Cambiagi, Gaetano, Guida al forestiero per osservare con metodo le rarità e bellezze della città di Firenze, 1790

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Author: Cambiagi, Gaetano
Title: Guida al forestiero per osservare con metodo le rarità e bellezze della città di Firenze
Year: 1790
Number of Pages: 354

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1
GUIDA
AL FORESTIERO
PER OSSERVARE CON METODO
LE RARITÀ E BELLEZZE
DELLA
CITTÀ DI FIRENZE
QUINTA EDIZIONE
Corretta, ed accresciuta della Descrizione
della Real Gallerìa, del Gabinetto
d'Istoria naturale, e dell'Accademia
delle Belle Arti ec.
1[Figure 1]
FIRENZE MDCCLXXXX.
PER GAETANO CAMBIAGI STAMP GRANDUCALE
CON LICENZA DE' SUPERIORI.
Vale Paoli tre.
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12[Figure 2]
DESCRIZIONE
DELLA CITTÀ
DI FIRENZE
3[Figure 3]
VArie ſono le opinioni dei noſtri
Iſtorici circa l'origine, e prima
popolazione di queſta Città di Fi-
renze, poichè alcuni vogliono che
riconoſca il di lei principio dai
ſeguaci di Silla, altri dai Triumviri, e altri dai
Popoli Fieſolani; e ſecondo il ſentimento del
fu noſtro Dottor Giovanni Lami ſi vuole che
foſſe una delle antiche Città Etruſche, e dipoi,
ſecondo l'autorità di Giulio Frontino, e di
altri accreditati Autori, fu dedotta anticamente
da' Triumviri Colonia de' Romani compoſta
dei più ſcelti Soldati di Ceſare.
Da Floro fu
annoverata Florenzia dipoi Firenze fra' più
ſplendidi Municipj d'Italia.
Quindi è, che i
Fiorentini nutrirono in ogni tempo ſpiriti no-
1 bili, e generoſi, e niuna impreſa, benchè dif-
ficile, e grande, intentata laſciarono, per ac-
quiſtare a ſe medeſimi gloria, ed alla Patria or-
namento, e ſplendore.
Scoſſo il duro giogo
di eſſere ad altri ſoggetti, dopo la decadenza
dell'Imperio Occidentale, nel quinto ſecolo,
procurarono di vivere in libertà; per conſer-
var la quale, non meno che per dilatare i con-
fini del proprio dominio, furono forzati ad ab-
battere l'audacia dei loro nemici, disfacendo
Caſtelli, eſpugnando Città, e riducendo ſotto
il loro comando Popoli intieri.
Fatti pertanto
potenti, non temerono di ſoſtenere oſtinatiſſi-
me guerre contro i primi potentati d'Italia,
riportandone ſegnalate vittorie, le quali ſenz'
alcun dubbio non ſarebbero così toſto ceſſate,
ſe non ne aveſſero il corſo impedito le diſcor-
die civili.
Queſte furono, che tolſero ai Grandi
il Governo, e 'l tramutarono di Ariſtocratico
in Popolare, e di Popolare lo riduſſero a
Principato: poichè la Repubblica nei primi
tempi ſolamente dagli Ottimati ſi governò, indi
dal culto Popolo (fuorichè nella rivoluzione
de' Ciompi nell'anno 1378. quando il popolo
vile, e minuto per breviſſimo tempo preſe il
comando); e finalmente nel ſecolo decimoſe-
ſto da Principi ottimi, e clementiſſimi cominciò
ad eſſer governata.
Ora ſiccome nel coraggio,
1 e governo furono i Fiorentini ſomigliantiſſimi
a' Romani, così procurarono in ogni altra coſa
d
'imitarli.
Ebbero come Roma il Teatro,
l'Anſiteatro, il Campidoglio, il Foro, le Ter-
me, gli Acquedotti, e ſecondo alcuni, anche
il Tempio di Marte.
Dicono, che coſtumaſ-
ſero gli ſteſſi Giuochi, e le ſteſſe Feſte pub-
bliche, e onoraſſero pure come lor tutelare il
medeſimo Dio Marte.
Così ne' tempi poſteriori,
quando ebbero la ſorte di conoſcere, e di ab-
bracciare la Religione Ortodoſſa, edificarono
nobiliſſime Chieſe, ſontuoſi Palazzi, Giardini
vaghiſſimi, che quaſi gareggiano con quei di
Roma
.
Coltivarono, come i Romani in ſom-
mo grado le Armi, e le Lettere.
Nelle Armi
riuſcirono valoroſiſſimi Soldati, e condottieri
d'Eſerciti di gran nome.
Sono innumerabili
quelli, che nei tempi antichi, e moderni ebbero
l'onore di eſſer creati Cavalieri da Imperadori,
e Monarchi, per ricompenſa del loro valore,
ed a taluni non ſon mancate ſovranità ragguar-
devoliſſime, e le dignità prime del Mondo, e
che nelle Regioni anche più barbare, e più
lontane ſi reſero formidabili, e nel medeſimo
tempo glorioſi.
Eſperti, e ſagaciſſimi nelle
tante, e diverſe Ambaſcerìe, ſoſtenute ſempre
con gran decoro, e ſplendidezza, tralle quali
una delle più memorabili, e di ſommo onore
1 per la Nazione fu quella di ritrovarſi inſieme
in Roma a congratularſi con Bonifazio VIII.
dodici Ambaſciatori, ſpediti da diverſi Poten-
tati tutti a dodici Fiorentini, la qual coſa fece
tanta maraviglia a quel Pontefice, che in pub-
blico Conciſtoro diſſe: La Città Fiorentina
è la migliore Città del Mondo, e la Nazione
Fiorentina nelle coſe umane è il quinto ele-
mento
.
1 Al nuovo Mondo diſcoperto
diede il ſuo nome un Fiorentino.
Ma che
diremo noi degli uomini letterati?
Dopo l'in-
vaſione de' Barbari nell'Italia, rimaſero le
Scienze, e le Arti più nobili ſepolte in una
1 profonda ignoranza: mercè però de' Fiorentini
riſorſero a nuova vita, riprendendo il lor pri-
miero ſplendore.
Quindi ſi vidde, quaſi diſſi,
rinata la Poeſia, e l'eloquenza Greca, e Latina,
e prender vita la letteratura Toſcana.
Rifiorì
la Filoſofia di Platone, e con eſſa ogni altra
ſcienza più ragguardevole.
Le Mattematiche,
e le Filoſofie ſormontarono al ſommo grado
per mezzo del gran Galileo inventore del Te-
leſcopio, Microſcopio, ed altri iſtrumenti,
mercè de' quali ampliò le cognizioni fino al-
lora limitate della Filoſofia, ed Aſtronomia
anco per via delle nuove ſcoperte da eſſo fatte
in Cielo, e ſempre più ſi accrebbero con le
molte eſperienze fatte dalla tanto celebre Ac-
cademia del Cimento, che diede moto a tutte
le altre rinomatiſſime Accademie dell'Europa
per le tante ſcoperte Fiſiche, e Filoſofiche
che vi furono fatte.
L'Jus Civile dall'interpe-
trazione del noſtro Accurſio incominciò gran-
demente a riſorgere.
Così fecero la Pittura,
la Scultura, e l'Architettura, nelle quali tant'
oltre s'avanzarono i Fiorentini, che a loro
giuſtamente ſi dee la lode di primi maeſtri, e
di riſtauratori di belle Arti.
Sopra il numero
di dugento ſono quei, che già Cittadini di que-
ſta Patria, ora del Cielo col titolo di Beati,
o di Santi s'adorano ſu gli Altari.
Moltiſſi-
1 me Chieſe ſi contano, trenta delle quali
ſon Parrocchie.
Circa a ottanta tra Monaſteri di
Monache, Conſervatorj, Religioſi Clauſtrali ed
altre Chieſe tutti dentro della Città; oltre i
molti, che ſono ſuburbani: Vi ſono varj Con-
ſervatorj di fanciulle povere, e d'uomini men-
dicanti: diverſi Spedali per gl'infermi.
Varie
Scuole pubbliche nei Quartieri della Città per
la gioventù, e varie Scuole di Manifatture ſo-
no ſtate recentemente erette dalla munificen-
za del noſtro Benefico Sovrano.
Vi ſono Ac-
cademie di gran nome, e fra queſte la Reale
Accademia Fiorentina, adunandoſi ogni Giovedì
non impedito pubblicamente nella Librerìa Ma-
gliabechiana in cui oltre le dotte Diſſertazioni
che vi ſi odono, è permeſſo ad ognuno di re-
citarvi in qualunque idioma varie compoſizio-
ni, concorrendovi un ſeminario di belli inge-
gni
.
L'Accademia del Diſegno, che ebbe il
ſuo principio nella Chieſa di S. Maria Nuova
fino dall'anno 1239. e che è ſtata delle prime di
tutte l'altre, che molti anni dopo ſono ſtate
erette per l'Italia, e in altre parti dell'Eupo-
pa 1.
Vi è ancora quella de' Georgofili, ten-
dente a migliorare ſempre più l'Agricoltura.
A bili,
e go-
A 2 per
pro-
Quel-
1
Quelle degl'Ingegnoſi, degli Armonici, Fati-
canti, Coreofili che ſi eſercitano in virtuoſe
adunanze di canto, ſuono, ballo ed erudite
compoſizioni
.
Finalmente per rendere una
Città in ogni parte compita, hanno fatto a gara
l'Arte, e la Natura; quella con tanti abbelli-
menti eſteriori, e di ſtrade ſpazioſe, e ben la-
ſtricate, c di ſontuoſi Edifizj, di tante belle
Pitture, e Statue di cui è ripiena la Città no-
ſtra; queſta coll'amenità del ſito, ov'ella è
collocata, e circondata da fertiliſſimi colli ri-
pieni tutti d'innumerabili Ville, e Caſamenti
che veduti da qualche eminenza fanno reſtare
ſorpreſi i riguardanti; irrigata dal Fiume Arno,
con aria ſottile , ma ſalubre, e produttrice
di nobiliſſimi ingegni.
Onde non è maraviglia
s'ella meriti il giuſto encomio, che le hanno
dato gli Scrittori più nobili, di bella, e di
magnifica, di fiore delle Città, e di maeſtra
delle Scienze, e delle Arti, qual nuova Atene
in Italia.
Ora perchè tanto i Foreſtieri che i
Cittadini poſſano da ſe ſteſſi oſſervar brevemente,
con una ſemplice ſcorſa per queſta Città, il
bello della medeſima ho diviſa queſta mia nuo-
va edizione per i quattro Quartieri della Città,
nei quali ella è ſpartita, e principiando da
quello di S. Giovanni diaſi cominciamento dall'
inſigne Chieſa Metropolitana, detta
SAN-
1
SANTA MARIA DEL FIORE. Queſta gran
Chieſa vince di pregio tutte le Fabbriche della
Città, onde fa di meſtiere oſſervare in eſſa di-
ſtintamente tutto ciò, che la rende ſopra d'ogni
altra ammirabile, e ſingolare.
Primieramente
s'eſtende la ſua lunghezza a braccia dugento-
ſeſſanta, la larghezza delle Tribune a centoſeſ-
ſantaſei; e quella delle Navate a ſettantuna;
l'altezza dal piano della terra ſino alla ſommità
della Croce è braccia dugentodue, poichè
fino al piano della Lanterna, ell'è alta cento-
cinquantaquattro braccia, il tempio della Lan-
terna trentaſei, la Palla quattro, e otto braccia
la Croce.
Finalmente tutto il giro di queſto
grand'edifizio aſcende a braccia milledugentot-
tanta
.
Per di fuori è tutta incroſtata di marmi con
bell'ordine diſpoſti.
La facciata ancora era quaſi
per metà incroſtata di marmi, adornata di molte
ſtatue, e baſſirilievi, fatta con diſegno di Giotto;
ma fu demolita l'anno 1586. ſenza ſaperſene
il motivo, e fu dato principio ad un altra di
diſegno diverſo, la quale eſſendo ad una certa
altezza condotta, fu di nuovo disfatta l'anno
1688., ed allora con l'occaſione delle Reali
Nozze del Gran Principe Ferdinando di To-
ſcana colla Gran Principeſſa Violante Beatrice
di Baviera, fu dipinta a freſco, come ritrovaſi
di preſente da dieci Pittori Bologneſi, capo
1 dei quali fu Bartolommeo Veroneſi per le fi-
gure, ed Ercole Graziani per l'Architettura,
avendovi eſpreſſi ſopra le porte tre Concilj ce-
lebrati in diverſi tempi in Firenze che quello
ſulla porta a mano dritta fu fatto da Papa Vit-
torio II. nel 1055.; l'altro ſulla Porta ſiniſtra
fu fatto da Papa Paſquale II. nel 1104, e
quello ſulla Porta maggiore è il celebre Ecu-
menico Concilio de' Greci, e Latini celebrato
nel 1439. da Eugenio IV. in memoria dei
quali ſi leggono ſotto a ciaſcuno le appreſſo
tre Iſcrizioni
dei
Del primo
Concilium Generale
Florentiae habetur
Difficillimis temporibus
praeſentibus
Victore II. Pont. Maximo
Et Henrico Imperatore Auguſto
Anno Domini M. LV.
Del ſecondo
Sacer Conventus
Epiſcoporum CCCXL.
Florentiae
De graviſſimis rebus conſulitur
A Paſchale II.
Rom. Pont.
Anno Dom. M. CIV.
Del
1
Del terzo
Sacroſancta Oecumenica
Decima ſeptima
Synodus hac in Florentina Baſilica celebratur
In qua tum Graeci tum Latini
In unam eamdemque veram fidem conſenſere
Coram Eugenio IV. Univerſalis Eccleſiae
Pontifice
Nec non Ioanne Auguſto
Graecorum Imperatore
Anno Domini MCD. XXXIX.
Le ſtatue, che erano nell'antica facciata Got-
tica, parte altrove, ed una porzione dentro la
Chieſa in nicchie furono collocate: e tra que-
ſte i quattro Evangeliſti alti più del naturale,
fatti da Donatello, i quali oggi ſi veggono nelle
Cappelle della Tribuna di mezzo.
Per ſette
gran Porte vi ſi ha l'ingreſſo, tre delle quali
nella facciata, e quattro lateralmente, abbellite
di vaghi lavori, ed intagli, tra' quali è molto
in pregio una Madonna di marmo alta più del
vivo con due Angioli in atto riverente, di Gio-
vanni da Piſa ſopra la Porta dirimpetto alla
Canonica; e la Nunziata di Moſaico di mano
del Ghirlandaio ſopra la Porta del fianco verſo
la via de' Servi, ſopra la quale rimiraſi un'Aſ-
ſunta di marmo di mano di Nanni di Antonio
di Banco.
Rileva ſopra queſto Edifizio la gran
1 Cupola di figura ottagona, la cui bellezza, e
grandezza rende l'occhio di chi la mira per lo
ſtupore attonito; per quanto ſe ne ragioni, ſi
giunge mai a lodarne una parte.
Queſta è la Cu-
pola famoſa, della quale il divin Michelagnolo
ebbe a dire, poterſi appena imitare, non che
ſuperare con l'arte.
Finalmente l'Architettura
di tutto queſto compoſto è oltremodo mara-
viglioſa; imperciocchè in quell'età coſtuman-
doſi di fabbricare alla Gotica, fu al certo mi-
rabil coſa, che gl'ingegnoſi Artefici ſi diſco-
ſtaſſero da una maniera barbara, ed all'ot-
tima degli antichi Romani s'avvicinaſſero.
Que-
ſto grande Edifizio ebbe cominciamento il
8. Settembre 1298. come dalla ſeguente Iſcri-
zione poſta per di fuori alla parete della Chieſa
dentro ai Cancelli del Campanile appariſce
Cu-
Annis millenis centum bis octo nogenis
Venit Legatus Roma bonitate donatus,
Qui lapidem fixit fundo, ſimul & benedixit
Præſule Franciſco geſtanti Pontificatum
Iſtud ab Arnulpho Templum fuit ædificatum
Hoc opus inſigne decorans Florentia digne
Reginæ Cæli conſtruxit mente fideli
Quam tu Virgo pia ſemper defende Maria
avendovi gettata la prima pietra il Cardinale Pie-
tro Valeriano Legato Apoſtolico, eſſendo prima
1 in queſto luogo una Chieſa eretta in onore di S.
Reparata, per ricordanza della vittoria ottenutaſi
l'anno 407. nel giorno a lei dedicato, con-
tro Radagaſio Re de' Goti.
Il primo Architetto
fu Arnolfo di Lapo, diſcepolo di Cimabue,
ſotto la direzione del quale incominciataſi que-
ſta Fabbrica, in centocinquantaquattr'anni fu
da altri valenti uomini ſuoi ſucceſſori quaſi all'
ultima perfezione condotta.
Ma la gran Cupola
fu parto dell'ingegno maraviglioſo di Filippo
di Ser Brunelleſco Lapi Architetto, che ne'
ſuoi tempi non ebbe uguale
1 La Lanterna
di eſſa di diſegno del medeſimo, tutta di mar-
mo maſſiccio, mirabilmente intagliata fu meſſa
fu da Baccio d'Agnolo, e S. Antonino allora
Arciveſcovo di Firenze ſalì con tutto il Clero
a porvi la prima pietra nell'anno 1438., e
quella parte di Ballatojo ſotto la Cupola dalla
parte dell'Opera è diſegno di detto Baccio.

La Palla, e la Croce fu poſta da Andrea Ver-
rocchio
.
Ammirata l'eſteriore bellezza, entre-
remo in Chieſa.
Il pavimento è di marmi di
1 varj colori, diviſati con mirabil diſegno. Quel-
lo della Navata di mezzo è di Franceſco da
San Gallo, e quello intorno al Coro è fatto
col diſegno di Michelagnolo, ed il rimanente
di Baccio d'Agnolo.
Quivi prima d'ogni altra
coſa potrà l'erudito Foreſtiero volger l'occhio
alle varie Iſcrizioni, e memorie, che vi ſi
trovano
.
A man deſtra avvi il Ritratto del
menzionato Brunelleſco ſcolpito in marmo dal
Buggiano ſuo ſcolare con l'appreſſo Iſcrizione
compoſta da Carlo Marzuppini Aretino
in
varj
D. S.
Quantum Philippus Architectus arte dae-
dalea valuerit cum huius celeberrimi Templi
mira teſtudo, Tum plures machinae divino
ingenio ab eo adinuentæ documento eſſe poſ-
ſunt
.
Quapropter ob eximias ſui animi dotes
ſingulareſque virtutes xv. Kal. Maias anno
1444. eius B. M. corpus in hac humo ſuppoſita
grata Patria ſepelliri iuſſit.
a cui ſegue il ritratto di Giotto reſtauratore
della Pittura. e Architetto del gran Campanile,
ſcolpito da Benedetto da Majano coi ſeguenti
verſi ſteſi da Agnolo Poliziano
Illa
1
Ille ego ſum per quem pictura extinta revixit
Cui quam recta manus tam fuit & facilis
Naturae deerat noſtrae quod defuit arti
Plus licuit nulli pingere, nec melius.

Miraris turrem egregiam ſacro aere ſonantem
Haec quoque de modulo crevit ad aſtra meo.

Denique ſum Iottus quid opus fuit illa referre.
Hoc nomen longi carminis inſtar erit
Obiit an. MCCCXXXVI. Cives poſ.
B. M. MCCCCLXXXX.
Succedono altre memorie d'uomini illuſtri,
come di Antonio dell'Orſo Veſcovo Fiorentino
in un'arca elevata da terra, con la ſtatua di
marmo ſopra di eſſa, di Pier Farneſe Capitano
de' Fiorentini, di Fr. Luigi Marſilj eminente
Teologo del Cardinal Pietro Corſini, con il
ſeguente Epigrafe.
Florentina Civitas ob ſingularem eloquen-
tiam, & doctrinam Clariſſimi Viri Magiſtri
Luiſii de Marſiliis publico ſumptu
faciendum ſtatuit.
e dopo queſto vi è di mano di Lorenzo di
Bicci il Depoſito del ſopraddetto Veſcovo di
Firenze, poi Cardinale Pietro Corſini, con il
ſeguente Epitaffio in terra alla dirittura delle
colonne
.
Pe-
1
Petro Corſinio Florentiae Epiſcopo & Card.
Ampliſs. ob Familiae nobilitatem, & eximias
animi ſui dotes haec urbs opt. de ſe merito
ſepulcrum hoc. p. c.
Ne ſegue poi l'effigie del gran Marſilio Ficino
rinnovatore della Filoſofia di Platone ſcolpita
in marmo da Andrea Ferrucci di Fieſole col
ſeguente Epitaffio
En Hoſpes. Hic eſt Marſilius Sophie Pater
Platonieum qui dogma culpa temporum
Situ obrutum illuſtrans & Atticum decus
Servans Latio dedit.
Fores primus ſacras
Divinae aperiens mentis actus numine
Vixit beatus ante Coſmi munere
Laurique Medicis nunc revixit publico
S. P. Q. F. An. MDXXI.
A mano ſiniſtra entrando in Chieſa, vedeſi il
Ritratto, e Iſcrizione di Antonio Squarcia-
lupi ſcolpito da Benedetto da Majano, con
l'appreſſo Iſcrizione compoſta dal Magnifico
Lorenzo de' Medici
Mul-
1
Multum profecto debet Muſica
Antonio Squarcialupio Organiſtæ.
Is enim
Ita arti gratiam coniunxit.
Ut quartam.
Sibi viderentur charites Muſicam aſciviſſe
ſororem I.
Florentina Civitas grati animi officium
Rata eius memoriam propagare
Cuius manus ſæpe Mortales
In dulcem admirationem
Adduxerat Civi ſuo
Monumentum poſuit
Dipoi altro depoſito elevato da terra, eſſendo
varie le opinioni di chi ſia; ſopra la Porta
vedeſi quello di Don Pietro di Toledo Vi-
ce Re di Napoli, e dipoi nella parete ſono
dipinte due figure, rappreſentanti Niccolò da
Tolentino, che è di Andrea del Caſtagno, e
Giovanni Acuto, che è opera celebratiſſima di
Paolo Uccello.
Merita anche oſſervazione un
quadro antico dell'Orcagna, in cui è dipinto
il Divino Poeta Dante, quivi eſpoſto per De-
creto della Repubblica Fiorentina, quale è
l'unica memoria pubblica, che vi ſia di que-
ſto gran Maeſtro della Toſcana Poeſia, ſotto
al qual Ritratto vi ſi leggono gli appreſſo verſi
compoſti da Coluccio Salutati.
Qui
1
Qui Cælum cecinit, mediumq imumq. Tribunal
Luſtravitque animo cuncta Poeta ſuo
Doctus adeſt Dantes ſua quem Florentia ſaepe
Senſit Conſiliis ac pietate patre
Nil potuit tanto mors ſalva nocere Poetae
Quem vivum virtus carmen imago facit.
E' queſta Chieſa diviſa in tre Navate, alle
quali corriſpondono tre Tribune di forma ot-
tagona, e in ciaſcuna d'eſſe ſono cinque Cap-
pelle
.
Nella Tribuna di mezzo ſi oſſervano
nelle quattro Cappelle laterali i quattro Evan-
geliſti di mano di Donatello accennati di ſo-
pra, e nella Cappella di mezzo il Cenacolo,
di Gio. Balducci, e gli altri due quadri late-
rali di Bernardino Poccetti che in quello a man
dritta ſono i Diſcepoli di Emaus, e nell'altro
a ſiniſtra Gesù Criſto che manda i ſuoi Apo-
ſtoli a predicare.
Queſta Cappella moderna-
mente adornata di Balauſtri, e dell'Altare di
marmi di varj colori, è dedicata a S. Zanobi
Veſcovo Fiorentino, le di cui ſacre Ceneri ſi
conſervano ſotto l'Altare nella belliſſima Caſſa
di bronzo, che può oſſervarſi da tutte le parti,
mirabilmente lavorata da Lorenzo Ghiberti.

Paſſando all'altra Tribuna detta della S. Cro-
ce, ſi oſſerverà prima la Porta della Sagreſtia
di bronzo, opera del Ghiberti, e dentro alla me-
1 deſima Sagreſtia i Putti, che l'adornano con varj
feſtoni di mano di Donatello, e l'arco piano fatto
di Pietre commeſſe, opera certamente ſingolare,
e prodigio dell'Architettura
In detta Tribuna
oltre l'Altare della S. Croce ove in un ric-
chiſſimo Reliquiario un gran pezzo di eſſa, con
altre inſigni Reliquie conſervanſi, ſi vedono
alle pareti laterali due quadri che in uno di
mano di Federigo Zuccheri vi è eſpreſſa la
SS. Nonziata, e nel'altro l'adorazione de'
Magi di Autore ignoto.
Può oſſervarſi l'Im-
magine di S. Giuſeppe nella Cappella ad Eſſo
dedicata di mano di Lorenzo di Credi, e i due
Quadri laterali, che l'adornano, dei quali il
Tranſito è di Mauro Soderini, e lo Spoſalizio,
di Giovanni Ferretti.
Nel pavimento di queſta
Tribuna ſotto a un'aſſito di legno vi è un tondo
di marmo, ſul quale nel ſolſtizio di Giugno
paſſando il Sole per un'anello fermato nella
lanterna della Cupola. ſi conoſce il punto
della maggiore altezza di queſto Pianeta, in-
venzione trovata dal celebre Maeſtro Paolo del
Pozzo Toſcanelli Fiorentino che morì nel
1482., ed eſſendo la Lanterna della Cupola
ſtata terminata nel 1465. ſi conofee eſſervi
ſtati poſti queſti ſegni contemporaneamente, o
poco dopo la ſua terminazione, venendo ad
eſſere così una Meridiana delle prime, e più
1 antiche dell'Europa; che dipoi nel 1755. dal
Mattematico P. Leonardo Ximenes allora Ge-
ſuita fu tirata una Meridiana in un regolone
di metallo che reſta ſotto al detto aſſito, per
ſervire alle ſuddette oſſervazioni ſolſtiziali, che
ſi ſeguitano a farſi da altre perſone erudite
regolarmente ogni anno alcuni giorni prima,
e dopo al ſopradetto ſolſtizio, leggendoviſi
quivi nella muraglia la ſeguente memoria
B de-
anti-
Auſpiciis Franciſci Romanorum Imper atoris,
ac Magni Etruriae Ducis Ad veterem Tem-
pli buius Gnomonem a Paullo Tuſcanellio
medio circiter ſaeculo XV. conſtitutum, ineun-
te vero XVI. amplificatum.
Leonardus Xi-
menius Soc. I. novas obſervationes inſtituit.

Probata laminae aeneae, pro centro poſitae,
ac loci totius hac in re ſtabilitate, eius Gno-
monis altitudo, demiſſa catena, accurate ex-
plorata eſt, evaſitque pedum Pariſien-
ſium
........ 277. pol: 4. lin: 9, 68.
Latus horizontale a verticali linea ad cen-
trum Solſtitialis marmoris, Solarem ima-
ginem Pridie ldus Iunii MDX. complexi,
inventum fuit pedum
...... 102. pol: 6.
lin: 5, 10. Idem latus, ad ſpeciei ſolaris
centrum, X. KAL.
Iulii MDCCLV, prioris
longitudinem exceſſit
........ pol: 1.
lin: 3, 82; Unde, annis CCXLV. elapſis,
1 Eclipticae obliquitas minor deprebenditur
minuto uno, Secundis ſexdecim proxime.
Quum tamen antiquus Gnomon in Occaſum
M
.
56. S. 41. aberraret, Novus, eodem Cen-
tro, eademque, intra Pariſienſem lineam,
altitudine, in vero Meridiani Circuli plano
conſtructus eſt; Meridiana linea in regula
metallica inſculpta Punctum perpendiculi in
aere conſignatum, Quod, reine eſſitate, in-
fra Meridianae Libellam conſtitit
pol: 1.
lin: 10, 78 Quem Gnomonem toto terrarum
Orbe Maximum.
Ad exiguas Eclipticae va-
riatienes in poſterum dignoſcendas, Ad an-
ni menſuram, Paſchatiſque Diem fubtilius
determinandum, Ad certos denique Plane-
tarum
.
Siderumque motus peculiari ratione
definiendos, Magnus Imperator, Sacrarum
rerum, Bonarumque Artium ſtudioſiſſimus,
Etruſcis ſuis dedit Anno a Ch. N. MDCCLVI.
B 2 Ecli-
Nella Tribuna oppoſta di S. Antonio Abate vi è
un'Armadio con una inſigne Reliquia di queſto
Santo con altre molte, di vari Santi.
Nelle
pareti di queſta Cappella vi ſono due Quadri
che uno rappreſentante la Naſcita di Gesù di
Gregorio Pagani, e l'altro la Viſitazione di
Maria a S. Eliſabetta di Batiſta Naldini.
Le
1 pitture dei Santi che ſi vedono nelle Cappelle
delle Tribune ſotto le fineſtre ſono di Loren-
zo di Bicci, di cui erano pure i dodici Apo-
ſtoli dipinti nelle Navate, dei quali uno ſolo
ora ſe ne vede accanto al Ritratto di Giotto
appiè della Chieſa.
Tra le due Tribune di S.
Zanobi, e di S. Antonio vi è Sagreſtia dei
Canonici, ſopra la quale ſono di Luca della
Robbia, gl'adornamenti del ballatoio, dell'or-
gano ſopra di eſſa, e le figure di Terra verni-
ciata ſopra alle porte di ambedue le Sagreſtie
eſprimenti la Reſurrezione, e Aſcenſione del
Signore, alle pareti delle quali ſi leggono le
appiè quattro Iſcrizioni che le due accanto a
quella dei Canonici una contiene la traslazio-
ne del Corpo di S. Zanobi, e l'altra la me-
moria della fondazione di queſta Metropoli
pit-
Cum Divi Zenobii Corpus in S. Lauren-
tii aede conditum eſſet: atque ob admiranda
ipſius opera majori in dies frequentia cele-
braretur, Andreas qui proxime Zenobio in
Epiſcopatu ſucceſſerat, eum bonorem iſti po-
tiſſimum, cui præfuerat Eccleſiæ deberiarbi-
tratus, convocatis ex vicinis Urbibus Epi-
ſcopis, Civitate geſtiente, & inſigne axidæ
arboris in area revireſcentis, floreſque fun-

1dentis, miraculum obſtupeſcente, in banc lon-
ge quam nunc eſt bumiliorem Baſilicam il-
luſtri pompa tranſtulit.
VII. Kal. Febr.
CCCCIX
.
den-
Anno a Chriſti ortu MCCIIC.
Florentini magnis divitii partis, & rebus
Domi, foriſque commode conſtitutis, cum ur-
bem mœnibus auxiſſent, pulcberrimiſque
ædificiis publice decoraſſent: ut rem divi-
nam quoque optime ordinarent & poſteris
inſignis magniſicentiæ, & religionis ſuæ
exemplum proderent; Hoc auguſtiſſimum
Templum in Dei bonorem, eiuſq matris
ſemper Virginis Mariæ inſtituerunt.
Et
Pontificio Legato Cardinale præſente pri-
mumque lapidem ponente, ſumma cum om-
nium lætitia, ac devotione incoarunt VI.Idus
Septembris
.
Le altre due accanto alla Sagreſtia comune con-
tengono le memorie della conſacrazione di
queſta Chieſa fatta da Eugenio IV., e quella
del Concilio Ecumenico celebrato da detto
Pontefice, diſteſe da Angiolo Poliziano.
Ob
1
Ob inſignem magnificentiam Civitatis &
Templi Eugenius PP. IV. omni Solemnita-
te adbibita dedicavit Die XXV. Martii
MCCCCXXXVI. cujus dedicationis gratia
Pons Ligneus Inſigni Magnificentia, & or-
natu factus eſt ab Eccleſia S. Marie Novel-
le ubi Papa inhabitabat uſque ad banc Ec-
cleſiam
.
Per quem veniens Pontifex cum
Cardinalibus & Epiſcopis ceteriſq. Proce-
ribus Pontificali habitu ad dedicandum ac-
ceſſit
.
Tanta enim multitudo ad ſpectandum
convenerat ut pre nimia turba vias obſi-
dente niſi per pontem commode tranſire Pon-
tifex non potuiſſet.
Ad perpetuam rei memoriam
Generali Concilio Florentie celebrato poſt
longas diſputationes unio Grecorum facta
eſt in bac ipſa Eccleſia die VI. Iulii
MCCCCXXXIX. preſidente eidem Concilio
Eugenio Papa cum Latinis Epiſcopis &
Prelatis, & Imperatore Coſtantinopolitano
cum Epiſcopis & Prelatis & Proceribus
Grecorum in copioſo numero.
Sublatiſque
erroribus in unam eandemque rectam fi-
dem quam Romana tenet Eccleſia con-
ſenſerunt
.
S'
1
S'inalza ſopra le dette Tribune la grandioſa
Cupola, per di dentro tutta dipinta con ma-
raviglioſa invenzione da Federigo Zuccheri,
e da Giorgio Vaſari.
Corriſponde per di ſotto
il Coro, diſegno di Filippo Brunelleſco, eſe-
guito da Giuliano di Baccio d'Agnolo, della
medeſima forma d'ordine Ionico, e di marmi
di varj colori.
Reſta queſto coronato da un
belliſſimo fregio, ſoſtenuto da più colonne,
l'imbaſamento delle quali è arricchito di baſſi-
rilievi, parte de' quali ſono di Baccio Bandi-
nelli, e parte di Giovanni dell'Opera.
In teſta
del medeſimo Coro ſi vede un Criſto Croci-
fiſſo. di mano di Benedetto da Majano, Scul-
tore antico, e valente.
Poſano ſopra l'Altare
tre grandi Statue di marmo, ſcolpite da Baccio
Bandinelli, rappreſentanti Iddio Padre in atto
di ſedere, ed a' ſuoi piedi il Criſto morto ſo-
ſtenuto da un Angiolo.
Dietro a queſto Altare
vedeſi una Pietà di mano del Buonarroti, che
ſebbene non condotta a fine moſtra tuttavia
l'eccellenza del Profeſſore.
Queſto ſtimabiliſ-
ſimo gruppo ci fu collocato per ordine di
Coſimo III. in luogo di due belliſſime Statue
di marmo rappreſentanti Adamo, ed Eva, di
mano di Baccio Bandinelli, che di quivi le
fece traſportare nel Salone del Palazzo Vec-
chio, ove ſi ammirano tra tante altre opere
1 che vi ſono, de' più inſigni Scultori. Gl'Al-
tari della Croce, e di S. Antonio ſono ſtati
adornati con Tabernacoli, e Colonne di mar-
mo, come pure i gradi di marmo di tutti gli
altri Altari delle tre Tribune, i ſedili di noce
del Coro; e l'adornamento dell'Organo ſo-
pra la Sagreſtia comune fatto il tutto a ſpeſe
del paſſato zelantiſſimo Arciveſcovo Franceſco
Gaetano Incontri.
Ne' pilaſtri delle Tribune,
come ancora nelle mura delle Navate ſi ve-
dono alcune Nicchie, o tabernacoli di marmo
miſto, fatti col diſegno di Bartolommeo Am-
mannati, entro de' quali ſono gli Apoſtoli ſcol-
piti in marmo da maeſtri eccellentiſſimi, cioè:
S. Iacopo, ſcultura di Iacopo Tatti Fiorenti-
no, detto il Sanſovino; il S. Matteo, di Vin-
cenzio Roſſi; il S. Andrea, di Andrea Fer-
rucci; il S. Tommaſo, di Vincenzio Roſſi; il
S. Pietro, del Bandinelli; il S. Gio. Evange-
liſta, di Benedetto da Rovezzano; il S. Iaco-
po Minore, e il S. Filippo, di Giovanni dell'
Opera
.
Ha queſta Baſilica molte altre opere
degne di ſtima, le quali potrà il Foreſtiero da
ſe medeſimo oſſervare.
Una ſola coſa parmi
neceſſario avvertire, ed è che ſe per ſorte
quivi non ſi vedranno in gran copia gli abbel-
limenti interiori, che a' noſtri tempi ſi coſtu-
mano, ſi ſcorgerà nondimeno un bel compo-
1 ſto, a cui tutte le parti corriſpondono, ed
una maeſtoſa bellezza, che ſenz'altro orna-
mento l'occhio ſommamente diletta.
Oltre però
il materiale, degna ſi è queſta Chieſa di ſom-
ma venerazione per le inſigni Reliquie di tanti
Santi, che vi ſi adorano.
Sono tra eſſe le più
coſpicue, una parte della S. Croce, un Chio-
do, ed una Spina della Corona di noſtro Si-
gnore, ripoſte in un Reliquiario d'oro maſſic-
cio tutto lavorato, ed intarſiato di perle, gioie,
e pietre prezioſiſſime.
Evvi il Corpo di S. Za-
nobi Veſcovo Fiorentino, e di molti altri ſuoi
ſucceſſori, e diſcepoli; di S. Podio, di S. Ste-
fano IX. Pontefice, e de' Santi Martiri Abdon,
e Sennen.
Evvi inoltre un Pollice di S. Gio.
Batiſta, con alquante ſue Ceneri; una parte
di Braccio di S. Andrea Apoſtolo, ed altre
ancora ſenza numero, deſcritte già dall'Arci-
diacono Coſimo Minerbetti 1.
Ma non minor
venerazione lo rende il Divin culto, che da
tanti ſacri Miniſtri religioſamente s'oſſerva.

Quarantadue Canonici, e fra queſti, cinque
dignità, ſeſſanta e più Cappellani, cento Che-
rici Eugeniani, e nelle feſte, e ſolennità ac-
creſcono il numero circa a ſeſſanta altri Che-
1 rici del Seminario Fiorentino, celebrando qui-
vi continuamente gli Ufizj Divini con tal de-
coro, e ſplendore, che quello d'ogni altra
Cattedrale d'Italia non ſolo agguaglia, ma ſu-
pera di gran lunga.
Queſta Chieſa s'è reſa ce-
lebre per molti, e ſingolari avvenimenti quivi
accaduti ne' ſecoli trapaſſati.
Fra queſti è da ram-
mentarſi che Carlo Ottavo vi ſtabiliſſe la con-
cordia co' Fiorentini: che due Sommi Ponte-
fici Martino V. ed Eugenio IV. ſolennemente
vi celebraſſero.
Che Pio II. e Leone X. v'aſſi-
ſteſſero più volte alle ſacre funzioni; ma più
di ogn'altro, che quivi ſi celebraſſe l'anno
1439. il Concilio Ecumenico Fiorentino,
famoſo per l'intervento del mentovato Euge-
nio IV. dell'Imperador Paleologo, del Pa-
triarcà di Coſtantinopoli, e di tanti Primati
della Grecia per l'unione ſtabilitavi della Chie-
ſa Greca colla Latina, come dall'inſcrizione
in marmo riportata di ſopra appariſce.
Per
queſte, ed altre cagioni non è maraviglia,
ſe queſta Chieſa gode molte inſigni prero-
gative, tra le quali è molto ſingolare, che i
Cherici, dopo il ſervizio di nove anni preſtato
alla medeſima, per Bolla di Eugenio IV. e per
conferma di detta Bolla fatta da S. Pio V. dopo
il Concilio di Trento, vengono promoſſi al
Sacerdozio, benchè non ſiano provveduti di
1 alcun beneſizio, o d'altra rendita Eccleſiaſtica,
nel qual tempo da dotti Maeſtri vengono loro
inſegnate le neceſſarie utili ſcienze, eſſendo
eſciti da queſta Scuola in tutti i tempi ottimi,
e degni Sacerdoti abiliſſimi a qualunque Chie-
ſa, ed altri impieghi eccleſiaſtici.
Queſta ſcuola
che eſiſteva dirimpetto al Cimitero della Mi-
ſericordia ſu trasferita pochi anni ſono nelle
ſtanze dell'antico ſtudio Fiorentino quivi vicino
leggendoviſi ſopra la porta la ſeguente inſcri-
zione
che
ſto,
rici
al-
Ad veteres ſtudii Florentini
Aedes Eugenianum Collegium translatum
Anno Domini MDCCLXXXIV.
In ultimo è da ſaperſi, che nelle due Cappelle,
che ſono dai lati della porta principale ſi con-
ſervano in una gran venerazione due antichiſ-
ſime Immagini, una della SS. Trinità, e l'altra
di Maria Santiſſima, che è in un tabernacolo,
e che ſi venerava nell'antica Chieſa di S. Re-
parata: la qual Santa vi è dipinta tra le altre,
nel quadro, che contorna il detto Tabernacolo
di mano di Franceſco Poppi.
Il Moſaico ſopra
la detta porta è di Gaddo Gaddi.
Le ſei ſtatue,
che ſono ſulla baſe attorno la Chieſa, ſono
i modelli di eccellenti Scultori, cioè S. Mi-
niato, e S. Antonino Arciveſcovo, ſono di
1 Batiſta Lorenzi, S. Zanobi, e S. Podio del
Francavilla, S. Andrea Corſini d'Antonio
d'Annibale, e di Giovanni Caccini è il S. Gio.
Gualberto
.
Sopra la porta laterale dalla parte del
Campanile vi è il Martirio di S. Reparata di
mano del Paſſignano, e ſopra l'altra dalla parte
opp ſta fu rappreſentato il Concilio Fiorentino
dal Cav. Gio. Battiſta Paggi.
Uſcendo di Chieſa
trovaſi appreſſo il
Ba-
CAMPANILE di forma quadrata, la cui circon-
ferenza è cento braccia, l'altezza centoqua-
rantaquattro
.
E' in iſola da ogni parte ſino da'
fondamenti ſtaccato dalla medeſima braccia 10.
ed è increſtato tutto di marmi di diverſi colori,
con bel diſegno diſtinti; eſſendo queſta una
delle torri più celebri dell'Italia.
In quattro
nicchie da ogni lato poſano quattro Statue,
delle quali quelle che riguardano la Piazza, e
l'altre due ſopra la porta di eſſo ſono di mano
di Donatello, e le due che pongono in mezzo
le medeſime ſono di Niccolò Aretino: le tre
piccole figure che ſon ſopra la Porta del Cam-
panile, il diſegno di eſſa, e tre Statue dalla
parte della Miſericordia rappreſentanti quattro
Profeti, i ſette Pianeti, le ſette Virtù, e le
ſette Opere della Miſericordia ſono di Andrea
Piſano, e la quarta Statua è di Giottino.
Le 7.
ſtoriette che ſono verſo la Chieſa rappreſen-
1 tanti la Grammatica, la Filoſofia, la Muſica,
l'Aſtrologìa, e la Geometria ſono di Luca
della Robbia, come pure le altre quattro Sta-
tue dalla parte della Chieſa ſi credono di detto
Luca
.
Fu condotta queſta gran Torre col di-
ſegno di Giotto 1 ed è vaga, e mirabile
la ſua ſtruttura, che certamente non ſi trova l'e-
guale
.
In faccia al medeſimo è l'eſemplariſſima.
tanti
COMPAGNIA DELLA MISERICORDIA, la quale
mattina e giorno porta agli Spedali con gran
diligenza e carità gli Ammalati di Città che
di Campagna, e accorre con ſomma celerità
ad ogni caſo di diſgrazia, e morti iſtantanee
che accadono per le ſtrade della Città.
Dirim-
petto alla Chieſa del Duomo è quella di
SAN GIOVANNI antico Battiſtero, 2 e non
già come alcuni hanno creduto con inſuſſiſtenti
ragioni Tempio di Marte; poichè tale dai più
culti ſtimar non ſi può per gli errori, che
ravviſanſi nella ſua interna Architettura.
Eſſo
è di forma ottagona, ed in queſta guiſa ſi ſo-
levano in antico ſabbricare i Tempi per uſo del
Batteſimo
.
Per di fuori è iſolato, e fu incro-
1 ſtato di varj marmì nel 1293. Per tre Porte vi
ſi ha l'ingreſſo, l'impoſte e adornamento delle
quali tutte di bronzo, ſono di maraviglioſa
bellezza, e con tal maeſtria lavorate, che Mi-
chelagnolo Buonarroti ſoleva dire, diſcorrendo
di quelle di Lorenzo Ghiberti, che ſarebbero
ſtate bene alle Porte del Paradiſo, e ſono quella
belliſſima che riguarda la Chieſa del Duomo,
e quella che è dirimpetto alla Colonna, ma la
terza più antica dalla parte del Bigallo fu fatta
da Andrea Piſano col diſegno di Giotto.
Sono
effigiate in eſſe alcune Storie del Teſtamento
Vecchio e Nuovo, di baſſorilievo, fatte con
tale eccellenza ſpecialmente quelle della Porta
maggiore, che reſta l'occhio attonito per lo
ſtupore
.
Sopra la Porta principale vi ſono tre
Statue di marmo, che rappreſentano il Batte-
ſimo di Criſto, incominciate dal Sanſovino, e
perfezionate da Vincenzio Danti, di cui ſono
l'altre ſtatue di bronzo, rappreſentanti la De-
collazione di S. Gio. Battiſta, ſopra la Porta,
che è dirimpetto al Bigallo.
Sopra quella verſo
la Colonna ſono maraviglioſe le tre figure di
bronzo, che rappreſentano S. Gio. Battiſta, che
diſputa con un Fariſeo, e con un Dottore
della Legge antica, e ſono di mano di Giovan-
Franceſco Ruſtici.
Poſſono ancora notarſi le
due Colonne di porfido, poſte avanti la porta
1 principale, donate già da' Piſani alla Città di
Firenze fino del 1117. tornati che furono dall'
acquiſto dell'Iſole di Majorica, e Minorica
per eſſere ſtati i Fiorentini alla guardia della
loro Città e le catene che pendono, con altre
che ſi veggono alle Porte della Città, di S. Fre-
diano, di S. Pietro in Gattolino, e al Palazzo
di Giuſtizia, ſono un trofeo del valor Fio-
rentino quando conquiſtarono nel 1362. il Porto
Piſano, che con queſte chiudevaſi.
Entrando
in Chieſa ſi vedono ſedici groſſe Colonne di
belliſſimo granito, con Capitelli, e Pilaſtri,
ſopra de' quali ricorre un terrazzino, che cir-
conda quaſi tutta la Chieſa, tramezzo alle quali
vedonſi i 12. Apoſtoli, e allato alla Porta di
mezzo la Legge di Natura, e la Legge Scritta,
lavoro di Bartolommeo Ammannati, a riſerva
del S. Simone che eſſendo poch'anni ſono a
caſo caduto, fu rifatto dal vivente Sig. Inno-
cenzio Spinazzi.
Sotto l'Arco della Tribuna,
ove è ſituato l'Altar Maggiore fu nel 1732.
alzata la Statua di marmo del S. Precurſore,
in atto d'eſſer portato alla celeſte Gloria, con
più Angioli pur di marmo, opera tutta di Gi-
rolamo Ticciati celebre Scultore, e Architetto,
di cui pure e lo ſpazioſo Presbiterio eretto da-
vanti il predetto Altar Maggiore, lavorato di
finiſſimi marmi, ed arricchito di medaglioni, e
1 di baſſirilievi di marmo. Nella Tribuna rimiraſi
la figura dell'Agnello ſimboleggiato per il Sal-
vatore, leggendoviſi in lettere d'oro.
ſtato
prin-
di
Hic Deus est Magnus mitis quem denot at Agnus
Attorno al quale nel cerchio ſuperiore vi è
Moisè con i quattro Proſeti Maggiori, e i tre
Patriarchi, Abramo, Isacco, e Giacobbe con
i nomi loro.
Nella lunetta dalla parte dell'Epi-
ſtola vedeſi Maria Vergine ſedente col Figlio
in braccio, e dall'altra parte S. Gio. Battiſta.

In mezzo all'Arco ſuperiore vi è un piccol
buſto di Maria, come pure nella parte infe-
riore altro buſto ſimile in mezzo a dodici Pro-
feti; nel ſecondo arco inferiore vi è il S. Pre-
curſore in mezzo a S. Pietro, e S. Paolo ſotto
ai quali i quattro Evangeliſti, e molti Angioli.

Nei quattro peducci ſonovi quattro figure in atto
di ſoſtenere il cerchio ſuperiore eſſendovi ſotto
una cartella con i ſeguenti otto verſi.
Anno Papa tibi nonus currebat Honori
Ac Federice tuo quintus Monarca decori
Viginti quinque Chriſti cum mille ducentis
Tempora currebant per ſecula cuncta manentis
Hoc opus incepit Lux Mai tunc duodena
Quod Domini noſtri conſervet gratia plena
Sancti Franciſci Frater fuit hoc operatus
Iacobus in tali pre cunctis arte probatus
1
Dai quali verſi ſi viene a ſapere che fu prin-
cipiato queſto lavoro a 12. Maggio 1225. da
F. Iacopo da Torrita.
C Dai
Nell'arco ſuperiore vedeſi una figura di un
altezza ſmoderata rappreſentante il Salvatore a
braccia aperte aſſiſo in atto di giudicare l'Uni-
verſo
.
La detta Immagine è alta braccia 14.
con molte figure attorno, e Angioli, circon-
data da un gran cerchio, e i Cieli di colore
azzurro; ſotto i piedi vi ſono diverſi Sepolcri
con Cadaveri avente a deſtra i preſcelti per il
Paradiſo, ed a ſiniſtra i condannati all'Inferno.

Nei 5. ordini di quadri della cupola vi ſono
eſpreſſi a Moſaico, nel primo i fatti principali
delia vita di S. Gio. Battiſta; nel ſecondo i
principali miſteri della vita del Redentore: nel
terzo la Storia di Giuſeppe dell'antico Teſta-
mento, nel quarto ſi mirano le opere ſtupende
del Creatore dalla creazione del Mondo fino
al Diluvio Univerſale.
Nel quinto ſon rappre-
ſentati gli Angioli, gli Arcangioli, i Troni, le
Dominazioni, le Poteſtà, i Cherubini, i Serafi-
ni ec.
Nei fregi che circondano la Chieſa, ve-
donſi molte teſte di Serafini alate.
Nei para-
petti del Loggiato ſul primo cornicione vi ſono
diverſi Patriarchi, e Profeti con il loro nome,
e motto.
Setto ai Coretti ec. rimiranſi diverſi
Santi, e Sante, i 4. Evangeliſti, come
1 pure nell'altro ordine ſi vedono molti SS. Pa-
dri, Veſcovi, e Diaconi della Chieſa Greca e
Latina, con i loro nomi.
Oltre i varj orna-
menti vi è il Battiſtero molto vago, e di bel-
liſſimi marmi adorno, nella nicchia del quale
vi è un S Gio. Battiſta di marmo fatto da
Giuſeppe Piamontini valente Scultore.
Ed è
da notarli, che un magnifico antico Battiſtero
era nel mezzo del Tempio, di forma otta-
gona, del quale n'è rimaſto il ſegno nel pavi-
mento
.
Dirimpetto al detto Battiſtero vi è il
ſepolcro, ornato di varie Statue, di Baldaſſar
Coſcia, già Papa ſotto nome di Giovanni Vi-
geſimoſecondo, o come altri vogliono Vigeſi-
moterzo, morto in Firenze l'anno 1419. dopo
aver rinunziato il Pontificato avanti al Concilio
di Coſtanza.
L'intaglio di queſto Sepolcro è
opera di Donatello, a riſerva della Statua della
Fede, che è di Michelozzo ſuo Scolare, ſotto
al qual Depoſito leggeſi l'appreſſo Inſcrizione.
pure
Ioañes quōdam Papa
XXIII. obiit Florentie
Año Dñi MCCCCXVIIII. XI.
Kalendas Ianuarii
Parimente di Donatello è la Statua in legno di
S. Maria Maddalena Penitente, in un bell'Al-
1 tare fatto modernamente. Due altri antichi
Depoſiti di due Vescovi di Firenze ſono in
queſto Battiſtero, cioè di Rinieri XVII. Ve-
ſcovo, che è ſotto la ſtatua di S. Andrea, e
dall'altra parte tra l'Altar Maggiore e il Fonte,
vi è l'altro di Giovanni da Velletri XXXVI.

Veſcovo avente ſotto di eſſi la reſpettiva inſcri-
zione
.
Finalmente in queſto Tempio ſono
molte Reliquie e ſpecialmente il Dito indice
di S. Gio. Battiſta, e un braccio di S. Filippo
Apoſtolo, che ſi tengono in ſomma venerazio-
ne, come altresì molte ſuppellettili ſacre, e
argenti d'ineſtimabil valore, tra i quali vi è
un'Altare di argento ſodo che per le principali
ſolennità ſi pone nel mezzo di Chieſa, quale è
alto braccia 2., e un ſoldo, e largo nella fac-
ciata braccia 4. due terzi, e braccia 1. circa
nelle pareti laterali, peſa l'argento libbre 325.

Vedonſi in queſto rappreſentati i fatti principali
della Vita di S. Gio. Battiſta, lavorati con
ſomma diligenza, come in tanti quadretti, nel
mezzo dei quali in una piccola tribuna vi è
una ſtatuetta intiera di S. Gio. Battiſta in piedi
in atto di benedire, la quale è alta circa un
braccio di peſo libbre 14., ed è fattura di Mi-
chelozzo di Bartolommeo, eſſendovi ancora
in diverſe nicchie molte ſtatuette piccole tutte
di argento maſſiccio.
Fu principiaco queſto
1 Altare come in eſſo ſtà ſcritto nel 1366. e fu
terminato nel 1477., onde vi impiegarono varj
Manifattori (credo interrottamente) lo ſpazio
di anni centundici, avendovi lavorato oltre il
ſopraddetto Michelozzo, ancora Bernardo di
Bartolommeo, Andrea del Verrocchio, e An-
tonio del Pollajolo.
Sopra di eſſo vi ſi pone
una gran Croce parimente di argento, che peſa
libbre 141. alta braccia 3. e due terzi, ornata di
ſtatuette lavorate la metà da Betto di Franceſco,
e l'altra metà da Milano di Domenico Del, e
da Antonio del Pollajuolo.
C 2 tare
Al-
Uſcendo di Chieſa per la Porta di Tramonta-
na, ſi trova una Colonna poco diſtante, eretta in
quel luogo per ricordanza del miracolo, che ſe-
guì, allora quando trasferendoſi alla Chieſa
Cattedrale il Corpo di S. Zanobi Veſcovo
Fiorentino dall'inſigne Collegiata di S. Loren-
zo, nel toccar quivi la Bara un Olmo ſecco
incontanente divenne freſco e verdeggiante.

Dall'altra parte addirimpetto la Porta del fianco
di S. Giovanni a Mezzogiorno vi è l'Ufizio del
BIGALLO che ha cura de' Fanciulli orſani ſmar-
riti, ove era l'Oratorio ſtato chiuſo nel
luogo ove era la Loggia dell'antica famiglia
degli Adimari.
Vedeſi nella facciata due anti-
che pitture, che una rappreſentante quando
S. Pier Martire diede a i 2. Nobili il Gonfa-
1 lone per difendere la S. Fede, e l'altra il detto
Santo in atto di predicare.
Altre antichiſſime
pitture ſono alle pareti delle ſtanze interne,
come pure una vetuſta Immagine in marmo di
Maria Santiſſima col Bambino in collo di un
lavoro particolare di mano di Alberto Arnoldi
fatta nel 1359. con ſpeſa di Fiorini 150. d'oro,
e di Fiorini 130. per i due angioli laterali, che
eſiſte ove era l'Altare dentro l'Oratorio, ri-
dotto adeſſo per uſo de l'Archivio di detto Uffi-
zio
.
Dietro a S. Giovanni vi è il
lone
PALAZZO DELL'ARCIVESCOVO, fatto col di-
ſegno di Gio. Antonio Doſi al tempo del
Cardinale e Arciveſcovo Aleſſandro de' Medi-
ci, dipoi per ſoli 27. giorni Papa Leone XI.
vedendoſi ſul canto di queſto Palazzo la di lui
Arme Pontificia con queſte brevi parole.
Leoni XI. P. M. ob merita in-Eccl.
Flor. quam XXXIII. annos rexit
& has aedes reſtitutas.
Ha la ſua entratura nell'altra ſtrada, ed è oſ-
ſervabile la magnifica Scala, e l'Atrio, che
mette nella gran Sala, dipinto eccellentemente
da Pietro Anderlini. con lo sfondo di Vin-
cenzio Meucci, a ſpeſe di Monſig. Giuſeppe
Maria Martelli, a cui dobbiamo ancora il re-
ſtauramento della qui anneſſa Chieſa di
1
SAN SALVADORE, tenuta da una devota
Congregazione di Sacerdoti utili molto alla
diſciplina Eccleſiaſtica, ed è tutta dipinta a
freſco da diverſi celebri Profeſſori moderni,
avendovi colorita la Cupola, e la Natività, che
ſerve di Tavola all'Altar Maggiore Giovanni
Ferretti con i due Apoſtoli di chiaro ſcuro.
La
depoſizione della Croce è di Mauro Soderini, e
la Reſurrezione oppoſta con lo sfondo della vol-
ta è di Vincenzio Meucci.
Di quì paſſeremo alla
SAN
CHIESA Collegiata, e Real Baſilica di SAN
LORENZO, dove giunti alla Piazza oſſerveremo
in faccia al Palazzo del Marcheſe della Stufa
una baſe di marmo, nel cui baſſorilievo ſi rap-
preſenta, quando al valoroſo Giovanni de' Me-
dici, Padre del Granduca Coſimo I., ſono con-
dotti molti prigioni con varie ſpoglie.
E' opera
del Cavalier Bandinelli, di cui pure è la Statua,
che ſulla Baſe dovevaſi collocare, la quale non
ancora finita, nel Salone del Palazzo Vecchio
conſervaſi
.
Ma venendo alla Chieſa giudico a
propoſito il dar breve notizia di ciò che avvenne
nella ſua fondazione, eſſendo degno di ricor-
danza quanto di eſſa laſciarono ſcritto S. Pao-
lino, il Baronio, ed altri Scrittori.
A tempo
dell'Imperator Teodoſio, Giuliana Vedova
Fiorentina, non meno illuſtre per lo ſplendore
del ſangue, che per la pietà, acceſa di devo-
1 zione verſo il Martire San Lorenzo, volle colle
proprie ſoſtanze fabbricar queſto Tempio, e
dedicarlo al medeſimo.
Terminata appena la
fabbrica, giunſe in Firenze Sant'Ambrogio Ar-
civeſcovo di Milano, perlochè venne in pen-
ſiero a Giuliana di ricorrere al detto Prelato,
e inſtantemente pregarlo, acciò voleſſe conſa-
crare la nuova Chieſa, al che di buona voglia
condeſceſe Celebroſſi pertanto la funzione
della Sacra l'anno del Signore 392. o come
altri vogliono 393. e fu con tal ſodisfazione del
popolo ſolennizzata, che da quel giorno in poi,
per memoria di tal fatto chiamoſſi queſta Chieſa
e tuttavìa chiamaſi Baſilica Ambroſiana.
Quin-
di ebbe origine la ſingolare venerazione, che
a queſto Tempio portarono gli antichi Veſcovi
di Firenze, ed in ſpecie San Zanobi, il quale
eleſſe quivi la ſua ſepoltura, ove ſtette lungo
tempo ripoſto, prima che alla Cattedrale foſſe
trasferito il di lui Corpo.
A felici principj
corriſpoſero con maggiori avanzamenti i ſuc-
ceſſi di queſta Chieſa, perciocchè eſſendo eretta
in Collegiata e di ampliſſimi privilegj arricchita,
ha in ogni tempo tenuto ſopra dell'altre, dopo
la Metropolitana, il primato.
Sono in eſſa di-
ciaſſette Canonici, quaranta Cappellani, e gran
numero di Cherici, che vi celebrano gior-
nalmente i Divini Uffizj con non minor decoro
1 di quello facciaſi nella Metropolitana; ed a
queſti preſiede un Priore, che in varie Feſte
dell'anno gode l'uſo della Mitra, e Pontificali.

Paſſando poi ad oſſervare la bellezza di queſto
Tempio, per la mirabile Architettura di Fi-
lippo Brunelleſchi, colla quale fu rinnovato;
avendovi gettata la prima pietra li 16.
Agoſto
1425. l'Arciveſcovo Amerigo Corſini a ſpeſe
di Giovanni de' Medici, e proſeguito da Coſimo
Pater Patrie ſuo figlio (giacchè l'antico Tem-
pio, nel 1423. rimaſe quaſi affatto deſolato
dal fuoco) vedendoſi queſto Edifizio diviſo in tre
Navate, ſoſtenuto da groſſe colonne di maci-
gno, ſopra le quali poſano gli archi vagamente
intagliati, come altresì il cornicione, ed il fre-
gio che per tutta la Chieſa ricorrendo, vaga,
e maeſtoſa la rendono.
Ella è lunga braccia 144.
larga 36. oltre lo sfondo delle Cappelle, e la
crociata braccia 60.
Sopra la Porta del mezzo
ſi vede l'Arme de' Medici, ſcolpita in pietra
col diſegno del Buonarroti, di cui parimente è
il diſegno del Terrazzino e Sacrario, dove ſi
conſervavano moltiſſime Reliquie le quali ſono
ſtate recentemente traſportate in una Cappella
della crociata accanto alla Sagreſtia come ſotto
ſi dirà.
Nelle Cappelle ſono di pregio alcune
Tavole, tra le quali a man deſtra la prima rappre-
ſentante la Viſitazione di S. Eliſabetta, è di A-
1 goſtino Veracini. La ſeconda lodatiſſima opera
del Roſſo, nella quale ha eſpreſſo lo Spoſalizio
di Maria Vergine.
La terza che rappreſenta S. Lo-
renzo, è opera di Niccolò Lapi.
Nella quarta vi
è l'Aſſunzione di Maria di antico, ed incognito
autore
.
Nella quinta ſi vede dipinto da Ottaviano
Dandini un Crocifiſſo con San Franceſco, San
Girolamo, e la Maddalena a piè della Croce.

Nella feſta San Girolamo nel Deſerto, opera
del Cav. Giuſeppe Naſini.
Terminata la navata,
vi è nella prima Cappella della crociata una
Tavola rappreſentante un Preſepio, creduto di
Coſimo Roſſelli.
La Cappella che rimane nella
teſtata della Croce ha il Tabernacolo di marmo,
ove conſervaſi il SS. Sacramento, diſegno, e
Scultura diligentiſſima di Deſiderio da Setti-
gnano, con figure di baſſo e alto rilievo, ſopra
cui ſi vede un Gesù Bambino di marmo bianco
opera del medeſimo.
Queſto Tabernacolo è
meſſo in mezzo da bell'adornamento di co-
lonne d'ordine corintio con ſuo architrave,
fregio, e fronteſpizio di marmi miſti.
Più d'ogni
altra coſa degna di ammirazione è la Sagreſtia
nuova detta comunemente la Cappella de' Prin-
cipi, fatta col diſegno, e architettura di Michela-
gnolo Buonarroti.
Sia contento il Foreſtiere
di oſſervare il primo Sepolcro all'entrare, che
è di Giuliano de' Mediei Duca di Nemurs, e
1 fratello di Leone X., ſopra di cui vi è il Si-
mulacro di mano del Buonarroti, e le due Sta-
tue appreſſo, che una il giorno, l'altra la notte
figurano, e nel dicontro Sepolcro fatto per
Lorenzo de' Medici Duca d'Urbino, ſopra cui
pure è il Simulacro della medeſima famoſa
mano, con altre due Statue rappreſentanti il
Crepuſcolo, e l'Aurora.
Si vede ancora di
mano di Michelagnolo una Madonna col Bam-
bino in braccio poſta in mezzo a due Figure
dei Santi Coſimo, e Damiano, che la prima
è del Montorſoli, e la ſeconda di Raffaello
da Montelupo, ambedue Scultori eccellenti.

Di quì uſcendo, paſſata la prima Cappella,
è ammirabile nella ſeconda la Tavola dell'ado-
razione de' Magi opera di Girolamo Macchietti;
Oſſerveremo dipoi il ricchiſſimo Maggiore Al-
tare ordinato quivi collocarſi nell'antepaſſato
anno 787. da S. A. R. che eſiſteva in queſta
Real Galleria, fatto già coſtruire dai Sovrani
Medicei con lavori finiſſimi, e ſorprendenti di
tutte pietre prezioſe, per porſi nella gran Cap-
pella di queſto Tempio non terminato; aven-
dovi anco fatto erigere avanti il Presbiterio
un ricco balauſtro di finiſſimi marmi.
Sopra il
medeſimo Altare vi è ſtato poſto un Crocifiſſo
di mano di Gio. Bologna, in mezzo a una
Vergine di Michel Angiolo Buonarroti, ed
1 un S. Giovanni di un ſuo Scolare, che erano
nel ſotterraneo di queſta Chieſa.
Oſſerveremo
ancora d'avanti al Maggiore Altare i tre tondi
con grata di bronzo i quali uniti a lapida di por-
fido di ſerpentino, e di altri marmi con l'arme
de' Medici ne' quattro lati, formano il no-
bile Sepolcro a Coſimo Pater Patriae morto il
primo Agoſto 1464.
Paſſate le due ſeguenti
Cappelle della Crociata s'entra nella vecchia
Sagreſtia, fabbricata col diſegno di Filippo di
Ser Brunelleſco; ſi oſſervino i quattro tondi
ne' peducci della volta di mano di Donatello,
le due piccole porte, e in alcune nicchie San
Lorenzo, Santo Stefano, San Coſimo, e
San Damiano del medeſimo, e nel doſſale dell'
Altare un baſſorilievo in bronzo del Brunel-
leſco
.
Quindi ſi vede un belliſſimo Sepolcro di
porfido iſolato retto ſulle cantonate da quattro
branche di Leone, adornato ne lati di fruttami,
e fogliami di bronzo, fatti col diſegno di An-
drea Verrocchio, ove ſono i Corpi di Pietro,
e Giovanni figli di Coſimo Padre della Patria.

Corriſponde queſto nella Cappella dedicata alle
glorie di Maria Vergine Santiſſima, chiamata
la Madonna di S. Zanobi, la di cui Immagine
antica è circondata da una Tavola dipinta da
Franceſco Conti con i Santi Lorenzo, Za-
nobi, ed Ambrogio.
Nello sfondo laterale di
1 queſta Cappella fatto riccamente coſtruire,
e abbellire dal noſtro benefico e pio Real
Sovrano, in vari belliſſimi armadj furono
quivi traſportate dal luogo antico ove eſiſte-
vano nel Terrazzino ſopra la Porta tutte le
Reliquie e ſuoi prezioſi Reliquiarj d'oro,
d'argento, e di altre ricche materie, ed unite
con altro numero grande di ſimili Reliquie, e
Reliquiarj ſtate donate da S. A. R. quivi ora
con ſommo decoro unitamente ſi conſervano.

