Manuzio, Paolo, Degli elementi e di molto loro notabili effetti, 1557

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Author: Manuzio, Paolo
Title: Degli elementi e di molto loro notabili effetti
Date: 1557

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1
DE GLI ELEMENTI,
E
DI MOLTI LORO
NOTABILI
EFFETTI.
1[Figure 1]
IN. VENETIA, M. D. LVII.
Con priuilegio per anni X.
1
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1
ALL' HONORATISS. S.
IL
S. PAOLO GIVSTINIANO,
Abbate
di S. Andrea di Buſco,
PAOLO
MANVTIO.
PERCHE potrebbe cader in
penſiero
a V. S. che quel­
la
ſeruitù, la quale già pre­
ſi
con eſſolei, mercè della
ſua
humanità, ſe ne andaſ­
ſe
mancando col tempo, maſſimamen­
te
non eſſendomi lecito di uiſitarla, per
queſta
mia piu toſto moleſta, che pe­
riglioſa
indiſpoſitione de gli occhi: ho
uoluto
, per mezzo di qualche ſegno
dell
' animo mio, confermarmi nella
poſſeſſione
della ſua gratia, facendomi
riconoſcere
per quell' affettionato ſer­
uitore
, ch io le fui inſino dal primo gior
no
, che la mia felice fortuna mi diede
occaſione
di conoſcerla.
nel qual tem-
1po coſi humanamente mi accolſe, che
ne
porterò ſempre ſcolpita la memo­
ria
.
et hora, perche l' affetto mio in­
terno
d' alcuno eſtrinſeco effetto ſi co
noſca
, mando in luce ſotto il ſuo hono
rato
nome queſto trattato de gli ele­
menti
: il quale douerà eſſer grato a
qualunque
il leggerà, e per la breuità,
e
per la chiarezza.
a V. S. rendomi
certo
che ſarà cariſſimo, come a quel­
la
, cui diletta oltra modo lo ſtudio del­
le
belle ſcienze, e, per impiegarui la
maggior
parte del tempo, ſi è ritirata
in
luogo ameno, e ſolitario, e uiue fe­
lice
uita, accompagnata ſempre da'
ſuoi
ſanti penſieri, lontana dall' ambi­
tione
, e da molte altre paſſioni, che
tormentano
gli animi di chi nelle falſe
apparenze
del mondo giudica eſſer ri­
poſto
il ſommo bene.
Queſto libret­
to
adunque le mando, per uiſitarla in
quel
modo, che mi è conceſſo, non po
1tendo io uenire perſonalmente: pre­
gandola
a non miſurare l' animo mio
con
coſi picciolo effetto, ma tenere per
fermo
, che il deſiderio, ch' io ho di ho­
norarla
, ſia di gran lunga ſuperiore al­
le
forze.
e forſe un giorno miglior oc­
caſione
mi ſi offerirà, & apriraſſi piu lar
go
campo, doue io poſſa traſcorrere
per
le ſue lodi, e della ſua nobiliſſima
caſa
, onde tanti ualoroſi heroi ſono
ſciti
, & eſcono tuttauia, degni di ſem­
piterna
lode.
Tra tanto accetti beni­
gnamente
quel ch' io le porgo; e, quan
to
a' miei meriti manca, ſoppliſca ella
con
l' humanità ſua.
e coſi eſſa ſteſſa in
un
medeſimo tempo mi obligherà, e
farà
degno di ſeruirla, aiutando la mia
imperfettione
con quelle parti, che in
lei
ſono perfette.
1
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1
DE GLI ELEMENTI.
SCRIVONO GLI antichi
philoſophi
, che l' huomo
è
compoſto de' quatro ele­
menti
.
e pare ueramente,
che
la noſtra compleſſione il confermi,
eſſendo
in noi i quatro humori, che
rappreſentano
i quatro elementi, la co
lera
il fuoco, il ſangue l' aria, il fleg­
ma
l' acqua, la melancolia la terra.
la
onde
è brutta coſa all' huomo, e trop­
po
indegna di lui, il non ſaper ragio­
nare
di quelle parti, ond' egli è com­
poſto
.
il che mi ha moſſo a raccorre, e
diuolgare
, a notitia commune, in lin­
gua
uolgare Italiana quel che da' dot­
tiſſimi
philoſophi intorno a cotale ma­
teria
è ſtato diſputato in diuerſi libri,
laſciando
da canto le coſe ſouerchie, e
ſciegliendo
le piu degne di eſſer inteſe,
con
quella breuità, e chiarezza, che
1ho ſaputo maggiore. Venendo adun­
que
al ſoggetto, che ci habbiamo pro­
poſto
, comincieremo, a uſo de gli an­
tichi
, dalla definitione, con la quale il
tutto
ſi comprende.
poi uerremo alle
parti
, e ciaſcuna con tutto quello, che
da
ciaſcuna dipende, & intorno a cia­
ſcuna
ſi conſidera, tratteremo ordina­
tamente
, in ſtile rimeſſo, e piano, ſen­
za
ornamenti di parole, de' quali la ma
teria
, per ſe ſteſſa nobile, & alta, non
ha
biſogno.
Elemento è quello, onde
alcuna
coſa ſi fa, nella quale rimanga:
& è indiuiſibile ſecondo ſpecie.
Queſta
è
la uera definitione dello elemento: e
prouaſi
di parte in parte con queſte ra­
gioni
.
Se dell' elemento niuna coſa ſi
faceſſe
; di niuna coſa potrebbe eſſer
lemento
.
percioche, eſſendo quatro
ſorti
di cauſe, la cauſa efficiente, la fi­
nale
, la materiale, la formale; l' ele­
mento
ſi appartiene alla materiale.
Et
1ogni materia è nella coſa, della quale è
materia
: onde nel primo della phiſica
ſi
uede, che l' elemento è differente
dalla
priuatione in queſto, che l' ele­
mento
rimane dopo che la coſa è fatta,
e
la priuatione non rimane.
è dunque
l
' elemento, come cauſa materiale, nel­
la
coſa, della quale egli è elemento.
et
è
indiuiſibile ſecondo ſpecie: perche
non
ſi può diuidere in coſa, la quale
habbi
forma; eſſendo, che ſi diuide im­
mediate
nella materia prima, la quale
di
ſua natura è informe; e nella forma,
la
quale non ha corpo, e per ſe non ha
forma
.
onde l' una e l' altra ſono prin­
cipio
de gli elementi ſemplici, ma non
ſono
già elemento.
Eſſendo adunque
gli
elementi compoſti immediate di ma
teria
prima, e di forma; ragioneuol­
mente
ſi poſſono chiamare corpi ſem­
plici
, o corpi primi: perche non ſono
compoſti
di altri corpi.
Volle Platone,
1come ſi uede nel Timeo, (ſe però fu
opinione
di lui, e non di Pithagora)
che
gli ementi foſſero compoſti di ſu­
perficie
, e, per eſſere primi corpi, di
ſuperficie
prime.
e perche le prime ſu
perficie
, ouero figure piane, ſono i tri­
angoli
, & il circolo: ſegue di neceſsità,
che
foſſero compoſti o di triangoli in­
ſieme
col circolo, o di triangoli ſoli.
il
circolo
non ſi può dire che habbi parte
nella
compoſitione de gli elementi; i
quali
ſono corpi retti; & egli a' corpi
retti
non può conuenirſi.
reſta adun­
que
, che ſiano compoſti di triangoli.
e
ſe
di triangoli, di quelle ſpecie, che fra
i
triangoli ſono prime.
e le prime ſono
quelle
, c' hanno l' angolo retto: il qua
le
precede all' acuto, & all' ottuſo.
perche il retto ha natura di unità, non
potendo
mai eſſer uariato, uedendoſi
che
tutti gli angoli retti ſono eguali fra
loro
: ma l'acuto e l' ottuſo poſſono
1eſſere piu e meno acuto & ottuſo, ne ſo­
no
tutti eguali fra loro.
eleſſe adunque
Platone
alla compoſitione de gli ele­
menti
i triangoli rettangoli, cioè l' Iſo­
ſcele
, e lo Scaleno.
la quale opinione
è
confutata da Ariſtotele in molti luo­
ghi
, e ſopra tutto nel terzo del cielo,
& ancora da Galeno nel libro de gli ele
menti
.
Anaſagora credendo chei cor­
pi
delle parti ſimilari foſſero la materia
di
tutte le coſe; e uedendo tutte le co­
ſe
eſſer generate da gli elementi; giudi­
, che in eſſi elementi foſſero le parti
ſimilari
e quaſi i ſemi di tutte le coſe,
onde
elle ſi generaſſero, e naſceſſero.
la
quale
opinione è confutata da Ariſto­
tele
nel primo della phiſica.
Democri­
to
, al cui parere dipoi ſi accoſtò Epicu
ro
, diſſe che la materia di tutte le coſe
erano
corpi indiuiſibili, i quali egli chia
atomi.
e di queſti atomi uolle che
foſſero
compoſti gli elementi.
il che ſe
1coſi foſſe; non potrebbono eſſer detti
elementi
; eſſendo, che ſi riſoluereb­
bono
in altri corpi, cioè ne gli atomi; e
coſi
non ſarebbono, come dice la diffi­
nitione
di Ariſtotele, indiuiſibili ſecon
do
ſpecie.
ma ancor queſta opinione di
Democrito
è confutata da Ariſtotele
con
molte ragioni & euidenti argomen
ti
nel terzo libro del cielo, & altroue.
