Cambiagi, Gaetano, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, 1771

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Author: Cambiagi, Gaetano
Title: L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze
Year: 1771
Number of Pages: 339

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L'ANTIQUARIO
FIORENTINO
O SIA
GUIDA
PER OSSERVAR CON METODO
LE COSE NOTABILI
DELLA CITTA'
DI FIRENZE.
SECONDA EDIZIONE
CORRETTA, E DI COPIOSE NOTIZIE ACCRESCIUTA.
IN FIRENZE L'ANNO MDCCLXXI.
NELLA STAMPERIA GRANDUCALE.
CON LICENZA DE' SUPERIORI.
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AMICO LETTORE.
MIo intendimento non è, amico Lettore,
di darti in queſto Libretto coſa del tut-
to nuova, o che non ſia mai uſcita alla luce,
ma ſoltanto in queſta ſeconda riſtampa ho
inteſo di aggiugnere una più eſatta, e cir-
conſcritta notizia di quelle molte coſe, che
fin quì erano ſtate omeße, e che ſono eſpoſte
alla pubblica viſta, o ſieno Pitture a freſco,
oppure a olio, Sculture, Architetture, ed al-
tro, che o per la ſua bellezza, o per l'anti-
chità, o per il poſto ove ſon ſituate, tanto nei
Palazzi, quanto nelle pubbliche Chieſe, meri-
tano oſſervazione, o delle quali dall'erudite
Foreſtiero può facilmente farſiricerca, nell'at-
to, che con la guida di queſto Libretto ſi por-
ta a conoſcere, e ad oßervare in Perſona ſu i
ſuoi veri luoghi, le più pregevoli bellezze di
queſta noſtra Città: Di tutte queſte opere per-
tanto, mi ſono ſtudiato di dirtene i veri au-
tori ſecondo le memorie che ſono ſtate ſcritte da
coloro, che diffuſamente hanno parlato della
noſtra Città, e ſecondo il ſentimento dei più
accreditati Maeſtri.
Ed acciocchè ti rieſca più
comoda l'oßervazione delle Fabbriche, e dei

1lavori, che quì ſi deſcrivono, ho procurato di
dare a queſto medeſimo Libro un ordine più re-
golare, e ſpecialmente nelle maggiori Chieſe,
coſicchè ad una ſola ſcorſa per le medeſime, ſi
abbia ſotto degli occhi una ſemplice , ma
chiara notizia di ciò che è più paleſe, o più
degno di oſſervazione.
Diſſi ſemplice Notizia,
perchè tale è l'idea di queſto Libro, giacchè
l'erudito Foreſtiero, che più minutamente deſi-
deraße d'eſſere informato, potrà facilmente
reſtar contento, indirizzandoſi a conſultar le
voluminoſe Opere di tanti Autori, che ne han-
no ſcritto anche in queſti ultimi tempi, come
diffuſamente dimoſtrano le copioſe e diligenti
Lezioni del Padre Giuſeppe Richa della Com-
pagnia di Gesù.
Deſidero, che queſte mie pic-
cole fatiche incontrino il tuo gradimento, e
vivi felice.
A 2 la-
DELL'
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1
DELL'ORIGINE
E
DE' PROGRESSI
DELLA CITTA'
DI FIRENZE.
Firenze, Colonia antichiſſima dei Romani,
qualunque ſiaſi l'opinione de' diverſi
Scrittori che voglia ſeguitarſi, certo è, che
non dall'infima Plebe, ma da' più ſcelti Ca-
valieri, e da' più valoroſi Soldati dell'inſi-
gne Città di Roma ebbe principio.
Poichè
altri vollero, che ella derivaſſe da' ſeguaci
di Silla; altri da' Triumviri; altri da' Popoli
Fieſolani, non mancando chi abbia creduto,
che Ercole Libico ne ſia ſtato il fondatore.

Ed in vero, ſecondo l'autorità di Giulio
Frontino, e di altri ſolenni Autori uniti alla
comune ſicura credenza, a Firenze già fonda-
ta fu dedotta anticamente da' Triumviri la
1 Colonia de' Romani, popolata non dall'infi-
ma plebe, ma da' più ſcelti Soldati di Ceſa-
re; e che da Floro è annoverata Firenze fra'
più ſplendidi Municipi d'Italia.
Quindi è,
che i Fiorentini nutrirono in ogni tempo
ſpiriti nobili, e generoſi, e niuna impreſa,
benchè difficile, e grande, intentata laſcia-
rono, per acquiſtare a ſe medeſimi gloria,
ed alla Patria ornamento, e ſplendore.
Scoſ-
ſo il duro giogo di eſſere ad altri ſoggetti,
dopo la caduta dell'Imperio Occidentale nel
quinto ſecolo, procurarono di vivere in li-
bertà; per conſervar la quale, non meno,
che per dilatare i confini del proprio domi-
nio, furono forzati ad abbattere l'audacia
de' loro nemici, diſfacendo Caſtella, eſpu-
gnando Città, e riducendo ſotto il loro co-
mando Popoli interi.
Fatti pertanto poten-
ti, non temerono di ſoſtenere oſtinatiſſime
guerre contra i primi potentati d'Italia, ri-
portandone bene ſpeſſo ſegnalate vittorie, le
quali ſenz' alcun dubbio non ſarebbero così
toſto ceſſate, ſe non ne aveſſero il glorioſo
corſo impedito le diſcordie civili.
Queſte
furono, che tolſero a' Grandi il Governo,
e 'l tramutarono di Ariſtocratico in Popola-
re, e di Popolare lo riduſſero a Principato:
avvegnachè la Repubblica ne' primi tempi,
1 ſolamente dagli Ottimati ſi governaſſe, indi
dal nobile, e potente Popolo (fuorichè nel-
la rivoluzione de' Ciompi dell'anno 1378.
quando il popolo vile, e minuto, per bre-
viſſimo tempo preſe il comando); e fi-
nalmente nel ſecolo decimoſeſto per divi-
na diſpoſizione, da Principi ottimi, e cle-
mentiſſimi cominciò ad eſſer governata.
Ora
ſiccome nel coraggio, e governo furono i
Fiorentini ſomigliantiſſimi a' Romani; così
procurarono in ogni altra coſa d'imitarli.