Contigua a queſta vi è una Cappella con la
Tavola rappreſentante la Nunziata di Fra Fi-
lippo Lippi. e di quì tornando verſo la Porta
ammiraſi nella parete dipinto a freſco il mar-
tirio di S. Lorenzo con ſommo ſtudio eſeguito
da Agnolo Bronzino.
Paſſata la Porta laterale
trovaſi di mano dell'Empoli il martirio di
S. Baſtiano; appreſſo a queſta ſi vede effigiato
S. Antonio Abate.
Ne ſegue altra Cappella
con un Immagine di Criſto Crocifiſſo, dopo
la quale vi è una antichiſſima pittura rap-
preſentante Maria, con S. Leonardo ed altri
Santi, dipoi ritrovaſi effigiato il martirio di
S. Arcadio e Compagni, opera degna di ſom-
ma ſtima di Gio. Antonio Sogliani; ammirabile è
il gradino di queſt'Altare lavorato con indicibil
diligenza di Franceſco Bachiacca.
E finalmente
trovaſi la converſione di S. Matteo dipinta da
1 Pietro Marcheſini. Belliſſimi ancora ſono i due
Pergami nella Nave di mezzo, retti ciaſcuno
da quattro colonnette di diverſi marmi, nelle
facce de' quali ſi vedono alcuni baſſirilievi di
bronzo, fatti da Donatello, rappreſentanti i
più la Paſſione del noſtro Redentore, con ſin-
golare artifizio, e ſommamente lodati dagl'
intendenti
.
Ne laſceremo di dire, che la vaga
ſoffitta, a ricca e nobil Cupola dipinta da Vin-
cenzio Meucci il Campanile edificato da
fondamenti, ed il riſtoramento della Chieſa
ſotterranea, ſono opere fatte dalla pietà della
Principeſſa Anna Maria Luiſa de' Medici Elet-
trice Vedova Palatina del Reno.
Nell'uſcir
della Porta, onde ſi nella Canonica, ſi trova
la Statua di Paolo Giovio Veſcovo di Nocera,
e famoſo Scrittore d'Iſtorie, Scultura di Fran-
ceſco da San Gallo, indi ſalendo per una Scala,
che guida al Chioſtro di ſopra, troveremo la
celebre, e per tutto il Mondo tanto rinomata
zio-
di
go-
fra-
un
que-
Pie-
LIBRERIA MEDICEO-LAURENZIANA, il cui vaſo
lungo braccia ottanta, largo diciotto e due terzi,
alto quattordici e mezzo, è cosi nobile e mae-
ſtoſo. e di rara e perſetta architettura, che
molti valent' uomini, come il Brezelio, il Se-
nator Nelli, Ferdinando Ruggieri, e Giuſeppe
Ignazio Roſſi l'hanno diſegnato, e pubblicato
colle ſtampe.
Fu alzato col diſegno di Miche-
1 lagnolo, ſervendo ciò per un degniſſimo en-
comio
.
Prima dunque di penetrare dentro,
trovaſi un bel ricetto in forma quadra, nel
quale è ſituata la Scala poſta da Giorgio
Vaſari e dal Tribolo, per ben diciotto volte,
e non mai per un miſterioſo ſilenzio di Miche-
lagnolo potuta collocarſi nella ſua proporzio-
nata ſituazione.
Bella oltre modo è la Porta,
e belli ancora ſono gli ornamenti delle fineſtre,
vaghiſſimo il cornicione, l'architrave, ed il
fregio, e tutto inſieme è con nobil ſimetrìa
diviſato, che reſta l'occhio di chi lo mira dallo
ſtupore, e dal diletto ſorpreſo.
Alla bellezza
del materiale corriſponde il pregio, ed il va-
lore de' Manoſcritti, che ſopra certi banchi di
noce, quarantaquattro per parte in gran nu-
mero vi ſi conſervano, oltre altri quattro nuovi
ſcaffali poſti in una ſtanza in ſondo alla Libreria
fattivi collocare da S. M. C. Franceſco l. ri-
pieni pure di Manoſcritti.
Sono queſti di lin-
gue diverſe, e ſpecialmente Ebrea, Greca,
Latina, Cineſe, Arabica, Caldea, Siriaca,
Toſcana, Schiavona, Provenzale, e Franceſe
antica, ſolo per la rarità, ma eziandio per
l'ornamento di pitture, e miniature ſingola-
riſſimi
.
Da queſti come da rari eſemplari, ſo-
gliono i Letterati, e in ſpecie gli Oltramon-
tani diligentiſſimi oſſervatori, ſar riſcontrare, e
1 emendar quei difetti, che ſpeſſe volte ſcor-
rono nelle ſtampe, o che furono da altri oſ-
ſervati, con pubblicarne intereſſanti aneddoti.
Or
queſti Libri, parte da Coſimo Padre deila Pa-
tria, Lorenzo ſuo fratello, Piero ſuo Figliuolo,
e dal Cardinal Gio. de Medici, poi Leon X.
da varie parti, e con grandiſſime ſpeſe procu-
rati ſpecialmente dalla Grecia, e dall'Aſia,
furono poſcia ripoſti in queſto luogo da Cle-
mente VII., che fondò la Librerìa, nella quale,
l'anno 1571. fu dal Granduca Coſimo I. or-
dinato che ſi daſſe pubblico ingreſſo a comune
benefizio de Cittadini.
In queſti ultimi tempi
è ſtata accreſciuta di molti ottimi, e rariſſimi
Manoſcritti, cioè dall'Imperator Franceſco I.
nell'anno 1755. de' più rari della celebre Li-
breria Gaddiana.
Indi per ordine del noſtro
Reale Sovrano vi furono traſportati nel 1766.
tutti i Codici manoſcritti che eſiſtevano nel
Convento de' Padri di S. Croce; nel 1771 ci
fece pure unire tutti i Codici Orientali, che
eſiſtevano nel ſuo Real Palazzo, nel 1783.
quelli della ſoppreſſa Badia di Fieſole, altri
della Magliabechiana, e nel 1785. un numero
dei più antichi, e rari della celebre Libreria
Strozziana
.
Chi poi bramaſſe ſapere il numero,
e la qualità de' Libri, potrà comodamente ap-
pagare il ſuo deſiderio, mediante gl'Indici che
1 ſono ſtati ſino ad ora pubblicati. Quello de'
Codici Orientali e Palatini, fu compilato da
Monſignor Evodio Aſſemanni, e ſtampato in
Firenze nel 1742.
Il Canonico Antonio Ma-
ria Biſcioni rifece il Catalogo de' ſoli Codici
Orientali della Laurenziana, che fu pubblicato
dopo la ſua morte in Firenze ne'l'anno 1752.

Eſſendo ſucceduto nell'impiego di Biblio-
tecario il vivente Sig. Canonico Angiolo Maria
Bandini, nel 1759. diede principio al Catalogo
ragionato de' Codici Greci, che ſu da eſſo felice-
mente condotto al ſuo termine nell'anno 1770.
in tre Tomi in fol. pubblicati colle ſtampe di Fi-
renze, ed ornati di tavole in rame eſprimenti
i ſaggi de' caratteri de' Codici più inſigni.
Con
altri cinque volumi parimente in fol. ne' quali
ſi racchiudono i Codici Latini, Provenzali, e
Italiani in ogni genere, ha ſeguitata queſta beli'
Opera
.
L'erudito viaggiatore informandoſi
dalla perizia del Bibliotecario troverà ad ogni
banco qualche raro Manoſcritto.
I più ſingo-
lari per l'antichità ſono il Codice Siriaco al
Plut. I.
Quello del Vergilio al Plut. XXXIX.
Al XLII. il Decamerone del Boccaccio. Quello
dell'Oroſio al LXV.
Quello del Tacito al
LXVIII
.
Per la vaghezza dell'ornato il S. Am-
brogio, il Lirano, il Tolomeo, il Giulio Ce-
ſare, la Vita di Lorenzo de Medici, Domizio
1 Calderino, l'Argiropilo, e molti altri, trai
quali le famoſe, e celebri Pandette di Giuſti-
niano, chiamate le Pandette Piſane, poi Fio-
rentine, ſtimate più di ogni altro teſoro da
chi riguarda la rarità ed eccellenza di un Ma-
noſcritto prezioſo.
Queſte per qualche ſecolo
furono con ſomma gelosìa cuſtodite nella Real
Guardaroba, ed ora da qualche anno d'ordine
Sovrano traſmeſſe e unite in queſta Libreria
tra gli altri molti rariſſimi manoſcritti;
Da
queſto luogo ritornando in Chieſa ci porteremo
a viſitare la
la-
emen-
ſono
D Cal-
CAPPELLA REALE a cui l'anno ſcorſo è ſtato
fatto nel Coro l'ingreſſo, ma per comodo, ſi
entra per altra piccola porta nella contigua mi-
nor Cappella.
Queſta è la gran Cappella co-
tanto celebre, che ſenza ingrandimento iper-
bolico vien reputata nel Mondo unica e ſin-
golare
.
E in vero, ſe in altri Edifizj s'ammira
la ſquiſitezza dell'arte, in altri la ricchezza dei
materiali, in alcuni qualche coſa di ſingolare,
in queſta ſola Cappella tutte unite concorrono
le prerogative più nobili; magnificenza d'ar-
chitettura, pregio infinito de' materiali, bel-
lezza incomparabile, e perfezione dell'arte in
ſommo grado.
Per darne qualche breve noti-
zia, diremo, che la circoferenza di tutta queſta
Cappella è braccia centoquarantaquattro, l'al-
1 tezza della Cupola braccia centoquattro, e il
diametro quarantotto.
L'incroſtatura è di dia-
ſpri, agate, calcedonj, lapislazzuli, ed oltre
pietre prezioſe.
Belliſſimi ſono i pilaſtri co' ca-
pitelli di bronzo dorati, maeſtoſi ſono i Sepol-
cri di granito orientale, ſopra ciaſcun de' quali
poſa un guanciale di diaſpro tempeſtato di gioje,
e ſopra quello una corona reale, ancor eſſa ric-
ca di gemme.
In alcune nicchie di paragone
ſono collocate altrettante Statue di bronzo do-
rate, maggiori del naturale che rappreſentano
i Sovrani Deſunti.
Di vaghiſſime commettiture
di lapislazzuli, madreperle, diaſpri, agate,
verde antico, graniti, e altre rariſſime pietre
vedonſi effigiate le Armi delle Città ſottopoſte
al Granducato.
In ſomma tali, e tanti ſono
gli ornamenti di pregio, che vi ſi trovano, che
umano penſiero non è baſtevole a immaginarſi
una bellezza rara.
Fu cominciata l'anno 1601.
al tempo di Ferdinando l., e per quanto da
molti Maeſtri giornalmente vi ſi lavoraſſe,
moltiſſimo vi reſta ancora per renderla in tutto
compita
.
Appreſſo la Cappella per di dietro
alla Chieſa è la
tezza
CASA de' Nelli, nella quale eſiſteva una
prodigioſa quantità di diſegni d'architettura
di mano de' più eccellenti profeſſori d'Italia,
ſiccome una raccolta di Manoſcritti de' celebri
1 Mattematici Galileo Galilei, Evangeliſta Tor-
ricelli, e Vincenzio Viviani, trasferita in oggi
nell'altra ſua Caſa detta de' Cartelloni, in Via
dell'Amore, ove abitava il celebre Vincenzio
Viviani
.
Di quì paſſeremo nella Via della Stipa
dov'è il
D 2 Mat-
PALAZZO, e Banca del Saſſi, e proſeguendo
da queſta parte trovaſi la Chieſa di
S. IACOPO in Campo Corbolini Commenda
de` Cavalieri Geroſolimitani, in cui vi ſono
varie Inſcrizioni e Memorie antiche; una Ta-
vola di Ridolfo del Ghirlandajo rappreſentante
lo Spoſalizio di Gesù Bambino con S. Cate-
rina; altra dedicata alla Decollazione di S. Gio.
Battiſta, dipinta da Filippo Palladini, e ſopra
alla Porta per di dentro è maraviglioſo un
Puttino che ſoſtiene l'Arme della Famiglia
dell'Antella dipinto ſopra un'embrice da Gio-
vanni da S. Giovanni.
Eſcendo di quì trovaſi
il Monaſtero, e la Chieſa di
S. ONOFRIO delle Religioſe Franceſcane
dette di Fuligno, dove oltre una bella Tavola
dell'Aſſunzione che ſi vede all'Altar maggio-
re, è a man dritta quella di lacopo Ligozzi
rappreſentante l'Adorazione de' Magi, vi è
dirimpetto da ammirare il belliſſimo S. Fran-
ceſco in atto di ricevere le Stimate dipinto
con la più viva eſpreſſione da Lodovico Ci-
1 goli, opera in vero ſtimatiſſima di eccellente
artefice
.
La volta è pittura del P. Galletti
Teatino
.
Poco diſtante da queſta Chieſa an-
dando verſo la Fortezza ſi trova la Chieſa di
goli,
S. GIULIANO, fuori della quale vedeſi un Ta-
bernacolo di un Crocifiſſo con altre figure, opera
di Andrea del Caſtagno.
In Chieſa entran-
do a man deſtra vi è l'Altare del Santiſſimo
Crocifiſſo opera aſſai ſtimabile di Mariotto Al-
bertinelli, di cui è ancora la Tavola all'Altar
maggiore, ove ha effigiata Maria col Bambino
Gesù con altri Santi.
Il quadro poi dell'altro
Altare a ſiniſtra rappreſentante la naſcita del
Santo Bambino, è di Iacopo da Empoli; di
contro a queſta vi è
S. ANTONIO già Convento di Canonici Re-
golari Franceſi ora ſoppreſſi, nella qual Chieſa
al primo Altare a man dritta vi è la Tavola
di S. Luigi Re di Francia, opera di Livio
Mehus; e il S. Antonio viene da Niccolò
Mignard
.
Poco diſtante da queſta Chieſa ſi
trova il
CASTEL S. Gio Battiſta, volgarmente detto
la Fortezza da Baſſo, fatto fabbricare dal Duca
Aleſſandro nel 1534. col diſegno di Aleſſandro
Vitelli, e Antonio da S Gallo, il quale di
preſente oltre una Truppa di Soldati, ſerve
per Caſa di Correzione, facendoviſi lavorare
1 tanto gli Uomini che le Donne, che ſono in
gaſtigo in diverſi meſtieri ſotto gli ordini di un
Commiſſario, e altri Miniſtri.
Eſciti da queſto
luogo, e prendendo per la Via dell'Acqua a
mano deſtra ove era la
tanto
COMPAGNIA di S. Gio. Evangeliſta, vi è
ſtato trasferito lo Spedale di S. Onofrio, nel
quale ſi ricetto ogni ſera a molte povere
perſone di ambedue i ſeſſi, prive di caſa, e
parenti; e vi ſi aduna l'Univerſità dei Tintori,
la quale ſomminiſtra diverſe carità ai poveri di
tale Arte.
Poco dopo ſi trova la Chieſa delle
Religioſe Carmelitane di
S. BARNABA: ſopra la porta di detta Chieſa
evvi una Vergine col Santo Bambino di Luca
della Robbia, il quale abitava preſſo queſta
Chieſa
.
Entrando vedeſi all'Altar maggiore
ſotto vaga tribuna ornata di ſtucchi, una ta-
vola di Sandro Botticelli, ingrandita da Ago-
ſtino Veracini, che imitò a perfezione l'antico,
in cui vi è eſpreſſa Maria Santiſſima col Bam-
bino Gesù, S. Barnaba, e quattro altri Santi.

Vi ſono nel corpo della Chieſa due Altari per
parte uniformi, al primo de' quali ſi venera
una prodigioſa Immagine del Crocifiſſo dipinta
dal Beato Giovanni Angelico.
Di quì poco
diſtante trovaſi la Chieſa delle Religioſe Fran-
ceſcane di
1
S. ORSOLA nella quale fu dipinta da Matteo
Roſſelli all'Altar Maggiore la Tavola della
Concezione, e al deſtro Altare da Filippo Tar-
chiani il Batteſimo di Gesù Criſto, e in faccia
ad eſſo il martirio di S. Orſola da Bartolommeo
Silveſtrini
.
Lo sfondo della ſoffitta è di Seba-
ſtiano Galeotti, e la lunetta ſulla maggior
Cappella è del Caſcetti.
Li quì paſſando in
Via de' Ginori ſi trova il
S. OR-
PALAZZO dei Giraldi che ha una buona Li-
breria, e quello del Senatore Ginori ripieno
di pitture, e molte altre pregiabili rarità.
Di
quì andando in Via S. Gallo oſſerveremo il
PALAZZO de' Marucelli, ora de' Brunaccini,
di vaghiſſima architettura di Gherardo Silvani,
ove ſono ammirabili le due Arpie ſoſtenenti il
Terrazzino opera di Raffaello Curradi: Entro
vi ſon cinque gran Camere dipinte da Seba-
ſtiano Ricci Pittor Veneziano.
Di faccia a
queſto Palazzo vedeſi il
MONASTERO di S. Appollonia la qual Chieſa
e Porta, della medeſima fu fatta col diſegno
di Michelagnolo.
Alle due Cappelle laterali la
Tavola della SS. Trinità fu colorita da Pier
Dandini, ed il Crocifiſſo di rilievo è di Raffaello
da Montelupo.
Nella Tribuna oſſervaſi la volta
dipinta da Bernardino Poccetti ſotto della quale
la Tavola dell'Altare rappreſentante Maria
1 Santiſſima ed altri Santi, è di Agoſtino Vera-
cini
.
Non è da tralaſciarſi di oſſervare ſopra le
grate del Coro delle Monache la gran Tela
eſprimente Criſto m niſtrato dagli Angeli nel
deſerto, opera di Matteo Roſſelli.
E proſe-
guendo verſo la Porta ſi trova a mano deſtra la
San-
CHIESA di Gesù Pellegrino già Congrega
maggiore, nella quale ſonovi tre Tavole a olio
molto eccellenti di Gio. Balducci, come pur
ſono del medeſimo tutte le Pareti dipinte a
freſco
.
E' oſſervabile l'Epitaffio alla Sepoltura
fattaſi fare in vita dal celebre facetiſſimo Pio-
vano Arlotto, che dice così
Queſta Sepoltura il Piovano Arlotto la
fece fare per ſe e per chi ci vuole entrare,,.
Proſeguendo il cammino dalla parte oppoſta
ſul Canto di Via delle Ruote può oſſervarſi la
piccola, ma vaga facciata della Caſa, che per
propria abitazione ſi fabbricò il celebre Pittore
Santi di Tito; e ſull'altro canto di Via S. Za-
nobi un belliſſimo Tabernacolo di Domenico
Puligo diſcepolo di Andrea del Sarto.
In faccia
a detta Via vi è da vedere la Fabbrica dei Ta-
bacchi, e accanto la Chieſa di
S. CATERINA già degl'Abbandonati, dirimpetto
alla quale è la Stanza Mortuaria, ove ogni ſera
vi ſi depoſitano i cadaveri degli eſtinti di queſta
Città, che dipoi ſono traſportati nel Campo
1 Santo a Treſpiano; e ritornando in Via S. Gallo
ſi preſenta il Monaſtero, ora Conſervatorio di
Santo
S. GIOVANNINO de' Cavalieri di Malta aſſai
vago, e ſpazioſo, diviſo in tre navate.
La pri-
ma Cappella, che incontraſi a man dritta ha
una Immagine del Crocifiſſo traslatato dall'an-
tica loro Chieſa, e Convento che aveano dalla
Porta Romana.
Nella ſeconda vi è eſpreſſa da
Santi di Tito la Natività di S. Gio. Battiſta,
la terza è dedicata alla Preſentazione di Maria.

Nella teſtata della Navata vedeſi la ſua incoro-
nazione, che è antica pittura dell'Orgagni.

All'Altar maggiore dipinſe Pietro Dandini la
Decollazione di S. Gio. Battiſta con due ovati,
che in uno S. Agoſtino, e nell'altro S. Maria
Maddalena de Pazzi, di mano d'Aleſſandro
Gherardini, di cui ſono ancora le pitture a
freſco della tribuna, e della ſoffitta della Chieſa
ornata di architettura da Rinaldo Botti.
Ne
ſeguita la Naſcira di Gesù Criſto del Ghirlan-
dajo
.
Dopo ne viene una Nunziata della Scuola
di Giotto.
Vi è infine la Cappella della Beata
Ubaldeſca Religioſa di queſt'Ordine Geroſoli-
mitano
.
E' da ſaperſi che in queſto eſempla-
riſſimo Monaſtero vi fu educata per più di ſei
anni ſino dalla ſua puerizia S. Maria Madda-
lena de' Pazzi noſtra Concittadina.
Accanto a
queſto Conſervatorio vi è il
1
PALAZZO de' Pandolfini fatto fabbricare col di-
ſegno di Raffaello da Urbino, da Monſig. Gian-
nozzo Pandolfini Veſcovo di Troia.
Ne ſegue
la Chieſa e Convento delle Monache di S. Lucia
dello ſtretto Ordine di S. Domenico.
Quivi di-
rimpetto vi è il grande, e magnifico
PA-
SPEDALE di Bonifazio, o Conſervatorio di
Poveri, dove ſi raccettano in gran parte per-
ſone dell'uno, e dell'altro ſeſſo, che per vivere
neceſſitano dell'altrui ſoccorſo; il qual luogo
è chiamato dal nome dal di lui Fondatore Bo-
nifazio Lupi nobiliſſimo Parmigiano, già Po-
teſtà di Firenze nel Secolo XIV.
Queſio vaſte
luogo è ſtato moltiſsimo ampliato, e rifabbri-
cato di nuovo quaſi del tutto, eſſendo reſtata
terminata queſta gran Fabbrica nell'antepaſſato
anno 1787. con avervi incorporati, oltre al
detto Spedale altri quattro contigui Monaſte-
ri, cioè quello delle fanciulle di S. Caterina
che era ſotto le Logge, quelli di S. Luca, e
della SS. Trinità degl'Incurabili quivi conti-
gui, e quello di S. Miniato dall'altra parte
verſo la Porta.
Oltre al Conſervatorio dei Po-
veri vi furono l'anno ſcorſo tra feriti, e rin-
chiuſi in una porzione di queſto Spedale i Pazzi;
in altra i malati cronici, ed in altre parti di
eſſo vi ſi curano, e medicano tutti i mali cu-
tanei; il medeſimo è ſtato d'ordine Regio
1 riunito allo Spedale di S. Maria Nuova e go-
vernato dall'iſteſſo Sig. Commiſſario.
Si vede
ſotto la Loggia ſopra una Porta il buſto di
S. A. R., e nella teſtata un'Inſcrizione indi-
cante quanto ſopra.
La reſtaurazione della
Chieſa antica fu fatta col diſegno di Gio. Bat-
tiſta Pieratti.
In eſſa la Madonna del Roſario è
di Niccodemo Ferrucci, accanto vi è il Mar-
tirio di Santa Caterina di Fabbrizio Boſchi.

L'Annunziazione è opera di Niccolò Soggi
Diſcepolo di Pietro Perugino.
All'Altar mag-
giore ſi vede una Tavola di Matteo Roſſelli
nella quale ha effigiato Maria con S. Maria
Maddalena de' Pazzi e altri Santi; e alle pa-
reti vi ſono ſtate poſte altre Tavole di pregio.

Proſeguendo verſo la Porta trovaſi la Chieſa di
riu-
S. AGATA, oggi Conſervatorio, e Scuola
delle Signore delle Montalve, ove la Tribuna
dell'Altar maggiore è dipinta da Aleſſandro
Allori
.
La SS. Nonziata che vi ſi vede è di
Alfonſo Boſchi, e i due quadri laterali di Gio.
Bizzeli
.
La Tavola dalla banda dell'Epiſtola
è di Girolamo Macchietti, e le lunette intorno
alla Chieſa eſprimenti il Martirio di S. Agata,
ſono di Suor Ortenzia Fedeli.
In queſto Nobil
Conſervatorio ſono tenute in educazione molte
nobili Donzelle, le quali ſotto abiliſſime Mae-
ſtre apprendono varj lavori.
Quivi accanto vi
1 è la Chieſa, e Monaſtero delle nobili Reli-
gioſe di
è la
S. CLEMENTE ove Santi di Tito dipinſe la
Tavola dell'Altar maggiore di S. Clemente
con molte altre figure, e quella del S. Agoſtino
a mano dritta è di Iacopo da Pontormo.
Di-
rimpetto a queſto Monaſtero vi è la Chieſa,
e Convento di
CHIARITO, dal B. Chiarito che ne fu il
Fondatore, ove vi ſon paſſate le Religioſe
Mantellate che erano in via della Crocetta.

E di quì oſſervata l'antica pittura di Michele
di Ridolfo del Ghirlandajo ſopra la Porta San
Gallo, il quale dipinſe Maria Vergine col
bambino, e da una parte S. Gio. Battiſta, e
dall'altra S. Coſimo, ſi può paſſare a vedere
fuori di eſſa Porta l'Arco Trionfale, che fu
eretto in occaſione dell'ingreſſo che fece in
Firenze il di 20 Gennaio 1739. S. A. R., dipoi
Auguſtiſſimo Imperatore Franceſco I., come
pure il vago Parter fattovi fare dal noſtro Real
Sovrano per paſſeggio delle civili perſone di
ogni ſeſso e rango, che giornalmente in gran
numero vi ſi portano a diporto; e tornando
in Città, ſeguitando la ſtrada a mano deſtra
per le mura ſi vede ſopra di effe in faccia al
Maglio alzata una ſpecie di Torretta, la quale
fu fatta per miſurare il livello dell'acqua del
1 condotto Reale, ſe poteva andare, oltre alle
varie Fontane della Città a quella del Palazzo
Reale, ſulla terrazza al pari del primo piano,
prima di fare il condotto in Città.
Quivi vi-
cino ſi trova la
con-
CHIESA delle Nobili Religioſe di S. Dome-
nico, nella quale al primo Altare a man dritta
vi è un S. Pio di mano del Puglieſchi reſtato
imperfetto alla morte del medeſimo.
La Ta-
vola dell'Altar Maggiore è di Lazzero Baldi;
ne ſegue la miracoloſa Immagine di Gesù Cro-
cifiſſo, ſtatavi traſportata dalla Chieſa di Chia-
rito
.
In ultimo il S. Euſtachio è opera del
Cav. Curradi.
Intorno alla Chieſa vi ſono tre-
dici lunette dipinte parte dal Soderini, alcune
dal Ferretti, e parte dal Meucci.
In faccia a
queſta Chieſa trovaſi il
GIARDINO detto de' Semplici, che dal Gran-
Duca Coſimo I. nel 1543. con regia ſpeſa fu fab-
bricato, ove ſi conſervavano le più rare, e belle
piante, ed erbe medicinali che quel magnanimo
Principe da ogni parte più remota le fe venire;
di preſente queſto luogo è ſtato addetto alla
Reale Accademia de' Georgofili per Orto ſpe-
rimentale, ove ſi fanno diverſe eſperienze
Agrarie provando nuove, ed utili ſemente per
poi ſperimentarle in grande nelle varie Pro-
vincie
.
Preſiede al medeſimo un Direttore
1 eletto con Motuproprio di S. A. R. il quale nell'
Eſtate fa diverſe Lezioni d'Agricoltura.
Le
numeroſe piante dei Semplici che vi erano fu-
rono traſportate parte nell'Orto Bottanico del
Real Gabinetto di Fiſica, e parte in quello di
S. Maria Nuova.
Appreſſo vi è la
cletto
CAVALLERIZZA, ove ſono i Cavalli di ſervi-
zio, e di maneggio di S. A. R., che in gran
numero, ed in luogo aſſai comodo vi ſi man-
tengono
.
In queſto luogo ancora ſi apprende
dalla Nobiltà Fiorentina, e foreſtiera, ſotto la
direzione di un Cavallerizzo ſpeſato dal mede-
ſimo noſtro Sovrano, l'Arte di cavalcate, e
di correr la lancia.
A queſto effetto fu dal
Gran Principe Ferdinando fatto reſtaurare, ed
accreſcere un bel loggiato, perchè nel tempo
del crudo Inverno, o di pioggia ſi poſſa tut-
tavia continovare un efercizio nobile.
Con-
tigue ſono ſtate recentemente fabbricate le
Reali Scuderìe nel luogo ove era in avanti il
ferraglio dei Leoni, ed altre beſtie feroci,
avendovi fatti tutti i comodi neceſſarj per le
Carrozze, e varie abitazioni per le perſone
addette a tal ſervizio.
Quivi è la Piazza, e
Chieſa di
S. MARCO de' Padri Domenicani dell'Offer-
vanza
.
Tra gl'ornamenti più ſingolari, vi s'am-
mirano belle Tavole, tutte di mano d'ec-
1 cellenti Maeſtri. Nell'entrare a man deſtra vi
è una devota Immagine di Maria Annunziata
di Piero Cavallini Romano, con la Tavola
ornata di figure da Fabbrizio Boſchi, o come
altri da Gio. Battiſta Paggi.
La ſeconda dov'è
dipinto un Crocifiſſo con S. Tommaſo d'Aqui-
no, è di Santi di Tito.
La terza ove è eſpreſſa
Maria coi Bambino Gesù, e di altri Santi è
del celebre F. Bartolommeo di S. Marco di
cui nel Convento nella ſola Cappella del No-
viziato, eſiſtono molti pezzi oltre la Tavola
dell
'Altare.
Nella quarta ſi vede un'antichiſſi-
ma Madonna lavorata a Moſaico.
La Tavola
della quinta Cappella dove è l'Immagine di
Maria, e S. Domenico è di mano di Matteo
Roſſelli
.
Volendo di quì entrare nella Sagre-
ſtia vedeſi nell'ingreſſo una belliſſima Statua
di marmo rappreſentante Criſto riſorto, col-
locata in una nicchia, opera di Antonio No-
velli, e del Conti ſono li due baſſirilievi che
ſono dai lati.
Di quì paſſata la prima porta
vedraſſi ſopra di eſſa una delle più belle Ta-
vole del Beato Gio. Angelico che ſtava anti-
camente all'Altar maggiore.
Il ritratto di que-
ſto Beato ſtà appeſo nella Cella che qui abi-
tava S. Antonino con altri quattordici ritratti
di Beati Religioſi che oltre i venerabili ſenza
numero hanno ſantificato queſto Convento, e
1 edificata la noſtra Città. Tornando in Chieſa
ſegue dipoi la Tribuna ove nelle pareti da Mon-
ſieur Parocel Franceſe vi fu dipinto l'adora-
zione de' Magi, e le Nozze di Cana, e la
Cupola è di Aleſſandro Gherardini con un
bello Altar maggiore corredato di ricchiſſimi
argenti particolarmente nelle feſte ſolenni.

Quindi vi è interna la Cappella de' Serragli
principiata nel 1600, ancor eſſa ragguardevo-
le, non meno per la ſtruttura di finiſſimi mar-
mi, de' quali fino al pavimento è ricoperta,
quanto per varj ornamenti di ſtatue, e di pit-
ture, che nobilmente l'adornano.
La Tavola
dell'Altare rappreſentante l'ultima Cena è
opera di Santi di Tito, la Storia della Manna
è del Paſſignano; di Iacopo da Empoli è il
Sagrifizio di Abramo.
Il ſaziar delle Turbe nel
Deſerto, e la Cena d'Emaus ſono del Cav.
Curradi; e S. Paolo che riſuſcita un Fanciullo
è del Biliverti.
La volta è di Bernardino Poc-
cetti, e ancora i Santi dipinti a freſco tra-
mezzo a detti quadri in otto nicchie: nell'altre
quattro vi ſono gli Evangeliſti di marmo, che
due ſono di Lodovico Salvetti, e i due dall'
Altare, del Pieratti.
Dopo la quale ſegue la
belliſſima Cappella di S. Antonino Arciveſcovo
di Firenze fatta fabbricare con ſomma magni-
ficenza da Averardo, e da Antonio Salviati.
1Ella è tutta di marmi nobilmente lavorati col
diſegno di Giovanni Bologna.
Tre belle Ta-
vole di Pittori eccellenti ne adornano vaga-
mente le tre facciate; quella di mezzo è opera
d'Aleſſandro Allori detto il Bronzino, che vi
effigiò il ritorno di Criſto dal Limbo, quella
che rappreſenta il Lebbroſo riſanato in cornu
Evangelii è di Franceſco Poppi, l'altra eſpri-
mente la converſione di S. Matteo è di Batiſta
Naldini
.
In ciaſcuna di queſte facciate ſi am-
mirano due Statue di marmo, che in tutto
aſcendono al numero di ſei, rappreſentanti
S. Gio. Battiſta, S. Filippo, S. Antonio,
S. Adovardo, S. Domenico, e S. Tommaſo
d'Aquino, fra le quali è oltremodo maravi-
glioſo il S. Gio. Battiſta; il tutto diſegno di
Gio. Bologna, eſeguite, e terminate dal Fran-
cavilla ſuo diſcepolo; ed altrettanti baſſirilievi
di bronzo di mano di Fr. Domenico Porti-
giani, fatti ſul diſegno del medeſimo Gio. Bo-
logna ſuo Maeſtro, da cui fu fatta la figura di
bronzo, che è in Sagreſtia rappreſentante il
Santo giacente.
Nell'urna ſotto l'Altare ftà
ripoſto il di lui S. Corpo.
Finalmente corona
queſta Cappella una Cupoletta tutta adorna
di ſtucchi, e di vaghe pitture, di mano del
Poccetti
.
Avanti a queſta Cappella ſon dipinte
due Storie dell'Eſpoſizione, e Traslazione di
1S. Antonino di mano del Paſſignano. Ella ha
meritato d'eſſer deſcritta e pubblicata colla
ſtampa del fu celebre Antiquario Dottore Gori.

Di fuori ſopra l'Arco di queſta vaga Cappella
ſi vede un S. Antonino di marmo alto braccia 4.
di mano di detto Gio. Bologna.
Ne ſegue poi
alla prima Cappella, tornando verſo la Porta,
una belliſſima Tavola di Lodovico Cigoli,
ove ha dipinto l'Imperatore Eraclio, che de-
poſto l'Imperiale ammanto, e coſtituito in abito
di penitenza, ſcalzo ne' piedi, porta ſopra le
ſue ſpalle quella ſteſſa Croce, ove il noſtro
Salvatore con la ſua morte compì la redenzio-
ne del genere umano.
Nella ſeguente Cap-
pella, eravi una ſtupenda Tavola di Fra Bar-
tolommeo, con alcuni Angioli in aria con un
padiglione con Maria, e altre figure attorno,
e Criſto fanciullo che ſpoſa S. Caterina; ma
il Principe Ferdinando, che la volle avere,
ne fece fare un'altrettanto belliſſima copia al
Gabbiani, che certamente ſi ſcambia dal me-
deſimo originale.
Nella terza di mano del
Paſſignano vi è eſpreſſo S. Vincenzio Ferreri
predicante al Popolo.
Nella quarta vicino alla
porta vi è la Tavola dipinta dal Cavalier Gio.
Batiſta Paggi Genoveſe, rappreſentante la
Trasfigurazione del Redentore ſul Tabor.
La
ſoffitta è tutta intagliata, e riccamente dora-
1 ta, con lo sfondo aſſai ben condotto, uſcito
dal pennello di Gio. Antonio Pucci.
E' degno
di memoria, che quì furono ſepolti il Conte
Giovanni Pico della Mirandola, che fu chia-
mato la Fenice degl'ingegni, ed Agnolo Po-
liziano uomo letteratiſſimo, e ſingolare, e al
noſtri tempi i celebri Giuſeppe Averani, e il
Propoſto Anton Franceſco Gori.
Non meno
però della Chieſa è ragguardevole il Conven-
to, fatto fabbricare da Coſimo, e Lorenzo
de'Medici, al quale fu dato principio nel 1437-
col diſegno di Michelozzo.
Nel primo Chio-
ſtro ſono 28. lunette eſprimenti diverſi fatti, e
miracoli più celebri di S. Antonino Arcive-
ſcovo, tutte dipinte da eccellenti Maeſtri, e
ſpecialmente da Bernardino Poccetti, dal Roſ-
ſelli, dal Tiarini, e dal Boſchi, e le altre più
antiche venerabiliſſime immagini che ſono
negl'angoli, e ſopra le Porte ſono del B. Gio.
Angelico inſigne Pittore; che come ſi è detto
abitava in queſto Convento, dentro al quale
ſi vedono moltiſſime opere di ſua mano, oltre
la magnifica pianta dell'Ordine Domenicano
dipinta da Eſſo ſulla parete del Capitolo che
reſta tra li due Chioſtri, nel quale vi ha effi-
giato gran numero di Ritratti di Uomini Illu-
ſtri del detto Ordine, tanto in ſantità, che in
dottrina. Poi nel ſecondo non meno vaſto del
1 primo in 36. Lunette ſi vedono eſpreſſe le
geſta della Vita di S. Domenico.
In queſto
vi ha dipinta una navata Aleſſandro Gherar-
dini, altre due Coſimo Ulivelli, e una dalla
parte dell'ingreſſo Aleſſandro Loni, e Seba-
ſtiano Galeotti.
E' molto deſiderabile da ve-
derſi la Cappella del Noviziato la di cui Ta-
vola di ſtraordinaria bellezza è opera di Fr.
Bartolommeo nella quale vi ha eſpreſſa la Pre-
ſentazione di Gesù Bambino, vi è inoltre tra
l'altre buone pitture, una celebre immagine
di Maria SS. di mano di Carlo Dolci.
In
queſto inſigne Convento bella e copioſa Li-
breria vi ſi conſerva, ove fra gli altri, ſono di
pregio moltiſſimi Manoſcritti fatti quivi collo-
care a pubblico benefizio da Coſimo de'Me-
dici Padre della Patria, ed alcuni de'quali è
fama, che foſſero già di Niccolò Niccoli, che
è da annoverarſi fra quelli, da'quali le Let-
tere Greche riconoſcono il loro riſorgimen-
to
.
Vicino all'Orto in fondo al quale è da
ammirarſi una Cappella tutta dipinta da Ber-
nardino Poccetti, è ſituata la Spezieria, ce-
lebre per la fabbricazione che vi ſi fa dell'
Eſſenze di ogni ſorte, acque, ed altri lavori
di Fonderìa, ove ſi potrà con piacere oſſer-
vare ancora de' belliſſimi quadri.
Fu queſto
Convento ſempre tenuto in grande ſtima, non
1 ſolo per l'oſſervanza reſtauratavi da Fr. Gi-
rolamo Savonarola, ma eziandio per avervi
dimorato moltiſſimi Religioſi di ſanta vita, in
converſazione de'quali ſoleva Coſimo Padre
della Patria ſpeſſe volte trattenerſi vedendoviſi
ancora le ſtanze, ove abitava.
E` ſtata abbel-
lita queſta Chieſa con una vaga facciata col
diſegno di Fr. Giovacchino Pronti da Rimini
Converſo Carmelitano.
Dirimpetto a queſta
Chieſa per la Porta laterale è il Palazzo
detto il
cel-
edi-
Ella
E S. An-
ta,
E 2 pri-
ſolo
CASINO DA S. MARCO, fatto fabbricare dal
Gran Duca Franceſco I. intorno al 1570. col
diſegno del Buontalenti.
E' ſervito ne'tempi
andati per abitazione de'Principi del ſangue,
eſſendo provveduto di tutte le comodità, che
a talì Perſonaggi ſi convengono.
Accanto a
queſto Caſino è degno d'eſſer veduto il Chio-
ſtro della già ſoppreſſa
COMPAGNIA di San Giovan Batiſta, detta
dello Scalzo, per le molte eccellenti Pitture
a freſco rappreſentanti la vita di S. Gio. Ba-
tiſta di mano di Andrea del Sarto, tra le quali
due ſole ſono dipinte dal Francabigio.
Nell'in-
greſſo adunque del Cortile di mano di An-
drea ſi vedono due figure rappreſentanti la
Fede, e la Speranza.
L'altra Porta è meſſa
in mezzo da una Carità, e una Giuſtizia.
La
1 Storia a man deſtra rappreſenta quando Zac-
caria incredulo per la viſta dell'Angelo di-
venta muto.
L'altra è la viſita di Maria a S.
Eliſabetta
.
La ſeguente rappreſenta il Parto
di S. Eliſabetta; dipoi ne viene quando Zac-
caria la benedizione a S. Giovanni, che
ancor fanciulletto vuole andare al deſerto di
mano del Francabigio.
La Storia che ne ſe-
gue è pure del Francabigio, quando S. Gio-
vanni s'incontra nel Salvatore nel ritorno di
Egitto
.
Ne ſegue altre di Andrea quando Criſto
è battezzato da S. Giovanni, dipoi quando S.
Giovanni predica ai Giudei nel Deſerto, e
nella ſeguente quando la gente convertita da
S. Giovanni viene a ricevere il S. Batteſimo;
indi quando S. Giovanni è condotto dinanzi
ad Erode; e dipoi vedeſi la Cena di Erode,
e il balio della figlia d'Erodiade, ed in ul-
timo è dipinto Erode a menſa con Erodiade,
ove dalla figlia di eſſa è portata la teſta di S.
Giovanni come ella al medeſimo richieſe.

Certamente queſte Iſtorie fatte di mano di An-
drea, e le quattro Virtù ſopradette ſono di
tanta bellezza e perfezione, che nella ſtima
degl'intendenti vincono ogni giudizio, ben-
chè per l'ingiurie dei tempi in qualche parte
abbino ſofferto.
Queſt'Opera ſi trova inta-
gliata da Teodoro Cruger con fronteſpizio, e
1 ritratto dell'Autore. Tiene ora la cuftodia di
queſto ammirabile Chioſtro la Reale Accade-
mia delle Belle Arti quivi vicina.
Ritornando
indietro vedeſi ſul Canto di Via degl'Arazzieri
un piccolo vago Caſino fatto fabbricare pochi
anni ſono dal regnante Real Sovrano, e dall'
altra parte vi è la Chieſa, e Monaſtero di
Sto-
ri-
S. CATERINA dell'Ordine di S. Domenico,
nella di cui Chieſa che ha l'ingreſſo ſulla
Piazza di S. Marco, all'Altar Maggiore ve-
deſi lo Spoſalizio di detta Santa, e ai due la-
terali le Tavole ſon dipinte da Suor Plautilla
Nelli valente Pittrice, e religioſa di queſto Mo-
naſtero, nel quale Caterina de' Medici Regina
di Francia nella ſua fanciullezza vi ſu tenuta
in educazione.
Dalla parte oppoſta di queſta
Piazza, ſi ritrova la
REALE ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI (una
voltu Spedale ſotto il titolo di S. Matteo)
modernamente trasferitavi per ordine Sovrano
dalla ſua antica ſituazione di Via della Crocetta
dove eſiſteva ſino dal 1500., e dalla Sovrana
Munificenza ampliata, ed arricchita di tutto
ciò che è neceſſario per apprendervi compi-
tamente le tre Arti Sorelle, contandoſi in eſſa
nove Profeſſori cioè, per il Diſegno, per il
Colorito, per il Grotteſco, per l'Inciſione in
rame, per la Scultura, per l'Architettura, un
1 Direttore agli Studenti il Nudo, un Aſſiſtente
ai Giovani che ſtudiano nella Real Galleria, e
uno per la Meccanica Pratica.
Di-
E principiando ad oſſervare alla Porta
d'ingreſſo eſeguita con ben inteſa, ed elegante
Architettura ſi vedono appoſte ſcolpite in pietra
tre corone, che una di quercia, l'altra di lauro,
la terza d'ulivo, le quali ſono l'emblema dell'
Accademia, e ſotto le medeſime in un fregio
leggeſi l'Epigrafe ſeguente
Liberalium Artium incremento
Petrus Leopoldus
Anno MDCCLXXXIV.
che è l'epoca della ſua inſtituzione:
Da detta Porta ſi paſſa in un veſtibulo dove
da due porte laterali ſi ingreſſo a due delle
ſuddette Scuole, cioè Diſegno, e Colorito,
e principiando dalla prima a mano deſtra
In una Gallerìa ben adorna, e corredata di
diſegni e geſſi per uſo de' principianti, ſi dan-
no dal Maeſtro a bella poſta aſſegnato tutte
le regole neceſſarie al profitto de' medeſimi.

Dalla detta ſcuola ſi ha ingreſſo ad una gran
ſala la quale ſerve alle pubbliche adunanze
tutta ripiena di quadri Originali de'migliori
Autori della Scuola Fiorentina, e da vari Car-
toni Originali de'medeſimi, e alcuni ancora
1 delle Scuole Lombarda, e Romana non man-
candovi tra i primi il Grillandaio, Andrea del
Sarto, gli Allori, Carlo Dolci, il Roſſelli ec.
ed altri che troppo ci vorrebbe a noverarli, e
fra i Cartoni Fra Bartolommeo, Pietro da
Cortona, Baroccio, Cignani, Franceſchini ec.
oltre a ciò ſono da oſſervarſi alcuni modelli
in legno mirabilmente eſeguiti, rappreſentanti
la Città, e fortificazioni di Porto Ferraio, il
nuovo Lazzeretto di S. Leopoldo, la Città
di Livorno ec. e ſi ritrovano ancora vari mo-
delli in terra cotta, e in geſſo di Profeſſori che
in queſta guiſa hanno voluto perpetuare Acca-
demici la loro memoria col laſciarvi le loro
Opere
.
delle
Da queſta ſi paſſa alla Sala del Nudo dove
in tutti i giorni ſi da il comodo di poterlo ſtu-
diare per due ore: nell'Eſtate la mattina, e
nell'Inverno la ſera.
Dalla detta Sala del Nudo proſeguendo avan-
ti, ſi entra in una Spazioſa Galleria tutta adorna
de' getti in Geſſo delle Statue le più rinomate,
non ſolo della noſtra Città, quanto di quelle
eſiſtenti in Roma, quali poſte con ottima ſi-
metria ſopra bene adattate baſi formano un
colpo d'occhio mirabile; il farne un eſatto
ragguaglio ſarebbe un far torto alle medeſime,
eſſendo troppo cognite appreſſo degli intenden-
1ti. Nella medeſima Sala, ſono da oſſervarſi un
ſuperbo Tabernacolo dipinto a freſco ſul muro
unitamente alla volta, e pareti da Giovanni
Mannozzi detto da S. Giovanni eſprimente il
ripoſo d'Egitto, già eſiſtente in fondo del
Giardino del Real Caſino della Crocetta, e
ad eſſo quì intieramente traſportato; ed il getto
della famoſa porta del Tempio di S. Giovanni
opera ſingolare dell'immortale Lorenzo Ghi-
berti adattata alla gran porta della preſente
Sala dalla quale ſi ha ingreſſo alla Scuola del
Colorito: Contigua alla detta Sala vi è la ſtanza
per le private Adunanze, e avanti la medeſima
vi è un ricetto, il quale introduce mediante
una piccola Scala alle due Scuole dell'Archi-
tettura, e della Meccanica Pratica, ambedue
corredate de'neceſſari, libri, diſegni, e mac-
chine ec.
ti.
Ritornando al primo veſtibulo per una co-
moda Scala ſi perviene alle altre due Scuole
di Grotteſco, e dell'Inciſione in Rame ancor
eſſe beniſſimo provvedute di eccellenti eſem-
plari ec.
In ciaſchedun Anno ſi danno due volte dei
premi a quelli Scolari che più hanno appro-
fittato ne' loro reſpettivi ſtudi, e queſto ſerve
per una virtuoſa emulazione di ſempre più
avanzarſi ne'medeſimi, ed una volta l'anno ſi
1 fa un concorſo di prima, ſeconda, e terza
claſſe per la Pittura, Scultura, ed Architet-
tura, e tutte queſte gratificazioni, quanto le
menſuali preſtazioni ai Maeſtri, la Carta, ma-
tita, colori ec. che giornalmente e gratuita-
mente ſi diſpenſa ai poveri Scolari vien ſuppli-
to dal Real Teſoro:
fa un
Al buon ordine, e ſoprintendenza dell'Ac-
cademia vi ſono nominati da S. A. R. un Pre-
ſidente, un vice Preſidente, ed un Segretario,
il quale oltre al mantenere il carteggio colle
più rinomate Accademie dell'Europa accudiſce
che ſia provviſta la medeſima di ciò che con-
tinuamente le può abbiſognare ec.
Sortendo da
queſto luogo, e ritornando per via Larga ſi trova la
LIBRERÌA O BIBLIOTECA MARUCELLIANA fon-
data a pubblico vantaggio dal fu Abate Fran-
ceſco Marucelli, ed aumentata da Monſignor
Aleſſandro Marucelli, la quale ſta aperta la
mattina, ne' giorni di Lunedì, Mercoledì, e
Venerdì, nella quale oltre la copioſità dei Li-
bri impreſſi in ogni ſcienza, vi ſi conſervano
molti Manoſcritti del celebre Antonio Maria
Salvini, ed una ſcelta numeroſa Raccolta di
rare, e celebri ſtampe inciſe in rame laſciate
quivi dall'ultimo ſuperſtite di detta nobil Fa-
miglia Franceſco Marucelli, e ſeguitando il
cammino dalla parte oppoſta ſi trova il
PA-
1
PALAZZO de'Marcheſi Coppoli ora del Sig.
Averardo de'Medici eretto con vago e bel
diſegno del Silvani Architetto Fiorentino,
ultimamente accreſciuto, e dentro e fuori
quaſi della metà, dal fu Senatore Cammillo
Coppoli
.
E dipoi s'incontra il
PALAZZO del Marcheſe Capponi, fatto col
diſegno di Ferdinando Ruggieri circa al 1740.
e poco più giù dall'iſteſſa parte altro
PALAZZO di altra Famiglia Capponi, con
bella facciata di Gherardo Silvani, che è ſtato
internamente accreſciuto, e rimodernato nel
Cortile col diſegno di Luigi Orlandi.
Ed ap-
preſſo il
PALAZZO fatto fabbricare dal Cardinale Ban-
dino Panciatichi, col diſegno del Cavalier
Carlo Fontana.
In faccia al primo vedeſi un
antico Palazzo dei Medici dipoi dell'antichiſ-
ſima Caſa
UGHI, o fieno AVVOCATI protettori dell'Ar-
civeſcovado Fiorentino, Famiglia di poco
tempo eſtinta.
Accanto al quale ne ſegue il
grandioſo
PALAZZO già della Famiglia DE' MEDICI,
oggi del Marcheſe Riccardi per compra fatta-
ne l'anno 1659. per prezzo di ſcudi 41. mila
dal Granduca Ferdinando II. fatto già fabbri-
care da Coſimo Padre della Patria, col di-
1 ſegno di Michelozzo. Non può ſpiegarſi ab-
baſtanza quanto ſia bello, e magnifico, può
comprenderlo facilmente chi non lo mira.

Vedonſi le due facciate tutte di pietre forti in
tre ordini diviſate.
Dal piano della terra fino
alle prime fineſtre, l'ordine è Ruſtico, o To-
ſcano, con bozze aſſai rilevate.
Sopra di
queſto ſegue il Dorico, a cui ſuccede il Co-
rintio, e in fronte di nobile edifizio, ve-
deſi un cornicione d'incredibil vaghezza, che
da per tutto lo circonda.
Non meno vaghe
ſono le fineſtre da baſſo, gli ornamenti delle
quali, come altresì il cornicione, ſi credono
fatti col diſegno del Buonarroti.
Entrando per
la porta principale trovaſi la prima Loggia,
nel fregio della quale ſono alcuni tondi en-
trovi figure di marmo di Donatello, e le pa-
reti tutte furono fatte adornare l'anno 1719.
dal Marcheſe Franceſco Riccardi di baſſiri-
lievi, di Statue, di Buſti, e d'Inſcrizioni an-
tiche Greche, e Latine, a foggia di Muſeo.

A man deſtra vi è una ſcala molto comoda,
e nobile fatta col diſegno di Gio. Batiſta Fog-
gini Scultore e Architetto Fiorentino.
E' pure
a man ſiniſtra una ſcala belliſſima fatta a chioc-
ciola, che dal terreno conduce ſino alla ſom-
mità
.
Penetrando poi nelle ſtanze, vi s`am-
mirano molti pregevoli ornamenti degni di
1 tanto Palazzo trai quali è da vederſi la vaga e
belliſſima Galleria dipinta nella volta a freſco
da Luca Giordano famoſo Pittore, e in eſſa
giù abbaſſo nella parete effigiati ſopra gran-
dioſi Criſtalli i quattro elementi inſigne opera
di Anton Domenico Gabbiani, tra i quali in
nobiliſſimi armarj ſi conſerva una bella, e co-
pioſa raccolta di Cammei, d'Intagli, di Me-
daglie, e di altre prezioſe antichità: allato
alla quale è una numeroſa, e ſcelta Librerìa
di manoſcritti, e di libri impreſſi, parte della
quale fu meſſa inſieme dal celebre Riccardo
Riccardi, e parte fu già del Senatore Mar-
cheſe Vincenzio Capponi, da cui l'ereditarono
i preſenti poffeſſori, i quali vanno di continuo
aumentandola, con accreſcimenti di ſtanze
e libri, avendo acquiſtato tutto il carteggio
Letterario del fu celebre Dottore Giovanni
Lami ſtato Bibliotecario di queſta Caſa.
E' ri-
pieno queſto grandioſo Palazzo di mobili ric-
chiſſimi, pitture celebri, inſcrizioni, buſti, e
baſiirilievi antichiſſimi in gran numero.
Si mi-
reranno inoltre i nuovi accreſcimenti di ſer-
vizi baſſi molto comodi, e finalmente ſi vedrà
creſciuta quaſi doppiamente la principal fac-
ciata verſo la Via Larga, coll'iſteſſo ordine,
e architettura dell'antica nel qual ricreſci-
mento fu incorporato il Palazzo di Lorenzino
1 de' Medici ove ucciſe il Duca Aleſſandro,
uno dei fatti aſſai celebri nella noſtra Iſtoria.

E' famoſo queſto Palazzo, non ſolo per la
ſua bellezza, ma eziandio per eſſere ſtato in
ogni tempo ricetto di grandiſſimi perſonaggi,
eſſendoviſi trattenuti Sommi Pontefici, Im-
peradori, e Re, oltre un numero grande di
Principi (di che ſi legge la memoria in un
Cartello di marmo nel primo Cortile, fatta
dal celebre Abate Antonmaria Salvini) e per
molti avvenimenti accaduti e deſcritti larga-
mente da varj dei noſtri Scrittori de'tempi
andati, indi ſi trova la Chieſa di
ſegno
tanto
de'
SAN GIOVANNINO, dedicata a San Gio-
vanni Evangeliſta poſſeduta già dai Geſuiti,
ai quali fu conceſſa l'anno 1557., e dipoi
per Real diſpoſizione nel 1775. data ai Cheri-
ci Regolari delle Scuole Pie, i quali tengono
nell'anneſſo loro Conventole Puppliche Scuole
in qualunque ſcienza.
Era queſta Chieſa in
principio affai piccola; fondata nel 1351. per
teſtamento del nobile Gio. di Lando Gori,
ma nell'anno 1579. coll'opera, e col diſegno
di Bartolommeo Ammannati, Scultore, ed
Architetto Fiorentino, fu oltremodo accre-
ſciuta, e adornata.
Imperciocchè quell'Atte-
ſice molto pio, e religioſo, a niuna ſpeſa e
fatica perdonò, perchè queſt'opera foſſe con-
1 dotta al ſuo fine ammirando gl`intendenti
l'eſquiſitezza dell'architettura, e il bell'or-
dine di tutte le parti di queſto ſacro Edifizio.

Ha la facciata tutta di pietre ſerene, e den-
tro vi ſono nelle Cappelle varj ornamenti di
ſtucchi con belle Tavole; nella prima a man
deſtra ſtà collocata un inſigne Tavola di Aleſ-
ſandro Allori, ove ha rappreſentato N. S. con
alcuni Apoſtoli in atto di eſaudire la Cana-
nea, ed è da notarſi che quel Vecchio, che
ſi appoggia al baſtone, figurato per S. Barto-
lommeo è il Ritratto del medeſimo inſigne
beneſattore Architetto Bartolommeo Amman-
nati, che la ſece ſare; la ſeconda Tavola di
S. Luigi Gonzaga, e S. Stanislao è Opera di
Ottaviano Dandini; la terza di S. Niccolò di
Bari di Gio. Domenico Campiglia Lucche-
ſe, e dalle bande il S. Franceſco Borgia, e
S. Giuliana Falconieri ſono di Agoſtino Ve-
racini
.
Quindi ſeguita la Cappella di S. Fran-
ceſco Xaverio ricca di nobiliſſimi marmi, dove
il Cavalier F. Franceſco Curradi ha con ſtraor-
dinaria eccellenza rappreſentato il detto Santo
nell'atto di predicare agl'Infedeli; la gloria
dello sfondo è di mano di Pier Dandini, e i
quadri laterali ſono del Bamberini.
Ne ſegue
la Cappella maggiore, la di cui Tavola ove
è eſpreſſo il SS. Crocifiſſo è di mano di Gi-
1 rolamo Macchietti, nei due laterali il S. Gi-
rolamo è di Giacomo Ligozzi, e la S. Elena
del Bizzelli; trovaſi dipoi la nobil Cappella
di Sant'Ignazio tutta incroſtata di marmi, ove
è di mano del Puglieſchi la bella Tavola di
detto Santo, e gli ovati ſono del ſopradetto
Bamberini
.
Ne ſeguono tre altre Cappelle,
nella prima delle quali v'è l'Immacolata
Concezione di mano del mentovato Cur-
radi, nella ſeconda è ſtata collocata la belliſ-
ſima Tavola di S. Giuſeppe Calaſanzio Fon-
datore, di mano di Antonio Franchi Lucche-
ſe, da cui fu effigiato il medeſimo Santo da-
vanti a Maria SS., e al Santo Bambino; nella
terza ed ultima vi è la Tavola degli Angeli
dipinta da Giacomo Ligozzi; ſopra al cor-
nicione alcune ſtorie a freſco ſono di mano di
Aleſſandro del Barbiere, cioè la Cena, la
Trasfigurazione, quando S. Giovanni moſtra
S. Pietro a Criſto, e gli Apoſtoli che accon-
ciano le Reti ec.
Gli Apoſtoli delle Nicchie
ſono di Cammillo Cateni, e lo sfondo nella
ſoffitta è ultima opera di Agoſtino Veracini.

Eſcendo di queſta Chieſa, a man deſtra s'in-
contrano le abitazioni de' Martelli, e degl'Ar-
naldi, nella prima delle quali eravi una Sta-
tua di Donatello, la quale al preſente ritro-
vaſi nel Palazzo del Sig. Balì Martelli in Via
1 della Forca creduto il più eccellente lavoro
di ſuo ſcarpello; e nella ſeconda vi ſono eſqui-
ſite Pitture: Traverſando la ſtrada dirimpetto
alla detta Chieſa ſi trova Via del Cocomero
ove da una parte vi è un Pubblico Teatro, ac-
canto al quale il Palazzo dei Baroni Ricaſoli
fabbricato con buona architettura, e dirim-
petto quello de' Gondi, e dalla parte ſiniſtra,
evvi il Palazzo dei Marcheſi Gerini ricco di
ſingolari Pitture, accreſciuto, e rimodernato
internamente dal fu Marcheſe Andrea Gerini
con disegno del vivente Sig. Gaſpero Pao-
letti, e tornando nella ſuddetta ſtrada ſi ve-
dono i
dotta
rola-
F della
PALAZZI di due rami della Famiglia de' Puc-
ci, il primo de' quali d'ordine compoſito, ſul
Canto di Via de' Servi fu diſegnato con bella,
e vaga architettura del famoſo Paolo Fal-
conieri Cavaliere intendentiſſimo; e l'altro
accanto del Marcheſe Roberto Pucci, che ha
ſeguitato l'ordine del primo.
Dirimpetto ve-
deſi il
PALAZZO del fu Marcheſe Incontri, di mae-
ſtoſa Architettura Toſcana, dove nel dipinger
quella Galleria cadde, e mori il celebre Anton
Domenico Gabbiani degno di eterna memo-
ria, in faccia al quale vi è la Parrocchia di
SAN MICHELE VISDOMINI, dove abitavano
1 i Monaci Celeſtini ſtati ſoppreſſi, ora uſiziata
da Preti ſecolari.
Sono in queſta Chieſa da
oſſervarſi alcune Tavole molto belle, e ſpe-
cialmente la Natività di Noſtro Signore dell'
Empoli, accanto alla quale è una Vergine di
mano d'Iacopo da Pontormo aſſai ſtimata,
ſiccome due Tavole del Poppi, che in una è
la Reſurrezione, e nell'altra la Concezione,
e una belliſſima del Paſſignano, rappreſentante
S. Giovanni che predica alle Turbe.
Dipoi ſe-
guitando per la Via de' Servi evvi il
i Mo-
PALAZZO de' Marcheſi Niccolini, fatto con
buon diſegno, e adorno di molte Statue an-
tiche, oltre uno ſtudio copioſiſſimo di Me-
daglie, buona Libreria, e pitture celebri.
E
verſo la Nunziata ſi trova dall'iſleffa parte il
PALAZZO de' Grifoni molto nobile, e ſigno-
rile, che vien detto eſſerne ſtato l'Architetto
il Buontalenti: era in avanti della Famiglia
Ricci ove nacque a` 23. Aprile 1522. S. Ca-
terina de' Ricci.
Queſto fa angolo ad una
Piazza, che ha preſo il nome dalla vicina
Chieſa della Nunziata, che vedeſi dai lati
chiuſa da due gran Logge, il diſegno delle
quali è del Brunelleſco.
Nel mezzo di eſſa
ſopra una Baſe di marmo ſi erge un Cavallo,
ſopra il quale è la Statua di Ferdinando Pri-
mo Gran-Duca di Toſcana gettato in bronzo
1 da Giovanni Bologna, di Cannoni ec. predati
dalle Galere Toſcane ai Turchi, leggendoviſi
ſotto la faſcia nella pancia del Cavallo
F 2 da
Dei metalli rapiti al fiero Trace
Le due Fontane di bronzo, che adornano la
medeſima Piazza, ſono opera di Pietto Tacca
ſtatevi poſte nel 1643.; ed entrando nel de-
votiſſimo Tempio della Santiſſima
ANNUNZIATA, nel deſcrivere il quale mi
ſia lecito, che per breve ſpazio di tempo
io mi dilunghi fuor dell'uſato.
Era queſta
Chieſa ne' tempi antichi un piccolo Oratorio
poſto fuor di Firenze, in queſto luogo, che
era detto il Cafaggio.
Or tale Oratorio con
alcuna parte di terreno ivi contiguo, ſu con-
ceduto a quei ſette nobili Fiorentini, che ab-
bandonata la Patria, ſi erano ritirati nell'aſpro
Monte Senario, ove menando vita eremitica,
e ſolitaria, fondarono la Religione de' Servi
di Maria, ed il motivo fu, acciò quei buoni
Religioſi, che da per tutto avevano ſparſa la
fama della lor ſantità, più da vicino ſantifi-
caſſero col loro eſempio i loro Concittadini.

Ma perchè troppo anguſto era quel luogo,
riguardo alle molte perſone, che vi erano ve-
nute ad abitare, fu di biſogno fabbricar nuovo
Convento, e nuova Chieſa; al che fare, la
povertà di quei Religioſi baſtante non era.
Per-
1
Perciò ad un opera buona e ſanta, furono
dal Sommo Pontefice tutt'i Fedeli eſortati,
tra' quali ſopra di ogni altro ſi ſegnalò Chia-
riſſimo Falconieri Cittadino di queſta Patria,
Padre di Santa Giuliana, e Fratello del Beato
Aleſſio, imperciocchè a niuna ſpeſa, o fatica
perdonando ſomminiſtrò qualunque ſoccorſo
più opportuno, perchè tal opra foſſe al ſuo
fine condotta.
Terminata la fabbrica, avvenne
quel gran prodigio, per lo quale è celebre
queſta Chieſa per tutto il Mondo.
Avevano
quei buoni Padri nel 1252. dato a dipingere
a freſco ad un Pittore (di cui ancora è in-
certo il nome; altri chiamandolo Bartolom-
meo, altri Giovanni) un'Immagine di No-
ſtra Signora in atto di eſſere dall'Angiolo An-
nunziata
.
Il buon Pittore, che la figura dell'
Angiolo avea compita, e rimanevagli ſolo ad
effigiare della gran Vergine il Volto, ſtava
fra ſe ſteſſo dubbioſo, con qual arte poteſſe
eſprimere quell'Aſpetto Divino.
In queſto
mentre fu ſopraffatto dal ſonno, da cui ſve-
gliatoſi, mirò toſto con ſuo ſtupore colorito
il Sembiante della gran Vergine Madre, di tal
bellezza e tanta divozione ſpirante, che ſolo
doveſſe crederſi coſa di Paradiſo.
Attonito
dunque, e ſorpreſo da maraviglia incredibile,
ad alta voce gridò più volte: Miracolo, Mi-
1racolo; Il che ſentito da' circoſtanti, e dipol
ſparſoſi per la Città, cagionò un tal concorſo
di Popolo, che ben tolto ne fu la Chieſa ri-
piena; e perchè niuno di queſto fatto dubitar
poceſſe, operò Iddio per mezzo di queſta Im-
magine infiniti miracoli, che tuttavia, mercè
della Divina bontà, vanno ſeguitando in gran
numero
.
Ora venendo alla deſcrizione della
Chieſa: Vedeſi al primo ingreſſo un Loggiato
con belle e ben proporzionate Colonne, fatto
fabbricare dalla Famiglia de' Pucci con diſegno
del Caccini Scultore.
Sotto il Loggiato ſono
tre Porte.
Quella a man deſtra conduce nella
Cappella di San Sebaſtiano dell'iſteſſa Fami-
glia Pucci, eretta ancor eſſa con diſegno del
ſopraddetto Caccini, adorna di tre Tavole,
colorite da Maeſtri eccellenti, che una d'Au-
relio Lomi Pſſano, l'altra del Paggi, e ſpe-
cialmente quella di San Sebaſtiano di Antonio
del Pollaiolo, ed altresì di alcune Statue di
marmo del Novelli Scultore, e della Tribuna
dipinta dal Poccetti.
Vi ſono ancora molte
memorie di uomini illuſtri di queſta Famiglia,
e ſpecialmente di Lorenzo, Roberto, e An-
tonio Pucci, tutti tre inſigni Cardinali.
Dalla
porta laterale di queſta Cappella ſi paſſa in un
Cortile, o Chioſtro tutto dipinto da' più rari
artefici di quei tempi, cioè: La pittura accanto
1 alla porta di Chieſa dietro l'Altare della Ma-
donna rappreſentante la Natività del Signore,
è di Aleſſio Baldovinetti.
Quella che ſegue
a ſiniſtra eſprimente quando S. Filippo Benizzi
ebbe la viſione di Maria Vergine per la quale
veſti l'Abito, è di Coſimo Roſſelli.
L'altre
che ne ſeguono ſono di Andrea del Sarto, cioè
quella in cui ſi vede S. Filippo, che nell'an-
dir alla Corte del Papa, che era in Viterbo,
trovando un lebbroſo nudo, ſi trae la propria
camicia, dandola ad eſſo perehè ſi ricopra.