Poi che adunque gli elementi non ſono
compoſti
ne di triangoli, ne di parti ſi­
milari
, ne di atomi: reſta, che ſiano
compoſti
di materia e forma.
e proua­
ſi
coſi.
Qualunque coſa è in atto; oue­
ro
è atto per ſe eſiſtente; ouero ha l'at­
to
, per il quale ella è.
niuno corpo può
eſſer
atto per ſe eſiſtente: (perche l' at­
to
per ſe eſiſtente è forma aſtratta, e ſe­
parata
da materia) neceſſario è dunque
che
gli elementi, i quali ſono corpi in
atto
, habbino l' atto, per cauſa del qua
le
ſiano elementi.
et eſſendo coſi; ſe-
1gue, che ſiano compoſti di materia, e
di
atto, cioè forma ſoſtantiale, per cau
ſa
della quale ſiano.
Veggiamo hora,
ſe
ſono immortali, o generabili e cor­
rottibili
.
Muouonſi di moto retto na­
turalmente
.
i moti retti ſono contrarii
l
' uno a l'altro.
ſono adunque gli ele­
menti
fra loro contrarii.
e perche ogni
ſoſtanza
, che ha contrario, è corrotti­
bile
; ſegue, che gli elementi per la lo­
ro
contrarietà ſiano corpi corrottibili.
non dico già, che la ſoſtanza habbi al­
cuno
contrario per ſe, e ſecondo la ſo­
ſtanza
.
ma dico, che gli elementi ſo­
no
contrarii quanto alle loro proprie
qualità
, ſenza le quali non poſſono eſ­
ſere
.
Oltre a ciò, ſe gli elementi foſſe­
ro
incorrottibili; non ſi potrebbe di lo
ro
fare un corpo miſto, il quale haueſ­
ſe
un' altra natura, oltre a quelle, che
ſono
in atto ne gli elementi.
e nondi­
meno
uedeſi, che tutti i corpi miſti han
1no una natura diuerſa dalle nature de
gli
elementi.
perche qual è quel corpo,
il
quale habbi in atto le nature di tutti
gli
elementi, cioè ſia freddo e caldo, hu
mido
e ſecco?
il che ſarebbe, ſe i cor­
pi
miſti foſſero generati de gli elementi
incorrotti
.
ma perche non è; reſta, che
ſiano
generati de gli elementi corrotti,
cioè
quando una qualità diſtrugge l' al
tra
: perche la materia rimane la mede
ſima
.
Sono adunque gli elementi la ma
teria
di tutti i corpi miſti: onde è neceſ­
ſario
, che le loro forme ſiano le piu im
perfette
di tutte le forme ſoſtantiali.
perche diſtruggendoſi per riceuere al­
tre
forme; ne ſegue, che ſiano piu im­
perfette
; eſſendo, che al piu nobile ce
de
il manco nobile.
Et è da ſapere, co
me
ſi uede nella metaphiſica, e ne' pri
mi
trattati della phiſica, che gli elemen
ti
, e queſto mondo inferiore, per la im
perfettione
che hanno per eſſere lonta-
1niſſimi dal primo principio, ſono ſotto­
poſti
ad ogni mutatione: e medeſima­
mente
, perche ſono molto lontani dal­
l
' uno, il quale è principio & origine di
ogni
ſtato & ordine, hanno in ſe gran­
de
moltitudine, e diſordine.
onde na­
ſce
, che in molte miſtioni de gli ele­
menti
molte coſe auuengono ſecondo
il
caſo, e non ſecondo l' ordine natu­
rale
, come quando naſce un moſtro, o
quando
ſi fanno gli aborti.
Dice ancora
Ariſtotele
nelle metheore, che gli ele­
menti
e queſto mondo inferiore ſono
come
materia, & i corpi celeſti e le men
ti
loro ſono cauſa efficiente.
perilche
non
è marauiglia, ſe ne gli elementi ſi
fanno
molte coſe, la cui cagione non ſi
può
riferire alle proprie nature e for­
me
de gli elementi, ma è neceſſario che
ſi
riferiſca a' corpi celeſti, la uirtù & at­
tione
de' quali riceuono gli elementi,
hauendo
hauuto dal fattore uniuerſale
1queſta legge, che ubbidiſcano a' cieli.
Sono gli elementi corpi ſemplici: & al
corpo
ſemplice ſi conuiene il moto ſem
plice
: & i moti ſemplici, come moſtra
Ariſtotele
nel primo del cielo, ſi trag­
gono
dalle figure ſemplici; le quali ſo­
no
due, la retta, e la circolare: e per
conſequenza
due ſono i moti, il retto,
& il circolare.
il circolare naturalmen
te
ſi conuiene a' corpi celeſti; i quali
non
ſono ne graui, ne lieui, e non ſono
ad
alcuna generatione o paſſione ſot­
topoſti
, e di ſua natura ſi girano attor­
no
ſenza alcuna fatica.
il moto circola­
re
adunque non ſi conuiene a gli ele­
menti
; i quali hanno grauità, e leggie­
rezza
.
è dunque neceſſario, che ſi con
uenga
loro il moto retto: il quale è di
due
ſorti, dal mezzo, & al mezzo.
e
però
ciaſcheduno elemento natural­
mente
ſi muoue o al mezzo; al quale
quando
egli è peruenuto, ſi ferma;
1ouero dal mezzo, & aſcende uerſo il
cielo
.
Aggionge una ragione Ariſtote
le
nel primo libro del cielo, per proua­
re
il moto retto ne gli elementi: che tra
due
punti poſſono eſſer piu linee a con­
giugner
l' uno con l' altro: ma la piu
breue
è la retta.
onde alcuni, nel defi­
nire
la linea retta, dicono ch' ella è una
piccioliſſima
lunghezza tra duo punti.
gli elementi adunque, come ſono fuo­
ri
del proprio luogo, cercano di ritor­
narui
piu toſto, che ſi poſſa; e però ſi
muouono
di moto retto.
Il principio
di
queſto moto retto, ſi dubita, s' egli
è
intrinſeco nell' elemento, o eſtrinſe­
co
.
Ariſtotele nell' ottauo della phiſi­
ca
pare che connumeri gli elementi fra
quelle
coſe, che non ſi muouono per
lor
medeſime, ma ſono moſſe da altri:
eſſendo
, che l' eſſer moſſo da ſe ſteſſo,
pare
che ſolo à gli animali ſi poſſa attri
buire
, i quali poſſono ancora ripoſare
1per loro medeſimi. oltre a ciò, quelle
coſe
, che ſi muouono per lor medeſi­
me
, ſi diuidono in una parte, la quale
per
ſe, cioè immediate, muoue; & in
una
, la quale per ſe, cioè immediate,
è
moſſa.
il che non può conuenirſi à
gli
elementi: i quali ne per lor medeſi­
mi
ſi fermano, quando uogliono, anzi
ſi
muouono di moto continuo, ſe non
hanno
alcuno impedimento, infin che
al
proprio loro e naturale luogo non
ſono
peruenuti; ne ſi diuidono, come
gli
animali, in una parte per ſe mouen
te
, & in una per ſe moſſa, cioè nella for
ma
immediate mouente, e nel corpo
immediate
moſſo: perche ſono compo
ſti
di forma imperfettiſſima, e di mate
ria
prima; la quale è ente in pura po­
tenza
.
onde pare, che gli elementi non
per
lor medeſimi, ma per cagione
ſtrinſeca
ſi muouano.
Contro à queſta
opinione
ſi può dire, che gli elementi
1ſi muouono di moto naturale: anzi,
che
il moto loro è ſemplice: perche la
forma
ſemplice è principio di moto ſem
plice
; e ſemplice è la forma de gli ele­
menti
, perche immediate ſono compo
ſti
di materia e forma.
e quella coſa, la
quale
naturalmente è principio di mo
to
, è principio di quella, nella quale
ella
è, come dice Ariſtotele nel ſecon­
do
della phiſica.
pare adunque, che
gli
elementi non per eſtrinſeco princi­
pio
, ma per intrinſeco ſi muouano.
ol
tre
a ciò, il mouente proſsimo, & il
moſſo
ſono inſieme, come dimoſtra
Ariſtotele
nel ſettimo della phiſica.
mouendoſi adunque gli elementi gra­
ui
diſcendendo, & i lieui aſcendendo;
niuno
principio eſtrinſeco, che gli muo
ua
, ui ſi conoſce.
Hora, per eſplicare
queſta
queſtione, biſogna conſiderare
quel
che dice Ariſtotele nell' ottauo
della
phiſica, e nel quarto del cielo.
