Monte, Guidobaldo del, Le mechaniche, 1581

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Author: Monte, Guidobaldo del
Title: Le mechaniche
Date: 1581

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1
LE
MECHANICHE

DELL
'ILLVSTRISS SIG.
GVIDO
VBALDO
DE
' MARCHESI DEL
MONTE
:
TRADOTTE IN VOLGARE
DAL
SIG. FILIPPO PIGAFETTA:
Nellequali
ſi contiene la vera Dottrina di tutti gli Iſtrumenti
principali
da mouer peſi grandisſimi con
picciola
forza.
A beneficio di chi ſi diletta di queſta nobiliſſima scienza; & maſſimamente
di
Capitani di guerra, Ingegnieri, Architetti, & d'ogni
Artefice
, che intenda per via di Machine
far
opre marauiglioſe, e quaſi
ſopra
naturali.
Et ſi dichiarano i vocaboli, & luoghi più difficili.
1[Figure 1]In Venetia, Appreſſo Franceſco di Franceſchi Saneſe. MD LXXXI.
1
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1
ALL'ILLVSTRISSIMO
SIGNOR
GIVLIO
SAVORGNANO
,
CONTE
DI BELGRADO. &c.
Signore
oſſeruandiſſimo.
Conciosia coſa, che la ſcienza delle Mecha­
niche
gioui ſommamente à molte, & importan­
ti
attioni della noſtra vita, à gran ragione fu ella
da
i Filoſofi, & da i antichi ſtimata degna di
laudi
ſingularißime; & i Matematici vi han­
no
impiegato lo ſtudio, & l'opera più che meza­
namente
, & i Principi fauoriti gl'ingegnieri ec
cellenti
, & arricchiti.
Ben è per certo di altiſ­
ſima
ſpeculatione, & di ſottile manifattura; imperoche tocca quella par­
te
della Filoſofia, che tratta de gli elementi in vniuerſale, & del moto, &
della
quiete de' corpi, ſecondo i luoghi ſuoi, aſſegnando la cagione in certo
modo
de' loro mouimenti naturali; & anco sforzandoli, per via di machi­
ne
à partirſi da proprij ſiti, gli traſporta all'insù, & per ogni lato in mo­
uimenti
contrari alla natura loro.
Mena ella ad effetto ambedue queſte intentioni con le propoſitioni che
naſcono
, & ſono congiunte con la materia ſteſſa, & co' difici, & iſtrumen
ti
, che forma artificialmente.
La onde egli è dibiſogno conſiderare queſta
1dottrina in due manìere; l'vna ìn quanto ſpeculando, & con ragione
diſcorrendo
ſopra le coſe, che s'hanno à fare, ſeruendoſi dell' Arithmetica,
della
Geometria, dell' Aſtrologia, & della Filoſofia naturale: & l'altra che
poſcia
le manda ad eſecutione, & haue neceſsita dell'eſſercitio, & lauoro
delle
mani, vſando l'Architettura, la Pittura, il diſegno, l'arte de' fabri,
de
'legnaiuoli, de'muratori, & d'altri meſtieri tali, per modo che ella vie­
ne
ad eſſere meſcolata, & in parte compoſta della naturale Filoſofia, delle
Matematiche
, & delle arti manuali.
Per laqual coſa chiunque ſi troua
dotato
d'ingegno acuto, & da fanciullo incominciato ad apprendere le
già
dette ſcienze, & ſa diſegnare, & lauorare di ſua mano, potrà nel vero
ottimo
Mechanico, & inuentore, & facitore di opere marauiglioſe riuſcire.
Infinite parti, & vtilißime à gli huomini comprende queſta noti­
tia
, & in guerra, & in pace, ne i commodi della città, della villa, & della
mercatantia
, & in altri; peroche la Medicina toglie da lei i difici per ri­
porre
le oſſa ſmoſſe, & rotte ne i ſiti ſuoi.
Onde pone Oribaſio nel libro delle
Machine
, diuerſi iſtrumenti preſi dalla Mechanica, & conuertiti nell'vſo del
la
Medicina, come il Triſpaſton di Archimede: l'arte del nauigare ricono­
ſce
anco diuerſi aiuti, come il timone, co'l quale, collocato di dietro, ouero
alle
bande del nauilio ageuolmente lo moue, & dirizza, quantunque per
riſpetto
à tutto il corpo del vaſello piccioliſsimo ſia.
I remi, che à guiſa di
leua
lo ſpingono innanzi, & l'arbore, & la vela ſono pur di ſua inuentio
ne
.
I molini, i quali ſi girano co'l vento, con l'acqua, & con la forza vi­
ua
: & i piſtrini, le carra, gli aratri, & altri ordigni di villa; il peſare con
la
bilancia, & con la ſtadera; il cauare l'acqua da pozzi con le grù, ouero
cicogne
, dette da latini toſsenoni, che ſono come grandisſime bilancie, &
con
le rote, & altre coſe tali ſi riducono alla Mechanica.
La ragione pa­
rimente
del condurre le acque, & da profondisſime valli in alto farle ſur
gere
ſotto lei.
Chiamarono gli antichi coloro Mechanici ancora, i quali
co
'l fiato, ò vento, ouero acqua, ò corde, ò nerui faceuano vedere, & vdi
re
effetti miracoloſi; come ſuoni diuerſi, & canti d'augelli, & fin ad eſpri­
mere
la voce humana in parole: & quelli che con horologi, i quali ſi mo­
uono
da ſe ſtesſi con rote, ò da acqua, ò da ſole il tempo miſurarono, & di­
ſtinſero
in hore.
Appartengono alla Mechanica gli facitori delle Sfere
compartite
ne'ſuoi cieli, co'l mouimento de'Pianeti, & di tutti i corpi
celeſtiali
à ſembianza dell'vniuerſo mondo, & ciò mediante il mouimen­
to
eguale, & in giro, che loro daua l'acqua, di cui la fama ſuona eſſere
ſtato
Archimede Siracuſano il primo maeſtro.
il mouere etiandio con poca
1forza peſi grandisſimi con iſtrumenti, & ingegni diuerſi è principale of­
ficio
della Mechanica, come Bilancie, Stadere, Leue, Taglie, Cunei, Moli­
nelli
, Rote co' denti & ſenza, Viti d'ogni ſorte, Argani, Mangani, Triuel
le
, & altri molti, i quali da queſti ſi compongono: & ſecondo Ariſtotele
tutti
ſi riducono alla Leua, & al cerchio, & alla machina ritonda, laquale
quanto
è maggiore, tanto più velocemente ſi moue.
L'arte del fortificare
le
piazze, & i ſiti, & del difendergli, laquale acconciamente ſi puote chia
mare
Architettura militare, è profreesſione Mechanica: peroche per via di
Cortine
, & di Baloardi, & d'altri ripari, quaſi con machine, & iſtrumen­
ti
s'ingegna l'huomo con pochi ſoldati di ributtarne in dietro molti, &
mantenerſi
con vantaggio.
Il fabricare, & adoprare oltre à ciò gli iſtru
menti
da guerra è proprio dono di queſta ſcienza, come Baliſte, ò Baleſtre,
Catapulte
, Scorpioni, Fionde, & ſimili, che da lontano gittano foco, & ſaßi,
& maſſe di ferro peſanti dugento cinquanta, & più libre, & Moli da
molino
ſecondo Silio Italico, & Vitruuio, per diſtanza di forſe 300. pasſi
à
miſura con ruinoſo colpo; & ſaette, & verettoni, & falariche grandi
à
guiſa di traui: & quelli che percoteuano con l'vrto da preſſo, come Arie
ti
, Onagri, Teſtugini, & ſimili; & in altri vſi, come Sambuche, Corui, Mani
di
ferro, & gli altri maritimi, & Angoni, Monangoni, Tollenoni, ſcale ſno­
date
, ponti, torri mobili, & ſimili difici antichi, i quali ſono ſtati poi ri
fiutati
, ſuccedendo in ſuo luogo le Artiglierie, da eſſere anch'eſſe ordinate
nell
' ampiezza della conſideratione Mechanica, facendo elle còn poca ma
teria
acceſa, tanto horribile percoſſa.
Queſta ſcienza, che fuor di quanto ſi è detto, abbraccia innumerabili
altri
vſi, & diletteuoli, & neceſſari à mortali, in diuerſi tempi hebbe in
ſorte
vari ſtati, per riſpetto à gli artefici, che la eſercitarono: peroche,
di
cominciando, ne gli antichisſimi ſecoli, che paſſarono auanti la guer
ra
di Troia viſſe Dedalo Athenieſe gran maeſtro di Mechanica, ilquale
trouò
il primiero la ſega, l'aſcia, il piombino da torre le diritture, la tri­
uella
, l'albero, l'antenna, la vela, & altri or digni: diſegnò in Creta poi
quell
'intricato labirinto, & alla fine gli conuenne fabricare per ſe, & per
Icaro
ſuo figlio due paia d'ali, & volarſene via per l'aere à guiſa d'au­
gelli
, come cantano i Poeti.
Nella fabrica del tempio di Salomone, che fu la maggiore per grandez
za
, per maeſtria d' Architettura, & ornamento, di quante ne ſiano ſtate
fatte
giamai; & delle piramidi, & di tanti altri difici di quei ſeco'i, che
hanno
riempito il mondo di ſtupore, egli ſi può credere, che interueniſſero
1eccellenti Mechanici, per leuare in alto le pietre ſmiſurate, & per altre
opere
, lequali à condurgli à fine ſi ricercauano.
Nacquero dapoi Eudoſ
ſo
, & Archita Tarentino, ambidue valenti ingegnieri; & di Archita ſi
legge
, che lauorò di legno vna colomba con tanta maeſtria temperata, &
gonfiata
, che da ſe volaua per l'aria à guiſa di viua colomba.
Seguì co­
ſtoro
il Filoſofo Ariſtotele, ilquale certe poche, ma bellisſime queſtioni Me­
chaniche
, laſciò ſcritte.
A lui venne appreſſo Demetrio , nominato il
pigliatore
, ò diſtruggitore delle città, peroche fabricaua machine, & difi­
ci
, co' quali per diſopra vi montaua, & ſe ne faceua padrone, lequali per
auentura
furono ſimiglianti alla machina detta Cauallo, con cui li Greci
preſero
la famoſa Troia; di che ragionando Pauſania nell' Attica, dice che
giudica
eſpreſſa mattezza il credere, che foſſe vn cauallo, & non machina
bellicoſa
per accoſtare alle muraglie, & prenderle.
Queſto cominciò
ad
aumentare la Mechanica in qualche honore.
Ma Archimede, che
il
megliore artefice di quanti fecero giamai queſta profesſione innanzi, &
dopo
lui, & quaſi vn lume, che poi ha illuſtrato tutto il mondo, accrebbe
in
colmo la riputatione della Mechanica, & di pouera arte, & vile, che pri
ma
era, come vuole Plutarco nella vita di Marcello, nel numero delle arti
nobili
, & pregiate alla militia pertinenti la ripoſe.
Imperoche combat­
tendo
Marcello Siracuſa patria ſua per mare, & per terra con grande
hoſte
di Romani, egli co'ſuoi diuerſi ingegni, & machine differenti, ribut­
ſempre gli sforzi, con graue lor danno, & vergogna; come Liuio, Plutar
co
, & altri nominando i difici che vſaua, diffuſamente raccontano.
Per­
cioche
quando Marcello s'auicinaua aile muraglie per conquiſtar le con la
Sambuca
, il buon Archimede co'l Tollenone, & con le mani di ferro la al­
zaua
di peſo in aere, & poi ſnodando quegli vncini ſuoi, la faceua cadere
da
alto, in mare ſommergendola; il medeſimo effetto adoprando contra gli
altri
nauili, fattamente, che gli conuenne allontanare l'armata ben to
ſto
dalle mura.
Ne ceſsò tuttauia d'infeſtare il nemico: ma ſi come nota
Galeno
nel terzo libro de' temperamenti, & Giouanni Zonara, & Tzeſes
confermano
, allegando Diodoro, & Dione, compoſe certi ſpecchi grandi
& concaui, ſecondo la proportione della diſtanza di quei vaſelli dalla mu­
raglia
, & opponendogli à raggi del Sole in diritta linea quaſi per miraco­
lo
, gli bruſciaua.
Dalla parte della terra ſimilmente offendeua gli aduer­
ſari
con arme diuerſe da gittare.
Per laqual coſa in mare, in terra
da
gl'ingegni di quell'eccellente Mechanico ſi poteua egli ſchermire, nuoui
ripari
, & horribili offeſe apparecchiando ſempre.
Pappo Aleſſandrino
1allega il quaranteſimo trouato di Archimede, per dichiarare, che almeno
i
ſuoi difici al numero di quaranta aſcendeuano.
La onde Marcello, veg­
gendo
, che niuno profitto apportauano all'impreſa gli aſſalti ſuoi, & che
erano
vn mettere le genti ad euidente pericolo, per cagione di quel ſolo
valoroſo
vecchio, gli nacque vna tal opinione, & à tutto l'eſercito, che da
poſſanza
diuina foſſe gouernato in quella difeſa, & mutò la ragione del
guerreggiare
, dandoſi all'aßedio, & al vietare ſtrettißimamente le vitto­
uaglie
a quella città.
Queſte furono le cagioni, che la Mechanica ſalì in tanta gloria, & che
i
Romani le aſſegnarono dapoi grado honoreuolißimo ne gli eſerciti lo­
ro
, come ſi legge nel primo libro della guerra ciuile, che Ceſare ſe prigione
il
Capitano de' fabri di Pompeio, nomato Magio Cremona, & Vitruuio fu
Capitano
delle Baliſte di Ceſare Auguſto, che ſarebbe nella militia moder­
na
, come Capitano generale dell' artiglieria.
La qual gloria ſucceßiua­
mente
le fu mantenuta poi da molti dottißimi ſcrittori, & maeſtri di
Mechanica
, come da Cteſibio Aleſſandrino, da Herone Aleſſandrino, da
un
'altro Herone, da Ateneo, da Bione, da Pappo Aleſſandrino, che allega
Carpo
di Antiochia, da Eliodoro, da Oribaſio, & da altri Greci, i quali fio
rirono
in diuerſi tempi, inſegnando la ragione, la miſura, & l'vſo de gli
iſtrumenti
bellicoſi non ſolo, ma di tutti gli altri, che le pertengono.
Fra
Latini
antichi Varrone ſcriſſe dell' Architettura, & per conſeguente douet
te
anco far mentione della Mechanica: & Vitruuio, & Vegetio, & qual­
che
altro hanno fauellato d'intorno alla fabrica delle machine militari,
& da mouer peſi, & aiutato à conſeruare fra gli huomini viua la digni­
della Mechanica.
Ma ruinando l'Imperio di Romani, & ſuccedendo i barbari in Italia,
in
Grecia, in Egitto, & in ogni contrada, oue ſi eſercitaſſero le buone lette
re
, caddero miſerabilmente, & ſi perderono quaſi del tutto le ſcienze, & in
ſpecialità
reſtò la Mechanica lunghißimo tempo negletta, non conoſcen­
doſi
in guerra altri difici, che Bricole, Trabucchi, Mangani, Martinelli, &
certi
iſtrumenti tali, finche ſouragiunſe l'artiglieria, laquale à poco à po­
co
gli ſe diſuſare à fatto: & di quella parte altreſi della Mechanica, laqua
le
s'adopra al mouer peſi, ben picciolo intendimento rimaſe.
Vera coſa è,
che
ſembra da vn tempo in quà le arti, & le dottrine più nobili, come le
belle
lettere appellate humane, la Filoſofia, la Medicina, l'Aſtrologia, l'
rithmetica
con la Muſica, la Geometria, l'Architettura, la Scoltura, la Pit
tura
con molte altre: & ſpecialmente la Mechanica eſſere dalle oſcure te­
1nebre, oue giaccuano ſepolte, alla chiara luce riſuſcitate: Percioche ri­
ſtringendomi
alle Mechaniche Giordano, che ſcriſſe de' peſi, la incominciò
à
ſolleuare alquanto, & poi Leon Battiſta Alberti nella ſua Architettu­
ra
: il Tartaglia aperſe anco la via à molte ſpeculationi Mechaniche: Vitto
rio
Fauſto nell' Arzanà di Venetia moſtrò d'eſſere buon Mechanico: Mon­
ſig
. Reuerendiß. barbaro eletto d' Aquileia ne' Commentari del decimo di
Vitruuio
nominò gli iſtrumenti da mouer peſi: Georgio Agricola nel ſeſto
de
' Metalli raccolſe aſſai machine da leuar peſi, & qualche d'vn'altro: &
nuouamente l'Autore di queſt'opera, ilquale ben d'altra maniera in ciò pro
cedette
, che gli autori nominati, peroche con ordine ammirabile, & con
vere
, & certe ragioni ha inſegnato ſolo fra Latini ottimamente queſta
ſcienza
tutta da mouer peſi.
Ma ſi come i moderni da me ricordati, & principalmente l'Autore del
preſente
libro hanno ornata & eſaltata la Mechanica con le parole, & co i
volumi
; coſi V. S. Illuſtriß. l' celebrata, & magnificata co' diſcorſi, &
con
le operationi iſteſſe, & co' fatti reſa famigliare, & domeſtica, diuerſe
machine
fabricando con profondißima dottrina, & facendone eſperten­
ze
nel mouere qualunque gran peſo, di cui ſi poſſa l'huomo in ogni biſogno
ſeruire
.
Talche ben ſi puote con verità affermare, che per vna parte eſſa,
& l'Autore di queſti trattati per l'altra, habbiate alla Mechanica il priſti
no
honore reſtituito, che da i tempi antichi in quà le cra ſmarrito.
Sono ſorſe quaranta anni già ſcorſi, che per iſcherzare con Nicolò Tar
taglia
, perſona à ſuoi tempi molto ſtimata in queſta profeßone, & che ſi
dilettaua
di andare ſoluendo queſtioni ſottili di Mechanica, & di Mathe
matica
, & ne' ſuoi dialoghi introduceua à fauellare perſonaggi grandi:
& alcuna fiata gli faceua dire qualche coſa, di cui eßi prendeuano onta,
V
. S. Illuſtriß. gliene propoſe forſe quaranta Mechaniche quaſi tutte, &
difficili
: alcune delle quali egli prouò di ſoluere, delle altre ſi ſcusò con di
re
, che à ciaſcheduna di loro ſarebbe ſtato meſtieri vn volume intero, co­
me
ſi legge ne' ſuoi libri ſtampati della noua ſcientia.
Hor non è punto di marauiglia, che ella habbia penetrato con l'inten­
dimento
tanto dentro, & ſaputo coſi bene operare nelle Mechaniche, & ſia
fatta
padrona in tutto dell'arte del fortificare i ſiti, & d'ogni altra parte
della
militia: peroche fu dall'ottimo ſuo padre alleuata in compagnia di
huomini
ſcientiati, & d'alio affare, tra quali fu vn tempo Conſtantino
Laſcari
nobilißimo huomo Greco, & pieno di dottrina, da cui ſucceßi­
uamente
imparò, oltra le altre lettere, Arithmetica, Geometria, Aſtro­
1logia, Geografia; à àiſegnare, & lauorare manualmente in meſtieri diuer­
ſi
; à caualcare, à maneggiare le arme, à tirare d'archibugio, & d'artiglie
ria
, & à comporre fochi artificiati, & l'arte per eccellenza detta del bom
bardiero
; à viuere ſobriamente, & le fatiche tolerare al caldo, al freddo,
& ad ogni diſagio, coſe tutte, che diſpongono l'animo, & indurano il corpo
alla
militia.
Giunta poi all' età di ſedici anni, fu inutata con dodici caual
li
quaſi tutti Turchi, & con prouedimento conueneuole di denari à vede­
re
tutta quella guerra, che paſsò in Italia dalla preſura del Franceſco
Primo
di Francia, fin alla pace generale, che ſeguì l'anno 1529.
Nella­
quale
interuennero quaſi tutti i mouimenti militari, che ſi poſſano ima­
ginare
, per gli eſerciti grandi, che erano à fronte l'vn contra l'altro,
per
la qualità, & quantità delle impreſe fatte, & per mille altri acciden
ti
importantißimi, & ſtratagemi auenuti, & principalmente; percio­
che
nell'vn campo, & l'altro in varie ſtagioni militarono i primi guer­
rieri
del mondo, & in gran numero, i quali con prudenza, aſtutia, &
brauura
contendeuano à gara, & per honore di ſouraſtare, & eſſere vinci
tori
.
Et veramente chi ben conſidera, fin da i tempi antichi, rarißime vol
te
è ſtato con numero maggiore di Capitani famoſi, ò con più copia d'im­
preſe
grandi guerreggiato, che in quegli anni: Peroche furono fatti prigio­
ni
due de' maggiori Prencipi del mondo, ſi aſſediò Milano, & per forza fu­
rono
preſe tre città, Roma, Cremona, & Pauia; ſi videro più fatti d'ar­
me
, & gli eſerciti ſi andarono perſeguitando da Milano à Roma; ſi che Pia
cenza
, Parma, Bologna, & Fiorenza guardarònſi dalle armi nemiche.
Nello ſplendore dunque della ſcola del Duca Franceſco Maria d'Vrbino,
ilquale
era Capitano generale della Lega, & di quegli altri valentißimi
Capitani
, andaua V. S. Illuſtriß. come di ſua libertà, & benißimo à ca­
uallo
, con chi le piaceua, & ſi trouaua à quelle fattioni, che volea, ſeguen
do
le più volte il Sig. Giouanni de' Medici, & Paulo Luzzaſco, che erano
ſempre
deſti, & arditi, & come l'occhio dell'eſercito.
Quì non è mia in­
tentione
di narrare gli auenimenti di quella guerra, ma ſi bene di auerti
re
, che chi la vide, & appreſe da buon ſenno i ſuoi moti; & ſeppe manda­
re
à memoria quei ſatti marauiglioſi, ben puote meritamente vantarſi
di
hauer mirato caſi memorabili, i quali anche in migliata d'anni ſo­
gliono
accadere; come ella, che eſſendo giouine di viuace ſpirito, & am­
maeſtrata
nelle arti neceſſarie al ſoldato, & volenteroſißima d'imparare,
hebbe
opportuna occaſione di farſi prattica dell'ordinare, dell'eſercitare,
del
far marciare in battaglia, dell'alloggiare in campagna gli eſerciti ſi­
1curamente: & del preſentare al nemico il fatto d'arme con vantaggio:
Del
fortificare, & difendere i ſiti, & offenderli con le mine, con le trin­
cee
, con le artiglierie, con gli aſſalti, & con tutti gli altri sforzi; & d'
gni
parte della militare ſcienza.
Ritornati in pace i Prencipi Chriſtiani, ſi dedicò al ſeruigio de' Sereniß.
ſuoi
Signori, oue ne i più importanti carichi, & maggiori, & in due guer
re
haue eſſa aggiunto cinquanta anni di noua, & ottima ſeruitù all'an­
tica
di quaſi dugento anni, continua, & fedeliſs. fattagli da i ſuoi pre­
deceſſori
Sauorgnani, fabricando nello ſpatio di queſto tempo in diuerſe pro
uincie
de' ſuoi ſtati preſſo che cinquanta Baloardi, con eccellentißima ra­
gione
inteſi, & con vero magiſterio lauorati, & notabilißimo riſparmio
del
publico danaro.
Ma per tornare alle Mechaniche dico, che quando gli anni paſſati io
venni
à viſitarla ad Oſopo ſua fortezza, ſentì ſommo piacere in ſcorgere
quel
monte, che circonda più d'un miglio, ſituato alla foce del fiume Ta­
gliamento
, oue dalle ſtrettezze di quei gioghi s'allarga nelle pianure del
Friuli
, d'ogn'intorno alto preſſo che ſeſſanta paßi à miſura, tutto di ma­
cigno
duro, & diſcoſceſe, & erto , che rende la ſalita impoßibile fornito
attorno
di baloardi cauati nel ſaſſo, & di molti tagli, & canoniere per
ferire
gli aduerſari, & di artiglierie, & d'arme d'ogni ſorte à ſufficienza,
da
cui ſi viſta di quaſi tutto il Friuli, & è ſcudo, & riparo, come al­
tra
volta , contra l'empito delle genti nemiche, lequali in Italia tentaſ
ſero
di ſcendere da quella parte; poſto di coſta alla ſtrada principale, che
conduce
in Lamagna, per laqual vanno, & vengono Signori, & Principi,
& Ambaſciadori, & infinite mercatantie; onde ella, che tiene ſempre le
guardie
, & vedette quel monte, quando paſſano Signori principali,
per coſtume di ſalutargli con le ſue artiglierie, & conuitarg'i anco
nel
ſuo alloggiamento d'Oſopo, oue tutto l'anno ſoggiorna, quantunque
habbia
& Belgrado, & Aris, & Caſtelnouo, & Sauorgnano, & villaggi
aſſai
: percioche l'aere vi è purißimo, & ſpende il ſuo tempo in ocio con ne
gocio
, di continuo viſitata da Gentil'huomini, & Signori diuerſi; talche la
ſua
caſa viene ad eſſere vn ridotto di perſone virtuoſe, & vn'albergo di ſol
dati
, & di dottori.
lui ſi caualca, tenendo ella vna ſtalla piena di buoniſ­
ſimi
caualli, ſi armeggia, ſi alla caccia, & in ogni attione ſi eſercita vi­
ta
cauallereſca.
Oltre à quanto diuiſato, preſi anco diletto in vedere la
ſua
habitatione eſſere à guiſa d'vna bottega d'arme politamente à ſuoi
luoghi
ſerbate: & vn magazino di machine bellicoſe, & da mouer peſi,
1hauendone ella fabricate di ſua induſtria forſe dodici di maniere differen
ti
, parte da ſtraſcinare, & parte da alzare con pochißima forza ſmiſu­
rati
peſi: come quella, che vna ſola rota co' denti, & ali'erta tira cin­
que
de' ſuoi canoni con la poſſanza di Gradaſſo ſuo Nano: & quell'altra, la
quale
con vna oncia di forza ſola, poſta nel manico, che la volge, il me
to
à quattordici mila libre di peſo: che ſe al detto manico ſi attribuiſce
la
forza, che comunalmente haue l'huomo con la mano, cioè libre cinquan
ta
, egli è manifeſto la predetta machina hauere poſſanza di mouere, coſa
incredibile
, molto più di otto millioni di libre.
Queſte machine portabi­
li
da vn mulo, & alcune anche da vn'huomo ſono à diuerſi affari neceſſa­
rijßime
, & maßimamente à maneggiare, & condurrei pezzi großi del­
l
'artiglieria.
& per certo ſe l'anno 1529. il Conte di San Polo Capitano
Franceſe
nel ritirarſi dall'aſſedio di Milano inuerſo Piemonte con l'eſer­
cito
, & con l'artiglieria, haueſſe portato ſeco vno de' minimi iſtrumenti
d
'Oſopo, non ſarebbe ſcorſo in quello ſtremo infortunio, percioche in mar
ciando
fu da vn graue canone rotto il ponte, che trauerſaua il foſſo della
ſtrada
, & il pezzo cadè nel fango.
Onde formoßi il campo per non la­
ſciarlo
à dietro, & non hauendo ingegno da cauarlo fuori, ſi conſumò tan­
to
tempo, che ſopragiunſe Antonio da Leua con le ſue genti, & ritrouan
do
l'eſſercito nemico ſeparato, & in quel diſordine, lo miſe in rotta, &
preda
delle bagaglie, delle artiglierie, & del Capitano medeſmo.
Non
troppo
tempo, che il Duca Franceſco di Guiſa, allhor che di Francia guidò
l
'eſercito in Abruzzo, douendo partire, volle ſpiegare prima la fanteria,
& cauælleria ſua in ordinanza à fronte del nemico, quaſi à battaglia sfi­
dandolo
; ma poi nel ritorno ſcaualcoſsi vn pezzo d'artiglieria, & s'arre­
ſtò
tutta la maſſa delle genti, & quei Prencipi Franceſi ſmontati da ca­
uallo
, penarono buona pezza auanti, che lo riponeſſero ſu le rote, con riſchio
di
patir danno da gli aduerſari, che haueſſero con quella occaſione ſpinto
innanzi
.
Di queſti eſempi non mancano per l'hiſtorie.
Hora che è pace V. S. Illuſtriß. è andata inueſtigando per ſuo diporto
molte
, & varie ſorti di ordigni da mouer peſi, affine di valerſene nelle
fabriche
, & nell'argine di pietre, che fa per ritenere l'impeto del Taglia­
mento
, che non guaſti i colti di Oſopo, & per douerſene anco ſeruire, quan
do
che ſia in guerra.
Si come fece Archimede, ilquale, ſecondo Plutarco, ſtan
do
in pace à petitione di Hierone , compoſe quelle tante Machine per giuo­
co
, & iſcherzo di Geometria, lequali poi ſoprauenendo la guerra, le ſeppe con
uertire
opportunamente contra Romani.
Et ſe egli, come teſtificano diuerſi
1autori, ſedendo con certa machina detta, ſecondo Oribaſio, Triſpaſton, per
che
ſi maneggiaua con tre corde, tirò dal mare in terra quella gran naue
del
ſuo; & con la forza della mano ſiniſtra moſſe mediante l'iſtru­
mento
vn peſo di cinque mila ſtaia ò moggia, fattamente che diputan­
do
à ciaſcuno ſtaio quarantacinque libre di peſo, aſcenderebbono alla ſom­
ma
di dugento venticinque mila libre; & preſumeuaſi di hauer potuto
mouere
la terra, trouando doue fermarſi con la leua, ò con quella ſua ma­
china
deſcritta da Pappo nell'ottauo libro delle raccolte matematiche, la
quale
hauea cinque rote co' ſuoi asſi, & vna vite perpetua co'l manico: Io
mi
rendo certo, che ella s'ingegnerebbe di formare iſtrumenti per adoprare
altretanto
.
Hauendo io dunque veduti, & iſperimentati queſti vari difici ad Oſo­
po
; & esſendomi ſtato da lei moſtrato la prima volta il preſente libro, &
commendato
ſommamente, mi propoſi nell' animo, che vtile ſarebbe il ri
durlo
in volgare, accioche coloro i quali ſono atti per altro ad intenderlo,
ma
non hanno conoſcenza del Latino, poteſsero, farne ſuo profitto.
Coſi
compiuta
l'opera, & fattala ſtampare, la mando à V. S. Illuſtriſs. che poſ
ſede
eſquiſitamente queſta materia, & ſeconda i ſtudi delle buone lette­
re
, i quali, ſe dopo Iddio, non vengono fauoriti da i gran Signori, nulla va
gliono
.
Che ſe in qualche parte haurò à gli amatori delle Mechaniche re­
cata
ageuolezza, & vtilità con le mie fatiche, douranno eglino ſaper' à
lei
buon grado, che di queſta fattura è ſtata cagione.
Di Venetia à 28. di Giugno 1581.
Di V. S. Illuſtriſs.
Affettionatiß
. ſeruidore
Filippo
Pigafetta.
1
AI LETTORI
Il preſente libro contiene ſei trattati, il primo de
quali
è della Bilancia con la Stadera, l'altro della
Leua
, il terzo della Taglia, il quarto dell' Aſſe nel­
la
rota, il quinto del Cuneo, & l'vltimo della Vite,
che
tutti ſono iſtrumenti Mechanici.
Intitulaſi le
Mechaniche
.
Ma percioche queſta parola Mechaniche non ver
forſe inteſa da ciaſcheduno per lo ſuo vero ſignificato, anzi
troueranſi
di quelli, che ſtimeranno lei eſſere voce d'ingiuria,
ſolendoſi
in molte parti d'Italia dire ad altrui Mechanico per
iſcherno
, & villania; & alcuni per eſſere chiamati Ingegnieri ſi
prendono
ſdegno: non ſarà per auentura fuori di propoſito il
ricordare
, che Mechanico è vocabolo honoratiſſimo, dimoſtran
te
, ſecondo Plutarco, meſtiero alla Militia pertinente, & conue
neuole
ad huomo di alto affare, & che ſappia con le ſue mani,
& co'l ſenno mandare ad eſecutione opre marauiglioſe à ſingu
lare
vtilità, & diletto del viuere humano.
, per nominarne alcuno tra molti Filoſofi, & Prencipi de'
preteriti
ſecoli, Archita Tarentino, & Eudoſſo compagni di Pla­
tone
, & valentiſſimi Ingegnieri, & Mechanici, che ſono vna me
deſma
coſa, di cui fa Plutarco mentione nella vita di Marcello:
& Demetrio , inuentore ſottiliſſimo di Machine bellicoſe,
& ne lauoraua di ſua mano ancora: & fra Greci di Sicilia Me­
chanico
, & Ingegniere famoſisſimo Archimede Siracuſano, il
quale
era di gran legnaggio, & parente di Hierone di Sicilia.
Et quantunque Plutarco nell'iſteſſa vita affermi, che egli di
ſpregiaſſe
le Mechaniche, come basſi & vili, & materiali, di
loro
degnaſſe ſcriuere giamai, & che non per opera principale,
ma
per vn cotale ſollazzo, & giuoco di Geometria impiegaua
la
fatica nelle Mechaniche, pregato da quel ; leggiamo
noi
tuttauia in altri autori, lui hauere dettato vn libro della mi
ſura
, & proportione d'ogni maniera di vaſello, diuiſando la for
ma
della gran naue fabricata da Hierone, à cui nulla manca­
ua
: & Pappo Aleſſandrino allega il libro della Bilancia di Ar­
chimede
, che è pur Mechanico tutto: & l'iſteſſo nell'ottauo del
le
raccolte Matematiche pone vn'iſtrumento da mouer peſi,
1moſtrando eſſere il quaranteſimo trouato d' Archimede, per cui
diſſe
; Dami oue io mi fermi, ch'io mouerò la terra; & Carpo
Mechanico
ſcriſſe, che Archimede compoſe vn libro del modo
del
fare le Sfere, che è fattura Mechanica.
Ma più il medeſimo
Archimede
, non vna ſola volta cita ſe ſteſſo, nel libro della Qua
dratura
della Parabola, con parole tali.
Imperoche egli è dimo­
ſtrato
nelle Mechaniche; accennando alcune propoſitioni del
ſuo
libro delle coſe, che egualmente peſano, ilquale è tutto Me­
chanico
.
Oltre à ciò vna parte del libro della Quadratura della
Parabola
, & il ſecondo delle coſe, che ſtanno ſopra l'acqua, oue­
ro
à galla ſono Mechanici.
Da queſti luoghi vedeſi eſpreſſo, che
non
ſolamente Archimede fece opre Mechaniche, ma ne ſcriſſe
anco
molti trattati; & confeſſa Plutarco per niuna altra dottri­
na
eſſere tanto in riputatione ſalito Archimede, quanto per le
impreſe
Mechaniche; anzi veramente co'l mezo loro hauerſi egli
all
'hora procacciato fama non di ſcienza humana, ma di ſapien­
za
diuina.
Per la qual coſa egli è ben da conſiderare, come Plu­
tarco
ſi ſia laſciato traſcorrer' à dire, che Archimede le Mechani
che
diſpreggiaſſe, di loro degnaſſe ſcriuere: & per certo egli
forte
d'opinione ſarebbeſi ingannato, ſe haueſſe poco ſtimata quel
la
facultà, che lo guadagnare gloria di gran lunga maggio­
re
, che qualunque altra ſcienza ſi poſſedeſſe.
Vitruuio de i
Latini
buon Mechanico, & ſeruì per Capitano delle Baliſte,
& delle altre machine da guerra Ottauiano Ceſare, & gli intitu­
le ſue fatiche dell' Architettura, & ne diuenne ricco.
L'eſſere Mechanico dunque, & Ingegniero con l'eſempio di
tanti
valent'huomini, è officio da perſona degna, & ſignorile:
& Mechanica è voce Greca ſignificante coſa fatta con artificio
da
mouere, come per miracolo, & fuori dell'humana poſſanza
grandisſimi
peſi con picciola forza, & in generale comprende
ciaſcun
Dificio, Ordigno, Iſtrumento, Argano, Mangano, oue­
ro
ingegno maeſtreuolmente ritrouato, & lauorato per cotali ef
fetti
, & ſimili altri infiniti in qual ſi voglia ſcienza, arte, & eſer­
citio
.
Laquale deſcritta coſi materialmente per darne vn cer
to
ſaggio accommodato al guſto del più de gli huomini; trala­
ſciando
le accurate diſſinitioni à miglior tempo.
Aggiungaſi, che ſotto queſto vniuerſaliſſimo titolo ſi è con­
1tentato l'Autore di manifeſtare per hora, & il primo de Latini
con
dimoſtrationi ageuoli, & piane, inſegnare ſolamente la ra­
gion
dello intendere, & maneggiare gli ſei predetti Iſtrumenti
Mechanici
; à quali ſi riducono tutti gli altri, come à ſuoi prin­
cipii
, & fondamenti; & da'quali ſi poſſono comporne diuerſe ma
niere
, accozzandone inſieme due, tre, & più, come l'Aſſe nella
rota
con la Taglia, la Vite co'l detto Aſſe, & con la Leua, & ſuc­
cesſiuamente
de gli altri ad arbitrio di chiunque in varie opre ſe
ne
con giudicio valere, come nota l'Autore nel fine di queſto
volume
.
Hor come che l'Autore con bella via, & chiara, & con ordine
ammirabile
di queſti difici habbia ragionato, & la coſa per ſe
molto
oſcura non ſia ad intenderſi: nondimeno ben ricerca ella
tutto
l'intelletto dell'huomo, & che con ſiſſa ſpeculatione ſi leg­
gano
attentisſimamente più d'vna volta le dimoſtrationi.
Doue ſi vede in alcuni luoghi di queſti trattati cotale ſorte di
lettere
picciole, differente dalle altre, come la preſente; auer­
taſi
che non vi ſono coſe dettate dall' Autore di queſto libro di
Mechaniche
, ma notate da colui che l' volgarizato, à fine di
chiarire
qualche paſſo difficile, & ageuolare l'intendimento à'
Lettori
non coſi prattichi nelle Scole de' Filoſofi.
Pongaſi anco mente, che à carte 121. nel trattato della Vite,
è
poſto fra i detti dell' Autore il Problema di Pappo, ilquale do­
uea
eſſere ſtampato con lettere differenti dalle altre, ma per in­
auertenza
è ſtato meſſo co' caratteri ſteſſi delle propoſitioni del
l
' Autore, che è difetto.
Non è ſtato posſibile ſchiuare alcuni
falli
nello ſtampare.
Onde corregganſi in queſta maniera. Nel
la
Lettera à carte 1. faccia 2. verſi 25. toſſenoni, leggi tollenoni.

