
eſſendo che molte volte intorno à queſti tali hab
biamo
veduto eſſerſi fatte ſpeſe grandisſime per la loro
fortificatione
ſenza alcun giouamento, di maniera che
per
lo creder mio, egli ſarebbe molto meglio ilfar del tut
to
vna nuoua fortezza, ouero un nuouo riparo in buon ſi-
to
poſto, che conſeruare quei luoghi mal aggiati, &
peri-
coloſi
;
i quali poſto ancora, che eſſi ben ſitouati ſitrouaſ-
ſero
, potrebbe nondimeno auuenire, che perla quantità
loro
ſe non con molta ſpeſa guardar ſi potrebbero, à che
torno
à dire che ſi dee hauer grãde auuertenza;
come per
giudicio
di molti non hauuta da Seneſi intorno al for-
tificare
Porto d’Hercole l’anno 1554.
percioche volen-
doſiridurre
in modo, che il porto, &
ſe ſteſſo guardaſſe,
molti
d’eſſiripari indarno fatti ſi conobbero, &
tutto ciò,
perche
dalla loro fortificatione mal inteſa, auenne, che
toſto
che ſe ne fu perduto vno di loro, in breue ſenza alcũ
ritegno
tutti gli altriſiperderono.
Et la quale ſteſſa for-
tuna
corſe Bologna al mare l’anno 1544.
per eſſer à ſua
diffeſa
in que’ contorni alcune fortezze drizzate dal Re
d’Inghilterra
, ſimilmente di ſito non ben inteſe, &
deboli,
le
quali furono da Arrigo di queſto nome Re di Francia
in
vinti giorni iſpugnate, &
con grandisſima facilità del
tutto
ruinate.
Ne meno ſi ha d’auuertire, che con queſto
ſteſſo
giudicio ſi habbia à fortificare le Prouincie, viſitan-
133 do terra perterra, & diligentemente conſiderando quali
ſiano
da tenere, &
quali da laſciare; & coſi queſte apren-
do
&
iſmãtellando, & quelle forti, & più che ſi può ineſpu
gnabili
rendendo fare, come nel Piemonte fece il Pren-
cipe
di Melfi all’hora luogotenente di ſua Maeſtà Chri-
ſtianisſima
:
percioche tra molti Capitani hauendoſi ma-
turo
conſiglio ſopra di ciò, &
con queſto ordine proce-
dendo
, ne ſeguì la ſicurezza, &
la felicità di tutte l’impre-
ſe
, che iui ſi fecero.
Come il contrario auuenne nella
guerra
di Siena, oue per la compaſſione, che ſi hebbe à
molti
Caſtelli, &
altri luoghi del tutto non ſicuri, ne del
tutto
deboli, furono laſciati intieri;
& quiui da gli habi-
tatori
tenute, &
da conuecini condotte le facoltà loro;
le quali poi inſieme con le fortezze, in mano, & preda de
ſuoi
nemici vennero;
& ciò con ſuo maggior danno, che
non
ſolamente i paeſani furono priui di vettouaglia, ma
di
quella ne fu ſoſtenuto l’eſſercito del ſuo nemico:
ilqua-
le
, co’l prender quei luoghi, cagione, che eſſi, &
la Cit-
iſteſſa co’l riſchio della uita, (che per lo più perdeua-
no
) tutto che in ciò faceſſero ogni ſuo sforzo, non ſi puo-
terono
d’altronde ſoccorrere.
Oltre di queſto per eſſere
le
fortezze coſa determinata, &
tra l’altre coſe principa-
li
fatte per ſoſtennere un aſſedio;
vi ſi deue mettere den-
tro
monitione per il viuere, &
l’altre coſe neceſſarie per
vn
determinato tempo aſſai più lungo, di quello ſi può
con
la ragione iſtimar, che faccia meſtieri;
accioche, pri-
ma
che al fine della guerra ſi venga, non ſia sforzato il
Signore
à porre tutto vn intiero eſſercito in Campagna
per
ſoccorrerle.
Iquali auuertimenti, per fondamento
neceſſario
, miè parſo conueneuol coſa ſcriuere;
accioche
con
qualche maggiore chiarezza i lettori poſſan leggen-
do
intendere, quanto in queſta parte del piantare,
&
fabricare delle fortezze, io ſia
per
ragionare.
14
DI ALCVNE OPERATIONI
GEOMETRICHE
PERTINENTI
al
fabricare fortezze.
CAPITOLO PRIMO.
DOvendo io moſtrar’ il modo di far le pian-
te
, &
le fabriche delle Fortezze, con gli Al-
loggiamẽti
di Campagna, &
altre coſe, che
all’arte
militare appartengono, &
hauendo
biſogno
d’alcune operationi geometriche,
le
quali molte volte occorrono nel voler fare le predet-
te
coſe, andarò breuemente dichiarando quelle, che al
propoſito
mi pareranno eſſer più neceſſarie.
Prima operatione.
Eſſendoci dunque propoſta vna linea retta, & in quel-
la
datto vn punto, poſſiamo da quel punto diſſegnare vn’
angolo
rettilineo, vguale ad vn’angolo rettilineo à que-
ſto
modo.
Sia la linea A B, & ſia ſegnato in quella il pun
to
C, &
l’angolo rettilineo ſia D E F; per far queſto po-
niamo
il piede del compaſſo in punto E, dell’angolo D
E F, &
con l’altro piede diſcriueremo vna portione di cer
chio
nell’angolo D E F, che ſarà l’arco G H, &
con quella
medeſima
apertura, ponendo il piede immobile del com-
paſſo
in punto C, con l’altro diſcriueremo l’arco I K, ſo-
pra
la linea A E, &
dall’arco I K, ne torremo vno vguale
all’arco
G H, che ſarà l’arco I L, &
dal punto C, al punto
L, produrremo vna linea retta che ſarà la linea C L, coſi
l’angolo
L C A, è vguale all’angolo D E F, che è quello,
che
ſi doueua fare:
come moſtra Euclide nella vigeſima
terza
del ſuo primo libro, &
ancora qui in figura ſi vede.
154CAPITOLO PRIMO. 2[Figure 2]
Et s’eglibiſognaſſe fare vn angolo rettilineo vguale à
vn’angolo
rettilineo dato in un punto, aſſegnato in vna
linea
, che fuſſe la metà di una banda alla data linea, &
la
metà
dell’altra;
procederemo in queſto modo. Sia la li-
nea
A B, il punto diſſegnato nella linea ſia C, &
l’angolo
rettilineo
ſia D E F, &
per far queſto poneremo il piede
immobile
del compaſſo in punto C, &
con l’altro diſcri-
ueremo
vna portione di cerchio, che ſerà P Q, &
l’arco
P Q, tagliera la linea A B, in punto M, &
con la medeſima
16CAPITOLO apertura di compaſſo diſcriueremo vn’arco nell’angolo
D E F, ponendo il piede immobile in punto E, che ſarà
l’arco
G H;
fatto queſto diuideremo l’arco G H, in due par
ti
vguali in punto 1, poſcia ſitorra da due archi M Q, &

M P, due archi vguali alli due I G, &
I H, che ſaranno
M N, &
M O; oltre di queſto dal punto C, alli due punti
N, &
O, tiraremo due linee rette, che ſaranno C R, & C S,
&
coſivenira formato l’angolo rettilineo D E F, che è la me
da vna banda della linea A B, &
l’altra metà dall’altra,
che
è il ſecondo propoſto:
come qui ſotto ſi vedein figura.
3[Figure 3]
175PRIMO.
Seconda operatione.
Eſſendoci propoſta vna linea retta, & in quella dato vn
punto
, poſſiamo da quel punto produre vna linea ad angoli
retti
.
Sia la linea A E, nella quale ſia aſſegnato il punto C,
&
dal punto C, ſia neceſſario produre vna linea ad angoli
retti
, ò à piombo, ouerò à ſquadra che dir ſi voglia.
Et per
far
tal coſa poneremo il piede immobile del compaſſo, in
punto
C, &
l’altro piede mobile lo allargheremo fino in pun
to
B, ouerò quel tãto che parerà dalla parte B, &
con la me-
de
ſima apertura ſigneremo vn punto nella linea C A, mo-
uendo
il piede immobile nel punto C, dalla parte A, che ſarà
il
pũto D, fatto queſto poneremo il piede immobile del cõ-
paſſo
in punto B, &
con l’altro piede diſopra alla linea fare-
mo
vna linea che ſarà la linea E, oltre di queſto con la me-
deſima
apertura ſegaremo la linea E, ponendo però il piede
immobile
del compaſſo in punto D, hora dal punto della ſec
cione
, al punto C, tireremo vna linea retta, che ſarà la linea
E C, coſi la linea E C, è prodotta dal punto C, ad angoli retti:
come moſtra Euclida nell’vndecima propoſitione del ſuo
primo
libro:
come appare qui in figura.
22[Handwritten note 2] 4[Figure 4]
18CAPITOLO
Et s’el punto aſſegnato nella linea foſſe propinquo, oue-
ro
nell’una delle due ſue eſtremità della linea, allunghere-
mo
la linea, &
ſi procederà, come diſopra. Et in caſo che la
linea
non ſi poteſſe allungare faremo in queſto modo;
pone
remo
il piede immobile del compaſſo nel punto A, aſſegna-
to
nella eſtremità della linea, &
con l’altro piede tagliere-
mo
una linea, nella linea A B, che ſarà la linea A C, &
ſopra
la
linea A C, formeremo un triangolo equilatero che ſarà
A D C, come moſtra la prima propoſitione del primo libro di
Euclide
, dipoi allungheremo il lato C D, fino in punto E, ſi
che
la parte eſteriore allungata, ſia vguale al lato, D C, che
ſarà
D E, &
dal punto A, al punto E, tireremo vna linea ret-
ta
, che ſarà la linea A E, &
la linea A E, è produtta dal pun-
to
A, aſſegnato nella linea A B, ad angoli retti;
che è il ſecondo propoſto: come nella
preſente
figura ſi può
comprendere
.
5[Figure 5]
196PRIMO.
Et per aprouare queſto, la linea retta A D, cade ſopra alla
linea
retta C E, &
viene à fare due angoli, cioè l’angolo C
D A, &
l’angolo A D E, queſti due angoli ſono vguali à due
angoli
retti, per la decima terza propoſitione del primo di
Euclide
;
& ogni angolo d’un triangolo equilatero, è vgua-
le
à due terzi d’un angolo retto:
come ſi dim oſtrarà; perche
i
tre angoli del triangolo ſono vguali à due angoli retti, per
la
trigeſima ſecõda propoſitione del primo di Euclide.
An-
cora
per la medeſima propoſitione i due angoli D E A, &
E A
D, ſono vguali à due terzi d’un’angolo retto, &
per la prima
parte
della quinta propoſitione del primo di Euclide.
I due
angoli
D E A, &
E A D, ſono vguali: adunque cadauno di lo-
ro
è vn terzo d’un’angolo retto;
& coſi l’angolo E A C, ſarà
tre
terzi d’un’angolo retto, &
per eſſere tre terzi ſarà angolo
retto
;
il che è quello che noi haueuamo da dimoſtrare.
Terza operatione.
Eſſendoci propoſta vna linea retta non terminata, & fuor
di
quella dato vn punto, poſſiamo da quel pũto produre vna
perpendicolare
alla data linea.
Sia la linea non terminata
A B, &
il punto dato fuor di quella C, volendo noi produre
vna
perpendicolare dal punto C, ſopra la linea data;
primie
ramente
poneremo il piede immobile del compaſſo nel det
to
punto C, l’altro piede lo allargheremo tanto che uada ad
interſecare
la linea, &
non potendola interſecare, l’allun-
gheremo
tanto che ſia interſecata:
& con queſt’apertura de-
ſcriueremo
vn cerchio, il qual cerchio interſecherà la linea
in
due punti, cioè in punto D, &
E, & dal punto C, à due pun
ti
D, &
E, tiraremo due linee rette, che ſaranno D C, & C E,
&
l’angolo D C E, diuideremo in due vgual parti dalla linea
C F;
Et per voler diuidere l’angolo D C E, in due vguali par-
ti
, poneremo il piede immobile del compaſſo in punto C, &

con
l’altro piede mobile deſcriueremo una portione di cer-
chio
, che ſechi in punto G, &
H, de i due lati D C, & C E, che
contengono
l’angolo D C E, &
l’arco G H, diuideremo in due
20CAPITOLO vgual parti in punto I, & dal punto C, al punto I, tiraremo vna
linea
retta;
Et coſi la linea C I, diuide l’angolo D C E, in due
vguali
parti:
come moſtra la nona propoſitione del primo di
Euclide
, &
la linea C I, allungheremo fino al punto F, & la li-
nea
C F, ſarà come diſopra perpendicolare:
come moſtra la
duodecima
propoſitione del primo libro di Euclide.
6[Figure 6]
Mavenendo alla pratica dico, che poſto, che ſia vna linea
A B, &
il pũto dato C, ponerai il piede immobile del compaſ-
ſo
in punto C, &
co’l piede mobile del compaſſo ſi faccia vna
parte
di cerchio, che diuida la linea A E, in due punti;
ouero
allungando
la detta linea ò da vna parte, ò dall’altra, tanto
che
eſſa ſia ſegnata dal cerchio in due punti.
Et per lo primo modo, poniamo che la detta linea non ſia
allungata
ne da vna parte, ne dall’altra, &
ch’el detto cerchio
ſeghi
la linea A B, in due punti, cioè in punto D, &
E; come ſi
vede
in figura.
217PRIMO
Punto dato.
G
7[Figure 7]
Secundo modo, poniamo ch’el cerchio non ſeghi la linea
A B, in due punti;
ma diuida ſolo la detta linea in punto D,
dalla
parte B, come ſi vede in figura.
Punto dato.
C
8[Figure 8]
Allungherai la linea dalla parte A, fin a tanto, che ſia ſega
ta
dal cerchio in punto E, come ſi vede in figura.
22CAPITOLO
Punto dato.
C
9[Figure 9]
Terzo modo, & ſel cerchio ſegaſſe la linea ſolo in punto
E, dalla parte A, &
non dalla parte B; come ſi vede in figura.
Punto dato.
C
10[Figure 10]
Coſi la linea ſi allungherà dalla parte B, fin’à tanto, che’l
cerchio
la deuida nel punto D, come ſi vede in figura.
238PRIMO.
Punto dato.
C
11[Figure 11]
Quarto modo, la linea A B, non è ſegata dal cerchio, per-
che
eſſo cerchio, è fuora della linea dalla parte del A, come ſi
vede
in figura.
Punto dato.
C
12[Figure 12]
Coſi ſi allungherà la linea dalla parte A, fin’à tanto, che la
ſia
ſegnata in punto D, &
E; come ſi vede in figura.
24CAPITOLO
Punto dato.
C
13[Figure 13]
Il medeſimo ſi farebbe s’el cerchio non ſegaſſe la linea dal
la
parte B, come ſi è fatto, non ſegandola dalla parte A.
Moſtrato i modi ſopradetti, ſi moſtrarà il modo da tirare la
perpendicolare
dal punto ſegnato ſopra la linea data, ò allun
gata
, ouero non allungata.
Et per far queſto, ſi ponerà il pie
de
immobile del compaſſo nel punto D, &
E, facendo due cir
coletti
all’oppoſto del punto dato, che s’interſecchino in vn
punto
:
come ſi vede in figura in punto F.
Punto dato.
G
14[Figure 14]
259PRIMO.
Et fatto queſto ſi ponerà la riga ouero ſquadra al punto C,
&
F, & ſi tirarà vna linea dal punto C, ſopra la linea che ſarà
la
linea C C, come ſi vede in figura.
Punto dato.
C
15[Figure 15] 16[Figure 16]
Coſi la linea C G, ſarà perpendicolare ſopra la linea A B, al
longata
, ò non allongata che ſia la linea.
Quarta operatione.
Eſſendoci propoſta vna linea retta, & fuor di quella dato
vn
punto posſiamo da quel punto produre vna linea equidi-
ſtante
alla data linea à queſto modo.
Sia la linea data A B, &
il
punto aſſegnato fuor di quella ſia C, &
dal punto C, tirare-
26CAPITOLO mo vna linea retta equidiſtante alla linea A B, in modo tale;
tiraremo dal punto C, vna linea retta ſopra la linea A B, che
ſarà
la linea C E, &
haueremo l’angolo C E A; Ancora nella
linea
A B, faremo vn’angolo vguale all’angolo C E A;
che ſa-
l’angolo F G A, aſſegnatoui però nella linea A B, il punto G,
&
queſto angolo faremo per la prima operatione. Fatto que
ſto
faremo la linea G F, vguale alla linea E C, per la terza pro
poſitione
del primo d’Euclide, &
dal punto C, al punto F, tire
remo
vna linea retta, che ſarà la linea C F.
17[Figure 17]
Hor volendo approuare la linea C F, eſſere equidiſtante al
la
linea A B, à queſto modo ſi prouerà, l’angolo C E A, &
l’an-
golo
F G A, ſono vguali per la conſtruttione;
Adunque la li-
nea
C E, è equidiſtante alla linea G F, per la prima parte della
vigeſima
ottaua propoſitione del primo di Euclide;
& ancor
la
linea G F, è fatta vguale alla linea E C, per la conſtruttione,
&
per la trigeſima terza del primo di Euclide, la linea C F,
equidiſtante
alla linea A B, il che è il propoſto.
Pervn’altro bel modo ſi può tirare vna linea equidiſtante
à
vn’altra linea retta, da vn punto ſegnato fuor di quella.
Sia
di
nouo la linea retta A E, &
il punto ſegnato fuor di quella
ſia
il punto C, volendo tirare vna equidiſtante dal punto C, al
la
linea A B, poneremo il piede immobile del compaſſo in
punto
C, l’altro piede mobile lo allargheremo, &
ſignaremo
la
linea A B in punto E, &
ancor non mouendo il piede immo
2710PRIMO. bile del compaſſo ſegnaremo quella parte d’arco D, di nouo
ponendo
il piede immobile nella liena A B, in punto E, con
l’altro
piede tagliaremo la linea A B, in pũto F, la medeſima
apertura
, che è dal pũto C, al ſegnato arco D, &
ancora ponen
do
il piede immobile nel punto F, &
con l’altro piede mobi-
le
tagliaremo l’arco D, in punto G, con la medeſima apertura
di
compaſſo, che è tagliata la linea A B, in punto E, ponendo
il
piede immobile in punto C;
& dal punto C, al punto G, tire-
remo
vna linea retta, che ſarà la linea C G:
diciamo adunque
che
la linea C G, è equidiſtante alla linea A B, come facilmen
te
ſi potrà prouare, per la trigeſima quarta del primo Libro di
Euclide
, &
facendo il ſopplimento della figura venirà di lati
oppoſiti
vguali;
& s’ella ſarà di lati oppoſiti vguali, i lati op-
poſiti
ſaranno equidiſtanti che ſarà il propoſto.
18[Figure 18]
Quinta operatione.
Queſta operatione è per conoſcere le figure fatte di linee
rette
, ò vguali ouero ineguali di lenee, e d’angoli;
& ancora
à
conoſcere l’angolo d’vna figura de lati vguali, &
d’angoli
ancora
, quanto ſarà maggiore ouero minore d’vn retto.
Pri-
mo
eſſempio per conoſcere gli angoli delle figure fatte de li-
nee
rette, à quãti angoli retti s’agguagliarà ciaſcuna di loro.
28CAPITOLO Prima, poniamo che ella ſia di tre lati, ne cauaremo due, &
vno
ne remanerà, il qual vno radoppiato fa due:
coſi la figura
di
tre lati ha due angoli retti.
Secõdo eſſempio poniamo che
ella
ſia di quattro lati, ne cauaremo due, rimangono due la-
ti
;
radoppiamo i due lati che rimangono, faranno quattro
angoli
retti, &
quella di quattro lati, è vguale à quattro an-
goli
retti.
Terzo eſſempio della figura di cinque lati; caua-
remone
due, reſtaranno tre lati;
doppiamo tre lati, fanno ſei
angoli
retti, &
la figura di cinque lati, è vguale à ſei angoli
retti
.
Et per queſta medeſima regola conoſceremo ciaſcuna
fi
gura fatta di linee rette, à quãti angoli retti ſi agguagliano
i
ſuoi angoli.
Et volendo conoſcere l’angolo d’vna figura
de
lati vguali, &
d’angoli ancora vguali quanto ſarà maggio
re
, ouero minore d’vn retto;
o ſi partiranno tanti angoli retti,
come
gli angoli della figura, ſi aguaglino, &
queſti ſi parti-
ranno
, per tanti angoli come hauerà la figura.
Primo eſſem-
pio
, il triangolo, è vguale à due angoli retti;
partiremo due
angoli
retti, con tre angoli, che contiene il triangolo;
ne ver
due terzi d’vn angolo retto;
coſi ogni angolo d’vn trian-
golo
equilatero, è due terzi d’vn angolo retto.
Secõdo eſſem
pio
, il quadrato è vguale à quattro angoli retti;
partiremo
quattro
angoli retti, per quattro angoli che ha il quadrato,
ne
venirà vn’angolo retto.
Adunque ogni angolo del qua-
drato
, è vn angolo retto.
Terzo eſſempio, la figura di cinque
lati
, è vguale à ſei angoli retti, partiamo ſei angoli retti per
cinque
angoli, che ha la figura, ne venirà vn’angolo retto, &