Nell'altra vedeſi quando S. Filippo nel paſſare
tra Bologna, e Modena, trovando alcuni che
giocavano ſotto un'arbore con beſtemmie; con
fervore di ſpirito forte gli ripreſe, per cui gli
fecero dell'ingiurie e ſtrapazzi, e mentre egli
ſeguitando il cammino, venne un impetuoſo
fulmine che ſquarciato l'albero, due ne reſta-
rono morti, e gli altri ſpaventati ſi diedero alla
fuga
.
Ne ſegue l'Iſtoria quando detto Santo
libera dagli ſpiriti una Fanciulla.
Nell'altra è
eſpreſſo un fanciullino rivocato da morte a vita
nel toccare la bara di S. Filippo già morto.

L'ultima ſtoria da queſta parte eſprime un Re-
ligioſo parato con la reliquia di alcuni panni
di S. Filippo con alcune donne in ginoc-
chioni che più vere più belle, non pare
che formar ſi poſſino, con alcuni puttini che
1 appariſcono di carne vera; Il Vecchio che ſi
regge con la mazza diceſi eſſere il ritratto di
Luca della Robbia.
Dall'altra parte tra la
porta laterale della Chieſa, e l'altra della Cap-
pella di S. Baſtiano vi ſi vedono nella prima
la ſtoria dei Re Magi, e nell'altra la Natività
della Madonna.
Tutte ſette queſte lunette ſono
di ſtupendo colorito fatte dal celebre pennello
di Andrea del Sarto.
Le altre tre dalla parte
della porta della Loggia ſono; Lo Spoſalizio
della Madonna del Francabigio; La Viſitazione
di Maria a S. Eliſabetta di Iacopo da Pon-
tormo; e l'Aſſunzione al Cielo del Roſſo
Fiorentino
.
E' in queſto Loggiato il ritratto in
marmo di Andrea, ſcolpito da Raffaello da
Montelupo, con Epigrafe ſotto di eſſo.
En-
trando in Chieſa, vedeſi al primo aſpetto a
ſoffitta tutta d'intagli dorati ſopra fondo bian-
co, diſegnata da Franceſco Silvani, nel mezzo
della quale è un gran quadro, rappreſentante
l'Aſſunzione della Vergine al Cielo di mano
del Volterrano.
Nelle pareti tra 'l fregio della
ſoffitta, e il cornicione, ſono dodici quadri d-
pinti a freſco dall'Ulivelli, dove ſi rappreſen-
tano alcuni Miracoli più ſingolari di Maria.

A man ſiniſtra nell'entrare in Chieſa ſi trova
la Cappella della Santiſſima Nunziata, nel muro
della quale è dipinto il di lei Volto miracoloſo,
1 fatta di marmi intagliati da Pagno di Lapo Par-
tigiani Scultore di Fieſole col diſegno di Mi-
chelozzo
.
Quanto ſia ricca, e adorna queſta
Cappella non ſi può ſpiegare abbaſtanza.
E'
l'Altare d'argento maſſiccio nobilmente lavo-
rato, il gradino parimente d'argento è tutto
diviſato di gioie, e pietre prezioſe.
In un bel-
liſſimo Tabernacolo è una teſta del Salvatore
di Andrea del Sarto.
Sopra due gran pilaſtri
poſa un ricco architrave, o cornicione d'ar-
gento, da cui pende una cortina di lavoro ec-
cellente, ſotto la quale una mantellina pari-
mente d'argento.
Inoltre tanti e tanti ſono gli
ornamenti di queſta Cappella, che è malage-
vole il poterli diſtintamente deſcrivere: perchè
i vaſi, i doppieri, le lampane tutte d'argento
ſono moltiſſime, ſenza numero ſono i Voti
che vi ſi vedono appeſi in contraſſegno delle
grazie, che dalla Vergine ſi diſpenſano gior-
nalmente
.
Contiguo alla detta Cappella è un
piccolo Oratorio di forma quadrata nobilmente
arricchito; ha le pareti incroſtate di pietre pre-
zioſe, e ſpecialmente d'agate, calcedonj orien-
tali, e diaſpri, che rappreſentano alcuni ſim-
boli di noſtra Signora, ove vedeſi un Crocifiſſo
di mano di Antonio da S. Gallo, che era ſopra
l'Altar Maggiore avanti vi foſſe poſto il Ciborio
d
'argento.
Accanto a queſta Cappella vi è
1 quella fatta fabbricare dal Marcheſe e Senatore
Franceſco Feroni, col diſegno di Giovan Ba-
tiſta Foggini tutta incroſtata di marmi, e adorna
di Statue; la Tavola dell'Altare rappreſen-
tante il Tranſito di S. Giuſeppe è dipinta da
Carlo Lotti Veneziano con ſingolar diligenza;
di mano di Giuſeppe Piamontini ſono le due
Statue rappreſentanti il Penſiero, e la Fortuna
marittima, e di mano dell'Andreozzi ſono
l'altre due, che figurano la Fedeltà, e la Na-
vigazione
.
Di Carlo Marcellini è il San Do-
menico, e del Cateni il San Franceſco, e le
Medaglie di bronzo dorato ſono di Maſſimiliano
Soldani Benzi; le due Inſcrizioni, che ſi ve-
dono ſotto i due Depoſiti, ſono dettate da
Anton Maria Salvini.
Seguitano appreſſo, ben-
chè con ordine aſſai diverſo, altre Cappelle
adornate di belle Tavole, tralle quali è rag-
guardevole quella del Giudizio d'Aleſſandro
Allori detto il Bronzino, quella della Cro-
cifiſſione dello Stradano: la quarta di Pietro
Perugino, o come altri vogliono, dell'Alber-
tinelli
.
La quinta ſotto l'Organo con l'Aſſunta,
S. Iacopo, e S. Rocco ai piedi, di Ceſare
Dandini, e voltando alla crociata, vi è la Cap-
pella con lunette, e ſoffitta dipinta a freſco da
Baldaſſarre Franceſchini detto il volterrano,
ed all'Altare vedeſi in una antica e bella Ta-
1 vola dipinto San Zanobi, e altri due Santi
Veſcovi; ſegue la Cappella del Crocifiſſo, e
Madonna de' Dolori dipinta d'architettura da
Giuſeppe Chamant Loreneſe, collo sfondo di
Vincenzio Meucci; ſotto l'Altare conſervaſi
il Corpo di S. Florenzio martire.
Sono ſepolti
in queſta Cappella i tre noſtri Iſtorici Fioren-
tini Giovanni, Matteo, e Filippo Villani.

E' poi aſſai vaga la Cappella de' Tedaldi, eretta
ad onore di San Filippo Benizj, colla Tavola
dipinta dal Volterrano, e con altre pitture a
freſco dell'Ulivelli.
Nel ricetto, che torna
accanto a queſta Cappella, e per cui ſi alla
Sagreſtia ſtata tutta rimodernata, e ampliata con
molta pulizìa, è collocato un Buſto di terra
cotta, rappreſentante l'effigie di detto Santo
in abito della Religione, donato a quei Reli-
gioſi dalla Famiglia de' Guicciardini, ſuben-
trata già nella Caſa de' Benizj, de' quali era il
Santo, ove ſi era conſervato ab antiquo in loro
mano ſino all'anno 1592.
Entrando nella Tri-
buna maggiore, vedeſi al primo Altare a mano
ſiniſtra la Natività di Maria Vergine fatta da
Aleſſandro Allori, il di cui figlio Criſtofano
dipinte il quadro laterale, che è quello di ſotto
in cornu Epiſtolae, gli altri tre poi ſono del
Paſſignano, e la volta è del Poccetti.
Nella
feconda è il San Michele di mano del Pignoni.
ra-
alla
ap-
fatta
quella
vola
Nella
1
Nella terza la Tavola di Pietro Perugino, ove
è la Vergine con alcuni Santi.
Nella quarta la
Reſurrezione di Criſto d'Agnolo Bronzino.

La quinta Cappella che già a proprie ſpeſe
architettata, e fabbricata da Gio. Bologna, oltre
l'eſſer tutta incroſtata di pietre ſerene, e mar-
mi, è arricchita di ſtatue, baſſirilievi di bronzo,
e di tre Tavole; la prima delle quali in cornu
Epiſtolae
è del Ligozzi, ove dipinſe la Reſur-
rezione, la ſeconda del Paſſignano, ove eſpreſſe
la Pietà, e la terza della Naſcita è opera del
Paggi
.
Il Crocifiſſo è ammirabile, fatto col
modello dell'iſteſſo Gio. Bologna, e la Cu-
poletta è dipinta a freſco dal Poccetti.
Paſ-
ſando alla ſeſta Cappella, la Tavola de' Beati
è di Niccolò Nannetti.
Nella ſettima è del
Paſſignano l'illuminazione del Cieco nato.

Nell'ottava Cappella ornata di marmi vi è di
mano di Giovanni Biliverti lo Spoſalizio di
S. Caterina, e le pitture delle pareti e della volta
ſono del Vignali.
In queſta Cappella è ſepolto
il noſtro Iſtorico Battolommeo Scala.
Nell'
ultima e nona Cappella evvi S. Anna con Maria,
e Gesù Bambino, e dai lati di S. Filippo Be-
nizj, e S. Giuliana Falconieri, fattura d'Anto-
nio Donnini.
La gran Tribuna di figura ro-
tonda con bella Cupola, fu fatta col diſegno
di Leon Batiſta Alberti nobil Fiorentino, a
1 ſpeſe di Lodovico Gonzaga ſecondo Marcheſe
di Mantova, adornata di ſtucchi, e dipinta poi
da Baldaſſar Franceſchini detto il Volterrano
in età ſenile.
Ha queſto inſigne Pittore dipinto
la Vergine, quando Aſſunta in Cielo vien co-
ronata dalla Santiſſima Trinità; intorno ha di-
pinto i Patriarchi, i Profeti, e Santi del Te-
ſtamento Vecchio con alcuni altri del Nuovo,
che prima della Vergine erano paſſati alla Glo-
ria
.
Finalmente in queſta grand'opera è lau-
dabile non meno l'invenzione, e il diſegno,
che la vaghezza del colorito.
Corriſponde alla
cupola il Coro de' Frati, di bella ſtruttura in-
croſtato di marmi, di forma ottagona diſegno
di Franceſco Silvani, con piccole ſimili ſta-
tuette di Santi che vagamente l'adornano.
I
Religioſi che ſono circa al numero di cento,
con ſommo decoro, e con eſquiſitezza di can-
to, vi celebrano gl'Ufizi Divini.
L'Altar
maggiore è molto ricco, e magnifico, ha il
Ciborio grande d'argento, di bellezza, e di
pregio conſiderabile; ſiccome un Paliotto e
tutto il finimento parimente d'argento con
figure di baſſorilievo, che adopraſi nelle feſte
ſolenni, nelle quali, tanti ſono i vaſi, i dop-
pieri, le ſtatue, e gli ornamenti prezioſi che vi
ſi vedono, che non hanno pari.
Sul piano del
Presbiterio poſano due depoſiti di marmo, uno
1 del Veſcovo Angelo Marzimedici, colla ſtatua
al naturale di mano di Franceſco da S. Gallo,
e l'altro del Senatore, e poi Sacerdote Do-
nato dell'Antella Benefattore della Chieſa di
Giovanbatiſta Foggini, e l'inſcrizione del Se-
natore Filippo Buonarroti.
Sceſo il Presbiterio
nella teſtata della Croce, vien la Cappella di
S. Giuliana Falconieri, ove ſi conſerva il pre-
zioſo ſuo Corpo, è dedicata alla SS. Conce-
zione, e al preſente rimodernata e arricchita
di finiſſimi marmi.
La Tavola dell'Altare è di
Vincenzio Meucci, di cui altresì è lo sfondo;
le due laterali ſono di Giuſeppe Griſoni, del
quale è ancora la Santa Barbera, che ſi vede
nella Cappella a mano deſtra, ove ſono due
ritratti, che uno di Giovanni Stradano, e l'al-
tro di Lorenzo Palmieri.
In faccia a queſta vi
è la Cappella del Bandinelli Scultore, che vi
ſcolpì un Criſto morto ſoſtenuto da Nicode-
mo, che è il ritratto di Baccio.
Tornando
verſo la Porta vi è ſotto l'Organo (il di cui
tendone è del Puglieſchi) una piccola Cap-
pella fatta col diſegno del Silvani, con fini
lavori di marmi, e un S. Rocco fatto di tiglio,
di mano di un certo Maeſtro Janni Franceſe
condotto con grande artifizio, dove all'Altare
ſi trova una copia di un Criſto riſorto del Pu-
gliani, cavata dall'originale del Frate, eſiſtente
1 nel Palazzo de' Pitti, e lateralmente le figure
di due Proſeti, che furon traſportati nella Gal-
lerìa, pure del medeſimo Autore.
Ne viene
la Cappella dei Medici, e dipoi quella dei
Peruzzi, la di cui Tavola è dell'Ulivelli, rap-
preſentante un Criſto in atto di riſanare una
piaga a S. Pellegrino Lazioſi di queſto Ordine.

Nella ſeguente, non vi è di oſſervabile altro
che le pareti, dipinte dal medeſimo Ulivelli.

La Cappella che ne ſuccede, tutta ornata di
marmi bianchi, e miſti, fu fatta col diſegno
di Matteo Nigetti.
La Tavola rappreſentante
il martirio di S. Lucia, è di Iacopo Vignali,
la Cupola è lavoro del ſopraddetto Volter-
rano, e le ſculture di marmo ſono ſcolpite
da Orazio Mochi.
Nell'altra appreſſo vi è la
Tavola di Pietro Dandini, rappreſentante un
fatto del Beato Giovacchino Piccolomini del
medeſimo Ordine.
Nell'ultima ſi trova una
Tavola di mano di Iacopo da Empoli, che vi
ha dipiato Maria Santiſſima col Bambino, e
a' piedi S. Niccolò, e altri Santi, e le pareti
ſono di Matteo Roſſelli.
Queſta Chieſa verſo
la fine del paſſato ſecolo fu adornata di ſtucchi,
e pilaſtri incroſtari di marmi con diſegno di
Pier Franceſco Silvani, del quale pure l'Altar
maggiore, e la ſoffitta; i Medaglioni furon di-
pinti a freſco da Pier Dandini per legato del
1 detto Senatore dell'Antella. In ſomma ella è
in tutte le ſue parti ragguardevole, vi è
Foreſtiero, che non ſi porti a viſitarla.
Nell'
anno 1785. furono levate tutte le lapide ſe-
polcrali che erano in queſta Chieſa, e poſte
nel Chioſtro, e fu tutto da capo a piede rifatto
il pavimento di marmi, come ſi vede, e nel
Presbiterio avanti l'Altar maggiore vi fu poſta
la memoria.
Il Convento poi è molto comodo
e magnifico per il notabile accreſcimento fat-
tovi, ed ivi pure ſon degne d'eſſer vedute,
la Librerìa ripiena di ottimi, buoni, e rari
Libri, come anche nel Chioſtro interiore la
Cappella della famoſa Accademia del Diſegno,
per la Tavola dell'Altare, che è una Trinità
d'Agnolo Bronzino, e per due Quadri a fre-
ſco, cioè il S. Luca in atto di dipinger Maria
Opera di Giorgio Vaſari, e l'altro rappreſen-
tante Salomone quando edifica il Tempio di
Santi di Tito con dodici Statue attorno tutte
di Scultori Accademici aſſai valenti.
Entrando
ora dall'altra lateral porta nel Chioſtro aſſai
grande e vago, ſi vede in faccia ſopra la porta,
che in Chieſa, la famoſa Madonna del
Sacco, dipinta da Andrea del Sarto con tutta
la perfezione dell'arte; è fama fra gl'inten-
denti, che queſta ſia la miglior opera, e più
perfetta, che quel famoſo Artefice conduceſſe;
1 e in vero chiunque attentamente la mira, reſta
fuor di modo attonito per lo ſtupore; ond'è,
che Michel Angiolo Buonarroti, ed il celebre
Tiziano non ſi ſaziavano mai di rimirarla, e di
commendarla in eſtremo.
L'altre Lunette del
medeſimo Chioſtro ſono ancor eſſe dipinte da
eccellentiſſimi Artefici, e ſpecialmente da Ber-
nardino Poccetti, di cui primieramente ſono
tutte quelle delle due Navate, che fanno an-
golo alla già detta Pittura di Andrea del Sarto.

Sono in queſte effigiati i fatti più ſingolari
dei Sette Beati Fondatori.
Nella terza fac-
ciata dopo il Cancello della Cappella dei Sette
Beati, le due Lunette rappreſentanti quando il
Beato Manetto predicò davanti a S. Lodovico
di Francia, e l'altra quando Innocenzio IV.
per Protettore all'Ordine de' Servi il Car-
dinale Fieſco ſuo Nipote, ſono di mano del
Roſſelli
.
La quinta Lunetta, ove è Maria ſo-
pra un Carro tirata da un Leone, e un Agnello
è di Ventura Salimbeni Pittore Seneſe.
Nella
quarta facciata, alla prima Lunetta è dipinto
Papa Aleſſandro IV. che concede alla Religione
di fabbricare Monaſteri per tutto il Mondo,
di mano del ſuddetto Roſſelli, come pure del
medeſimo è la ſeguente, quando il B. Buonfi-
gliuolo rinunzia al B. Buonagiunta il governo
della Religione.
Nella terza di mano del Poc-
1 cetti è eſpreſſa la morte del B Buonagiunta.
Le altre tre ultime Lunette ſono dipinte dal
ſopradetto Ventura Salimbeni; e ne' peducci
delle volte di queſta Loggia i ritratti degli
Uomini più inſigni dell'Ordine de' Servi ſi
rimirano
.
In queſto Chioſtro è una gran Cap-
pella in volta, eretta già dalla Famiglia Ma-
cinghi, della quale reſtano le Armi negli an-
goli, che paſſata dipoi in quei Religioſi, ſer-
viva loro di Capitolo; ma adornata da eſſi mo-
dernamente, ed abbellita di pitture a freſco
per ogni parte, è ſtata deſtinata al culto delle
Sante Immagini de' Sette Beati Fondatori del
loro Ordine, dipinte in Tavole di affai antica,
e ſemplice maniera; perchè ſono oggi le dette
Immagini affai ſcolorite dal tempo, al fine di
meglio conſervarle, ſono ſtate unite tutte in-
ſieme in un Quadro, che poſa ſull'Altare, ma
ſpartite una dall'altra da un nuovo ornamento
dorato, e coperte di criſtalli; accanto a queſta
Cappella è il Refettorio de' Padri, adorno in
teſtata di una pittura a freſco della Cena del
Fariſeo di mano di Santi di Tito.
Nel Novi-
ziato è oſſervabile a capo ſcala una Pietà di
mano di Andrea del Sarto delle più belle del
ſuo pennello, come pure nell'Orto di quefto
Convento, è dell'iſteſſa ſua mano la pittura
pertinente alla parabola della Vigna, veden-
1 doſi il Padre di Famiglia che tardi chiama al-
cuni Mercenarj con una figura che ſiede, e
altro che ſi appoggia al baſtone ec.
Partendoſi
da queſto Santuario, ſi trova lo
ſpeſe
del
nel
detto
e in
G cetti
doſi
SPEDALE degl'Innocenti, aſſai celebre per
l'inſigne carità, che vi ſi eſercita di allevare
moltiſſimi Fanciulli eſpoſti, che ſenza un tale
aiuto facilmente perirebbero.
Fu fondato queſto
Spedale in Via della Scala ove è ora il Con-
vento delle Monache di S. Martino, e quì
trasferito l'Anno 1420. e ne diede il diſegno
il poc'anzi nominato Brunelleſco.
Le ſue
abitazioni ſono aſſai comode, e ben diſpoſte.
Nelle due Chieſe, molte belle Pitture ſi tro-
vano
.
Nella maggior Chieſa ſtata tre anni ſono
rimodernata, e abbellita, ſi vede l'Altar mag-
giore tutto di pietre dure, con una ſtupenda
Tavola di Domenico del Ghirlandajo rappre-
ſentante l'adorazione de' Magi, da una parte
della quale oſſervaſi in piccolo 12 ſtrage degl'
Innocenti; e nei due quadri delle pareti vi ha di-
pinto il vivente Sig. Santi Pacini, da una, Ra-
chele piangente, e dall'altra S. Giuſeppe con-
fortato dall'Angiolo, e nella Cupoletta vi ha
il medeſimo eſpreſſi diverſi Puttini con palme,
e altro rappreſentanti il trionfo degl'Innocenti.

Nell'Altare a man deſtra vi è una Nunziata di-
pinta da Filippo Latini, e di contro vi ſono
1 effigiati S. Martino, e S. Gallo ſtati titolari di
altri due Spedali, di mano di Matteo Roſſelli.

La volta e dipinta per l'architettura dal Sig. Gio-
vacchino Maſſelli, e lo sfondo rappreſentante
il ritrovamento di Mose nel Nilo, è del ſud-
detto Sig. Pacini.
Sopra la porta di fianco
dalia parte del Chioſtro rimiraſi una Nunziata
aſſai bella di terra verniciata bianca di Luca
della Robbia; come altresì nel Loggiato di
mano di Bernardino Poccetti ſi vedono alcune
Pitture a freſco del più eccellente guſto.
E' go-
vernato queſto Spedale da Perſona nobile, con
titolo di Commiſſario, ed altri Miniſtri, con
la ſoprintendenza di altri Spedali dello Stato
ad eſſo ſubordinati.
Di quì tornando indietro
paſſata la Via della Crocetta trovaſi la già ſop-
preſſa Compagnia della SS. Annunziata deſti-
nata ora per Parrocchia in luogo della diruta
Chieſa di
G 2 effi-
S. PIER MAGGIORE la quale oltre una Log-
getta riquadrata, ricca di pitture a freſco di
Bernardino Poccetti ed altri Pittori; ha un
Quadro all'Altare d'Aleſſandro Allori, e va-
rie lunette degl'iſteſſi Autori in giro alla Chie-
ſa
.
Di quì uſcendo ſul Canto di Via del Man-
dorlo ſi oſſervi la Caſa già del celebre Pittore
Federigo Zuccheri fatta con ſuo diſegno fab-
bricare per propria abitazione, con una fac-
1 ciata di bozze veramente bizzarra, e pittore-
ſca
.
E dipoi vi è il
ciata
PALAZZO del Marcheſe Capponi, che è ſtato
alzato in queſto ſecolo col diſegno del Cavalier
Carlo Fontana.
E' queſto Palazzo uno de' mag-
giori, e più belli della Città, con facciata
molto nobile, e di lunga diſteſa.
Entrati den-
tro ſi vede la magnifica Scala aperta, ornata di
ſtatue, e ſtucchi, e colla gran volta dipinta da
Matteo Bonechi: Vi ſono nobiliſſimi apparta-
menti con pitture, e addobbi di ottimo guſto.

Nella Sala ſono dipinte dal medeſimo tre Sto-
rie di fatti illuſtri operati da alcuni de' Cap-
poni, che ſono molto celebri, e ſi può ſcen-
dere da altra ſcala molto comoda e bella, che
di giù conduce fino alla ſommità del Palazzo,
a cui è unito un vaſto, e delizioſo Giardino
con un bel Salvatico e Uccelliera.
Quaſi in
faccia vi è il
PALAZZO già del Marcheſe Guadagni aſſai
vago, e di bella architettura, nell'ingreſſo del
quale ſi ammira lo sfondo del Volterrano,
rappreſentante S. Martino a cavallo, che
la metà del ſuo mantello al povero, opera a
freſco in ogni genere inſuperabile.
Di quì
entrando in Via del Mandorlo ſtà ſituato il
Convento delle Monache della Pietà dell'Or-
dine di S. Domenico; e ritornando per la
1 prima ſtrada, e volgendo in via della Crocetta
ne ſegue il Convento delle Monache della
S. Croce, dette della
pri-
CROCETTA dell'Ordine di S. Domenico. La
Chieſa di queſte nobili Religioſe ſu accreſciuta
e ornata nel 1757. col diſegno di Luigi Or-
landi, la Tribuna è dipinta da Vincenzio
Meucei
.
Al deſtro Altare ſtà in grandiſſima
venerazione l'antica Immagine di Maria San-
tiſſima, avanti alla quale faceva i ſuoi ricorſi
la Venerabile Suor Domenica del Paradiſo Fon-
datrice, e Inſtitutrice di queſto Monaſtero, gli
Angeli dipinti nella Tavola attorno al Taber-
nacolo ſon di Giovanni Balducci.
In faccia a
queſto Altare vi è quello della Crocifiſſione di
Criſto di mano di Franceſco Poppi.
All'Altar
maggiore dal medeſimo Gio. Balducci fu
dipinta l'Invenzione della S. Croce.
In queſto
Convento vi è il ſacro Depoſito della Venerabil
Fondatrice mirabilmente incorrotto, come anco
diverſi Corpi Santi, e molte inſigni Reliquie.

Fin dal principio del paſſato Secolo paſsò ad
abitare nel di contro Palazzo di S. A. R. la
Principeſſa Maria Maddalena Figlia di Ferdi-
nando I. col deſiderio di godere la converſa-
zione di quelle pie Religioſe; perciò con un
cavalcavia lo fece unire al Convento, quale ſu
anche accreſeiuto di abitazioni per la medeſi-
1 ma Principeſſa, che volle ancora conviver con
eſſe, ed alla ſua morte eſſervi ſeppellita, che
ſeguì li 28. Dicembre 1633. in età di anni 33. e
mezzo, vedendoſi in eſſa Chieſa il di lei Depoſito.

In detto Caſino (che con un lungo corridore
a un coretto che rieſce alla Chieſa della San-
tiſſima Nunziata) vi hanno a tal'effetto in più
tempi abitato altre Principeſſe della Sereniſſi-
ma Caſa.
Queſto Palazzo è ſtato in queſti anni
aſſai accreſciuto e abbellito dal regnante noſtro
Real Sovrano, ſervendoſene per abitazione più
meſi dell'anno.
Unito a queſto vi è un nobile,
e vago Giardino in fondo al quale ove era la
celebre pittura di Giovanni da S. Giovanni ſul
muro, che fu traſportata intiera nell'Accade-
mia delle Belle Arti, vi è ſtata fatta una gran
porta per cui ſi entra in una belliſſima Sala
lavorata a ſtucchi di ottimo guſto.
E proſeguen-
do per queſta ſtrada ſi trova la Chieſa delle
Religioſe Domenicane dette degl'
ma
ANGIOLINI, nella quale entrando trovaſi in
Mezzo alla pila dell'acqua ſanta un S. Gio.
Batiſta di bronzo che vien detto ſia il modello
che fece Gio. Bologna, avanti di far quello in
S. Marco alla Cappella di S. Antonino, ſi
vedono ſotto il Coro cinque Lunette dipinte
dal Cav. Curradi.
Vi ſono ancora due Altari,
ove in quello a man deſtra ſtà collocata la Ta-
1 vola di S. Domenico opera di Matteo Roſſelli.
In faccia a queſta vi è l'Altare della Madonna
con gli Arcangeli S. Michele, e S. Gabriele
del medeſimo Curradi.
All'Altar Maggiore
vedeſi la Preſentazione di Maria al Tempio
eccellente lavoro del Puligo, o come altri vogliono
di Andrea del Sarto.
Di quì partendoſi,
e voltando a ſiniſtra per la Via di Pinti, verſo
la Porta vi è il
vola
PALAZZO e Giardino de' Conti della Gherarde-
ſca, che fu già di Bartolommeo Scala Storico Fio-
rentino, ma creſciuto, ed abbellito aſſai da queſti
Signori, è arricchito di nobili ſuppellettili, e
pitture
.
Di contro a queſto è il Caſino, e
GIARDINO del Duca Salviati molto delizioſo
e poco lontano tornando indietro ſi trova il
PALAZZO de' Marcheſi Ximenes d'Aragona
ancor eſſo di buona capacità, e con delizioſo
Giardino, ora in gran parte abbellito, e ri-
modernato
.
Accanto a queſto è un piccolo
Convento di Nobili Religioſe Silveſtrine, nella
di cui piccola Chieſa vi è all'Altar Maggiore
un quadro rappreſentante S. Silveſtro Papa che
adora Maria Santiſſima in gloria, dipinto per
mano del venerabile Sacerdote Franceſco Bo-
ſchi in tempo che vi fu Confeſſore, eſſendo
anco Pittore eccellente.
Non molto lungi per
queſta Via trovaſi il Monaſtero, e Chieſa di
S. MA-
1
S. MARIA MADDALENA DE' PAZZI. Nell'in-
greſſo di queſta Chieſa ſi vede a man deſtra la
Cappella de' Neri, fatta fare dal Dottor Neri
Medico del Gran Duca Ferdinando I., dipinta
da Bernardino Poccetti, il quale ſe in ogni
opera ſua ſi moſtrò ſingolare, in queſta ſpe-
cialmente ſuperò ſe medeſimo.
Ammirano gl'
intendenti, ſopra d'ogni altra coſa la bella
Cupoletta, ove è dipinto il Paradiſo, perchè
in eſſa ſono innumerabili le figure de' Santi,
ma così bene, e con tal arte diſpoſte, che la
moltitudine non genera confuſione, ma reca
diletto, e vaghezza.
All'Altare di detta Cap-
pella è una Tavola del Paſſignano ove effigiò
il martirio dei Santi Nereo ed Achilleo ai quali
è dedicata; e finalmente non vi manca orna-
mento, che la poſſa render più vaga.
Paſſando
per un Cortile (che quando vi abitavano i Mo-
naci di Ceſtello era Chioſtro, diſegno di An-
tonio da S. Gallo, con colonne d'ordine Jo-
nico aſſai lodate dal Vaſari per il vago capitello
di eſſe) ſi entra in Chieſa, la ſoffitta della
quale è tutta dipinta da Iacopo Chiaviſtelli.
Ha
una ſola Navata, ma però repartita in varie
Cappelle, in ciaſcuna delle quali ſi vedono
Tavole di Pittori aſſai ragguardevoli, delle quali
la prima a mano deſtra è opera di Carlo Por-
telli da Loro, rappreſentante S. Romolo, che
1 vien condotto al martirio. Nella ſeconda ſtata
modernamente reſtaurata, vi è rappreſentato
l'Arcangiol Raffaelle, con altri due quadri
laterali, che in uno S Antonio da Padova, e
nell'altro S. Luigi Gonzaga, il tutto di mano
di Giuſeppe Piattoli.
Nella terza è di mano di
Lorenzo di Credi eſpreſſa Maria Santiſſima,
S. Giuliano, e S. Niccolò.
Nella quarta di
lacopo da Pontormo, è la Vergine col Bam-
bino Gesù, S. Bernardo e altri Santi.
Alla
quinta evvi la Nunziata fatta da Sandro Botti-
celli
.
Sopra la porta della Sagreſtìa in una
gran tela è rappreſentato San Luigi Gonzaga
in gloria di Atanaſio Bimbacci.
All'ultimo
Altare è un Crocifiſſo ſcolpito in legno da
Bernardo Buontalenti.
Quindi ne ſegue la Cap-
pella maggiore, ricchiſſima in vero, e degna
in ogni ſua parte di tutta l'ammirazione, nella
quale ſtà ripoſto il Sacro Corpo di S. Maria
Maddalena de' Pazzi Nobile Fiorentina.
Ella
è tutta incroſtata di marmi miſti, de' più no-
bili, e de'più vaghi, che in tali Edifizj s'ado-
prino
.
Sono fra gli altri ornamenti molto am-
mirabili dodici Colonne di diaſpro di Sicilia,
i capitelli, e imbaſamenti delle quali ſon di
bronzo dorato.
In alcuni ovati ſi vedono baſſi-
rilievi parimente di bronzo, eſprimenti i fatti
più ſegnalati della Santa, e queſti ovati ſon
1 retti da alcuni Angioletti di marmo del Mar-
cellini
.
Nelle quattro nicchie ſono quattro
ſtatue di marmo, che figurano le quattro Virtù
più ſingolari, che riſplenderono in queſta Ver-
gine, che due ſono del Montauti, e le altre
due furono nel 1781. ſcolpite dal vivente Sig.
Innocenzio Spinazzi.
La Tavola dell'Altar
maggiore è di Ciro Ferri, rappreſentante la
Gloria dei Santi con Gesù e Maria, con la
Santa genufleſſa ai piedi della SS. Vergine, di
cui pure è il diſegno, e l'architettura della
Cappella
.
L'altre due Tavole laterali ſono di
mano di Luca Giordano, e la Cupola è opera
di Piero Dandini.
In ſomma non vi è coſa,
che non ſia di gran pregio, avendo fatto a gara,
per abbellire quello Sacrario, l'eſquiſitezza
dell'opere, e la ricchezza e nobiltà de mate-
riali
.
Tornando ora inverſo la porta, nella
prima Cappella vi è una Tavola del Cavalier
Curradi, ove ha dipinto S. Maria Maddalena
de' Pazzi, che riceve il velo da Maria Santiſſi-
ma, e dall'uno. e dall'altro lato, due Virtù
rappreſentanti la Carità, e la Verginità della
Santa
.
Il tendone dell'Organo eſprimente la
Santa, comunicata per mano di noſtro Signore,
è opero di Gio. Batiſta Cipriani.
Nella ſeconda
vi è la Viſitazione di S. Eliſabetta di Domenico
Ghirlandajo
.
Nella terza una ſtatua di legno
1 colorito, rappreſentante S. Sebaſtiano, e dai
lati il S. Rocco, e S. Ignazio ſono di Raffael-
lino del Garbo.
Nella quarta vi è di Santi di
Tito l'Orazione nell'Orto.
Nella quinta dal
Beato Giovanni Angelico con mirabile dili-
genza è dipinta l'incoronazione di Maria.
Nell'
ultima, di Coſimo Roſſelli è la Madonna,
S. Maria Maddalena Penitente, e S. Bernardo.

Il Monaſtero abitato da nobili Vergini è amplo
e magnifico, con un vaſto e vago giardino.

Riprendendo il cammino, troviamo il Mona-
ſtero e Chieſa di
vien
retti
colo-
S. MARIA DI CANDELI, tutta rifatta di nuovo
con ſtucchi dorati nel 1703., col diſegno di
Giovan Battiſta Foggini, ove merita di oſſer-
varſi la Tavola dell'Altar maggiore rappreſen-
tante l'Aſſunzione di Maria Santiſſima opera
del celebre Anton Domenico Gabbiani, oltre
le altre tutte di valenti Pittori, la prima delle
quali a mano deſtra rappreſentante Maria con
S. Niccola è di Agoſtino Veracini.
La ſeconda
del Crocifiſſo d'Aleſſandro Gherardini.
A ſini-
ſtra la prima ov'è il Tranſito di S. Giuſeppe
è di Tommaſo Redi; la ſeconda di S. Agoſtino,
e S. Monaca è di Franceſeo Soderini.
Quindi
eſcendo a ſiniſtra per la ſtrada detta di Pinti, è
oſſervabile l'ampla
ABITAZIONE già dei Caccini, oggi del Ver-
1 naccia, a cui è unito un delizioſo Giardino,
e andando avanti s'incontra l'
nac-
ABITAZIONE del Balì Roffi di vago diſegno
di Gio. Battiſta Foggini, rimpetto alla quale
col diſegno del Sadler era l'abitazione de' Paoli,
ora dei Mormorai, e ritornando per la Via di
Cafaggiolo al Canto alla Catena, trovaſi una
Chieſa dedicata alla SS. Annunziata detta
ORBATELLO in cui all'Altare maggiore vi è
una Tavola rappreſentante detto Santo Miſtero
di mano di Pietro Cavallini Romano.
Queſto
luogo fu fondato dal nobile Meſſer Niccolò
degl'Alberti, nel quale oltre la Chieſa fece fare
dentro a queſto recinto varie caſette tutte unite
con 200 ſtanze, che ſervono per ricovero di
donne ſenili o prive del marito, o abbando-
nate dai parenti, come pure quivi ſono altre
abitazioni per le fanciulle pericolate per ſal-
vare non meno il loro onore che la vita alle
creature di cui ſon rimaſte incinte.
Sortendo
da queſto luogo e voltando a man deſtra ſi
trova il
MONASTERO, e Chieſa de' Camaldolenſi,
detta comunemente degli Angeli, ſtata di nuovo
rifatta con tal diſegno, che la Chieſa comune
ed eſterna è diviſa dall'interna per uſo de' Re-
ligioſi, mediante una Cancellata di ſerri lavo-
rati a diſegno con ottimo guſto.
La volta dun-
1 que di queſta Chieſa interna è tutta dipinta a
freſco di mano di Aleſſandro Gherardini, ed
ha cinque Tavole degne di ſtima, la prima
delle quali a man deſtra eſprimente la Reſur-
rezione di Lazzero è di Bernardino Poccetti,
di cui è la Cupoletta, e alcune figure a freſco;
la ſeconda che reſta dentro nella Chieſa è del
Cavalier Paggi, ove ha figurato la Santa Fa-
miglia, che ritorna d'Egitto; la terza è opera
del Gamberucci, rappreſentante la decollazione
di S. Gio. Batiſta.
All'Altar maggiore vi è
d'Aleſſandro Allori l'Incoronazione di Maria;
e in ultimo vedeſi il tranſito di S. Romualdo
di mano di Giuſeppe Grifoni.
Il Monaſtero è
aſſai vago, e maeſtoſo con tre Chioſtri, e Giar-
dino fatto col diſegno di Gherardo Silvani,
ſtato dipoi reſtaurato; e nella Librerìa, ove
ſi conſervano rari MSS., è uno sfondo di An-
tonio Puglieſchi, e le due Iſtorie di Pietro
Dandini
.
Nell'Orto ſi vede il principio del
famoſo Tempio della Famiglia degli Scolari,
tanto lodato da Giorgio Vaſari, architettura
del Brunelleſco.
Rimpetto a queſto Monaſtero
corriſponde il
que
PALAZZO de' Marcheſi Giugni, già de' Fi-
renzuoli fatto col diſegno dell'Ammannato,
edifizio in ogni parte ragguardevole.
E ritor-
nando per via della Pergola ſi trova il gran
TEA-
1
TEATRO per le Opere in Muſica fatto fare
nel 1657. a ſpeſe del Principe Cardinale Gio.
Carlo de' Medici col diſegno dell'Architetto
Pietro Tacca, nel luogo ove era un Tiratojo
per le Lane.
Fu queſto abbellito aſſai per le
Nozze del Gran Principe Ferdinando con la
Principeſſa Violante di Baviera; e dipoi ſu
nel 1756. rinnovato col diſegno del Sig. Giulio
Mannajoni; ed ora nel corrente anno 1789.
rimodernato, e rifatto quaſi tutto di nuovo con
l'accreſcimento di un'ordine di palchi coll'
aſſiſtenza del medeſimo Architetto Sig. Man-
najoni, e vagamente dipinto per l'architettura
e figure dal Sig. Luigi Ademollo Milaneſe;
quaſi in faccia a queſta Via vi è il Palazzo Mar-
tellini grandemente lodato dal Bocchi, rimpetto
al quale vi ſono quelli del Turco Roſſelli, e
Gori
.
Dalla deſtra parte ſi ritrova il Regio, e
grandioſo Arciſpedale di
S. MARIA NUOVA, edificato da Folco Por-
tinari nell'anno 1287.
La facciata e Loggia
di queſto nobile edifizio, a cui ſu dato prin-
cipio nell'anno 1611. col diſegno e direzio-
ne del celebre Buontalenti, e compita da Giu-
lio Parigi, è oltremodo mirabile, i Buſti dei
quattro Granduchi che ſi vedono in queſta
nobil facciata ſono; quello di Coſimo II. del
Caccini; Ferdinando II. di Bartolommeo Cen-
1 nini; Coſimo III. di Carlo Marcellini, e
Gio. Gaſtone I di Antonio Montauti.
Reſta
nel mezzo del Loggiato la Chieſa, nelle pa-
reti della quale ſi vedono dipinte due ſtorie da
Santi di Bicci, che rappreſentano la funzione
della Sagra, che già ne fece Martino V. Sommo
Pontefice, negli 8 Settembre 1420.
Le altre
Lunette ſono del Pomarancio, l'incoronazione
di Maria ſopra la Porta è dipinta da Dello, e
la Pittura della SS. Annunziata in fondo al Log-
giato, è di Taddeo Zuccheri.
Quattro belle
Tavole adornano gli Altari.
A deſtra, la pri-
ma che rappreſenta Maria che porge il Bam-
bino a S. Antonio, con S. Franceſco, e S. Nic-
colò, è di mano di Felice Ficherelli, detto
Felice Ripoſo, la ſeconda è del Paggi, eſpri-
mente quando Criſto dice all'Infermo della
Piſcina
,
ſurge, tolle grabatum tuum. A man
ſiniſtra la prima Tavola rappreſenta San Lodo-
vico Re di Francia, che guariſce dalle gavine,
è fattura del Volterrano; e la ſeconda, ov'è
dipinta la Depoſizione di Croce, è opera del
Bronzino
.
Vi ſi vedono alle pareti di queſta
Chieſa altre ſei Tavole, rappreſentanti, una
S. Barbera nell'atto del Martirio di mano di
Lodovico Buti; altra rappreſentante S. Maria
Maddalena Penitente, e più figure di bambini
in ginocchioni ſuppoſti ritratti della Famiglia
1 Portinari, di mano di Andrea del Caſtagno;
altra rappreſentante la Vergine col Bambino,
e più Sante Vergini, opera di Aleſſandro Al-
lori; ſotto la menſa dell'Altar Maggiore ſi vede
un S. Egidio dipinto da Diacinto Gimignani;
altra eſprimente la Natività di noſtro Signor
Gesù Criſto, di mano di Domenico Veneziano;
altra rappreſentante la fuga in Egitto, S. An-
tonio Abate, e più giovanetti che ſi ſuppongono
della Famiglia Portinari opera di detto Dome-
nico Veneziano, e finalmente altro quadro rap-
preſentante l'Aſſunzione di Maria Vergine,
di mano dell'Empoli.
All'Altar maggiore fab-
bricato di marmi Carrareſi, intarſiati di bel-
liſſime pietre, vi è un Ciborio parimente di
pietre pregiabili, e di bellezza non ordina-
ria
.
Da un lato della Chieſa è lo Spedale
degli Uomini, e dall'altro quello delle Don-
ne, fabbricati colla medeſima architettura
avente in tutti ſopra a 1034. Letti.
Molte al-
tre ſono le ſtanze, e le diverſe abitazioni con
bell'ordine diſpoſte, acciò facile rieſca agli
Aſtanti il provvedere gl'inſermi di quanto loro
abbiſogna
.
In queſto luogo convivono ancora
moltiſſimi Giovani, che da varie parti anco
ſuori della Toſcana concorrono, per appren-
dere co' veri precetti la pratica della Medicina
e della Chirurgìa, ſotto la diſciplina degli ot-
1 timi primarj Profeſſori, che vi ſi ſtipendiano;
e preſtando nel medeſimo tempo il loro ſer-
vizio, ſempre lo rendono più celebre, non ſolo
in Firenze, ma per tutta l'Italia, eſcendone
ed eſſendone in tutti i tempi eſciti Maeſtri ec-
cellenti
.
Moltiſſimi ancora ſono i Serventi, che
aſſiſtono notte, e giorno; molti i Medici, che
giornalmente intervengono alla cura di queſti
infermi; molti gli ſpirituali e temporali aiuti,
che ſi ricevono in queſto, premendo alla pietà
ſingolare di S A. R. la ſalute del corpo, ed
il profitto degli Studenti, ma di lunga mano
aſſai più quella dell'Anima.
E' ſorprendente
ed ammirabile altresì la pulizìa, il metodo, ed
il buon ordine di queſto Regio Spedale, per
gli ottimi Regolamenti ſtati introdotti da pochi
anni in quà, e pubblicati con le ſtampe, mercè
la diligenza, e continua attenzione del preſente
Sig. Commiſſario Senatore Priore Marco Co-
voni, il quale aſſiduamente e ocularmente da
per ſe viſita e ordina l'occorrente, acciò nulla
abbiſogni ai poveri Infermi, avendovi nella
Cucina fatto coſtruire un'ammirabile Cammino
di un'idea e modello particolare inventato dal
Sig. Pietro Giuntini Soprintendente alla Spe-
zierìa del detto R. Arciſpedale; e per verità que-
ſto è uno dei più vaſti, belli, e puliti Spedali che
poſſa vantar l'Italia.
Non deveſi però tralaſciare,
1 come per render queſto Spedale in tutte le ſue
parti ragguardevole, vi è una Librerìa ripiena
di Libri ſpettanti alla Medicina, Chirurgìa,
Iſtoria Naturale ec., ſiccome un bel Teatro
anatomico, e un ben diſpoſto Orto Bottanico.

Nell'ingreſſo che conduce al cortile, e alle
ſuperiori abitazioni, vi è da oſſervare, oltre una
lapida ſepolcrale antichiſſima, fermata nella
parete a mano deſtra, ove è la figura di Ma-
donna Teſſa che comunemente diceſi promo-
tora di queſto Spedale, un Tabernacolo dipinto
a freſco, rappreſentante la Carità, opera inſi-
gne di Giovanni da S. Giovanni; ed in oltre a
man ſiniſtra ſotto la piccola loggetta nell'Or-
ticello vi è rappreſentato da Baccio della
Porta il Giudizio finale, quale laſciato dal
pittore imperfetto, nel veſtir l'abito Dome-
nicano, ſu terminato da Mariotto Albertinelli.

In ſondo nel detto Cortile, vedeſi la Samaritana
al Pozzo, opera a freſco di Aleſſandro Bron-
zino
.
In faccia allo Spedale vi è il Convento
delle Monache ſerventi al medeſimo, e nel
vecchio ingreſſo dove era in antico il primo
Spedale, vi ſono ſtati poſti dei Letti, per tutta
la corsìa, che in altre ſtanze, rinnovando quivi
lo Spedale di S. Matteo, per eſſere paſſata
in queſto l'Accademia delle Belle Arti, come
1 ſi è detto ſopra a carte 71. Eſcendo da queſto
luogo in vicinanza ſi trova il
nini;
Por-
H timi
come
H 2 ſi è
TEATRO degl'Intrepidi detto della Pallaccor-
da per eſſervi ſtata in avanti una grande ſtanza
deſtinata a tal giuoco, ſtato dai fondamenti fab-
bricato nel 1779. con ſomma pulizìa, e ma-
gnificenza; accanto al quale è il
PALAZZO della Famiglia Compagni, ſtato
rimodernato pochi anni ſono; e in faccia quello
di altra Famiglia dei Marcheſi Pucci, ancor
queſto accreſciuto ed abbellito.
Riprendendo
la ſtrada in faccia allo Spedale ſi oſſervi in Via
dell'Orivolo l'
ABITAZIONE de' Bargigli fabbricata col diſe-
gno di Bernardino Ciurini; e ſeguitando per
Via dell'Orivolo voltando ſotto la Volta di
S. Piero ſi ritrova la diruta Chieſa antichiſſima
di S. Pier Maggiore, 1 e tirando per Borgo
degl'Albizzi vi ſi rimirano i Palazzi di queſte
Famiglie; quello degl'Aleſſandri aſſai accre-
ſciuto ſull'antico diſegno; dipoi il
PA-
1
PALAZZO Valori, paſſato già ne' Guicciardini,
ed oggi negli Altoviti; nella facciata del quale
ſopra varj pilaſtri ſi vedono ſcolpiti in marmo
i Ritratti di quindici Uomini illuſtri di queſta
noſtra Città, a foggia de' termini degli Antichi.

Gli uomini illuſtri ſono gli appreſſo: cioè, nel
primo da baſſo l'Accurſio, il Torrigiano, Mar-
ſilio Ficino, Donato Acciaiuoli, e Pier Vet-
tori: nell'ordine di mezzo, Amerigo Veſpucci,
Leon Batiſta Alberti, Franceſco Guicciardini,
Marcello Adriani, e Don Vincenzio Borghini.

Nel ſuperiore, Dante, Petrarca, Boccaccio,
Monſig. Gio. della Caſa, e Luigi Alamanni 1.
In queſto Palazzo vi è uno ſtupendo Quadro
rappreſentante il Ritratto di Raffaello da Urbino
fatto di ſua mano.
Quivi ſotto una fineſtra ter-
rena è un'Inſcrizione, e in mezzo della Via
una laſtra di marmo, poſta in memoria dell'in-
ſigne Miracolo di S. Zanobi operato in queſto
luogo, nell'aver riſuſcitato un Fanciullo.
Ap-
preſſo ſono le
ABITAZIONI de' Montalvi, e de' Pazzi, am-
bedue diſegno dell'Ammannato, e dipoi vi
ſono i
PA-
1
PALAZZI, l'un dirimpetto all'altro, ambe-
due belli della Famiglia degli Strozzi.
Quello
di più antica maniera ſi crede già alzato col
diſegno del Brunelleſco, ora acquiſtato, e re-
ſtaurato dalla Famiglia Quarateſi, e fu per
l'avanti della Famiglia dei Pazzi colla loro
Arme in fronte, e perciò ſi appella da remo-
tiſſimo tempo il Canto de' Pazzi.
Il più bello
però è quello, che per anco non è terminato.

Fu fabbricato col diſegno dello Scamozzi, nelle
Opere del quale pubblicate colla ſtampa, ve-
deſi delineato.
Le fineſtre a terreno ſono del
Buontalenti, e del Caccini è il Portone prin-
cipale
.
La facciata di verſo il Borgo degli Al-
bizzi è opera del Buontalenti, ed è degna di
lode
.
Il Cortile del medeſimo Palazzo è fatto
con diſegno di Lodovico Cigoli; poco diſtante
ſi trova il
PALAZZO già dei Duchi Salviati, oggi del
Cav. Ricciardi molto vaſto, e comodo, ſtato
dal preſente Poſſeſſore aſſai rimodernato, e di
ricchiſſimi mobili ripieno.
In queſto Palazzo
nacque Maria d'Iacopo Salviati, che fu madre
del Gran Duca Coſimo I.
Quindi appreſſo può
vederſi la Chieſa della
MADONNA DE' RICCI ſtata tutta rimodernata
nel 1772. a ſtucchi, ove preſentemente abitano
i Cherici Regolari Miniſtri degl'Infermi co-
1 munemente detti Padri del Buon morire, perchè
aſſiſtono i moribondi potendoſi chiamare i Cu-
rati comuni della Città, eſſendo paſſati gli Sco-
lopj che quivi abitavano per Real diſpoſizione
nel Collegio che era de' Geſuiti.
A queſta
Chieſa precede una Loggia con colonne di
pietra ſerena diſegno di Gherardo Silvani, ed
in eſſa non mancano alcune Pitture degne di
oſſervazione
.
E principiando dalla prima a mano
deſtra della Santa Famiglia opera di Matteo
Bonechi, ne ſegue la Cappella dedicata al Santo
Fondatore dipinto da Antonio Bettini.
All'Al-
tare maggiore evvi la miracoloſa Immagine di
Maria SS. Annunziata, con vago adornamento
tutto meſſo a oro.
Ritornando verſo la Porta
evvi la Tavola del Paralitico davanti a Criſto,
dipintovi dal Cav. Curradi.
Lo sfondo è di
Lorenzo del Moro.
In Sagreſtia vi è l'antica
Tavola che era all'Altar maggiore rappreſen-
tante Dio Padre dipinto da Franceſco Mati.

Eſſendo ultimamente ſtata incorporata l'antica
Chieſa Parrocchiale di S. Maria Alberighi, che
reſtava per fianco appunto dietro a queſta,
ſerve adeſſo di abbellimento, e aumento della
medeſima per una comoda Sagreſtìa.
Tornando
indietro e voltando a ſiniſtra dal Canto de' Pazzi,
ſi trova
mu-
S. MARIA in Campo, Chieſa ricca d'Indul-
1 genze, Reſidenza del Veſcovo di Fieſole, che
abita nel Palazzo contiguo; e quantunque ſia
nel mezzo della Città, queſta Chieſa, e Palazzo
è Dioceſi Fieſolana.
Vicino è il
genze,
PALAZZO dei Guadagni, che ha nobile fac-
ciata fatta nello ſcorſo ſecolo col diſegno del
Silvani, con vaſti appartamenti rimodernata, e
con una magnifica ſcala fatta fare dal fu Se-
natore Filippo Guadagni.
Dopo è
L'OPERA del Duomo, dove ſi conſervano,
oltre i ricchiſſimi Arredi Sacri, molte ſtatue, e
baſſirilievi di pregio, ed un Archivio di grande
importanza
.
A queſta è ſtata di poco tempo
d'ordine Sovrano unita tutta la Zienda d'en-
trate, e peſi dell'Opera dell'Oratorio di S. Gio-
vanni, con unire i Cappellani di queſt'Orato-
rio a quelli della Metropolitana, e vi ſi con-
ſervano ancora tutti i Libri, col Regiſtro dei
nomi di tutti i Battezzati in Firenze; e quì
daremo fine al Quartier S. Giovanni.
QUARTIERE S. CROCE.
SANTA CROCE de' Frati Minori Conventuali.
In queſto Tempio aſſai grande e magnifico,
lungo dugentoquaranta braccia, e largo ſet-
tanta, s'entra per tre porte di faccia, e ſu
quella di mezzo oſſerveremo una Statua di
1 bronzo, opera di Donatello, che rappreſenta
S. Lodovico Arciveſcovo di Toloſa; ſotto
il comignolo della facciata, evvi il Nome di
Gesù tutto di pietra collocato laſsù con le pro-
prie mani da S. Bernardino da Siena con licen-
za de' Signori nel 1437. anno di peſtilenza.

Fu queſto Tempio fabbricato intorno all'an-
no 1294. col diſegno di Arnolſo, che fu l'Ar-
chitetto del Duomo, benchè dipoi reſtaurato
e abbellito d'ordine di Coſimo I. col diſegno
delle nuove Cappelle da Giorgio Vaſari.
La
maggior parte de' Foreſtieri concorre a queſta
Chieſa, tirata dal deſiderio di rimirare quelle
belliſſime Tavole, che l'adornano, nelle quali
la paſſione tutta di noſtro Signore, e la ſua
Morte, e Reſurrezione è ſtata mirabilmente
rappreſentata da' primi Artefici di quei tempi.

Ora facendoci dalla Porta di mezzo, nella
prima Tavola, che ſi trova a man deſtra, allato
alla ſuddetta Porta è dipinta la depoſizione di
Croce di noſtro Signore, di mano di Fran-
ceſco Salviati; la ſeconda dov'è la Crocifiſſione
è di Santi di Tito; appreſſo alla quale è il Se-
polcro di Michelagnolo Buonarroti Gentiluo-
mo Fiorentino, Pittore, Scultore, ed Archi-
tetto di gran nome, ed eccellenza.
Vedonſi
a piè dell'Urna tre belle Statue di marmo,
che rappreſentano la Scultura, l'Architettura,
1 e la Pittura in atto compaſſionevole, e meſto:
e ſopra l'Urna, la teſta, ed il buſto di marmo
del Buonarroti.
Fu queſt'opera fatta da tre
Maeſtri, cioè Giovanni dell'Opera, Valerio
Cioli, e Batiſta del Cavaliere, del primo dei
quali è la Statua dell'Architettura, del ſecondo
quella della Scultura, e del terzo quella della
Pittura; e di lui è pure il Ritratto di Miche-
lagnolo
.
Nella baſe di queſto Mauſoleo vi ſi
legge la ſeguente Inſcrizione che per eſſere
ſcolpita in un marmo miſchio ſcuro, ſi pone
quì perchè a molti sfugge all'occhio
bron-
e la
D. O. M.
Michaeli Angelo Bonarotio
E vetuſta Simoniorum Familia
Sculptori, Pictori, & Architecto
Fama omnibus notiſſimo
Leonardus Patruo Amatiſſ., & de ſe optime merito
Translatis Roma ejus oſſibus, atque in hoc Templo
Majorum ſuorum ſepulcro conditis
Exhortante Sereniſſ. Coſmo I. Med. Magno Etr. Duce
P. C.
An. Sal. MDLXX. Vixit An. LXXXVIII. Dies XV.
Dicontro a queſto Sepolcro alla prima Colonna
ſopra una pila dell'Acqua Santa è una Vergine
di marmo di baſſorilievo, lavorata da Antonio
Roſſellino, che reſta ſopra ove è ſepolto Fran-
ceſco Nori ſtato ucciſo nella congiura de' Pazzi.
Segue
1
Segue la terza Cappella, dov'è dipinto da
Giorgio Vaſari Criſto quando porta la Croce
al Calvario; ſono dipoi oſſervabili le memorie
del dottiſſimo Antiquario Senator Filippo Buo-
narroti, e del famoſo Bottanico Pietro Micheli.

La quarta Tavola rappreſenta l'Ecce Homo,
ed è fattura di Iacopo di Meglio; quivi ap-
preſſo ſi vede il Buſto, e Memoria del Dottore,
Medico, e Antiquario Antonio Cocchi.
Aleſ-
ſandro del Barbiere dipinſe la quinta in cui ſi
figura la flagellazione alla Colonna; la ſeſta
dov'è dipinto noſtro Signore quando fa Ora-
zione nell'Orto, è opera di Andrea del Minga.

Dopo il corſo di anni 260. appunto della ſe-
guita morte del famoſo ed aſſai celebre Segre-
tario, Iſtorico, e Politico Fiorentino Niccolò
Machiavelli, il quale morì il 22. Giugno 1527.;
nell'antepaſſato anno a ſpeſe di varj Eruditi fu
poſto in queſta Chieſa il ſeguente Mauſoleo di
marmi, per memoria di grand'uomo, ſcol-
pito dal Sig. Innocenzio Spinazzi, e gli ornati
della pittura ſono dei Sigg. Molinelli, e Ca-
ſtagnoli, con l'appiè Epigrafe
Tanto nomini nullum par Elogium
Nicolaus Machiavelli
Objt An. A P. V. MDXXVII.
Appreſſo la quale è la Cappella dei Cavalcanti,
ove ſi ammira ſcolpita in marmo la Vergine
1 Annunziata dall'Angiolo, fatta da Donatello,
e il S. Franceſco, e S. Gio. Battiſta dipinti
allato alla medeſima ſono di Andrea del Ca-
ſtagno
.
Paſſata la porta del Chioſtro vi è il
Sepolcro di Leonardo Bruni Aretino, inſigne
Scrittore d'Iſtorie, il tutto ſcolpito da Ber-
nardo Roſſellino, diſcepolo di Donatello:
La Madonna però, che ſopra ſi vede è d'An-
drea Verrocchio.
Fnalmente la ſettima Cap-
pella ha una Tavola già cominciata dal Cigoli,
e finita dal Biliverti, in cui ſi rappreſenta l'en-
trata di Criſto in Geruſalemme.
Nella Croce
della Navata trovaſi la Cappella dei Barberini,
dov'è ſepolto Franceſco da Barberino, Dot-
tore, e Poeta inſigne, ed in eſſa è una Tavola
dipinta dal Naldini, che rappreſenta quando
S. Franceſco riceve le Sacre Stimate; paſſata
queſta, viene la Cappella de' Caſtellani, ov'è
un Sepolcro di paragone del Cavalier Vanni:
la volta è dello Starnina; e la Tavola all'Al-
tare rappreſentante la Naſcita di Gesù, è di
Giuliano Bugiardini.
Poſcia in teſta alla Cro-
ciata vedeſi la Cappella de' Baronceili, ove
oltre le antiche pitture delle pareti dipinte da
Taddeo Gaddi; vi ſi conſerva ancora ſull'Al-
tare la ſtimatiſſima Tavola di Giotto, ove ha
dipinta l'incoronazione di Maria Santiſſima,
col Paradiſo, molti Santi, e Angeli vagamente
1 fatti ſotto alla quale a caratteri d'oro vi ſi legge:
Opus Magiſtri locti. Di quì entrando nella
Sagreſtìa piacerà il vedere negli armari della
medeſima 26. Storiette del detto Giotto bel-
liſſime, e ben conſervate, la metà eſprimenti
diverſi fatti della Vita di Criſto e altrettanti
della Vita di S. Franceſco.
La Tavola all'Al-
tare con Maria e 4. Santi, con tutte le pitture
nelle pareti è opera di Taddeo Gaddi, nel
Cancello della quale in lettere Gotiche dorate,
vi ſi dice eſſer queſta Cappella ſtata dedicata
alla Natività di Maria, e S. Maria Maddalena
da Lapo Rinuccini.
La Cappella de' Medici
del Noviziato è architettura di Michelozzo,
fatta fare da Coſimo de' Medici Padre della
Patria, la porta della quale è aſſai lodata dal
Vaſari
.
La Tavola dell'Altare è dipinta da Fra
Filippo Lippi, in cui vedeſi Maria con Gesù,
e i Santi Coſimo, e Damiano, e il grado di
queſto Altare è dipinto da Franceſco detto
Peſellino
.
Uſcendo dalla Sagreſtia vi è da oſſer-
vare la ſeconda Cappella de' Calderini, ora de'
Riccardi, tutta incroſtata di marmi, e ornata
di belle pitture; la prima delle quali in cornu
Evangelii
rappreſentante S. Lorenzo, che
diſtribuiſce le limoſine, è del Paſſignano.
La
Tavola dell'Altare rappreſentante S. Elena,
è di Gio.
Biliverti, e l'altro laterale con San
1 Franceſco orante, di Matteo Roſſelli, e le
pitture a freſco rappreſentanti Storie della Vita
dell'Apoſtolo S. Andrea, e quelle della volta
ſono di Giovanni da S. Giovanni.
Alla Cap-
pella di S. Franceſco, il Ritratto di detto Santo
è di Cimabue.
Paſſate queſte cinque Cappelle,
tre delle quali vedevanſi una volta dipinte da
Giotto, ſi giunge all'Altar Maggiore, fatto
coſtruire nella forma che ſi vede nel 1569.,
in cui di preſente conſervanſi le Sacre Oſſa
della Beata Umiliana de' Cerchi nobil Matrona
Fiorentina, Terziaria del medeſimo Ordine de'
Minori Conventuali, chiara per ſantità, e per
Miracoli, viſſuta intorno agli anni 1240.
Dietro
al medeſimo nella parete del Coro è di mano
di Agnolo Gaddi dipinta l'Iſtoria dell'Inven-
zione della S. Croce; e paſſate cinque altre
Cappelle di minor pregio ſtate alcune dipinte
dal Gaddi, e da Giotto, ſi trova la nobiliſſima
e magnifica Cappella de' Niccolini, d'ordine
però diverſo dall'altre, eretta col diſegno dell'
Architetto Gio. Antonio Doſio.
Quanto ſia
bella, e di vaghezza ripiena, non ſi può ſpie-
gare abbaſtanza.
E` ella tutta incroſtata di marmi
Carrareſi, bianchi, e miſti, ma di nobile e
diligente lavoro, che non può l'uomo deſide-
rare di vantaggio.
Di mano del Francavilla
Scultor Fiammingo ſono le cinque Statue di
1 marmo, che una figura Aron, l'altra Mosè,
la terza rappreſenta la Verginità, la quarta
la Prudenza, e la quinta l'Umiltà.
Le due
Tavole dipinte dell'Aſſunzione, e Incorona-
zione di Maria, ſono di mano di Aleſſandro
Allori, e le pitture a freſco della Cupola, e
le 4. Sibille dei peducci ſono del Volterrano,
con gran perfezione condotte, che queſte
ſole baſterebbero per eternargli la fama.
Ve-
deſi all'Altare ſeguente il celebre Crocifiſſo di
Donatello, che è nella Cappella in teſta della
Crociata; e dipoi alla ſeguente Cappella Sal-
viati quella lodatiſſima Tavola di Giacomo Li-
gozzi Veroneſe, ove ha rappreſentato il martirio
di S. Lorenzo.
Indi ne viene di mano del
Cigoli la SS. Trinità con Criſto morto, opera
ſtupendiſſima, e quindi ſeguitando ſino ad uſcir
di Chieſa, per le altre ſette dell'iſteſs'ordine,
e architettura delle prime; trovaſi una Tavola
di mano del Vaſari, dov'è dipinto la Venuta
dello Spirito Santo.
Allato a queſto Altare, e
dirimpetto al Sepolcro di Leonardo Aretino è
quello di Carlo Marzuppini parimente Aretino,
Poeta, e Segretario della Repubblica, ſtupendo
lavoro di Deſiderio da Settignano, che quaſi
ſuperava di perfezione il ſuo Maeſtro Donatello,
nella ſua verde età in cui fu tolto dal mondo.