Ebbero come Roma il Teatro, l'Anfitea-
tro, il Campidoglio, il Foro, le Terme, gli
Acquedotti, e ſecondo alcuni, anche il Tem-
pio di Marte.
Dicono, che coſtumaſſero gli
ſteſſi Giuochi, e l'iſteſſe Feſte pubbliche, e
onoraſſero pure come lor tutelare il mede-
ſimo Dio Marte.
Così ne' tempi poſteriori,
quando ebbero la felice ſorte di conoſcere,
e di abbracciare la Religione Ortodoſſa, edi-
ficarono nobiliſſime Chieſe, ſontuoſi Palaz-
zi, Giardini vaghiſſimi, che quaſi gareggia-
no con quei di Roma.
Coltivarono, come i
Romani, in ſommo grado le Armi, e le
Lettere
.
Nelle Armi riuſcirono valoroſiſſimi
Soldati, e condottieri d'Eſerciti di gran no-
me
.
Sono innumerabili quelli, che ne' tem-
pi antichi, e moderni ebbero l'onore d'eſ-
1 ſer creati Cavalieri da Imperadori, e Mo-
narchi, per ricompenſa del loro valore, ed
a taluni non ſon mancate ſovranità rag-
guardevoliſſime, e Regie, e le dignità pri-
me del Mondo.
Moltiſſimi quelli, che nel-
le Regioni anche più barbare, e più lontane
ſi renderono formidabili; e nel medeſimo
tempo glorioſi.
Al nuovo Mondo da ſe di-
ſcoperto, diede il ſuo nome un Fiorenti-
no
.
Ma che diremo noi degli uomini let-
terati
?
Dopo l'invaſione de' Barbari nell'
Italia, rimaſero le Scienze, e le Arti più
nobili ſepolte in una profonda ignoranza:
mercè però de' Fiorentini riſorſero a nuo-
va vita, ripigliando il lor primiero ſplen-
dore
.
Quindi ſi vedde, quaſi diſſi, rinata la
Poeſia, e l'eloquenza Latina, e Greca, e
prender vita la letteratura Toſcana.
Rifiorì
la Filoſofia di Platone, e con eſſa ogni altra
ſcienza più ragguardevole.
Le Mattemati-
che, e le Filoſofie ſormontarono al ſommo
grado per mezzo del gran Galileo invento-
re del Teleſcopio, Microſcopio, ed altri in-
ſtrumenti, mercè de' quali ampliò le cogni-
zioni fino allora limitate della Filoſofia, ed
Aſtronomia anco per via delle nuove ſco-
perte da eſſo fatte in Cielo; e l'Jus Civile
dall'interpetrazione del noſtro Accurſio in-
1 cominciò grandemente a riſorgere. Così fe-
cero la Pittura, la Scultura, e l'Architet-
tura, nelle quali tant'oltre s'avanzarono i
Fiorentini, che a loro giuſtamente ſi dee la
lode di primi maeſtri, e di reſtauratori di
belle Arti.
E ſe nelle Armi, e nelle Let-
tere grandemente fiorirono, quanto più ſi
ſegnalarono nella pietà, e religione!
Sopra
il numero di dugento ſono quei, che già Cit-
tadini di queſta Patria, ora del Cielo col ti-
tolo di Beati, o di Santi s'adorano ſu gli
Altari
.
Più di centocinquanta Chieſe ſi con-
tano, quarantadue delle quali ſon Parroc-
chie
.
Circa a ſeſſanta Monaſteri di Mona-
che tutti dentro della Città; oltre i mol-
ti, che ſono ſuburbani: ventotto di Religioſi
clauſtrali nel recinto delle mura: molti Con-
ſervatorj di fanciulle povere, e d'uomini
mendicanti: diverſi Spedali per gl'infermi,
e pe' pellegrini: ſopra cento Confraternite
di ſecolari: alcune delle quali all'iſtruzione
del Catechiſmo; altre al ſovvenimento de'
poveri vergognoſi; altre all'eſercizio di va-
rie opere di miſericordia con gran fervore
attendono; ed altre alla ſcarcerazione de'
prigioni
.
Vi ſono Accademie di gran nome,
e fra queſte la Sacra Accademia Fiorentina,
e la tanto famoſa della Cruſca, regina, e
1 moderatrice della lingua Italiana. Quella
degli Apatiſti, che per adunarſi ſempre pub-
blicamente, e darviſi ad ognuno facoltà di
recitarvi in qualſivoglia Idioma, è ſtimata
il ſeminario de' belli ingegni.
L'Accademia
del Diſegno, che fu fondata fin dall'anno
1350. e che è ſtata la prima di tutte l'altre,
che molti anni dopo ſono ſtate erette per
l'Italia, e in altre parti dell'Europa.
Vi è
ancora la Società Bottanica eretta moder-
namente a comodo e benefizio di queſta uti-
le Profeſſione; come pure quella de' Geor-
gofili, tendente a migliorare ſempre più
l'Agricoltura; Quelle degli Ingegnoſi, e
degli Armonici, che ſi eſercitano in virtuo-
ſe adunanze di canto, ſuono, ed erudite
compoſizioni
.
Finalmente per rendere una
Città in ogni parte compita, hanno fatto a
gara l'Arte, e la Natura; quella con tanti
abbellimenti eſteriori, e di ſtrade ſpazioſe, e
ben laſtricate, e di ſontuoſi Edifizj, di tante
belle Pitture, e Statue di cui è ripiena la
Città noſtra; queſta coll'amenità del ſito,
ov'ell'è collocata, e circondata da fertiliſ-
ſimi colli; irrigata dal Fiume Arno, in luogo
d'aria ſottile , ma ſalubre, e produttrice
di nobiliſſimi ingegni.
Onde non è maravi-
glia s'ella meriti il giuſto encomio, che le
1 hanno dato gli Scrittori più nobili, di bella,
e di magnifica, di ſiore delle Città, e di
maeſtra delle Scienze, e delle Arti, qual
nuova Atene in Italia.
Ora per oſſervar
brevemente, con una ſemplice ſcorſa per
queſta Città, il bello della medeſima, diaſi
cominciamento dall'inſigne Chieſa Metro-
politana, detta
A 3 Co-
ſo-
ſer
co-
mo-
han-
SANTA MARIA DEL FIORE. Ed avvegna-
chè queſta gran Chieſa vinca di pregio tutte
le Fabbriche della Città, fa di meſtiere oſſer-
vare in eſſa diſtintamente tutto ciò, che la
rende ſopra d'ogni altra ammirabile, e ſin-
golare
.
Primieramente s'eſtende la ſua lun-
ghezza a braccia dugentoſeſſanta; la larghez-
za delle Tribune a centoſeſſantaſei; e quella
delle Navate a ſettantuna; l'altezza dal pia-
no della terra ſino alla ſommità della Croce,
a braccia dugentodue; poichè ſino al piano
della Lanterna, ell'è alta centociquantaquat-
tro braccia; il tempio della Lanterna tren-
taſei, la Palla quattro, e otto braccia la
Croce
.
Finalmente tutto il giro di queſto
grand'edifizio aſcende a braccia milledugen-
tottanta
.
Per di fuori è tutta incroſtata di
marmi con bell'ordine diviſati.
La facciata
ancora era quaſi per metà incroſtata di mar-
1 mi, adornata di molte ſtatue, baſſirilievi,
fatta con diſegno di Giotto; eſſa fu demoli-
ta l'anno 1586. ſenza ſaperſene il motivo,
e fu dato principio ad un altra di diſegno
diverſo, la quale eſſendo ad una certa altez-
condotta, fu di nuovo disfatta l'anno 1688.
ed allora con l'occaſione delle Reali Nozze
del Gran Principe Ferdinando di Toſcana col-
la Gran Principeſſa Violante Beatrice di Ba-
viera, fu dipinta a freſco, come ritrovaſi di
preſente
.
Le ſtatue, che erano nell'antica
facciata Gottica, parte altrove, ed una por-
zione dentro la Chieſa in nicchie furono
collocate; e tra queſte i quattro Evangeliſti
alti più del naturale, fatti da Donatello, i
quali oggi ſi veggono nelle Cappelle della
Tribuna di mezzo.
Per ſette gran Porte vi
ſi ha l'ingreſſo, tre delle quali nella faccia-
ta, e quattro lateralmente, abbellite di va-
ghi lavori, ed intagli, tra' quali è molto in
pregio una Madonna di marmo alta più del
vivo con due Angioli in atto riverente, di
Giovanni da Piſa, ſopra la Porta dirimpetto
alla Canonica; e la Nunziata di Moſaico di
mano del Ghirlandaio ſopra la Porta del
fianco verſo la via de' Servi.
Rileva ſopra
queſto Edifizio la gran Cupola di figura ot-
tagona, la cui bellezza, e grandezza rende
1 l'occhio di chi la mira per lo ſtupore attoni-
to; per quanto ſe ne ragioni, ſi giunge
mai a lodarne una parte.
Queſta è la Cupo-
la famoſa, della quale il divin Michela-
gnolo ebbe a dire, poterſi appena imitare,
non che ſuperare con l'arte.
Finalmente
l'Architettura di tutto queſto compoſto è
oltremodo maraviglioſa; imperciocchè in
quell'età coſtumandoſi di fabbricare alla Go-
tica, fu al certo mirabil coſa, che gl'in-
gegnoſi Artefici ſi diſcoſtaſſero da una ma-
niera barbara, ed all'ottima degli anti-
chi Romani s'avvicinaſſero.
Or queſto gran-
de Edifizio ebbe cominciamento l'an. 1294.
o come altri con maggior ragione vogliono
l'anno 1296. eſſendo prima in queſto luogo
una non piccola Chieſa molto divota, eret-
ta in onore di S. Reparata, per ricordanza
dell'inſigne vittoria ottenutaſi l'anno 407.
nel giorno a lei dedicato, contro Radagaſio
Re de' Goti.
Il primo Architetto fu Arnolfo
di Lapo, diſcepolo di Cimabue, ſotto la di-
rezione del quale incominciataſi queſta Fab-
brica, in centociquantaquattr'anni fu da al-
tri valenti uomini ſuoi ſucceſſori quaſi all'
ultima perfezione condotta.
Ma la gran Cu-
pola fu parto dell'ingegno maraviglioſo di
Filippo di Ser Brunelleſco Architetto, che
1 ne' ſuoi tempi non ebbe uguale. La Lan-
terna di eſſa di diſegno del medeſimo, tut-
ta di marmo maſſiccio, mirabilmente inta-
gliata fu meſſa fu da Baccio d'Agnolo, e
S. Antonino allora Arciveſcovo di Firenze
ſalì con tutto il Clero a porvi la prima pie-
tra nell'anno 1438.
La Palla, e la Croce
fu poſta fu da Andrea Verrocchio.
Ammira-
ta l'eſterior bellezza, entreremo in Chieſa,
il pavimento della quale è tutto di marmi
di varj colori, diviſati con mirabil diſegno.

Quello della Navata di mezzo è di France-
ſco da San Gallo, e quello intorno al Coro
è fatto col diſegno di Michelagnolo, ed il
rimanente credeſi di Giuliano di Baccio d'A-
gnolo
.
Quivi prima d'ogni altra coſa, potrà
l'erudito Foreſtiero volger l'occhio alle va-
rie Inſcrizioni, e memorie, che vi ſi trova-
no
.
A man deſtra evvi il Ritratto del men-
zionato Brunelleſco ſcolpito in marmo: a cui
ſegue il Ritratto di Giotto reſtauratore del-
la Pittura, con Epitaffi, il primo di Carlo
Aretino, il ſecondo d'Agnolo Poliziano.