vn
quinto d’vn angolo retto.
Et con queſta regola conoſce
remo
ciaſcun angolo delle figure de lati vguali, &
angoli, v-
guali
, quant’angolo ſarà maggiore, ouero minore d’vn retto.
Ma queſta regola da conoſcere l’angolo delle figure, quãto
angolo
ſarà maggiore, ouero minore d’vn retto, qui diſotto
Geometricamente
, meglio lo decchiararemo.
Primo eſſem-
pio
, per conoſcere l’angolo del triangolo equilatero quãt’-
angolo
ſarà maggiore ouero minore d’vn retto.
Primiera-
2911PRIMO. mente ſi farà vn’angolo retto, come ſiuede nella prima fi-
gura
;
oltra di queſto, ſi diuiderà l’angolo retto, in parti tre
vguali
, facendo vna portione di cerchio, come diſotto ſi
vede
, nella ſeconda figura;
doppo ſe ne torranno due par-
ti
, &
dall’angolo retto alle due parti, ſi tirerà vna linea
retta
, comeſivede di ſotto in figura:
coſi haueremo forma
to
vn’angolo d’un triangolo equilatero.
Et l’angolo del
quadrato
è vguale all’angolo retto, &
per far l’angolo di
cinque
lati, diuideremo l’angolo retto in parti cinque
vguali
, come ſi vede diſotto nella figura di cinque lati, &

perche
l’angolo di cinque lati, è un angolo retto, &
un quin-
to
;
torremo una di quelle parti, & l’aggiungeremo all’ango
lo
retto;
& à quell’aggionta tireremo dall’angolo retto vna
linea
, &
haueremo formato l’angolo di cinque lati vguali:
come ſivede diſotto in figura. Et per queſta regola ſi potrà
fare
ogni operatione, come diſotto ſi può comprendere in
figura
.
19[Figure 19]Prima figura.
Angolo
retto
A B C,
20[Figure 20]Seconda figura.
Angolo
di tre lati equila-
tero
A B D,
30CAPITOLO 21[Figure 21]Terza figura.
Angolo
di cinque lati
equilatero
A B D,
22[Figure 22]Quinta figura.
Angolo
di ſete lati equila-
tero
A B D,
23[Figure 23]Quarta figura.
Angolo
di ſei lati equila-
tero
A B D,
24[Figure 24]Seſta figura.
Angolo
di otto lati equila-
tero
A B D,
3112PRIMO. 25[Figure 25]Settima figura.
Angolo
dinouelati equi-
latero
A B D,
26[Figure 26]Ottaua figura.
Angolo
di diecilatiequila-
tero
A B D,
27[Figure 27]Nona figura.
Angolo
divndecilati equilatero A B D,
32CAPITOLO 28[Figure 28]Decima figura.
Angolo
di dodecilati equilatero A B D,
Seſta
operatione.
Ancora, quando occorreſſe à fare vna piãta d’vna Fortez-
za
, ouer d’vn forte d’un’altra;
ma però che foſſe in quella me
deſima
proportione ch’era la prima, maggiore, ouero mino
re
:
come à dire, ſe noivoleſſimo diſſegnare vna pianta d’vna
Fortezza
, ma ella non ſivorrebbe di quella medeſima gran-
dezza
:
ma maggiore, ouero minore di quella; poniamo, che
ſi
voleſſe la quarta parte maggiore dell’altra, cioè vna, che
ſia
Paſſi 5, l’altra Paſſi 4, come le due linee A B, A
29[Figure 29] E, &

C D, C
30[Figure 30] D, &
lalinea A B, ſia la prima pasſi 4, la ſeconda
C D, pasſi 5, la terza linea ſarà quella, doue s’è fatto la ſcalet-
ta
della pianta prima, che ſi hauerà da far maggiore, ouero
minore
;
& poniamo, che ſia la linea E F,
E
31[Figure 31] F lunga pasſi 25, Per far
queſto
faremo vn’angolo à caſo, che ſarà l’angolo G H I, &

della
linea H I, ne tagliaremo due linee, l’vna ſarà H K, vgua
le
alla A B, &
l’altra ſarà K L, vguale alla C D; & dalla linea H G,
3313PRIMO. ne tagliaremo vna vguale alla E F, che ſara H M, & da i due
ti
K M, tiraremo vna linea retta, che ſarà K M &
dal punto L, ti-
raremo
vna linea equidiſtante alla linea K M;
come moſtra la
quarta
operatione, che ſarà la linea L N, &
la linea M N, ſarà
la
quarta proportionale, alle tre linee A B, C D, &
E F, come
moſtra
la duodecima del ſeſto di Euclide;
coſi la linea E F, eſ
ſendo
vguale alla H M, &
alla linea M N, hauerà quella medeſi-
ma
proportione, c’ha la linea A B, eſsendo vguale alla H K, al-
la
K L, eſſendo vguale alla C D.
Hor torremo la meza pro-
portione
frà la linea H M, &
la M N, per la nona del ſeſto di Eu
clide
, che ſarà la linea O P, O--P, &
diuide-
remo
la linea O P, in pasſi 25, come era diuiſa la linea E F, &

formando
vna pianta ſimile alla data, con la ſcaletta O P, ſarà
la
pianta maggiore la quarta parte dell’altra;
co-
me
moſtra la decima nona del ſeſto di
Euclide
.
Per queſta medeſi-
ma
regola
ſi
potrà formare la pianta maggiore,
&
minore, in qual propor-
tione
ella ſi vorrà
fare
.
34CAPITOLO 32[Figure 32]Settima operatione.
3514PRIMO.
Ancora vogliamo trouare vna meza proportionale, fra
due
linee;
come à dire; Vogliamo la meza proportionale
fra
la linea E F, E--F &
F--G, poneremo
l’una
con l’altra in diretto, &
faremo vna ſol linea, che ſarà
l’vna
la linea E F, vguale alla E F, &
la linea F G, vguale alla
linea
F G, come ſi vede E
33[Figure 33] G doppo
diuideremo
tutta la linea E G, in due parti vguali in punto
o
, come ſi uede E
34[Figure 34] G, poiponere-
mo
il piede immobile del compaſſo nel punto o, &
l’altro
piede
allargheremo fin’all’vna delle due ſue eſtremità E,
ouero
G, &
diſcriueremo vn ſemicircolo; dapoi dal punto
F, tireremo vna perpendicolare;
come nella ſeconda ope-
ratione
habbiamo fatto, che ſarà la linea F H;
hora la linea
F H, è meza proportionale fra le due linee E F, &
F G, come
moſtra
la nona del ſeſto di Euclide.
35[Figure 35]Ottaua operatione.
Volendo diuidere vna linea retta in quãti parti vguali, pri
ma
faremo due angoli l’uno da vn capo, &
l’altro da l’altro
della
linea, che ſiano vguali, &
queſti ſi faranno per la pri-
ma
operatione;
doppo diuideremo vn lato di ciaſcun di due
36CAPITOLO angoli in tanti parti come ſi vorrà diuidere la linea, manco
vna
;
& la riga tiraremo le linee, che interſecano la linea,
che
ſi diuide, &
taglierasſi in tante parti la linea come voglia
mo
che la ſia diuiſa.
Per eſſempio poniamo che ſia la linea
A B, A--B, da diuidere in parti otto, faremo
due
angoli, l’uno nel punto A, che farà l’angolo D A B, l’altro
nel
punto B, che ſarà l’angolo C B A;
come ſi vede in figura.
36[Figure 36]
Oltre di queſto, diuideremo la linea B C, & la linea A D, in
ſette
partivguali, l’una, &
l’altra linea: come ſivede in figura.
37[Figure 37]
3715PRIMO.
Fatto queſto, poneremo la riga, neipunti de l’una, & nei
punti
dell’altra, à ſe oppoſti, &
ſi ſegnara la linea A B, in par-
ti
otto:
come ſi vede in figura.
38[Figure 38]
Et con la me deſima regola, ſi potrà diuidere in quanti
parti
vguali ſi vorrà, ogn’altra ſorte di linea, come qui ſive-
de
, nella ſottoſcritta figura.
39[Figure 39]
38CAPITOLO
COME SI POSSONO DISSEGNARE
i
Belouardi con le ſue miſure, & altre coſe
apertenenti
ad esſi.
CAPITOLO SECONDO.
NE L primo capitolo habbiamo dichiarato mol
te
operationi geometriche, le quali habbia-
mo
ſtimato eſſer neceſſarie al diſſegnare de
Beloardi
, delle Fortezze, ouero de Forti, con
le
cortine d’vn Beloardo all’altro, &
inſieme
gli
Alloggiamenti campali, con altre coſe à loro neceſſarie;
come che mal ſi potrebbono diſſegnare ragione ſenza le
operationi
in eſſo diſcritte:
Et perciò di eſſe operationi in-
cominciando
ad accommodarſi à noſtri propoſiti;
in queſto
preſente
Capitolo, ſi darà regola per diſſegnare esſi Belo-
uardi
, con le ſue miſure, &
altre coſe appertinẽti ad esſi, con
quella
breuità, &
diſſegni più facili, che per noi ſi potrà la
qual
regola ſeruirà per far Belouardi intieri, mezi, et più et
manco
di mezi;
tãto baſtanti, che ſecondo l’opportunità fian
cheggiar
potranno la Fortezza, ouero Forte, ſopra à cui ſi ha
da
fabricare;
coſi in monte come in piano. Et per prima inan
zi
che ſi venga al fabricare, s’ha da vedere in qual parte il ne-
mico
poſſa far maggior danno, et con qual ragione meglio
ſi
potrà fare, che il Belouardo diffenda la forteza, ouero For
te
:
& conſiderare, ſe ſi vorrà formare con contramina, ò poz-
zi
(che queſti tali ſi fanno, nel fondo del Belouardo, &
della
cortina
, per potere diſcoprire le mine, &
i forni che faceſſe-
ro
gli nemici) le qual contramine, &
pozzi, anticamente
non
ſi faceuano, ſe non doue ſi ritrouaua la fortezza attorno
ſenz’acqua
;
ma al tempo d’hoggi ſtarebbono bene con
acqua
, &
ſenza, per cauſa diforni che ſi fanno nella corti-
na
, &
attorno al Belouardo ſopra l’acqua. Eglie ben vero,
che
non ſi può dar regola generale delle miſure;
percioche
3916PRIMO. esſi ſi edificano grandi più, e meno ſecondo i ſiti, & ſecon-
do
le ſpeſe che ſi potranno, &
vorranno fare. Queſte
regole
di diſſegnar fortezze, ouero forti;
è neceſſario
di
ſapergli ben diſſegnare ſopra carta, con le ſue miſure;
& ancor mettergli in modello, per potergli moſtrare à
piu
pareri:
& ſapendo queſto, ſi potranno diſſegnare
con
le ſue debite miſure, in monte, in piano, &
in qual luo-
go
occorrerà à fabricare fortezze, ouer forti.
Et per hora
poniamo
, di voler diſſegnare vn Belouardo con contramina
con
tal regola che ſi poſſa ſeruire, quando ancora ſi voleſſe
farlo
ſenza eſſa;
& appreſſo ſupponiamo di voler fare que-
ſto
tal Belouardo ſopra vna figura di cinque lati, &
angoli
vguali
:
come ſivede per queſto eſſempio qui poſto. A B C D E.
40[Figure 40]
40CAPITOLO
Et che lo vogliamo formare ſopra l’angolo A B C, Et no-
ſtra
intentione ſia di farlo di due piazze, alto fin al cordone
piedi
27, &
che aſcenda in modo, che d’ogni pie cinque di
altezza
, ne habbia vno di ſcarpa;
laqual ſcarpa è aſſaisſima
per
conto di fabrica di muro.
E ben vero, che quanto più di
ſcarpa
ſe gli , le palle de nemici manco offendono:
percio
che
eſſe battono più oblique che rettamente.
Il che tutto
ſi
vuol fare con buon giudicio;
perche quando queſto forte
haueſſe
anco troppo ſcarpa, è pericoloſa coſa, che la parte
ſuperioretanto
aggraui la inferiore, che tutto ſi ſchianti, &

caſchi
, perdendo il piede.
Auertendo ancora, che quando
ſi
uoleſſe ſituare Fortezze, ouer forti appreſſo à qualche co-
ſa
eminente, ſi ch’ella fuſſe à caualliero alla fabrica, che ſi
ha
da fare, biſogna che queſta tale, le uolti la faccia, &
non
la
guardi con la cortina;
acciò eſſa fortezza, non ſia offeſa
per
cortina:
perche in quel caſo, ci torrebbe ogni diffeſa
del
forte.
Et inanzi che ſi uenga à fabricare il Belouardo,
è
neceſſario diſſegnare à parte per parte le ſue debite miſu-
re
, della lunghezza, &
larghezza, cioè, la capacità del terre-
no
, che ha da occupare il fondamento d’eſſo Belouardo.
Per uoler adunque diſſegnare le ſodette miſure, ſupponia-
mo
di dar à queſto Belouardo pie cinque e mezo di ſcarpa,
che
ſono 27 d’altezza fin’al cordone;
pie 4, di muro in
groſſezza
, &
queſta groſſezza non la comprendo nel pian
del
fondamento, ma al cordone;
perche al fondamento di
queſta
groſſezza, non gline computo, ſe un piede;
per-
che
uengo ingroſſando à poco à poco, alla groſſezza di
quattro
pie al cordone;
pie 4, di larghezza della contra-
mina
;
& pie 4, di muro per la contramina in groſſezza; li
ſperoni
, ouero contraforti nel fianco, lunghi pie 15, oltra
il
muro della contramina;
& all’altezza d’eſſo muro ſi di-
ſtenderanno
fin al muro ch’è attacato al muro della ſcarpa
fin
al cordone.
Oltre di ciò ſi ſupponeranno pie 20, di di-
ſcoperto
per la piazza da baſſo, per men lunghezza del Be-
4117SECONDO. louardo; alcuni dicono, meglio ſtarebbono le piazze, del
tutto
diſcoperte, perche in queſto caſo ſi farebbe ſenza pi-
laſtrone
;
ilqual pilaſtrone ſi fa quando ſta una parte della
piazza
da baſſo coperta, &
io reſpondo che ſtarebbono me-
glio
con una parte coperta, perche al tempo delle pioggie
le
monitioni delle poluere ſarebbono ſalue, &
i ſoldati po-
trebbeno
diffendere la fortezza, altempo delle pioggie, &

ancora
ſarebbe meno ſpeſa della fabrica;
& pie 15, dare-
mo
di larghezza al parapetto, ouero ghirlanda, doue ſi fa-
ranno
le cannonere della piazza d’alto;
& queſta ghirlanda
ſi
ſuppone eſſer formata ſopra il pilaſtrone, che ſi fa di muro
maſiccio
, cominciando dal fondamento groſſo pie 15;
co-
me
ſi vederà nelle ſeguente figure;
& di più, pie 60, di recu-
lata
d’eſſa piazza d’alto.
Lequali ſopradette miſure, giunte
inſieme
, fanno pie 124, e mezo, come meglio ne noſtri
diſſegni
, per le ſue ſcalette ſi uederà, cioè, miſure diuiſe in
paſſi
, &
piedi Venetiani, à piedi cinque per paſſo. I quali
piedi
124, emezo, ſono pasſi 25, quaſi, à pie cinque per paſ-
ſo
, come diſopra s’è detto, ſono la lunghezza, che è fra
l’angolo
del fianco, &
l’angolo, che fa le due cortine; le
quali
per immaginatione ſupponeremo, che ſiano allun-
gate
nel mezo del Belouardo;
comeſivede nella ſeguente
figura
.
Et ſe per caſo haueſſimo voluto la piazza, prima tut-
ta
diſcoperta, ſi haueria ſuppoſto per la prima piazza pie 50,
ſecondo
che hauemo meſſo pie 20, di diſcoperto per la pri-
ma
piazza;
coſi ponendo pie 20, di diſcoperto, la piazza da
baſſo
, viene pur eſſer longa pie 50, come diſopra ſi è ſuppo-
ſto
;
perche pie 15, per la groſſezza del pilaſtrone, & altri
pie
15, ſotto il uolto, oltre il pilaſtrone, fanno, con li pie
20
, di diſcoperto, pie 50, per la lunghezza d’eſſa piazza:
&
queſta
lunghezza ſerue per la reculata dell’artegliaria.
Il
pilaſtrone
ſi in mezzo le due cannoniere, in dentro pie
20
, della piazza dabaſſo:
& non ſi deue far largo tanto, che
le
artegliarie non poſſano riculare;
accommodandoli però
42CAPITOLO doue hanno da fare il ſuo officio. Ancora la larghezza del-
la
piazza da baſſo, ſi fa tanto grande, che le ſue artigliarie,
ponendole
doue è neceſſario, &
quelle ſcaricando, habbia-
no
campo dipoterſiriculare;
accioche non urtino ne i muri
della
larghezza della piazza.
Hora ſuppoſte le ſodette in-
tentioni
, &
il ſodetto angolo A B C, ſopra al quale habbia-
mo
tolto à far queſto Belouardo, ſeguitando l’incomincia-
to
diſſegno;
torremo delle due linee A B, & E C,
paſſi
26, come diſopra s’è cal-
culato
,
che
ſaranno B D, &
B H, come ſi
vede
in figura.
41[Figure 41]
4318SECONDO.
Oltre di ciò, ſupponeremo la larghezza del Belouardo,
cioè
, il fianco con la ſpalla, che in tutto ſia pasſi 22, la qual
larghezza
in queſto modo ſi farà, tirando due linee in ango-
li
retti, ouero altra ſorte d’angolo, che ci piaccia di tirare,
ſecondo
ilſito, da i due punti D, &
H, angoli di fianchi del
Belouardo
, i quali angoli per hora ſupponeremo di tirarli
retti
, nel modo, che per la ſeconda noſtra ſoprapoſta opera-
tione
, habbiamo inſegnato;
che ſaranno D E, & G H, come
ſi
vede in figura.
42[Figure 42]
Oltre di queſto faremo la linea D E, & la linea G H, che ſi
ſuppongono
per li fianchi &
ſpalle del Belouardo di lar-
ghezza
paſſi 22;
Hora ſtando in queſto modo le miſure del-
la
lunghezza, &
larghezza del Belouardo, diamo la regola
che
ſi deuetenere nel fare la fronte, ouero cortina, che vo-
gliam
dire, del Belouardo.
Per laqualcoſa dico, che è ne-
ceſſario
ſapere la lunghezza di tutta la cortina che noi uo-
gliamo
che ſitroui fra l’un Belouardo &
l’altro; ouero fra
altra
coſa che queſto tal Belouardo diffenda:
& ſupponia-
mo
, che ſia fra l’un Belouardo &
l’altro la linea A D, lun-
gapaſſi
150;
l’angolo A B C, lo diuideremo in due parti vgua
li
, per la linea F K, come moſtra l’ultima figura della prima
operatione
;
oltre di queſto ſegnaremo il punto 1, lontano
dal
A, per la groſſezza del fianco;
& dal punto 1, al punto E,
44CAPITOLO tiraremo vna linea retta, che ſarà la linea I E, & la linea I E,
l’allungheremo
fin che uada à tagliare la linea F K, taglian-
dola
in punto F, coſila linea E F, diſſegnarà la fronte del Be-
louardo
, che ſi hauerà da fare;
& dal punto F, al punto G, ſi
tirerà
la linea F G, per l’altra fronte del Belouardo,
&
coſi ſarà diſſegnato il fonda-
mento

D E F G H B;
come ſi vede nella prima
ſeguente
figura.
4519SECONDO.
[Empty page]
4620CAPITOLO SECONDO. 43[Figure 43]PRIM@VRA.
47CAPITOLO
[Empty page]
4821SECONDO.
Et ſe per caſo, non ſi poteſſe tirare la linea I E, per forma-
re
la fronte del Belouardo, come à diſſegnarla ſopra à una
fabrica
, ouero ſe ſi voleſſe diſſegnarla ſopra à un foglio di
carta
, che non la poteſſe riceuere:
ſi farà in queſto modo
ſupponendo
la linea A D, cortina tra l’un Belouardo all’al-
tro
pasſi 150;
diremo, ſe 157, linea I D, che è la lunghezza
della
cortina, &
la groſſezza del fianco che è paſſi 7: mi dan
no
di altezza paſſi 22, che è la linea D E, che mi dara la lun-
ghezza
, della cortina, con la groſſezza del fianco, &
con la
lunghezza
che è dall’angolo del fianco à l’angolo, che fa le
due
cortine tirate nel mezzo del Belouardo, che è paſſi 25,
con
157?
Fanno 182 cioè, la linea I B: hor multiplicate
182
, con 22, farà 4004, &
4004, ſi partirà per 157, ne vie-
ne
paſſi 25, pie 22, &
tanto ſimiſurerà la linea E L, perpen-
dicolare
tirata dall’angolo, che fa le due linee delle cortine
allungate
nel mezzo del Belouardo in punto B;
come ſi ve-
de
nella ſopradetta figura;
& dal punto E, al punto L, tirare-
mo
vna linea che vada à tagliare la linea F K, laqual taglia-
in punto F, &
per queſta regola ſi formarà la fronte del
Belouardo
;
come meglio ſi dichiararà nella figura doue ſi
diſſegna
le larghezze delle bocche delle cannoniere, che
ſi
fanno nelle prime piazze del Belouardo.
Oltra di queſto
fondamento
coſi diſſegnato, gli daremo due in tre piè di
relaſciato
, ouero banchetta, che vogliam dire, del fonda-
mento
del Belouardo, tirando una linea equidiſtante attor-
no
al fon damento;
lontana da due piedi, in due
è
mezzo per lo manco, che darſi
poſſa
:
come ſi
vede
nella ſeconda ſeguente figura,
IKLMN.
4922CAPITOLO SECONDO. 44[Figure 44]SECONFIGVRA.
50CAPITOLO
Queſta conſideratione di diſſegnare i fondamenti d’un
Belouardo
, ſi dee hauere molto bene con diligentia;
perche
con
queſta tale ſi potranno diſcriuere i Belouardi con una
piazza
, con due, con tre, &
in qualunque altro modo pia-
cerà
, che non portarà pericolo nel finir della fabrica, di ri-
trouarſi
ingannato, del ſuo diſſegno, che ſi hauerà propoſto.
Hauuta poi che ſi hauerà la lunghezza, & larghezza del fon
damento
co’l ſuo relaſciato, ò banchetta, che uogliam di-
re
, del fondamento, ſi conſiderarà beniſſimo ſe il terreno è
buono
per lo ſoſtentamento di eſſo Belouardo, ſenza pati-
re
coſa alcuna di ma culatione per diſfetto del fondamento.