Quindi paſſata la porta laterale, che reſta ſotto
1 l'Organo, è una Cappella irregolare detta della
Concezione, dipinta da Giotto, che fu ador-
nata, come ſi vede nel 1592. coi diſegno di
Filippo Baglioni Architetto.
Queſta Cappella
era anticamente della Famiglia de' Machiavelli,
avanti alla quale verſo la porta laterale fu ſe-
polto il celebre Niccolò Machiavelli, ove
eſiſteva la di lui arme in pietra, ſtata pochi
anni addietro levata nell'abolizione delle ſe-
polture
.
Ne ſegue l'Aſcenſione di Gesù Criſto
al Cielo, opera di Gio. Stradano; e dipoi oſ-
ſervaſi il Depoſito del Conſigliere Angiolo Ta-
vanti il di cui ritratto è ſcolpito dal Sig. Spi-
nazzi, e gl'altri lavori di marmi del Sig. Gian-
nozzi
.
Dopo trovaſi il S. Tommaſo, che
tocca la Piaga al riſorto Maeſtro, ed è ſtimatiſſi-
mo lavoro del mentovato Vaſari.
Indi di marmi
vedeſi il Mauſoleo quivi poſto alla memoria del
celebre Dottore Gio. Lami con la di lui figura
maggior del naturale il tutto ſcolpito dal ſo-
pradetto Sig. Spinazzi col diſegno del Sig. Sena-
tore Gio. Battiſta Nelli.
Degne di ſomma ſtima
ſono le due Tavole ſeguenti, ambedue di Santi
di Tito, ove nella prima ha rappreſentato No-
ſtro Signore, che ſi paleſa a' due Diſcepoli
nella Cena d'Emaus, e nell'altra con ammi-
rabile invenzione, e diſegno, ha eſpreſſa la di
lui glorioſa Reſurrezione; In mezzo a dette due
1 Cappelle eſiſtono le memorie del Marcheſe
Vincenzio Giugni, e del nobile Architetto
Aleſſandro Galilei ſcolpito da Girolamo Tic-
ciati; e dopo la ſeguente Cappella ſi trova il
Sepolcro del famoſiſſimo Galileo, dove è an-
cora il celebre Mattematico Vincenzio Vivia-
ni, che ordinò queſto Depoſito al ſuo Maeſtro,
al che fu dato eſecuzione l'anno 1737. a ſpeſe
della Famiglia Nelli erede di quella del Vi-
viani
.
II diſegno è di Giulio Foggini, la
quadratura di Anton Maria Fortini; il Buſto
di Gio. Battiſta Foggini; l'Aſtronomìa di
Vincenzio Foggini ſuo figlio, e la Geome-
trìa di Girolamo Ticciati.
Finalmente l'ultima
di queſta Navata è di Batiſta Naldini, ove ha
effigiato con molta eſpreſſione Criſto che vien
dalla Croce condotto al Sepolcro; dopo di
eſſa in fine della Chieſa è il Buſto, e Inſerizione
del Senatore e Poeta Vincenzio Filicaja, che
era nella diruta Chieſa di S. Pier Maggiore.

Quindi paſſata la prima porta vedeſi nella
diſceſa al Limbo de' Santi Padri prodigioſa-
mente eſpreſſa da Agnolo Bronzino, a quale
altiſſima perfezione arrivaſſe con l'arte in un
così ammirabil lavoro.
debbo tralaſciare
una Pietà del medeſimo Bronzino nel ſecon-
do pilaſtro a mano manca.
Oltre a tante
pitture di ſingolare perfezione, di già de-
1 ſcritte, ſe ne trovano in queſta Chieſa e nel
Convento alcune di Cimabue, e di Giotto, le
quali, quantunque ſiano dalle moderne pitture
ſuperate in bellezza, non è però, che non
meritino di eſſere tenute in grande ſtima, per
la venerazione, che ſi dee a quei due primi
Maeſtri, e Reſtauratori della Pittura.
E' altresì
oſſervabile il maraviglioſo Pergamo, tutto di
marmo di Seravezza, e vagamente intagliato da
Benedetto da Maiano.
Sono in eſſo cinque
Storiette de' fatti più ſingolari di S. Franceſco,
ſcolpite in baſſorilievo, e così felicemente,
che non hanno prezzo.
Ne' vani, che ſono
in mezzo de' beccatelli, ſi vedono cinque ſta-
tuette a ſedere di bellezza ſtraordinaria, che
rappreſentano la Fede, la Speranza, la Ca-
rità, la Fortezza, e la Giuſtizia.
Più ammira-
bile però fu l'artifizio uſato nell'adattar queſto
Pergamo ad una colonna, nella quale rimane
incaſſato, eſſendochè la medeſima colonna ſia
nel mezzo forata, e per una ſcala acconciavi
dentro vi ſi aſcenda.
Alla grandezza della Chieſa
corriſponde il Convento, di moltiſſime comode
abitazioni ed aſſai di preſente abbellito, e abi-
tato da più di ſeſſanta Religioſi, tra' quali in
ogni tempo ſiorirono Uomini ſegnalati in let-
tere, in dignità più coſpicue, e in ſantità di
coſtumi
.
In queſta Chieſa, e nei ſuoi Cimiteri
1 era una quantità conſiderabile di Sepolture fino
al ſorprendente numero di 2021., e di memo-
rie di Famiglie primarie, e d'inſigni Soggetti
di Firenze, e d'altrove.
E' fama, che Siſto V.
nel tempo, che fu Religioſo, per molti anni
quivi abitaſte, leggendo Filoſofia.
La Libreria
di antichiſſimi manoſcritti, che poſſedeva queſto
Convento, fu nel 1766. traſportata nell'inſi-
gne Biblioteca di S. Lorenzo, nel quale iſteſſo
luogo ne hanno queſti Religioſi coſtruita altra
di ottimi libri impreſſi.
II Noviziato fu fatto
edificare con gran magnificenza a proprie ſpeſe
da Coſimo Padre della Patria, e nel Chioſtro
appreſſo alla Chieſa vi è un Atrio, e una gran
Cappella fatta erigere dalla Famiglia de'Pazzi;
mole di ſingolare Architettura, e ben degna di
chi ne ſece il diſegno, che fu il gran Brunel-
leſco
.
Dalla qual Chieſa ſi fa paſſaggio alla
An-
fatti
Fran-
mar-
I' Or-
Cap-
I ſcrit-
era
PIAZZA contigua, molto ampla, e regolare,
deſtinata principalmente nei paſſati tempi al
Giuoco del Calcio, proprio della Nobiltà Fio-
rentina in tempo di Carnevale, e ad altri diverſi
ſpettacoli, e pubbliche Feſte.
Onde non è ma-
raviglia, ſe vi concorreva la maggior parte della
Città, e moltiſſimi Foreſtieri da ogni parte.

Prima di uſcire da queſta Piazza ſi oſſervi la
facciata della Caſa de' Cocchi, che credeſi di-
ſegno di Baccio d'Agnolo.
Ma ſingolarmente
1 è ammirabile la facciata della Caſa del fu Nic-
colò dell'Antella, Senatore, e Luogotenente
del Granduca nell'Accademia del Diſegno; a
richieſta del quale nel 1619. fu dipinta, e per-
fezionata nel breviſſimo tempo di venti giorni,
da i più valoroſi Artefici, che in numero ſio-
rivano nella Città.
Queſti furono il Paſſignano,
Giovanni da S. Giovanni, Matteo Roſſelli,
Ottavio Vannini, Fabbrizio Boſchi, Niccode-
mo Ferrucci, Filippo Tarchiani, e altri ſimili,
ſino al numero di 15. tutti Pittori eccellenti.

Le antiche Pitture poi, che ſono nella facciata
del Convento accanto alla Chieſa ſono di Lo-
renzo di Bicci, grande imitatore della maniera
di Giotto.
Da queſta piazza volgendo, dietro
la Chieſa trovaſi il Convento, e Chieſa di Re-
ligioſe Franceſcane di S. Eliſabetta di Capitolo
ove ſono due Tavole antiche della Scuola di
Giotto: quindi la nuova, e vaga abitazione,
e giardino del Cav. Priore Rucellai; rimpetto
alla quale ſi trova la Chieſa di
I 2 è am-
S. GIUSEPPE, già Convento de' Religioſi di
S. Franceſco di Paola poco fa ſoppreſſi, ora
Chieſa Parrocchiale di Sacerdoti Secolari, fatta
col diſegno di Baccio d'Agnolo, e moderna-
mente abbellita al di fuori di facciata, e ornata
al di dentro colla ſoffitta, e Tribuna, per mano
di Sigiſmondo Betti, e di Pietro Anderlini.
Ve-
1
Vedeſi ad un Altare la Naſcita del Bambin Gesù,
opera aſſai ſtimata di Santi di Tito; Vi è la
Cappella di S. Franceſco di Paola tutta dipinta
da Atanaſio Bimbacci.
Sopra le Porte ſul Pre-
sbiterio ſono due quadri di Franceſco Bianchi,
eſprimenti fatti miracoloſi di S. Franceſco.

Paſſata queſta Chieſa vi è il Convento delle
nobili Religioſe Franceſcane dette di
MONTICELLI. L'Altar maggiore è fatto col
diſegno di Pier Franceſco Silvani, nella di cui
parete dipinſe a freſco Vincenzio Meucci l'An-
nunziazione di Maria Vergine, come pure la
ſoffitta, con l'ornato di Architettura di Mr.
Chamant Loreneſe, e da una banda la San-
tiſſima Concezione, e dall'altra la Natività di
Criſto, eſpreſſe ambedue da Carlo Portelli da
Loro, Pittore aſſai valente.
Alla Parete poi
vicino alla Porta vi è il Sepolcro, ornato di
ricchi marmi, e Statue di Guido Magalotti,
oltre varie Inſcrizioni, e Sepolcri di perſone
degne di memoria.
Di quì proſeguendo la
ſtrada, trovaſi il Convento, e la Chieſa delle
CAPPUCCINE, il tutto fabbricato nel 1722. col
diſegno di Gio. Filippo Ciocchi.
In queſta
devota, e vaga Chieſa, oltre l'Altar maggiore,
ove ſta collocata l'Immagine in grande del
SS. Crocifiſſo, vi ſono due Altari, che in uno
vi è eſpreſſa la S. Famiglia, dipinta da Otta-
1 viano Dandini, e nell'altro la SS. Concezione,
S. Franceſco, e S. Chiara, da Agoſtino Ve-
racini
.
Incontro a queſta Chieſa ve n'è un altra,
anch'eſſa di nobili Religioſe Franceſcane,
detta di
viano
MONTE DOMINI, nella quale ſerve il vedere
la Tavola, che ſta collocata ad un Altare a
mano manca dov'è eſpreſſa la lapidazione di
S. Stefano, per conſiderarſi dagl'intendenti per
un vero eſemplare della Pittura in ogni prero-
gativa dell'arte, e dove il Cav. Lodovico Ci-
goli ſi è maggiormente meritato il titolo del
Coreggio dei Fiorentini.
In faccía a queſta
evvi una Tavola d'Aleſlandro Allori, rappre-
ſentante Maria SS. Annunziata dall'Angelo.

Alla fine della Strada vi è il luogo detto la
ZECCA VECCHIA, nel quale di preſente è
degno da vederſi un gran traffico di Seterìe, e
Lavori di Stoffe all'uſo di Francia, con va-
lichi, e ordinghí per trarre la ſeta di nuova in-
venzione, e molti altri lavori attenenti a detta
utiliſſima manipolazione, e di quì in poca di-
ſtanza è il Convento delle Monache Geſuate
dette le
POVERINE nella qual Chieſa non mancano
da ammirarſi due pregiabiliſſime opere, una di
Pittura all'Altar maggiore, che è di Pietro Pe-
rugino, quale vi ha rappreſentato il SS. Cro-
1 cifiſſo con Maria SS. addolorata, e S. Girolamo,
e l'altra di Scultura di terra cotta verniciata
di più colori eſprimente il S. Preſepio, nel
qual belliſſimo lavoro Andrea della Robbia,
al parere degli intendenti, ha ſuperato ſe
ſteſſo
.
Di quì uſcendo, e voltando il primo
canto, per una breve ſtradella ſi entra in via
delle Caſine, ed ove era il Convento dei PP.
Minimi di S. Franceſco di Paola, ſerve ora
una porzione di eſſo per abitazione del Paroco,
e Curati, e parte per il Conſervatorio dei
Fanciulli del Refugio di S. Filippo Neri, e
ſeguitando per detta via giunti in via Ghibel-
lina trovaſi in faccia il Monaſtero delle nobili
Religioſe dell'Ordine di S. Benedetto detto le
cifiſſo
MURATE. La loro Chieſa è ſenza facciata ed
ha l'ingreſſo per due porte laterali.
Al mag-
giore Altare evvi il Miſtero dell'Annunziazio-
ne di Maria Santiſſima del Piattoli, nei quattro
Altari laterali, l'Orazione nell'Orto è di
Matteo Roſſelli; la Flagellazione, di Lorenzo
Lippi; il S. Benedetto, di Giuſeppe Romei, e
il Crocifiſſo è lavoro di Baccio da Montelupo.

Nella ſoffitta l'architettura è del Sig. del Moro,
e le figure del Sig. Gricci, e le ſtoriette in giro
alla Chieſa ſono di Simone Ferri.
Vi è in
queſto Convento un Teſoro di Sante Reliquie,
ed ha avuto l'onore d'eſſervi ſtata educata
1 Caterina de' Medici Regina di Francia; e vi è
ſepolta Caterina Sforza Moglie in prime Nozze
di Girolamo Rimio Sig. d'Imola, e Forlì, e
in ſeconde di Giovanni de' Medici Nonno di
Coſimo I.
Paſſato il Convento vi è un piccolo
Oratorio col pietrame della facciata d'archi-
tettura di Michele Agnolo Buonarroti, avendo
all'Altare una Tavola con i ſette Angeli dell'
Apocaliſſe, e ſotto S. Benedetto, e S. France-
ſco, e nel mezzo un Buſto di Maria col Bam-
bino Gesù, opera di Demetrio da Settignano.

Tornando indietro pochi paſſi incontro a queſto,
vi è il Convento delle Nobili Religioſe di
Cate-
SAN IACOPO. In queſta Chieſa è in gran ve-
nerazione un antichiſſimo e miracoloſo Croci-
fiſſo; all'Altar Maggiore ſta collocata una bella
tavola di Ridolfo del Ghirlandajo, che vi ha
effigiata Maria SS. col S. Bambino, e S. Ia-
copo, S. Franceſco, S. Lorenzo, e S. Chiara.

Ad un Altare a ſiniſtra ha dipinto la Tavola
il Naſini di Siena con Maria col Bambino,
S. Giuſeppe, e S. Antonio.
Di quì uſciti e
proſeguendo il cammino, troveraſſi entrando
alla ſeconda cantonata a mano ſiniſtra il Con-
vento delle nobili Religioſe di
S. FRANCESCO, la qual Chieſa fu edificata
dai fondamenti, e corredata di qualunque ſacro
ornamento dalla munificenza del Gran Prin-
1 cipe Ferdinando ſul principio di queſto Secolo,
unicamente per ricompenſa à quelle Religioſe
per aver prontamente ceduto al Real genio per
la Pittura, una belliſſima Tavola di Andrea del
Sarto, che eſſe nell'antica loro Chieſuola poſ-
ſedevano
.
Il detto Quadro vedeſi collocato
nelle ſtanze del Palazzo Reale, eſprimente Ma-
ria SS. col Santo Bambino ſopra una Baſe, e
dai lati S. Franceſco, e S. Giovanni Evan-
geliſta, opera in tutto ſtupenda, di cui gliene
laſciò la bella copia all'Altare a man deſtra
fatta per mano di Franceſco Petrucci eccellente
copiſta
.
In faccia a queſta vi è la Tavola di
S. Carlo, che la diede a fare al celebre Seba-
ſtiano Ricci Veneziano.
Carlo Sacconi poi
fece la Santa Concezione per l'Altar Maggio-
re
.
II vago diſegno di queſta piccola Chieſa,
tutta adorna di ſtucchi meſſi a oro, è di Gio.
Batiſta Foggini.
Uſcendo dalla medeſima, e
ritornando indietro, giunti al ſecondo Canto
a deſtra vedremo il Convento delle Nobili
Religioſe Valombroſane di
cipe
S. VERDIANA, nella qual Chieſa all'Altare
a man deſtra vi è la Tavola di Niccodemo Fer-
rucci, che vi ha dipinto S. Carlo a piè di un
Crocifiſſo, che vi è di rilievo; in faccia a queſto
vedeſi un Criſto orante nell'Orto opera dell'
iſteſſo Ferrucci, al maggior Altare vi è di mano
1 di Pietro Dandini Maria SS. in gloria, e ſotto
S. Michel Arcangelo, S. Gio. Batiſta, S. Re-
parata, S. Benedetto, S. Gio. Gualberto,
S. Umiltà, e S. Verdiana; ſotto il Coro delle
Monache Tommaſo Redi dipinſe in ſei lu-
nette alcuni fatti principali di S. Verdiana, la
proſpettiva delle volta è di Ferdinando Melani
con S. Verdiana in gloria dipinta da Vincenzio
Meucci
.
Uſciti di queſta Chieſa e voltando
per via de' Pentolini ſi giunge alla Parrocchiale
di
CHIESA DI SANT' AMBROGIO dove abitano
Monache dell'Ordine di S. Benedetto.
Una
delle coſe da oſſervarſi in queſta è la Cappel-
la del Miracolo del SS. Sacramento ſeguito
in queſta Chieſa l'anno 1230. lavorata di fini
marmi da Mino da Fieſole.
Allato a queſto
Altare ſi vede nella facciata dipinta la Proceſ-
ſione del Miracolo di mano di Coſimo Roſſelli.

Vi ſono in queſta Chieſa alcune Tavole degne
di ſtima.
Quella alla Cappella del Roſario è
del Paſſignano; accanto al pulpito è di Fran-
ceſco Boſchi il S. Benedetto con due Sante
genufleſſe; di contro la Viſitazione è opera di
Andrea Boſcoli.
Il S. Sebaſtiano di rilievo è
d'Andrea Comodi, che vi è ſepolto.
Di Maſac-
cio è la piccola Tavola a tempra, rappreſentante
S. Anna con Maria, e il Bambino.
In ultimo
quella della SS. Nunziata è di mano di Vincen-
1 zio Dandini. Vi è ancora ſepolto in queſta
Chieſa il celebre antico Architetto detto il
Cronaca, che ereſſe in queſta Città magni-
fiche Fabbriche, ſiccome vi giace Andrea del
Verrocchio egregio Scultore, e maeſtro di
Leonardo da Vinci.
Fu reſarcita, e rimoder-
nata queſta Chieſa nel 1716. col diſegno di
Gio. Battiſta Foggini, e nel 1719. Ranieri del
Pace vi dipinſe la Cupola.
Paſſato la medeſima
in poca diſtanza verſo la Porta alla Croce tro-
vaſi il Convento delle Nobili Religioſe Car-
melitane Scalze di
zio
S. TERESA di ſtrettiſſima oſſervanza, la di
cui Chieſa fu edificata col diſegno di Giovanni
Coccapani in forma eſagona, con ſua cupoletta
ben inteſa nelle proporzioni, e nei lumi.
En-
trando in eſſa trovaſi a man deſtra una Cap-
pella con Tavola del Vignali rappreſentante
S. Franceſca Romana: più oltre evvi la Cap-
pella di S. Giovanni della Croce, con Tavola
di Pier Dandini: a man ſiniſtra vi è la Tavola
del Crocifiſſo dipinta da Iacopo Confortini.

Segue la Cappella della Madonna di Savona,
fatta in baſſo rilievo, che da Genova nel 1630.
portaron ſeco le Fondatrici.
Ne viene l'Altar
maggiore ove il Cav. Curradi dipinſe S. Tereſa,
che da Maria Santiſſima le vien preſentato il
Santo Bambino.
E' da ſaperſi, che nel ſotter-
1 raneo di queſta Chieſa, oltre le venerabili oſſa
di molte Religioſe morte in odore di ſantità,
vi ſi conſerva il corpo della Sereniſs. Víolante
di Baviera Gran Principeſſa di Toſcana, ſep-
pellitavi, giuſta la ſua volontà, ai 30. di Mag-
gio 1731. la quale dopo la morre del Gran
Principe Ferdinando ſuo Conſorte, faceva più
volte fra l'anno tra quelle pie Religioſe i ſuoi
devoti ritiri, con grandiſſima edificazione delle
medeſime
.
Oltre a ciò ſotto il Presbiterio evvi
una Cappella a foggia delle antiche Confeſ-
ſioni, ove alcuna volta fra l'anno vi ſi ufizia,
reſtando fuori della Clauſura monaſtica, e vi
ſi oſſervano tre illuſtri depoſiti, uno della no-
bil Franceſca Guardi negli Ugolini fondatrice
di detto Monaſtero, l'altra della Ducheſſa
Eleonora Strozzi, il terzo del Cav. Gio. Gi-
raldi
.
Di quì tornando indietro, e ripiglian-
do per Via Pentolini, voltando in Via Ghi-
bellina, a deſtra troveremo l'
raneo
ABITAZIONE de' Buonarroti, celebre per eſ-
ſere ſtata del Divin Michelagnolo, di cui
conſervano alcune opere, e per la Galleria
fatta fare da Michelagnolo il giovane di lui
pronipote tanto inſigne letterato, che l'arric-
chì di Pitture, Sculture, e di altre coſe ra-
riſſime
.
Ed in faccia il
PALAZZO della Famiglia del Sera ora del
1 Marcheſe Coſimo Corſi edificato col diſegno
di Piero Giovannozzi, ed ampliato aſſai dal
preſente Poſſeſſore.
E poco dopo dall'iſteſſa
parte la
Mar-
CASA del Dottor Ottaviano Targioni Toz-
zetti, il quale conſerva un abbondantiſſimo
Muſeo di Iſtoria naturale, Bottanica ec. po-
ſto aſſieme dal fu celebre Dottor Giovanni di
lui Padre morto li 7. Gennaio 1783., e di-
poi il
PALAZZO de' Baldinucci abitato di preſente
dal Principe Cowper, che nel Cortile ha una
fonte colla ſalubre acqua di Santa Croce.
In-
di ſi trova a deſtra il
PALAZZO de' Conti Strozzi, e di contro ſo-
no le Prigioni dei condannati dette le
STINCHE, recinte da un'altiſſima muraglia, in
una cantonata della quale vi è un tabernacolo
dipinto a freſco da Giovanni Mannozzi, detto
Giovanni da San Giovanni, ove vedeſi noſtro
Signore, che benedice le mani dei pii Limo-
ſinieri, che ſoccorrono i Carcerati, tra' quali
è vivamente eſpreſſo il ſuo proprio ritratto,
riguardante verſo la ſtrada, che non ſolo è ben
conſervato, ma fa ben conoſeere agl'inten-
denti il ſommo merito di tal Autore.
I de-
bitori civili ſon collocati adeſſo per Clemen-
za Sovrana in una nuova, e decente abitazio-
1 ne dietro il Palazzo di Giuſtizia, ove era S. A-
pollinare
.
Queſte Carceri ſervono di preſente
per Ergaſtolo, e nel meſe di Febbraio 1787.
cominciarono a porvi in quelle da baſſo gli
Uominí, e in quelle ſopra le Donne con-
dannati a lavorare per più, e diverſi anni ſe-
condo i loro delitti; e voltando a ſiniſtra tro-
veremo la Chieſa Parrocchiale di
ne
SAN SIMONE, ſopra la Porta della quale
vedeſi una lunetta dov'è molto ben colorita
la Vergine co' Santi Apoſtoli Simone e Giu-
da, opera di Niccodemo Ferrucci.
La ſoffit-
ta interna tutta d'intaglio dorato fa vaga mo-
ſtra
.
Nella teſtata ſopra la Porta ſi vede un
opera molto bella di Batiſta Naldini, ov'è
eſpreſſa la depoſizione di Criſto dalla Croce.

Nella prima Cappella a man dritta è il marti-
rio di S. Lorenzo, dipinto da Giovanbatiſta
Vanni
.
Nella ſeconda vi è un immagine inta-
gliata in legno del SS. Crocifiſſo.
La terza ha
un'antica pittura rappreſentante la Vergine.

Vi è poi nella quarta una belliſſima Tavola di
Onorio Marinari, ove ha eſpreſſo San Giro-
lamo meditante il Finale Giudizio, non meno
è da lodarſi quella di Giacomo Vignali, col-
locata nel quinto Altare, ove effigiò San Ber-
nardo, al quale Criſto ſtaccatoſi dalla Croce,
e inchinato ſa vedere una gran piaga nelle
1ſpalle. Le Statue di marmo laterali all'Altar
Maggiore fono d'Orazio Mochi, e li due
Apoſtoli dipinti accanto all'arco di Niccode-
mo Ferrucci.
Tornando verſo la Porta vi è
di mano del medeſimo Vignali la Tavola di
San Franceſco rappreſentato in deliquio.
Se-
gue l'Altare di S. Carlo, e dopo queſto,
quello della Concezione, la di cui Tavola è
dell'iſteſſo Ferrucci, dipoi quello dell'Aſſun-
ta dipinta dal Cavalier Curradi.
In ultimo è
la Tavola di San Niccolò, opera aſſai buona
di Franceſco Montelatici, detto volgarmente
Cecco bravo.
Di quà tornando per la via del
Palagio trovaſi il
ſpalle.
PALAZZO del Duca Cardinale Salviati, che
è l'antico del ſuo proprio ramo.
In faccia ad
eſſo ſi trova l'
ABITAZIONE de' Baroncini, condotta da Ber-
nardino Ciurini molto pulitamente.
Alla fine
di queſta ſtrada v'è il
PALAZZO già detto del Poteſtà, ora Supremo
Tribunale di Giuſtizia fabbricato nel 1250.
molto vaſto in cui ſono le pubbliche Carce-
ri
.
Dopo di eſſo in faccia alla ſtrada vi è la
Chieſa, e Monaſtero di
BADIA Fiorentina dove abitano i Monaci
Caſſinenſi dell'Ord ne di S. Benedetto, così
chiamata per antonomaſia, per eſſere ſtata la pri-
1 ma Badia di Monaci fondata in Firenze. La
Conteſſa Willa Madre del Conte Ugo Mar-
cheſe di Toſcana, moſſa da inſpirazione Di-
vina, a proprie ſpeſe fecela fabbricare, ed ella,
ed il Figliuolo la dotarono di ricchiſſime ren-
dite
.
Onde in ſegno di gratitudine verſo il detto
Conte Ugo loro Benefattore, ogni anno il
giorno di S. Tommaſo le fanno un'Anniver-
ſario, e da un Giovane Nobile ſi recita l'Ora-
zione in ſua lode dopo la Meſſa ſolenne nella
mattina di S. Stefano Protomartire antichiſſimo
contitolare di detta Badia, già fondata ſotto il
principal titolo di S. Maria.
Il ſuo principio
ſu intorno al 990. poi nell'anno 1286. con
l'aſſiſtenza e diſegno di Arnolfo di Lapo la
Signoria di Firenze fece ridurre la Chieſa in
forma maggiore, ma dipoi nel 1625. col di-
ſegno di Matteo Segaloni rinnuovata quaſi da
fondamenti, ſi è reſa vaga oltremodo, coſa
più magnifica, meglio inteſa ſi può mai de-
ſiderare
.
Alla nobiltà dell'architettura corri-
ſponde l'eleganza degli ornamenti.
Dalle due
porti laterali ſi vedono due terrazzini con va-
ghi intagli dorati.
Sopra di quello a mano
deſtra è ſituato l'Organo, e ſopra l'altro a
ſioiſtra, una Tavola, dove è dipinta Maria
Vergine Aſſunta, di mano di Giorgio Vaſari,
la quale nei tempi paſſati era poſta ſull'Al-
1 tar Maggiore. E' parimente di molto pregio la
ſoffitta, tutta fatta di finiſſimo intaglio.
La
Tribuna ſotto la quale è il Coro de' Religioſi,
è dipinta da Giovanni Ferretti, e parimente
è pittura del medeſimo il Martirio di S. Stefano
ſopra l'Altar maggiore.
Le Tavole delle Cap-
pelle ſono ancor eſſe di gran bellezza.
Quella
di S. Mauro a man deſtra è fatta da Onorio
Marinari, il volto del qual Santo è il Ritratto
al naturale del Padre Abate D. Placido Puc-
cinelli Croniſta di queſto Monaſtero, ſiccome
ſono oſſervabili le pitture di tutta la Cappella
colorite da Vincenzio Meucci.
Segue l'altra
di Batiſta Naldini, ove ſi rappreſenta la Venuta
dello Spirito Santo.
A man ſiniſtra di mano
del medeſimo ſi vede dipinto un Criſto, che
porta la Croce al Calvario, e nella Cappella
dirimpetto a queſta evvi una Tavola di Filippo
Lippi, in cui vedeſi S. Bernardo effigiato con
ſingolar diligenza.
Sono eziandio conſiderabili
tre Sepolcri d'Uomini ſegnalati; il primo ſi è
del mentovato Conte Ugo principal benefat-
tore di queſta Chieſa.
Furono ſcolpiti i marmi
di queſto Sepolcro da Mino da Fieſole nel 1481.,
e riuſcì tutta l'opera di maraviglioſo artifizio:
il ſecondo è del Cavaliere Bernardo Giugni:
e il terzo di Giannozzo di Agnolo Pandolfini
Cavaliere di gran nome in tempo di Repub-
1 blica, la cui Famiglia è padrona della Cap-
pella, o Tribuna, ſituata nel Veſtibulo di
queſta Chieſa, fatta col diſegno di Benedetto
da Rovezzano, con la Tavola di S. Stefano di
mano del Biliverti.
Prima di uſcire dalla Chieſa
ſi deve oſſervare in Sagreſtia il gran quadro,
che prima ſtava poſto interiormente ſopra la
porta, di mano di Fra Bartolommeo della Porta
detto il Frate Domenicano, ove è effigiata
Maria in Gloria, ed ai piedi i Santi Giovanni,
Benedetto, e Bernardo.
Hanno queſti Religioſi
un'aſſai comodo Monaſtero, nel quale eſiſte
una numeroſa, e ſcelta Librerìa.
E poco di-
ſtante da queſta Chieſa trovaſi la
ma
tar
K blica,
CHIESA de' Padri dell'Oratorio di S. Filippo
Neri
.
Fu queſta principiata col dilegno di
Pier Franceſco Silvani, il giorno della Feſta
di detto Santo 26. Maggio 1645, vedendoſi
eſpreſſa la funzione di gettarvi la prima pietra
in un gran quadro vicino alla Sagreſtia, dipinto
dal Mariani, è dipoi è ſtata la Chieſa arricchita
di varj ornamenti di pittura, e di ſcultura di
eccellenti Profeſſori.
Vedeſi alla prima Cap-
pella S. Franceſca Romana, comunicata da
S. Pietro Apoſtolo opera del Pinzani.
Nella
ſeconda di mano di Aleſſandro Gherardini è il
Gesù morto, con la Vergine addolorata.
Ne
ſegue una Cappella interna fatta col diſegno
1 del Sig. Zanobi del Roſſo con Tavola all'Al-
tare rappreſentante Criſto alla Colonna di mano
di Gio. Maria Morandi, in faccia alla quale ſopra
il Depoſito del Ven. P. Pietro Bini è altra bel-
liſſima Tavola rappreſentante i diecimila Mar-
tiri Crocifiſſi del celebre Stradano; ne ſegue in
Chieſa la Sacra Famiglia, dipinta da Tommaſo
Redi
.
All'Altar maggiore è una Tavola di An-
tonio Puglieſchi rappreſentante l'Immacolata
Concezione con i Santi Carlo, Franceſco di
Sales, S. Filippo, S. Tereſa, e la Beata Umi-
liana de' Cerchi, e la Tribuna di Antonio Ferri,
e i peducci di Niccolò Lapi.
Segue la Tavola
del Crocifiſſo di Gio. Sagreſtani.
La Tavola
che ſi vede all'Altar di San Filippo è di
mano di Anton Domenico Gabbiani.
L'ultima
è di Gio. Antonio Pucci, rappreſentante la
Preſentazione di Maria al Tempio.
Lo sfondo
in mezzo alla ſoffitta è del detto Sagreſtani.
La
Tela che cuopre l'Organo è del Soderini.
I
baffirilievi di marmo ſono parte di Antonio
Montauti, e parte di Giovacchino Fortini, di
cui ſono anche le ſtatue.
In Sagreſtia vi è una
Tavola con San Filippo di Onorio Marinari.

La prima facciata della Chieſa, che è tutta
lavorata di pietra forte adornata di alcune figure
di marmo ſu condotta a fine col diſegno di
Ferdinando Ruggieri.
Nel 1772, e ſeguenti con
1 l'iſteſſa architettura d'ordine corintio, col diſe-
gno e aſſiſtenza del ſopradetto Zanobi del Roſſo
è ſtato fabbricato un magnifico, e vago edifi-
zio per teſtamento di Giuliano Serragli Patri-
zio Fiorentino in favore de' Padri della Con-
gregazione dell'Oratorio ſuoi Eredi, nella di
cui facciata vedeſi il ſuo ſtemma e inſerizione
poſta in mezzo da due Fame ſcolpite da Pom-
pilio Ticciati.
A tal fine fu gettata a terra l'an-
tichiſſima Chieſa dedicata a S. Florenzio Ve-
ſcovo d'Oranges eretta fino dal nono ſecolo
fuori allora di Firenze ſopra d'un antico Ci-
mitero Popolare coſtituito nel luogo ſteſſo,
ove ai tempi del Gentileſimo eravi ſtato un
profano Tempio della Dea Iſide, e nel luogo
dell'antica Chieſa vi hanno ſotto l'iſteſſo titolo
rifabbricato un vago Oratorio a ſtucchi con un
bel gruppo d'Angioli nel proſpetto, lavoro di
Domenico Ruſca.
Lo sfondo eſprimente l'Aſ-
ſunzione di Maria è di Gio. Traballeſi.
La
Tavola in Cornu Epiſtolae di S. Filippo in
atto di celebrar Meſſa è di Coſimo Ulivelli;
l'altra con Maria Santiſſima, e il Teſtatore
Serragli ai piedi è di Giuſeppe Fabbrini, e la
Tavola della Cantoria ove è eſpreſſo S. Flo-
renzio in atto di ricevere S. Filippo Neri è di
Geſualdo Ferri.
Vedeſi avanti la medeſima il
del
K 2 l'iſteſſa
PALAZZO de' Gondi, principiato nel 20. Lu-
1 glio 1490. che ha la facciata di pietre a bozza
molto ſignorile, di ſegno di Giuliano da S. Gallo,
che nella Sala vi fece un Cammino di baſsi-
rilievi di gran perfezione, che per quanto non
uſino oggi in ſimili luoghi, merita di ſtarvi, o
di eſſere ammirato, e lodato non poco.
Di quì
ritornando dietro la Badia, quivi vicina è la
Chieſa Parrocchiale di
glio
S. MARGHERITA nella quale oſſervaſi a man
deſtra al primo Altare il ritrovamento della
Santa Croce opera di Niccodemo Ferrucci.

In faccia a queſta dipinſe Coſimo Gamberucci
una Tavola che ſerve di ornamento a un an-
tichiſſima Immagine di S. Margherita con varie
perſone inferme che ricorrono a lei.
All'Al-
tar maggiore vi è di mano di Gio. Batiſta Mar-
mi, S. Margherita in gloria, e i due laterali
ſono di Franceſco Conti.
Al detto Altare ſtava
anticamente una Tavola di Lorenzo di Bicci
Scolare di Spinello Aretino che vedeſi collo-
cata ſopra la porta.
Tornando addietro trovaſi
in vicinanza l'
ORATORIO di San Martino, ove ſogliono
congregarſi i Buonomini.
E' celebre queſt'Ora-
torio non ſolo per eſſere ſtato fondato al tempo
di S. Antonino Arciveſcovo di Firenze a ſua
perſuaſione e conſiglio; ma eziandio per le
opere inſigni di miſericordia, che di continuo
1 vi ſi eſercitano. Ed io vero è prodigio mira-
bile della Provvidenza Divina, che queſta Caſa
ſenza fondi, o ferma rendita annuale, ma ſo-
lamente provveduta di elemoſine, e di laſciti
pii, giornalmente ſoccorra del neceſſario tante
povere Famiglie onorate.
Di quì prendendo
per la Piazza, e Via de' Tavolini ſi giunge alla
Chieſa Parrocchiale Prepoſitura di
vi ſi
ORSANMICHELE, la quale acquiſtà forma di
Chieſa, o ſivvero d'Oratorio, dacchè fu deli-
berato di chiuder le Logge, che erano ſotto
queſta gran fabbrica, in venerazione dell'Im-
magine di Maria Santiſſima, ch'è ſull'antico
Altare di marmi, che vi ſi vede.
Anticamente
era quivi la Piazza ove ſi vendeva il grano.
E
vi fu a benefizio pubblico alzato il Loggiato
nel 1387. col diſegno di Giotto, e proſeguito
da Taddeo Gaddi.
Si dice Orſanmichele, o
Orto San Michele per poſpoſizione acciden-
tale da San Michele in Orto: atteſochè fino
dal, 100, era ivi una Chieſa Parrocchiale,
intitolata San Michele in Orto, da cui pren-
deva la poſpoſta denominazione di Orto San
Michele tutta quella adiacente Contrada.
In
luogo della quale antica Chieſa, demolita per
farvi la ſuddetta Torre del grano, fu intorno
a 110. anni dopo rifatta dalla parte oppoſta
l'altra Chieſa ſotto lo ſteſſo titolo di San Mi-
1 chele in Orto. Queſto grande Edifizio dunque
da ogni parte iſolato, e con belliſſima pro-
porzione, ed ottima architettura condotto, ha
per di fuori quattordici Nicchie, in varie fogge
intagliate, ed in cui furono collocate diverſe
ſtatue, alcune di bronzo, ed alcune di marmo,
lavorate da più eccellenti Maeſtri, che fio-
riſſero in queſta noſtra Città.
Sono adunque di
Lorenzo Ghiberti il S. Matteo Apoſtolo, il
Santo Stefano preſſo la porta principale, e il
S. Giovan Batiſta dalla parte oppoſta, Baccio
da Montelupo fece la bella ſtatua di bronzo
di S. Giovanni Evangeliſta, e Donatello ne
fece tre di marmo le quali ſono opere vera-
mente maraviglioſe.
La prima è il S. Pietro
Apoſtolo, la ſeconda il S. Marco Evangeliſta,
e la terza il S. Giorgio, ſtatua, che non ha
pari, e che ſecondo il parere di tutti i Profeſ-
ſori, più ſi può commendare, che imitare.

Perlochè non è maraviglia, ſe le Repubbliche
di Venezia, e di Genova, ed altri Principi dell
Europa più volte ne fecero iſtanza, offerendo
gran ſomma di denaro, perchè foſſe loro con-
ceduta
.
Anche Nanni, o Giovanni d'Antonio,
diſcepolo di Donatello ne fece tre, cioè i
quattro Santi dentro un ſol Tabernacolo: il
S. Filippo Apoſtolo, ed il S. Eligio Veſcovo,
chiamato comunemente Santo .
D' Andrea
1 Verrocchio è il S. Tommaſo Apoſtolo, che
mette il dito nel Coſtato di Criſto, opera molto
ſtimabile, allato alla quale è la ſtatua di S. Luca
Evangeliſta di mano di Gio. Bologna, ſcolpita
in bronzo con ſingolare artifizio.
In Chieſa ſi
vede un Tabernacolo, o Cappella iſolata,
tutta di marmi vagamente intagliati, ed abbel-
lita di baſſirilievi, per opera, diſegno, e in-
duſtria di Andrea Orcagna, che la finì nel 1359.
e coſtò 96. mila Fiorini d'oro; e nel predetto
Tabernacolò s'adora un Immagine di Maria
Vergine molto antica, dipinta da Ugolino
Seneſe, e tenuta ne' tempi andati in ſomma
venerazione, avvegnachè fino al tempo della
terribile, e ſpaventoſa peſte nel 1348. che in-
fettò la maggior parte dell'Europa, incomin-
ciaſſe a fiorire il di lei culto, concorrendovi
grandiſſimo popolo con offerte, delle quali in
breviſſimo tempo ſi poterono accumulare più
di trecento mila fiorini d'oro, parte impiegati
in ſovvenimento dei poveri, e parte nell'ador-
nare queſta Chieſa.
Dietro l'Altare vi è un
baſſorilievo dell'Orcagna, Architetto del Ta-
bernacolo, ove ha egli eſpreſſo a maraviglia il
ſuo ritratto.
Sono ancora ſopra l'Altare Mag-
giore tre ſtatue di marmo, cioè Sant'Anna,
la Santiſſima Vergine, ed il Bambino Gesù di
mano di Franceſco da Sangallo; ſiccome ne'
1 pilaſtri alcune belle pitture antiche, cioè di
Lorenzo Credi, d'Agnolo Gaddi, e d'Iacopo
del Caſentino, da cui fu dipinta la volta, alla
quale nel 1770. fu dato di bianco.
Vi è inoltre
un Criſto Crocifiſſo di legno, avanti il quale il
grande Arciveſcovo S. Antonino ſoleva da gio-
vanetto giornalmente fare orazione.
Nell'Al-
tare dicontro vi è un Immagine di Maria col
Figlio in collo ſcolpiti in marmo da Simone da
Fieſole allievo del Brunelleſco.
Nelle ſtanze
ſopra la Chieſa fu dal Granduca Coſimo I. l'an-
no 1569. eretto il pubblico e generale Archivio
di Firenze, dove ſi conſervano innumerabili
Scritture, e tutti gli ſtrumenti pubblici dei Notari
dello Stato Fiorentino, ſtato tutto di preſente
in buona forma diſpoſto, e abbellito.
Paſſando
dipoi nella Piazza, oſſerviſi il
chele
Ver-
pila-
PALAZZO VECCHIO, fabbricato col diſegno
d'Arnolfo, famoſo Architetto di varie fabbri-
che di queſta Città, e della Chieſa del Duomo.

E dando un occhiata alla magnificenza di que-
ſta Fabbrica, alla Torre. o Campanile alto
braccia cento cinquanta, ſoſtenuto da quattro
colonne groſſiſſime, le quali rendono mirabile,
e prodigioſo queſto Edifizio; ammireremo nell'
ingreſſo, o ringhiera del Palazzo a man deſtra
la ſtatua giganteſca di marmo, opera del Ban-
dineili, che rappreſenta quando Ercole abbatte
1 Cacco, e dalla ſiniſtra quella di David ſcolpita
del Buonarroti, fatta negli anni ſuoi giovenili.

Due figure, o termini di marmo parimente ſi
vedono. uno di mano del Bandinell:, l'altro
di Vincenzio Roſſi ſuo Scolare Entrando nel
Cortile, vedeſi in mezzo una Fontana di por-
fido, ſopta la quale ſcherza un fanciullo ſcol-
pito in bronzo, di mano d'Andrea Verrocchio.

Era queſto Cortile anticamente ſoſtenuto da
colonne di mattone, ma eſſendo quaſi del tutto
guaſte, coll'acuto ingegno di Michelozzo Mi-
chelozzi furono ſoſtituite queile di pietra forte
che lo ſoſtengono di preſente, lavorate con
belle grotteſche ſenza danno veruno della fab-
brica
.
Tra le coſe degne di lode vi è una
ſtatua d'Ercole, che uccide Cacco, di mano
di Vincenzio Roſſi da Fieſole, non inferiore
a quella del Bandinelli ſuo Maeſtro.
Salendo
al primo appartamento, trovaſi un magnifico
Salone lungo braccia 90., e largo braccia 37.
la ſoffitta del quale, come altresì le pareti, ſono
dipinte da Giorgio Vaſari con ſingolar maeſtria.

In 39. quadri della ſoffitta, con belliſſimi in-
tagli, e ornamenti dorati, ſi rappreſentano
l'azioni, e fatti più ſegnalati della noſtra Città,
e della Real Caſa de' Medici, madre fecon-
diſſima d'uomini illuſtri. e Eroi.
Nelle pareti
ſi vede dipinta a freſco la guerra, e preſa di
1 Siena, la Battaglia di Marciano, l'aſſedio di
Piſa, e altre memorabili impreſe.
Anco negli
angoli del predetto Salone, ſi vedono quattro
gran quadri dipinti a olio, due de' quali ſono
di mano del Ligozzi, e gli altri due del Cigoli,
e del Paſſignano in uno di quei del Ligozzi,
ſi rappreſenta quando San Pio V. incorona Co-
ſimo I. creandolo Granduca di Toſcana, e
ornandolo di Corona e Manto Reale; E nell'
altro ſono figurati quei dodici Fiorentini, che
da varj Potentati del Mondo, in un medeſimo
tempo furono mandati Ambaſciatori a Bonifa-
zio VIII. Sommo Pontefice, de' quali cantò
il Verino.
Cacco,
Siena,
Romanae merito Antiſtes Bonifacius Urbis,
Cum Florentinos diverſis partibus Orbis
Vidiſſes Romae Regum mandata ferentes,
Terrarum ſemen, tum quinta elementa vocavit.
In quello del Cigoli mirabilmente ſi rappre-
ſenta quando Coſimo ancor giovanetto di 18.
anni, fu eletto Duca di Firenze, e da tutti i
Senatori, che lo eleſſero inchinato per loro
Sovrano: e finalmente in quello del Paſſignani
ſi dimoſtra la ſolenne funzione celebrata in
Firenze, quando il medeſimo Coſimo preſe
l'Abito della Religione di S. Stefano Papa, e
1 Martire, della quale fu il primo Fondatore,
e Gran Maeſtro.
Ma che diremo delle Sculture,
che vagamente adornano la gran Sala?
Sono
in faccia di eſſa tre grandi ſtatue di marmo
maggiori del naturale, cioè quella di Leon X.
Sommo Pontefice nella nicchia del mezzo,
quella di Giovanni de' Medici Padre di Coſimo
a man deſtra, e quella del Duca Aleſſandro a
man ſiniſtra, ſiccome dai lati ſi vede la ſtatua
di Clemente VII. e dicontro quella del Gran-
duca Coſimo I., tutte di mano del Cavalier
Bandinelli
.
Sopra tutte ammirabile è la ſtatua
della Vittoria, che ha ſotto di ſe un prigione,
di mano del Buonarroti; il quale deſtinata
l'avea per il Sepolcro di Giulio Il. ma non
avendola affatto terminata, laſciolla in Firenze.

Seguono a queſta i ſei gruppi di Vincenzio
Roſſi, ne' quali ſi rappreſentano le forze d'Er-
cole, cioè quando ſoffoga Anteo, quando uc-
cide il Centauro, quando getta Diomede a' Ca-
valli che lo divorino, quando porta il Porco
vivo in ſpalla, quando aiuta ad Atlante reg-
gere il Cielo, e quando vince la Regina delle
Amazzoni, opere tutte degne di lode, e nelle
quali, come ſerive il Borghini, ſi veggono
belliſſime, e fiere attitudini, e grandiſſima di-
ligenza nell'arte, e tra queſte ſtatue fu collo-
cato nel 1720. il gruppo di Adamo ed Eva,
1 col Serpente, di mano di Baccio Bandinelli,
rimoſſo dal Coro della Metropolitana.
Da
queſta all'altre ſtanze paſſando del medeſimo
appartamento, vedremo molte pitture a ſreſco
del Vaſari, col diſegno del quale fu queſto
Palazzo in gran parte riordinato.
Ma ſalendo
agli appartamenti di ſopra, nella Sala chiamata
dell'Orivolo, troveremo una figura di marmo,
che rappreſenta un Davidde di mano di Dona-
tello, ed un'altra di S. Gio. Battiſta ſopra la por-
ta già dell'Udienza, di mano di Benedetto da
Maiano, amendue grandemente lodate da' Pro-
feſſori
.
Da queſta ſtanza s'entra nella ricchiſſima
Mar-
col
GUARDAROBA di S. A. R. piena di coſe pre-
zioſe di vaſi d'oro, e d'argento, e di ſuppel-
lettili, e ornamenti belliſſimi.
Tra queſto ci è
il famoſo Paliotto deſtinato da Coſimo II. per
voto a S. Carlo Borromeo in Milano in caſo
che ſi riſtabiliſſe in ſalute, che eſſendo morto
rimaſe quà.
Vi ſono in eſſo 84. libbre d'oro
e libbre 7. e mezza di perle, e pietre prezio-
ſe
.
Si traſporta, e ſi eſpone al pubblico nella
Cappella Reale il Giovedì Santo.
Nella Sala
dell'Udienza vecchia, vedremo dipinte a fre-
ſco belle Storie di mano di Franceſeo Salviati,
che rappreſentano alcuni fatti più ſingolari di
Furio Cammillo.
La contigua ſtanza ove era
la Cappella è dipinta dal Ghirlandajo.
Vedute
1 queſte, ed altre coſe nel Palazzo Vecchio, fa-
remo ritorno nella medeſima Piazza, per oſ-
ſervare in eſſa, la bella e grandioſa
que-
LOGGIA, ſotto la quale riceve ogn'anno gli
Omaggi S. A. R. per la Feſta di S. Giovanni,
fabbricata col diſegno d'Andrea Orcagna, Pitto-
re, Scultorè, e Architetto Fiorentino nel 1356.,
e nell'età ſua valentiſſimo.
Sotto gli archi eſte-
riori di queſta Loggia ſi vedono tre belle Sta-
tue, ciaſcheduna delle quali merita ſomma lode.

La prima ſcolpita in bronzo per mano di Do-
natello, rappreſenta Giuditta, appiè della quale
giace Oloferne immerſo nel ſonno, ſopra cui
queſta Amazzone ſi vede vibrare il colpo, per
recidere il capo all inimico.
Nella ſeconda
Statua, ſcolpita in bronzo da Benvenuto Cellini,
vien figurato un Perſeo, che ha nella deſtra il
ferro, e nella ſiniſtra la teſta di Meduſa reciſa
dal buſto, tutta grondante ſangue, e ſenza ſpi-
rito, giacente appiè dell'ucciſore.
E' commen-
data queſta figura in ogni ſua parte, e ben di-
moſtra il valore di Benvenuto, il quale così
felicemente conduſſe l'opera, che non un bron-
zo inſenſibile, ma una figura viva, ed animata
raſſembra
.
Degno ancora di molta lode ſi è il
baſſorilievo di brorzo, che ſerve di ornamento
alla baſe, nel quale ſi vedono Andromeda, e
Perſeo, con altre figure, che tutta l'Iſtoria
1comprendano. Nella terza, ch'è più d'ogni
altra ſtimabile, s'ammira un gruppo di tre
figure di marmo, mirabilmente ſcolpite da
Gio. Bologna, denotante il ratto d'una Sabina.

Nel vecchio caduto a terra per l'impeto del ſuo
nemico, vien figurato il Padre della fanciulta,
in atto d'impedire la fuga al rapitore; nel
giovane di corpo robuſto, ſi rappreſenta un
Soldato Romano, che in occaſione de' giuo-
chi pubblici nella nuova Città di Roma cele-
brati, rapiſce al Padre una Donzella Sabina,
e nella femmina tenera. e delicata ſi dimoſtra
la Donzella rapita, vedendoſi nell'iſteſſo tem-
po in queſto ammirabil gruppo rappreſentante
le tre età, cioe la gioventù, la virilità, e la
vecchiezza
.
E finalmente in tutte le tre figure
ſi riconoſce una vivezza grande, che chiun-
que fiſſamente le mira, non ſi ſazia di com-
mendarle in eſtremo; nella baſe è un baſſori-
lievo, fatto con ſomma induſtria, e diligenza,
dove tutta l'iſtoria del rapimento delle Sabine
ſi rappreſenta.
Nell'ingreſſo di qu ſta Loggia
ſono ſtati poſti due gran Leoni ſcolpiti in
marmo fatti quì traſportare da Roma, ove
eſiſtevano nel Giardino del Palazzo di S. A. R.
alla Trinità de' Monti in uno dei quali vi ſi
legge il nome dello Scultore, che fu Flammi-
nio Vacca Romano.
Nella facciata interna
1 della medeſima nel meſe di Luglio 1789. fu-
rono erette ſei gran Baſi, ſopra le quali nei
primi giorni del ſeguente Agoſto vennero col-
locate ſei belle antiche ſtatue coloſſali di Fem-
mine ſcolpite in marmo rappreſentanti alcune
Sabine Sacerdoteſſe di Romolo, come ſi legge
nella Deſcrizione di Roma moderna del Roſſi,
ſtate parimente traſportate da Roma, dove
eſiſtevano nel Portico del ſopradetto Real Pa-
lazzo ſtate reſtaurate dall'abiliſiimo Scultore
Sig. Franceſco Carradori, che con la ſua di-
rezione furono quivi collocate.
In una parere
della medeſima vi ſi legge la memoria della
mutazione del cominciare e contar l'anno che
ſi era uſata in Firenze ai 25. di Marzo fino al
1749., ed ora dal 1750. in poi ſi preſe lo ſtile
comune dal primo Gennajo, come in eſſa ſi
deſcrive
.
Sul Canto del Palazzo vedeſi la
com-
della
FONTANA fatta fare dal Granduca Coſimo I.
col diſegno, e induſtria dell'Ammannato, che
da Filippo Baldinucci negli eruditi ſuoi De-
cennali vien deſcritta colle ſeguenti parole:
Appariſce nel mezzo di un gran vaſo pieno
di limpidiſſime acque ſgorganti da molti zam-
pilli, il qual vaſo è figurato pel Mare, il
gran Coloſſo del Nettunno, alto dieci brac-
cia, ſituato ſopra un Carro, tirato da quattro
Cavalli marini, due di marmo bianco, e
1 due di miſtio, molto belli e vivaci; il Net-
tunno ha tra le gambe tre figure di Tritoni,
che inſieme con eſſo poſano ſopra una gran
conca marina in luogo di Carro.
Il vaſo è
di otto facce di marmo miſtio, quattro mi-
nori, e quattro maggiori.
Le quattro mi-
nori ſon vagamente arricchite con figure di
fanciulli, ed altre coſe di bronzo, come
chiocciole marine, cornucopie, cartelle, e
ſimili; s'inalzano ſul piano delle medeſime
certi imbaſamenti, ſopra ciaſcheduno dei
quali poſa una ſtatua di metallo maggiore
del naturale, e ſono in tutte quattro, due
femmine che rappreſentano Teti, e Doe, e
due maſchi figurati per due Dei marini.

All'una, e all'altra parte di ciaſcheduna di
queſte facce minori ſono due Satiri di me-
tallo in varie attitudini.
Le quattro facce
maggiori ſono tanto più baſſe, quanto baſti
per poterſi da chiccheſſia godere la limpi-
dezza dell'acqua, la quale traboccando gra-
zioſamente è ricevuta da alcune belle nic-
chie, e nel gran vaſo; ed in ſomma in tutto
è così ben diſpoſto, e con ranta maeſtà or-
dinato, che è proprio una maraviglia,,.
Vi-
cino alla Fontana, ſopra gran baſe di marmo,
è una belliſſima
due
STATUA equeſtre di bronzo di mano di Gio-
1 vanni Bologna fatta erigere l'anno 1594. dal
Granduca Ferdinando I., in memoria di Co-
ſimo ſuo Genitore.
Adornano le facciate di
queſta tre Baſſirilievi di bronzo dell'iſteſſo au-
tore, in uno de'quali ſi rappreſenta la Coro-
nazione del mentovato Granduca Coſimo, fat-
tale in Roma da S. Pio V. nel 5 Marzo 1570.
da eſſo meritata Ob zelum Religionis, praeci-
puumque Iuſtitiae ſtudium,
come ſi legge
nell
'Iſcrizione.
Nel ſecondo la glorioſa entrata
nella Città di Siena obbediente al ſuo coman-
do, dopo la conſeguita vittoria.
E nel terzo,
quando dal Senato Fiorentino, eſſendo egli
ancor giovanetto ne fu creato Duca di Firenze,
laſciando luogo nella quarta facciata ad una
nobile, ed altrettanto erudita Iſcrizione del
ſeguente tenore.
L vanni
Coſmo Medici Magno Etruriae Duci Primo
Pio Felici.
Invicto Iuſto Clementi Sacrae Militiae Paciſq.
In Etruria Authori Patri & Principi optimo;
Ferdinandus F. Magnus Dux III. erexit
A. M. D. L. XXXXIIII.
In queſta Piazza è da oſſervarſi preſſo la
Statua Equeſtre di Coſimo la facciata del Pa-
lazzo degli Uguccioni, diſegno di Andrea Pal-
ladio
.
Dopo la Piazza oſſerveremo la grandioſa
FABBRICA DEGLI UFIZI, o Magiſtrati della
1 Città, la quale ordinata dal Granduca Coſimo I.
col diſegno di Giorgio Vaſari riuſcì, come ſi
vede, belliſſima, e ragguardevole in ogni parte.

L'Architettura di tutto queſto edifizio è d'or-
dine Dorico abbellito di cornici, e pietre la-
vorate con pulitezza non ordinaria.
A man de-
ſtra dietro alla Loggia detta de' Lanzi ſi trova la
Città,
REALE ZECCA, ove di continuo fi battono
e ſi cambiano diverſe Monete, per conto
del Sovrano, che di altri Mercanti particolari.
Nelle nicchie di queſta grandioſa Fabbrica,
che per di fuori ſi mirano, avea diviſato il
Granduca Coſimo I. di collocarvi le Statue dei
più illuſtri Cittadini di queſta Patria; ma non
potè adempire il bel diſegno prevenuto dalla
morte
.
Sotto il Loggiato, che ſoſtenuto da
colonne, e pilaſtri, gira tutta la Fabbrica, vi
ſi trovano le reſidenze di varj Tribunali uni-
ti in queſto luogo per comodo univerſale.

In fondo a queſta Loggia ſull'Arno vedeſi in
alto la Statua di Coſimo I. ſcolpita da Gio. Bo-
logna, e l'altre due giacenti che la pongono
in mezzo rappreſentanti una l'Equitì, e l'altra
il Rigore ſono di mano di Vincenzio Danti;
e ſotto l'arco di queſta Loggia fu poſta il
di 2. Aprile 1789. la Statua di Neſſo Cen-
tauro ſcolpita da Gio. Bologna, ſtata levata
e quivi traſportata dal Canto dei Carneſecchi,
1 ove era ſtata collocata ſino degl'8 Aprile 1600.
Quivi ſotto al Loggiato ſi ſale alla pubblica
L 2 ove
LIBRERIA MAGLIABECHIANA ſondata a bene-
fizio pubblico dal celebratiſlimo Antonio Ma-
gliabechi, aumentata dal Cav. Ant. Franceſco
Marmi: Dipoi dall'Auguſtiſſimo Imperatore
Franceſco I. accreſciuta colle Librerìe Gad-
di, e Biſcioni, ed ultimamente dal Re-
gnante Noſtro Real Sovrano vi è ſtata fatta
unire la maſſima parte della Librerìa Mediceo-
Lotaringia del ſuo Palazzo, con farvi accre-
ſcere ſtanze per collocarvi molti Manoſcritti;
e vi furono ultimamente unite le Librerìe del
fu celebre Dottor Gio. Lami, della Badia di
Fieſole, della maggior parte di quella dello
Spedale di S. Maria Nuova, parte di quella
degli eſtinti Geſuiti, e dei ſoppreſſi Conventi
de' Teatini, dei Minimi di S. Franceſco di
Paola, dei Domenicani di Montepulciano ec.,
e del maggior numero dei rari manoſcritti
della celebre Librerìa Strozziana, contandoſi
in eſſa ſopra novantamila Volumi ſtampati. e
tra eſſi una numeroſa Raccolta di ſopra a 3000.
Opere diverſe in varie Lingue, impreſſe nel XV.
Secolo, molte delle quali di un eſtrema rarità,
e ſopra ottomila Codici Manoſcritti, nella ſtanza
dei quali è da oſſervarſi una belliſſima Madonna
di Carlo Maratta: talmentechè ora queſta Bi-
1 blioteca è la più copioſa di Libri d'ogni
ſorte che ſia nella Città, ed una delle più
celebri dell'Italia, aſſai frequentata dagli Stu-
dioſi e Letterati, e che molto merita di eſ-
ſere veduta, e oſſervata.
Eſſendo ſtate con Mo-
tuproprio
di S. A. R. del 7. Luglio 1783.
unite le tre Accademie Fiorentina, della Cru-
ſca, e Apatiſti, e levate dal loro antico luogo
di via dello Studio, fu ordinato che una ſola
ſe ne formaſſe ſotto il primo antico nome di
R. Accademia Fiorentina, e che ſi adunaſſe nelle
mattine di varj Giovedì non impediti in queſta
Librerìa, come ſi ſa in tali mattine alle ore 11.
con gran concorſo di Letterati, e Popolo,
leggendoviſi ogni volta da qualche Lettor Pub-
blico, o altro Accademico, o Letterato un'eru-
dita Diſſertazione, dipoi è data a chiunque li-
bertà di recitarvi delle Poetiche Compoſizioni
in qualunque lingua.
Eſcendo da queſta verſo
il Palazzo alla penultima Porta trovaſi la
blio-
REAL GALLERIA, alla quale vi ſi ſale per
una ſpazioſa ſcala in quattro branche, che
l'ultime due ſono ſtate fatte poch'anni addie-
tro d'ordine del Regnante Sovrano; il quale
ha talmente arricchito, e accreſciuto di tante,
e rare pitture, ſculture, e altro queſto luo-
go, che nulla di più ſi può deſiderate, e che
qualunque ſiaſi Foreſtiere di qualſivoglia rango
1 reſta attonito, e ſodisfattiſſimo nel rimirare, e
conſiderare tali innumerabili rarità 1.
reſta
Salite le due prime ſcale avanti di montare
le altre due nuove branche ſono da vederſi le
ſtanze di quelli Artefici, che lavorano per S. A. R,
e ſpecialmente ſanno eccellenti quadri, tavole,
e altre finiſſime ſorprendenti opere in pietre
dure condotte all'ultima perfezione, lavoro
unico nell'Europa, che è ſtato ſempre un
oggetto particolare dei Sovrani di Toſcana, e
la cui direzione è appoggiata al Sig. Luigi
figlio del già Coſimo Siries.
Accanto a queſte ſtanze in faccia alla nuova
ſcala vi è l'Archivio Diplomatico, in cui per
ordine di S. A. R. vi ſono ſtati collocati un
numero immenſo di antichi Documenti ſcritti
in Cartapecora che aſcendono a più di ſet-
tantamila, che ſparſi ſi trovavano in diverſi Luo-
ghi, e Archivj della Toſcana, nel quale vi ſi
vede tra gli altri un antichiſſimo Papiro del V.
1 Secolo, di cui ne è ſtata data alla luce nel 1781.
una illuſtrazione col ſaggio del carattere di
eſſo, e una Diſſertazione riguardante l'ere-
zione di tale utiliſſimo Archivio.
Salendo dipoi al ſuperiore appartamento,
che fu aggiunto dopo la prima fabbrica degli
Ufizj dallo ſteſſo Vaſari architetto della mede-
ſima, in cima alla ſcala ornata da una bella
ſtatuetta antica, rappreſentante un putto, e
altra ſtatua di un Bacco, trovanſi in primo
luogo due vaghi Ricetti ornati di diverſe
opere di Scultura antiche, e di otto buſti che
ſette dei Granduchi che la fondarono e arric-
chirono, col loro reſpettivo elogio ad ogni
buſto, e l'altro del Cardinal Leopoldo de' Me-
dici che molto fece per lei.
Vi ſono altre duo
belle ſtatue di Sileno con Bacco, e Marte,
tutte due di bronzo: due Cani ſedenti mag-
giori del naturale; due Teſte una di Cibele, e
l'altra di Giove; quattro Statue, rappreſentanti
un Marte in marmo grigio; una Romana velata
dello ſteſſo marmo, con mani, volto ec. bian-
co; un Prometeo; un Ati reſtaurato per un
Re barbaro; Vi eſiſtono pure varj Sarcofagi
uno con un Baccanale, e l'altro con le 9. Muſe;
altro, ove è figurato un giovine Eroe con una
comitiva di Cacciatori, vedendoſi in un lato il
ſacriſizio fatto a Diana prima di portarſi alla
1 Caccia, e dall'altro ſtà in atto di ferire un Cin-
ghiale; altro Sarcofago eſprime la Favola di
Fetonte con la Corſa Circenſe; ſono aſſai
oſſervabili le due colonne quadrangolari ti-
piene da ogni lato di ſimboli di vittorie terre-
ſtri, e marittime con un infinito numero di
apluſtri, di prore, timoni, ancore, celate,
ſcudi, e altri ſegni militari.
Se-
Cac-
Entrati nel belliſſimo Corridore, o ſia quella
parte della fabbrica, che propriamente diceſi
Gallerìa, che è diviſa in due Corridori che quello
a Levante è braccia 255. 1/2, quello a Ponente
braccia 251 1/3 larghi braccia 11 2/3, che fra
di loro ſi comunicano, mediante un altro Cor-
ridore in faccia lungo braccia 67 2/3 vedeſi una
rariſſima raccolta di pitture, e di ſculture, che
può conſiderarſi come un gran Muſeo anche da
ſe ſolo, e ſenza le adiacenze di altre venti ſtanze,
che lo circondano.
Sono primieramente da oſſer-
varſi le pitture delle Volte le quali preſentano
tre diverſi guſti della Scuola Fiorentina corri-
ſpondenti alle tre epoche, in cui ſon fatte.
Le prime a Levante lavorate nel 1581. re-
gnando Franceſco I. contengono ſoggetti per
lo più mitologici, ornati a grotteſchi.
La tra-
dizione aſcrive al Poccetti tutta l'opera, ma
gl'intendenti vi ravviſano, oltre la ſua, le
maniere di più maeſtri.
L'altra parte è di
1 diverſa Scuola che fioriva nel Regno di
Ferdinando II verſo il 1668., ove con figu-
re ſimboliche ſi rappreſentano le Scienze, e
l'Arti più nobili, intorno alle quali ſono i
Ritratti degli Uomini più illuſtri di Toſcana,
che in ſommo grado le proſeſſarono; quivi
ſi vedono i Filoſofi, e Mattematici più rino-
mati; i Poeti, e gli Oratori più celebri; i
Legiſti, e i Medici più ſingolari; gli Scrittori
di varia erudizione; gli Uomini più accreditati
nella prudenza, e nel governo; quei che ſi
ſegnalarono nell'armi, negli onori, e nelle
dignità più coſpicue; i Santi, i Beati, i Fon-
datori di Religioni, e di ogn'altro genere di
azioni glorioſe della Patria ec., l'invenzioni
delle quali furono ideate, e date ai Pittori dal
Conte Ferdinando del Maeſtro Cavaliere eru-
ditiſſimo
.
L'incendio del 12. Agoſto 1762.
che conſumò dodici ſpartiti grandi di queſte
volte, ha dato luogo ai Pittori di una terza
epoca di collocarvi la lor maniera.
Eſſi vi han
fatte rivivere le idee del Conte Ferdinando con
poca alterazione nella ſoſtanza, ma con molta
maggior vivacità, e leggiadria nello ſtile 1.
di-
Que-
1
Queſta è l'epoca del Regnante Pietro Leopol-
do feliciſſima.
Oſſervando le pareti di queſti cor-
ridori, ſi vedono in alto circa 500. Ritratti d'Im-
peratori, Pontefici, Regj, Principi, Cardinali,
Miniſtri, e Letterati di ogni profeſſione, e Mili-
tari di gran nome.
Nel fine vedeſi la ſerie dei Prin-
cipi della Caſa di Lorena in 22. quadri.
Sotto a
queſti Ritratti ſono ripiene le medeſime pareti
di belliſſime Tavole di diverſe Scuole.
Nel Corridore a Levante preſſo il fineſtrone
ſono di Ciro Ferri una Nunziata, e un Croci-
fiſſo; invenzione del Sarto, e copia dell'Em-
poli è una ſacra Famiglia in tavola bislunga.