car
. 43. ver. 22. dell'angolo, all'angolo.
carte 48. f. 2. nella po­
ſtilla
, per la 2. di queſto; della 2. di queſto.
carte 87. f. 2.
ver
. 14. dalla, alla.
carte 93. ver. 32. cni, cui. carte 115. ver. 20.
Hlici
, Helici.
Gli altri errori di lettere meno importanti, & che
non
mouono il ſenſo alla, diſcretione del giudicioſo Lettore ſi ri
mettono
.
1
TRATTATI IN QVEST'OPERA
CONTENVTI
.
I. Della Bilancia, con la Stadera à carte 1 II. Della Leua. 35 III. Della Taglia. 56 IIII. Dell' Aſſe nella Rota. 102 V. Del Cuneo. 107 VI. Della Vite. 115
1
LIBRO DI
MECHANICHE
,
DELL
'ILLVSTRISSIMO
SIGNORE
,
II
. S. GVIDO VBALDO DE' MARCHESI
DEL
MONTE.
Diffinitioni.
Il centro della grauezza di ciaſcun corpo e vn
certo
punto poſto dentro, dal quale ſe con la
imaginatione
s'intende eſſerui appeſo il gra­
ue
, mentre è portato ſta fermo, & mantiene
quel
ſito, che egli hauea da principio, ne in
quel
portamento ſi riuolgendo.
Queſta diffinitione del centro della grauezza inſegnò
Pappo
Aleſſandrino nell'ottauo libro delle raccolte ma­
thematiche
.
Ma Federico Comandino nel libro del cen­
tro
della grauezza de' corpi ſolidi dichiarò l'iſteſſo centro in questa maniera deſcri­
uendolo
.
Il centro della grauezza di ciaſcuna figura ſolida è quel punto poſto
dentro
, d'intorno alquale le parti di momenti eguali da ogni parte
ſi
fermano.
Peroche ſe per tale centro ſarà condotto vn piano, che
ſeghi
in qual ſi voglia modo la figura, ſempre la diuiderà in parti,
che
peſeranno egualmente.
1
NOTITIE COMVNI.
I.
Se da coſe egualmente peſanti ſi leneranno coſe, che pur egualmente
peſino
, le reſtanti peſeranno egualmente.
II.
Se à coſe egualmente peſanti ſi aggiungeranno coſe, che pur egualmen
te
peſino, tutte inſieme peſeranno egualmente.
III.
Le coſe, che all'iſteſſo ſono eguali in peſo, ſono tra loro anco gra­
ui
egualmente.
PRESVPPOSTE.
I.
Di vno corpo è vn ſolo centro della grauezza.
II.
Il centro della grauezza di vn corpo è ſempre nel medeſimo ſito per
riſpetto
al ſuo corpo.
III.
I Peſi ſono portati in giu ſecondo il centro della grauezza.
DIFFINITIONI. La diffinitione è vn breue parlare, che manifeſta, & inte­
ramente
dichiara la coſa propoſta, ſi fattamente che non ſi poſſa trouare condi­
tione
, ouero accidente alcuno principale in eſſa coſa, ſe la diffinitione è buona,
che
non ſia in virtù compreſa, & detta da lui; come per eſempio l'Autore qui di
ſopra
da ad intendere che ſia il centro della grauezza con due diffinitioni.
Le Notitie comuni poi ſono certe ſentenze manifeſte al ſenſo comune de gli huomi­
ni
, lequali pur che vi ſi ponga mente, ſubito vdite, ſi intendono, & ſe le preſta il
conſentimento
.
Ma la Preſuppoſta è diuerſa, peroche mette per vero la coſa coſi eſſere, come ſi pro­
pone
ſenza altro diſcorſo per farla conoſcere.
1
DELLA BILANCIA
Avanti che ſi faccia mentione della Bilancia, accioche la
coſa
reſti più chiara, ſia la Bilancia AB in linea diritta, &
CD
la Truttina della Bilancia, laquale ſecondo la conſuetu
dine
comune ſtà ſempre à piombo dell'orizonte.
& il punto C im
mobile
, d'intorno alquale ſi volge la Bilancia, ſi chiami il centro del
la
bilancia, ſia pur collo­
cato
di ſopra della bilan
cia
, ò di ſotto, benche
non
propriamente, che
non
fa nulla Ma il CA,
& il CB ſiano le diſtan
ze
, & braccia della Bilan
cia
, coſi nomate.
& ſe
dal
centro della bilancia
collocato
di ſopra, ò di
ſotto
della Bilancia, ſarà
tirata
vna linea à piom­
bo
di AB, queſta ſi chia
merà
perpendicolo, che
ſoſterrà
la Bilancia AB,
& ſempre ſtarà à piom­
bo
di eſſa Bilancia, mo­
uaſi
ella in qual ſi voglia
modo
.
2[Figure 2]
Concioſia che in queſto trattato della Bilancia, & ne gli altri ancora l'Autore vſi
alcune
parole, lequali non ſi ſono potute traſportare commodamente in volga­
re
, per non eſſere eſſe anco ſtate accettate in queſta lingua, ne inteſe da ognuno,
io
le ho laſciate coſi latine.
Ma accioche non facciano difficultà à coloro, i quali
non
intendono il latino, le andrò per tutto à fuoi luoghi dichiarando.
Nel reſto poi delle parole mi ſono attenuto più al chiaro, & all'vſato, che ſia posſi­
bile
, & ho poſto angolo retto, & linea retta in cambio di angolo diritto, & linea
diritta
, & linea della direttione in lo co di linea della dirittura, & coſi diretto per
diritto
, & alcuna volta magnitudine in vece di grandezza, & angolo miſto per
meſcolato
, & angolo curuilineo per di linee torte, & linea curua per torta, & ſoli­
do
per ſodo, & forſe qualche altro vocabolo poco vſato in queſta noſtra fauella,
ſtimando
che coteſte parole ſiano per dimoſtrare maggiormente la coſa, & la in­
tentione
dell' Autore: & etiandio deſiderando, che ſi rendano famigliari, & dome
ſtiche
in queſta ſcienza, talche ognuno le poſſa ageuolmente intendere.
Trutina è quella coſa, che ſoſtiene tutta la Bilancia, laquale Trutina pigli a il Perno,
ouero
l'Aſſetto, & nomaſi in queſti paeſi Gioa, altroue Giouola, ouero l'orecchie
della
Bilancia, & in altre contrade Scocca, talche non ſi troua ſin hora vocabolo,
1che in Italia communemente vi ſi confaccia, ne alcuno di queſti ſarebbe inteſo
per
tutto.
Onde io ho ſcritto coſi la Trutina, ſperando, che ſi habbia à fare termi
ne
, & parola generale à tutte le nationi d'Italia.
Perpendicolo vuol dire quella linea, che ſporge in fuori dal centro della Bilancia al
mezo
di detta Bilancia, ilqual Perpendicolo è ſolamente nelle Bilancie, lequali han
no
il centro di fuori della Bilancia, o ſia di ſotto, ò ſia di ſopra.
Ma quando il cen­
tro
della Bilancia è nel mezo di eſſa, all'hora non vi è queſto Perpendicolo per eſ
ſere
il centro della Bilancia, & il mezo di eſſa vn'iſteſſo punto.
Et queſto Perpen­
dicolo
è coſa imaginata dall' Autore ſolamente, & non da altri, per ageuolare al­
cune
dimoſtrationi della Bilancia, che di nouo ha inueſtigate: & non è la linguet­
ta
, ne meno la linea della direttione, ò dirittura che ſi habbia à dire.
LEMMA.
Sia la linea AB à piombo dell'orizonte, & col diametro AB ſi deſcri­
ua
il cerchio AEBD, il cui centro ſia C.
Dico il punto B eſſere
l
'infimo luogo della circonferenza del cerchio AEBD, & il pun­
to
A il piu alto, & quali ſi voglian punti, come DE, i quali ſiano
però
egualmente diſtanti da A eſſere egualmente poſti di ſotto, &
quelli
che ſtanno piu da preſſo ad eſſo A, eſſere più alti di quelli, che
ſono
più da lunge.
Allunghiſi la linea AB fin al centro del mondo,
che
ſia F.
Dapoi ſia preſo nella circonferenza
del
cerchio qual ſi voglia punto, come G, & ſi
congiungano
le linee FG FD FE.
Hor per­
cioche
BF è la minima linea di tutte quelle,
che
dal punto F ſono tirate alla circonferenza
AEBD
, ſarà la BF minore della FG.
Per
laqual
coſa il punto B ſarà piu da preſſo al pun­
to
F, che il G.
Et per cotesta ragione ſi dimo­
strerà
, che il punto B ſta più da preſſo al centro
del
mondo di qual ſi voglia altro punto della cir­
conferenza
del cerchio AEBD.
Sarà dunque
il
punto B l'infimo luogo della circonferenza del
cerchio
AEBD.
Dapoi perche AF tirata
per
lo centro è maggiore di GF, ſarà il punto A
più
alto non ſolamente di G, ma etiandio di qual
ſi
voglia altro punto della circonferenza del cer­
chio
AEBD.
Oltre à ciò perche DF, & FE
ſono
eguali, i punti DE ſaranno egualmente di
stanti
dal centro del mondo.
Et eſſendo DF
maggiore
di FG, ſarà il punto D, che è più da
preſſo
al punto A, più alto del punto G, lequali
coſe
tutte erano da moſtrarſi.
Per la ottaua del terzo.
3[Figure 3]
1
Queſto vocabolo Lemma greco vſato da tutti i volgarizatori di Euclide, & da gli
altri
Scrittori di Mathematica ancora, accettato anch'io.
Ma ben con tutto ciò
ſtimo
che egli habbia meſtieri di vn poco di lume per eſſer inteſo; & viene à dire,
ſi
come nota Cicerone nel ſecondo della Diuinatione, coſa che prima ſi prende
per
render facile l'intendimento delle coſe, lequali ſi hanno dapoi à moſtrare, &
non è Preſuppoſta, perche ella non ſi proua con ragione, ma ſupponſi; ma il Lemma
ſi
dimoſtra, come in queſto luogo, che prende il punto B eſſere poſto nell'infimo
ſito
della circonferenza del cerchio, & lo proua per douerſene valere nelle ſeguen
ti
dimoſtrationi.
Doue in queſto Lemma ſi dice, che la linea AB è à piombo dell'orizonte, intendaſi
per
orizonte il piano della campagna, & del terreno ſottopoſto, volendo dire ori
zonte
parola greca vn cerchio, che termina la noſtra veduta, & abbraccia & diui
de
la metà della terra tutta.
Quando dunque ſi troua in queſti libri vna linea, oue­
ro
altra quantità eſſere à piombo, ouero egualmente diſtante, ò inchinata all'ori­
zonte
, intendaſi per l'orizonte il piano della campagna, ò del terreno.
PROPOSITIONE I.
Se il peſo ſarà ſoſtenuto nel centro della ſua grauezza da linea diritta
non
ſi fermerà giamai, ſe quella iſteſſa linea non ſarà à piombo del
l
'orizonte.
4[Figure 4]
Sia il peſo A, & il centro della ſua
grauezza
B, ilqual peſo venga ſo
ſtenuto
dalla linea CB.
Dico che
il
peſo non è per fermarſi giamai,
ſe
CB non ſarà à piombo dell'
rizonte
.
Sia il punto C immobi­
le
, eſſendo coſi neceſſario, accio il
peſo
ſia ſoſtenuto: & eſſendo il pun
to
C immobile, ſe il peſo A de­
ueſi
mouere, il punto B deſcriuerà
la
circonferenza di vn cerchio, il
cui
mezo diametro ſarà CB.
Per
laqual
coſa ſu'l centro A & con
lo
ſpatio BC ſi deſcriua il cerchio
BFDE
.
& ſia di prima BC à
piombo
dell'orizonte, & ſia tirata
ſin
à D, & il punto C ſtia di ſot
to
al punto B.
Hor percioche il peſo A ſi moue in giù ſecondo il centro della gra­
uezza, il punto B ſi mouerà in giù, oue naturalmente inchina verſo il centro del mon
do
per la linea diritta BD: tutto il peſo A dunque con B ſuo centro della gra­
uezza
, grauerà ſopra la linea diritta BC, & concioſia che il peſo venga ſoſtenuto
dalla
linea CB, la linea CB ſoſterrà tutto il peſo A, ſopra laquale non puote mo
1uerſi in giù, eſſendogliene da eſſa
vietato
.
Per la diffinitione dun­
que
del centro della grauezza, il
punto
B & il peſo A ſtaranno
in
queſto ſito.
& quantunque il
B
ſia piu alto di qual ſi voglia al­
tro
punto del cerchio, tuttauia non
ſi
mouerà in giù da queſto ſito per
la
circonferenza del cerchio, pero­
che
non ſi inchinerà più verſo lo F,
che
verſo lo E, per eſſere nell'vna
parte
& nell'altra eguale la diſce­
ſa
: ne il peſa A piu ſtà pendente
in
vna parte che nell'altra, ilche
non
auiene in qual ſi voglia altro
punto
della circonferenza del cer­
chio
, eccettuato il D.
Sia il centro
5[Figure 5]
della
grauezza dell'iſteſſo peſo, come in F, concioſia che la diſceſa ſia dal punto
F
verſo il D, & la aſceſa verſo il B, però il punto F moueraſſi in giù: & per­
cioche
non ſi puote mouere al centro del mondo per linea diritta, per eſſere impe­
dito
dal punto C immobile per cauſa della linea CF, ma ben ſi mouerà ſempre
in
giù come richiede la ſua natura: & eſſendo il D il luogo infimo, ſi mouerà per
la
circonferenza FD finche peruenga in D, nelqual ſito fermeraſſi il peſo, &
reſterà
immobile, perche non ſi puote più mouere in giù per eſſere attaccato al
punto
C, anche percioche egli è ſoſtenuto nel ſuo centro della grauezza.
Et
quando
F ſarà in D, ſarà ſimilmente la FC in DC, & inſieme à piombo
dell
'orizonte.
il peſo dunque non ſi fermerà giamai finche la linea CF non ſtia
à
piombo dell'orizonte, che biſognaua prouare.
Per la terza preſupposta di questo.
Di quì ſi puote cauare, che il peſo ſia pur ſoſtenuto in vn dato punto
in
qual ſi voglia modo, non ſtarà fermo giamai, ſe non quando la
linea
tirata dal centro della grauezza del peſo à quel punto, ſtia à
piombo
dell'orizonte.
1
Come, poſte le coſe iſteſſe, ſia ſoſtenuto
il
peſo dalle linee CG CH.
Dico
che
ſe la tirata linea BC ſarà à
piombo
dell'orizonte, il peſo ſtarà
fermo
: ma ſe la tirata linea CF
non
ſarà à piombo dell'orizonte, il
punto
F ſimouerà in giù fin al D,
nel
qual ſito ſtarà fermo il peſo,
& la tirata linea CD ſarà à piom­
bo
dell'orizonte.
Le quali coſe
tutte
con la ragione medeſima ſi pro­
uerebbono
.
6[Figure 6]
PROPOSITIONE II.
La bilancia egualmente diſtante dall'orizonte, il cui centro ſtia ſopra
la
detta bilancia, & che habbia i peſi eguali nelle ſtremità, & egual­
mente
diſtanti dal perpendicolo, ſe da cotale ſito ſarà moſſa, &
nell
'iſteſſo di nuouo laſciata, ritornerà, & iui reſterà.
7[Figure 7]
Sia la bilancia AB in
linea
diritta egualmen
te
diſtante dall'orizon
te
, il cui centro C ſia
ſopra
la bilancia, &
ſia
CD il perpendi­
colo
, il quale ſarà à
piombo
dell'orizonte:
& la diſtanza DA
ſia
eguale alla diſtan­
za
DB: & ſiano i
peſi
in AB eguali,
i
centri della grauez­
za
de' quali ſiano ne i
punti
AB.
Mouaſi
da
queſto ſito la bi­
lancia
AB come in EF, dapoi ſia laſciata.
Dico che la bilancia EF ritor­
neràin
AB diſtante egualmente dall'orizonte, & iui rimanerà.
Hora percioche
1il punto C ſtà immobì
le
mentre la bilancia ſi
moue
, il punto D veni
à deſcriuere vna cir­
conferenza
di cerchio, il
cui
mezo diametro ſa­
CD.
Per laqual
coſa
co'l centro D, &
lo
ſpatio CD deſcri­
uaſi
il cerchio DGH.
Et perche CD ſempre
ſtà
à piombo della bi­
lancia
, mentre la bilan
cia
ſarà in EF, la li­
nea
CD ſarà in CG
ſi
fattamente, che CG
8[Figure 8]
venga
ad eſſere à piombo di EF: & concioſia che AB ſia diuiſa in due parti
eguali nel punto D, & i peſi in AB ſiano eguali, ſarà etiandio il centro della
grauezza
della magnitudine compoſta di queſti due corpi AB nel mezo, cioè in
D
: & quando la bilancia inſieme co i peſi ſarà in EF, ſarà parimente G il cen
tro
della grauezza della magnitudine compoſta di eſſi AB: & percioche CG
non
è à piombo dell'orizonte, la grandezza compoſta de i peſi EF non rimarrà
in questo ſito, ma ſi mouerà in giù ſecondo il centro della grauezza ſua, che è in
G
, per la circonferenza GD, finche ſi faccia à piombo dell'orizonte, cioè finche
CG
ritorni in CD.
Et quando CG ſarà in CD, la linea EF (perche ſem­
pre
ſtà ad angoli retti con CG) ſarà in AB, nelqual ſito ſtarà ferma.
La bi­
lancia dunque EF ritornerà in AB, laquale è diſtante egualmente dall'orizon­
te
, & iui rimarrà, che biſognaua dimoſtrare.
Per la quarta del primo di Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Per la prima di questo.
Per la prima di questo.
PROPOSITIONE III.
La bilancia egualmente diſtante dall'orizonte, che habbia nelle ſtre­
mità
peſi eguali, & egualmente lontani dal perpendicolo, eſſendo
collocato
il centro di ſotto, rimarrà in queſto ſito.
Ma ſe indi ſarà
moſſa
, & laſciata à baſſo, ſi mouerà ſecondo la parte piu baſſa.
19[Figure 9]
Sia la bilancia AB in
linea
diritta, egual­
mente
diſtante dall'ori
zonte
, il cui centro C
ſia
di ſotto alla bilan­
cia
, & ſia CD il per­
pendicolo
, ilquale ſarà
à
piombo dell'orizon­
te
, & la diſtanza AD
ſia
eguale alla distan­
za
DB, & ſiano in
AB
peſi eguali, i cen­
tri
della grauezza de'
quali
ſiano ne' punti
AB
.
Dico primiera­
mente
che la bilancia
AB
ſtarà ferma in
queſto
ſito.
Hor percioche AB ſi diuide in parti eguali nel punto D, & i
peſi
poſti in AB ſono eguali, ſegue, che il punto D ſia il centro della grauez­
za
della magnitudine compoſta di ambedue i corpi meſſi in AB; & il CD che
ſostiene la bilancia ſtà à piombo dell'orizonte: Adunque la bilancia AB in
queſto
ſito rimarrà ferma.
Ma da queſto ſito mouaſi la bilancia AB come in
EF
, & laſciſi dapoi.
Dico che la bilancia EF ſi mouerà dalla parte dello F.
Et percioche il CD ſtà ſempre à piombo della bilancia, mentre la bilancia ſarà
in
EF verrà ad eſſere anche il CD in CG à piombo di EF, & il punto
G della magnitudine composta di EF ſarà il centro della grauezza, ilquale men
tre
ſi moue deſcriuerà la circonferenza del cerchio DGH, il cui mezo diametro
è
CD, & il centro C.
Ma perche CG non ſtà à piombo dell'orizonte, la
grandezza
compoſta de i peſi EF non rimarrà in questo ſito, ma ſecondo il cen­
tro
della ſua grauezza ſi mouerà in giù per la circonferenza GH.
La bilancia
dunque
EF ſi mouerà in giù dalla parte dello F, che biſognaua moſtrare.
Per la quarta del primo d' Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Per la prima di questo.
PROPOSITIONE IIII.
La bilancia egualmente diſtante dall'orizonte, & che habbia nelle ſtre
mità
peſi eguali, & egualmente diſtanti dal centro collocato in eſſa
bilancia
.
Se ella indi ſarà moſſa, ò non, douunque ella ſarà laſcia­
ta
, rimarrà.
1
Sia la bilancia nella linea
diritta
AB egualmen
te
diſtante dall'orizon­
te
, il cui centro C ſia
nella
iſteſſa linea AB,
& la diſtanza CA ſia
eguale
alla distanza
CB
, & ſiano i peſi
AB
eguali, i cui cen­
tri
della grauezza ſtia
no
ne i punti AB.
Mo
uaſi
la bilancia come in
DE
, & iui ſia laſcia­
ta
.
Dico primamen­
10[Figure 10]
te
che la bilancia DE non ſi mouerà, & rimarrà in quel ſito.
Hor percioche i
peſi
AB ſono eguali, ſarà il centro della grauezza della magnitudine compoſta
delli
due peſi A & B in C.
Per laqual coſa l'iſteſſo punto C ſarà il centro
della
bilancia, & il centro della grauezza di tutto il peſo.
Et percioche il centro
della
bilancia che è C, mentre la bilancia AB inſieme co'peſi ſi moue in DE,
rimane
immobile, non ſi mouerà ne anche il centro della grauezza, che è l'iſteſſo C.
Adunque ne anche la bilancia DE ſi mouerà per la diffinitione del centro della
grauezza
, eſſendo in eſſo appiccata.
L'iſteſſo accade parimente ſtando la bilancia
AB
egualmente diſtante dall'orizonte, ouero eſſendo in qual ſi voglia altro ſito.
Rimarrà dunque la bilancia oue ſarà laſciata, che biſognaua moſtrare.
Benche habbiamo conſiderato nelle coſe predette le grauezze ſolamente delle magni­
tudini
, le quali ſono poſte nelle ſtremità della bilancia, ſenza la grauezza della bi­
lancia
; niente di manco per eſſere anche le braccia della bilancia eguali, auenirà lo
iſteſſo
alla bilancia, conſiderata la ſua grauezza inſieme co' peſi, ouero ſenza peſi,
percioche
il centro isteſſo della grauezza ſenza peſi ſarà anco centro della grauez­
za
della bilancia ſola.
Similmente ſe li peſi ſaranno appiccati nelle ſtremità del­
la
bilancia, come ſuole farſi, auerrà l'isteſſo, purche le linee tirate da i punti oue ſo­
no
attaccati i peſi verſo i centri delle grauezze, (mouaſi la bilancia in qual ſi vo­
glia
modo) vadano à concorrere nel centro del mondo, peroche doue ſono attaccati
i
peſi in questa maniera, iui grauano, come ſe in quegli ſteſſi punti baueſſero i cen
tri
delle grauezze.
Oltre à ciò poßiamo conſiderare le coſe che ſeguono in tut­
to
al modo iſteſſo.
Ma percioche à queſta vltima conchiuſione molte coſe dette da alcuni, che ſentono al­
tramente
, paiono contraſtare; però in coteſta parte egli ſarà biſogno dimorare
alquanto
, & ſecondo le mie forze non ſolo farò opra di difendere la propria
mia
ſentenza, ma Archimede ancora, ilquale ſembra eſſere ſtato in queſto iſteſ­
ſo
parere.
Giord. de' peſi. Il Cardano della ſottigliezza. Il Tartaglia de' queſiti, & inuentioni
1
Poſte le coſe iſteſſe, ſia
tirata
la linea FCG
à
piombo di AB, &
dell
'orizonte: & col
centro
C, & lo ſpa­
tio
CA ſia deſcrit­
to
il cerchio ADFB
EG
: ſaranno i punti
ADBE
nella circon
ferenza
del cerchio,
per
eſſere le braccia
della
bilancia eguali.
& percioche conuen­
gono
queſti autori in
vna
ſentenza, affer­
mando
, che la bilan­
cia
DE non ſi moue
in
FG, ne rimane in
11[Figure 11]
DE, ma ritorna nella linea AB egualmente diſtante dall'orizonte, moſtrerò que
ſta
loro opinione non potere à modo alcuno ſtare.
Percioche ſe egli è vero quel
che
dicono, ouero auenirà questo effetto per eſſere il peſo D più graue del peſo E,
ouero
ſe li peſi ſono eguali, le diſtanze nelle quali ſono poſti, non ſaranno eguali,
cioè
la CD non ſarà eguale alla CE, ma più grande.
Ma che i peſi col­
locati
in DE ſiano eguali, & la diſtanza CD ſia eguale alla diſtanza CE, è
chiaro
dalla preſuppoſta.
Hor perche dicono che il peſo poſto in D in quel ſi­
to
è più graue del peſo poſto in E nell altro ſito da baſſo: mentre i peſi ſono in
DE
, non ſarà il punto C piu centro della grauezza, imperoche non stanno fer­
mi
ſe ſono attaccati al C, ma ſarà nella linea CD per la terza del primo di Ar
chimede
delle coſe che peſano egualmente.
Non ſarà già nella CE per eſſere il
peſo
D più graue del peſo E: ſia dunque in H, nelquale ſe ſaranno attacca­
ti
, rimarranno.
Et percioche il centro della grauezza de' peſi congiunti in AB
ſtà
nel punto C: ma de' peſi poſti in DE il punto è H: mentre dunque i peſi
AB
ſi muouono in DE, il centro della grauezza C moueraßi verſo D, &
s
'appreſſerà più da vicino al D, ilche è impoßibile, per mantenere i peſi vna me­
deſima
diſtanza fra loro: peroche il centro della grauezza di ciaſcun corpo ſtà ſem­
pre
nel medeſimo ſito per riſpetto al ſuo corpo.
Et quantunque il punto C ſia il
centro della grauezza di due corpi A. & B, tuttauia per eſſere mediante la bi­
lancia
coſi giunti inſieme, che ſempre ſi trouano nell'isteſſo modo; però il punto C
ſarà coſi centro della grauezza loro, come ſe foſſe vna ſola magnitudine; percio­
che
la bilancia inſieme co' peſi fa vn ſolo corpo continuo, il cui centro della grauez
za
ſempre ſtarà nel mezo.
Non è dunque il peſo poſto in D più graue del pe­
ſo
poſto in E.
Che ſe diceſſero il centro della grauezza non nella linea CD, ma
1nella CE douer eſſere, auerrà l'iſteſſo fallo.
Per la ſeconda ſupposta di questo.
Per la quarta del primo di Archime de delle coſe che peſano egualmente.
Di più ſe il peſo D ſi mouerà in giù, mouerà il peſo E in . Adunque vn peſo
più
graue di E nel medeſimo ſito peſerà tanto quanto il peſo D, & auerrà che
coſe
graui diſuguali, poſte in eguale distanza peſeranno egualmente.
Aggiun­
gaſi
dunque al peſo E qualche coſa graue, ſi fattamente, che contrapeſi al D ſe
nel
C ſaranno attac
cati
.
Ma eſſendo ſta­
to
di ſopra moſtrato
il
punto C eſſere il cẽ­
tro della grauezza di
peſi
eguali poſti in
DE
; ſe dunque il pe­
ſo
.
E ſarà più graue
del
peſo D, ſarà anche
il
centro della grauez
za
nella linea C E.
& ſia queſto centro
il
K.
Ma per la diffi­
nitione
del centro del
la
grauezza, ſe li peſi
ſaranno
appiccati al
K
, staranno fermi.
Dunque ſe ſaranno
12[Figure 12]
appiccati al C, non ſtaranno fermi, che è contra la preſuppoſta: ma il peſo E ſi
mouerà in giù. Che ſe appiccati al C peſaſſero ancora egualmente, naſcerebbe
che
di vna magnitudine, due ſarebbono i centri della grauezza, che è impoſſibile.
Adunque il peſo poſto in E più graue di quello che è in D, non peſerà tanto
quanto
il D attaccandoſi al punto C.
I peſi dunque eguali poſti in DE, attac­
cati
nel centro della loro grauezza peſeranno egualmente, & ſtaranno immobili,
che
ſu proposto di moſtrare.
Per la terza del primo di Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Per la prima ſupposta di questo.
A queſta vltima ſconueneuolezza riſpondono, dicendo eſſere impoſſibile aggiungere al
lo
E ſi picciolo peſo, che in ogni modo ſe ben ſi appiccano al C, il peſo E non
ſi
moua ſempre in giù verſo il G.
La qual coſa habbiamo noi preſuppoſto poterſi
fare
, & credeuamo poterſi fare: Peroche quel che è di più del peſo D ſopra
il
peſo E, hauendo ragione, & parte di quantità, ſi imaginauamo non ſolamente
eſſere
minimo, ma ancora poterſi diuidere in infinito, il che eßi per certo non ſola­
mente
minimo, ma ne anche eſſere minimo, non potendoſi ritrouare, ſi sforzano di
moſtrare
in queſta maniera.
Il Tartaglia nella ſesta propoſitione del quarto libro.
1
Ponganſi le coſe isteſſe
& da i punti DE
ſiano
tirate le linee
DHE
K à piombo
dell
'orizonte, & ſia
vn
'altro cerchio L
DM
, il cui centro
ſia
N, ilquale toc
chi FDG nel pun
to
D, & ſia eguale
ad FDG. Sarà
NC
linea retta: &
perche
l'angolo K
EC è eguale all'an­
golo
HDN, &
l
'angolo CEG è pa
rimente
eguale al­
l
'angolo NDM,
13[Figure 13]
peroche egli è contenuto da mezi diametri, & da circonferenze eguali: ſarà il re­
stante
angolo & miſto KEG eguale al reſtante angolo & miſto HDM. Et per­
cioche
preſuppongono, che quanto è minore l'angolo contenuto dalla linea tirata à
piombo
dell'orizonte, & dalla circonferenza, tanto in quel ſito eſſere anco più gra
ue
il peſo.
Talche ſi come l'angolo contenuto da HD, & dalla circonferenza
DG
, è minore dell'angolo KEG, cioè dell'angolo HDM, coſi ſecondo queſta
proportione
il peſo poſto in D ſia più graue di quello che ſtà in E.
Ma la pro­
portione
dell'angolo MHD all'angolo HDG è minore di qual ſi voglia altra
proportione
, che ſi troui tra la maggiore, & minore quantità: Adunque la pro­
portione
de i peſi DE ſarà la minima di tutte le proportioni, anzi non ſarà quaſi
ne
anche proportione, eſſendo la minima di tutte le proportioni.
Che la propor­
tione
di MDH verſo HDG ſia di tutte la minima, moſtrano con queſta ne­
ceſſaria
ragione, peroche MHD ſupera HDG con angolo di linea curua, che
è
MGD, ilquale angolo è il minimo di tutti gli angoli fatti di linee rette: ne po­
tendoſi
dare angolo minore di MGD ſarà la proportione di MDH verſo HDG
la
minima di tutte le proportioni.
Laqual ragione pare eſſere grandemente friuo­
la
, peroche quantunque l'angolo MDG ſia di tutti gli angoli fatti di linee rette
il
minore, non perciò ſegue totalmente egli eſſere di tutti gli angoli il minimo, im­
peroche ſia dal punto D tirata la linea DO à piombo di NC, ambedue que­
ste
toccheranno le circonferenze LDMFDG nel punto D.
Ma percioche le
circonferenze
ſono eguali, ſarà l'angolo MDO misto eguale all'angolo ODG mi­
ſto
.
L'vno de gli angoli dunque, cioè ODG ſarà minore di MDG, cioè minore
del minimo. Dapoi l'angolo ODH ſarà minore dell'angolo MDH. Per laqual coſa
ODH
haurà proportione minore all'angolo HDG, che MDH all'iſteſſo
1HDG. Daraſſi dunque la proportione anco minore della minima, laquale mostre­
remo
dauantaggio in infinito minore in questo modo.
Deſcriuaſi il cerchio DR,
il
cui centro ſia E, & il mezo diametro ED, la circonferentia DR tocche­
la circonferenza
DG
nel punto D,
& la linea DO nel
punto D. Per laqual
coſa
minore ſarà l'an
golo
RDG dell'an­
golo
ODG, & ſi­
milmente
l'angolo R
DH
dell'angolo O
DH
.
Adunque ha­
uerà
minore propor­
tione
RDH ad HD
G
di quel che haurà
ODH
ad HDG.
Pigliſi dapoi tra E
& C, come ſi vuo­
le
, il punto P, dal
quale
nella diſtanza
14[Figure 14]
di PD ſi deſcriua vn'altra circonferenza DQ, laquale toccherà la circonferen­
tia
DR, & la circonferentia DG nel punto D, & l'angolo QDH ſarà mi
nore
dell'angolo RDH.
Adunque QDH haurà proportione minore ad HDG
che
RDH ad HDG, & nell'iſteſſo modo in tutto, ſe tra il C & il P ſi tor­
vn'altro punto, & tra queſto, & il C vn'altro, & coſi ſucceßiuamente ſi de­
ſcriueranno
infinite circonferentie tra DO, & la circonferenza DG: dalle quali
troueremo
ſempre la proportione minore in infinito: & coſi ſegue, che la propor­
tione
del peſo poſto in D al peſo poſto in E non ſia tanto picciola, che non ſi
poſſa
ritrouarla ſempre minore in infinito.
Et perche l'angolo MDG ſi puote
diuidere
in infinito, ſi potrà anche diuidere quel più di grauezza che ha il D ſo­
pra
lo E in infinito.
Per la ſeconda del terzo.
Per la vigeſimanona del primo.
Per la deci­ma ottaua del terzo.
Per la ottaua del quinto.
Per la vndecima del terzo.
Per la decima ottaua del terzo.
1
Ne biſogna tralaſciare, che
eglino
hanno preſuppoſto
nella
demoſtratione l'ango
lo
KEG eſſer maggiore del
l
'angolo HDC, come co
ſa
nota: il che ben è vero ſe
DHE
K ſono fra loro
gualmente
diſtanti.
Ma
percioche
, come eßi pari­
mente
preſuppongono, le
linee
DHEK ſi vanno à
trouare
nel centro del mon
do
, le linee DHEK non
ſaranno
egualmente diſtan
ti
giamai, et l'angolo KEG
non
ſolo non ſarà maggio­
re
dall'angolo HDG, ma
minore
.
Come per gra­
tia
di eſſempio, ſia tirata la
linea
FG ſin al centro del
mondo
, che ſia S, & con
giunganſi
DS ES.
Egli
è
da mostrare l'angolo SE
G
eſſere minore dell'ango
lo
SDG.
Tiriſi dal punto
E
la linea ET, che toc­
chi
il cerchio DGEF, &
dall
'iſteſſo punto ſia tirata
la
EV egualmente diſtan
15[Figure 15]
te da DS: Percioche dunque EVDS ſono tra loro egualmente diſtanti, ſimil­
mente
ET DO ſono egualmente diſtanti: ſarà l'angolo VET eguale all'ango­
lo
SDO: & l'angolo TEG eguale all'angolo ODM, per eſſere contenuto da
linee
toccanti la circonferenza, & da circonferenze eguali.
Tutto l'angolo dun­
que
VEG ſarà eguale all'angolo SDM.
Leuiſi via dall'angolo SDM l'ango
lo
di linee curue MDG: & dall'angolo VEG leuiſi via l'angolo VES, &
l
'angolo VES fatto di linee rette è maggiore dell'angolo MDG fatto di linee
curue
; ſarà il reſtante angolo SEG minore dell'angolo SDG.
Per laqual coſa
dalle
preſuppoſte loro non ſolo il peſo posto in D ſarà più graue del peſo poſto
in
E, ma per lo contrario il peſo E ſarà più graue dell'iſteſſo D.
1
Producono tutta via
ragioni
con le quali
ſi
sforzano di mo­
ſtrare
, che la bilan­
cia
DE ritorna per
neceßità
in AB
gualmente
distante
dall
'orizonte.
Pri­
ma
dimoſtrano l'
ſteſſo
peſo eſſere più
graue
in A, che
in
altro ſito, che
chiamano
ſito della
egualità
, eſſendo la
linea
AB egual­
mente
diſtante dal­
l
'orizonte.
Da­
poi
quanto è più da
16[Figure 16]
preſſo allo A, tanto eſſere piu graue di qual ſi voglia altro più da lontano, cioè
il
peſo poſto in A eſſere più graue, che in D; & in D, che in L: & ſimil­
mente
in A più graue, che in N; & in N più graue, che in M.
Conſide­
rando ſolamente vn peſo in vno delle braccia in , ouero in giù moſſo. Percio­
che
dicono, poſta la trutina della bilancia in CF, il peſo meſſo in A è più lunge
dalla
trutina che in D; & in D più lunge, che in L: peroche tirate le linee DO
LP à piombo di CF, la linea AC reſta maggiore di DO, & DO di eſſa LP,
& auiene l'iſteſſo ne i punti NM.
Dapoi dicono da qual luogo il peſo ſi mo­
ue
più velocemente, iui è più graue: ma egli ſi moue più velocemente dallo
A, che da altro ſito; adunque egli è più graue nello A. Con ſimile mo­
do
, quanto più egli è da preſſo allo A, tanto più velocemente ſi moue:
adunque
nel D ſarà più graue, che in L.
L'altra cagione poi che cauano dal mo­
uimento più diritto, & più torto è, che quanto il peſo diſcende più diritto in archi
eguali
, pare eſſer anco più graue; concioſia che il peſo eſſendo libero, & ſciolto, ſi
moua
di ſua propria natura per lo diritto; ma in A egli diſcende più dirittamen
te; dunque in A ſarà più graue, & dimoſtrano ciò pigliando l'arco AN egua­
le
all'arco LD.
& da i punti NL ſiano tirate le linee NRLQ egualmente di­
ſtanti
dalla linea FG, laquale chiamano anche della direttione; & quelle altre ſe­
gheranno
le linee ABDO in QR, & dal punto N ſia tirata la NT à piombo
di
FG: Dimoſtrano veramente LQ eſſere eguale à PO, & NR ad eſſa CT,
& la linea NR eſſer maggiore di Lq.
Hor percioche la diſceſa del peſo dallo A
fin
ad N per la circonferentia di AN trapaſſa maggior parte della linea FG,
(che eßi chiamano pigliare di diritto) che la diſceſa di L in D per la circonferenza
LD
; concioſia che la diſceſa AN trapaßi la linea CT, ma la diſceſa LD la linea
1PO, & CT è maggiore di PO, la diſceſa di AN ſarà più diritta, che la di­
ſceſa
di LD: ſarà dunque più graue il peſo poſto in A, che in L, ouero in qual
ſi
voglia altro ſito, & nell'iſteſſo modo dimoſtrano, che quanto il peſo è più vicino
allo
A, è più graue; cioè ſiano le circonferenze LD DA tra loro eguali, &
dal
punto D ſia tirata la linea DR à piombo di AB; ſarà la DR eguale al­
la CO. & dimo­
ſtrano
poſcia, che
la
linea DR è mag
giore
della LQ, &
dicono
che la ſceſa
di
DA prende più
di
ſceſa diritta, che
non
fa LD, pe­
roche
è maggiore
la
linea CO, che
la
OT: Per la­
qual
coſa il peſo ſa
più graue in D,
che
in L, ilche pa
rimente
auiene ne
punti
NM.
&
coſi
il preſuppoſto,
per
loquale dimo­
17[Figure 17]
ſtrano la bilancia DE ritornare in AB aſſermano come noto, & manifeſto; cioè
che ſecondo il ſito il peſo è tanto più graue, quanto nel medeſimo ſito manco tor­
ta
è la ſceſa: & la cagione di cotal ritorno dicono eſſere queſta; peroche la ſceſa del
peſo
poſto in D è più diritta della ſceſa del peſo poſto in E, per pigliare il peſo
di E manco della direttione in deſcendendo che non fa il peſo di D pur nel diſcen
dere
: Come ſe l'arco EV ſia eguale à DA, & ſiano tirate VHET à piom
bo
di FG; ſarà maggiore DR di TH.
Per laqual coſa per la preſuppoſta il pe
ſo meſſo in D per riſpetto al ſito ſarà più graue del peſo meſſo in E. Adunque
il
peſo meſſo in D eſſendo più graue ſi mouerà in giù, & il peſo poſto in E in
ſu
fin che la bilancia DE ritorni in AB.
Il Cardano nel primo della ſottigliezza.
Giordano nella quarta propoſitione.
Il Tartaglia nella quinta propoſitione.
Il Cardano. Giordano alla propoſitione quarta.
Il Tartaglia alla propoſitione. 5.
Per la trigeſimaquarta del primo.
Giordane nella quarta preſupposta.
Giordano nella ſeconda propoſitione.
Il Tartaglia nella quinta propoſitione.
L'altra ragione ancora di queſto ritorno è, che quando la trutina della bilancia è ſopra
di lei in CF; la linea CG è la meta: & percio che l'angolo GCD è maggiore
dell
'angolo GCE, & l'angolo maggiore dalla meta rende più graue il peſo: adun­
que
ſtando la trutina della bilancia di ſopra ſarà più graue il peſo in D, che in E,
& perciò il D ritornerà nello A, & lo E nel B.
Il Cardano.
Meta è pur voce Latina coſtumata da gli antichi ne i giuo chi, & conteſe fatte ne i cer
chi
murati, & ne i Theatri, percio che il principio, oue ſi dauano le moſſe a' corri­
tori
, ſi chiamaua Carcere, & il fine Meta; di modo, che meta viene à dire termine
& fine: & piu in altro ſignificato il luogo piu baſſo, & infimo.
Hor qui ſi puote
1intendere ad ambidue i modi, cioè che la linea CG ſia la meta, cioè il termine
& fine, nelquale ha da peruenire il peſo collocato nella bilancia; ouero il luogo
infimo
della circonferenza, alquale capita il peſo per natura.
Doue ſcriue l'Auto
re
l'angolo maggiore dalla Meta, vuol dire l'angolo, che fa il braccio della bilan­
cia
con la Meta CG.
Et coſi con queſte ragioni ſi sforzano dimoſtrare la bilancia DE ritornare in AB; le
quali
al parer mio ſi poſſono ageuolmente ſoluere.
Primieramente dunque in quanto s'appartiene alle ragioni, che dicono il peſo meſſo
in
A eſſere piu graue, che in altro ſito, lequali cauano dalla diſtanza piu da lonta­
no
, & piu da preſſo della linea FG, & dal mouimento piu veloce, & piu diritto
dal
punto A.
In prima non dimoſtrano veramente perche il peſo ſi moua piu velo­
cemente
dallo A, che da altro ſito.
ne perche ſia maggiore CA di DO, & DO
di
LP, per queſto, come per vera cagione, ſegue il peſo poſto in A eſſere piu gra­
ue
di quello, che è in D, & quello di D, di quel che ſtà in L, percioche non ſi queta
l
'intelletto, ſe di ciò altra cagione non ſi dimoſtra, parendo ſegno piu toſto, che vera
cagione
.
Quello steſſo accade parimente all'altra ragione, laquale adducono dal
mouimento
piu diritto, & piu torto.
Oltre à ciò tutte quelle coſe, che perſuadono
per
via del mouimen
to
piu veloce, &
piu
tardo il peſo in
A
eſſere piu graue,
che
in D, non per­
ciò
dimoſtrano, che
il
peſo in A, in quan
to
è in A, ſia piu
graue
del peſo D, in
quanto
è in D, ma
in
quanto ſi parte
da
i punti D A.
Onde, auanti che piu
oltre
ſi proceda, pri
ma
dimoſtrerò, che
il
peſo quanto egli
è
piu da preſſo ad
FG
manco graua,
ſi
in quanto egli ſtà
nel
ſito, oue ſi ritro
18[Figure 18]
ua, come anche in quanto ſi parte da quello: & inſieme, che egli è falſo il peſo eſſere
piu
graue in A, che in altro ſito.
Tiriſi la FG fin al centro del mondo, che ſia in S, & dal punto S tiriſi anco vna linea,
che
tocchi il cerchio AFBG.
non potrà già questa linea tirata dal punto S toc­
care
il cerchio nel punto A; imperoche tirata la linea AS, il triangolo ACS ver
1rebbe ad hauere due angoli retti, cioè SAC, & ACS, che è impoßibile: ne me
no
toccherà ſopra il punto A nella circonferenza AF; peroche ſegherebbe il cer­
chio. Toccherà dunque ſotto, & ſia SO: ſiano dapoi congiunte le lince SD SL,
lequali
ſeghino la circonferenza AOG ne' punti KH, & ſiano ancho congiunte le
linee
CK CH. Et percioche il peſo, quanto egli è piu da preſſo di F, tanto piu an­
co
ſtà ſopra il centro; come il peſo in D preme, & ſtà piu ſopra il punto del volgi­
mento
C, come à centro, cioè in D piu graua ſopra la linea CD, che ſe egli foſſe in A
ſopra
la linea CA: & dauantaggio piu in L ſopra la linea CL.
imperoche eſſendo
li
tre angoli di ciaſcun triangolo eguali à due angoli retti, & l'angolo DCK del
triangolo
DCK, che è di due lati eguali ſia
minore
dell'angolo LCH del triangolo LCH,
che
è pur di due lati eguali: ſaranno gli altri
alla
baſe, cioè CDK CKD inſieme preſi
maggiori
de gli altri CLH CHL; & le
metà
di queſti, cioè l'angolo CDS ſarà mag
giore
dell'angolo CLS.
Eſſendo adunque
CLS
minore, la linea CL piu ſi accoſterà
al
mouimento naturale del peſo meſſo in L
del
tutto ſciolto; cioè à dire alla linea LS,
che
CD al mouimento DS: percioche il pe
ſo
poſto in L libero, & ſciolto ſi mouerebbe
verſo
il centro del mondo per LS, & il pe­
ſo
poſto in D per DS.
Ma perche il peſo
meſſo
in L graua tutto ſopra LS, & quello
che
è in D ſopra DS, il peſo in L grauerà
piu
ſopra la linea CL, che quello, che ſtà in
D
ſopra la linea DC.
Adunque la linea
CL
ſoſterrà piu il peſo, che la linea CD, &
nel
modo isteſſo quanto piu il peſo ſarà da
preſſo
ad F, ſi dimostrerà piu eſſer ſoſtenuto
dalla
linea CL per cotesta cagione, peroche
ſempre
l'angolo CLS ſarebbe minore, la­
qual
coſa etiandio èmanifeſta; perche ſe le li
nee
CL, & LS s'incontraſſero in vna li
nea
, ilche auiene in FCS, all'hora la linea
CF
ſoſterrebbe tutto il peſo, che è in F, &
lo
renderebbe immobile, haurebbe niuna
grauezza
in tutto nella circonferenza del cer
chio
.
L'iſteſſo peſo dunque per la diuerſità
19[Figure 19]
de' ſiti ſarà piu graue, & piu lieue. & queſto non già percio che per ragione del ſito
alcuna
volta egli acquiſti veramente grauezza maggiore, & alcuna volta la perda,
eſſendo
ſempre della iſteſſa grauezza, trouiſi douunque ſi voglia: ma percioche egli
1graua piu, & meno nella circonferenza, come in D piu graua ſopra la circonferenza
DA
, che in L ſopra la circonferenza LD: cioè ſe il peſo ſarà ſoſtenuto dalle circon
ferenze
, & dalle linee diritte; la circonferenza AD ſoſterrà piu il peſo poſto in D,
che
la circonferenza DL, ſtando il peſo in L; peroche meno aiuta CD, che CL.
Oltre à ciò quando il peſo è in L, ſe egli foſſe del tutto libero & ſciolto, ſi mouerebbe
in
giu per LS, ſe non gliene fuſſe vietato dalla linea CL, laquale sforza il peſo poſto
in
L à mouerſi oltre la linea LS per la circonferenza LD, & lo caccia in certo mo
do
, & in cacciandolo viene in parte à ſoſtenerlo; percioche ſe non lo ſoſteneſſe, &
gli
faceſſe reſiſtenza, ſi mouerebbe in giu per la linea LS, ma non già per la cir­
conferenza
LD.
Similmente la CD fa reſiſtenza al peſo poſto in D, sforzan­
dolo
à mouerſi per la circonferenza DA.
Nell'isteſſo modo ſtando il peſo in A,
la
linea CA conſtringerà il peſo à mouerſi
oltre
la linea AS per la circonferenza AO;
peroche
l'angolo CAS è acuto, eſſendo lo
angolo
ACS retto.
Adunque le linee
CA
CD in qualche parte, ma non già
gualmente
fanno reſistenza al peſo.
& qua
lunque
volta l'angolo, che è nella circonfe­
renza
del cerchio fatto dalle linee che eſcono
dal
centro del monde S, & dal centro C ſa­
acuto, dimoſtreremo auenire l'iſteſſo.
Hor
percioche
l'angolo miſto CLD è eguale à
l
'angolo CDA, per eſſere conteuuto da
mezi
diametri, & dall'iſteſſa circonferenza;
& l'angolo CLS è minore dell'angolo
CDS
; ſarà il reſtante SLD maggiore
del
reſtante SDA.
Per laqual coſa la cir
conferenza
DA, cioè la diſceſa del peſo
in
D ſara piu da preſſo al mouimento natu­
rale
del peſo ſciolto meſſo in D, cioè della li­
nea
DS, che la circonferenza LD della
linea
LS.
Meno dunque farà reſiſtenza la
linea
CD al peſo poſto in D, che la linea
CL
al peſo poſto in L.
Però la linea CD
ſoſterrà
meno, che CL, & il peſo ſarà
piu
libero in D, che in L: mouendoſi piu
naturalmente
il peſo per DA, che per LD.
Per laqual coſa piu graue ſarà in D, che in
L
.
Similmente dimoſtreremo, che CA man
co
ſoſtiene, che CD & che il peſo piu in A,
che
in D è libero, & piu graue.
Dopo dalla
20[Figure 20]
parte di ſotto per l'iſteſſe cagioni, quanto il peſo ſarà piu da preſſo al G, ſarà piu ri­
1tenuto, come in H dalla linea CH, che in K dalla linea CK: percioche eſſen
do l'angolo CHS maggiore dell'angolo CKS, le linee CH HS, ſi accoſte­
ranno
piu alla direttione, che CK KS. & per queſto ſarà piu ritenuto il peſo da
CH
, che da CK; percioche ſe CH HS ſi incontraſſero in vna linea, come auie­
ne
ſtando il peſo in G, allhora la linea CG ſoſterrebbe tutto il peſo in G, per
modo
che ſtarebbe immobile.
Quanto minore dunque ſarà l'angolo contenuto dal
la
linea CH, & dalla diſceſa del peſo ſciolto, cioè dalla linea HS, tanto meno
anco
quella linea ritenirà il peſo, & doue ſarà manco ritenuto, iui ſarà piu libero, &
piu
graue.
Oltre à ciò ſe il peſo foſſe libero in K, & ſciolto, ſi mouerebbe per la li­
nea
KS, ma egli è impedito dalla linea CK, laquale sforza il peſo a mouerſi di
qua
dalla linea KS per la circonferenza KH; percio che lo ritira in certo modo,
& in ritirandolo viene a ſoſtenerlo, peroche ſe non lo ſoſteneſſe, ſi mouerebbe il pe­
ſo
in giu per la linea diritta KS, ma non per la circonferenza KH.
Similmente
la
CH ritiene il peſo, sforzandolo a mouerſi per la circonferenza HG.
Et percio­
che
l'angolo CHS è maggiore dell'angolo CKS, leuati via gli angoli eguali
CHG
, CKH, ſarà il reſtante SHG maggiore del reſtante SKH. Adunque
la
circonferenza KH, cioè la diſceſa del peſo poſto in K ſarà piu da preſſo al mo­
uimento
naturale del peſo poſto in K ſciolto, cioè alla linea KS, che la circonfe­
renza
HG alla linea HS.
Per laqual coſa meno ritiene la linea CK, che CH,
mouendo
ſi il peſo piu naturalmente per KH, che per HG, Con ragione ſimile
anco
ſi moſtrerà, che quanto minore ſarà l'angolo SKH, la linea CK ſoſterrà
meno
.
Stando dunque il peſo in O, percioche l'angolo SOC non ſolamente è
minore
dell'angolo CKS, ma anco il minimo di tutti gli angoli, che eſcon da i pun
ti
CS, & hanno la cima nella circonferenza OKG; ſarà l'angolo SOK il mi
nimo
ſi dell'angolo SKH, come de tutti gli altri coſi fatti.
Adunque la diſceſa
del
peſo poſto in O ſarà piu da preſſo al mouimento naturale di eſſo peſo ſciolto in
O
, che in altro ſito della circonferenza OKG: & la linea CO meno ſoſtenirà
il
peſo, che ſe egli foſſe in qual ſi voglia altro ſito della iſteſſa circonferenza OG.
Similmente perche l'angolo del toccamento SOK è minore ſi dell'angolo SDA,
ſi
dello SAO, & ſi di qual ſi voglia altro ſimile; ſarà la ſceſa del peſo meſſo in O
piu
da preſſo al mouimento naturale di eſſo peſo ſciolto in O, che in altro ſito del­
la
circonferenza ODF.
Oltre a ciò perche la linea CO non puote ſpingere il peſo poſto
in
O mentre egli ſi moue in giu, per modo che egli ſi moua oltre la linea OS, per
cioche
la linea OS non taglia il cerchio, ma lo tocca; & l'angolo SOC è retto
& non acuto, il peſo poſto in O non grauerà niente ſopra la linea CO, ne ſtarà
ſopra
il centro, come accaderebbe in qual ſi voglia altro punto ſopra l'O.
Sarà dun­
que
il peſo poſto in O per queſte cagioni libero, & ſciolto piu in queſto ſito, che in
qual
ſi voglia altro della circonferenza FOG; & perciò in queſto ſarà piu graue,
cioè
a dire piu grauerà, che in altro ſito.
Et quanto ſarà piu da preſſo ad O, ſarà
piu
graue di quello, che ſe foſſe piu da lunge: & la linea CO ſarà egualmente di­
ſtante
dall'orizonte: non pero all'orizonte del punto C (come ſtimano eſſi) ma
del
peſo poſto in O, douendoſi prendere l'orizonte dal centro della grauezza del pe
ſo
.
Lequali coſe tutte biſognaua moſtrare.
Per la decima ottaua del terzo
Per la 21. del prim.
1
Ma ſe il braccio della bilancia foſſe maggiore
di
CO, come per la quantità di CD;
ſarà
parimente il peſo meſſo in O piu gra­
ue
.
Deſcriuaſi il cerchio OH, il cui
centro
ſia D, & il mezo diametro D
il cerchio OH toccherà il cerchio FOG
nel
punto O, & toccherà anche la linea
OS nel punto medeſimo, laquale è la ſce­
ſa
naturale, & diritta del peſo poſto in O.
Et percioche l'angolo SOH è minore del
l
'angolo SOG, ſarà la ſceſa del peſo poſto
in
O per la circonferenza OH piu dapreſ
ſo
al mouimento naturale OS, che per la
circonferenza
OG.
Piu libero dunque
& ſciolto, & per conſequente piu graue ſa­
ràin
O, ſtante il centro della bilancia in
D
, che in C.
Similmente ſi moſtrerà,
che
quanto piu grande ſarà il braccio DO,
il
peſo poſto in O ſarà d'auantaggio piu
graue
.
Per la 11. del terzo.
Per la 18. del terzo.
21[Figure 21]
Ma ſe l'isteſſo cerchio AFBG co'l ſuo centro R ſarà piu da preſſo ad S centro
del
mondo, & dal punto S ſia tirata vna linea, che tocchi il cerchio ST, il pun­
to
T, (doue il peſo è piu graue) ſarà piu lontano dal punto A, che il punto O:
percioche
ſiano tirate da i punti OT le linee OMTN à piombo di CS, &
congiunganſi
RT, & ſia il centro R nella linea CS, & la linea ARB ſia
egualmente
diſtante ad ACB.
Percioche dunque i triangoli COS RTS ſono
di angoli retti, ſarà SC à CO, come CO à CM. Similmente SR ad
RT, come RT ad RN. Eſſendo dunque RT eguale à CO, & SC mag
giore
di RS: haurà proportione maggiore SC à CO, che SR ad RT.
on
de baurà parimente proportione maggiore CO à CM, che RT ad RN. ſa
dunque minore CM, che RN.
Tagliſi dunque RN in P ſi fattamen­
1te, che RP ſia eguale à CM; & dal
punto P ſia tirata la linea PQ egual
mente
diſtante dalle linee MONT,
laquale
tagli la circonferenza AT in Q,
& in fine congionganſi la RQ.
Hor per
cioche
le due CO CM ſono eguali à
le
due RQ RP, & l'angolo CMO
è eguale all'angolo RPQ. ſarà an­
che
l'angolo MCO eguale all'angolo
PRQ
.
Ma l'angolo MCA retto
è
eguale all'angolo PRA retto;
dunque
il reſtante OCA al restante
QRA ſarà eguale, & la circonferen­
za
OA parimente eguale alla circon
ferenza
QA.
Però il punto T per
eſſere
piu diſtante dal punto A, che
Q
, ſarà anco piu diſtante dal punto
A
, che il punto O.
Dimoſtreraſſi pa
rimente
, che quanto piu il cerchio ſarà
vicino
al centro del mondo, che egli ſa
anco piu lontano.
Et coſi come pri­
ma
dimoſtreraſſi il peſo nella circonfe­
renza
TAF ſtar ſopra il centro R,
ma
nella circonferenza TG eſſere ri­
tenuto
dalla linea, & ritrouarſi piu gra
ue
nel punto T.
Per la ottaua del ſesto.
Per la ottaua del quinto.
Per la decima del quinto.
Per la 7. del ſesto.
Per la 26. del terzo.
22[Figure 22]
1
Che ſe il punto G foſſe nel centro del mondo; allhora quanto piu il peſo ſarà da preſſo al
G
, ſarà piu graue: & douunque ſia poſto il peſo, fuor che nel G ſempre ſtarà ſopra
il
centro C, come in K: Imperoche tirata la linea GK; queſta (ſe condo laqua
le
ſi fa il mouimento naturale del peſo) inſieme co'l braccio della bilancia KC
farà
vn'angolo acuto, peroche
gli
angoli posti alla baſe in K
& G del triangolo di due la
ti
eguali CKG ſono ſempre
acuti
.
Hor ſiano paragonate
inſieme
queſte due coſe, cioè il
peſo
posto in K, & quello,
che
è poſto in D, ſarà il peſo
in
K piu graue, che quello
in
D; imperoche tirata la li­
nea
DG, eſſendo che li tre an
goli
di ciaſcuno triangolo ſiano
eguali
à due angoli retti, &
l
'angolo DCG del triangolo
CDG
di due lati eguali ſia
maggiore
dell'angolo KCG
del
triangolo CKG di due
lati
eguali; ſaranno gli altri an
goli
alla baſe DGC GDC
preſi
inſieme minori de gli al­
tri
KGC GKC preſi inſie
23[Figure 23]
me; & la metà di questi, cioè l'angolo CDG ſarà minore dell'angolo CKG:
Per
laqual coſa mouendoſi il peſo poſto in K ſciolto naturalmente per KG, &
il
peſo poſto in D per DG come per ſpatij, per i quali ſono portati nel centro del
mondo
; la linea CD, cioè il braccio della bilancia ſi accoſterà piu al mouimento
naturale
del peſo poſto in D totalmente ſciolto, alla linea cioè DG, che CK al
mouimento
ſatto ſecondo KG.
Soſtenterà dunque piu la linea CD, che C K. & perciò il peſo poſto in K per le coſe di ſopra dette ſarà piu graue, che in D. Ol­
tre
à ciò, perche ſe il peſo poſto in K foſſe del tutto libero, & ſciolto, ſi mouerebbe
in
giu per KG, ſe egli non foſſe impedito dalla linea CK, laquale sforza il peſo
à
mouerſi oltra la linea KG per la circonferenza KH; la linea KG ſoſtente­
il peſo in parte, & gli farà reſistenza, sforzandolo à mouerſi per la circonferenza
KH
.
Et percioche l'angolo CDG è minore dell'angolo CKG, & l'angolo
CDK
è eguale all'angolo CKH, ſarà l'angolo reſtante GDK maggiore del re
ſtante
GKH.
Dunque la circonferenza KH ſarà piu da preſſo al mouimento
naturale
del peſo ſciolto poſto in K, cioè alla linea KG, che la circonferenza
DK
alla linea DG.
Per laqual coſa la linea CD ſa piu reſiſtenza al peſo poſto
in
D, che la linea CK al peſo posto in K.
Adunque il peſo poſto in K ſarà
1piu graue, che in D. Similmente mostreraſſi, che quanto il peſo ſarà piu da preſſo
ad
F, come in L manco grauerà; ma quanto piu da preſſo ſi trouerà al G, co­
me
in H, eſſere piu graue.
Che ſe il centro del mondo foſſe in S fra i punti CG; Primieramente ſi moſtrerà nel
modo
iſteſſo, che il peſo in qualunque luogo poſto starà ſopra il centro C, come in
H
: peroche tirate le li­
nee
HG HS, l'angolo
che
è alla baſe GHC del
triangolo di due lati eguali
CHG
è ſempre acuto:
Per
laqual coſa anco SHC
minor
di lui ſarà parimen
te
ſempre acuto.
ma ſia ti
rata
dal punto S la linea
SK
à piombo di CS.
Dico che il peſo è piu gra­
ue
in K, che in alcun'al
tro
ſito della circonferen
za
FKG; & quanto
piu
da preſſo ſarà allo F,
ouero
al G meno graue­
.
Prendanſi verſo lo
F
i punti DL, & con
giunganſi le linee LC LS
DC
DS, & ſiano al­
24[Figure 24]
lungate le linee LS DS KS HS fin'alla circonferenza del cerchio in EM NO;
& ſiano congiunte CE, CM, CN, CO.
Hor percioche LE DM ſi taglia­
no
inſieme in S, ſarà il rettangolo LSE eguale al rettangolo DSM.
Onde ſi co
me è la LS verſo la DS, coſi ſarà la SM verſola SE; ma è maggior la LS
della
DS; & la SM di eſſa SE.
Dunque LS SE preſe inſieme ſaranno mag­
giori delle DS SM. & per la ragion iſteſſa ſi moſtrerà la KN eſſer minore di DM.
Di piu percioche il rettangolo OSH è eguale al rett'angolo KSN; per la medeſi­
ma ragione la HO ſarà maggiore della KN. & nell'iſteſſo modo in tutto la
KN ſi dimostrerà minore di tutte le altre linee, che paſſino per lo punto S. Et
percioche
de i triangoli di due lati eguali CLE DCM i lati LC CE ſono
guali
a i lati DC CM; & la baſe LE è maggiore di DM: ſarà l'angolo
LCE
maggiore dell'angolo DCM.
Per laqual coſa gli angoli CLE CEL po
sti alla baſe tolti inſieme ſaranno minori de gli angoli CDM CMD; & le me­
di queſti, cioè l'angolo CLS ſarà minore dell'angolo CDS.
Dunque il peſo po
ſto
in L ſopra la linea LC grauerà piu, che poſto in D ſopra la DC; & piu
ſtarà
ſopra il centro in L, che in D.
Similmente ſi moſtrerà, che il peſo in D
1ſtarà piu ſopra il centro C, che in K. Adunque il peſo poſto in K ſarà piu
graue
, che in D, & in D, che in L.
& con la medeſima ragione in tutto, pero­
che
KN è minore di HO, ſarà l'angolo CKS maggiore dell'angolo CHS.
Per laqual coſa il peſo posto in H ſtarà piu ſopra il centro C, che in K; & in que­
ſta
maniera ſi mostrerà, che douunque ſia il peſo nella circonferenza FDG, manco
starà
ſopra il centro quando ſarà poſto in K, che in altro ſito: & quanto piu da
preſſo
egli ſarà ad F, ouero à G piu ſtarà ſopra.
Dopo percioche l'angolo CKS
è
maggiore del CDS, & CDK è eguale à CKH: ſarà il reſtante SKH mi­
nore
del reſtante SDK.
Per laqual coſa la circonferenza KH ſarà piu da preſſo
al
mouimento naturale
diritto
del peſo poſto in
K
ſciolto, cioè alla li­
nea
KS, che la circon
ferenza
DK al moui­
mento
DS.
& perciò
la
linea CD ſa piu reſi
ſtenza
al peſo poſto in D
che
la CK al peſo meſ­
ſo
in K.
& per queſta
ragione
ſi moſtrera l'an­
golo
SHG eſſer mag­
giore
dello SKH; &
per
conſequente la linea
CH
ſare piu reſiſtenza
al
peſo poſto in H, che
CK
al peſo meſſo in K.
Similmente dimoſtreraſſi
che
la linea CL piu ſo­
ſtenterà
il peſo, che CD:
25[Figure 25]
& per le, cagioni iſteſſe ſi prouerà, che il peſo meſſo in K grauerà meno ſopra la li­
nea
CK, che in qual ſi voglia altro ſito della circonferenza FDG: & quanto
piu
da preſſo ſarà ad F, ouero à G, manco grauerà.
dunque piu graue ſara in K,
che
in altro ſito: & ſarà meno graue quanto piu da preſſo ſtara ad F, ouero a G.
Per la 35. del terzo.
Per la 16. del ſesto.
Per la 7. del terzo.
Per la 25. del quinte.
Per la 25. del primo.
Se in fine il centro C foſſe nel centro del mondo, egli è manifeſto, che il peſo poſto doue
ſi voglia ſtarà fermo. Come posto il peſo in D la linea CD ſoſterrà tutto il peſo,
per
eſſer a piombo dell'orizonte di eſſo peſo poſto in D.
Dunque ſtarà fermo
il
peſo.
Per la prima di questo.
Hor percioche nelle coſe, che fin qui ſono ſtate dimostrate non habbiamo fatto mentio­
ne
alcuna della grauezza del braccio della bilancia, però ſe vorremo anco conſidera­
re
la grauezza del detto braccio, ſi potrà ritrouare il centro della grauezza della ma
1gnitudine fatta dal peſo, & dal braccio, & ſi deſcriueranno le circonferenze de' cerchi
ſecondo
la diſtanza dal centro della bilancia ad eſſo centro della grauezza, come ſe
in
eſſo (come è veramente) foſſe posto il peſo, Et le coſe che ſenza la conſideratio
ne
della grauezza del braccio della bilancia habbiamo trouato, tutte nell'iſteſſo mo­
do
conſiderando ancora tal grauità le ritrouaremo.
Dalle coſe dette dunque, conſiderando la bilancia,
come
ella è lontana dal centro del mondo
nel
modo che eſſi hanno fatto, come etiandio
è
in atto, appare la falſità di coloro, che dico­
no
il peſo poſto in A eſſere piu graue, che
in
altro ſito; & inſieme eſſer falſo, che quan­
to
piu il peſo è lontano dalla linea FG, tan­
to
eſſere piu graue: imperoche il punto O
è
piu da preſſo alla FG, che il punto A;
percioche
la linea tirata a piombo dal pun­
to O ad FG è minore della CA. Da poi
egli
è parimente falſo, che il peſo dal punto
A
ſi moua piu velocemente, che da altro
ſito
.
peroche dal punto O ſi mouerà piu ve
locemente
, che dal punto A, concioſia che
in
O ſia piu libero veſciolto, che in altro ſito;
& la ſceſa dal punto O ſia piu da preſſo al
mouimento
naturale diritto, che qual ſi vo­
glia
altra diſceſa.
Per la 15. del terzo.
26[Figure 26]
1
Oltre a ciò quando moſtrano per via della piu diritta, & della piu torta diſceſa, che il pe­
ſo
è piu graue in A, che in D, & in D, che in L.
Primieramente per certo eſtima
no
il falſo, che ſe alcun peſo ſarà collocato in qual ſi voglia ſito della circonferenza,
come
in D, la ſua vera diſceſa douerſi fare per la linea diritta DR egualmente di­
ſtante
da eſſa FG, come ſecondo il mouimento naturale, ſi come prima è ſtato det­
to
.
Percioche in qual ſi voglia ſito ſi collochi alcun peſo, ſe riguardiamo il mouimen
to
ſuo naturale al proprio luogo, alquale ſi moue dirittamente per ſua natura, preſup
poſta
tutta la figura dell'vniuerſo mondo, ſarà tale, che ſempre lo ſpatio, per lo qua­
le
ſi moue naturalmente, parerà hauere ragione di linea tirata dalla circonferenza al
centro
.
Adunque le na
turali
diſceſe diritte di
qual
ſi voglia peſo ſciol
to
non ſi poſſono fare
per
linee tra loro egual
mente
diſtanti, per an­
darſi
à trouar tutte nel
centro
del mondo.
pre
ſuppongono
da poi, che
il
peſo moſſo da D in
A
per linea diritta ver
ſo
il centro del mondo
ſia
della quantità iſteſſa,
come
ſe egli foſſe da O
in
C ſi fattamente,
che
il punto A ſia egual
mente
diſtante dal cen­
tro
del mondo, come C;
ilche
è parimente falſo:
27[Figure 27]
Imperoche il punto A è piu da lontano dal centro del mondo, che C: percioche
maggior
è la linea tirata dal centro del mondo fin ad A, che quella del centro del
mondo
fin a C, concioſia che vna linea dal centro del mondo fin ad A ſi diſtenda
ſotto
vn'angolo retto contenuto dalle linee AC, & dal punto C al centro del
mondo
.
Dalle quali coſe non ſolo rieſce vana quella preſuppoſta, laquale dimostra,
che
la bilancia DE ritorna in AB, ma anco cadono tutte le loro dimoſtrationi;
ſe
forſe non diceſſero, che queſte coſe tutte per la grandiſſima diſtanza, che è fra il cen
tro
del mondo, & noi ſono coſi inſenſibili, che per cagione di queſta inſenſibilità,
ſi
poſſano preſupponere, come vere; concioſia, che tutti quelli, iquali hanno trattato
queſte
coſe, le habbiano preſuppoſte, come note; maſſimamente, percioche quello
eſſere
inſenſibile non , che la diſceſa del peſo da L in D (per vſare le loro paro­
le
) non pigli meno del diretto, che la diſceſa DA.
Similmente l'arco DA piglie­
piu del diretto, che la circonferenza EV.
onde ſarà vera la preſuppoſta, & le
altre
dimoſtrationi rimarranno nella ſua ſua forza.
Concediamo etiandio, che il pe
1ſo poſto in A ſia piu graue, che in altro ſito; & che la diſceſa diritta del peſo ſi deb
ba
fare per linea diritta egualmente diſtante da FG, & quali ſi voglian punti preſi
nelle
linee egualmente diſtanti dall'orizonte eſſere egualmente lontani dal centro
del
mondo: non ſeguiterà gia per queſto, che la loro dimostratione ſia vera, con la­
quale
vengono a dire, che il peſo posto in A è piu grane, che in altro ſito, come in
L
.
Percioche ſe egli foſſe vero, che quanto piu il peſo in queſta maniera diſcende
piu
al diritto, iui foſſe piu graue; ſeguirebbe etiandio, che quanto l'isteſſo peſo de­
ſcendeſſe
egualmente in archi eguali al diritto, che ne i luoghi medeſimi haueſſe gra­
uezza
eguale, ilche in queſto modo eſſer falſo ſi dimoſtra.
Per la 18. del primo.
Siano le circonferenze AL AM tra loro eguali, & congiungaſi LM, laquale ta­
gli
AB in X; ſarà LM egualmente diſtante da FG, & à piombo di AB,
& XM ſarà eguale ad XL. Se dunque il peſo da L ſarà moſſo in A per la cir­
conferenza
LA, il mouimento ſuo diritto ſarà ſecondo la linea LX.
Ma ſe egli ſi
mouerà
da A in M per la circonferenza AM, il ſuo mouimento ſarà ſecondo
la
linea diritta XM.
Per laqual coſa la ſceſa da L in A ſarà eguale alla ſceſa da
A
in M, ſi per cauſa delle circonferenze eguali, & ſi per le linee rette eguali, & à
piombo
di eſſa AB.
Adunque il peſo medeſimo poſto in L grauerà egualmente,
come
in A, ilche è falſo, concioſia, che egli è di gran lunga piu graue in A, che in L.
Per la terza del terzo.
Et benche AMLA prendano, ſecondo eſſi, egualmente del diretto, diranno forſe,
nondimeno
perche il principio della ſceſa da L, cioè LD piglia meno del diretto, che
il
principio della ſceſa da A, cioè AN, il peſo in A ſarà piu graue, che in L.
Imperoche eſſendo (come è ſtato di ſopra poſto) la circonferenza AN eguale ad
LD
, laquale (ſecondo eßi) piglia di diretto CT; ma LD piglia di diretto PO,
però
il peſo ſarà piu graue in A, che in L.
ilche ſe foſſe vero, ſeguirebbe, che l'iſteſ­
ſo
peſo nel medeſimo ſito, in diuerſo modo ſolamente conſiderato, verſo il medeſimo
ſito
foſſe & piu graue, & piu lieue; ilche è impoſſibile.
cioè ſe conſideriamo la ſceſa
del
peſo poſto in L in quanto egli deſcende da L in A ſarà piu graue, che ſe conſide
reremo
la ſceſa del peſo iſteſſo da L in D ſolamente.
ne poſſono negare per i mede
ſimi
detti ſuoi, che la diſceſa del peſo da L in A non pigli del diretto LX, ouero PC.
Et che ſimilmente la ſceſa AM non prenda di diretto XM: pigliando eßi ancora
à
queſto modo, & coſi neceſſario ſia di pigliare.
percioche ſe vogliono dimoſtrare,
che
la bilancia DE ritorni in AB paragonando la ſceſa del peſo poſto in D con
la
ſceſa del peſo posto in E, egli è neceſſario, che moſtrino, che la diritta ſceſa OC
riſpondente
alla circonferenza DA ſia maggiore della ſceſa diritta TH riſponden­
te
alla circonferenza EV.
peroche ſe pigliaſſero ſolamente vna parte di tutta la ſce
ſa
da D in A, come DK, & dimoſtraſſero, che piu di diretto piglia la ſceſa DK,
che la eguale portione della ſceſa dal punto E, ſeguirebbe il peſo poſto in D, ſecon­
do
eßi, eſſere piu graue del peſo poſto in E, & mouerſi in giu fin al K ſolamente.
per modo che la bilancia ſia moſſa in KI. Similmente ſe vogliono moſtrare, che la
bilancia
KI ritorni in AB pigliando vna portione della ſceſa da K in A, cioè KS,
& moſtraſſero, che KS pigli piu di diretto, che la ſceſa eguale, che è dirimpetto dal
punto
I: ſeguirebbe con ſimile modo il peſo poſto in K eſſere piu graue, che in I, &
1mouerſi ſolamente fin ad S. Et ſe di nouo moſtraſſero vna portione della ſceſa da S
in
A, & coſi ſucceßiuamente eſſere piu diritta della ſceſa eguale del peſo oppoſto;
ſempre
ſeguirà, che la bilancia SI andarà piu da preſſo ad AB, ma non dimostre­
ranno
giamai che per
uenga
in AB.
Se
dunque
vogliono di
moſtrare
, che la bilan
cia
DE ritorni in
AB
, egli è neceſſa­
rio
, che preſupponga
no
, che la ſceſa del
peſo
da D in A pren
da
di diretto la quan
tità
della linea tira­
ta
dal punto D ad
AB
ad angoli ret­
ti
; & coſi, ſe para­
goneremo
le ſceſe
guali
di DA AN
fra
loro, lequali pren
dono
di diretto OC
CT
, accaderà, che
28[Figure 28]
il peſo iſteſſo ſarà in D graue egualmente, come in A. Ma ſe le portioni ſolamente
piglieremo
da DA, ſarà piu graue in A, che in D.
Adunque dalla diuerſità ſo­
lamente
del modo del conſiderare, auerrà, che il peſo medeſimo ſarà & piu graue,
& piu leggiero; & non per la natura della coſa.
Di piu la preſuppoſta loro non
afferma
, che il peſo ſecondo il ſito ſia piu graue, quanto nel ſito medeſimo il principio
della
ſua diſceſa è meno obliquo.
La preſupposta dunque di ſopra addotta, cioè che
ſecondo
il ſito il peſo è piu graue quanto nell'iſteſſo ſito meno obliqua è la diſceſa, non
ſolamente
non ſi puote concedere à modo alcuno, per le coſe, che habbiamo dette;
ma
anco percioche non è coſa difficile il dimoſtrare tutto l'oppoſto, cioè il peſo medeſi
mo
in eguali circonferenze quanto meno obliqua è la diſceſa, iui meno grauare.
Siano come prima le circonferenze AL AM tra loro eguali; & ſia il punto L vici
no
ad F, & congiungaſi LM, la quale ſarà à piombo di AB & LX ſarà anco
eguale
ad XM.
Dapoi preſſo ad M tra M & G ſia preſo come ſi vuole, il pun
to P, & ſia fatta la circonferenza PO eguale alla circonferenza AM, ſarà il
punto
O preſſo ad A.
& ſiano congiunte le linee CL, CO, CM, CP, OP
& dal punto P tiriſi la PN a piombo di OC. & percioche la circonferenza
AM
è eguale alla circonferentia OP; ſarà l'angolo ACM eguale all'angolo
OCP, & l'angolo CXM retto eguale al retto CNP, ſarà anco il reſtante angolo
XMC
del triangolo MXC eguale al reſtante NPC del triangolo PCN.
1Ma il lato ancora CM è eguale al lato CP, dunque il triangolo MCX è egua
le
al triangolo PCN, & il lato MX eguale al lato NP.
Onde la linea PN
ſarà
eguale ad LX.
Tiriſi oltre a ciò dal punto O la linea OT egualmente di­
ſtante
da AC, laquale tagli NP in V.
& ſia anco tirata dal punto P vna
linea
a piombo di OT,
la
quale per certo non
puote
cadere tra OV,
perche
eſſendo l'angolo
ONV
retto, ſarà acu
to lo OVN. Per la
qualcoſa
OVP ſarà
ottuſo
.
Non caderà
dunque
la linea tirata
dal
punto P tra OV
à
piombo di OT: pe­
roche
due angoli d'uno
triangolo ſarebbono l'
no
retto, & l'altro ot­
tuſo
, che è impoßibile.
Caderà dunque nella li
nea
OT nella parte di
VT
, et ſia PT.
ſarà ſe
condo
eſſi, PT la di
29[Figure 29]
ritta ſceſa della circonferenza OP. Percioche dunque l'angolo ONV è retto,
ſarà la linea OV maggiore della ON. Onde la OT ſarà parimente maggiore
della
ON.
& coſi diſtendendoſi la linea OP ſotto gli angoli retti ONP,
OTP
, ſarà il quadrato di OP eguale alli quadrati ON NP inſieme preſi, ſi
milmente eguale a i quadrati di OT TP inſieme. per laqual coſa li quadrati inſie­
me
di ON NP ſaranno eguali a i quadrati inſieme di OT TP.
Ma il quadrato
di
OT è maggiore del quadrato di ON, per eſſere maggiore la linea OT della
ON
.
Adunque il quadrato di NP ſara maggiore del quadrato TP & perciò la
linea
TP ſarà minore della linea PN, & della linea LX.
Meno obliqua
dunque
ſarà la ſceſa dell'arco LA, che dell'arco OP.
Dunque il peſo po­
sto
in L, per i loro detti, ſarà piu graue, che in O, il che, per le coſe, che di
ſopra
habbiamo detto, è manifeſtamente falſo.
concioſia, che il peſo poſto in O
ſia
piu graue, che in L.
Non ſi puote dunque raccogliere dal piu diritto, &
piu
torto mouimento in quel modo pigliato, eſſere il peſo tanto piu graue ſecon­
do
il ſito, quanto nel medeſimo ſito è meno torta la ſceſa.
& quinci naſce tutto
quaſi
il ſuo errore & inganno in coteſta coſa.
Imperoche quantunque per acciden­
te
alle volte dalle coſe falſe ne ſegua il vero, tutta via per ſe ſteſſe principalmente
dalle
falſe ne ſegue il falſo, ſi come dalle vere ſempre il vero ne ſegue.
Non è pero
da
marauigliarſi, ſe mentre eſſi prendono coſe falſe, & ſtanno ſopra quelle, come ve
1riſſime, raccolgono, & conchiudono coſe in tutto falſiſſime. ſono oltre a ciò inganna­
ti
, mentre pigliano a contemplare la bilancia ſemplicemente per via di matematica,
eſſendo
la conſideratione ſua mechanica affatto, ne di lei ſi poſſa ragionare a modo al
cuno
ſenza il vero mouimento, & ſenza i peſi, che ſono in tutto coſe naturali, ſen­
za
le quali non ſi poſſono ritrouare per niuna maniera le vere cagioni di quelle coſe,
che
accadono alla bilancia.
Per la 27. del terzo
Per la 32. del primo
Per la 26. del primo.
Per la 13. del primo.
Per la 19. del primo.
Per la 47. del primo.
Oltre a ciò ſe anche con
cederemo
la preſup­
poſta
, ſi partono tut
tauia
molto lunge dal
la
conſideratione della
bilancia
, mentre di­
ſcorrono
; che in quel
la
maniera debba la
bilancia
DE ritor­
nare
in AB: percio
che
ſempre pigliano
vn
di due peſi ſepara
tamente
come D,
ouero
E, come ſe hor
l
'uno, hor l'altro foſ
ſe
poſto nella bilan­
cia
, non congiunti in
ſieme
ambidue in
modo
veruno, eſſen­
30[Figure 30]
doche nondimeno biſogni fare tutto all'oppoſito di ciò, ne ſi puote conſiderare dirit­
tamente
l'uno ſenza l'altro, eſſendoche ſi ragiona di loro nella bilancia collocati.
Concioſia che quando dicono la diſceſa del peſo poſto in D eſſere meno torta, che
la
diſceſa del peſo poſto in E, coſi ſarà il peſo in D, per la preſuppoſta, piu graue
del
peſo poſto in E; onde per eſſere piu graue, eglie neceſſario, che ſi moua in giu,
& che la bilancia DE ritorni in AB: Coteſto diſcorſo non è di momento alcu­
no
.
Primieramente ſempre argomentano come ſe i peſi in DE debbano ſcende­
re
, conſiderando la ſceſa di vno ſolamente ſenza la compagnia, & congiungimen­
to
dell'altro.
Vltimamente nondimeno eſſi per la comparatione delle diſceſe de'pe­
ſi
conchiudono il peſo posto in D mouerſi in giu, & il poſto in E in ſu, prenden­
do
l'uno, & l'altro peſo congiunti inſieme fra loro nella bilancia.
Ma da ſuoi me­
deſimi
principij, i quali vſano, & dalle ſue dimoſtrationi ſi puote cauare ageuoliſſi­
mamente l'oppoſito di quel che ſi faticano di difendere. Imperoche ſe ſi paragona
la
diſceſa del peſo poſto in D con la ſalita del peſo poſto in E, come tirate le'linee
E
K DH a piombo di AB, eſſendo l'angolo DCH eguale all'angolo ECK,
& l'angolo DHC retto eguale al retto EKC, & il lato DC eguale al lato
CE
; ſarà il triangolo CDH eguale al triangolo CEK, & il lato DH egua
1le al lato EK: & eſſendo l'angolo DCA eguale all'angolo ECB, ſarà anco
la
circonferenza DA eguale alla circonferenza BE.
Mentre dunque il peſo po­
sto
in D ſcende per la circonferenza DA, il peſo poſto in E ſale per la circon­
ferenza
EB eguale a DA, & la ſceſa del peſo poſto in D prenderà, (ſecondo
il
coſtume loro) di diretto DH: & la ſalita del peſo E prenderà di diretto EK
eguale
a DH: ſarà dunque la ſceſa del peſo posto in D eguale alla ſalita del peſo
poſto
in E: & quale ſarà la inclinatione d'uno al mouimento in giù, tale ſarà etian
dio
la reſiſtenza dell'altro al mouimento in , cioè la reſistentia della violenza del
peſo
poſto in E nella aſceſa, contraſtando ſi oppone alla naturale poſſanza del pe­
ſo
poſto in D per eſſere a lei eguale; percioche quanto il peſo poſto in D per la na­
tural
poſſanza deſcende piu velocemente in giù, in tanto il peſo poſto in E più tar­
do
ſale violentemente.
Per laqual coſa niuno di loro due peſera piu dell'altro, non
procedendo
attione da eguale.
il peſo poſto in D dunque non mouerà il peſo poſto
in
E in ſuſo, peroche ſe lo moueſſe, ſarebbe neceſſario, che il peſo poſto in D ha­
ueſſe
virtu maggiore in diſcendendo, che il peſo poſto in E in ſalendo, ma queſte co­
ſe
ſono eguali: adunque ſtaranno ſermi i peſi, & la grauezza del peſo poſto in D ſa­
eguale alla grauezza del peſo poſto in E.
Oltre a ciò perche preſuppongono, che
quanto
il peſo è piu diſtante dalla linea FG della dirittura, tanto eſſere piu graue.
però tirate parimente da i punti DE le linee DO, EI a piombo di FG, con
modo
ſimile ſi dimostrerà il triangolo CDO eſſere eguale al triangolo CEI: &
la
linea DO eſſere eguale ad EI.
Tanto dunque è diſtante il peſo poſto in D
dalla
linea FG, quanto il peſo poſto in E.
Dalle ragioni loro dunque, & dalle ſue
preſuppoſte
li peſi meſſi in DE ſono graui egualmente.
Di piu, che vieta che non ſi di
moſtri
la bi lancia DE mouerſi per neceſſità in FG con ſimile ragione?
Primie­
ramente
ſi puote raccogliere dalle loro medeſime dimoſtrationi, la ſalita del peſo po­
ſto
in E verſo il B eſſere piu diritta della ſalita del peſo poſto in D verſo lo F,
cioè
manco prendere di diretto la ſalita del peſo poſto in D in archi eguali, che la
ſalita
del peſo poſto in E.
Preſuppongaſi dunque, che il peſo ſia piu leggiero ſecon­
do
il ſito tanto quanto nel ſito medeſimo meno diritta è la ſua ſalita: Laqual pre­
ſupposta
pare tanto manifeſta, quanto l'altra loro.
percioche dunque la ſalita del
peſo
poſto in E è piu diritta della ſalita del peſo poſto in D, per la preſuppoſta il
peſo
poſto in D ſarà piu leggiero del peſo poſto in E.
Adunque il peſo poſto in D
ſi
mouerà in dal peſo poſto in E, ſi fattamente che la bilancia peruenga in FG,
& coſi potraſsi dimoſtrare la bilancia DE mouerſi in FG, laqual dimoſtratio­
ne
è del tutto veramente friuola, & patiſce le difficultà medeſime.
Percioche quan­
tunque
ſi conceda, come vero, che il peſo poſto in E ſalendo ſia piu graue del peſo
in
D ſimilmente ſalendo, non perciò da queſto ſegue, che il peſo poſto in E de­
ſcendendo
ſia piu graue del peſo posto in D ſalendo.
Niuna dunque di queſte due
dimoſtrationi
, che dicono la bilancia DE ritornare in AB, ouero mouerſi in
FG
, è vera.
Per la 15. del primo.
Per la 25. del primo.
Oltre a ciò ſe eſamineremo la loro preſuppoſta, & la forza delle loro parole, vedremo
per
certo che altro ſentimento hanno.
Imperoche eſſendo che ſempre lo ſpatio per lo
1quale il peſo naturalmente ſi moue, ſi deue prendere dal centro della grauezza di eſ­
ſo
peſo verſo il centro del mondo à ſembianza di vna linea diritta tirata dal centro
della
grauezza al centro del mondo, tanto ſi dirà queſta coſi fatta diſceſa del peſo
piu
, & meno obliqua, quanto, ſecondo lo ſpatio diſſegnato, a ſembianza della pre­
detta
linea piu ò meno ſi mouerà, (andando pero ſempre a trouare il luogo ſuo natu
rale
, & vie piu ſempre auicinandouiſi.) talche tanto piu obliqua ſi dica la ſceſa quan
to
ſi parte da cotale ſpatio: & piu diritta quanto a lui ſi accoſta.
& in queſto
ſentimento
quella preſupposta non deue partorire difficulta ad alcuno, percioche co­
ſi
è la verita ſua chiara, & conforme alla ragione, che non pare hauer meſtieri di eſ­
ſer
fatta in alcun modo manifeſta.
Se dunque il peſo ſciolto, collocato nel ſi­
to
di D ſi deue mouere al luogo pro­
prio
, ſenza dubbio, poſto S centro del
mondo
, ſi mouerà per la linea DS, ſi­
milmente
il peſo poſto in E ſciolto ſi mo
uerà
per la linea ES.
Per laqual co­
ſa
ſe, (come è vero) la ſceſa del peſo ſi
dirà
piu, ò meno obliqua, ſecondo lo al
lontanarſi
, ouero appreſſarſi a gli ſpatij
diſsegnati
per le linee DS ES, per ri
ſpetto
a'loro naturali mouimenti verſo
i
proprij luoghi, egli è chiaro, che meno
obliqua
è la ſceſa di E per EG, che
di
D per DA, per eſſere stato di
ſopra
moſtrato che l'angolo SEG è
minore
dell'angolo SDA.
Per laqual
coſa
piu grauerà il peſo in E, che in D,
il
che totalmente è il contrario di quel­
lo
, che eſsi ſi ſono sforzati di prouare.
Leueranſi per auuentura contra di noi
dicendo
.
Se dundue il peſo poſto in E è
piu
graue del peſo poſto in D, la bi­
lancia
DE non ſtarà giamai in que­
ſto
ſito, laqual coſa noi habbiamo pro­
poſto
di mantenere, ma ſi mouerà in F
G
.
Allequali coſe riſpondiamo. che im­
porta
aſſai, ſe noi conſideriamo i peſi
uero
in quanto ſono ſeparati l'uno dal­
l
'altro, ouero in quanto ſono tra loro
congiunti
: perche altra è la ragione del
31[Figure 31]
peſo poſto in E ſenza il congiungimento del peſo poſto in D, & altra di lui con
l
'altro peſo congiunto, ſi fattamente che l'uno ſenza l'altro non ſi poſſa mouere.
Im
1peroche la diritta, & naturale diſceſa dal peſo poſto in E, inquanto egli è ſenza al­
tro
congiungimento di peſo, ſi fa per la linea ES.
ma inquanto egli è congiunto
col
peſo D, la ſua naturale diſceſa non ſarà piu per la linea ES, ma per vna li­
nea
egualmente diſtante da CS.
percioche la magnitudine compoſta de i peſi ED.
& della bilancia DE il cui centro della grauezza è C, ſe in neſſun luogo non ſa­
ſoſtenuta, ſi mouerà naturalmente in giu nel modo che ſi troua, ſecondo la gra­
uezza
del centro per la linea diritta tirata dal centro della grauezza C al centro
del
mondo S, finche il centro C peruenga nel centro S.
La bilancia dunque DE
inſieme
co'peſi, in quella maniera, che ſi troua ſi mouerà in giu per modo tale, che il
punto
C ſi moua per la linea CS, fin che C peruenga in S, & la bilancia
DE
in HK; & habbia la bilancia in HK la poſitione iſteſſa, che prima hauea;
cio
è, che la HK ſia egualmente distante da DE.
Congiunganſi dunque DH
EK
.
egli è manifeſto, che mentre la bilancia DE ſi moue in HK, mouerſi an­
che
i punti DE per le linee DH EK, come quelle che ſono & fra ſe, & ad
eſſa CS eguali, & egualmente diſtanti. Per la qual coſa i peſi posti in DE, in
quanto
ſono fra loro congiunti, ſe riguarderemo il mouimento loro naturale ſi moue
ranno
non ſecondo le linee DS, ES, ma ſecondo LDH MEK egualmente
diſtanti
da eſſa CS.
Ma la naturale inclinatione del peſo poſto in E libero, &
ſciolto
ſarà per ES, & del peſo poſto in D ſimilmente ſciolto ſarà per DS.
& per­
cio
non è ſconueneuole, che il peſo medeſimo hora in E, hora in D, ſia piu graue
in
E, che in D.
Ma ſe i peſi poſti in ED ſono l'un l'altro fra ſe congiunti, & gli
conſidereremo
in quanto ſono congiunti, ſarà la naturale inclinatione del pe­
ſo
poſto in E per la linea MEK, percioche la grauezza dell'altro peſo poſto
in
D fa ſi, che il peſo poſto in E non graui ſopra la linea ES, ma nella EK.
Ilche fa parimente la grauezza del peſo poſto in E, cioè, che il peſo poſto in D
non
graui per la linea retta DS, ma ſecondo DH, per impedirſi ambedue l'uno
l
'altro che non vadino à propri luoghi.
Concioſia dunque che la naturale ſceſa dirit­
ta
de i peſi poſti in DE ſia ſecondo LDH, MEK, ſarà ſimilmente la naturale
ſalita
diritta loro ſecondo le iſteſſe linee HDL KEM.
& la naturale ſalita del
peſo
poſto in E ſi dirà più, & meno torta, quanto che ſecondo lo ſpatio ſi mouerà
più
, & meno preſſo la linea MK.
& a queſto modo in tutto ſi ha da pigliare & la ſa
lita
& la diſceſa del peſo poſto in D ſecondo la linea LH, ſe dunque il peſo poſto
in
E ſi moueſſe in giù per la linea EG, mouerebbe il peſo poſto in D in per
DF
.
& percioche l'angolo CEK è eguale all'angolo CDL, & l'angolo CEG
è eguale all'angolo CDF; ſarà il reſtante angolo GEK al reſtante LDF egua
le
.
& eſſendo quella preſuppoſta, che dice il peſo eſſer più graue ſecondo il ſito,
quanto
in quel medeſimo ſito la diſceſa è meno obliqua per chiara, & manifeſta ri­
ceuuta
, ſarà anche da eſſere accettata ſenza dubbio queſt' altra, cioè, che il peſo ſarà
più
graue ſecondo il ſito, quanto nel ſito medeſimo meno obliqua ſarà la ſalita; per
non
eſſere manco manifeſta, ne meno conforme alla ragione.
ſarà dunque eguale
la
ſceſa del peſo poſto in E alla ſalita del peſo poſto in D, percioche la ſceſa del pe
ſo
poſto in E tiene tanto di obliquo, quanto la ſalita del peſo poſto in D.
& quale
1ſarà la inclinatione dell'vno al moui­
mento
in giù, tale parimente ſarà la re
ſistenza
dell'altro al mouimento in .
Adunque il peſo poſto in E non mo­
uerà
in il peſo poſto in D: ne il peſo
poſto
in D: ſi mouerà in giù ſi fatta­
mente
, che moua in il peſo poſto in
E
.
imperoche eſſendo l'angolo CEB
eguale
a CDA, & l'angolo CEM
ſia
eguale all'angolo CDH; ſarà il
reſtante
MEB eguale al reſtante
HDA. La ſceſa dunque del peſo po­
ſto
in D ſarà eguale alla ſalita del pe­
ſo
poſto in E.
Adunque il peſo poſto
in
D non mouerà in il peſo poſto
in
E.
Dalle quali coſe ſegue che i peſi
poſti
in DE, in quanto tra loro ſo­
no
congiunti, ſono egualmente graui.
Per la 33. del primo.
Per la 29. del primo.
Per la 29. del prime.
32[Figure 32]
L'altra ragione poſcia, con laquale vorrebbono moſtrare, che ſimilmente la bilancia
DE
ritorna in AB, con dire, che eſſendo la trutina della bilancia CF, la méta
viene
ad eſſer CG.
& percioche l'angolo DCG è maggiore dell'angolo ECG,
il
peſo poſto in D ſarà più graue del poſto in E; dunque la bilancia DE ritorne
ra
in AB; non conchiude nulla al parer mio; & queſta fintione della trutina, &
della
méta è più toſto da tralaſciare, & paſſarla con ſilentio, che farne pur vna paro
la
per confonderla, eſſendo del tutto coſa volontaria, percioche la neceſſaria ragione
per
laquale il peſo poſto in D dall' angolo maggiore ſia più graue, & perche il mag
giore
angolo ſia cagione di grauezza maggiore non appare in niun loco.
che ſe gli
angoli
ſaranno tra loro paragonati, eſſendo l'angolo GCD eguale all'angolo
FCE
; ſe l'angolo GCD è cauſa della grauezza, perche l'angolo FCE ſimil­
1mente non è della grauez
za
cagione?
Di questo ef
fetto
mostrano di produ­
cere
in mezo queſta cagio
ne
, perche CG è la mé­
ta
, & CF la trutina;
ſe
(dicono eſſi) CG foſ
ſe
la trutina, & CF la
méta
, all'hora l'angolo
FCE
ſarebbe cagione
della
grauezza, ma non
già
il DCG ad eſſo
guale
.
laquale ragione è al
tutto
fatta con la imagi­
natione
, & di voglia pro
pria
.
Peroche, che puote
importare
che la trutina
ſia
ouero in CF, ouero
in
CG, eſſendo la bilan
cia
DE ſempre ſoſten­
tata
nell'iſteſſo punto C?
Ma affine che l'inganno loro reſti più chiaro.
33[Figure 33]
Sia la medeſima bilancia AB, il cui mezo C. dapoi tutta la FG ſia la trutina,
laquale
ſtia immobile, & ſoſtenga la bilancia AB nel punto C.
& mouaſi la
bilancia
in DE.
& per­
cioche
la trutina è ſopra, &
ſotto
la bilancia, quale ango
lo
ſarà cagione della grauez
za
, eſſendo ſoſtenuta la bi­
lancia
DE ſempre nel pun
to
medeſimo?
Diranno for­
ſe
ſe la trutina ſarà ſoſtenu­
ta
dalla poſſanza poſta in
F
, allhora CG ſarà tan­
to
quanto la méta, & l'an­
golo
DCG ſarà della gra
uezza
cagione.
Ma ſe
34[Figure 34]
egli ſarà ſostenuto in G, allhora FCE ſarà cagione della grauezza, & la CF
ſarà
tanto quanto la méta.
della qual coſa niuna cagione pare poterſi addurre,
ſe
non imaginata; peroche la méta (che dicono) non pare hauere à modo veruno nien
te
di virtù che tiri dalla parte dell'angolo maggiore alcuna volta, & alcuna dalla
parte
del minore.
Ma ſia ſoſtenuta la trutina da due poſſanze in F cioè, & in G,
1ilche ſi puote fare per neceſſità, come ſe la poſſanza posta in F foſſe tanto debile,
che
per ſe ſteſſa poteſſe ſoſtentare ſolamente la metà del peſo & ſia la poſſanza
posta
in G eguale alla poſſanza poſta in F, & ambedue inſieme co' peſi ſoſtenga­
no
la bilancia.
all'hora quale angolo ſarà cagione della grauezza? non gia
FCE
, peroche la trutina è
in
CF, & è ſoſtentata in
F
: ne meno il DCG, eſſen
do
la trutina in CG, & pa
rimente
ſoſtentata in G.
Non ſaranno dunque gli an
goli
della grauezza cagione.
Coſi ne anche la bilancia
DE
da queſto ſito per que
ſta
cagione ſi mouerà.
Ma
queſta loro ſentenza pare
eſſere
confermata da eſſi in
due
modi.
Primieramente
35[Figure 35]
dicono Ariſtotele nelle queſtioni mecaniche hauere propoſto queſte due queſtioni ſo
lamente
, & le ſue dimoſtrationi eſſere fondate ſi nel maggiore, & nel minore
angolo
, & ſi nella giacitura della trutina della bilancia.
Affermano dapoi queſto
isteſſo
inſegnare la eſperientia ancora, cioè, che la bilancia DE, ſtando la ſua
trutina
in CF, ritorna in AB egualmente diſtante dall'orizonte.
& quando
la
trutina ſtà in CG, mouerſi in FG.
Ma ne Ariſtotele, ne la eſperienza fauo­
riſcono
queſta loro opinione, anzi più toſto le ſono contrarij.
Peroche in quan­
to
appartiene alla eſperienza ſi ingannano, eſſendo manifeſto ciò per eſperienza
accadere
, all'hor che il centro ancora della bilancia ſarà collocato ò ſopra, ò ſot­
to
della bilancia, ma non già auenire queſto stando la trutina ò ſopra ſolamente,
è
ſotto.
il Cardano.
1
Imperoche ſe la bilancia A
B
haueſſe il centro C
ſopra
la bilancia, & foſ­
ſe
la trutina CD ſotto
la
bilancia, & ſi moueſ­
ſe
la bilancia in EF, al
lhora
EF di nouo ri­
tornerà
in AB. egual­
mente
diſtante dall'
rizonte
.
ſimilmente ſe la
bilancia
haueſſe il cen­
tro
C ſotto la bilancia,
& foſſe la trutina CD
ſopra
la bilancia, et ſi mo
ueſſe
la bilancia in EF,
egli è manifeſto, che la bi
lancia
ſi mouerà in giu
dalla
parte di F, ſtan­
do
la trutina ſopra la bi­
lancia
.
& in qual ſi vo­
glia
altro ſito che ſia la
trutina
, auerrà ſempre il
medeſimo
.
Adunque non
è la trutina, ma il centro
della
bilancia cagione di
cotali
diuerſi effetti.
Per la terza di questo.
36[Figure 36]37[Figure 37]
Egli è pero d'auertire in queſta parte che con diſſicultà ſi puote lauora re vna bilancia
materiale
, che in vno punto ſolamente ſia ſoſtenuta, ſi come con la mente la imagi­
niamo
, & habbia le braccia dal centro coſi eguali non ſolamente in lunghezza, ma
in
larghezza, & in profundità, ò groſſezza, che tutte le parti di quà, & di peſi­
no
a punto egualmente.
percio che la materia diſſiciliſſimamente patiſce cotale giu­
ſta
miſura.
Per laqual coſa ſe conſidereremo il centro eſſere in eſſa bilancia, non bi­
ſogna
ricorrere al ſenſo, concioſia, che le coſe artificiate non ſi poſſano ridurre a quel
ſommo
grado di perfettione.
Ma nelle altre coſe la eſperienza veramente potrà inſe
gnare
le coſe che appaiono percioche quantunque il centro della bilancia ſempre ſia vn
punto
, nondimeno quando egli ſarà ſopra la bilancia, poco importa, ſe ben la bilancia
non
ſara ſoſtenuta in quel punto coſi puntalmente però che per eſſere ſempre ſopra la
bilancia
auerrà ſempre il medeſimo.
Con ſimile modo, quando egli anco è ſotto la bi­
lancia
, ilche tuttauia non accade stando il centro in eſſa bilancia, per che ſe egli non
ſarà
ſoſtenuto ſempre in quel mezo accuratamente, ſara differenza, eſſendo coſa faci
liſſima
, che quel centro, muti il proprio ſito, mentre ſi moue la bilancia.
1
Ma che Ariſtotele habbia
propoſto
due queſtioni ſo
lamente
, cioè perche la
trutina
ſtando ſopra, ſe
la
bilancia non ſarà egual
mente
diſtante dall'ori­
zonte
in equilibrio, cioè
egualmente
diſtante dal
orizonte
ritorna, ma ſe la
trutina
ſara poſta ſotto
non
ritorna, ma di piu ſi
moue
ſecondo la parte baſ
ſa
: egli è verò per certo.
Ma non già per queſto le
dimoſtrationi
ſue ſono
fondate
nell'angolo mag
giore
, ò minore, & nella
giacitura
della trutina,
come
eſſi dicono: per cio­
che
in questo non com­
prendono
la mente del filo
ſofo
, che aſſegna la ragio
ne
de gli effetti diuerſi
de
'mouimenti della bilan
cia
.
peroche tanto è lon­
tano
, che il filoſofo attri
buiſca
queſti diuerſi effet
38[Figure 38]39[Figure 39]
ti à gli angoli, che piu toſto dica eſſere cagione l'ecceſſo, & quel ſopra più della gran
dezza
che è dal perpendicolo dell'uno delle braccia della bilancia hor dall'una parte,
hora
dall'altra.
Come stando la trutina ſopra in CF, il perpendicolo ſarà FCG, il quale ſem­
pre
inchina, ſecondo lui, verſo il centro del mondo, il quale anco diuide la bilancia moſ
ſa
in DE in parti diſuguali: & la parte maggiore è verſo il D, & quel che è piu,
inchina
in giu.
Adunque dalla parte di D la bilancia ſi mouerà in giu fin che ri­
torni
in AB.
Ma ſe la trutina ſarà in CG di ſotto, ſarà GCF il perpendico­
lo
, ilquale diuiderà parimente la bilancia DE in parte diſuguali, & la parte mag
giore
ſarà verſo E; Per laqual coſa la bilancia ſi mouerà in giu dalla parte di E.
& accioche queſto ſia dirittamente compreſo, ſappiaſi, che quando la trutina è ſo­
pra
la bilancia, ſi ha da intendere, che anche il centro della bilancia ſia ſopra la bi­
lancia
, & ſe di ſotto, anche il centro deue ſtare di ſotto, come piu a baſſo manifeſte­
raſſi
.
Altramente la dimoſtratione di Ariſtotele non conchiuderebbe nulla, pero
che
stando il centro in eſſa bilancia, come in C mouaſi la bilancia in qual ſi voglia
1modo, il perpendicolo FG non diuiderà giamai la bilancia ſe non nel punto C, et
in
parti eguali.
Onde la ſentenza di Ariſtotele non ſolamente non gli fauoriſce, ma
gli
fa anche grandiſsima
mente
contra.
il che
non
ſolamente è chiaro
dalla
ſeconda & terza
propoſitione
di queſto li
bro
, ma anco percioche
ſtando
il centro ſopra
la
bilancia, il peſo alzato
acquiſta
grauezza mag
giore
per cauſa del ſito.
Dalla qual coſa accade il
ritorno
della bilancia ad
eguale
diſtanza dall'ori­
zonte
.
Ma per lo con­
trario
auiene quando il
centro
è ſotto la bilan­
cia
.
Le quali coſe tutte
ſi
dimoſtreranno in que­
ſta
maniera, preſuppo­
nendo
le coſe, che di ſo­
40[Figure 40]
pra furono dechiarate, cioè il peſo ſarſi più graue da quel loco dal quale ſcende piu
dirittamente
, & da quello che egli ſale piu dirittamente farſi parimente piu
graue
.
1
Sia la bilancia AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui centro C ſia ſopra la
bilancia
, & ſia il perpendicolo CD: & ſiano i centri della grauezza di peſi eguali
poſti
in AB: & la bilancia ſia moſſa in EF.
Dico, che il peſo posto in E ha
grauezza
maggiore, che il
peſo
posto in F.
& per­
ciò
la bilancia EF eſſe­
re
per ritornare in A B.
ſia allungata prima la linea
CD
fin'al centro del mon
do
, che ſia S.
Dapoi ſia­
no
congiunte le linee AC,
CB
, EC, CF, HS;
& dai punti EF ſiano ti­
rate
le linee EKGFL egual
mente diſtanti da HS.
Per­
cioche
dunque la diſceſa na
turale
diritta di tutta la
grandezza
, cioè della bilan
cia
EF coſi diſpoſta inſie
me
co'peſi è ſecondo la gra­
uezza
del centro H per la
diritta
linea HS; ſarà pa
rimente
la diſceſa de'peſi meſ
ſi
in EF coſi diſpoſti ſecon
do
le linee diritte EK
FL egualmente distanti
da
HS, ſi come di ſopra
habbiamo
dimoſtrato.
La
diſceſa
dunque, & la ſali­
ta
de i peſi poſti in EF ſi
dirà
più, & meno obliqua
ſecondo
la vicinanza, ò lon
tananza
diputata ſecondo
le linee EK FL. & per­
cioche
li due lati AD DC
ſono
eguali a i due lati BD
41[Figure 41]
DC; & gli angoli al D ſono retti, ſarà il lato AC eguale al lato CB. & eſ­
ſendo
il punto C immobile; mentre, che i punti AB ſi moueranno, de ſcriueran­
no
la circonferenza di vno cerchio, il cui mezo diametro ſarà AC.
Per laqual co
ſa co'l centro C ſia deſcritto il cerchio AE BF, i punti AB EF ſaranno nel
la
circonferenza del cerchio.
ma eſſendo EF eguale ad AB, ſarà la circonfe­
renza
EAF eguale alla circonferenza AFB.
Onde tolta via la comune AF
1ſarà la circonferenza EA eguale alla circonferenza FB. Hor percioche l'ango­
lo
miſto CEA è eguale al miſto CFB, & HFB è maggiore di CFB, &
l'angolo HEA è minore di CEA; ſarà l'angolo HFB maggiore dell'angolo
HEA
.
Da quali ſe ſaranno leuati via gli angoli HFG HEK eguali, ſarà l'an
golo
GFB maggiore dell'angolo KEA.
Adunque la diſceſa del peſo poſto in
E
ſarà meno obliqua della ſalita del peſo poſto in F.
& quantunque il peſo poſto in E
deſcendendo
, & il peſo poſto in F ſalendo ſi mouino per eguali circonferenze, nondi
meno
percioche il peſo poſto in E da queſto luogo diſcende piu dirittamente di quel
che
il peſo F aſcende:pero la naturale poſſanza del peſo poſto in E ſupererà la reſiſten
za
della violentia del peſo F.
Onde grauezza maggiore hauerà il peſo posto in E,
che
il peſo poſto in F.
Adunque il peſo poſto in E ſi mouerà in giù & il peſo poſto
in
F in , fin che la bilancia EF ritorni in AB, che biſognaua moſtrare.
Per la 4. del primo.
Per la 28. del terzo.
Per la 29. del primo.
La ragione di queſto effetto poſta da Ariſtotele qui ſi puote vedere manifeſta. Percio­
che ſia il punto N doue le linee CS EF ſi tagliano inſieme. & percioche HE
è
eguale ad HF; ſarà NE maggiore di NF.
adunque la linea CS, che no­
ma
perpendicolo, diuiderà la bilancia EF in parti diſuguali.
concioſia dunque, che
la
parte della bilancia NE ſia maggiore della NF, & quel che è di più biſo­
gni
, che ſia portato in giù, la bilancia EF dalla parte di E ſi mouerà in giu finche
ritorni
in AB.
Ragione de Aristotele.
Oltre à cio da quelle coſe, che
fin
hora ſono ſtate dette,
ſi
puote affermare, la bilan
cia
EF da quel ſito mo­
uerſi
piu velocemente in
AB
; d'onde la linea EF
allungata
a dirittura per­
uenga
nel centro del mon­
do
.
come ſia EFS vna
linea
diritta.
& percioche
CD
CK ſono tra loro
eguali
.
ſe dunque col cen­
tro
C, & con lo ſpatio
CD
ſi deſcriuerà il cerchio
DHM
, ſaranno i punti
DH
nella circonferenza
del
cerchio.
Ma perche la
CH
è à piombo di EF,
toccherà
la EHS il cer­
chio
DHM nel punto
H
.
il peſo dunque poſto in
H
, (ſi come di ſopra hab
biamo
prouato) ſarà piu
42[Figure 42]
1graue che in verun altro ſito del cerchio DHM. Adunque la grandezza fatta de'
peſi
EF, & della bilancia EF, il cui centro della grauezza sta in H, in coteſto
ſito
grauerà più, che in qual ſi voglia altro ſito del cerchio ſi troui il punto H.
Da
queſto
ſito adunque ſi mouera piu velocemente che da qualunque altro.
& ſe lo H
ſarà
piu da preſſo al D
manco
grauerà, & me­
no
ſi mouerà da quel ſito;
peroche
ſempre è piu torta
la
ſceſa, & meno diritta.
La bilancia dunque EF
ſi
mouerà più velocemen­
te
da queſto ſito, che da
altro
ſito, & ſe piu dapreſ
ſo
accoſteraßi ad AB,
d
'indi ſi mouerà meno poi
quanto
piu da lunge ſarà
diſtante
il punto H dal
punto
C ſi mouerà più ve
locemente
, il che non ſolo
da
Ariſtotele nel principio
delle
queſtioni mecaniche,
& dai detti di ſopra è ma
nifeſto
, ma ancora da quel
le
coſe, che di ſotto nella
ſeſta
propoſitione ſiamo
per
dire, apparerà chiaro.
La bilancia dunque EF
quanto
più ſarà lontana
dal
ſuo centro, ſi mouerà anche piu velocemente.
43[Figure 43]
1
Sia poi la bilancia AB, il cui centro C stia ſotto la bilancia, & ſiano in AB
peſi
eguali, & ſia moſſa la bilancia in EF.
Dico che il peſo ha grauezza maggio­
re
in F, che in E.
&
perciò
la bilancia EF
eſſere
per mouerſi in giù
dalla
parte di F.
ſia allun
gata
la linea DC dall'una
parte
, & dall'altra fin
nel
centro del mondo S,
& fin ad O, & ſia tira
ta
la linea HS, alla qua
le
dai punti EF ſiano ti
rate
le linee GEK FL
egualmente
diſtanti, &
ſiano
congiunte le CE
CF
: & dal centro C con
lo
ſpatio CE deſcriuaſi
il
cerchio AEO B
ſi dimoſtrerà ſimilmente
i
punti AB EF eſſe­
re
nella circonferenza del
cerchio
, & che la diſceſa
della
bilancia EF inſie­
me
co'peſi ſi diritta ſe
condo
la linea HS: &
de
i peſi poſti in EF ſe­
condo
le linee GK FL
egualmente
diſtanti da
HS
.
Et percioche l'ango
lo
CFP è eguale all'an
golo
CEO ſarà l'ango­
lo
HFP maggiore del­
l
'angolo HEO.
ma l'an
golo HFL è eguale al­
l
'angolo HEG.
Da qua
li
ſe ſaranno leuati via
gli
angoli HFP HEO,
44[Figure 44]
ſarà l'angolo LFP minore dell' angolo GEO. Per laqual coſa la ſceſa del peſo
poſto
in F ſarà piu diritta della aſceſa del peſo poſto in E.
Adunque la poſſanza
naturale
del peſo poſto in F ſupererà la reſiſtenza della violentia del peſo poſto in
E
.
& percio hauerà maggior grauezza il peſo di F, che il peſo di E. Adunque
il
peſo di F ſi mouerà in giù, & il peſo di E ſi mouerà in .
Per la 29. del primo.
1
La ragione di Ariſtotele parimente qui è chiara. Percioche ſia il punto N doue le
linee
CO EF ſi tagliano inſieme.
ſarà la NF maggiore della NE. & perche
il
perpendicolo CO, ſe­
condo
lui, diuide in parti
diſuguali
la bilancia, &
la
parte maggiore è verſo
F
, cioè NF; la bilan­
cia
EF ſi mouerà in giù
dalla
parte di F, concio
ſia
che quel che è di piu
venga
portato à baſſo.
Ragione di Aristotele.
Similmente dalle coſe dette
caueremo
, che quanto piu
la
bilancia EF tenente
il
centro ſotto la bilancia,
ſarà
lontana dal ſito AB
ſi
mouerà piu velocemen
te
, percioche il centro del
la
grauezza H, quanto
piu
è diſtante dal punto
D
, tanto piu velocemen
te
il peſo compoſto de' pe
ſi
EF, & della bilancia
EF
ſi mouerà, finche
l
'angolo CHS diuenga
retto
.
& dauantaggio ſi
mouerà
anche piu veloce
mente
quanto la bilancia
ſarà
piu lontana dal cen­
tro
C.
Oltre à ciò ne piace dalle ſue
ragioni
, & falſe preſuppo
ſte
manifeſtare, & pro
durre
gli effetti, & i moti
già
dichiarati della bilan
cia
, affine che appaia quan
ta
ſia la efficacia della ve­
rità
, come quella, che dalle coſe falſe ancora ſi sforza di riſplendere.
45[Figure 45]
Ponganſi le coſe isteſſe, cioè ſia il cerchio AE BF, & la bilancia AB, il cui cen­
tro
C ſia ſopra la bilancia, mouaſi in EF.
Dico che il peſo poſto in E iui
grauezza
maggiore, che il peſo poſto in F; & che la bilancia EF ritornerà in AB.
1ſiano tirate dai punti EF le linee EL FM à piombo di AB, le quali ſaran­
no tra loro egualmente diſtanti, & ſia il punto N doue la AB, & la EF ſi
tagliano
fra loro.
Percioche dunque l'angolo FNM è eguale all'angolo ENL,
& l'angolo FMN ret
to
è eguale ad ELN
retto
, & il reſtante
NFM
al reſtante
NEL è etiandio egua­
le
; ſarà il triangolo NLE
ſimile
al triangolo NMF.
Si come dunque è la NE
verſo
la EL, coſi NF
ad FM; & permutan­
do
, ſi come EN ad NF,
coſi
EL ad FM.
Ma
eſſendo
HE eguale ad
HF
, ſarà EN mag­
gior
di NF.
Per laqual
coſa
anco EL ſarà mag
46[Figure 46]
giore di FM. & percioche mentre il peſo poſto in E deſcende per la circonferen­
za
EA, il peſo poſto in F ſale per la circonferenza FB eguale alla circonferen­
za
EA, & la diſceſa del peſo poſto in E piglia (come eſſi dicono) di diretto EL:
& la ſalita del peſo poſto in F piglia di diretto FM, meno di diretto verrà a pi­
gliare
la ſalita del peſo poſto in F, che la diſceſa del peſo poſto in E.
Dunque il pe
ſo
poſto in E haurà grauezza maggiore, che il peſo poſto in F.
Per la 28. del primo.
Per la 15. del primo.
Per la 29. del primo.
Per la 4. del ſesto.
Per la 16. del quinto.
Sia allungata la linea CD dall una parte, & dall'altra in OP, laquale tagli la linea
EF
nel punto S.
& percioche (come dicono) quanto piu è lontano il peſo dalla
linea
della direttione OP, tanto ſi fa piu graue; però con queſto mezo ancora pro­
ueraſſi
il peſo poſto in E hauer grauezza maggiore del peſo poſto in F.
Siano dai
punti
EF tirate le linee EQ FR a piombo di OP.
Con ſimile ragione moſtre
raſſi
, che il triangolo QES è ſimile al triangolo RFS; & che la linea EQ è
maggiore
di RF.
& coſi il peſo poſto in E ſarà piu lontano dalla linea OP, che
il
peſo poſto in F; & per ciò il peſo poſto in E hauerà grauezza maggiore del pe
ſo
poſto in F.
Dallequali coſe appare euidente il ritorno della bilancia EF in AB.
1
Ma ſe il centro della bilancia ſarà ſotto la bilancia, allhora ſi moſtrerà con gli iſteſſi me
zi
, che il peſo abbaſſato hauerà grauezza maggiore dall'alzato.
ſiano tirate da pun­
ti
EF le linee EL FM
a
piombo di AB.
ſimil
mente
ſi prouerà EL eſ
ſere
maggiore di FM; et
perciò
la ſceſa del peſo po
sto
in F prenderà meno
di
dirittura, che la ſalita
del
peſo poſto in E.
On­
de
la reſiſtenza della vio­
lentia
del peſo poſto in E
ſupererà
la naturale incli­
natione
del peſo poſto in
F
.
Adunque il peſo poſto
in
E ſarà piu graue del
peſo
posto in F.
Sia allungata etiandio la CD
dall
'una parte & l'altra
47[Figure 47]
in OP, & ſiano tirate dai punti EF le linee EQ FR à piombo dilei. ſi pro
verà
con l'iſteſſo modo in tutto, che la linea EQ è maggiore di FR.
& percio il
peſo
poſto in E ſarà piu lontano dalla linea della dirittura OP, che il peſo poſto
in
F.
Adunque il peſo poſto in E haurà grauezza maggiore del peſo poſto in F.
Dalle quali coſe ſegue, che la bilancia EF ſi moue in giù dalla parte di E.
Si che Aristotele propoſe queſte due queſtioni ſolamente, & laſciò la terza, cioè quando
il
centro della bilancia ſtà nella bilancia iſteſſa.
Queſta però tralaſciò egli, co­
me
nota, ſi come egli ſole tralaſciare le coſe molto note.
Imperoche à chi puote
far
dubbio, che ſe il peſo ſarà ſoſtentato nel centro della grauezza ſua, che non iſtia
fermo
?
Ma potrebbe forſe alcuno riprendere quelle coſe che per ſua ſententia hab­
biamo
propoſto, affermando noi non hauere prodotto in mezo tutta la intera ſenten
za
ſua.
Imperoche proponendo egli nella ſeconda parte della queſtione ſeconda.
Perche la bilancia eſſendo posta la trutina di ſotto, quando, portato il peſo in giu, al
cuno
lo rimoue, non aſcende, ma rimane? non afferma perciò la bilancia mouerſi in
giù
, ma rimanere, il che pare ſimilmente hauere nella vltima concluſione raccolto.
Ma queſto non ſolamente non ci fa contra, ma ſe egli è ben' inteſo grandiſſimamen­
te
aiuta.
Percioche ſia la bilancia AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui centro E ſia
ſotto
la bilancia.
& perche Ariſtotele conſidera la bilancia come ella è in fatto, però
egli
è neceſſario collocare la trutina, ouero qualche altra coſa ſotto il centro E, co­
me
EF, che in ogni modo ſarà trutina, per modo, che ſoſtenga il centro E.
& ſia
ECD
il perpendicolo.
& accioche la bilancia AB ſi moua da queſto ſito, dice
1Ariſtotele, pongaſi il peſo in B, ilquale eſſendo graue mouerà la bilancia dalla par­
te
B in giù, come in G, talche per l'impedimento non potrà egli piu mouerſi in
giu
, ma non dice gia Ariſtotele, che ſi moua la bilancia in giu dalla parte di B fin
tanto
che parerà, da
poi
ſi laſci, come noi
di
cemmo: ma ordina
che
ſia posto il peſo
in
B, il quale di ſua
natura
ſi mouera
ſempre
in giù finche
la
bilancia ſi appog­
gi
alla trutina, ouerò
a
qualche altra coſa.
& quando il B ſa­
nel G, la bilan­
cia
ſarà in GH, nel
qual
ſite leuato via
il
peſo, rimarrà: per
eſſere
la maggior par
te
della bilancia dal
perpendicolo
uerſo il
48[Figure 48]
G, che è DG, che DH. ne piu moueraſſi in giu, imperoche la bilancia ſtarà ſopra
la
trutina, ouero qualche altra coſa, che ſoſtenga il centro della bilancia.
peroche ſe a
coteſta
non ſi appoggiaſſe, verrebbe la bilancia à mouerſi, ſecondo la ſua opinione,
in
giù dalla parte di G, concioſia, che quello che è di piu, cioè DG debba eſſere
per
neceſſità in giu portato.
Ma potrebbe dauantagio dire alcuno, ſe in B ſarà collocato vn peſo picciolo, ſi mo­
uerà
ben la bilancia in giu, ma non gia fin al G; nel qual ſito, ſecondo Aristo­
tele
, leuato via il peſo, deue remanere.
ilche è manifeſto per la eſperientia, inchi­
nandoſi
la bilancia più, & meno, quando in vna eſtremita della bilancia ſolamente
vi
è poſto il peſo, che ſia ò maggiore, ò minore.
ilche è veriſſimo allhora che il centro
è
collocato ſopra la bilancia, ma non già ſotto, ne in eſſa bilancia, come per gratia
di
eſempio.
1
Sia la bilancia AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui centro C ſia ſopra la bi
lancia
, & il perpendicolo
CD
a piombo dell' ori­
zonte
, il quale da la par­
te
D ſia allungato in H.
Hor percioche conſidera
ta
la grauezza della bi­
lancia
, ſarà il punto D
il
centro della grauezza
della
bilancia.
ſe dunque
vn
piccolo peſo ſarà po­
ſto
nel B, il cui centro
della
grauezza ſia nel pun
to
B; gia piu non ſarà
il
centro della grauezza
D
della magnitudine
compoſta della bilancia
49[Figure 49]
AB, & del peſo poſto in B, ma ſarà nella linea DB, come in K: per modo
che
DE ad EB ſia come il peſo poſto in B alla grauezza della bilancia AB.
congiungaſi la CE. & percioche il punto C è immobile, mentre la bilancia ſi
moue
, il punto E deſcriuerà la circonferenza del cerchio EFG, il cui mezo dia­
metro
è CE, & il centro C.
Ma perche CD ſtà a piombo dell' orizonte, la li
nea
CE non ſarà gia ella à piombo dell' orizonte.
Per laqual coſa la grandez­
za
composta di AB, & del peſo poſto in B non rimarrà in questo ſito; ma ſi
mouerà
in giu ſecondo il centro E della ſua grauezza per la circonferenza EFG,
finche CE diuenti a piombo dell' orizonte, cioè finche la CE peruenga in CDF.
& allhora la bilancia AB ſarà moſſa in KL, nel qual ſito la bilancia rimarrà
inſieme
co'l peſo, ne d'auantaggio ſi mouerà in giù.
che ſe in B ſarà poſto vn peſo
piu
graue, il centro'della grauezza di tutta la magnitudine ſarà piu dappreſſo al B,
come
in M.
& allhora la bilancia ſi mouerà in giu, finche la congiunta linea CM
peruenga
nella linea CDH.
Dal porſi dunque peſo maggiore ò minore in B, la
bilancia
ſi inchinerà piu ò meno.
Da che ſegue che il peſo B deſcriuerà ſempre vna
circonferenza
minore della quarta parte d'un cerchio, per eſſere l'angolo FCE ſem
pre
acuto:ne il punto B peruenirà gia mai fin alla linea CH, percioche ſempre il
centro
della grauezza del peſo, & dalla bilancia inſieme ſarà fra BD.
tuttauia quan
to
ſarà il peſo poſto in B piu graue, deſcriuerà anche circonferenza maggiore, ve­
nendoſi
per queſto il punto B ad accoſtare piu alla linea CH.
Per la 6. del primo. di. Arch. delle coſe egualmentepesanti.
Per la 1. di questo.
Mi habbia la bilancia AB il centro C nella iſteſſa bilancia, & nel ſuo mezo,
ſarà
il C centro ancora della grauezza della bilancia, dal quale ſia tirata la li­
nea
FCG a piombo di eſſa AB, & dell' orizonte.
Pongaſi dapoi in B qual
peſo
ſi voglia; ſarà il centro di tutta la grauezza, come in E; ſi fattamente che
la
CE verſo EB ſia come il peſo poſto in B alla grauezza della bilancia.
& per
1cioche la CE non è a piombo dell' orizonte, la bilancia AB, & il peſo poſto in
B
non rimaranno in que­
ſto
ſito gia mai; ma ſi mo­
ueranno
in giu dalla par­
te
di B, fin che CE ſi
faccia
à piombo dell' ori­
zonte
; cioè fin che la bilan­
cia
AB peruenga in FG.
Onde è chiaro, che ciaſcun
peſo
poſto in B, ſempre
deſcriue
la quarta parte
d
'un cerchio.
50[Figure 50]
Ma ſia il centro C ſotto la bilancia AB, & ſia DCE il perpendicolo. ſimilmente
per
eſſer il peſo posto in B, ſarà il centro della grauezza della magnitudine compe
ſta
di AB bilancia, & del peſo poſto in B nella linea DB, come in F; ſi fattamen
te
che come DF ſi ha verſo FB coſi ſia il peſo poſto in B al peſo della bilan­
cia
.
congiungaſi CF. &
percioche
CD è a piombo
dell
' orizonte, non ſarà gia
la
linea CF a piombo del
l
'orizonte.
Per laqual coſa
la
magnitudine compoſta
della
bilancia AB, & del
peſo
poſto in B in queſto
ſito
non ſtarà mai ferma;
ma
in giu moueraſſi ſe alcu
na
coſa non la impediſce,
finche
CF peruenga in
DCE
, nel qual ſito la bi­
lancia
rimarrà inſieme co'l
51[Figure 51]
peſo. & il punto B ſarà come in G, & il punto A in H, & la bilancia GH
non
hauerà piu il centro di ſotto, ma ſopra eſſa.
La qual coſa hauerà ſempre, quan­
tunque
ſi ponga vn minimo peſo in B.
Auanti che dunque il B peruenga al G,
egli
è neceſſario, che la bilancia incontri la trutina poſta di ſotto, ouero alcuna altra
coſa
, che ſoſtenti il centro C, & iui s'appoggi.
Da queſto ſegue, che il peſo B ſem
pre
ſi moue oltre la linea DK, & deſcriue ſempre vna circonferenza maggiore del
la
quarta parte del cerchio, per eſſere l'angolo FCE ſempre ottuſo, & l'angolo
DCF
ſempre acuto.
& quanto il peſo posto in B ſarà piu leggiero, deſcriuerà tut­
tauia
anche circonferenza maggiore.
Imperoche quanto il peſo poſto in G ſarà piu
leggiero
, tanto piu il peſo detto posto in G ſi alzerà; & la bilancia GA s'accoſte
1 piu preſſo al ſito egualmente diſtante dall'orizonte. Le quali coſe tutte reſtano ma
nifeſte
da quelle che di ſopra ſono ſtate dette.
Prouate queſte coſe, egli è chia
ro
, che il centro della bilan­
cia
è cagione de gli effetti di
uerſi
della bilancia.
& ſi ve
de
ancora che tutte le pro­
poſitioni
di Archimede del
le
coſe, che egualmente peſa
no
, a ciò pertinenti, in ogni
ſito
ſono vere.
cioè, ſia pur
la
bilancia diſtante egualmen
te
dall'orizonte, ouero non,
pur
che il centro della bilan
cia
ſia collocato in eſſa bilan
cia
, ſi come egli la conſide­
52[Figure 52]
. & quantunque la bilancia habbia diſuguali le braccia, auerrà tuttauia l'iſteſſo, &
ſi
dimoſtrerà co'l modo iſteſſo in tutto, che il centro della bilancia collocato in diuer
ſe
maniere produrrà vari effetti.
Percioche ſia la bilancia
AB
egualmente diſtan
te
dall'orizonte; & ſiano
in
AB peſi diſuguali, il
centro
della grauezza
dei
quali ſia in C, &
ſia
attacata la bilancia
nell
'iſteſſo punto di C,
& mouaſi la bilancia in
DE; egli è manifeſto,
che
la bilancia rimarrà
non
ſolamente in DE,
ma
in qual ſi voglia altre
ſito
.
Per la diffinitione del centro della grauezza.
53[Figure 53]
1
Ma ſia il centro della bilancia AB ſopra il C in F; & ſia FC à piombo di AB,
& dell' orizonte: & ſe
la
bilancia ſarà moſſa in
DE, la linea CF ſarà
moſſa
in FG, la quale
per
non eſſere à piombo
dell
' orizonte, la bilancia
DE
ſimouerà in giu dalla
parte
di D, finche FG
ritorni
in FC: & allho
ra
la bilancia DE ſarà
in
AB, nel qual ſito an
che
rimarrà.
Per la prima di questo.
54[Figure 54]
Che ſe il centro F della bi­
lancia
ſarà ſotto la bilan­
cia
, & ſia la bilancia moſ
ſa in DE primieramen
te
egli è manifeſto che la
bilancia
rimarrà in AB:
& in DE moueraſſi in
giu
dalla parte di E, per
non
eſſere la linea FG
à
piombo dell' orizonte.
55[Figure 55]
Per la prima di questo.
1
Da queſte coſe coſi terminate, ſe la bilancia foſſe inarcata, ouero, che le braccia della bi
lancia
formaſſero vn'angolo, & ſi diſponeße il centro diuerſamente, (ben che que­
ſta
propriamente non ſarebbe bilancia,) potremo nondimeno anche dimoſtrare di lei
varij
effetti.
Come ſia la bilancia ACB, il cui centro, d'intorno al quale ſi volge,
ſi
a C, & tiratala linea AB, ſia
l
'arco ouerò l'angolo ACB ſopra
la
linea AB; & ponganſi in AB
i
centri della grauezza de'peſi, i quali
rimangano
in queſto ſito.
Mouaſi poi
la
bilancia da queſto ſito, come in ECF.
Dico che la bilancia ECF ritornerà
in
ACB.
Ritrouiſi il centro della
grauezza
di tutta la magnitudine D,
& ſia congiunta la CD.
Hor percio
che i peſi AB stanno fermi, la li­
nea
CD ſarà à piombo dell'orizon­
56[Figure 56]
te. Quando dunque la bilancia ſarà in ECF, la linea CD ſarà come in CG;
la
quale per non eſſere à piombo dell' orizonte, la bilancia ECF ritornerà in
ACB
.
ilche parimente auenirà, ſe il centro C ſarà meſſo ſopra la bilancia, co­
me
in H.
Per la prima di questo.
Che ſe l'arco, ouero l'angolo ACB
ſarà
ſotto la linea AB, nel
modo
iſteſſo moſtreremo, la bi­
lancia
ECF, il cui centro ſia
ouero
in C, ouero in H, do­
uerſi
mouere in giu dalla parte
di
F.
57[Figure 57]
158[Figure 58]59[Figure 59]60[Figure 60]
Et ſe l'angolo ACB foſſe ſoprala linea AB, & il centro della bilancia H; &
& la linea CH ſoſteneſſe la bilancia; & ſi moueſſe la bilancia in EKF; la bilan
cia
EKF ritornerà in ACB.
Ma ſe il centro della bilancia ſarà D, mouaſi in qualunque modo la bilancia, doue ſi
laſcierà
, lui rimarrà.
Se poi il punto H ſarà ſotto la linea AB; allhora la bilancia EKF ſi mouerà in
giu
dalla parte di F.
Et con ſimile ragione in tutto, ſe l'ango­
lo
ACB ſarà ſotto la linea AB;
& ſia il centro della bilancia H, &
ſia
la bilancia ſoſtentata dalla linea
CH
; ſe la bilancia moueraßi da queſto
ſito
, ſi mouerà in giu dalla parte del pe
ſo
più baſſo.
& ſe il centro della bilan­
cia
ſia D; rimarrà doue ſi laſcierà.
che
ſe
ſarà in K; & da cotale ſito ſi mo
uerà
, ritornerà ad ogni modo nello iſteſ
ſo
.
Le quali coſe tutte da quel che in
61[Figure 61]
principio dicemmo ſono manifeste. ſimilmente ſe il centro della bilancia ſarà poſto
in
vno della bracia della bilancia, ò dentro, ò fuori, ò in qual ſi voglia modo trouere
mo
le coſe iſteſſe.
1
In queſto luogo egli conuiene auertire, il che poteuaſi anco fare di ſopra à carte cin
que
preſſo la fine della ſeconda faccia oue è ſcritto.
oltre à ciò poſsiamo conſide­
rare
le coſe che ſeguono in tutto al modo iſteſſo.
Che queſto autore è ſtato il
primo
à conſiderare eſquiſitamente la bilancia, & intenderla dalla natura, & dal
vero
eſſer ſuo; pero che egli il primiero di tutti ha manifeſtato chiaramente il mo
do
del trattarla, & inſegnarla, con proporre tre centri da eſſere conſiderati in que
ſta
ſpeculatione; l'uno è il centro del mondo, l'altro il centro della bilancia, & il
terzo
il centro della grauezza della bilancia, che in eſſa era vn naſcoſto ſecreto di
natura
.
Senza queſti tre centri, chiara coſa è, che non ſi puote venire in conoſci­
mento
perfetto, ne dimoſtrare gli effetti varij della bilancia, i quali naſcono dalla
diuerſità
del collo care il centro della bilancia in tre modi, cioè quando il
centro
della bilancia ſta ſopra il centro della grauezza di eſſa, ouero quando è
di
ſotto, o pure allhorche il centro della bilancia è nell'iſteſſo centro della gra­
uezza
di lei; ſi come l'autore inſegna nella tre precedenti dimoſtrationi, cioè
nella
ſeconda, nella terza, & nella quarta propoſitione: peroche nella ſeconda mo­
ſtra
quando la bilancia torna ſempre egualmente diſtante dall'orizonte; nella ter­
za
quando non ſolo non ritorna, ma ſi moue al contrario; nella quarta, che
eſſendo
la bilancia ſoſtenuta nel ſuo centro dalla grauezza ſta ferma douunque el
la
ſi troua, il quale effetto in particolare non è piu ſtato tocco, ne veduto, ne man
co
da niuno manifeſtato, fuor che dall'autore: anzi fin hora tenuto falſo, & impoſ
ſibile
da tutti gli predeceſſori noſtri; i quali con molte ragioni ſi ſono sforzati di
prouare
non ſolamente il contrario, ma hanno etiandio affermato per certo, che
la
ſperíenza moſtra la bilancia non dimorare gia mai ferma ſe non quando ella è
egualmente
diſtante dall'orizonte.
Laqual coſa in tutto è contraria alla ragione
prima
, per eſſere la dimoſtratione della ſudetta quarta propoſitione tanto chiara,
facile
, & vera, che non , come ſe le poſſa in modo alcuno contradire: & poi al­
l
'eſperienza concioſia che l'autore habbia fatto ſottiliſsimamente lauorare bilan­
cie
giuſte a poſta per chiarire queſta verità, vna delle quali io veduto in mano
dell
'Illuſtre Signor Gio. Vicenzo Pinello, mandatagli dall'iſteſſo autore, la quale
per
eſſere ſoſtenuta nel centro della ſu a grauezza, moſſa douunque ſi vuole, & poi
laſciata
, ſtà ferma in ogni ſito doue ella vien laſciata.
Ben è egli vero, che non bi
ſogna
, nel fare coteſta eſperienza, correr coſi a furia, per eſſere coſa oltra modo
difficile
, come dice l'áutore di ſopra, il fare vna bilancia, la quale ſia nel mezo del
le
ſue braccia ſoſtenuta à punto, & nel centro proprio della ſua grauezza.
Per la
qual
coſa egli è da por mente, che qual'hora alcuno ſi metteſſe à far cotale eſperien
za
, & non gli riuſciſſe, non perciò ſi deue ſgomentare, anzi dica pur fermamente
di
non hauer bene operato, & vn'altra volta ritorni à farne la ſperienza, fin che la
bilancia
ſia giuſta, & eguale, & venga ſoſtenuta à punto nel centro della grauez­
za
ſua.
Et benche da altri ſiano ſtate tocche le altre due predette ſpeculationi, cioè
quando
la bilancia ritorna ſempre egualmente diſtante dall'orizonte, & quando
ſi
moue al contrario di queſto ſito, tuttauia non ſi è piu inteſa queſta verità gia
mai
apertamente, ſe non dall'autore noſtro; peroche gli altri non hanno co'l ſen­
no
penetrato in ciò tanto auanti, che habbiano ſaputo con diſtintione conſidera
re
il centro della bilancia in tre modi, come narrato.
Che ſe hanno pur diuiſa
to
qualche coſa d'intorno à queſto, l'hanno fatto confuſiſsimamente, & con ma
le
dimoſtrationi, dalle quali non ſi puote cauare ferma conchiuſione, & chiara.
Que
sti
predeceſſori noſtri hanſi da intendere i moderni ſcrittori di cotal materia alle­
gati
in diuerſi luoghi dall'autore, fra quali Giordano, che ſcriſſe de'peſi riputa­
1to aſſai, & ſin qui è ſtato ſeguito molto nella ſua dottrina. Hor l'autore noſtro
procurato
con ogni ſtudi o di caminare per la via de' buoni Greci antichi,
maeſtri
delle ſcienze, & in particolare di Archimede Siracuſano prencipe delle ma
thematiche
famo ſiſsimo, & di Pappo Aleſſandrino, come egli dice, leggendogli
nella
ſua propria fauella, non tradotti; peroche il piu delle volte ſono coſi mal
trattati
, che à gran pena ſi puote trarre da loro frutto veruno.
& affine che queſta
noua
opinion ſua, dimoſtrata à pieno nella predetta quarta propoſitione, reſti to­
talmente
chiara, non ſi è gia contentato egli d'hauerla dimoſtrata con viue ragioni,
& certe ſolamente, ma come buon filoſofo, procedente con via di reale dottrina,
& di fondata ſcienza, (imitando Ariſtotele, ilqual ne' principii de ſuoi libri, inue­
ſtigando
dottrina migliore, datto contra la opinione de gli antichi, ſoluendo
le
ragioni addotte da loro:) ben voluto, eſſendo la verità vna ſola, proporre le
opinioni
de'ſuoi predeceſſori, & eſaminare le loro ragioni, lequali ſembrano pro
uar
il contrario, & ſoluerle, la loro fallenza dimoſtrando co'l preſente diſcorſo, che
incomincia
, come è detto à carte cinque nella faccia ſeconda, & qui finiſce il qua
le
diſcorſo ſeruirà in queſta materia, ſecondo che ſi ſuole dire per la opinione de
gli
antichi.
Et percio che egli contiene coſe di altiſsima ſpeculatione, maſsimamen­
te
d'intorno al conſiderare doue ſia piu graue vn peſo ſolo poſto in vno braccio
della
bilancia, biſogna in ogni modo, per bene intendere, leggerlo, & iſtudiarlo
con
accuratiſsima diligenza.
Ma per certo l'autore è ſtato non ſolo il primo à tro
uare
queſta verità, ma il primo etiandio a dimoſtrare in qual maniera ſia meſtieri
conſiderare
, & ſpeculare interamente la preſente materia tutta.
Con laquale ſpecu­
latione
proua di nouo, & confermai varij effetti, & accidenti della bilancia già di
moſtrati
nelle proſsime tre propoſitioni; moſtrando ancora, come ſin qui coteſte
coſe
ſiano da gli altri ſtate malamente conſiderate, & con principij falſi.
Anzi di
piu
per confermatione della verità ſoggiunge, che queſti tali non hanno ſaputo fa
re
le loro demoſtrationi; poi che co'l proprio modo di ſpeculare vſato da loro,
& con le loro medeſime ragioni proua la ſua intentione, & ſentenza eſſere veriſsi
ma
, appoggiando ſi alla dottrina di Ariſtotele ſempre, & facendo toccar con ma­
no
, che egli con eſſo lui è d'accordo nelle queſtioni mechaniche.
In trattando
queſta
materia moue l'autore alcuni dubbi molto belli, & curioſi, & poi chiara­
mente
gli ſolue.
In vltimo, accioche non mancaſſe nulla al compiuto conoſcimen
to
di queſto ſoggetto, egli trattato delle bilancie, che hanno le braccia diſugua
li
, & di quelle che hanno le dette braccia piegate, & torte.
In ſomma ſi può ben
affermare
, che in coteſto diſcorſo ſiano compreſe tutte quelle coſe, che poſſono eſ
ſere
diuiſate d'intorno à materia tale.
Le quali ſono di belliſsima & ſottiliſsima ſpe
culatione
, & à chiunque ſi diletta, & attende à queſti no bili ſtudi neceſſarijſsime,
& da eſſere, come ricordato piu d'una volta, con molta attentione vedute, &
conſiderate
.
Doue ſi legge queſto vocabolo latino Equilibrio, intendaſi per eguale contrapeſo,
cioè
che peſa tanto da vna banda, quanto dallaltra in pari lance, ò libra, ò bilancia
che
ſi dica.
Librar congiuſte lance.
Diſſe il Petrarcha.
1
PROPOSITIONE V.
Due peſi attaccati nella bilancia, ſe la bilancia ſarà tra loro in modo
diuiſa
, chele parti riſpondano ſcambieuolmente à peſi; peſeranno
tanto
ne'punti doue ſono attaccati, quanto ſel'uno & l'altro foſſe
pendente
dal punto della diuiſione.
62[Figure 62]
Sia la bilancia AB, il cui centro ſia C, & ſiano due peſi EF pendenti da' punti
BG
: & diuidaſi BG in H, ſi fattamente, che BH ad HG habbia la pro­
portione
isteſſa, che il peſo E al peſo F.
Dico i peſi EF peſare tanto in BG,
quanto
ſe amendue pendeſſero dal punto H.
facciaſi AC eguale à CH. & ſi
come
AC à CG, coſi facciaſi il peſo E al peſo L.
ſimilmente come AC à
CB
, coſi facciaſi il peſo F al peſo M.
& ſiano attaccati i peſi LM al punto
A
.
Hor percioche AC è eguale à CH, ſarà BC verſo CH come il peſo
M
al peſo F.
& percioche piu grande è BC di CH; ſarà anche il peſo M
maggiore di F. Diuidaſi dunque il peſo M in due parti QR, & ſia la parte di
Q eguale ad F; ſarà BC à CH, come RQ à Q: & diuidendo, come BH
ad
HC, coſi R à Q.
Dapoi conuertendo, come CH ad HB, coſi Q ad
R. Oltre à ciò perche CH è eguale à CA, ſarà HC verſo CG come il peſo
E
al peſo L: maè piu grande HC di CG, però ſarà anche il peſo E maggio­
re del peſo L. Onde diuidaſi il peſo E in due parti NO, ſi fattamente, che la
parte
di O ſia eguale ad L, ſarà HC à CG come tutto lo NO ad O; &
diuidendo
, come HG à GC, coſi N ad O.
& conuertendo, come CG à
GH, coſi O ad N. & di nuouo componendo, come CH ad HG, coſi ON
ad N. & come GH ad HB, coſi è F ad ON. Per la qual coſa per la pro
portione
vguale come CH ad HB, coſi F ad N.
Ma come CH ad HB
coſi è Q ad R: ſarà dunque Q ad R come F ad N. & permutando co­
me
Q ad F; coſi R ad N.
ma la parte di Q è egual ad eſſo F. per la qual
coſa la parte di R ancora ſarà eguale ad N. eſſendo dunque il peſo L eguale
1ad O, & il peſo F eguale parimente al Q, & la parte di R eguale ad N; ſa
ranno
i peſi LM eguali a i peſi E\1
& percioche ſi come AC verſo CG, co
ſi è il peſo E al peſo L, i peſi EL peſeranno egualmente. ſimilmente percioche
ſi
come AC è verſo CB, coſi il peſo F è al peſo M, i peſi FM peſeranno
anco
egualmente.
i peſi dunque LM peſeranno egualmente co'peſi EF attacca­
ti
in BG.
& eſſendo la diſtanza CA eguale alla diſtanza CH, ſe dunque am
bidue
i peſi EF ſaranno attaccati in H, i peſi LM peſeranno egualmente co'
peſi EF attaccati in H. Ma LM peſa ancora egualmente con EF in GB.
Adunque ſaranno egualmente graui i peſi EF in GB attaccati come in H. pe
ſeranno dunque tanto in BG quanto attaccati in H.
Per la 17. del quinto.
Per la con­ſeguenza della 4. del 5.
Per la 17. del quinto.
Per la conſeguenza della 4. del 5.
Per la 18. del quinto.
Per la 16. del quinto.
Per la 11. del quinto.
Per la 16. del quinto.
Perla 6. del primo di Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Per lo 2. con. della not di questo.
Per la 3. con. della not ai questo.
63[Figure 63]
Ma ſiano i peſi EF attaccati in CB; & ſia C il centro della bilancia, & diuidaſi
CB
in H, per modo che CH verſo HB ſia come il peſo F al peſo E.
Dico
che
i peſi EF peſeranno tanto in CB quanto nel punto H.
facciaſi CA egua
le
à CH, & come CA verſo CB; coſi facciaſi il peſo F verſo vn'altro, che
ſia
D, ilquale ſi appicchi in A.
Hor percioche CH è eguale à CA, ſarà CH
verſo
CB, come F à D; & ben è maggiore CB di CH, però il peſo D ſa
maggiore del peſo F.
Diuidaſi dunque il D in due parti GK, & ſia il G
eguale allo F; ſarà BC à CH come GK verſo il G; et diuidendo, come BH
ad
HC, coſi K verſo G; & conuertendo come CH ad HB, coſi G ver­
ſo K. & come CH ad HB, coſi è F verſo E. Dunque come G ver­
ſo
K coſi è F ad E.
& permutando come G ad F, coſi K ad E. & per­
che GF ſono eguali, ſaranno anche KE tra loro eguali. Concioſia dunque che
la
parte G ſia eguale ad F, & il K ad eſſo E; ſarà tutto il GK eguale a i pe
ſi EF. & percioche AC è eguale à CH; ſe dunque i peſi EF ſaranno penden
ti
dal punto H, il peſo D peſerà egualmente co'peſi EF attaccati in H.
Ma
peſa
anche egualmente con eßi in CB, cioè F in B, & E in C; per eſſere
come
AC verſo CB, coſi F verſo D: percioche il peſo E pendente da C
centro
della bilancia non è cauſa, che la bilancia ſi moua in alcuna delle due parti.
tanto ſaranno dunque graui i peſi EF in CB, quanto in H appicati.
Per la 17. del quinto.
Per la conſeguenza della 4. del 5.
Per la 11. del quinto.
Per la 16. del quinto.
164[Figure 64]
Sia finalmente la bilancia AB, & da i punti AB ſiano pendenti i peſi EF, & ſia il centro
della
bilancia C fra i peſi, & diuidaſi la AB in D, talche AD verſo DB
ſia
come il peſo F al peſo E.
Dico che i peſi EF peſano tanto in AB, quan
to
ſe ambidue foſſero pendenti dal punto D.
facciaſi CG eguale à CD; & co­
me
DC à CA, coſi facciaſi il peſo E ad vn'altro peſo H, ilquale ſia attac
cato
in D.
& come GC verſo CB, coſi facciaſi il peſo F ad vn'altro che
ſia
K, & attachiſi K in G.
Hor percioche, come il BC è verſo il CG, cioè
verſo
il CD, coſi il peſo K ad F; ſarà il K maggiore del peſo F.
Per laqual
coſa
diuidaſi il peſo K in L & in MN, & facciaſi la parte L eguale ad F,
ſarà come BC à CD, coſi tutto LMN ad L; & diuidendo, come BD
verſo DC, coſi la parte MN alla parte L. come dunque BD à DC, coſi
la
parte MN ad F.
& come AD à DB, coſi F ad E. Per laqual coſa
per la egual proportione, come AD verſo DC, coſi MN ad E. & eſſendo AD
maggiore di CD; ſarà anco la parte MN maggiore del peſo E. Diuidaſi dun
que
MN in due parti MN, & ſia M eguale ad E.
ſarà come AD à
DC, coſi NM ad M; & diuidendo, come AC verſo CD, coſi N ad M:
& conuertendo, come DC verſo CA, coſi M ad N. & come DC à
CA, coſi è E ad H; ſarà dunque M ad N come E ad H; & permutan
do
come M ad E, coſi N ad H.
Ma per eſſere ME tra loro eguali, ſaran­
no
anche NH tra ſe eguali.
& percioche coſi è AC verſo CD, come H
ad
E: i peſi HE peſeranno egualmente.
ſimilmente percioche, come è GC à CB,
coſi
F verſo K, i peſi etiandio KF peſeranno egualmente.
Adunque i peſi
EK HF nella bilancia AB, il cui centro ſia C peſeranno egualmente. & con
cioſia
che GC ſia eguale à CD, & il peſo H ſia pur eguale ad N, i peſi NH
1peſeranno egualmente. & percioche tutti peſano egualmente, tolti via i peſi HN,
iquali
peſano egualmente, i reſtanti peſeranno egualmente; cioè i peſi EF, & il pe
ſo LM pendenti dal centro C della bilancia. Ma percioche la parte L è egua­
le
ad F, & la parte M è eguale alla parte E; ſarà tutto LM eguale a i peſi
FE
inſieme preſi.
& eſſendo CG eguale à CD, ſe i peſi EF ſaranno ſatti
pendenti
dal punto D, i peſi EF appiccati in D peſeranno egualmente con LM.
Per laqual coſa LM peſerà egualmentetanto ad eßi EF appiccati in AB, quan­
to
ſe foſſero appiccati nel punto D; peroche la bilancia rimane ſempre nell'iſteſſo
modo. Adunque i peſi EF peſeranno tanto in AB quanto nel punto D; che
biſognaua
moſtrare.
Per la 17. del quinto.
Per la 23. del quinto.
Per la 17. del quinto.
Corollario della quarta del quinto.
11. del 5.
16. del 5.
Per la 6. del 1. di Archimede delle coſa che egualmente peſano.
Per la 2. notitia commune di queſto.
Per la commune notitia di questo.
Per la commune notitia di questo.
Ma queſte coſe tutte dimoſtreremo in altra maniera, & piu Mechani
camente
.
65[Figure 65]
Sia la bilancia AB, & il ſuo centro C, & ſiano, come nel primo caſo, due peſi EF
pendenti
da i punti BG: & ſia GH ad HB, come il peſo F al peſo E.
Di­
co
che i peſi EF peſeranno tanto in GB, quanto ſe ambidue ſteſſero pendenti
dal
punto H della diuiſione.
Siano diſpoſte le medeſime coſe, cioè facciaſi AC
eguale
à CH, & dal punto A ſiano appeſi due peſi LM, per modo che il pe
ſo
E verſo il peſo L ſia come CA verſo CG; & come CB verſo CA, co
ſi
ſia il peſo M verſo il peſo F.
I peſi LM peſeranno egualmente (come è detto
di
ſopra) con li peſi EF appiccati in GB.
Siano dapoi due punti NO li centri
della
grauezza de' peſi EF; & ſiano congiunte le linee GN BO; & ſia con­
giunta
NO, laquale ſarà come bilancia; laquale etiandio faccia , che le linee
GN
BO ſiano tra loro egualmente diſtanti; & dal punto H ſia tirata la HP
à
piombo dell'orizonte, laquale tagli NO nel P, & ſia egualmente distante dal
le
linee GN BO.
In fine congiungaſi GO, laquale tagli HP in R. Percio
che dunque HR è egualmente diſtante dal lato BO del triangolo GBO; ſarà
la
GH verſola HB, come GR ad RO.
Similmente percioche RP è egual
166[Figure 66]
mente diſtante dal lato GN del triangolo OGN; ſarà GR verſo RO, come
NP
verſo PO.
Per laqual coſa come GH ad HB, così è NP verſo PO.
Ma come GH verſo HB, così è il peſo F verſo il peſo E; adunque come NP
verſo
PO, così è il peſo F verſo il peſo E.
Dunque il punto P ſarà il centro
della grauezza della magnitudine compoſta di ambidue i peſi EF. Intendanſi
dunque
i peſi EF eſſere in maniera dalla bilancia NO annodati, come ſe foſſe vna
grandezza
ſola d'ambidue i peſi EF composta, & attacata ne i punti BG, ſe dun­
que
ſaranno ſciolti i legamenti BG de' peſi; rimarranno i peſi EF pendenti da HP;
ſi
come prima ſtauane in GB.
Ma i peſi EF appiccati in GB peſano egualmente
co
'i peſi LM, & i peſi EF pendenti dal punto H hanno l'iſteſſa diſpoſitione ver
ſo la bilancia AB, come ſe foſſero appiccati in BG: Gli isteßi peſi dunque EF
pendenti
da H peſaranno egualmente con gli iſteſſi peſi LM.
Sono dunque egual­
mente
graui i peſi EF attaccati in GB, come attaccati in H.
Per la ſeconda del ſesta.
Per la 11. del quinto
Per la ſesta del primo di Archimede delle coſe, che peſano egualmente.
Per la 1. di questo.
67[Figure 67]68[Figure 68]
1
Similmente dimoſtreraßi, che i peſi EF peſeranno tanto appiccati in qual ſi voglia al­
tro
punto, quanto ſe l'vno, & l'altro foſſe pendente dal punto H della diuiſione.
Percioche ſe, come di ſopra habbiamo inſegnato, ſi troueranno i peſi nella bilancia, à
i
quali i peſi EF peſino egualmente; gli isteßi peſi EF pendenti da H peſeranno
egualmente
co' medeſimi peſi trouati; per eſſere il punto P ſempre il centro della
grauezza
loro; & la HP a piombo dell'orizonte.
PROPOSITIONE VI.
I peſi eguali nella bilancia appiccati hanno in grauezza quella pro­
portione
, che hanno le diſtanze, dalle quali ſtanno pendenti.
69[Figure 69]
Sia la bilancia BAC ſoſpeſa nel punto A; & ſia ſegata la AC, come pare in D. &
da
i punti DC ſiano attaccati EF peſi eguali.
Dico, che il peſo F verſo il peſo E ba
quella
proportione in grauezza, che hala diſtanza CA alla diſtanza AD.
Per­
cioche
facciaſi come CA verſo AD, coſi il peſo F verſo vn'altro peſo, che ſia G.
Dico prima i peſi GF pendenti dal punto C tanto peſare, quanto i peſi EF penden
ti
da punti DC.
Tagliſi DC in due parti eguali in H, & da H ſiano fatti pendere
ambidue
i peſi EF.
Peſeranno EF preſi inſieme in quel ſito tanto quanto peſano
in DC. Pongaſi BA eguale ad AH, & ſitagli BA in K, di modo, che KA
ſia
eguale ad AD: dapoi dal punto B ſia ſatto pendente il peſo L, ilquale ſia il dop
pio
del peſo F, cioè eguale a i due peſi EF, ilqual peſerà egualmente co'peſi EF ap
piccati
in H, cioè appiccati in DC.
Percioche dunque, come CA verſo AD, così è
il
peſo F verſo il peſo G, ſarà componendo come CA AD verſo AD, cioè come
CK
verſo AD, così i peſi FG verſo il peſo G.
Ma per eſſer come CA verſo AD,
così il peſo F al peſo G, ſarà anche conuertendo, come DA verſo AC, così il peſo
G
verſo il peſo F; & i doppi dei conſeguenti, come DA alla doppia di eſſa AC,
così
il peſo G al doppio del peſo F, cioè al peſo L.
Per laqual coſa come CK verſo
DA, così i peſi FG al peſo G; & come AD alla doppia di AC, così il peſo G al
peſo
L, adunque dalla egual proportione come CK alla doppia di AC, così i peſi FG
al
peſo L.
Ma come CK alla doppia di AC, così la metà di CK, cioè AH, cioè
BA verſo AC. Adunque come BA verſo AC, così FG peſi al peſo L. Per laqual
1coſa per la ſeſta dell'iſteſſo primo di Archimede, i due peſi FG pendenti dal punto C
peſeranno tanto, quanto il peſo L pendente dal B; cioè quanto i peſi EF pen­
denti
da i punti DC.
Così percioche i peſi FG tanto peſano quanto i peſi EF,
leuato
via il peſo comune F, tanto peſerà il peſo G appicato in C, quanto il pe
70[Figure 70]
ſo E in D. Et perciò il peſo F al peſo E quella proportione in grauezza,
che
al peſo G.
Ma il peſo F verſo il G era come CA verſo AD. adun
que
il peſo F ancora verſo il peſo E hauerà quella proportione in grauezza, che
ha
CA verſo AD che biſognaua moſtrare.
Per la 5. di questo.
Per la 18. del quinto.
Per la conſeguenza della quarta del quinto.
Per la 22. del quinto.
Per la ſettima del 5.
Ma ſe nella bilancia BAC ſi faranno pendenti da i punti BC, i peſi EF eguali;
Dico
ſimilmente, che il peſo E verſo il peſo F quella proportione in grauezza,
che
ha la diſtanza
CA
alla diſtanza
AB
.
facciaſi AD
eguale
ad AB, &
dal
punto D ſia
fatto
pendente il pe
ſo
G eguale al pe
ſo
F, ilquale etian­
71[Figure 71]
dio ſarà eguale ad E. Et percioche AD è eguale ad AB; i peſi FG peſeran
no
egualmente, & hauranno la medeſima grauezza.
Et concioſia, che la grauezza
del
peſo E verſo la grauezza del peſo G ſia come CA ad AD; ſarà la gra­
uezza
del peſo E verſo la grauezza del peſo F, come CA ad AD, cioè CA
ad
AB, che parimente era da moſtrare.
Altramente.
Sia la bilancia BAC, col ſuo centro A: & ne i punti BC ſiano appiccati peſi
eguali
GF, & ſia prima il centro A, come ſi vuole, fra B, & C.
Dico, che
il
peſo F verſo il peſo G quella proportione in grauezza, che ha la diſtanza
CA
alla diſtanza AB.
Facciaſi come BA verſo AC, coſi il peſo F ad vn­
1altro H, ilquale ſia appiccato in B: i peſi HF peſeranno egualmente de A.
Ma eſſendo i peſi FG eguali, haurà il peſo H verſo il peſo G la proportione me
deſima
, che ha ad F.
Come dunque CA verſo AB, coſi è H verſo G: &
come
H verſo G, coſi è la grauezza di H alla grauezza di G, per eſſere attac
cati
nell iſteſſo punto B.
Per laqual coſa come CA ad AB, coſi la grauezza
del
peſo H alla grauezza del peſo G.
Et concioſia che la grauezza del peſo F
attacato
in G ſia
eguale alla grauez­
za
del peſo H attac
cato
in B, ſarà la
grauezza
del peſo F
verſo
la grauezza
del
peſo G, come
CA
verſo AB,
cioè
come la diſtan­
za
alla diſtanza, che
biſognaua
mostrare.
Per la 6. del prime di Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Per la 7. del quinto.
72[Figure 72]
Ma ſe la bilancia BAC foſſe tagliata, come ſi vuole in D, & appicchinſi in DC
i
peſi EF eguali.
Dico ſimilmente coſi eſſere la grauezza del peſo F alla gra­
uezza
del peſo E, come la diſtanza CA alla diſtanza AD.
Facciaſi AB
eguale
ad AD
& ſia appicca­
to
in B il peſo
G
eguale al pe
ſo
E, & al pe
ſo
F.
Hor
percioche
AB
è
eguale ad A
D
; i peſi GE
73[Figure 73]
peſeranno egualmente. Ma per eſſere la grauezza del peſo F verſo la grauezza
del
peſo G, come CA ad AB, & la grauezza del peſo E ſia eguale alla
grauezza
del peſo G; ſarà la grauezza del peſo F verſo la grauezza del peſo E,
come
CA ad AB, cioè CA ad AD, che biſognaua moſtrare.
COROLLARIO.
Da queſto è manifeſto, che quanto il peſo è piu diſtante dal centro
della
bilancia, tanto egli è anco piu graue, & per conſeguente mo­
uerſi
piu velocemente.
Quinci oltre à ciò ſi moſtrerà facilmente anche la ragione della Sta­
dera
.
1
Corollario vocabolo Latino coſtumato da tutti gli altri Scrittori Italiani in cotal ma
teria
, diſpiacque à Dante nel 28. cap. del Purgatorio.
Dirotti vn corollario an­
co
per gratia. vuol dire, ſecondo Varrone nel primo libro della lingua Latina,
quella
giunta, & quel ſopra piu, che ſi oltre al pagamento, quando ſi compera
qualche
coſa.
Al tempo antico allhor che i recitatori di Tragedie, Comedie, &
altri
Poemi nelle ſcene ſi portauano bene, & piaceuano à gli vditori, era loro do­
nato
oltra al prezzo aſſegnato, vn corollario per ciaſcuno, cioè vna piccola coro
na
per douerſene ornare le tempie per giunta, & ſopra piu delle ſue mercedi.
Coſi
nelle
ſcienze matematiche vſaſi di aggiungere certe coſe, oltra le propoſitioni,
quaſi
giunte & conſequenze, le quali naſcono dalle coſe primieramente dimoſtra­
te
, & ſono loro corriſpondenti, & non ſono però propoſitioni, problemi,
lemmi, ma alla ſembianza predetta chiamanſi corollarij, molti de i quali han­
no
congiunta la ſua dimoſtratione.
Hor ſia AB il fusto della Stadera, la cui trutina ſia in C; & ſia il marco della ſta
dera E. Appicchiſi in A il peſo D, che peſi egualmente col marco E appic­
cato
in F.
Appicchiſi parimente vn'altro peſo G in A, ilqual anco peſi egual­
mente
col marco E appiccato in B.
Dico, la grauezza del peſo D verſo la gra­
uezza
del
G
eſſere co
ſi
, come CF
verſo
CB.
Hor per­
cioche
la
grauezza