Et
perciò è ragioneuol coſa parlare della qualità di eſſi fon-
damenti
.
Ma perche queſti tali, hora in un luogo, & hora
in
un’altro piantarli biſogna, auuiene, che di eſſi non ſi può
ragionare
ſenza alcune diſtintioni.
Et per prima diremo
d’un
modo, &
coſi degli altri.
Primo modo.
Volendo far un fondamento doue ſia il terreno aſciutto,
ſi
cauarà il terreno da cinque, in ſei piè in giù, più, e meno
ſecondo
che ne parerà eſſer à baſtanza, ben appianando il
fondo
, &
che eſſo piano habbia un poco del pendente ver-
ſo
il ſuo centro;
poi ſi deue dar ordine, di fare una palefica-
ta
, nel pian di queſta caua, in queſto modo.
Prima, ſi piglie-
vn palo piu longo aſſai di quello che ſi potrà immagina-
re
, che debba fondarſi;
& ſopra di queſto palo ſe gli deue
ſegnare
piedi, &
oncie, à modo di miſura, il che fatto, ſi cac-
ciarà
queſto palo, nel fondo di eſſa caua, quel tanto che ſia
poſſibile
, accioche di queſto veder ſi poſſa, quanto lunghi ſi
hanno
da fare eſſi pali, i quali ſi faranno alla giuſta miſura di
quel
tanto, che il primo coſi ſegnato ſi ſarà potuto fondare
per
far la paleficata.
Il legno poi di far queſta, & altre coſe
neceſlarie
à eſſa migliore, ſarà di quercia, d’onizzo, &
di ca-
5123SECONDO. ſtagna; ma però l’onizzo è il migliore; & ſi formaraà la pale-
ficata
diſtante un palo dall’altro mezzo piè, più, emeno, ſe-
condo
la perfettione d’eſſo terreno;
& queſti pali vogliono
eſſer
ben agguagliati con lo terreno, come ſivede nella ſe-
guente
figura, nella parte A;
poi agguagliati che ſi haueran
no
al terreno, biſognavn’altra volta cauar tanta terra per
tutta
la paleficata, che i pali ſoprauanzino intorno ad un
mezzo
piede, ſopra la terra;
come ſi uede nella ſeguente
figura
nella parte B, per porui in luogo di eſſo terreno buo-
niſſimi
ſaſſi;
per forza cacciati con vn in ſtrumento da gli
Architetti
chiamato Becco;
formando una cru-
ſta
ben appianata co’l ſuo pendente;
come di ſopra s’è
detto
.
Et queſto tal modo ſivede nella ſeguente terza figura,
nella
parte ſegnata c;
& con queſto ordine
ſi
venirà formando il fon-
damento
.
5224CAPITOLO SECONDO. 45[Figure 45]TERZGVRA.
53CAPITOLO
[Empty page]
5425SECONDO.
Et ſopra di queſta paleficata, che ſi hauerà fatta per tutto
il
fondamento, con la ſua cruſta, gli faremo vn bonisſimo
muro
per la capacità d’eſſo fondamento, alto mezo piè di
piu
della ſuperficie del terreno diſopra uia;
perche per lo
gran
carico, il fondamento ſivien alquanto ad abbaſſarſi:
&
appreſſo
, biſogna che’l muro di ſoprauia ſia ben appianato
con
il pendente verſo il centro;
come di ſopra s’è detto:
Auuertendo però alle ſue debite lunghezze, & larghezze.
Il
fondamento, &
la paleficata per il manco non vo-
rebbe
eſſer meno de due, in tre piè di più della
fabrica
del Belouardo, &
della cortina:
come
ſi vede nella ſeguente
quarta
figura.
5526CAPITOLO SECONDO. 46[Figure 46]QVART@IGVRA.
56CAPITOLO
[Empty page]
5727SECONDO.
Secondo modo.
Volendo fare vn fondamento doue fuſſe il terreno are-
noſo
, ſabionito, ouero gieroſo;
ſi cauarà da otto, in dieci
piè
in giù, più e meno, ſecõdo che ſarà à baſtanza, e ſpianan-
doli
il fondo come diſopra:
& perche in tal luogo non ſegli
può
far paleficata, ſe gli farà vna buona trauata de doi
ò
trei ſuoli incrociati l’uno con l’altro, de buoni
traui
ben liuellati co’l piano, &
che eſſo
piano
habbia vn puoco di pendente
verſo
il centro, &
queſti traui
ſiano
ben inchiauati, &
ſe-
rati
l’uno apreſ-
ſo
l’altro:
come ſi vede nella me-
di queſta quinta
figura
.
5828CAPITOLO SECONDO. 47[Figure 47]QVI@GVRA.
59CAPITOLO
[Empty page]
6029SECONDO.
Et ſopra di queſta trauata, ſi farà vn muro, come inſegna
la
ſeconda figura del primo modo.
Terzo modo.
Volendo fare il fondamento, doue ſi ritrouaſſe il terreno
molle
, come in paludi, ò lungo vn fiume, lago, ò mare, &

altri
luoghi;
ſi cauarà quel tanto che ſia à baſtanza, & ſi ſpia-
narà
, come diſopra, il fondo, &
ſegli farà poi in eſſo fondo
vna
paleficata con li pali, l’vno al dritto dell’altro, &
ſileua-
il terreno, come diſopra ſi vede nella figura del primo
modo
nella parte ſegnata B, laſciando però più diſcoperto
i
pali di quelli del primo modo, acciò che ſe gli poſſa buttar
di
traui al trauerſo, à modo di ferrata, &
che ſiano ben in-
chiauati
l’uno con l’altro.
Oltra di queſto ſe gli farà, frà l’vn
palo
all’altro, vna cruſta, come nel primo modo;
& ſopra di
queſta
cruſta, ſe gli farà vna trauata, ſimile à quella, che ſi è
fatto
nel fondo del ſecondo modo.
Et ancora ſopra di que-
ſta
trauata ſegli farà vn buonisſimo muro:
come la terza fi-
gura
del primo modo.
Quarto modo.
Volendo fare vn fondamento doue fuſſero parte ſaſſi, &
parte
terreno, ſi che non ſipoteſſe ben cacciar i pali, gliè ne-
ceſſario
cauare da dieci in dodeci piè in giù, più e meno ſe-
condo
il douere, &
fare che’l fondo ſia ben appianato à li-
uello
, oue in cambio di pali, ſi farà poi tanti pilaſtroni, co-
me
angoli hauerà il Belouardo, ouero come più ſarà neceſ-
ſario
, ſecondo le lunghezze delle fronti, &
fianchi, del Be-
louardo
;
Poi da vn pilaſtrone à l’altro ſe gli farà, vn volto
con
l’arco voltato in giù, &
vn’altro volto in l’un ſopra
l’altro
:
come ſivede diſſegnato quinella ſequente ſeſta fi-
gura
.
6130CAPITOLO SECONDO. 48[Figure 48]SE@IGVRA.
62CAPITOLO
Quinto modo.
Accade ancora à fabricare doue non occorre far fonda-
mento
, come ſaria ſul viuo, &
intiero ſaſſo, oue in queſto ca-
ſo
biſogna che’l ſuolo ſia ben appianato, con vn poco di
pendente
, come diſopra ſi è detto, ouero ſe’l ſaſſo fuſſe mon-
tuoſo
, ſi andarà ſcarpellando à modo di ſcalini ben piani, &

&
il piano habbia del pendente verſo in centro: come diſo-
pra
s’è detto, &
s’andarà fabricando per conueniente altez-
za
, &
larghezza della machina, che ſi vuol fare.
Diſſegnato, & fatto che habbiamo i fondamenti ben pia-
ni
di ſoprauia, con vn poco di pendente verſo il centro d’eſ-
ſo
fondamento;
diſſegnaremo à parte, à parte il reſto di quel
lo
, che s’hauerà da fabricare del noſtro Belouardo, ſopra à
eſſo
piano.
Et poniamo di diſſegnarlo ſopra ad vn de paſſa-
ti
fondamenti, cominciaremo à diſſegnare prima il rilaſcia-
to
, ouero banchetta del fondamento del Belouardo, la ſcar-
pa
, il muro, la contramina, &
ancora il muro d’eſſa; & que-
ſto
muro non vorrebbe paſſare l’altezza della cotramina;
&
la
contramina non vorrebbe eſſer più alta di cinque in ſei
piedi
;
& ſopra d’eſſa ſi buttera vn volto. Et queſte coſe ſi
diſſegnaranno
à torno al Belouardo, et allungo della corti-
na
;
ſe ben di ſopra non s’è parlato d’eſſa cortina, perche gia
ſi
, che non ſi può far fortezze, ouer forti, ſenza eſſa corti-
na
, però che queſta cortina è la diſtanza, che è fra l’vn Belo-
uardo
all’altro.
Appreſſo à queſto diſſegno, ſi diſſegnaran-
no
i ſperoni, che vanno ancor eſſi à torno al Belouardo, &

allungo
della corti@a;
& queſti ſperoni vanno piu lunghi
dalla
contramina in , tanto come è la larghezza della con
tramina
con il ſuo muro;
& li ſperoni della ſpalla vanno lun-
ghi
fin doue s’hauerà da terminare la larghezza della prima
piazza
:
Et queſta tal larghezza ſi fa equidiſtante da quattro,
in
cinque piedi, dalla reculata, che faranno l’artegliarie del-
la
ſeconda cannoniera della prima piazza;
accommandan-
do
eſſe artiglierie, per tirare di ficco, ò almeno più che ſia
6331SECONDO. posſibile nella metà d’eſſa cortina; & li ſperoni della fronte
del
Belouardo, vorriano almeno lunghi due terzi di quel-
li
della ſpalla;
& quelli del fianco, vorrebbono eſſere lunghi
la
metà di quelli della medeſima ſpalla;
& quelli della cor-
tina
, vorrebbero eſſere i due terzi, di quelli del fianco;
& an
cora
ſi hanno à diſſegnare di due, in tre piedi più lunghi, &

più
larghi, di quelli, che ſi diſſegnaranno dalla prima piaz-
za
in , &
ſi diſſegnarãno diſtanti l’uno dall’altro, 10, in 12,
piedi
;
Ancora le ſopradette miſure, ſi diſſegnaranno più e
meno
ſecondo i ſiti, &
ſecondo le ſpeſe, che far ſi vorranno.
Et diſſegnato che ſi haueranno i ſopradetti ſperoni, ſi diſſe-
gnaranno
i pilaſtroni, indentro quel tanto che ſi ſupponerà
che
ſiano diſcoperte le prime piazze;
& ſi diſſegnaranno in-
dentro
delle prime piazze piè 20, come diſopra s’è detto;

diſſegnandoſi
più lunghi, &
larghi, di due, in tre piedi di
quelli
delle prime piazze in ;
et ſi diſſegnaranno con tal
ragione
, che fabricandoli fin alle prime piazze, &
ancora da
li
in fin alle ſeconde, che le artegliarie, d’eſſe prime piaz-
ze
non vrtino in eſſi pilaſtroni.
Diſſegnato i pilaſtroni, ſi diſ-
ſegnaranno
l’ale del Belouardo, con tal ragione, che fabri-
candole
ſino alle prime piazze, et da li in , ſieno equidi-
ſtanti
da quattro in cinq;
piedi alle reculate, che fanno le ar-
tegliarie
, che ſi ſparano nelle prime piazze;
cioè, di quelle
delle
due prime cannoniere;
perche i fornimenti d’eſſe arte-
gliarie
reculando ne i muri andarebbero in fracaſſo.
Anco-
cora
ſi diſſegnarà vn muro di otto, in dieci piedi di groſſez-
za
, che termina nel fin della lunghezza delle prime piazze.

Et
tutte queſte coſe ſi vederanno diſſegnate nella ſeguente
ſettima
figura come meglio ſi dichiararanno qui diſotto.
11
A
, Banchetta, ouero relaſciato del fon- \\ damento. # H, Muro che ſoſtenta il terreno, & i uol \\ ti della piazza d’alto.
B
, Scarpa. # I, Speroni della ſpalla del Belouardo.
C
, Muro. # K, Speroni della fronte del Belouardo.
D
, Contramina. # L, Speroni della cortina.
E
, Muro della contramina. # M, Ala del Belouardo.
F
, Speroni del fianco. # O, Il fondamento che ſoprauanza la fa- \\ brica di dẽtrouia, di due, in tre piedi.
G
, Pilaſtrone.
6432CAPITOLO SECONDO. 49[Figure 49]SETTI@VRA.
65CAPITOLO
[Empty page]
6633SECONDO.
Et fatto il diſſegno delle ſopradette coſe, ſi venirà fabri-
cando
, laſciando d’ogni cinque piè di aſceſa, vno di ſcarpa
diforauia
, come diſopra s’è detto, per fin all’altezza delle pri
me
piazze.
come meglio ſi può vedere nella ſeguente otta-
ua
figura.
6734CAPITOLO SECONDO. 50[Figure 50]OTTAGVRA
68CAPITOLO
Et ancora fin all’altezza di eſſe prime piazze, ſi venirà em
piendo
di boniſſimo terreno, &
ſaſſi; & iui ſi farà bẽ piano, &
vn
puoco pendente verſo il centro.
Oltre di queſto, ſo-
pra
ad eſſa fabrica, che s’è fatta fin alle prime piazze, di nuo-
uo
le medeſime coſe ſi torneranno à diſſegnare, laſcian-
do
vn piè, ò due meno di lunghezza, &
larghezza dalla par-
te
di dentro, come diſopra s’è detto, con li ſuoi ſperoni.
Per-
che
li ſperoni ſi poſſono diſſegnare di quattro modi, ſopra
ad
eſſa fabrica;
cioè più larghi verſo la fortezza, ouero lar-
ghi
vgualmente nei capi, &
ſtretti nel mezo; ò vguali nei ca-
pi
, &
larghi nel mezo à modo di ouato; & ancora ſi poſſono
diſſegnare
più ſtretti verſo la fortezza.
Ne i noſtri diſſegni,
non
ſi è diſſegnato ſe non i due modi, cioè quello più ſtret-
to
verſo la fortezza;
& quello più largo verſo eſſa fortezza:
come ſi vede per i noſtri diſſegni; & di queſti quattro modi
i
migliori ſono quelli più larghi verſo la fortezza;
& ancora
quelli
larghi vgualmente dai capi, &
ſtretti nel mezo; per-
che
queſte due ſorte di ſperoni, reſiſtono meglio alle batte-
rie
de nimici;
perche eſſa fabrica non è coſi in pericolo di
ruinarſi
, &
di reimpire la foſſa della fortezza. Et coſi diſſe-
gnato
li ſperoni, ſi diſſegnarà vna ſtrada, che vada da vna
piazza
all’altra;
& il piano delle due @piazze ſi farà con vn
poco
di pendente, verſo le ſue cannoniere, acciò che le ſue
artegliarie
ſieno più facili da condurre ad eſſe cannoniere;

&
ancora ſi diſſegnaranno due ſtrade che vadino nelle due
piazze
.
Oltra di queſte ſopradette coſe, ſi darà il modo di fa-
re
gli orecchioni:
queſti orecchioni ſi fanno tanto in fuori,
che
le cannoniere non ſieno diſcoperte da qualche coſa
eminente
;
& ſi fanno ſenza ſcarpa dalla parte verſo le canno
niere
, come ſi vede ne i noſtri diſſegni;
& ancora eſſi orechio
ni
ſi fanno in più modi, cio è nel capo con vna portione di
cerchio
, quadri, &
obliqui; abenche nelli paſſati diſſegni,
non
ſe n’è fatto mentione.
Et per volere fare i ſopradetti
orecchioni
, s’allunghera le due linee, l’una è quella cheter-
6935SECONDO. mina la larghezza di fuora via della ſeconda cannoniera,
uerſo
la ſpalla;
& di queſta linea, ſe ne parlerà nell’vndecima
figura
;
& l’altra è quella che forma la fronte del Belouardo;
& queſte due linee, ſi allungheranno quel tanto, che ſi vor-
che ſporga in fuori eſſo orecchione;
& ſe ſi vorrà far obli
quo
, ſi allungherà vna più de l’altra;
& volendolo far qua-
dro
, ſi allungheranno vgualmente;
& ancora, ſe ſi vorrà fare
con
vna portione di cerchio ſi allungheranno vgualmente,
come
nella ſeguente nona figura ſi vede.
T, ſtrade che vanno nelle piazze da baſſo.
V, ſtrada che va d’vna piazza all’altra.
X, Orecchione del Belouardo.
7036CAPITOLO SECONDO. 51[Figure 51]NON FIGVRA.
71CAPITOLO
Et ſopra à queſte piazze ſi diſſegnaranno le cannoniere,
con
tal ragione, che habbiano del pendente verſo la foſſa,
che
ſtando dalla parte di dentro ſi poſſa vedere almeno la
metà
di eſſa foſſa, &
ancora ſi diſſegnino, che le arteglierie
di
eſſe, posſino fare il ſuo officio per diffeſa della fortezza.
Et in queſti noſtri diſſegni ſupponiamo di diſſegnare due
cannoniere
per ciaſcuna piazza da baſſo;
la prima cannonie-
ra
lontana dall’angolo del fianco pie due, in tre, tanto che le
artegliarie
di eſſa poſſino ſcoppare le ſcalate che faceſſero
gli
nemici alla cortina della fortezza;
& le ſue larghezze di
fuorauia
d’eſſe due cannoniere, ſupponeremo pie 9, per la
prima
, &
per la ſeconda pie 8, il merlone che ſi diſſegna tra
l’vna
cannoniera &
l’altra, ſi ſupponerà largo pie 30; & le lar
ghezze
d’eſſe cannoniere dalla parte di dentro ſi ſupponerà
di
pie 5;
indentro poi per lo lungo pie 3, & nel più ſtretto
delle
cannoniere per lo largo pie 3, le quali larghezze di
dentro
, &
di fuori delle cannoniere, ſi danno talmente pro-
portionate
, che l’artegliarie della prima cãnoniera, facci l’of
ficio
di ſcoppare la cõtraſcarpa, et la fronte del Belouardo,
con
tutta la foſſa fin appreſſo alla cortina;
come moſtrano le
lince
K L, K M, &
K N, della decima ſeguente figura; le arte-
gliarie
della ſeconda cannoniera, haueranno l’officio di
ſcoppare
vna foſſetta che ſi fa nel mezo della foſſa grande,
quando
ſi diſſegna che in eſſa vi habbia ad eſſere l’acqua;
la
qual
foſſetta ſi ſuol fare larga intorno à quindeci piè, &
alta
la
metà.
Ma quando non vi fuſſe l’acqua, vorrei che la can-
noniera
fuſſe fatta talmente proportionata, che le ſue arte-
glierie
, al più che poteſſero, ſcoppaſſero l’angolo del Belo-
uardo
, &
da li indentro, fino che vadino à dare di ficco alme
no
nella metà della cortina, come moſtrano le linee O P, O Q
&
O D, della decima ſeguente figura. Ma però nella parte di
fuori
alle cannoniere, vorrei vno ſcaglione in dentro pie 5.