Succedono altre memorie d'uomini illuſtri,
come di Pier da Farneſe Capitano de' Fio-
rentini, di Fr. Luigi Marſilj eminente Teo-
logo, del Cardinal Pietro Corſini, e dopo
queſto l'Effigie ſcolpita in marmo del gran
1 Marſilio Ficino rinnovatore della Filoſofia
di Platone.
Così a mano ſiniſtra ſono dipin-
te due figure, rappreſentanti Niccolò da To-
lentino, che è di Andrea del Caſtagno, e
Giovanni Acuto, che è opera celebratiſſima
di Paolo Uccello; e dirimpetto al Farneſe
è ſituato il Depoſito di Don Pietro di To-
ledo Vicerè di Napoli.
Merita anche oſſer-
vazione un quadro antico dell'Orcagna, in
cui è dipinto il Divino Poeta Dante, quivi
eſpoſto per Decreto della Repubblica Fio-
rentina, quale è l'unica memoria pubblica,
che vi ſia di queſto gran Maeſtro della To-
ſcana Poeſia.
E` queſta Chieſa diviſa in tre
Navate, alle quali corriſpondono tre Tribu-
ne di forma ottagona, e in ciaſcuna d'eſſe
ſono cinque Cappelle.
Nella Tribuna di
mezzo ſi oſſervano nelle quattro Cappelle
laterali i quattro Evangeliſti di mano di Do-
natello accennati di ſopra, e nella Cappel-
la di mezzo il Cenacolo, di Gio. Balducci,
e gli altri due quadri laterali di Bernardino
Poccetti
.
Queſta Cappella modernamente
adornata di Balauſtri, e dell'Altare di mar-
mi di varj colori, è dedicata a S. Zanobi
Veſcovo Fiorentino, le di cui ſacre Ceneri
ſi conſervano ſotto l'altare nella belliſſima
Caſſa di bronzo, che può oſſervarſi da tutte
1 le parti, mirabilmente lavorata da Lorenzo
Ghiberti
.
Paſſando all'altra Tribuna detta
della S. Croce, ſi oſſerverà prima la Porta
della Sagreſtia di bronzo, opera del Ghi-
berti, e dentro alla medeſima Sagreſtia i Put-
ti, che l'adornano con varj feſtoni di mano
di Donatello, e l'arco piano fatto di Pietre
commeſſe, opera certamente ſingolare, e
prodigio dell'Architettura.
In detta Tribu-
na può vederſi l'Immagine di S. Giuſeppe
nella Cappella ad Eſſo dedicata di mano di
Lorenzo di Credi, e i due Quadri laterali,
che l'adornano, dei quali il Tranſito è di
Mauro Soderini, e lo Spoſalizio di Gio. Fer-
retti
.
S'inalza ſopra le dette Tribune la gran
Cupola, per di dentro tutta dipinta con ma-
raviglioſa invenzione da Federigo Zuccheri,
e da Giorgio Vaſari.
Corriſponde per di ſot-
to il Coro, diſegno di Filippo Brunelleſco,
eſeguito da Giuliano di Baccio d'Agnolo,
della medeſima forma d'ordine Jonico, e
di marmi di varj colori.
Reſta queſto co-
ronato da un belliſſimo fregio, ſoſtenuto da
più colonne, l'imbaſamento delle quali è
arricchito di baſſirilievi, parte de' quali ſo-
no di Baccio Bandinelli, e parte di Giovan-
ni dell'Opera.
In teſta del medeſimo Coro
ſi vede un Criſto Crocifiſſo, di mano di Be-
1 nedetto da Maiano, Scultore antico, e va-
lente
.
Poſano ſopra l'Altare tre grandi Sta-
tue di marmo, ſcolpite da Baccio Bandinel-
li, rappreſentanti Iddio Padre in atto di ſe-
dere, ed a' ſuoi piedi il Criſto morto ſoſte-
nuto da un Angiolo.
Dietro a queſto Altare
vedeſi una Pietà di mano del Buonarroti,
che ſebbene non condotta a fine, moſtra
tuttavia l'eccellenza del Profeſſore.
Queſto
ſtimabiliſſimo gruppo ci fu collocato per or-
dine di Coſimo III. in luogo di due belliſſi-
me Statue di marmo rappreſentanti Adamo,
ed Eva, di mano di Baccio Bandinelli, che
di quivi le fece traſportare nel Salone del
Palazzo Vecchio, ove ſi ammirano tra tante
altre opere che vi ſono, de' più inſigni Scul-
tori
.
Ne' pilaſtri delle Tribune, come anco-
ra nelle mura delle Navate ſi vedono alcu-
ne nicchie, o tabernacoli di marmo miſto,
fatti col diſegno di Bartolommeo Ammanna-
ti, entro de' quali ſono gli Apoſtoli, ſcolpiti
in marmo da maeſtri eccellentiſſimi, cioè: Il
S. Iacopo, ſcultura di Iacopo Tatti Fioren-
tino, detto il Sanſovino, il S. Matteo, di
Vincenzio Roſſi, il S. Andrea, di Andrea
Ferrucci, il S. Tommaſo, di Vincenzio Roſſi,
il S. Pietro, del Bandinelli, il S. Gio. Evan-
geliſta, di Benedetto da Rovezzano, il S. Ia-
1 copo Minore, e il San Filippo, di Gio-
vanni dell'Opera.
Ha queſta Baſilica due
Organi, che ſono di rariſſima perfezione, ed
altre opere degne di ſtima, le quali potrà
il Foreſtiero da ſe medeſimo oſſervare.
Una
ſola coſa parmi neceſſario avvertire, ed è,
che ſe per ſorte quivi non ſi vedranno in
gran copia gli abbellimenti eſteriori, che
a' noſtri tempi ſi coſtumano, ſi ſcorgerà non-
dimeno un bel compoſto, a cui tutte le par-
ti nobilmente corriſpondono, ed una mae-
ſtoſa bellezza, che ſenz'altro ornamento,
l'occhio ſommamente diletta.
Oltre però il
materiale, degna ſi è queſta Chieſa di ſom-
ma venerazione per le inſigni Reliquie di
tanti Santi, che vi ſi adorano.
Sono tra eſſe
le più coſpicue, una parte della S. Croce,
un Chiodo, ed una Spina della Corona di
Noſtro Signore, ripoſte in Reliquiario d'oro
maſſiccio tutto lavorato, ed intarſiato di
perle, gioie, e pietre prezioſiſſime.
Evvi il
Corpo di S. Zanobi Veſcovo Fiorentino, e
di molti altri ſuoi ſucceſſori, e diſcepoli;
di S. Podio, di S. Stefano IX. Ponteſice, e
de' Santi Martiri Abdon, e Sennen.
Evvi
inoltre un Pollice di S. Gio. Batiſta, con al-
quante ſue Ceneri; una parte di Braccio di
S. Andrea Apoſtolo, ed altre ancora ſenza
1 numero, deſcritte già dall'Arcidiacono Mi-
nerbetti
.
Ma non minor venerazione le ren-
de il Divin culto, che da tanti ſacri Mini-
ſtri religioſamente s'oſſerva.
Quarantadue
Canonici, e fra queſti, cinque Dignità, ſeſ-
ſanta e più Cappellani; cento Cherici Euge-
niani, e nelle feſte, e ſolennità accreſcen-
do il numero ſeſſanta altri Cherici del Se-
minario Fiorentino, celebran quivi conti-
nuamente gli Ufizj Divini con tal decoro, e
ſplendore, che quello d'ogni altra Catte-
drale d'Italia non ſolo agguaglia, ma ſupe-
ra di gran lunga.
Oltre di ciò, che queſta
Chieſa s'è renduta celebre per molti, e ſin-
golari avvenimenti quivi accaduti ne' ſecoli
trapaſſati
.
Fra queſti parmi notabile, che
quivi Federigo III. Imperatore, inſieme col
Re d'Ungheria, e il Duca d'Auſtria, creaſ-
ſe più Cavalieri a Spron d'Oro, e molti di
queſta Patria: che Carlo Ottavo vi ſtabiliſ-
ſe concordia co' Fiorentini: che due Sommi
Pontefici Martino V. ed Eugenio IV. ſolen-
nemente vi celebraſſero.
Che Pio II. e Leo-
ne X. v' aſſiſteſſero più volte alle ſacre fun-
zioni; ma più di ogn'altro, che quivi ſi ce-
lebraſſe l'anno 1439. il Concilio Ecumenico
Fiorentino, famoſo per l'intervento del
mentovato Eugenio IV. dell'Imperator Pa-
1 leologo, del Patriarca di Coſtantinopoli, e
di tanti Primati della Grecia; e più ancora
per l'unione ſtabilitavi della Chieſa Greca
colla Latina, come ben dall'Inſcrizione in
marmo preſſo alla Sagreſtia ſi può vedere.

Per queſte, ed altre cagioni non è maravi-
glia, ſe queſta Chieſa gode inſigni prerogati-
ve, tralle quali è molto ſingolare, che tanti
Cherici, dopo il ſervizio di nove anni pre-
ſtato alla medeſima, per Bolla d'Eugenio IV.
e per conferma di detta Bolla fatta da San
Pio V. dopo il Concilio di Trento, vengano
promoſſi al Sacerdozio, benchè non ſiano
provveduti di alcun benefizio, o d'altra ren-
dita Eccleſiaſtica.
In ultimo è da ſaperſi,
che nelle due Cappelle, che ſono dai lati
della porta principale ſi conſervano in gran
venerazione due antichiſſime Immagini una
della SS. Trinità alla deſtra, e l'altra di Ma-
ria Santiſſima, che è in un tabernacolo al
lato manco della porta, e che ſi venerava
nell'anticha Chieſa di S. Reparata: la qual
Santa vi è dipinta tra le altre, nel quadro,
che contorna il detto Tabernacolo.
Il Mu-
ſaico ſopra la detta porta è di Gaddo Gad-
di
.
Le ſtatue poi, che ſono ſulle baſe, ſono
i modelli di eccellenti Scultori, cioè: S. Mi
niato, e S. Antonino Arciveſcovo, ſono di
1 Batiſta Lorenzi, S. Zanobi, e S. Podio del
Francavilla, S. Andrea Corſini d'Antonio d'
Anibale, e di Giovanni Caccini è il S. Gio.
Gualberto
.
La Naſcita di Gesù Bambino di
Gregorio Pagani, e la Nunziata di Federi-
go Zuccheri, che ſtavano dai lati entrando
in Chieſa, ſono al preſente nella Cappella
di S. Antonio.
La Viſitazione di S. Eliſa-
betta di Batiſta Naldini, e l'Adorazione
de' Magi, furono collocate in quella della
S. Croce.
Sopra la Porta laterale dalla par-
te del Càmpanile vi è il Martirio di S. Re-
parata di mano del Paſſignano, e ſopra l'al-
tra dalla parte oppoſta fu rappreſentato il
Concilio Fiorentino dal Cav. Gio. Batiſta
Paggi
.
Uſcendo di Chieſa trovaſi appreſſo il
mi,
l'oc-
ne'
Mar-
le
ne-
B co-
nu-
B 2 leo-
Ba-
CAMPANILE, la cui circonferenza è cento
braccia, e l'altezza centoquarantaquattro.