1Prima ſenſibilmente ſi conoſce, che gli
elementi
non da eſtrinſeco principio,
ma
dalla propria forma, e propria leg­
gierezza
, o grauezza, come da princi
pio
di moto, ſono moſſi.
onde per in­
trinſeco
principio, ma non però, come
gli
animali; per lor medeſimi ſi muo­
uono
.
perche la inclinatione motiua
de
gli animali l'appetito o rationale, o
ſenſitiuo
, come dimoſtra Ariſtotele nel
terzo
dell'anima.
et ogni appetito del­
l
'animale ſegue l'apprenſione o del be
ne
, o del male.
et ogni apprenſione è
propria
& intrinſeca operatione dell'
nimale
.
e però l'animal ſi muoue per
ſe
medeſimo, perche egli medeſimo ſt
è
cagione di quella inclinatione, cioè
dell
'appetito, dal quale egli è moſſo.
ma ne gli elementi niuna coſa è, la qua
le
poſſa eſſer cagione della leggierez­
za
, o grauezza; le quali cauſano il lor
moto
: eſſendo, che il generante l'ele-
1mento gli diede inſieme con la forma
queſta
inclinatione, la quale egli ha al
luogo
ſuo proprio e naturale.
dunque
gli
elementi non da lor medeſimi, ma
da
un'altra cagione ſono moſſi, cioè
dal
generante, dal quale hanno l'incli­
natione
à quelluogo, oue naturalmen
te
tendono.
hanno però intrinſecamen
te
il principio proſſimo del moto, cioè
quella
inclinatione, per la quale ciaſ­
cheduno
al ſuo luogo tende: la quale
inclinatione
non è altro, che la loro
propria
grauezza, o leggierezza, proſ
ſimo
principio del lor moto.
Dubitaſi
ancora
, ſe queſta grauezza, o leggie­
rezza
, per la quale, come principio in­
trinſeco
, gli elementi aſcendono o di­
ſcendono
, ſono forme ſoſtantiali, o pu
re
certi accidenti, li quali ſeguono le
forme
e nature de gli elementi.
Alcu­
ni
dicono, che Auerroe fu di opinione,
che
la grauezza e leggierezza foſſero
1forme ſoſtantiali e ſpecifice de gli ele­
menti
.
perche la natura è principio di
moto
a quella coſa, doue ella è.
et eſ­
ſendo
la grauezza e leggierezza prin­
cipii
intrinſeci del moto naturale de gli
elementi
; ſegue, che elle ſiano de gli
elementi
non materia, ma natura: eſ­
ſendo
che, quanto alla materia, non ſo
no
differenti, ma ſi bene quanto alla
grauezza
, e leggierezza.
Contro a
queſti
ſi riſponde, che niſſuna ſoſtanza
è
ſenſibile per ſe ſteſſa, come dice Ari­
ſtotele
nel ſecondo dell'anima.
perche
i
ſenſi uerſano circa le ſcorze delle ſo­
ſtanze
, cioè circa gli accidenti: ma alla
midolla
, cioè alla ſoſtanza, ſolo la men
te
penetra.
la grauezza e la leggierez­
za
da ſe ſteſſe ſono compreſe dal ſenſo,
ne
ſolamente dall'huomo, ma ancora
da
gli animali irrationali, uedendoſi,
che
alcuni muli, e quaſi tutti i cameli
moſtrano
diſentire il troppo peſo.
ſo-
1no adunque la grauezza, e la leggierez
za
non ſoſtanze, ma accidenti.
oltre a
ciò
, Ariſtotele nel ſecondo libro delle
parti
de gli animali connumera gli acci
denti
de gli elementi, e dopo la calidi­
e la frigidità fa mentione della gra­
uezza
e leggierezza.
ne è difficil coſa
à
ritrouare la ragione, che in contrario
è
addotta.
percioche la natura, oltre al­
l
'eſſere principio à quella coſa, doue
ella
è, e principio intrinſeco; è princi­
pio
primo, come nella ſua diffinitione
ſi
dice; al qual principio primo è con­
giunto
l'iſtrumento proprio, cioè l'ac
cidente
proprio, col quale la natura
opera
.
dunque la grauezza e leggie­
rezza
, perche non ſono principii pri­
mi
, non ſono nature; ma perche ſe­
guono
la natura, ſi può dire che ſiano
ne
gli elementi ſecondo la natura; ſi co
me
ancora i moti, i quali da eſſi princi­
pii
ſeguono, ſecondo la natura ſono ne
1gli elementi. percioche il fuoco ſecon­
do
la natura è lieue, e ſecondo la natu
ra
aſcende.
e per contrario la terra è
graue
, e tende al centro.
ne molto mi
muouono
i luoghi di Auerroe, addot­
ti
à queſto propoſito.
percioche molte
uolte
, quando non ſappiamo le pro­
prie
forme, cioè le ultime differenze,
uſiamo
nell' eſplicare le nature delle
coſe
, in luogo de'loro proprii nomi, i
uocaboli
de gli accidenti, i quali ci ſo­
no
piu noti, e piu famigliari al ſenſo;
onde
naſce la cognitione dell'intellet­
to
.
Quanto al moto de gli elementi,
moſtra
Ariſtotele nel quarto della phi
ſica
, ch'egli è piu e meno ueloce ſecon
do
la rarità e denſità del mezzo.
onde
alcuni
philoſophi moderni hanno det­
to
, che gli elementi ſi muouono acci­
dentalmente
, perche ſi muouono ſe­
condo
la diuiſione del mezzo.
ma la
uerità
è, che gli elementi ſi muouono
1accidentalmente, non ſemplicemente,
ma
ſemplicemente per ſe, & in un cer­
to
modo accidentalmente.
perche quel
la
coſa propriamente e ſemplicemente
è
moſſa accidentalmente, la quale in
quel
modo è moſſa e portata, come co
lui
, il quale da una carretta o da una na
ue
uien portato; come ſi uede nel quin
to
della phiſica.
ilche non ſi può attri­
buire
a gli elementi; i quali per lor me­
deſimi
ſi muouono & in ſu & in giu; &
il
moto loro non dipende d'altra cagio
ne
, che dalla grauezza e leggierezza.
onde poſſi affermare con uerità, che ſi
muouono
di moto naturale ſemplice­
mente
, & accidentale in un certo mo­
do
.
perche ſi muouono piu e meno ue­
locemente
per la reſiſtenza, che ritro­
uano
o maggiore, o minore nel mez­
zo
.
Quanto al numero de gli elemen
ti
, moſtra Platone nel Timeo, che non
poſſono
eſſere piu che quatro.
ma per-
1che la ragione, la quale egli uſa a que­
ſta
dimoſtratione, non è tolta da i prin
cipii
proprii, i quali per ſe conuenga­
no
a'corpi naturali, ma è tolta dalle
qualità
matematice: (e dicono i logi­
ci
, che nelle argumentationi il paſſare
da
genere a genere è uitio: benche Ari
ſtotele
medeſimo u'incorra nel primo
del
cielo; oue, dimoſtrando i generi
de
i moti ſemplici, piglia la ſua ragio­
ne
da le figure geometrice) noi a dimo
ſtrare
il numero de gli elementi uſere­
mo
una ragione naturale, tolta dalla na
tura
del moto retto.
Due ſono i gene­
ri
del moto retto, uno al mezzo, l'al­
tro
dal mezzo.
al mezzo ſi muoue
quell
'elemento, che è ſemplicemente
graue
, cioè la terra: dal mezzo quel­
lo
, che è ſemplicemente lieue, cioè il
fuoco
.
hora, perche la natura, quanto
poſſibile
è ſtato, ſi è sforzata ancora ne'
generi
diuerſi e contrarii di rappreſen-
1tare la unità; e con marauiglioſo artiſi
cio
di maniera ha colligate tutte le co­
ſe
l'una con l'altra, che l'ultimo del
genere
ſuperiore è molto uicino al ge­
nere
inferiore; accioche in queſto mo­
do
tutte le coſe ſoſſero in un certo mo­
do
indiuiſe fra ſe, e faceſſero una for­
ma
dell'uniuerſo.
per tal cagione alla
conſtitutione
dell'uniuerſo era neceſ­
ſario
che queſti due eſtremi elementi,
cioè
la terra & il fuoco, foſſero legati
inſieme
con un mezzo.
il qual mezzo,
impoſſibile
era, che foſſe un ſolo ele­
mento
.
percioche eſſendo l'elemento
corpo
ſemplice, biſognaua ch'egli ha­
ueſſe
moto ſemplice e retto.
et hauen­
do
moto retto, biſognaua che ſi mo­
ueſſe
o al mezzo, o dal mezzo.
ſe ſi mo
ueua
al mezzo; ſi moueua di moto con
trario
al moto del fuoco.
ſe ſi moueua
dal
mezzo; biſognaua che ſi moueſſe
di
moto contrario al moto della terra.
1e coſi douendo eſſere contrario di ne­
ceſſità
alla natura di uno de gli eſtremi,
ne
ſeguiua che non poteua eſſere mez­
zo
fra tutti due: eſſendo, che il mez­
zo
è quello, il quale partecipa della na
tura
di l'uno el'altro eſtremo.
non po
tendo
adunque eſſere mezzo un ſolo
elemento
; ſegue, che ſiano due.
l'uno
e
l'altro de' quali è graue e lieue, e
muoueſi
e dal mezzo, & al mezzo:
nondimeno
l'uno è lieue aſſolutamen­
te
, & ſecundum quid graue; (coſi par­
lano
i philoſophi) & il medeſimo aſſo­
lutamente
ſi muoue dal mezzo, & ſe­
cundum
quid tende al mezzo: l'altro
aſſolutamente
è graue, & ſecundum
quid
lieue; & il medeſimo aſſolutamen
te
ſi muoue al mezzo, & ſecundum
quid
al mezzo.
ilche di un ſolo mezzo
fra
gli eſtremi non ſi può dire.