di
lunghezza, &
larghezza dalla ponta dell’angolo che ſi
farà
, ſia di pie 3, in quattro, tornando nel corpo della can-
7237SECONDO. noniera come meglio nell’vltimo della decima ſeguente fi-
gura
ſi dichiarerà.
Et coſi hauercmo di fianco del Belouar-
do
pie 50;
cioè pie 3, che è la luntananza della prima can-
noniera
dell’angolo del fianco;
pie 9, che è larga la prima
cannoniera
, di fuora uia;
pie 30, largo il merlone, che è tra
l’una
cannoniera, &
l’altra; pie 8, per la larghezza della ſe-
conda
cannoniera;
che ſono in tutto pie 50, ſopradetti, che
fan
no paſſi 10, per il fianco.
Et coſi reſtarà pasſi 12, per la
ſpalla
, hauendo diſopra poſto pasſi 22, fra il fianco,
&
ſpalla del Belouardo; come tutte
queſte
coſe ſi
vederanno
nella preſente decima figura,
&
ancora nell’antece-
dente
.
7338DECIMA FIGVRA. 52[Figure 52]In questa figura ſi mostra la fabriea compita
A
. Significa ſaglita del terraglio, ouero terrapieno.
B
. Terraglio ouero terrapieno.
C
. Parapetto della cortina.
D
. Scarpa.
H
. Foſetta nel mezo della foſſa grande.
R
. Strada coperta.
S
. Parapetto della ſtrada coperta.
T
. Spalto.
V
. Pian dello ſpalto.
I
. Intrata delle piazze da baſſo.
74
[Empty page]
7539SECONDO.
Et volendo fare i ſcaglioni delle cannoniere, dalla parte
di
fuori, verſo il fianco, ſi miſurarà pie cinque indentro allun
go
della linea, che termina la larghezza delle cannoniere
verſo
eſſo fianco, ouero cortina;
& dal punto ſegnato, ſi farà
caſcare
vna linea equidiſtante al fianco, da tre pie, all’una &

l’altra
cãnoniera, dapoi dal punto ſegnato alla eſtremità del
la
cannoniera, difuorauia verſo il fianco, ſitirarà vna linea;
& coſi ſarà formato i ſcaglioni delle cannoniere: come per
i
noſtri diſſegni ſi vede.
Queſta figura poſta qui inanzi, laquale moſtra il compi-
mento
d’una parte della fabrica;
ſiè poſta per potere moſtra-
re
con linee, gli effetti che dalle ſue cannoniere poſſono
fare
le artegliarie;
& che da qui ſi vegga come eſſe canno-
niere
con tutte le coſe, à quelle neceſſarie, con ragione diſ-
ſegnar
ſi debbano.
Hor volendo fare le ſopradette cannoniere della piazza
da
baſſo, &
ancora le ſue larghezze dalla parte di fuora &
quella
di dentro con ragione, accioche le ſue artegliarie poſ
ſino
far i ſuoi effetti ben proportionati ſecondo il ſuo doue-
re
;
poneremo che la groſſezza del fianco ſia all’altezza di
pie
quindeci (che tanto ſi ſuppone alte le prime cannoniere
dalla
parte di fuori dal pian del foſſo) &
à queſta altezza, il
fianco
ſi farà perdere tre piedi di groſſezza, dando d’ogni cin
que
pie vno di ſcarpa, come diſopra ſi è detto;
& eſſendo ſup
poſto
groſſo il fianco nel fon damento pie 35, ſenza la ban-
chetta
, ouero relaſciato del fondamento, reſtaci eſſo fianco
di
groſſezza alle prime cannoniere pie 34, &
la diſtanza dal-
le
prime cannoniere d’un Belouardo, alle prime cannoniere
dell’altro
, è pasſi 151, pie vno, perche diſopra ſiè ſuppoſto
paſſi
150, tra l’vn Belouardo all’altro;
intendendo però la di
ſtanza
dal fondamento dell’uno, al fondamento dell’altro,
non
computando la banchetta, ouero relaſciato del fonda-
mento
.
fatte le ſopradette conſiderationi ſi ſupponerà diſſe-
gnare
il punto c, lontano dalla linea che forma la cortina
76CAPITOLO da tre pie, tanto che le artegliarie della prima cannoniera
poſſano
ſcoppare eſſa cortina, eſſendogli fatto le ſcalate da
nemici
;
& queſto punto c, ſia per ſuppoſto ſegnato indentro
paſſi
5, pie 4, che non gli manchi à compire la groſſezza del
fianco
altro che pie 3, come ſi ſuppone in dentro la ſtrettez-
za
della cannoniera, che queſto ſivede nella ſottoſcritta fi-
gura
.
& dal punto c, alla linea A B, tiraremo vna linea equi-
diſtante
, che ſarà la linea C D;
& ancora dal medeſimo punto
c
, ſi tirarà vn’altra linea equidiſtante alla linea A P, che ſup-
poneremo
la larghezza del fianco con la ſpalla del Belouar-
do
, che ſarà la linea Q R, &
queſte linee ſi tiraranno per
la
quarta operatione;
come ſi puo comprendere nel no-
ſtro
diſſegno;
& dal punto D, ſi tirerà vna perpendicolare in-
finita
;
laqual à tagliare la fronte del Belouardo in punto
1
, &
queſto ſi farà per la ſeconda operatione; & linea D L, ſi
allungherà
fin in punto F, per la larghezza della foſſa, doue
le
artegliarie della prima cannoniera haueranno da ſcoppa-
re
la contraſcarpa, et la larghezza d’eſſa foſſa non vorrebbe
eſſer
meno del fianco con la ſpalla del Belouardo.
Et per ve
dere
la larghezza di fuorauia della prima cannoniera, dire-
mo
ſe la linea C D, che è pasſi 182, pie 2, me da la linea D F, che
è
pasſi 47;
che me darà la linea Q A, che è pasſi 5, è pie 4,
multiplicando
pasſi 47, con pasſi 5, pie 4, faranno pasſi 272,
pie
3;
& pasſi 272, pie 3, partiremo per pasſi 182, pie 2, ne ve-
nirà
piedi 7, è mezo, per la larghezza difuorauia della prima
cãnoniera
, et à piedi 7, è mezo, ſe gli aggiongerà vn pie;
me-
zo
per parte d’eſſa larghezza, per la groſſezza della gioia del
l’artegliaria
;
che farà pie 8, e mezo, & tãto ſarà larga la prima
cannoniera
dalla parte di fuori.
Et per voler la larghezza
della
ſeconda cannoniera, prima ſi torra la larghezza del
merlone
, con mezzopiede di più per la groſſezza della gio-
ia
dell’artegliaria;
& ſupponiamo che ſia pasſi 6, & torremo
della
linea A P, cominciando dalla linea C D, pasſi 6, fin in
punto
N, et dal punto N, tiraremo vna linea equidiſtante al-
7740SECONDO. la linea C D, che ſarà la linea N O, poi diremo ſe pasſi 75, e pie
3
, che è la metà della cortina A I, me da la linea A N, men piè
3
, che ſono pasſi 6;
che me darà la linea N O, che è pasſi 5, pie
4
;
ſi multiplicarà pasſi 5, pie 4, con pasſi 6, farà pasſi 34, pie 4,
&
tanto ſi partirà per pasſi 75, pie 3, iquali pasſi 34, pie 4, non
ſi
puono partire per pasſi 75, pie 3;
coſi pasſi 34, pie 4, gli fa-
remo
in piedi;
multiplicando pasſi 34, pie 4, per pie 5, farà
pie
144, &
pie 144, ſi partiranno per pasſi 75, pie 3, ne venirà
quaſi
pie doi, &
tanto ſi farà la linea O G, & dal punto G, tira-
remo
vna linea equidiſtante alla linea C D, che ſarà la linea
G H, infinita;
& dal punto K, angolo del Belouardo, faremo
caſcare
vna linea perpendicolare, ſopra la linea G H, &
caſca
in punto H;
di poi allungaremo la linea H K, fin’in punto
M, per la metà della foſſa, che ſarà quel tanto che vogliamo
che
le artegliarie della ſeconda cannoniera, poſſano ſcop-
pare
vna foſſetta, che hauemo ſuppoſto nel mezzo della
foſla
granda, trouandoſi però l’acqua nella foſſa.
Et ſe
per
caſo nella foſſa non gli fuſſe acqua, baſtarebbe che
le
artegliarie della ſeconda cannoniera ſcoppaſſero l’an-
golo
del Belouardo con tutto dall’indentro per fin che
batteſſero
di ficco almeno nella metà della cortina, che
è
tra l’un Belouardo all’altro, come s’è detto;
Ma tor-
niamo
al diſopra laſciato ragionamento, &
diremo; ſe
la
linea G H, che è pasſi 203, pie 3, me da la linea K M,
che
è pasſi 31, che me darà la linea M O, che è pasſi 5,
pie
4;
ſi multiplicarà pasſi 31, con pasſi 5, pie 4, faranno
paſſi
198, pie 2, &
paſſi 198, pie 2, ſi partiranno per pasſi 203,
pie
3, ne venirà quaſi pie 4, è mezo, poi aggiongeremo pie 2,
è
mezo, che haueuamo diſopra, faranno pie 7, &
à pie 7, gli
aggiongeremo
mezo pie, per l’altra parte della larghezza di
fuorauia
della cannoniera, per la groſſezza della gioia del-
l’artegliaria
;
come ancora nella prima cannoniera ſi e fatto;
che ſumati inſieme faranno quaſi pie 7, e mezo, & tanto ſarà
la
larghezza di fuorauia della ſeconda cannoniera, che ſarà
78CAPITOLO N S. Hauuto le larghezze di fuorauia delle cannoniere; ap-
preſſo
moſtraremo il modo di hauere le larghezze di den-
tro
;
& ancora quella de i due punti C, & G; per far que-
ſto
ſi ponerà la riga, all’eſtremità delle larghezze di fuorauia
delle
cannoniere, &
à i due punti C, & G, allungando dalla
parte
di dentro le linee infinite;
oltra di queſto dalla parte di
dentro
, all’eſtremità della groſſezza del fianco, ſi miſurerà
da
cinque pie, &
al punto C, & G, faremo da pie tre, laſcian-
do
però nel mezo le linee allungate, &
il punto C, & G; come
ſi
vede in figura.
Fatto che s’hauerà le larghezze di fuora-
uia
, &
quella di dentro con quella de i due punti C, & G, del-
le
cannoniere, ſi farà la lunghezze et larghezza delle piazze
da
baſſo, in q̃ſto modo;
all’eſtremità delle larghezze delle
noniere
dalla parte di dentro ſi miſurarà dall’una, &
dall’al-
tra
parte delle due cannoniere pie cinque, &
ai pie cinque
ſegnati
ſi tiraranno le linee equidiſtanti, à quelle che ſono
allungate
dalla parte di dentro, che terminano le larghezze
delle
cannoniere di dentrouia.
Quelle due linee tirate
equidiſtante
alle linee della prima cannoniera, l’vna ſerue
per
vn termine del pilaſtrone, l’altra per il termine dell’ala
del
Belouardo:
& le due linee che ſi tirano da i due punti
ſegnati
alla ſeconda cannoniera, equidiſtante alle ſue linee
allungate
;
l’vna è equidiſtante alla fronte del Belouardo,
&
l’altra termina l’altra parte del pilaſtrone: fatto queſto ti-
raremo
vna linea equidiſtante al fianco, per la lunghezza
della
piazza da baſſo;
à queſto modo ſopraſcritto ſi forma le
prime
piazze del Belouardo, con altre coſe neceſſarie, co-
me
diſopra s’è detto, nella figura ſettima, &
ottaua.
Et ancora, in queſta vndecima figura
ſi
puo conoſcere.
7941SECONDO.
[Empty page]
8042 53[Figure 53]VNDECIM@IGVRA.
Figura per far le Cannoniere della prima piazza con ragione, acciò l A@
tiglierie
ch’in eſſe ſtanno, poſſino far li loro effettineceſſari.
81CAPITOLO
Diſſegnato che s’hauerà le larghezze delle cannoniere,
&
altre coſe neceſſarie ſopra à eſſa prima piazza; ſi venirà
fabricando
ſino alla ſeconda piazza, laſciando al muro dalla
parte
di fuori d’ogni pie 5, uno di ſcarpa, come diſopra ſi è
detto
;
& dalla parte di dentro ſi faccia equidiſtante alla par
te
di fuori;
medeſimamente, il capo de gli ſperoni, che ſi at-
taccano
à eſſo muro, ſiano ancor eſſi equidiſtanti alla parte
di
fuori, &
l’altro capo d’eſſi ſperoni, dalla parte di dentro,
ſieno
fatti perpendicolari, ouero à piombo.
Auertendo an-
cora
, che fabricando la contraſcarpa, con la ſua ſtrada coper
ta
, ſi fabrichi il più che ſi poſſa baſſa, acciò che i nemici, non
ſe
ne ſeruano, per parapetto;
ancora eſſa contraſcarpa vor-
rebbe
che fuſſe fabricata con li ſuoi ſperoni fin alla ſtrada
coperta
.
Il merlone, che ſi forma trà l’una cannoniera, &
l’altra
, cominciando nella piazza da baſſo, ſi fa tutto di muro
maſiccio
, ouero con ſuoi ſperoni, &
tra l’un ſperone, & l’al-
tro
, nel capo, dalla parte di dentro, ſe gli farà un muro di
groſſezza
, da tre, in cin que pie, doue ſi venirà empiendo tra
l’un
ſperone, &
l’altro de buonisſimo terreno, calcandolo
benisſimo
, &
eſſo merlone non vorrebbe eſſer ſe non tant’al
to
, che le artegliarie della piazza d’alto, non ſiano impedite
da
quello;
perche eſſe artegliarie, vorrebbono almeno dar
di
ficco alla mettà della foſſa.
Tutti i ſperoni con li pila-
ſtroni
, che ſono diſſegnati ſopra le prime piazze, ſi fanno
alti
da 12, in 15, piedi, doue ſi formano poi ſopra i volti,
pe
r fare le ſeconde piazze.
Le groſſezze de’muri che ſi fan
no
, &
che ſi ſono diſſegnati intorno alle piazze da baſſo,
vanno
alti come li ſperoni, per buttargli anco ſopra à eſſi i
volti
.
queſti muri guardano, & ſoſtentano ancora, che il ter
reno
non caſchi in eſſa piazza.
Oue ancora ſi formaranno i
muri
delle ſtrade, che vanno nelle piazze da baſſo, &
quelli
che
vanno fra l’una piazza all’altra di groſſezza da quattro
in
cinque piedi;
& ancora ſi formaranno le cortine, con i
ſuoi
ſperoni, &
altre coſe neceſſarie al diſſegnare de Belo-
8243SECONDO. uardi; con le ſue debite miſure appertinenti ad eſſi: ma però
per
più ſodisfattione de tutti, in queſto diſſegno, hauemo
fatto
li ſperoni più ſtretti, verſo la fortezza, &
più groſſi do-
ue
ſono taccati al muro;
come più chiaro ſi vede nella me-
di queſto Belouardo, cioè nell’vndecima figura nella par
te
ſegnata B.
Fatte che ſi haueran le ſopradette coſe, ſi darà
ordinc
di buttartutti gli archi, per fare i volti, cioè da vn
ſperone
all’altro, nella fronte, &
ſpalla del Belouardo, &
ancora
nella cortina;
& ſi buttaran anco quelli delle ſtrade
che
vãno in eſſe piazze, &
quello che va da vna piazza all’al
tra
;
doue ſe gli farà poi ſopra ben piano per dar poi princi-
pio
di fargli ſopra il parapetto;
come tutto que-
ſto
nella duo decima figura,
nella
parte
ſegnata
A, ſi vede.
8344CAPITOLO. SECONDO. 54[Figure 54]DVODECI@FIGVRA
84CAPITOLO
[Empty page]
8545SECONDO.
Et volendo fare il parapetto del Belouardo, ſi ſupponerà
di
farlo alto dal cordone in , pie otto, in noue;
& quello
della
cortina, di farlo alto pie ſei, in ſette;
Et queſti parapetti
alcuni
gli vorrebbeno indentro del cordone in da due, in
tre
pie, acciò eſſendo battuto eſſo parapetto la fabrica rema-
nerebbe
ſopra il cordone, &
non farebbe coſi ſcala allo ne-
mico
;
& queſti parapetti ſi fanno più alti in vna parte che
l’altra
;
perche quello del Belouardo, vorrebbe eſſer più alto
di
quello della cortina, accioche i Belouardi ſi poſſano ben
ſcoppare
diſoprauia l’uno per l’altro, &
parimente ſcoppare
il
parapetto della cortina, con tutto il terrapieno;
il qual
parapetto
del Belouardo, &
della cortina, non vorrebbe eſ-
ſer
di groſſezza, meno di 20, in 24, piedi.
Per far adunque
eſſo
parapetto dal cordone in , faremo due muri, groſſi da
due
in tre pie, ſi che l’uno non ecceda l’altro di groſſezza;
diſtante ſimilmente l’uno, dall’altro, la groſſezza del para-
petto
;
& il muro della parte del foſſo vuole eſſer fatto à ſcar
pa
, dandoli d’ogni pie otto vno di ſcarpa, ma però che la
parte
di dentro di eſſo muro, venga equidiſtante alla parte
di
fuori;
& il muro altreſi di dentro, ſia fatto à piombo d’vna
parte
, &
l’altra; & fra queſti due muri, vi ſi empia di buoniſ-
ſimo
terreno, ben calcato, &
battuto; & nel mezzo di queſti
due
muri, d’ogni dieci, in do deci piedi, gli vorebbe vn muro
maſiccio
, groſſo da due in tre pie, che incatenaſſe l’vno, &