E` in iſola da ogni parte fino da' fondamenti,
ed è incroſtato tutto di marmi di diverſi
colori, con bel diſegno diſtinti.
In quattro
nicchie da ogni lato poſano quattro Statue,
delle quali quelle che riguardano la Piaz-
za, e l'altre due ſopra la porta ſono di
mano di Donatello.
Fu condotta queſta gran
Torre col diſegno di Giotto, ed è vaga,
e mirabile la ſua ſtruttura, che certa-
1 mente nel mondo non ſi trova l'uguale; ac-
canto al medeſimo è la Scuola de' Chierici,
e la celebre, ed eſemplariſſima Compagnia
della Miſericordia.
Dirimpetto alla Chieſa
del Duomo, è quella di
B 3 men-
SAN GIOVANNI antico Battiſtero, e non
già, come alcuni hanno creduto con inſuſſi-
ſtenti ragioni, Tempio di Marte; poichè ta-
le da' più culti eſtimar non ſi può per gli
errori, che ravviſanſi nella ſua interna Ar-
chitettura
.
Eſſo è di forma ottagona, ed in
queſta guiſa ſi ſolevano in antico fabbrica-
re i Tempi per uſo del Batteſimo.
Per di fuo-
ri è iſolato, ed incroſtato di vari marmi.

Per tre Porte vi ſi ha l'ingreſſo, l'impoſte
delle quali tutte di bronzo, ſono di ma-
raviglioſa bellezza, e con tal maeſtria la-
vorate, che Michelagnolo Buonarroti ſoleva
dire, diſcorrendo di quelle di Lorenzo Ghi-
berti, che ſarebbero ſtate bene alle Porte
del Paradiſo, e ſono quella che riguarda la
Chieſa del Duomo, e quella dirimpetto all'
Opera; ma la terza più antica fu fatta da
Andrea Piſano.
Sono effigiate in eſſe al-
cune Storie del Teſtamento Vecchio, e
Nuovo, di baſſorilievo, fatte con tale ec-
cellenza, che reſta l'occhio attonito per lo
1ſtupore. Sopra la Porta principale vi ſono
tre Statue di marmo, che rappreſentano il
Batteſimo di Criſto, incominciate dal San-
ſovino, e perfezionate da Vincenzio Danti,
di cui ſono l'altre tre Statue di bronzo, rap-
preſentanti la Decollazione di S. Gio. Bati-
ſta, ſopra la Porta, che è dirimpetto al Bi-
gallo
.
Ma ſopra quella verſo l'Opera ſono
maraviglioſe le tre figure di bronzo, che
rappreſentano S. Gio. Batiſta, che diſputa
con un Fariſeo, e con un Dottore della Leg-
ge antica, e ſono di mano di Giovanfrance-
ſco Ruſtici.
Poſſono ancora notarſi le due
Colonne di Porfido, poſte avanti la Porta
principale, donate già da' Piſani alla Città
di Firenze: e le catene, che pendono, con
altre, che ſi veggono ad alcune Porte della
Città, e in altri luoghi, ſono un trofeo del
valor Fiorentino quando conquiſtarono il
Porto Piſano, che con queſte chiudevaſi.

Entrando in Chieſa ſi vedono ſedici groſſe
Colonne di belliſſimo granito, con Capitel-
li, e Pilaſtri, ſopra de' quali ricorre un ter-
razzino, che circonda quaſi tutta la Chie-
ſa
.
Sotto l'Arco della Tribuna, ove è ſitua-
to l'Altar maggiore, è ſtata modernamen-
te alzata la Statua di marmo del S. Pre-
curſore, in atto d'eſſer portato alla celeſte
1 Gloria, con più Angioli pur di marmo, o-
pera tutta di Girolamo Ticciati, celebre Scul-
tore, e Architetto, di cui pure è lo ſpa-
zioſo Presbiterio eretto davanti il predetto
Altar maggiore, lavorato di finiſſimi mar-
mi, ed arricchito di medaglioni, e di baſſi-
rilievi di marmo.
La volta poi è tutta fat-
ta a moſaico, per opera d'Andrea Tafi,
diſcepolo di Cimabue, che in quei tempi
ebbe la ſua ſtima.
Oltre i varj ornamen-
ti vi è un Battiſtero molto vago, e di bel-
liſſimi marmi adorno, nella nicchia del qua-
le vedeſi un S. Gio. Batiſta di marmo fat-
to da Giuſeppe Piamontini valente Sculto-
re
.
Ed è da notarſi, che un magnifico Bat-
tiſtero era prima nel mezzo del Tempio,
della forma ottagona, del quale n'è rima-
ſto il ſegno.
Dirimpetto al detto Battiſte-
ro vi è il ſepolcro, ornato di varie Statue,
di Baldaſſar Coſſa, già Papa ſotto nome di
Giovanni Vigeſimoſecondo, o come altri
vogliono Vigeſimoterzo, morto in Firenze
l'anno 1419. dopo aver rinunziato il Pon-
tificato avanti al Concilio di Coſtanza.
L'
intaglio di queſto Sepolcro è opera di Do-
natello celebre Scultore de' ſuoi tempi, di
cui parimente è la S. Maria Maddalena Pe-
nitente in un bell'Altare fatto moderna-
1mente. Finalmente in queſto Tempio ſono
molte Reliquie inſigni, e ſpecialmente il
Dito indice di S. Gio. Batiſta, e un brac-
cio di S. Filippo Apoſtolo, che ſi tengono
in ſoma venerazione, come altresì molte
ſupellettili ſacre, e argenti d'ineſtimabil
valore
.
Uſcendo di Chieſa per la Porta dall'
Opera, ſi trova una Colonna poco diſtan-
te, eretta in quel luogo l'anno di noſtra
ſalute 408. per ricordanza di quell'inſigne
miracolo, che ſeguì, alloraquando trasfe-
rendoſi alla Chieſa di San Salvatore il Cor-
po di San Zanobi Veſcovo Fiorentino dall'
Inſigne Collegiata di S. Lorenzo, nel toc-
car quivi la Bara, un Olmo ſecco inconta-
nente divenne freſco, e verdeggiante.
Si
vede addirimpetto il
ſtu-
B 4 glo-
men-
PALAZZO DELL'ARCIVESCOVO, fatto col di-
ſegno di Gio. Antonio Doſi, che ha la ſua
entratura nell'altra ſtrada, ed è oſſervabi-
le la magnifica Scala, e l'Atrio, che met-
te nella gran Sala, dipinto eccellentemen-
te da Pietro Anderlini, con lo sfondo, bel-
liſſima opera di Vincenzio Meucci, a ſpe-
ſe di Monſig. Giuſeppe Maria Martelli, a
cui dobbiamo ancora il riſtoramento di
1
SAN SALVADORE, Chieſa tenuta da una
divotiſſima Congregazione di Sacerdoti uti-
li molto alla diſciplina Eccleſiaſtica, ed è
tutta dipinta a freſco da diverſi celebri
Profeſſori moderni, avendovi colorita la
Cupola, e la Natività, che ſerve di Ta-
vola all'Altar maggiore Giovanni Ferretti,
con i due Apoſtoli di chiaro ſcuro.
La de-
poſizione della Croce è di Mauro Soderini,
e la Reſurrezione oppoſta con lo sfondo
della volta è di Vincenzio Meucci.
In fac-
cia a queſta reſta la Chieſa parrocchiale di
S. Ruffillo, ſopra la di cui porta ve-
deſi un Padre Eterno di Luca della Robbia,
e dentro vi è all'Altare a mano deſtra di
mano del Pontormo una pittura a freſco
eſprimente Maria SS. col S. Bambino, e
alcuni Santi.
Poi di quì andando per Via
de' Martelli, s'incontrano le Abitazioni de'
Martelli, e degli Arnaldi, nella prima del-
le quail eravi una Statua di Donatello, la
quale al preſente ritrovaſi nel Palazzo del
Sig. Balì Martelli, ed è creduto il più ec-
cellente lavoro del ſuo ſcarpello; e nella
ſeconda vi ſono eſquiſite Pitture.
Indi tro-
vaſi la Chieſa de' Geſuiti detta
SAN
SAN GIOVANNINO, dedicata a San Gio-
1 vanni Evangeliſta. Era queſta Chieſa aſſai
piccola, prima che foſſe conceduta a' detti
Padri; ma intorno all'anno 1580. coll'o-
pera, e col diſegno di Bartolommeo Am-
mannati, celebre Scultore, ed Architetto
Fiorentino, fu oltremodo accreſciuta, e a-
dornata
.
Imperciocchè quell'Artefice mol-
to pio, e religioſo, a niuna ſpeſa e fatica
perdonò, perchè queſt'opera foſſe condot-
ta al ſuo fine.
Ammirano gl'intendenti l'
eſquiſitezza dell'Architettura, e il bell'or-
dine di tutte le parti di queſto ſacro Edi-
fizio
.
Ha la facciata aſſai vaga, tutta di
pietre ſerene, e dentro vi ſono nelle Cap-
pelle varj ornamenti di ſtucchi, con belle
Tavole; nella prima a man deſtra il San
Franceſco Borgia è di Fabbrizio Boſchi, la
ſeconda Tavola di S. Luigi Gonzaga, e S.
Stanislao, è Opera di Ottaviano Dandini;
la terza di S. Niccolò di Bari, di Gio Do-
menico Campiglia.
Quindi ſeguita la Cap-
pella di S. Franeeſco Xaverio ricca di no-
biliſſimi marmi, dove il Cavalier F. Fran-
ceſco Curradi ha con ſtraordinaia eccellen-
za rappreſentato il detto Santo nell'atto di
predicare agl'Infedeli.
Ne ſegue la Cap-
pella maggiore, la di cui Tavola ove è
eſpreſſo il SS. Crocifiſſo è di mano di Gi-
1 rolamo Macchietti, dei due laterali il San
Girolamo è di Giacomo Ligozzi, e la S.
Elena del Bizzelli.
Dietro alla detta Cap-
pella, paſſando per la Sagreſtia, vi ſono
collocate tre Tavole, che una di Anton
Puglieſchi, ove è il Tranſito di S. G. Fran-
ceſco Regis della Compagnia di Gesù, e
ſopra le due porte ſono di ſtraordinaria bel-
lezza il portar della Croce, opera di Do-
menico Paſſignano, e la Natività di Santi
di Tito, che può dirſi delle migliori in ge-
nere di colorito di eccellente autore.