Del Baſſano ſono due quadri del diluvio, e di
Mosè poſti fra loro in poca diſtanza: del Mar-
tinelli la Cena di Baldaſſarre; del Vaſari una
ſacra Famiglia, e ivi appreſſo minor di mole
è il Perſeo liberatore di Andromeda, fu la qual
favola ſieguono in altro ſito due tavole com-
pagne, la prima è di Pier di Coſimo; le ſe-
guenti tengono della ſteſſa maniera, ma non
la uguagliano L'Apollo Sole vien dalla Scuola
di Rubens Carlo Caliari è il pittore di quella
noſtra Signora, a cui fan corona S. Frediano
Veſcovo e Protettor di Lucca ed altri Santi;
lo Spagnoletto del S. Pietro; di un'altra ſa-
cra Famiglia il Biliverti, a cui pure apparten-
gono due grandi Tavole, che s'incontrano
1 poco appreſſo, un Giuſeppe Ebreo, e una
Suſanna
.
Grandi ſono ſimilmente la Corona-
zione di noſtra Donna del Portelli, e la Trinità
con S. lacopo, ed altri Santi di Tommaſo da
S. Friano.
Nelle medeſime vicinanze han luogo
queſti altri tutti minori; la Maddalena di Cri-
ſtofano Allori; altra del Cagnacci; la Nun-
ziata, e l'Angiolo del Bronzino; il S. Fran-
ceſco orante del Cigoli; Gesà, e Maria fra'
Santi Bartolommeo, e Biagio del Pinturicchio:
il Preſepio di Matteo Roſſelli.
Preſſo i due
Biliverti ſopraccennati, e intorno alle due
grandi battaglie del Borgognone, ſon di Gior-
dano il Pilato che ſi lava le mani, e la de-
poſizione di Criſto dalla Croce; l'altra depo-
ſizione di antica maniera oltramontana ſi aſcrive
ad Alberto Durero, e ad Andrea del Sarto
l'Ercole al bivio.
Dopo il Mosè al Nilo,
ch'è opera di Benedetto Luti, ſuccede l'Epu-
lone pur di Baſſano, il Salomone del Vicen-
tino, l'Aſſuero del Paſſignano; ai quali van
congiunti due quadretti l'uno del Gabbiani,
ed è una ſacra Famiglia; nell'altro che è un
tempio di Ercole pare accennato il nome, e
vi ſi vede lo ſtile del Franciabigi.
Ultimi da
queſto lato, e del numero de' grandi ſono il
Tancredi del Vannini, la Trasfigurazione di
Giordano, S. Ivo, e varj Beati dell'Empoli, le
1 Sabine del Caſtelli, la Samaritana creduta del Bi-
liverti, il ratto di Elena di Raffael Vanni, la Ve-
nere con Cupido di Giovanni da S. Giovanni.
poco
Sa-
Siegue nel Corridore di mezzo un tondo
con la Epifania dipinta da Domenico Ghirlan-
daio, il martirio de' SS. Pietro e Paolo in due
quadri, che ſi recano a Luca di Olanda, e
un altro pure, che rappreſenta una noſtra
Donna lumeggiata a oro.
Nel Corridore a Ponente, tacendone ſimil-
mente alquanti, vi è Criſto della Moneta del
Cappuccin Genoveſe, l'Adorazione dei Magi
del Botticelli, l'Adamo ed Eva del Florio,
una caſcata di Tivoli di Michele Wuthij, una
Vergine in trono del Perugino con quattro
Santi ai lati, il Leandro del Geminiani; a cui
vanno anneſſi una Medea, e un altro quadretto
del Caſtiglioni, che rappreſenta animali, ſog-
getto uſitatiſſimo a tal Pittore, e replicato in
due ſimili tele poco lontane.
Opra del Teſta
è la Didone ſul rogo.
La riſurrezione di Laz-
zaro di Paolo Veroneſe, quantunque abbia
ſofferto nel colorito non laſcia di eſſere uno
de' pezzi più inſigni della raccolta; al quale
inferiore è vero, ma bello in ſuo genere è il
vicino ſacrifizio d'Iſacco di Livio Mehus.
Ai
due Baſſani che figurano l'ingreſſo degli ani-
mali nell'Arca, e il chiuder dell'Arca, vuolſi
1 aggiungere un Coſimo, e un Lorenzo de' Me-
dici ritratti dal Vaſari, e un S. Filippo del
Berrettini abbozzato ſoltanto.
La grand'Epi-
fania può dirſi una delle più celebri pitture
di Filippo Lippi, e Vaſari gl'indizj per
riconoſcerla
.
Un ritratto di Principeſſa è del
Douven: altro ſimile del Van-Dyck, quello
del P. Panigarola è di Lavinia Fontana; e
due di Cacciatori ſono del Caſſana.
La lieta
Cena notturna di Campagnuoli è creduta di
Gherardo, e di ſimil maniera due altri quadri
bizzarriſſimi ſieguono con poco intervallo.
II
S. Luce è del Volterrano, e le nozze ſono di
Giovanni da S. Giovanni.
Succedon altri mi-
nori de' due predetti; il ratto di Ganimede del
Gabbiani, un Epifania di Rubens copiata da
M. Giuſto, e della ſteſſa mano una copia della
Notte celebre del Correggio; una battaglia
abbozzata da Tiziano; la creazione di Eva, e
tre altre Storie di eſſa e di Adamo dipinte dal
Caliari giovane; un Calvario di Brughel, un
Crocifiſſo di Santi di Tito, un S. Antonio
Abate di Salvator Roſa, varj tondi della Scuola
Fiorentina tutti di Madonne; uno de' quali,
ove Maria Santiſſima, e un'Angiolo adorano
il S. Bambino pare del Baldovinetti.
Reſtano
dalla medeſima banda un'adorazione de' Paſtori
di Santi di Tito, una Carità del Salviati, un
1 Paeſe di Thiers, una Vergine di Luca Signo-
relli, un Tobbia di Andrea del Satto, un An-
dromeda abbandonata del Guercino, un ri-
tratto del Duca Aleſſandro dei Medici del
Vaſari, e Criſto morto di Stefano Pieri Fio-
rentino ec.
ag-
Paeſe
Inoltre appoggiati alle pareti poſano nel piano
ſopra baſi oltre a 100. Buſti di marmo con teſte
antiche tramezzate da 50. Statue intiere, oltre
il Cavallo, il Gruppo del Laoconte del Bandi-
nelli, quelle di bronzo di cui ſi parlerà quì a
baſſo, ed il Cinghiale, con belliſſima ordinanza
diſpoſte, di pregio, e di bellezza non ordinaria.

Tralle Teſte che compongono la ſerie degl'
Imperadori Romani, cominciando da Giulio
Ceſare ſino a Giuſtiniano, e delle Donne Au-
guſte non meno ſtimabili di quelle dei Ceſari,
molte ve ne ſono pregevoli per il lavoro, c
la rarità: tralle ſtatue è degna di oſſervazione
e di ſtima il Bacco di Michelagnolo, che nulla
ha da invidiare alle antiche; ſono ancora di
particolare attenzione un Obeliſco Egiziano
con molti ſegni geroglifici dai 4. lati, tre ſtatue
di bronzo antichiſſime, e di eccellente mani-
fattura, delle quali una che rappreſenta un
Idolo è di maniera greca, l'altra che figura
una Minerva, forſe è Etruſca come la terza
che rappreſenta un Augure in atto di parlare
1 al Popolo la quale porta de' caratteri nel lembo
della veſte.
Appreſſo vi è anche la Chimera
pezzo raro con lettere etruſche pure nella
zampa deſtra davanti.
al
Terminato il giro del Corridore a Ponente
ſi entrerà da queſta parte ſulla Terrazza ſopra
alla così detta Loggia de' Lanzi, trovandoviſi
in un luogo coperto che forma la prima ſtanza
un Muſeo di antichità Etruſche, Urne Se-
polcrali, Tegoli, Olle cinerarie, e altre ſimili
materie, leggendoviſi in ogni nicchia alcuni
Cartelli che indicano il genere di dette anti-
chità, e il luogo di dove ſono ſtate eſtratte.
Tornando poi nel Corridore contiene la
ſeconda Camera una raccolta di Bronzi mo-
derni ove moltiſſime ſtatuette d'invenzione vi
ſi conſervano, e i modelli di molte ſtatue
di Firenze, che d'altrove, e la copia varie
altre ſtatue, antiche che moderne, che ri-
trovanſi in varie parti dell'Europa, come ſono
il Faunetto di Spagna, il Cincinnato, e la
Diana di Verſailles, il Laoconte, l'Apollo,
il Meleagro di Belvedere, l'Ercole, la Flora,
il Toro Farneſiano, i due Satiri, il creduto
Gladiatore, il Giovane che ſi trae la ſpina, il
M. Aurelio del Campidoglio; i due gruppi
della Piazza Quirinale; il Sileno con Bacco,
e l'Ermafrodito di Caſa Borgheſe.
Alcuni di
1 queſti moderni ſono di nuovo acquiſto, come
il Ratto delle Sabine; e ſpecialmente un Putto
ſtato già in Caſa Doni, che alcuni vogliouo
lavorato da Donatello, ſtatua veramente bel-
liſſima non meno che il David dello ſteſſo Mae-
ſtro, che è in queſta camera.
Il Vaſari ha
lodato queſto nella vita di tanto Artefice, e
ſimilmente un ſuo baſſorilievo della Croci-
fiſſione, che quì eſiſte.
Vi è pure la ſtoria del
Serpente di bronzo, e un altro baſſorilievo di
Vincenzio Danti menzionati dallo ſteſſo Va-
ſari: e di man più recente il S. Giuſeppe, il
S. Franceſco Saverio, la S. Tereſa del Soldani,
e la copia della Ifigenia Medicea, e del Bac-
canale Borgheſiano eſpreſſi in antiche urne; per
tralaſciare varj candelabri e attrezzi domeſtici
lavorati ad emulazione degli antichi, e non
poche altre coſe meno conſiderabili.
Prege-
voliſſimo è bensì il Buſto di Coſimo I. fatto
dal Cellini, e il Mercurio di Gio. Bologna.
que-
La terza Camera tutta meſſa a marmi con-
tiene una grandioſa raccolta di Bronzi antichi
diſtribuiti in 14. Armadj, con cartelli indi-
canti ciò che in ciaſcuno ſi contiene; ne' pri-
mi cinque ſono gli Dei del Paganeſimo, e al-
tre ſtatuette favoloſe; nel ſeſto ſono ritratti di
Uomini, e Donne Illuſtri, Ceſari, Filoſofi,
Togati ec.; nel ſettimo Animali di ogni ſpe-
1 cie; nell'ottavo ſonovi are, tripodi, e fram-
menti di eſſi; nel nono eſiſtono Candelabri, e
Lucerne varie; nel decimo una prezioſa rac-
colta di ori Coſmetici, di anelli, orecchini,
armille ec.; nell'undecimo ſono oſſervabili va-
rie iſcrizioni antiche inciſe in Bronzo.
Un ma-
noſcritto in cera, che illuſtrò il Dott Coc-
chi
.
Nel duodecimo, e decimoterzo ſono varj
vaſellami, tra' quali il raro Diſco d'argento,
che defcriſſe, e vendè alla R. Gallerìa il Sig.
Abb Domenico Auguſto Bracci.
Nel deci-
moquarto chiudonſi varj Strumenti di Arti,
ſerrami, e chiavi diverſe.
Fuori degli Armadi
ſi vedono varj altri Bronzi più grandi, che
illuſtrano aſſai queſto Gabinetto, e ſpecial-
mente il Torſo virile, la Teſta di Tiberio,
quella di Omero, e di altri illuſtri Greci ec.
cie;
La quarta Camera contiene Pitture an-
tiche di Cimabue, di Giotto, di Taddeo, e
Agnolo Gaddi, dell'Orgagna, del Laurenti,
di Lorenzo di Bicci, di Paolo Uccello, di
F. Filippo, del Caſtagno, del B. Giovanni An-
gelico, del Pollajolo, del Botticelli, del Bal-
dovinetti, e di altri tutti della Scuola antica
Fiorentina, non ſiſtemati, e diſpoſti per angu-
ſtia del luogo, con un Calendario grecimo-
ſco del XV. Secolo, ed altri quadretti ſimili.

E ſiccome ogni ſtanza ha per ornamento
1 alcuni pezzi di ſcultura, così in queſta vi ſon
radunati varj buſti di Donatello, di Mino da
Fieſole, e di altri contemporanei a' Pittori ſo-
prallodati
.
Spicca ſopra tutti il S. Gio. Batiſta
in età adulta, ſcolpito dal detto Donatello.
M al-
Nella quinta ſono da ammirarſi le famoſe
ſedici Greche Statue rappreſentanti la favola
della Niobe 1, che eſiſtevano nella Villa Me-
dici in Roma, ſtare quì traſportate per ordine
del Regnante Real Sovrano.
Contiene inoltre
queſta bella, e nuova Sala, un Sarcofago con
ſtupendo Baſſo rilievo rappreſentante la vita
di un Eroe; e nelle pareti 4. gran Quadri,
che due, la battaglia d'Ypres, e il trionfo
d'Enrico IV. di Rubens, uno con l'omaggio
a Ferdinando II. di Giuſto Subtermans, ed il
quarto il ratto di Proſerpina del Griſoni.
Nella ſeſta ſtanza, che è miſta di Sculture,
e Pitture, vi è la belliſſima ſtatua dell'Erma-
frodito, l'Adone di Michelagnolo, un Ercole
ſuperbo, Apollo, e Bacco, fatti da Roma
traſportare a Firenze, la Venere ſemiveſtita,
ed altra col pomo.
I Quadri ſono varj, trai
quali la tanto celebratiſſima Tavola di Fede-
1 rigo Baroccio, che eſiſteva nella Pieve d'A-
rezzo, rappreſentante il noſtro Signore, che
alle preghiere di Maria Vergine benedice co-
loro, che eſercitano gli atti di miſericordia.

Un S. Sebaſtiano del Sodoma; una Madonna
dello ſtile del Perugino, una Purificazione,
un'Aſcenſione, ed un'Adorazione dei Magi
del Montagna Grandi Tavole ſono, quella di
chiaro ſcuro di F. Bartolommeo della Porta,
reſtata per la ſua morte imperfetta, che rap-
preſenta Maria fra varj Santi protettori di
Firenze; l'Aſſunzione è del Volterrano; le
Marie al Sepolcro di Pietro da Cortona, la
moltiplicazione dei Pani del Buti; Carlo V.
di Van Dyk; le Nozze di Cana di Aleſſandro
Allori; la diſputa del Caravaggio.
In altre vi
ſono varj buſti, e teſte di diverſi buoni pen-
nelli cioè, del Veroneſe, di Guido Reni, del
Dolci, e parecchi Ritratti di Andrea, dello
Zuccheri, del Velaſco, dello Spagnoletto, di
Puligo, di Suttermans, di Van-Dych, e di altri.
rigo
La Tavola di pietre dure, che è in mezzo alla
ſtanza è la più bella di quante altre ſe ne trovino
in altre Camere, lavorata in 16. anni di tempo.
La ſettima camera, che era il Veſtibulo
dell'antica ſcala di detta Galleria, è ripiena
di molte iſcrizioni Greche, e Latine, con
varie teſte in marmo di uomini illuſtri poſte
1 ſopra diverſe antiche baſi, ed ermi al muro
In mezzo alla medeſima vi è un Ercole che
uccide il Centauro, e un maraviglioſo torſo
comprato da S. A. R. che eſiſteva già nella
Gallerìa Gaddi.
Fra dette teſte vi è quella fa-
moſa di Bruto di Michel Angelo, con Adria-
no, Pompeo, M. Antonio, Platone, Ana-
creonte, Cicerone, Aleſſandro, Seneca, Ovi-
dio, Solone, Sapho, ec.
M 2 ſo-
L'ottava, e nona Camera ſono ripiene di
Ritratti di celebri Pittori dipintiſi di loro pro-
pria mano, la maggior parte dei quali col
loro reſpettivo elogio ſono ſtati intagliati in
rame, e dati alla luce, che formano i quattro
ultimi tomi del Muſeo Fiorentino, oltre altri
due a parte della raccolta acquiſtata dall'Aba-
te Pazzi.
Son poſti con bella ordinanza delle
Scuole diverſe; nella prima vi ſi vedono i
ritratti de' celebri Pittori della ſcuola Fioren-
tina, e della Romana; quelli della ſcuola Ve-
neta, della Bologneſe, e dell'Oltramontana.

Nella ſeconda, o ſia nona ſtanza vi ſono poſti
ancora i Ritratti di Pittori più moderni, ed inol-
tre in ambedue le dette ſtanze ſono da oſſervarſi
diverſe ſculture in marmo, tra le quali nella
prima un'urna col ſacrifizio d'lfigenia cele-
bratiſſima, e nella ſeconda un Amorino riden-
te belliſſimo, e aſſai grazioſo.
Dopo
1
Dopo la camera nona vi è una ſcala, per la
quale ſi viene in un lungo Corridore che con-
duce al Palazzo Pitti a traverſo l'Arno ec.
poi vi ſono delle camere all'uſo del Direttore
Sig. Pelli, e per comodo dei Giovani copiſti
dell'Archivio, della Librerìa ec..
Viene poi la decima camera, e contiene
una numeroſiſſima raccolta di antiche Meda-
glie, paſſando le quattordici mila, fra le quali
ſono confiderabiliſſime quelle de' Ceſari in oro,
che ſi crede la più completa d'Italia.
Vi ſono
anche in queſta camera 34. Quadri ſtoriati,
alti circa tre piedi, e larghi due dei miglio-
ri Scolari del Vaſari, poi molte ſtatuette la-
vorate diligentemente d'Argento.
Ripaſſando poi alla parte di Levante della
Gallerìa ſi trova l'undecima camera riton-
data a foggia di Tribuna, con coloune di ala-
baſtro orientale, e verdeantico, in cui eſiſtono
ſei Armadi diſtinti con colonne d'agate, e
di criſtallo di monte, ripieni di Gemme,
Cammei, e intagij, eſſendo un compleſſo,
che in Europa non è altro ſimile, ſorpaſſando
queſti il numero di 4000..
Vi è una dovizia
di teſte, di buſti, di ſtatuette, e vaſellami di
pietre dure, diſtribuite con bell'ordine ſopra
menſole in diverſi palchetti.
Nella duodecima, e decimaterza Camera
1 ſonovi diverſe pitture Fiamminghe, con le
volte di eſſe dipinte, ſi crede, dal Poccetti.

Non tutte però le pitture ſono di Profeſſori
Fiamminghi, di quella ſcuola, ma la deno-
minazione ſi è tolta dal gran numero che ivi
ſono di Fiamminghi, e dalla piccolezza e gu-
ſto degli altri foreſtieri, e degl'Italiani ſteſſi quì
meſcolati, che per lo più ſono di quel taglio,
e finezza, che alcuni chiamano quadretti alla
Fiamminga
.
Il numero in tutto è di 354.
ſo-
Tiene il campo la Italiana Scuola nella mag-
gior camera, a cui fan quaſi un fregio collo-
cate in alto varie lunette del Curradi, ciaſcu-
na con una ſtoria della Maddalena.
Il maggior
quadro è del Solimene, e figura Calliſto con-
vinta da Diana, e dalle Vergini compagne di
non eſſer più degna del lor conſorzio.
Ivi in-
torno ſono dei Bronzini; il Giuſeppe, la Su-
ſanna, S. Pietro camminante ſul mare, il Sacri-
ficio d'Iſacco, la Maddalena copiata dal cele-
bre original di Correggio, che ora è in Dre-
ſda, un ritratto della Bianca Cappello, e un
coro di Muſe, che applaude ad Ercole dopo
la guerra de' Giganti.
La Pittura fra' ſuoi ſim-
boli di Giovanni da S. Giovanni, Venere fra'
ſuoi Amorini dell'Albano, un Genio che ſuo-
na attribuito al Roſſo, veggonſi in queſte vici-
nanze; ſiccome pure una Madonna di Anni-
1 bal Caracci. Un' altra con più figure della
ſteſſa mano ve ne ha poco appreſſo; e ſimil-
mente il Fariſeo che interroga Criſto di Ti-
ziano, l'orazione di Gesù nell'orto che vien
da Correggio, e la ſua cattura dipinta dal Baſ-
ſan vecchio.
Quivi intorno, oltre una N. S.
del Peſareſe, è una teſta giovanile creduta di
Raffaello ritratta dal Vinci, conſiderabil l'una,
e l'altra.
Può anche piacere un'Armida del
Gabbiani, un Paeſe con antichi ruderi del Pa-
nini, una noſtra Donna in atto di lavar panni
di Lucio Maſſari, ſcolar de' Caracci.
bal
In altra parete è la Crocifiſſione che ha per
inventore Michelagnolo, per eſecutor Bron-
zion; una N. S. in gloria, bozzetto di Paol Ve-
roneſe; una Natività del Chiarini, un S. Gal-
gano del Salimbeni Seneſe, della qual Patria
è anco l'Anſelmi autore di un maggior qua-
dretto poco diſtante, viviſſimo nel colorito, e
rappreſentante Gesù Bambino adorato dalla
Vergine Madre.
La Viſitazione di lei è opera
del Morandi: la ſua Concezione è un quaſi
poema del Vaſari, che vi ha intrecciati varj
rapporti, e ſpecialmente il peccato dei noſtri
progenitori
.
Belliſſima è la campagna di Sal-
vator Roſa, paeſiſta, che per avventura può
contrrapporre l'Italia a' migliori Fiamminghi.
In altro lato è la S. Caterina da Siena del
1 Franceſchini, una Madonna del Maganza, una
ſeconda col divin Figlio che dorme, dello
Spagnoletto, una terza con S Caterina V. e M.
del Parmigianino.
L'apparizione di Criſto alla
Maddalena, e l'altra ai diſcepoli d'Emmaus, ſon
lavori, quello di Livia Fontana, e queſto del
vecchio Palma.
Fran-
Finalmente nella parete, che ſiegue, è da
oſſervarſi la teſta di Meduſa con ſerpenti al
naturale, che rendon cred bile ciò che leg-
giamo del Vinci; aver lui con un dipinto al-
quanto ſimile a queſto cagionata in chi la vede
paura, e fuga.
Finitiſſime per contrario ſono le due quaſi
miniature del Porta, la Natività, e la Circon-
ciſione di Gesù Criſto, una N. S. del Parmi-
gianino; e il bel quadretto di Giuditta, ch'è
di Criſtoforo, il più graude forſe fra' tre Bron-
zini
.
Ricchiſſimi di figure ſono i due Zuccheri,
che rappreſentano l'età dell'oro, e quella dell'
argento, e il terzo che figura Giove in atto
diſpenſare a ogni Nume un dono, col motto
unicuique ſuum.
Il quarto è un Adone con
Venere
.
Del pennello ſteſſo (per accennare
pochi Italiani del Gabinetto contiguo) è l'aſ-
ſemblea degli Dei; e dell'Albani ſon due
quadretti compagni con danze, e con giuochi
di Amorini.
Il Noè ubriaco, e il Sacrifizio
1 d'Iſacco ſpettano all'Empoli; due ſtoriette di
S. Lorenzo ad Aleſſandro Allori; due altre col
ſogno di S. Giuſeppe, e con N. Signora che
cuce, al Treviſani.
Fra i buſti, o teſte grandi
quanto il vero, o anche minori, viſi trovano,
la Sibilla di Guido, il Salvator di Maratta, il
S. Pietto, ed il S. Simone di Carlin Dolci.
d'I-
Nel duodecimo Gabinetto ſono pregevoli i
fiori di Van-Huis, rari gli uccelli di Van-Aelſt;
ſtimatiſſimi i due armenti di Van Berghen, pit-
tore di un tocco di pennello aſſai fine, e di
un diſegno più corretto che il comune della
ſua nazione.
Due altri pezzi di ſua mano tro-
vanſi nel gabinetto ſeguente, come pure i peſci
di Van Keſel, che da queſti, e da inſetti, e da
fiori, e da altre picciole coſe traſſe gran nome.
Fra' paeſiſti rariſſimo tienſi l'Elzheimer, di
cui vi ha un paſtore ſotto un albero.
Di Sa-
very pittor valente di rupi, e di paeſi non
colti, vi è un lido con marinari.
Due piccoli
ſe ne additano della non men finita maniera di
Poelemburg, pennello, che Rubens impiegò a
ornar la ſua caſa: grand'elogio in poche ſillabe.

Di maniera più ſtudiata ſono altri 4. di lui, un
Mosè al deſerto, un Mosè al Nilo, un ballo
di Satiri, un altro di Contadini, che ſtanno nel
Gabinetto decimoterzo.
Quaſi tutti han belliſſi-
mi rottami di antiche fabbriche, ſtudi da lui
1 fatti in Roma, e nel ſuo diſtretto. Poſſono an-
che quì nominarſi i due Both fratelli, che in-
ſieme pingevano, Giovanni il paeſe ſul far di
Claudio, Andrea le figure ſullo ſtile di Laer;
del quale ancora abbiamo quì vedute, Paeſe,
giardino, fiume, uomini, quantità di volatili,
e di animali, e quanto di più ſcelto creò Na-
tura, o fece Arte, vedeſi ne' quattro elementi
del celebre Gio Brughel, ripetuti, come cre-
deſi, dalla ſua ſcuola; tanto ſi appreſſano a
que' dell'Ambroſiana di Milano.
Si ch'egli
valſe egualmente nelle figure, delle quali ar-
ricchì i paeſi di Steenwick: e ne' paeſi, de'
quali fece il fondo alle figure di Van-Balen,
e di Rubens.
fatti
Da lui ſenza controverſia è copiato il Calvario
che Alberto Durero diſegnò in biacca, e verde
terra
.
L'originale è a riſcontro della copia; ſi
ſtà incerti ſe più lodare ſi debba l'invenzione
del primo, o la eſecuzione del ſecondo.
Altro
ſoggetto ſacro di Alberto è la cattura di Criſto;
di Dowen la S. Anna, di Van Balen lo Spo-
ſalizio di noſtra Signora.
Un' altra N. D. di
antica maniera ſi aſcrive a quel Gio Van-Eyeck
cognito ſotto nome di Gio. da Brugia, che
ritrovato il ſegreto della vernice a olio, con-
tribuì tanto a' progreſſi della pittura.
Per proſpettive, quantunque ſparſe in altri
1 quadri, è da vedere il Carcere del Batiſta di
Steenwick uomo ſtimatiſſimo da Van-Dyck, ai
cui ritratti fece talvolta il fondo di architet-
tura
.
Vi è pure di Neeſs il carcer di Seneca,
e i due pezzi che rappreſentano l'interiore di
una Chieſa, come ſuol dirſi, alla gottica; nel
qual genere tanto valſe, e di Gio. Van der
Heyden la veduta del Palazzo della Citta di
Amſterdam, con le figure di Van der Veld.
Di altra ſcuola, ma più belli ſono gli avanzi
delle ſabbriche antiche del moderno Clairiſſeau,
diviſi, come Neefs, ne' due gabinetti.
qua-
Di quelle, che ne' Franzeſi cataloghi ſi
chiamano converſazioni; e ſe danno nel carico,
o imitan coſe burlevoli, bambocciate, o ſe
ſon fole, ſi riducono comunemente a fiere, e
mercati; poſſon quì vederſi la Riſſa di Wou-
wermans, il Cacciator di Metzù, due grandi
Olandeſi, ma il ſecondo in ſuo genere, mi-
glior del primo, e inoltre le due Oſterie del
vecchio Teniers, e le tre fiere di campagna
del Teniers giovane; due Fiamminghi nomi-
natiſſimi, de' quali il Figlio imita nel guſto,
ma nella fecondità delle idee avanza il Padre.
Ma il maggior numero è nel gabinetto ſe-
guente, che in pittura oltramontana molto ſu-
pera il ſuo compagno, e primeggia anzi ſra
molti in ltalia, e fuori.
Soggetti ſacri ſono in
1 queſto il Giudizio di Salomone di Van-der-
Werf, e la ſtupenda Natività dello ſteſſo Mae-
ſtro; un'altra di Poelemburg; e una terza di
Rembrant, detto da alcuni il Caravaggio degli
Oltramontani
.
Evvi ancora la Maddalena del
Miris giuniore di un panneggiato quaſi Tizia-
neſco; e fra le notti dello Scalcken (alcune
han ritratti) un S. Sebaſtiano poſto al ſepol-
cro, e una Noſtra Signora che impara leggere
da S. Anna.
Le tentazioni di S. Antonio piene
di bizzarriſſime fantaſie ſono di David Ryckaert
il giovane.
Il Figliuol prodigo, pittura delle
più grandi del Gabinetto è di Lys, autore che
ſi ſcompagna dalla ſchiera de' ſuoi, perchè
bravo imitatore, e ſeguace de' noſtri.
Aggiun-
gaſi a queſte due teſte maraviglioſe di Apo-
ſtoli, e una di Religioſa, quelle di Alberto
Durero, queſta di Luca d'Olanda, due rifor-
matori della ſcuola Tedeſca, e Olandeſe, due
rari eſempj al pittore di un diſegno ſenza affet-
tazione, all'uomo di un'amicizia in una ſteſſa
profeſſione ſenza rivalità.
que-
Soggetti mitologici ſon le tre Grazie in
chiaroſcuro, la Venere allo ſpecchio, e
l'Adone di Rubens.
Ritratti della ſteſſa camera ſono il poeta
Roſſeau dipinto dall'Argilier, il Lutero del
Cranack, l'altro Lutero, e il Riccardo Sotuel
1 dell'Olbenio, citati da Deſcamps e rari aſſai in
Italia, e fuori, trattone Inghilterra, per cui
ornamento par che Olbenio naſceſſe.
Vi è
inoltre una delle due mogli di Rubens, e per
avventura la Elena Forman, che fu la ſeconda,
di beltà rara, dice il ſuo Storico, e ſervitagli
ſpeſſo di modello nelle teſte femminili.
Nella
claſſe de' ritratti potrian computarſi due qua-
drettini del Miris un de' più gaj della ſchiera,
ov'egli ha ritratto ſe ſteſſo; in una è colla ſua
moglie, ed ha in mano un fiaſco di birra; in
altro tengono amendue uno ſtrumento da ſuo-
no, e moſtrano di avere ſervito alla muſica di
una lor figliuola, che bee dopo aver cantato.

Sul guſto medeſimo ſono i ritrattini ove Neſcker
ſi è dipinto in compagnìa della moglie fra due
lor ſigli; e quelli altri pure di Neſcker, ne' quali
una medeſima Donna ſiede accordando un liuto,
e in altro quadro genufleſſa ſa voti a Venere.
dell'
Così par che ſian tratti dal vivo que' tanti
altri perſonaggi di ſcene piacevoli, che paion
meſſi nelle quadrerìe a ſollevare lo ſpirito dagli
oggetti più ſerj.
Tali ſono i Bevitori di Brauwer
ſoggetto familiariſſimo a queſto Fiammingo.

Tali ſono i Giuocatori di Hemskerck in due
quadrettini; il Ciambellajo di Helmbreker, di
cui è anche il di ultimo di Carnevale eſpreſſo
con ſommo ingegno in una maſcherata, ove
1 il Tempo miſura in un criuolo a polvere il
poco ſpazio che rimane; il Ciarlatano, il Con-
tadino che parte il pane alla moglie, e l'A-
mante vecchio, tutti di Miris; i Fanciulli che
dell'acqua inſaponata fan le palle; opera di
Slingeland, e quegli altri, che traendo un uc-
cellino da una gabbia non ſi avveggono. che i
compagni tengon pronto un gatto, e preparano
non qual celia; invenzione curioſa di Pier
Van der Werf figliuolo del grande Adriano
ſoprallodato
.
Di Gherardo Douw è il Canti-
niere che ſaggia il vino dalla botte; e la Frit-
tellaja, che con atto naturaliſſimo riſcuote da
una bambina il prezzo della ſua merce, e l'al-
tra Donna, che ſuona, mentre un fanciullo
addeſtra al ballo un canino.
Quattro altri che
vengono da Callot e già ſono in rame inciſi,
figurano una compagnia di Zingari in marcia,
e in ripoſo, i lor furti, la lor cucina, e tutto
il coſtume di quella gente raminga.
il
Reſta a nominare i paeſiſti di Gio. Brughel
di cui non vi è un guſto più ſtudiato, più
fecondo
Vi è una campagna aſſai varia, e po-
polata da gran numero di gente, che guida
un carriaggio.
Vicino a lui ſon quattro paeſi
dell'Agricola pittor felice in rappreſentare ho-
minumque houmque labores,
dal qual talento
ebbe il nome.
Quì ſi hanno di ſua mano un'
1 Iride, una Pioggia, una Sera con campagnuoli
che ſi ritirano, una Notte con fuochi villerecci,
e lumi notturai.
Due altri paeſi tutti coſperſi
di un bel colorito di primavera, e frequentati
da una moltitudine di uomini e di animali,
ſono di Van-der Neer autore ricercatiſſimo, e
prezioſo in Italia.
Ma ſopra tutti è ſtimato an-
che per la ſua grandezza il quadro di Claudio
Loreneſe, detto da alcuni il Raffaele de' pae-
ſiſti; Eſprime una Marina con baſtimenti, e
marinerìa ſparſa pel lido: ſul quale ergeſi un
ſontuoſo edifizio, copia della R. Villa Medici
di Roma.
Iri-
Ornamenti di queſti due Gabinetti ſono due
ricche tavole di pietre dure, la Venere Ania-
domene trasferita non è molto da Roma, ed
un'altra che ſi aſciuga nel ſortire dal Bagno a
cui ſerve di compagno il giovane che ſi trae
la ſpina dal Piede del Campidoglio, pezzo ra-
riſſimo in marmo.
La prima Venere ch'è nella
minor Camera, fu fatta incidere fra le più belle
dal Cav. Maffei, e l'altra con tutte quelle re-
ſtate dopo la nuova riordinazione della R. Gal-
lerìa ſtà nella grand'opera del Muſeo Fiorentino.
Nella decimaquarta camera vi eſiſte una pre-
zioſa raccolta di ſtampe, e diſegni dei più ce-
lebri Profeſſori legati in molti volumi aſſai ric-
camente
.
Il vano che reſta fra gli ſcaſſali e la
1 volta è ripiena di quadri con diſegni aſſai finiti,
e molto belli, trai quali ve ne ſono di Fra Bar-
tolommeo della Porta, del Baroccio, di Ti-
ziano, la facciata del Palazzo Antella di Gio.
da S. Gio., del Beccafumi, del Caravaggio,
di Andrea del Sarto, di Salvator Roſa, e di
altri
.
I volumi de' diſegni ſono ſopra 300., e
molti quelli ancor delle ſtampe.
I primi co-
minciano da Cimabue, e ſeguitando ſino ai
tempi preſenti, terminano con due gran lu-
minari di queſti anni Battoni, e Mengs.
Eſi-
ſtono in queſto luogo ancora varj buſti antichi
aſſai belli di putti, Satiri, Idoli Egizj ec.
volta
La decimaquinta camera in diverſi Armadi
contiene varie antiche lucerne, figuline anti-
che, frammenti di mani, piedi, gambe ec. dei
baſſirilievi aſſai piacevoli, vaſi etruſchi ſiniſſimi
di molte eleganti forme con ſuperbe pitture,
e un piediſtallo di un candelabro marmoreo di
ſcultura aſſai bella.
La decimaſeſta camera nominata la Tribuna
è la più bella, la più nobile, e la più ricca che
ſia in queſta Real Gallerìa, poichè la ſcul-
tura, la pittura, e altre coſe prezioſe ſono
l'oggetto di ammirazione di ognuno, e
che ſorprende aſſai i viaggiatori.
L'ornato
della cupola è di Bernardino Poccetti.
La
belliſſima Venere detta de' Medici, che il
1 nome a queſto gabinetto è la ſcultura più
bella, e più rara che in verun luogo ſi ritrovi
di femminil ſeſſo, che ognuno reſta attonito
dalla ſua bellezza.
Preſſo a queſta ſi rimirano
le ſeguenti: un Uomo in atto di arrotare un
ferro, perciò da tutti nominato l'Arrotino
della Gallerìa di Firenze; il Fauno è dei mi-
gliori tempi dell'antica ſcultura, reſtaurato, e
ſupplito con gran diligenza da Michelagnolo
Buonarroti; due Lottatori, che nel ſuo ge-
nere è uno dei monumenti più belli dell'an-
tichità
.
L'Apollino appoggiato a un tronco
è ſtato quì poſto d'ordine del Real Sovrano
facendolo venir da Roma.
no-
Tra i quadri che adornano queſta Tribu-
na, nella prima facciata dietro la Venere
de' Medici è la famoſa Pietà d'Andrea del Sar-
to ch'era a Luco; la Madonna con Gesù Bam-
bino di Carlo Dolci; una Madonna di Guido
Reni; un'altra col Bambin Gesù del Correg-
gio; una Sacra Famiglia del Parmigianino.

Nella ſeconda la Venere aſſai celebre di
Tiziano; una Sibilla del Guercino; Endi-
mione del medeſimo; S. Caterina di Tizia-
no o del Veroneſe; Abramo, e Agar di Pie-
tro da Cortona.
Nella terza un Convito
di Gio. da Baſſano con la ſua Famiglia.

Nella quarta vi ſono tre Tavole di Raf-
1 faelle d'Urbino, che le due minori eſpri-
mono Noſtra Signora col S. Bambino, e
S. Giovanni, che ſcherzano fra loro; e l'al-
tra il S. Precurſore ſedente nel Deſerto opera
della più perfetta maniera di Raffaelle, la
S. Famiglia con S. Franceſco del Correggio;
la Madonna con Gesù, e due Santi di Pietro
Perugino, Papa Giulio della Rovere dello
ſteſſo Raffaelle.
Nella quinta un Baccanale
ſopra la porta di Annibal Caracci, S. Mad-
dalena di Lodovico Caracci, S. Pietro di
Lanfranco
.
Nella ſeſta Giob di F. Bar-
tolommeo della Porta, il Profeta Iſaia del
medeſimo con la Preſentazione al Tempio di
lui, la Viſitazione di S. Eliſabetta dell'Al-
bertinelli condiſcepolo del ſuddetto.
Nella
ſettima Ercole tra la Virtù, e il Piacere
di Rubens.
Nell'ottava una S Famiglia di
Michelangelo Buonarroti, una S. Famiglia di
Andrea del Sarto, una Madonna di Tiziano,
la ſtrage degl'Innocenti del Ticciarelli detto
il Volterrano Vecchio.
N faelle
La decimaſettima camera contiene molte
piccole ſculture diviſe in varie liſte con nic-
chie una ſopra l'altra con ſtatuette, e buſti
di marmo; e nello ſpazio compreſo fra eſſe
liſte vi è una rariſſima, e forſe unica raccolta
di moltiſſimi quadretti con ſopra 600. Ritrat-
1 tini parte a olio, ed i più lavorati in mi-
niature aſſai belle e rare, fatte da' più ce-
lebri Profeſſori, che ſono il Tintoretto, i
Caracci, Raffaello, Tiziano, Giorgione, Vol-
terrano, e altri.
Vedeſi quivi la rariſſima co-
lonna a ſpire di alabaſtro orientale alta brac-
cia tre e mezzo, in cima alla quale è una
ſtatuetta di un fanciullo togato creduto Ne-
rone, e nel baſſo ſono con ottima ſimetria
diſpoſte altre ſculture corriſpondenti al guſto
di queſta ſtanza.
tini
La decimottava camera contiene quadreria
grande
.
I maggiori quadri ſono una Pietà di
Agnol Bronzino, un S. Ivo dell'Empoli belliſ-
ſimo, un S. Antonio di Carlo Dolci, un ritratto
di Filippo IV. di Spagna del Velaſco, una Ver-
gine con varj Santi del Ghirlandaio.
Del Ca-
ravaggi è il Criſto interrogato dal Fariſeo; di
Tiziano altra Venere giacente; il ſacrificio
di Iſacco è di Aleſſandro Allori, la Madda-
lena è del Furino, il S. Girolamo dello Spa-
gnoletto; del Baſſano giovane l'Angelo che
annunzia i Paſtori, e finalmente la tela, nella
quale alla campagna ſta ragionando Ruggie-
ri con Fiordiſpina, è di Guido Reni ec.
La decimanona camera è adorna di ſcultu-
re mezzane, ed inſigne è il gruppo d'Amo-
re e Pſiche, ed inoltre ſono aſſai belle un
1 giovinetto togato, Vibia Figlia di M. Au-
relio velata ſimboleggiata per la Dea Cere-
re, una Minerva, una giovane Donna ſtolata
creduta una Sacerdoteſſa, un Fanciullo ve-
ſtito con corta tunica ripiegata con alquante
noci dentro, ed un Ganimede reſtaurato dal
Cellini con rara induſtria; varj buſti antichi
tramezzano dette ſtatue, e nel diſopra è ador-
na di diverſi baſſirilievi.
N 2 gio-
La vigeſima, e ultima camera, che ha la
volta dipinta con varie Deità da Federigo
Zuccheri, contiene una numeroſa e rara rac-
colta di Monete, e Medaglie moderne.
Nel-
le pareti vi è colorita la Carta geografica del
Granducato, e il reſto dell'ornamento è di
quadri a moſaico, e quattro buſti, cioè, Ame-
rigo Veſpucci, Galileo Gaiilei, Lorenzo il
Magnifico, e Giovanni de' Medici detto delle
Bande Nere, Padre del Granduca Coſimo I.
valoroſo Capitano.
Queſto Gabinetto come quello delle Me-
daglie antiche, e delle Gemme intagliate ſtà
privativamente ſotto la cuſtodia del Direttore
Antiquario
.
Terminato il giro della R. Gallerìa depo-
ſito ricchiſſimo di preſſo 600. quadri ſenza
quelli che preſentano i ritratti degli Uomini
Illuſtri, e dei Pittori, e di una raccolta di
1 antichi marmi, dei quali tanta copia non ne
ha fuori di Roma città alcuna, eſſendo com-
poſta di oltre a 200. Buſti antichi e non mi-
nori del naturale, e di oltre a 100. ſtatue ſi-
mili tutte rare; ſortendo dall'iſteſſe ſcale pren-
dendo ſotto la volta in mezzo agli Ufizj vi è
da oſſervare vicino al Ponte Vecchio la Chieſa
antichiſſima di
an-
S. STEFANO E S. CECILIA, che circa all'
anno 1640. fu con grandiſſima ſpeſa reſtaurata
dai Marcheſi Bartolommei.
Entrati in Chieſa,
a mano deſtra trovaſi la Tavola di S. Filippo
che caccia il Demonio, opera di Franceſco
Bianchi
.
Ne ſegue l'Altare di S. Lorenzo, e
quindi la Cappella di S. Niccola, ove Matteo
Roſſelli ha con maeſtrìa rappreſentato il detto
Santo in Gloria, dipoi ne viene l'Altare di
S. Cecilia che era nella ſoppreſſa ſua Chieſa
in Piazza ed ora a queſta riunita, dipinta dal
Cav. Curradi.
Niccolò Lapi dipinſe a freſco
la Santiſſima Vergine, e S. Giovanni, che ſi
vedono nel proſſimo Altare del Crocifiſſo.

E' nella facciata una ſtatua di legno colorito
rappreſentante S. Tommaſo da Villanuova.
In
una Nicchia del Coro vedeſi quella di San
Stefano fatta dal Gonnelli detto il Cieco da
Gambaſſi
.
E' poi da vederſi per l'Altar Mag-
giore il celebre Paliotto di bronzo nel quale
1 con moltiſſime, e ben diſpoſte figure di alto,
e baſſo rilievo, Ferdinando Tacca effigio il
Martirio di detto Santo, dono fatto a queſta
Chieſa da Girolamo Bartolommei.
Paſſato poi
quello del Batteſimo di Criſto, ammireremo
all'altar della Madonna della Cintola la bel-
liſſima opera di Santi di Tito ove effigiò Maria
Vergine, S. Agoſtino, ed altri diverſi Santi di
queſt
'Ordine.
Trovaſi nella ſuſſeguente da
Mauro Soderini eſpreſſo il Miracolo di S. Za-
nobi
.
La caduta di S. Paolo di mano di Fran-
ceſco Moroſino, e in ultimo lo Spoſalizio di
S. Caterina.
Queſta Chieſa è ſtata moderna-
mente reſtaurata, e abbellita con tettoja, e
pavimento tutto nuovo; e l'iſcrizioni, e me-
morie Sepolcrali che erano in queſta ſono ſtate
collocate con buon ordine nella muraglia del
piccol Chioſtro di queſta Chieſa.
Ripigliando
la ſtrada degli Ufizj per di dietro al Palazzo
Vecchio ſi trova la
con
PIAZZA DEL GRANO, così chiamata, atteſo-
chè in un Loggiato aſſai comodo di Architet-
tura Toſcana fatto nel 1619. vendeſi il grano
pubblicamente, oſſervandoſi ſopra l'arco di
mezzo il buſto di Coſimo II fatto da Chia-
riſſimo Fancelli, eſſendo coſtata tutta queſta
fabbrica 5000. ſcudi; e di quì proſeguendo,
e al primo canto volgendo a man ſiniſtra, tro-
vaſi l'antichiſſima Chieſa Parrocchiale di
1
S. REM GIO, qual'è a tre navate, con archi
di ſeſto acuto.
La SS. Nunziata, che è al
primo Altare a man deſtra è di Franceſco
Moroſini, al ſecondo lo Spoſalizio della Ma-
donna di Domenico Martinelli, al terzo vi è
dal Sagreſtani dipinta Maria Santiſſima, e al-
cuni Santi.
Paſſato l'Altar maggiore trovaſi la
Cappella che fu già di Dante Alighieri, e poi
della Famiglia Gaddi ove è una Concezione
dipinta con poetica invenzione da Iacopo da
Empoli
.
Ne ſegue l'Altare di S. Leonardo
dipinto dal detto Moroſini, del quale è anco
il Martirio di S. Sebaſtiano paſſato l'Altare
del SS. Crocifiſſo.
In Sagreſtia vi ſono due
antiche Tavole, ed è oſſervabile quella di una
SS Nunziata dipinta da Andrea Orcagna.
Di
quì partendo, e voltando a ſiniſtra verſo il Canto
a' Soldani, ſi trova la Chieſa e Convento de'
Padri Agoſtiniani di
S. IACOPO tra' Foſſi dove di Andrea del
Sarto, ſi vede l'apparizione di Criſto in forma
d'Ortolano alla Maddalena.
Vi ſi vedono an-
cora le copie delle ſue Tavole che quì ſi tro-
vavano, una delle quali, ove ſono eſpreſſi
ſei diverſi Santi, è così bella che ſebben co-
pia è nondimeno tenuta in gran pregio.
II
quadro della ſoffitta è vagamente colorito dal
Gherardini rappreſentante il Trionfo della
1 Fede con S. Agoſtino eſtatico. Eſcendo da
queſta Chieſa ſi vede a man deſtra il
Fe-
PONTE detto alle Grazie, per una Cappella
di grandiſsima devozione detta S. Maria delle
Grazie, di padronato dei Sigg. Alberti, dei
quali è il Palazzo oppoſto di freſco rifatto, ed
ampliato ſommamente.
Chiamaſi anche il
Ponte a Rubaconte, dal nome di Meſſer Ru-
baconte da Mandella Poteſtà di Firenze, che
diè mano a farlo edificare.
Nel Lungarno da
queſta parte, e nelle ſtrade quivi attorno ſono
le Tintorìe di Seta, e Lana, e nel Corſo dei
Tintori vi è una delle Scuole per le Ragazze
erette da S. A. R. detta di S. Giorgio.
Dalla
ſuddetta Chieſa di S. Iacopo ſi torna per due
ſtrade alla Piazza, e Chieſa di S. Croce, che
una detta Via de' Benci, dov'è l'antico Pa-
lazzo de' Peruzzi, poi de' Celleſi, dove abitò
l'Imperatore Paleologo, quando intervenne
al Concilio Fiorentino, el'altra detta Borgo
S. Croce, nella quale ſono buone Fabbri-
che, ed in ſpecie l'antico
PALAZZO de' Corſini; le abitazioni de' Diac-
ceti, ove ſono molte Pitture di Giorgio Va-
ſari
.
I Palazzi degli Spinelli, de' Conti Bar-
di, e de' Morelli, e quello de' Dini ricco di
Pitture, ſpecialmente di Santi di Tito, ed una
d'Andrea del Sarto, E quì ſi termina il Quar-
tier S. Croce.
QUAR-
1
QUARTIERE S. MARIA NOVELLA.
SANTA MARIA NOVELLA de' Padri Domeni-
cani, una delle più belle non ſolo di Fi-
renze, ma quaſi diſſi d'Italia, lodata da Mi-
chelagnolo Buonarroti, che come è fama fra
noi, ſoleva chiamarla la ſua Spoſa.
Fu queſta
cominciata nel 1279. avendone poſta la prima
pietra nei 18. Ottobre di detto anno il Car-
dinal Latino, col diſegno di Fra Siſto, e Fra
Riſtoro Converſi di quell'Ordine, e Fioren-
tini intendentiſſimi di Architettura, e perfe-
zionata circa l'anno 1350. governando il Con-
vento Fra Iacopo Paſſavanti celebre ed elo-
quente Scrittore.
Promoſſe la gran Fabbrica
di queſto magnifico Tempio il Beato Giovanni
da Salerno diſcepolo di S. Domenico, il
quale è diviſo in tre Navate ſoſtenute da pi-
laſtri, e colonne, ſulle quali poſano gli archi
delle volte così ben rilevate, che oltre la mae-
ſtà, e vaghezza rendono molta luce alla Chie-
ſa, la quale è lunga dalla Porta maggiore fino
dietro all'Altar grande braccia 168., la cro-
ciata braccia 106., e la larghezza della Chieſa
braccia 46.
Nelle pareti delle Navate ſono le
Cappelle tutte di un ordine.
In ciaſcuna di
effe è una Tavola di Pitture eccellenti: in-
1 cominciando dalla porta del mezzo ſopra la
quale evvi un Crocifiſſo dipinto da Giotto, la
prima a man deſtra è una Vergine Annun-
ziata dall'Angelo dipinta da Santi di Tito.

Segue il Martirio di S. Lorenzo mirabilmente
effigiato da Girolamo Macchietti: e dopo
queſto la Natività del Signore dipinta da Ba-
tiſta Naldini, di cui ſono l'altre due ſeguen-
ti; cioè quella della Purificazione di Maria
Vergine, e l'altra della Depoſizione di Croce
di Noſtro Signore.
E' anco di Santi di Tito
il Lazzero reſuſcitato, dopo della qual Cap-
pella vedeſi il belliſſimo Sepolcro della B. Vil-
lana de' Botti, ſcolpito da Deſiderio da Setti-
gnano
.
Del Ligozzi poi è la Tavola di S. Rai-
mondo, che reſuſcita da morte un fanciullo.

Voltando nella Crociata ſi vede il Depoſito
del Patriarca Giuſeppe di Coſtantinopoli, che
intervenuto con l'Imperatore Gio. Paleologo
al Concilio Ecumenico nel 1439. morì quì
il 15. Giugno 1440. poco avanti che ter-
minaſſe il Concilio, e fu in queſta Chieſa ſe-
polto
.
Salita una ſcala in teſta alla Crociata
ſi ammira una Tavola rappreſentante il Mar-
tirio di S. Caterina opera di Giuliano Bugiar-
dini con molte figure ſotto diſegnate da Mi-
chel'Angelo Buonarroti.
In queſta Cappella
oſſervaſi un'antichiſſima immagine di Maria
1 che è la prima opera di Cimabue data al
pubblico, ſtata gran tempo all'Altar Mag-
giore di queſta Chieſa, nella quale cominciò
il ravvivamento della Pittura.
Ne ſegue proſ-
ſima a queſta la Cappella di S. Domenico
ove la Tavola è di Iacopo Vignali, lo sfondo
è di Piero Dandini, come ancora una delle
due Lunette; e l'altra rappreſentante la Pietà
è del Paſſignano: i due gran quadri laterali
ſono del Bonechi.
L'altra Cappella tutta di-
pinta a freſco da Filippo Lippi vi è rappre-
ſentato da una parte S. Gio. Evangeliſta, che
reſuſcita Druſiana, e dall'altra S. Filippo Apo-
ſtolo che ſcaccia dall'Idolo di Marre il De-
monio; e la Madonna di marmo bianco poſta
fopra il Sepolcro di paragone dietro l'Altare
è opera di Benedetto da Majano.
Dietro all'
altar maggiore belliſſime ſono le Pitture del
Coro fatte dal Grillandajo.
In ſette Storie da
una parte ſi rappreſenta la vita di Maria Ver-
gine, ed in altre ſette dall'altra, quella di
S. Gio. Batiſta, ed in ciaſcuna furono ritrat-
te da quel Pittore molte perſone di quei tem-
pi così bene, ed al vivo, che la natura
vien ſuperata dall'arte: nella prima a man de-
ſtra entrando in Coro, ove è eſpreſſo quando
l'Angelo appariſce a Zaccaria mentre ſacrifi-
ca, vi è Agnolo Poliziano, che alza una ma-
1 no; Marſilio Ficino con veſte da Canonico;
Demetrio Greco che ſe gli volta; Criſtoforo
Landino che ha una becca nera al collo.
In
quella della viſitazione della Madonna è ritratta
la Ginevera Benci belliſſima fanciulla.
Nell'al-
tra facciata ove è dipinto Giovacchino cacciato
dal Tempio per non aver figli, il Grillandajo
ritraſſe ſe ſteſſo, che è quello che ſi tiene una
mano ſul fianco con veſte azzurra, e man-
tello roſſo.
Quel vecchio raſo con cappuccio
roſſo è Aleſſio Baldovinetti ſuo maeſtro; quel-
lo con la zazzera nera è Baſtiano da S. Gimi-
gnano ſuo Diſcepolo, e cognato, e l'altro
che volta le ſpalle col berrettino in capo è
Davitte fratello di Domenico.
E appiè della
fineſtra vi è a man deſtra il Ritratto di Gio.
Tornabuoni, e a ſiniſtra quello di ſua Moglie
e altri delle Famiglie Popoleſchi, e Torna-
quinci; vi ſono pure in queſte Pitture i ri-
tratti di Piero, Giovanni, e Lorenzo de' Me-
dici, Monſignor Gentile Veſcovo di Arezzo,
e altre perſone di quei tempi.
Le Pitture
d'avanti dell'Altare framezzate con intaglj a
oro rappreſentanti Maria, con i Santi Gio.
Battiſta, e Domenico, ed a lato i Santi Ste-
fano, e Lorenzo ſono dell'iſteſſo Grillanda-
jo, e quella dalla parte del Coro della Re-
ſurrezione di Criſto è di Benedetto di Davidde
1 Fratello di Domenico. Nella prima Cappel-
la, proſeguendo il giro della Chieſa, ammi-
raſi il celebre Crocifiſſo di Ser Brunelleſco
fatto da eſſo per la famoſa conteſa che ebbe
con Donatello, e che giuſta i più intendenti
Artefici queſto è uno dei più belli, e più rari
Criſti poſti in Croce.
Nella ſeconda fatta con
diſegno di Gio Antonio Doſio tutta lavorata
di ricchi marmi oſſervaſi la Tavola rappreſen-
tante Criſto che reſuſcita la figlia dell'Archi-
ſinagogo di Agnolo Bronzino, di cui pure è
la Pittura della volta; i Sepolcri dei due Car-
dinali Niccolò, e Taddeo Gaddi, e i Baſſi-
rilievi di marmo, che ſono nelle pareti ſopra
i depoſiti ſono di Gio. dell'Opera.
Saliti per
una piccola ſcala nella terza Cappella, di-
pinta tutta a freſco da Andrea, e Bernardo
Orcagna fratelli, ove eſpreſſero da una parte
il Paradiſo, e dall'altra l'Inferno, nel quale
ritraſſero un certo Guardi Meſſo del Comune
con un foglio ſulla berretta per averlo una
volta pegnorato, ſi vede ancora la Tavola dell'
Altare di mano del detto Andrea.
Ed oſſer-
vando nella contigua Sagreſtia oltre i diverſi
grazioſi ornamenti, le Pitture del Beato Gio.
Angelico e di altri buoni autori moderni, rien-
treremo nella Navata dove al primo Altare tro-
vaſi la Tavola di S. Giacinto lavorata da Aleſſan-
1 dro Bronzino, al ſecondo vi è una S. Caterina di
rilievo della quale non è noto l'Autore: Di-
poi ritrovaſi il Depoſito ove eſiſte il Corpo
del B. Giovanni da Salerno Fondatore di que-
fto Convento.
Potranno quì oſſervarſi i due
Tabernacoli poſti ai pilaſtri fatti con diſegno
di Pier Franceſco Silvani, e le due Tavole
una del Cigoli rappreſentante S Pier Martire,
e l'altra dell'Empoli.
Ne ſegue poi nell'or-
dine delle Cappelle due Tavole del Vaſari, la
prima rappreſentante Criſto riſorto, l'altra la
Madonna del Roſario; appreſſo a queſta la
belliſſima Tavola della Samaritana opera di
Aleſſandro Bronzino: ne viene poi il Sepolcro
di Antonio Strozzi fatto da Andrea da Fieſole,
ma la Madonna, e gli Angioli ſono di Maſo
Boſcoli
.
In ultimo della Navata, alla Cap-
pella de' Ricci, la Tavola di S. Caterina della
ſteſſa Famiglia è di mano di Gaetano Roma-
nelli
.
E finalmente tralle due porte è effigiato
S. Vincenzio Ferreri dal Pittore Iacopo del
Meglio
.
Uſcito di Chieſa il Foreſtiero, e con
fiderando l'antichiſſima facciata fatta fabbricare
da Giovanni di Paolo Rucellai col diſegno di
Leon Batiſta Alberti terminata nel 1477. vedrà
l'Armilla di Tolomeo per oſſervar l'ingreſſo
del Sole nel primo punto d'Ariete fattavi col-
locare dal Gran-Duca Coſimo I., dall'altra
1 parte uno Gnomone per comodo degli Stu-
denti d'Aſtronomia, opera di Fra lgnazio
Danti dello ſteſſo ordine, e ſopra la Porta mag-
giore vedeſi eſpreſſa la Proceſſione del Corpus
Domini, dipinta da Uliſſe Giocchi nell'an-
no 1616.
Dalla Chieſa paſſeremo nel Con-
vento, fabbricato con comode abitazioni, in
cui ſon molte coſe degne di eſſer vedute da
ciaſcun Foreſtiero.
Primieramente ſi trova un
Chioſtro aſſai grande, le cui pareti lungo la
Chieſa furono dipinte a verde terra di ſacre
Iſtorie della Geneſi da Paolo detto degli Uc-
celli, Pittore antico; e da altri alquanto a lui
anteriori, tutto il rimanente del Chioſtro, trai
quali Maeſtro Dello vi dipinſe Iſacco quando
la benedizione ai Figliuoli.
E' quivi ſituata
la Cappella della Nazione Spagnuola, già
eretta dalla Famiglia Guidalotti per Capitolo
di quei Padri, con pitture neile pareti, e nella
volta di mano di Taddeo Gaddi, e di Simone
Memmi, i quali vi dipinſero da una parte la
Chieſa militante, e trionfante, dall'altra la
Crocifiſſione del Signore; a Occidente S. Tom-
maſo ſedente in Cattedra con molti Angioli,
ed attorno varj Profeti, ed Evangeliſti, con
varie virtù, e ſcienze in abito di femmine; nella
volta ſi vedono eſpreſſe la navigazione di S. Pie-
tro, la Riſurrezione di Criſto, la di lui Aſcen-
1 ſione al Cielo, e la venuta dello Spirito Santo.
Queſta gran Cappella fu fatta reſtaurare, ed
abbellire dal Padre Maeſtro Fra Salvadore di
Aſcanio Spagnuolo, ſtato Miniſtro in Firenze
del Re Cattolico.
La Tavola di San Iacopo
Apoſtolo Titolare della Cappella è di mano del
Bronzino, e il Crocifiſſo di marmo è opera del
Pieratti
.
Sono oſſervabili in queſta Cappella varj
ritratti, vedendoſi a man deſtra all'entrare quello
di Cimabue veſtito di bianco, e allato ad eſſo vi
è quello di Simone Memmi Pittore di queſt'
opera che ſi ritraſſe da ſe con due ſpecchi II
Soldato coperto d'Armi è il Conte Guido
Novello Sig. di Poppi, e quella donna ſedente
veſtita di verde è il Ritratto di Madonna Laura.

Paſſando al ſecondo Chioſtro, che è lungo cen-
todieci braccia, e largo novanta, vi vedremo
diviſi in cinquanta lunette i fatti più ſingolari
di S. Domenico, di S. Pier Martire, di S. An-
tonino Arciveſcovo di Firenze, e di S. Tom-
maſo d'Aquino, lavorate da varj eccellenti, e
celebri Profeſſori di quei tempi, i quali furono
Santi di Tito, Bernardino Poccetti, il Cigoli,
Battiſta Naldini, il Balducci, Aleſſandro Fei
detto del Barbiere, Gio. Maria Butteri, Coſimo
Gamberucci, Lodovico Buti, Marco Soderini,
Antonio Pillori, CoſimoSciorina, Benedetto Ve-
glia, Aleſſandro Allori, Coſimo Gheri, Simone
1 da Poggibonſi, Gregorio Pagani, Agoſtino Vera-
cini, il Bambocci, Gio. Battiſta Paggi, Gio. Ma-
ria Caſini ec.
Vi ſi rimirano ancora varj Ritratti di
Uomini Illuſtri per Santità, che mentre viſſero
ſantificarono coll'eſempio loro queſto Conven-
to
.
E' quì da oſſervarſi la gran Parete verſo
Ponente, con le Armi in pietra della Chieſa
Romana, e della Repubblica Fiorentina, per
eſſer queſto uno de' lati del grande Stanzone
ſervito al General Concilio Ecumenico cele-
brato in Firenze nel 1439. con la preſenza di
Eugenio IV., e dell'Imperator Paleologo ec.,
nel quale ſeguì l'unione della Chieſa Greca
con la Latina.
Nel mezzo di queſto gran Chio-
ſtro vi è la Statua del Beato Giovanni da Sa-
lerno ſcolpita da Girolamo Ticciati.
Vicino
al medeſimo è ſituata la Spezierìa, celebre in
molti luoghi d'Italia, avvegnachè in eſſa, al
pari di ogni gran Fonderìa, ſi fabbricano me-
dicamenti Chimici d'ogni forte, olj, quinteſ-
ſenze, e odori di ſingolare perfezione, come
è ben noto a' Profeſſori di queſt'Arte.
Nel Re-
fettorio vedeſi ritratta di mano di Aleſſandro
Allori detto il Bronzino la pioggia della Manna
con molte figure belliſſime, ove è anco un
maeſtoſo Cenacolo di Agnolo Bronzino.
Sa-
lendo nel Dormentorio di Pitture abbellito,
colla ſerie di tutti i Pontefici, e Cardinali di
1 queſta inſigne Religione, trovaſi la Cappella
detta del Papa, dipinta da Iacopo da Pontor-
mo, e nella quale vi celebrarono quattro Som-
mi Pontefici, cioè Martino V. Eugenio IV.
Pio II. e Leone X.
Preſlo queſta è una copioſa
Librerìa, dipoi il Noviziato fatto fabbricare
dal Padre Aleſſio Strozzi inſigne Benefattore di
queſto Convento.
Nella gran Piazza vedonſi due
Piramidi rette ſopra le loro Baſi da quattro groſſe
Teſtuggini di bronzo.
In queſta Piazza diviſa
da dette due Piramidi ben diſtanti l'una dall'al-
tra, ridotta per il giorno avanti alla Feſta di
S. Giovanni Protettore di Firenze, con ben or-
dinati palchi per l'immenſo popolo a foggia di
un Anfiteatro, vi ſi corre in giro per tre volte
il Palio de' Cocchi all'uſo degli antichi Ro-
mani
.
Sta collocato dicontro alla Chieſa il pal-
co nobilmente apparato per il Sovrano, e Sua
Real Famiglia con altri appreſſo per le cariche
di Corte.
Feſta per verità nobiliſſima, iſtitui-
ta da Coſimo I. nel 1563.
co-
che
no;
Fra-
dro
par-
ſio-
da
O queſta
Sulla detta Piazza in faccia alla Chieſa era
ſituato il ſoppreſſo Spedale di
SAN PAOLO de' Convaleſcenti detto così per
la Carità che vi ſi eſercitava di ricettare per
tre giorni i poveri uſciti dallo Spedale, che è ſtato
recentemente aggregato all'Arciſpedale di
S. Maria Nuova, e in queſto luogo d'ordine
1 di S. A. R. vi ſono ſtate erette diverſe Scuole
di ragazze, per apprendervi diverſe arti, e virtù
adattate al loro feſſo; Il diſegno della Loggia
diceſi fatto dal Brunelleſco: 1 i Tondi nei pe-
ducci, e la Lunetta ſopra la porta della Chieſa,
ſon d'Andrea della Robbia Nipote di Luca.

Il buſto del Gran-Duca Ferdinando I. di mar-
mo collocato nel mezzo è di Gio. dell'Opera.