l’altro
muro.
Et la ſuperficie diſoprauia del parapetto, coſi
della
cortina, come del Belouardo, vorrebbe pendere verlo
il
foſſo, in modo, che ſtando al parapetto, ſi poteſſe vedere
più
della metà della contraſcarpa:
& queſta ſuperficie ſopra-
detta
, ſi farà di laſtri di buonisſima pietra, &
ben liſcie diſo-
prauia
potendolo fare;
ouero farla d’altra materia più ſoda
che
ſia poſſibile:
ſi perche quando i nemici voleſſero ſopra ſa-
lire
, non ſi poteſſero afferare con le mani;
come anco perche
piouendo
l’acqua andarebbe dalla parte del foſſo.
Et come
tutto
queſto meglio ſi vede nella metà della decima terza
figura
, nella parte ſegnata A.
8646CAPITOLO SECONDO. 55[Figure 55]DECIMAT@A FIGVRA.
87CAPITOLO
Adalcun luogo del parapetto del Belouardo, & ſimilmen
te
della cortina, vi vorrebbe la banchetta con i ſuoi ſcalini,
&
ad alcun luogo . Nei luoghi doue il terreno difuora-
uia
è alto, gli vorrebbe la banchetta con gli ſuoi ſcalini.
Et
doue
è il terreno baſſo, non gli vorrebbe ne banchetta, ne
ſcalini
;
ma ſolo tanto, che i ſoldati di dentro del parapetto
fuſſero
coperti.
Et la banchetta del Belouardo non vorreb-
be
eſſer di larghezza meno di tre in quattro piè.
Et l’altez-
za
del parapetto del Belouardo, &
della cortina, non uor-
rebbe
paſſar di pie quattro, in quattro e mezo dalla banchet
ta
in .
Gli ſcalini della banchetta del Belouardo, non
vorrebbero
eſſer meno larghi di due, in due piè, e mezzo.
Il terraglio ouero terrapieno, non vorrebbe eſſer meno di
larghezza
verſo la fortezza cominciando dal parapetto, di
paſſi
dieci.
La ſcarpa che ſaglie ſopra il terraglio, non vor-
rebbe
eſſer meno di paſſi cinque, &
queſta vorrebbe eſſer li-
bera
, &
ſenz’alcun impedimento; accioche i ſoldati da ogni
parte
poteſſero ſalire;
le caſe della fortezza, non douereb-
bono
eſſere fatte appreſſo la ſcarpa del terraglio più di 7, in
8
, paſsi, accioche per cagion delle batterie, &
per le mine,
ſi
poteſſero fare delle retirate.
Et ancora alla ſtrada coper-
ta
, ſe gli la ſua ſcarpa, come ſi al terraglio da potere ſa-
lire
ſopra lo ſpalto;
ma però meglio mi piaceria che ſe gli
faceſſe
vno ouer doi ſcalini, con vna banchetta ben piana,
larga
un pie è mezo, vel circa, con il ſuo parapetto perpen-
dicolare
, ouero à piombo, tanto alto che quando li fuſſe po-
ſto
i ſoldati ſi ſcopriſſero ſolamente dal petto in , ouero
quel
tato che ad eſsi ſoldati fuſse cõmodo per apoſtar le ſue
arme
, per difenderſi dalle furie de nemici.
La ſtrada coper-
ta
ſi fa larga da 5, in 8, piedi, &
ſia tanto baſſa dallo ſpalto,
che
ſi poſſa andare ſenza eſſere veduto di fuorauia, cioè baſ-
ſa
cinque, in ſei piedi;
Auuertendo ancora che il cordone
della
cortina, &
quel del Belouardo, non vorrebbe paſſare
l’altezza
della contraſcarpa;
ma meglio ſtarebbe vn poco
8847SECONDO. meno baſſo dell’altezza d’eſſa contraſcarpa, che di più. Et
oltre
di queſto ſtaria bene, che la foſſa fuſſe più fondata di
quello
che è l’altezza del terreno, doue ſono fabricate le ca-
ſe
di dentrouia della fortezza;
accioche le ſcoladure della
fortezza
poteſſero bene ſcolare nella foſſa, perche darebbe
migliore
aere à gli habitanti della fortezza, &
ſtarebbe an-
cora
più ineſpugnabile, eſſendo la foſſa ben fondata.
An-
cora
ſi conuenirebbe che i ſoldati ſtando al parapetto della
cortina
, &
à quello del Belouardo, tanto diſcopriſſero la
contraſcarpa
, &
lo ſpalto, che ancora diſcopriſſero due terzi
di
miglio della campagna;
accioche in tal luogo non po-
teſſe
ſtare alcuno, che non fuſſe veduto dal parapetto
del
Belouardo, &
da quello della cor-
tina
;
come ſi vede qui,
per
la
decima
quarta figura.
8948CAPITOLO SECONDO. 56[Figure 56]DECIMAQ@RTA FIGVRA.
90CAPITOLO
Il medeſimo ordine, & le medeſime miſure ſi tenerebbe-
no
nel fortificar di terra;
eccetto che al fortificar di terra,
le
piazze ſi tenerebbeno al tutto diſcoperte;
cominciando
à
fabricare nel piano diſoprauia del fondamento;
il qual
piano
però, come diſopra s’è detto, habbia del pendente ver
ſo
il ſuo centro;
laſciando due ouero tre piè di relaſciato,
ouero
banchetta del fondamento, diſopra gia nominata.
Et quanto più ſi può fortificar di buoniſſimo terreno, & fra-
ſche
, ſecondo la commodità del ſito doue ſi fortifica;
lequa-
li
fraſche ſieno delle più dritte, che ſi poſſino hauere;
& non
ſieno
più groſſe del dito groſſo.
Nel fabricare poi ſi mette-
vn ſuolo di fraſche, con le cime l’una in l’altra nel mezzo
della
fabrica, &
vna appreſſo l’altra, ben chiuſe inſieme.
Oltre
di ciò, vi metteremo vn ſuolo di buonisſimo terreno,
alto
mezo piè, calcandolo molto bene.
Et con queſto ordi-
ne
s’anderà fabricando, come diſopra del muro s’è detto.
Et
ſe
per caſo ſi uoleſſe fargli vna camiſcia di muro, ſe gli farà i
ſuoi
ſperoni come diſopra nel fabricare di muro s’è detto.

Oltra
il modo di fabricare di muro, &
di terra, mi pare anco-
ra
di non mancare di dire, con breuità delle piatte forme, &

di
cauallieri;
Le piatte forme, ſi fanno nel mezzo delle cor
tine
, &
ſi fanno con la ſcarpa nella foſſa, & con la medeſima
materia
che ſi fanno i Belouardi.
I cauallieri ſi fanno di rer-
ra
nel mezzo delle cortine ſopra il terrapieno, diſtanti dal
parapetto
da dieci, in dodeci piedi;
& ancora ſi fanno alla
gola
del Belouardo, &
ſi fanno à modo di Quadrangolo,
ouero
quadro;
& ſifanno tant’alti, che con le artegliarie
poſſano
ſcoppare le fronti, &
diſoprauia di Belouardi; &
ancora
che poſſano battere alla campagna;
& di piùil para-
petto
d’eſſo caualliero ſia groſſo da 30, in 40, piedi;
la ſua
lunghezza
poi ſia 160, in 170, la larghezza 150, in 160,
piè
cou la ſua ſcarpa;
& ſia tanto ben accommodato, che vi
ſi
poſſano accommodare ſopra di cannoni groſſi.
La ſua
ſcarpa
vuol eſſere la metà della ſua altezza.
Dell’vtilità, &
9149SECONDO. effetto delle piatte forme, & de cauallieri è ſtato detto da
tanti
ſcrittori, che à me pare à douerne più dire, di ſouer-
chio
.
Ma per più ſodisfattione de lettori, s’ha poſto fra due
Belouardi
vna piatta forma;
& s’ha diſſegnato nella gola de
due
Belouardi due Cauallieri;
come ſi uede in la decima
quinta
figura.
Et ancora ſi è poſto vn caualliero nel mezo
d’una
cortina come ſi vede nella figura decima quarta.
Nel
ſequente
primo Belouardo all’orecchione, ſono le canno-
nieri
della prima piazza coperte da due volti, che poggiano
ſopra
, con una parte à un pilaſtrone fatto dalla parte di fuo-
ri
, fra l’vna cannoniera, &
l’altra, à modo di triangolo; che
la
ſua baſe è la parte che è fra le due cannoniere, &
queſto
pilaſtrone
è alto dal pian del foſſo, fin’alla ſummità delle
prime
cannoniere;
& è di lunghezza tanto come tiene l’o-
recchione
, &
ſopra d’eſſo ſi appoggiano vna parte di due vol
ti
è la parte d’un volto ſopra l’orecchione, &
la parte de l’al-
tro
volto ſopra la cortina, &
ſopra di queſti volti ſi fa ben
piano
, con al quanto pendente verſo la foſſa, &
queſto pen-
dente
vorrebbe eſſere vno con quello del merlone di ſopra-
uia
, acciò ſi poteſſe, ſtando nella piazza d’alto, vedere più
della
metà della foſſa:
ancora ſopra di queſto volto per vn’
accidente
, potrebbeno ſtare de ſoldati con buoni archibug-
gioni
à diffendere eſſa foſſa;
perche queſti volti vengono à
eſſere
coperti dall’orecchione;
ancora queſti uolti impedi-
ſcono
le palle de nemici, tirate dalle ſue artegliarie,
ſtando
ſopra lo ſpalto di fuorauia,
che
le prime cannoniere
non
poſſo-
no
eſſere imboccate.
9250CAPITOLO SECONDO. 57[Figure 57]DECIMAQV@A FIGVRA.
93CAPITOLO
Appreſſo ſe dirà dell’intrata, ouero porta che ſi fa per
entrare
nella fortezza;
perche eſſa ſi fa nel mezo della cor-
tina
, ouero apreſſo à vn fianco del Belouardo, con il ſuo pon
te
di legname;
perche al tempo de gli aſſedij ſi poſſa disfare,
ouero
abbrugiare, &
la ſua porta ſia tanto baſſa, che non ſia
diſcoperta
ſtando ſopra lo ſpalto di fuorauia.
Et ancora al-
l’intrata
d’eſſa porta gli vorrebbe vn luogo che foſſe ſaluo
per
molti reſpetti, &
ſpecialmente per potergli tenere le ar-
me
de ſoldati ſicure.
Nel fondamento poi del Merlone,
ouero
apreſſo al fianco del Belouardo ſe gli fa una ſortità
la
quale ſerue, perche i ſoldati al tempo delle batterie poſ-
ſiano
vſcir fuori.
Et accioche eſsi posſino diffendere eſſa
foſſa
, &
leuare le rouine dalle batterie; perche queſte impe-
direbbeno
le cannoniere;
& ancora farebbero la ſalita faci-
le
al nemico.
Molti vorrebbono le cortine piegate inden-
tro
verſo la fortezza, piatta forma indentro, ò fuori;
oue-
ramente
un caualiero nel piegamento d’eſſa cortina.
Que-
ſti
tali ſi diffendono, con dire, che’l nemico viene eſſer più
offeſo
, &
fa batteria piu obliqua: la quale batteria non of-
fende
coſi la fortezza, come farebbe à battere rettamente.
Dico che’l modo ſudetto, non ſi potrà fare i ſuoi Belouardi
con
le ſue ampie piazze, &
groſſe ſpalle, per potere ſtare alle
percoſſe
delle arteglierie;
& ancora ſarà difficile da fare del
le
retirate.
Et per queſto non vorrebbe le cortine torte, ſel
ſito
non lo concedeſſe, ma dirette da l’vno Belouardo, all’al-
tro
;
& la lunghezza della cortina, non la vorrei più lunga,
non
tanto chei cannoni groſsi della prima piazza ſcopaſſe-
ro
le fronte de Belouardi, come ancora i pezzi piccoli.
Altri
potrebbono
dire, eſſendo corta la cortina, i cannoni grosſi
offenderebbono
i Belouardi della fortezza;
io dico che al-
la
prima piazza ne gli aſſalti de’nemici, non ſi deue opera-
re
cannoni groſsi con palla, per diffendere la fortezza, ſe
con
empire i cannoni di ſcaglie di ferro, ò di altro mettallo,
ouero
di pietre, oueramente di cattene;
perche queſto farà
9451SECONDO. vn mirabilisſimo effetto ne gli aſſalti, & nelle ſcalate che
fanno
gli nemici.
La palla de’cannoni grosſi ſarebbe buo-
na
, quando la foſſa foſſe piena di monticelli di pietre, &
che
nel
battere che faceſſe eſſa palla, nei monticelli, le pietre
ſpernandoſi
farebbono grandisſima mortalità à quelli che
deſſero
lo aſſalto.
& ancora eſſa palla ſarebbe buona da rom
pere
le trinciere, ò macchine che ſi faceſſero nella foſſa da
gli
nemici.
Ancora eſſendo la cortina di lunghezza pro-
portionata
alli pezzi piccoli, la tempeſta d’eſsi, ſono la
mortalità
de nemici, &
il ſoſtentamento della fortezza; per-
che
quaſi in tutte le fortezze, gli nemici ſi cacciano ſotto la
cortina
, con trincere, tagliando la contraſcarpa, ouero im-
piendo
eſſa foſſa, per venire all’opera della zappa;
zappando
eſla
cortina, ò Belouardo, per farſi ſcala, di potere dare gli
aſſalti
à eſſa fortezza.
L’acqua nella foſſa, è vtile quando la fortezza è ſituata
in
luogo, doue habbia molti confinanti nemici;
perche in
queſto
modo l’acqua rende beneficio alla fortezza, accio-
che
alla ſprouiſta qualche ſcalata di notte non la poſſa aſſa-
lire
.
Gioua parimente alle fortezze picciole, doue non è
tanta
gente, che poſſano fare delle ſortite da diffendere eſ-
ſa
fortezza.
Ma alla fortezza grande, doue è da poter fare
delle
ſortite, conuerebbe la foſſa aſciutta, perche vi ſarebbe
ancora
ſpatio da fare delle retirate, &
nerenderebbe ancora
beneficio
da vſcire à diffendere eſſa foſſa;
& perche coſi ſi
potrebbe
ancora meglio leuar fuori le ruine che faceſſero i
nemici
nelle batterie, accioche ella non le faceſſe ſcala per
entrare
nella fortezza, &
trinciera ancora ad esſi nemici.
La foſſa aſciutta rende ancora beneficio, ogni volta che vo-
leſſero
i nemici empirla di faſcine, perciò che in queſto ca-
ſo
, facilmente ſi potrebbero abbruciare;
che eſſendoui l’ac-
qua
s’impedirebbe il foco;
& ſarebbe più facil coſa empirla
di
eſſe faſcine, &
nocerebbe ancora al tempo de ghiacci,
perche
aggiacciata che la foſſe, più facile ſarebbe la ſalita
95CAPITOLO della muraglia. Et eſſendo ancora la foſſa aſciutta, rende-
rebbe
beneficio, quando i ſoldati fuſſero vſciti à ſcaramuc-
ciare
, ouero à fare qualche altro negotio;
Et volendoſi per
la
gran calca, che gli faceſſe adoſſo il nemico retirarſi, &

che
foſſe neceſſario à leuare il ponte della fortezza, ſi po-
trebbeno
ſaluarſi nella foſſa.
Ancora queſta coſi aſciutta
ſarebbe
vtile, perche à queſti tempi delle guerre può occor-
rere
qualche accidente, che le beſtie del contado ſi potreb-
beno
ſaluarſi in eſſa.
DELLE CONSIDERATIONI CHE DEVE
HAVERE IL SOLDATO CHE SARA DAL
ſuo Prencipe eletto, alla difeſa
d’vna
Fortezza.
CAPITOLO TERZO.
QVe l Soldato, che ſarà dal ſuo Prencipe elet-
to
alla guardia, &
difeſa d’vna Città, ò For-
tezza
;
debbe hauere molte conſiderationi,
di
che, quanto all’eſſere ben poſta, &
edifica-
ta
, &
fortificata, ſi è detto aſſai ne capitoli
precedenti
.
Reſta à dire del guardarla, & del farle tutte
quelle
prouiſioni, che ſono neceſſarie per la ſua conſerua-
tione
, del fornirla di vittouaglie per lo popolo, &
preſidio
ſuo
, &
dell’altre coſe, delle quali fa meſtieri à prouedere
alle
fortezze, &
di che io hora non intendo di fauellare;
eſſendo coſa pur troppo nota; ſapendoſi, che ſenza le debi-
te
vittouaglie humane tutte le Città, &
Fortezze, benche
ineſpugnabili
, ſon perdute;
ne è da ſapere che le Città, &
Fortezze
(quando ſi trouano aſſediate) ſi poſſano ne vitto-
uagliare
, ne ſgrauare dalle bocche diſutili:
concioſia che
queſto
ſia difficile, &
fallace. Et ne habbiamo per eſſempio
à
tempi noſtri Fiorenza, &
Siena, le quali volendo vſare que
9652TERZO. ſto remedio molto poco ſi allegerirono; & con quanta dif-
ficoltà
, &
incredibile compaſſione hebbero una minima
parte
della loro intentione, che è più toſto miſerabile, che
neceſſario
il raccontarlo.
Et però le prouiſioni debbano
eſſere
fatte à tempo, come ſi conuiene.
Diremo adunque
delle
ſue guardie;
perche del numero de ſoldati ſimilmente
ſiè
parlato, concludendo che ſe ne debba hauere maggior
numero
, di quello che per l’ordinario ſi richiederebbe per
la
diffeſa del luogo, riſpetto al poter far ſortite;
& perche
ne
luoghi aſſediati, &
per diſaggio, & per ferro molti ne
mancano
;
opinione è che alle diffeſe delle Città, & Fortez-
ze
, per ogni miglio non biſogni niente manco di mille ſol-
dati
, &
ancor d’auantaggio ſecondo la grandezza de Belo-
uardi
, &
altri luoghi delle Fortezze.
DEL MODO DEL GVARDARE VNA
FORTEZZA
.
CAPITOLO QVARTO.
OLtre delli ſoldati, parlaremo del numero,
&
della qualità dell’artegliarie; delle quali
tanto
ve ne biſognano, quanto che per diffe-
ſa
de Belouardi, de piattiformi, &
de caua-
glieri
, &
d’altri luoghi ſarà opportuno: come
che
più particolar ragguaglio di ciò malamente ſi può dare,
eſſendo
che, ſecondo l’occaſioni s’appreſentaranno, biſo-
gna
anco mutar conſiglio, mettendouene dentro hora aſſai,
hora
poche;
per riſpetto coſi del poco contraſto, come an-
co
per diffetto della poca monitione;
& che tutti i pezzi
habbiano
i loro ſtromenti, &
ordini che ſi richiedono con
palle
, &
poluere à baſtanza. Et oltre à queſto loderei, che
vi
fuſſero di tutte ſorti ſtromenti, che ſi conoſcono eſſere
vtili
, per le diffeſe delle batterie;
Et neceſſarij ancora ſono
97CAPITOLO in eſſi luoghi ferramenti d’ogni ſorte; carboni in quantità
grande
;
con altre monitioni, per far fuochi lauorati; & che
vi
ſiano ſimilmente tutti e prouedimenti, &
materie per far
la
poluere;
& ſopra tutto molini d’ogni ſorte. Poi ſtromen-
ti
, &
ferri per guaſtatori, come zappe, badili, picconi, barel-
le
, zerle, &
altre ſi fatte coſe, per portar terra, legnami, & fa-
ſcine
;
& in ſomma tutte le materie atte à far ripari; & ſecon
do
le occorrenze à riparare alle ruine, che farà l’artegliaria.
Et ſimilmente buon numero di gabbioni vi ſia (de quali
biſogna
molto fidarſi) per la diffeſa dell’artegliaria, benche
ſiano
grandi, &
rintrezati, perche ſi è veduto per iſperienza,
che
non reggano;
ma ſolamente per ſeruirſene à coprirſe,
&
dar principio alle reparationi, & lauori, nel qual caſo eſſi
ſono
neceſſariiſſimi.
Et ſimilmente biſogna hauere tutte le
maeſtranze
, come legnaioli, magnani, muratori, tagliapie-
tre
, &
altri ſimili; & ancora hauer buona monitione d’ogni
ſorte
d’arme, per poterne dare al popolo, &
à miniſtri, quan-
do
ſe ne porga l’occaſione;
perche non è meno lode il con-
ſeruare
vna coſa, di quello che è l’acquiſtarla.
Alle rubba-
rie
, &
inganni, biſogna ancora eſſere molto cauto, & auuer-
tito
;
& masſime quando l’inimico ti fuſſe tanto appreſſo,
che
in una notte ti poteſſe venire à trouare, per farti rubba-
ria
con le ſcale;
che di queſti fatti ſe ne vede ogni giorno ſe-
guire
;
come fu quella di Alba, di Caſale, & di Torchiara, in
queſte
vltime guerre del Piemonte, &
di Parma (oltre all’eſ-
ſer
diligente nel mettere le ſentinelle, &
corpi di guardia;
perche
queſte non ſono molto à baſtanza, quando ſi ha da fa
re
co’l nemico ardito, &
che ſia di natura di tentar volon-
tieri
la fortuna, &
che habbia inclinato l’animo alle fattioni
della
notte;
lequali quando ſaranno ben condotte, atte ſo-
no
à far grandisſimi effetti.)
Io conſiglierei à tener fuora
delluogo
da otto, in dieci caualli da quella parte, che il ne-
mico
ti può venir ad aſſalire, iquali guardaſſero la ſtrada;