del
peſo D
è
eguale al
la
grauez­
za
del pe­
ſo
E at­
taccato
in
F
, & la
74[Figure 74]
grauezza del peſo G è eguale alla grauezza del peſo E poſto in B; ſarà la grauez­
za
del peſo D alla grauezza del peſo E poſto in F, come la grauezza del peſo G alla
grauezza
del peſo E poſto in B; & permutando come la grauezza del peſo D alla
grauezza
del peſo G, coſi la grauezza di E poſto in F alla grauezza di E poſto in B;
ma
la grauezza del peſo E in F alla grauezza di E in B poſto è come CF
verſo
CB; come dunque la grauezza del peſo D alla grauezza del peſo G, coſi
è
CF verſo CB.
Se dunque la parte del fuſto CB diuideraſſi in parti eguali, po
ſto
ſolo il peſo E & piu da preſſo, & piu da lontano dal punto C; le grauezze de
peſi
, lequali ſtanno pendenti dal punto A ſaranno tra loro manifeſte & note.
Co­
meſe
la diſtanza CB ſarà tripla della diſtanza CF, ſarà parimente la grauezza
di
eſſo G tripla della grauezza di D, che biſognaua moſtrare.
Ragione del la stadera.
1
In altro modo poſſiamo anco vſare la ſtadera, affine che le grauezze
de
i peſi ſi facciano note.
Sia il fuſto della stadera AB, la cui trutina ſia in C, & ſia il marco della stadera
E
, ilquale ſia appiccato in A; & ſiano i peſi DG diſuguali, le proportioni delle
grauezze
de quali cerchia­
mo
: ſia appiccato il peſo D
in
B talche peſi egual­
mente
con E.
Similmente
appicchiſi
il peſo G in F,
ilquale
peſi egualmente con
l
'iſteſſo peſo E.
Dico D
verſo
G coſi eſſere; come
CF verſo CB. Hor perche
i
peſi DE peſano egualmen
75[Figure 75]
te, ſarà D ad E, come CA à CB. & concioſia, che anche i peſi GE peſi­
no
egualmente, ſarà il peſo E verſo il peſo G, come FC à CA; Per laqual
coſa
per la proportion eguale il peſo D al peſo G, coſi ſarà, come CF à CB.
che parimente biſognaua moſtrare.
Per la ſesta del primo di Archimede delle coſe, che peſano egualmente.
Per la 23. del quinto
PROPOSITIONE VII.
PROBLEMA.
Dati quanti ſi vogliano peſi nella bilancia, appiccati in qual luogo ſi
ſia
, ritrouare il centro della bilancia, dal quale ſe ſarà fatta penden­
te
la bilancia, i dati peſi ſtaranno fermi.
PROBLEMA. Sotto il nome di Propoſitione ſi contiene il Problema ancora vo­
cabolo
greco; ma il Problema ha dauantaggio della Propoſitione in particolare,
che
ordina, & inſegna ad operare qualche effetto; doue la Propoſitione ſuole ſta
re
nella nuda ſpeculatione ſolamente.
Et queſta è la differenza tra la Propoſitio­
ne
, & il Problema.
176[Figure 76]
Sia la bilancia AB, & ſiano dati quanti ſi vogliano peſi CDEFG prendanſi nel
la
bilancia, a piacere i punti AHKLB, da quali ſian fatti pendenti i dati peſi.
Biſogna ritrouar il centro della bilancia, dal quale ſe ſi farà l'appiccamento, rimanga
no
i dati peſi.
Diuidaſi AH in M, ſi che HM ad MA ſia come la grauezza
del
peſo C alla grauezza del peſo D.
Dapoi diuidaſi anco BL in N, ſi che
LN
ad NB ſia come la grauezza peſo G alla grauezza del peſo F.
Et di­
uidaſi
MN in O, ſi che MO verſo ON ſia come la grauezza de peſi FG
alla
grauezza de'peſi CD.
Et in fine diuidaſi KO in P, ſi che KP verſo PO
ſia
come la grauezza de'peſi CD FG alla grauezza del peſo E.
Hor percio­
che i peſi CDFG tanto peſano in O, quanto CD in M, & FG in N;
peſeranno
egualmente i peſi CD in M, & FG in N, & il peſo E in K,
ſe
ſaranno ſoſpeſi nel punto P.
Et concioſia, che i peſi CD tanto peſino in M,
quanto
in AH, & FG in N quanto in LB; i peſi CDFG pendenti da'
punti
AHLB, & il peſo E da K, ſe da P ſaranno ſoſpeſi, peſeranno egual­
mente
, & rimarranno.
egli è dunque trouato il P centro della bilancia, dalquale
rimangono
i peſi dati.
Che biſogna operare.
Per la 5. di questo.
COROLLARIO.
Da queſto è chiaro, che ſei centri della grauezza de' peſi CDEFG
foſſero
ne' punti AHKLB, ſarebbe il punto P il centro della
grauezza
della magnitudine compoſta di tutti i peſi CDEFG.
Queſto è manifeſto dalla diffinitione del centro della grauezza, concioſia che i peſi ri­
mangano
, ſe ſono ſoſtenuti dal punto P.
Il fine della Bilancia.
1
DELLA LEVA.
LEMMA.
Siano quattro grandezze ABCD; & ſia la A
maggiore
della B, & C maggiore della D.
Dico,
che
A verſo D proportione maggiore di quello
che
B verſo C.
Hor percioche A verſo C proportion maggio­
re
, che B verſo C; & A parimente verſo D
proportion maggiore di quel che ha verſo C:
Dunque
A verſo D l'hauerà maggiore, che B
verſo
C, Che biſognaua mostrare.
Per la 8. del quinto.
77[Figure 77]
PROPOSITIONE I.
La poſſanza, che ſoſtiene il peſo attaccato alla Leua, ha la proportio
ne
medeſima al detto peſo, che ha la diſtanza della Leua fra il ſoſte
gno
poſta, & lo attaccamento del peſo, alla diſtanza, che è dal ſoſte
gno
alla poſſanza.
Sia la leua AB, il cui ſoftegno ſia C; & ſia il peſo D pendente da A con AH,
ſi
che AH ſia ſempre à piombo dell'orizonte: & ſia la poſſanza ſoftenente il pe­
78[Figure 78]
ſo in B. Dico che la poſſanza posta in B verſo il peſo D ſta coſi, come la CA
1verſo la CB. Facciaſi come la BC alla CA, coſi il peſo D ad vn'altro peſo
E
, talche ſe egli in B ſarà appiccato, peſerà egualmente con D, per eſſer il C cen
tro
della grauezza di ambidue.
Per laqual coſa vna poſſanza eguale ad eſſo E po
ſta
nel
medeſi
mo
lo
go
pe­
ſerà

gual­
mente

con
eſ­
79[Figure 79]
ſo D, nella leua AB, collocando il ſoſtegno ſuo in C, cioè impedirà, che il pe­
ſo D non inchini in giuſo, ſi come impediſce il peſo E. Ma la poſſanza di B al
peſo
D hàla medeſima proportione, che il peſo E ha all'isteſſo D: adunque la
poſſanza
di B verſo il peſo D ſarà come CA verſo CB; cioè la diſtanza del­
la
leua dal ſostegno al ſoſtenimento del peſo, alla diſtanza dal ſostegno alla poſſan­
za
, che biſognaua moſtrare.
Per la 6. del 1. di Archimede delle coſa che egualmente peſano.
Per la 7. del quinto.
Di quì ageuolmente ſi puote moſtrare, che quanto il ſoſtegno ſarà piu
vicino
al peſo, tanto minor poſſanza ſi ricerca à ſoſtenere il detto
peſo
.
Poste le coſe medeſime ſia il ſoſtegno in F piu da preſſo ad A, che C; & facciaſi
come
BF ad FA, coſi il peſo D ad vn'altro peſo G, ilquale ſe in B ſia ap­
piccato; i peſi DG dal ſoſtegno F peſeranno egualmente. Hor percioche BF
è
mag­
giore
di
BC
, &
CA

maggio
re
di AF;
la

propor­
tione
di
80[Figure 80]
BF verſo FA ſarà maggiore, che di BC verſo CA: & perciò maggiore anco
ſarà
la proportione del peſo D al peſo G, che de l'isteſſo D ad E: Dunque il
peſo G ſarà minore del peſo E. & concioſia che la poſſanza poſta in B eguale à
G
peſi egualmente con D, auerrà, che minore poſſanza di quella, laquale è eguale
al
peſo E ſoſtenterà il peſo D; eſſendo la leua AB, & il ſoſtegno ſuo doue è F,
che
ſe egli foſſe doue è C.
Similmente anche moſtreraſſi, che quanto piu dapreſſo ſa
il ſoſtegno al peſo D, ſempre vi ſi ricercherà anco poſſanza minore per ſoſtentare
il
detto peſo D.
Per la medeſima ſesta.
Per lo Lemma.
Per la 10. del quinto
1
COROLLARIO.
Onde ſi puote raccogliere chiaramente, che eſſendo AF minore di
FB
, minor poſſanza anco ſi ricerca in B per ſoſtenere il peſo D.