Tornando in Chieſa trovaſi la nobil Cap-
pella di Sant'Ignazio tutta incroſtata
di marmi, ove è di mano del Puglieſchi
la bella Tavola di detto Santo Fondatore;
Ne ſeguono tre altre Cappelle, nella pri-
ma delle quali ov'è l'Immacolata Conce-
zione è di mano del mentovato Curradi,
nella ſeconda ſta collocata un inſigne Ta-
vola di Aleſſandro Allori, ove ha rappreſen-
tato N. S. con alcuni Apoſtoli in atto di
eſaudire la Cananea, ed è da notarſi che
quel Vecchio, che ſi appoggia al baſtone,
figurato per S. Bartolommeo, è il Ritratto
del medeſimo inſigne benefattore e Archi-
tetto Bartolommeo Ammannati, che la fe-
ce fare.
Nella terza ed ultima vi è la Ta-
1 vola degli Angeli dipinta da Giacomo Ligoz-
zi
.
Gli Apoſtoli delle Nicchie ſono di Cam-
millo Cateni, e lo sfondo nella ſoffitta è
ultima opera di Agoſtino Veracini.
Vicino
a queſta Chieſa, ed al principio di Via Lar-
ga è il famoſo
van-
ro-
vo-
PALAZZO DE' MEDICI, oggi del Marcheſe
Riccardi, fatto già fabbricare da Coſimo
Padre della Patria, col diſegno di Miche-
lozzo
.
Non può ſpiegarſi abbaſtanza quan-
to ſia bello, e magnifico, può compren-
derlo facilmente chi non lo mira.
Vedonſi
le due facciate tutte di pietre forti in tre
ordini diviſate.
Dal piano della terra fino
alle prime fineſtre, l'ordine è ruſtico, o
Toſcano, con bozze aſſai rilevate.
Sopra
di queſto ſegue il Dorico, a cui ſuccede
il Corintio; e in fronte di nobile Edifi-
zio, vedeſi un Cornicione d'incredibil va-
ghezza, che da pertutto lo circonda.
Non
meno vaghe ſono le fineſtre da baſſo, gli
ornamenti delle quali, come altresì il
Cornicione, ſi credono fatti col diſegno
del Buonarroti.
Entrando per la porta
principale trovaſi la prima Loggia, nel
fregio della quale ſono alcuni tondi entro-
vi figure di marmo di Donatello, e le pare-
1 ti tutte furono fatte adornare l'anno 1719.
dal Marcheſe Franceſco Riccardi, di baſſi-
rilievi, di Statue, di Buſti, e d'Inſcrizio-
ni antiche Greche, e Latine, a foggia di
Muſeo
.
A man deſtra vi è una ſcala mol-
to comoda, e nobile fatta col diſegno di
Gio. Batiſta Foggini Scultore e Architetto
Fiorentino
.
E` pure a man ſiniſtra una Sca-
la belliſſima fatta a chiocciola, che dal ter-
reno conduce fino alla ſommità del Palazzo.