ſono
adunque
quatro elementi.
de' quali, di
ce
Ariſtotele nel quarto del cielo, che
1alla terra, per eſſere ella totalmente gra
ue
, in niun luogo ſi conuiene la leggie­
rezza
; & al fuoco, per eſſer egli total­
mente
lieue, in niun luogo ſi conuiene
la
grauezza: ma all'aria, & all'acqua
dice
che l'una e l'altra ſi conuiene.
perche ſono in alcun luogo graui, & in
alcuno
lieui: eſſendo l'acquagraue nel
luogo
del fuoco e dell'aria, lieue nel
luogo
della terra; e l'aria lieue nel luo
go
dell'acqua e della terra, graue nel
luogo
del fuoco.
Oltre alla ragione da
noi
poſta a dimoſtrare che gli elementi
ſiano
quatro, Ariſtotele ne adduce un'
altra
nel primo della meteora, tolta dal
la
proportione, che deue eſſere fra gli
elementi
, quanto alla materia.
percio­
che
, eſſendo gli elementi contrarii, ſe
alcuno
di loro foſſe maggiore del do­
uere
, con la operatione e forza ſua cor
rumperebbe
e ſtruggerebbe gli ele­
menti
a lui contrarii.
onde biſogna che
1fra queſti corpi ſia tale proportione,
che
l'uno non auanzi l'altro di mate­
ria
.
e però, oltre all'acqua e la terra,
i
quali ſono a'ſenſi manifeſti, quel ri­
manente
di ſpatio, che è di ſotto al cie­
lo
della Luna, non può eſſere ripieno
di
un ſol corpo; ma biſogna, che ſiano
due
.
Hora, per incominciare a ra­
gionare
particolarmente intorno a cia­
ſcheduno
elemento, ſi può dire che il
fuoco
ſia piu nobile di tutti, come piu
propinquo
, e piu ſimile al corpo cele­
ſte
.
perche, oltre all'hauere una gran
diſſima
calidità, la quale di tutte le qua
tro
qualità prime è la piu attiua, e lei
uſa
la natura, madre di tutte le coſe, co
me
principale iſtrumento nella genera­
tione
e conſeruatione di tutti i corpi
miſti
, maſſime de gli animati, cioè de'
piu
perfetti; egli ha in ſe meno mate­
ria
, che tutte le coſe mortali; è di gran
dezza
ſuperiore a gli altri elementi;
1ha il moto circolare, come il corpo ce
leſte
.
benche queſto moto non è in lui
da
natura, ne dalla ſua propria forma:
ne
è ueramente circolare e ſemplice,
come
tengono alcuni: non potendo
del
fuoco, che è corpo ſemplice, eſſe­
re
piu che un moto ſemplice natural­
mente
, cioè dal mezzo uerſo il cielo.
pare adunque, che, ſe queſto ſuo mo­
to
circolare non ſemplice non è natu­
rale
, ſia uiolento.
ma non è coſi. per­
che
niuna coſa uiolenta può eſſere per­
petua
: et il moto circolare del fuoco
è
perpetuo: onde non può eſſere uio­
lento
.
che moto dunque ſarà? ſarà ne
ſecondo
la natura di eſſo elemento, ne
uiolento
, ma e fuori della natura ſua, e
fuori
del uiolento.
La cauſa di queſto
moto
circolare nel fuoco, non è dub­
bio
, che è il corpo celeſte, circolarmen
te
moſſo.
ma in che modo il cielo poſſa
muouere
la sfera del fuoco, hauendo il
1ſuo moto circolare ſempliciſſimo, ſen­
za
inclinare mai in una parte piu che in
un
'altra; & hauendo la ſuperficie con
caua
, e molliſſima, ſenza alcuna ruga,
ſenza
alcuna eminenza; ſi può dubi­
tare
ragioneuolmente, e nondimeno
ſoluere
la dubitatione in queſto modo.
il luogo contiene il locato, & al corpo
contenuto
è a guiſa della forma alla ma
teria
, o del tutto alla parte.
non deue
adunque
alcuno marauigliarſi, ſe con
niuna
uiolenza, ma ſolo con la con­
giuntione
, che è fra il fuoco & il con­
cauo
del cielo, luogo naturale di eſſo
fuoco
, il cielo muoue circolarmente il
fuoco
, corpo a lui proſſimo.
è dunque
queſto
moto cauſato da principio
ſtrinſeco
, cioè dal cielo, il quale con­
duce
ſeco il fuoco congiunto.
Poſſia­
mo
ancora dire, che di queſto moto è
cagione
quella qualità celeſte, la qua­
le
paſſa ne gli elementi, & è cagione
1della generatione de' corpi miſti. per­
che
girandoſi continuamente il cielo, &
inſieme
con lui la ſua qualità; non è
marauiglia
, ſe da queſta qualità il fuo­
co
circolarmente è moſſo: dalla quale
ancora
dipende il moto del mare Ocea
no
.
et in fine per cagione di queſta qua
lità
tutti gli elementi imitano il moto
circolare
del cielo, eccetto la terra, e
quella
portione de gli elementi, la qua
le
dentro alle cauerne di eſſa terra è rin
chiuſa
.
perche la terra, parte per eſſer
ſimile
al centro, il quale nel moto del­
la
sfera è immobile, e parte per eſſer
ponderoſa
e denſa, ad ogni moto è inet
tiſſima
, quando ella ſi ritruoua nel luo
go
ſuo proprio e naturale.
da queſto
moto
circolare inequale eſſendo gira­
ta
la sfera del fuoco, è neceſſario che al
cuna
uolta qualche parte di eſſo fuoco
ſi
aduni e ſi condenſi.
la qual parte con­
denſata
di ſubito gitta ſplendore, e di-
1uiene illuſtre. il che prima per la ſom­
ma
rarità del corpo igneo non poteua
eſſere
.
ma perche il corpo igneo di ſua
natura
tende alla rarità, & il calore con
denſato
riſolue e rarefa: di nuouo quel
la
parte dell'elemento condenſata ſi
diſſolue
, e ſpariſce diſubito quella fiam
ma
.
Auiene alcuna uolta, che un'esha
latione
ſecca, riſoluta dalla terra, do­
po
ch'è aſceſa alla regione del fuoco,
ſi
accende per il moto della sfera, & il
fuoco
dall'uno eſtremo di lei fino al'al
tro
di ſubito traſcorre: e coſi fannoſi le
ſtelle
correnti: che coſi chiamiamo
quelle
apparenze.
alcuna uolta quel­
la
eshalatione ſecca, riſtretta e riſoſpin
ta
dalla condenſatione dell aria ſupe­
riore
, cioè del uapor freddo, uiene
cacciata
con impeto uerſo la terra: dal
qual
moto acceſa, prende ſomiglianza
di
una ſtella, che cade.
Ma, per torna­
re
onde partimmo, quando nella sfera
1del fuoco ſi è talmente condenſata una
parte
dell'elemento, che difficilmente
ſi
diſſolue; & in oltre ui ſi è aggiunta la
eshalatione
dalla terra riſoluta: alho­
ra
ſi forma il cometa, & altre ſimili ap­
parenze
.
il cometa è di due ſorti. l'
no
ſi forma nell'inferior parte dell'ele
mento
igneo.
e queſto non appariſce
mai
congiunto ad alcuna delle ſtelle er
ranti
, o fiſſe.
e benche ſi muoua di mo
to
circolare, nondimeno il ſuo moto
non
è pari al moto celeſte, ma ſempre
ua
perdendo, talmente che queſto co
meta
non ſi uede mai ſottopoſto ad una
medeſima
regione del cielo, anzi di con
tinuo
reſta piu a dietro.
e la cagione è;
perche
eſſendo la sfera del fuoco gira­
ta
a torno dalla uertigine del cielo, con
moto
però differente; è neceſſario, che
la
parte dell'elemento inferiore ſia piu
tarda
della ſuperiore del medeſimo ele
mento
, e molto piu della sfera celeſte.
1e perche non è molto, che un cometa
di
queſta ſorte fu oſſeruato accoſtarſi
piu
ogni giorno al polo uerſo Setten­
trionale
: non è marauiglia, ſe dalla
uertigine
del circolo equinottiale e di
quella
parte che è nel mezzo del cielo,
alcu
na parte dell'elemento igneo uie­
ne
ſp inta uerſo Settentrione, & alcuna
uerſo
mezzo di; oue la uertigine cele­
ſte
è minore, che nel mezzo del cielo.