& eſſendo eguale, eguale: & maggiore, maggiore.
PROPOSITIONE II.
In altra maniera poſſiamo vſare la Leua.
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno ſia B, & il peſo C ſia attaccato, come ſi vuole, in D
fra AB; & ſia la poſſanza in A che ſostiene il peſo C. Dico, che ſi come
BD
à BA; coſi è la poſſanza di A' al peſo C.
Appicchiſi in A il peſo E
eguale
al C; & come AB verſo BD, coſi facciaſi il peſo E verſo vn'altro peſo,
come F. Et percioche i peſi CE ſono tra ſe eguali, ſarà il peſo C verſo il peſo F
come
AB verſo BD.
Attacchiſi parimente il peſo F in A. & percioche il
peſo E al peſo F
è
come la grauez
za
del peſo di E
alla
grauezza di
F
; & il peſo E
ad
F è come AB
à
BD; come dun
que
la grauezza
del
peſo E alla
81[Figure 81]
grauezza del peſo F, coſi è AB verſo BD. ma come AB à BD, coſi è la
grauezza
del peſo E alla grauezza del peſo C: Per laqual coſa la grauezza del
peſo
E alla grauezza del peſo F coſi ſarà, come la grauezza del peſo E alla gra­
uezza
del peſo C.
I peſi dunque CF hanno la medeſima grauezza: ſi che pon­
gaſi
la poſſanza di A che ſoſtenga il peſo F, ſarà la poſſanza di A eguale al peſo
F
.
& percioche il peſo E attaccato in A è graue egualmente, come il C appicca­
to in D; hauerà la proportione iſteſſa la poſſanza di A verſo la grauezza del peſo
F
appiccato in A, che ha alla grauezza del peſo C appiccato in D.
Ma la poſſan
za
di A eguale ad F ſoſtiene il peſo F; dunque la poſſanza di A ſoſtenterà anco
il
peſo C.
Et coſi per eſſere la poſſanza di A eguale al peſo F, & il peſo C verſo
il
peſo F ſia come AB à BD; ſarà il peſo C verſo la poſſanza poſta in A come
AB
à BD.
& conuertendo, come BD à BA, coſi la poſſanza poſta in A ver
ſo
il peſo C.
Dunque la poſſanza verſo il peſo coſi ſarà, come la diſtanza, che è fra
il ſoſtegno, & l'appiccamento del peſo alla diſtanza, che è dal ſoſtegno alla poſſan­
za
, che biſognaua moſtrare.
Nella ſesta di questo de la bilancia.
Dalla 11. del quinto.
Per la ſesta della bilancia
Per la 29. del quinto.
Per la ſettima del 5.
Per lo Corollario della 4 del quinto.
1
Altramente.
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno ſia B, & il peſo E ſia pendente dal punto C, &
ſia
in A la forza, che ſostiene l peſo E.
Dico, che ſi come BC à BA, coſi è
82[Figure 82]
anco la poſſanza di A verſo il peſo E. Allunghiſi AB in D, & facciaſi
BD
eguale à BC; & appicchiſi il peſo F al punto D, che ſia eguale al peſo E;
& parimente dal punto A ſi faccia pendere il punto G in modo, che il peſo F hab
bia
la proportione iſteſſa verſo il peſo G, che ha AB à BD.
i peſi FG verranno
à
peſar egualmente: & concioſia che CB ſia eguale à BD, anco i peſi FE egua
li
peſeranno egualmente.
Ma i peſi FEG nella bilancia, ouero nella leua DBA
appiccati
, il cui ſoſtegno è B, non peſeranno egualmente, ma inchineranno à baſſo
dalla
parte di A.
Per laqual coſa pongaſi in A tanta forza, che i peſi FEG peſi­
no
egualmente, ſarà la poſſanza in A eguale al peſo G; peroche i peſi FE peſa­
no
egualmente, & la forza in A niente altro deue fare, che ſoſtenere il peſo G, ac­
cioche
non deſcenda.
Et percio che i peſi FEG, & la poſſanza in A peſano egual
mente
, leuati dunque via i peſi FG, i quali peſano egualmente, i reſtanti peſeran­
no
pur egualmente, cioè la poſſanza in A co'l peſo E, cioè la poſſanza in A ſo­
sterra
il peſo E, ſi che la leua AB rimanga, come era prima.
Et per eſſere la
poſſanza
in A eguale al peſo G, & il peſo E eguale al peſo F, haurà la poſſanza
in
A la proportione isteſſa al peſo E, che BD, cioè BC à BA, che biſogna
ua
moſtrare.
COROLLARIO I.
Da queſto etiandio, come prima, puote eſſere manifeſto, che ſe il peſo
E
ſarà poſto piu vicino al ſoſtegno B, come in H, minore
poſſanza
poſta in A puote ſoſtener il detto peſo.
Percioche minor proportione ha HB à BA, che CB à BA. & quanto piu da
vicino il peſo ſarà al ſoſtegno, ſempre anco ſi moſtrerà ſimilmente minor poſſanza
poter
ſoſtener il peſo E.
Per la 8. del quinto.
COROLLARIO II.
Segue etiandio, che la poſſanza in A ſempre è minore del peſo E:
1
Percioche pigliſi tra A & B qual punto ſi voglia, come C, ſempre BC ſarà
minore
di BA.
COROLLARIO III.
Da queſto parimente ſi puote cauare, che ſe due ſaranno le poſſanze,
l
'vna in A, & l'altra in B, & ambedue ſoſtentino il peſo E, la poſ­
ſanza
in A verſo la poſſanza in B è come BC verſo CA.
Percioche la leua BA fa l'officio di due leue, & AB ſono come due ſoſtegni, cioè
quando
AB è leua, & la forza che ſoſtiene è in A, ſarà il ſuo ſoſtegno B.
Ma
quando
BA è leua, & la poſſanza ſta in B, il ſoſtegno ſarà A, & il peſo
ſempre
rimane appicca­
to
in C.
Et percio che la
poſſanza
in A verſo il
peſo
E è come BC à
BA, & come il peſo
E
alla poſſanza, che è
in
B, coſi è BA ad
AC
, ſarà per la propor
83[Figure 83]
tion eguale la poſſanza in A alla poſſanza in B come BC à CA, & à que
ſto
modo facilmente ancora potremo conoſcere la proportione, laquale è poſta de
Ariſtotele
nelle queſtioni Mecaniche alla queſtione 29.
Per la 22. del primo.
COROLLARIO IIII.
E manifeſto etiandio, che ambedue le poſſanze in A, & in B
preſe
inſieme, ſono eguali al peſo E.
Percioche il peſo E alla poſſanza in A è come BA à BC, & l'iſteſſo peſo E
verſo
la poſſanza in B è come BA ad AC; Per laqual coſa il peſo E ver­
ſo
l'vna, & l'altra poſſanza in A, & in B preſe inſieme, è come AB verſo
BC
, & CA inſieme, cioè verſo BA.
il peſo dunque E è eguale ad amen­
due
le poſſanze preſe inſieme.
PROPOSITIONE III.
In altro modo ancora poſſiamo vſare la Leua.
1
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno ſia B. & ſia il peſo C appiccato al punto A,
& ſia la poſſanza in D, comunque ſi voglia tra AB, ſoſtenente il peſo C.
Di­
co
che come AB à BD, coſi è la poſſanza in D al peſo C.
Appicchiſi al
punto
D il peſo E eguale à C; & come BD à BA, coſi facciaſi il peſo
E
ad vn'altro peſo, come F: & per eſſere i peſi CE tra loro eguali, ſarà an­
co
il peſo C al
peſo
F, come
BD
à BA.
Appicchiſi ſimil
mente
il peſo F
in
D.
& per­
che
il peſo E ad
F
è come la gra
uezza
del peſo
E
alla grauez­
za
del peſo F;
& il peſo E al
84[Figure 84]
peſo F è come BD à BA. Come dunque la grauezza del peſo E alla gra­
uezza
del peſo F, coſi è BD à BA.
Ma come BD à BA, coſi è la gra­
uezza
del peſo E alla grauezza del peſo C.
Per laqual coſa la grauezza del
peſo E alla grauezza del peſo F ha la proportione medeſima, che ha alla gra­
uezza
del peſo C.
i peſi dunque CF hanno la grauezza medeſma. Sia dunque
la poſſanza in D ſoſtenente il peſo F, che verrà ad eſſere la detta poſſanza in
D
eguale al peſo F.
& percioche il peſo F posto in D è graue egualmente
come
il peſo C poſto in A; haurà la poſſanza in D la proportione medeſima
verſo
la grauezza del peſo F, che ha alla grauezza del peſo C.
Ma la poſſanza
in
D ſoſtiene il peſo F, dunque la poſſanza in D ſoſtenterà anco il peſo C; &
il
peſo C alla poſſanza in D ſarà coſi come il peſo C al peſo F; & C ad F
è come BD à BA, ſarà dunque il peſo C alla poſſanza in D, come BD à
BA
: & conuertendo come AB à BD, coſi la poſſanza in D al peſo C.
La
poſſanza
dunque al peſo, è come la diſtanza dal ſostegno allo appiccamento del pe­
ſo
alla distanza dal ſoſtegno alla poſſanza.
che biſognaua mostrare.
Per la 6. di questo della bilancia.
Per la 6. di questo della bilancia.
Per la 9. del quinto.
Per la 7. del quinto.
Altramente.
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno ſia B. & dal punto A ſia fatto pendente il peſo
C
, & ſia la poſſanza in D ſoſtenente il peſo C.
Dico, che come AB à BD,
coſi
è la poſſanza in D al peſo C.
allunghiſila AB in E, & facciaſi BE egua­
le
à BA, & al punto E ſia appiccato il peſo F eguale al peſo C; & come BD à
BE
coſi facciaſi il peſo F ad vn'altro peſo G, ilquale ſia appiccato al punto D,
i
peſi FG peſeranno egualmente.
& percioche AB è eguale à BE, & i peſi
1FC ſono eguali, ſimilmente i peſi FC peſeranno egualmente, ma i peſi FGC ap­
piccati
nella leua EBA, il cui ſoſtegno è in B non peſeranno egualmente; ma in­
chineranno
in giuſo dalla parte di A.
Pongaſi dunque in D tanta forza, che i
peſi
FGC peſino egualmente; ſarà la poſſanza in D eguale al peſo G; peroche
85[Figure 85]
i peſi FG peſano egualmente, & la poſſanza in D niente altro deue fare, che
ſoſtenere
il peſo G che non diſcenda.
& percioche i peſi FGC, & la poſſanza
in
D peſano egualmente, leuati via dunque i peſi FG, i quali peſano egualmente,
i
reſtanti peſeranno egualmente, cioè la poſſanza in D co'l peſo C, cioè la poſſan
za
in D ſoſterrà il peſo C, talche la leua AB stia come prima.
& per eſſere la
poſſanza
in D eguale al peſo G, & il peſo C eguale al peſo, hauerà la poſſan
za
posta in D la proportione medeſima al peſo C, che EB, cioè AB à BD.

che
biſognaua mostrare.
COROLLARIO I.
Da queſto è chiaro ancora, come prima, che ſe ſarà poſto il pe­
ſo
più vicino al ſoſtegno B, come in H, il peſo douerſi ſo­
ſtenere
da forza minore.
Percioche HB ha proportione minore à BD, che AB à BD. & quanto più
da vicino ſarà al ſoſtegno, ſempre anco minore forza vi ſi ricercherà.
Per la 8. del quinto.
COROLLARIO II.
Egli è parimente manifeſto, che la poſſanza in D è ſempre
maggiore
del peſo C.
Perche ſe tra AB ſi piglia qual ſi voglia punto, come D, ſempre AB ſarà mag
giore
di BD.
El è da auertire, che queſte dimoſtrationi lequali habbiamo prodotte in mezo, ſi poſſo­
no
à tutte queſte coſe commodamente adattare non ſolamente eſſendo le leue egual­
mente
distanti dall'orizonte, ma anche inchinate le dette leue all'orizonte.
ilche è
chiaro
da quel che nella bilancia ſi è diuiſato.
1
PROPOSITIONE IIII.
Se la poſſanza mouerà il peſo appiccato nella leua, ſarà lo ſpatio
della
poſſanza moſſa allo ſpatio del peſo moſſo, come la diſtan
za
dal ſoſtegno alla poſſanza, alla diſtanza dall'iſteſſo ſoſtegno
fin
allo appiccamento del peſo.
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno C, & ſia il peſo D attaccato al punto B, & ſia
la
poſſanza in A mouente il peſo D con la leua AB.
Dico lo ſpatio della poſ­
ſanza
in A allo ſpatio del peſo eſſere coſi come CA à CB.
Mouaſi la leua
AB
, & affine che il peſo D ſi moua in , biſogna che B ſi moua in , & A in
giù
.
& percioche C è punto immobile; però mentre A, & B ſi mouono, de­
ſcriueranno
circonferenze di cerchi.
Mouaſi dunque AB in EF; ſaranno AEBF
circonferenze
di cerchi, i me­
zi
diametri de' quali ſono CA
CB
.
compiſcaſi tutta la cir­
conferenza
AGE, & tut­
ta
la BHF, & ſiano KH
i
punti doue AB, & EF ta­
gliano
il cerchio BHF.
Hor
percioche
l'angolo BCF è
eguale all'angolo HCK, ſa­
la circonferenza KH egua
le alla circonferenza BF, &
concioſia
, che le circonferen­
ze
AEKH ſiano ſotto l'
ſteſſo
angolo ACE, & la
circonferenza
AE à tutta
la
circonferenza AGE ſia
come
l'angolo ACE à quat
tro
retti, & come l'iſteſſo an­
golo
HCK à quattro retti,
coſi
anche è la circonferenza
HK
à tutta la circonferentia
HBK
, ſarà la circonferentia
86[Figure 86]
AE à tutta la circonferentia AGE, come la circonferentia KH à tutta la
KFH. & permutando come la circonferentia AE alla circonferenza KH, cioè
BF
, coſi tutta la circonferenza AGE à tutta la circonferenza BHF; ma tut­
ta la circonferenza AGE coſi ſi ha à tutta la BHF, come il diametro del cer­
chio
AEG al diametro del cerchio BHF.
Come dunque la circonferenza AE
1verſo la circonferenza BF, coſi è il diametro del cerchio AGE al diametro del
cerchio BHF: ma come il diametro al diametro, coſi è anche il mezo diametro al
mezo
diametro, cioè CA à CB.
Per laqual coſa come la circonferenza AE
alla
circonferenza BF, coſi CA à CB: ma la circonferenza AE è lo
ſpatio
della poſſanza moſſa, & la circonferenza BF è eguale allo ſpatio di D pe­
ſo
moſſo, peroche lo ſpatio del mouimento del peſo D ſempre è eguale allo ſpatio
del
mouimento del punto B, per eſſere attaccato in B.
Lo ſpatio dunque della poſ
ſanza
moſſa allo ſpatio del peſo moſſo è come CA à CB; cioè come la diſtan­
za
dal ſoſtegno alla poſſanza, alla distanza dall'iſteſſo all'appiccamento del peſo.
che biſognaua moſtrare.
Per la 15. del primo.
Per la 26. del terzo.
Per la 16. del 15.
Per la 23. del 8. di Pappo.
Per la 11. del quinto.
Ma ſia la leua AB, il cui ſoſtegno B, & la poſſanza mouente in A, & il peſo
in
C.
Dico lo ſpatio della poſſanza moſſa allo ſpatio del peſo traſportato coſi eſ­
ſere
, come BA à BC.
Mouaſi la leua, & accioche
il
peſo ſia alzato in , egli
è
neceſſario, che anche i pun
ti
CA ſi mouano in .
Mouaſi dunque A in
fin
'in D; & ſia il mouimen
to
della leua BD.
moſtre­
remo
nel modo iſteſſo, come
prima
è detto, che i punti
CA
deſcriuono circonferen
ze
di cerchi, i cui mezi dia­
metri
ſono BA BC.
& di­
moſtreremo
ſimilmente coſi
eſſere
AD à CE, come il
mezo
diametro AB al me­
zo
diametro BC.
Et per la ragione iſteſſa, ſe la
poſſanza
foſſe in C, & il
peſo
in A ſi prouerà coſi
eſſere
CE verſo AD, co­
87[Figure 87]
me BC à BA, cioè la diſtanza dal ſoſtegno alla poſſanza; alla diſtanza dal­
l
'isteſſo allo attaccamento del peſo.
che biſognaua moſtrare.
COROLLARIO.
Da queſte coſe è manifeſto, che maggiore proportione ha lo ſpa
tio
della poſſanza, che moue allo ſpatio del peſo moſſo, che il
peſo
alla medeſima poſſanza.
1
Percioche lo ſpatio della poſſanza allo ſpatio del peſo ha la medeſima proportione,
che
il peſo alla poſſanza, che ſoſtiene il detto peſo.
Ma la poſſanza, che ſostie­
ne
è minore della poſſanza che moue, però il peſo haurà proportione minore alla
poſſanza
che lo moue, che alla poſſanza, che lo ſostiene.
Lo ſpatio dunque della
poſſanza che moue allo ſpatio del peſo haurà proportione maggiore, che il peſo al­
l
'iſteſſa poſſanza.
Per la 8. del quinto.
PROPOSITIONE V.
La poſſanza che in qual ſi voglia modo ſoſtenga il peſo con la le­
ua
hauerà la proportione medeſima ad eſſo peſo, che la diſtan
za
fra poſta dal ſoſtegno al punto, doue dal centro della gra­
uezza
del peſo tirata vna linea à piombo all'orizonte tagli la
leua
, alla diſtanza che è fra il ſoſtegno, & la poſſanza.
Sia la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, col ſuo ſoſtegno N. ſia dopo il pe
ſo
AC, il cui centro della grauezza ſia D, ilquale ſia prima ſotto la leua: ma
il
peſo ſia appiccato à i punti AO.
& dal punto D ſia tirata la linea DE à
piombo
dell' orizonte, & di AB.
Che ſe vi ſaranno altre leue ancora AF AG,
i
cui ſo­
stegni
,
ſiano
H
K
, & il
peſo
A
C
ſia ap
piccato

nella
le­
ua
AG
ne
i pun
ti
AQ,
& nella
leua
A
F
ne' pun
ti
AP:
& la li­
nea
DE
allunga­

88[Figure 88]
ta tagli AF in L, & AC in M. Dico che la poſſanza in F ſoſtenente il peſo AC
ha
quella proportione ad eſſo peſo, che ha KL à KF; & la poſſanza in D ha quella
proportione
al peſo, che ha NE ad NB; & la poſſanza in G al peſo quella, che ha
HM
ad HG.
Hor percioche DL ſtà à piombo dell' orizonte, il peſo AC venga ap­
1piccato doue ſi voglia nella linea DL, rimarrà nel modo iſteſſo che ſi troua. Per la­
qual
coſa ſe nella leua AB ſi ſcioglieranno gli appiccamenti, che ſono ad AO, il
peſo
AC appiccato in E rimarrà nell'iſteſſo modo, come hora rimane, cioè leuato via
il
punto A, & la linea QO, nell'iſteſſo modo il peſo appiccato in E rimarrà, come
era
ſoſtenuto da punti iſteſſi AO, come ſi proua per lo commentario di Federico
Commandino
nella ſesta propoſitione di Archimede della quadratura della parabo
la
, & dalla prima di queſto della bilancia.
Coſi percio che il peſo AC ha ſempre la
iſteſſa
diſpoſitione verſo la bilancia, ſia pur in AO ſostentato, ouero pendente dal
punto
E; la poſſanza medeſima in B ſoſtenterà il peſo iſteſſo AC pendente, ouero
da
E, ouero da AO.
ma la poſſanza in B ſoſtenente il peſo AC appiccato in E coſi
ſi
ad eſſo peſo, come NE ad NB; La poſſanza dunque in B ſoſtenente il peſo
AC
da punti AO pendente ſarà coſi ad eſſo peſo, come NE ad NB.
Non altra­
mente ſi moſtrerà, che il peſo AC pendente dal punto L rimane, come ſe foſſe ſoste
nuto
da punti AP; & la poſſanza in F ad eſſo peſo eſſere coſi come KL à KF. Ma
nella
leua AG il peſo AC appiccato in M coſi rimanere, come egli è ſoſtenuto da
punti
AQ & la poſſanza di G coſi eſſere al peſo AC, come HM ad HG, cioè co­
me
la diſtanza dal ſoſtegno al punto, doue la linea tirata à piombo dell' orizonte
dal
centro della grauezza del peſo taglia la leua, alla diſtanza dal ſoſtegno alla poſ­
ſanza
.
che biſognaua moſtrare.
Per la prima di questo.
Che ſe FBG foſſero i ſoſtegni delle leue, & le poſſanze foſſero in KNH ſoſtenenti il pe
ſo
, con ſimile modo ſi moſtrerà la poſſanza in H, coſi eſſere al peſo, come GM à GH,
et
la poſsanzain N al peſo, come BE à BN, et la poſsanzain K al peſo come FL ad FK.
Et ſe le leue AB AF AG haueſſero i ſoſtegni in A, & il peſo foſſe NO; poi dal
centro
D del
la
ſua gra­
uezza
foſſe
tirata
la li­
nea
DME
L
à piombo
di
AB, &
dell
' orizon
te
, & foſſe­
ro
le poſſan
ze
in FB
G
; ſimilmen
te
moſtre­
raſſi
la poſ
ſanza
di G
ſoſtenente