Penetrando poi nelle ſtanze, quanti orna-
menti di pregio vi s'ammirano!
Quante pre-
zioſe ſupellettili degne di tanto Palazzo;
Vedraſſi la belliſſima Galleria dipinta nella
volta a freſco da Luca Giordano famoſo Pit-
tore, e in eſſa giù abbaſſo nella parete ef-
figiati ſopra grandioſi Criſtalli i quattro e-
lementi inſigne opera di Ant. Domenico
Gabbiani, tra i quali in nobiliſſimi armarii
ſi conſerva una bella, e copioſa raccolta di
Cammei, e d'intagli, di Medaglie, e di
altre prezioſe antichità; allato alla quale è
una copioſa, e ſcelta Libreria di manoſcrit-
ti, e di libri impreſſi, parte della quale fu
meſſa inſieme dal celebre Riccardo Riccar-
di, e parte fu già del Senatore Marcheſe
Vincenzio Capponi, da cui l'ereditarono
i preſenti poſſeſſori, i quali vanno ſempre
1aumentandola. Si mireranno inoltre i nuo-
vi accreſcimenti di ſervizi baſſi molto co-
modi, e finalmente ſi vedrà creſciuta dop-
piamente la principal Facciata verſo la Via
Larga, coll'iſteſſo ordine, e Architettura
dell
'antica.
E' famoſo queſto Palazzo, non
ſolo per la ſua bellezza, ma eziandio per
eſſere ſtato in ogni tempo ricetto di gran-
diſſimi perſonaggi, eſſendoviſi trattenuti i
Sommi Pontefici, Imperadori, e , ol-
tre un novero grande di Principi (di che
ſi legge la memoria in un Cartello di mar-
mo nel primo Cortile, fatta dal celebre
Abate Antonmaria Salvini) e per molti av-
venimenti accaduti, e deſcritti largamente
dal Giovio, e da varj Scrittori de' tempi
andati
.
Dirimpetto a queſto ſi vede il
ti
au-
PALAZZO fatto fabbricare dal Cardinale
Bandino Panciatichi, col diſegno del Cava-
lier Carlo Fontana, e appreſſo il
PALAZZO del Marcheſe Gener. Gino Cap-
poni, con bella facciata di Gherardo Sil-
vani, che è ſtato internamente accreſciuto,
e rimodernato nel Cortile col diſegno di
Luigi Orlandi.
In faccia a queſto vedeſi un
altro antico Palazzo dei Medici, ora degli
1
UGHI, o ſieno Avocati protettori dell'
Arciveſcovado Fiorentino, ove ſecondo al-
cuni, ſeguì l'ucciſione del Duca Aleſſandro
de' Medici, tanto celebre nella noſtra Sto-
ria; quaſi dirimpetto vedeſi il
UGHI,
PALAZZO del Marcheſe Prior Ruberto
Capponi, fatto col diſegno di Ferdinando
Ruggieri
.
Quindi dalla medeſima parte ſi
trova il
PALAZZO de' Marcheſi Coppoli eretto con
vago e bel diſegno del Silvani Architetto
Fiorentino, ultimamente accreſciuto, e den-
tro e fuori quaſi della metà, dal fu Senator
Cammillo Coppoli.
E ſeguitando il cam-
mino, dalla parte oppoſta s'incontra la
LIBRERIA O BIBLIOTECA MARUCELLIANA
fondata a pubblico vantaggio dal fu AB. Fran-
ceſco Marucelli, ed aumentata da Monſi-
gnor Aleſſandro Marucelli, la quale ſtà aper-
ta la mattina, ne' giorni di Lunedì, Mercole-
, e Venerdì, ne' quali non è aperta la Bi-
blioteca Magliabechiana, e paſſeggiando tut-
ta queſta bella ſtrada piena di nobili abita-
zioni, ſi giunge alla Piazza, e Chieſa di
SAN
1
SAN MARCO de' Padri Domenicani dell'
Oſſervanza
.
Tra gli ornamenti più ſingola-
ri vi s'ammirano le belle Tavole, tutte di
mano d'eccellenti Maeſtri.
Nell'entrare a
man deſtra, vi è una divota Madonna di
Piero Cavallini Romano, che per venera-
zione ſta coperta.
La ſeconda, dov'è di-
pinto S. Tommaſo d'Aquino, è di Santi di
Tito
.
La terza è del celebre Fr. Bartolom-
meo di S. Marco di cui nel Convento nella
ſola Cappella del Giovanato eſiſtono molti
pezzi oltre la Tavola dell'Altare.
Nella quar-
ta ſi vede antichiſſima Madonna lavorata a
Moſaico
.
Volendo di quì entrare nella Sagre-
ſtia vedeſi nell'ingreſſo una belliſſima Statua
di marmo rappreſentante Criſto riſorto collo-
cata in una nicchia, opera di Antonio No-
velli, e del Conti ſono li due baſſirilievi che
ſono dai lati.
Di quì paſſata la prima porta
vedraſſi ſopra di eſſa una delle più belle Tavo-
le del Beato Gio.
Angelico che ſtava antica-
mente all'Altar Maggiore.
Il ritratto di que-
ſto Beato ſtà appeſo nella Cella che quì abita-
va S. Antonino con altri quattordici ritrat-
ti di Beati Religioſi che oltre i Venerabili
ſenza numero hanno ſantificato queſto Con-
vento e edificata la noſtra Città.
Finalmen-
te tornando in Chieſa, la Tavola della quin-
1 ta Cappella dov'è l'immagine di S. Dome-
nico, è di mano di Matteo Roſſelli.
Segue
dipoi la Tribuna con un bello Altar mag-
giore corredato di ricchiſſimi argenti, par-
ticolarmente nelle feſte ſolenni.
Allato a
queſta vi è la Cappella de' Serragli, ancor
eſſa ragguardevole, non meno per la ſtrut-
tura di finiſſimi marmi, de' quali fino al
pavimento è ricoperta, quanto per varj or-
namenti di Statue, e di Pitture, che no-
bilmente l'adornano.
La Tavola dell'Alta-
re rappreſentante l'ultima Cena è opera di
Santi di Tito, la Storia della Manna è del
Paſſignano; di Iacopo da Empoli, è il Sa-
griſizio di Abramo.
Il ſaziar delle Turbe nel
Deſerto, e la Cena d'Emaus ſono del Cav.
Curradi; e S. Paolo che riſuſcita un Fanciul-
lo, è del Biliverti.
La Volta è di Bernardino
Poccetti, e ancora i Santi dipinti a freſco tra-
mezzo a detti quadri in otto nicchie, nell'
altre quattro vi ſono gli Evangeliſti di mar-
mo, che due ſono di Lodovico Salvetti, e
due del Pieratti.
Dopo la quale ſegue la
belliſſima Cappella di S. Antonino Arcive-
ſcovo di Firenze; fatta fabbricare con ſom-
ma magnificenza da Averardo, e Antonio
Salviati
.
Ella è tutta di marmi nobilmente
lavorati col diſegno di Giovanni Bologna.
C ta
Tre
1
Tre belle Tavole di Pittori eccellenti ne
adornano vagamente le tre facciate; quel-
la di mezzo è opera d'Aleſſandro Allori;
quella che rappreſenta il Lebbroſo riſanato
in cornu Evangelii, è di Franceſco Poppi,
l'altra di Batiſta Naldini.
In ciaſcuna di
queſte facciate ſi ammirano due belliſſime
Statue di marmo, che in tutto aſcendono
al numero di ſei, di mano del Francavilla,
diſcepolo del mentovato Giovanni Bologna,
ed altrettanti Baſſirilievi di bronzo, di ma-
no di Fr. Domenico Portigiani, fatti ſul di-
ſegno del medeſimo Giovanni Bologna ſuo
Maeſtro, da cui fu fatta la figura di bron-
zo, che è in Sagreſtia rappreſentante il
Santo giacente.
Nell'Urna ſotto l'Altare
ſta ripoſte il di lui ſacro Corpo.
Finalmen-
te corona queſta Cappella una Cupoletta
tutta adorna di ſtucchi, e di vaghe Pittu-
re, di mano del famoſo Poccetti.
Avanti
a queſta Cappella fon dipinte due Storie
dell'Eſpoſizione, e Traslazione di S. Anto-
nino di mano del Paſſignano.
Ella ha me-
ritato d'eſſer deſcritta e pubblicata col-
la ſtampa dal fu celebre Antiquario Dotto-
re Anton Franceſco Gori.
Ne ſegue al-
la prima Cappella, tornando verſo la
Porta, una belliſſima Tavola di Lodovi-
1 co Cigoli, ove ha dipinto l'Imperatore Era-
clio, che depoſto l'Imperiale ammanto,
e conſtituito in abito di Penitenza, ſcalzo
ne' piedi, porta ſopra le ſue ſpalle quella
ſteſſa Croce, ove il noſtro Salvatore con la
ſua morte compì la redenzione del genere
umano
.
Nella ſeguente Cappella, eravi una
ſtupenda Tavola di Fra Bartolommeo, ma
il Principe Ferdinando, che la volle avere,
ne fece fare altrettanto belliſſima copia al
Gabbiani, che certamente ſi ſcambia dal
medeſimo originale.
Nella terza di mano
del Paſſignano vi è eſpreſſo S. Vincenzio
Ferreri predicante al Popolo.
Nella quarta
vicino alla porta vi è la Tavola dipinta dal
Cavalier Paggi Genoveſe, rappreſentante
la Transfigurazione ſul Tabor.
La Soffitta è
tutta intagliata, e riccamente dorata, con
lo sfondo aſſai ben condotto, uſcito dal
pennello di Gio.
Antonio Pucci. E` degno
di memoria, che quì furono ſepolti il Con-
te Giovanni Pico della Mirandola, che fu
chiamato la Fenice degl'ingegni, ed Agno-
lo Poliziano uomo letteratiſſimo, e ſingola-
re
.
Non meno però della Chieſa è ragguar-
devole il Convento, fatto fabbricare da Co-
ſimo, e Lorenzo de' Medici, col diſegno di
Michelozzo
.
Nel primo Chioſtro ſono le
1 lunette tutte dipinte da eccellenti Maeſtri,
e ſpecialmente da Bernardino Poccetti, dal
Roſſelli, dal Tiarini, e dal Boſchi, e alcu-
ne venerabiliſſime immagini del B. Gio. An-
gelico inſigne Pittore che come ſi è detto
abitava in queſto Convento, dentro al qua-
le ſi vedono moltiſſime opere di ſua ma-
no; oltre la magnifica pianta dell'Ordine
Domenicano dipinta da Eſſo ſulla parete
del Capitolo che reſta tra li due Chioſtri,
nel quale vi ha effigiato gran numero di
Ritratti di Uomini illuſtri del detto Ordi-
ne, tanto in ſantità, che in dottrina.
Poi
nel ſecondo non meno vaſto del primo vi
ha dipinto le Lunette di tutta una navata
Aleſſandro Gherardini.
Di altre due Coſimo
Ulivelli, e di una dalla parte dell'ingreſſo
Aleſſandro Loni, e Sebaſtiano Galeotti.
E`
molto deſiderabile da vederſi la Cappella del
Noviziato la di cui Tavola di ſtraordinaria
bellezza è opera di F. Bartolommeo nella
quale vi ha eſpreſſa la Preſentazione di Ge-
Bambino, vi è inoltre tra l'altre buone
pitture, una celebre immagine di Maria SS.
di mano di Carlo Dolci.
In queſto inſigne
Convento bella e copioſa Libreria vi ſi con-
ſerva, ove fra gli altri, ſono di pregio
moltiſſimi Manoſcritti fatti quivi colloca-
1 re a pubblico benefizio da Coſimo de' Me-
dici Padre della Patria, ed alcuni de' quali
è fama, che foſſero già di Niccolò Niccoli,
che è da annoverarſi fra quelli, da' quali le
Lettere Greche riconoſcono il loro riſorgi-
mento
.
Vicino all'Orto in fondo al quale
è da ammirarſi una Cappella tutta dipinta
da Bernardino Poccetti, è ſituata la Spezie-
ria, celebre per la fabbricazione che vi ſi
fa dell'Eſſenze di ogni ſorte, acque, ed altri
lavori di Fonderia, ove ſi potrà con pia-
cere oſſervare ancora de' belliſſimi quadri.
Fu
queſto Convento ſempre tenuto in grande
ſtima, non ſolo per l'oſſervanza reſtaura-
tavi da Fr. Girolamo Savonarola, ma ezian-
dio per avervi dimorato moltiſſimi Reli-
gioſi di ſanta vita, in converſazione de'
quali ſoleva Coſimo Padre della Patria ſpeſ-
ſe volte trattenerſi vedendoviſi ancora le
ſtanze, ove abitava.
Dirimpetto a queſta
Chieſa per la Porta laterale, è il Palazzo
altrimenti chiamato il
C 2 co
lu-
C 3 re
CASINO DA S. MARCO, fatto fabbricare
dal Gran Duca Franceſco I. intorno all'an-
no 1570. col diſegno del Buontalenti.
E'
ſervito ne' tempi andati per abitazione de'
Principi del ſangue, eſſendo provveduto di
1 tutte le comodità, che a tali Perſonaggi ſi
convengono; e preſentemente vi ſono po-
ſte le Compagnie della Guardia Nobile di
S. A. Reale.
Accanto a queſto Caſino è
degno d'eſſer veduto il Chioſtro della
tut-
COMPAGNIA DI SAN GIOVAN BATISTA,
detta dello Scalzo, per le molte eccellenti
Pitture a freſco rappreſentanti la vita di
S. Gio. Batiſta di mano di Andrea del Sar-
to, tra le quali due che ſono dipinte dal
Francabigio, rappreſentano la partenza del
detto Santo Fanciullo da' Genitori, e l'in-
contro del medeſimo con Gesù nel ritorno
d
'Egitto.
Queſt'opera ſi vede intagliata
da Teodoro Cruger con fronteſpizio, e ri-
tratto dell'Autore.
Di mano di Lorenzo
di Credi all'Altare della Compagnia vi è
la Tavola rappreſentante S. Gio. Batiſta in
atto di battezzare il Salvatore.
Camminan-
do per eſſa ſtrada e voltando a man deſtra
nel Maglio ſi trova il Convento e
CHIESA delle Nobili Religioſe DI SAN
DOMENICO, nella quale al primo Altare a
man dritta vi è una Tavola dipinta da An-
drea Verrocchio celebre Scultore Maeſtro
di Leonardo da Vinci che ve lo fece lavo-
1 rare da giovanetto in qualche parte della
medeſima, dopo ne vien l'Altare di S. Gio.
di mano del Puglieſchi reſtata imperfetta al-
la morte del medeſimo.
La Tavola dell'Al-
tar Maggiore è di Lazzaro Baldi: ne ſegue
la S. Famiglia di mano del Bonechi.
In ul-
timo il S. Euſtachio opera del Cav. Cur-
radi
.
Intorno alla Chieſa vi ſono tredici lu-
nette dipinte parte dal Soderini, alcune del
Ferretti, e parte del Meucci.
In faccia a
queſta Chieſa trovaſi il
C 4 ra-
GIARDINO de' Semplici, che dal Grandu-
ca Coſimo Primo con regia ſpeſa fu fabbri-
cato
.
Belliſſimo è queſto in tutte le ſue parti,
e non minore è il pregio di eſſo per le Pian-
te delle più rare, e ſingolari, che nel mon-
do ſi trovino; avvengachè quel magnanimo
Principe, acciocchè in Firenze non mancaſ-
ſe a' Profeſſori di Medicina la cognizione
dell'Erbe, e Piante Medicinali, da ogni par-
te più remota le venire, e quivi con
ſomma diligenza conſervare.
L'Anno 1718.
fu trasferita in queſto Giardino, per beni-
gno Reſcritto di S. A. Reale l'Accademia
di Bottanica nuovamente inſtituita all'uſo
e cuſtodia della quale con ſuo Motuproprio
conceſſe ſin a nuovo ordine queſto Giardi-
no
.
Appreſſo vi è la
CA-
1
CAVALLERIZZA, ove ſono i Cavalli di ma-
neggio di S. A. Reale, che in gran nume-
ro, ed in un luogo aſſai comodo vi ſi man-
tengono
.
In queſto luogo ancora ſi appren-
de dalla Nobiltà Fiorentina, e foreſtiera,
ſotto la direzione di un Cavallerizzo ſpe-
ſato dal medeſimo Noſtro Sovrano, l'Arte
di cavalcare, e di correr la lancia.
A que-
ſto effetto fu dal Gran Principe Ferdinan-
do fatto reſtaurare, ed accreſcere un bel
loggiato, perchè nel tempo del crudo in-
verno, o di pioggia ſi poſſa tuttavia conti-
novare un eſercizio nobile.
Contiguo è il
SERRAGLIO de' Lioni, dove da molto tem-
po in quà ſi ſon ſempre cuſtodite, e man-
tenute molte Fiere indomite d'ogni ſorta,
come Lioni, Orſi, Tigri, Pantere, Tori ſal-
vatici, ed altri ſimili; i quali dipoi ſi eſer-
citano nelle Cacce, che dentro un ampio
moderno Cortile, alla preſenza di molti ſpet-
tatori ſi ſogliono fare.
Dirimpetto a queſto è lo
SPEDALE di San Matteo, altrimenti detto
di Lemmo, poichè intorno all'Anno 1390.
fu fondato da Lemmo Balducci di Monte
Catini, dove ſon curati molti infermi con
gran diligenza, e carità.
Nella di cui Chie-
1 ſa oltre a quello del Fondatore vi ſon al-
tri depoſiti riguardevoli.
Vedonſi in eſſa due
Tavole degne di ſtima che una dell'Empoli
rappreſentante l'Aſſunzione di Maria SS. e
l'altra il Martirio di S. Barbera di mano di
Lodovico Buti.
Vicina è la
ſa
CHIESA, E MONASTERO DI S. NICCOLÒ,
fatto fabbricare dal detto Lemmo.
Sopra la
porta ſi vede un antica Lunetta dipinta da
Lorenzo di Bicci, rappreſentante il detto
Santo
.
Trovaſi per via del Cocomero il
PALAZZO de' Marcheſi Gerini, ricco di ſin-
golari Pitture, accreſciuto, e rimodernato
magnificamente con diſegno di Gaſpero Pao-
letti
.
Ed il Palazzo de' Baroni Ricaſoli, fab-
bricato con buona Architettura moderna;
ſiccome il
TEATRO per le Opere, appartenente all'
antichiſſima Famiglia degl'Ughi, in oggi rin-
novato dai fondamenti, al quale vicini ſono i
PALAZZI di due rami della Famiglia de'
Pucci; il primo de' quali d'ordine compo-
ſito è del Senatore Aleſſandro Pucci, di-
ſegnato con bella, e vaga Architettura del
1 famoſo Paolo Falconieri Cavaliere intenden-
tiſſimo; e l'altro accanto del Marcheſe Ro-
berto Pucci, che ha ſeguitato l'ordine del
primo
.
Dirimpetto vedeſi il
fa-
PALAZZO di S. E. il Sig Marcheſe Incon-
tri, di maeſtoſa Architettura Toſcana, do-
ve nel dipinger quella Galleria cadde, e mo-
il celebre Anton Domenico Gabbiani de-
gno di eterna memoria, in faccia al quale vi è
SAN MICHELE VISDOMINI, dove abitano
Monaci Celeſtini.
Sono in queſta Chieſa da
oſſervarſi alcune Tavole molto belle, e ſpe-
cialmente la Natività di Noſtro Signore dell'
Empoli, accanto alla quale è una Vergine
di mano d'Iacopo da Pontormo aſſai ſtima-
ta; ſiccome due Tavole del Poppi, e una
belliſſima del Paſſignano, rappreſentante S.
Gio. che predica alle Turbe.
Dipoi volgen-
do ſi trova il
PALAZZO di altra Famiglia dei Marcheſi
Pucci, che ha nobili appartameti, e ſi giu-
gne all'Arciſpedale di
SANTA MARIA NUOVA, edificato dalla no-
bil Famiglia de' Portinari intorno all'anno
11287. La Facciata di queſto nobile Edifi-
zio, a cui fu dato principio nel ſecolo de-
cimoſeſto col diſegno del Buontalenti, è
oltremodo mirabile.
Reſta nel mezzo del
Loggiato la Chieſa, nelle pareti della qua-
le ſi vedono dipinte due ſtorie da Lorenzo
di Bicci, che rappreſentano la funzione del-
la Sagra, che già ne fece Martino V. Som-
mo Pontefice.
Le altre Lunette ſono del
Pomarancio, e la Pittura che è in fondo
al Loggiato, è di Taddeo Zuccheri.
Quat-
tro belliſſime Tavole adornano gli Altari del-
la detta Chieſa.
A deſtra, la prima è di mano
di Felice Ficherelli, detto Felice Ripoſo,
e la ſeconda del Paggi.
A man ſiniſtra la
prima Tavola rappreſenta San Lodovico Re
di Francia, che guariſce dalle gavine, ed
è fattura del Volterrano; e la ſeconda, ov'
è dipinta la Depoſizione di Croce, è ope-
ra del Bronzino.
All'Altar maggiore fab-
bricato di marmi Carrareſi, intarſiati di
belliſſime pietre, vi è un Ciborio parimen-
te di pietre pregiabili, e di bellezza
non ordinaria.
Da un lato della Chieſa è
lo Spedale degli Uomini, e dall'altro quel-
lo delle Donne, fabbricati colla medeſima
Architettura
.
Ed avvegnachè moltiſſimi in-
fermi continovamente ci ſi ricevano, gran-
1 diſſime, e molte ſono l'abitazioni con bell'
ordine diſpoſte, acciò facile rieſca agli Aſtan-
ti il provvedere detti infermi di quanto lo-
ro abbiſogna.
In queſto luogo convivono
ancora moltiſſimi Giovani, che da varie
parti concorrono, per apprendere co' veri
precetti la pratica della Medicina e della
Chirurgia, ſotto la diſciplina degli ottimi
Profeſſori, che vi ſi ſtipendiano; e preſtan-
do nel medeſimo tempo il loro ſervizio,
ſempre lo rendono più celebre, non ſolo
in Firenze, ma per tutta l'Italia, uſcen-
done Maeſtri eccellentiſſimi nell'Arte loro.