Paſſato queſto luogo trovaſi la Chieſa delle Re-
ligioſe dette le Stabilite; e voltando a man ſini-
ſtra ſi trova per di dietro quella de' Padri Carme-
litani Scalzi di
di
S. PAOLO detto S. PAOLINO, ai quali fu con-
ceſſa fino del 1618., che di antichiſſima, che
ella era fu ridotta alla moderna dai predetti
Padri, con Architettura aſſai vaga nell'anno
1669. col diſegno del Balatri.
Ella ha una ſola
Navata con due Cappelle per banda sfondate, e
due gran Cappelle in faccia l'una all'altra, che
fanno Crociata, e pongono in mezzo un ampia
1 Tribuna, e Coro con l'Altare in iſola. Nella
prima Cappella a man dritta vi è ſtata traſpor-
tata tutta la nobil Cappella di marmi con gl'
iſteſſi Depoſiti, e Tavola che era nella diruta
Chieſa di S. Pier maggiore della Famiglia Al-
bizzi a ſpeſe del fu Senatore Lorenzo degli Al-
bizzi morto nel Settembre 1786. ultimo di un
ramo di tal Famiglia, la di cui Tavola rappre-
ſenta il Martirio di S. Cecilia di mano del Vol-
terrano, la qual Cappella riceve bene il lume
da una Cupoletta, che meglio non ſi può de-
ſiderare; nella feconda è un antica Immagine della
Santiſſima Annunziata.
Segue il magnifico Al-
tare del Tranſito di S. Giuſeppe di Gio. Fer-
retti, e dai lati il Medaglione, ov'è lo Spoſali-
zio della Madonna è opera di Vincenzio Meuc-
ci, e l'altro ov'è il ripoſo della S. Famiglia
che va in Egitto, fu lavorato da Ignazio En-
rico Hugford.
All'Altar maggiore evvi un bel
Crocifiſſo di rilievo, e nella teſtata del Coro
il rapimento di S. Paolo, opera del Cavalier
Curradi; Dai lati la converſione, e decollazione
del Santo è di F. Iacopo Carmelitano Scalzo.

Seguita la Cappella di S. Tereſa il di cui qua-
dro all'altare è dello ſteſſo Curradi, nei Me-
daglioni dai lati il Marcheſini in uno effigiò la
Santa, e nell'altro il detto Ignazio Hugford
eſpreſſe S. Giovanni della Croce.
Alla proſſima
1 Cappella di S. Giovacchino, la Tavola del
detto Santo è del medeſimo Marcheſini.
E nell'
ultima fu fatta da Tommaſo Gherardini l'Ora-
zione nell'Orto.
Hanno queſti Religioſi una
bella, e ſcelta Librerìa.
Di quì proſeguendo
per la ſtrada di Palazzuolo trovaſi la
O 2 Tri-
Cap-
CONGREGAZIONE di S. Franceſco detta del
Bacchettoni fondata dal Venerabile Ipolito Ga-
lantini Fiorentino.
Queſto Oratorio è degno
di vederſi anco per l'eccellenti pitture che ador-
nano la vaſta ſoffitta, ove han gareggiato cin-
que illuſtri Pittori nei diverſi ſpartimenti, che
la compongono.
E primieramente Gio. da San
Giovanni, fece l'Aſſunzione con S. Franceſco
d'Aſſiſi, e il Ven. Ippolito fanciullo che pre-
dica fopra un Albero, e la di lui morte.
Bal-
daſſar Volterrano dipinſe i SS. Gio. Battiſta,
Gio. Evangeliſta, e Filippo Neri con varj
Angioli in belle attitudini; Fabbrizio Boſchi, e
Cecco bravo, fecero S. Antonino, S. Carlo,
e altri Santi; e a Pietro Liberi da Padova,
toccò a far la Fama Volante, con l'arme
Granducale de' Medici; la di cui generoſa Pietà
nella creazione di queſto Santo Luogo diede
tutta la mano.
Modernamente poi furono or-
nate le pareti di queſta Chieſa con l'architet-
tura di Rinaldo Botti, e le figure di Niccolò
Nannetti
.
L'atrio della medeſima fu fatto di
1 pianta dalla Granducheſſa Maria Maddalena
d'Auſtria; le Tavole che vi ſono ai due Altari
ſuron dipinte da Piero Dandini.
Nell'uſcire di
queſta Chieſa, e prendendo la più vicina ſtra-
della che ſi preſenta, rientreremo in via della
Scala, ove trovaſi il nobil Convento e Chieſa
della Concezione detta del
pian-
MONASTERO NUOVO, nel quale fu incor-
porato il celebre Salone del Concilio Fioren-
tino, e il vaſto Quartiere ove abitarono i Pon-
tefici Martino V., Eugenio IV., e Leone X.,
che il tutto era porzione del Convento di
S. Maria Novella, ſtantechè la Ducheſſa Eleo-
nora moglie di Coſimo I., ad imitazione del
Marito che creò la Religione de' Cavalieri di
S. Stefano, volle ancora eſſa formare in queſto
Monaſtero di Nobili Dame le Cavaliereſſe ſotto
l'iſteſſo titolo ec.
All'Altar maggiore la Tavola
de' Magi è di Franceſco Conti, e la gran lunetta
che vi è ſopra è opera aſſai lodevole d'Antonio
Franchi; Aurelio Lomi all'Altare a man de-
ſtra dipinſe la Pietà, e le figure che adornano
a ſiniſtra il Tabernacolo della Madonna ſono
del Paſſignano.
Trovaſi poco diſtante un Ri-
tiro che volgarmente chiamaſi delle
MALMARITATE ove ſtanno rinchiuſe fecondo
le diverſe cauſe Donne di ogni rango, le quali
ò ſi eleggono queſto luogo da loro iſteſſe per
1 giuſti motivi avuti con i propri Mariti, o al
contrario fattevi porre dai Mariti fleſſi o parenti
per le medeſime cauſe, ma ſempre però con l'ap-
provazione del Real Sovrano.
giuſti
Dalla parte oppoſta vi è il nobile Monaſtero
di Religioſe Camaldolenſi detto di
S. MARTINO la di cui piccola ma vaghiſſima
Chieſa ornata di ſtucchi ha due Cappelle late-
rali che una della Nunziata, e l'altra del
Batteſimo di S. Agoſtino, le di cui Tavole ſon
dipinte da Batiſta Gidoni, e quella dell'Altar
Maggiore è opera del Ferretti con l'adorazione
de' Magi.
Dipoi ſi trova il
PALAZZO, E GIARDINO fatto fabbricare, e
abbellire dal Cardinale Gio. Carlo de' Medici,
dipoi fu dei Marcheſi Ridolfi, ora delli Stiozzi;
queſto è ripieno di belliſſimi Quadri, con un
nobile, e vaſto Giardino, ov'è di Antonio No-
velli una Statua Coloſſale, oltre i vaſti, e co-
modi appartamenti.
Da queſto eſcendo per que-
ſta comoda ſtrada ſi trova dirimpetto il Mo-
naſtero, ora Conſervatorio di
S. IACOPO di Ripoli di Religioſe dell'Ordine
di S. Domenico; ove ſulla Porta della Chieſa
vedeſi un bel lavoro di Luca della Robbia, e
dentro parimente ven'ha altri due che ſon
degni di ammirazione ſopra le due laterali
Cappelle, in cui ſtan collocate belliſſime Ta-
1 vole di Domenico del Ghirlandajo, che in una
rappreſentò l'Incoronazione di Maria, e nell'
altra lo Spoſalizio di S. Caterina, e molti San-
ti, tavola tanto bella, che pare miniata; e
all'Altar maggiore vi è di mano di Uliſſe Gioc-
chi S. Iacopo con molti Spettatori che reſtano
attoniti per un prodigio del Santo.
A queſto
Monaſtero negl'Anni paſſati è ſtata fatta di
ordine del Real Sovrano una grandioſa, e ma-
gnifica Fabbrica per un nobile Conſervatorio
col diſegno, e aſſiſtenza dell'Architetto Sig.
Giuſeppe Salvetti, leggendoſi ſopra la Porta
del medeſimo la ſeguente Iſcrizione
vole
Quod priſca Florentinorum pietas ad Sacras
Dominicanae Familiae Virgines colligendas
Extruxerat, Providentia Petri Leopoldi Opt.
Etr. Principis ad nobilium Puellarum Inſti-
tutionem munifice ampliavit Perfecitque An.
Sal. MDCCLXXXVII.
Poco più oltre ſi giugne alie mura della Città,
di dove con breve tratto ſi arriva alla Pora
al Prato.
Uſciti appena dalla medeſima s'incontra ſulla
ſiniſtra uno ſpazioſo Stradone arborato, che
fecondando le mura delia Città guida alle così
dette Caſcine dell'Iſola.
E'
1
E' queſta una delizioſiſſima pianura, fian-
cheggiara dall'Arno e da un Canale arteſatto,
elegantemente variata di Boſchereccio di pra-
terìe e di coltivazioni, diviſa da lunghi viali
di vario carattere, e di diverſa diſpoſizione,
che offre il più ameno ſpaſſeggio ai proſſimi
Cittadini, ed abbondante divertimento di Cac-
cia riservata, ſpecialmente di Fagiani.
Alla diſtanza di circa un miglio in faccia ad
uno ſpazioſo Parterre arricchito di diverſi
ornati, e tramezzato da viali e pratelli in parte
Arborati ed a giuſte diſtanze ripieno di co-
modi ſedili, con regia magnificenza è ſtata
recentemente inalzata dai fondamenti una gran-
dioſa Fabbrica della più ſquiſita Architettura
diviſa in tre diſtinte porzioni, eſeguita ſul di-
ſegno dell'Architetto Sig. Giuſeppe Manetti;
mentre le due laterali di più ſemplice ca-
rattere contengono vaſti Stalloni e Fienili per
le Mungane che vi ſi alimentano: non può
deſiderarſi maggiore eleganza, più nobile
ſemplicità in quella che trionfa in mezzo di effe.

Le logge che la cingono tanto eſternamente, ar-
ricchite d'analoghi baſſirilievi, che ſull'interno
Cortile, ſomminiſtrano il più gradito ripoſo,
e la più amena vedura della Campagna e del
concorſo che nei gioini ſereni, e ſpecialmente
fellivi delle più dolci ſtagioni è ſolito eſſervi
1 al maggior ſegno numeroſo. I tanti uſi diverſi
ai quali è deſtinata la Fabbrica, per la ſua
eccellente diſpoſizione, non cagiona la minima
confuſione
.
Oltre il ſomminiſtrar tutti i comodi
neceſſarj ad una copioſa Caſeina ed all'azienda
rurale, comprende un elegante Caſino per il
ripoſo delle Perſone Reali, con quanto abbi-
ſogna al più grandioſo trattamento.
L'indu-
ſtria degli Artefici Fiorentini nella mobilia,
negl'Intaglj, nelle dorature ha fatto conoſcere
di non aver nulla da invidiare alle più colte
Nazioni, corriſpondendo con mirabile effetto
alle grazioſe Pitture campeſtri eſpreſſe dai pro-
feſſori Sigg. Gaetano Gucci, Giuſeppe Sorbo-
lini, Giuſeppe Caſtagnoli, e Luigi Mulinelli,
nelle diverſe ſtanze, come nella ſpazioſa Gal-
lerìa in cui fanno un mirabile effetto le Statue
modellate dallo Scultor Bologneſe Sig. Luigi
Acquiſti, facendo così l'inſieme trionfare la ma-
gnificenza dell'Auguſto Poſſeſſore, ed il genio
dell'attuale Amminiſtrator Generale dei Regj
Patrimonj da cui è ſtata animata, diretta, e con-
dotta a perfezione queſta magnifica fabbrica.
al
Sopra tutto però è meritevole d'eterna me-
moria il filoſofico penſiero, e la generoſità del
Sovrano, che ha eſpreſſamente voluto poſpor-
re il ſuo maggior comodo privato al piacere
e ſollievo d'ogni ceto di perſone, dedican-
1 do porzione dello ſteſſo ſuo Quartiere per il
ripoſo della Nobiltà, e molte ſtanze a terreno
per qualunque che brami di riſtorarviſi con
Pranzi, Cene, ed ogni altra ſpecie di refe-
zione, per mezzo d'un Vivandiere, a cui gra-
tuitamente è ſtato conceſſo l'uſo del fabbricato
e della mobilia, onde metterlo in grado di
ben ſervire, e ben trattare i concorrenti, che
a diſcretiſſimi, e determinati prezzi con rego-
lamento reſo pubblico, vi trovano come ſoddi-
sfarſi a loro voglia, e ſenz'alcun timore d'eſ-
ſere aggravati e circonvenuti.
Ritornando in
Città, preſſo a queſta Porta ſi trova il
do
CASINO E PALAZZO de' Principi Corſini,
nell'atrio del quale, che conduce al Giar-
dino è ſtata poſta una bella raccolta di anti-
che iſcrizioni.
Il detto Caſino è ſituato in
mezzo a due Chieſe di Religioſe, che la pri-
ma, venendo dalla Porta, è Santa Maria, e
l'altra S. Anna.
Nella prima è oſſervabile all'
Altar maggiore la Tavola de' Magj, che è di
Girolamo Macchietti, e i due Ovati ſono di
mano d'Ignazio Hugſort, e oltre a quella vi è
una Pietà di Santi di Tito, e il Batteſimo di
S. Agoſtino belliſſimo lavoro del Cav. Curra-
di; Nella ſeconda aſſai abbellita moderna-
mente da che vi fu introdotta la devozione di
Maria Santiſſima del buon Conſiglio, la di
1 cui Immagine veneraſi al deſtro Altare; Ve-
deſi alla maggior Cappella, una Tavola degna
di ſtima di mano del Pontormo rappreſentante
Maria Santiſſima, S. Anna, e S. Benedetto;
la ſoffitta è dipinta da Vincenzio Meucci, e
l'architettura da Giuſeppe del Moro ove in
una eſpreſſe l'Areangiolo Raffaello, e nell'al-
tra S. Vincenzio.
cui
Alla fine del Prato accanto al Terrazzino dei
Principi, e in altre ſtanze dirimpetto merita di
vederſi lo Studio dei Sigg. Fratelli Piſani dove
in eſſo ſi lavora ogni ſorte di marmi in Sta-
tue, Vaſi, Cammini, e tutt'altro che appar-
tiene all'Arte della Scultura, e ſpecialmente
per quello che riguarda il lavorio degli Ala-
baſtri che ſi può propriamente dire che ſia il
primo eretto in queſta Città, ſapendoſi da ognuno
che la perfezione degl'Alabaſtri, e la ſua mi-
glior qualità è quella che ſi rittova in Toſcana,
come ne fanno ſede la quantità dei Monumenti
antichi che ſi vedono ancora in oggi fatti di
tal genere dagl'antichi Etrufchi, eſſendo falſo
ciò che molti credono che detto Alabaſtro ſia
di poca durata; la quantità delle Figure che
ſi fanno di tal genere da detti Piſani, la bella
coſtruzione di Vaſi ricavati dalle migliori forme
antiche hanno tirato una non indifferente quan-
tità di commiſſioni da tutte le parti, reſtando
1 i ſuddetti garanti di tutto quello che ſi poteſſe
rompere nel tratto del viaggio.
Di quì entrando
in Borgo Ogniſſanti vedremo a ſiniſtra una
piccola traverſa, che mette alla Chieſa Par-
rocchiale di
i ſud-
S. LUCIA, ove all'Altar maggiore è una
Tavola del Ghirlandajo rappreſentante la na-
ſcita di Gesù Criſto.
Due altre a tempera
del Puglieſchi, e una antica Immagine della
Nunziata che vien creduta di Pietro Cavallini.

Di quì rimettendoſi in ſirada pel detto Borgo,
giugneremo alla Chieſa di
OGNISSANTI, dove abitano i Frati Minori
dell'Oſſervanza di S. Franceſco.
Ha queſta
Chieſa la facciata di pietre forti, con buon
diſegno intagliate per opera del Nigetti Ar-
chitetto
.
Il baſſo rilievo di terra cotta, ſituato
ſopra la porta di mezzo, è di Luca della
Robbia
.
La prima Tavola che ſi trova en-
trando per la Porta principale rappreſentante
S. Giovacchino, S. Anna, e Maria Santiſſima
è di Vincenzio Dandini Fiorentino valente
diſcepolo di Pietro da Cortona.
Nella ſeguen-
te lungo la navata vi è da Lodovico Butteri
eſpreſſa con molto ſtudio e bellezza l'Aſcen-
ſione di Criſto; dopo a queſta vi è da Mat-
teo Roſſelli effigiata Santa Eliſabetta Regina
di Portogallo; ne ſegue la Madonna col Bam-
1 bino Gesù, e altri Santi di mano di Santi di
Tito
.
Tra queſta, e la ſeguente Cappella vi
è dipinto a freſco da Domenico del Ghirlan-
dajo S. Agoſtino; E' da ſaperſi, che queſta
pittura nel 1566. con l'altra di S. Girolamo
che ſtà dall'altra parte, furono ſegate dal
muro del tramezzo, che vi era in queſta
Chieſa all'uſo antico, e inſerite con gran di-
ligenza nelle pareti ove al preſente ſi vedono;
ma l'altra di San Girolamo è di Sandro Bot-
ticelli
.
Ne viene dopo la Tavolo di S. Fran-
ceſco che è di mano di Niccodemo Ferrucci;
Dipoi quella della SS. Concezione, lavoro
di Vincenzio Dandini; accanto a queſta il
Pugliani eſpreſſe il Beato Salvatore da Orta,
che riſana infermi.
Voltando verſo la cro-
ciata, S. Diego è di Iacopo Ligozzi.
All'al-
tro Altare vi è S. Pietro d'Alcantara, e S. Te-
reſa di mano di Lazzaro Baldi, i quadri la-
terali del Meucci, e la tribuna di Matteo Bo-
nechi
.
In teſta alla Crociata, la Tavola di
San Bernardino e S. Giovanni da Capiſtrano
è di Vincenzio Dandini; i laterali ſi credono
d'Andrea del Caſtagno, la tribuna con i due
ovati di Giovanni Ferretti, e l'Architettura
di Lorenzo del Moro.
Nella prima Cappella
che ſegue vi è la Tavola di S. Eliſabetta di-
pinta da Giuſeppe Pinzani con la Cupolina di
1 Ranieri del Pace, e dell'iſteſſo Pinzani è la
S. Roſa, che ſi vede nella ſeguente; l'altre
Pitture furono eſeguite da Giovanni Cinqui.

La Tavola poi che ſta appeſa ſopra l'arco è
di Benedetto Veli.
Nell'altra la Tavola di S.
Paſquale è dipinta da Pietro Dandini, e i la-
terali dal Ciceri.
E' poi da ammirarſi la mag-
gior Cappella molto arricchita di nobiliſſimi
marmi, e la Cupola e i peducci di Giovanni
da S. Giovanni; a queſto Altare iſolato ve-
deſi un paliotto di pietre dure iſtoriato con
alcuni fatti di S. Franceſco, ſopra di eſſo vi è
eretto un Crocifiſſo di Bronzo, opera di Bar-
tolommeo Cennini diſcepolo del Tacca, gli
Angeli di marmo ſopra le porte del Coro,
ſono di Andrea Ferroni di Fieſole, i quattro
Santi della Religione nelle Nicchie, ſono di
Franceſco Gargiolli da Settignano.
I due qua-
dri laterali, che in uno Santa Chiara, è opera
di Coſimo Gamberucci, e nell'altro di S. Bo-
naventura comunicato dagl'Angioli è di Fab-
brizio Boſchi.
La facciata del Coro dipinta a
freſco è lavoro del Pinzani, che vi ha eſpreſſo
Criſto che caccia i Profani dal Tempio.
Paſ-
ſata la Cappella maggiore trovaſi da Pier Dan-
dini effigiato S. Giovanni da Capiſtrano, del
quale ſon pure i due laterali.
In faccia alla
porta della Sagreſtia è la Cappella di S. Mar-
1 gherita da Cortona, ov'è la detta Santa di-
pinta da Pietro Marcheſini.
Ritornando nella
Navata trovaſi la prima Tavola di S. Bernar-
dino da Siena, opera di Fabbrizio Boſchi:
nella ſeconda Cappella vi è un Crocifiſſo di
legno, del quale non è noto l'artefice.
La
ſtatua, che ne ſuccede di S. Antonio da Pa-
dova è di Baldaſſar Fiammingo.
Nella quarta
Cappella è l'Affunta di Tommaſo da S. Fria-
no e il coro di Angeli di ſopra è di Santi di
Tito
.
Segue il Martirio di S. Andrea opera
di mano di Matteo Roſſelli.
La tavola della
Nunziata è lavoro di Bartolommeo Traballe-
ſi, e l'altra Nonziata antica accanto alla Porta
ſi crede di Pietro Cavallini.
La ſoffitta è ſtata
fatta recentemente, il di cui ſfondo ſu di-
pinto da Giuſeppe Romei, e l'ornato d'ar-
chitettura da Giuſeppe Renucci.
Conſervanſi
ancora in queſta Chieſa molte Reliquie, e fra
queſte la Tonaca di S. Franceſco, tenuta in
ſomma venerazione.
Dopo la Chieſa ne viene
il Convento, in cui vi è un belliſſimo Chio-
ſtro con tutte le lunette dipinte a freſco, cin-
que delle quali ſono di Giovanni da S. Gio-
vanni; cioè quella ove S. Franceſco mette
in pace gli Aretini, quella in cui riſufcita una
bambina caduta in caldaja, quella in cui ſana
una cieca, e l'altra ove predica ſopra un al-
1bero. Ne ſegue una di Giovanni Garzia ſuo
ſcolare, e figliuolo.
Ma cominciando a ſiniſtra
dalla parte del Convento per due intere na-
vate ſono tutte diligentiſſimo ed ammirabil
lavoro di Iacopo Ligozzi della bellezza delle
quali lunette per il colorito, finitezza ed eſ-
preſſione, níuno può averne idea ſenza ve-
derle, e fino all'angolo che mette alla Sagre-
ſtìa ſono di ſua mano fino al numero di 17.

Nella navata poi lungo la Chieſa ſono ſtate
tutte eſeguite da Fabbrizio Boſchi anch'eſſo
eccellente Pittore il di cui Nipote Franceſco
ha con ſomma eccellenza effigiati ne' peducci
delle Volte gli Uomini illuſtri dell'ordine Se-
rafico
.
Vi ſono in queſta contrada molte belle
abitazioni tralle quali quelle de' Buini, de' Po-
poleſchi, de' Martellini, de' Grifoni, del Be-
nino, de'Cambi, e la
bino
Ra-
ghe-
bero.
CHIESA di S. Giovanni di Dio fatta col di-
ſegno di Carlo Andrea Marcellini, a cui è an-
neſſo lo Spedale, tenuto da quei Religioſi con
molta pulitezza, e carità.
In queſto luogo vi
era la Caſa di Amerigo Veſpucci ritrovatore
del nuovo Mondo, come ſi legge in un'Iſcri-
zione ſopra la Porta.
Seguitando la via del
Corſo ſi vede in faccia il
PALAZZO de' Ricaſoli fatto col diſegno di
Michelozzo, il quale gode mediante un paſſo
1 ſotterraneo un vago Giardinetto dalla parte
oppoſta ſull'Arno, e quivi è il
P ſot-
PONTE ALLA CARRAIA, ſtato fabbricato nel
1218
.
Dipoi per la Vigna è da oſſervarſi il
PALAZZO, e LOGGIA de' Rucellai, fatti am-
bedue col diſegno di Leon Batiſta Alberti.

Uſcendo alquanto di ſtrada a man ſiniſtra ſi trova
la Chieſa di
S. PANCRAZIO de' Monaci Valombroſani,
nella quale entrando a man dritta ſi vede una
magnifica Cappella della Famiglia Riccardi
fatta col diſegno di Giuſeppe Broccetti, ov'è
un Immagine dell'Annunziata dipinta a freſco
da Pietro Cavallini.
Nella moderna reſtaura-
zione di queſta Chieſa la detta Cappella rimane
nell'atrio, paſſata la quale ſi vede il Depoſito
del Duca di Nottumbria celebre per la di lui
vaſta Opera marittima, intitolata l'Arcano del
Mare; dopo la prima Cappella dov'è un Cro-
cifiſſo, ſi trova alla feconda la bella Tavola del
Paſſignano rappreſentante S. Gio. Gualberto,
che perdona all'inimico; ne ſegue la terza
Cappella nella quale ſi vede lavorata da Be-
nedetto Baglioni allievo del Verrocchio una
Pietà di terra cotta vetriata con S. Giovanni,
e le Marie, e nelle pareti laterali in due Nic-
chie S. Gio. Gualberto, e S. Verdiana; e ſo-
pra la medeſima vi è la Vergine Annunziata
1 dall'Angelo di terra ſimile dell'iſteſſo Artefice.
Saliti nella Crociata ſi vede dipinto a freſco
Gesù moſtrato al Popolo fatto ultimamente da
Giuliano Traballeſi.
All'Altare in teſta della
Crociata s'ammira la belliſſima Tavola di Santi
di Tito rappreſentante S. Gio. Battiſta che
predica alle Turbe.
Dipoi nella Cappella de'
Minerbetti il Sepolcro di Meſſer Pier Miner-
betti è di mano di Simone Fiorentino allievo
del Verrocchio.
Ne ſegue l'Altar maggiore
poſto in iſola; dietro al quale è il Coro dei
Religioſi
.
La Tribuna è dipinta da Sigiſmondo
Betti
.
Paſſata la Cappella del Santiſſimo in teſta
all'altra parte della Crociata vi è una Tavola
di Andrea del Minga rappreſentante Maria
Vergine Aſſunta, con S. Girolamo, e S. Ca-
terina Vergine e Martire.
Nella parete laterale
vi è dipinta a freſco modernamente da Tom-
maſo Gherardini una Madonna addolorata.

Seguitando poi trovaſi la Porta di fianco nel
di cui ricetto oſſervaſi il Sepolcro del Veſcovo
di Fieſole Benozzo Federighi con ſua ſtatua
giacente di marmo, con attorno un vago fe-
ſtone di fiori e frutte, lavorato da Luca della
Robbia, e dipoi al primo altare paſſata detta
Porta vedeſi la Tavola di San Sebaſtiano di-
pinta da Aleſſandro del Barbiere.
Al ſecondo
di mano di Franceſco del Brina una Tavola
1 dov'è dipinto S. Bernardo degl'Uberti, S. Gio.
Gualberto, S. Atto, e S. Benedetto; al terzo
altare è di mano di Santi Pacini S. Atto Ve-
ſcovo di Piſtoia, che riceve in abito Pontifi-
cale da due Pellegrini la Reliquia di S. Iacopo
Apoſtolo Protettore di quella Città.
Le ſtatue
che ſono lateralmente all'arco, ſono ſcolpite
da Domenico Poggini, e rientrando nell'atrio
ſi trova la Cappella Rucellai, nella quale ſi
vede il S. Sepolcro fatto fare da Giovanni Ru-
cellai col diſegno di Leon Batiſta Alberti,
eſattamente eſeguito, con le miſure preſe in
Geruſalemme dal Sepolcro di Noſtro Signore.

Eravi in antico al maggiore Altare una gran
Tavola di Taddeo Gaddi con molti ſparti-
menti di Santi, e ſtoriette diverſe, quali di-
viſe in tanti quadretti ſtanno modernamente
diſtribuiti nell'appartamento del P. Abate di
quel Monaſtero.
Reſta ora da ammirare per
ultimo tra le due porte la belliſſima Tavola di
Michele di Ridolfo del Ghirlandajo, ove con
ottimo guſto, e fatica ha eſpreſſo i diecimila
Martiri ai quali è dedicato queſto Altare; e
ritornando al Ponte alla Carraja per lungo
l'Arno ſi trova il
dall'
P 2 dov'è
PALAZZO de' Principi Corſini, in ſua viſta
magnifico da qualunque faccia ſi oſſervi d'Ar-
chitettura Toſcana, fatto per la maggior parte
1 con diſegno di Pier Franceſco Silvani. Egli è
ſtato accreſciuto di appartamenti doppj, ſcale,
gallerie, ed altre comode abitazioni, eſſendo
una delle fabbriche più coſpicue di queſta Città.

La Sala maggiore è lunga braccia quaranta, e
larga venticinque, ed è ornata di varj colonnati,
di ſtatue antiche, e di buſti di marmo di mano
d'eccellenti Scultori.
La ſoffitta è opera di
Anton Domenico Gabbiani, e tutto il com-
poſto non può eſſere più vago, più ma-
gnifico
.
Conduce a queſta Sala, ed al piano
nobile del Palazzo una Scala fatta col bel di-
ſegno di Antonio Ferri, perchè cominciando
con due grandi branche, che ſi uniſcono in un
bel ricetto, ov'è la Statua ſedente del Papa
Clemente XII. Corſini, a terminare in una,
che è arricchita di nobile architettura, di pie-
tre e ſtatue belliſſime.
Nel mentovato piano
nobile vi ſono otto appartamenti liberi, di-
pinti da più valenti profeſſori, e ſingolarmente
dal medeſimo Gabbiani, e dal Gherardini,
Dandini, e Puglieſchi.
Sono ancora arricchiti
di ſcale ſegrete, gallerie, gabinetti, ed altri
ſervizj; e per comodità de' medeſimi evvi una
Cappella dipinta tutta dal Gherardini, colla
Tavola dell'Altare di Carlo Maratta.
Il piano
terreno è altreſi dipinto da' migliori Maeſtri
d
'Architettura.
Oltre i prezioſi mobili, molti
1 ſono i quadri antichi, e moderni de' più illuſtri
maeſtri
.
Di quì ſeguitando il Lung'Arno tro-
vaſi il Palazzo Gianfigliazzi, e dipoi il
con
ſono
CASINO DE' NOBILI, e quivi il
PONTE S. TRINITA, fatto rifabbricare dal
Granduca Coſimo I., col diſegno di Bartolom-
meo Ammannati, Scultore, ed Architetto Fio-
rentino, dopo l'inondazione, che ſeguì l'anno
1557. con danno univerſale della Città, e con
rovina totale di queſto Ponte.
E' adorno di
quattro figure di marmo, che rappreſentano le
quattro ſtagioni dell'Anno.
Il Verno, nella
perſona di un vecchio nudo, e tremante, è
opera di Taddeo Landini.
L'Autunno, e la
Eſtate ſono di mano di Giovanni Caccini, e
quella della Primavera fu lavorata dal Franca-
villa Fiammingo.
Accanto ad eſſo vi è la Volta,
e l'antico
PALAZZO DEGLI SPINI ora del Marcheſe Fe-
roni
.
Quivi preſſo vi ſono le Caſe dei Buon-
delmonti, dei Torrigiani, degli Altoviti, e
degl'Alamanni, e de' Minerbetti, nelle quali
tutte vi ſono ottime pitture, ed altre rarità di
aſſai pregio.
Nel mezzo della Via ſi vede una
COLONNA di granito d'ordine dorico quivi
eretta l'anno 1564. da Coſimo I. con avervi
fatta collocare ſopra una ſtatua di porfido rap-
preſentante la Giuſtizia di mano di Romolo del
1 Tadda di caſa Ferrucci in memoria, come
ſi crede da molti, dell'avere il mentovato
Granduca ricevuta in queſto luogo la nuova
della preſa di Siena.
Diceſi, che foſſe l'ultima
Colonna levata dalle Terme Antoniane, e do-
nata al Granduca Coſimo I. da Pio IV.
Dirim-
petto alla Colonna appariſce di vaga viſta il
Tadda
PALAZZO de' Bartolini, fabbricato col diſe-
gno di Baccio d'Agnolo; dopo del quale dall'
altra parte vi è la Chieſa de' Monaci Valom-
broſani, chiamata
SANTA TRINITA, diſegno di Gio. Piſano,
fabbricata circa al 1250., e la facciata ſatta da
Bernardo Buontalenti nel 1595.
Nel mezzo
ſulla porta maggiore evvi un baſſo rilievo rap-
preſentante la Santiſſima Trinità, ed allato alla
porta laterale a mano ſiniſtra S. Aleſſio in una
nicchia, opere di Giovanni Caccini.
Entrando
per la porta maggiore trovaſi a mano deſtra
effigiato da Tommaſo da San Friano S. Dioniſio
Areopagita, che medita la Riſurrezione di
Criſto, con adornamenti di marmi lavorati con
ſomma maeſtrìa da Benedetto da Rovezzano.

Nella prima Cappella della navata evvi un Cro-
cifiſſo antico, creduto dei Bianchi.
Nella ſccon-
da ſi vede effigiato S. Gio. Batiſta predicante alle
turbe, opera di F. Francefco Curradi.
Nella
terza è del Paſſignano il Criſto morto retto
1 dall'Eterno Padre, ed a baſſo ſono S. Luca,
S. Gio. Battiſta, ed altri Santi.
Nell'altre due
ſeguenti Cappelle in una vi è una Tavola an-
tica di D. Lorenzo Monaco Camaldolenſe,
con una SS. Annunziata, e nell'ultima vedeſi
una Madonna con i SS. Benedetto, e Bernardo
della Scuola di Andrea del Sarto.
Segue la
Sagreſtìa, dentro la quale vi ſono varj quadri
antichi degni di molta ſtima, trai quali all'Al-
tare la Naſcita di Gesù Bambino, che è tra le
più ſingolari opere del Ghirlandajo; e ſopra a
queſta nella parete rimiraſi l'adorazione dei
Magi di mano di Gentile da Fabriano, come
ſtà ivi ſcritto; e dalla parte oppoſta all'ingreſſo
della Sagreſtia una Madonna dipinta da Cima-
bue
.
Altra Tavola con Gesù, Maria, e i
SS. Girolamo, e Zanobi, opera di Mariotto
Albertinelli; una Pietà del Beato Gio. Ange-
lico; una Trinità con S. Benedetto, e S. Gio.
Gualberto di Aleſſio Baldovinetti; ed alcuni
altri Santi Vallombroſani dipinti da Piero Dan-
dini; preſſo la porta di eſſa in Chieſa ſtà appeſa
una Tavola di Agnolo Bronzino, nella quale
dipinſe una Pietà.
Ne ſegue poi la Cappella
dei Saſſetti dipinta a freſco dal predetto Ghir-
landajo, con diverſi fatti della Vita di S. Fran-
ceſco d'Aſſiſi; e la Pietà di marmo ſull'Altare
è lavoro moderno di Vittorio Barbieri.
Ap-
1 preſſo è la Cappella di S. Gio. Gualberto alle
pareti della quale ſono due Tavole, ove è in
una S. Pietro Igneo che paſſa per il fuoco,
opera di Taddeo Mazza, nell'altra Domenico
Peſtrini da Piſtoja colorì la moltiplicazione del
Pane, e Vino fatta da S. Gio. Gualberto; la
Concezione in un quadretto ſopra l'Altare è
d'Ignazio Hugford, ſupplendo per Tavola un
bel Tabernacolo in cui ſi conſerva una Maſcella
del Santo.
Contigua a queſta Cappella è l'Altar
maggiore ſopra il quale ſi venera l'Immagine
del Crocifiſſo, che chinò la teſta a S. Gio.
Gualberto, collocata maeſtoſamente col diſegno
dell'Altare di Ferdinando Tacca, il Preſbiterio
fu diſegnato dal Buontalenti aſſai vago, e con
gran giudizio, con due ſcalette in due nicchie,
che l'occhio da ingegnoſo lavoro reſta am-
mirato
.
Paſſando all'altra parte trovaſi la Cap-
pella degli Uſimbardi tutta incroſtata di marmi
carrareſi, e pregiatiſſime pietre di diverſi colori,
con due ſepolcri di diaſpro nero, ſopra del
quali ſon ritratti al naturale due Veſcovi di
quella Famiglia lavorati da Felice Palma, cioè
Pietto Veſcovo d'Arezzo, e Uſimbardo Ve-
ſcovo di Colle.
Nell'Altare in una nicchia di
diaſpro nero vedeſi un Crocifiſſo di bronzo del
ſopraddetto Palma.
Sono di grande ſtima le
due Tavole nelle pareti, il S. Pietro naufra-
1 gante è eccellentiſſimo lavoro di Criſtoſano
Allori; l'altra quando riceve le Chiavi da Criſto,
fu colorita da Jacopo da Empoli.
Le Lunette a
freſco ſopra di eſſe ſono di Giovanni da S. Gio-
vanni, e la tribuna è di Fabbrizio Boſchi.
Il
Paliotto dell'Altare ove è eſpreſſo in alto ti-
lievo di bronzo il Martirio di S. Lorenzo è
opera di Tiziano Aſpetti Padovano.
Al proſſi-
mo Altare è una Pietà di Giuſeppe Perini, di
cui lateralmente è il quadro di S. Geltrude, di
faccia al quale S. Ildefonſo, che riceve una
Pianeta dalle mani di Maria Vergine, lavoro di
Ignazio Hugford.
Segue la Cappellina dipinta
a freſco da Bernardino Poccetti, con varj fatti
di S. Gio. Gualberto.
Rientrando nella navata
la prima Tavola di S. Umiltà è del Perini, la
ſeconda di Lorenzo Bicci.
La terza ove è effi-
giato lo Spoſalizio di S. Caterina, è una copia
di D. Aleſſandro Davanzati, da Paolo Vero-
neſe, ed in queſta Cappella è da notarſi il Se-
polcro di Giuliano Davanzati.
Nella quarta,
da una banda il portar della Croce è del Vi-
gnali, dall'altra l'orazione all'Orto è del Roſ-
ſelli
.
Alla ſeguente Cappella ornata di marmi
e colonne è la Nunziata dell'Empoli, le due
ſtatue rappreſentanti la Pace, e la Manſuetu-
dine, ſono di Giovanni Caccini, la morte di
Sant'Aleſſio è di Coſimo Gamberucci, ed il
1 Martirio di Santa Lucia è di Pompeo Caccini;
la Cupola di Bernardino Poccetti è così bella
che più non ſi può deſiderare.
Fra le due
Porte la ſtatua di S. Maddalena, fu principiata
da Deſiderio da Settignano, e terminata da
Benedetto da Maiano.
Di quì ſortendo ſi potrà
vedere la vicina
dall'
preſſo
gan-
Mar-
CHIESA DE' SANTI APOSTOLI, una delle più
antiche di Firenze, nella quale entrando ſi
trova a mano deſtra nella prima Cappella la
Tavola di mano del Gamberucci, rappreſen-
tante S. Martino, che diſpenſa limoſine.
Nella
ſeconda il Cav. Roncalli dalle Pomarance vi ha
dipinto S. Pietro, che alla porta del Tempio
riſana lo ſtorpiato.
Alla terza vi è la celebre
Tavola della Concezione, opera di Giorgio
Vaſari
.
Nella ſeguente vi è un antico quadro
rappreſentante la Santiſſima Nunziata.
Paſſata
la quinta Cappella di S. Antonio Abate trovaſi
il depoſito di Oddo degli Altoviti, ammirabile
per la finezza de' ſogliami, feſtoni, e rilievi in
marmo, opera di Benedetto da Rovezzano, e
quindi la Sagreſtia, e l'altare appreſſo ov'è
una antichiſſima Immagine di Maria; ne viene
la Cappella maggiore rinnovata col diſegno di
Gio. Antonio Doſio.
I due buſti laterali in
marmo, che uno rappreſenta Carlo Magno, e
l'altro l'Arciveſcovo Antonio Altoviti, ſono
1 di Giovanni Caccini. Seguita dopo queſta la
Cappella degli Acciaioli dove ſono lavori aſſai
belli di Luca della Robbia.
Dopo a queſta, e
un altro altare appreſſo, trovaſi cinque Cappelle
sfondate, nella prima vi è dipinto da Tommaſo
da S. Friano la Natività di Criſto, nella ſeconda
vi è di Stefano Marucelli S. Michel Arcangelo
quando abbatte Lucifero.
Ne ſuccede la Cap-
pella di S. Franceſco di Sales, ove ſi ammira
il Santo Veſcovo da belliſſime figure d'Angeli
inalzato alla Gloria, opera del celebre Anton
Domenico Gabbiani.
Appreſſo alla quale ve-
deſi un Crocifiſſo che eſiſteva nella ſoppreſſa
Chieſa di S. Biagio, e nell'ultima è un San
Bartolommeo
.
Accanto a queſta Chieſa ſi
trova il
di
PALAZZO già della Famiglia Borgherini, ora
del Turco Roſſelli, che è diſegno di Baccio
d'Agnolo, e nella Sala vi è un Cammino di
pietra ſerena di gran mole, lavorato a baſſi-
rilievi d'eſquiſito lavoro da Benedetto da Ro-
vezzano
.
Dipoi paſſato il Palazzo degli Ac-
ciaioli, che corriſponde con buona facciata
ſull'Arno, voltando a mano ſiniſtra ſi giunge alla
LOGGIA di Mercato nuovo fatta fabbricare
dal Granduca Coſimo I. l'anno 1548. per co-
modo di trattare i negozj della Seta, con di-
ſegno di Bernardo Taſſo, in uno dei lati della
1 quale ſopra la ſcalinata, ſi vede lavorato in
bronzo un Cinghiale, che verſa acqua per
comodo pubblico, opera di Pietro Tacca,
tratta dall'antico celebre della Gallerìa.
So-
pra queſta Loggia in alcuni Stanzoni vi ſi con-
ſervano tutti gl'inſtrumenti originali che reſtano
duplicati nei Protocolli de' Notari eſiſtenti nell'
Archivio Pubblico.
All'intorno, e vicinanza
di eſſa Loggia vi ſono le Botteghe, che ſervono
alle manifatture e traffico delle Sete; e quì vi-
cino eſiſte il Monte Comune, e il Magiſtrato
della Comunità di Firenze.
Seguitando il cam-
mino per la Via detta Calimala ſi arriva al
quale
MERCATO VECCHIO, che per iſcherzo chia-
maſi il Giardino di Firenze, atteſe le molte de-
lizie, che in abbondanza vi ſi trovano, e delle
quali la Città noſtra al pari d'ogni altra è co-
pioſa
.
Quivi ſi vedeva ſopra una Colonna di
granito una ſtatua di pietra di mano di Donatello,
rappreſentante la Dovizia; ma eſſendo dive-
nuta aſſai lacera dal rempo vi è ſtata collocata
altra ſtatua ſimile, ſcolpita da Gio. Batiſta Fog-
gini; quì oltre è una Loggia deſtinata alla
vendita del peſce, fatta quivi fabbricare dal
Granduca Coſimo I., e dipoi modernamente
accreſciuta
.
Beſtano quivi appreſſo le abita-
zioni degli Ebrei dette il
GHETTO, ove per avanti era un infame po-
1 ſtribolo, di cui fanno menzione gli Scrittori
citati dal Baldinucci nella Vita del Buontalenti.

Queſto Ghetto è ſtato ampliato con abitazioni
aſſai comode.
E ripigliando il cammino a Po-
nente per il Corſo de' Barberi è da oſſervarſi
un Satiretto di bronzo di Gio. Bologna al
Canto de' Diavoli, e dipoi ſi giunge al
ſtri-
PALAZZO del Duca Strozzi fatto fabbricare
da Filippo Strozzi nel 1489., con ſomma ma-
gnificenza
.
Il primo diſegno di queſta fabbrica
fu dato da Benedetto da Majano, ſebbene poi
proſeguito dal Cronaca, il quale nella parte
interiore mutò ordine di architettura, avve-
gnachè per di ſuori Toſcano, con bozze di
pietra forte, di grandezza non ordinaria, per
di dentro ſia dorico e corintio, come ſi vede
nel Cortile.
Rimane queſto Palazzo da ogni
parte iſolato, ed ha nella ſommità un corni-
cione di raro artifizio.
Dalla parte oppoſta a
ſiniſtra è oſſervabile alla metà della ſtrada la
facciata di altro Palazzetto del medeſimo Duca
Strozzi, diſegno di Gherardo Silvani.
E ſopra
la Porta della Caſa Uguccioni, ivi accanto vi
è un Buſto del Granduca Franceſco I. de' Me-
dici ſcolpito da Gio. Bologna.
Quivi ap-
preſſo è il
CANTO DE' TORNAQUINCI dov'è la Loggia
di eſſa antica Famiglia, diſegno del Cigoli,
1 anneſſa al Palazzo fatto fabbricare da Gio. Tor-
nabuoni col diſegno di Michelozzo Miche-
lozzi, ora dei Marcheſi Corſi dai quali fu eſſa
Loggia reſtaurata, nel qual Palazzo vi è un'am-
pia Gallerìa, che gli aggiunge comodo e bel-
lezza con eccellenti Quadri; in faccia al quale
ſi trova quello de' Viviani, dopo quello dei
Giacomini, la cui architettura è opera di Gio.
Antonio Doſi aſſai ſingolare; quello del Mar-
cheſe Albergotti dipinto in gran parte da Dia-
cinto Fabbroni, quello degli Antinori, quello
de' Paſquali con più altri dai quali è circondata
la Chieſa di
an-
S. MICHELE BERTELDI, detta degli Antinori,
dove già abitavano i ſoppreſſi Padri Teatini,
Chieſa Parrocchiale ufiziata ora da' Preti Se-
colari, chiamata comunemente S. Gaetano,
fatta da' ſondamenti reſtaurare dal Cardinal
Decano Gio. Carlo de' Medici, col diſegno
di Matteo Nigetti Architetto, e di Gherardo
e Pier Franceſco Silvani.
Queſta ſi può anno-
verare tra le più vaghe, e più adorne della
noſtra Città.
Ed in vero ha la facciata di pietre
forti, e così nobile, e leggiadro è il ſuo di-
ſegno e lavoro, che non può vederſi coſa
meglio inteſa, più finita di quella.
Sonovi
quattro belliſſime ſtatue di marmo, una delle
quali ſopra la porta, è di Baldaſſar Bermoſel
1 Fiammingo, del quale è ancora il San Gaetano
nella deſtra nicchia, nell'altra il S. Andrea
Avellino è opera dell'Andreozzi.
Maggiori
però, e di vaga apparenza ſono gl'interiori
ornamenti, imperciocchè diviſati con architet-
tura d'ordine compoſito, ed arricchiti di pietre
ſerene, lavorate con ſingolar pulitezza: Oſſer-
veremo primieramente. le Cappelle tutte in-
croſtare di marmi, e adorne di belle pitture a
freſco, e di Tavole molto ſtimate.
Nella prima
all'entrare a man deſtra, vedremo la Tavola
del martirio dell'Apoſtolo S. Andrea, di mano
di Antonio Ruggieri.
La ſeconda, dov'è di-
pinto l'Arcangiolo S. Michele, e i due quadri
delle pareti ſono del Vignali, e la volta è di-
pinta con molto artifizio dal Colonna; e nella
terza Matteo Roſſelli dipinſe S. Gaetano, ed
un Beato ſuo Compagno.
Accanto a queſta
Cappella è il Sepolcro, coll'Iſcrizione, e
ritratto dell'Avvocato Agoſtino Coltellini Fon-
datore della celebre Accademia degli Apatiſti.

In faccia poi della Croce, di mano d'Ottavio
Vannini è dipinta l'adorazione de' Magi, e
alla Cappella che ſegue, viè del detto Roſſelli
una Tavola della Natività di Noſtro Signore.

L'Altar maggiore, poſto nella Tribuna di
mezzo, tralle altre coſe di pregio, ha un ric-
chiſſimo Ciborio d'argento, opera di Benedetto
1Petrucci. Bello ancora, e grandemente ſtimato
è il Criſto di bronzo, di mano di Franceſco
Suſini, e vaga viſta rende la Cupola della Tri-
buna, dipinta dal Padre Galletti Teatino che
ha pur dipinta tutta la volta della detta Chieſa.

Seguitando dall'altra mano, nella Cappella vi-
cina all'Altar maggiore, vi è una Tavola di
S. Elena dipinta dal mentovato Roſſelli, e in
faccia alla Croce, un altra ſimile del Biliverti
di gran bellezza.
Nell'altra Cappella di S. An-
drea Avellino colorì la Tavola rappreſentante
il detto Santo in atto di eſſer colpito dall'ac-
cidente apopletico, Ignazio Hugford.
Nella
Cappella di mezzo, Pietro da Cortona dipinſe
la Tavola del Martirio di S. Lorenzo.
Nell'
ultima vi è una Concezione con varj Santi
genufleſſi di mano di Diacinto Fabbroni.
Ador-
nano ancor queſta Chieſa quattordici Statue di
marmo, che dodici rappreſentano gli Apoſtoli,
con altrettanti baſſirilievi a piè di quelle, eſpri-
menti il loro martirio.
Le ſtatue di S. Pietro,
e Paolo ſono di Gio. Battiſta Foggini, ſei ſono
del Novelli, e le altre del Caccini, Piamon-
tini, Fortini, Pettiroſſi, Cateni, e Baratta.

Camminando poi verſo il Canto de' Carneſec-
chi, ſi ritrovano a man ſiniſtra i Palazzi del
Cav. Venturi diſegno del Buontalenti, ove è
una ſala nobilmente dipinta da Bernardino Poc-
1 cetti; e quello detto del Mandragone celebre
per il primo abboccamento quivi ſeguito del
Gran Duca Franceſco I. con la Bianca Cap-
pello che poi divenne ſua moglie; e a deſtra
troveremo la Chieſa di
Fiam-
Pe-
Q cetti;
SANTA MARIA MAGGIORE dei Carmelitani
della Congregazione di Mantova, dove in
primo luogo a mano deſtra è da ſtimarſi la
Tavola di mano del Cigoli, nella quale è
dipinto Sant'Alberto Carmelitano in atto di
liberare dal naufragio uno, che già pericolava
nell'acqua; ed anco quella del Pugliani, che
rappreſenta la Maddalena Penitente in atto di
ricevere nella ſua grotta da S. Maſſimino la
Comunione
.
Segue il martirio di San Biagio
d'Ottavio Vannini, ed i laterali ſono d'An-
tonio Giuſti.
Degna di lode è la Cappella
de' Carneſecchi, la volta della quale fu di-
pinta da Bernardino Poccetti, e le due ſtatue
di marmo di S. Bartolommeo, e S. Zanobi
furono lavorate dal Caccini; La Tavola di
S. Franceſco in atto di ricever le Stimate è
delle bell'opere di Piero Dandini.
Nella
quinta Cappella adoraſi un Crocifiſſo di rilievo
con alcuni Santi.
La pittura a freſco nella
Volta è di Giuſeppe Romei.
Paſſato l'Altar
maggiore, la più proſſima è la Cappella che
è deſtinata per il Santiſſimo Sagramento, al-
1 lato alla quale è la Cappella degli Orlandini,
nella volta della quale il Volterrano maravi-
glioſamente rappreſentò il Ratto di Elia, con
belliſſime figure, tramezzate da ſtucchi dorati;
La Tavola dell'Altare della Madonna è del
Biliverti
.
Ragguardevoli ancora ſono le due
Tavole, che appreſſo ſeguono, quella di Santa
Maria Maddalena de' Pazzi di mano d'Onorio
Marinari, e l'altra di San Franceſco e Sacra
Famiglia dipinta da Matteo Roſſelli, ſopra le
quali Vincenzio Meucci dipinſe li due sfondi
che vi ſi veggono.
Degna di grande ſtima è
la Tavola del Paſſignano, ove ha rappreſen-
tata la venuta dello Spirito Santo.
Una ſin-
golar memoria era già in queſta Chieſa, oggi
perita, cioè il Monumento ſtato fatto a Sal-
vino di Armato degli Armati nel 1317, collo
ſpecitico titolo d'inventore degli Occhiali.

Nel Chioſtro del Convento ſi vede in un can-
to, una delle quattro Colonne che reggevano
il Sepolcro di Ser Brunetto Latini maeſtro di
Dante, la quale ha l'Iſcrizione che lo di-
moſtra chiaramente.
Preſſo queſta Chieſa vi è il
lato
PALAZZO, già de' Gondi, paſſato dipoi ne'
Corſini Orlandini, ed oggi nella Famiglia del
Beccuto Orlandini, ſtato modernamente ac-
creſciuto, e ridotto alla forma, che di pre-
ſente ſi vede.
Per di dentro è così nobilmente
1 adornato, e di comode abitazioni arricchito,
che può con ragione uguagliarſi ai più ſplen-
didi Palazzi di queſta Città.
La Sala nella vol-
ta, e nelle pareti è dipinta per mano di Pie-
tro Dandini, Gherardini, e Gabbiani, ed altri
Profeſſori più accreditati hanno dipinto l'altre
ſtanze contigue, che adornate di ſtucchi, e
di prezioſi arredi, rieſcono vaghe oltremodo.

Sulla Piazza di eſſa Chieſa di Santa Maria
Maggiore è ſituato il
Q 2 ador-
PALAZZO Strozzi, oggi de' Martini. Sul
Canto della Fabbrica ove era il Seminario vi
è una Teſta di un Salvatore di mano del Caccini.

Non lontano da queſto è il Palazzo de' Marcheſi
Malaſpina, modernamente abbellito con buon
diſegno, quelli del Balì Martelli, del Cav.
Ambra, e dipoi a Piazza Madonna quello
degli Aldobrandini tutti ripieni di ottimi lavori
di Pitture. e ſculture.
Quivi vicino rimiraſi
il Giardino, e Palazzo de' Gaddi ricchiſſimo
di ſtatue ſingolari, di pitture, medaglie, e
altre antichità; Dipoi prendendo la ſtrada a
man deſtra in Via dell'Amore oſſerveremo la
Caſa fatta fabbricare con gli onorifici donativi
di Luigi il Grande Re di Francia da Vincenzio
Viviani primo Mattematico del Granduca Co-
ſimo III ultimo Scolare del Galileo.
Nella
facciata di queſta Caſa, eretta col diſegno del
1 Senator Gio. Batiſta Nelli il vecchio, alla qual
Famiglia appartiene, con raro eſempio, ed
in ſegno evidente d'Uomo grato al Maeſtro,
ed a generoſi Benefattori, vedremo ſopra la
porta maggiore eſpoſta al pubblico la viva
effigie di bronzo in rilievo, gettata da Gio. Ba-
tiſta Foggini di queſt'immortale Eroe Fio-
rentino, e dall'eſpreſſo ne' Cartelloni laterali,
nei quali ci viene indicato parte delle notizie
de' di lui ammirandi ritrovati 1.
Soddisfattici
d'aver veduto una memoria bella, entrando
ſulla Piazza Vecchia di Santa Maria Novella
oſſerveremo a man deſtra il
Se-
PALAZZO de' Cerretani, dove è ſtata fabbri-
cata una Galleria di antiche Statue; e dipinta
vagamente da Vincenzio Meucci, ed è anche
ricca di inſigni pitture de'più eccellenti mae-
ſtri poſſeduta in oggi dalla Marcheſa Caſſan-
dra Capponi ſuperſtite di tal Famiglia.
E vol-
gendo dipoi per la via di Gualfonda, è quivi
da vederſi la Getterìa delle Campane, e altri
lavori di bronzo del Sig. Moreni; come pure
1 lo Studio di Pittura del Sig. Vincenzio Gotti,
quivi vicino ripieno di belle, e rare pitture,
de le quali ne fu ſtampato un Catalogo, e di-
poi quaſi in fine a detta Via è da oſſervatſi il
CASINO dei Marcheſi Riccardi in Valfon-
da, pieno di Statue antiche e moderne, e di
pitture eccellenti, tra le quali nella Cappella
è la volta a freſco del Volterrano, con un
Giardino molto vaſto, e delizioſo, in cui ſi
vede la ſtatua di Papa Bonifazio VIII., che
prima era nella facciata del Duomo, eretta
da' Fiorentini per la benevolenza che queſto
Pontefice avea dimoſtrata alla loro Nazione.

Uſcendo dal Caſino del Marcheſe Riccardi, e
voltando in Via Nuova, ſi vede alla metà di
eſſa un Tabernacolo con pittura di Giovanni
da S. Giovanni.
E quì reſta terminato a ve-
derſi il Quartiere S. Maria Novella.
lo
QUARTIERE S. SPIRITO.
SANTO SPIRITO, fabbricato col diſegno di
Filippo di Ser Brunelleſco; l'architettura di
queſto gran Tempio d'ordine corintio è con
ſomma perfezione condotta.
La ſua lunghezza
a cento ſeſſanta braccia ſi ſtende e la larghezza
a cinquantaquattro, e la crociata a braccia 98.

Vien diviſo in tre navate, ripartite da belliſſime
1 colonne di pietra bigia tutte d'un pezzo, ſo-
pra le quali l'architrave, il fregio e il corni-
cione dappertutto nobilmente ricorrono.
Con
buona ordinanza diſpoſte 38. Cappelle ſi veg-
gono, e adornate di belliſſime Tavole.
A man
deſtra vi è una antica Tavola rappreſentante
l'Aſſunzione di Maria, con Adamo ſteſo in
terra ſopra la vanga allato a un Fico, che
credeſi di un bravo allievo del Francabigio;
dopo a queſta evvi un ammirabile copia in
marmo del Gesù morto in grembo alla Madre,
di Michelagnolo, che ſtà in S. Pietro di Roma,
e che fece Nanni di Baccio Bigio ſuo Diſce-
polo, in modo che tanto è il veder queſta
che l'originale.
Ne viene l'Altare di S. Nic-
cola la di cui figura in legno ſi dice del Sanſovino,
e ne' lati della Cappella vi ſon due Angioli di
mano del Francabigio
Appreſſo ne viene la
Tavola dello Stradano, ove ha dipinto Criſto,
che ſcaccia i Profanatori dal Tempio.
La Ta-
vola di S. Agoſtino e S. Monaca ſua Madre,
che ne ſuccede è di Aleſſandro Gherardini.

Quindi trovaſi di Domenico Paſſignani la lapi-
dazione di S. Stefano.
Nell'ultima Cappella di
queſta navata vedeſi egregiamente ſcolpito in
marmo l'Arcangelo Raffaello, e Tobia con bel
finimento di paeſe, che è tutto lavoro del cele-
bre Giovanni Baratta.
Voltando nella traverſa a
1 man deſtra, la ſeconda Tavola che ſi trova. è
di Fra Filippo Lippi.
Quindi paſſando il ricco
Altare della Madonna della Cintola, e quello
appreſſo, ove ſi conſerva il Crocifiſſo de' Bian-
chi, trovaſi in altra Tavola di Fra Filippo,
dipintavi la Vergine col Bambino, e S Cate-
rina
.
Ne ſeguita l'apparizione della Vergine a
S. Bernardo, che vi fu lavorata da Pietro Pe-
rugino, ma trasferito l'originale in Caſa Cap-
poni da S. Fridiano, vi ſi vede una perfettiſſima
copia, che ingannerebbe chiunque, fatta per
mano di Felice Ripoſo, da cui pur ſon fatti
dai lati S. Franceſco, e S. Antonio da Padova.

Inoltre vengono due Cappelle, che in una
dipinſe il Sagreſtani lo Spoſalizio della Ma-
donna, e l'altra Gaetano Gabbiani il S. Nic-
colò, che reſuſcita i tre fanciulli ucciſi da un
Oſte
.
Voltando poi dietro al Coro vi ſono
altre otto Cappelle, nella prima è di Aurelio
Lomi Piſano la viſita de' Magi con belle ſto-
riette nel grado dell'Altare: E appreſſo vi è la
Vergine con alcuni Santi di mano di Giotto,
ove è ſepolto il celebre Letterato Piero Vettori;
contigua a queſta viene una Tavola di una Ver-
gine di Sandro Botticelli; appreſſo vedeſi la
Tavola de' Martiri fatta con grande ſtudio da
Aleſſandro Allori, di cui pure al ſeguente
Altare è ammirabile quella dell'Adultera pre-
1 ſentata a Criſto. Vien poi di mano del Vignali
la Beata Chiara da Montefalco nell'atto di ri-
cever la Comunione per mano di Noſtro Si-
gnore; ne ſeguono altre due Cappelle, con
piccole Tavole antiche credute di Sandro Bot-
ticelli; e voltando all'altra Tribuna e paſſate
le altre tre ſuſſeguenti Cappelle, è da oſſervarſi
all'altar del Sacramento l'architettura, le pic-
cole ſtatue, i baſſirilievj, tutto lavorato in
marmo dal celebre Andrea Contucci da Monte
San Savino; quindi dopo altre tre Cappelle
trovaſi di mano di Benedetto del Ghirlandajo
il portar della Croce, e la Trasfigurazione del
Signore di Piero di Coſimo.
E rientrando
nella navata, alla prima Cappella ornata di
prezioſimarmi, vedeſi la bella Tavola d'Agnolo
Bronzino, ove ha figurata l'apparizione di
Criſto alla Maddalena; e più oltre nella ſeconda
trovavaſi di mano del Roſſo la Vergine, il
San Baſtiano, ed altri Santi, l'originale di cui
trasferito nel Palazzo Reale, fu quì poſta la
bella copia, che ſi vede di mano del Petrucci.

E paſſato l'Organo, di Ridolfo del Ghirlandajo
è la Tavola di S. Anna, con la Vergine, e
varj Santi; dopo la quale da Rutilio Manetti
ſi trova effigiato S. Tommaſo da Villanuova,
che diſpenſa limoſine ai Poveri: ne ſegue la
Tavola del Beato Giovanni da S. Facondo del
1Cav. Naſini. Nella penultima Cappella è un
eſattiſſima copia di Taddeo Landini del Criſto
abbracciato alla Croce ſcolpito in marmo, il
di cui originale, di mano di Michelagnolo
Buonarroti ſta in Roma nella Chieſa della Mi-
nerva; all'ultimo altare vi è la Reſurrezione di
Criſto, che credeſi della Scuola del Francabi-
gio, o di Piero di Coſimo.
Che diremo poi
della Cappella maggiore, quanto bella per
l'architettura altrettanto per la materia ma-
gnifica, e ricca?
Reſta ella in mezzo della
Tribuna, da ogni parte iſolata, ed ha la ſorma
d'un piccolo Tempio, ergendoſi ſopra varie
belliſſime colonne una cupoletta, ſotto la quale
è ſituato l'Altare Iavorato di pietre dure, e
prezioſe, commeſſe con ſingolare artifizio,
come altresì il Ciborio dell'iſteſſo lavoro da
Gio. Battiſta Cennini.
Reſta dietro all'Altare
il Coro di figura ottagona tutto di marmi car-
rareſi e ornato di varie ſtatue di marmo ſeolpite
da Giovanni Caccini, che diè il modello di
tutta queſt'opera, nella quale dalla Famiglia
Michelozzi, che ne fu la fondatrice, grandiſſi-
me ſomme furono impiegate.
Dalla parte ſini-
ſtra rimane la Sagreſtia con un bel ricetto avanti,
fabbricata col diſegno del Cronaca, ed il ri-
cetto è diſegno di Andrea Contucci di Monte-
fanſovino, nella cui Sagreſtìa tra gli altri orna-
1 menti vedremo una bella Tavola di Fra Filippo
Lippi, dove dipinſe la Vergine col Figliuolo
in collo, e con Angioli e Santi d'attorno.

Un altra ſe ne trova di un S. Friacrio Fran-
ceſe in atto di ſanare infermi di mano di Aleſ-
ſandro Allori, con altra pittura a freſco dell'
apparizione che ebbe S. Agoſtino ſulla riva del
Mare, dell'Angiolo in forma di bambino, di
Bernardino Poccetti.
Ammiraſi il belliſſimo
Campanile della Chieſa, condotto col modello
di Baccio d'Agnolo: ſiccome i Chioſtri, ed
il Convento, nel quale ſi trovano alcune pit-
ture di pregio.
Sortendo da queſto nobiliſſimo
Tempio vedeſi ſul Canto di queſta Piazza il Pa-
lazzo dei Marcheſi Guadagni, e volgendo a
mano deſtra ſi arriva alla Chieſetta di
co-
man
ſen-
Cav.
menti
S CARLO già dei Padri Bernabiti, tutta va-
gamente dipinta d'architettura dallo Stagi, lo
sfondo della ſoffitta da Sigiſmondo Betti, e
da Giuſeppe Zocchi la tribuna della Cappella
maggiore, al di cui altare la Tavola rappre-
ſentante S Carlo titolare di queſta Chieſa viene
da Andrea Comodi.
Quella a mano deſtra, en-
trando, ove è effigiato S Giovanni Nepomu-
ceno, è opera d'Ignazio Hugsſort, di cui pure
sono li due medaglioni rappreſentanti il mar-
tirio, e la morte di detto Santo, come ancor
l'Angelo Cuſtode in un piccolo ovato ſul grado
1 dell'Altare: in faccia a queſto Pietro Marche-
sini ha dipinto il Beato Aleſſandro Sauli, e i
due medaglioni ſono del predetto Giuſeppe
Zocchi
.
Di quì paſſando avanti nella via più
vicina, a man deſtra vi ſono i Palazzi degli An-
tinori, del Roſſo, Baldovinetti, e quello dei
Caſtelli, ora del Marcheſe Feroni ſtato aſſaiſ-
ſimo accreſciuto di Fabbrica, e Giardino per
avere in eſſo incorporato il ſoppreſſo Convento
di S. Fridiano, e proſeguendo direttamente ſi
trova la Chieſa delle Nobili Religioſe di
dell'
S. MONACA dell'Ordine di S. Agoſtino,
al di cui Altare maggiore evvi una belliſ-
ſima Tavola di Aleſſandro Gherardini rap-
preſentante Maria Santiſſima che porge il Bam-
bino Gesù alla detta Santa.
Lo sfondo della
volta è di mano dell'Ulivelli.
Di quì proſe-
guendo ſi trova la Chieſa dei Padri Carmelitani
detta il
CARMINE. Queſto vaſtiſſimo Tempio che fu
cominciato fino dei 30 Giugno 1268. era il
più ricco di eccellenti Pitture che foſſe in queſta
Città, a freſco ſulle pareti, che a olio nelle
Tavole di ognuna delle Cappelle il quale per
vie più abbellirlo e ricoprirne i cavalletti
della Tettoja ſi riſolverono i Religioſi di farvi
una ſuperba ſoffitta d'intaglio in legno con
tre sfondi di Pittura, col Diſegno, e opera di
1 Pietro Pertici Intagliatore, al qual lavoro vi
fu poſto mano nel 1765.
Er già quaſi il tutto
terminato, e collocate le Pitture negli sfondi la-
vorati da tre valenti Pittori, Ferretti, Ferri,
e Burci, quando nella notte antecedente al
29.
Gennajo 1771. fu con doloroſa perdita
nello ſpazio di poche ore tutto diſtrutto dal
fuoco 1.
Per tale deplorabile caſo non poco ſi
sbigottirono quei Padri di queſta per loro non
piccola diſgrazia, ſentita con ſomma ſenſibilità
anco da tutta la Città, ma con tutto ciò ani-
mati di vero zelo ſi riſolverono di dar di nuovo
mano a queſta grandioſa fabbrica, di cui non
erano reſtate ſe non le ſempliciſſime mura dan-
neggiate ancora eſſe non poco dal fuoco, per
la qual coſa di tre diſegni fatti per queſto ri-
facimento fu preſcelto quello dell'Architetto
Giuſeppe Ruggieri, onde dataſi quaſi ſubito
mano all'opera, ne fu benedetta la prima pie-
tra da Monſignor Arciveſcovo Incontri ne' 12.
Luglio dell'iſteſs'anno 1771. avendone com-
meſſo l'incarico per la coſtruzione materiale
1 della Fabbrica a F. Giovacchino Pronti Laico
Carmelitano di Rimini, il quale con ſomma
ſollecitudine la conduſſe al ſuo compimento.