L'altro cometa ſi forma nella parte ſu­
periore
dell'elemento, piu uicina al cie
lo
: doue il lume di alcuna ſtella fiſſa, o
errante
riſplende nel cometa, come in
uno
ſpecchio, il quale non la figura, ma
ſolo
il lume rappreſenti.
per la quale
riſplendenza
il raggio ritorna in ſe ſteſ­
ſo
, e ſi fa uiſibile: & alhora pare che la
ſtella
errante, o fiſſa habbi aggiunta
na
coda, ouero una chioma.
e queſti
cometi
ſeguono il corſo di quella ſtella,
o
almeno coſi poco gli reſtano a dietro,
1che col ſenſo, ſaluo che dopo un certo
ſpatio
di tempo, non ſi può compren­
dere
.
e queſta quaſi parità di corſo pro
cede
dalla uicinità, che ha la parte del­
l
'elemento condenſata con la sfera ce­
leſte
; perche come piu uicina piu forte
ſi
muoue di moto circulare, che l'altre
parti
del medeſimo elemento piu lon­
tane
dal cielo.
E dalla medeſima cagio
ne
uuole Ariſtotele che ſia formata la
uia
lattea.
la quale opinione non han­
no
ſeguito i Peripatetici, uedendo che
la
uia lattea è perpetua & immutabile,
e
parendo loro marauiglia, che la con­
ſiſtenza
del corpo igneo ſempre in un
modo
perſeueri in eſſa uia, ne mai in al
cuna
parte ſi muti.
e però ſi ſono indot
ti
à credere piu toſto, che la uia lattea
ſia
un certo accidente del corpo cele­
ſte
per la moltitudine delle innumera­
bili
ſtelle, che ſono in eſſo cielo: le qua­
li
ſono tanto minute, che i loro corpi
1diſtintamente non ſi poſſono uedere:
ma
ueggonſi inſieme confuſi turti i lo­
ro
lumi, i quali ci dimoſtrano quel can­
dore
della uia lattea poſsi ancora dire,
che
quelle parti del cielo ſiano piu den­
ſe
, e però piu ſplendide; eſſendo pro­
prio
lo ſplendore delle coſe celeſti.
et
oltre
al ſuo ſplendore, il lume di quel­
le
tante minute ſtelle, refratto in eſſe
parti
del cielo, ui aggionge chiarezza;
ſi
come luce la luna per la refleſsione
del
lume del ſole.
L'elemento igneo
non
ſi truoua ſemplice ſaluo che uicino
all
'orbe celeſte.
gli altri elementi non
ſi
truouano ſemplici in alcuna parte: ſe
per
auentura non uogliamo dire, che
ſemplice
ſia quella parte della terra,
la
quale, preſſo al centro riſtretta, non
ammette
la uirtu & attione degli al­
tri
elementi.
E uerò, che quella parte
delfuoco
ſemplice non è ſempre ſempli
ce
, ma ſi corrompe, non per uicinità
1di contrario alcuno, ma perche la uer­
tigine
dell'elemento non è uniforme:
onde
naſce, che le parti di eſſo elemen
to
fluttuano, e per la fluttuatione ſono
ſpinte
in giu uerſo l'aria, oue arriuate ſi
corrompono
, e riceuuta dall'aria l'hu
midità
, la quale di natura è graue, di­
ſcendono
finalmente uerſo la terra: oue
ſeruono
inſieme con gli altri elementi
alla
generatione de' i miſti.
Dopo il fuo
co
ſegue l'aria.nella quale alcuni acci­
denti
ſolamente appariſcono, & in alcu
na
parte di eſſa aria non hanno conſiſten
za
, come l'iride, l'area, i due, e qual­
che
uolta tre ſoli, le uirghe: alcuni appa
riſcono
, & ſono ueramente nell'aria,
come
le nuuole, le pioggie, le grandi­
ni
, le rugiade, la neue, la pruina, i ful
mini
, i uenti, e ſimili.
e ſi come di quei
primi
accidenti è una cauſa generale,
cioè
la reſleſsione de i raggi del ſole, &
alcuna
uolta della luna, e degli altri pia
1neti, benche rare uolte; coſi di queſti
ſecondi
accidenti la cauſa è l'eſnalatio­
ne
ſecca della terra, e l'humida dell'ac
qua
, l'una e l'altra riſoluta per la uir­
del ſole, e delle ſtelle.
ma parliamo
prima
della cauſa de i primi accidenli.
Circa la luna, & alcuna uolta, benche
di
rado, circa il ſole, ſi ferma un'aria
caliginoſa
, miſta di eſhalatione e di ua­
pore
, e di coſi piccioli corpi unita, che,
riceuendo
come ſpecchi il lume di quel
pianeta
, circa il quale ſono, non poſſo­
no
per la picciolezza loro rappreſenta
re
la figura del pianeta, ma rappreſen­
tano
il colore.
& alhora ſi forma quell'
accidente
, che è chiamato area: la cui
figura
è deſcritta d'Ariſtotele nella
Meteora
.
Alcuna uolta l'aria è tal­
mente
condenſata per l'eſhalatione,
che
di tutti quei corpi minuti riſtretti
inſieme
non molti ſpecchi ſi fanno, ma
un
ſolo.
ilquale rappreſenta & il colo-
1re e la figura di quella ſtella, circa la
quale
è fatta l'eſhalatione.
onde alcu­
na
uolta ſi ueggono due o tre ſoli.
il che
ſcriuono
gli hiſtorici eſſer ſtato ſpeſſe
uolte
tenuto per prodigio.
L'iride ſi
forma
, quando una nuuola piena di ru
giada
è oppoſta al ſole.
Le uirghe ſono
come
iride imperfette.
Reſta, che par
liamo
de i ſecondi accidenti; i quali ap
pariſcono
, e ueramente ſono nell'aria.
Il uapore, dopo ch'è aſceſo nella par­
te
ſuperiore dell'aria, alcuna uolta ab
bandonato
da quel calore, dal quale
egli
era ſtato tirato in ſu, e rarefatto,
a
poco a poco ſi uniſce, e per la unione
ingroſſato
diſcende in gocciole minu­
tiſsime
: e chiamaſi rugiada.
alcuna uol
ta
queſto uapore per la frigidità dell'
ria
ſi raccoglie prima in nuuola, dipoi
in
acqua, e di molte minute gocciole ſi
fanno
goccie maggiori, le quali dipoi
cadono
in terra: e chiamaſi pioggia.
ma
1ſe occorrerà, che ſia nell'aria coſi gran
frigidità
, riſtretta in uno per il calore
circoſtante
, che, prima che l'acqua
cada
in terra, ſi aggiacci:ſi fanno le gran
dini
.
ma ſe per la troppa frigidità dell'a
ria
, non in un ſolo luogo unita, ma ſpar
ſa
per ogni parte dell'aria, il uapore,
prima
che in acqua ſi raccolga, ſi con­
denſa
: ſi fanno le neui, e le pruine; le
quali
hanno fra loro quella proportio­
ne
, che hanno le rugiade, e le pioggie,
ſomigliando
la pruina alla rugiada, e la
neue
alla pioggia.
nell'aria adunque ſi
fanno
queſti accidenti per il uapore: il
quale
di continuo tirato dalla uirtù del
ſole
, e delle ſtelle, ſi riſolue dalla ter­
ra
e dall'acqua, e dipoi mutato nelle
forme
predette ritorna alla terra & al­
l
'acqua.
Ma quando una eſhalatione
ſecca
, riſoluta dalla terra, nell'aſcen­
dere
rincontra uapori freddi, li quali
ſempre
diſcendono uerſo la terra; e me
1ſcolata con eſſo loro, non può ne dal pe
ſo
loro eſſer depreſſa in giu, ne con la
leggierezza
ſua ſolleuarſi in ſu: ſpinta
da
uiolenza per la miſtione del ſuo con­
trario
, per trauerſo è portata: & alho­
ra
ſi fanno grandiſsimi uenti, quando è
nell
'aria gran copia di eshalatione, e di
uapori
: ma ſe è picciola, ſi fanno aure
piaceuoli
e leggieri.
E quando nelle nu
uole
e ne i uapori ſarà rinchiuſa queſta
eshalatione
ſecca, e, ſpinte le nuuole
di
ſopra dalla frigidità, ſarà cacciata
uerſo
la terra: alhora uengono a gene­
rarſi
uenti, che ſoffiano dalle nuuole.
ma ſe queſta medeſima eshalatione,
non
bene riſtretta in uno, ma ſparſa
ſce
fuori con impeto per le nuuole; ſi
accende
, e fa i fulguri, & i tuoni.
ma
quando
condenſata, e meſcolata col
uapor
freddo, con gran forza è caccia­
ta
: alhora ſi fanno i fulmini: i quali, co
me
ſi uede nella Meteora, ſono di piu
1ſorti. Dopo l'aria ci reſta a ragionare
dell
'acqua.
il quale elemento, ſi come
ancora
l'aria,non è in alcuna parte ſem
plice
, eſſendo alterato continuamente
dall
'elemento ſuperiore, cioè dall'
ria
, ma molto piu dall'inferiore, cioè
dalla
terra; laquale, per eſſere corpo
denſo
, è piu atta ad operare, che l'
ria
, & a reſiſtere all'operatione dell'
lemento
uicino, cioè a quella parte, che
nell
'elemento uicino è a lei contraria.
onde è piu atta ad alterare, che ad eſſer
alterata
.