percioche
per queſta uia ſareſti aſſicurato, che non ti po-
9853QVARTO. trebbe ſopragiungere coſa alcuna, che non ne fuſti auiſato
in
tempo;
ſi che potreſti prouedere alla tua difeſa. Et in
quanto
alli inganni, che ſi poteſſero riceuere da ſuoi mede-
ſimi
ſoldati, il modo che ſi è tenuto da Franceſi, in Piemon-
te
, &
nella guerra di Parma, & di Siena, mi pare aſſai buono,
il
qual è;
che niuno mai ſappia qual parte della terra habbia
ad
hauer in guardia;
ne doue habbia ad eſſere in ſentinella;
& ogni ſera ſiano mutate le guardie; & per tutta la notte
ſoldati
à queſto eletti, ſiano coſi queſte, come le ſentinelle
con
continue ronde reuiſitate.
Ne mi pare che chi è capo,
&
ha cura, & guardia d’un luogo, debba concedere à ſuoi
ſoldati
la pratica, &
ragionamento de’nemici, & il dome-
ſticarſi
, come ſi è ueduto molte volte fare, &
maſſime frà la
noſtra
natione Italiana;
ma del tutto queſte coſe prohibire,
&
che ogn’uno ſtia da nemico. Ne manco ſi laſci troppo
vſare
la fre quentia di venire trombette, &
tamburri; perche
in
quel’eſſercito tall’hora ſon huomini molto aſtuti, &
pra-
tichi
, da poterti nocere aſſai;
come ſe n’è veduto l’iſperien-
za
alla guerra di Parma, nella preſa di Torchiara;
oue per
la
molta pratica d’un tamburro, che hebbe commodità di
riuedere
, &
miſurare l’altezza di quelli ripari, ſuccedete la
preſa
di quel luogo, &
la morte del Prencipe di Macedonia,
che
vi ſi trouaua Capo.
Non voglio ancora mancare di di-
re
quanto facilmente incorrono in coſe faſtidioſe, &
di mol
to
trauaglio, coloro che ſeruono i Prencipi nella profeſſio-
ne
delle arme, &
maſſime in queſto particolare delle fortez-
ze
;
& queſto auuiene perche alcune volte il Signore, ò Ge-
nerale
, ti commanda che tu ti vadi à mettere in un luogo,
che
tu conoſcerai con effetto, che è indefenſibile.
Il perche
eſſendo
difficiliſſimo ad un ſoldato di honore;
à hauere à
dar
conto dell’honorſuo, &
della perdita di una fortezza,
à
molti è caduto nell’animo di ricuſare tale impreſa;
onde
eſſi
ne ha poi perduto la gratia del ſuo Signore, &
da lui, &
dal
volgo ſono ſtati calonniati di viltà;
di modo che perlo
99CAPITOLO creder mio, mette più conto al ſoldato di honore l’accetta-
re
, &
andarſi à perdere, con far però il debito ſuo con la dili-
gentia
&
col valore, che il recuſare l’impreſa; Dee bene al
ſuo
Signore moſtrare, che quel luogo è indifenſibile;
con
tutto
che per ſeruitio ſuo, vi vuole andare à perderſi.
Et ſe
quel
Prencipe ò Generale ſarà di quella diſcrettione, che
douerebbe
eſſere, &
che non uoglia eſſere ingratisſimo ver
ſo’l
ſuo ſoldato, l’hauerà doppo il fatto ad honorare, &
ri-
compenſare
del valore, &
della fede ſua. Et perche io ho
detto
in queſto Capitolo quanto mi occorreua dire del guar
dare
, &
prouedere di una Fortezza, nel ſeguente capo darò
il
modo dello aſſalire, &
combattere una Città, ò Fortezza,
da
chi l’ha da iſpugnare.
DELL’ORDINE CHE DE TENER IL
Generale che conoſcerà di non poter iſpugnare
vna
Fortezza, & come la debbia
aſſediare
.
CAPITOLO QVINTO.
IL perche dico, che quel Generale, che hauerà
da
fare queſta impreſa, quando egli conoſcerà
certamente
, che queſta Città, ò Fortezza non
ſi
poſſa iſpugnare con la forza à modo alcuno;
& che quella ſi habbia à prendere per aſſedio,
&
con lunghezza di tempo; primieramente debbe con mol
ta
diligenza, &
buon conſiglio, & con riueder più d’vna vol-
ta
tutto il ſito, &
eleggere il particolar luogo doue ſi habbia
d’accampare
, &
mettere lo eſſercito; & ſopra tutto hauer grã
cura
di metterſi in parte doue l’aria non ſia cattiua, piglian-
do
per eſſempio di ciò Monſignor di Lotreccho nell’aſſedio
di
Napoli, che per queſta cagione non tanto non pote con-
durre
à fine quella impreſa;
ma ci perdete lo eſſercito, & la
vita
, con tanta rouina della nobiltà Frãceſe, come ogni uno
10054QVINTO. ; Si elegga ancora tale luogo che quanto più ſi può ſia
commodo
per il biſogno dell’acqua, di legne, &
delle altre
coſe
à ciò neceſſarie al viuere;
& ſtia coperto il più che ſi può
dalle
artegliarie nemiche.
Et quando il luogo, che ſi ha
d’aſſediare
ſia grande, &
fornito di molte genti, & di caual-
leria
da poter far aſſai ſortite, &
combattere; deue ſubito
dar
ordine à fortificare il ſuo Campo in quel modo, che giu-
dicarà
eſſer baſtante per ſe ſteſſo alle forze nemiche;
& fatto
queſto
, dee leuar tutte le commodità à nemici, come del-
l’acqua
, &
d’ogni altra coſa, che à loro dia ſoſtegno; & met-
terli
alla maggiore neceſſità che ſi può.
Oltre di ciò con ef-
fetto
ſi vede che il diuidere di uno eſſercito, &
indebolirlo
troppo
, all’hora che è appreſſo ad una Città poſto, è coſa
molto
pericoloſa;
ſpecialmente doue ſiano molte forze, &
ſoldati
valoroſi;
come auuenne nell’aſſedio di Firenze,
che
eſſendo da nemici ſtato fatto due capi, vno di qua d’Ar-
no
uerſo tramontana, doue erano i Tedeſchi, &
l’altro prin-
cipale
à mezzo giorno, doue era la perſona del Generale
le
forze maggiori dell’eſſercito, quella Città per liberarſi da
tanto
affanno aſſaltò di notte lo eſſercito de Thedeſchi con
tanto
valore, che ſe non fuſſe ſtato il diſordine, che ſeguì per
coloro
che aſſaltorno, lo eſſercito Tedeſco ſe ne reſtaua
disfatto
, &
quella parte della Città ſi liberaua dall’aſſedio.
Però io credo, che il piu ſicuro, & facil modo, ſia lo ſtringe-
re
la Città per lo mezo de Forti, come ſi è incominciato ad
vſare
in queſte vltime guerre della Mirandola, &
di Sienna:
riuedendo
molto bene tutte le ſtrade, &
tutti i paſſi, per iqua
li
ſi poteſſe dar ſoccorſo à quella, &
à tutti farui vn forte,
ouero
accoſtarſi tanto, che con quattro ò più di queſti tutto
quel
luogo, ſi circondaſſe.
Ne vorrei perciò che queſti tali,
per
la lor troppo piccolezza fuſſero deboli;
ouero che eſsi
non
fuſſero in modo ſitoati, che non ſi poteſſero ſoccorrere
l’uno
à l’altro;
ma della forma, & del modo, che vorebbero
eſſere
queſti Forti, ſe n’è diſſegnato qui di ſotto, in la decima
ſeſta
figura.
10155CAPITOLO QVINTO. 58[Figure 58]DECIMASESTA FIGVRA.
102CAPITOLO
Et dapoi co’l reſto dell’eſſercito, porſi in luogo, oue occor
rendo
poſſa à queſto dar ſoccorſo;
& ancora con una parte
di
eſſo, hauendo prima ben conſiderato le forze de nemici,
potrà
con quella arteglieria, che parerà à propoſto, andarſi
inſignorendo
di tutta quella prouincia, &
de luoghi atti à
poterſi
iſpugnare;
perche da qui ne ſeguirà grandisſima ſua
commodita
per le vettouaglie;
concioſia che quiui ſtando
non
ſolamente nutrerà il ſuo eſſercito, ma à gli aſſediati
leuarà
ogni ſperanza di ſoccorſo, &
al ſuo eſſercito darà
grandiſſima
riputatione;
ſi che quelli del paeſe,
ò
per amore, ò per timore non
ardiranno

di
far tumulto, ò reſiſtenza
veruna
.
10356SESTO.
L’ORDINE CHE DEVE TENERE IL
Generale, che conoſcerà di potere iſpugna-
re
una Fortezza.
CAPITOLO SESTO.
POi che s’è detto quanto importi il far elettio-
ne
di commodo, &
ſicuro ſito; in queſto ca-
pitolo
reſtami à dire, che quando il Generale
conoſcerà
di potere iſpugnare quella Città,
ò
Fortezza per forza, del modo che è conſue-
to
, &
ragioneuole di tenerſi, debbia mandar co’l Maeſtro di
campo
ſoldati pratichi con compagnia, &
guardia à baſtan-
za
che poſſano ſicuramente riconoſcere, &
uedere la cir-
conferenza
della Città, &
del ſito, & qual ſia quella parte
più
atta à poterui per uia delle Trinciere entrar ſotto, per
poterui
piantar l’artegliaria, &
ſopra tutto auuertire che il
terreno
ſia di qualità di poterlo maneggiare per far eſſe trin-
cere
, &
quei lauori, che ſono neceſſarij per coprirſi dal ne-
mico
.
Il penſar poi di poter perfettamente il giorno, ò la
notte
riueder quanto biſogna à queſta Città, ò Fortezza,
è
poſſibile;
perche il giorno inemici laſciano fare (ſe ſono
ſoldati
di qualche valore) &
la notte per la ſcurità non ſi può
bẽ
riconoſcere ne i fianchi, ne il foſſo, neveder molte parti-
colarità
, che ſono neceſſarie à chi vuol bene, &
giuſtamen-
te
ordinarſi à tale eſpugnatione;
ma queſto ſi farà bene, &
commodisſimamente
, quando che tu hauerai fatto le tue
trincere
le quali cõdurrai fin’al foſſo, doueil Generale me-
deſimo
potrà con ſua commodità vedere, &
certificarſi di tut
to
quello, che deſidera ſapere.
Del modo poi di far queſte
trincere
, come che ci ſiano varie opinioni, noi, nondimeno
à
più ſodisfattione de i lettori, ne habbiamo diſſegnate di di
uerſe
maniere le quali ci pareno più cõmode, eſicure, &
bre-
ui
;
Ma ſopra tutto ſi ricorda che in quelle debbõſifare le loro
104CAPITOLO piazze per tener i corpi delle guardie ſicuri, & in tal modo,
che
ſi poſſino dar ſoccorſo l’uno all’altro.
Et ſim lmente vi
ſiano
di quelle ſortite, ouero uie da poter vſcire
fuori
, che chiamar glivogliamo,
&
che per linoſtri
diſſegni

ſi
dimoſtraranno;
come ancora nella
decima
ſettima figura
ſivede
.
10557SESTO.
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10658CAPITOLO SESTO. 59[Figure 59]DECIMASETMA FIGVRA.
107CAPITOLO
[Empty page]
10859SESTO.
Fatto queſto eleggerei il luogo per piantare l’arteglieria
con
ſuoi gabbioni, &
altri iſtromenti à propoſito à queſto
effetto
;
vſando appreſſo quelli douuti vffici, che il Capita-
no
dell’arteglieria con ſuoi vfficiali (ſe ſaranno pratichi, &

valoroſi
) ſaperanno vſare, mettendo di boniſſimi aſſoni, oue
ro
traui ben appianati, nel piano doue ſtà le arteglierie à fa-
re
le batterie;
& che eſſo piano habbia del pendente verſo
le
cannoniere accioche reculate, ſieno più facile da ritorna
re
alle ſue cannoniere;
& ancora ſono ſicure de non ficcarſi
nel
terreno al tempo humido, &
piouoſo. Et l’opinione de
molti
ſono, che l’arteglieria non ſi debba metter più lontana
di
cento cinquanta paſsi andanti, quando il ſito però il con-
ceda
.
Della qualità dell’arteglieria hora non parleremo, ri-
ſerbandoſi
di parlarne particolarmente al luogo ſuo;
ma ſo-
lo
diremo, che ſecondo l’uſo moderno debbono eſſere can-
noni
di ſeſſanta, di tal forza, che s’habbia à dubitare, che
ſcaricandoli
dalla mattina alla ſera ſtiano fermi &
giuſti, &
quãto
più numero, &
più batterie ſi potrà fare, più metteraſ-
ſi
terrore al nemico, &
facilitaraſsi la impreſa. Et ſopra tutto
ſe
ſi potrà attrauerſare, &
incrocciare la batteria; Ma molto
più
ſe ſi haueſſe commodità d’alzarſi con un caualliero, tãto
che
ſi ſcopriſſe le cortine, ſarebbe grandisſimo vantaggio.
Auuertendo che il tirare ſia continuo, non mettendo inter-
uallo
alcuno, ſe ſarà poſsibile;
perche il dar tempo à dif-
fenſori
importa aſſai, &
non mancarſimilmente la notte di
ſcaricare
;
che à queſto ci ſono modibuonisſimi. Ancora fa-
rai
la tua trincera vicina al foſſo, &
maſsime da quella parte
doue
ſi la batteria, oue ſi piglia vna groſſa parte d’archibu-
gieria
de più pratichi, &
valoroſi ſoldati che ſono per l’eſſer
cito
;
i quali tuttauia habbiano i loro corpi della guardia
le
loro ſortite;
& iquali corpi ſi poſſano far nel modo che ve-
derai
, ſi che ſeruiranno ancora per li fianchi.
Et queſti archi-
bugieri
, habbiano archibugi groſsi di due oncie di palla, per
che
eſsi di buona maniera trauagliano i diffenſori;
et maſsi-
me
quando le muraglie cominciaranno ad andare in terra,
&
queſto che s’è detto, nella ſequente 18. figura, ſi ve de.
10960CAPITOLO SESTO. 60[Figure 60]DECIMA@AVA FIGVRA.
110CAPITOLO
Et perche il più delle volte le contraſcarpe coprono i fian
chi
, che poco poſſono eſſere dannegiati, à queſto è neceſſa-
rio
tagliarle, &
aprirle di ſorte, accioche ſi poſſino battere eſſi
fianchi
.
Il reimpire de foſsi, & coprirli, è coſa molto lunga,
&
difficile, quando i diffenſori ſiano valoroſi, & intendenti.
Se la fortificatione ſarà di terra, potraſſi entrare nel foſſo,
&
far proua di conſumarla con la zappa, come molte volte
ſi
è fatto.
Reſtaci ancora à dire delle mine, ouero di forni
per
eſſere coſe, che fanno grandisſimi effetti, come s’è uiſto
per
molte iſperienze, coſi per tempi paſſati, come ne’preſen-
ti
;
& ſe bene è auuenuto, che alcune volte elle non habbia-
no
fatte quelle operationi, che ſi aſpettauano da loro;
que-
ſto
però ſi può credere che ſia ſeguito più dall’eſſer ſtate mal
fatte
, che dalla inuentione di eſſe;
& di queſto ſe ne potreb-
bono
adurre molte cagioni.
Et fra le altre ſi è veduto, che
nell’hauer
voluto minare muraglie, ò altre coſe di terreno,
il
fuoco hauer sforzato quella parte della bocca, che con
artificio
era ſtata ſerrata, più toſto che ruinato quello edi-
ficio
come ſi aſpettaua;
& di queſto ne può eſſer facilmente
ſtata
la cagione, che à quel forno, ò caua ſia ſtata data tanta
poca
altezza, che non habbia per queſto potuto pigliare la
forza
ſua conſueta con lo andare in alto, &
aggirarſi in mo-
do
che habbia trouato la parte più debole eſſer ſuapporata,
con
puoco danno di quello edeficio;
& in confirmatione di
queſta
opinione, ſi dirà quello che per iſperienza ſi è vedu-
to
, che eſſendo ſtata meſſa, non però molta quantità di pol-
uere
, per cantine, &
in altre ſtanze, le quali non tanto ſono
ſtate
da ogni parte ſerrate, ma hanno hauuto molte vſcite,
come
di porte, &
feneſtre, nondimeno quella ha fatte gran-
disſime
ruine, &
molto più di quello che ſi ſarebbe creduto;
&
per lo creder mio tutto è ſeguito, perche il fuoco ha hauta
tanta
diſtantia, &
altezza, che ha potuto vſare la forza ſua;
la
quale è ſtata tale che niuna oppoſitione è ſtata baſtante à
reprimerlo
, &
ributarlo per quelle aperture, ma come fua
11161SETTIMO. natura ha fatto il corſo ſuo; coſi ha operato, per tanto, quan-
do
queſti forni, ò caue ſaranno fatti di quel modo che ſi con-
uiene
, dandolital forma che queſto elemento ſi poſſa met-
tere
nella forza ſua, ſenz’alcun dubbio faranno effetti me-
rauiglioſi
.
Hortorniamo al noſtro dire, leuati che ſaran-
no
i fianchi, &
ſpianata la batteria, prepararaſſi à dar l’aſſal-
to
, al quale debbaſi andare molto vnitamente;
con quelli
buoni
ordini, che un prudentisſimo Capitano ſaprà fare.
Hora diremo del modo che debbono tenere i difenſori
della
batteria, &
i remedi, che al giudicio noſtro vi ſi poſlo-
no
fare.
DEL MODO CHE DEBBONO TENERE
i difenſori delle batterie, & i remedij che
poſſono
fare.
CAPITOLO SETTIMO.
HAvendo detto intorno al prepararſi all’iſpu
gnatione
di una Città, ò Fortezza, quando
ciò
occorra;
diremo hora dell’ordine & mo-
do
, che debbano tenere gli aſſaliti per la di-
fenſion
loro;
& quello che attualmente con
lo
ingegno humano, &
co’l valore del corpo ſi debba opera-
re
.
Et per eſſere la difenſione di vna Città, ò altro luogo,
vna
delle importanti operationi, che poſſa fare un’huomo
di
guerra;
Dico che queſto tale debba eſſer molto ardito, &
pratico
, &
di eſtrema vigilantia, & ricchisſimo di partiti nel
ſaper
ne caſi repentini pigliar ſubite riſolutioni, coſinel ſa-
perſi
riparare dalle ruine che faranno le arteglierie, come
ancora
da molti accidenti che ſeguono, ſi per la poca for-
tezza
de gli animi de ſoldati, come per la uiltà del popolo;
onde ne naſce molti inconuenienti. Però biſogna, che
con
la prudentia, &
grandezza dell’animo ſuo reſiſta al timo
112CAPITOLO re, & ignorantia dello vniuerſale, hauendo in ſe tanta mae-
ſtà
, &
grauità, che le ſue parole, & commandamenti ſiano da
tutti
riueriti, &
approuati per buoni. Ma queſto non potrà
hauere
ſe non ſarà huomo d’iſperienza, &
che altre uolte,
nelle
ſue attioni habbia dato honorato cõto di ſe;
& di più,
che
ſi moſtri il primo in tutti, ſpecialm@nte ne maggiori pe-
ricoli
;
& ancora ſappia con le parole inanimare gli altri;
perche ſe in quei gran trauagli, & pericoli il capo non farà
queſto
, facilmente nell’vniuerſale potrebbe entrare qual-
che
timore, che poſcia con fatica ſi potrebbe rimouere.
Bi-
ſogna
adunque che ſia di tal natura, che ſi laſci parlare, &
che
oda
volontieri i ricordi, che gli ueniſſero datti da ſoldati,
benche
priuati;
perche molte volte ancora, da coſtoro ſi
intendono
coſe molto vtili;
& bene ſpeſſo s’è ueduto in vn
baſſo
huomo, eſſer naſcoſto ottimi auuertimenti;
non dico
già
, che ſempre ſi debba ſeguire quanto da queſti tali ricor-
dato
ne venga, ma ben valerſi di quello che to@na à bene-
ficio
, &
laſciar quello che è fuori di propoſito. Biſogna an-
cora
con d@ſtrezza farſi vbidire coſi da ſoldati, come da ter-
razani
:
perche la vbidienza è delle principali coſe che ſi cõ-
uengono
alla militia;
& come che ſenza queſta ogni attio-
ne
riuſcirebbe vana.
Ma eſſendo che la natura della molti-
tudine
delle genti è in ſe molto diuerſa, ſtimo che ſempre
che
la dolcezza, &
manſuetudine ſia à propoſito, & maſ-
ſime
ne’ſoldati, coſi come ne anco ſempre il terrore vi biſo
gni
.
Onde ſarà bene, anzi neceſſario meſcolare la ſeuerità
con
l’amore, &
cangiarſi di natura ſecondo gli accidenti, &
la
conditione della fortuna, in che l’huomo ſi ritroua.
Ne
meno
uoglio reſtare di auiſar quel capo, che ſi ritrouerà in
queſto
luogo, che debba ſopra ogni altra coſa prohibire ſot-
to
ſeuerisſime pene, che non ſia lecito ad alcuno di tener ra-
gionamenti
con altrui, ne etiandio fra loro medeſimi di cõ-
poſitione
co’l nemico;
Et debba con ogni diligentia ſpen-
gere
queſta openione, quando ella naſceſſe per l’vniuerſa-
11362SETTIMO. le; come coſe che ſogliono accadere ne luoghi combattu-
ti
, &
che ſono poſti in grandisſimo pericolo; perche quando
queſta
pigliaſſe punto di piede, ſarebbe poi difficil coſa il
prouedere
, che non s’amutinaſſero i ſoldati, &
altri coſi fat-
ti
troppo pericoloſi effetti faceſſero.
Et eſſendo queſto ri-
cordo
particolare, &
importantiſſimo per la conſeruatione
de
l’honore del Capo, ſe ne debbe hauere grandisſima cura.
Et per lo creder mio gli metterà più conto, appreſſo al ſuo
Principe
, il perderſi intieramente, con fortezza di animo,
che
arrenderſi;
ancora che con honoratisſime condittioni
ciò
faceſſe:
eſſendo che in queſto non conſiſta il pieno ſo-
disfacimento
del ſuo Signore, ſaluo che ſe coſi n’haueſſe
auiſo
da lui, in quel caſo pigli quel partito, che gli ſarà im-
poſto
.
Ne debbe hauere riguardo alla ſaluezza, & deſide-
rio
de ſoldati, percioche quando eſſo Capo faceſſe coſa
dishoneſta
, eſsi non ne portarebbono biaſmo;
ma la ſua per-
ſona
ſolamente è quella nella quale ogniuno riguarda;
&
coſi
ad eſſo ſolo tocca dar conto di ſe, &
dell’honor ſuo al
Prencipe
, &
allo vniuerſale; coſa pur troppo graue ad un
Capitano
, à vederſi l’honor ſuo poſto in dubbio, &
in diſpu-
te
.
Ma tornando alla difeſa della fortezza, dico che con
ogni
diligentia, ſi debba far il più che ſi può ogni opera di
mantenere
il foſſo, con la ſtrada fatta nella cõtraſcarpa, che
da
tutti è chiamata ſtrada coperta;
in maniera che lo inimi-
co
non ſe gli poſſa approſſimare;
che queſto importa molto
alla
ſua diſſeſa, &
à trauagliar l’inimico: accioche con faci-
lità
queſto non t’entri nel foſſo, ò ti apra la contraſcarpa per
batterti
poi le tue caſe matte, &
per minare, & zappare i tuoi
ripari
.
Ne debbe mancare nel tempo che ſi fanno le batte-
rie
, di mandare ſpeſſo nel foſſo à riconoſcerlo, &
à nettare
quelle
ruine, che fanno le arteglierie, le quali ruine impe di-
ſcono
le cannoniere.
Et quando pur finalmente la forza del
nimico
ſia tale, che per uia di trincere t’habbia tolto il foſſo,
&
finalmente leuati i fianchi, & le difeſe, ſaria neceſſario
114CAPITOLO retirarti tanto indietro, che tu potesſi far delle trincere, che
cingeſſero
le batterie;
& quando ancora ci fuſſe tempo, &
ſito
conueniente ſi potrà far noui ripari, &
difeſe, come cõ-
trafoſſe
, fiancheggiate, cauaglieri, &
altri ripari che fuſſero
neceſſari
al riparare dalle batterie, &
à gli aſſalti che fanno
gli
inimici.
Auertendo che in vno accidente tanto terribi-
le
, &
pericoloſo, & maſſime quando ſi ha le muraglie in ter-
ra
, per modo alcuno non ſi manchi di tener le genti in batta
glia
più vicine alla batteria che ſia poſſibile, con una buo-
na
teſta di armati.
Et perche molte volte auiene, che qual-
che
compagnia di gente d’arme, ò di caualleria leggieraſi
troua
in quella tal Città, ò Fortezza, queſta gente coſi ar-
mata
&
poſta à piedi, è di molta vtilità à metterla alla teſta
della
battaglia, con un corpo di archibugieri per fianco del-
la
trincera, che fiancheggino la batteria;
& ſi deono accom-
modare
i ſoldati attorno alla trincera con archi-
bugieri
, &
picche armati, come ſi
vede
in queſti,
nella
decima nona, &
vigeſima
figura
.
11563SETTIMO.
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11664CAPITOLO SETTIMO. 61[Figure 61]DECIMAN@A FIGVRA.
117CAPITOLO
[Empty page]
11865SETTIMO.
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11966CAPITOLO S@TTIMO. 62[Figure 62]VIGESIMA FIGVRA.
120CAPITOLO
[Empty page]
12167SETTIMO.
Ancora più volte s’è veduto, che à canto alle batterie
ſono
ſtate caſe, che in gran parte da eſſa batteria ſono ſtate
aperte
, &
ruinate; nondimeno, eſſendoui reſtate alcune
particelle
ſopra terra, ui haueuano dentro poſto molti ar-
chibugieri
, i quali fiancheggiando la batteria furono
la
ſalute &
la diffeſa di quel luogo; come
qui
nella uigeſima prima figura
ſi
vede.
12268CAPITOLO SETTIMO 63[Figure 63]VIGESIMA PRIMA FIGVRA.
123CAPITOLO
[Empty page]
12469SETTIMO.
Et però è neceſſario che queſto Capo ſia molto pratico,
&
che ſappia conoſcere tutti queſti partiti, & vantaggi. Oc-
corre
poi molte uolte, che le Fortezze ſono ſogette à mon-
tagne
, &
à Cauaglieri, onde ſono battute per longo la cor-
tina
, ſi che con molta difficoltà ſi difendono:
maſſime quan-
do
ſono picciole:
per non eſſerui ſpatio di poter far le tra-
uerſe
.
Ma però quando fuſſero grande, & che ſi haueſſe
ſpatio
, ſi potrebbe fare delle buone trauerſe, acciò
ſi
poteſſe reſiſtere alle batterie de’ne-
mici
:
come qui nella
Vigeſima