il
peſo N
89[Figure 89]
O coſi eſſere ad eſſo peſo, come AM ad AG, & la poſſanza in B come AE ad
AB
; & la poſſanza in F come AL ad AF.
1
Sia dapoi la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui ſoſtegno ſia D, & ſia
BE
il peſo, il cui centro della grauezza ſia F ſopra la leua; & dal punto F tiriſi la
linea
FH à piombo, & dell' orizonte, & di eſſa AB; & ſia ſoſtenuto il peſo dal
punto
B, & da PQ.
ſiano poſcia altre leue BLBM, i cui ſoſtegni ſiano NO;
& la linea FH allungata tagli BM in K, & BL in G; & venga ſoſtenuto il peſo
90[Figure 90]
nella leua BL ne'punti BP; & nella leua BM dal punto B, & PR. Dico, che
la
poſſanza in L ſoſtenente il peſo BE nella leua BL ha quella proportione ad
eſſo
peſo, che NG ad NL; & la poſſanza in A al peſo ha quella proportio­
ne
, che DH à DA; & la poſſanza di M al peſo ha quella proportione, che
OK
ad OM.
Hor percioche la linea KF tirata dal centro della grauezza F è
à piombo dell' orizonte, ſia pur ſostenuto il peſo da qual ſi voglia punto della linea
KF
, egli rimarrà, come hora ſi troua.
Se dunque ſarà ſostenuto in H, rimarrà co
me
prima, cioè leuato via il punto B, & PQ, i quali ſoſtengono il peſo, rimarrà
il
peſo BE nel modo che da eſſi era ſoſtenuto.
Per la qual coſa grauerà nella le­
ua
AB in H, & haurà alla leua quella diſpoſitione medeſima, che prima, & per­
ciò
ſarà come ſe foſſe appiccato in H.
La medeſma poſſanza dunque ſoſterrà il me
deſimo
peſo BE ſoſtentato ouero in H, ouero in B & Q.
Ma la poſſanza in A
ſoſtenente il peſo BE appiccato in H con la leua AB ha l'iſteſſa proportione ad eſ­
ſo
peſo, che DH à DA; l'iſteſſa poſſanza dunque in A ſoſtenente il peſo BE ne'
punti
BQ ſoſtentato, ſarà ad eſſo peſo come DH à DA.
Similmente ſi moſtrerà
il
peſo BE, ſe in G ſarà ſoſtenuto, rimanere come egli era ſoſtenuto da punti BP:
& nel punto K, come da punti BR.
Per la qual coſa la poſſanza in L ſoſtenente
1il peſo BE ad eſſo peſo coſi ſarà come NG ad NL. ma la poſſanza in M al pe
ſo
, come OK ad OM; cioè come la diſtanza dal ſoſtegno al punto, doue dal cen
tro
della grauezza del peſo la linea tirata à piombo dell' orizonte taglia la leua, alla
diſtanza
dal ſoſtegno alla poſſanza.
che biſognaua moſtrare.
Per la prima di questo della bilancia.
Per la prima di questo.
Che ſe LAM foſſero i ſoſtegni, & le poſſanze in NDO; ſimilmente moſtreraſſi
la
poſſanza in N coſi eſſere al peſo, come LG ad LN; & la poſſanza in D,
come
AH ad AD, & la poſſanza in O come MK ad MO.
Et ſe le leue BA BL BM haueſſero i ſoſtegni in B, & il peſo foſſe NO ſopra
la
leua, & dal centro F della grauezza foſſe tirata la linea FD EG à piombo
di
AB, & dell' orizonte; & foſſero le poſſanze in LAM, ſimilmente proue­
91[Figure 91]
raſſi la poſſanza in L ſoſtenente il peſo coſi eſſere ad eſſo peſo, come BD à BL;
& la poſſanza in A al peſo come BE à BA, & la poſſanza in M come BG
à
BM.
1
Sia vltimamente la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui ſostegno ſia
C
, & il peſo DE habbia il centro della graueza F nella leua AB; & ſiano
alla
fine altre leue GHKL, co i ſoſtegni ſuoi MN; & il peſo nella leua GH
ſia
ſoſtentato da i punti GO, & nella leua AB da punti AT, & nella leua
KL
da punti KQ, & il centro F della grauezza ſia parimente in amendue le le­
92[Figure 92]
ue GH KL, & ſiano le poſſanze in HBL. Dico la poſſanza in H coſi eſſere al
peſo
, come NF ad NH; & la poſſanza in B al peſo, come CF à CB, & la poſ
ſanza
in L al peſo, come MF ad ML. Hor percioche F è il centro della grauez­
za
del peſo DE, ſe dunque in F ſarà ſoſtenuto, ſtarà il peſo DE come prima, per
la
diffinitione del centro della grauezza; & ſarà come ſe egli foſſe appiccato in F;
& ſtarà nella leua in quel modo iſteſſo, ſoſtengaſi pure ò da punti AP, ouero dal
punto
F.
ilche parimente auerrà nelle leue GH KL, cioè che il peſo reſterà nel mo
do
iſteſſo, ſoſtentiſi pur ò in F, ouero in GO ouero in KQ. La medeſma poſſanza
dunque
in B ſoſtenterà il peſo iſteſſo DE appiccato, ouero in F, ouero in AP: &
quando
egli è appiccato in F, è ad eſſo peſo come CF à CB, dunque la poſſanza ſo­
ſtenente
il peſo DE appiccato ad AP ſarà ad eſſo peſo come CF à CB. & nel mo
do
iſteſſo la poſſanza in H ſarà al peſo appiccato in OG coſi, come NF ad NH. &
la
poſſanza in L ſarà al peſo appiccato in KQ, come MF ad ML. ilche anco biſo­
gnaua
moſtrare.
Ma ſe li ſoſtegni foſſero HBL, & le poſſanze foſſero in NCM; ſimilmente proueraſſi
la
poſſanza in N coſi eſſere al peſo, come HF ad HN & la poſſanza in C come
BF
à BC; & la poſſanza in M come LF ad LM.
1
Et ſe le leue BA BC BD haueſſero i ſoſtegni in B, & foſſero i peſi in EF GH
KL
, di modo che i loro centri della grauezza MNO foſſero nelle leue, & le
93[Figure 93]
poſſanze foſſero in CAD. Similmente proueraſſi, che la poſſanza in C coſi è
al
peſo EF, come BM à BC, & la poſſanza in A al peſo GH, come
BN
à BA, & la poſſanza in D al peſo KL, come BO à BD.
PROPOSITIONE VI.
Sia AB linea retta, ad angoli retti, dellaquale ſtia AD, la­
quale
dalla parte di D ſia allungata come ſi vuole fin'al C,
& ſia congiunta la CB, laquale parimente allunghiſi dalla
parte
di B fin ad E.
Dapoi ſiano dal punto B tirate altre
linee
, come ſi vuole BF BG eguali ad AB tra AB BE;
& da i punti FG ſiano tirate le linee FH GK à piombo
delle
ſudette, lequali ſi facciano eguali fra loro, & ad eſſa A
D
come ſe BA AD foſſero moſſe in BF FH, & in BG
GH
; & congiunganſi CH CK, lequali taglino le linee BF
BG
ne'punti MN.
Dico che BN è minore di BM, &
BM
di eſſa BA.
1
Congiunganſi BD BH BK, & percioche due linee DA AB ſono eguali à due
HF FB, & l'angolo DAB retto è anco eguale al retto HFB; ſaranno i
reſtanti
angoli eguali à i reſtanti angoli, & HB eguale ad eſſa DB.
Similmen­
te
moſtreraſſi il triangolo BKG eſſere eguale al triangolo BHF.
Per laqual co
ſa
co'l centro B, & con l'in
teruallo
di vna di eſſe deſcri­
uaſi
il cerchio DH KE, il
quale
tagli le linee CH CK
ne
' punti OP; & congiun­
ganſi
OB PB.
Percioche
dunque
il punto K è più vi­
cino
ad E, che H; ſarà la
linea CK maggiore di CH,
& CP minore di CO: dun
que
PK ſarà maggiore di
OH
.
Ma perche il triangolo
BKP
di due lati eguali ha i
ſuoi
lati BK BP eguali à i
lati
BH BO del triangolo
BHO
di due lati eguali, ma
ben
la baſe KP maggiore
della
baſe HO, ſarà l'ango­
lo
KBP maggiore dell' an
golo HBO. dunque i restan
ti
angoli alla baſe, cioè KPB
PKB
preſi inſieme, i quali
tra
loro ſono eguali, ſaranno
minori
de i reſtanti angoli al­
la
baſe poſti, cioè OHB
HOB
, iquali etiandio tra lo
ro
ſono eguali eſſendo che tut
ti
gli angoli di ciaſcuno trian
golo ſiano eguali à due angoli
retti
.
Per laqual coſa anche
le
metà di queſti, cioè NKB
ſarà
minore di MHB.
Et
concioſia, che l'angolo BKG
94[Figure 94]
ſia eguale all'angolo BHF, ſarà NKG maggiore di MHF. Se dunque nel
punto
K ſi faccia l'angolo GKQ eguale ad FHM ſi ſarà il triangolo GKQ
eguale
al triangolo FHM; Imperoche due angoli in FH di vno ſono eguali à
due
in GK d'vn'altro, & il lato FH è eguale al lato GK, ſarà GQ eguale
ad
FM.
Adunque GN ſarà maggiore di FM. & coſi per eſſere BG egua­
1le à BF, ſarà BN minore di eſſa BM. ma che BM ſia minore di eſſa BA
è
manifeſto, percioche BM, è minore di eſſa BF, laquale è eguale à BA.
che
biſognaua
moſtrare.
Per la 4. del primo.
Per la 8. del terzo.
Per la 25. del 5.
Per la 5. del primo.
Per la 26. del primo.
Di più ſe tra BG BE ſi tiri à piacere vn'altra linea eguale à BG; & facciaſi l'ope
ratione
, come di ſopra è stato detto, proueraſſi ſimilmente la linea BR eſſer mi­
nore
di BN.
& quanto più da vicino ſarà ad eſſa BE, ſarà anche ſempre minore.
Che ſe i triangoli eguali BFH BGK foſſero di ſotto fra BC
BA
collocati; & foſſero congiunte le linee HC KC, le­
quali
tagliaſſero le linee BF BG allungate dalla parte di FG
ne
' punti MN, ſarà
la
BN maggiore del
la
BM, & la BM di
eſſa
BA.
Imperoche allunghiſi CH CK
fin
alla circonferenza in OP,
& congiunganſi BO BP;
con
ſimile modo moſtreraſſi
la
linea PK eſſere maggiore
ai
OH, & l'angolo PKB eſ
ſere
minore dell angolo OHB.
& percioche l'angolo BHF
è
eguale dell' angolo BKG, ſa
tutto l'angolo PKG mi­
nore
dell' angolo OHF.
Per
laqual
coſa il reſtante GKN
ſarà
maggiore del reſtante
FHM
.
Se dunque faraſſi l'an
golo
GKQ eguale ad FHM
la
linea KQ taglierà in modo
la
GN, che GQ diuenterà
eguale
ad FM.
Per laqual
coſa
maggiore ſarà GN, che
FM
; allequali ſe ſaranno ag
giunte
le eguali BF BG, ſa­
BN maggiore di BM.
&
per
eſſere BM maggiore di
FB
, ſarà anco maggiore di
BA
.
ſimilmente proueraſſi
che
quanto più da vicino ſarà
BG
à BC, la linea BN ſem
pre
ſarà maggiore.
95[Figure 95]
1
PROPOSITIONE VII.
Sia la linea retta AB, à cui ſtia à piombo AD, laquale allun­
ghiſi
dalla parte di D come pare ſin'à C, & congiungaſi C
B
, laquale etiandio ſi allunghi fin'ad E; & ſimilmente tra
AB
BE ſiano, come pare, tirate BF BG eguali ad eſſa AB,
& da punti FG ſiano
tirate
le linee FH GK
pur
eguali ad eſſa AD,
& à piombo di BF BG,
come
ſe BA AD foſ­
ſero
moſſe in BF FH
BG
GK: & congiun­
ganſi
CH CK, lequali
taglino
le linee allunga
te
BF BG ne' punti
MN
.
Dico che BN è
maggiore
di BM, &
BM
di eſſa BA.
96[Figure 96]
Congiunganſi BD BH BK, &
co
'l centro B, & con lo ſpatio
BD
deſcriuaſi il cerchio.
ſimil­
mente
come nella precedente, di­
moſtreremo
i punti KHDOP
eſſere
nella circonferenza del cer
chio
; & i triangoli ABD FBH
GBK
eſſere tra loro eguali, &
la
linea PK eſſere maggiore
della
OH, & l'angolo PKB
eſſere
minore dell'angolo OHB.
Percioche dunque l'angolo BHF
è
eguale all'angolo BKG, ſarà
tutto
l'angolo PKG minore
dell
'angolo OHF.
Per laqual
coſa
il reſtante GKN ſarà
maggiore
del reſtante FHM.
Se dunque ſi ſarà l'angolo GKQ
1eguale ad eſſo FHM, ſarà il triangolo GKQ eguale al triangolo FHM, &
illato
GQ al lato FM eguale; ſarà dunque maggiore GN di eſſa FM; &
perciò
BN maggiore ſarà di BM.
& BM ſarà maggiore di BA; impe­
roche
BM è maggiore di eſſa BF.
Che biſognaua moſtrare.
Et nel modo iſteſſo in tutto, quanto più da preſſo ſarà BG ad eſſa BE, ſempre la li­
nea
BN ſi dimoſtrerà eſſer maggiore.
Che ſe ſaranno poſti di
ſotto
i triangoli BF
HB
GK tra AB
BC
, & ſiano tiratele
linee
CHO GKP,
lequali
taglino le li­
nee
BF BG ne' pun
ti
MN: ſarà la linea
BN
minore di eſſa
BM
, & BM di eſsa
BA
.
97[Figure 97]
Congiunganſi BO BP. ſimilmen
te
proueraſſi, che l'angolo P
KB
è minore dell' angolo OH
B
.
Hor percioche l'angolo F
HB
è eguale all'angolo GKB;
ſarà
l'angolo GKN maggio­
re
dell'angolo FHM: per la
qual
coſa la linea GN ſarà
maggiore
di eſſa FM.
& per­
ciò
la linea BN ſarà minore
della
linea BM.
& concio­
ſia
che maggiore ſia BF di
BM
; ſarà BM minore di
BA
.
& con ſimile modo
proueraßi
, che quanto più B
G
ſarà dapreſſo ad eſſa BC,
la
linea BN ſempre ſarà
minore
.
1
PROPOSITIONE VIII.
La poſſanza ſoſtenente il peſo che habbia il centro della grauez­
za
ſopra la leuà egualmente diſtante dall'orizonte, quanto
più
il peſo ſi inalzerà da queſto ſito con la leua ſempre haurà
biſogno
di poſsanza minore per eſsere ſoſtenuto: ma ſe ſarà
abbaſsato
di maggiore.
Sia la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui ſoſtegno ſia C, & il peſo
BD
il centro della grauezza delquale ſia doue è H ſopra la leua; & ſia la poſſan
98[Figure 98]
za ſoſtenente in A. Mouaſi dapoi la leua AB in EF, & ſia il peſo moſſo
in
FG.
Dico primieramente che minore poſſanza poſta in E ſoſtenirà il peſo
FG
con la leua EF, che la poſſanza in A il peſo BD con la leua AB.
ſia
il
K il centro della grauezza del peſo FG.
Dapoi ſiano tirate da H, come
1da K le linee HL KM à piombo de'loro orizonti, lequali ſi andaranno à tro­
uare
nel centro del mondo, & ſia HL à piombo anche di eſſa AB.
Dapoi ſia
tirata
la linea KN à piombo di EF, laquale ſarà eguale ad HL, & la CN
eguale
ad eſſa CL.
Hor percioche HL è à piombo dell'orizonte, la poſſanza
in
A ſoſtenente il peſo BD haurà quella proportione ad eſſo peſo, che CL à
CA. Di nuouo, percioche KM è à piombo dell'orizonte, la poſſanza in E ſo­
ſtenente
il peſo FG coſi ſarà al peſo come CM à CE.
& per eſſere CN NK
eguali
ad eſſe CL LH, & contenere angoli retti, ſarà CM minore di eſſa CL;
Dunque CM à CA haurà proportione minore, che CL à CA; & CA
è
eguale à CE, dunque haurà CM proportione minore à CE, che CL à
CA: & per eſſerei peſi BD FG eguali, però che è il peſo medeſimo. Dun­
que
ſarà minore proportione della poſſanza in E ſoſtenente il peſo FG ad eſſo
peſo
, che della poſſanza in A ſoſtenente il peſo BD ad eſſo peſo.
Per laqual
coſa
minore poſſanza poſta in E ſoſtenterà il peſo FG, che la poſſanza in A
il peſo BD. & quanto più ſarà inalzato il peſo, ſempre ſi moſtrerà poſſanza
anche minore douer ſoſtenere il peſo, per eſſere la linea PC minore della CM.
Sia dapoi la leua in QR, & il peſo in QS, il cui centro della grauezza ſia O.
Dico che poſſanza maggiore ſi richiede in R per ſoſtenere il peſo QS, che in
A
per ſostentare il peſo BD.
Tiriſi dal centro O della grauezza la linea OT
a
piombo dell'orizonte.
& percioche le linee HL OT ſe ſaranno allungate dal­
la
parte di L, & di T ſi andranno à ritrouare nel centro del mondo, ſarà la CT mag
giore
della CL: & è la CA eguale ad eſſa CR, dunque la TC haurà pro­
portione maggiore à CR, che LC à CA. Maggiore dunque ſarà la poſſan­
za in R ſoſtenente il peſo QS, che in A ſoſtenente il BD. Similmente mo­
ſtreraſſi
, che quanto la leua RQ abbaſſandoſi, ſarà più diſtante dalla leua AB,
ſempre più ſi ricercherà poſſanza maggiore à ſoſtenere il peſo: peroche la diſtanza
CV è più lunga di CT. Quanto dunque il peſo ſi alzerà più dal ſito egualmente
diſtante
dall'orizonte, ſarà ſempre ſoſtenuto da poſſanza minore; & quanto più ſi
abbaſſerà
, di poſſanza maggiore haurà meſtieri per eſſer ſoſtentato.
che biſogna­
ua
moſtrare.
Per la quinta di questo.
Per la 6. di questo.
Per la ottaua del quinto.
Per la 10. del quinto.
Per la 6. di questo.
Per la 6. di questo.
Per la ottaua del 5.
Per la 10. del quinto.
Per la 6. di questo.
Quinci facilmente ſi caua, che la posſanza in A alla poſsanza
in
E coſi è, come CL à CM.
Imperoche coſiè LC à CA, come la poſſanza in A al peſo; & come CA,
cioè
CE à CM, coſi è il peſo alla poſſanza in E; Per laqual coſa per la pro­
portion eguale, la poſſanza in A alla poſſanza in E ſarà come CL à CM.
Per la 22. del quinto.
Con ſimile ragione moſtreraßi non ſolamente che la poſſanza in A coſi è alla poſ­
ſanza
in R, come CL à CT, ma che la poſſanza in E ancora alla poſſanza
in
R è coſi, come CM à CT, & coſi nel reſto.
1
Sia poi la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui ſoſtegno ſia B, & il
centro
H della grauezza del peſo CD ſia ſopra la leua; & mouaſi la leua in
BE
, & il peſo in FG.
Dico che minore poſſanza poſta in E ſoſtiene il peſo FG
con
la leua EB, che la poſſanza in A il peſo CD con la leua AB.
Sia K
il
centro della grauezza del peſo FG, & da i centri delle grauezze HK ſiano
99[Figure 99]
tirate le linee HL KM à piombo de'loro orizonti. Hor percioche dalle coſe
di
ſopra moſtrate BM è minore di BL, & BE è eguale à BA, haurà pro­
portione minore BM à BE, che BL à BA: ma come BM à BE, coſi
è la poſſanza in E ſoſtenente il peſo FG ad eſſo peſo, & come BL a BA,
coſi
la poſſanza in A al peſo CD; la poſſanza in E al peſo FG haurà propor­
tione minore, che la poſſanza in A al peſo CD. Dunque la poſſanza in E ſa­
minore della poſſanza in A.
Similmente moſtreraſſi quanto più il peſo ſi alze­
, ſempre minore poſſanza ſoſtenere il peſo, ma ſia la leua in BO, & il peſo in
BQ
, il cui centro della grauezza ſia R.
Dico, che maggior poſſanza ſi ricerca
in
O per ſoſtenere il peſo PQ con la leua BO, che per ſoſtenere il peſo CD con
la
leua BA.
Sia tirata dal punto R la linea RS à piombo dell'orizonte. &
percioche BS è maggiore di BL, haurà BS proportione maggiore à BO, che
BL
à BA; Per laqual coſa la poſſanza in O ſoſtenente il peſo PQ ſarà maggio
re
della poſſanza in A ſoſtenente il peſo CD.
& à queſto modo ſi moſtrerà an­
cora
che quanto la leua BO abbaſſandoſi, ſarà più diſtante dalla leua AB ſem­
pre
vi vorrà poſſanza maggiore à ſoſtener il peſo.
Per la 6. di questo.
Per la 8. del quinto.
Per la 5. di questo.
Per la 10. del quinto.
Per la 6. di questo.
Di qui parimente, come di ſopra è manifeſto, che la poſſanza in A è alla poſſanza in
1B, come BL à BM: & la poſſanza in A alla poſſanza in O, come BL à BS. &
la
poſſanza in E alla poſſanza in O, come BM à BS.
Oltre à ciò ſe ſi intenderà vn'altra poſſanza in B, per modo che due ſiano le poſſan­
ze
, che ſoſtentino il peſo, minore ſarà la poſſanza in B, che ſoſtiene il peſo PQ
con
la leua BO, che il peſo CD con la leua BA.
ma per lo contrario ſi ri­
cerca
poſſanza maggiore in B per ſoſtenere il peſo FG con la leua BE, che
il
peſo CD con la leua AB: percioche tirata la linea KN à piombo di EB,
ſarà
EN eguale ad AL: Per laqual coſa EM ſarà maggiore di LA.
Dun
que EM haurà proportione maggiore ad EB, che LA ad AB, & LA
maggiore
ad AB, che SO ad OB, lequali ſono proportioni della poſſanza
al peſo.
Per la 8. del quinto.
Per la 5. di questo.
Similmente proueraſſi, che la poſſanza in B ſoſtenente il peſo con la leua AB è al­
la
poſſanza ſoſtenente poſta nell'iſteſſo punto B con la leua EB, come LA
ad
EM; & coſi eſſere anche alla poſſanza di B ſoſtenente il peſo con la leua OB,
come
AL ad OS.
Ma quelle poſſanze che ſoſtengono con le leue EB OB
ſono
coſi tra loro come EM ad OS.
Dapoi moſtreremo come nelle coſe che di ſopra ſono ſtate dette, che la poſſanza in B
ha
quella proportione alla poſſanza in E, che EM ad MB; & la poſſanza
in B coſi eſſere alla poſſanza in A, come AL ad LB, & la poſſanza in B
alla
poſſanza in O, come OS ad SB.
Per il 3. corollario.
Per la 2. di questo.
Ma ſia la leua AB
gualmente
diſtante
dall
'orizonte, il cui
ſoſtegno
ſia B, &
il
centro H della
grauezza
del peſo
AC
ſia ſopra la
leua
: & mouaſi la
leua
in BE, & il
peſo
in EF, & la
poſſanza
in G.
di
moſtreraſſi
parimen
te
, come di ſopra, che
la
poſſanza in G ſo
ſtenente
il peſo EF
è
minore della poſ­
ſanza
in D ſoſte­
100[Figure 100]
nente il peſo AC. percioche eſſendo minore BM di BL haurà minore pro­
portione
MB à BG, che LB à BD.
& à queſto modo proueraßi, che quan
to
il peſo più ſi alzerà con la leua, ſempre minore poſſanza ſi ricerca à ſoſtenere
1il detto peſo. ſimilmente ſe la leua ſi moue in BO, & la poſſanza ſoſtenente ſia
in
N, ſi moſtrerà
la
poſſanza in N eſ­
ſere
maggiore della
poſſanza
in D.
pe­
roche
SB ha pro­
portione
maggiore
à
BN che LB
à
BD.
Moſtre­
raßi
ancora, che
quanto
il peſo più
s
'abbaſſerà, ſempre
ricercarſi
poſſanza
maggiore
à ſoſtene­
re
il peſo.
che biſo­
gnaua
moſtrare.
101[Figure 101]
Di quì parimente è chia
ro
, che le poſſanze
in
GDN coſi tra loro ſono, come BM à BL, & come BL à BS, & vlti­
mamente
come BM à BS.
COROLLARIO
Da queſte coſe è manifeſto, che ſe la poſsanza con la leua moue
in il peſo, il cui centro della grauezza ſia ſopra la leua,
quanto
più ſarà alzato il peſo, ſempre vi vorrà poſsanza mi­
nore
per mouere il peſo.
Percioche doue la poſſanza ſoſtenente il peſo è ſempre minore, ſarà parimente la poſ­
ſanza
, che lo moue ſempre minore.
Da queſte coſe dimoſtreraßi etiandio, ſia pur il centro della grauezza del peſo medeſi­
mo
ò più da preſſo, ò più da lunge della leua AB egualmente diſtante dall' ori­
zonte
, che la poſſanza medeſima in A ſoſterrà nondimeno il peſo: come ſe il cen
tro
H della grauezza del peſo BD ſia più da lunge dalla leua BA, che il cen­
tro
N della grauezza del peſo PV, pur che la linea HL tirata dal punto H
à
piombo dell'orizonte, & della leua AB paßi per N, & ſia il peſo PV
eguale
al peſo BD; ſarà il peſo BD, & il peſo PV come ſe ambidue ſoſ­
ſero
appiccati ad L; & ſono eguali per eſſere preſi in luogo di vn peſo ſolo, dun­
que
la iſteſſa poſſanza in A ſoſtenente il peſo BD ſoſterrà anche il peſo PV.
1Ma nella leua EF quanto il centro della grauezza ſarà più da lunge dalla leua.
tanto più egualmente la poſſanza ſoſtenterà il peſo medeſimo, come ſe il centro K
della
grauezza del peſo FG foſſe più da lunge dalla leua EF, che il centro X
dalla
grauezza del peſo ΥZ; in modo però, che la linea tirata dal punto K à
piombo
della leua FE paßi per X; & ſia il peſo FG eguale al peſo ΥZ;
& da punti KX ſiano tirate le linee KM X*s à piombo de loro orizonti; ſa­
102[Figure 102]
la C*s maggiore di CM; & perciò il peſo FG ſarà nella leua coſi come
ſe
foſſe appiccato in M, & il peſo ΥZ come foſſe appiccato in *s.
Hor per­
cioche C*s ha proportione maggiore à CE, che CM à CE, maggiore
ſarà
la poſſanza poſta in E, che ſoſterrà il peſo ΥZ, che FG.
Manella leua
QR
per lo contrario ſi dimoſtrerà, cioè che quanto il centro della grauezza del pe
ſo
medeſimo è più da lunge dalla leua, tanto più anche maggiore è la poſſanza che
ſoſtiene
il peſo.
peroche maggiore è CT di CI, & perciò CT hauerà proportio­
ne
maggiore à CR, che CI à CR.
ſimilmente dimoſtreraßi, ſe il peſo ſarà col
locato
fra la poſſanza, & il ſoſtegno, ouero la poſſanza poſta fra il ſoſtegno, & il
peſo
, il che medeſimamente auuenirà alla poſſanzà che moue peroche doue poſſanza
minore
ſoſtiene il peſo, iui poſſanza minore lo mouerà: & doue ſi ricerca poſſanza
maggiore
in ſoſtenere, iui anche maggiore vi vuole in mouere.
Per la 8. del quinto.
1
PROPOSITIONE IX.
La poſſanza ſoſtenente il peſo, che habbia il centro della ſua gra
uezza
ſotto la leua egualmente diſtante dall'orizonte, quanto
più
il peſo ſarà alzato da queſto ſito con la leua, haurà egli ſem
pre
anco meſtieri di poſſanza maggiore ad eſſere ſoſtenuto;.
Ma ſe abbaſſato, di minore.
Sia la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, il cui ſoſtegno ſia C, & ſia il peſo AD,
il
cui centro L della grauezza ſia ſotto la leua, & ſia in B la poſſanza ſoſtenen­
te
il peſo AD: mouaſi dopo la leua in FG, & il peſo in FH.
Dico prima,
che
poſſanza maggiore ſi ricerca in G per ſoſtenere il peſo FH con la leua FG,
di
quel che ſia la poſſanza in B eſſendo il peſo AD, ma con la leua AB.
ſia
103[Figure 103]
M il centro della grauezza del peſo FH, & da punti LM ſiano tirate le linee
LK MN à piombo de'loro orizonti; & ſia tirata la linea MS à piombo di FG,
che
ſarà eguale ad LK, & CK ſarà etiandio eguale ad eſſa CS.
Percioche dun
que CN è maggiore di CK haurà NC proportione maggiore à CG, che CK
à
CB; & la poſſanza in B al peſo AD ha la medeſma proportione, che KC
à CB: & come la poſſanza in G al peſo FH, coſi è NC à CG; dunque la
poſſanza in G hauerà maggiore proportione al peſo FH, che la poſſanza in B
al
peſo AD.
Maggiore dunque è la poſſanza in G della poſſanza in B. che ſe
1la leua ſarà in OP, & il peſo in OQ: ſarà la poſſanza poſta in B maggiore,
che
in P: percioche ſi dimoſtrerà nell'iſteſſo modo CR eſſere minore di CK, &
CR
hauere proportione minore a CP, che CK a CB; & perciò la poſſanza
poſta
in B eſſere maggiore della poſſanza poſta in P.
& a queſto modo moſtre­
raſſi
che quanto più il peſo ſi alzerà dal ſito AB, ſempre vi vorrà poſſanza mag­
giore
à ſoſtenerlo.
ma per lo contrario accaderà ſe egli ſarà abbaſſato. che biſo­
gnaua
moſtrare.
Per la 7. di questo.
Per la 8. del quinto.
Per la 5. di questo.
Per la 10. del quinto.
Di quà ancora ſi puote ageuolmente cauare, che le poſſanze poſte in PBG ſono in
modo
diſpoſte fra loro, come CR à CK; & come CK à CN, & come CN
à
CR.
Sia dopo la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, co'l ſuo ſoſtegno B; & il
peſo
CD habbia il centro O della grauezza ſotto la leua, & ſia in A la poſ­
ſanza
ſoſtenente il peſo CD.
Mouaſi dapoi la leua in BE, & BF, & ſi tra­
ſporti
il peſo in GH KL.
Dico, che maggiore poſſanza per ſoſtenere il peſo ſi
104[Figure 104]
ricerca in E, che in A; & maggiore in A che in F. ſiano tirate da i centri
delle
grauezze le linee NM OP QR à piombo de gli orizonti, lequali allun
gate
da la parte di NOQ ſi andranno à trouare nel centro del mondo.
Moſtre­
raſſi
parimente come di ſopra, che BM è maggiore di BP, & BP maggio­
re di BR; & che BM ha proportione maggiore à BE, che BP à BA; &
BP
à BA maggiore che BR à BF: & per queſto la poſſanza in E mag­
giore
è della poſſanza in A; & la poſſanza in A maggiore della poſſanza in
F
.
& quanto la leua ſi alzerà più dal ſito AB, moſtreraſſi ſempre, che mag­
1giore poſſanza vi vuole à ſoſtenere il peſo: ma ſe abbaſſeraßi, minore.
Per la 7. di questo.
Di quì è chiaro etiandio che le poſſanze poſte in EAF coſi tra loro ſono, come BM
à
BP, & come BP à BR, & come BM à BR.
Di più ſe in B ſarà vn'altra poſſanza, per modo, che due poſſanze ſiano quelle che
ſoſtengano
il peſo.
Di maggiore poſſanza è biſogno in B per ſoſtenere il peſo KL
con
la leua BF, che per ſoſtenere il peſo CD con la leua AB.
& dauan­
105[Figure 105]
taggio anco maggiore con la leua AB, che con la leua BE: peroche RF ha
proportione
maggiore ad FB, che PA ad AB; & PA ad AB mag­
giore
, che EM ad EB.
Similmente moſtreraßi, che le poſſanze in B ſoſtenenti il peſo con le leue tra loro coſi
eſſere
, come EM ad AP, & come AP ad FR, & come EM ad FR.
Oltre à ciò la poſſanza in B coſi ſarà alla poſſanza in F, come RF ad RB; &
la
poſſanza in B alla poſſanza in A come PA à PB, & la poſſanza in B al­
la poſſanza in E come EM ad MB.
Per lo 3. corrollario.
Per la 2. di questo.
1
Ma ſia la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, col ſuo ſoſtegno B, & il peſo AC,
il
cui centro della
grauezza
ſia ſot­
to
la leua, & ſia
la
poſſanza ſoſte­
nente
il peſo in D,
& mouaſi la le­
ua
in BE BF,
& la poſſanza
in
GH; ſimil­
mente
moſtreraſ
ſi
, che la poſſan­
za
in G è mag
giore
della poſſan
za
in D, & la
poſſanza
in D
maggiore
della
106[Figure 106]
poſſanza in H. percioche KB ha proportione maggiore à BG, che BL à BD,
& BL à BD maggiore che MB à BH.
& à questa maniera moſtreraſſi che
quanto
la leua più ſi alzerà dal ſito AB, dauantaggio douere ſempre eſſere mag
gior
la poſſanza per ſoſtenere il peſo: & quanto più s'abbaſſa, minore.
che dimo
ſtrare
era meſtieri.
Similmente in queſte, le poſſanze poste in GDH coſi tra loro ſaranno, come BK à
BL
, & come BL à BM, & alla ſine come BK à BM.
COROLLARIO.
Da queſte coſe etiandio è paleſe, che ſe la poſſanza mouerà con
la
leua in vn peſo, che habbia il centro della grauezza ſotto
la
leua; Quanto più il peſo ſarà alzato, ſempre vi vorrà poſ­
ſanza
maggiore per mouere il peſo.
Imperoche ſe la poſſanza ſoſtenente il peſo è ſempre maggiore, ſarà parimente la
poſſanza
che moue il peſo ſempre maggiore.
1
Da queſte coſe anco ſi cauerà facilmente ſe ſarà il centro della grauezza dell'iſteſſo pe
ſo
ò più da preſſo, ò più da lunge dalla leua AB egualmente diſtante dall'orizon
te
, che la poſſanza medeſima poſta in B ſoſterrà il peſo.
come ſe il centro L della
grauezza
del peſo AD foſſe più da lunge dalla leua BA, che il centro N
della
grauezza del peſo PV, pur che la linea LK tirata dal punto L à piom
bo
dell orizonte, & della leua AB paſſi per N: ſimilmente come nella prece­
107[Figure 107]
dente ſi moſtrerà, che la poſſanza medeſima in B ſostiene & il peſo AD, &
il
peſo PV.
Ma nella leua EF quanto il centro della grauezza ſarà più da lun
ge
dalla leua, tanto haurà meſtieri di poſſanza maggiore per ſostenere il peſo.
co­
me
il centro M della grauezza del peſo FH ſia più da lunge dalla leua EF, che
il
centro S della grauezza del peſo XZ.
ſiano tirate da i punti MS le linee
MI
SG à piombo de gli orizonti; ſarà CI maggiore di CG: & perciò la poſſan
za
di E deue eſſere maggiore ſoſtenendo il peſo FH, che il peſo XZ.
Ma per
lo
contrario ſi moſtrerà nella leua OR, cioè che quanto il centro della grauezza
dell
'iſteſſo peſo è più da lunge dalla leua, il peſo viene ſoſtentato da poſſanza mino
re
.
peroche minore è CΥ de CT. & in modo ſimile demoſtraraßi ancora ſtan
do
il peſo fra la poſſanza, & il ſoſtegno, ouero la poſſanza tra il ſostegno, & il
1peſo, ilche parimente auerrà alla poſſanza che moue; peroche doue poſſanza mino­
re
ſoſtien il peſo, iui minore poſſanza lo mouerà.
& doue vuole poſſanza maggio­
re
in ſoſtentare, iui anco ella ſarà maggiore in mouere.
PROPOSITIONE X.
La poſſanza ſoſtenente il peſo che habbia il centro della grauez­
za
nella iſteſſa leua, ſia pure in qual ſi voglia modo traſporta­
to
il peſo con la leua; vi ſarà ſempre meſtieri della poſſanza
iſteſſa
, acciò ſia ſoſtenuto.
Sia la leua AB egualmente diſtante dall'orizonte, co'l ſuo ſoſtegno C, & E cen­
tro
della grauezza del peſo ſia in eſſa leua.
Mouaſi dapoi la leua in FG, & HK,
108[Figure 108]
& il centro della grauezza in LM. Dico che la medeſima poſſanza di KBG ſem­
pre ſoſterrà l'isteſſo peſo. Hor percioche il peſo nella leua AB è ſi fattamen­
te
diſpoſto, come ſe egli foſſe appiccato in E; & nella leua GF come ſe egli foſ
ſe
appiccato in L; & nella leua HK, come ſe egli foſſe appiccato in M; & le
1distanze CL CE CM ſono tra loro eguali; & parimente CK CB CG pur
tra
loro eguali; ſarà la poſſanza in B al peſo, come CE à CB; & la poſſan­
za
in K al peſo, come CM à CK, & la poſſanza in G al peſo, come CL
109[Figure 109]
à CG. La poſſanza medeſma dunque in KBG ſosterrà il peſo medeſmo traſpor
tato
in vari ſiti.
che biſognaua moſtrare.
Per la 5. di questo.
Similmente proueraſſi, ſe il peſo foſſe tra la poſſanza, & il ſoſtegno; ouero la poſ­
ſanza
tra il ſoſtegno, & il peſo, che il medeſimo auerrà alla poſſanza, che moue.
PROPOSITIONE XI.
Se la diſtanza della leua tra il ſoſtegno, & la poſſanza haurà pro­
portione
maggiore alla diſtanza trapoſta dal ſoſtegno al pun­
to
, doue dal centro della grauezza del peſo tirata vna linea à
piombo
dell'orizonte taglia la leua che non ha il peſo alla poſ
ſanza
; il peſo veramente ſarà moſſo dalla poſſanza.
Sia la leua AB, & dal punto A appicchiſi il peſo C; cioè il punto A ſempre
ſia
quel punto, doue la linea tirata à piombo dal centro della grauezza del peſo ta­
gli
la leua; & ſia la poſſanza in B, & il ſostegno D; & DB habbia à DA
1proportione maggiore, che il peſo C alla poſſanza in B. Dico che il peſo C ſa­
moſſo dalla poſſanza in B.
Facciaſi come BD à DA, coſi il peſo E alla
poſſanza in B; & appicchiſi parimente il peſo E in A: egliè chiaro che la poſ­
ſanza
in B pe­
ſa
egualmentecon
eſſo
E; cioè che
ſoſtiene
il detto
peſo
E.
& per­
cioche
BD ha
proportion
mag
giore
à DA che
C
alla poſſanza
in
B.
& come
BD
à DA, coſi
110[Figure 110]
è il peſo F. alla poſſanza: adunque E haurà proportione maggiore alla poſſan­
za, che il peſo C alla poſſanza iſteſſa. Per laqual coſa il peſo E ſarà maggiore
del
peſo C.
& perche la poſſanza peſa egualmente con eſſo E; dunque la poſſan
za
non peſerà egualmente con eſſo C, ma per la forza ſua inchinerà al baſſo.
dun
que
il peſo C ſarà moſſo dalla poſſanza in B con la leua AB, il cui ſoſtegno
è
in D.
Per la prima di questo.
Per la 10. del quinto.
Ma ſe la leua foſſe AB, & il ſoſtegno A, & il peſo C appiccato in D, & la
poſſanza
in B, & BA haueſſe proportione maggiore ad AD, che il peſo C
alla
poſſanza in B.
Dico che il peſo C moueraſſi dalla poſſanza in B. facciaſi co
me BA ad AD, coſi il pe­
ſo
E alla poſſanza in B: &
ſe
E ſarà appiccato in D, la
poſſanza
in B ſoſtenterà il pe­
ſo
E.
Ma per hauere BA pro­
portione
maggiore ad AD,
che
il peſo C alla poſſanza in
B
; & come BA ad AD,
coſi
è il peſo E alla poſſanza in
B
; dunque il peſo E haurà pro
portione
maggiore alla poſſan
111[Figure 111]
za che è in B, che il peſo C all'iſteſſa poſſanza: & perciò il peſo E ſarà maggio
re
del peſo C; & la poſſanza in B ſoſtiene il peſo E; dunque la poſſanza in B
con
la leua AB mouerà il peſo C minore del peſo E appiccato in D, il cui ſo­
stegno
è A.
Per la 2. di questo.
Per la 10. del quinto.
1
Sia da capo la leua AB, & il ſuo ſoſtegno A, & il peſo C ſia appiccato in B,
& ſia la poſſanza in D: & DA habbia proportione maggiore ad AB, che
il
peſo C al­
la
poſſanza,
che
è in D.
Di
co
che il peſo C
ſarà
moſſo dal
la
poßanza che
è
in D.
Fac­
ciaſi
come D
A
ad AB,
coſi
il peſo E
alla
poſſanza,
112[Figure 112]
che è in D; & ſia il peſo E pendente dal punto B: la poſſanza in D ſoſter­
il peſo E.
Ma DA tiene proportione maggiore ad AB, che C alla poſ­
ſanza
in D.
& come DA ad AB, coſi è il peſo E alla poſſanza in D;
dunque
il peſo E haurà proportione maggiore alla poſſanza che è in D, che il
peſo
C alla iſteſſa poſſanza.
Per laqual coſa il peſo E è maggiore del peſo C.
Et percioche la poſſanza in D ſoſtiene il peſo E, dunque la detta poſſanza in
D
mouerà il peſo C appiccato in B con la leua AB, il cui ſoſtegno è A.
che
biſognaua
prouare.
Altramente.
Sia la leua AB, & il peſo C appiccato in A, & la poſſanza in B, & ſia il
ſoſtegno
D; & DB habbia proportione maggiore à DA, che il peſo C alla
poſſanza
in B.
Dico che il pe­
ſo
C ſarà moſ
ſo
dalla poſſan­
za
in B.
Fac­
ciaſi
BE ad
EA
, come il
113[Figure 113]
peſo C ſi ha inuerſo la poſſanza, ſarà il punto E tra BD: percioche egli è me­
ſtieri che BE habbia proportione minore ad EA, che DB à DA; & però
BE
ſarà minore di BD.
& percioche la poſſanza in B ſoſtiene il peſo C ap­
piccato
in A con la leua AB, che il ſoſtegno E; dunque minore poſſan­
za
poſta in B, che la data ſoſterrà il peſo medeſimo nel ſoſtegno D.
La poſſan­
za
data dunque poſta in B mouerà il peſo C con la leua AB, che ha il ſoſte­
gno
in D.
Per la 1. di questo.
1
Sia dapoi la leua AB, & il ſuo ſoſtegno in A, & il peſo C appiccato in D, &
ſia
la poſſanza in B; & AB habbia proportione maggiore ad AD, che il
peſo
C alla poſſanza in B.
Di
co
che il peſo C ſi mouerà dalla
poſſanza
in B.
Facciaſi AB ad
AE
, come il peſo C alla poſ
ſanza
; ſarà ſimilmente il punto E
tra
BD, percioche egli è neceſſa­
rio che AE ſia maggiore di A
D
.
& ſe il peſo C foſſe appicca
114[Figure 114]
to in E, la poſſanza in B lo ſoſtentarebbe. ma poſſanza minore poſta in B,
che
la data ſoſtiene il peſo C appiccato in D; dunque la data poſſanza in B mo­
uerà il peſo C appiccato in D con la leua AB, che ha il ſuo ſoſtegno A.
Per la ottaua del 5.
Per la 2. di questo.
Per il 1. corollario del la 2. di questo.
Sia da capo la leua AB co'l ſoſtegno ſuo A; & il peſo C ſia appiccato in B, &
ſia
la poſſanza in D.
& DA habbia proportione maggiore ad AB, che il pe
ſo
C alla poſſanza in
D
.
Dico che il peſo C
ſarà moſſo dalla poſſan­
za
in D.
facciaſi come
il
peſo C a'la poſſanza,
coſi
DA ſia ad AE;
ſarà AE maggiore di
115[Figure 115]
AB; per eſſere proportione maggiore da DA ad AB, che da DA ad AE.
Che ſe il peſo C ſarà appiccato in E, egli è chiaro, che la poſſanza in D ſoſter­
il peſo C appiccato in E.
Ma poſſanza minore che la data ſoſtiene l'iſteſſo pe
ſo
C in B; dunque la data poſſanza in D mouerà il peſo C appiccato in B, con
la
leua AB che il ſoſtegno ſuo A.
come biſognaua moſtrare.
Per la 8. del quinto.
Per la 3. di questo.
Per il 1. corollario del la 3. di questo.
PROPOSITIONE XII.
PROBLEMA.
Fare che vna data poſſanza, moua vn peſo dato con vna data le­
ua
.
1
Sia il peſo A come cento, & la poſſanza che ha da mouere ſia come diece; & ſia
la
data leua BC.
Egli è biſogno che la poſſanza, che è diece moua il peſo A, che
è
cento, con la leua BC.
Diuidaſi BC in D con ſi fatta maniera che CD hab
bia
la proportione medeſima à DB, che ha cento à diece, cioè diece ad vno; per­
116[Figure 116]
cioche ſe D ſi faceſſe ſoſtegno, egli è manifeſto, che la poſſanza in C come diece
peſerà
egualmente co'l peſo A appiccato in B, cioè che ſoſterrà il peſo A.
Pren
daſi tra BD qual ſi voglia punto, come E, & facciaſi E il ſoſtegno. Hor per­
cioche
maggiore è la proportione di CE ad EB, che di CD à DB; CE haurà
proportione
maggiore ad EB, che il peſo A alla poſſanza di diece poſta in C;
dunque
la poſſanza di diece poſta in C mouerà il peſo A, che è cento, appiccato
in B con la leua BC, che ha il ſuo ſoſtegno E.
Per la 1. di questo.
Per lo lemma di questo.
Per la 11. di questo.
Ma ſe la leua foſſe BC, & il ſoſtegno B. diuidaſi CB in D per ſi fatta maniera,
che
CB habbia la proportione iſteſſa à BD, che ha cento à diece: & ſe il peſo
A
ſarà appic
cato
in D, &
la
poſſanza in
C
, la poſſan­
za in C come
diece
ſoſterrà
anco
il peſo
A
appiccato
117[Figure 117]
in D. Prendaſi qual ſi uoglia punto tra DB, come E, & pongaſi il peſo A in
E; & per eſſere proportione maggiore da CB à BE, che da BC à BD; CB
haurà
proportione maggiore à BE, che il peſo A di cento alla poſſanza di diece.
Dunque la poſſanza di diece poſta in C mouerà il peſo A di cento appiccato in E
con la leua BC, che ha il ſoſtegno ſuo B. che biſognaua menar ad effetto.
Per la 2. di questo.
Per la ottaua del quinto.
Per la 11. di questo.
Ma ciò non ſi puote mandar' ad eſecutione con la leua BC, che habbia il ſoſtegno ſuo
in
B, & il peſo A di cento ſia appiccato in C.
Percioche pongaſi la poſſanza
ſoſtenente
il peſo A comunque ſi ſia tra BC, come in D; ſempre la poſſanza
ſarà
maggiore del peſo A.
Per laqual coſa egli è meſtieri che ſempre la data poſ­
1ſanza ſia maggiore del peſo A. Sia dunque la poſſanza data, come cento cin­
quanta. Diuidaſi BC in D ſi fattamente che CB ſia à BD come cento cin­
quanta
à cento, cioè tre à due: & ſe la poſſanza ſarà poſta in D, egli è chiaro,
che
la poſſanza in D ſoſter­
il peſo A appiccato in C.
& coſi prendaſi tra DC
qual
ſi voglia punto, come
E
, & pongaſi la poſſanza
mouente
in E, & per eſſere
proportion
maggiore da EB
à
BC, che da DB à BC;
haurà
EB proportione mag
giore
à BC, che il peſo A
118[Figure 118]
alla poſſanza in E. Dunque la poſſanza di cento cinquanta poſta in E mouerà il
peſo
A di cento appiccato in C con la leua BC che il ſoſtegno B.
come bi­
ſognaua oprare.
Per il 2. corollario della 3. di questo.
Per la 3. di questo.
Per la 8. del quinto.
Per la 11. di questo.
COROLLARIO.
Di qui è manifeſto, ſe la data poſſanza ſarà maggiore del dato
peſo
, queſto poterſi fare, ouero ſtando in maniera la leua,
che
il ſoſtegno ſuo ſia fra il peſo, & la poſſanza; ouero che el­
la
habbia il peſo fra il ſoſtegno, & la poſſanza; ouero alla fine
eſſendo
poſta la poſſanza fra il peſo, & il ſoſtegno.
Ma ſe la data poſſanza ſarà minore, ouero eguale al dato peſo,
egli
è parimente chiaro, che il medeſimo ſi puote mandare ad
eſecutione
ſolamente ſtando la leua in maniera, che il ſoſte­
gno
ſuo ſia tra il peſo, & la poſſanza; ouero che ella habbia il
peſo
fra il ſoſtegno, & la poſſanza.
PROPOSITIONE XIII.
PROBLEMA.
Dati quanti ſi voglian peſi appiccati douunque ſi ſiano nella leua
il
cui ſoſtegno parimente ſia dato, ritrouare vna poſſanza la
quale
ſoſtenga i dati peſi in vn punto dato.
1
Siano i dati peſi ABC nella leua DE, & il ſoſtegno ſuo F, douunque ne' pun­
ti
DGH ſiano appiccati, & habbiaſi à collocare la poſſanza nel punto E.
egli
è
meſtieri trouare la poſſanza, laquale ſoſtenga in E i dati peſi ABC con la le
ua
DE.
diuidaſi DG in K ſi fattamente, che DK ſia à KG come il pe­
ſo
B al peſo A; dapoi diuidaſi KH in L ſi fattamente, che KL ſia ad LH
come
il peſo C à i peſi BA, & come FE ad FL, coſi faccianſi i peſi ABC
119[Figure 119]
tutti inſieme alla poſſanza, laquale pongaſi in E. dico, che la poſſanza in E ſo­
ſtenterà i dati peſi ABC appiccati in DGH con la leua DE che ha il ſoſte­
gno ſuo F. Hor percioche ſe i peſi ABC foſſero appiccati inſieme in L, la poſ
ſanza
in E ſoſterrebbe i dati peſi appiccati in L; ma i peſi ABC peſano tan­
to
in L, quanto ſe C in H, & BA inſieme foſſero appiccati in K; & AB
nel K tanto peſano, quanto ſe A in D, & B in G foſſero appiccati; dun­
què
la poſſanza in E ſoſtenterà i dati peſi ABC appiccati in DGH con la
leua
DE che ha il ſoſtegno F.
Che ſe la poſſanza haueſſe ad eſſere poſta in qual
ſi
voglia altro punto dalla leua DE fuor che in F, come in K; facciaſi come
FK
ad FL, coſi i peſi ABC ſiano alla poſſanza: ſimilmente dimoſtreremo,
che
la poſſanza in K ſoſterrà i peſi ABC ne' punti DGH appiccati.
come
biſognaua
fare.
Per la 1. di questo.
Per la 5. di questo della bilancia.
Per la 2. di questo.
Da queſta, & dalla quinta di queſto, ſe i peſi ABC ſaranno poſti in qual ſi voglia
modo
nella leua DE, & che biſogni ritrouare la poſſanza, la quale debba ſoſte­
nere
in E i dati peſi ſiano tirate da i centri delle grauezze de i peſi le linee AB
C
à piombo de gli orizonti, lequali taglino la leua DE ne' punti DGH; &
1ſi operino le altre coſe nell'iſteſſo modo: egli è manifeſto, che la poſſanza in E,
120[Figure 120]
ouero in K ſoſtenterà i dati peſi, percioche egli è l'iſteſſo come ſe i peſi foſſero
appiccati
in DGH.
PROPOSITIONE XIIII.
PROBLEMA.
Fare che vna data poſſanza moua quanti peſi ſi vogliano, poſti
douunque
, & in qualunque modo ſi ſia in vna data leua.
Sia la data leua DE, & ſiano i dati peſi, come è poſto nel precedente corollario, &
ſia
A come cento, B come cinquanta, & C come trenta; & la data poſſan­
za
ſia come trenta.
ſiano poſte le coſe medeſime, & ritrouiſi il punto L; dapoi
121[Figure 121]
diuidaſi LE in F, ſi fattamente che FE ad FL ſia come cento ottanta à
trenta
, cioè ſei ad vno, & ſe F ſi faceſſe ſoſtegno, la poſſanza come trenta
1in E ſoſterrebbe i peſi ABC. pigliſi dunque tra LF qualunque punto come
M
, & facciaſi M il ſoſtegno: egli è manifeſto, che la poſſanza poſta in E co­
122[Figure 122]
me trenta mouerài peſi ABC come cento ottanta con la leua DE. che biſo­
gnaua
moſtrare.
Per la 13. di questo.
Per la 11. di questo.
Ma ciò non potremo già vniuerſalmente menare ad effetto, ſe il ſoſtegno foſſe nelle
ſtremità
della leua, come in D; peroche la proportione di DE à DL, cioè la
proportione
de' peſi ABC alla poſſanza, laquale ha da ſoſtenere i peſi ſempre
è
data.
Laqual coſa molto meno anco ſi potrebbe fare, ſe la poſſanza ſi haueſſe
à
porre tra DL.
PROPOSITIONE XV.
PROBLEMA.
Ma percioche mentre i peſi ſi mouono con la leua, ha la leua an­
cora
grauezza, della quale infin qui non ſi è fatto mentione
alcuna
: però dimoſtriamo primieramente in che modo ſi tro
ui
la poſſanza, la quale ſoſtenga nel dato punto la leua data, il
cui
ſoſtegno ſia parimente dato.
Sia la leua data AB, il cui ſoſtegno C ſia dato: & ſia il punto D nelquale ſi hab
bia
à collocare la poſſanza, che debba ſoſtentare la leua AB, ſi fattamente che
reſti
immobile.
ſia dal punto C tirata la linea CE à piombo dell'orizonte la
quale
diuida la leua AB in due parti AE EF; & della parte AE ſia il
centro
G della grauezza, & della parte EF il centro del'a grauezza ſia H,
& dai punti GH ſiano tirate le linee GK HL à piombo de gli orizonti, le
1quali taglino la linea AF ne' punti KL. Hor percioche la leua AB è diui­
ſa
dalla linea CE in due parti, cioè AE EF; però la leua AB, niente altro
ſarà
, che due peſi AE EF nella leua, ouero bilancia AF poſti; il cui appicca
mento
, ouero ſoſtegno è C.
Per laqual coſa i peſi AE EF ſaranno coſi poſti,
123[Figure 123]
come ſe foſſero appiccati in KL. Diuidaſi dunque KL in M, ſi fattamente,
che
KM ſia ad ML come la grauezza della parte EF alla grauezza della
parte
AE; & come CA à CM, coſi facciaſi la grauezza di tutta la leua
AB
alla poſſanza, laquale ſe in D ſarà collocata (pur che DA ſia à piombo
dell'orizonte) peſerà egualmente con la leua; cioè ſoſterrà la leua AB premendo
in
giù, che biſognaua trouare.
Per la 13. di questo.
Che ſe la poſſanza ſi haueſſe à porre nel punto B. Facciaſi come CF à CM,
coſi
il peſo AB alla poſſanza.
Con ſimile modo proueraſſi che la poſſanza in
B
ſoſterrà la leua AB.
& l'iſteſſo d moſtreraſſi in qualunque altro ſito s'haueſ­
ſe
à porre la poſſanza, (fuor che in E) come in N.
peroche facciaſi CO à
CM
come AB alla poſſanza, laquale ſe ſi porrà in N ſoſtenterà la leua AB.
Ma aggiunga ſi il peſo appiccato, ouero poſto nella leua; come,
poſte
le coſe iſteſſe, fia il peſo P appiccato in A; & la poſ­
ſanza
s'habbia à porre in B, ſi fattamente che ſoſtenghi la le
ua
AB inſieme col peſo P.
Diuidaſi AM in Q, ſi fattamente, che AQ ſia à QM, come la grauezza
della leua AB alla grauezza del peſo P; dapoi come CF à CQ, coſi fac­
ciaſi la grauezza AB, & P inſieme alla poſſanza, la quale pongaſi in B: egli
è
manifeſto, che la poſſanza in B ſoſterrà la leua AB inſieme co'l peſo P.
Che
ſe
foſſe CA à CM, come AB à P; ſarebbe il punto C il loro centro della
grauezza
, & perciò la leua AB inſieme co'l peſo P ſenza la poſſanza poſta in
1B ſtarà ferma. Ma ſe il centro della grauezza de' peſi foſſe tra CF, come in
O
.
Facciaſi come CF à CO, coſi AB & P inſieme alla poſſanza, laqua­
le
in B ſoſtenterà la leua AB come il peſo P.
Per la 13 di questo.
Per la 6. di Archimede delle cose che egualmente peſano.
124[Figure 124]
Similmente moſtreraſſi il medeſimo ſe foſſero più peſi nella leua AB douunque,
& in qual modo ſi ſia diſpoſti.
Oltre à ciò da queſte coſe ſi puote conoſcere, come nella decimaquarta propoſitione di
queſto
habbiamo inſegnato, in che modo cioè poſſiamo mouere i dati peſi poſti do
uunque
ſi voglia nella leua, con vna data poſſanza, e con vna data leua, ilche poſ­
ſiamo
fare nell'iſteſſo modo non ſolamente conſiderando la grauezza della leua; ma
anco
gli altri accidenti, iquali ſono ſtati di ſopra moſtrati ſenza la grauezza del­
la
leua; con ſimile modo conſiderata la grauezza della leua inſieme co' peſi, ouero
ſenza
peſi ſi moſtreranno.
IL FINE DELLA LEVA.
1
DELLA TAGLIA.
Con l'inſtrumento della Taglia ſi può mouere il pe
ſo
in molti modi: ma percioche in tutti è la ragio­
ne
medeſima: però affine che la coſa reſti più chia­
ra
, intendaſi in quello che ſi ha da dire, che il pe­
ſo
ſempre ſi habbia da mouere all'insù ad angoli
retti
al piano dell'orizonte in queſto modo.
1
Sia il peſo A ilquale ſi habbia ad alzare in ad angoli retti al piano dell'orizonte:
& come ſi coſtuma di fare: ſia
attaccata
di ſopra vna taglia,
che
habbia due girelle, gli aſſetti
dellequali
ſiano in BC: & ſia
anche
legata vn'altra taglia al
peſo
, laquale ſimilmente habbia
due
girelle, gli aſſetti delle qua­
li
ſiano in DE: & per tutte
le
girelle d'ambedue le taglie ſia
condotta
intorno la corda, la­
quale
in vno de i capi, come in
F
deue eſſere legata.
Pongaſi
ancorala
poſſanza che moue in
G
, laquale mentre diſcende, il
peſo
A per lo contrario ſarà le­
uato
in ſuſo, ſi come afferma Pa
po
nell'ottauo libro delle rac­
colte
matematiche, & Vitruuio
nel
decimo dell'architettura, &
altri
.
125[Figure 125]
Hor in che modo queſto
inſtrumento
della ta­
glia
ſi riduca alla leua,
& perche vn peſo gran­
de
ſi moua da piccola
forza
, & in qual modo,
& in quanto tempo; &
perche
la corda debba
eſſere
legata da vn ca­
po
: & quale debba eſ­
ſere
l'officio della ta­
glia
, che è poſta di ſot­
to
, & quale di quella,
che
ſtà di ſopra, & in
che
modo ſi poſſa tro­
uare
ogni proportio­
ne
data ne i numeri tra la poſſanza, & il peſo, diciamo.
1
LEMMA.
Siano due linee rette AB CD egualmente diſtanti, lequali
tocchino
il cerchio ACE ne' punti AC, il centro delqual
cerchio
ſia F, & ſi congiunghino FA & FC.
dico che la
linea
AFC è retta.
Tiriſi la linea FE egualmente diſtante dal­
le linee AB CD. Et percioche AB
& FE ſono egualmente diſtanti, &
l'angolo BAF èretto: ſarà anco A
FE
retto, & all'iſteſſo modo CFE ſa
retto: adunque la linea AFC èret­
ta
, ilche s'hauea à dimoſtrare.
Per la 18. del terzo.
Per la 29. del primo.
Per la 14. del primo.
126[Figure 126]
PROPOSITIONE I.
Se la corda ſi condurrà intorno alla girella della taglia, che ſia
attaccata
di ſopra, & che vno delli ſuoi capi ſi leghi al peſo, &
l
'altro tratanto ſia preſo dalla poſsanza, che ſoſtiene il detto
peſo
; la poſsanza ſarà eguale al peſo.
1
Sia il peſo A alquale venga legata la corda à B: & la taglia, che habbia la girella
CEF
il cui centro D appicchiſi di ſopra: & ſia parimente D il centro dell'aſ
ſetto
, & d'intorno alla girella volgaſi la corda BCEFG: & ſia in G la poſ­
ſanza
, che ſoſtiene il peſo A.
Dico la poſſanza poſta in G eſſere eguale al pe­
ſo
A.
ſia FG
egualmente
di­
ſtante
da CB.
Percioche dun­
que
il peſo A
ſta
fermo, ſa­
CB à piom
bo
del piano
dell
'orizonte.
onde FG ſa­
al piano
iſteſſo
à piom­
bo
.
Siano i
punti
CF nel­
la
girella, da
quali
le corde
CB
FG ſcen
dano
nel pia­
no
dell'orizon
te
ad angoli
retti
, tocche­
ranno
le dette
corde
BC FG
la
girella CE
127[Figure 127]
F ne'punti CF peroche non poſſono ſegare la girella. Siano congiunte le li­
nee DC DF. ſarà retta la linea CF & ſaranno anche retti gli angoli DCB
DFG
.
Ma percioche BC ſta à piombo all'orizonte, come ad eſſa CF ſarà
la detta CF egualmente diſtante dall'orizonte. & concioſia che il peſo ſia attac­
cato
in CB & la poſſanza ſia in G ch'è il medeſimo, come ſe ella foſſe in F:
ſarà CF tanto quanto vna bilancia, ouero vna leua, il cui centro, ouero ſoſtegno
ſarà
D, imperoche la girella è ſoſtenuta nell'aſſetto, & il punto D per eſſere
centro
dell'aſſetto, & della girella rimane immobile, ſe ben l'vno, & l'altro ſi vol
gono
intorno.
Per laqual coſa eſſendo la diſtanza DC eguale alla diſtanza DF,
& la poſſanza che è in F contrapeſi egualmente al peſo A attaccato in C ſo­
ſtenendo
il peſo in modo, che non cala al baſſo, ſarà la poſſanza aſſegnata in F oue
ro
in G che è tutt'vno, eguale al peſo A: percioche poſta in G fa l'iſteſſo effet
to
che ſe nel medeſimo G foſſe appiccato vn'altro peſo eguale al peſo A, liquali
peſi
attaccati in CF contrapeſeranno egualmente.
Oltre à ciò non facendoſi moto
1in niuna delle parti, ſarà l'iſteſſo eſſendo circondata in queſto modo la girella intor­
no
con vna corda ſola BC e FG come ſe fuſſero due corde BC FG legate
alla
leua, ouero alla bilancia CF.
Per la 8. di questo della bilancia.
Per la ottaua dell'vndecimo.
Per la 18. del terzo.
Per la 28. del primo.
Per la 1. del 1. d'Archimede delle coſe che peſano egualmente:.
COROLLARIO.
Da queſto può eſſere manifeſto, che il medeſimo peſo dalla iſteſ­
ſa
poſſanza puote eſſere tuttauia ſoſtenuto ſenza anche alcu­
no
aiuto di queſta taglia.
Percioche ſia il peſo H eguale al peſo A à cui ſia legata la corda KL & ſia la
poſſanza
, che ſoſtiene il peſo H in L.
Hor concioſia che volendo ſoſtenere al­
cun
peſo ſenza aiuto veruno vi biſogni tanta forza, quanta ſia eguale al peſo; la
poſſanza
che è in L ſarà eguale al
peſo
H, ma il peſo H è poſto
eguale
al peſo A, alquale è anco
eguale
la poſſanza G.
ſarà dun­
que
la poſſanza in G eguale alla
poſſanza
in L che è l'iſteſſo, come ſe
la
iſteſſa poſſanza ſoſteneſſe il peſo
medeſimo
.
Oltre à ciò ſe le poſſan
ze
, lequali ſono in G & in L ſoſ
ſero
eguali fra loro, & poi ſepara­
tamente
dai peſi minori, è coſa chia
ra
, che le dette poſſanze non ſareb
bono
ſufficienti à ſoſtenere quei peſi
che
ſe queſte poſſanze ſaranno mag
giori
, egli è manifeſto, che eſſe mo­
ueranno
i peſi.
& coſi la poſſanza
in
L col peſo H venirà ad eſſe­
re
nella proportione medeſima, co­
me
la poſſanza in G col peſo A.
128[Figure 128]
Ma perche nella dimoſtratione è ſtato
preſuppoſto
che l'aſſetto ſi volga in
torno
, ilquale il più delle volte ſtà
immobile
, però ſtando anche immobile il detto aſſetto dimoſtriſi l'iſteſſo.
1
Sia la girella della taglia CEF, il cui centro ſia D, & ſia l'aſſetto GHK, il cen­
tro
delquale ſia medeſimamente D: Tiriſi il diametro CGDKF egualmente
diſtante
dall'orizonte.
et percioche men
tre
la girella ſi volge, la circonferenza
del
cerchio CEF ſempre va egual­
mente
diſtante alla circonferenza del­
l
'aſſetto GHK: percioche ella ſi
volge
intorno à l'aſſetto, & le circonfe
renze
de' cerchi egualmente diſtanti
hanno
il centro medeſimo, ſarà il pun­
to
D ſempre centro & della girella,
& dell'aſſetto.
Per laqual coſa eſſen­
do
DC eguale à DF & DG ad
eſſo
DK, ſarà GC ad eſſo KF egua
le
.
Se dunque nella leua, ouero bilan­
cia
CF ſi attaccheranno peſi eguali,
contrapeſeranno
egualmente, peroche
la
diſtanza CG è eguale alla diſtan­
za
KF, & l'aſſetto GHK immobi
le
ſerue per centro, ouero per ſoſtegno.
Stando dunque immobile l'aſſetto, ſe la
poſſanza
ſi metterà in F che ſoſtenga il peſo appiccato in C, ſarà la poſſanza
in
F ad eſſo peſo eguale, ilche era da moſtrare.
129[Figure 129]
Et concioſia che del tutto ſia il medeſimo, che l'aſſetto ouero ſi volga intorno, ò non
ſi
volga: però ſia lecito nelle coſe, che ſi hanno à dire, prendere in loco dello aſſetto
il
centro ſolamente.
PROPOSITIONE II.
Se la corda ſi condurrà intorno alla girella della taglia, che ſia
legata
al peſo, legando l'vn de' capi ſuoi in qualche loco, &
l
'altro ſia preſo dalla poſſanza, che ſoſtiene il peſo, ſarà la poſ­
ſanza
la metà meno del peſo.
Sia il peſo A. ſia BCD la girella della taglia legata al peſo, il cui centro ſia E,
ſia
dapoi inuolta d'intorno la girella la corda FBCDG, & legata in F, & ſia
la
poſſanza in G che ſoſtiene il peſo A.
Dico che la poſſanza in G è la metà
meno
del peſo A.
Siano le corde FB GD perpendicolari all' orizonte del pun
to E, lequali ſaranno fra loro egualmente diſtanti: & tocchino le dette corde
FBGD
, il cerchio BCD ne i punti BD: congiungaſi la linea BD ella paſ­
1ſerà per E centro, & ſarà egualmente diſtante dall'orìzonte di eſſo centro, &
concioſia che la G poſſanza debba ſoſtenere il peſo A con la taglia; biſogna,
che
la corda ſia legata dal'vno de' capi, come in F, ſi fattamente, che F fac­
cia
reſiſtenza egualmente almeno alla poſſanza, ch'è in G, altramente eſſa poſſan
za
in G non potrebbe à modo alcuno ſoſtenere il peſo.
Et perche la poſſanza
130[Figure 130]
ſoſtiene la girella mediante la corda, & la girella ſoſtiene la parte reſtante della
taglia
mediante l'aſſetto, allaqual taglia il peſo è appiccato, peſerà queſta parte del­
la
taglia nell'aſſetto, cioè nel centro E: onde il peſo A peſerà ſimilmente nel me
deſimo
centro E, come ſe egli foſſe appiccato in E.
Poſta dunque la poſſanza
che
stà in G doue è D (perche egli è totalmente il medeſimo) ſarà BD come
vna
lèua, il cui ſoſtegno ſarà B, & il peſo attaccato in E, & la poſſanza in D:
& eſſendo la corda FB immobile, conueneuolmente il B puote ſeruire per ſo­
ſtegno
.
Ma ciò più chiaramente apparerà dapoi. Hora percioche la poſſanza al
peſo ha la proportione medeſima, che BE à BD, & BE in proportione
è
la metà manco di BD: dunque la poſſanza che è in G ſarà la metà meno del
peſo
A.
Che biſognaua dimoſtrare.
Per la ſesta dell'vndecimo.
Per la procedense.
Per la 2. di questo nella leua.
1
Queſto dunque ſtà nell'iſteſſo modo con vna corda ſola FBCDG condotta intor­
no
alla girella, come ſe foſſero due corde BF GD legate alla leua BD, il cui
131[Figure 131]
ſoſtegno ſarà B, & il peſo foſſe attaccato in E & la poſſanza, che lo ſoſtiene
foſſe
in D, ouero in G che è l'isteſſo.
COROLLARIO I.
Da queſto dunque è manifeſto, che il peſo è ſoſtenuto à queſto
modo
da poſſanza minore in proportlone della metà meno,
di
quel che ſarebbe ſenza aiuto veruno di cotale taglia.
1
Come ſia il peſo H eguale al
peſo
A, alquale ſia lega­
tala
corda KL, & la poſ­
ſanza
, che è in L ſoſten­
ga
il peſo H, ſarà la poſ­
ſanza
in L ſeparatamente
eguale
al peſo H, & al
peſo
A; ma la poſſan­
za
, che è in G in propor­
tione
è la metà manco del
peſo
A.
Per laqual coſa
la
poſſanza che è in G ſa­
la metà meno in propor­
tione
della poſſanza, che è
in
L, & in queſto modo
ne
gli altri tutti di queſta
maniera
ſi potrà ritrouare
la
proportione.
132[Figure 132]
COROLLARIO II.
Egli è manifeſto ancora, ſe ſaranno due poſſanze l'vna in G &
l
'altra in F, lequali ſoſtengano il peſo A, che l'vna, & l'al­
tra
inſieme ſaranno eguali al peſo A, & ciaſcheduna di loro
ſoſterrà
la metà del peſo A.
Et queſto è manifeſto dal terzo & dal quarto corollario del ſecondo di queſto nel trat
tato
della leua.
COROLLARIO III.
Oltre à ciò queſto parimente ſi fa noto, perche cioè la corda
debba
eſſere legata nell'vno de' capi.
1
PROPOSITIONE III.
Se à ciaſcuna dell'vna, & l'altra girella delle due taglie, l'vna del
le
quali ſia poſta di ſopra, & l'altra di ſotto, & queſta ſia lega­
ta
al peſo; ſarà condotta intorno la corda: legando l'vno de'
capi
in qualche loco, & l'altro ſia tenuto dalla poſſanza, che
ſoſtiene
il peſo, ſarà la poſſanza la metà meno del peſo.
Sia il peſo A, ſia BCD la girella della
taglia
, che ſia legata al peſo A, il cui
centro
ſia K, & EFG ſia la girella
della
taglia appiccata di opra, il cui cen­
tro
ſia H, dapoi ſia condotta intorno
le
girelle la corda LBCDMEFGN
laquale
ſia legata in L, & ſia la poſ­
ſanza
, che ſoſtiene il peſo A in N.
Dico la poſſanza, che ſta in N eſſe­
re
la metà meno del peſo A.
Percio­
che
ſe la poſſanza, che ſoſtiene il peſo
A foſſe collocata doue ſta M, ſareb­
be
per certo la poſſanza in M la metà
meno del peſo A: & alla poſſanza in
M
è eguale la forza di N, percioche
egli
è come ſe la poſſanza in M ſoſte­
neſſe
la metà del peſo A ſenza taglia,
alquale
egualmente contrapeſa il peſo che
è
in N per eſſere eguale alla metà del
peſo
A.
Per laqual coſa la forza in N
che
è alla metà del peſo A eguale, ſo­
ſtenirà
eſſo A.
La poſſanza dunque in
N
che ſoſtiene il peſo A, è la metà
meno
di eſſo A.
che biſognaua mo­
ſtrare
.
Per la 8. di questo.
Per la 1. di questo.
133[Figure 133]
1
Ma ſe, come nella ſeconda figura, la cor
da
BCDEFGHKL ſarà inuolta
d
'intorno à le girelle, & legata in
B
: & la poſſanza in L ſoſtenga il
peſo
A, ſarà ſimilmente la poſſan
za
in L la metà meno del peſo:
Peroche
la girella della taglia di ſo­
pra
, & la taglia iſteſſa ſono del tut­
to
inutili: & è il medeſimo, come ſe
la
corda foſſe legata in F, & che
la
poſſanza in L ſoſteneſſe il peſo
con
la ſola taglia legata al peſo, la
qual
poſſanza è ſtata dimoſtrata eſ­
ſere
la metà meno del peſo A.
134[Figure 134]
COROLLARIO.
Seguita da queſte coſe, che ſe ſaranno due poſſanze in BL, am­
bedue
tra loro ſaranno eguali.
Percioche ogn'vna di loro da per ſe è la metàmeno di eſſo A.
1
PROPOSITIONE IIII.
Sia la leua AB, il cui ſoſtegno ſia A, laqual leua ſia diuiſa in
due
parti eguali in D, & ſia il peſo C appiccato in D, &
ſiano
due poſſanze eguali in BD, che ſoſtengano il peſo C.
Dico, che ogn'vna di queſte poſſanze poſte in BD è vn ter­
zo
del peſo C.
Hor percioche vna delle due poſſanze è collocata in D, & il peſo C ſtà appiccato
all
'iſteſſo punto D.
La poſſanza in D ſoſienirà la parte del peſo C, che ſarà
eguale
ad eſſa poſſan­
za
D.
Per laqual co
ſala
poſſanza in B ſo
ſtenirà
l'altra parte re
ſtante
, laqual parte ſa
il doppio tanto, quan
to
è la poſſanza di B,
eſſendo
che il peſo ver
ſo
la poſſanza ha la
proportione
iſteſſa, che
135[Figure 135]
ha AB ad AD: & le poſſanze poſte in BD ſono eguali, adunque la poſ­
ſanza
, che è in B ſoſtenirà il doppio più di quello, che ſoſtenirà la poſſanza, che è
in
D.
Diuidaſi dunque il peſo C in due parti, l'vna delle quali ſia il doppio del­
l
'altra: ilche ſi farà, ſe lo diuideremo in tre parti eguali EFG, & all'hora FG
ſarà
il doppio di E.
Coſi la poſſanza in D ſoſtenirà la parte E, & la poſſanza
in
B le altre due parti FG.
Ambedue dunque le poſſanze poſte in BD tra
loro
eguali ſoſterranno inſieme tutto il peſo C.
& perche la poſſanza in D ſoſtie­
ne
la parte E, laquale è la terza parte del peſo C, & ad eſſo è eguale, ſarà la poſ­
ſanza
in D vn terzo del peſo C: & concioſia che la poſſanza di B ſoſtenga le
parti
FG, la poſſanza dellequali poſta in B è la metà meno: ſarà la poſſanza
in
B all'vna delle parti FG, come alla G eguale.
& il G è la terza parte
del
peſo C.
La poſſanza dunque in B ſarà il terzo del peſo C. Ciaſcuna delle
poſſanze
dunque in BD è vn terzo del peſo C, che biſognaua dimoſtrare.
1
Et ſe foſſero due leue AB EF diuiſe in due parti eguali in GD, i ſoſtegni delle­
quali
foſſero AF, & il peſo C foſſe appiccato all'vna, & l'altra leua in DG
136[Figure 136]
ſi fattamente, però che peſaſſe egualmente nell'vna, & l'altra: & foſſero due poſ­
ſanze
eguali in BG.
Si dimoſtrerà con ragione in tutto medeſima, che ogn'vna
delle
poſſanze poſte in B & G è vn terzo del peſo C.
PROPOSITIONE V.
Se all'vna & l'altra, di ciaſcuna girella di due taglie, l'vna delle
quali
ſia poſta di ſopra, & l'altra di ſotto, & legata al peſo; ſa­
condotta intornò la corda, legando vno de'ſuoi capi alla
taglia
di ſotto, & l'altro ſia tenuto dalla poſſanza, che ſoſtie­
ne
il peſo: ſarà la poſſanza vn terzo del peſo.
1
Sia il peſo A, ſia BCD la girella della taglia legata al peſo A, il cui centro ſia
E
, & ſia FGH l'altra girella della taglia appiccata di ſopra, il cui centro ſia
K
: ſia condotta intorno alle girelle la corda LFGHBCDM, laquale ſia lega
ta
alla taglia di ſotto in L; & la poſ
ſanza
, che ſoſtiene il peſo A ſia in
M
.
Dico che la poſſanza in M è vn
terzo
del peſo A.
Siano tirate le li­
nee
FH BD per li centri KE egual
mente
diſtanti dall'orizonte, ſi come
nelle
precedenti è detto.
Hor percio­
che
la corda FL ſoſtiene la taglia di
ſotto
, laquale ſoſtiene la girella nel ſuo
centro
E: ſarà la corda di L come
poſſanza
che ſoſtiene la girella, tanto
quanto
ſe foſſe in eſſo E centro: &
la
poſſanza di M è come ſe ſteſſe in
D; ſi farà dunque DB come leua, il
cui
ſoſtegno ſarà B: ma il peſo A,
come
di ſopra dimoſtrato, appicca­
to
in E viene ſoſtenuto da due poſ­
ſanze
, l'vna poſta in D, & l'altra in
E
.
& concioſia, che nel ſoſtenere i
peſi
ſtiano le leue FH BD immobi­
li
, ſe li peſi ſaranno appiccati alle cor­
de FL HB ſaranno queſti iſteſſi egua
li
, per hauere la leua FH il ſoſtegno
nel
mezo; altramente dall'vna delle
parti
ſi farebbe il mouimento à baſſo,
coſa
che tuttauia non accade; Adun­
que
tanto ſoſtiene la corda FL, quan
to
la HB.
Di più percioche dal me­
zo
della leua BD il peſo pende at­
taccato
, però ſe foſſero due poſſanze
in
BD che ſoſteneſſero il peſo, ſareb­
bon
fra loro eguali: & benche la cor­
da FL ſoſtenga eſſa ancora il peſo,
poiche
ella ſta in loco de la poſſanza
E, nondimeno percioche ſoſtiene da
quel
medeſimo punto, doue è appicca­
to
il peſo, non farà però che le poſ­
137[Figure 137]
ſanze, lequali ſono in BD non ſiano tra loro eguali, peroche aiuta tanto all'
na
, quanto all'altra.
Ma le poſſanze che ſono in BD ſono le iſteſſe, come ſe
1fuſſero in HM. Per laqual coſa tanto ſoſterrà la corda MD quanto la HB: ma
coſi
ſoſtiene HB come FL; adunque la corda MD coſi ſoſtenirà, come FL,
cioè
come ſe in D & in L foſſero appiccati peſi eguali.
Concioſia coſa dunque,
che
peſi eguali ſian ſoſtenuti da poſſanze vguali, le poſſanze in ML ſaranno egua
li
, delle quali è in tutto vna ragione isteſſa, come ſe ambedue foſſero in DE.

Onde
, eſſendo che il peſo A ſtia attaccato nel mezo della leua BD, & che due
poſſanze
poſte in DE ſoſtenente il peſo ſiano eguali: ſarà B il ſoſtegno, &
ciaſcheduna
poſſanza poſta in DE ouero in ML ſarà vn terzo del peſo A.
Adunque la poſſanza in M ſoſtenente il peſo ſarà vn terzo del peſo A. che
biſognaua moſtrare.
Per la 2. di questo
Per la 1. di questo.
Per la 3. corollario di questo.
Per la 2. di questo della leua.
Per la 4. di questo.
COROLLARIO.
Da queſto è manifeſto, che ogn'vna delle corde MD FL HB
ſoſtiene
la terza parte del peſo A.
1
Oltre à ciò ſe da M ſarà la corda portata intor­
no
ad vn'altra girella poſta più ſu nella ta­
glia
, che ſimilmente ſia attaccata di ſopra, il
cui
centro ſia N ſi fattamente che peruen
ga
in O, & iui ſia tenuta dalla poſſanza; ſa
la poſſanza che in O ſoſtiene il peſo A
parimente
vn terzo del peſo.
Percioche la
corda
MD ſoſtiene tanto di peſo, come ſe in
D
foſſe appiccato il peſo eguale alla terza
parte del peſo A, alla quale è pari la poſ­
ſanza
in O ad eſſa eguale, cioè vn terzo del
peſo
A.
La poſſanza dunque in O è vn
terzo
del peſo A.
Per la 1. di questo.
Et accioche non ſi ritorni à dire ſpeſſe volte il
medeſimo
, egli meſtiero ſapere, che la poſ
ſanza
in O è ſempre eguale à quella, che
ſta
in M.
come ſarebbe à dire, ſe la poſſan­
za
in M foſſe vn quarto, ouero vn quinto,
ò
ſimile coſa di eſſo peſo, la poſſanza parimen
te
in O ſarà vn quarto, ouero vn quinto,
& coſi di mano in mano dell'iſteſſo peſo, nel
modo
che è diſpoſta la poſſanza di M.
138[Figure 138]
Potrebbbe forſe alcuno dubitare in alcune dimoſtrationi delle taglie come in queſta
quinta
propoſitione, tolta da me per eſſempio per eſſere piu ſchietta delle altre,
che
in fatto con la eſperientia non riuſciſſero in proportione le forze a' peſi, co­
1mela ragione dimoſtra; peroche preſupponendo ſi nelle dimoſtrationi matemati
che
le linee ſenza larghezza, & profondità, & coſi le altre coſe imaginando ſi ſe­
parate
dalla materia, ageuolmente ſi perſuadiamo eſſere vere come dicono.
Ma
la
eſperientia poi molte volte moſtra diuerſità, & ſi trouiamo ingannati, facendo
la
materia gran demente variare le coſe.
In queſta propoſitione ſi narra, che rauol
gendo
d'intorno à due girelle di due taglie vna corda, & quel che ſegue, la forza
ſarà
vn terzo del peſo, cioè ſe il peſo ſara trecento, egli verrà ſoſtenuto dalla poſ
ſanza
di cento.
Direbbe alcuno ciò eſſere dubbioſo, peroche le girelle, gli aſſetti
ſuoi
, le funi, & il peſo della taglia di ſotto fanno reſiſtenza alla forza, & grauano
, che ella non potrà ſoſtenere il peſo.
Si riſponde che queſte coſe ben farebbo­
no
reſiſtenza nel mouere il peſo, ma non già nel ſoſtentarlo: & biſogna notaro
con
diligenza che l'autore in queſte dimoſtrationi parla ſempre del ſoſtenere ſo­
lamente
con le forze i peſi che non calino al baſſo, non del mouere.
Però con­
ſideriſi
, che quando li peſi ſi hanno da far mouere con le poſſanze, allhora le gi­
relle
, & gli altri impedimenti faranno reſiſtenza; ma quando ſi ha da far ſolamen­
te
che il peſo ſtia fermo, & habbia il ſuo contrapeſo ſemplicemente ſenza porre
in
conſideratione altri riſpetti, che è officio della poſſanza ſoſtenente; all'hora
le girelle, altro danno reſiſtenza veruna, & la proua fondata ſu la ragione
torna
ſempre per eccellentia, anzi pare che quanto piu reſiſtenza vi ſia, tanto piu
facilmente
la forza ſoſtenga.
Auertendo con tutto ciò, che nel fare la eſperienza
biſogna
hauere riguardo alla taglia di ſotto, & alla corda, lequali hanno la ſua
grauezza
ſi fattamente, che ſe il peſo come nell'eſſempio propoſto, ſarà trecento
libre
, & la forza cento, & la taglia di ſotto con la ſua fune quattordici, è meſtieri
che
alla poſſanza di M ſi aggiungano quattro libre, & due terzi di forza, ac­
cioche
poſſa ſoſtenere tutto il peſo, & coſi verrà ad eſſere in M poſſanza vn ter­
zo
giuſtamente del peſo.
Ma per ſapere quanta forza biſogni aggiungere alla poſ
ſanza
, accioche per riſpetto alla taglia di ſotto, & alla fune, ſoſtenghi il peſo tut­
to
, facciaſi queſta ragione.
La taglia di ſotto con parte della fune, per gratia di
eſſempio
, è quattordici libre, il peſo è trecento, & la poſſanza cento.
Hor per
la
regola detta del tre.
Se trecento danno cento, che daranno quattordici? Tro­
ueranſi
quattro libre, & due terzi da eſſere aggiunte alla poſſanza di M, per
ſoſtenere
il peſo A.
Laqual coſa tocca in ſoſtanza l'auttore più à baſſo
dicendo
.
& ſi come habbiamo ciò conſiderato nella decimaquinta, & quel,
che
ſegue.
ilqual loco biſogna intendere in queſta maniera, che le taglie non
ſi
deuono pigliare ad vn'iſteſſo modo ſempre, ma diuerſamente, come graua­
no
, ilche naſce dall'eſſere in vari luoghi, & le poſſanze, & i peſi collocati, & fer­
mate
le taglie.
Hor nella ſeconda propoſitione di queſto trattato hasſi da inten­
dere
la poſſanza eſſere la meta meno del peſo, prendendo per lo peſo, & il peſo,
& la taglia di ſotto inſieme, à cui ſtà attaccato, come ſi vede chiaro nella dimoſtra
tione
della detta ſeconda propoſitione, doue ſi proua che la poſſanza ſoſtiene la gi
rella
, laquale ſoſtiene anche il reſto della taglia nell'aſſetto, alla qual taglia è attac­
cato
il peſo, oue ſi conoſce eſpreſſo, che la taglia, & il peſo s'hanno à pigliare
per
tutto il peſo.
Per la qual coſa, ſe in quel caſo il peſo inſieme con la taglia pe­
ſeranno
vinti, la poſſanza che gli ſoſtenterà ſarà dieci.
Et per vn'altro eſſempio
nella
nona propoſitione di queſto nel primo caſo, ſe il peſo con la taglia di ſotto
peſeranno
vinticinque, la poſſanza ſoſtenente ſarà cinque.
& coſi egli è meſtieri
hauer
conſideratione nelle altre, cioè diſtinguere doue è la grauezza della taglia,
1quando graua di ſotto ſolamente, come nelle allegate propoſitioni, & ſimili: &
quando
ſolamente di ſopra, come nelle propoſitioni 17. & 18. & ſimili: & quan
do
ambedue le taglie grauano di ſopra, & di ſotto, come nelle propoſitioni 20.
22
. & 23. & ſimili: & quando anche nel'vna taglia, ne l'altra grauano, come nella
prima
propoſitione & nella 19. anzi in eſſa 19. la taglia di ſotto aiuta la poſsanza ad
eſſere
piu leggiera: & nel ſecondo caſo dopo il corollario della 16. propoſitione,
& ſimili.
& oltre à ciò deueſi por mente alle corde ancora, la grauezza delle qua­
li
non ſempre da eſſere conſiderata, peroche grauano nelle propoſitioni 15. 17.
ma
non grauano già nella 19.
Ne parmi etiandio che ſi habbia ad hauere punto di riguardo alla picciolezza, &
grandezza
delle girelle poſte nelle taglie, & de gli aſſetti ſuoi, credendo che per
necesſità
habbiano da eſſere lauorati con miſura tale, & proportione coſi accu­
rata
, che mancando da quella non rieſcano le dimoſtrationi alla eſperientia; per
roche
, ſi come nota l'autore poco appreſſo, baſta che con certa conueneuole miſu
ra
, & proportione le girelle nelle taglie ſiano maggiori l'vna dell'altra ſi fattamen
te
, che le corde non ſi tocchino, & freghino fra loro, & coſi vengano ad impedi
re
i mouimenti delle poſſanze, & de' peſi.
PROPOSITIONE VI.
Siano due leue AB CD diuiſe in due parti eguali in EF, li
ſoſtegni
delle quali ſiano in BD; & ſia il peſo G in EF ap
piccato
all'vna, & l'altra leua ſi fattamente, che peſi dall'vna,
& dall'altra egualmente: & ſiano due poſſanze in AC egua­
li
, che ſoſtengano il peſo.
Dico, che ogn'vna delle poſſanze
in
AC è vn quarto del peſo G.
Concioſia che le poſſanze po­
ſte
in AC ſoſtengano tut
to
il peſo G, & la poſſan­
za
di A verſola parte del
peſo
, che ſoſtiene, ſia come
BE
à BA, & la poſſan­
za
in C alla parte di eſſo
G
peſo ſoſtenuto da lei ſia
coſi
, come DF à DC, &
come
BE à BA, coſi è
DF
à DC: ſarà la poſſan
za
poſta in A verſo la par
te
del peſo, che ſoſtiene, co­
139[Figure 139]
me la poſſanza di C verſo la parte di eſſo peſo, che ſoſtiene: & le poſſanze poſte
in
AC ſono eguali; ſaranno dunque le parti del peſo G eguali, lequali ſono ſo­
1ſtenute dalle poſſanze. Per laqual coſa ciaſcuna poſſanza poſta in AC ſoſterrà
la
metà del peſo G.
Ma la poſſanza in A è la metà meno del peſo, che ſoſtie­
ne
; adunque la poſſanza in A ſarà per lo mezo della metà, cioè eguale alla quar
ta
portione del peſo G; & però ſarà il quarto del peſo G, altramente ſi di­
moſtrerà
la poſſanza in C eſſere vn quarto dell'iſteſſo peſo G.
che biſognaua
moſtrare
.
Per la 2. di questo nella leua.
Ma ſe ſaranno tre leue AB
CD
EF diuiſe in due
parti
eguali in GHK, li
ſoſtegni
delle quali ſiano
BDF
, & il peſo L ſia
nell
'iſteſſo modo appicca­
to
in GHK: & ſiano
tre
poſſanze in ACE
eguali
, che ſoſtengano il
peſo
: ſi moſtrerà ſimil­
mente
ciaſcuna poſſanza
eſſere
vn ſeſto del peſo
L
: & con questo ordi­
ne
ſe foſſero quattro le­
ue
, & quattro poſſanze,
ciaſcuna
poſſanza ſarà
la
ottaua parte del peſo, & coſi di mano in mano in infinito.
140[Figure 140]
PROPOSITIONE VII.
Se à tre girelle di due taglie, l'vna delle quali poſta di ſopra hab
bia
vna ſola girella, & l'altra di ſotto ne habbia due, & ſia lega
ta
al peſo; ſia poſta d'intorno la corda; legando l'vn de' capi
ſuoi
in qualche loco, & l'altro ſia tenuto dalla poſſanza, che
ſoſtiene
il peſo.
La poſſanza ſarà vn quarto del peſo.
1
Sia il peſo A: ſiano le tre girelle, il centro dellequali ſia BCD: & la girella, il
cui
centro è D, ſia della taglia appiccata di
ſopra
: ma quelle girelle, il cui centro è in B
C
ſiano della taglia legata al peſo A: &
la
corda EFGHKLNOP ſia condotta
intorno
à tutte le girelle, & legata in E: &
ſia
la forza che ſoſtiene il peſo A in P.
Dicola poſſanza in P eſſere vn quarto del
peſo
A.
Siano tirate le linee KL GF ON
per
li centri delle girelle, ſi che ſiano egual­
mente
diſtanti dall'orizonte; le quali per le co
ſe
, che già ſono dette, ſaranno come leue.
&
percioche
per cagione della leua, ouero bilan­
cia
KL, il cui ſoſtegno, ouero centro è nel
mezo, tanto ſoſtiene la corda KG, quanto
la
NL non ſi facendo mouimento in niu­
na
delle parti: Di più per cauſa della leua
GF
dal cui mezo, come ſoſpeſo dipende il
peſo
; ſe foſſero due poſſanze in GF, oue­
ro in HE, (percioche ſi come è ſtato più
volte
detto, la ragione dell'vno, & dell'al­
tro
ſito è pari) ſarebbono per certo queſte
tali
poſſanze eguali fra loro.
Onde coſi ſo­
ſtiene
la corda HG, come EF: ſimilmen
te
ſimoſtrerà tanto ſoſtenere la corda PO,
quanto
la NL.
Per laqual coſa le corde
PO
KG EF LN ſoſtengono egualmen­
te
.
Adunque ſoſtiene egualmente la cor­
da
PO, come la KG.
Se dunque s'inten­
deſſero
eſſere due poſſanze in OG, ouero in
PH
, che è il medeſimo, lequali tuttauia ſo­
ſtenghino
il peſo, come ſoſtengono le corde,
ſarebbono
per certo eguali: & GF ON
baurebbono
le forze di due leue, il ſoſtegno
delle
quali ſaranno FN & il peſo A ſa
appiccato in BC, che è il mezo delle le­
ue
.
& percioche tutte le corde ſoſtengo­
no
egualmente, tanto ſoſteniranno le due
141[Figure 141]
PO LN quanto le due KG EF. tanto dunque ſoſterrà la leua ON, quan­
to la leua GF. Onde nell'vna, & l'altra leua ON GF peſerà egualmente il
peſo
.
ſarà dunque ogni poſſanza che è in PH vn quarto del peſo A. & eſſen
1do, che la corda KG ſi prenda in loco di poſſanza, come quella, che non ſoſtiene
altramente
di quel che faccia PO, ſarà la poſſanza di P, che ſoſtiene il peſo A
vn
quarto di eſſo peſo.
che biſognaua moſtrare.
Per la 1. di questo.
Per il 2. corollario della 2. di questo.
Per la 6. di questo.
COROLLARIO I.
Di qui è manifeſto, che ciaſcuna corda EF GK LN OP ſo­
ſtiene
la quarta parte del peſo A.
COROLLARIO II.
E chiaro ancora, che non meno ſoſtiene la girella il cui centro
è
C, di quello che faccia la girella, il centro dellaquale è B.
1
Altramente.
Poſte ancora le coſe medeſime, ſe foſſero
due
poſſanze eguali, che ſoſteneſſero
il peſo A, l'vna in O, & l'altra in
C
: ſarebbe ciaſcuna delle dette poſſan­
ze
vn terzo del peſo A.
Ma perche
la
leua GF, il cui ſoſtegno è F, è
diuiſa
in due parti eguali nel C.
ſe dun
que
ſi porrà la poſſanza in G che ſo­
ſtenga
l'iſteſſo peſo, come la poſſanza
di
C, ſarà la poſſanza di G la metà
della
poſſanza, che foſſe in C; per­
cioche
ſe la poſſanza di C per ſe ſteſſa
ſoſteneſſe
il peſo, che è appiccato in C,
ſarebbe
per certo eguale ad eſſo peſo; et
ſe
l'iſteſſo peſo foſſe ſoſtenuto dalla poſ
ſanza
di G, ſarebbe il doppio di eſſa G
poſſanza
, & la poſſanza di C ſareb­
be vn terzo del peſo A; dunque la
poſſanza
di G ſarebbe vn ſeſto della
poſſanza
del peſo A.
Per laqual co
ſa
, eſſendo, che la poſſanza di O ſia vn
terzo
del peſo A, & la poſſanza di
G
vn ſeſto: ſara l'vna, & l'altra poſ­
ſanza
inſieme poſte in OG la metà
del
peſo A, percioche la terza par­
te
con la ſeſta ſà la metà.
Ma per­
cioche
la poſſanza di OG, ouero di
PH
, (come prima è detto) ſono fra
loro
eguali, & l'vna, & l'altra inſie­
me
ſono la metà del peſo A, ſarà
ogn
'vna delle poſſanze poſte in PH
vn
quarto di eſſo A.
Adunque la
poſſanza
di P che ſoſtiene il peſo A
ſarà
vn quarto di eſſo peſo A.
che era
da
moſtrare.
Per la 4. di questo.
Per la 3. di questo della leua.
142[Figure 142]
1
Ma ſe'la corda
ſarà
legata in
E
, & ſia
dauantaggio