L'acqua circonda tutta la
terra
d'ogni parte: intendendo, che
l
'aria uicina alla terra ſia acqua per la
maggior
parte: perche è piena di uapo
ri
: i quali non ſono altro, che acqua
rarefatta
.
onde diſſe Homero, che un
certo
fiume Oceano circonda tutta la
terra
.
tutti i mari deriuano dall'Ocea
no
, eccetto il Caſpio, il quale d'ogn'
intorno
è cinto dalla terra.
Nell'Ocea
1no ſi ueggono due moti. l'uno è, che
l
'acqua continuamente ſi muoue da
riente
uerſo occidente, come manife­
ſtamente
comprendono quelli, che na
uigano
l'Oceano. perche ſe ſi partono
da
Nerito, promontorio di Spagna, per
arriuare
in Inghilterra, fanno la naui­
gatione
piu tarda, che partendo d'In­
ghilterra
per arriuare in Spagna.
quel­
li
ancora, che ſi pa rtono di Spagna per
arriuare
a quelle iſole, le quali a'gior­
ni
noſtri ritrouò Columbo Genoueſe
uerſo
ponente, forniſcono il lor uiag­
gio
in manco di un meſe: ma ritornan­
do
in Spagna, tardano tre e quattro
meſi
.
il medeſimo moto hanno oſſerua
to
i Portugheſi nauigando intorno all'
Africa
per arriuare in India.
che, quan
tunque
habbino il uento in poppe ga­
gliar
diſsimo, nondimeno àa ſuperare il
promontorio
, che ſi chiama Capo di
buona
ſperanza, durano infinita fatica,
1per il corſo dell'acqua da oriente in oc
cidente
.
L'altro moto è, che per ſei
hore
continue creſce l'oceano, & al­
trettante
hore decreſce.
et è coſi gran­
de
queſto moto, che nella Fiandra ſi
ueggono
alcune uolte ritornare a die­
tro
i fiumi per il creſcimento del mare,
& à Londra in Inghilterra il fiume Ta­
miſo
, che è lontano dal mare intorno a
cinquanta
miglia, medeſimamente ri­
tornare
uerſo il ſuo fonte, e creſcere
quaſi
tre paſſa.
Veggonſi ancora queſti
due
moti nel mare mediterraneo, ma
non
coſi grandi, come nell'oceano.
nell'Adriatico ſeno quelli, che nauiga­
no
coſteggiando l'Iſtria, la Dalmatia,
l
'Albania, ſentono un continuo moto
del
mare uerſo occidente: il quale poi
nella
parte, doue è Venetia, ſi riuolge
uerſo
mezzo di, cioè uerſo la Roma­
gna
, e di la uerſo oriente, cioè uerſo la
Puglia
. e queſto moto da'marinari prat
1tichi facilmente è conoſciuto. onde ſi
può
dire, che ſia circolare il moto del
mare
mediterraneo.
perche dall'Elle
ſponto
ſi muoue uerſo occidente, e col
medeſimo
moto coſteggia tutto il lido
di
terra ferma inſino alle colonne di
Hercole
: doue riuolgendoſi, per la co
ſta
dell'Africa, e dell'Egitto ſi muoue
uerſo
oriente, cioè uerſo la Soria.
Ho­
ra
è da conſiderare la cauſa di queſti
moti
nell'uno e l'altro mare.
Il mo
to
dell'Oceano uerſo occidente è cau­
ſato
dal moto diurno de' cieli: i quali
infondono
parte della loro qualità nel­
l
'Oceano, onde egli ſecondo il moto
loro
ſi muoue.
e poſsi dire, che il mo­
to
del mare Adriatico, il quale è parte
del
mediterraneo, deriui dalla mede­
ſima
cauſa.
perche, non potendo l'ac­
qua
, per eſſere rinchiuſa da terra fer­
ma
d'ogni parte, muouerſi di perpe­
tuo
moto da oriente in occidente, ſe-
1condo che la uirtù celeſte la conduce,
imita
nel modo, che può, il moto cir­
colare
de' cieli, e coſi ua girando intor
no
a'lidi di terra ferma nel modo, che
ſi
è detto.
Veniamo hora al creſcimen­
to
e decreſcimento di ſei in ſeihore.
il
quale
ueggiamo continuamente à Ve­
netia
, ma non coſi grande, come ſi ue­
de
nell'Oceano.
Non è dubio, che la
cauſa
del creſcimento dell'acqua non
è
altro, che una rarefattione e tumefat
tione
, per la quale creſce il mare, e ſi
diffonde
uerſo la terra.
e parimente la
cauſa
del decreſcimento non è altro,
che
una condenſatione di eſſa acqua,
per
la quale ritorna nella ſua unione, e
dalla
terra, oue ſi era ſparſa, ſi diparte,
percioche
, ſe queſta non fuſſe la cauſa,
onde
uerrebbe tanta copia di acqua
per
coſi grande creſcimento, e doue ri
tornerebbe
nel decreſcimento?
poi che
dunque
queſto principio è manifeſto,
1reſta che conſideriamo, onde naſce que
ſta
rarefattione, e condenſatione del­
l
'acqua, l'una cauſa del creſcimento,
l
'altra del decreſcimento.
E noto ad
ogniuno
, che ogni rarefattione ſi fa per
uir
del calore, e, ceſſando lui, ceſſa.
et all'incontro, ogni condenſatione ſi
fa
per uirtù della frigidità: come ſi ue­
de
nell'acqua, che poſta al fuoco bol­
le
, e leuatane ceſſa di bollire poi che
dunque
la cauſa di queſto creſcimento
dell
'acqua è una uirtù calida; diciamo,
moſsi
dall'eſperienza, che queſta uir­
, onde ſi gonſia il mare, dipende dal­
la
Luna, il cui tepore principalmente
pare
che ſia accommodato à diſporre
et
alterare l'humore di cieſchadun cor
po
.diuidiamo poi il cielo in quatro par
ti
eguali, con due circoli, il meridiano;
e
l'orizonte retto, il quale diuidi il me
ridiano
à i poli con anguli retti sferali.
e troueremo, che, quando la Luna dal
1punto dell'orizonte retto,il quale hab
biamo
poſto, ſi muoue uerſo il meridia
no
ſopra l'orizonte, alhora l'acqua
della
prima quadra ſi gonfia e ſi diffun­
de
.
ma quando ſi muoue dal meridia­
no
uerſo l'altro punto dell'orizonte
retto
, alhora l'acqua decreſce.
quan­
do
poi da queſto punto dell'orizonte
retto
ſi muoue ſotto terra uerſo il meri
diano
,medeſimamente fa gonfiare à noi
e
creſcere l'acqua della detta prima
quadra
: e paſſando il meridiano per gi­
re
al primo punto dell'orizonte retto,
onde
incominciò à muouerſi, la mede­
ſima
acqua decreſce.
e nel medeſimo
conſiderando ſi trouer à la cauſa di ciaſcu
na
quadra.
la quale non è altro, che la
Luna
.
il cui lume, et inſieme quel te­
pore
, che accompagna il lume, quan­
to
piu ſi auicina alla linea perpendicula
re
, & a gli anguli retti, fatti da eſſa linea
perpendicularmente
cadente; tanto ha
1maggiore uirtù, e però tanto piu riſcal
da
.
et all'incontro, quando da la linea
perpendiculare
, e dall'angulo retto ſi
diparte
, e fra l'angolo ottuſo, ha mi­
nor
uirtù, e però meno riſcalda: ſi co­
me
ancora prouiamo ne'raggi del So­
le
, per queſta cagione, quando la Luna
aſcende
da oriente uerſo mezzodi, &
il
ſuo lume dall'angulo ottuſo ſe ne ua
all
'angulo retto, alhoral'acqua ſi gon
fia
: e quando ella dipartendoſi dal mez
zodi
ſe ne ua uerſo l'occidente, dal­
l
'angulo retto all'ottuſo, alhora l'ac­
qua
ſi condenſa e decreſce.
e queſta è
ueriſsima
cauſa del moto dell'acqua,
mentre
che la Luna dall'oriente al­
l
'occidente camina.
ma,dapoi che ella
dall
'occidente ſi parte andando uerſo
il
punto di mczza notte,per qual cagio
ne
l'acqua ſi gonfii; e, quando ella dal
punto
di mezza notte partendo ſe ne
ua
uerſo oriente, per qual cagione l'ac
1qua ſi condenſi; è grandiſsima difficul­
a ſaperne il uero, ma ſi riferirà quel
che
a diligenti ſcrittori piu probabile è
paruto
.