Moltiſſimi ancora ſono i ſerventi, che aſſi-
ſtono notte, e giorno; Molti i Medici, che
giornalmente intervengono alla cura di queſti
infermi; Molti gli ſpirituali e temporali aiu-
ti, che ſi ricevono in queſto luogo, premen-
do alla Pietà ſingolare di S. A. Reale la
ſalute del corpo, ed il profitto degli Stu-
denti, ma di lunga mano aſſai più quella
dell
'Anima.
Non deveſi però tralaſciare,
come per render queſto Spedale in tutte le
ſue parti ragguardevole, è ſtato nuovamen-
te arricchito di una copioſa Libreria pubbli-
ca, ripiena ſpecialmente di Libri alla Me-
dicina ſpettanti, e di ogni ſorta di erudizio-
ne, ſiccome di un bel Teatro anatomico;
1 il tutto fabbricato con ſomma magnificenza,
e ſpeſa non ordinaria.
Nell'ingreſſo che
conduce al cortile chiamato ancora il Cam-
poſanto, vi è da oſſervare oltre una lapida
ſepolcrale antichiſſima, fermata nella Pare-
te a mano deſtra, ove è la figura di Ma-
donna Teſſa, prima fondatrice di queſto Spe-
dale, un Tabernacolo dipinto a freſco, rap-
preſentante la Carità, opera inſigne di Gio-
vanni da S. Giovanni; oltre ciò a man-
ſiniſtra ſotto la piccola loggetta vi è rappre-
ſentato da Baccio della Porta il Giudizio fi-
nale, quale laſciato dal pittore imperfetto,
nel veſtir l'abito Domenicano, fu termina-
to da Mariotto Albertinelli.
In fondo al
detto Campoſanto vedeſi la Samaritana al
Pozzo, opera a freſco di Aleſſandro Bronzi-
no
.
In faccia allo Spedale vi è il Conven-
to delle Monache ſerventi al medeſimo, e
nella loro Chieſa è ſommamente ammirabile
la grande, e ſtupenda Tavola del detto
Bronzino, ove è la Vergine col Bambino, S.
Eliſabetta, e diverſi Santi.
Dietro a queſto
Convento ſi vede l'
1287.
diſ-
il
ABITAZIONE de' Bargigli fabbricata col di-
ſegno di Bernardino Ciurini.
Ma di qui paſ-
ſando per la via detta di Sant' Egidio, ver-
1 ſo al canto di via della Pergola, è degno
d'oſſervazione il
ſo
PALAZZO de' Martellini, grandemente lo-
dato dal Bocchi.
Preſſo a queſto trovaſi la
detta Via della Pergola, dov'è la Chieſa,
e Oſpizio di
SAN TOMMASO D' AQUINO, ove ſi eſerci-
tano tutte le opere di Miſericordia con ſin-
golar pietà, ed affetto non ordinario.
La
Chieſa è tutta incroſtata con buon guſto di
ſcagliola, che fa bella moſtra, e maſſima-
mente le due colonne dell'Altare finte di
verde antico.
La Tavola è di mano di San-
ti di Tito; e la volta è tutta vagamente di-
pinta
.
Allato a queſto Oſpizio è il
TEATRO per le opere, più di prima ab-
bellito, in occaſione delle Nozze del Gran
Principe Ferdinando di Toſcana, colla Prin-
cipeſſa Violante Beatrice di Baviera, e mo-
dernamente rinnovato con diſegno del Man-
naioni, co'palchetti nuovi di muraglia di-
pinti dentro dal Giarrè, e fuori dallo Sta-
gi, le figure della volta, e tendone dallo
Zocchi, e gli Scenarj nuovi dal Bibbiena.