ſeconda
figura ſi vede.
12570CAPITOLO SETTIMO. 64[Figure 64]VIGESIMA SECONDA FIGVRA.
126CAPITOLO
Et ſe per caſo non ſi poteſſe far trauerſe ſopra il terrapie-
no
per le offeſe de’ nemici da monti, &
da Cauaglieri, il la-
ſciare
l’altezza del terrapieno al nemico, &
che troppo ti
habbi
à diſcoſtare dalla batteria, è pericoloſo;
nondimeno
poi
accommodarti con trincere, &
fiancheggiare, e bene
abbaſſarſi
più che ſi può;
perche queſto ſarà uno de’ miglio-
ri
remedi, che vſar ſi poſſa.
Non ſi manchi poi di hauer di
ogni
ſorte di fuochi lauorati, come trombe, pignate, palle,
&
altre coſe ſimili. Il gettar tribuli, & tauole piene di chio-
di
, molta difficultà al nemico:
& quando ancora man-
caſſerò
coſi fatti iſtrumenti, il metter molto legname ſecco
ſopra
la batteria, &
attaccarui il fuoco fa hauer
qualche
poco di tempo à prouedere
à
fatti ſuoi.
12771OTTAVO.
DEL MODO CHE DEVE TENERE
l’eſſercito
nel marciare, & alloggiare, & come ſi
dee
fare l’alloggiamento.
CAPITOLO OTTAVO.
HAvendo fin qui parlato della fortificatio-
ne
delle terre, della guardia, &
difeſa, &
iſpugnatione
di eſſe, con più breuità, che me
ſia
ſtato poſſibile, trattando ſolamente di
quelle
coſe, che mi ſono parute ad huomo
di
guerra più neceſſarie;
parlerò hora del marciare, & cam-
peggiare
dell’eſſercito, &
ſuoi alloggiamenti. Dico dun-
que
, che quando uno eſſercito marcia accanto all’altro eſ-
ſercito
nimico, biſogna che ſi habbia molte conſiderationi;
primieramente, quando l’uno non ſia pari di forze all’altro,
ouero
anco quando fuſſe di animo di non voler venire à bat
taglia
, per non commettere ad una ſola giornata, in mano
della
fortuna, ogni ſuo hauere &
potere; biſogna che faccia
elettione
di caminare per paeſi montuoſi, ò colline;
& che’l
ſito
gli ſia tanto vantaggioſo che con ragione il nemico non
lo
habbia ad aſſalire.
Ma quando anco queſto non ſi poſſa
ſchiffare
, è da procurar almeno di farlo con grande ſuo van-
taggio
, &
quaſi con certa ſperanza di vittoria, il che non ſa-
molto difficil coſa fare, quãdo ſappia valerſi di vantaggi,
che
li porgerà quel ſito.
Et nel marciare che farà, vorrei che
ſi
teneſſe parte della caualleria leggiera, tanto vicina al ne-
mico
, che di continuo ſi poteſſe hauere notitia, di ogni ſuo
andamento
.
Gliè vero, che quando ſi è in paeſe, che non ſi
poſſa
hauervantaggio di monti, ouero di colline, &
che ſia
neceſſario
à caminare per pianure, &
campagne, & habbia
da
preſſo il nemico, difficilmente ſi potrà fuggire di non cõ-
battere
;
il che non biaſmarei, anzi loderei, che ſi faceſſe,
quando
di gran lunga ſuperiore di caualleria ſi trouaſſe;
128CAPITOLO percioche in queſto caſo non hauerebbe da fuggire la gior-
nata
à modo alcuno;
conſiſtendo nella caualleria, quando
ella
ſi ſappia vſare, perche ella gran parte della vittoria.
Il qual modo, ſi legge hauer vſato gli antichi; come fece
Fabbio
Maſſimo quando molto tempo campeggiò con lo
eſſercito
Romano, contra il vincitor Annibale;
& à tempi
noſtri
Carlo Quinto Imperatore nella Germania contro
l’eſſercito
di Proteſtanti, i quali per riſpetto de’ſiti, col lo-
ro
eſſercito più volte alloggiauano non più lontano d’un
tiro
di artegliaria, e poco più;
il che poteua facilmente aue-
nire
per riſpetto de’ ſiti montuoſi, &
pieni di colline che iui
ſono
.
Ma queſto di rado nelle pianure; nelle quali, chi non
vole
combattere, biſogna che camini lontano almeno otto,
ò
dieci miglia, &
che penſi di fortificare ogni alloggiamen-
to
della maniera, &
modo tale, che ne la Caualleria, ne ſimil
mente
le fanterie in battaglia, ſe non con molta difficoltà,
potranno
entrare:
che queſto è aſſai per la fortificatione
campale
, &
maſſime perche debbe eſſer fatta con molta pre-
ſtezza
.
Il qual Alloggiamento, quando pur ſi voleſſe con-
tinouare
, ſi potrebbe ridurre in quella fortezza che parerà
neceſſario
.
Et nel marciare che farà l’eſſercito per campa-
gne
, &
pianure, quando venga deſtro d’hauere, ò qualche
piccola
riuiera, ò boſco con che ſi poſſa coprire vn fianco
dell’eſſercito
, ſi debba vſare ogni diligentia per hauer cotal
vantaggio
, perche ſarà di grandisſima importanza.
Auuer-
tendo
ancora, che tutti li impedimenti, &
artegliarie ſem-
pre
caminino da quella parte, che non ſia uolta verſo al ne-
mico
.
Et coſi tutti gli ſquadroni delle genti d’arme fian-
cheggino
le ordinanze, &
le Battaglie, da la parte verſo il
nemico
, nel modo che ſi conuiene;
è poi lodata conſuetu-
dine
il diuider gli eſſerciti in tre ſquadroni, cioè Vanguar-
dia
, Battaglia, &
Retroguardia; & che ogni giornata ſi ven-
ga
mutando, &
facendo che di Vanguardia Battaglia, &
di
Battaglia Retroguardia ſi faccia, &
che ciaſcuna di que-
12972OTTAVO. ſte parti habbia il numero, che loro ſi aſpettano, di Caualle-
ria
, &
di archibuggieria, à luoghi loro. Auuertendo con
molta
diligentia, che fra le ordinanze delle fanterie non ſi
meſcolino
genti inutili, &
che tutre le bagaglie ſtiano à
luogo
loro deputato ſotto la loro inſegna, di modo che tut-
ti
li ſquadroni delle cauallerie ſtiano netti di Caualli inuti-
li
, &
altri impedimenti. Intorno alle quali coſe la Caual-
leria
di Germania, vſa marauiglioſisſimo ordine, &
grandiſ-
ſima
diligentia, per il che merita molto di eſſer imitata;
è be
lisſimo
coſtume ancora, che la Caualleria leggiera ſia in
modo
compartita nel riconoſcere i paeſi, &
uigilare intorno
ad
ogni attione, che faccia lo eſſercito nemico, che di con-
tinuo
ne ſia auiſato del tutto, ſi che biſognando poſſa hauer
tempo
, &
commodità di prepararſi à combattere. Circa
l’ordine
del caminare lo eſſercito non ſi può dar particolar
regola
, perche biſogna accommodarſi à ſiti, &
à qualità de’
paeſi
, doue ſi camina.
Paſſaremo dunque à dire dello al-
loggiare
del campo, &
del ſito, & della forma, & grandezza
ſua
, della fortificatione, &
delle commodità, & ordini, che
ſi
conuerebbeno à quello.
Et prima in quanto al ſito, dico
che
eſſendo in pianura lontana da colline, è neceſſario lo
hauerui
ò fiume, ò tante ſorti di acque, che poſſano nutrire
commodamente
tutto l’eſſercito, &
la caualleria; con aui-
ſo
, che ſi poſſa da vicini boſchi (ſe ve ne ſono) hauer legna-
mi
d’ogni ſorte per li biſogni dell’eſſercito;
il che de’ſtrami
per
la Caualleria parimente ſia detto;
come coſe che l’eſſer-
cito
non ſi può portar dietro.
Et fare, che quando poi que-
ſte
coſe vi ſiano, con debita fortificatione, l’inimico non le
poſſa
leuare.
La grandezza & circonferenza dell’Allog-
giamento
non debba eſſer tanto grande, che noca al poter
in
ogni occaſione, che naſca ſoccorerſi, &
guardarſi, come ſi
conuiene
;
Ne ancora ſia di tanta picciolezza che lo eſſerci-
to
non poſſa hauer tutte le ſue commodità, &
piazze neceſ-
ſarie
per metterſi in battaglia, &
luoghi comuni, & de’ mer-
130CAPITOLO canti, che ſeguitano lo eſſercito. Et quanto alla forma ſarà
di
quel modo, che ſi vederà per lo noſtro ritratto, accommo
dandoſi
però à ſiti, ſi come ancora ſi vederanno tutti i quar-
tieri
con le loro piazze, &
ſtrade da uſcire fuori, & con lo
alloggiamento
del Generale.
Et tutte queſte coſe ſaranno
da
noi dimoſtrate chiare più che ſarà poſſibile.
Quando ſi-
milmente
occorerà di fare lo alloggiamento in ſito mõtuo-
ſo
, &
di colline, & che ſia variatamente poſto come Valli,
Dirupamenti
, Fiumi, Boſchi, &
ſtrade cauernoſe, & ſimili;
ſe ſarà huomo di guerra pratico, & intendente di alloggia-
re
eſſerciti, ſe ne valerà aſſai, &
con pochisſimo artificio
farà
fortisſimo il ſuo campo, ouerò alloggiamento.
Ma ſo-
pra
tutto debba molto guardarſi di non ſi mettere in luogo
che
ſia ſugetto à colline, ò altezza alcuna, che poteſſe vede-
re
dentro al ſuo alloggiamento, &
coſi battere le cortine de
tuoi
ripari, perche coſi occupato dallo eſſercito nemico, ſa-
rebbe
forzato il Generale à diſloggiare, &
forſe combattere
con
grandisſimo ſuo diſauantaggio, come per auenire à
Franceſco
Re di Francia, quando era accampato à Cambreſi
in
Francia, che laſciatoſi à canto vna collina al ſuo alloggia
mento
, laquale ſcopriua dentro à tutto il ſuo eſſercito, &

gli
batteua le cortine, &
venendo l’Imperatore Carlo Quin
to
co’l ſuo eſſercito, conoſciuto quel luogo, da ſuoi Capita-
ni
confortato da loro, che benche l’hora fuſſe tarda, &
lo
eſſercito
aſſai trauagliato per la mala giornata che haueua
patito
, non doueſſe perder quella occaſione, di guadagnarſi
tanto
vantaggioſo ſito.
Ma à queſta vtilisſima, & pruden-
tisſima
auuertenza, d’alcuni altri di molta autorità con-
tradetto
, ingegnandoſi di dimoſtrare à ſua Maeſtà alcune
difficoltà
apparenti, dicendo che la mattina ſeguente ſe ne
poteuano
meglio inſignorire.
Il che poinon ſeguì, perche
eſſendoſi
accorto il Re di queſto errore, ad eſſa collina man-
la notte la fanteria Italiana à pigliarla, &
fortificarla. Per
maggiore
chiarezza adunque di queſti alloggiamenti, ne
daremo
vn’eſſempio, con la ſua figura.
13173OTTAVO.
Per far gli alloggiamenti di Campagna, con le ſue debite
miſure
, ben proportionate ſecondo i ſiti;
è neceſſario à ſa-
pere
la ſuperficie de’ quartieri della Caualleria, &
della fan-
teria
, con le ſue piazze, ſtrade, &
altre coſe neceſſarie per
ſeruitio
d’eſſi alloggiamenti.
Et per eſſempio, ſupponia-
mo
di farne uno di 60000.
teſte da combattere, cioè, 2000.
huomini d’arme, 10000. Caualli leggieri, & 48000. tra ar-
chibuggieri
, picche armate, &
picche diſarmate. A ciaſcun’
huomo
d’arme, daremo ſette alloggiamenti.
Et à ciaſcun
cauallo
leggiero, gli ne daremo quattro;
& ogni alloggia-
mento
coſi de’ caualli leggieri, come de gli huomini d’arme
gli
daremo piè 50, ſuperficiali di terreno, che ſarà piè 5, di
larghezza
, &
10, di longhezza; come ſi uede in figura.
65[Figure 65]
A' ciaſcun fante con vn ſeruitore, gli daremo di terreno
64
piè ſuperficiali per ſuo alloggiamento che ſarà per lun-
ghezza
, &
larghezza piè 8, come nella preſente figura ſi
vede
.
66[Figure 66]
Et ſaputo queſto, s’accommodarà la piazza del Genera-
le
, da 40, in 50, paſſi, ſu’l quadro, nel mezzo dell’alloggia-
mento
;
dipoi ſi tirerà due ſtrade, che ſi uengano incroccian
do
ad angoli retti, nel mezzo della piazza del Generale, che
132CAPITOLO ſi addimandano ſtrade principali; che è il capo d’vna guar-
dia
verſo il nemico.
Oltre di queſto ſupponiamo di allog-
giarli
500, huomini ſegnalati, à canto all’alloggiamento del
Generale
;
& ad ogni huomo, gli daremo due alloggiamen-
ti
, che cadauno ſarà di ſuperficie di terreno, come quelli de’
Caualli
leggieri, &
huomini d’arme. Et ancora, attorno
alla
piazza del Generale, diſſegnaremo due piazze, una per
il
mercato, &
l’altra per la monitione del viuere, che ſieno
fra
tutti due di terreno, come ſono gli alloggiamenti de’gen
til’huomini
;
& a torno a queſte piazze, & huomini ſegnala-
ti
, gli diſſegnaremo vna ſtrada di paſſi cinque;
& a torno a
queſta
ſtrada diſſegnaremo i quartieri de gli huomini d’ar-
me
, &
de’ Caualli leggieri, le ſue ſtrade, & piazze nel me-
zo
.
Et a torno a i quartieri della Caualleria ſi diſſegnarà
vna
ſtrada di larghezza di paſſi dieci;
& a torno a queſta ſtra-
da
ſi diſſegnaranno i quartieri della ſanteria, con le ſue ſtra-
de
, &
piazze; & nel capo della ſtrada verſo il nemico, ſi diſſe-
gnarà
la piazza generale dell’arme, che ſia di ſuperficie, alme
no
la metà de gli alloggiamenti de’ fanti a piedi;
ben che in
vn
noſtro diſſegno non s’è diſſegnata;
perche s’è diſſegnata
la
trinciera, tanto lontana da gli alloggiamenti, che andan-
do
a torno a torno di dẽtro uia d’eſſa trinciera, ſi può far piaz
za
generale dell’arme.
Et da un canto verſo’l nemico, ſi diſ-
ſegnarà
la piazza della monitione dell’Artiglieria;
& alla
coda
, ouero ſpalla dell’Alloggiamento, ſi diſſegnarà doue
alloggiarãno
i guaſtadori, &
i beſtiami, che s’amazzano per
il
viuere del Campo, con altre coſe inutili.
Et i viuanderi
alloggiaranno
per le piazze de’ quartieri, &
allungo delle
ſtrade
.
La trinciera ſi farà da 40, in 50, paſſi, lontana da gli
Alloggiamenti
.
Et tutte queſte coſe come s’hanno a diſſe-
gnare
, con eſſempio lo dimoſtraremo.
Primieramente diſ-
ſegnaremo
la piazza del Generale, come di ſopra nel mezo
s’è
detto;
& ſupponiamo di diſſegnarla per ogni facciata ſul
quadro
paſſi 50, dapoi diſſegnaremo le due ſtrade, che s’in-
13374OTTAVO. crocino nel mezo della piazza di larghezza da 15, paſſi, poi
alloggiaremo
500.
huomini ſegnalati a torno alla metà del
la
piazza del Generale, dalla parte verſo il nemico;
in que-
ſto
modo cauaremo paſſi 15.
che ſono per la larghezza del-
le
ſtrade da 50.
reſtaranno 35. & di 35, ne torremo la metà
che
è 17.
e mezo, & 17. e mezo il moltiplicaremo in ſe, e fa-
paſſi ſuperficiali 306.
dipoi torremo la metà di 500. huo-
mini
ſegnalati per alloggiare dall’una parte, e dall’altra del-
la
ſtrada a canto ad eſſa piazza ch’è 250.
hor multiplicaremo
250
.
con 100. che è la ſuperficie di due alloggiamenti de
caualli
, faranno piedi ſuperficiali, 25000.
& 25000. partire-
mo
per 25.
pie ſuperficiali, facendo li in paſſi, perche un paſ-
ſo
è pie ſuperficiali 25.
ne veniranno paſſi 1000. & à paſsi
1000
.
aggiungendo pasſi ſuperficiali 306. che di ſopra ha-
uemo
, faranno pasſi 1306.
& di 1306. ne torremo la ſua radi
ce
quadrata, che ſarà intorno à 36.
& di 36. ne cauaremo 17.
e mezo, reſtarà 18. e mezo, & pasſi 18. e mezo, ſitorrà di mi-
ſura
allungo delle ſtrade, cominciando all’alloggiamento
del
Generale;
& nel capo di 18. e mezo, ſi tireran le linee
ad
angoli retti, &
ſi formaranno gli alloggiamenti de’ Gen-
til’huomini
, ouero perſone ſegnalate, come ſi vede in diſſe-
gno
;
& da l’altra parte della piazza del Generale ſi forma-
ranno
due piazze, l’una per la monitione del uiuere, l’altra
per
lo mercato, di tanta capacità, come ſono gli alloggia-
menti
de gentil’huomini.
Et a torno a gli alloggiamenti
de’
gentil’huomini, &
piazze, gli diſſegnaremo vna ſtrada di
larghezza
di paſsi cinque, &
a torno a queſta ſtrada diſſegna
remo
i quartieri de gli huomini d’arme, con quelli de caual
li
leggieri con le ſue ſtrade, &
piazze dell’arme in queſto
modo
;
prima vedendo quanti alloggiamenti, & piazze del-
l’arme
con le ſtrade ſaranno quelli de’caualli leggieri, &