Dicono, che la parte oppoſi­
ta
del cielo, ferita da i raggi della Luna,
ſi
altera, e riceue da lei quaſi la medeſi
ma
uirtù.
e però quando la Luna dipar
tendo
dall'occidente ſe ne ua uerſo il
punto
di mezza notte, allhora quella
parte
del cielo, che è dal punto del­
l
'orizonte retto, cioè dall'oriente, al
meridiano
, fa gonfiare l'acqua della
quadra
à lei riſpondente, per il rifleſſo
del
lume, il quale poi che il cielo ha ri­
ceuuto
dalla Luna oppoſita, lo rende a
quella
parte dell'acqua, che è ſottopo
ſta
a lui; onde ella per uirtu di quel lu­
me
ſi gonfia.
et il medeſimo ſi dice,
quando
la Luna partendo dal punto di
mezza
notte camina ſotto a'i piedi no­
ſtri
uerſo l'oriente, e fa creſcere quel­
la
quadra dell'acqua, che è dal meri-
1diano noſtro all'occidente, eſſendo fe­
rito
il cielo ſopraſtante a detta quadra
da
'i raggi oppoſiti di lei.
Contro a que­
ſta
ragione ſi oppone, che, eſſendo la Lu
na
molto minor della terra, la ombra
di
eſſa terra, la quale naſce da'i raggi e
dal
lume della Luna ſottopoſta, tanto
piu
creſce, quanto piu la Luna perpen­
dicularmente
ſi ſottopone a lei.
onde
pare
, che i raggi di eſſa Luna non poſ­
ſano
ferire la parte oppoſita del cielo, e
però
che il cielo da quella parte non
poſſa
riflettere i raggi lunari uerſo la
terra
e uerſo il mare, eſſendo che per
l
'ombra della terra interpoſta non puo
uedere
la Luna, ne participare di quel
la
uirtù, la quale mediante i raggi di lei
potrebbe
riceuere.
A queſta oppoſitio
ne
ſi riſponde coſi.
Eſſendo la terra, ſe ſi
fa
paragone fra lei e'l cielo, ſimile al
punto
; l'ombra ſua, benche grande,
non
può offuſcare ſaluo che una mini-
1ma parte di eſſo cielo: e però le altre
parti
uicine alla parte offuſcata poſſono
riceuere
il lume da'raggi della Luna,
e
renderlo alla terra & al mare.
e coſi
pare
che la ragione detta di ſopra ſi con
fermi
.
e benche coſi paia, nondimeno
mi
naſce un dubio, dal quale la mente
mia
non ſi diſſolue: & è queſto.
Eſ­
ſendo
il corpo celeſte diafano e perſpi­
cuo
, come puo egli rimettere il lume
alla
terra & all'acqua?
eſſendo che
quei
corpi riflettono il lume, i quali non
ſono
diafani, ma ſono terminati dalla
parte
poſteriore da qualche corpo den
ſo
.
perche ſe noi miriamo in unſpec­
chio
, la cui parte poſteriore non ſia
denſa
, ma diafana: lo ſpecchio non ri­
flette
il lume, ne ci dimoſtra la noſtra
figura
: la quale portata da'raggi del
noſtro
colore arriua allo ſpecchio, e non
trouando
reſiſtenza di corpo denſo op
poſito
, trappaſſa ſenza fermarſi.
ma ſe
1al medeſimo ſpecchio poſponiamo al­
cun
corpo denſo: alhora uediamo, che
egli
ci riflette il lume, e ci rende la no­
ſtra
figura;la quale trouando la reſiſten
za
del corpo denſo oppoſito, non trap­
paſſa
, ma ſi ferma.
oltre a ciò, ſe il cie­
lo
riceuendo il lume dalla Luna oppoſi
ta
lo communicaſſe alla terra & al ma­
re
, onde auerrebbe, che alcuna uolta
le
notti a cielo ſereno ſono tanto oſcu­
re
, che non ueggiamo pur un minimo
ſegno
di queſta rifieſsione di lume?
non è adunque il lume, ma qualche al­
tra
qualità, con la quale la Luna muo­
ue
l'acqua, e la quale il cielo riceuen­
do
dalla Luna, e communicandola al­
l
'acqua, la fa creſcere e gonfiare.
e coſi
mettendo
fine a queſta parte, cioè in­
quanto
ſi appartiene alla uirtù della Lu
na
cauſante il moto dell'acqua, di che
però
non reſtiamo à pieno ſodisfatti, ſe
guiremo
dicendo, che il Sole ancor e-
1gli con la ſua uirtù alcuna uolta fa il me
deſimo
effetto: come ogni meſe ſi può
oſſeruare
ne'i quadri della Luna.
per­
cioche
, quando dopo il plenilunio la
Luna
ſi accoſta al Sole nonanta gradi;
è
neceſſario, che nel medeſimo tempo
la
Luna dal punto di oriente nell'ori­
zonte
retto, che habbiamo conſtituito,
aſcenda
uerſo il meridiano, & il Sole
dal
punto di mezza notte camini uerſo
oriente
.
e nel medeſimo modo, dopo
la
congiuntione della Luna, quando el
la
dal medeſimo punto di oriente
ſcende
uerſo il meridiano, il Sole dal
meridiano
deſcende uerſo l'occaſo.nel
qual
tempo, cioè due uolte al meſe, ſi
uede
che non è il fluſſo e refluſſo, o al­
meno
è quaſi inſenſibile.
e chiamaſi ac­
qua
di fiele.
onde ſi conoſce, che an­
cora
il Sole opera in parte a muouere
& acquetare l'acqua.
E ancora nota­
bile
coſa, che il moto dell'acqua in-
1comincia nel fondo, & aſcende alla
ſuperficie
.
perche alla bocca del no­
ſtro
porto, oue ſono edificati i due ca­
ſtelli
, ſi oſſerua, che entrando per quel­
l
'adito l'acquain queſte lagune, doue
è
Venetia, quaſi dopo ſei hore di con­
tinuo
fluſſo, entrando tuttauia l'ac­
qua
, nondimeno ſi uede l'acqua, che
tocca
i muri de' caſtelli, eſſer decre­
ſciuta
quaſi un mezzo piè, prima che
incominci
il refluſſo.
uedendoſi adun­
que
, che l'acqua inſieme e decreſce, &
in
quella ſuperficie, che ſi uede, entra
tuttauia
; non è da dubitare, che il prin
cipio
del fluſſo e del refluſſo ſi fa prima
nel
fondo.
E ancora eſtraordinario il
moto
dell'acqua dal Boſphoro, e dal­
l
'Elleſponto. perche ſempre fa il fluſ­
ſo
, ne mai il refluſſo.
il che auiene per
la
copia de' fiumi.
i quali entrano nel
mare
.
Segue la terra. la quale ſi può
credere
che ſia ſemplice preſſo al cen-
1tro del mondo, ſi come il fuoco preſſo
al
concauo del cielo: intendendo però,
che
queſta ſimplicità non ſia eterna, ma
di
lunghiſsimo tempo.
perche una co­
ſa
corro ttibile non può eternamente
durare
in un medeſimo ſtato, onde è
credibile
, che, oltre a'raggi celeſti, e
la
uirtù della qualità celeſte, alcuna for
za
uiolenta di terremoto conduca fino
al
centro parte dell'aria, ò dell'acqua,
e
che di nuouo poi alluogo della prima
terra
ſucceda altra terra.
E perche ſe­
condo
l'ordine di natura deueua l'ac­
qua
ſopraſtar da ogni parte la terra: la
medeſima
natura ha alterato l'ordine
ſuo
ratione finis, come dicono i philo­
ſophi
; acciò che gli animali in queſta
minenza
della terra poteſſero uiuere: ſi
come
ancora nel picciolo mondo, cioè
nell
'animale, ſono molte coſe contra
la
natura della materia, ratione finis;
come
quell'oſſo, che ſi chiama ſinci-
1put; il quale eſſendo duriſsimo, e mol
to
terreo, e però graue, doueua eſſere
ratione
materiæ nella inferior parte del
l
'huomo, e nondimeno ratione finis fu
poſto
dalla natura nella ſuperiore, per
aſsicurare
contra gli accidenti la piu
nobil
parte di eſſo huomo.
La terra ha
ſimilitudine
dell'animale.
perche ſi co
me
egli ha il ſangue, il quale traſcorren
do
per le uene tutto il corpo nodriſce:
coſi
ella ha le acque, le quali o in fiumi,
o
in fonti, o in altra forma le humetta­
no
, & nodriſcono: egli ha lo ſpirito, el­
la
il uapore etereo, & l'eshalatione
gnea
; dalli quali fomentata genera e no
driſce
; egli ha le oſſa, ella i monti: i
quali
la prouida natura produſſe ancor
eſsi
ratione finis; a fine, che dalla loro
ſommità
deſcendeſſero i fiumi, e rigaſ­
ſero
la terra in ſeruitio de gli animali.
e
perche
alcuni credono, che i monti ſia­
no
eterni: ſi può credere, che ſiano e-
1terni eſſendo ſempre monti, ma che ſi
diminuiſcano
per la forza dell'acque e
de
' uenti, e di nuouo ſi accreſcano par
te
per la uirtù del calore etereo, e par­
te
per l'operatione dell'aria frigida, la
quale
aggionge materia diſpoſta a con­
uertirſi
in ſaſſo.
E queſte coſe baſtino,
quanto
alla terra in generale.