Terminata che ſu queſta grandioſa Fabbrica
furono preſcelti a dipingere la volta, e gli sfon-
di della Crociata i due rinomati Pittori Dome-
nico Stagi per l'Architettura, e Giuſeppe Ro-
mei per le figure, il quale parimente dipinſe la
Cupola effigiandovi i perſonaggi più glorioſi
del vecchio, e nuovo Teſtamento, e nei tre
sfondi laterali ſi vedono in quello del Coro il
Profeta Elia rapito ſul carro di fuoco, in quello
dalla parte di S Andrea, Maria che vela il
capo a S. Maria Maddalena de' Pazzi, e nell'
altro il Beato Angiolo Mazzinghi in gloria; e
nello sfondo della gran navata della Chieſa
l'Aſcenſione al Cielo del noſtro Sig. Gesù
Criſto; Terminati tutti queſti lavori, e ripu-
lita tutta la Chieſa in grado da poterſi ufiziare,
fu ſolennemente conſacrata dal vivente Mon-
ſignor Arciveſcovo Antonio Martini nella mat-
tina de 15. Settembre 1782, e con ſommo
contento di tutto il popolo ſu riaperta al pub-
blico
.
E facendomi quindi a deſcrivere le Cap-
pelle di eſſe che 10. ſe ne rimirano nella navata
cinque per parte, principiando a deſtra dalla
Porta maggiore oſſerveremo al primo Altar e
un Crocifiſſo in luogo dell'altro miracoloſo,
1 che perì nell'incendio, al ſecondo che è della
Famiglia Martellini vedeſi di mano di Bernar-
dino Monaldi i Funerali di S. Alberto Carme-
litano; nel terzo appartenente a S A. R il
Criſto in Croce con Maria, e la Maddalena
ai piedi è opera di Giorgio Vaſari; Ne ſegue
al quarto della Famiglia Fenzi la Viſitazione
della Vergine a S Eliſabetta di mano di Au-
relio Lomi; nel quinto della Famiglia Saſſi
oſſervaſi una Pietà dipinta da Antonio Guidetti.

Salendo nella crociata accanto alla Sagreſtia
vedeſi la Cappella della SS. Vergine del Car-
mine, appartenente già all'antica Famiglia
Brancacci ora dei Marcheſi Riccardi, in cui
ſi godono le belliſſime pitture rappreſentanti la
Vita di S. Pietro Apoſtolo, di Maſolino da
Panicale, di Maſaccio ſuo Diſcepolo, che
vinſe di gran lunga il Maeſtro, e fu il primo
che apriſſe la ſtrada alla buona maniera, e
alla perfezione dell'Arte, ed eſſendo morto
Maſaccio in età giovanile fu terminata da Fi-
lippo Lippi figlio di Fra Filippo; dalle quali
pitture hanno appreſa la perfezione dell'Arte
i più ſublimi Maeſtri i quali ſtudiarono in que la
Cappella, cioè Leonardo da Vinci, Fra Bar-
tolommeo di S. Marco, Michelagnolo Buonar-
roti, Andrea del Sarto Raffaello da Urbino,
e tanti altri rinomati Profeſſori, come leggeſi
1 nel Vaſari ec. Nella Sagreſtìa che è corredata
aſſai bene di Arredi Sacri vi è ſtata collocata
ſopra la Porta per di dentro una Tavola rap-
preſentante il Martirio dell'Apoſtolo S. Iacopo,
di mano di Lorenzo Lippi, che per l'avanti
eſiſteva nella Compagnìa di S. Iacopo del Nic-
chio
.
Eſciti di eſſa ſi trova la Cappella della
Famiglia Manetti lavorata a Stucchi dal Por-
togalli, vedendoviſi la Tavola in cui è figurato
il B. Buonagiunta Manetti; il S Gio. Battiſta
in gloria nella cupolina, e i peducci è opera
di Cipriano Lenſi, come pure ſono dell'iſteſſo
i due quadri laterali a freſco, nei quali vedeſi
la Predicazione, e Decollazione del Santo Pre-
curſore
.
Paſlando al magnifico Altar maggiore
circondato da un balauſtro, e tribuna, fu fatto
ſenza riſparmio di ſpeſa coſtruire di finiſſimi
marmi dal vivente Sig. Marcheſe Lorenzo Nic-
colini con un gran Ciborio di marmi, pietre
rare, e bronzi dorati con ſportello ove vedeſi
eſpreſſo il Salvatore lavorato in Argento.
Nel
Coro è da oſſervarſi un belliſſimo Depoſito di
marmo lavorato eccellentemente con finiſſimi
intagli, e animali da Benedetto da Rovezzano
che era deſtinato per Piero Soderini Gonfalo-
niere perpetuo della Repubblica Fiorentina.

Il diſegno dell'incaſſatura del nuovo Organo è
dell'Architetto Giulio Mannajoni, eſeguito
1 coll'intaglio di Pietro Pertici; la gran tela del
medeſimo rappreſentante Maria Santiſſima in
atto di dare il ſacro Abito a San Simone Stock
alta braccia 14 fu dipinta dal ſopralodato
Romei; l'Organo poi è dei migliori che ſieno
in queſta Città, lavorato dal nobile. ed abi-
liſſimo Sig. Alamanno Contucci di Montepul-
ciano
.
Accanto all'Altar maggiore ne ſegue
dall'altra parte la Cappella del SS. Crocifiſſo
della Provvidenza già della Compagnìa di
S. Alberto bianco, ora dei Sigg. Marcheſi
Rinuccini, ove ſi conſerva la miracoloſa Ima-
gine di detto SS. Crocifiſſo; La cupoletta con
i peducci, e due ovati laterali fu dipinta da
Agoſtino Roſſi rappreſentante S. Alberto in
gloria; I due quadri laterali dipinti a olio,
quello dell'Eſaltazione della Croce in Cornu
Evangelii
è di Geſualdo Ferri, e l'altro è di
Gennaro Landi in cui copiò la famoſa Tavola
di Gregorio Pagani, rappreſentante l'Inven-
zione della Croce, che reſtò vittima dell'in-
cendio
.
Ne ſegue ora la nobile, e magnifica
Cappella della Caſa Corſini, ove era attual-
mente il Corpo incorrotto di S. Andrea già
Priore di queſto Convento, poi Veſcovo di
Fieſole, e Antenato di illuſtre Proſapia,
quale reſtò illeſo dall'incendio, tanto che la
mattina durante il fuoco, pure ebbero campo
1 i Religioſi di traslatarlo nel loro Convento;
la qual Cappella, nonoſtante le altiſſime fiam-
me, che vi furono, per il molto legname,
oltre a due delle migliori Tavole di Chieſa
che vi eran ripoſte, non reſtò tanto danneg-
giata da non poterſi rimettere nella ſua pri-
miera bellezza, come di preſente dalla detta
Famiglia Corſini è ſtata riaccomodata, ed ab-
bellita
.
Queſta fu condotta col diſegno di
Pier Franceſco Silvani, tutta incroſtata di
marmi bianchi di Carrara, e di miſti di Sera-
vezza, con pilaſtri, fregi, e cornicione d'ar-
chitettura compoſita.
In faccia ſopra all'Alta-
re, il quale rimane alquanto iſolato, è una
Tavola di marmo bianco lavorata con grande
eccellenza di alto rilievo da Gio Batiſta Fog-
gini, ove è figurato il Santo fra le nuvole in
atto d'eſſer rapito al Cielo da varj Angioletti.

Sopra a queſta ſi vede Iddio Padre, parimente
ſcolpito in marmo da Carlo Marcellini Scul-
tore ingegnoſo, ed in mezzo all'Urna ove ſtà
ripoſto il facro Corpo, un baſſorilievo d'ar-
gento d'eccellente lavoro.
Anche nelle due
bande laterali ſono due Tavole di mano dello
ſteſſo Foggini, in una è figurato il Santo di-
ſceſo dal Cielo per aſſiſtere all'Eſercito Fio-
rentino, quando nella battaglia d'Anghiari
meſſe in fuga, e ſuperò quello di Filippo Vi-
1 ſconti Duca di Milano, condotto da Niccolò
Piccinino ſuo Generale: e nell'altra ſi rappre-
ſenta quando nel celebrare la Meſſa gli com-
parve la Santiſſima Vergine con grandiſſimo
ſtuolo di Angioli, proferendo verſo il Santo
quelle parole:
Serous meus es tu, quia elegi
te, & in te gloriabor
La Cupola è tutta
dipinta da Luca Giordano.
Non paſſeremo
ſotto ſilenzio le memorie, che quivi ſi tro-
vano degli Uomini illuſtri di queſta Famiglia,
e ſpecialmente de' due Principali, il primo
Piero Corſini Veſcovo di Volterra, e poi di
Firenze, e l'altro Neri Corſini Veſcovo
d'Arezzo, Zio del Sommo Pontefice Cle-
mente XII.
Eſcendo da queſta Cappella a mano
deſtra trovaſi quella della Comunione, di pro-
prietà della Famiglia Buonaccorſi Perini (ove già
eſiſtevano le Pitture dello Starnina eſprimenti
la Vita di S. Girolamo).
La Tavola che ora
vi ſi vede rappreſentante la Depoſizione dalla
Croce di Noſtro Signore è di mano di Gio.
Domenico Ferretti; la cupolina ove è eſpreſſo
il Re Melchiſedech in atto di offerire a Dio
il Pane, e il Vino per la vittoria di Abramo,
ſu dipinta dal ſopradetto Romei.
Diſcendendo
nella navata ſi trova la Cappella d'Iuspadro-
nato de' Sigg. Scarlatti con la Tavola rappre-
ſentante S. Maria Maddalena de' Pazzi in atto
1 di ricevere il velo da Maria Santiſſima di mano
di Giuſeppe Antonio Fabbrini.
Nella ſeconda
appartenente ai Sigg. Conti Gabellotti Gam-
bereſchi di Faenza, e Baldovinetti di Firenze,
vi è una Tavola di Gio. Maria Butteri, rap-
preſentante il Centurione che chiede al Re-
dentore la ſalute per il ſuo ſervo.
Nella terza
che è dei Sigg Marcheſi Arnaldi vi è eſpreſſa
la Natività di Noſtro Signore dipinta da Fran-
ceſco Gambacciani.
Nella quarta che era della
Compagnìa di S. Agneſe vi ſi vede un An-
nunziazione di Maria di mano di Bernardino
Poccetti
.
E nell'ultima il fu Dottor Gio.
Franceſco Viligiardi a cui apparteneva, ci fece
porre una Tavola rappreſentante l'Adora-
zione dei Magi di mano del celebre Gre-
gorio Pagani.
Alla bellezza, e grandezza
di queſta Chieſa corriſponde il Convento ca-
paciſſimo di gran numero di Religioſi.
Ha due
Chioſtri molto ſpazioſi, in uno de' quali è di-
pinta dal Bettini, e dall'Ulivelli la vita del
gran Profeta Elìa, e di varj Santi Carmelitani;
e nel ſecondo vi è una lunetta belliſſima del
Poccetti, che rappreſenta il miracoloſo fuoco
ſceſo dal Cielo per avvampare il Sacrifizio
offerto da Elìa al vero Dio.
Uſcendo da queſto
Chioſtro ſi trovano accanto alla Chieſa le
Scuole di S. Leopoldo, fatte fabbricare e
1 mantenute dal noſtro Real Sovrano, dirette
da varj Maeſtri Sacerdoti Secolari, i quali
inſegnano nelle diverſe Scuole quivi eſiſtenti
la Lingua Latina, Arimmetica ec., a gran
numero di Giovinetti, che vi intervengono
ſenza veruna ſpeſa.
Trapaſſando la Piazza quaſi
in faccia di eſſa a deſtra vi è il Palazzo Cap-
poni che oltre a varie belle pitture ha un Mu-
ſeo d'Iſtoria Naturale, e quivi appreſſo l'abi-
tazione dei Soderini; e a ſiniſtra per il Borgo
S. Frediano ſi trova ſubito la Chieſa di
Pie-
della
che
nel
coll'
R i Re-
ſconti
R 2 di
man-
CESTELLO, E S. FREDIANO, ora Parrocchia
ufiziata da' Preti Secolari (ſurrogata all'antica
Chieſa di S. Frediano ſoppreſſa) ove già abita-
vano i Monaci Ciſtercienſi; Queſta fu fabbri-
cata col diſegno del Colonnello Cerruti di
Roma
.
Tutte le Cappelle ſono decorate di
ſtucchi dal Marcellini.
Ed entrando dalla Porta
principale, cominciando dalla prima a mano
deſtra la S. Maria Maddalena de' Pazzi è
opera di Giovanni Sagreſtani, e la cupoletta e
l'altre figure che l'adornano ſono di Matteo
Bonechi
.
La ſeconda è tutta di mano di An-
tonio Puglieſchi, eſſendo ſtata quivi poſta la
miracoloſa Imagine del SS. Crocifiſſo, detto
dell'Abito, che eſiſteva nella ſoppreſſa Com-
pagnia di tal nome vicina al Convento della
Nonziatina: la terza ove è nella Tavola eſ-
1 preſſa la Natività di Maria, con tutto il ri-
manente, è vago e ben inteſo lavoro d'Aleſ-
ſandro Gherardini.
Il quadro in teſta alla
crociata col martirio di San Pietro viene da
Guido Reni.
L'altro in faccia di S. Bernardo
d'avanti a Maria Santiſſima è di mano di Fab-
brizio Boſchi.
La Tavola poi che è ſituata nel
Coro con Maria, ed altri Santi è del Cav.
Curradi
.
La Cupola è del Gubbiani, e i pe-
ducci furono più anni dopo dipinti da Matteo
Bonechi
.
Reſtano le altre tre Cappelle tor-
nando verſo la porta, e principiando da quella
della Comunione, quale è di S. Bernardo, che
è nella Tavola celebrante all'Altare per la
liberazione dell'Anime del Purgatorio con
tutto il reſtante fu eſeguita da Pietro Dan-
dini
.
Vaghiſſima poi è la ſeguente, tutta opera
d'Antonio Franchi, ove ha eſpreſſo il Batte-
ſimo di Criſto al Giordano: l'ultima Cappella
è dipinta da Giovanni Ciabilli, nella quale
rappreſentò all'altare il martirio di S. Ana-
ſtaſio
.
Nel primo Chioſtro di queſto Mona-
ſtero vi è eretta la ſtatua di S. Maria Mad-
dalena de' Pazzi lavoro di Antonio Montauti,
e di Giuſeppe Piamontini è quella di San
Bernardo nel ſecondo Chioſtro.
In queſto
Convento abitavano già le Monache degli An-
gioli, che in oggi ſono nel Monaſtero di Pinti,
1 ed in queſto preſe l'Abito, viſſe e morì Santa
Maria Maddalena de' Pazzi, la cui Cella tut-
tavìa conſervata ſi tiene in gran venerazione.

Queſto Monaſtero ſerve di preſente per uſo del
Seminario Fiorentino, provviſto di ottimi Pre-
cettori, e dotti Proſeſſori che la Filoſofia, il
Giuſ Canonico, Teologìa, e altre ſacre Scienze
inſegnano, non tanto ai Collegiali, quanto ad
ogn'altro Eccleſiaſtico, che v'interviene.

Sulla Piazza di queſta Chieſa fu dal Granduca
Coſimo III. fatto fabbricare col diſegno di
Giovambatiſta Foggini un
preſſa
ed
GRANAIO pubblico, edifizio in vero magni-
fico, e comodo per un tal uſo; e quivi vicino
vi ſono le Fornaci ove ſi lavorano diverſe
manifatture di vetri; ripigliando per il Borgo
ſi arriva alla Porta S. Frediano, fuori della
quale ſull'Arno eſiſtono un numero grande di
Barche, e Navicelli che traſportano per il
Fiume ogni ſorte di Mercanzìe, Robe, e Per-
ſone per Piſa, e Livorno.
Prendendo dipoi
o l'ultima ſtrada a mano ſiniſtra, o per le
mura dentro la Città ſi trova il Monaſtero delle
Religioſe di
S. FRANCESCO DI SALES chiamato il Con-
ventino, nella di cui Chieſa aſſai moderna fatta
con diſegno di Anton Maria Ferri, ſi vede all'
Altar maggiore la Tavola del detto Santo di-
1 pinta da Ignazio Hugford, e le due laterali ſono
di mano di Giuſeppe Grifoni, in una rimiraſi
un Crocifiſſo con S. Andrea Corſini, e S. Fran-
ceſco di Sales, e nell'altra la Viſitazione di
Maria
Queſte Religioſe tengono con ſommo
zelo in educazione molte Ragazze civili, e
fanno ad altre diverſe Scuole di Ricamo, Cu-
cito, ed altri lavori adattati alle reſpettive età,
e capacità.
Eſcendo da queſto luogo, e vol-
gendo per la prima ſtrada a deſtra ſi trova la
Chieſa di
pinta
S. SALVADORE detta di Camaldoli e volgar-
mente dei Mendicanti, ſtato in antico queſto
luogo Monaſtero dei Monaci Camaldoleſi i quali
eſſendo Padroni di quaſi tutte le Caſe di quelle
contrade, preſero il nome di Camaldoli.
Dopo
molte, e varie vicende di eſſo luogo, ſerve
di preſente per diverſe Scuole di Ragazze per
apprendervi l'Arte di teſſere Lana, Lino, ed
altro; E ſeguitando in faccia per la diritta ſtrada
laſciando la piccola Chieſa, e Convento delle
Religioſe Carmelitane della Nunziatina, vol-
gendo a deſtra ſi trova la Chieſa delle
CONVERTITE dove vi è di mano del Poccetti
la Natività del Signore; la depoſizione della
Croce, e un S. Michele Arcangiolo in Sagre-
ſtìa; e il Crocifiſſo all'Altar maggiore è lavoro
di Baldaſſar Vermoſſer Fiammingo.
Dirimpetto
1 a queſta Chieſa ſi trova quella delle Religioſe
Franceſcane di
a que-
SANTA CHARA, dove fra l'altre vi ſono
due Tavole di molta ſtima; Il Criſto morto è
di Pietro Perugino opera delle più belle da
eſſo fatte; e di Lorenzo di Credi è la Natività
del Signore.
Vago aſſai è l'Altar maggiore
con due ſtatue di S. Franceſco, e S. Chiara
di mano di Lionardo del Taſſo, e oltre ai
marmi oſſervaſi ancora alcuni lavori in tutti tre
gli Altari di terra della Robbia; lo ſfondo
della volta è dipinto dal Ferretti.
Proſeguendo
la via verſo la Porta Romana ivi vicina è la
Chieſa detta
LA CALZA Chieſa antichiſſima ſtata abitata
prima da Religioſe Geroſolimitane, ed in
ultimo tenuta dai Geſuati, quali ſoppreſſi, ſu
ridotta Prebenda Abbaziale.
In queſta Chieſa
oltre la bella Tavola del Ghirlandajo di Maria
circondata dagl'Angioli con S. Zanobi, e
S. Giuſto, ſono un Criſto, ed una Pietà, con
i Santi Gio. Battiſta, Girolamo, Gio. Colom-
bini, e la Maddalena, opere eccellenti di
Pietro Perugino, ſiccome un Orazione all'Orto
dello ſteſſo, che dalla Chieſa è ſtata traſferita
nel Coro dove è l'Ecce Homo di Santi Pacini,
e una Vergine addolorata d'Ignazio Hugford,
del quale ancora è la Tavolina di Gesù buon
1 Paſtore, che ſtà all'Altare di una Cappella
de' Preti, che ſanno gli Eſercizj Spirituali.

Eſſendo l'antico Convento di preſente Caſa di
Eſercizj dei Rev. Sacerdoti della Congregazione
di Gesù Salvatore, è ſtato da eſſi con la detta
Chieſa rimodernato, e rifatto quaſi dai ſonda-
menti
.
Vedeſi nel Refettorio dipinto dal Ghe-
rardini, Zocchi, Gricci, e Mannajoni, un
Cenacolo a freſco di mano del Francabigio,
molto ſtimato dagl'Intendenti.
E prima di
andare avanti per la ſtrada di Borgo, è da
oſſervarſi in faccia alla Porta una ſingolariſſima
opera di Giovanni da S. Giovanni, ove ha in una
Femmina veſtita di Regio ammanto effigiata
Firenze, con attorno altre femmine che ſim-
boleggiano le Città Provinciali in atto di ren-
der tributo alla loro Regina; pittura di pre-
ſente con ſommo diſpiacere degl'Intendenti
aſſai danneggiata, e guaſta.
E proſeguendo il
viaggio trovaſi la Chieſa Parrocchiale di
Pa-
S. PIERO IN GATTOLINO detta volgarmente
Serumido, in cui di più pregiabile è un quadro
affiſſo alla muraglia a mano deſtra della Tri-
buna di una Crocifiſſione di mano del Paſſi-
gnano; e ivi accanto la già Compagnìa ora
Cappella del Santiſſimo ſu nel 1776. tutta
dipinta a freſco per l'architettura da Domenico
Stagi, e le ſigure da Pietro della Nave, nello
1 sfondo ſi vede Maria Santiſſima, e S. Fran-
ceſco d'Aſſiſi, e nelle pareti la Vigilanza, e
le ſette Virtù.
La Tavola di Maria di queſto
Altare è di Aleſſandro Fei detto del Barbiere.

Quivi vicino paſſato il Portone detto di An-
nalena, trovaſi ſotto tal nome il
sfon-
NOBILE MONASTERO di Religioſe dell'Or-
dine di S. Domenico, nella cui Chieſa, che
fu reſtaurata col diſegno di Antonio Ferri
nel 1701., vedeſi la ſoffitta arricchita di uno
sfondo di mano di Anton Domenico Gab-
biani, adorno d'architettura da Romualdo
Botti, ed il piccolo sfondo, ſotto il Coro
delle Monache, d'Antonio Puglieſchi, e la
tribuna della Cappella maggiore di Pietro
Dandini
.
Sono di pregio le Tavole degli Al-
tari, fra le quali quella fatta da Fra Filippo
Lippi della Natività di Criſto, con S. Ilarione
che è il ritratto al naturale di Fra Ruberto
Malateſti, fratello di Annalena.
Di quì uſcendo,
vicino a queſta Chieſa è un Oratorio antichiſ-
ſimo detto dei Bini, e dicontro l'antica abita-
zione già di queſta Nobile Famiglia nel quale
di preſente ſi ammira una delle più vaſte raccol-
te, uno dei più magnifici ſtabilimenti che deb-
bono intieramente la fondazione ed il progreſſo
alla Regia Munificenza del noſtro Real Sovrano,
che merita ſpeciale oſſervazione quale è il
Mu-
1
MUSEO DI FISICA, E STORIA NATURALE.
E' queſto un'ampio Palazzo, che in ſe rac-
chiude quanto può deſiderare il Filoſofo con-
templatore della natura: ivi egli trova il co-
modo per eſaminare lo ſpettacolo intiero dell'
Univerſo dal regolato corſo degli Aſtri più
inſigni, fino alla organizzazione oſcura del più
minuto inſetto.
Una ſcelta Biblioteca ſegna, e
conſerva i progreſſi dello ſpirito umano in
queſto genere.
Una vaſta collezione di ſtro-
menti fiſici apre il campo a miſurare i feno-
meni, e a diſcoprire le leggi della natura.

Una ſerie immenſa di minerali, e di Eſſeri
organici moſtra quali rapporti eſiſtano fra di
loro; ed in fine un Laboratorio Chimico offre
i neceſſarj comodi per tentarne l'analiſi, e
conoſcerne gli elementi.
Tre ampie Sale appena comprendono i mol-
tiplici ſtromenti relativi alla dimoſtrazione delle
ſtatiche leggi: una Sala conſecutiva racchiude
le macchine idroſtatiche; nella contigua ſono
quelle, che appartengono alla Pneumatica;
due ampliſſime Sale conſervano ogni varietà di
elettrico apparecchio; in un altra ſono le coſe
magnetiche; in un altra ſi vedono gli ottici ſtru-
menti; una contien macchine, e modelli relativi
alla Nautica; ed in un altra in fine, ſi vedono
dei reſti di macchinette, e modelli antichi.
L'Of-
1
L'Oſſervatorio Aſtronomico è compoſto di
varie ſtanze; la prima e quella ove tra gli Stru-
menti fiſſi ſi diſtinguono un bel Settore di Aberra-
zione, un grande Strumento per i paſſaggi al Me-
ridiano, che è il maggiore che ſia ſtato fatto fino-
ra, ed il modello di un Cerchio di dodici piedi di
diametro, che ſi ſtà coſtruendo per tener luogo
di Quadrante murale.
Nella ſtanza degli ſtru-
menti mobili, ove ſono Canocchiali, Tele-
ſcopj, Macchine parallattiche ec., merita ſpe-
cial menzione un ottimo Teleſcopio di Hershel,
un Quarto di cerchio di 18. pollici di raggio,
ed un Cerchio di quattro piedi e mezzo di dia-
metro mobili per ogni verſo, e regolati per mez-
zo di livelli.
Sono come anneſſi all'Oſſervatorio
una lunga ſtanza al primo piano del medeſimo
parata di panno nero, e deſtinata alle delicate
eſperienze relative alla luce; ed un'altra all'
ultimo piano che vien deſtinata per ogni genere
di Metereologica oſſervazione: E ſiccome lo
ſtudio delle Meteore non può rieſcire intie-
ramente fruttuoſo ſe non ſeguendone il cammino
di momento in momento, così le macchine
deſtinate a tal'uopo Igrometro, Barometro,
Termometro, Anemometro, Hiometro ec,
ſono tali che tutti da loro ſteſſi ed inceſſante-
mente ſcriveranno gli andamenti dei ſenomeni
dell
'Atmosſera.
Tra
1

Tra gli ſtrumenti più utili compreſi nella
ſurriferita collezione, meritano ſpeciale conſi-
derazione alcune delicatiſſime Bilance di par-
ticolar coſtruzione, le quali eſſendo caricate
di ben cinquanta libbre per parte, ſono capaci
d'indicar l'ecceſſo o il difetto di una millio-
neſima parte di tal peſo; meritano pure di
eſſer diſtinte tre grandi Macchine coſtruite per
graduare anco in minutiſſime parti e colla mag-
giore eſattezza il cerchio non meno che la
linea retta, tanto i metalli, quanto ſul vetro
iſteſſo, per mezzo di acutiſſime punte di dia-
mante: tali Macchine, tali Bilance ſono in-
ventato, e perfezionate dal celebre Direttore
di tal Muſeo, il nobile Sig. Felice Fontana,
alla cui cura fu affidata la formazione e dire-
zione di grandioſo ſtabilimento.
Apre l'ingreſſo alla Storia Naturale una
vaſtiſſima collezione di Anatomia dell'uomo
eſeguita in cera dappreſſo alla natura, ed alle
deſcrizioni dei migliori Autori, e che è com-
preſa in ſedici Stanze, e due Gallerìe.
In
eſſa è una copioſa ſerie di tuttociò che con-
cerne l'Oſtetricia, compreſovi le operazioni
più difficili, come per eſempio la ſezione della
ſinfiſi, e il parto ceſareo.
Seguendo l'inco-
minciato regno animale ſi entra in altra Gal-
lerìa, che da un lato offre una ſerie i uccelli,
1 dall'altra una di peſci preparati ciaſcuno ad
imitazione del vivente, e corredati non ſolo
del reſpettivo nome Linneano, ma di quello
ancora, che offre la noſtra lingua.
I quadru-
pedi, unitamente ai groſſi peſci, e grandi vo-
latili, ſono cuſtoditi in due più ampli ſtan-
zoni (al primo piano): ſi entra in ſeguito in
una ſtanza deſtinata ai Rettili; indi in altra,
che comprende gl'Inſetti: ſi paſſa poi ad una
nella quale ſono i Vermi gelatinoſi; poi in
altra in cui ſono i Teſtacei; e finalmente in
un'altra, che comprende una ſerie di Vermi
Litofiti, con la qual termina il regno animale,
e che adito ai due ſeguenti regni vegeta-
bile, e minerale.
dall'
Una ſtanza in cui ſono raccolti i ſemi, fiori,
foglie, radici, legni, gomme, reſine ec., apre
l'ingreſſo al regno vegetabile compreſo in
queſta, ed in altre due conſecutive, nelle
quali ſi conſervano frutte perfettamente ſimili
al vero, funghi, e piante graſſe, imitate con
cera, perchè non poſſono prepararſi aſciugan-
dole come ſogliono far delle altre piante i Bo-
tanici: evvi inoltre un copioſo erbario di effet-
tive piante aſciugate, e compreſſe tra fogli,
decorate col reſpettivo nome Linneano, come
ogni altra coſa coſtituente il Muſeo, e coll'
anatomia eſattiſſima del proprio fiore.
Si
1
Si ſcende in ſeguito nel regno minerale a
cui principio una grande ſtanza nella quale
ſono ricchiſſime collezioni di Oro, Argento,
Platina, e Rame: la conſecutiva comprende
il Ferro, e le Piriti; lo Stagno, Piombo, e
Mercurio ſono in quella che viene appreſſo;
eſſendo poi in un altra diſpoſte le Piriti, e le
ſoſtanze ſaline ed infiammabili, il tutto eti-
chettato, e claſſato ſecondo il metodo di
Cronſtedt
.
Dai Minerali ſi paſſa ai Foſſili propriamente
detti così, e ſi incomincia con le varie com-
binazioni della Terra calcaria, poſte nella
precedente ſtanza, a cui ne ſeguono due altre
le quali comprendono le altre terre Barite,
Magneſia, Argilla, Silicea, nei diverſi lor
ſtati dal friabile e polveroſo a quello di du-
riſſime pietre.
L'altra contigua ſtanza racchiu-
de le pietre prezioſe, e le gemme, ed anco le
pietre compoſte, come Porfidi, Graniti ec.
Una ſtanza è aggiunta in appendice a tuttociò
per racchiudere i Bezoarri, e le petrificazioni
di piante, e di animali.
Finalmente un'altra
ſtanza in cui ſono effigiate alcune ſingolari
moſtruoſità di vegetabili, chiude, per dir così,
queſta vaſtiſſima collezione, più vaſta aſſai della
eſteſa fabbrica, che la racchiude (trattandoſi
di ſituarla in bella moſtra); quindi per neceſſità
1 reſtano molti foſſili e minerali non ancor poſti
in viſta, capaci di riempire parecchie ſtanze,
e reſtano pure non poche preparazioni anato-
miche, che attualmente ſi eſeguiſcono per
render completo quell'utile ramo di cogni-
zioni umane.
Ma avvi inoltre aperto agli
occhi degli Studioſi un Giardino, in cui ve-
getano ben tremila piante, ed un ſalone nel
quale ſono raccolti quaſi tutti i minerali To-
ſcani; ed in altro luogo ſono chiuſe le pro-
duzioni induſtrioſe degl'Iſolani del Mar Pa-
cifico
.
re-
L'acceſſo in queſto vaſto Repoſitorio è
aperto indiſtintamente a tutti ogni mattina tolte
le Feſte.
Ivi il Filoſoſo ſpecola, e contempla;
il Curioſo ritrova inaſpettate cognizioni dalla
ſemplice oſſervazione, e l'Artefice vi ravviſa
le ſpecie, le varietà dei corpi che poſſono
eſſer'utili all'arte ſua, da lui non conoſciuti
per l'avanti; e finalmente tutti in generale vi
acquiſtano delle nuove idee, imparano a co-
noſcere la natura, ed a viepiù ammirare il
Creatore nella varietà immenſa delle produ-
zioni
.
Uſcendo da queſto luogo, quivi vicino
vi è la Chieſa delle Monache di
S. PIER MARTIRE detto S. Felice in Piazza,
oſſervando prima la Colonna di marmo miſto di
Seravezza, fatta erigere in queſto luogo dal
1 Granduca Coſimo I., per ricordanza della Vit-
toria ottenuta nella battaglia di Marciano.
Que-
ſta Chieſa è lunga braccia 90, e larga 25.; En-
trati a man deſtra al ſecondo Altare vi è un San
Rocco con S. Antonio, e S. Caterina di mano di
Piero di Coſimo; dopo la Porta del fianco è da
oſſervarſi la Tavola di S. Antonio Abate, che
riſana alcuni inſermi, opera di Ottavio Vannini;
e nel ſeguente vi è Maria con S. Domenico,
S Pier Martire, e S Tommaſo d'Aquino di
mano del Vignali.
Quindi laſciate le tre Cap-
pelle di fronte, in una delle quali è il depoſito
del celebre Medico della Real Corte Giuſeppe
del Papa, e ivi accanto è da ammirarſi la rariſ-
ſima pittura a freſco di Giovanni da S. Giovan-
ni, fatta a Giulio Parigi celebre Architetto;
In queſta è dipinto S. Felice Prete in atto di
ſoccorrere S. Maſſimo Veſcovo di Nola mo-
ribondo per il freddo, e per la fame; con
premergli in bocca un grappolo d'uva, mira-
coloſamente trovato ſopra la neve.
Accanto al
detto Altare di mano del Ghirlandajo vedonſi
effigiati varj Santi; e dipoi alla Cappella delle
Monache vi è eſpreſſa Maria, S. Giacinto, e
S. Pier martire di mano di Iacopo da Empoli.

Seguitando verſo la porta, ſotto il Coro è
degna di ſtima la Tavola di Salvator Roſa,
nella quale ha figurato in tempo notturno
1 Criſto ſull'onde del mare, che porge la mano
a S. Pietro naufragante.
In ultimo trovaſi il
Martirio di S. Cecilia, la cui Tavola fu dipinta
al proprio Altare da Iacopo Chiaviſtelli ec-
cellente ancora nell'architettura, e che è quì
ſepolto
.
Contiguo a queſta Cappella è di mano
del Ticciati il Depoſito del celebre Pittore
Antonio Domenico Gabbiani, ſiccome dalla
parte oppoſta ſi vede ancora quello di Giu-
ſeppe Piamontini Scultore di gran merito.
E' ſe-
polto in queſta Chieſa il rinomatiſſimo Pittore
Giovanni da S. Giovanni, la di cui lapida ſi
legge dalla parte oppoſta alla di lui opera;
come pure Antonio Franchi, e Lorenzo del
Moro Pittori eccellenti.
Proſeguendo il cam-
mino è oſſervabile la bella ſtrada nominata via
Maggio, ove ſono le abitazioni de' Guidi,
Suarez, Ridolfi, D' Elci, Michelozzi, Firi-
dolfi ec., e per l'altra Via a man deſtra ſi paſſa
a vedere il grandioſo
S Gran-
Cri-
PALAZZO DI S. A. R., che è uno de' più fa-
moſi edifizj, che ſi veggano in tutta l'Italia.

Queſto maeſtoſo Edifizio venne incominciato
col diſegno di Filippo di Ser Brunelleſco a
ſpeſe di Luca Pitti Gentiluomo Fiorentino, e
però è ſtato detto ſino al d'oggi de' Pitti,
quantunque fino dal tempo del Granduca Co-
ſimo I., e di Leonora di Toledo ſua moglie,
1 che lo comprò, diveniſſe abitazione de' Gran-
duchi Regnanti, ſtato dipoi aſſai accreſciuto
dal Granduca Coſimo Il. nel 1619.
Di queſto
Edifizio adunque dovendo ragionare, difficil-
mente ſi potrebbe in un breve riſtretto tutte le
ſue parti deſcrivere, e ſpecialmente le Statue, e
le Pitture inſigni, che l'adornano, e l'altre
coſe di pregio, che vi ſi trovano.
Primiera-
mente la facciata di queſto Palazzo lunga brac-
cia 250 in circa, ed alta a proporzione, è
tutta incroſtata di bozze di pietre forti d'or-
dine ruſtico, ma così ben diviſato, che vi ri-
ſplende una maeſtoſa bellezza.
Più vaga però
rieſce in viſta la Loggia, ed il Cortile, fatto
con diſegno dell'Ammannato, perchè mutato
ordine della prima architettura, con tale avve-
dutezza però, che non diſconveniſſe all'opera
già cominciata, ſi vede il primo Appartamento
di forma dorica, il ſecondo d'ordine jonico,
ed il terzo di corintio, tutti e tre adornati di
varie colonne, di belliſſimi ſregj, e di un ric-
chiſſimo cornicione.
In ſaccia poi del Cortile,
vi è una grotta, dentro la quale ſi trova una
Peſchiera di forma ovata con vari zampilli
d'acque, le quali pare che ſcaturiſcano dalla
terra al cenno di Mosè ivi rappreſentato in una
grande Statua di porfido.
Adornano ancora la
facciata due altre pile con ſue fontane vaga-
1 mente intagliate; come altresì due grandi
Statue di marmo, che una rappreſenta Paſqui-
no, che ſoſtiene Aleſſandro; l'altra Ercole,
che ha ſuperato Anteo, amendue di maniera
Greca molto ſtimate.
Vedeſi una Fonte ſopra
la grotta al pari del primo piano di queſto
Regio Palazzo, ed un gran Vivaio, nel quale
ſcherzano alcuni Putti di marmo ſopra Cigni,
e nel mezzo di eſſo una gran tazza, nella quale
verſano in copia le acque da varie bande.

Sono le Stanze dell'Appartamento Grandu-
cale, e molte altre tutte adorne di ſtucchi
dorati, e gran parte ſono dipinte di mano dei
più rari, ed eccellenti Maeſtri, fra i quali
principalmente s'annovera Pietro da Cortona,
Ciro Ferri, Giovanni da S. Giovanni, il Vol-
terrano, Bernardino Poccetti, Giordano, il
Gabbiani, ed altri.
Bene è vero però che ſe
io voleſſi ad una ad una deſcrivere tutte le
ſtanze, e l'infinite coſe di pregio, che vi ſi
trovano e ſpecialmente per i vaghi e moltiſſi-
mi adornamenti, e aggiunte ſtatevi fatte, e
che attualmente ſi fanno dal Regnante noſtro
Real Sovrano, non un breve racconto, ma
un intiero volume ſi richiederebbe.
Baſterà
ſolo accennare, che i più ricchi prezioſi ad-
dobbi, le più ſtimabili Pitture, che in qua-
lunque gran Regia ſi poſſono deſiderare, quì
1 ſi trovano in grandiſſima copia, come potrà
meglio ocularmente conoſcerſi da chiunque per
la ſcelta, e copioſa quantità di quadri dei più
ſingolari, e più rinomati Autori.
Dal Palazzo
faremo paſſaggio al contiguo
S 2 che
men-
ſi tro-
GIARDINO DI BOBOLI, il più amplo, il più
vago, e delizioſo di quanti ſiano in queſta no-
ſtra Città, avvegnachè la magnificenza coll'
amenità, e l'abbondanza coll'induſtria, nobil-
mente in queſto luogo gareggiano.
La ſua
circonferenza ſino alle mura della Città per
lungo tratto ſi ſtende, nella quale il colle, e
il piano, il domeſtico, e il ſalvatico ſcherzano
gentilmente
.
Egli è diviſato, come ſi vede, in
boſchetti, in prati, in lunghi viali, e ſontane.

Lo adornano moltiſſime Statue, ed è ripieno
di alberi, di fiori d ogni ſorte, e d'infinito
piante d'agrumi, eſſendo ſtato abbellito, e
che di continuo d'ordine del noſtro Sovrano
rendendoſi ſempre più dilettevole con nuo-
ve fabbriche, viali, e ſtatue, con molte altre
delizie che all'amenità del luogo richiedonſi.

Vedeſi dunque in faccia alla gran porta che
mette in eſſo dalla Piazza, in primo luogo
una Grotta, fuori della quale le due ſtatue
che ſi rimirano, che una un Apollo, e l'altra
una Cerere ſono di mano di Baccio Bandi-
nelli; nei quattro angoli di eſſa, col diſegno,
1 ed invenzione del Buontalenti furono collo-
cate quattro Statue di marmo di mano di
Michelagnolo Buonarroti; ma però ſolamente
abbozzate, le quali doveano ſervire per il ſe-
polcro di Papa Giulio II e che dal Nipote di
Michelagnolo furono donate al Granduca
Franceſco
.
Vi ſono inoltre alcune ſtatue d'altri
famoſi Maeſtri, che rendon più vaga la Grotta,
che adornata di ſpugne lavorate in varie for-
me, nella rozzezza di quei materiali dimoſtra
una bellezza non ordinaria.
Ha la volta tutta
dipinta di mano di Bernardino Poccetti, con
leggiadre, e bizzarre invenzioni, che in
un medeſimo tempo reca terrore e diletto,
avvegnachè quell'ingegnoſo Pittore, aiutato
in parte da una naturale apertura, che reſta
nella volta, finſe che la medeſima volta ſem-
braſſe di rovinare, e che da quelle feſſure
uſciſſero varj animali, i quali non dipinti, ma
veri, e naturali raſſembrano.
In faccia all'en-
tratura di queſta Grotta vedonſi due belle
ſtatue di un Paride che ha rapito Elena con
una Troja ſotto ai piedi, opera di Vincenzio
Roſſi, e in ſondo vi è una Femmina di mano
di Gio.
Bologna. Eſciti da queſta Grotta ſi ſale
con breve cammino ad un vago Anfitea-
tro, che riſponde di faccia al Palazzo cir-
condato da mura in forma di mezzo ovato,
1 nel quale per i paſſati tempi, feſte magnifiche
ſono ſtate rappreſentate.
In faccia a queſto
per un ampio ſtradone ſi ſale ad un altro
belliſſimo Teatro avente un gran Vivaio nel
mezzo tutto rimodernato ed abbellito al quale
ſopra varj moſtri marini di marmo fatti da
Stoldo Lorenzi, vedeſi un Nettuno di bronzo
opera molto lodata dagl'Intendenti; E' da
oſſervarſi alla metà del ſuddetto Stradone nel
Viale che conduce alla Fortezza di Belvedere
un Caſſeaus in forma di piccola Torretta, da
cui con ſorprendente colpo d'occhio oſſer-
vanſi le adiacenti vicine, e lontane Colline,
e le Città di Prato, e Piſtoia: a ſiniſtra di eſſo
Teatro ſalendo una ſcala vi è un Palazzetto con
vago Giardino di Fiori ec., e dall'altra parte
oppoſta ſi giunge in un vaſto Prato, e di quì
per due lunghi viali tutti coperti di piante,
e per un largo e ſpazioſo ſtradone ornatodi
belle Statue, ſi giunge ad una Fontana iſo-
lata, di cui più vaga, più dilettevol
coſa ſi può vedere.
Sopra una Tazza di gra-
nito larga dodici braccia per ogni verſo ca-
vata da un ſolo pezzo, ſi vede una Statua
di marmo Giganteſca figurata per l'Oceano,
a piè della quale tre altre Statue a ſedere,
ſignificanti i tre Fiumi, Gange, Nilo, ed
Eufrate, che verſano gran copia d'acqua
1 nella Tazza; da cui per ſotterranei condotti
paſſa ad altre fonti, ed in varj ſcherzi per il
Giardino ſi ſparge.
Or queſta belliſſima opera
fu dal celebre Giovanni Bologna condotta con
tale eccellenza, che reſta in dubbio chi la
vede ſe più debba lodarſi, o la rara inven-
zione, o la maeſtrìa del lavoro, tanto l'una,
che l'altra in perfetto grado s'ammirano.

Dipoi ſi arriva in altro vaſto Prato abbellito
di varie ſtatue, e due colonne di Granito
Orientale, in fondo al quale vi è altra uſcita
che reſta accanto alla Porta Romana.
Sorten-
do per qualunque porta del Giardino, tor-
nati alla Piazza de' Pitti ſi trova la Via, e il
ed
nel
nella
PALAZZO de' Guicciardini, che include l'an-
tica Abitazione, dove nacque San Filippo
Benizj, del che è la memoria nella ſacciata,
ed in appreſſo ſi giunge al
PALAZZO de Franceſchi, ora dei Dragomanni,
fatto con diſegno di Anton Ferri, ornato di
belle pitture; indi ſi arriva alla Chieſa di
S. FELICITA, ſulla di cui Piazza eſiſte una
Colonna di granito, ſopra la quale vi è la
ſtatua di S. Pier Martire, eretta quivi ad
onor ſuo dall'antica Famiglia de' Roſſi nel
Secolo XIII. per aver eſſo in Firenze colla
ſua predicazione, ed eſempio fatto gran frutto,
ed anco in ſegno delle vittorie avuteſi da' Cat-
1 tolici contro gli Eretici Manichei. La detta
ſtatua del S. Martire poſta in luogo dell'antica
che vi era, quaſi disfatta dal tempo, è di
mano di Antonio Montauti.
Entrando nella
Chieſa, rifatta modernamente col diſegno di
Ferdinando Ruggieri nel 1736, troveremo a
mano deſtra la Tavola della Cappella de' Cap-
poni, di mano di Iacopo da Pontormo, che
molto vi dipinſe, ed evvi un Ritratto ſomi-
gliantiſſimo di San Carlo Borromeo d'eccel-
lente pennello, collocato in un ornamento di
pietre di gran pregio, fatto col diſegno del
famoſo Vignola.
Dopo di detta Cappella ſi
vede l'antica Tavola di S. Felicita con li
ſette Figliuoli martiri.
Ne ſegue la Cappella
di S. Gregorio Papa, dipinta da Ferdinando
Vellani da Modena.
Contiguo a queſta è
l'Altare del Crocifiſſo ſcultura ſtimabile d'An-
drea da Fieſole.
La Cappella maggiore è
l'iſteſſa già fatta col diſegno del Cigoli, che
fu unita con la nuova fabbrica, ed è adorna
con tre Tavole degne di ſtima, e ſpecial-
mente quella della Naſcita di Criſto, che è
opera di Gherardo Vanhonthourt Fiammingo,
la Crocifiſſione è di Lorenzo Carletti, e la
Reſurrezione di Antonio Tempeſti.
Le pit-
ture della volta, e pareti ſono di Michela-
gnolo Cinganelli.
Dopo queſto alla prima
1 Cappella della crociata, è di mano di Pietro
Dandini lo Spoſalizio della Madonna, e alla
ſeconda Carlo Portelli dipinſe la Trinità con
alcuni Santi, Tavola che ſtava a un piccolo
Altare dell'antica Chieſa, poi da Ignazio
Hugſord notabilmente da ogni parte ingran-
dita
.
Appreſſo ſegue l'Altare della Comu-
nione, nobilmente arricchito di marmi, e più
dalla ſtimatiſſima Tavola del Volterrano, ove
ha dipinto l'Aſſunzione di Maria, e genufleſſe
S. Margherita da Cortona, e S. Maria Mad-
dalena de' Pazzi, e in un pilaſtro vi è di Mo-
ſaico un bel ritratto di Aleſſandro Barbadori,
opera di Marcello Provenzale; dipoi nel Pre-
sbiterio ſotto l'Organo ſi trova la Cappella
di S. Berta de' Bardi con una Tavola di Vin-
cenzio Dandini, che tenne il Gabbiani, al
naturale per il volto della detta Santa mentre
era allora ſuo Scolare e giovanetto.
Belliſſi-
ma poi è la Tavola di S. Luigi di Fran-
cia che ne ſuccede, opera di Simone. Pi-
gnoni
.
Dopo la quale è di mano di Ignazio
Hugſord quella dell'Arcangelo Raſſaello in
atto di far render la viſta al buon Vecchio
Tobia per mezzo del ſuo ſigliuolo.
Vi è poi
il Martirio di S Baſtiano di Fabbrizio Bo-
ſchi
.
Si trova in ultimo la Cappella de' Ca-
nigiani con Tavola, e pareti di mano di Ber-
1 nardino Poccetti, la qual Cappella con l'al-
tra dalla parte oppoſta reſtano ſotto al Co-
retto di S. A. R., che dal Real Palazzo viene
in alcuni tempi in Chieſa ad aſſiſtere alle Sa-
cre Funzioni per via del corridore che reſta
ſopra la Loggia di fuori, nella parete della
quale a ſiniſtra vedeſi collocata la memoria
di Arcangela Palladina celebre Pittrice, e Mu-
ſica col di lei ritratto in marmo, Scultura di
Agoſtino Bugiardini.
E quella a mano deſtra
del Cardinale de' Roſſi Nipote di Leone X.,
col di lui ritratto ed epigrafe ec. dopo aver
oſſervate molte antichiſſime Iſcrizioni affiſſe
nella parete entro il Cortile del Convento
ritrovate ſottoterra nel rifacimento della Chieſa,
proſeguendo per la Coſta, accanto al Palazzo
del Marcheſe Tempi, trovaſi la
to-
Cap-
nar-
CASA del Cav. Menabuoni già Menabuoi, che
fu nei Secoli addietro Monaſtero delle Monache
di S. Felicita, ſotto il titolo di S. Maria
Maddalena
.
Ivi ſi potrebbe vedere il di lui
Muſeo
.
Quaſi tutta la ſerie delle coſe, che
poſſiede fu raccolta da eſſo in Parigi, men-
tre colà dimorava.
Sulla porta ſi vede la
teſta d'uno di quei Leoni, che erano ſopra
il Portone di Palazzo Vecchio, e che ſecondo
Matteo Villani, e Scipione Ammirato furono
fatti l'anno 1353.
Nel primo ingreſſo è
1 collocata una numeroſa raccolta d'Iſcrizioni
Gentileſche tanto Greche, che Latine, fra le
quali una delle Tavole votive dedicate alla
Dea Iſide. il Tempio della qual Divinità fu
ritrovato dal Collettore di queſto Muſeo nello
ſcavare i fondamenti per il nuovo Oratorio di
S. Firenze.
col-
Vi ſono i due Leoni in marmo antichiſſimi,
che ſoſtenevano l'architrave della porta dell'an-
tica Chieſa di S. Firenze; e quelli della Chieſa di
Santo Leo, che ſecondo il P. Richa, era con-
ſuetudine ogni anno d'incoronargli di ghirlande
d'oro nel giorno della feſta di S. Leone,
quali ſoſtengono un ſacro geroglifico, cioè:
due Colombe in atto di bere ad un Calice
eſprimente la comunanza de' Criſtiani cibati
ſpiritualmente ad una iſteſſa Menſa.
Vi ſi vedono ancora molti Buſti, e Teſte
antiche, con due belliſſime colonne, che una
di granito. e l'altra di lumachella Orientale,
ſopra la quale vi è un antichiſſimo Buſto gi-
ganteſco di Giano Bicipite.
Vedeſi ancora
la belliſſima Pila dell'Acqua Santa, che eſi-
ſteva nella ſoppreſſa Chieſa di S Biagio, negli
angoli della quale vi ſono quattro armi, cioè:
il Giglio della Città, la Croce del Popolo,
il Drago coll'Aquila della Parte Guelſa, ed
i Gigli col Raſtrello del Re Carlo, venendo
1 ſoſtenuto il Vaſo da due Leoni, ciaſcun dei
quali tiene fra le Ugne un Agnellino.
ſo-
Salendo nel Muſeo è da ammirarſi fra i
Quadri la famoſa opera di Domenico Feti,
intagliata nella raccolta di M. Crozat ſotto il
titolo della Malinconia; una Carità di Pietro
Perugino; un quadro iſtorico, e allegorico
del Tiziano; una Santa Famiglia di Raffaello;
due quadri di Iacopo Baſſano, de' quali uno
rappreſenta il Diluvio univerſale, e l'altro
l'annunzio a' Paſtori; un'altra Carità di Gior-
gio Vaſari, un Ritratto d'un Guerriero
dipinto dal Cav. Antonio Moro l'anno 1561.,
la tentazione di S. Antonio d'Annibal Ca-
racci, un Fanciullo che dorme di Guido
Reni; e il Ritratto di M. Jouvenet dipinto
da ſe ſteſſo.
In altra ſtanza contigua, detta
la Gallerìa, ripiena di ſculture in Marmo,
Argento, Bronzo, ed Avorio, ſra le quali
vi ſi vede un ampia ſerie di Buſti di bronzo;
tra gli antichi Giulio Ceſare. Nerva, e Didio
Giuliano, e fra i moderni Enrico II, En-
rico IV, Maria de' Medici, Cromuelo, e
Carlo V. Imperatore.
Fra i Gruppi un Lao-
conte antico, un Trionfo di Bacco, e una
Lotta di Femmine, oltre un belliſſimo Mor-
feo, e un numero grande d'Idoletti antichi,
e Lucerne di perfetta conſervazione, e di
1 patina ſorprendente. La raccolta de' Bronzi
Cinefi, e Giapponeſi, che non ſi vede in
neſſuna parte d'Italia, è aſſai numeroſa, oltre
una quantità di Vernici antiche, e Carte de'
medeſimi Paeſi.
pa-
Si oſſervino due gran Medaglioni, che uno
di marmo che rappreſenta Luigi XIV fatto
da Franceſco Girardone, l'altro di bronzo,
che rappreſenta il medeſimo Eroe nell'eſerga
del quale ſi legge: A. Benoist fecit ad vi-
vum
1705., tutti due di grandezza naturale;
il primo d'età virile, l'altro d'età ſenile.
Nel mezzo di detta ſtanza trionfa ſopra una
colonnetta di granito Orientale la ſtatua del
famoſo Duca d'Alba ſcolpita in finiſſimo Ar-
gento, d'un braccio d'altezza, e creduta da
alcuni del celebre Benvenuto Cellini.
In detto Muſeo trovaſi pure una raccolta
di MSS. antichi con miniature; un numero
aſſai grande di Diſegni, fra quali 496.
Ri-
tratti d'Uomini illuſtri, e quantità di Stampe,
e Medaglie tanto antiche che moderne, fra
le quali una ſerie di bronzo, che rappreſenta
il Secolo del ſuddetto Luigi XIV. in 350.
pezzi
.
In altro appartamento di queſta Caſa con-
ſervaſi una dovizioſa raccolta d'Iſtoria Natu-
rale meſſa inſieme dal Dottor Giovanni di lui
1 Figlio, con un Laboratorio di Chimica ben
corredato
.
Quindi eſcendo da queſto luogo,
ſi trova vicino il Monaſtero, e Chieſa di
Fi-
S. GIROLAMO ove ſono oſſervabili due Ta-
vole del Ghirlandajo, in una S. Girolamo in
penitenza, e ſopra in un tondo una S. Maria
Maddalena che ſi comunica, e nell'altra una
Nunziata, e ſopra in altro tondo la Natività di
Criſto
.
Alla Cappella maggiore vi è una Con-
cezione con alcuni Santi Franceſcani fatta di-
pingere in Roma dal Cardinal Bardi dal Cav.
Mazzanti d'Orvieto.
Quivi accanto vi è il Con-
vento delle Nobili Religioſe Valombroſane di
S. GIORGIO detto lo Spirito Santo La Chieſa
fu tutta rinnovata, e abbellita nel 1705 Al
primo Altare a mano deſtra vedeſi eſſigiata
Maria, e S Domenico, di Iacopo Vignali;
Il Criſto depoſto dalla Croce è di Aleſſandro
Gherardini, eſſendo anco del medeſimo Ar-
tefice lo sſondo della volta.
All'altar mag-
giore la venuta dello Spirito Santo è di An-
ton Domenico Gabbiani; La Tavola di S. Gio.
Gualberto in atto di perdonare al nemico è
del Cav. Paſſignano, vedeſi all'ultimo vicino
alla Porta S. Benedetto che riſuſcita un Fan-
ciullo di Tommaſo Redi; Eſcendo da queſta
Chieſa ſalendo la Coſta è da vederſi la Villa
Manadori, e la
FOR-
1
FORTEZZA DI BELVEDERE la quale fu fatta
fabbricare dal Granduca Ferdinando I nel
1590, e riſedendo queſta nella più alta parte
della Città, ſi gode una ſorprendente veduta
di tutte le adiacenti Campagne, e Villaggi,
eſſendovi in eſſa una buona Armerìa, e varj
ottimi quartieri per la Truppa.
Tornando a
ſcendere la Coſta, dirimpetto alla ſopraddetta
Chieſa dello Spirito Santo per una breve via
ſi arriva alla Chieſa di
S. AGOSTINO e S Criſtina ove abitavano
già i Padri Agoſtiniani Scalzi, e ora Agoſti-
niani calzati, molto linda, ſatta ſabbricare dalla
gl. mem. di Madama Criſtina di Lorena, mo-
glie del Granduca Ferdinando I, Principeſſa
di gran prudenza, bontà, e vita eſemplare.

Nella ſeconda Cappella a mano dritta il San
Niccolò da Tolentino è opera di Gio. Batiſta
Vanni
.
All'Altar maggiore di nobili marmi
arricchito vedeſi la Tavola di S. Agoſtino di
mano di Franceſco Petrucci, e di Iacopo Vi-
gnali il S. Franceſco di Paola nella ſeconda
Cappella a man ſiniſtra.
Nel mezzo di queſta
Chieſa vi ſono ſepolti i due rinomati Fratelli
Caſaregi, cioè l'Auditor Giuſeppe Lorenzo
dottiſſimo Giureconſulto, e il Conte Abate
Gio. Bartolommeo inſigne Letterato e Poeta,
ſiccome vi è ſeppellito il Dottor Gio. Tar-
1 gioni Tozzetti Medico aſſai rinomato per i
ſuoi Viaggj, e per altre di lui Opere medi-
che, e d'Iſtoria naturale.
Di quì dato uno
ſguardo alla delizioſa veduta della ſottopoſta
Città, e dell'adiacenti colline, ſcendendo ſi
trova l'
T gio-
ABITAZIONE della Famiglia de' Mozzi, la
quale eſſendo ſtata alzata nell'antico a ſoggia
di Palazzo, o ſia di Torre con merli, moſtra
quella magnificenza, che fu capace di dar ri-
cetto nel 1273. al Ponteſice Gregorio X., e
dipoi nel 1279. al Cardinale Latino Orſini,
Legato del Papa, a fermar la Pace tra i Guelfi,
e Ghibellini, ſtata in queſti paſſati anni
tutta rimodernata, ed abbellita.
Quindi proſe-
guendo il cammino per il Fondaccio di S. Nic-
olò, che ſi vede ripieno anch'eſſo di Caſe
aſſai comode, e ſignorili; tralle quali ſono i
Palazzi dei Gianni, Alamanni, Rimbotti, e
Marzimedici; poco doppo ſi trova la Chieſa
Parrocchiale di
S. NICCOLÒ, detto di Oltrarno, nella cui
facciata è collocata una cartella di pietra, con
iſcrizione inciſa, degna di oſſervazione, con-
tenendo la memoria della deplorabile inonda-
zione, che fece l'acqua d'Arno nella Città,
nell'anno 1557. nei ſeguenti verſi Latini
Flu-
1
Fluctibus undivagis, Pelago, ſimiliſque
procellis
,
Hunc tumidis praeceps irruit Arnus aquis,
Proſtravitque ſuae, ſpumanti gurgite,
Florae
Oppida, agros, fontes, moenia, Templa,
viros
.
e vi ſono altre memorie di diverſe inondazio-
ni poſteriori.
Entrando in queſta Chieſa tro-
veremo a mano deſtra di Aleſſandro Allori,
l'Abramo in atto di ſacrificare il Figlio.
Nella
ſeconda Cappella, di Batiſta Naldini la Pre-
ſentazione al Tempio.
E' da oſſervarſi l'Altare
della Famiglia Cavalloni, dedicato al Santiſſimo
Crocifiſſo, che per la ſua ſtruttura fa cono-
ſcere eſſere lavorato da buona mano.
Accanto
al Pulpito, da Iacopo di Meglio è dipinta la
Venuta dello Spirito Santo.
Dal Poppi è ſtato
ben colorito lo Spoſalizio di Maria Vergine alla
Cappella dei Banchi.
All'Altar maggiore ve-
deſi la Tavola dipinta da Gentile da Fabria-
no con Maria, e quattro Santi con ſomma
diligenza fatta.
Nella contigua Cappella dei
Gianni, il S. Gio. Predicante è dell'Empo-
li
.
La Nunziata che è alla Cappella de' Guar-
dini è opera di Aleſſandro Fei detto del Bar-
biere
.
Alla Cappella poi de' Naſi trovaſi altra
Tavola del Poppi nella quale è effigiato il Fi-
1 glio della Vedova di Naim reſuſcitato da Cri-
ſto
.
Ne ſegue all'Altar de' Parenti il Martirio
di S. Caterina di Aleſſandro Allori.
Accanto
a queſta è la Cappella de' Paolini, ai quali di-
pinſe l'Empoli Iddio Padre con diverſi Santi.

E finalmente alla Cappella oggi dei Marzime-
dici è del Curradi il S. Niccolò che reſuſcita
un Bambino arſo dal fuoco.
Vi è una ben'in-
teſa Sagreſtìa con diverſi lavori di pietra, e
di Tarſia, ed una Vergine che porge la Cin-
tola a S. Tommaſo nel muro di mano di
Domenico Ghirlandajo.
In queſta Chieſa fu
ſepolto il tanto celebre Architetto Bernardo
Buontalenti
.
E dietro ad eſſa è il
T 2 glio
PALAZZO dei Serriſtori molto magnifico. Di
faccia a queſto vedeſi il Palazzo dei Baroni del
Nero, alzato col diſegno di Tommaſo del
Nero; e quello degli Scarlatti con vaga fac-
ciata fatta col diſegno di Alſonſo Parigi.

Quindi riprendendo per la Via de' Bardi ſi
trova la Chieſa di
S. LUCIA DE' MAGNOLI, in cui vi ſono al-
cune antiche Tavole, che una di Andrea del
Caſtagno allato alla Sagreſtìa eſprimente Maria
con S. Gio. Battiſta, e altri Santi, e dirim-
petto ad eſſa ſe ne vede una d'Iacone Pitto-
re; ne ſegue d'Iacopo da Empoli un'Immagine
di Maria, e altri Santi; e la Tavola di S. Lu-
1 cia che ha dai lati l'Arcangelo Gabbriello, e
la Vergine Annunziata è di Lorenzo di Bicci.

All'ingreſſo di queſta Chieſa a deſtra vi è la
Cappella della Madonna di Loreto ſimile in
miſura a quella della Città di Loreto, col cam-
mino, armadj e altro, notando però che quì
tutto è rappreſentato in pittura.
Accanto a que-
ſta Chieſa vi ſono le abitazioni de' Canigiani, e
dirimpetto vedeſi un Campo, ove per tre volte
rovinarono tutte le abitazioni, che quivi eſi-
ſtevano, per la qual coſa Coſimo I ordinò che
non vi ſi fabbricaſſe più, come ſi legge dalla
quivi poſta Inſcrizione in marmo
cia
Huius Montis Aedes
Soli. vitio. ter. collapſas
Ne. quis. denuo. reſtitueret
Coſmus Florent. & Senar. Dux II.
Vetuit. X. Octobris MDLXV.
Seguitando il cammino a deſtra vi è il
PALAZZO del Senator Conte Capponi, fatto
edificare dal famoſo Niccolò da Uzzano col
diſegno di Lorenzo di Bicci, entro del quale
ſi vede il buſto di eſſo Niccolò, opera inſigne
di Donatello, con iſcrizione adeguata a così
potente Concittadino, ſiccome appiè della
Scala un Leone di porfido, che è creduto
opera ſingolare degli antichi Etruſchi; e dipoi
ſi trova a ſiniſtra il
1
PALAZZO del Marcheſe Tempi nobilmente
adornato, ed ampliato dentro con ottimo gu-
ſto, che è poſto appunto in ſaccia alla Chieſa
di S. Maria ſopr'Arno, nella quale è un'am-
mirabile Tavola dell'Empoli, rappreſentante
un miracolo di Maria Vergine, ed all'Altar
maggiore una Nunziata antica, e di gran bel-
lezza
.
Avanzando più oltre il paſſo ſi giunge al
PA-
PONTE VECCHIO, fabbricato nel 1345. co-
me nel Cartello affiſſo alla Loggia in mezzo di
eſſo a Ponente, nel muro che guarda Mezzo-
giorno ſi legge,
Nel trentatrè dopo il mille trecento
Il Ponte cadde per diluvio d'acque,
Poi dodici anni come al Comun piacque
Rifatto fu con queſto adornamento.
Appiè di eſſo Ponte oſſerveremo una
STATUA di marmo greca, aſſai bella, chia-
mata Aleſſandro Magno, ſebbene alcuni lo
credano Ajace.
Dipoi per il Borgo di S. Ia-
copo ſi Paſſa a vedere la Chieſa di
S. IACOPO ſopr'Arno dove abitano i Padri
della Miſſione, che ſebbene antica è di buona
Architettura, ed è ſtata rimodernata di ſtuc-
chi, e di Tavole.
La prima di queſte a man
deſtra è di Sebaſtiano Galeotti, ove è S. Gen-
naro Veſcovo, la ſeconda rappreſentante il
SS. Crocifiſſo è di mano di Agnolo Bronzi-
1 no, donata non ha molto da Aleſſandro Bo-
naccorſi; la terza di San Vincenzio de' Paoli
è opera di Antonio Puglieſchi; la quarta della
Trinità è del medeſimo Conti, e in ultimo di
faccia alla Navata, è di mano del Gandi l'Aſ-
ſunzione di Maria.
Nella Tavola dell'Altar
maggiore, Pier Dandini ha figurato Criſto,
che elegge S. Iacopo all'Apoſtolato: la Tri-
buna con due Tondi laterali è lavoro di
Matteo Bonechi.
Vi è poi l'altra Cappella
in faccia all'altra Navata, nella quale il Cioc-
chi ha eſpreſſo la tentazione di S. Antonio.

Quindi ſi trova la Sagreſtia adorna di Tavole
antiche: dopo la quale ne viene la Cappella
di S. Franceſco, il di cui quadro è d'Ago-
ſtino Veracini.
Dopo di queſta è degna di ſti-
ma quella di S. Liborio Veſcovo di mano di
Iacopo Vignali.
Ne ſegue la Cappella della
Santiſſima Nunziata la cui Tavola è lavoro di
Ignazio Hugford.
In ultimo trovaſi il Marti-
rio di S. Cecilia dipinto da Giovanni Caſini.