inuolta
intor
no
à quattro
girelle
, et per
uenga
in P,
ſi
moſtrerà ſi
milmente
, che
la
poſſanza
di
P ſarà
vn
quarto
del
peſo A;
peroche
egli
è
il medeſi­
mo
, come ſe
la
corda foſ­
ſe
legata in
L
, & che la
poſſanza
ſo­
ſteneſſe
il pe
ſo
con la cor­
da
inuolta in
torno
à tre gi
relle
ſolamen
te
, i centri
delle
quali foſ
ſero
BCQ,
percioche
la
girella
, il cui
centro
è D,
del
tutto è
inutile
.
143[Figure 143]
1
PROPOSITIONE VIII.
Siano due leue AB CD diuiſe in due parti eguali EF, i ſo­
ſtegni
delle quali ſiano AC, & ſia appiccato il peſo G ne'
punti
EF all'vna, & l'altra leua, ſi fattamente, che dall'vno,
& l'altro peſi egualmente: & ſiano tre poſſanze eguali in BD
E
che ſoſtenghino il peſo G.
Dico, che ciaſcuna delle det­
te
poſſanze ſeparatamente è vn quinto del peſo G.
Percioche il peſo G ſta appiccato in EF, & ſono le tre poſſanze in EBD egua­
li
: però la poſſanza di E ſoſterrà la parte ſolamente del peſo G, che ſarà eguale
ad
eſſa poſſanza di E, ma
le
poſſanze di BD ſoſterran
no
la parte reſtante, & la
parte, che è da B ſoſtenu­
ta
, ſarà il doppio di eſſo: ma
la
parte ſoſtenuta da D ſa­
ſimilmente il doppio di eſ
ſo
D per cauſa della pro­
portione
di BA verſo AE,
& di DC verſo CF.
Con
cioſia
dunque, che le poſſan­
ze di BD ſiano eguali, ſa­
ranno
anche (per quel che di
ſopra
è detto) le parti del pe
144[Figure 144]
ſo G, lequali ſono ſoſtenute dalle poſſanze di BD, fra loro eguali, & ogni vna
ſarà
il doppio di quella tal parte, che è ſoſtenuta dalla poſſanza di E.
Diuidaſi
dunque
il peſo G in tre parti, delle quali due ſiano fra loro eguali, & di più ogni
vna
di loro ſeparatamente ſia il doppio dell'altra terza parte, ilche accaderà, ſe
in
cinque parti eguali HKLMN ſarà diuiſo: percioche la parte compoſta di due
parti
KL è il doppio della parte H, & la parte ancora di MN è ſimilmen­
te
il doppio della parte iſteſſa H.
Per laqual coſa anche la parte KL ſarà egua­
le
alla parte MN.
Ma ſoſtenga la poſſanza di E la parte di H; & la poſſan
za
di B le parti di KL: & la poſſanza di D le parti MN; adunque le tre
poſſanze
eguali poſte in BDE ſoſterranno tutto il peſo G: & ogn'vna delle
poſſanze
di BD ſoſterrà il doppio di quel che ſoſtiene la poſſanza di E.
Però
eſſendo
che la poſſanza di E ſoſtenga la parte di H, laquale è la quinta parte del
peſo
G, & ſia ad eſſo eguale, ſarà la poſſanza di E vn quinto del peſo G.
&
percioche
la poſſanza di B ſoſtiene le parti di KL, lequali ſono il doppio & del­
1la poſſanza di B, & della parte di H, ſarà ancora la poſſanza di B ad eſſo H
eguale
.
Per laqual coſa ſarà vn quinto del peſo G. Ne altrimente ſi dimoſtre­
, che la poſſanza di D è vn quinto del peſo G.
ciaſcuna poſſanza dunque in
BDE
è vn quinto del peſo G.
che biſognaua dimoſtrare.
Per la 4. di questa nella leua.
Per la 6. di questo.
145[Figure 145]
Che ſe ſaranno tre leue AB
CD
EF diuiſe in due
parti
eguali in GHK, i
ſoſtegni
dellequali ſiano A
CE
, & il peſo L nel mo
do
iſteſſo ſia appiccato in
GHK
, & ſiano quattro
poſſanze
eguali in BD
FG
che ſoſtengano il pe­
ſo
L; ſi moſtrerà con ſimi­
gliante
modo, che ciaſcuna
poſſanza
in BD FG ſa­
vn ſettimo del peſo L:
& ſe quattro foſſero le le­
ue
, & cinque le poſſanze
eguali
ſoſtenenti il peſo; con l'iſteſſo modo ancora ſi moſtrerebbe che ogni vna del­
le
poſſanze ſarebbe vn nono del peſo, & coſi di mano in mano ſucceſſiuamente.
PROPOSITIONE IX.
Se à quattro girelle di due taglie, l'vna delle quali ſia poſta di
ſopra
, & l'altra di ſotto legata al peſo, ſia condotta intorno
la
corda, legando l'vno de'ſuoi capi alla taglia di ſotto, & l'al­
tro
ſia ritenuto dalla poſſanza, che ſoſtiene il peſo.
ſarà la poſ­
ſanza
vn quinto del peſo.
1
Sia il peſo A, alquale ſia legata
la
taglia, che habbia due girel­
le
, i cui centri ſiano BC: &
ſia
la taglia appiccata di ſopra,
che
habbia due altre girelle, i
cui
centri ſiano DE, & la
corda
ſia tirata intorno à tutte
le
girelle, laquale ſia legata al­
la
taglia di ſotto in F: & ſia
la
poſſanza in G che ſoſtiene
il
peſo A.
Dico che la poſſan
za
di G è vn quinto del peſo
A
.
Siano tirate le linee HK
LM
per li centri BC egual­
mente
diſtanti dall'orizonte, le
quali
nel modo iſteſſo, che di
ſopra
è ſtato detto, dimoſtrere­
mo
eſſere come leue, i ſoſtegni
delle
quali ſono KM, & il pe
ſo
A pende attaccato nel me­
zo
BC dell'vna, & l'altra le­
ua
, & le tre poſſanze LHC, che
ſoſtengono
il peſo, lequali con
ſimile
modo moſtreremo eſſere
eguali
: percioche le corde fanno
l
'iſteſſo officio, come ſe foſſero
poſſanze
: & percioche il peſo
dall
'vna, & l'altra leua HK
LM
peſa egualmente, ilche ſi
dimoſtrerà
ancora, come nelle
precedenti
è ſtato dimoſtrato:
ſarà ogni poſſanza poſta in L
ouero
in G, che è il medeſimo;
& in H & in C, cioè in F
vn
quinto del peſo A.
La poſ
ſanza
dunque di G, che ſoſtie­
ne
il peſo A. ſarà vn quinto
di
eſſo peſo A.
che biſognaua
moſtrare
.
Per la 8. di questo.
146[Figure 146]
1
Che ſe dauantaggio ſi traporterà la cor­
da
in F d'intorno ad vn'altra girella,
il
cui centro ſia N, & ſia legata
in
O, ſi prouerà ſimilmente per due
ragioni
, come nella ſettima propoſi­
tione
di queſto, che la poſſanza di G
che
ſoſtiene il peſo A, è vn ſeſto
di eſſo peſo A. Percioche prima dal
le
treleue LM HK FP licui ſo­
stegni
ſono in KP, & il peſo è ap­
piccato
nel mezo delle leue, & le tre
poſſanze
poſte in LHF che ſoſten­
gono il peſo ſono eguali: poi dalle poſ
ſanze
di LHN ciaſcuna delle quali
ſarebbe
vn quinto del peſo A, per­
cioche
ambedue le poſſanze inſieme
poſte
in LH ſarebbono ſotto doppie ſeſ
quialtere
al peſo, & la poſſanza di F
ſarebbe
vn decimo, eſſendo la metà di
eſſa
N.
Ma due quinte parti con
vna
decima parte fanno la metà, la
qual
metà ſe ſarà diuiſa per tre, ri­
ſponderà
la ſeſta parte del peſo à cia­
ſcuna
delle poſſanze poſte in LHF.
Dalle quali coſe è manifeſto la poſſan­
za
di G eſſere vn ſeſto del peſo A;
& ſi dimoſtrerà ſimilmente che cia­
ſcuna
girella ſoſtiene eguale portione
del
peſo.
Per la 6. di questo
Per la 8. di questo.
147[Figure 147]
1
In queſto trattato della taglia, ſi come in tutti gli altri ancora, l'autore preſuppone,
che
qualunque perſona ſi mette à leggere il ſuo libro delle Mechaniche ſia inten­
dente
di numeri, & di Geometria, & però ha ſempre mantenuto quello accurato
ſtile
, & dimoſtratiuo coſtumato da buoni Matematici, vſando i vocaboli proprij
della
ſcienza, alcuni de' quali io ben potuto volgarizare facilmente, ſi che
ogn
'vno gli poſſa intendere, come per eſſempio, nelle proportioni duplum, tri­
plum
, quadruplum, & gli altri ſimili, ponendo in vece loro due volte tanto, tre
volte
tanto, & quattro volte tanto: & coſi per 'oppoſito ſubduplum, ſubtriplum,
& ſubquadruplum, la metà, vn terzo, & vn quarto: & parimente ſeſquialterum,
ſeſquitertium
, & ſeſquiquartum, & gli altri ſimili, che vogliono dire vna volta &
meza
, vna volta, & vn terzo, & vna volta & vn quarto.
Queſti dico s'hanno po
tuto
ben dire, & facilmente nella noſtra lingua.
Ma nell'ampiezza delle propor­
tioni
trouandoſi altri vocaboli aſſai, i quali non è posſibile coſi adattare alla no­
ſtra
lingua, tra quali alcuni ſi trouano poſti dall'autore in queſto trattato della ta
glia
, & io ſono ſtato sforzato à laſciargli coſi, come erano, per mancamento di pa
role
, che nella noſtra fauella gli poſſano eſprimere; giudicato douer eſſere co
ſa
vtile il dichiarare tutti i predetti vocaboli pertinenti alle proportioni, che ha il
peſo
alla poſſanza, & la poſſanza al peſo ſcritti dall'autore in queſto trattato della
taglia
, accioche quelle perſone lequali non poſſedono queſti termini, non habbia
no
fatica di andare ſtudiando i loro ſignificati.
Dico dunque vna quantità poterſi paragonare, & hauere proportione con vn'altra
in
tre modi principali, laſciando hora le più ſottili diſtintioni.
Primieramente
come
maggiore verſo la minore, dapoi come minore verſo la maggiore, & in fi­
ne
come eguale verſo la eguale.
Tutta la dottrina delle'proportioni, conſiſte in
queſti
riguardi, cioè dal maggiore al minore, dal minore al maggiore, & dall'
quale
all'equale.
Hor quando vna quantità, che ſia maggiore è paragonata con
vn
'altra, che ſia minore, che ſi dice proportione di maggiore diſuguaglianza, na­
ſcono
cinque generi di proportioni, l'vno è il moltiplice ſchietto, il ſecondo è il
ſopraparticolare
, il terzo il ſoprapartiente, il quarto il moltiplice ſopraparticola­
re
, & il quinto & vltimo il moltiplice ſoprapartiente.
Ma quando ſi fa compara­
tione
della minore quantità verſo la maggiore, all'hora ſi producono cinque altri
generi
oppoſti apunto à i predetti cinque, & ſi dicono di minore diſuguaglian­
za
, à i quali per fargli differenti da loro ſi aggiunge da Latini il ſub, cioè ſotto,
ſcriuendo
ſi ſotto moltiplice, ſottoſopra particolare, ſotto ſoprapartiente, ſotto
moltiplice
ſopra particolare, & ſotto moltiplice ſoprapartiente.
Tutte le propor­
tioni
dunque ſono compreſe in vniuerſale da queſti diece generi oppoſti fra ſe
l
'vn l'altro, ciaſcheduno de quali poi ha le ſue ſpetie differenti di proportioni.
Ma
io
non qui intentione di numerarle, dichiarare diffuſamente queſta materia
delle
proportioni, ma ſolamente li vocaboli poſti dall'autore nel preſente libro
della
taglia, baſtando mi hauerne dato in generale vna rozza cognitione.
Ma chi
di
ciò deſidera hauere intero conoſcimento legga tra i ſcrittori della lingua Ita­
liana
Fra Luca dal Borgo, il Tartaglia ne i libri della Arithmetica, & il dottisſimo
Zarlino
nella prima parte delle Inſtitutioni Harmoniche.
Dice l'autore in queſto
loco
.
Percio che ſarebbono ambedue le poſſanze inſieme in LH ſotto doppie
ſeſquialtere
di eſſo peſo.
Cioè le due poſſanze poſte in LH haurebbono quella
proportione
verſo il peſo, che ha 2. à 5.
cioè ſe il peſo foſſe come cinque, le poſ­
ſanze
larebbono come 2. che è la proportione ſotto doppia ſeſquialtera.
Segue
1poi, Ma due quinte con vna decima fanno la me
, cioè à ſommare inſieme due quinti, & vn
decimo
fanno la metà di cinque, pero che li
due
quinti ſono due parti del cinque, & la deci
ma
parte è la metà di vn quinto, tanto che met­
tono
inſieme due, & mezo, che ſono la metà di
cinque
.
Che ſe queſta metà poi ſarà diuiſa per
tre
, ne riuſcirà la ſeſta parte da eſſere attribuita à
ciaſcheduna
delle tre poſſanze poſte in LHF.
Il modo del diuidere la metà per tre è facile, &
fasſi
in queſta maniera ponendo tre di ſopra, &
vno
di ſotto; & vno di ſopra, & due di ſotto con
la
ſua linea nel mezo, come ſi coſtuma, & mol­
tiplicando
il tre intero co'l due denominatore
della
metà, ne viene 6, alquale di ſopra ſi ag­
giunge
vno, & è vn ſeſto.
Che ſe come nella terza figura la corda ſi allunghe
in O, & ſi condarrà intorno ad vn'altra gi­
rella
, il cui centro ſia Q, la qual corda poi ſi
leghi
in R alla taglia di ſotto; ſarà la poſſan­
za
di G vn ſettimo del peſo.
& coſi proceden
do
in infinito, la proportione della poſſanza al pe
ſo, quanto ſi voglia ſotto moltiplice verſo il pe­
ſo
ſi potrà trouare.
Dapoi ſi moſtrerà ſempre,
come
nelle precedenti, che ſe la poſſanza, la­
quale
ſoſtiene il peſo ſarà vn quarto, ouero vn
quinto
, ouero in qual ſi voglia altro modo ſarà
diſpoſta
verſo il peſo, che ſimilmente ciaſcuna
corda
ſoſterrà la quarta, ò la quinta, ouero qual
ſi
voglia altra parte del peſo, ſi come la iſteſſa
poſſanza
: peroche le corde fanno il medeſimo,
come
ſe foſſero tante poſſanze: & le girelle co­
me
ſe foſſero tante leue.
Per la 8. di questo.
Sotto moltiplice. Queſto è il primo genere delle
proportioni
, che ſi riguardano dal minore al
maggiore
, detto di minore diſuguaglianza, il
quale
ſotto di ſe tiene aſſaisſime ſpetie, & è op­
poſto
come ho ricordato, al moltiplice.
Dice
l
'autore: & coſi procedendo in infinito ſi potrà
ritrouare
qual ſi voglia proportione ſotto mol
tiplice
.
Percio che la poſſanza è minore del pe
ſo
, & però verſo lui ha proportione ſotto mol
tiplice
, come di vno verſo due, & di due ver­
ſo
quattro per darne eſſempio, & coſi de gli al­
tri
numeri tali.
148[Figure 148]
1
COROLLARIO
Di qui è manifeſto, che le girelle della taglia, allaquale è legato
il
peſo, fanno , che il peſo è ſoſtenuto da poſſanza minore,
di
quel che ſia eſſo peſo, coſa che veramente non fanno le gi­
relle
della taglia di ſopra.
Egli nondimeno conuiene ſapere, che come ſuole ſarſi, la girella della taglia di ſotto,
il
cui centro è N, deue eſſere minore di quella girella, il cui centro è C, & que
ſta
anche minore di quella, che ha il centro in B: & in ſomma ſe ſaranno più gi
relle
nella taglia di ſotto legata al peſo, ſempre quella girella deue eſſere maggiore
delle
altre, che è più vicina al peſo attaccato: ma al contrario hanno à diſporſi le
girelle
nella taglia di ſopra, ilche ſi coſtuma di fare, acciò che le corde fra loro non
ſi
intrichino; peroche in quanto alle girelle, ſiano ò grandi, ò picciole, non importa
nulla
, ſeguendone ſempre l'iſteſſo.
Di più è da notare, ilche etiandio dalle coſe dette facilmente appare, che grandiſſima
differenza
naſce tra la poſſanza, & il peſo dal legare la corda ouero in R della ta
glia
di ſotto, ouero in S, percioche ſe ſi legherà in S, la poſſanza di G ſarà vn
ſeſto
del peſo; ma ſe in R vn ſettimo, coſa che non accade alla taglia di ſopra:
percioche
leghiſi la corda, come nella precedente figura, ouero in T, ouero in O,
ſempre
la poſſanza di G ſarà vn ſeſto di eſſo peſo.
Dopo queſte coſe egli è da conſiderare in che modo la forza moua il peſo, & di più lo
ſpatio
, & il tempo della poſſanza, che moue, & del peſo che è moſſo.
Di piu egli è da notare ilche etiandio è manifeſto dalle coſe dette &c. Qui potreb­
be
forſe ad alcuno parere difficile in che modo poſſa eſſere, che dal legare la cor­
da
in R, ouero in S, come ſi vede in queſta figura, naſca tanta differenza.
Onde
notiſi
che legando la corda in S, la girella Q reſta del tutto inutile, & è come
ſe
ella non vi foſſe; & la corda per non eſſere attaccata in R alla taglia di ſotto,
ma
in S fuori non ſoſtiene la taglia, talche la forza di G viene ad eſſere ſolamen
te
vn ſeſto del peſo.
ſoggiunge poi ilche non auiene alla taglia di ſopra. Doue
auertaſi
che mentre ſi ha tenuto propoſito delle lettere S & R, ha biſognato guar
dare
nella qui ſopraſcritta figura, ma in parlando di TO, egli è meſtieri per in­
tendere
queſto loco mirare nella figura precedente, che è la ſeconda della nona
propoſitione
, peroche iui ſono le lettere TO.
La ragione per la quale non naſca
differenza
nella poſſanza à legare la corda in T ouero in O, ma ſia tutto vno,
è
che la taglia di ſopra ſta ſempre ferma, per modo, che non importa nulla il le­
gare
la corda in O nella taglia di ſopra, ouero in T fuori di eſſa, poiche am­
bidue
i luoghi ſono immobili, & iui la corda ſta ferma.
Lequali tutte coſe l'auto
re
toccato breuisſimamente per eſſere queſto trattato della taglia lungo, la­
ſciando
al lettore ancora qualche coſa da ſpeculare per ſe medeſimo.
1
PROPOSITIONE X.
Se la corda ſarà inuolta intorno alla girella della taglia appicca­
ta
di ſopra, all'vno de'capi, dellaqual corda ſia attaccato il pe
ſo
, & all'altro poſta la poſſanza, che moue.
La detta poſſanza mo
uerà
con la leua ſempre egualmente diſtante dall'orizonte.
Sia il peſo A. ſia la girella della taglia appiccata di ſopra, che habbia il centro K.
Sia dapoi la corda HB CDEF legata al peſo A in H, & ſia inuolta d'intor
no
alla girella; & ſia la taglia per modo appiccata
in
L, che non habbia alcun altro mouimento fuor
che
il volgimento libero della girella d'intorno al
ſuo
aſſetto, & ſia la poſſanza in F che moua il
peſo
A.
Dico, che la poſſanza di F mouerà
ſempre
il peſo A con la leua egualmente diſtan­
te
dall'orizonte.
ſia tirata la linea BKE egual­
mente
diſtante dall'orizonte, & ſiano i punti BE
doue le corde BH & EF toccano il cerchio:
ſarà
BKE la leua, il ſoſtegno dellaquale è nel
ſuo
mezo, che è K, come di ſopra è detto.
Men­
tre
che dunque la forza di F inchina al baſſo ver
ſo
M, la leua EB ſi mouerà, mouendoſi tut­
ta
la girella, cioè volgendoſi attorno.
Mentre
che
dunque F ſta in M ſia il punto E della
leua
moſſo fin ad I, & il B ſin'al C, di mo­
do
, che la leua ſia in CI.
Dapoi ſi faccia la li
nea
NM eguale ad eſſa FE: & quando il
punto
E, ſarà in I all'hora il punto della cor
da
, ilquale era in E ſarà in N, & quello,
149[Figure 149]
che era in B ſarà in C di modo, che tirata la linea CI paſſerà per lo centro
K
.
Hor mentre il B ſta in C ſia il punto H in G, & ſarà BH al CBG
eguale
, eſſendo la medeſima corda.
& percioche mentre EF inchina in MN
rimane
pur ſempre EFM à piombo dell'orizonte, & tocca il cerchio nel punto
E
di modo, che la linea tirata dal punto E per lo centro K ſia ſempre egualmen
te
diſtante dall'orizonte, ilche medeſimamente auiene alla corda BG & al pun­
1to B. Mentre dunque il cerchio, ouero la girella ſi volge intorno, ſempre ſi mo­
ue
la leua EB, & ſem­
pre
ancora rimane vn'al­
tra
leua in EB, eſſendo
che
per natura di eſſa gi­
rella
, nellaquale ſempre,
mentre
ſi moue, reſti il
diametro
da B in E,
(ilquale è in loco di le­
ua
) auuiene che parten
doſene
vna, ſucceda
l
'altra ſempre, durando
però
cotale aggiramen­
to
; & coſi accade, che
la
poſſanza moua il pe
ſo
ſempre con la leua
EB
egualmente diſtan
te
dall'orizonte, ilche
biſognaua
moſtrare.
Per la 2. di questo.
150[Figure 150]
Poſte le coſe iſteſſe, lo ſpatio della poſſanza, che moue il peſo, è
eguale
allo ſpatio dello iſteſſo peſo, che è moſſo.
Percioche egli è ſtato dimoſtrato, che mentre F ſtà in M, il peſo A, cioè il punto
H
è in G: & concioſia che la corda HBCDEF ſia eguale alla GBCDEN
FM
per eſſere la corda iſteſſa: leuata via dunque la commune GBCDENF
ſarà
la HG alla FM eguale, & ſimilmente ſi moſtrerà la diſceſa di F eſſere
ſempre
eguale alla ſalita di H.
Adunque lo ſpatio della poſſanza è eguale allo
ſpatio
del peſo.
che era da dimoſtrare.
Oltre à ciò la poſſanza moue il peſo iſteſſo per iſpatio eguale in
tempo
eguale, tanto con la corda inuolta intorno alla girella
della
taglia appiccata di ſopra, quanto ſenza taglia, pur che li
mouimenti
di eſſa poſſanza in velocità ſiano eguali.
1
Stando le coſe iſteſſe, ſia vn'altro peſo P eguale al peſo A, alquale ſia legata la cor
da
TQ à piombo dell'orizonte: & ſia TQ eguale ad eſſa HB: & muoua
la
poſſanza di Q il
peſo
P all'insù ad
angoli
retti all'orizon
te
, come ſi moue il pe
ſo
A.
Dico, che per
eguale
ſpatio, & in
vno
iſteſſo tempo la
poſſanza
di Q mo­
ue
il peſo P, & la
poſſanza
di F il pe­
ſo
A: ilche è il me­
deſimo
, come ſe l'
ſteſſo
peſo foſſe moſ­
ſo
in tempo eguale,
ſecondo
che habbia­
mo
propoſto.
Sia
allungata
la EF in
S
, & la TQ in R,
& ſiano le QRFS
fatte
eguali non ſolo
fra
ſe, ma etiandio
ad
eſſa BH.
Hor
concioſia
che le TQ
QR
ſiano eguali ad
eſſe
HB FS, &
la
forza di Q mo­
ua
il peſo P per
la
linea retta TQ
R
: & dall'altro
151[Figure 151]
canto la forza di F moua A per la retta HB, & le velocità de i mouimenti
dell
'una, & l'altra poſſanza ſiano eguali, all'hor che nell'iſteſſo tempo la poſſanza di
Q
ſarà in R, & la poſſanza di F ſarà in S, eſſendo gli ſpatij eguali: & men
tre
la poſſanza di Q è in R, il peſo P, cioè il punto T ſarà in Q, per eſſe­
rela
TQ eguale ad eſſa QR, & mentre che la poſſanza di F ſta in S, il pe­
ſo
A, cioè il punto H ſarà in B; ma lo ſpatio TQ è eguale allo ſpatio HB:
adunque
le poſſanze di FQ moſſe egualmente moueranno i peſi PA eguali
per
eguali ſpatij in tempo eguale.
che era da moſtrare.
1
PROPOSITIONE XI.
Se la corda ſarà inuolta intorno alla girella della taglia legata al
peſo
, laqual corda con vno de' ſuoi capi ſia legata in qualche
luogo
, & con l'altro preſa dalla poſſanza che moue il peſo; La
poſſanza
mouerà ſempre con la leua egualmente diſtante dal
l
'orizonte.
Sia il peſo A: ſia la girella CED
della
taglia legata al peſo A,
da
KH, & ſia KH ad ango­
li
retti dell'orizonte, di modo
the
il peſo ſegua ſempre il mo­
uimento
della taglia, ſia pur fat­
to
all'insù, ouero all'ingiù, &
ſia
il centro della girella K, &
la
corda inuolta intorno alla gi­
rella
ſia BCDEF, la quale
ſia
legata in B, di modo che
ſtia
immobile in B: & ſia in F
la
poſſanza, che moue il peſo A.
Dico che la poſſanza di F mo­
ue
ſempre il peſo A con la le­
ua
egualmente diſtante dall'ori­
zonte
.
Siano BC EF egual
mente
diſtanti fra loro, come
ad
eſſa KH, & à piombo al­
l'orizonte della iſteſſa KH, &
toccanti
il cerchio CED ne i
punti
EC, & ſia congiunta la
EC
laquale paſſerà per lo cen
tro
K, & ſarà egualmente di
ſtante
dall'orizonte, ſi come pri­
ma
è detto.
Hor percioche la
girella
CED ſi volge d'intor­
no
K ſuo centro, però mentre
la
forza di F tira il punto E
dourebbe
diſcendere il punto C
& tirare in giù B: ma la cor­
da
poſta in B è immobile, on­
de
BC non può diſcendere.
Per laqual coſa mentre la poſ­
152[Figure 152]
1ſanza di F tira sùlo E, tutta la girella ſi mouerà in , & per conſequenza tut­
ta
la taglia, & il peſo; & EKC ſarà come leua, il cui ſoſtegno ſarà C: pero­
che il punto C per cauſa di BC quaſi è immobile, ma la poſſanza che moue la
leua
è in F con la corda EF, & il peſo ſta appiccato in K.
Che ſe il punto
C
foſſe del tutto immobile, & ſi moua la leua EC in NC, & ſi diuida NC
in
due parti eguali in L: ſaranno CL LN eguali ad eſſe CK KE.
Per la
qual
coſa ſe la leua EC foſſe in CN, il punto K ſarebbe in L: & ſe ſi con
duceſſe
la linea LM à piombo dell'orizonte, laquale ſia anche eguale alla KH,
ſarebbe
il peſo A, cioè il punto H in M.
Ma percioche la poſſanza di F men
tre
in ſuſo mouendo la girella ſempre ſi moue ſopra la linea retta EFG, laquale
è
anco egualmente diſtante ſempre da BC, ſarà neceſſario, che la girella della ta­
glia
ſempre ſi troui tra le linee EG BC, & il centro K ſtando nel mezo, ſi mo­
uerà
ſempre ſopra la linea retta HKT.
Sia condotta adunque per L la linea
PT
LQ egualmente diſtante dall orizonte, come dalla EC, laquale ſeghi la
HK
allungata in T, & co'l centro T, & lo ſpatio TQ ſi formi il cerchio QR
PS
, ilquale ſarà eguale al cerchio CED; & li punti PQ toccheranno le cor­
de
FE BC ne i punti PQ.
Peroche il rettangolo PECQ & la PT & la
TQ
ſono eguali ad eſſe EK KC.
Dapoi per T ſia tirato RTS diametro
del
cerchio PQS egualmente diſtante ad eſſa NC, & ſia fatta TO eguale
alla KH. Hor mentre il centro K ſarà moſſo fin alla linea PQ all'hora il cen­
tro
K ſarà in T.
Maegliè ſtato dimoſtrato, che il centro della girella ſi moue
ſempre
per la linea retta HT.
Onde accioche il centro K ſia nella linea PQ egual­
mente
diſtante ad eſſa EC, egli è neceſſario, che eſſo ſia in T: & accioche an­
chora
la leua EC ſi alzi nell'angolo ECN egli è neceſſario, che ſia in RS &
non
in CN percioche l'angolo RSE all'angolo NCE è eguale & coſi il ſo­
ſtegno C non è del tutto immobile, mouendoſi tutta la girella all'insù, & tutta
mutt
'il luogo: nondimeno il C ha ragione di ſoſtegno, peroche meno ſi moue C
di
quel che K & E, percioche ſi moue il punto E fin ad R, & il K fin al T,
ma
il punto C fin ad S ſolamente.
Per laqual coſa mentre il centro K ſi troua
in
T, il ſito della girella ſarà QRPS: & il peſo A, cioè il punto H ſarà
in
O, eſſendo TO eguale à KH; ma il ſito di EC, cioè della leua moſſa, ſarà
RS
: & la poſſanza di F ſarà moſſa in ſuſo per la retta linea EFG: ma nel­
l
'iſteſſo tempo, che K ſarà in T, ſia la poſſanza in G; & mentre la leua EC in
queſto
modo ſi moue, rimangono pur ſempre GPBQ fra loro egualmente di­
ſtanti
, & à piombo dell'orizonte, talche doue toccano la girella, come ne' punti
PQ
, ſempre la linea PQ ſarà il diametro della girella & come leua egualmen­
te
diſtante dall'orizonte.
Mentre dunque la girella ſi moue, & attorno, ſem
pre
anche ſi moue la leua EC, & ſempre rimane vn'altra leua nella girella egual
mente
diſtante dall'orizonte, come PQ, per modo, che la poſſanza di F moua
il
peſo, ſtando la leua egualmente diſtante all'orizonte, il cui ſoſtegno ſacà ſempre
nella
linea CB, & il peſo nel mezo della leua appiccato: & la poſſanza nella li­
nea
EG, che era da moſtrare.
Per la 1. di questo.
Per la 2. di questo.
Per la 34. del primo.
Per la 29. del primo.
1
Stando le coſe iſteſſe. Lo ſpatio della poſſanza, che moue il pe­
ſo
è il doppio dello ſpatio dell'iſteſſo peſo moſſo.
Eſſendo ſtato dimoſtrato, che mentre il K ſtà nel T, il peſo A cioè il punto H
eſſere
in O: & nell'iſteſſo tempo ancora la poſſanza di F eſſere in G: & per­
cioche
la corda BCDEF eguale è alla corda EQSPG, peroche è la medeſima
corda
: & la corda che è inuolta intorno al mezo cerchio CDE eguale è alla cor­
da
, che ſta d'intorno al mezo cerchio QSP: tolti via dunque li due pezzi di cor
da
communi BQ, & FP: ſarà il reſtante della corda FG eguale ad eſſi due
pezzi
di corda rimaſi CQ & EP inſieme preſi.
Ma EP eguale è al TK,
& il CQ ſarà anche eguale ad eſſo TK, peroche ſono PK & TC parallelo­
grammi
rettangoli.
Per laqual coſa le linee EPCQ inſieme ſono due volte tan
to
, quanto è TK.
Adunque la corda FC ſarà due volte tanto quanto la TK.
& percioche la KH è eguale alla TO, leuando via la corda commune KO ſa
la KT eguale ad eſſa KO.
Per laqual coſa la corda FG ſarà due volte tan­
to
quanto eſſa HO: cioè lo ſpatio della poſſanza due volte tanto quanto lo ſpa­
tio
del peſo, che era da moſtrare.
Parallelogrammi rettangoli. Vuol dire figure di linee egualmente diftanti fra loro,
lequali
formino angoli retti à differenza di altre figure, che ſe ben ſono di linee
egualmente
diſtanti, non formano tuttauia angoli retti.
Dapoi la poſſanza mouerà il peſo iſteſſo in tempo eguale per la
metà
dello ſpatio, con la corda inuolta d'intorno alla girella
della
taglia legata al peſo, che ſenza taglia; pur che le veloci­
de' mouimenti di eſſa poſſanza ſiano eguali.
1
Peroche ſia, ſtando le coſe iſteſſe, vn'altro peſo V eguale al peſo A al quale ſia
legata
la corda *sX & ſia in X la poſſanza, che moue il peſo V, Dico, ſe le ve
locità
de' mouimenti dell'vna, & l'altra poſſanza ſaranno eguali, che la poſſanza
153[Figure 153]
di F mouerà il peſo A nell'iſteſſo tempo per la metà dello ſpatio, per lo quale
il
peſo V ſarà moſſo dalla poſſanza di X, che è il medeſimo, come ſel'iſteſſo pe­
ſo
in tempo eguale foſſe moſſo.
Moua la poſſanza di X il peſo V, & la poſſan­
za
peruenga in Υ; & ſia XΥ eguale ad eſſa FG: & ſi faccia ΥZ eguale
à
X*s, talche quando la poſſanza di X ſarà in Υ, ſia il peſo V cioè il punto *s
1in Z; ma *sZ è eguale ad FG, eſſendo eguale ad XΥ: dunque *sZ ſarà due
volte
tanto, quanto OH.
Per laqual coſa mentre le poſſanze ſaranno in GΥ, i
peſi
AV ſaranno in OZ.
Hor nell'iſteſſo tempo ſaranno le poſſanze in GΥ,
peroche
le vetocità de mouimenti ſono eguali: onde la forza di F mouerà il pe­
ſo
A nel medeſimo tempo per la metà di quello ſpatio, per loquale il peſo V ſa
154[Figure 154]
moſſo dalla poſſanza di X: & li peſi ſono eguali, adunque la poſſanza moue­
il peſo iſl eſſo in tempo eguale per la metà dello ſpatio, con la corda, & la taglia
legata
in queſto modo al peſo, che ſenza taglia; purche le velocità della poſſanza
de
'mouimenti ſiano eguali, che era da moſtrarſi.
1
PROPOSITIONE XII.
Se la corda ſarà riuolta d'intorno à più girelle, legando l'vno de'
capi
ſuoi in qualche loco, & l'altro ſia tenuto dalla poſſanza,
che
moue il peſo: La poſſanza mouerà con le leue ſempre
egualmente
diſtanti dall'orizonte.
Sia il peſo A. ſia la girella CED della
taglia
legata al peſo da KS ad angoli ret
ti
all'orizonte; di modo, che il peſo ſegua
ſempre
il ſuo mouimento ò ſuſo, ò giuſo,
che
ſia fatto.
Sia dapoi la girella intorno
al
centro L della taglia appiccata di ſopra;
& ſia la corda BCDEHMNO riuol­
ta
d'intorno alle girelle, laquale ſia legata
in
B; & ſia in O la forza mouente il
peſo
A, mouendoſi al baſſo per OP.
Di­
co
che la poſſanza di O mouerà ſempre il
peſo
A con le leue ſempre egualmente
diſtanti
dall'orizonte.
ſia tirata la linea
NH
per lo centro L egualmente diſtan­
te
dall'orizonte, che ſarà la leua della girel­
la, il cui centro è L: ſia tirata da poi la
EC
per lo centro K, ſimilmente diſtan­
te egualmente dall'orizonte, la quale ſarà
anche
la leua della girella, il cui centro è
K. Mouaſi la poſſanza di O in giuſo, la
quale
mentre in giuſo ſi moue, mouerà la
leua
NH, & mentre la leua ſi moue, la
N
ſi mouerà in giuſo, & la H in ſuſo,
come
è detto di ſopra.
Ma mentre la H
ſi
moue in ſuſo, moue etiandio in ſuſo la E,
& la leua EC, il cui ſoſtegno è C, ma
il
ſoſtegno C non puote mouere in giuſo
il
B; però la girella il cui centro è K mo
ueraſſi
in ſuſo, & per conſequenza la ta­
glia
, & il peſo A, come nella preceden­
te
è stato detto.
& perche per la medeſi­
ma
cauſa, che è stata aſſegnata nelle pre­
cedenti
, rimangono ſempre le leue egual­
mente
distanti dall'orizonte in HN, & 155[Figure 155]
1in EC, la poſſanza dun­
que
mouente il peſo A
lo
mouerà ſempre ſtando
le
leue egualmente distan­
ti
dall'orizonte; che era da
moſtrarſi
.
Per la 1. & 10. di questo.
Per la 11. di questo.
Par la 10. di questo.
Et ſe la corda ſarà riuolta d'in
torno
à più girelle; ſimil­
mente
ſi dimoſtrerà la poſ­
ſanza
mouere il peſo con
le
leue ſempre egualmente
diſtanti
dall'orizonte: &
le
leue delle girelle della ta
glia
di ſopra ſempre eſſe­
re
come HN, i ſoſtegni
delle
quali ſaranno ſempre
nel
mezo: ma le leue delle
girelle
della taglia di ſotto
ſempre
eſſere, come EC;
li
cui ſoſtegni ſaranno nel­
le
ſtremità delle leue.
Stando le coſe iſteſſe,
lo
ſpatio della poſ­
ſanza
, è il doppio
dello
ſpatio del pe­
ſo
.
156[Figure 156]
Sia moſſo il centro K fin al centro R; & ſia la girella FTG: poi ſia per lo cen­
tro
R condotta la linea GF egualmente diſtante da eſſa EC: le corde EH
CB
toccheranno la girella ne i punti GF.
Facciaſi alla fine RQ eguale à
KS
.
Mentre dunque K ſarà in R, il peſo A, cioè il punto S ſarà in Q,
1& mentre il centro della girella è in R, ſia la poſſanza di O moſſa in P. &
percioche
la corda BCDEHMNO eguale è alla corda BFTGHMNP
per
eſſer la corda isteſſa, & FTG è eguale à CDE; leuate via dunque le com­
muni
BF & GHMNO, ſarà la reſtante OP eguale ad eſſe FC EG pre­
ſe
inſieme: & per conſequenza due volte tanto, quanto è KR, & QS.
& eſ­
ſendo
OP lo ſpatio della poſſanza moſſa, & SQ lo ſpatio del peſo moſſo;
ſarà
lo ſpatio della poſſanza due volte tanto quanto lo ſpatio del peſo.
che era
da
mostrarſi.
Oltre à ciò la poſſanza mouerà il peſo iſteſſo in tempo eguale
per
la metà dello ſpatio, con vna corda riuolta d'intorno à
due
girelle, l'una delle quali ſia della taglia di ſopra, & l'altra
ſia
della taglia legata al peſo; che ſenza taglie: pur che i mo­
uimenti
di eſſa poſſanza ſiano egualmente veloci.
1
Percioche ſtando le co­
ſe
iſteſſe, ſia il peſo
V
eguale ad eſſo A,
alquale
ſia legata la
corda
X*s; & ſia
la
poſſanza in X che
moue
il peſo V; la
quale
mentre moue
il
peſo, peruenga in
Υ: & ſiano fatte
X
Υ Z*s eguali ad
eſſa
OP; ſarà Z*s
due
volte tanto quan­
to
QS.
& ſe le
velocità
de' moui­
menti
dell'vna, &
l
'altra poſſanza ſa­
ranno
eguali; egli è
manifeſto
, che il pe­
ſo
V trapaſſa due
volte
tanto ſpatio
nell
'iſteſſo tempo, di
quel
che trapaſſi il
peſo
A: percioche
nel
tempo medeſimo
la
poſſanza di X per­
uiene
ad Υ, & la
poſſanza
di O à P;
& li peſi ſimilmen­
te
in ZQ.
che era
da
moſtrarſi.
157[Figure 157]
PROPOSITIONE XIII.
Riuolgendo la corda d'intorno à due girelle di due taglie, I'vna
dellequali
ſia di ſopra, & l'altra di ſotto, & legata al peſo; eſ­
ſendo
anche l'vno de' capi di detta corda legato alla taglia di
ſotto
, & l'altro tenuto dalla poſſanza che moue; ſarà lo ſpatio
corſo
della poſſanza, che tira, tre volte tanto quanto lo ſpati
del
peſo moſſo.
1
Sia il peſo A; ſia BCD la girel­
la
della taglia legata al peſo A,
attaccato
da EQ, & ſia E il
centro
della girella; ſia dapoi F
GH
la girella della taglia appic­
cata
di ſopra, il cui centro K; &
ſia
la corda LFGHDBCM ri­
uolta
intorno à tutte le girelle, &
legata
alla taglia di ſotto in L:
& ſia in M la poſſanza, che
moue
.
Dico lo ſpatio corſo dalla
poſſanza
di M, mentre moue il
peſo
, eſſere triplo dello ſpatio del
peſo
moſſo A.
Mouaſi la poſſan
za
di M fin ad N; & il centro
E
ſia moſſo fin ad O; & L fin
à
P; & il peſo A, cioè il pun­
to
Q fin ad R; & la girella
moſſa
ſia TSV.
Siano condot­
te
per EO le linee ST BD
egualmente
diſtanti dall'orizonte,
lequali
ſaranno anche tra loro
gualmente
diſtanti.
Ma percio­
che
mentre E ſta in O, il pun­
to
Q ſta in R; ſarà EQ egua
le
ad OR, & EO adeſſo QR
eguale
; ſimilmente LQ ſarà
eguale
à PR, & LP ad eſſo
QR
eguale.
Adunque le tre
QR
EO LP fra loro ſaranno
eguali
; à cui ſono etiandio eguali
BS
DT.
Et percioche la corda
LFGHDCBM
è eguale alla
corda
PFGHTVSN eſſen­
do
vna corda iſteſſa, & la corda,
che
è intorno al mezo cerchio
TVS
è eguale alla corda, che è
intorno
al mezo cerchio BCD;
tolte
via dunque le communi PF
GHT
, & SM; ſarà la reſtan­
te
MN eguale alle tre BS
LP
DT preſe inſieme.
ma BS LP DT inſieme ſono tre volte tanto, quanto
158[Figure 158]
1EQ, & per conſe­
quenza
QR.
Lo
ſpatio
dunque MN
della
traportata poſ
ſanza
è tre volte
tanto
, quanto lo ſpa
tio
QR del peſo
moſſo
.
che era da
moſtrarſi
.
Il tempo ancora di que
sto
mouimento è
manifeſto
, percio­
che
la poſſanza iſteſ
ſa
in tempo eguale
mouerà
l'iſteſſo pe­
ſo
in iſpatio tre co­
tanto
maggiore ſen­
za
tali taglie, di
quel
che ſarebbe
con
eſſe taglie à que
ſto
modo commoda
te
.
Lo ſpatio del
peſo
moſſo ſenza le
taglie
è eguale allo
ſpatio
della poſſan­
za
.
& in queſto
modo
ritrouaremo
in
tutte il tempo.
159[Figure 159]
1
PROPOSITIONE XIIII.
Legando la corda d'intorno à tre girelle di due taglie, l'vna del­
lequali
ſia di ſopra, & habbia vna ſola girella, & l'altra di ſot­
to
, & ne habbia due, & ſia lega
ta
al peſo; laqual corda ſia le­
gata
con l'vno de' capi ſuoi in
qualche
loco, & l'altro tenu­
to
dalla poſſanza, che moue il
peſo
: ſarà lo ſpatio corſo dal­
la
poſſanza, che tira, quattro
volte
tanto, quanto è lo ſpatio
del
peſo moſſo.
Sia il peſo A, ſiano le due girelle, i cui cen
tri
K I della taglia legata al peſo con
K
α; di modo, che il peſo ſempre ſegua il
mouimento
della taglia in ſuſo, ouero in
giuſo
: ſia dapoi la girella il cui centro L
della
taglia appeſa di ſopra in δ; & ſia la
corda
BCDEFGHZMNO riuolta
intorno
à tutte le girelle, & legata in B;
& ſia in O la poſſanza, che moue il pe­
ſo
A.
Dico lo ſpatio, ilquale la poſſan
za
di O mouendo trapaſſa, eſſere quat­
tro
volte tanto, quanto lo ſpatio del pe­
ſo
A moſſo.
Mouanſi le girelle della
taglia
legata al peſo; & mentre il centro
K
è in R, il centro I ſia in S, & il
peſo
A, cioè il punto α in β: ſaranno
IS
KR αβ tra ſe eguali, & parimen­
te
KI ad eſſa RS eguale: percioche le
girelle
mantengono fra ſe la diſtanza me
deſima
ſempre; & Kα ſarà eguale ad eſ
ſa
Rβ .
ſiano condotte per li centri delle
girelle
le linee FHQTECVXNZ
egualmente
distanti dall orizonte, lequa
li
tocchino le corde ne i punti FH QT
160[Figure 160]
1EC VX NZ che parimente ſaranno
fra
loro egualmente diſtanti: & EQ CT
VN
XZ non ſolamente fra ſe, ma
ancora
ad eſſe IS KR αβ ſaranno
guali
: & mentre li centri KI ſono in
RS
, la poſſanza di O ſia moſſa in P.
Et percioche la corda BCDEFGHZ
MNO
è eguale alla corda BT*sQF
GHX
ΥVP eſſendo vna corda mede­
ſima
, & le corde d'intorno à mezi cerchi
T
*sQ XΥV ſono eguali alle corde, che
ſono
d'intorno à CDE ZMN; tolte
via
dunque le communi BT, QFGHX,
& VO; ſarà OP eguale ad eſſe VN
XZ
CT QE preſe tutte inſieme.
ma le
quattro
VN ZX CT QE ſono tra ſe
eguali
, & inſieme quattro volte tanto
quanto
KR & αβ.
Per laqual coſa OP
ſarà
quattro volte tanto quanto è eſſa
αβ.
Adunque lo ſpatio della poſſanza
è
quattro volte tanto quanto è lo ſpatio
del
peſo.
che era da moſtrare.
Et ſe la corda in P ſarà dauantaggio ri­
uolta
d'intorno ad vn'altra girella verſo il
δ, & la poſſanza mouendoſi in giù mo
ua
in il peſo: ſimilmente ſi moſtrerà
lo
ſpatio della poſſanza eſſere quattro
volte
tanto quanto lo ſpatio del peſo.
161[Figure 161]
Ma ſe la corda in B ſi riuolgerà d'intorno ad
vn
'altra girella, laqual corda ſi leghi da
poi alla taglia di ſotto; ſarà la poſſanza
di
O, che ſoſtiene il peſo A vn quinto
dal
peſo.
& ſe in O ſarà la poſſanza,
che
moua il peſo A; ſimilmète ſi dimoſtre
lo ſpatio della poſſanza poſta in O eſ­
ſere
cinque volte tanto quanto lo ſpatio del peſo A.
Per la 9. di questo.
Et ſe la corda ſi adatterà in modo d'intorno alle girelle, che la poſſanza di O ſoſtenen
te
il peſo ſia vn ſeſto del peſo; & in loco della poſſanza ſoſtenente il peſo, ſi met­
ta
in O la poſſanza, che lo moua; nell'iſteſſo modo ſi moſtrerà lo ſpatio della poſ­
ſanza
eſſere ſei volte tanto quanto lo ſpatio del peſo moſſo.
& coſi procedendo in
1infinito ſi troueranno le proportioni dello ſpatio della poſſanza allo ſpatio del pe­
ſo
moſſo quanto ſi vogliano moltiplici.
Et coſi procedendo in infinito ſi troueranno le proportioni dello ſpatio della poſ­
ſanza
allo ſpatio del peſo moſſo quanto ſi vorrà moltiplici.
Già è detto che mol
tiplice
è il primo genere delle proportioni nelle quantità paragonate dal mag­
giore
al minore, però qui vuol dire, che con tale regola ſi ritroueranno le pro­
portioni
dello ſpatio del peſo allo ſpatio della poſſanza in infinito, douendo eſſere
lo
ſpatio della poſſanza mouente moltiplice, cioè molte volte maggiore dello
ſpatio
del peſo moſſo, come appare nel preſente eſſempio, che è ſei volte più,
come
ſei ad vno; & queſto è il ſignificato di moltiplice.
COROLLARIO I.
Da queſte coſe è manifeſto, coſi hauerſi il peſo verſo la poſſan­
za
, che lo ſoſtiene, come lo ſpatio della poſſanza che moue al­
lo
ſpatio del peſo moſſo.
Come ſe il peſo A ſarà cinque volte tanto quanto la poſſanza di O, che ſoſtiene
il
detto peſo A; ſarà anche lo ſpatio OP della poſſanza mouente il peſo cin­
que
volte tanto quanto lo ſpatio α β del peſo moſſo.
COROLLARIO II.
E manifeſto ancora per le coſe dette, che le girelle della taglia,
laquale
è legata al peſo, fanno , che minore ſpatio è quello,
ilquale
è deſcritto dal peſo moſſo, che dalla poſſanza che tira;
& che in tempo maggiore ſi deſcriua vn dato ſpatio eguale,
che
ſenza loro: ilche veramente non fanno le girelle della ta­
glia
di ſopra.
Moſtrata la proportione moltiplice, che ha il peſo verſo la poſſanza, hora ſi moſtri per
lo
contrario la proportione moltiplice, che haue la poſſanza verſo il peſo.
PROPOSITIONE XV.
Se la corda ſarà inuolta d'intorno alla girella della taglia tenu­
ta
di ſopra dalla poſſanza; l'vn capo dellaquale ſia legato in
qualche
loco, ma all'altro ſia appiccato il peſo, ſarà la poſſan­
za
due volte tanto quanto il peſo.
1
Sia la taglia, che habbia la girella co'l ſuo centro A; & ſia il peſo B legato alla
corda
CDEFG, laquale ſia in uol­
ta
d'intorno alla girella, & alla fine
legata
in G; & ſia la poſſanza, che
ſoſtiene
il peſo in H.
Dico, che la
poſſanza
di H è due volte tanto quan
to
il peſo B.
Sia condotta la linea
DF
per lo centro A egualmente di
ſtante
dall'orizonte.
Percioche dun­
que
la poſſanza di H ſoſtiene la ta­
glia
, laquale ſoſtiene la girella nel ſuo
centro
A, laqual girella ſoſtiene il pe
ſo
; ſarà la poſſanza, che ſoſtiene la gi­
rella
, come ſe foſſe poſta in A; ſtan­
do
dunque eſſa in A, & il peſo ap­
piccato
in D, & legato alla corda
CD
; ſarà la DF come leua, il cui
ſoſtegno
ſarà F, il peſo in D & la
poſſanza in A. Ma la poſſanza ver­
ſo
il peſo è come DF ad FA, &
DF
è il doppio di FA: adunque la
poſſanza
di A ouero di H, che è
l
'iſteſſo, ſarà due volte tanto, quanto il
peſo
B.
che biſognaua moſtrare.
Per la 3. di questo nella leua.
162[Figure 162]
Oltre à ciò occorre à conſiderare, ſtando ferme tutte queſte coſe, che egli è l'iſteſſo, eſ­
ſendo
vna corda ſola CDEFG in queſto modo inuolta d'intorno alla girella, co­
me
ſe foſſero due corde CDFG legate nella leua, ouero nella bilancia DF.
Altramente.
Stando le medeſime coſe, ſe in G foſſe appiccato un peſo K eguale al peſo B, li peſi
BK
peſerebbono egualmente nella bilancia DF, il cui centro A.
Ma la poſ­
ſanza
di H, laquale ſoſtiene i peſi BK è eguale ad ambidue preſi inſieme, & i
peſi
BK ſono due volte tanto quanto è eſſo B.
Adunque la poſſanza di H ſa­
due volte tanto quanto è il B.
& percioche la corda legata in G non fa al­
tro
niente, ſe non che ſoſtiene il peſo B, che non diſcenda, laqual coſa parimente
il peſo K appiccato in G: la poſſanza dunque di H, che ſoſtiene il peſo B,
eſſendo
la corda legata in G, è due volte tanto quanto il peſo B.
che biſognaua
mostrare
.
1
PROPOSITIONE XVI.
Poſte le coſe iſteſſe, ſe in H ſarà la poſſanza che moue il peſo,
mouerà
ella con la leua egualmente diſtante dall'orizonte.
Queſto etiandio ſi moſtrerà, co­
me
è detto di ſopra.
Mouaſi
la
girella in , & habbia il
ſito
di MNO, il cui centro
L
: & per L ſia condotta la
linea
MLO egualmente di­
ſtante
da eſſa DF, & dall'o
rizonte
.
& percioche le cor­
de
toccano il cerchio MON
ne
i punti MO; però eſſen­
do
che la poſſanza di A, oue
ro
di H, che è l'iſteſſo, mo­
ua
il peſo B appiccato in D
con
la leua DF, il cui ſoſte­
gno
è F; ſempre rimarrà da
uantaggio
vn'altra leua, co­
me
MO egualmente diſtan­
te
dall'orizonte, di modo che
ſempre
la poſſanza moua il pe
ſo
, ſtando la leua egualmente
diſtante
dall'orizonte, il cui
ſoſtegno
ſempre è nella linea
OG
, & il peſo in MC, &
la
poſſanza nel centro della
girella
.
163[Figure 163]
Poſte le coſe medeſime, lo ſpatio del peſo moſſo è due volte tan
to
quanto lo ſpatio della poſſanza, che moue.
1
Sia moſſa la girella dal centro A fin al centro L; & il peſo B, cioè il punto e,
nell
'iſteſſo tempo ſia moſſo nel P; & la poſſanza di H fin in K; farà AH
ad
eſſa LK eguale, &
AL
ad eſſa HK: &
percioche
le corda CDE
FG
eguale è alla corda
PMNOG
, peroche è
vna
corda iſteſſa, & la
corda
d'intorno al mezo
cerchio
MNO eguale è
alla
corda d'intorno al me
zo
cerchio DEF: tolte
via
dunque le communi
corde
DP FG, ſarà
PC
eguale à DM FO
preſe
inſieme, lequali cor­
de
ſono due volte tanto
quanto
è eſſa AL & per
conſeguenza
eſſa HK.
Lo ſpatio dunque del pe­
ſo
moſſo CP è due vol­
te
tanto, quanto è lo ſpa­
tio
della poſſanza HK.

che
biſognaua mostrare.
164[Figure 164]
COROLLARIO
Da queſto è manifeſto, l'iſteſſo peſo eſſere tirato dalla iſteſſa poſ
ſanza
in tempo eguale per due volte tanto ſpatio con la taglia
in
queſto modo accommodata, che ſenza taglia; pur che i
mouimenti
di eſſa poſſanza ſiano eguali in velocità.
Percioche lo ſpatio del peſo moſſo ſenza taglia è vguale allo ſpatio della poſſanza.
1
Che ſe la corda ſarà in G riuolta d'intorno ad vn'altra girella, il cui centro K; &
ſia
la taglia di cotale girella attaccata di ſotto, laquale non habbia alcuno altro
mouimento
, ſe non il libero riuolgimento della girella d'intorno all'aſſetto ſuo; &
la
corda ſi leghi in M; ſarà
la
poſſanza di H che ſoſtiene
il
peſo B.
ſimilmente due vol
te
tanto, quanto è eſſo peſo.
il
che
per certo è manifeſto, con­
cioſia
, che egli ſia in tutto vna
coſa
iſteſſa, ſe ouero la corda ſia
in
M ouero in G legata, per­
cioche
la girella del centro K
non
nulla, & è totalmente
inutile
.
Ma ſe la poſſanza che ſoſtiene il
peſo
B ſarà in M, & la ta
glia
di ſopra ſia appiccata in
; ſarà la poſſanza di M
guale
al peſo B.
Percioche la poſſanza di G, che
ſoſtiene il peſo B è eguale al
peſo
B; & ad eſſa poſſanza
di
G è eguale la poſſanza di
L
; percioche GL è leua, il
cui
ſoſtegno è K; & la di­
ſtanza
GK è eguale alla diſtan
za
KL; ſarà dunque la poſ­
ſanza
di L, ouero (che è il me
deſimo
,) di M eguale al peſo B.
Per la 1. di questo.
165[Figure 165]
Queſto tale mouimento ſi nel­
le
leue DF LG i cui ſoſtegni
ſono
KA, & il peſo in D, & la poſſanza in F; ma nella leua LG la poſſan
za
ſtà in L, & il peſo come ſe fuſſe in G.
Se poi ſarà in M la poſſanza, che moue il peſo, & ſi traſporti, la poſſanza in N
& il peſo ſia moſſo fin ad O; ſarà lo ſpatio MN della poſſanza eguale allo ſpatio
di
CO peſo; percioche eſſendo la corda MLGFDC eguale alla corda NLG
FDO
, peroche è vna iſteſſa corda; leuata via la commune MLGFDO, ſarà lo
ſpatio
MN della poſſanza eguale allo ſpatio CO del peſo.
Et ſe la corda in M ſarà inuolta intorno à più girelle, ſempre la poſſanza, che in vno
delli
ſuoi eſtremi ſoſterrà il peſo ſarà eguale ad eſſo peſo: & gli ſpatij del peſo, &
della
poſſanza che moue ſempre ſi moſtreranno eſſere eguali.
1
PROPOSITIONE XVII.
Se à ciaſcuna delle due girelle di due taglie, l'vna delle quali ſia
ſo
ſtenuta di ſopra dalla poſſanza, & l'altra ſia poſta di ſotto, &
iui
attaccata, ſi condurrà intorno la corda; con l'vno de' ſuoi
capi
legato alla taglia di ſopra, & l'altro appiccato al peſo; la
poſſanza
ſarà tre volte tanto quanto il peſo.
Sia la girella co'l centro A della
taglia
attaccata di ſotto; & ſia la
corda
BCDEFG inuolta intor
no
non ſolamente à coteſta girel
la
, ma etiandio alla girella della
taglia
di ſopra, che ha il centro K;
& ſia la corda legata in B della
taglia
di ſopra; & in G ſia at­
taccato
il peſo H; & la poſſan­
za
in L ſoſtenga il peſo H.
Di­
co
che la poſſanza in L ètre vol
te
tanto quanto il peſo H, per­
cioche
ſe foſſero due poſſanze, che
ſoſtenneſſero
il peſo H vna in K,
& l'altra in B, ſarebbono ambe­
due
inſieme tre volte tanto quan­
to il peſo H: percioche la poſſan
za
in K è due volte tanto quan­
to
il peſo H, & la poſſanza in
B
è eguale ad eſſo peſo.
& per
cioche
la ſola poſſanza in L è
eguale
ad ambedue le poſſanze in
KB
, peroche la poſſanza in L ſo­
ſtiene
la poſſanza poſta in K,
come
la poſſanza poſta in B; &
la
detta poſſanza in L fa l'iſteſſo,
come
ſe fuſſero due poſſanze, l'
na
in K & l'altra in B.
Sarà
dunque
tre volte tanto la poſſan­
za
in L quanto il peſo H.
Che
biſognaua
moſtrare.
Per la 15. di questo. Nella prece dente.
166[Figure 166]
1
Ma ſe in L ſarà la poſſanza, che moue il peſo. Dico lo ſpatio
del
peſo moſſo eſſere tre volte tanto, quanto lo ſpatio della
poſſanza
moſſa.
Mouaſi il centro della girella
K
fin ad M, lo ſpatio
delquale
mouimento è ve­
ramente
eguale allo ſpatio
della
poſſanza moſſa, co­
me
è detto di ſopra: &
quando K ſarà in M, B
ſarà
in N, & NB ſa
eguale ad MK; &
mentre
K è in M, fia il
peſo
H, cioè il punto G
moſſo
in O; & per MK
ſiano
condotte le linee EF
PQ
egualmente diſtanti
dall
'orizonte; ſarà ciaſcu­
na
delle EP BN FQ
eguale
ad eſſa KM.
Et
percioche
la coda BCD
EFG
eguale è alla corda
NCDPQO
; eſſendo
vna
medeſima corda; &
la
corda poſta intorno al
mezo
cerchio ERF
guale
è alla corda poſta in
torno
al mezo cerchio
PSQ
; tolte via dunque
le
corde communi BC
DE
, & FO, ſarà OG
eguale
alle tre corde QF
NB
PE preſe inſieme.
ma QF NB PE in­
ſieme
ſono tre volte tanto
quanto
MK, cioè lo ſpa­
tio
della poſſanza moſſa;
lo
ſpatio dunque GO del
peſo
H moſſo, è tre vol­
te
tanto quanto è lo ſpa­
tio
della poſſanza moſſa.
che biſognaua moſtrare.
Nella precedente.
167[Figure 167]
1
PROPOSITIONE XVIII.
Se ad ambedue le girelle delle due taglie: l'vna delle quali ſia ſo
ſtenuta
di ſopra dalla poſſanza, & l'altra ſia poſta di ſotto, &
iui
attaccata, ſarà inuolta intorno la corda; con l'vno de' ca­
pi
ſuoi in qualche luogo legato, ma non già nella taglia di ſo­
pra
, & all'altro ſia appiccato il peſo; la poſſanza ſarà quattro
volte
tanto quanto il peſo.
Sia la taglia di ſotto, che habbia due gi­
relle
con li centri ſuoi AB; & ſia
la
taglia di ſopra, che ſimilmente hab­
bia
due girelle con li centri ſuoi CD:
& ſia la corda EFGHKLMNOP
riuolta
d'intorno à tutte le girelle, che
ſia
legata poi in E, & ſia appicca­
to
in P il peſo Q: & ſia la poſſan­
za
in R.
Dico la poſſanza di R eſ­
ſere
quattro volte tanto quanto il pe­
ſo
Q: concioſia che ſe ſi intenderan­
no due poſſanze, l'vna in K & l'al­
tra
in D, la poſſanza in K che ſo
ſtiene
il peſo Q con la corda KLM
NOP
ſarà eguale al peſo; & ſaran
no
le due poſſanze inſieme l'vna in D
& l'altra in K ſostenenti il peſo Q
tre
volte tanto quanto l'iſteſſo peſo.
Ma la poſſanza di C è due volte tan
to
quanto la poſſanza di K, & per con
ſequenza del peſo Q. peroche egli è
la
medeſima coſa, come ſe in K foſſe
appiccato
vn peſo eguale al peſo Q,
delquale
è due volte tanto la poſſanza
di
C.
Adunque due poſſanze poſte
in
DC ſono quattro volte tanto quan
to
è il peſo Q.
& concioſia, che la
poſſanza
di R ſoſtenga con le girelle
il
peſo Q, ſarà la poſſanza di R co­
me
ſe foſſero due poſſanze l'vna in D
168[Figure 168]
1& l'altra in C: & l'vna, & l'altra inſieme ſoſteneſſe il peſo Q. La poſſanza
dunque
di R è quattro volte tanto quanto il peſo Q.
che biſognaua dimoſtrare.
Per la 16. di questo.
Per la 15. di questo.
COROLLARIO
Dalla qual coſa è manifeſto, che ſe la corda ſarà legata in G, &
riuolta
d'intorno alle girelle, i cui centri ſono BCD; ſarà
la
poſſanza di R che ſoſtiene quat
tro
volte tanto, ſimilmente quan­
to
il peſo Q.
Percioche la girel­
la
il cui centro è A non nulla.
Che ſe la poſſanza mouènte il peſo ſa
in R.
Dico lo ſpatio del peſo
moſſo
eſſere quattro volte tanto
quanto
lo ſpatio della poſſanza.
169[Figure 169]
Siano moſſi i centri CD delle girelle fin ad ST;
ſaranno
per le coſe di ſopra dette CS DT
eguali
allo ſpatio della poſſanza; & per SDT
ſiano
condotte le linee HK VX NO ΥZ
egualmente
diſtanti dall'orizonte; & mentre
li
centri CD ſono in ST, ſia il peſo Q,
cioè
il punto P moſſo in *s.
& percioche
la
corda EFGHKLMNOP eguale è al
la
corda EFGVXLMΥZ*s; eſſendo vna
medeſima
corda: & le corde poſte d'intorno à
mezi
cerchi NIOHαK ſiano eguali alle cor
de
, lequali ſono intorno à i mezi cerchi ΥδZ
V
βX; tolte via dunque le communi EFGH
KLMN
& O*s; ſarà P*s eguale ad eſſe
N
Υ ZO VH XK inſieme preſe, ma le quat
tro
NΥ ZO VH XK tutte inſieme ſono
quattro
volte tanto quanto DT cioè lo ſpa­
tio
della poſſanza.
Lo ſpatio dunque PQ del
peſo
è quattro volte tanto quanto lo ſpatio
della
poſſanza.
che era da moſtrarſi.
1
Ma ſe la corda ſa
rilegata in
E
della taglia
di
ſopra, & la
poſſanza
di R
ſoſtenga
il pe­
ſo
Q.
ſarà la
poſſanza
di R
cinque
volte
tanto
quanto
il
peſo Q.
&
ſe
in R ſarà
la
poſſanza,
che
moue il pe
ſo
ſarà lo ſpa
tio
del peſo
moſſo
cinque
volte
tanto,
quanto
lo ſpa­
tio
della poſ­
ſanza
.
Lequa­
li
coſe tutte ſi
dimoſtreranno