Quanto a
quella
parte, che è habitabile, Ariſto­
tele
, e gli auttori piu antichi credette­
ro
, tutta quella zona della terra, la qua
le
è ſoggetta al polo artico, e uicina,
eſſer
inhabitabile per il troppo freddo,
e
continuo giazzo: perche piu di tutte
è
lontana dal ſole: il quale la tocca co'
ſuoi
raggi tanto obliqui, che non han­
no
quaſi forza alcuna a riſcaldare, e ge
nerare
.
all'incontro credettero, tutta
quella
zona della terra, la quale ſoggia
ce
al circulo equinottiale, & è rinchiu
ſa
da i tropici, per il troppo caldo eſſer
inhabitabile
: perche il ſole tutta la feri-
1ſce co' raggi diretti, o poco obliqui.
fra queſte poſero una zona temperata,
& idonea alla generatione; la quale noi
habitiamo
.
e per la medeſima ragione
credettero
, uerſo il polo antartico eſ­
fer
paeſe inhabitabile per il troppo fred
do
, e dipoi una zona temperata quaſi
fino
al tropico di Capricorno.
e nella no
ſtra
zona habitabile tenne Ariſtotele il
quarto
clima eſſer piu temperato; ſot­
to
'l quale è la maggior parte della Gre
cia
.
queſta ful'opinione de gli antichi.
ma Auicenna dipoi tenne, che il Sole
riſcaldaſſe
la terra non tanto con ferirla
co
'raggi diretti, quanto con dimorar­
ui
ſopra lungo ſpatio.
perilche, eſſen­
do
che il ſole dimora aſſai circa i tropi­
ci
per l'obliquità e fleſſo del zodiaco,
e
nel circulo equinottiale pochiſsimo
dimora
, ma di ſubito trappaſſa; giudi­
Auicenna, ſotto il circulo equinot­
tiale
eſſer paeſe, non per il troppo cal-
1do inhabitabile, ma temperatiſsima, e
molto
accommodata all'habitatione,
per
eſſer iui continuo equinottio.
alla
qual
poſitione benche Auerroe con
molte
ragioni habbi contradetto in quel
la
paraphraſi, la quale ſcriſſe ſopra la
meteora
; nondimeno queſta queſtio­
ne
è ſtata deciſa a tempi noſtri dall'
fperienza
.
perche nella nauigatione de
Spagnuoli
, e ſopra tutto de Portughe
ſi
ſi è ritrouato, che ſotto il circulo
quinottiale
, e fra i topici ui habitano di
molte
genti, di colore non nero, come
gli
Etiopi, ma bruno.
onde ſi uede, che
Auicenna
hebbe opinione bona, quan
to
al credere quella zona eſſer habita­
bile
: ma s'ingannò, quanto al crede­
re
che ella foſſe temperatiſsima.
il che
ſi
conoſce dal colore, e dalle operatio­
ni
di quelle genti: perche ſono imbel­
li
, e timide, e d'ingegno molto inferio
re
a'Greci; i quali habitano il quarto
1clima. ſotto a' tropici ſono regioni piu
calde
, che ſotto il circulo equinottiale,
ma
non però inhabitabili, eccetto le ſo
litudini
dell'Africa piene di arena: le
quali
però non ſono in tutto uuote, eſ­
ſendo
habitate da gli Etiopi, e dai Tro
gloditi
.
dalla quale eſperienza ſi è cono
ſciuto
, che quell'incommodo, il qua­
le
ha quella zona per i raggi perpendi­
culari
del Sole, è ricompenſato dalla po
ca
, anzi quaſi niuna dimora del Sole
nel
circulo equinottiale: perche il zo­
diaco
iui è diretto, e non torto, come
ne
i tropici.
oltre a ciò, il continuo
quinottio
, e finalmente l'allontananza
del
Sole dal loro orizonte, il quale di­
ſcende
precipite, e ſe ne diritto ſot­
to
i piedi di quei popoli; & all'incon­
tro
ſotto i tropici, e preſſo ai tropici la
dimora
del Sole per il fleſſo del zodia­
co
, i giorni eſtiui piu lunghi, la ſceſa del
Sole
ſotto l'orizonte non coſi grande,
1fanno l'eſtate piu calda, che ſotto l'
quinottiale
.
Quanto a gli Etiopi, la cau
ſa
, perche ſolamente in Africa ſi ritruo
uino
, ſarebbe aſſai oſcura, ſe non ſi con­
ſideraſſe
la qualità del paeſe.
perche
grandemente importa la conditione del
la
terra ſottopoſta, cioè, ſe è piana, ò
montuoſa
; ſe bagnata da'fiumi, ò ſec­
ca
; ſe ſaſſoſa, ò arenoſa, ò di graſſo ter
reno
.
percioche tutte queſte conditio
ni
poſſono aſſai circa la temperie, ò la
intemperie
di un paeſe.
importa anco­
ra
molto, quali ſiano i uenti, e da che
luoghi
uengano, ſe da luoghi paludoſi,
ò
da caldi, ò da freddi.
le quali differen
ze
hanno forza di dar diuerſa natura a
paeſi
contermini, e poſti ſotto la mede
ſima
plaga del cielo: onde ſono alcuni
caldi
, alcuni freddi; alcuni di aria ſalu­
bre
, alcuni di offenſiua.
perilche nella
Libia
, oue è campagna arenoſa, e niu­
no
fonte, la terra riceue dal Sole gran-
1diſsimo calore, e dal canto ſuo riſcalda
l
'aria parimente, onde ſi muta la com
pleſsione
de gli habitanti, e diuengono
Etiopi
per l'ecceſsiuo caldo.
il che non
auiene
ne gli altri luoghi ſoggetti, o ui­
cini
al tropico, per eſſerui copia di fon
ti
, e di monti, e di paludi: onde gli ha­
bitanti
non ſono Etiopi, ma bruni.
per
che
alla generatione di tutte le coſe, ol­
tra
le cauſe celeſti, è di momento gran
de
la qualità della materia ſoggetta: al­
la
quale perche non attendono gli aſtro
loghi
, molte uolte rieſcono bugiardi.
Gli elementi, per eſſere mutabili & al­
terabili
l'uno con l'altro, fanno tutti i
corpi
miſti.
et ogni alteratione dipen­
pe
dalle loro qualità prime, l'una con­
traria
all'altra: perche le ſeconde qua
lità
dipendono dalle prime, come da
principii
.
le prime ſono conoſcibili dal
tatto
, e piu attiue di tutte: e ſono qua­
tro
, calidità, frigidità, humidità, ſicci
1. delle quali poſsiamo formare ſei con
giuntioni
, due impoſsibili, e quatro
poſsibili
.
le impoſsibili ſono, calidità
con
frigidità, humidità con ſiccità: per­
che
niuno corpo ſi ritruoua, nel quale
ſiano
ſomma calidità con ſomma frigidi
, o ſomma humidità com ſomma ſiccità:
non
potendo due contrarii eſſer inſie­
me
in un ſubietto.
le poſsibili ſono, ca­
lidità
con humidità, calidità con ſiccità,
frigidità
con humidità, frigidità con ſic
cità
.
delle quali quatro qualità eſſendo
partecipe
ogni corpo miſto, uiene à par
ticipare
di tutti quatro gli elementi.
Et
è
d'auertire, che Aleſſandro Aphro­
diſeo
, e Galeno coetaneo di Aleſſan­
dro
, e Philopono tennero, che queſte
quatro
qualità foſſero le forme de gli
elementi
.
il che è manifeſtiſsimo erro­
re
.
perche ogni forma di qual ſi uoglia
corpo
è ſoſtanza, per queſta ragione.
ſe il fuoco, uerbi gratia, è ſoſtanza; &
1è fuoco per la forma, che gli da l'eſſe­
re
: ſegue, che la forma, la quale lo fa
eſſere
ſoſtanza, ancor ella fia ſoſtanza:
perche
ſe non foſſe, non potrebbe da­
re
al fuoco quel che ella non haueſſe.
onde uſano di dire i philoſophi: pro­
pter
quod unumquodque tale eſt, & il­
lud
magis.
ſe adunque ogni forma è ſo
ſtanza
; non poſſono le qualità eſſer for
me
, eſſendo, come ſa ogniuno, acciden
ti
:e quello, che è accidente ad un ſubiet
to
, non può eſſere ſoſtanza all'altro: la
quale
è propoſitione famoſa & appro­
uata
, e cauaſi dal primo della phiſica,
da
quelle parole: Quod uere eſt, acci­
dit
nulli.
onde Auerroe nel commen­
tario
ſopra l'ottauo della metaphiſica
riprende
Aleſſandro, per hauer detto,
che
nel fuoco la calidità è forma ſoſtan­
tiale
.
oltre a ciò, ſe la materia è nel ge­
nere
della ſoſtanza: ragioneuole mi pa
re
, che molto piu ui debba eſſere la for
1ma: la quale ogniuno ſa che è piu nobi
le
della materia.
Aggiungo: ſe neſſuna
ſoſtanza
è per ſe ſenſibile, come dice
Ariſtotele
nel ſecondo de anima: come
poſſono
le prime qualità eſſer ſoſtanze,
le
quali ſono ſenſibili e conoſcibili al
tatto
?
Ecci ancora queſta ragione, ſe le
prime
qualità ſoſſero forme; ſeguireb­
be
, che ogni elemento hauerebbe due
formc
; hauendo ogni elemento due
qualità
.
il che è coſa impoſsibile.