huomini
d’arme, multiplicando alloggiamenti ſette, che ſi
per huomo d’arme, che ſono piè ſuperficiali 350.
di terre-
no
con huomini d’arme 2000.
faranno piè ſuperficiali
134CAPITOLO 700000. diterreno, i quali faremo in paſsi, & partendo per
25
, ne veniranno pasſi 28000.
ſuperficiali per gl’huomini
d’arme
, dapoi ſe gli darà la ſua piazza dell’arme, con duoi
alloggiamenti
d’huomo d’arme, che ſono piè 100.
ſuper-
ficiali
, hora multiplicando 2000.
con 100. farà 200000. &
200000
.
ſi partirà per 25, ſaranno 8000. pasſi ſuperficiali, &
8000
.
gli aggiungeremo con pasſi 28000. che di ſopra ha-
uemo
, faranno pasſi 36000.
ſuperficiali di alloggiamenti,
con
la ſua piazza dell’arme, &
tanto terreno uorran gli huo-
mini
d’arme per alloggiare.
Oltre di queſto vederemo quan
ti
alloggiamenti, con le ſue piazze dell’arme, è neceſſario à i
caualli
leggieri, multiplicando caualli leggieri 10000.
con
quattro
alloggiamenti, che ſe gli propone;
che ſono piè ſu-
perficiali
200.
di terreno, faranno 2000000. & 2000000.
gli partiremo per 25, ne venirà pasſi 80000. ſuperficiali; ap-
preſſo
a queſto gli daremo la ſua piazza delle arme, con un’
alloggiamento
per cauallo leggiero, multiplicando 50, con
10000
.
farà 500000. & 500000. ſi partirà per 25, ne veniran
no
paſsi ſuperficiali 20000, &
20000, aggiungeremo con
80000
.
faranno 100000, & pasſi ſuperficiali 100000. di ter-
reno
uorranno i caualli leggieri d’alloggiare con le ſue piaz
ze
delle arme;
hora aggiungeremo 100000. con 36000.
pasſi
ſuperficiali de gli huomini d’arme, faranno 136000.
&
136000
.
partiremo per 4, facendogli in quattro quartieri,
tra
huomini d’arme, &
caualli leggieri, ne uenirà 34000. per
quartiero
, ſenza le ſue ſtrade, che vanno a dar di petto alle
ſue
piazze dell’arme, come ſi vede nel noſtro diſſegno, &
per
far
queſte ſtrade, torremo la radice quadrata di 34000.
che
farà
poco più di 184.
& à 184. aggiungendo pasſi 10, per la
larghezza
delle ſtrade, farà 194.
& 194. tornaremo in ſuper-
ficie
, multiplicando 194.
in ſe, faranno 37636. pasſi ſuper-
ficiali
, che vorrà ciaſcun de’ quattro quartieri de’ caualli con
le
ſue piazze, &
ſtrade. Oltre di queſto per uoler vedere
quanto
ſi hauerà da miſurare allungo delle ſtrade per diſſe-
13575OTTAVO. gnare fuora i quartieri della Caualleria, ſi aggiungerà pasſi
ſuperficiali
306.
ch’è parte della piazza del Generale, paſ
ſi
1000.
ch’è la metà de gli alloggiamenti de gli huomini ſe-
gnalati
, farà 1306.
& à 1306. ſi gli aggiungeranno pasſi 360.
ſuperficiali della ſtrada, che à torno alla metà de gli allog
giamenti
de gli huomini ſegnalati farà 1666.
& à 1666. an-
cora
ſi aggiungeranno paſsi 37636.
ſuperficiali d’un quar-
tiero
di caualli, che faranno in tutto 39302.
& di 39302. ne
torremo
la ſua radice qua drata, che ſarà poco piu di 198.
&
di
198.
ne cauaremo 36, ch’è il lato del quadrato della metà
doue
alloggiano i Gentil’huomini, con la parte della piaz-
za
del Generale, reſtarà 162.
& paſsi 162. ſi miſureranno al-
lungo
delle ſtrade, cominciando alli alloggiamenti de’ gẽ-
til’huomini
, &
alle due piazze del mercato, & del viuere;
laſciando
però pasſi cinque di 162.
per la ſtrada che a tor-
no
a i ſopradetti alloggiamenti, e piazze, formando i quar-
tieri
con le ſue piazze, &
ſtrade, come ſi uede in figura. Et ſe
per
caſo ſi voleſſe vedere di queſti quattro quartieri, quan-
ti
paſsi ſuperficiali, ne occupan i Caualli leggieri, &
quan-
to
gli huomini d’arme;
ſi farà in queſto modo, ſommando
inſieme
i pasſi ſuperficiali de gli huomini d’arme, che ſono
28000
.
con quelli de’ caualli leggieri 80000. che faranno
108000
.
Dipoi ſi partirà 108000. per 4, & ne veniranno
paſsi
27000.
& paſsi 27000. ſuperficiali ſarà per ogni quar-
tiero
;
& per ſapere quanti quartieri vorranno gli huomini
d’arme
, &
caualli leggieri; ſi cauarà 27000. de 28000. reſta-
1000.
pasſi ſuperficiali per gli huomini d’arme, dipoi ca-
uarai
1000.
da 27000. & ne reſtarà 26000. & 26000. pasſi
ſuperficiali
reſtaranno per li caualli leggieri;
coſi gli huo-
mini
d’arme vorranno un quartiero, con una parte d’un’al-
tro
di pasſi ſuperficiali 1000.
i Caualli leggieri ne vorranno
due
, con una parte d’un’altro de paſsi ſuperficiali 26000.

coſi
in vn quartiero parte alloggieranno huomini d’arme di
pasſi
ſuperficiali 1000.
& parte caualli leggieri di pasſi ſu-
136CAPITOLO perficiali 1000. & parte caualli leggieri di pasſi ſuperficiali
26000
.
& ogni vno de due quartieri de caualli leggieri al-
loggieranno
caualli leggieri 3375.
& 3250. alloggieranno
in
un’altro quartiero con huomini d’arme 72, e nell’altro
quartiero
alloggieranno huomini d’arme 1928;
& a torno
alli
quartieri della caualleria, ſi farà vna ſtrada larga paſsi
10
, &
appreſſo a queſta ſtrada ſi accommodarà i quartieri
della
fanteria, in queſto modo multiplicando fanti 48000.
con 64, piè ſuperficiali di terreno, che ſi à ciaſcun fante,
faranno
piè ſuperficiali 3072000.
dipoi moltiplicaremo
piè
32.
ſuperficiali di terreno, che ſi danno a ciaſcun fante
per
la piazza dell’arme fanti 48000.
farãno piè 1536000.
ſuperficiali
, &
1536000. ſi aggiungeranno con 3072000.
&
faranno 4608000. & 4608000. partendo per 25, faran-
no
184320.
pasſi ſuperficiali. Oltre di queſto a 184320.
aggiungeremo
la ſuperficie della piazza della monitione
dell’artiglieria
, che poniamo di farla ſul quadro paſſa 50,
talmente
che ſia sbrigata de gli alloggiamenti, per riſpetto
del
fuoco;
coſi moltiplicando 50, in ſe, farà 2500. pasſi ſu-
perficiali
, che aggiunti con 184320.
faranno 186820. li par
tiremo
per 4, &
ne veniranno 46705. & 46705. ſono per gli
alloggiamẽti
, &
piazza dell’arme di ciaſcun de’ quatro quar
tieri
di fanteria, con la piazza della monitione dell’artiglie-
ria
.
Et volendo fare le ſue ſtrade, torremo la radice qua-
drata
de 46705.
ch’è quaſi 216. & à 216. aggiungeremo paſ
ſi
10, per la larghezza delle ſtrade, &
faranno 226. & 226.
moltiplicando
in ſe, farà 51076.
per un quartiero di fante-
ria
, con le ſue piazze &
ſtrade. Et per uoler ſapere, quanto
ſi
deue miſurare allungo delle ſtrade principali, comincian-
do
alla ſtrada che a torno à gli alloggiamenti de’ Caual-
li
, formando i quartieri di fanteria, ſi farà in queſto modo;

ſommando
51076.
pasſi ſuperficiali d’un quartiero di fante-
ria
con paſsi 5000.
ſuperficiali della ſtrada, che a torno
à
un quartiero di Caualleria;
con paſsi ſuperficiali 37636.
13776OTTAVO. d’un quartiero di caualleria; con pasſi 360. ſuperficiali della
ſtrada
, che a torno ad una parte de gli alloggiamenti de
gli
huomini ſegnalati;
con paſſi 1000. ſuperficiali doue al-
loggiano
gli huomini ſegnalati;
con paſſi 306. ſuperficiali
della
parte della piazza del Generale;
che ſommati tutti in-
ſieme
i ſopradetti pasſi faranno pasſi ſuperficiali 95378.
& di
95378
.
ne torremo la ſua radice quadrata che ſarà poco me-
no
di 309.
& di 309. cauandone 198. reſtarà 111. pasſi, da
miſurare
allungo delle ſtrade principali, cominciando alli
alloggiamenti
de’ Caualli leggieri, laſciando però prima
di
111.
pasſi 10, per la larghezza della ſtrada, che a tor-
no
à gli alloggiamenti de’ Caualli leggieri;
formando i
quartieri
delle fanterie, con la piazza della monitione del-
l’artiglieria
;
come ſi vede nel noſtro diſſegno; perche que-
ſta
piazza dell’artiglieria è ancora compreſa nel calculo de’
quartieri
di fanteria;
& queſta piazza dell’artiglieria vorreb
be
eſſere almeno lontana dalla trinciera, che circonda gli
alloggiamenti
, da 40, in 50, paſſi;
come è ancora per il no-
ſtro
ſuppoſto deſcritta la trinciera lontana pasſi 50, da gli
alloggiamenti
.
I luoghi neceſſarij, che ſi accommodano
per
li quartieri, per fare i biſogni de’ ſoldati, &
altre perſo-
ne
che in esſi quartieri habitano;
ſi faranno quel tanto che
è
di piu di ſuperficie le piazze dell’arme;
perche nel fare i
calculi
de’ quartieri ſi della ſuperficie d’eſſa piazza del-
l’arme
, quel tanto che baſta.
Et volendo fare le ſtrade d’eſſi
quartieri
, che s’interſecano ad angoli retti nel mezzo d’eſſa
piazza
, ſi aggiunge al lato del quadrato, che è quella radi-
ce
, che ſi piglia di tutta la ſuperficie del quartiero, tanto co-
me
ſi vuole fare larghe le ſtrade de’ quartieri, &
in queſto
noſtro
hauemo aggiunto pasſi 10, per le larghezze delle ſtra
de
, &
per giuſta ragione queſta larghezza non douerebbe
paſſare
al termine della larghezza della piazza, &
non tanto
queſti
pasſi 10, formano le larghezze delle ſtrade, come an-
cora
viene allargare la lunghezza, &
larghezza delle piazze
138CAPITOLO dell’arme de’ quartieri di pasſi 10, & queſto tanto di ſuper-
ficie
, che ſi allargano queſte piazze, ſi pigliarà per fare i luo-
ghi
neceſſarij, doue parerà più à propoſito.
Il beſtiame per
il
viuere del Campo, con i guaſtatori, &
altre coſe inutili,
ſi
diſſe gnaranno nella ſpalla;
ouero coda dell’alloggiamen
to
, &
i viuandieri uanno alloggiando per le piazze de’ quar
tieri
, &
allungo delle ſtrade principali come di ſopra s’è det
to
.
Il che tutto per li noſtri ritratti, ouero alloggiamenti.
ſi potrà comprendere; auuertendo a i lettori, che per tutto
doue
ſarà la lettera A, ſignifica le piazze de’ Quartieri della
Caualleria
, &
fanteria, con quella del Generale nel mezo;
&
ancora le ſtrade, con lo ſpatio ch’è trà la trinciera, & gli
alloggiamenti
.
La lettera B, ſignifica i Quartieri de’ Caual
li
leggieri.
La lettera C, ſignifica i Quartieri de gli huomi-
ni
d’arme.
La lettera D, ſignifica i Quartieri della fanteria.
La
lettera E, ſignifica la piazza della monitione dell’arti-
glieria
.
La lettera F, ſignifica i Gentil’huomini ouero per-
ſone
ſegnalate che ſtanno à canto al Generale.
La lettera
G, ſignifica la piazza del mercato.
La lettera H, ſignifica
la
piazza della monition del viuere.
La lettera I, ſignifica
gli
alloggiamenti de’ guaſtatori, &
del Beſtiame, che s’amaz
za
per il viuere del Campo, &
altre coſe inutili che in eſsi
Alloggiamenti
alloggiano.
La lettera K, ſigni-
fica
il forte ſopra la collina, per diffeſa
dell’
Alloggiamento.
13977OTTAVO.
Queſto calculo di fare il ſopradetto Alloggiamento, ſer-
uirà
per eſſempio di farne un’altro in qualunque ſito per
qualunque
numero d’huomini, che ſi ritrouerà;
metten-
dolo
però bene in pratica, con le ſue debite miſure.
Et ha-
uendo
ben’ à mente le ſopradette coſe, con preſtezza ſi po-
tranno
fare gli Alloggiamenti con le ſue miſure de’ quar-
tieri
, piazze, ſtrade, &
altre coſe neceſſarie ad eſſo
Alloggiamento
, in qualunque ſito
ſiritrouerà
;
come per li no ſtri ſcritti, & diſſegni
ſi
può apprendere.
140CAPITOLO
DEL MODO DEL DISLOGGIARE,
ET
LONTANARE VN’ESSERCITO
dal
nemico.
CAPITOLO NONO.
ESsendo Vn’attione coſi continouata il mar-
ciare
, &
l’alloggiare de gli eſſerciti, mi pare di
non
mancare à dire maggior breuità ch’io
poſſa
, quanto mi occorre, &
quello che ſi è
veduto
nelle guerre de’ noſtri tempi, intorno
all’iſloggiare
, preſupponendo però che ſiano due eſſerciti
nemici
alloggiati alla uiſta l’uno dell’altro, ò almeno con
poca
diſtantia.
Et perche è coſa importantiſsima il ſapere
quante
operationi poſſa fare un’huomo di guerra, ò Capita-
no
, ui ſi conuengono ancora molte conſiderationi;
impe-
roche
il ritirarſi la notte, &
torſi uia dal nemico, pare che ſia
de’
piu ſicuri remcdi che ſi poſſano eleggere.
Nondimeno
à
me pare, che queſto ſolo non baſti à conſeguire ſicuramen-
te
la ſua intentione, ſe quel tale, che ſi vuol ritirare non è
aiutato
dal ſito, &
da altre qualità di quel paeſe, oue ſi ha da
ritirare
.
Et venendo al particolare, dico che quando ſi
diſloggia
di notte, biſogna vſare quanto più diligentia ſi
può
, la quale ſe non è aiutata dal ſito, non è mai tanto che
baſti
, come chi haueſſe à marciare per pianure, &
luoghi
aperti
ſenza hauer per ogni occorenza che’l nemico ſe n’ac-
corgeſſe
qualche boſco, ò valle, che riceua la gente, difficil-
mente
, come ho detto, ſi potrà tãto ſchermire che baſti;
per-
cioche
la Caualleria de’ nemici ſopragiungendo, lo tratte-
nerà
facilmente, &
biſognerà con tanto mal ordine, & con-
tra
ſua voglia combattere, maſsime hauendo à condurſi die-
tro
l’artiglieria, &
altri impedimenti dello eſſercito, che
è
ragioneuole, che ſi laſcino in preda del nimico.
Ne ſimil-
mente
ſi conuiene far marciare lo eſſercito fuora del ſuo
14178NONO. paſſo ordinario; perche quando in ciò ſi fuſſe troppo ſolleci-
tato
, aggiungerebbeſi mala opinione à quella che da ſe i ſol
dati
per cotal ritirata ſi prendono, coſa veramente di molto
pericolo
, per far naſcere qualche diſſordine irreme diabile;
come ſi è veduto molte volte eſſer auuenuto; la doue lo eſ-
ſercito
che ſegue il nemico, non ha queſte difficultà, impe-
roche
ſi può laſciare di dietro tutti gli impedimenti, &
ſe ſa-
affrettato nel caminare, ſi farà piu coraggioſo, vſando
loro
il Capitano quelle parole larghe, &
magnifiche, che
in
ſimili occaſioni ſi conuengono.
Al creder mio però la ri-
tirata
fatta di notte non ſarà intieramente ſicura, ſe non ſarà
accompagnata
dal ſito, come interuenne al ſudetto France-
ſco
Re di Francia, quando à Cambreſi ſi ritirò da l’Impera-
tore
nel tempo della notte, che per lo beneficio di un gran-
diſſimo
boſco puote ſaluare il ſuo eſſercito, trouandoſi ha-
uerlo
paſſato quando dalla Caualleria nemica fu ſopragion
to
, doue fece alto, ſi che per quel vantaggio, &
per la com-
modità
del ſito, doue ſi fermò, haurebbe potuto combatte-
re
:
come pereſperientia di quelli dalla parte Imperiale, che
troppo
volenteroſi perſeguendo il nemico, vennerò fuora
del
boſco fin lo eſſercito;
percioche la maggior parte re-
ſtarono
, ò prigioni, ò morti.
Queſto medeſimo auuenne
allo
eſſercito de’ Proteſtanti in Germania, quando ſi volſe-
ro
ritirare, &
torſi via dal Campo Imperiale, all’hora che
queſti
due Campi erano tanto vicini alloggiati, che leuan-
doſi
ſimilmente di notte, non hebbe molto da caminare,
che
entrò in vna fortiſsima valle, la quale ſe non con gran-
disſimo
diſauantaggio ſi poteua combattere.
Et perche al-
lo
entrare di eſſa, vi era vna collina, queſta fu ſubito con
buona
artiglieria da campagna, &
con una groſſa banda di
caualleria
, &
fanteria preſa, & occupata di maniera, che
trà
queſto apparato, &
quello che haueuano fatto facendo
empire
di archibuggieri un boſco vicino ad eſſa, non puote
l’eſſercito
dello Imperatore, come hauea diſſegnato, ſeguir
142CAPITOLO NONO. il nemico. Peroche toſto che auuicinandoſi, vide che ſi era-
no
ritirati in luogo per arte, &
per natura ſicurisſimo, la-
ſciato
andare;
per la qual coſa io dico, che co’l fauore del
ſito
, &
del paeſe coſi ſi aſſicurarà la ritirata, come per gli ſo-
prapoſti
eſſempi ſi può vedere.
Tuttauia è aſſai meglio il
ritirarſi
la notte, per poter guadagnare quella diſtantia del
paeſe
, che conduce al forte;
perche la ritirata fatta di gior-
no
ſenza la ſicurtà del ſito, il piu delle volte ſarà pericoloſa,
ſaluo
ſe il ritirante non foſſe di gran lunga ſuperiore di ca-
ualleria
;
& però quello eſſercito che ſarà inferiore, debbe
ſtar
quanto piu può lontano da l’altro, accioche per queſti
accidenti
non poſſa eſſer aſtretto à far qualche notabil di-
ſordine
.
IL FINE.
IN
BRESCIA,
PER
VINCENZO DI
SABBIO
,
AD
INSTANZA DI TOMASO BOZZOLA.
M
. D. LXVI.
143 67[Figure 67]ALLOGGIAMENTO DI ALLOGGIARE A CANTO VN BOSCO, ET PRESSO VN FIVME.
144 68[Figure 68]ALLOGGIAMENTO DI ALLOGGIARE IN VNA VALLE FRA DVE MONTI,
VNO
CHE SI POTESSE CAMPEGGIARE ET L’ALTRO NO.
145 69[Figure 69]ALLOGGIAMENTO DI ALLOGGIARE A CANTO VNA COLLINA, ET PRESSO VN FIVME