con
modo ſimi
le
, come nelle
precedenti
è
ſtato
fatto.
170[Figure 170]
1
Ma ſe la poſſanza di R ſo­
ſteneſſe
il peſo Q hauen­
do
la taglia tre girelle, i
cui
centri ſiano ABC; &
ſia
vn'altra taglia di ſotto,
che
habbia due, ò tre girel­
le
, i cui centri ſiano DEF;
& ſia la corda riuolta d'in
torno
à tutte le girelle, &
ſia
legata in G ouero in H;
ſimilmente
moſtreraſſi la
poſſanza
di R eſſere ſei
volte
tanto quanto il peſo
Q
.
& ſe in R ſarà la
forza
mouente il peſo, ſi
moſtrerà
lo ſpatio del peſo
moſſo
eſſere ſei volte tan­
to
quanto lo ſpatio della
poſſanza
.
171[Figure 171]
Et ſe la corda ſarà legata in
K
della taglia di ſopra, &
in
R ſia la poſſanza che
ſoſtiene
il peſo; con modo
ſimile
ſi prouerà la poſſan­
za
di R eſſere ſette volte
tanto
quanto il peſo Q.
Et ſe in R ſarà la poſſanza
che
moue, ſi moſtrerà lo ſpa
tio
del peſo Q eſſere ſette
volte
tanto quanto lo ſpa­
tio
della poſſanza.
& coſi
in
infinito ogni proportio­
ne
molteplice della poſſan­
za
verſo il peſo potraſſi
trouare
.
& ſi moſtrerà
ſempre
, coſi eſſere il peſo
verſo
la poſſanza che lo ſo­
ſtiene
, come lo ſpatio della
poſſanza
che moue il peſo,
allo
ſpatio del peſo moſſo.
1
Hor il mouimento
delle
leue delle gi
relle
in queſte ſi
in
cotal modo,
cioè
le leue delle
girelle
della taglia
di
ſopra ſi mouo­
no
, come è detto,
nella
decimaſeſta
di
queſto; cioè han
no
il ſoſtegno nel­
le
ſtremità, la poſ­
ſanza
nel mezo,
& il peſo nell'al­
tra
ſtremità ap­
piccato
.
Ma le
leue
della taglia di
ſotto
hanno il ſo­
ſtegno
nel mezo,
& il peſo, & la
poſſanza
nelle ſtro
mità
.
172[Figure 172]
1
COROLLARIO
In queſte coſe è manifeſto, che le girelle della taglia di ſopra ſo­
no
cagione, che il peſo ſi moua da poſſanza maggio re di eſſo
peſo
, & per maggiore ſpatio di quel che è lo ſpatio di eſſa poſ
ſanza
, & per eguale in manco tempo: coſa che veramente
non
fanno le girelle della taglia di ſotto.
In altro modo ancora poſſiamo ritrouare queſta proportione moltiplice della poſſan­
za
verſo il peſo.
PROPOSITIONE XIX.
Se à ciaſcuna delle girelle dell'vna, & l'altra delle due taglio, l'
na
delle quali ſia appiccata di ſopra, & l'altra di ſotto ritenu­
ta
dalla poſſanza, che ſoſtiene, ſi riuolga intorno la corda; con
l
'vno de' capi ſuoi legato in qualche loco, & con l'altro attac­
cato
al peſo: la poſſanza ſarà due volte tanto quanto il peſo.
1
Sia la girella della taglia appiccata di ſopra, il cui centro ſia A; & BCD ſia del­
la
taglia di ſotto; ſia dapoi la corda EBCDFGHL rilegata in E; & in L ſia
appiccato
il peſo M; & ſia la poſ
ſanza
che ſostiene il peſo M poſta in
N
.
Dico la poſſanza di N eſſere
due volte tanto quanto il peſo M. Per
cioche
eſſendo ſtato di ſopra moſtrato
la
poſſanza di L, laquale per gratia
di
eſſempio, ſoſtenga il peſo O ap­
piccato
in N, eſſere la metà meno di
eſſo
peſo; adunque la poſſanza di N,
che
è eguale al peſo O ſoſtenirà il pe­
ſo
M, che è eguale alla poſſanza di L;
& ſarà detta poſſanza due volte tan­
to
quanto il peſo M.
che biſognaua
moſtrare
.
Per la 3. di questo.
173[Figure 173]
Altramente.
Poſte le coſe iſteſſe. Percioche la poſſan­
za
di F, ouero di D, che è l'iſteſſo,
è eguale al peſo M: & BD è vna
leua
, il cui ſoſtegno è B, & la poſ­
ſanza
di N è come ſe ella foſſe nel
mezo
della leua, & il peſo eguale ad
eſſo
M ſtà come ſe egli fuſſe in D
per
cauſa della corda FD, che è l'
ſteſſo
, come ſe BCD foſſe la girella
della
taglia di ſopra, & il peſo foſſe
appiccato
nella corda DF, ſi come
nella
decimaquinta, & nella decima­
ſeſta
è detto.
La poſſanza dunque di
N
è due volte tanto, quanto il peſo
M
.
che era da moſtrarſi.
Per la 1. di questo.
Ma ſe in N ſarà la poſſanza, che moue
il
peſo M, ſarà lo ſpatio del peſo M
due
volte tanto quanto la poſſanza poſta in N, ilche è manifeſto dalla duodecima
di
queſto; percioche lo ſpatio del punto L che inchina in giuſo, è due volte tanto
quanto
lo ſpatio di N che in ſuſo; ſarà dunque per lo contrario lo ſpatio del­
la
poſſanza di N che inchina in giù la metà meno dello ſpatio del peſo M moſ­
ſa
all'in .
Hor ſi come dalla terza, dalla quinta, & dalla ſettima di queſto &c. ſi poſſono rac­
1cogliere le ragioni del peſo O, ſiano quanto ſi voglia molteplici ad eſſa poſſanza
poſta
in L, con l'iſteſſo modo parimente ſi potranno moſtrare le ragioni quanto
ſi
voglia molteplici della poſſanza poſta in N, che ſoſtiene il peſo M.
& coſi
dalla
decimaterza, & dalla decimaquarta ſi moſtreranno le ragioni quanto ſi voglia
molteplici
allo ſpatio del peſo M, allo ſpatio della poſſanza poſta in N.
Si potrà ancora dalla decimaſettima, & dalla decimaottaua di queſto ritrouare la
proportione
molteplice, laquale ha la poſſanza, che ſoſtiene il peſo verſo l'iſteſſo
peſo
, ſi come la proportione della poſſanza di N al peſo M ſi dimoſtraua nel­
la
propoſitione decimaquinta, & decimaſeſta: & ſi trouerà coſi eſſere il peſo
alla
poſſanza, che ſoſtiene il peſo; come lo ſpatio della poſſanza, che moue allo
ſpatio
del peſo.
Li mouimenti delle leue in queſte ſi in cotal modo, cioè le leue delle girelle della ta­
glia
di ſotto ſi mouono, come della leua BD, laquale ſi moue, come ſe B foſſe il
ſoſtegno
, & il peſo ſteſſe in D, & la poſſanza nel mezo.
Ma le leue delle girel­
le
della taglia di ſopra ſi mouono, come FH, il cui ſoſtegno è nel mezo, il peſo in
H
& la poſſanza in F.
COROLLARIO.
Da queſto è manifeſto, che le girelle della taglia di ſotto in que­
ſte
fanno effetto tale, che il peſo vien moſſo da poſſanza mag­
giore
, di quel che ſia eſſo peſo, & per maggiore ſpatio dello
ſpatio
di eſſa poſſanza, & per eguale in manco tempo.
Coſa
che
non fanno già le girelle della taglia di ſopra.
Conoſciute le proportioni molteplici, hor egli è da accostarſi alle ſopra particolari.
Conoſciute le proportioni molteplici, già egli è da venire alle ſopraparticolari. Il
genere
ſopraparticolare è il ſecondo propoſto di ſopra, quando cio è ſi paragona
vna
quantità maggiore verſo vna minore ſi fattamente, che eſſa maggiore con­
tenga
la minore vna ò piu volte, & di piu parte di eſſa, che la posſi numerare in­
teramente
: come per eſſempio, il tre contiene il due vna volta, & più la metà di
eſſo
due, cioè vno, ilquale puote numerare il tre.
Intende dunque l'autore d'in­
ueſtigare
la proportione ſopraparticolare, che il peſo alla poſſanza.
1
PROPOSITIONE XX.
Se à ciaſcuna delle girelle dell'vna & l'altra delle due taglie, l'
na
delle quali ſia ſoſtenuta di ſopra dalla poſſanza, & di ſotto
ſia
poſta, & legata al peſo, ſarà inuolta d'intorno la corda;
con
l'vno de' ſuoi capi legato in qualche loco, & l'altro attac­
cato
alla taglia di ſotto; il peſo ſarà vna volta & meza tanto
quanto
la poſſanza.
Sia ABC la girella della taglia di ſopra, & DEF
quella
della taglia di ſotto legata al peſo G; &
ſia
la corda HABCDEFK inuolta d'intorno
alle
, girelle laqual corda ſia legata in K, & in H
alla
taglia di ſotto; & ſia in L la poſſanza che
ſoſtiene
il peſo G.
Dico, che il peſo è vna volta
& meza tanto quanto la poſſanza.
Hor percio­
che l'vna, & l'altra corda CD AH ſoſtiene la
terza
parte del peſo G; ſarà ogn'vna delle poſ­
ſanze
poſte in DH vn terzo del peſo G; alle
quali
tutte preſe inſieme è eguale la poſſanza di
L: peroche la detta poſſanza di L è due volte
tanto
quanto è la poſſanza di D, & di quella
che
ſta in H.
Per laqual coſa la poſſanza di L
viene
ad eſſere ſotto ſeſquialtera del peſo G.
Adunque il peſo G verſo la poſſanza di L è co­
me
tre à due.
cioè vna volta & meza. che biſo­
gnaua
moſtrare.
Per il corollario della 5. di queſto.
Per la 15. di questo.
174[Figure 174]
Per laqual coſa la poſſanza di L è ſotto ſeſquialtera del peſo G. detto, che il
ſopraparticolare
è il ſecondo genere de'moltiplici, la prima ſpetie del quale è
tre
à due, che è ſeſquialtera, cioè vna volta & meza.
Hor chi comparatione
al
contrario di due à tre naſce la ſotto ſeſquialtera, hauendo forza quella voce
ſotto
di paragonare la minore quantita con la maggiore.
La poſſanza dunque di
L
ſarà in proportione co'l peſo G come dueà tre, & in queſta guiſa deueſi in­
tendere
ſempre tale vocabolo.
1
Ma ſe la poſſanza che moue il peſo ſarà in L: Dico lo ſpatio
della
poſſanza eſſere vna volta & meza tanto, quanto lo ſpa­
tio
del peſo.
Stando le coſe iſteſſe, peruenga la girella
ABC
fin ad MNO, & la girella
DEF
fin à PQR; & H in S;
& il peſo G fin in T.
Et perche la
corda
HABCDEFK è eguale alla
corda
SMNOPQRK eſſendo la
corda
iſteſſa; & le corde che ſono d'in­
torno
à mezi cerchi ABCMNO ſo
no
tra loro eguali, & quelle, che ſono
d
'intorno alli mezi cerchi DEF PQR
ſimilmente
ſono tra loro eguali; tolte
via
dunque le corde AS CP RK
communi
, ſaranno le due CO MA
guali
alle tre DP HS FR.
ma l'
na
, & l'altra di CO AM ſeparata­
mente
è eguale allo ſpatio della poſſan­
za
moſſa.
Per laqual coſa le due CO
MA
inſieme ſaranno due volte tanto
quanto
lo ſpatio della poſſanza; & le
tre
DP HS FR inſieme con ſimile
modo
ſaranno tre volte tanto quanto
lo
ſpatio del peſo moſſo.
Ma la metà,
cioè
lo ſpatio della poſſanza moſſa, al­
la
terza parte, cioè allo ſpatio del peſo
moſſo
, ha proportione tale quale è dal
doppio
della metà al doppio del terzo,
cioè
come il tutto à duo terzi, che è come
tre
à due.
Lo ſpatio dunque della poſſan
za
poſta in L è vna volta & meza tan
to
quanto lo ſpatio del peſo G moſſo.
che biſognaua moſtrare.
175[Figure 175]
1
PROPOSITIONE XXI.
Se à tre girelle di due taglie, l vna delle quali ſia ſoſtenuta dalla
poſſanza
di ſopra con vna ſola girella, & l'altra con due girel­
le
ſia poſta di ſotto, & legata al peſo, ſarà inuolta d'intorno
la
corda, con l'vno de' ſuoi capi legato in qualche luogo, &
l
'altro legato nella taglia di ſopra; il peſo ſarà vna volta, & vn
terzo
tanto quanto la poſſanza.
Sia il peſo A legato alla taglia di
ſotto
, laquale habbia due girelle, i
cui
centri ſiano BC, & la taglia
di
ſopra habbia la girella co'l centro
D
; & ſia la corda EFGHKL
MN
riuolta d'intorno à tutte le gi­
relle
, laquale ſia legata in N, &
in
E dalla taglia di ſopra; & ſia
la
poſſanza in O, che ſoſtenga il pe
ſo
A.
Dico che il peſo è vna volta
& vn terzo tanto quanto è la poſſan
za
.
Et percioche ciaſcheduna delle
corde NM HG EF KL ſoſtie­
ne
la quarta parte del peſo A; &
tutte
inſieme ſoſtengono tutto il pe­
ſo
; le tre HG EF KL inſieme
ſoſterranno
le tre parti del peſo A.
Per laqual coſa il peſo A verſo tut
te
queſte inſieme ſarà come quattro
à
tre: & concioſia che la poſſanza di
O
faccia il medeſimo, che ſanno le
corde
HG EF KL tutte inſie­
me
; peroche le ſoſtiene tutte; ſarà la
poſſanza
di O eguale à le tre HG
EF
KL inſieme; & perciò il peſo
A
verſo la poſſanza di O ſarà co­
me
quattro à tre, cioè vna volta, &
vn
terzo.
che biſognaua moſtrare.
Per il 1. corolario della V. di queſto.
176[Figure 176]
1
Ma ſe in O ſarà la poſſan­
za
che moua il peſo A.
Dico lo ſpatio corſo dal­
la
poſſanza di O eſſere
vna
volta & vn terzo tan­
to
quanto è lo ſpatio del
peſo
A moſſo.
Stando le coſe medeſime, ſia il centro
B
moſſo in P; & C fin in Q;
& D in R; & E in S nel­
l
'iſteſſo tempo: & ſiano per li cen­
tri
condotte le linee ML*sZFG
TV
HK XΥ egualmente diſtan
ti
, & dall' orizonte, & fra ſe ſteſ­
ſe
: ſimilmente, come nella prece­
dente
ſi dimoſtrerà, le tre corde
XH
SE ΥK eſſere eguali alle
quattro
TG VF ZL *sM.
&
percioche
le tre XH SE ΥK ſo­
no
inſieme tre volte tanto quanto
lo
ſpatio della poſſanza: ma le
quattro
TG VF ZL *sM in­
ſieme
ſono quattro volte tanto quan
to
lo ſpatio del peſo moſſo; ſarà lo
ſpatio
della poſſanza verſo lo ſpa­
tio
del peſo, come la terza parte
alla
quarta parte.
Ma la terza
parte
verſo la quarta parte è come
tre
terzi à tre quarti, cioè come il
tutto
verſo tre quarti, che è come
quattro
verſo tre.
Lo ſpatio dun­
que
della poſſanza allo ſpatio del
peſo
moſſo proportione di vna
volta
& vn terzo.
che era damo­
ſtrarſi
.
177[Figure 177]
Ma ſe la corda in E ſarà inuolta d'in
torno
vn'altra girella, laqual cor­
1da poi ſia legata alla taglia di ſot
to
; ſimilmente si moſtrerà la pro­
portione
del peſo alla poſſanza di
O
, che lo ſoſtiene eſſere vna vol­
ta
& vn quarto; che ſe la poſſan­
za
eſſere vna volta, & vn quar­
to
verſo lo ſpatio del peſo.
&
coſi
in infinito procedendo ritro­
ueremo
qual ſi voglia proportione
ſopraparticolare
del peſo verſo la poſſan­
za
, che ſoſtiene il peſo, come lo
ſpatio
della poſſanza mouemte al­
lo
ſpatio del peſo moſſo.
178[Figure 178]
Il mouimento poſcia delle leue ſi
in
queſto modo, cioè della leua
ML
è il ſoſtegno M, eſſendo
la
corda legata in N, & la poſſanza in L.
ma percioche il punto L in
, il quale è moſſo dalla corda KL,
però
K ſi mouerà in , &
la
poſſanza nel mezo; Ma la le­
ua
FG haurà per ſoſtegno G,
il peſo nel mezo, & la poſſan­
za
in F; peroche il punto F ſi
moue
in dalla corda EF.
Ol­
tre
à ciò il G china in giù nella
girella
; peroche la H anchora
nella
ſua girella ſi moue all'ingiù.
1
PROPOSITIONE XXII.
Se all'vna & l'altra di ciaſcuna girella delle due taglie, l'vna del­
le
quali ſia ſoſtenuta di ſopra dalla poſſanza, & l'altra poſta di
ſotto
, & legata al peſo, ſarà condotta d'intorno la corda; con
l
'vno de ſuoi capi legato in qualche luogo, & l'altro attaccato
alla
taglia di ſopra.
ſarà la poſſanza vna volta & meza tanto
quanto
il peſo.
Sia la girella ABC della taglia legata
al
peſo D; & EFG la girella del­
la
taglia di ſopra, il cui centro ſia H;
ſia
dapoi la corda KABCEFGL ri­
uolta
d'intorno alle girelle, & legata
in
L & in K alla taglia di ſopra; &
ſia
in M la poſſanza, che ſoſtiene il
peſo D. Dico che la poſſanza è vna
volta
& meza quanto è il peſo.
Hor
percioche la poſſanza di E ſoſtenente
il
peſo D è la metà meno del peſo D;
& la poſſanza di H è due volte quan
to
la poſſanza poſta in E; ſarà la poſ­
ſanza
di H eguale al peſo D; & con
cioſia
, che la poſſanza di K ſia la me­
meno del peſo D; ſaranno ambe­
due
le poſſanze inſieme poſte in HK
vna
volta & meza quanto il peſo D.
eſſendo adunque la poſſanza di M egua­
le
à due poſſanze in HK preſe inſie­
me
, ſi come di ſopra è ſtato dichiarato;
ſarà
la poſſanza di M vna volta &
meza
quanto il peſo D.
che biſogna­
ua
moſtrare.
Per la 2. di questo.
Per la 15. di questo.
Per il 2. corollario del la 2. di questo.
179[Figure 179]
Ma ſe la poſſanza che moue il peſo ſarà in
M
, ſi moſtrerà ſimilmente, come nelle
precedenti
, lo ſpatio del peſo eſſere vna
volta
& meza tanto quanto lo ſpatio
della
poſſanza.
1
Et ſe la corda in K ſarà inuolta d'interno ad vn'altra girella, il cui centro ſia N;
laquale
dapoi ſta rilegata alla taglia di ſotto in O; & la poſſanza di M ſoſten­
ga
il peſo D.
Dico la proportione
della
poſſanza al peſo eſſere vna
volta
, & vn terzo.
Hor percioche la poſſanza di E che
ſoſtiene il peſo D con la corda EC
BAKPO
è vn terzo di eſſo D,
& la poſſanza di H è due volte
tanto
quanto eſſo E; ſarà la poſ­
ſanza
di H ſotto ſeſquialtera al pe­
ſo
D.
& nel modo isteſſo, per­
cioche
la poſſanza di O, laquale
è
come ſe foſſe nel centro della gi­
rella
ABC è vn terzo del peſo
D, & la poſſanza di N è due
volte
tanto quanto è eſſo O.
ſarà
parimente
la poſſanza di N ſotto
ſeſquialtera
al peſo D.
Per laqual
coſa
due poſſanze inſieme poſte in
HN
ſuperano il peſo D d'vna
terza
parte, & ſono verſo il detto
D
in ragione di vna volta & vn
terzo
.
& concioſia, che la poſſan­
za
di M ſia eguale alle due poſſan
ze
di HN preſe inſieme, ſupere­
ra
medeſimamente la detta poſſan­
za
di M il peſo D di vn terzo.
Adunque la proportione della poſ­
ſanza
poſta in M verſo il peſo D
è
vna volta, & vn terzo.
che bi­
ſognaua
moſtrare.
Per la 5. di questo.
Dalla 15. di questo.
Per la 3. & 15. di questo.
180[Figure 180]
Che ſe la poſſanza mouente il peſo ſa­
in M, con modo ſimile proue­
raſſi
lo ſpatio del peſo D eſſere vna
volta
& vn terzo tanto quanto la
poſſanza
di M.
Et ſe la corda in O ſarà inuolta d'in­
torno
ad vn'altra girella, laquale dapoi ſia legata alla taglia di ſopra; nell'iſteſſo
modo
dimoſtreremo la proportione della poſſanza M, che ſoſtiene il peſo eſſere
vna
volta & vn quarto tanto quanto il peſo.
& ſe in M ſarà la poſſanza che
moue
, ſimilmente moſtreraßilo ſpatio del peſo eſſere vna volta & vn quarto tan
1to quanto lo ſpatio della poſſanza. & coſi procedendo in infinito ritrouereme
qual
ſi voglia proportione ſopraparticolare della poſſanza al peſo, & ſempre
mostreremo
la poſſanza, che ſoſtiene il peſo coſi eſſere verſo il peſo, come lo ſpa­
tio
del peſo allo ſpatio della poſſanza, che moue il peſo.
Ma il mouimento della leua EG è come ſe G foſſe il ſoſtegno, eſſendo la corda legata
in
L, & il peſo, come ſe foſſe appiccato in E, & la poſſanza nel mezo.
Ma
della
leua CA il ſoſtegno è A, il peſo nel mezo, & la poſſanza in C.
& il
K
è il ſoſtegno della leua PK, il peſo in P, & la poſſanza nel mezo.
Le qua­
li
coſe tutte ſi dimoſtreranno, come nelle precedenti.
PROPOSITIONE XXIII.
Se all'vna, & l'altra delle due girelle di due taglie, l'vna dellequa
li
ſia ſoſtenuta di ſopra dalla poſſanza, & l'altra poſta à baſſo,
& legata al peſo, ſia menata intorno la corda, legando am­
bidue
li ſuoi capi in qualche luogo, non già nelle taglie; la
poſſanza
ſarà eguale al peſo.
1
Sia la girella della taglia di ſo
pra
ABC, il cui centro D;
& la girella della taglia le­
gata
al peſo H ſia EFG; il
cui
centro K; & ſia la cor
da
LEFGABCM ri­
uolta
d'intorno alle girelle
& legata in LM; & ſia
in
N la poſſanza che ſo­
ſtiene
il peſo H.
Dico che
la
poſſanza di N è egua­
le
al peſo H.
Prendaſi
il
punto O douunque ſi
ſia
nella corda AG.
Hor
percioche
ſe la poſſanza,
che
ſoſtiene il peſo H foſ
ſe in O, ſarebbe la metà
meno
del peſo H, & la
poſſanza poſta in D è due
volte
quanto è quella di O,
ouero
(che è l'iſteſſo) di N;
ſarà
la poſſanza di N
guale
al peſo H.
che bi­
ſognaua
moſtrare.
Per la 2. di questo.
Per la 15. di questo.
181[Figure 181]
Et ſe in N ſarà la poſ
ſanza
, che moue il
peſo
.
Dico, che lo
ſpatio
della poſſan­
za
poſta in N è
guale
allo ſpatio del
peſo
H moſſo.
Percio che lo ſpatio del punto O moſſo è due volte tanto quanto è lo ſpatio del pe
ſo H moſſo, come della poſſanza N moſſa; ſarà lo ſpatio della poſſanza N
allo
ſpatio del peſo H eguale.
Per la 11. di questo.
Per la 16. di questo.
1
Altramente.
Stando le coſe iſteſſe. ſia tra­
portato
il centro della gi­
rella
ABC fin à P; &
la
girella habbia il ſito in
QRS
.
Dapoi nell'iſteſſo
tempo
la girella EFG ſia
in
TVX, il cui centro
ſia
Υ, & il peſo ſia per
uenuto
in Z.
ſiano tira­
te
per i centri delle girel­
le
le linee GETX AC
QS
egualmente diſtanti
dall
' orizonte.
& ſi come
nelle
altre fu dimoſtrato,
le
due corde AQ CS ſa
ranno
eguali alle due cor­
de
XG TE; ma AQ
CS
inſieme ſono due vol
te
tanto quanto lo ſpatio
della
poſſanza moſſa; &
le
due XG TE inſieme
ſimilmente
ſono due vol­
te
tanto quanto lo ſpatio
del
peſo; ſarà dunque lo
ſpatio
della poſſanza egua
le
allo ſpatio del peſo.
che
biſognaua
mostrare.
182[Figure 182]
1
Che ſe l'vna, & l'altra taglia haurà etiandio due girelle, i cui centri ſiano ABCD,
& la corda ſia inuolta d'intorno à tutte, la quale ſia rilegata in LM; ſimilmen­
te
ſi moſtrerà, che la poſſan­
za
di N è eguale al peſo H.
Peroche ciaſcuna poſſanza
poſta
in EF ſoſtenente il
peſo
è vn quarto del peſo; &
le
poſſanze di CD ſono due
volte
tanto quanto quelle,
che
ſono in EF; ſarà cia­
ſcuna
poſſanza di CD la
metà
del peſo H.
Per la­
qual
coſa le poſſanze di CD
preſe
inſieme ſaranno eguali
al
peſo H.
Et percioche la
poſſanza
di N è eguale à
due
poſſanze poſte in CD;
ſarà
la poſſanza di N egua
le
al peſo H.
183[Figure 183]
Et ſe la poſſanza che moue ſa­
in N, con modo ſimile
ſi
moſtrerà lo ſpatio della poſ
ſanza
eſſere eguale allo ſpa­
tio
del peſo.
Ma ſe l'vna & l'altra taglia ha­
uerà
tre, ò quattro, oue­
ro
quante ſi voglia girelle,
ſempre
ſi dimostrerà la poſ­
ſanza
di N eſſere eguale al
peſo
H; & lo ſpatio della
poſſanza
mouente il peſo eſ­
ſere
eguale allo ſpatio del pe
ſo
moſſo.
Ma i mouimenti delle leue in
queſta
maniera ſono diſpoſti,
che
il ſoſtegno delle girelle
della
taglia di ſopra, come
AC
della figura preceden­
te
è in C, il peſo appiccato in A, & la poſſanza nel mezo in D.
ma le leue
delle
girelle della taglia di ſotto coſi ſi mouono, che di eſſo GE il ſoſtegno ſia E,
il
peſo appiccato nel mezo, & la poſſanza in G.
1
PROPOSITIONE XXIIII.
Se à tre girelle di due taglie, l'vna delle quali, che habbia vna gi
rella
ſolamente ſia ſoſtenuta di ſopra dalla poſſanza, & l'altra
poſta
di ſotto con due girelle, & legata al peſo, ſarà girata in­
torno
la corda: eſſendo li due ſuoi capi legati in qualche luo
go
, ma non già nella taglia di ſopra: il peſo ſarà il doppio del
la
poſſanza.
Siano AB i centri delle girelle della
taglia
legata al peſo C: & il D
ſia
il centro della girella di ſopra;
ſia
dapoi la corda riuolta d'intorno
à
tutte le girelle, & rilegata in EF;
& ſia in G la poſſanza, che ſo­
ſtiene
il peſo C.
Dico, che il peſo
C
è due volte tanto quanto la
poſſanza
G.
Hor percioche ſe in
HK
foſſero due poſſanze, che ſo­
ſteneſſero
il peſo con due corde ri­
uolte
d'intorno alle girelle ſolamen
te
della taglia di ſotto, ſarebbe per
certo
l'vna & l'altra poſſanza po­
ſta in KH vn quarto del peſo C;
Ma
la poſſanza di G è eguale alle
poſſanze
di HK preſe inſieme:
percioche è due volte tanto quan­
to
ciaſcuna delle poſſanze di H,
& K; ſarà la poſſanza di G la
metà
del peſo C.
il peſo dunque
ſarà
il doppio della poſſanza.
che
biſognaua
moſtrare.
Dalla 7. di questo.
Dalla 15. di questo.
184[Figure 184]
1
Et ſe in G ſarà la poſſanza
mouente
il peſo.
Dico
che
lo ſpatio della poſſan
za
è il doppio dello ſpa­
tio
del peſo.
185[Figure 185]
Stando le coſe iſteſſe. ſiano moſſe le gi
relle
; ſi dimoſtrerà ſimilmente am­
bedue
quelle corde LM NO eſ­
ſere
eguali alle quattro PQ RS
TV
XΥ.
Ma LM NO in­
ſieme
ſono il doppio dello ſpatio
della
poſſanza di G moſſa; &
le
quattro PQ RS TV XΥ
inſieme
ſono quattro volte tanto
quanto
lo ſpatio del peſo moſſo.
Lo ſpatio dunque della poſſanza
verſo
lo ſpatio del peſo è come la
metà
ad vn quarto.
Sarà dunque
lo
ſpatio della poſſanza allo ſpatio
del
peſo il doppiò.
1
Di qui egli è da conſiderare
in
che modo ſi faccia il mo
uimento
; percioche eſſen­
do
legata la corda in F,
la
leua NO nella prima
figura
haurà il ſoſtegno in
O
, il peſo nel mezo, & la
poſſanza
in N.
ſimilmente percioche la corda
è
rilegata in E, la leua
PQ
haurà il ſoſtegno in
P
, & il peſo ne, nezo,
& la poſſanza in Q.
On
de
le parti delle girelle di
N
& Q ſi moueranno
in
; adunque le girelle
ſi
moueranno non ad vna
parte
, ma in contrarie par
ti
, cioè vna alla deſtra, &
l
'altra alla ſiniſtra.
&
percioche
le poſſanze di
NQ
ſono le iſteſſe, che
ſono
in LM; le poſſan­
ze
dunque di LM eſſen­
do
eguali ſi moueranno
in
.
La leua dunque
LM
non ſi mouerà in
niuna
delle parti.
Per la
qual
coſa no anche la gi­
rella
ſi girerà intorno.
Coſi LM ſarà come bi­
lancia
, il cui centro D,
& li peſi appiccati in LM
ſaranno
eguali alla quar­
186[Figure 186]
ta parte del peſo C; peroche ciaſcheduna corda in LN MQ ſoſtiene la quar
ta
parte del peſo C; ſi mouerà dunque tutta la girella, il cui centro è D in ,
ma
non già volteraſſi intorno.
1
Et ſe la corda poſta in F ſiriuolgerà
d
'intorno à due altre girelle, i cui
centri
ſiano HK laquale dapoi ſia
rilegata
in L; ſarà la proportione
del
peſo alla poſſanza vna volta &
meza
.
Percioche ſe foſſero quattro poſſanze in
MNOI
, ciaſcheduna di loro ſareb
be
vn ſeſto del peſo C.
Per laqual
coſa
quattro poſſanze inſieme in MN
OI
ſaranno quattro ſeſti del peſo C.

& percioche due poſſanze inſieme po
ſte
in HD ſono eguali à quattro poſ
ſanze
poſte in MNOI; & la poſ­
ſanza
di G è eguale alle poſſanze di
DH
; ſarà la poſſanza di G egua­
le
à quattro poſſanze inſieme poſte
in
MNOI; & perciò ſarà quat­
tro
ſeſti del peſo C.
La proportio­
ne
dunque del peſo C alla poſſanza
di
G è vna volta & meza.
Per la 9. di questo.
187[Figure 187]
Et ſe in G ſarà la poſſanza, che moue,
con
modo ſimile ſi moſtrerà lo ſpatio
della
poſſanza eſſere vna volta &
meza
tanto quanto lo ſpatio del peſo.
Et ſe la corda di L ſarà dauantaggio
riuolta
d'intorno due altre girelle, ſi­
milmente
ſi dimoſtrerà la proportio­
ne
del peſo alla poſſanza eſſere vna
volta
, & vn terzo.
Che ſe in G
ſarà
la poſſanza che moue, ſi moſtre­
lo ſpatio della poſſanza eſſere vna
volta
, & vn terzo quanto lo ſpatio
del
peſo, & coſi di mano in mano
procedendo
in infinito ritroueremo
qual
ſi voglia proportione ſoprapar­
ticolare
del peſo alla poſſanza.
&
ſempre
ritroueremo coſi eſſere il peſo
verſo
la poſſanza che lo ſoſtiene, co­
me
lo ſpatio della poſſanza che moue
allo
ſpatio del peſo moſſo dalla poſ­
ſanza
.
1
Il mouimento delle leue ſi fa in queſto modo, la leua Υ Z, eſſendo la corda legata in
E
ha il ſoſtegno in Υ, il peſo attaccato in B nel mezo, & la poſſanza in Z.

& la leua PQ ha il ſostegno in P, la poſſanza nel mezo, & il peſo in Q.
Percioche biſogna, che le girelle, i cui centri ſono BD, ſi mouano nella parte
iſteſſa
, cioè che QZ ſi mouano all'insu.
& percioche la corda è rilegata in L,
ſara
il T il ſoſtegno della leua ST, che ha il peſo nel mezo, & la poſſanza in
S
; & percioche S ſi moue all'insù, è coſa neceſſaria, che R anchora ſi moua
all
'insù; & però, F ſarà il ſoſtegno della leua FR, & il peſo ſarà in R, &
la
poſſanza nel mezo.
Le girelle dunque, i cui centri ſono HK ſi mouono in
parti
contrarie di quelle, le quali hanno i centri BD; Per laqual coſa le parti del­
le
girelle PF nelle girelle inchineranno al baſſo, cioè verſo XV.
La leua dun
que
VX non ſi mouerà in vna, in altra parte, mouendoſi P & F al
baſſo
; & VX ſarà come leua, nel cui mezo ſia appiccato il peſo, & in VX
due
poſſanze eguali alla ſeſta parte del peſo C.
Percioche le poſſanze di MO,
cioè
le corde PV FX ſoſtengono la ſeſta parte del peſo C.
Adunque tutta
la
girella, il cui centro è A ſi mouerà in inſieme con la taglia, ma non già ſi
volgerà
intorno.
PROPOSITIONE XXV.
Se à tre girelle di due taglie, l'vna delle quali habbia due girel­
le
, & ſia tenuta di ſopra dalla poſſanza; & l'altra habbia vna ſo
la
girella, & ſia poſta di ſotto, & legata al peſo, ſarà inuolta in
torno
la corda: eſſendo legato l'vn & l'altro de'ſuoi capi in
qualche
luogo, ma non già nella taglia di ſotto.
La posſanza
ſarà
due volte tanto quanto il peſo.
1
Sia il peſo A legato alla taglia di ſotto, laquale habbia la girella ſua co'l centro B;
ma
la taglia di ſopra habbia due girelle, i cui centri ſiano CD, & ſia la corda
inuolta
d'intorno à tutte le girelle, & rilegata in EF; & la poſſanza che foſtie­
ne
il peſo ſia in G.
Di­
co
la poſſanza di G eſſe­
re
due volte tanto quanto
il peſo A. Percioche ſe
in
HK foſſero due poſſan
ze
, che ſoſteneſſero il pe­
ſo
, l'vna & l'altra ſareb­
be la metà del peſo A:
ma
la poſſanza di D è due
volte
tanto quanto la poſ­
ſanza
di H, & la poſſan
za
di C è due volte tanto
quanto
la poſſanza di K;
Per
laqual coſa due poſ­
ſanze
inſieme poſte in CD
ſaranno
il doppio di ambe­
due
le poſſanze di HK pre
ſe
inſieme.
Ma le poſſan­
ze
di HK ſono eguali al
peſo
A & le poſſanze di
CD
ſono etiandio eguali
ad
eſſa poſſanza di G; la
poſſanza
dunque di G ſa­
il doppio del peſo A,
che
biſognaua moſtrare.
Per il 2. corollario del la 2. di questo.
Per la 15. di questo.
188[Figure 188]
Ma ſe in G ſarà la poſſanza
mouente
il peſo, ſimilmen
te
ſi moſtrerà, come nella
precedente
lo ſpatio del
peſo
eſſere il doppio dello
ſpatio
della poſſanza.
Qui parimente è da conſide­
rare
, che la leua PQ non ſi moue, peroche la leua LM il ſoſtegno in L, la
poſſanza
nel mezo, & il peſo in M.
Ma la leua NO il ſoſtegno in O, la poſ
ſanza
nel mezo, & il peſo in N.
Per laqual coſa M, & N ſi moueranno all'in
.
Le girelle dunque, lequali hanno i centri CD ſi mouono in parti contrarie.
Onde la leua PQ non ſi mouerà all'vna, all'altra parte; & ſarà come ſe
foſſe
appiccato il peſo nel mezo, & in PQ due poſſanze fuſſero eguali alla metà
del
peſo A.
Peroche l'vna & l'altra poſſanza di HK è la metà del peſo A.
1Tutta la girella dunque il cui centro è B ſi mouerà all'insù, ma non già ſi volge­
intorno.
Et ſe la corda di F ſi volgeſſe
ancora
d'intorno à due al­
tre
girelle, i cui centri ſoſ­
ſero
HK, laqual corda
poi
ſia legata in L; ſarà la
proportione
della poſſan­
za
poſta in G vna volta
& meza quanto il peſo A.
189[Figure 189]
Percioche ſe in MN OP foſſero quat
tro
poſſanze ſoſtenenti il peſo, cia­
ſcheduna di loro ſarebbe il quarto del
peſo
A: ma concioſia che la poſſan
za di K ſia il doppio della poſſanza
di
N; ſarà la poſſanza di K vn
quarto
del peſo A.
& percioche
la
poſſanza poſta in D è eguale al
le
due poſſanze MO; ſarà ancho­
ra
la poſſanza di D vn quarto del
peſo
A.
Et di più eſſendo la poſ­
ſanza
di C vn quarto della poſſan­
za
di P, ſarà ſimilmente la poſſan
za
di C vn quarto del peſo A.
Tre poſſanze dunque poſte in CDK
ſono
eguali à tre metà del peſo A.
Ma percioche la poſſanza di G è
eguale
alle poſſanze di CDK, ſa­
la poſſanza di G eguale alle tre
metà
del peſo A.
La proportio­
ne
dunque della poſſanza al peſo è
vna
volta, & meza.
Per la 7. di questo.
Per la 15. di questo.
Che ſe in G ſarà la poſſanza, che mo­
ue
, ſarà lo ſpatio del peſo vna volta
& meza tanto quanto lo ſpatio del­
la
poſſanza.
Et ſe la corda in L ſarà inuolta dauan­
1taggio d'intorno à due altre girelle,
ſimilmente
ſi mostrerà la proportio­
ne
della poſſanza al peſo eſſere vna
volta
& vn terzo.
& coſi in infini
to
ritroueremo tutte le proportioni
ſopraparticolari
della poſſanza al pe
ſo
.
& moſtreremo la poſſanza che
ſoſtiene
il peſo eſſere coſi verſo il pe­
ſo
, come lo ſpatio d l peſo moſſo
allo
ſpatio della poſſanza che mo­
ue
il peſo.
190[Figure 190]
Il mouimento delle leue ſi farà in que­
ſto
modo, cioè il Q ſarà il ſoſtegno
della
leua QR, la poſſanza nel me
zo
, il peſo in R; & della leua Z *s
il
ſoſtegno ſarà il Z, il peſo nel
mezo
, & la poſſanza in *s.
ſimil­
mente
lo X ſarà il ſoſtegno della le
ua
VX, la poſſanza nel mezo, &
il
peſo in V.
& percioche lo V
ſi
moue all'insù, ſi mouerà all in lo
Υ ancora, & della leua Υ F il ſo­
ſtegno
ſarà F.
Per laqual coſa F
& Z nelle girelle ſi moueranno in
giù
.
& perciò la leua ST non ſi
mouerà
in vna, in altra par­
te
; & ST ſarà come bilancia, il
cui
centro ſarà D, & i peſi poſti
in
ST ſaranno eguali alla quarta
parte
del peſo A.
Peroche ciaſcu­
na
corda SZ TF ſoſtiene la quar­
ta
parte del peſo A.
La girellá
dunque
del centro D ſi monerà al­
l
'insù, ma non ſi volgerà intorno.
Fin qui, ſono ſtate dichiarate le propor
tioni
molteplici, & ſotto molteplici
che
ha il peſo alla poſſanza; & da­
poi
le proportioni ſopraparticolari,
& ſotto ſopraparticolari.
Hora re­
ſta
, che ſi manifeſtino le proportio­
1ni tra il peſo, & la poſſanza ſoprapartienti, & molteplici ſopraparticolari, &
molteplici
ſoprapartienti.
Et dapoi le ſopraparticolari, & le ſotto ſopraparticolari furono dichiarate. Dal co
noſcimento
del ſopraparticolare ſi intende ageuolmente il ſotto ſopraparticolare
che
gli è oppoſto; pero che paragonando come è detto il 3. co'l 2. naſce il ſo­
praparticolare
, & per lo contrario il 2. co'l 3. ſi produce il ſotto ſopraparticolare
per
la forza di quella voce ſotto.
Hora reſta &c. Qui propone di trattare delle proportioni, che il peſo con la poſ
ſanza
nel genere ſoprapartiente, & nel genere compoſto del molteplice ſoprapar
ticolare
, & del molteplice ſoprapartiente.
il genere ſo prapartiente è diuerſo dal
ſopraparticolare
, che doue nel ſopraparticolare vna quantità contiene l'altra vna
ò
più volte, & più parte, che può interamente numerare & l'vna, & l'altra: nel
ſoprapartiente
contiene vna, ò più volte, & dauantaggio parte che non le puo­
te
numerare, & miſurare perfettamente, come il cinque contiene il 3. vna volta,
& piu parte di eſſo, che è il 2. il quale non è miſura commune di ambidue loro,
& ſi denomina ſoprabipartiente terze, pero che contiene vna volta, & piu due
terze
parti del contenuto.
Segue poi. Et le molteplici ſopraparticolari, che di ſopra moſtrato. Componen
do
due generi inſieme il molteplice, & il ſopraparticolare naſce queſto moltepli­
ce
ſopraparticolare, nelquale vna quantità contiene l'altra molte volte, & più par
te
di eſſa, che è miſura commune di ambedue.
La primiera ſua ſpetie è il 5. pa­
ragonato
co'l due, che lo contiene due volte, & piu la metà di lui, cioè vno, mi­
ſura
di ambedue.
Chiamaſi queſta proportione doppia ſeſquialtera. Mettendo
parimente
inſieme il genere molteplice co'l ſoprapartiente, ſi fa il molteplice ſo­
prapartiente
, il quale è differente dal ſopradetto per riſpetto che in lui la maggior
quantità
contiene la minore molte volte, & piu parte di eſſa, che non puote eſſe­
re
loro miſura commune; la prima ſpetie del qual genere è come 8. à 3. peroche
l
'otto contiene il 3. due volte, & piu parte di eſſo 3. cioè 2. che non gli puo miſu
rare
ambidue, concioſia che il 2. non puo miſurare il 3. come l'otto per eſſere
queſti
due numeri 8. & 3. tra ſe primi.
& chiamaſi proportione doppia ſoprabi­
partiente
.
Vuole dunque l'autore andar inueſtigando le proportioni fra il peſo,
& la poſſanza ne i predetti generi ancora, come fatto ne gli altri.
Da queſte poche coſe, lequali qui narrato per ageuolare l'intédimento de i voca­
boli
pertinenti alle proportioni poſte da l'autore, ſi potrà facilmente con qual­
che
ſtudio comprendere tutta la ſomma delle vltime dimoſtrationi della taglia,
nelle
quali ſono queſti vocaboli di proportioni, quantunque in ogni loco quaſi
con
gli eſſempi ſtesſi de' numeri ſiano dall'autore manifeſtate.
PROPOSITIONE XXVI.
PROBLEMA.
Se vogliamo trouare la proportione ſoprapartiente, come ſe la
proportione
, laquale il peſo alla poſſanza che ſoſtiene il pe
ſo
ſarà ſoprabipartiente, come il cinque à tre.
1
Pongaſi la poſſanza in A, the ſo­
ſtenga
il peſo B, & il peſo B
habbia
proportione alla poſſan­
za
A, come cinque ad vno;
cioè
ſia la poſſanza di A vn quin
to
del peſo B: dapoi riuolgendo
la
corda iſteſſa d'intorno ad altre
girelle, ritrouiſi la poſſanza di C,
laquale
ſia tre volte tanto quan­
to
la poſſanza di A.
Et percio
che
il peſo B alla poſſanza po­
ſta
in A è come cinque ad vno;
& la poſſanza di A alla poſſan
za
di C è come vno verſo tre, ſa
il peſo B verſo la poſſanza
di
C come cinque à tre, cioè ſo­
prabipartiente
.
Per la 9. di questo.
Per la 17. di questo.
191[Figure 191]
Et à queſto modo tutte le proportio­
ni
ſoprapartienti del peſo alla poſ
ſanza
ſi troueranno; come ſe la
proportione
ſopratrepartiente vor
alcuno trouare, proceda con
l
'ordine isteſſo: cioè facciaſi che la
poſſanza
di A ſostenente il pe­
ſo
B ſia vn ſettimo del peſo B;
Dapoi
ſi faccia, che la poſſanza
di
C ſia quattro volte tanto quan
to
è quella di A; ſarà il peſo B
verſo
la poſſanza di C, come ſet
te
à quattro; cioè ſopratrepar­
tiente
.
Ma ſe in C ſarà la poſſan­
za
mouente il peſo, ſarà
lo
ſpatio della poſſanza
ſoprabipartiente
allo ſpa
tio
del peſo.
Per cioche lo ſpatio della poſſanza
poſta
in C è la terza parte della
ſpatio
della poſſanza poſta in A,
1cioè, che coſi ſono tra loro, come il cinque al quindici: & lo ſpatio della poſſanza
di A è cinque volte tanto quanto lo ſpatio del peſo B, cioè come quindici à tre.
ſarà
dunque lo ſpatio della poſſanza posta in C verſo lo ſpatio del peſo B come
cinque
à tre; cioè ſoprabipartiente: & ſempre dimostreremo, coſi eſſere lo ſpatio
della
poſſanza che moue allo ſpatio del peſo; come il peſo alla poſſanza che lo ſo­
ſtiene
.
Per la 17. di questo.
Per la 14. di questo.
Et con ragione del tutto ſimile ritroueremo la proportione ſoprapartiente della poſſan
za
al peſo.
Peroche ſe C foſſe di ſotto, & in eſſo foſſe appiccato il peſo; & il
B
di ſopra, nelquale foſſe la poſſanza che in C ſoſtiene il peſo, ſarebbe la poſ­
ſanza
di B ſoprabipartiente al peſo appiccato in C: eſſendo il B allo A come
cinque ad vno; ma A al C come l'vno al tre.
Per la 18. & per la 5. di questo.
Ma ſe vorremo trouare la proportione molteplice ſoprapartico­
lare
; come ſe la proportione, laquale ha il peſo alla poſſanza,
che
lo ſoſtiene ſia doppia ſeſquialtera, come cinque à due.
Nell'iſteſſo modo, co'l quale ritrouiamo le ſoprapartienti, ritroueremo ancora tutte que
ste
molteplici ſopraparticolari.
Come facciaſi il peſo poſto in B alla poſſanza di A,
come il cinque all'vno; & la poſſanza di C alla poſſanza di A come il due all'vno;
coſa
che ſi farà, ſe la corda ſarà rilegata in D, ouero in E; ma non già alla ta­
glia di ſopra; ſarà il peſo B alla poſſanza di C, come il cinque al due, cioè dop­
pio
ſeſquialtero.
Per la 9. di questo.
Per la 15. & 16. di questo.
Et per lo contrario ritrouaremo la proportione molteplice ſopraparticolare della poſ­
ſanza
al peſo; & come nelle altre ſi moſtrerà coſi eſſere lo ſpatio della poſſanza
che
moue allo ſpatio del peſo, come il peſo alla poſſanza, che lo ſośtiene.
Con l'iſteſſo modo ritrouaremo ancora ogni proportione ſopra­
partiente
; come ſe la proportione, laquale ha la poſſanza co'l
peſo
, ſarà doppia ſoprabipartiente, come l'otto al tre.
Facciaſi la poſſanza poſta in A ſoſtenente il peſo B vn'ottauo del peſo B, &
la poſſanza di C ſia vn terzo della poſſanza di A; ſarà il peſo B alla poſſan
za
di C, come l'otto al tre.
& per lo contrario ritroueremo ogni proportione mol
1teplice ſoprapartiente della poſſanza al peſo. & come nelle altre ritrouaremo coſi
eſſere
il peſo alla poſſanza che lo ſoſtiene, come lo ſpatio della poſſanza che moue
allo
ſpatio del peſo.
Per la 9. di questo.
Per la 17. di questo.
Ma egli è da notare, che benche più volte ſia ſtato detto nelle demoſirationi prece­
denti
, la poſſanza ſoſtenente il peſo eſſere due volte tanto quanto eſſo peſo, ò tre,
& coſi di mano in mano, come nella decimaquinta di questo è ſtato moſtrato; non­
dimeno
percioche la poſſanza ſoſtiene non ſolamente il peſo, ma la taglia ancora,
però
egli pare, che ſia meſtieri porre la poſſanza di molto maggiore virtù, & di pro­
portione
maggiore verſo il peſo.
ilche è vero, ſe vogliamo conſiderare etiandio la
grauezza
della taglia.
Ma percioche cerchiamo la proportione che è fra la poſ­
ſanza
& il peſo, però habbiamo tralaſciato coteſta grauezza della taglia, laquale
ſe
alcuno vorrà anche conſiderare, alla poſſanza potrà aggiungere forza che ſia
eguale
alla taglia.
ilche medeſimamente ſi potrà oſſeruare nella corda. & ſi co­
me
habbiamo ciò conſiderato nella decimaquinta, l'iſteſſo parimente nelle altre po­
tremo
conſiderare.
1
Egli è meſtieri ſapere etiandio, che ſi come tut­
te
le proportioni tra la poſſanza, & il peſo
ſono
ſtate ritrouate con vna ſola corda: coſi
ancora
potrannoſi le iſteſſe ritrouare con più
corde
, & con più taglie.
come ſe vorremo
ritrouare
la proportione molteplice ſoprapar
ticolare
con più corde, cioè ſe la proportio­
ne
, laquale il peſo alla poſſanza che lo ſo
ſtiene
ſarà doppia ſeſquialtera, come cinque
à
due; biſogna comporre queſta proportione
da
più proportioni come per gratia di eſſem­
pio
dalla proportione ſeſquiquarta, che è il
cinque
al quattro, & dalla doppia, che è il
quattro
al due.
Pongaſi dunque la poſſan­
za di A che ſoſtenga il peſo B, alla qua­
le
il peſo habbia la proportione di vna volta
& vn quarto, come cinque à quattro: da
poi con vn'altra corda ſi troui la poſſanza
di
C, della quale ſia doppia la poſſanza di
A
.
& percioche il B all' A è come cin­
que
à quattro: & l' A al C come il quat­
tro
al due: ſarà la poſſanza di B alla poſ­
ſanza
di C come il cinque al due; cioè ha­
urà
la proportione doppia ſeſquialtera.
Per la 21. di questo.
Per la 2. di questo.
192[Figure 192]
Et è da notare poterſi trouar' anche queſta pro­
portione
, ſe comporremo la proportione di
cinque
à due da più, come cinque à quindici,
& il quindici al venti, & il venti al due.
Et
in
queſto modo ritroueremo non ſolo ogni al­
tra
proportione, ma qualunque ſi ſia in mol­
ti
, & infiniti modi ritroueremo.
percioche
ogni
proportione ſi può comporre di propor­
tioni
infinite.
come è manifeſto nel commen­
tario
di Eutocio nella quarta propoſitione del
ſecondo
libro di Archimede della sfera, &
Cilindro
.
Poſſiamo ancora vſare più corde: &
adoperare
le taglie di ſotto ſola­
mente
, ouero quelle di ſopra.
1
Sia il peſo A alquale ſia legata la ta­
glia
, che habbia la girella col centro
B
; ſia rilegata la corda in C, la
quale
ſia inuolta d'intorno alla gi­
rella, & peruenga la corda in D:
ſarà
la poſſanza di D ſoſtenente il
peſo
A la metà del peſo A.
Da
poi la corda in D ſia rilegata ad
vn
'altra corda, laquale ſia legata
in
E, & peruenga in F.
ſarà
la
poſſanza di F la metà di quel­
lo
, che ſoſtiene la poſſanza in D:
percioche
egli è come ſe il D ſoſte
neſſe
la metà del peſo A ſenza ta
glia
: per laqual coſa la poſſanza di
F
ſarà vn quarto del peſo A.
&
ſe
dauantaggio la corda di F ſi ri­
legherà
ad vn'altra traglia, & ſi ri­
uolga
intorno alla ſua girella vn'al
tra
corda, laquale ſia legata in G,
& peruenga in H: ſarà la poſſan
za
di H la metà della poſſanza di
F
.
Adunque la poſſanza di N è
vn
'ottauo del peſo A.
& coſi in
infinito
ritroueremo ſempre la poſ­
ſanza
in proportione ſotto doppia verſo la precedente poſſanza.
193[Figure 193]
Et ſe in H ſarà la poſſanza che mo­
ue
, ſarà lo ſpatio della poſſanza ot­
to
volte tanto quanto lo ſpatio del
peſo
: percioche lo ſpatio di D è
due volte tanto quanto lo ſpatio del
peſo
A, & lo ſpatio di F è due
volte
tanto quanto lo ſpatio di D:
ſarà
lo ſpatio di F quattro volte
tanto
quanto lo ſpatio di A peſo.

ſimilmente
percioche lo ſpatio della
poſſanza
di N è il doppio dello ſpa
tio
di F, ſarà lo ſpatio della poſſan
za
di N otto volte tanto quanto il peſo A.
Per la 2. di questo.
Per la 2. di questo.
Per la 11. di questo.
1
Sia poi il peſo A legato alla fune, la­
quale
ſia inuolta d'intorno alla girel­
la
della taglia di ſopra, & rilegata in
B
, & ſia la poſſanza di C che ſo
ſtenga
il peſo A; ſarà la poſſanza
di
C due volte tanto quanto il peſo
A: dapoi C ſia rilegata ad vn'al­
tra
fune, laquale ſia rinuolta d'intor
no
la girella d'vn'altra taglia, & ri­
legata
in D; ſarà la poſſanza di E
due volte tanto quanto la poſſanza
di
C.
Per laqual coſa la poſſanza
di
E ſarà quattro volte tanto quan­
to
il peſo A.
Et ſe dauantaggio
lo
E ſi rilegherà ad vn'altra fune,
laquale
ſia inuolta dintorno' alla gi­
rella
d'vn'altra taglia ancora, & ſia
rilegata
in F; ſarà la poſſanza di G
due
volte tanto quanto la poſſanza
di
E.
Adunque la poſſanza poſta
in
G è otto volte tanto quanto il pe
ſo
A; & coſi in infinito ritrouere­
mo
ſempre la poſſanza eſſere due vol
te
tanto quanto la poſſanza prece­
dente
.
Per la 15. di questo.
Per la isteſſa.
194[Figure 194]
Ma ſe in G foſſe la poſſanza che moue,
ſarà
lo ſpatio del peſo otto volte tan
to
quanto lo ſpatio della poſſanza po
ſta
in G: percioche lo ſpatio del pe­
ſo A è due volte tanto quanto lo
ſpatio
della poſſanza posta in C, &
il
C è due volte tanto quanto è lo
ſpatio
di eſſo E.
Per laqual coſa lo
ſpatio
del peſo A ſarà quattro vol
te
tanto quanto lo ſpatio della poſſan
za
di E.
ſimilmente percioche lo
ſpatio
di E è due volte tanto quan­
to
è lo ſpatio della poſſanza poſta in
G
; ſarà dunque lo ſpatio del peſo A
otto
volte tanto quanto lo ſpatio della
poſſanza
poſta in G.
Per la 16. di questo.
1
COROLLARIO.
Da queſte coſe è manifeſto, che ſempre lo ſpatio della poſſanza
che
moue ha proportione maggiore verſo lo ſpatio del peſo
moſſo
, di quel che ha il peſo verſo la medeſima poſſanza.
Queſto è chiaro da quelle coſe lequali ſono ſtate dette nel corollario della quarta pro­
poſitione
di queſto nella leua.
PROPOSITIONE XXVII.
PROBLEMA.
Che ſi moua vn peſo dato da vna poſſanza data con le taglie.
La poſſanza data ò che ella è maggiore, ouero eguale, ò pure minore del peſo dato.
Se è maggiore, all'hora la poſ­
ſanza
, ſenza altro ſtromen­
to
, ò fune inuolta d'intor­
no
alla girella della taglia
appiccata di ſopra, mouerà
il
peſo dato.
percio che poſ
ſanza
minore della data pe
ſa
tanto quanto il peſo,
adunque
la data, che è mag
giore
mouerà.
L'iſteſſo ſi
può
fare in tutte le propo­
ſitioni
nelle quali la poſſan­
za
, che ſoſtiene il peſo è ſta
ta
dimoſtrata ò eguale, ò
minore
del peſo.
Per la 1. di questo.
195[Figure 195]
1
Ma ſe eguale mouerà il
peſo
eſſendo la fune
inuolta
d'intorno al
la
girella della ta­
glia
legata al peſo,
percio che la poſſan­
za
che ſoſtiene il pe
ſo
è la metà del pe­
ſo
.
la poſſanza dun­
que
eguale al.
peſo
mouerà
il peſo da­
to
.
ilche parimen­
te
ſi puote fare ſe­
condo
le propoſitio­
ni
, nellequali ſi è
moſtrato
la poſſan­
za
eſſere minore del
peſo
.
Per la 2. di questo.
196[Figure 196]
1
Che ſe è minore, ſia il peſo
dato
come ſeſſanta, & la
poſſanza
che moue ſia da­
ta
come tredici.
Trouiſi
la
poſſanza di A, che ſo
ſtenga
il peſo B, laquale
ſia vn quinto del peſo & percioche la poſſanza
di
A che ſoſtiene il peſo
è
come dodici; adunque
poſſanza
maggiore di do­
dici
poſta in A mouerà
il
peſo B.
Per laqual co
ſa
la poſſanza come tredi­
ci
poſta in A mouerà il
peſo
B.
che biſognaua
fare
.
Per la 9. di questo.
197[Figure 197]
Egli è parimente da auerti­
re
nel mouere i peſi, che
la
poſſanza alcuna volta
meglio
forſe moue mouen­
doſi
in giù, che mouendoſi
in
.
come volgaſi dauan
taggio
la fune d'intorno ad
vn
'altra girella della ta­
glia
di ſopra, il cui centro
ſia
C, & la fune per­
uenga
in D; ſarà la poſ­
ſanza di D ſoſtenente il
peſo
B ſimilmente dodi­
ci
, ſi come ella era in A.
Però la poſſanza di tredici
poſta
in D mouerà il pe­
ſo
B.
& percioche ſi
moue
in giù, forſe tirerà
più
facilmente, che ſe foſ­
ſe
poſta in A, ma il tem
po
è l'iſteſſo, ſi come egli
era
etiandio in A.
Per la 5. di questo.
1
PROPOSITIONE XXVIII.
PROBLEMA.
Sia propoſto à noi il fare, che la poſſanza mouente il peſo, & il
peſo
ſi mouano per gli
ſpatij
dati, i quali ſia­
no
fra loro commen­
ſurabili
.
Sia dato lo ſpatio della poſſanza
come tre, & del peſo come
quattro
.
ritrouiſi la poſſanza
di
A ſoſtenente il peſo B, la
quale
ſia vna volta, & vn ter­
zo
quanto il peſo, come quat­
tro
à tre.
Se dunque in A
foſſe la poſſanza mouente il
peſo
; ſarebbe lo ſpatio del pe­
ſo
vna volta, & vn terzo
quanto
lo ſpatio della poſſan­
za
, cioè come quattro à tre;
che
biſognaua fare.
Per la. 22. di questo.
Per l'isteſ­ſa.
198[Figure 198]
Ciò poſſiamo menar ad effetto con
vna
ſola fune per le coſe det­
te
nella vigeſima ſeconda, &
nella
vigeſima quinta di que­
ſto
.
che ſe ciò vorremo fare
con
più funi, potremo porlo
in
opra non ſolo con molti,
ma
con modi infiniti, come di
ſopra
è detto.
Per laqual co­
ſa
ciò ben poſsiamo affermare,
che pare coſa marauiglioſa,
cioè
.
Nella 26. di questo.
1
COROLLARIO I.
Da queſte coſe eſſere manifeſto, Qualunque data proportione
nei
numeri tra il peſo, & la poſſanza; & tra lo ſpatio del peſo
moſſo
, & lo ſpatio della poſſanza moſſa; poterſi trouare con
le
taglie in modi infiniti.
COROLLARIO II.
Dalle coſe dette è manifeſto etiandio che quanto più facilmen­
te
ſi moue il peſo, tanto maggiore eſſere etiandio il tempo;
ma
quanto più difficilmente, tanto minore eſſere: & coſi per
lo
contrario.
IL FINE DELLA TAGLIA.
1
DELL'ASSE
NELLA
ROTA.
199[Figure 199]
La fabrica, & compoſitione di queſto iſtrumento
inſegna
Pappo nell'ottauo libro delle raccolte ma­
tematiche
: & chiama aſſe AB, & timpano CD
d
'intorno al centro medeſimo (che noi diremo ro­
ta
) & nomaſcitale quei baſtoni i quali ſono fic­
cati
ne'buchi della rota notate per EFGH, & le altre ſuc­
ceſſiuamente
, che noi pur diremo raggi.
talche la poſſanza,
1laquale è ſempre ne i raggi, come in F, mentre ella volge
intorno
la rota, & l'aſſe, moua anco in il peſo K appicca­
to
all'aſſe con la corda LM riuolta d'intorno all'aſſe.
A noi
reſta
dunque, di moſtrare, perche i gran peſi da piccola forza,
200[Figure 200]
& in che modo etiandio ſi mouano con queſto iſtrumento:
& di più manifeſtare la ragione del tempo, & dello ſpatio del­
la
poſſanza mouente, & del peſo moſſo fra loro, & ridurre l'
ſo
di coteſto iſtrumento alla leua.
1
PROPOSITIONE I.
La poſſanza ſoſtenente il peſo con l'aſſe nella rota, ha la propor­
tione
medeſima al peſo, che il mezo diametro dell'aſſe al me­
zo
diametro della rota inſieme co'l raggio.
201[Figure 201]
Sia il diametro dell'aſſe AB, & il ſuo centro C; ſia il diametro della rota DCE
d
'intorno al centro medeſimo; & ſiano AB DE nell iſteſſa linea retta; ſiano
dopo
li raggi eguali tra loro, & egualmente diſtanti DF GH, & gli altri ne' bu­
chi
della rota; & ſia FE egualmente diſtante dall'orizonte, & il peſo K ſia
1appiccato alla corda BL volubile d'intorno all'aſſe. & la poſſanza poſta in F
ſoſtenga
il peſo K.
Dico che la poſſanza in F coſi ſi al peſo K, come CB
à
CF.
Facciaſi come CF à CB, coſi il peſo K ad vn altro peſo come M, il
quale
ſia appiccato in F.
& percioche i peſi MK ſono appiccati in ­FB; ſarà
FB
come leua, ouero bilancia; ma percioche il C è punto immobile, d'intorno
202[Figure 202]
alquale l'aſſe, & la rota ſi riuolgono; ſarà C il ſoſtegno della leua FB, ouero il
centro
della bilancia.
& per eſſere coſi CF à CB come K ad M, i peſi KM
peſeranno
egualmente.
La poſſanza dunque di F ſoſtenente il peſo K contra­
peſerà
egualmente con eſſo peſo K accioche egli non chini al baſſo, & ſarà eguale
ad
M.
Percioche la poſſanza opera il medeſimo che il peſo M. dunque il peſo K
1ſarà alla poſſanza di F, come CF à CB, & conuertendo la poſſanza ſarà al
peſo
, come CB à CF, cioè il mezo diametro dell'aſſe al mezo diametro della rota
inſieme co'l raggio DF. ſimilmente moſtreraſſi anco, che ſe la poſſanza ſoſtenente
il
peſo foſſe in Q, all'hora ſoſterrebbe con la leua CQ.
& haurebbe quella pro­
portione al peſo, che CB haue à CQ. cioè il mezo diametro dell'aſſe al mezo dia­
metro
della rota inſieme co'l raggio EQ, che biſognaua dimoſtrare.
Per la 6. del 1. d' Archimede del le coſe che peſano egualmente.
Per lo corollario della 4. del 5.
Per la 2. di questo della leua.
COROLLARIO.
Egli è manifeſto che la poſſanza ſempre è minore del peſo.
Percio che il mezo diametro dell'aſſe ſempre è minore del mezo diametro della rota.
& la poſſanza in tanto è minore del peſo, in quanto il mezo diametro dell'aſſe è mi
nore
del mezo diametro della rota inſieme co'l raggio.
Per laqual coſa quanto è più
lungo
CF, ouero CQ.
& quanto è più corto CB, tanto anco ſempre minore poſſan
za
poſta in F, ouero in Q, ſoſtenterà il peſo K.
percioche quanto minore è CB,
tanto
il mezo diametro dell'aſſe, haurà proportione minore al mezo diametro della
rota
inſieme co'l raggio.
In queſto loco occorre da eſſere conſiderato, che ſe il peſo ſarà appiccato in vn'altro
raggio
, come in T, che ſoſtenga il peſo K, in modo cioè, che il peſo appiccato in
T
, & il peſo K poſto d'intorno all'aſſe rimangano; ſarà il peſo in T più graue del
peſo
M appiccato in F.
Percioche ſia congiunta TB, & dal punto C ſia
tirata
la CI à piombo dell'orizonte, laquale tagli la TB in I; & alla fine con
giungaſi
TC, laquale ſarà eguale à CF.
Et percioche i peſi ſono appiccati in
TB
ſi haueranno in modo come ſe haueſſero i centri delle grauezze loro in TB,
come
dianzi fu detto.
& perche rimangono, ſarà il punto I per la prima di que­
ſto
della bilancia, il centro della grauezza di ambidue inſieme, per eſſere CI à piom
bo dell'orizonte. Ma percioche l'angolo BCI è retto, ſara BIC acuto, & la
linea
BI ſarà maggiore di eſſa BC.
Per laqual coſa l'angolo CIT ſarà ottuſo,
& perciò la linea CT ſarà maggiore di TI. Et concioſia che CT ſia maggiore
di
TI, & IB maggiore di BC; haurà TC proportione maggiore à CB,
che
TI ad IB; & conuertendo BC haurà proportione minore à CT, cioè
à
CF, che BI ad IT, come per la vigeſimaſeſta del quinto de gli elementi;
(ſecondo il Commandino) è manifeſto.
Ma percioche il punto I è centro della
grauezza
de' peſi ſtanti in TB, ſarà il peſo poſto in T al peſo poſto in B, come
BI ad IT. ma il peſo in F ſi al peſo medeſimo in B, come BC à CF;
dunque
il peſo in T haurà proportione maggiore al peſo in B, che il peſo in F
a
'l iſteſſo peſo in B.
adunque ſarà più graue il peſo in T, che il peſo in F.
Per la 29. del primo.
Per la 13. del primo.
Per la 6. del 1. di Archimede delle coſe che peſano egualmente.
Che ſe in loco del peſo in T ſi porrà vna poſſanza animata, che ſoſtenga il peſo K,
laquale
in maniera ſi inchini, come ſe voleſſe andare al centro del mondo, come di
ſua propria natura ſà il peſo appiccato in T; ſarà queſta ſteſſa eguale al peſo ap­
1piccato in T, altramente non ſoſtentarebbe, laquale veramente ſarà maggiore
della
poſſanza collocata in F.
percioche ſi come ſi ha il peſo di T al peſo di F,
coſi
haſſi anco la poſſanza di T alla poſſanza di F, per eſſere le poſſanze eguali
a
' peſi.
Ma ſe ciaſcheduna poſſanza preſa ſeparatamente ſoſtenente il peſo tanto
in
T quanto in F, ſecondo la circonferenza THFN, ſi voleſſe mouere, come
ſe
il raggio foſſe preſo con vna mano; all'hora la medeſima poſſanza poſta in F,
ouero
in T, potrà ſoſtenere l'iſteſſo peſo K; concioſia, che pongaſi pure nella ſtre
mità
di qual ſi voglia raggio, ſempre verrà ad eſſere egualmente diſtante dall'iſteſ­
ſo
centro C, & ad hauere la ſua inclinatione ſecondo la circonferenza iſteſſa egual
mente
diſtante ſempre dal centro medeſimo.
ne come fa il peſo di ſua propria na­
tura
più deſidera eſſere portata nel centro, che mouerſi in cerchio: percioche riguar­
da
l'vno, & l'altro, ouero qual ſi voglia altro mouimento ſenza veruna differenza
in
tutto.
Per laqual coſa non iſta il fatto nel modo iſteſſo, ſe ouero i peſi, ouero le
poſſanze
animate ſaranno poſte ne' luoghi medeſimi per far l'iſteſſo officio.
Per la 10. del 5.
Ma la poſſanza moue il peſo con la leua FB, cioè mentre la poſſanza di F volge in­
torno
la rota, gira intorno anche l'aſſe, & FB ſi come leua, il cui ſoſtegno è C;
la
poſſanza mouente in F, & il peſo è appiccato in B: & mentre il punto F
peruiene
in N il punto H ſarà in F, & il punto B ſarà in O; per modo che
la
tirata linea NO paſſi per C; & nell'iſteſſo tempo il peſo K ſarà moſſo in P,
per
modo che OBP ſia eguale ad eſſo BL, eſſendo la iſteſſa corda.
Dapoi dalla quarta di queſto della leua ageuolmente caueremo coſi eſſere lo ſpatio del
la
poſſanza che moue allo ſpatio del peſo moſſo, come il mezo diametro della rota
inſieme
co'l raggio al mezo diametro dell'aſſe, cioè come CF à CB; per eſſere
la circonferenza FN verſo BO, come CF à CB. Et percioche BL è egua
le
ad OBP, leuata via la commune BP, ſarà OB eguale ad eſſa PL.
Per la qual
coſa
FN che è lo ſpatio della poſſanza verſo PL ſpatio del peſo, ſarà come CF
à
CB, cioè il mezo diametro della rota inſieme co'l raggio al mezo diametro del­
l
'aſſe.
Laqual coſa parimente moſtreraſſi, ſtando la poſſanza in Q, ouero in qual ſi
voglia
altro raggio, come in S.
concioſia, che eſſendo li raggi fra loro eguali, &
egualmente
diſtanti; ſia doue ſi voglia la poſſanza moſſa con velocità eguale, tra­
paſſerà
ſempre in tempo eguale ſpatio eguale, cioè da Q in R, ouero da S in T
ſi
mouerà nel medeſimo tempo, che da F in N.
ma in quel tempo che la poſſanza
ſi
moue da F in N, nel medeſimo in tutto anco il peſo K da L ſi moue in P.
adunque ſia doue ſi voglia la poſſanza, ſarà lo ſpatio della poſſanza allo ſpatio del
peſo
moſſo, come CF à CB, cioè come il mezo diametro della rota co'l raggio al
mezo
diametro dell'aſſe.
Per la 4. di questo della leua.
1
COROLLARIO I.
Da queſte coſe è manifeſto, che coſi è il peſo alla poſſanza ſoſte­
nente
il peſo, come lo ſpatio della poſſanza mouente allo ſpa
tio
del peſo moſſo.
203[Figure 203]
COROLLARIO II.
Egli è manifeſto etiandio, che lo ſpatio della poſſanza mouen­
te
ſempre maggiore proportione allo ſpatio del peſo moſ­
ſo
, che il peſo alla ſteſſa poſſanza.
1
Oltre à ciò quanto il cerchio FHN d'intorno à i raggi è più grande, tanto anco ſi
conſumerà
più tempo in mouere il peſo, pur che la poſſanza ſi moua con eguale ve­
locità; & il tempo tanto ſarà maggiore quanto il diametro dell'vno ſarà maggiore
del
diametro dell'altro; percioche le circonferenze de'cerchi ſi hanno come i diame
tri
.
& concioſia, che per la trigeſima ſeſta del quarto libro di Pappo delle raccolte
204[Figure 204]
matematiche poſſiamo ritrouare le circonferenze eguali di due cerchi diſuguali; per­
ciò
ritroueremo anche il tempo à queſto modo delle portioni diſuguali de' cerchi.
Ma
per
lo contrario quanto ſarà maggiore la circonferenza dell'aſſe, il peſo moueraſſi
più
preſto in , percioche maggior parte della corda BL in vno giro compiuto, ſi
riuolge
d'intorno al cerchio ABO, che ſe foſſe minore, per eſſere la corda inuolta
eguale
alla circonferenza del cerchio, d'intorno alquale ſi riuolge.
Per la 23. dell'estano libre di Pappe.
1
COROLLARIO.
Da queſte coſe è manifeſto, che quanto più ageuolmente ſi mo
ue
il peſo, tanto il tempo è anco maggiore; & quanto più ma­
lageuolmente
, tanto il tempo eſſere minore.
& coſi per lo
contrario
.
PROPOSITIONE II.
PROBLEMA.
Far che ſi moua vn dato peſo, con l'aſſe nella rota da vna data
poſſanza
.
Sia il dato peſo ſeſſanta, & la poſſanza come dieci. Facciaſi vna linea retta AB, laquale
ſi
diuida in C, ſi fattamente che AC habbia la proportione iſteſſa à CB, che ha
ſeſſanta
à diece.
& ſe CB
foſſe
il mezo diametro del­
l
'aſſe, & CA il mezo dia
metro della rota co'raggi;
egli
è chiaro, che la poſſan­
za
come dieci poſta in A
peſerebbe egualmente co'l
205[Figure 205]
peſo ſeſſanta poſto in B. ma pigliſi tra BC qual ſi voglia punto, & ſia D; &
facciaſi
BD il mezo diametro dell'aſſe, & DA il mezo diametro della rota co'rag
gi
, & pongaſi il peſo ſeſſanta in B con vna corda inuolta d'intorno all'aſſe, & la poſ
ſanza in A. Hor percioche AD ha proportione maggiore à DB, che AC à
CB
: haurà proportione maggiore AD à DB, che il peſo ſeſſanta appiccato in
B
alla poſſanza di dieci posta in A.
Per laqual coſa la poſſanza di A mouerà il
peſo
di ſeſſanta con l'aſſe nella rota, il mezo diametro delquale è BD, & DA è
il
mezo diametro della rota co'raggi.
ilche era da farſi.
Per la precedente.
Per il lemma nella prima di questo della leua.
Per la 11. di questo della leua.,
1
Altramente.
Ma Mecanicamente meglio ſarà in queſto modo.
Pongaſi l'aſſe, il cui mezo diametro ſia BD, & il centro ſuo C, ilquale aſſe ſta­
tuiremo
maggiore, ò minore, come la grandezza, & grauezza del peſo ricerca.
Allunghiſi poſcia la li­
nea
BD fin ad A; &
facciaſi
BC à CA, co
me
diece à ſeſſanta., &
ſe
CA foſſe il mezo dia
metro
della rota co'rag
gi
, la poſſanza di diece
206[Figure 206]
poſta in A peſerebbe egualmente co'l peſo di ſeſſanta poſto in B. Ma allunghiſi,
BA
dalla parte di A, & in queſta allungata linea prendaſi qual ſi voglia punto
come
E, & facciaſi CE il mezo diametro della rota co'raggi; & pongaſi la poſ­
ſanza
di diece in E; haurà EC a CB proportione maggiore, che il peſo ſeſſanta
poſto
in B alla poſſanza di diece poſta in E.
Dunque la poſſanza di diece poſta in
E
mouerà il peſo ſeſſanta appiccato in B, con la corda inuolta d'intorno all'aſſe, il
cui
mezo diametro è CB, & CE è il mezo diametro della rota co i raggi.
che bi­
ſognaua
fare.
Sotto queſta ſorte d'iſtrumento ſono gli argani, i molinelli, le tri
uelle
, i timpani, ò rote co' ſuoi aſſi, ò ſiano dentate, ò , &
ſimili
.
Ma la triuella tiene anco non ſo che della vite; pero che mentre moue il peſo, cioè men­
tre
fora, per ſua quaſi natura ſempre trapaſſa viè più oltre: percioche ha quaſi le
helici
deſcritte come d'intorno ad vn cono.
ma perche ella ha la cima acuta, ſi puo­
te
anche ridurre commodamente alla ragione del cuneo.
1207[Figure 207]
L'Autore qui meſſo queſte cinque figure, lequali rappreſentano cinque iſtrumen
ti
da mouer peſi, iquali ſi riducono ſotto queſta facultà, accioche ſi vegga esſi eſ­
ſer
vna coſa medeſima con l'iſtrumento dell'aſſe nella rota già dichiarato; & vi
poſto le lettere ABC con le ſue linee, per dar ad intendere, che il peſo la
proportione
medeſima alla poſſanza, che lo ſoſtiene, che AC à CB, & ſe
ſarà
moſſo il peſo da vna poſſanza mouente, lo ſpatio della poſſanza ſarà ſimil­
mente
allo ſpatio del peſo, come AC à CB; laqual poſſanza deueſi intendere
poſta
in cima de i manichi delle ſtanghette diſcoſto dal centro tanto quanto è
CA
.
Il peſo hasſi poi da intendere legato ad vna corda, che ſia auolta d'intorno
all
'aſſe, ilquale ſarà lontano dal centro tanto quanto è CB: & coſi per le coſe
dette
in queſto Trattato, la poſſanza che ſoſtien haurà quella proportione al peſo,
che
ha CB à CA.
Con ſimile modo s'ha da intendere la figura, che il timpano,
conſiderando
che ſe la forza foſſe nella ſtremità del timpano, & il peſo ſarebbe
auolto
d'intorno all'aſſe.
Quanto alla triuella, ò ſucchiello che ſi nomi, per eſ­
ſore
vn'iſtrumento fatto non per ſoſtenere, ma per mouere, egli è biſogno, che
la
poſſanza habbia proportione maggiore al peſo di quel che ha CB à CA per
la
vndecima propoſitione di queſto nella leua.
IL FINE DE LL'ASSE NELLA ROTA.
1
DEL CVNEO.
Aristotele nelle queſtioni mecaniche
nella
queſtione 17. afferma, che il cuneo nel
fendere
vn peſo fa l'officio totalmente di due le
ue
contrarie l'vna all'altra fra loro in queſto
modo
.
Sia il cuneo ABC, & la ſua cima B, & ſia AB eguale à BC, & quel che s'ha
da
fendere ſia DE
FG
; & ſia la par
te
del cuneo HBK
fra
DE FG, &
HB
ſia eguale ad
eſſa
BK.
Percuo­
taſi
, come ſuol farſi,
il
cuneo in AC,
mentre
il cuneo viè
percoſſo
in AC, ſi
AB leua, il cui
ſoſtegno
è in H, &
il
peſo in B.
& nel
modo
iſteſſo CB ſi
fa
leua, il cui ſoſte­
gno
è K, & il pe­
ſo
ſimilmente in B.
Ma mentre il cu­
neo
è percoſſo, egli
entra
in eſſo DE
208[Figure 208]
FG anco con portione di ſe maggiore di quel che foſſe prima: & ſia questa por­
tione
MBL; & ſia MB eguale ad eſſa BL.
& per eſſere MB, & BL mag­
giori
di HB BK, ſarà anco ML maggiore di HK.
Mentre dunque ML ſarà
nel
ſito di HK; egli è meſtieri che la feſſa ſi faccia maggiore; & che D ſi moua
1verſo O, & G verſo N; & quanto maggior parte del cuneo entra fra DEFG,
tanto
maggior feſſa ſi faccia; & DG ſempre più ſaranno cacciati verſo ON.