Alla ſalita del Ponte S. Trinita vi è l'ingreſſo
di queſto Convento con nobil facciata. in cui
vedonſi in marmo quattro Buſti dei Granduchi
Franceſco I. Coſimo II., Ferdinando II. e
Coſimo III.: i primi tre ſcolpiti da An-
tonio Novelli, e l'ultimo da Carlo Marcelli-
ni
.
Delizioſo è il paſſeggio di queſta porzione
1 di Fiume, tanto dalla deſtra che dalla ſiniſtra
riva, in fine della quale da queſta parte, e
preſſo al già diviſato Ponte alla Carraia, oltre
le altre belle fabbriche vedeſi il Palazzo dei
no,
di
MEDICI, rifatto ed accreſciuto. E nel Fon-
daccio di S. Spirito vi ſono le Abitazioni dei
Vettori, de' Conti Bardi, Freſcobaldi, Rinuc-
cini, e Pecori, ripiene ognuna di Pitture, e
altre rarità.
Luſingandomi di aver con brevità ſod-
disfatto a quanto ſi era da me in principio
promeſſo, quì pongo fine per ciò che riguarda
l'interno della Città.
VIDI FUOR DI FIRENZE UN' ALTRA ROMA
Cominciando dalla PORTA ROMANA, detta
volgarmente a San Pier Gattolini, voltando
a mano ſiniſtra, alla fine d'uno ſtradone co-
perto di Olmi ſi trova la Chieſa della
MADONNA DELLA PACE, di buona Archi-
tettura; già antico Oratorio delle Monache di
Santa Felicita, ove abitavano i Monaci di
S. Bernardo della Nazione Franceſe Riforma-
ti, detti Fuliacenſi di poco tempo ſoppreſſi.

In queſta è da oſſervarſi la Cupoletta dell'
Altar maggiore dipinta da Livio Mehus Fiam-
mingo
.
V'era nella ſoffitta un belliſſimo sfondo
con la Madonna, S. Bernardo, e alcuni An-
1 gioli dell'eccellente Pittore Luca Giordano,
ſtato levato, e traſportato nella R. Accademia
delle Belle Arti ſulla Piazza di S. Marco.

Tornando alla Porta della Città, ſi vede quaſi
incontro la
gioli
VILLA IMPERIALE. Al primo ingreſſo di un
lungo viale vi erano quattro Vivaj diviſi da
un Ponte, quali furono rinterrati, e ridotti a
prato, e ſopra due piediſtalli vi ſtanno erette
l'Aquile Imperiali, e nel corpo delle medeſi-
me l'Arme della Caſa Reale de' Medici con
quella della Granducheſſa Maria Maddalena,
e in altre due baſi, in quella a mano deſtra un
Leone, il quale con una zampa tiene un globo,
rappreſenta lo Stato Fiorentino, e nella ſini-
ſtra la Lupa che allatta, figura lo Stato Seneſe,
ſcolpite da Simone Cioli.
In diſtanza vi erano
due altri Vivaj che furono non ha molto ancor
eſſi rinterrati.
Quivi ſi vedono ſopra quattro
piediſtalli le Statue di Omero, di Virgilio, di
Dante, e del Petrarca.
Queſto ornato in-
greſſo al Viale ſopraddetto, che dolcemente ſa-
lendo per poco men di un miglio, ombrato da
Lecci, e Cipreſſi poſti in bella ordinanza, con-
duce ad un grandiſſimo Prato di figura ſemiton-
da, chiuſo da balauſtrate di pietra con ſtatue ove
nell'apertura di mezzo ne ſono due di mar-
mo, una delle quali rappreſenta un Atlante col
1 Globo ſugli omeri, e l'altra un Giove con
fulmine alla mano degne di ſtima.
In teſta a
detto Prato ſi erge l'Imperial Villa di delizie
delle Granducheſſe di Toſcana, ampliata o
ornata dalla predetta Arciducheſſa Maria Mad-
dalena, poi dalla Granducheſſa Vittoria accre-
ſciuta da Mezzogiorno di appartamenti; e
preſentemente dal regnante Real Sovrano è
ſtata magnificamente ampliata dalla parte del
Giardino, e del Prato, con avervi formati due
ſuperbi appartamenti, il primo dei qualì al piano
del Giardino tutto pitturato dai più celebri
Pittori del noſtro tempo rappreſentandoviſi la
Storia degl'Imperatori Romani dalla fonda-
zione di Roma, e l'altro ſuperiore è ſtato
ornato di vaghiſſimi ſtucchi, lavorati con la
maggior ſottigliezza dell'Arte.
Queſta Villa
ha due Saloni, ed è ripiena d'ogni ſorte di
ricca ſuppellettile, di Quadri, e di altre galan-
terie di porcellane, buccheri, e Idoletti, e
ſimiglianti rarita antiche, che in diverſi Ga-
binetti, e Mezzanini con ben'inteſo ordine
poſte s'ammirano.
Ivi ſono anneſſi due Giar-
dini con belli ſpartimenti di fiori, e fontane
d'acqua, diviſato l'uno e l'altro di piante
d'Aranci domeſtici; vi ſono molte antiche, e
moderne ſtatue tra le quali un Adone ferito
di Michelagnolo di ſtraordinaria bellezza.
So-
1 pra il detto Palazzo in un Colle più rilevato in
poca diſtanza ſi vede un antico Monaſtero di
Religioſe dell'Ordine di S. Franceſco, detto di
Glo-
pra
S. MATTEO IN ARCETRI, il qual Territorio
produce ottimi, e delicati vini, detti Verdee,
e vi ſono delizioſe Ville.
Tornando per la
Strada Romana ſi vedrà in primo luogo a man
ſiniſtra altro Convento di nobili Religioſe dell'
Ordine di Sant'Agoſtino, detto volgarmente di
S. GAGGIO, ma in proprio ſignificato San
Caio, fondato dalla Famiglia de' Corſini, ove
ſi conſervano più inſigni Reliquie, e la Tavola
dell'Altar maggiore è di mano di Lodovico
Cigoli
.
Vedeſi in vicinanza l'altro Convento
detto del Portico di Religioſe dell'Ordine
Agoſtiniano
.
In una diſcreta lontananza di
circa due miglia trovaſi voltando verſo la
parte di Mezzogiorno la
CERTOSA, fatta col diſegno dell'Orcagna,
o come vuole il Vaſari, di alcuno de' ſuoi di-
ſcepoli
.
Nella Chieſa vedeſi oltre più eccel-
lenti pitture un nobile pavimento di marmi, e
ſoffitta, e bello Altare, e a man ſiniſtra ſi entra
in un altro grandiſſimo Chioſtro, il quale
introduzione a molte Celle, e colle ſue atte-
nenze, ſecondo l'iſtituto di queſti Eremiti.

Nel Chioſtro vi ſono dipinte a freſco da Ia-
copo da Pontormo molte figure della Paſſione.
Nella
1
Nella ſtanza del Refettorio di mano del me-
deſimo vi è un quadro a olio con Criſto a ta
vola, con Cleofas, e Luca, grandi al natu-
rale, eſſendovi fra quei che ſervono, ſtati ri-
tratti alcuní Converſi; e ſopra la porta, che
nel Chioſtro di fuori, vi è una Pietà con
due Angioli, e dalla parte di dentro S. Lo-
renzo, di mano del Bronzino.
Nella ſtanza
del Capitolo vi è il Crocifiſſo colla Madonna,
e la Maddalena appiè della Croce, e Angioli
in aria di Mariotto Albertinelli pittore ne' ſuoi
tempi di credito, come ancora vi dipinſe Ber-
nardino Poccetti, e Rutilio Manetti Seneſe.

Vi ſi conſervano ſopra centoventi Reliquie.
Ve ne ſono molte inſigni, una gran parte delle
quali furono donate dal celebre Niccola Ac-
ciaioli gran Siniſcalco de' Regni di Sicilia, e
Geruſalemme
.
Fu queſto Niccola il Fondatore
della Certoſa intorno l'anno 1364. ed accrebbe
quella di Napoli.
In una ſtanza ſotterranea
ſono le Sepolture di Caſa Acciaioli, la quale
lontana di quivi nove miglia in Valdipeſa poſ-
ſiede una gran Tenuta, e un magnifico Pa-
lazzo detto Monte Gufoni con un bel Giardino
con Fontane, e ſcherzi d'acque.
Rendono delizioſa queſta parte le varie
Ville, e ſpecialmente quella dei Dini, del Mi-
chelozzi detta Belloſguardo perchè di quì go-
1 deſi tutta la Città, (e dove il Guicciardini
ſcriſſe la ſua celebre Iſtoria d'Italia 1), de'
Borgherini, degli Strozzi, e de' Franceſchi.

In vicinanza havvi la Chieſa di
deſi
S. FRANCESCO DI PAOLA, ove abitavano
Frati del ſuo Ordine ora ſoppreſſi; Chieſa di
gran devozione, e bene adorna di nuove pit-
ture, la di cui Piazza è eretta la ſtatua di
detto Santo di marmo, lavorata dal Piamontini.
Fuori della PORTA A S. FREDIANO, il Mo-
naſtero che a man ſiniſtra ſi vede poſto ſopra
una Collina è intitolato S. Bartolommeo, e vi
ſtanno i Monaci di
MONTE ULIVETO. La Tavola dell'Altar
maggiore, in cui è figurato l'ingreſſo di Noſtro
Signore in Geruſalemme, è di mano di Santi
di Tito; quella ove è il B. Bernardo Tolomei
è di mano del Pignoni, ed una Aſſunta dirim-
petto è del Paſſignano.
Agli altri due Altari
in uno vi è eſpreſſo l'Apoſtolo titolare San
Bartolommeo, e nell'altro S. Franceſca Ro-
mana
.
Delle due ſtatue di marmo la Vergine
1 Veſtale, che tiene in mano un vaglio per
l'Acqua ſanta, è di mano del Caccini, e
l'altra alla ſiniſtra che rappreſenta Claudia è
di Scultore Fiammingo.
Nella Cappella dei
Capponi, che ſtà ſotto la Chieſa, vi è una
Tavola della Reſurrezione di Raffaellino del
Garbo, ben mantenuta.
In vicinanza di detto
Monaſtero verſo Ponente, ſi vede un delizioſo
Caſino del Duca Strozzi, con un ſalvatico,
che ſcende ſino alla ſtrada maeſtra, e dalla
parte di Ponente vi è un Monaſtero detto
S. PIERO A MONTICELLI, di Religioſe della
Regola di San Benedetto, in cui ſono ſtate
unite nel 1786. anco le Monache del ſop-
preſſo Monaſtero di S. Frediano di Firenze.
Fuori della PORTA AL PRATO, veggaſi
uſcendo prima dalla Porticciuola delle Mulina,
a man ſiniſtra, poſta alla fine del Borgo di
Ogniſſanti un Giardino detto la Vagaloggia.
Parimente ſi rende una delizioſa paſſeggiata
quella dei Viali delle Caſcine, ove eſiſtono
ſuperbi, ed ameni prati, e boſchetti.
Può paſſarſi a vedere in qualche diſtanza un
antico Monaſtero di Monache Ciſtercienſi
detto S. Donato in Polveroſa, Fuori di queſta
Porta è ſituata diſtante circa 10. miglia la
Villa del
POGGIO A CAIANO di S. A. R. ampliata
1 modernamente di nuovi Quartieri, e comodi,
che fu principiata dal Magnifico Lorenzo de'
Medici Padre di Leone X. il quale la non
terminata Fabbrica volle finire, e ſpecialmente
l'ornato, e le pitture del Salone grande in
parte, che poi il Granduca Franceſco fece
condurre a fine, e ridurre alla perfezione, che
ella è, ſeguitando il primo modello di Giuliano
da S. Gallo.
Evvi un Salone con volta a mezza
botte, tutta riccamente ſtuccata, o per meglio
dire, dal ſuddetto da San Gallo gettata di ma-
terie, invenzione da lui imparata a Roma.
Il
detto Salone è dipinto da Andrea del Sarto, dal
Francabigio, e da Iacopo da Pontormo.
L'Iſto-
ria è quando Ceſare è preſentato di varj do-
nativi in Egitto da molte Nazioni, alludendo
queſto fatto al Magnifico Lorenzo de' Medici,
che fu di rari animali, e tra gli altri di una
Giraffa preſentato da Gaitbeto Soldano d'Egit-
to nel 1487. e detta Giraffa è deſcritta dal
Poliziano nelle ſue meſcolanze erudite; fu
laſciata imperfetta da Andrea del Sarto, e
terminolla Aleſſandro Allori.
Il Francabigio
vi dipinſe in altra facciata, quando Cicerone
depo l'eſilio fu in Campidoglio chiamato Pa-
dre della Patria: alludendo queſta Storia al
ritorno in Firenze di Coſimo Medici il vec-
chio
.
Nell'altra facciata il Francabigio me-
1 deſimo vi dipinſe, quando Tito Quinzio Fla-
minio Conſole Romano, orando nel Conſiglio
degli Achei contro l'Oratore degli Etoli, e
del Re Antioco, diſſuaſe la lega, che diſe-
gnavano concludere gli Oratori con gli Achei
medeſimi
.
Queſto fatto pure allude alla Dieta
di Cremona, in cui il Magnifico Lorenzo de'
Medici diſturbò i diſegni de' Veneziani, bra-
moſi di condurſi al poſſeſſo dell'Italia tutta.

Ed Aleſſandro Allori fece la pittura, che
rappreſenta la Cena di Siface Re de' Numidj,
fatta a Scipione, dopo che egli ebbe rotto
Aſdrubale in Spagna: e queſto pure allude al
glorioſo viaggio del Magnifico Lorenzo al
di Napoli, da cui fu generoſamente convitato.

Le due teſtate dove ſono gli occhi che danno
lume, furono dipinte da Iacopo da Pontormo,
e vi è un Vertunno co' ſuoi Agricoltori, con
un pennato in mano bello e naturale, e l'Iſto-
ria di Pomona, e Diana con altre Dee, che
per eſſer pitture fatte a concorrenza de' ſo-
prannominati Pittori, ſono delle più belle che
uſciſſero dal ſuo pennello.
Da queſte ſuddette
teſtate del Salone ſi ha l'ingreſſo in due Gal-
lerìe, ordinate dal Gran Principe Ferdinando,
per formare per mezzo di queſte riccamente
ornate, la comunicazione alli quattro Appar-
tamenti, de' quali vien compoſta queſta Real
1Villa. Dal detto Salone facendoſi paſſaggio
in un altro di minor proporzione ornato a
ſtucchi, ſi trova dipinta nella ſua volta da
Anton Domenico Gabbiani la Toſcana, che
conduce davanti a Giove Coſimo Padre della
Patria, moſtrando d'aver eſſo quietate le di-
ſcordie, fugati i vizj, e introdotta la pace;
opera in vero degna di ſomma ſtima.
Altre
varie eccellenti pitture ornano le ſtanze di
queſto Palazzo, in una delle quali vi è una
prezioſa raccolta di piccoli quadri fattavi dal
Gran Principe Ferdinando, conſiſtente in un
ſol pezzo per autore, de' primi pittori del
Mondo, antichi che moderni.
La Tavola
della Cappella, che è ſul Prato, ove è una
Pietà, è di Giorgio Vaſari.
In poca diſtanza
dal Palazzo vi ſono belliſſime ſtalle, lunghe
ciaſcuna più di centoventi paſſi, e ſopra queſte
le Camere per alloggio del ſervizio baſſo,
come pure una Fabbrica per uſo del Fattore,
e del copioſo Beſtiame, per la Caſcina nel
ſuo genere bella, e tutta circondata da un
largo foſſo di acqua corrente.
Quivi ſi fanno
copioſe raccolte di ſquiſiti Riſi, e vi
ſono Edifizj per pulirli.
Proſeguendo verſo
Tramontana, ſi giunge ad un lungo ameno,
detto le Pavoniere, e ſerve per far correre i
Daini, i quali in un Barco murato con bo-
1 ſcaglia, e foſſi d'acqua conſervanſi; e rimet-
tendoſi ſu la ſtrada maeſtra, a mano dritta
trovaſi altra Villa già di S. A. R. ora del Mar-
cheſe Bartolommei detta
Ve-
mo-
de-
Villa,
V ſca-
ARTIMINO, O VILLA FERDINANDA, da Fer-
dinando I. di queſto nome, e Terzo Gran-
duca di Toſcana, che dai fondamenti la fece
fabbricare col diſegno di Bernardo Buonta-
lenti l'Anno 1594. la quale è beniſſimo in-
teſa, nello ſcompartimento de' Quartieri no-
bili, come pure di quelli della Famiglia.
Vi
ſono due bei Saloni.
E' ſituata nell'ottima
eminenza di un Colle volto a Levante; ed il di-
vertimento maggiore, che ſi ritrae in detta
villeggiatura, ſi è la Caccia, eſſendovi a tal
fine un circuito di muraglia di ſopra trentadue
miglia, detto il Barco Reale, diſtendendoſi dalle
falde del Poggio di Artimino ſino a' Poggi
di Vinci nella Valdinievole.
Due altre Ville
pure di S.A R. poco diſtanti l'una dall'altra,
ſono fuori di queſta Porta, una detta la
PETRAIA, di gratiſſimo ſoggiorno ſpecialmen-
te nel tempo della Primavera.
Il ſuo ingreſſo
principale è a Tramontana, per un Prato chiuſo
da folti cipreſſi in difeſa dei venti: ha nel
mezzo un Cortile tutto dipinto di fatti Mili-
tari; vi ſono nelle due fiancate due Logge,
che introducono negli appartamenti nobili;
1 queſte ſono dipinte con ottimo colorito, e
diſegno, da Baldaſſarre Franceſchini detto il
Volterrano, e rappreſentano alcune azioni di
Coſimo I. e di Ferdinando Il. Gran Duchi,
opere certamente degne di valoroſo Arte-
fice
.
Sono poi da vederſi gli appartamenti di
queſto Palazzo arricchiti di buoniſſimi Quadri
tra' quali più d'ogni altro è da ammirarſi
nella Cappella la Tavola d'Andrea del Sarto.

A Mezzogiorno, Levante, e Ponente vi ſono
tre altre Porte particolari, che introducono
in uno ſpazioſo ripiano di Giardino, di dove
godeſi come in Teatro con tutta quella bel-
liſſima Campagna la Città noſtra.
L'altra detta
que-
CASTELLO, Villa antica della Famiglia dei
Medici, accreſciuta dal Granduca Coſimo I.
dalla parte di Levante, col diſegno di Nic-
colò detto il Tribolo.
E' ſtata ampliata di
quartieri dal noſtro Real Sovrano, eſſendo
una delle ſue Ville favorite.
Nella volta della
Loggia a man ſiniſtra dentro il Cortile, alcu-
ne Iſtorie degli Dei antichi, e l'Arti libe-
rali lavorate a olio ſulla calcina ſecca, ſono
di mano di Iacopo da Pontormo, ma aſſai
guaſte dal tempo.
Per gli Appartamenti vi
ſono diſtribuite belle ſuppellettili, e molte
prezioſe pitture, e vi è a freſco di Baldaſſarre
Franceſchini nella volta del ricetto, ſalite le
1 prime ſcale, uno sfondo di ottimo colorito.
Da Tramontana, uſcendo di detto Palazzo, ſi
entra in un vaſto e delizioſo Giardino.
La
prima gran Fontana, ove è l'Ercole di mar-
mo, che ſcoppia Anteo, dalla cui bocca eſce
in gran copia l'acqua, è di mano di Bartolom-
meo Ammannati, eſſendo il reſtante della
Fonte diſegno, e fattura del Tribolo, come
di lui ancora è l'altra Fontana in mezzo al
Boſchetto de' lauri, piena di finiſſimi intaglj,
e baſſirilievi, nella cima della quale vi è una
Statuetta di femmina nuda di bronzo rappre-
ſentante una Venere, dalla cui chioma, che
ſi tien raccolta entro le mani, cade acqua.
In-
torno alla detta Fonte vi ſono occulte fiſto-
lette, dalle quali vengono zampilli gentiliſſi-
mi a' acqua.
Queſta Fontana è cinta d'ogni
intorno da un bel ſalvatico, che fa proſpet-
tiva dall'altra Fontana dell'Ercole, e per di
ſopra ad una Porta, ove pure ſono varj zam-
pilli d'acqua.
Intorno alla detta Porta vi è
una Grotta grande, e ricchiſſima di ſpugne,
condotta anch'eſſa dal Tribolo.
Vi ſono tre
grandiſſime Pile ſcavate, e intagliate d'un
pezzo ſolo, una nella teſtata, e l'altre due
per fianco all'entrare, ſopra le quali vi ſono
ſcolpiti al naturale diverſi Animali quadrupedi
con buona diſpoſizione, e da alcuni de' me-
1 deſimi cade acqua nelle ſuddette pile, ove
ſono intaglj di Peſci, e nicchi marini.
La
detta Grotta è chiuſa da cancellate di ferro,
le quali aperte, quando ſi voglia dar l'acqua
agli zampilli, che tra le ſpugne di ſopra, nel
pavimento, e da' lati vi ſono, ſerranſi con
violenza anch'eſſe per forza d'acqua.
Queſta
Grotta è in mezzo a due Fontane nel medeſi-
mo muro collocate, che ribattono all'altre
due del Giardino, ove è il boſchetto a La-
berinto
.
Dal ſuddetto Giardino ſi ſale ad un
gran Vivaio, in mezzo al quale vi è in un
Vecchio di bronzo figurato il Monte Appen-
nino, fatto dall'Ammannato, dalle cui chiome
cade acqua: diſegno, e lavoro del Tribolo,
del quale è a Levante una Quercia molto artifi-
cioſa, e tutta giuochi d'acqua, che è ben de-
gna di vederſi.
Ma prima di rimetterſi ſulla
ſtrada per tornare in Firenze non rechi noja
il ſalire, voltando a mano deſtra della detta
Real Villa per una breviſſima ſtrada che con-
duce alla
V 2 pri-
deſi-
VILLA DE' GRAZINI, ora dell'unica ſuperſtite
di detta Nobil Famiglia Sig. Tereſa Grazini,
moglie del Sig. Senatore Cavaliere Luigi Bar-
tolini Baldelli, ove con grandiſſimo piacere
potrà oſſervarſi il Cortile della medeſima tutto
dipinto a freſco da Giovanni da S. Giovanni;
1 in queſto vago lavoro ſi ammirerà la vivacità,
ed il guſto di queſto illuſtre Maeſtro; e quin-
di ripigliando il cammino potrà tener la ſtrada
che paſſa ſotto la Villa della Petraia, ove vedrà
di paſſaggio due
in
CONVENTI, uno di Religioſe Camaldolenſi,
detto di Boldrone: e pochi paſſi inoltrandoſi,
un altro delle Signore delle Quiete, ove ſono
Fanciulle Nobili, che vi s'introducono ſopra
i ſette anni per educazione, alle quali è per-
meſſo, non ſoddisfatte di quell'Iſtituto di vita,
uſcire ſenza però potervi aver regreſſo, non
facendo mai Voti, come le altre Religioſe.

Queſto luogo era per addietro una Villa detta
la Quiete della Granducheſſa Criſtina.
Per-
venne in Donna Eleonora Ramirez di Mon-
talvo, che fu la Fondatrice, e Iſtitutrice di
quel vivere Religioſo; la Granducheſſa Vitto-
ria fecevi la Chieſa, che vi è, la Foreſteria,
Rimeſſe, e Stalle per renderlo comodo alle
occaſioni di trattenerviſi, il di cui eſempio
ſeguendo la Principeſſa Anna Maria Luiſa
Elettrice Palatina, l'ampliò di nobile Appar-
tamento, e arricchì di delizioſo Giardino.
E
di preſente ſono ſtate ampliate dalla noſtra
Real Sovrana molte altre comode abitazioni.

In queſte parti è degna di vederſi la Villa, e
luogo della
Doc-
1
DOCCIA, la quale ha delizioſi anneſſi, ove
dal fu Marcheſe Senator Carlo Ginori fu
introdotta in poca diſtanza da detta Villa la
fabbricazione non ſolo di ogni qualità di Piat-
terie, Vaſi, ed altre Terraglie per uſo comune,
ma di finiſſime Porcellane di ogni ſorte con
ſingolare induſtria, ed ottima riuſcita, delle
quali ſe ne vede una gran raccolta in una
ſtanza, diſpoſta a forma di Galleria, accre-
ſciuta notabilmente dal vivente Senator Mar-
cheſe Lorenzo Figlio, e ridotta in tutte le
ſue parti ad un'ottima perfezione e bellezza,
impiegandoſi in queſta manifattura circa cento
perſone
.
In oltre a Seſto evvi quella del Mar-
cheſe Corſi; a Colonnata quella del Conte del
Benino, fabbricata dal Senatore Ferrante Cap-
poni, ove ſi veggono in una vaga Gallerìa i
cartoni eccellentemente coloriti d'una ſtanza
d'arazzi di quella di Verſaglies del Re Cri-
ſtianiſſimo
.
Fuori della PORTA A S. GALLO, oltre
l'Arco Trionfale, e Parter, come è detto in
queſto a c. 60., prendendo a ſiniſtra paſſato il
Mugnone è da oſſervarſi un Tabernacolo ſulla
ſtrada, dipinto da Gio Battiſta Vanni, preſſo al
CONVENTO de'Cappuccini a Montughi, i
quali hanno all'uſo del lor rigido Inſtituto
una bella Chieſa, e un comodo Convento,
1 ed Orto. Quindi paſſando da diverſe belle
Ville, inoltrandoſi a deſtra ſi trova la Vil-
la di
ed
CAREGGI, cioè Campo Regio che apparte-
neva a S. A. R, e adeſſo è di proprietà del
Sig. Vincenzio Orſi.
Queſta fu fatta fabbri-
care col diſegno di Michelozzo, da Coſimo
Padre della Patria.
Quivi il Magnifico Lo-
renzo de' Medici, e Giovanni e Pietro ſuoi
figli facevano le virtuoſe Accademie con Mar-
ſilio Ficino, detto il novello Platone, ed An-
gelo Poliziano, Pico della Mirandola, l'Ar-
giropolo; Ermolao Barbaro, lo Scala, ed
altri dotti Uomini dell'età loro.
Tornando
ſulla ſtrada maeſtra trovaſi cinque miglia di-
ſtante dalla Città
PRATOLINO, Villa di ſomma amenità nel
tempo di Eſtate appartenente a S. A. R. Que-
ſta gran Fabbrica col diſegno di Bernardo
Buontalenti, e di Franceſco ſuo Figliuolo fu
da' fondamenti per il Granduca Franceſco I.
fatta, e condotta quaſi al finimento, che ha in
oggi, ſiccome lo teſtifica una bella Inſerizione,
che ſi legge nel mezzo della volta della gran
Sala, del ſeguente tenore:
Fon-
1
Fontibus, Vivariis
Xyſtis has Aedes
Franc. Med. Magn. Dux Etruriae II.
Exornavit bilaritatique
Et ſui amicorumque ſuorum
Remiſſioni animi dicavit
Anno Dom. M. D. LXXV.
Per ſcale ſcoperte raddoppiate ſi ſale al primo,
e nobile piano dalla parte di Tramontana,
che per un Terrazzino, o ripiano pure ſco-
perto, introducono in un amplo Salone in
volta a mezza botte, ed ornato in parte di
ſtucchi, e di pitture; ed in un Salotto tutto
dipinto a freſco, dai quali ſi ha l'ingreſſo per
ogni parte in più appartamenti dipinti a fre-
ſco d'architettura.
Vi è in una di queſte Ca-
mere un Organo Idraulico, che ſenza opera
di mantici ha l'ufizio del vento per mezzo dell'
acqua
.
Innumerabili poì ſono i lavori di Spu-
gne marine, le Fontane, le Grotte, le Statue,
fra le quali molte Coloſſali, e che in mille
ſcherzoſe maniere verſano acqua, molte altre
fatte delizioſe per l'ampio, e ben diſpoſto
Salvatico, e per i Giardini ſono ſparſe, e
ſotto il Palazzo medeſimo, che troppo lungo
ſarebbe il minutamente deſcrivere per darne
una giuſta, e adeguata idea a chi perſo-
1 nalmente non ſi porta ad ammirarle. Per il
che meglio ſarà che ocularmente ſi oſſervino
da chi deſidera averne la perſetta cognizione.

Circa tre miglia diſtante da queſta Villa ſi trova
l'Eremo di
nal-
MONTE SENARIO, ove ebbe miracoloſa-
mente principio da' ſette Beati Romiti Nobili
Fiorentini la Religione de' Servi di Maria
Vergine l'anno 1233. e dove San Filippo
Benizj noſtro Cittadino lungo tempo ſtette a
far penitenza ſull'alto giogo dell'iſteſſo Monte,
veſtito di una folta ſelva di Abeti.
In mezzo
di eſſa ſtà il Convento de' Religioſi dell'Or-
dine de' Servi di Maria; e vedonſi nel recinto
le ſette Grotte de' Beati Fondatori, e quella
del Santo Propagatore, ove fecero lunga di-
mora; coſe, che muovono lo ſtupore inſieme, e
la divozione.
In queſto Santuario non mancano
da vederſi varie buone pitture, ma ſopra di
ogn'altra vi ſi ammira nella volta della Chieſa
il belliſſimo sfondo, nel quale il Gabbiani rap-
preſentò Maria Santiffima in Gloria con molti
Angeli, che porge l'abito ai ſette Beati Fon-
datori
.
Il ſecondo a piè del Monte Senario
era l'antico, e celebre
MONASTERO DI BUONSOLLAZZO, tutto rin-
novato dalla Real Muniſicenza di Coſimo Ill.
ove abitavano i Monaci della ſtretta oſſervanza
1 detti della Trappa che ſono ſtati ſoppreſſi. Nel
ritorno a Firenze, quaſi due miglia diſcoſto dalla
Città, ſulla mano ſiniſtra fuori della via maeſtra
ſi vede la bella, e delizioſa Villa del Duca
Cardinale Salviati ſopra il Ponte alla Badia,
con bel Giardino e ſcherzi d'acque.
Quindi
paſſato il Ponte di Mugnone ſi alla ſop-
preſſa
detti
BADIA di S. Bartolommeo, che ſervì lungo
tempo per Cattedrale di Fieſole, e fu poi ufiziata
dai Monaci di S. Benedetto: ma eſſendo quaſi
dal tempo, e dalle guerre in poſitura di mi-
nacciar rovina, Coſimo de' Medici Padre della
Patria, ſopra quaſi le rovine di quel Santua-
rio, a proprie ſpeſe, col diſegno di Filippo
di Ser Brunelleſco, fabbricò una bella Chieſa,
e Monaſtero a' Canonici Lateranenſi, che vi
erano a contemplazione di un tal Padre Don
Timoteo da Verona eccellente Predicatore di
quell'Ordine, e per meglio godere la ſua
converſazione, vi fece un appartamento per
proprio uſo.
Dopo la ſoppreſſione dei ſo-
praddetti Canonici Lateranenſi, è ſtato tutto
queſto luogo conceſſo dal Real Sovrano all'
Arciveſcovo di Firenze.
Volgendo a Tramon-
tana, vi è una
CHIESETTA, ove ſi conſerva una miraco-
loſiſſima Immagine di un Crocifiſſo, luogo
1 detto Fonte Lucente, nominato dal Poliziano
nella Lamia; e da Levante vi è
detto
S. DOMENICO, Chieſa dell'Ordine ſuo più
ſtretto, ove è Noviziato, e vivono con gran-
diſſima eſemplarità molti Religioſi, i quali
hanno un comodo Convento fondato intorno
l'anno 1406 dal Beato Fra Giovanni Do-
menici a ſpeſe della nobiliſſima Famiglia degli
Agli, e quivi S. Antonino fu il primo, che
veſtiſſe l'Abito di S. Domenico.
Sono in
queſta Chieſa alcune pitture buone: tra le
antiche, ſi vede quella alla Cappella de' Gaddi
della Coronazione della Madonna del Beato
Giovanni Angelico, quella della Natività di
Pietro Perugino; e un'altra del Sogliani; fra
le moderne, quella della Nunziata di Iacopo
da Empoli, e tutta la volta della Chieſa di-
pinta da Lorenzo del Moro.
Poco ſopra fa-
lendo il Monte, ſi vede una bella Villa fab-
bricata già da Giovanni di Cofimo Medici col
diſegno di Michelozzo, la quale appartiene
ora al Senator Cav. Giulio Mozzi; avendo
l'iſteſſo Giovanni fatto col diſegno del mede-
ſimo Michelozzo fabbricare, poco ſopra alla
ſua Villa, una
CHIESA e Convento a' Frati di S. Girolamo,
i quali ebbero principio in Firenze circa
l'anno 1407. da Carlo Conte di Montegranelli
1 che ha culto di Beato. Quelli furono ſoppreſſi
da Clemente IX, e queſto luogo è poſſeduto di
preſente dal Sig. Conte Carlo de' Bardi.
Fi-
nalmente ſi giunge ſopra la cima di Fieſole,
ove è la
che
CATTEDRALE, la Canonica, ed il Palazzo
del Veſcovo di Fieſole.
Non molto vi ſi vede
di antico, fuori che alcuni frammenti della
Rocca, e delle Mura, avendo l'anno 1010.
i Fiorentini dato il ſacco, come è noto per
le Storie, e demolito tutto.
La Chieſa fu
fabbricata l'anno 1028. dal Veſcovo Iacopo
Bavaro, di diſegno Gotico.
Nella Tribuna,
o Altar Maggiore, vi ſi conſervano le Reli-
quie di Santo Romolo in una caſſa di marmo
miſtio, la Teſta del qual Santo con un brac-
cio ſi eſpone il feſtivo del medeſimo.
Vi
ſono le Reliquie ancora di quattro ſuoi com-
pagni martiri: buona parte della Teſta di San
Donato di Scozia Veſcovo di Fieſole, e la
Cattedra di S. Andrea Corſini altro Veſcovo
di queſto luogo, la quale è ſpecie di Reli-
quia, come ſtata già occupata dal Santo nelle
ſacre Funzioni Veſcovili, che è traſportata
nella parete ſiniſtra in un ornato di pietra ſe-
rena
.
La Tavola rappreſentante il martirio
di San Tommaſo Apoſtolo alla Cappella della
Famiglia Guadagni è di mano del Volterrano,
1 e tutto il baſſorilievo di marmo alla Cap-
pella di Monſignor Salutati col di lui De-
poſito e Ritratto, è opera di Mino da Fie-
ſole, e il lavoro di marmi all'Altare di mezzo
tra le due ſcale è di mano di Andrea Ferrucci
pure da Fieſole
Di faccia al Duomo vi è il
e tut-
PALAZZO del Veſcovo, che ha vaſta Diogeſi,
accanto al quale paſſata la Via vi è un molto
comodo, vaſto, e ben regolato Seminario per
i Cherici.
Sopra ſi trova la Chieſa di
SANT'ALESSANDRO, che in antico chiama-
vaſi di San Pietro in Geruſalemme, ove era il
Corpo di detto Santo, che fu Veſcovo di que-
ſta Città, e martirizzato nel Bologneſe intorno
all'anno 502.
Il detto Corpo fu nel 1785. tra-
siatato nella Cattedrale per aver deſtinata queſta
Chieſa, che è ſtata ſcoperta di tettoja, a uſo di
Campoſanto
.
Nel più alto di Fieſole è poſto il
CONVENTO dei Riformati di S. Franceſco
aſſai grande, fondato dalla Famiglia del Pala-
gio, ove anticamente era la Rocca de' Fie-
ſolani
.
La Tavola della Santiſſima Conce-
zione in detta Chieſa è di mano di Piero
di Coſimo, e ve ne ſono altre buone.

Nella Librerìa di queſto Convento ſi conſer-
vano beniſſimo cuſtodite varie Bolle di Euge-
nio IV., tralle quali una firmata di propria
mano dall'Imperatore Gio.
Paleologo di Co-
1 ſtantinopoli, riguardante l'unione della Chie-
ſa Greca, e Latina.
Scendendo, in faccia alla
Piazza vedeſi la Chieſa antichiſſima di
ſtan-
S. MARIA PRIMERANA, ove eſiſte un'an-
tichiſſima Immagine di Maria, che è tradizio-
ne ſia una delle prime Immagini della Toſca-
na, e che perciò ſi chiami Primerana, la qual
Chieſa, ſecondo l'Ammirato, veniva ad eſſere
quaſi nel mezzo della Città di Fieſole.
Ivi
ſono molte Indulgenze.
Verſo Levante, qual-
che tratto diſcoſto dalla Cattedrale, vi è un
altro
CONVENTO di Zoccolanti detto la Doccia,
fondato da Giuliano Davanzati noſtro Citta-
dino; e tanto in queſto luogo che per l'adia-
centi Colline non più diſcoſto da Firenze di
due miglia, vi ſono ſparſe Ville molto co
mode e grandioſe.
Tutti queſti Monti Fieſo-
lani e di Settignano ſono abbondanti di Cave
di pietra, e macigni per uſo di qualunque ſiaſi
fabbrica, e in ciò conſiſte il maggior traffico,
e ſoſtegno di quegli Abitanti.
Diſcendendo il
Monte, e voltando a deſtra avanti S. Dome-
nico, paſſata la Badia, e il Ponte, prendendo
a ſiniſtra ſi giunge ad altro Convento di Mo-
nache detto
S. MARIA DEL FIORE DI LAPO, le quali
ſono ſotto la Regola di S. Agoſtino, ed in
1 antico circa l'anno 1334. avevano il loro
Convento, dov'è oggi quello de' Riformati a
Fieſole
.
Nella loro Chieſa vi è una Tavola
di mano di Aleſſandro Allori, ove è la Ma-
donna con alcuni Santi, e il Padre Eterno.

E di quì ritornando verſo Firenze ſi trova la
Chieſa di S. Marco Vecchio, ove è ſtata col-
locata la miracoloſa Immagine di Maria San-
tiſſima della Toſſa, che era nella ſoppreſſa
Chieſetta fuori la Porta S. Gallo.
Paſſando alla
an-
PORTA A PINTI, fuori di eſſa vi è un Taber-
nacolo di mano di Andrea del Sarto, che per
l'ingiurie dei tempi è quaſi andato a male.

Quivi diſtante un miglio nella Chieſa di S. Ger-
vaſio ſtata tutta rinnovata, vi è una bella Ta-
vola di Santi di Tito; e fuori della
PORTA alla CROCE, ſi trova un Convento
di Monache detto
SAN SALVI, da cui prende la denomina-
zione l'adiaceute pianura.
Queſto fu già uno
de' primi Monaſterj de' Vallombroſani, che lo
cederono alle Monache dette di Faenza l'anno
1529. nel demolirſi un loro antico Convento,
per piantarvi la Fortezza di San Gio. Battiſta,
volgarmente detta da Baſſo.
Nel Refettorio di
eſſo Monaſtero di San Salvi dall'immortal pen-
nello di Andrea del Sarto ſi vede dipinto in un
arco San Benedetto, San Giovanni Gualberto,
1S. Salvi Veſcovo, e S, Bernardo degli Uberti
Monaco e Cardinale, e nel mezzo in un
tondo è rappreſentata la Trinità.
In faccia del
medeſimo vi è un Cenacolo di noſtro Signore,
che ſi reputa delle migliori pitture di Andrea,
di cui ſe ne vede la ſtampa inciſa da Teo-
doro Cruger; ſul che è degno di memoria,
che convenendo demolire per il detto aſſe-
dio con molti ſuburbani Conventi, e Ca-
ſamenti, anche la Chieſa di S. Salvi con ſue
abitazioni, a contemplazione di così belle
Pitture fu il Refettorio laſciato in piedi; ma
per l'introdotta Clauſura di Monache non ſi
poſſono vedere ſenza ſpeciale licenza.
Nella
Chieſa vi è una Tavola con Criſto in Croce,
e alcuni Santi di mano di Franceſco Moran-
dini da Poppi, e quella di S Umiltà del Paſſi-
gnano, ove ripoſa il di lei ſacro corpo
Meno
d'un miglio diſcoſto da San Salvi ſi trova a
piè di quelli ameni Poggi un altro Convento
di Monache detto
S. Sal-
SAN BALDASSARRE, le quali vivono ſotto
la Regola di S. Agoſtino; e ſalendo ſulla ſini-
ſtra, fe ne trova un altro dell'Ordine di S. Be-
nedetto, intitolato
S. MARTINO a Maiano, ove è la Tavola
dell'Altar maggiore dipinta dal Grillandajo.
Fuori di queſta Porta, e in lontananza l'uno
1 dall'altro ſono da vederſi tre celebri, e gran-
dioſi Santuarj, cioè la Vallombroſa, il Sacro
Eremo di Camaldoli, e il ſacro Monte dell'
Alvernia, nel primo dei quali S. Gio. Gual-
berto, e nel fecondo S. Romualdo fondarono i
loro Conventi, e lunga penitenza fecero; e
nel terzo S. Franceſeo ricevè le ſacre Sti-
mate
.
In ciaſcuno di queſti ſono oſſervabili
molte belle pitture, ed altre grandioſe magni-
ficenze, e paſſando in queſti luoghi vi ſono
anco da oſſervare molte Terre, e Caſtelli della
ricca, e bella Provincia del Caſentino.
X dall'
Fuori della PORTA a S. NICCOLÒ, paſſato
il Fiume, è una pianura abbondante di ottimi
frutti, nominata Pian di Ripoli, e tale fi chia-
ma una
BADIA di S. Bartolommeo de' Monaci Val-
lombroſani, che quaſi nel centro di queſto
piano è poſta con un comodo Monaſtero, ove
fa fua reſidenza il Generale di quell'Ordine,
e fu già Monaſtero di Donne.
Un altro Con-
vento ſi trova più ſopra detto
S. MARIA del Bigallo, poco fuori della ſtra-
da maeſtra d'Arezzo per Levante, che fino
al 1503 ſi mantenne a ufo di Spedale, di
padronato de' Capitani allora del Bigallo, che
da eſſo preſero un tal nome, e poi ceduto fu
alle Monache dette di Caſignano della Regola
1 di S. Benedetto, minacciando rovina l'antico
loro Convento in quel luogo.
Poco più di
cinque miglia da Firenze diſcoſto ſi arriva all'
di
APPEGGI, Villa di S. A. R. Poco diſtante
è la celebre Villa de' Vecchietti detta il Ripoſo.

Sopra di uno ſpogliato Poggio tra Mezzo-
giorno, e Levante, ſi vede la
CHIESA di S. Maria dell'Impruneta, aſſai
frequentata dai Popoli di Firenze, come di
tutto il Contado, per la gran devozione che
portano a quella ſacra Immagine.
Miraco-
loſiſſimo ſi è il ritrovamento di tale Imma-
gine ſecondochè riferiſce Franceſco Rondi-
nelli nella Relazione dell'ultimo Contagio di
Firenze
.
Vi ſono grandi Indulgenze, e Privi-
legj conceduti da molti Pontefici, e nel giorno
di S. Luca vi è un gran concorſo di Popolo,
e vi ſi fa una groſſa Fiera.
E'ufiziata la detta
Chieſa da dieci Cappellani con un Pievano,
che hanno l'obbligo di dirvi quotidianamente
il Divino Ufizio.
Fu fondata dall'antica eſtinta
Famiglia de' Buondelmonti, che fino al pre-
ſente ha goduta la libera collazione di quelle
Cappellanie, e l'elezione del Pievano.
La
Chieſa è in oggi mutata, e riccamente ador-
nata, con ſoffitta tutta dorata con tre sfondi
dipinti da tre eccellenti Pittori di Firenze,
tra i quali quello di mezzo è conſiderato eſſere
1 il più inſigne lavoro di Antonio Puglieſchi.
Il primo degli altri due è opera di Tommaſo
Redi, e l'ultimo di Gio. Cammillo Sagreſtani.

Sopra tutte le buone Tavole, che vi ſi vedono,
è oſſervabile la Vocazione di S. Pietro, bel-
liſſimo lavoro di Jacopo da Empoli.
E' degna
di eſſer veduta la Sagreſtia per la ricchezza
de' ſacri arredi, che ivi ſi conſervano: e chi
voleſſe più minuta informazione di tutto ciò
che appartiene a queſta Chieſa potrà vederne
le memorie Iſtoriche del Pievano Caſotti, ſtam-
pate da Giuſeppe Manni in Firenze l'anno 1713.
X 2 il
Fuori della Porta S. Miniato, che è ſerrata,
ſi trovano due Chieſe, la prima è detta
S. FRANCESCO al Monte, già de Frati Minori
Oſſervanti, ora de' Padri Riformati di Toſcana.

Queſta con ottimo diſegno di Simone del Pol-
laiolo detto il Cronaca, fu fatta fabbricare in-
torno all'anno 1350. da Caſtello Quarateſi,
come ne fa fede un'Iſcrizione poſta davanti
l'Altar maggiore nel pavimento.
Non ha che
una ſola navata con ſei Cappelle per parte,
ed una di fianco all'Altar maggiore in dentro,
con ſuoi archi per di ſuora di pietra ruſtica, e
ſuo cornicione, che ricorre intorno la Chieſa,
e per l'arco maggiore della Tribuna.
La Ta-
vola della Nunziata è di mano del Beato Fra
Gio. Angelico Domenicano, e quella della
1 Natività di Noſtro Signore è di Gio. Antonio
Sogliani, oltre diverſe Tavole di buoni Au-
tori moderni che vi ſono.
Sopra la Porta della
Sagreſtia la Pietà di terra cotta è di mano di
Luca della Robbia: accanto alla Porta mag-
giore ſi oſſervi il Buſto di marmo bianco di
Marcello Virgilio Segretario della Repubblica
Fiorentino, e gran Letterato, con un bello
Epitaffio
.
Queſta Chieſa è poſta in tale emi-
nenza, e vicinanza inſieme alla Città, che di
quivi con pittoreſca proſpettiva ſi gode una
gran parte de' Villaggi, ed in vero ſu fatta da
queſto luogo una belliſſima veduta di Firenze,
che ſi trova inciſa in rame.
Uſcendo per la
Porta del fianco di detta Chieſa, e camminan-
do pochi paſſi a man dritta per una Porta della
Fortezza, che intorno all'anno 1526. con
diſegno di Michelagnolo Buonarroti fu fatta,
benchè tirata a fine dal Tribolo, di cui è
lavoro la belliſſima ſtatua di macigno non finita
rappreſentante una Vittoria che ſtà appoggiata
accanto alla detta porta, ſi arriva all'altra
antichiſſima
Na-
CHIESA di S. Miniato, poſta ſopra, e nel
mezzo di detta Fortezza, che per ogni parte
tutta ſi gode.
Ma prima di deſcrivere com'ella
ſtà al preſente, eſteriormente, che interior-
mente, mi piace di non paſſare ſotto ſilenzio
1 alcuna notizia di ſua grande antichità, e ori-
gine
.
Nella perſecuzione de' Criſtiani ſotto
Decio, trovandoſi San Miniato con alcuni
Compagni a far penitenza nel Poggio, ove è
oggi la ſua Chieſa, e in quei tempi altro non
v'era, che un piccolo Oratorio dedicato all'
Apoſtolo S. Pietro, e all'intorno boſcaglia,
il Tiranno con doni ed offerte d'ingrandi-
mento condottolo in Firenze, lo tentò a ri-
moverſi dalla Religione Criſtiana, ma nulla
valendo a frangere la Fede del Santo, dopo
diverſi martirj, da' quali per alcun tempo Iddio
lo preſervò, gli fece tagliare la teſta in un
luogo detto fino a' noſtri giorni S. Candida,
detta dal Candidato dei Martiri, ma il Santo
preſala nelle mani paſsò l'Arno, e ſalito in
queſto Poggio, reſe nel ſuddetto Oratorio
l'Anima a Dio: quivi fu ſeppellito il ſuo Cor-
po, e da' Fiorentini Criſtiani fu fabbricata una
Chieſa al ſuo Nome.
Ma queſta nobile, e
grande, che ſi vede al preſente, ſu alzata
nell'anno 1013 a' 26. d'Aprile con conſiglio
di Ildebrando Veſcovo Fiorentino, e coll'aſ-
ſenſo, e perſuaſione di Sant'Arrigo primo Im-
peratore, e ſecondo Re di Germania, e di
Santa Cunegonda ſua moglie, che la dota-
rono di molte tenute, e con ſolenne pompa
vi fecero traslatare il Corpo di S. Miniato nell'
1 Altare, che è ſotto le Volte della medeſima
Chieſa, la quale da'Fiorentini fu data allora
in cura a' Conſoli dell'Arte dei Mercatanti.

E' ſpartita queſta in tre navate. e vi ſono due
ſcale di marmo quaſi al mezzo della Chieſa
di 16. ſcalini l'una, per dove ſi ſale al Preſbi-
terio, e Coro, fatto full'antica coſtumanza
della primitiva Chieſa.
Queſto è tutto di
marmi e porfidi intagliati, e intramezzati;
dietro all'Altare vi ſono cinque fineſtroni ſer-
rati di traſparentiſſimo marmo, e nella lunetta
ſemirotonda di Moſaico col Padre Eterno ſi
vede a deſtra effigiata Maria Santiſſima, e a
ſiniſtra l'effigie di S. Miniato, e nel mez-
zo i ſimboli de' quattro Evangeliſti.
Davanti
le volte, e ove elle terminano, pure iſolata
vi è una Cappella di marmo, fatta fare da
Pietro de' Medici, ove nella volta è un parti-
mento d'ottangoli beniſſimo lavorato da Luca
della Robbia, con un quadro di pittura antica
diviſo in 13. ſpartimenti, nel quale Altare
era collocato il Santiſſimo Crocifiſſo che
fu traslatato in S. Trinita.
A man ſiniſtra la
Cappella che ſi vede dedicata a S. Iacopo,
degna per ogni ſua parte fu fatta alla memoria
del Cardinale Iacopo di Portogallo, con par-
timento tutto di marmi e porfidi, come ſono
la Cattedra Epiſcopale, e il Sepolcro di lui
1 con tutta la figura, e ſopra Maria Santiſſima
col S. Bambino e Angeli lavorati da Antonio
Roſſellini Scultore di quei tempi rinomatiſſi-
mo, e vi è queſto Epitaffio:
X 3 al-
Al-
X 4 con
Regia Stirps, Iacobus nomen,
Luſitana propago,
Inſignis forma, ſumma pudicitia;
Cardineus titulus, morum nitor, optima vita,
Iſta fuere mibi: mors iuvenem rapuit.

Vix. An XXV. M. XI D. X. Obiit Anno
Salutis M. CCCC. LIX.
Nella volta, che è ſenza ſpigoli, l'iſteſſo Luca
della Robbia fece in quattro tondi ne' Cantoni
i quattro Evangeliſti, e in quello di mezzo lo
Spirito Santo.
Di mano di Antonio del Pol-
laiolo è la Tavola a olio, entrovi S. Iacopo,
S. Euſtachio, e S. Vincenzio; di Pietro ſuo
fratello sono alcuni Profeti dipinti a olio nel
muro di detta Cappella di preſente in aſſai cattivo
ſtato, ſiccome in un mezzo tondo la Nunzia-
ta; nella Sagreſtia alcune azioni di S. Bene-
detto dipinte a freſco ſono di mano di Spinello
Spinelli, e accanto alla medeſima vedeſi un
quadro con S Miniato, con otto ſpartimenti,
e preſſo alla Porta a deſtra ſonovi pure varie
antiche Pitture.
Queſta Chieſa di cui ſi è fatto
ragionamento, e che ha ſervito di Sepoltura a più
1 Martiri, fu negli antichi tempi ufiziata da'Mo-
naci di S. Baſilio, poi da quelli di S. Benedetto
dell'Ordine di Clugnì, o Cluniacenſi, e fra
eſſi ſtette alcun tempo S Gio. Gualberto Fio-
rentino de'Signori di Petroio dopo d'avere
magnanimamente perdonato all'inimico, uc-
ciſore di Ugo ſuo Fratello, quale riſcontrò
poco ſotto a S. Miniato, ove è una memoria
del generoſo fatto già noto in un Tabernacolo
con Iſcrizione.
Il Crocifiſſo che chinò la teſta,
il quale era in quei tempi nella ſuddetta Chieſa
nella mentovata Cappella di mezzo fu traſpor-
tato con ſolenne pompa nel 25. Novem-
bre 1671. in quella di Santa Trinita de' Monaci
del ſuo Ordine dentro la Città.
L'anno 1373.
a' 27. del Meſe di Agoſto ſotto Gregorio XI.
uſciti molto prima i Monaci Cluniacenſi di
detta Chieſa, vennero ad ufiziarla i Monaci
bianchi di Monte Uliveto, i quali vi ſtettero
fino al 1542. allorchè partirono al tempo del
Granduca Coſimo I., e in detta occaſione le-
varono le oſſa di S. Miniato.
Mar-
Sono tanti poi i Subborghi e le grandioſe
Ville, e Caſe ſparſe per la Campagna Fio-
rentina, che oſſervandole dalle altezze della
Città, e da altri Colli vicini, ſorprendono ma-
raviglioſamente l'occhio di chi le rimira, e
per eſſere la maggior parte in poca diſtanza
1 l'une dall'altre, appariſcono tutte inſieme una
vaſtiſſima Città: onde il celebre Lodovico
Arioſto Ferrareſe, che aſſai tempo dimorò in
Firenze, nell'ultimo Capitolo delle ſue Rime,
parlando di queſta Città, così ſcriſſe:
X 5 l'une
A veder pien di tante Ville i Colli,
Par che'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuol'e rampolli.
Se dentro un mur, ſotto un medeſmo nome
Foſſer raccolti i tuoi Palazzi ſparſi,
Non ti ſarian da pareggiar due Rome ec.
E coſa mai direbbe ai tempi noſtri, che tanto
accreſciute eſſe ſono ed abbellite?
4[Figure 4]
1
INDICE
DELLE COSE PIU' NOTABILI
Deſcritte nel preſente Libro.
A
ACcademia delle Belle
Arti
71.
-- Fiorentina 165.
-- de' Georgofili 61.
S. Agata 59.
S. Agoſtino, Chieſa, e Con-
vento
289.
S. Aleſſandro di Fieſo-
le
318.
Aleſſandro Magno Sta-
tua
294.
S. Ambrogio Chieſa, e
Monaſtero
138
Angeli Chieſa 109.
Angiolini Chieſa, e Mo-
naſtero
103.
S. Anna Monaſtero 219.
Annalena Monaſtero, e
Chieſa
267.
SS. Annunziata 84.
S. Antonio Chieſa 53.
SS. Apoſtoli Chieſa 235.
Appeggi Villa di S. A. R.
323
.
S. Appollonia Monaſtero,
e Chieſa
55.
Archivio Fiorentino 153.
-- Diplomatico 166.
Arco trionfale fuori la
Porta S. Gallo
160.
Armilla di Tolomeo 206.
Artimino Villa 306.
B
Dei Bacchettoni Compa-
gnia
142.
Badia di Fieſole 315.
-- di Firenze 143.
-- di Ripoli 322.
S. Baldaſſarre Monaſtero,
e Chieſa
321.
S. Barnaba Monaſtero 54.
Bigallo Ufizio 37.
-- Monaſtero, e Chie-
ſa
322.
Boldrone, Monaſtero, e
Chieſa
310.
Buon-
1
Buonſollazzo già Badia
314
.
C
Calza, Chieſa 265.
Camaldolenſi, Chieſa 109.
Campanile del Duomo 29.
-- di Palazzo Vecchio
153
.
-- di S. Spirito 251.
Cappella dei Principi in
S. Lorenzo
50.
Cappuccine 133.
Cappuccini di Montu-
ghi
311.
Carceri 141, 143.
Careggi Villa 312.
S. Carlo già de' Berna-
biti
251.
Carmine, Chieſa, e Con-
vento
252.
Caſa del Viviani Matte-
matico
244.
Caſa di Federigo Zac-
cheri
100.
-- del Dott. Targioni 141.
-- di Santi di Tito 56.
Caſcine di S. A R. 216.
Caſino dei Principi Cor-
ſini
219.
-- di S. Marco 69.
-- del Marcheſe Riccar-
di
246.
-- dei Nobili 230.
-- di Via della Crocet-
ta
103.
Caſtello. Villa di S. A. R.
307
.
S. Caterina Monaſtero 71.
S. Caterina in via delle
Ruote
56.
Cavallerizza 62.
Cavallo della SS. Annun-
ziata
83.
-- di Piazza 161.
Centauro Statua 163.
Certoſa, Chieſa, e Con-
vento
299.
Ceſtello, Chieſa 261.
S. Chiara, Chieſa, e Mo-
naſtero
265.
Chiarito Monaſtero 60.
Cinghiale di Mercato nuo-
va
237.
S. Clemente, Chieſa, e
Monaſtero
60.
Colonna di S. Felice in
Piazza
273.
-- di S. Felicita 281.
-- di S. Giovanni 37.
-- di Mercato Vecchio
237
.
-- di S. Trinita 230.
Compagnia della Miſeri-
cordia
30.
-- già dello Scalzo 69.
-- de' Bacchettoni 213.
Concilio Fior. 209.
Con-
1
Conſervatorio dei Pove-
ri
58.
Convertite, Chieſa, e Mo-
naſtero
264.
S. Croce, Convento, e
Chieſa
120.
Crocetta Monaſtero 102.
Cupola del Duomo 11.
D
Doccia, Chieſa, e Con-
vento
319.
Doccia Villa Ginori, e
Fabbrica di Porcella-
ne
311.
S. Domenico nel Maglio
61
.
S. Domenico di Fieſole,
Chieſa, e Convento
316.
S. Donato in Polveroſa,
Chieſa, e Monaſtero
302
Duomo di Firenze 8.
-- di Fieſole 317.
E
S. Eliſabetta di Capito-
lo
132.
F
S. Felice in Piazza, Chie-
ſa, e Monaſtero
273.
S. Felicita, Chieſa, e Mo-
naſtero
281.
Fieſole Città 317.
S. Filippo Neri, Chieſa,
Oratorio, e Convento

146
.
Fontana di Piazza del
Gran-Duca
160.
Fonte Lucente Chieſa
315
.
Fortezza da Baſſo 53.
-- di Belvedere 289.
S. Franceſco Monaſtero
136
.
S. Franceſco di Saleſ del
Conventino
163.
S. Franceſco di Fieſole,
Chieſa, e Convento
318.
S. Franceſco al Monte,
Chieſa, e Conv.
324.
S. Franceſco di Paola,
Chieſa
301.
G
S. Gaetano 239.
S. Gaggio, Chieſa, e Mo-
naſtero
299.
Gallerìa di S. A. R. 165.
S. Gervaſio 320.
Gesù Pellegrino in via
S. Gallo
56.
Ghetto degli Ebrei 237.
Giardino di Boboli 278.
-- del
1
-- del Salviati 104.
-- de' Semplici 61.
S. Gio. Bat. Chieſa 30.
S. Gio. Evangeliſta, de'
PP. delle Scuole Pie 79
S. Gio. di Dio 225.
S. Giovannino de' Cava-
lieri
57
S. Girolamo Chieſa 288.
S. Girolamo di Fieſole 316.
S. Giuliano Monaſtero 53.
Giuoco del Calcio 131.
S. Giuſeppe. Chieſa 132.
Gotti Vincenzio, ſuo Stu-
dio di Pittura
246.
Granaio pubblico 263.
Grazini Villa 309.
Guardaroba di S. A. R.
157
.
I
S. Iacopo ſopr'Arno Chie-
ſa, e Convento
294
S. Iacopo tra' Foſſi Chieſa
e Convento
199.
S. Iacopo Monaſt 136.
S. Iacopo in Campo Cor-
bolini
52.
S. Iacopo di Ripoli 215.
Imperiale Villa di Sua
Altezza Reale
297.
Impruneta Chieſa 323.
L
Lapo Chieſa, e Monaſte-
ro
319.
Libreria di S. Lorenzo 46.
-- del Magliabechi 164.
-- del Marucelli 75.
Loggia dei Lanzi 158.
-- di Mercato Nuovo 236.
-- de' Tornaquinci 238.
S. Lorenzo Collegiata R.
Baſilica
39.
S. Lucia ſul Prato 221.
S. Lucia, Chieſa, e Mo-
naſtero
58.
S. Lucia de' Magnoli 292.
Luoghi Pii quanti in Fi-
renze
6.
M
Madonna della Pace,
Chieſa
296.
-- de' Ricci Chieſa, e
Convento
118.
-- del Sacca 96.
Maiano Monaſtero, e
Chieſa
321.
Malmaritate 214.
S. Marco Convento, e
Chieſa
62.
S. Marco Vecchio 320.
S. Margherita Chieſa
149
.
S. Ma-
1
S. Maria ſul Prato 219.
S. Maria in Campo, Chie-
ſa
119
S. Maria di Candeli, Mo-
naſtero e Chieſa
108.
S. Maria del Fiore 8.
S. Maria Maddalena,
Monaſtero e Chieſa
105.
S. Maria Maggiore, Con-
vento e Chieſa
242.
S. Maria Novella, Con-
vento, e Chieſa
201.
S. Maria Primerana,
Chieſa
119.
S. Maria ſopr'Arno Chie-
ſa
294.
S. Martino Monaſt. 215.
S. Martino Orat. 149.
S. Matteo in Arcetri,
Monaſtero e Chieſa
299.
Menabuai Cav. ſuo Mu-
ſeo
284.
Mendicanti Conſervato-
rio
264.
Mercato vecchio 237.
S. Michel Berteldi Chie-
ſa
239.
S. Michel Viſdomini Chie-
ſa
83.
S. Miniato al Monte Chie-
ſa
325.
S. Monaca Monaſt, 252.
Monaſter Nuovo 214.
Monaſteri di Clauſtrali e
Monache quanti
6.
Monte Domini Mona-
ſtero
134.
Monte Senario Eremo, e
Chieſa
314.
Monte Uliveto Monaſte-
ro
301.
Monticelli Monaſt. 133.
Murate Monaſtero 135.
Muſeo di Fiſica ec. 268.
N
S. Niccolò Oltr'Arno
Chieſa
290.
Nunziatina Monaſt. 264.
O
Ogniſſanti Convento, e
Chieſa
221.
S. Onofrio di Fuligno Mo-
naſtero
52.
S. Onofrio Spedale 54.
Opera del Duomo 120.
Orbatello 109.
Origine di Firenze 1.
Orſanmichele Chieſa 150.
S. Orſola Monaſt. 55.
P
Palazzo di S. A R. 275.
-- Albergotti 239.
-- degli Alberti 200.
-- degli Aleſſandri 116.
-- Al-
1
-- Albizzi ivi
-- Altoviti 117.
-- Antella 132.
-- Antinori 239.
-- Arciveſcovo 38.
-- Arnaldi 81.
-- Baldinucci 141.
-- Bardi 200. 296.
-- Bargigli 116.
-- Baroncini 143.
-- Bartolini 231.
-- Beccuto Orland. 243.
-- Borgherini 236.
-- Buouarroti 140.
-- Canigiani 293.
-- Capponi 76. 101. 293.
-- Caſtelli ora de Fero-
ni
293.
-- Cerretani 245.
-- Cocchi 131.
-- Compagni 116.
-- Coppoli 76.
-- Corſi 140. 239.
-- de' Corſini 200. 219 228.
-- Dragomanni 281.
-- Feroni 230. 252.
-- Franceſchi 281.
-- Gerini 82.
-- Gherardeſca 104.
-- Giacomini 239.
-- Gianni 290.
-- Ginori 55.
-- Giraldi 55.
-- Giugni 110.
-- Gondi 82. 148.
-- Grifoni 83.
--Guadagni 101. 120. 251.
-- Guicciardini 281.
-- Incontri 82.
-- Malaſpina 144.
-- Mandragone 242.
-- Martelli 81. 244.
-- Martellini 111.
-- Martini 244.
-- Marucelli 55.
-- Medici 76. 296.
-- de' Montalvi 117.
-- Mozzi 290.
-- Nelli 51. 244.
-- del Nero 292.
-- Niccolini 83.
-- Panciatichi 76.
-- Pandolfini 58.
-- Paſquali 239.
-- Pazzi 117.
-- de' Pecori 296.
-- del Poteſtà, detto il
Bargello
143.
-- Pucci 82. 116.
-- Ricaſoli 82. 225.
-- Riccardi 76.
-- Ricciardi 118.
-- Rinuccini 296.
-- Roffia 109.
-- Rucellai 226.
-- Salviati 143.
-- Saſſi 5--
-- Scarlatti 292.
-- Ser-
1
-- Serriſtori ivi
-- Spini 230.
-- Stiozzi 215.
-- Strozzi 113. 141. 238.
241
.
-- Tempi 294.
-- Turco Roſſelli 162.
-- Valori 117.
-- Vecchio 153.
-- Vernaccia 108.
-- Veſcovo di Fieſole 318.
-- Ughi 76.
-- Uguccioni 162.
-- Viviani 244.
-- Ximenes 104.
S. Pancrazio Monaſtero,
e Chieſa
226.
Pandette Fiorentine 50.
S. Paolino, Convento, c
Chieſa
211.
S. Paolo 210.
Petroia Villa di S. A. R.
306
.
Piazza di S. Croce 131.
-- del Granduca 153.
-- del Grano 193.
-- di S. M. Novella 210.
-- della SS. Nunziata 84.
S Pier Maggiore 100.
S Piero in Gattolini 266.
S. Piero a Monticelli, Mo-
naſtero e Chieſa
302.
della Pieta Monaſtero
101
.
Piſani Fratelli, loro la-
vori di Sculture, e
Alabaſtri
220.
Poggio a Caiano Villa di
S. A R.
302.
Ponte alla Carraja 226.
-- alle Grazie 200.
-- a S. Trinita 230.
-- Vecchio 294.
Portico Monaſtero, e
Chieſa
299.
Poverine Monaſtero 134.
Pratolino Villa di S.A R.
312
.
Q
Quiete, Conſervatorio e
Chieſa
310.
R
S. Remigio 199.
S
S. Salvadore Chieſa 39.
S. Salvadore di Camal-
doli
264.
S. Salvi Monaſtero, e
Chieſa
320.
S. Silveſtro Monaſt. 104.
Stabilite Monaſtero 211.
Seminario Fiorent. 263.
-- Fieſolano 318.
S. Si-
1
S. Simone Chieſa 142.
Spedale di S. Giovanni
di Dio
225.
-- di Bonifazio 38.
-- degl'Innocenti 99.
-- di S. M. Nuova 111.
S. Spirito Convento, e
Chieſa
246
Spirito Santo Monaſtero
e Chieſa
288.
S. Stefano Chieſa 197.
Stinche Carceri 141.
T
Targioni Tozzetti Mu-
ſeo
141.
Teatro di Via del Coco-
mero
82.
-- di Via della Pergo-
la
111.
-- della Palla Corda 116.
S. Tereſa Monaſt. 139.
S. Trinita Chieſa 231.
V
S. Verdiana Monaſt. 137.
Ufizi Fabbrica 162.
Z
Zecca 163.
Zecca vecchia 134.
FINE.
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15[Figure 5]