dunque
la parte KG che ſi fende moueraſſi dalla leua AB, ilcui ſoſtegno è in H,
& il peſo in B; ſiche il punto B di eſſa leua AB cacci la parte KG: & la parte
HD
moueraſſi dalla leua CB, il cui ſoſtegno è K, ſi che B con la leua CB cacci
la
parte HD.
Ma trouandoſi tre maniere di leue, come è ſtato di ſopra mo­
ſtrato
.
però ſarà forſe più conueneuole conſiderare il cuneo
in
queſto modo.
Poſte le coſe isteſſe, intendaſi la leua AB, & il ſoſtegno ſuo B, & il peſo in H, come
nella
ſeconda di questo nella leua dicemmo.
ſimilmente ſia la leua CB co'l ſuo
ſoſtegno
B, & il peſo in K; ſiche la parte HD ſi moua dalla leua AB, il
cui
ſoſtegno è B, & il peſo in H; ſiche il punto H di eſſa leua AB cacci la
parte
HD.
& con modo ſimile la parte KG mouaſi dalla leua CB, il cui ſoſte­
gno
è B, & il peſo in K, ſiche il K di eſſa leua CB moua la parte KG.
ilche
ſarà
ſorſe più conforme alla ragione.
1
Percioche ſia il cuneo ABC; & ſiano due peſi ſeparati DEFG, & HIKL, fra
quali
ſia la parte DBH del cuneo, la cui cima B tenga il mezo tra l'vno, & l'al­
tro
ſito.
Percotaſi il cu
neo
in modo, che anche
dauantaggio
più ſia cac
ciato
fra i peſi, come pri
ma
è stato detto; per­
cioche
ſono queſti peſi
come
ſe foſſero vno con­
tinuo
ſolamente GF
KL
, che biſognaſſe fen
dere
: percioche nel mo­
do
isteſſo la parte DG
mentre
il cuneo è più ol
tre
cacciato, ſi mouerà
verſo
M, & la parte
HL
verſo N.
Mouaſi
dunque
la parte DG
verſo
M, & la parte
HL
verſo N; & il B
209[Figure 209]
mentre trapaſſa più oltre, ſempre rimanga nel mezo tra l'vn peſo, & l'altro. Hor
mentre
D G è moſſo dal cuneo in uerſo M; egli è manifeſto, che B non moue la
parte
DG inuerſo M con la leua CB, il cui ſoſtegno è H, perche il punto B non
tocca
il peſo; ma DG moueraßi dal punto D della leua con eſſa leua AB, che ha
per
ſoſtegno B; peroche il punto D tocca il peſo.
& gli iſtrumenti mouono per
toccamento
.
ſimilmente HL moueraßi da H con la leua CB, che ha per ſoſte­
gno
B; & ambedue le leue ſi fanno reſiſtenza l'vna all'altra fra loro in B, talche
B
faccia più tosto officio di ſoſtegno, che di mouere il peſo.
laqual coſa anco ma­
nifeſteraßi
in queſta maniera.
1
Sia quel che s'ha da fendere vn parallelogrammo rettangolo ABCD; & ſiano due
leue
eguali EF GF, & le parti delle leue HF KF ſiano tra AB CD; & ſia
HF
eguale ad FK, & ſia HA
eguale
à KB.
& faccia meſtieri
con
le leue EF FG fendere AB
CD
ſenza percoſſa, cioè ſiano le
poſſanze
mouenti in EG eguali.
Ma per eſſere feſſa AB CD, egli
è
meſtieri che la parte HA ſi mo
ua
verſo M; & KB verſo N:
ma
mentre le leue ſi mouono, co­
me
per eſſempio l'vna in M, &
l
'altra in N; egli è neceſſario,
che
il punto F rimanga immobi
le
, perche in eſſo ſi fa l'incontro del
le
leue.
Per laqual coſa F ſarà il
ſoſtegno
dell'vna, & l'altra leua;
& FG mouerà la parte KB, il
210[Figure 210]
cui ſoſtegno ſarà F, & la poſſanza mouente in G; & il peſo in K. ſimilmente
la
parte HA moueraßi dalla leua EF, il cui ſoſtegno è F, & la poſſanza in E,
& il peſo in H.
Che ſe KH foſſero i ſoſtegni immobili, & i peſi in F; mentre la leua FG ſi sforza di
mouere
il peſo poſto in F, all'hora le fa reſiſtenza la leua EF, laquale parimente
ſi
sforza di mouere il peſo poſto in F in uerſo la parte oppoſta; ma percioche le poſ­
ſanze
ſono eguali, & le altre coſe eguali: dunque non ſi farà mouimento in F;
percioche
l'eguale non moue l'eguale.
Egli è dunque paleſe, che in F ſi grandißima
reſiſtenza
dalle leue, che iui fra loro ſi incontrano, talche F viene ad eſſere vn cer­
to
che immobile.
Per laqual coſa conſiderando il cuneo come moue con le leue fra
loro
contrarie, egli per auentura le vſa più toſto à queſto ſecondo modo, che al
primo
.
Ma percioche tutto il cuneo ſi moue nel fendere, però poſſiamo
conſiderarlo
anche in vn'altro modo, cioè mentre che entra
in
quel che viene feſſo, niente altro eſſere, che vn mouere vn
peſo
ſopra vn piano inchinato all'orizonte.
1
Sia il piano egualmente diſtante dall'orizonte, che paßi per AB; ſia anco il cuneo
CDB
; & ſia CD eguale ad eſſa DB: & il lato del cuneo DB ſia ſempre nel
ſottopoſto
piano.
ſia dopo il peſo AEFG immobile in A; & ſia la parte del
cuneo
EDH ſotto AEFG.
Hor percioche mentre il cuneo è percoſſo in CB,
maggior
parte del detto cuneo entra ſotto AEFG, di quel che ſia EDH; ſia
211[Figure 211]
queſta parte IDH. & perche il lato del cuneo DB è ſempre nel piano ſottopo­
ſto
tirato per AB egualmente diſtante dall'orizonte, allhora quando la parte del
cuneo
KDI ſarà ſotto AEFG; ſarà il punto K in H, & I ſotto E, ma IK
è
maggiore di HE: dunque il punto E ſarà moſſo in .
& mentre il cuneo entra
ſotto
AEFG, il punto E ſi mouerà in ſopra il lato EI del cuneo; & nel mo
do
iſteſſo, ſe il cuneo trapaſſerà più oltre, il punto E moueraßi ſempre ſopra il la­
to
DC del cuneo; dunque il punto E del peſo ſi mouerà ſopra il piano DC in­
chinato
all orizonte, la cui inclinatione è l'angolo BDC.
che biſognaua moſtrare.
In queſto eſſempio conſiderando il cuneo, che moue à ſembianza di leua, egli è manifeſto
che
il cuneo BCD moue il peſo AEFG con la leua CD: ſi che D ſia il ſoſte­
gno
, & il peſo poſto in E: ma non già con la leua BD, il cui ſoſtegno ſia H, &
il
peſo poſto in D.
1
Ma accioche la coſa reſti più chiara vſiamo altro eſſempio.
Sia vn piano egualmente diſtante dall'orizonte, che paßi per AB: ſia il cuneo CAB,
il
cui lato AB ſia ſempre nel ſottopoſto piano; & ſia il peſo AEFG, che non
habbia
verun'altro moto ſe non in , & in giù ad angoli retti all'orizonte: talche
212[Figure 212]
tirata la linea IGK à piombo del piano ſottopoſto, & di eſſa AB, il punto G
venga
ad eſſere ſempre nella linea IGK.
& percio che mentre il cuneo è percoſſo
in
CB, egli trapaſſa tutto più oltre ſopra AB; il peſo AEFG ſi leuerà, come
per
le coſe predette ſi è moſtrato.
Mouaſi il cuneo in modo, che E alla fine peruen
ga
in C, & la giacitura del cuneo ABC venga ad eſſere MNO, & la giaci­
tura
del peſo AEFG ſia PMQI, & G ſia in I.
coſi perche mentre il cuneo
ſi
moue ſopra la linea BO, il peſo AEFG ſi moue in dalla linea AC.
&
mentre
il cuneo ABC trapaſſa più oltre, il peſo AEFG ſempre più dal lato del
cuneo
AC ſi leua: dunque il peſo AEFG ſi mouerà ſopra il piano del cuneo
AC
; ilche veramente altro non è, ſe non vn piano inchinato all'orizonte, la cui
inclinatione
è l'angolo BAC.
Queſto mouimento ſi riduce ageuolmente alla bilancia, & alla leua; percioche quel
che
ſi moue ſopra il piano inchinato all'orizonte, ſi riduce alla bilancia per la nona
propoſitione
di Pappo dell'ottauo libro delle raccolte matematiche.
percioche è vna
iſteſſa
ragione, che ouero ſtando fermo il cuneo, il peſo ſi moua ſopra il lato del cu­
neo
; ouero che eſſendo egli moſſo, ſi moua anco il peſo ſopra il ſuo lato, come ſo­
pra
vn piano inchinato all'orizonte.
La propoſitione di Pappo allegata qui dall'Autore, & in altri luoghi di queſto li­
bro
, ripoſta in loco conueneuole nel Trattato della Vite, ſtimando, che per
auentura
ella ſia per tornare più al propoſito della Vite, & ſeruirle in più chiarez­
za
, che al Cuneo.
Laquale propoſitione mi mandata dall'Autore, & io ſe ben
non
le manca nulla, la rincontrata accuratamente co'l Pappo Greco del Sig.
Pinello
, per modo che ſi haurà perfettisſima ad vtile, & diletto di coloro, i qua­
li
niuna coſa di Pappo ſcrittore marauiglioſo di Mecaniche hanno veduto,
letto
giamai.
1
Hora moſtriamo in che modo, quelle coſe lequali ſono feſſe, ſi
mouano
come ſopra piani inchinati all'orizonte.
Sia il cuneo ABC, & AB ſia eguale ad eſſa BC. Diuidaſi AC in due parti in
D
, & ſia congiunta BD.
ſia dopo la linea EF, per laquale paßi il piano egual­
mente
diſtante dall'orizonte, & ſia BD nella medeſima linea EF; & mentre il
213[Figure 213]
cuneo è percoſſo, & mentre ſi moue in verſo E, ſempre BD ſia nella linea EF.
& quel che ſi ha da fendere ſia GHLM, dentro alquale ſia la parte del cuneo
KBI
: egli è manifeſto, che mentre il cuneo ſi moue in verſo E, la parte KG mo­
uerſi
in verſo N; & la parte HI in verſo O.
percotaſi il cuneo per modo che la
linea
AC ſia nella linea NO; allhora K ſarà in A, & I in C: & K per le
coſe
ſudette ſarà moſſo ſopra KA, & I ſopra IC.
Per laqual coſa mentre ſi mo
ue
il cuneo, la parte KG ſi mouerà ſopra il lato BA del cuneo, & la parte IH
ſopra
il lato BC.
La parte dunque KG ſi mouerà ſopra il piano inchinato all'
rizonte
, la cui inclinatione è l'angolo FBA.
ſimilmente IH ſi moue ſopra il
piano
BC nell'angolo FBC.
le parti dunque di quel che ſi ſende moueranſi ſo­
pra
piani inchinati all'orizonte.
& quantunque il piano BC ſia ſotto l'orizonte;
tutta
via la parte IH ſi moue ſopra IC, come ſe BC foſſe ſopra l'orizonte nel­
l
'angolo DBC: percioche le parti di quel che ſi fende ſi mouono nel tempo me­
deſimo
dall'iſteſſa poſſanza.
ſarà dunque la medeſima ragione del mouimento della
parte
IH, & della parte KF.
ſimilmente è l'iſteſſa ragione ſe EF è egualmente
diſtante
dall'orizonte, ouero ſe è à piombo dell'orizonte, ouero in altro modo: pe
roche
egli è neceſſario, che la poſſanza, laquale moue il cuneo, ſia la medeſima, re­
ſtando
le altre coſe le medeſime.
ſarà dunque la ſteſſa ragione.
1
Dopo queſte coſe egli è da conſiderare, quali ſiano quelle coſe, lequali fanno , che più
ageuolmente
alcuna coſa ſi moua, ouero ſi ſenda, lequali ſono due.
Primieramente quel che opera in modo, che alcuna coſa più
ageuolmente
ſia feſſa.
ilche più appartiene etiandio alla eſ­
ſenza
del cuneo, è l'angolo poſto alla cima del cuneo: pero che
quanto
minore è l'angolo, tanto più ageuolmente moue, &
fende
.
Siano due cunei ABC DEF, & l'angolo ABC poſto alla cima ſia minore dell'an
golo
DEF.
Dico che alcuna coſa più ageuolmente ſi moue, ò fende dal cuneo
ABC
, che da DEF.
Diuidanſi AC DF in due parti eguali ne'punti GH;
& ſiano congiunte BG & EH.
Hor
percioche
le parti di quello, che ſi fen
de
dal cuneo ABC ſi mouono ſopra
il
piano inchinato all'orizonte, la cui
inclinatione
è GBA; & quelle che
dal
cuneo DEF ſi mouono ſopra il
piano
inchinato all'orizonte, la cui
inclinatione
è HED, & l'angolo
GBA
è minore dell'angolo HED;
per
eſſere GBA minore di DEF:
& per la nona di Pappo dell'ottauo
libro
delle raccolte matematiche, quel
che
ſi moue ſopra il piano AB, ſi mo
uerà
più facilmente, & da poſſanza
minore
, che ſopra ED.
Quel che ſi
ſende
dunque dal cuneo ABC più
214[Figure 214]
ageuolmente, & da poſſanza minore ſi fende, che dal cuneo DEF. ſimilmente
moſtreraſſi
, che quanto più acuto ſarà l'angolo poſto alla cima del cuneo, tanto più
ageuolmente
moueraſſi, & fenderaſſi alcuna coſa.
che biſognaua moſtrare.
1
Posſiamo dimoſtrare queſto etiandio con altra ragione, conſi­
derando
il cuneo come egli moue con le leue contrarie l'vna
all
'altra fra loro, fi come nel ſecondo modo detto.
ma biſo
gna
prima dimoſtrare queſto.
Sia la leua AB, che habbia il ſuo ſoſtegno B immobile, & quel che s'ha da mouere
ſia
CD EF rettangolo, coſi diſpoſto, che non poſſa mouerſi in giù dalla parte di
FE
; & il punto E ſia immobile, & come centro; ſiche il punto D ſi moua per
la
circonferenza del cerchio
DH
, il cui centro ſia E.
&
C
per la circonferenza CL,
ſi
che la linea congiunta CE
ſia
il ſuo mezo diametro.
di più CDEF tocchi la le
ua
AB in C, & la leua
AB
moua il peſo CDEF,
& la poſſanza mouente ſia
in
A, il ſoſtegno in B, &
il
peſo in C.
ſia dapoi vn'al
tra
leua MCN, laquale
etiandio
moua CD EF, il
cui
ſoſtegno immobile ſia
N
; la poſſanza mouente in
M
, & il peſo ſimilmente in
C
; & ſia CN eguale ad
215[Figure 215]
eſſa CB, & CM ad eſſa CA; & mouaſi alternamente il peſo CDEF con le
leue
AB MN.
Dico che CDEF più ageuolmente ſi mouerà dall'iſteſſa poſſan
za
con la leua AB, che con la leua MN.
Facciaſi il centro B, & con lo ſpatio BC deſcriuaſi la circonferenza CO. ſimilmen­
te
co'l centro N, & lo ſpatio NC deſcriuaſi la circonferenza CP.
Hor percio­
che
mentre la leua AB moue CD EF, il punto della leua C ſi moue ſopra la
circonferenza
CO, per eſſere B ſoſtegno, & centro immobile.
ſimilmente men­
tre
la leua MN moue CD EF, il punto C ſi moue per la circonferenza CP:
mentre
dunque la leua AB moue CD EF, ſi sforza mouere il punto C del peſo
ſopra
la circonferenza CO; ilche non può già fare, perche C ſi moue ſopra la cir­
conferenza
CL.
Per laqual coſa nel mouimento della leua AB ſecondo la parte
1che le riſponde, & nel mouimento del peſo fatto ſecondo C, ne naſce vn certo con­
traſto
: percioche ſi mouono in diuerſe parti.
ſimilmente mentre la leua MN mo
ue
CD EF, ſi sforza mouere il C ſopra la circonferenza CP: & però in queſto
ancora
naſce in ambidue i mouimenti vn ſimile contraſto.
Et perche la circonferen
za
CO è più da preſſo alla circonferenza CL, che non è CP, cioè più da preſſo
al
mouimento, che fa il punto C del peſo; però il contraſto tra il mouimento della le
ua
AB, & il mouimento del peſo C ſarà minore, che tra il mouimento della leua
MN
, & il mouimento dell'iſteſſo C, ilche etiandio è chiaro, ſe ſi intenda che CF
ſia
à piombo dell'orizonte; percioche all'hora la circonferenza CP più inchina al
baſſo
, che CO: & CL in .
& perciò ſi fa contraſto minore tra la leua
AB
, & il mouimento C, che fra la leua MN, & il mouimento C.
Ma doue
è
conteſa minore, iui è più ageuolezza.
Dunque ſi mouerà più facilmente CDEF
con
la leua AB, che con la leua MN.
che biſognaua moſtrare.
COROLLARIO
Da queſto è chiaro, che quanto minore è l'angolo contenuto
dalla
linea CF, ouero CE, ouero CD; cioè quanto
minore
è l'angolo BCF, ouero BCE, ouero anche BCD;
tanto
più ageuolmente il peſo è moſſo.
ilche moſtrerasſi nel­
l
'iſteſſo modo.
Ma quel che è propoſto moſtreremo in queſta maniera.
1
Siano li cunei ABC DEF, & l'angolo ABC ſia minore dell'angolo DEF, &
AB
BC DE EF ſiano tra loro eguali.
ſiano dapoi quattro peſi eguali GH IL
NO
QR rettangoli; & ſiano LM KH nella medeſima linea retta.
ſimilmente
RS PO in linea retta; ſaranno GK IM egualmente diſtanti, & NP QS an
co
egualmente diſtanti.
ſia IBG la parte del cuneo fra i peſi GH IL; & la par
te
del cuneo QEN fra i peſi NOQR; & ſiano IB BG QE EN tra loro
eguali
.
Dico che i peſi GH IL più ageuolmente ſaranno dalla poſſanza iſteſſa co'l
cuneo
ABC moſsi, che i peſi NO QR dal cuneo DEF.
Per la 28. del primo.
Diuidanſi AC DF in due parti eguali in TV, & congiunganſi TBVE, ſaranno
gli
angoli poſti al T, & V retti.
congiungaſi IG, laquale tagli BT in X. Hor
216[Figure 216]
percioche IB è eguale à BG, & BA eguale à BC: ſarà IA eguale ad eſſa
GC. Per laqual coſa BI ad IA è coſi, come BG à GC; dunque IG è egualmen
te
diſtante ad eſſa AC: & perciò gli angoli ad X ſono retti; ma gli angoli XGK
XIM ſono retti, peroche GM è rettangolo. Per laqual coſa TB è egualmente di­
ſtante
da GKIM.
dunque l'angolo TBC è eguale all'angolo BGK, & TBA è
eguale
ad eſſo BIM.
ſimilmente moſtreremo che l'angolo VEF è eguale ad ENP,
& VED eguale ad EQS.
& per eſſere l'angolo ABC minore dell'angolo DEF;
ſarà
anco l'angolo TBC minore di VEN.
Per laqual coſa BGK ſarà anche mi­
nore
di ENP.
con ſimile modo BIM è minore di EQS. Hor percioche il cuneo
ABC
moue con due leue AB BC, che hanno i ſoſtegni ſuoi in B, & i peſi in
GI
.
ſimilmente il cuneo DEF moue con due altre leue DE EF, i cui ſoſtegni ſo­
no
in E; & i peſi in NQ: per la precedente i peſi GH IL ſi moueranno più ageuol
mente
con le leue AB BC, che i peſi NO QR con le leue DE EF.
i peſi dunque
GH
IL, ſi moueranno più ageuolmente co'l cuneo ABC, che i peſi NO QR co'l
1cuneo DEF. & perche è la ragione iſteſſa nel mouere & nel fendere; però più age
uolmente
ſi fenderà alcuna coſa co'l cuneo ABC, che co'l cuneo DEF.
Et dimo­
ſtreraſſi
medeſimamente che quanto minore è l'angolo poſto alla cima del cuneo, tan
to
più ageuolmente ſi moue alcuna coſa, ouero ſi fende, che biſognaua mostrare.
Per la 2. del ſesto.
Per la 9. del primo.
Per la 28. del primo.
Oltre à ciò quelle coſe, lequali ſono moſſe dal cuneo DEF, ſi mouono per maggiori
ſpatij
che quelle che ſono moſſe dal cuneo ABC.
Imperoche affine che DF ſia
tra
QN, & affine che AC ſia trà IG, egli è neceſſario che QN ſi mouano per
maggiori
ſpatij, cioè l'vno alla deſtra, l'altro alla ſiniſtra, che IG, per eſſere DF
maggiore di AC: pur che tutto il cuneo entri fra i peſi. Ma dalla poſſanza più
facilmente
ſi moue per minor ſpatio alcuna coſa nel medeſimo tempo, che per mag­
giore
: pur che le altre coſe con le quali ſi il mouimento ſiano eguali: ſe dunque
AC
DF peruerranno nell'iſteſſo tempo in IG QN, eſſendo A I CG DQFN
tra
loro eguali; più facilmente dalla poſſanza ſi moueranno GI co'l cuneo ABC,
che
QN co'l cuneo DEF.
per laqual coſa i peſi GHIL ſi moueranno più facil­
mente
dalla poſſanza co'l cuneo ABC, che i peſi NO QR co'l cuneo DEF.

& ſimilmente ſi mostrerà, che quanto l'angolo poſto alla cima del cuneo ſarà mino
re
, tanto più ageuolmente ſi moueranno i peſi, ouero ſi fenderanno.
La ſeconda coſa laquale è cagione, che alcuna coſa ſi fenda più
ageuolmente
è la percoſſa, mediante laquale è moſſo il cuneo
& moue, cioè vien percoſſo, & fende.
1
Sia il cuneo A, quel
che
s'ha da fendere
B
, & quel che per
cuote
C; ilquale
ouero
da ſe ſteſſo
percuote
, & moue;
ouero
dalla poſſan­
za
che lo regge, &
moue
.
che ſe da ſe
ſteſſo
, prima s ha da
auertire
, che quan­
to
più ſarà graue,
tanto
ſi farà la per
coſſa
maggiore.
&
oltre
à ciò quanto
più
ſarà lunga la di­
stanza
tra AC, fa
raßi
parimente mag
giore
percoſſa: pe­
roche
ciaſcuna coſa
graue
, mentre ſi mo
ue
, prende più di gra
uezza
moſſa, che
ſtando
ferma, &
dauantaggio
anco
più
, quanto più da
lontano
è moſſa.
217[Figure 217]
Che ſe C ſarà moſſo da qualche poſſanza,
come
per lo manico DE ſia moſſo.
Pri
ma
quanto C ſarà più graue; dapoi
quanto
ſarà più lungo DE, tanto la
percoſſa
faraßi maggiore: percioche ſe
la
poſſanza mouente ſarà posta in E,
ſarà
il C più diſtante dal centro, & pe
moueraßi più tosto, come Ariſto­
tele
dimostra nelle questioni mecani­
che
; & puote eſſere anco chiaro da
quelle
coſe, che furono dette nel trat­
tato
della bilancia, che quanto più il
218[Figure 218]
1peſo C è diſtante dal centro, tanto più farſi graue, & vrterà etiandio con più ga­
gliard
'empito, eſſendo la forza in E più poſſente.
Ma queſta è la ſeconda coſa, laqual è cagione che con queſto iſtrumento ſi mouano gran
peſi
, & ſi fendano.
Percioche la percoſſa è vna forza gagliardißima, come è ma­
nifeſto
da la decimanona delle questioni
mecaniche
di Ariſtotele: peroche ſe ſo­
pra
il cuneo ſi imporrà vn peſo grandißi­
mo
, allhora il cuneo non farà nulla à pa­
ragone
ſpetialmente della percoſſa.
che ſe
anco
ſi adattaſſe al cuneo vna leua, ouero
vna
vite, ò qualche altro tale ſtromento
per
cacciare il cuneo più à dentro nel peſo,
non
auenirà effetto quaſi di momento niu
no
, riſpetto alla percoſſa.
della qual coſa
puote
eſſere inditio, che ſe foſſe il corpo A
di
pietra, da cui alcuno voleſſe leuar via
219[Figure 219]
qualche parte, come vn pezzo dell'angolo B, allhora potrebbe rompere ageuolmen
te
con vno martello di ferro, ſenza altro ſtromento, percotendo in B, qualche pezzo
dell
'angolo B: ilche non potrà fare con neſſuno altro ſtromento, che ſia priuo di per­
coſſa
, ſe non con difficultà grandißima, ſia ò leua, ò vite, ò qual ſi voglia altra coſa
tale
.
La onde la percoſſa è cagione, che ſi fendano i gran peſi. & hauendo la per­
coſſa
coſi gran forza, ſe le aggiungeremo qualche ſtromento accommodato à moue­
re
, & fendere, vedremo per certo coſe marauiglioſe.
Coteſto ſtromento è il cuneo,
nel
quale due coſe, inquanto s'ap
partiene
alla ſua forma, occor­
rono
ad eſſere conſiderate: L'
na
, che il cuneo è attißimo à ri­
ceuere
, & ſoſtenere la percoſſa:
l
'altra è, che per la ſua ſottigliez
za
nell vna delle parti facilmente
entra
ne'corpi, come eſpreſſa­
mente
ſi vede.
Il cuneo dunque
operaſi
con la ſua percoſſa, che
vediamo
quaſi miracoli nel fen­
dere
i corpi.
220[Figure 220]
1
Alla facoltà di cotale ſtromento ſi poſſono etiandio ridurre commodamente quelle co
ſe
tutte, lequali con percoſſa, ouero ſpinta tagliano, diuidono, ſorano, & fanno al
tri
cotali effetti, come ſpade, punte, coltelli, ſcuri, & ſimili.
La ſega ancora ſi
ridurrà
à queſto: peroche i ſuoi denti percotono, & ſono à ſembianza di cuneo.
IL FINE DEL CVNEO.
1
DELLA VITE.
Pappo nell'iſteſſo ottauo libro trattando mol­
te
coſe della vite, inſegna come ella ſi deue fa­
bricare
; & come con cotale ſtromento ſi moua­
no
grandi peſi: & di più mette altre ſpeculatio­
ni
molto vtili alla cognitione di lei.
Ma per­
cioche
tra le altre coſe egli promette di voler moſtrare la vi­
te
niente altro eſſere, che vn cuneo preſo ſenza la percoſſa, il
quale
faccia il mouimento ſuo con la leua.
& queſto in lui ſi
deſidera
: però noi ſi sforzeremo di moſtrare ciò.
& di più
ridurre
la detta vite alla leua, & alla bilancia, accioche alla fi­
ne
ſe n'habbia compiuta cognitione.
ritenuto nel tradurre le parole Cilindro, & Helice i vocaboli iſtesſi, come l'Au­
tore
gli ha poſti, percioche la noſtra lingua pouera ancora di queſte voci, non ne
fin hora approuata alcuna per buona, & communemente in teſa in tutta Italia
per
ſignificare le predette due coſe Cilindro, & Helice.
Però io, affine di dome­
ſticarle
, voluto farne eſperientia, laſciandole coſi, ſe per auentura poteſſero
eſſer
accettate.
Cilindro, voce Greca, è quel baſtone lauorato al torno, nel quale
ſi
intagliano quei rileui co' ſuoi concaui, che vanno montando in ſuſo à lumaca,
ò
chiocciola, & ſi dicono vite, ouero in qualche contrada d'Italia vermi, ò chioc
ciole
, & l'Autore qui noma Hlici.
Baſta che la coſa reſti chiara, non queſtionan­
do
de' nomi, & ſi intenda che voglia dire Cilindro, & Helice.
La Vite in latino
ſi
chiama Cochlea à ſimiglianza cred'io dell'animale che ſi mangia detto lumaca, ò
bouolo
, ò chiocciola, che è più ſimile à Cochlea latino, talche la vite, ſtando
i
nomi, viene ad hauere preſo il nome da quell'animale, che nella caſa, la quale ſem
pre
porta ſeco ſi raſſembra, masſimamente nel fondo di eſſa, in certo modo al rile
uo
, ò verme, ouero helice della vite.
Onde ben ſi potrebbe con ragione dire
chiocciola
alla vite, volgarizando il vocabolo latino cochlea, come ſi appellane
chiocciole
le ſcale che aſcendono à vite.
1
Sia il cuneo ABC, ilquale ſi riuolga d'intorno al Cilindro DE, & ſia IGH il cu­
neo
riuolto d'intorno al cilindro, la cui cima ſia I.
ſia dapoi il cilindro inſieme co'l cu
neo
poſtoui d'intorno accommodato in modo, che ſenza alcuno impedimento ſi poſſa
volgere
intorno co'l manico KF attaccato all'aſſe: & ſia LMNO quel che s'ha
da
fendere, ilquale etiandio dalla parte di MN ſia immobile, ſi come ſuole farſi
in
quelle coſe, che ſi fendono.
& ſia la cima I'tra RS. Volgaſi intorno KF, &
221[Figure 221]
peruenga à KP; & mentre che KF ſi volge intorno, tutto il cilindro DE anco
ra
ſi volge intorno, & il cuneo IGH.
per laqual coſa mentre KF ſarà in KP,
la
cima I non ſarà più tra RS, ma altra parte del cuneo, come TV: ma TV è
maggiore
di RS; peroche la parte del cuneo, laquale è più diſtante dalla cima, ſem­
pre
è maggiore di quella, che è più ad eſſa vicina.
accioche dunque TV ſia tra RS,
biſogna
che R ceda, & ſi moua verſo X, & S in verſo Z, come fanno le coſe, che
ſi
fendono.
tutto dunque LMNO ſi fenderà. Similmente dimoſtreremo, che men
tre
il manico KP ſarà in KQ, allhora GH ſarà fra RS: & mentre GH ſarà
tra
RS, egli è neceſſario che R ſia in X, & S in Z.
talche XZ ſia eguale à GH;
& ſempre LM NO ſi fenderà dauantaggio.
coſi dunque è manifeſto, che mentre
KF
ſi volge intorno, ſempre R ſi moue in verſo X, & S in verſo Z: & R mo­
uerſi
ſempre ſopra ITG, & S ſopra IVH, cioè ſopra i lati del cuneo volti
d
'intorno al cilindro.
1
PROPOSITIONE I.
Il cuneo accommodato in queſto modo d'intorno al cilindro,
niente
altro è, che la vite, laquale habbia due helici congiun
te
fra loro in vno punto.
Sia il cuneo ABC; & AB ſia eguale à BC. diuidaſi AC in due parti in D,
& congiungaſi BD; ſarà BD à piombo di AC: & AD eguale à DC, & il
triangolo
ABD eguale al triangolo CBD.
Facciaſi dapoi i triangoli rettangoli
EFG
HIK non ſolo tra loro eguali, ma etiandio eguali ad ambidue i triangoli
222[Figure 222]
ADB, & CDB. & ſia il cilindro LMNO, la cui linea che lo circonda detto
Perimetro
ſia eguale ad ambedue FGKI: & LMNO ſia parallelogram­
mo
per l'aſſe.
& facciaſi MP eguale ad FE, & PN eguale ad HI. & pon
gaſi
HI in NP, & inuolgaſi il triangolo HIK d'intorno al cilindro; & ſia de
ſcritta
la helice NQR ſecondo KH, come inſegna anche Pappo nell'ottauo libro
alla
propoſitione vigeſima quarta.
& ſimilmente pongaſi EF in MP, & in­
uolgaſi
il triangolo EFG d'intorno al cilindro, & deſcriuaſi per EG la helice
PRM
.
& coſi per eſſere PM PN eguali ad EF HI, ſarà MN eguale ad
eſſa
AC, & per eſſere le helici PRM PQN eguali alle linee EG HK; ſa­
1ranno dunque le dette helici eguali ad eſſe AB BC. dunque il cuneo ABC ſarà
tutto
inuolto d'intorno al cilindro LMNO.
Siano tagliate da poi le helici, come
inſegna
Pappo, ſecondo la larghezza del cuneo; & à queſto modo il cuneo inſieme
223[Figure 223]
co'l cilindro niente altro ſarà, che la vite, laquale habbia due helici PRM PQN
congiunte
fra loro d'intorno al cilindro LN in vno ſolo punto.
che biſognaua
moſtrare
.
COROLLARIO.
Di qui puote eſſere manifeſto, come ſi poſſano deſcriuere le he
lici
nella vite.
Hora dimoſtriamo, come ſi mouano i peſi ſopra le helici della
vite
.
Sia come prima il cuneo IGH inuolto d'intorno al cilindro DE, la cui cima ſia I, &
ſi
adatti il cilindro in modo, che ſi poſſa volgere liberamente con l'aſſe ſuo.
& ſia­
no
due peſi MN di qualunque figura vogliamo, commodati nondimeno in modo
1che non poſſano mouerſi ſe non ſopra la diritta linea LO, laquale ſia egualmente
diſtante
dall'aſſe del cilindro; & ſiano MN preſſo la cima I del cuneo.
Volgaſi
intorno
KF, & peruenga in KP: & mentre KF ſarà in KP, allhora TV ſa
fra i peſi MN, ſi come di ſopra habbiamo detto.
dunque M ſi mouerà verſo
224[Figure 224]
L, & N verſo O. Similmente moſtreraſſi, che mentre KP ſarà in KQ, allho­
ra
GH ſarà tra i peſi MN; & M ſarà in X, & N in Z; ſi che XZ ſarà
eguale
à GH.
Per laqual coſa mentre KF ſi volge intorno, ſempre il peſo N ſi
moue
in verſo O, & ſopra la helice IRS; & M ſopra l'altra helice.
1
Similmente ſe la vite
haurà
più helici co­
me
nella ſeconda fi­
gura
, il peſo A, men
tre
la vite ſi volge
intorno
, ſempre ſi
mouerà
ſopra le he­
lici
BCD EFG;
pur
che il peſo A
in
modo ſi adatti,
che
non poſſa mo­
uerſi
ſe non ſopra la
retta
linea HI
gualmente
diſtante
da
eſſo cilindro.
Per
cioche
nell'iſteſſo mo
do
, che ſi moue ſo­
pra
la prima helice,
ſi
moue etiandio ſo­
pra
la ſeconda, & ſo
pra
la terza, et ſopra
le
altre.
Percioche
quante
ſi voglian heli
ci
che ſiano, non ſon
altro
niente, che vn
lato
del cuneo inuol­
to
d'intorno all'iſteſ­
225[Figure 225]
ſo cilindro vna, & più volte. et ſia la vite ouero à piombo dell'orizonte, ouero egual
mente
diſtante dall'orizonte, ouero in altro modo collocata, non importa nulla; per­
cioche
ſempre valerà l'iſteſſa ragione.
1
Che ſe come nella terza figura, ſi imporrà alcuna coſa ſopra la vite, come B, che è no
mata
Tilo diſpoſto in modo, che dalla parte di ſotto egli habbia le helici concaue
adattate
molto acconciamente ad eſſa vite.
egli potrà eſſere aſſai chiaro, che eſſo B,
mentre
la vite ſi volge intorno, moueraſſi à quel modo in tutto ſopra le helici della
226[Figure 226]
vite, come ſi moueua il peſo ſecondo la prima figura; purche il tilo ſi accommo­
di
, come inſegna Pappo nell'ottauo libro, in maniera cioè, che egli ſi moua egual­
mente
diſtante dall'aſſe del cilindro auanti, ouero indietro ſolamente.
1
Et ſe in luogo del tilo, che le helici concaue nella parte di ſotto, ſi ponga, come nel
la
quarta figura il cilindro concauo, come D, & nella ſua concaua ſuperficie ſi de­
ſcriuano
le helici, & ſi taglino in modo, che acconciamente ſi adattino alla vite;
(percioche nel medeſimo modo ſi deſcriueranno le helici nella ſuperficie concaua del
cilindro
, come ſi nella conueſſa) ſe la vite poi ſarà fermata ne' poli ſuoi, cioè nel
227[Figure 227]
ſuo aſſe, & volgaſi intorno, egli è manifeſto, che D ſi mouerà al mouimento del
giro
della vite, come ſa il tilo.
& di più ſe D ſi ſermerà in EF, ſi che rimanga im
mobile
, mentre la vite ſi volge intorno, moueraſſi ſopra le helici del cilindro D ſe­
condo
il mouimento del giro ſuo, fatto alla deſtra, ouero alla ſiniſtra, all'innan­
zi
, come all'indietro, & il cilindro D in queſta maniera accommodato, ſi chiama
volgarmente
la madre, ouero la femina della vite.
1
Che ſe alla vite (come nella quinta figura) ſarà poſta la rota C co' dentìtorti, come
inſegna
Pappo nel medeſimo ottauo libro, ouero anche diritti; ma in modo ſatti,
che
ſi adattino facilmente con la vite.
egli è ſimilmente manifeſto, che al mouimen
228[Figure 228]
to della vite moueraßi etiandio intorno la rota C. & nell'iſteſſa maniera ſi moue­
rannoi
denti della rota C ſopra le helici della vite.
& queſta ſi dice vite perpetua,
percioche
la vite, come la rota mentre ſi riuolgono ſtanno ſempre nel modo
iſteſſo
.
1
Queſte coſe habbiamo detto, accioche ſia paleſe, che la vite nel mouere il peſo l'officio
del
cuneo ſenza percoſſa.
percio che lo rimoue dal luogo oue era, ſi come il cuneo
rimoue
quelle coſe che moue, & ſende.
& queſte coſe tutte ſi mouono dalla vite
come
il peſo A nella ſeconda figura, & lo M nella prima.
Hor percioche habbiamo dimoſtrato poterſi conſiderare con due ragioni il cuneo, che
moue
, cioè come moue con le leue, ouero come è vn piano inchinato all' orizonte,
però
conſideraremo anco la vite in due modi.
Et prima come ella moue con le leue; come nella prima figura. giriſi intorno KF, &
229[Figure 229]
peruenga in KP, allhora, ſi come è detto, TV ſarà fra peſi MN. & ſi come
conſideriamo
le leue nel cuneo, coſi le poſsiamo parimente conſiderare nella vite in
queſta
maniera, cioè ſarà IVH la leua co'l ſoſtegno ſuo I, & il peſo poſto in
V
.
ſimilmente ITG la leua co'l ſoſtegno ſuo I, & il peſo in T. & le poſſan­
ze
mouenti dourebbono eſſere in GH; ma ſi come nel cuneo la poſſanza mouen
te
è la percoſſa, laquale moue il cuneo; però ſarà doue la poſſanza moue la vite, co­
me
in P colmanico KP; peroche la vite ſi moue ſenza percoſſa.
Ma queſta con
ſideratione
parerà forſe impropria per cauſa delle leue piegate.
Onde ſe ſi inten­
derà
, quello che è moſſo dalla vite, eſſere moſſo ſopra vn piano inchinato all' orizonte;
per
certo cotale conſideratione ſarà più conforme alla figura di eſſa vite, maſsima­
mente
conuenendo anche al cuneo.
1
PROPOSITIONE II.
Se ſarà la vite AB, c'habbia le helici CDEFG eguali: Di­
co
che eſſe non ſono altro niente, che vn piano inchinato al­
l
'orizonte, riuolto d'intorno al cilindro.
Sia la vite AB à piombo dell'orizonte, che habbia due helici CDEFG. Pongaſi
HI
eguale à GC, laquale diuidaſi in due parti in K.
ſaranno HK KI non ſo­
lamente
fra loro, ma etiandio ad eſſe GEEC eguali, & tiriſi ad eſſa HI la li­
230[Figure 230]
nea LI ad angoli retti; & intendaſi per LI vn piano egualmente diſtante dall'
rizonte
: & ſia LI due volte tanto quanto la linea che gira intorno al cilindro
AB
che diceſi Perimetro, laquale diuidaſi in due parti eguali in M; ſaranno IM
ML
eguali al Perimetro del cilindro.
Congiungaſi HL, & da punto M ſia ti­
1rata la linea MN egualmente diſtante da HI, & congiungaſi KN. Hor per­
cioche
i triangoli HIL NML ſono ſimili fra loro, per eſſere NM egualmen­
te diſtante da HI; ſarà LI ad IH, come LM ad MN: & permutando co­
me
IL ad LM, coſi HI ad NM.
Ma IL è due volte tanto quanto LM; dun
que
anco HI ſarà il doppio di MN.
ma ella è il doppio anche di KI; per laqual
231[Figure 231]
coſa KI NM ſono tra ſe eguali. & percioche gli angoli poſti ad MI ſono retti,
ſarà
KM vn parallelògrammo rettangolo, & KN ſarà eguale ad IM.
Per la­
qual
coſa KN ſarà eguale al Perimetro del cilindro AB.
Coſi pongaſi HI in
GC
ſarà HK in GE.
Volgaſi in giro dapoi il triangolo HKN d'intorno al ci­
lindro
AP, deſcriuerà HN la helice GFE; per eſſere NK eguale al Perime­
tro
del cilindro, & il punto N ſarà in E & MN in CE.
& percioche ML è
eguale
al Perimetro del cilindro.
Volgaſi di nuouo in giro il triangolo NML d'in
torno
al cilindro AB NI, deſcriuerà la helice EDC.
Per laqual coſa tutta la LH
deſcriuerà
due helici CDEFG.
egli è dunque chiaro che queſte helici della vite
niente
altro ſono ſe non il piano inchinato all'orizonte, la cui inclinatione è l'ango
lo
HLI inuolto intorno al cilindro, ſopra ilquale moueſi il peſo.
che biſognaua
moſtrare
.
Per la 4. di questo.
1
Ma in che maniera ciò ſi riduca alla bilancia è manifeſto per la nona dell ottauo libre
dell
'iſteſſo Pappo.
Ma in che maniera ciò ſi riduca alla bilancia. &c.
L'Autore in tutti queſti ſuoi libri delle Mechaniche non voluto trappore coſa al­
cuna
detta da altri, & che non ſia totalmente ſua, però laſciata la propoſitio­
ne
di Pappo quì allegata da lui, laquale facendo mirabilmente al propoſito per
dichiarare
dauantaggio quanto egli in queſto luogo propone, giudicato
eſſere
conueneuole l'aggiungeruela.
PROBLEMA DI PAPPO ALESSANDRINO
nell
'ottauo libro delle raccolte Mathematiche.
Moſſo vn dato peſo da vna poſſanza in vn piano egualmente di­
ſtante
dall'orizonte, & dato vn'altro piano inchinato, ilquale
faccia
vn'angolo dato co'l ſottopoſto piano; trouar vna poſ
ſanza
, dallaquale ſia moſſo il dato peſo nel piano inchinato.
Paſſi il ſottoposto piano egualmente diſtante dall'orizonte per la linea MN. ma per
KM
paſsi il piano inchinato à queſto nel dato angolo KMN.
& ſia il peſo A
moſſo
dalla poſſanza C nel ſottopoſto piano.
& in vece di A intendaſi vna sfe­
232[Figure 232]
ra egualmente graue intorno al centro E; laqual ſi collochi nel piano per MK, &
lo
tocchi in L.
la linea dunque tirata EL è à piombo al piano, ſi come è ſtato di­
moſtrato
nel quarto teorema de i Sferici.
et però ella è perpendicolare alla linea KM.
Tiriſi EH equidiſtante alla MN. & dal punto L ſi tiri ad EH la perpendico­
lare
LF.
Hor percioche l'angolo EHL è dato per eſſer eguale al dato angolo acu
to
KMN; ſarà ancora l'angolo ELF dato, cioè eguale all'angolo EHL eſſen
1do che il triangolo ELF ſia equiangolo al triangolo EHL. adunque il triangolo
ELF
è dato in ſpecie; & la proportione di EL, cioè di EG ad EF è data.
per
laqual
coſa, & la proportion della restante FG ad EF ſarà data.
Facciaſi come
GF
ad FE, coſi il peſo A al peſo B; & la poſſanza C alla poſſanza D.
Ma
la
poſſanza del peſo A è C; adunque la poſſanza del peſo B nel medeſimo piano
ſarà
D.
& perche coſi è la retta linea GF ad FE, come il peſo A al peſo B:
233[Figure 233]
ſe li peſi AB ſaranno poſti ne i centri EG appiccati nel punto F, peſeranno egual
mente
; come ſostentati dalla baſe LF, laquale è à piombo all'orizonte.
Ma è po
ſto
il peſo A intorno al centro E.
percioche in ſuo luogo è la sfera. dunque il pe­
ſo
B posto intorn'al G, peſerà egualmente; di modo che la sfera per la inclinatio­
ne
del piano non deſcenderà al baſſo; maſtarà ferma, come ſe ella foſſe nel ſottopo­
ſto
piano.
& perche nel ſottopoſto piano ella ſarebbe moſſa dalla poſſanza C; adun­
que
nel piano inclinato ſarà moſſa dall'vna el'altra, cioè dalla poſſanza C, & dal
la
poſſanza del peſo B, cioè dalla poſſanza D.
& la poſſanza D è data.
La riſolutione adunque del problema è ſtata geometricamente dimoſtrata. ma accioche
con
vn eſempio facciamo & la conſtrutione, & la dimostratione.
ſia il peſo A, per
ſempio
, di ducento talenti, condotto nel piano equidiſtante all'orizonte dalla poſſanza
C
mouente; cioè ſiano quaranta huomini, che lo mouano.
ma l'angolo KMN,
cioè
EHL ſia due terzi di vn retto: ſarà il reſtante FLH vn terzo d'vn retto.
ma l'angolo ELH èretto, adunque & lo ELF è due terzi d'vn retto. & di quali
parti
quattro retti contengono 360. di tali l'angolo ELF, ne contiene 60. ma di
quali
due retti contengono 360. di tali l'angolo ELF ne contiene 120. per laqual
coſa
deſcritto vn cerchio intorn'al triangolo rettangolo ELF; ſarà la circonferen­
za
, allaquale è ſottoposta la retta linea EF, 120. di quelle parti, delle quali tutto
1il cerchio è 360. & la retta linea EF è quaſi 104. di quelle parti, dellequali EL
diametro
del cerchio è 120.
Si come queſte ſono coſe chiare dalla tauola delle linee
rette
, che ſi deſcriuono nel cerchio, appreſſo Tolomeo nel primo libro delle coſe Ma­
tematiche
.
La proportione adunque della retta linea EL, cioè di EG ad EF è quel­
la
, che ha 120. à 104. & però la proportione della reſtante GF ad FE è quella
che
16. à 104. Ma la medeſima è del peſo A al peſo B, & della poſſanza C
alla
poſſanza D.
Ma il peſo A è di 200. talenti, & la poſſanza C, che lo moue, è
di
40. huomini; adunque il peſo B ſarà di mille, e trecento talenti. ma la poſſan­
za
D di ducento & ſeſſanta huomini.
percioche come 16. à 104. coſi è 200. à
1300
& 40. à 260. ſi che eſſendo che primamente il peſo di ducento talenti ſia
moſſo
da quaranta huomini nel piano egualmente distante dall'orizonte: ſarà moſ­
ſo
l'iſteſſo peſo da gli huomini gia detti; cioè da trecent'huomini nel piano inchina­
to
all'orizonte ſecondo l'angolo KMN.
ilquale è poſto eſſer due terzi di vn
retto
.
Poiche habbiamo veduto in che modo ſi mouono i peſi con queſto istrumento; hora
egli
è da conſiderare quali ſiano quelle coſe, lequali operano , che i peſi ſi mouano fa­
cilmente
, & queſte ſono due.
1
Primieramente quel che fa che più facilmente il peſo ſi moue,
& che più appartiene etiandio alla eſſentia della vite, è la he­
lice
poſta d'intorno alla vite.
Come ſe d'intorno alla data vi­
te
AB ſaranno due helici diſpari CDAEFG, & ſia AC
minore
di EG.
Dico che il peſo medeſimo ſi mouerà più fa
cilmente
ſopra la helice CDA, che ſopra EFG
Compiaſi il cuneo AD CHI, cioè deſcriuaſi la helice CHI eguale à CDA, & ſia
la
cima del cuneo C.
ſimilmente compiaſi il cuneo GFEKL, la cui cima ſia E. pon
234[Figure 234]
gaſi dapoi la linea retta MN, laquale ſia eguale ad AC, à piombo dellaquale ſia
tirata la linea NP, che ſia eguale al Perimetro del cilindro AB: & congiun­
gaſi
PM; ſarà PM perle coſe dette, eguale ad eſſa CDA.
Allunghiſi poſcia
MN in O, et facciaſi ON eguale ad MN, et congiungaſi OP; ſarà il cuneo
OPM
eguale al cuneo ADCHI.
& ſimilmente facciaſi il cuneo STQ eguale
1al cuneo GFEKL; ſarà TR eguale ad eſſa PN, & al Perimetro del cilindro
& QR eguale à GE.
& per eſſere GE maggiore di AC, ſarà anco RQ mag
giore
di MN.
tagliſi RQ in V, & facciaſi RV eguale ad eſſa MN, & con­
giungaſi
TV: ſarà il triangolo TVR eguale al triangolo MPN; percioche le
due
linee TRRV ſono eguali alle due PN NM, & gli angoli i quali conten­
gono
ſono eguali, cioè retti.
dunque l'angolo RTV ſarà eguale all'angolo NPM.
Per laqual coſa l'angolo MPN è minore dell'angolo QTR; & i doppi di queſti,
cioè
l'angolo MPO è minore dell'angolo QTS.
Hor percioche il cuneo, ilquale
l
'angolo alla cima minore più facilmente moue, & fende, che quello che l'ha maggio
re
.
dunque il cuneo MPO più facilmente mouerà, che QTS. piu facilmente dun
que
ſarà moſſo il peſo dal cuneo ADCHI, che dal cuneo GFEKL.
dunque il
peſo
più facilmente ſarà moſſo ſoprala helice CDA, che ſopra la EFG.
& nel
modo
iſteſſo proueraſſi, che quanto minore ſarà AC tanto più ageuolmente ſi mo
uerà
il peſo.
il che biſognaua moſtrare.
Per la 1. di questo.
Per la 1. di questo.
Per la 4. del primo.
1
Altramente.
Sia data la vite AB, che habbia due helici eguali CDEFG; ſia dapoi vn'altro ci­
lindro
α β eguale ad eſſo AB, nel quale prendaſi OP eguale à CG; & diuidaſi
OP
in tre parti eguali OR RT TP; & deſcriuanſi tre helici OQ RS TV P;
ſarà
ciaſcuna delle OR RT TP minore di CE, & di EG; percioche la terza
235[Figure 235]
parte è minore della metà. dico, che il peſo medeſimo ſi mouerà più facilmente ſo­
prale
helici OQRS TVP, che ſopra CDEFG.
facciaſi HIL triangolo di an
goli
retti, in modo che HI ſia eguale à CG, & IL ſia eguale al doppio del Peri­
metro
del cilindro AB, & per LI ſi intenda vn piano egualmente diſtante dall'
rizonte; ſarà HL eguale à CDEFG, & HLI ſarà l'angolo della inclinatione.
facciaſi ſimilmente il triangolo XΥZ di angoli retti, in modo che XZ ſia eguale
1ad eſſa OP, laquale ſarà etiandio eguale à CG, & ad HI; & ſia ZΥ tre volte
tanto
quanto è il Perimetro del cilindro: ſarà XΥ eguale ad OQRSTVP.
di­
uidaſi
ZΥ in tre parti eguali in γ δ, ſarà ciaſcuna delle linee Z γ γ δ δ Υ egua­
le
al Perimetro del cilindro α β, lequali etiandio ſaranno eguali al Perimetro del
cilindro
AB; & per conſeguente ad eſſe IM, & ML.
congiungaſi X δ. &
percioche
le due linee HI IL ſono eguali alle due XZ Zδ, & l'angolo HIL ret
to
è eguale all'angolo XZδ retto; ſarà il triangolo HIL eguale al triangolo XZδ;
& l'angolo HLI eguale all'angolo XδZ; & Xδ eguale ad HL.
ma perche
l
'angolo X δ Z è maggiore dell'angolo XΥZ; ſarà l'angolo HLI maggiore del­
l'angolo X ΥZ. & perciò il piano HL più inchina all'orizonte, che X Υ. Per la
qual
coſa il peſo medeſimo da poſſanza minore ſopra il piano XΥ ſarà moſſo, che ſo
pra
il piano HL; come anco facilmente ſi caua dalla ſteſſa nona di Pappo.
& per
non
eſſere nient'altro le helici OQRSTVP, che il piano XΥ inchinato all' ori­
zonte
nell'angolo X Υ Z d'intorno al cilindro α β inuolto; & ſimilmente per non
eſſere
niente altro le helici CDEFG, che il piano HL inchinato all'orizonte nel­
l
'angolo HLI d'intorno al cilindro AB inuolto; dunque più facilmente moueraſſi
il
peſo ſopra le helici OQRS TVP, che ſopra le helici CDEFG.
Per la 2. di questo.
Per la 21. del prime.
Che ſe OP diuideraſſi in quattro parti eguali, & ſi deſcriueranno d'intorno α β quat­
tro
helici, ſi mouerà anco più facilmente il peſo ſopra queste quattro, che ſopra le
tre
OQRS TVP, & quanto più helici ſaranno, tanto più facilmente ſi mouerà
il
peſo.
ilche biſognaua mostrare.
Ma il tempo di queſto mouimento facilmente ſi fa chiaro, peroche le helici CDEFG
ſono
eguali ad HL: & le helici OQRS TVP ſono eguali ad XΥ; ma XΥ è
maggiore
di HL; però facciaſi Υ ξ eguale ad HL: ſe dunque due peſi ſi moueran
no ſoprale linee LH ΥX, & le velocità de' mouimenti ſiano eguali, più toſto paſ
ſerà
quel che ſi moue ſopra LH, di quel che ſi moue ſopra ΥX: peroche nel tempo
iſteſſo ſaranno in Hε. Per laqual coſa il tempo di quel che ſi moue ſopra le helici
OQRSTVP ſaràmaggiore di quello che è miſura di quello che moueſi ſopra CD
EFG
, & quanto più helici ſaranno, tanto maggiore ſarà il tempo.
& eſſendo date
le
linee HI XZ, & IL ZΥ; percioche già ſono date le viti AB α β, & dati
gli
angoli ad IZ retti, ſarà data HL.
ſimilmente anco XΥ ſarà data. Per la­
qual
coſa ſarà data anco la loro proportione.
La proportione dunque de' tempi
delle
coſe lequali ſono moſſe ſopra le helici, ſarà data.
Per la 18. del primo.
Per la 48. del primo.
Per la prima delle date. & per la 6. del 1. del Monteregie de i triangoli.
L'altra coſa, la quale è cagione che i peſi ageuolmente ſi muouo­
no
ſono le ſtanghe, ouero i manichi, co' quali ſi volge intorno
la
vite.
1
Sia la vite che habbia le helici ABCD, & habbia anche le ſtanghe EF GH poſte
ne
'buchi della vite.
ſia ſotto le helici il cilindro MN nel quale non ſiano intaglia
te
le belici; & d'intorno al cilindro volgaſi la corda, che tiri il peſo O, ilquale ſi mo
ua
ſecondo il mouimento delle ſtanghe EF GH, come ſe foſſe tirato con lo ſtro­
mento
dell'argano.
ſia tirata (per quelle coſe, che prima ſono ſtate dette dell'aſſe
236[Figure 236]
nella rota) la linea LK eguale alla ſtanga, & à piombo dell'aſſe del cilindro, &
che
lo tagli in I: egli è manifeſto, che quanto ſarà più lunga LI, & quanto più cor
ta
IK, che il peſo O più facilmente ſi mouerà.
ma egli è da auertire che mentre
la
vite moue il peſo, ſe ſi imaginerà, che in luogo di tirare il peſo O con la corda, ella
moua
il detto peſo ſopra le helici ABCD, mouerà etiandio il peſo in K, ilquale
ſia R più ageuolmente ſopra le helici. percioche LK è leua, il cui ſoſtegno è I; eſ
ſendo
che ſi volga la vite d'intorno all'aſſe, & la poſſanza mouente ſia in L, & il
peſo in K; peroche ſi moue più facilmente il peſo con la leua LK, che ſenza la le­
ua
; percioche LI ſempre è maggiore di IK.
Onde intendaſi, che ſtando ferma la
1vite ſi moua il peſo R dalla poſſanza di L con la leua LK ſopra la helice CK, oue
ro
che è il medeſimo, ſi come anco di ſopra dicemmo, ſe il peſo R ſarà in maniera ac­
commodato
, che non poſſa mouerſi ſe non ſopra la linea retta PQ egualmente di­
ſtante
dall'aſſe del cilindro: & ſia riuolta intorno la vite, ſtando la poſſanza in L:
moueraſſi
il peſo R ſopra la helice CD nell'iſteſſo modo, come ſe foſſe moſſa dalla
leua
LK.
percioche egli è il medeſimo, che ouero ſtando ferma la vite il peſo ſimo
ua
ſopra la helice, ouero che la helice ſi volga intorno, in modo che il peſo ſi moua ſo
pra
lei per eſſere moſſo dall'iſteſſa poſſanza di L.
ſimilmente moſtreraßi, che quan­
to più lunga è LI, dauantaggio anco mouerſi ſempre piu facilmente il peſo, pero­
che
ſi mouerebbe da poſſanza minore.
che era il propoſito.
Dal corolla vio.
Per la 1. di questo del­la leua.
Per la 1. di questo della leua.
Il tempo di queſto moto parimente è manifeſto, percioche quanto è più longa LI tanto
il
tempo ſarà maggiore, pur che le poſſanze de i mouimenti ſiano eguali in velocità,
ſi
come è detto dell'aſſe nella rota.
COROLLARIO.
Da queſte coſe è manifeſto, che quante più helici ſono, & quan
to
più ſono lunghe le ſtanghe, ouero i manichi, il peſo ben più
facilmente
ſi moue, ma più tardo.
Et alla fine di qui ſi farà manifeſta la virtù della poſſanza che mo
ue
, che è poſta nelle ſtanghe.
1
Sia dato il peſo A come cento, ſia CD vn piano inchinato all'orizonte nell'angolo
DCE
.
Trouiſi per la iſteſſa nona di Pappo con quanta forza il peſo A ſi moue ſo
pra
CD, che ſia diece.
Facciaſi la vite LM, che habbia le helici GHIK & le
altre
nell'angolo ECD per le coſe che ſono dette, la poſſanza di diece mouerà il
peſo
A ſopra le helici GHIK.
Ma ſe con queſta vite vogliamo mouere il peſo A,
237[Figure 237]
& la poſſanza mouente ſia come due. Tiriſi la linea NP à piombo dell'aſſe della
vite, che tagli quell aſſe in O; & facciaſi PO ad ON, come vno à cinque, cioè
due
à diece.
Hor percioche la poſſanza che moue il peſo A in P, cioè ſopra le he­
lici
, è come diece, allaquale poſſanza reſiste, & è eguale la poſſanza di N, come
due
, percioche NP è vna leua, il cui ſoſtegno è O.
dunque la poſſanza come
due
poſta in N mouerà il peſo A ſoprale helici della vite.
Faccianſi dunque che
le
ſtanghe, ouero i manichi peruengano fin ad N.
egli è manifeſto, che la poſſan­
za
di due in queſte mouerà'l peſo di cento con la vite LM.
Per la 1. di questo del­la leua.
Se dunque ſarà la vite QR, che habbia le helici nell'angolo DCE, & d'intorno ad
1eſſa ſia la ſua madre S, laquale ſe peſerà cento, aggiungaſi ST che ſia certo mani
co
, ò ſtanga, di modo che T ſia diſtante dall'aſſe del cilindro nella proportione
iſteſſa
, che è NOP; egli è manifeſto, che la poſſanza di due in T moue S ſopra
le
helici della vite; peroche niente altro è S che il peſo moſſo ſoprale helici della vi
te
, ſimilmente ſe S ſarà immobile voltiſi intorno la vite co'l manico, ouero con la
ſtanga
QX fatta nella proportione medeſima; & ſe ſarà la vite cento di peſo, (la
quale
ben da ſe ſteſſa, ouero co'l peſo V attaccato alla vite, ouero co'l peſo Υ poſto
ſopra
la vite peſerà cento) egli è manifeſto, che la poſſanza di due in X mouerà la
vite
QR ſopra le helici intagliate nella madre della vite.
& coſi nelle altre coſe,
lequali
co'l dificio della vite ſi mouono, ritroueremo la proportione del peſo alla poſ­
ſanza
.
COROLLARIO.
Da queſto è chiaro come vn dato peſo ſi moua da vna data poſ­
ſanza
con la vite.
1
Oltre à ciò parimente in queſto luogo occorre ad eſſere oſſeruato, che quanto più heli­
ci
ſaranno nella madre della vite, tanto meno patiſce la vite nel mouere i peſi, che
ſe
la madre haurà vn'helice ſola, allhora il peſo di cento ſarà ſoſtenuto da vna ſola
helice
della vite, ma ſe più ſarà anco compartita la grauezza del peſo in più, & in
238[Figure 238]
tante quante ſaranno le helici della vite; come ſe conterrà quattro helici, allhora
quattro
helici della vite, l'vna aiutando l'altra fra loro preſteranno l'opera à ſoſte­
nere
tutto il peſo; percioche ciaſcuna di loro ſoſtenterà la quarta parte del peſo tut
to
.
che ſe dauantaggio contenirà più helici, ſi compartirà anco in più portioni, &
perciò
minori, tutta la grauezza del peſo.
Egli è ſtato dunque dimoſtrato, che il peſo ſi moue dalla vite,
come
da cuneo ſenza percoſſa: peroche ella in vece di percoſ
ſa
moue con la leua, cioè con la ſtanga, ouero manico.
1
Dimoſtrate coteſte coſe, egliè manifeſto in qual modo ſi poſſa
mouere
vn dato peſo da vna data poſſanza.
che ſe con la leua
ciò
vogliamo menar ad effetto; poſſiamo & con vna data leua
mouere
vn dato peſo con vna data poſſanza.
La qual coſa
non
ſi puote già fare del tutto da neſſuno de gli altri diſici,
ſia
ouero la vite, ouero l'aſſe nella rota, ò pur la taglia, per­
cioche
con le taglie date, con vn dato aſſe nella rota,
meno
con vna data vite, ſi puote mouere vn peſo dato da
vna
poſſanza data; per eſſere in loro ſempre determinata la
poſſanza
.
Se dunque la poſſanza, che habbia à mouere il pe­
ſo
, ſarà data minore di queſta, non mouerà il peſo giamai.
nondimeno poſſiamo dato l'aſſe, & la rota ſenza i raggi moue
re
vn peſo dato con vna data poſſanza: potendo noi adattare
i
raggi in modo, che il mezo diametro della rota data inſieme
con
la lunghezza del raggio habbia al mezo diametro dell'aſ­
ſe
la proportione data.
la qual coſa iſteſſa puote accadere alla
vite
ancora; cioè mouere vn dato peſo con vna data vite ſen­
za
il manico, ò ſtanga con vna data poſſanza.
percioche cono
ſciuta
la poſſanza, la quale habbia da mouere il peſo ſopra le he
lici
, poſſiamo diſporre in maniera il manico, ò ſtanga, che la
data
poſſanza nella ſtanga habbia la forza medeſima, che la
poſſanza
mouente il peſo ſopra le helici.
& concioſia, che que
ſto
non poſſa per niun modo auenire alle date taglie; tuttauia
poſſiamo
mouere vn dato peſo con le date taglie, & con la da
ta
poſſanza in modi in finiti.
Ma con lo ſtromento del cuneo
egli
pare eſſere chiaro che non ſi puote già mouere vn peſo
dato
con vna data poſſanza: percioche vna data poſſanza non
puote
mouere vn dato peſo ſopra vn piano inchinato all'ori­
zonte
: da vna poſſanza data ſi mouerà vn dato peſo con le
leue
contrarie fra loro, ſi come ſono nel cuneo; concioſia che
non
ſi poſſa nelle leue del cuneo mantenere la propria, & ve­
ra
proportione della leua: percioche i ſostegni delle leue non
ſono
immobili per mouerſi tutto il cuneo.
1
Potrà dapoi ciaſcuno fabricare machine, & comporle di più ſor
ti
, come di taglie, & molinelli, ò di argani, ouero di più rote
co
' denti, ouero in qual ſi voglia altro modo; & da quelle co­
ſe
che habbiamo detto ageuolmente ritrouare la proportio­
ne
tra il peſo, & la poſſanza.
In queſto loco è da por mente, che ſe l'Autore non ſeruato il modo di conſide­
rare
queſti due vltimi iſtrumenti, cioè il cuneo, & la vite, come fatto la leua,
la
taglia, & l'aſſe nella rota, ne'quali puntalmente dimoſtrato la proportione
della
forza co'l peſo; che ciò egli fatto per eſſere queſti due iſtrumenti, cioè
il
cuneo, & la vite per ſe ſtesſi non atti ad eſſere conſiderati in quanto ſoſtengo­
no
il peſo, ma ben in quanto lo mouono.
Percioche eſſendo, che le poſſanze lo
quali
mouono poſſano eſſere infinite, non ſene puo aſſegnare ferma regola, co­
me
ſi farebbe della poſſanza, che ſoſtiene, laquale è vna ſola, & determinata.
Hor
che
il cuneo non ſia atto ad eſſere conſiderato in quanto ſoſtiene, queſto è chia­
ro
per ſe ſteſſo: ſimilmente che la vite non ſia atta ad eſſere conſiderata in quan­
to
ſoſtiene, ciò pur ſi vede manifeſto nelle viti ordinarie da mouer peſi.
Come per
eſempio
nella figura poſta quì di ſopra, imaginiamoci che la madre S della det­
ta
vite QR ſtia ferma; poi ſia il peſo V attaccato alla vite di che grauezza ſi vo­
glia
, & hora maggiore, & hora minore, con tutto ciò il peſo V non farà giamai
, che la vite QR cali al baſſo volgendoſi nella madre.
Doue eſpreſſamente ſi
vede
, che non ſi può fare il peſo V di tal ſorte, & grandezza che la vite ſtia ferma,
talche
per ogni minima aggiunta che ſi faceſſe al peſo ella andaſſe al baſſo; percio
che
, ſi come è detto, ſempre reſterebbe ferma.
L'Autore dunque trattato de i
due
predetti vltimi ſtromenti per quanto comportaua la natura loro, ſi come pa­
ragonando
inſieme tutti cinque gli ſtrumenti da mouere peſi per concluſi one
dell
'o pera, dice.
Dimoſtrate queſte coſe egli reſta chiaro, & quel che ſegue ſin'al
ſine
.
IL FINE.