E proſeguendo per Via della Pergola in
quella di Cafaggiolo, ſi vede il
Mo-
1
MONASTERO, E CHIESA de' Camaldolenſi,
detta comunemente DEGLI ANGELI, ſtata di
nuovo rifatta con tal diſegno, che la Chie-
ſa comune ed eſterna è diviſa dall'interna
per uſo de' Religioſi, mediante una Can-
cellata di ferri lavorati a diſegno con otti-
mo guſto.
La volta dunque di queſta Chie-
ſa interna è tutta dipinta a freſco di mano
di Aleſſandro Gherardini, ed ha cinque Ta-
vole degne di ſtima, la prima delle quali
a man deſtra eſprimente la Reſurrezione di
Lazzaro, è di Bernardino Poccetti, di cui
è la Cupoletta, e alcune figure a freſco;
la ſeconda, che reſta dentro nella Chieſa
è del Cavalier Paggi, ove ha figurato la
Santa Famiglia, che ritorna d'Egitto; la
terza è opera del Gamberucci, rappreſen-
tante la Decollazione di S. Gio. Batiſta.
All'
Altar maggiore vi è d'Aleſſandro Allori l'
Incoronazione di Maria; e in ultimo ve-
deſi il Tranſito di S. Romualdo di mano di
Giuſeppe Griſoni.
Anche il Monaſtero è
ſtato reſtaurato, e nella Libreria, ove ſi
conſervano rari MSS., è uno sfondo di An-
tonio Puglieſchi, e le due Iſtorie di Pietro
Dandini
.
Nell'orto ſi vede il principio del
famoſo Tempio della Famiglia degli Scola-
ri, tanto lodato da Giorgio Vaſari, Archi-
1 tettura del Brunelleſco. Rimpetto a que-
ſto Monaſtero corriſponde il
tet-
PALAZZO de' Marcheſi Giugni, già de' Fi-
renzuoli, fatto col diſegno dell'Ammanna-
to, edifizio in ogni parte ragguardevole.

Ed entrando in via de' Servi, evvi il
PALAZZO de' Marcheſi Niccolini, fatto con
buon diſegno; e adorno di molte Statue an-
tiche, oltre uno ſtudio copioſiſſimo di Me-
daglie, e buona Libreria.
E verſo la Nunziata
ſi trova la Chieſa della
CONCEZIONE, Congrega di Sacerdoti no-
bilitata di fabbrica in queſti tempi.
Quaſi
addirimpetto è il
PALAZZO de' Grifoni molto nobile, e ſi-
gnorile, che eſſi dicono eſſerne ſtato l'Ar-
chitetto il Buontalenti.
Queſto fa angolo ad
una Piazza, che ha preſo il nome dalla vi-
cina Chieſa della Nunziata.
Ella vedeſi dai
lati chiuſa da due gran Logge, il diſegno
delle quali è del famoſo Brunelleſco.
Nel
mezzo di eſſa ſopra una Baſe di marmo ſi
erge un bel Cavallo, ſopra il quale è la
Statua di Ferdinando Primo Gran Duca di
1 Toſcana, gettato in bronzo da Giovanni Bo-
logna Fiammingo, celebre Scultore.
Sono
del medeſimo le due Fontane di bronzo,
che adornano la medeſima Piazza.
Sotto la
ſiniſtra di queſte Logge vi è lo
D To-
SPEDALE degl'Innocenti, aſſai celebre per
l'inſigne carità, che vi ſi eſercita di alle-
vare moltiſſimi Fanciulli eſpoſti, che ſenza
un tale aiuto, facilmente perirebbero.
Fu
fondato queſto Spedale intorno all'Anno
1420. e ne diede il diſegno il poc'anzi no-
minato Brunelleſco.
Le ſue abitazioni ſono
aſſai comode, e ben diſpoſte.
Nelle due
Chieſe, che una è per gli Uomini, e l'al-
tra per le Donne, molte belle Pitture ſi
trovano; come altresì nel loggiato di ma-
no di Bernardino Poccetti ſi vedono alcune
Pitture a freſco del più eccellente guſto.

E' governato queſto Spedale da Perſone no-
bili, con la ſoprintendenza di altri Spedali
ad eſſo ſubordinati.
In faccia poi alla mede-
ſima Piazza ſi trova la Chieſa della Santiſſima
ANNUNZIATA, nella deſcrizione della qua-
le mi ſia lecito, che per breve ſpazio di
tempo io mi dilunghi fuor dell'uſato.
Era
queſta Chieſa ne' tempi antichi un piccolo
1 Oratorio poſto fuor di Firenze, in queſto
luogo, che era detto il Cafaggio.
Or tal
piccolo Oratorio con alcuna parte di terre-
no ivi contiguo, fu conceduto a quei ſet-
te nobili Fiorentini, che abbandonata la Pa-
tria, ſi erano ritirati nell'aſpro Monte Se-
nario, ove menando vita eremitica, e ſoli-
taria, fondarono la Religione de' Servi di
Maria, ed il motivo fu, acciò quei buoni
Religioſi, che da per tutto avevano ſparſa
la fama della lor ſantità, più da vicino ſan-
tificaſſero col loro eſempio i loro Concit-
tadini
.
Ma perchè troppo anguſto era quel
luogo, in riguardo alle molte perſone, che
vi erano venute ad abitare, fu di biſogno
fabbricar nuovo Convento, e nuova Chie-
ſa; al che fare, la povertà di quei Reli-
gioſi baſtante non era.
Perciò ad un ope-
ra buona e ſanta, furono dal Sommo Pon-
tefice tutt'i Fedeli eſortati, tra' quali ſopra
di ogni altro ſi ſegnalò il Chiariſſimo Fal-
conieri nobiliſſimo Cittadino di queſta Pa-
tria, creduto Padre di Santa Giuliana, e
Fratello del Beato Aleſſio; imperciocchè a
niuna ſpeſa, o fatica perdonando, ſommini-
ſtrò qualunque ſoccorſo più opportuno, per-
chè tal opra foſſe al ſuo fine condotta.
Termi-
nata la fabbrica, avvenne quel gran pro-
1 digio, per lo quale è celebre queſta Chie-
ſa per tutto il Mondo.
Avevano quei buo-
ni Padri dato a dipingere a freſco ad un
Pittore (di cui ancora è incerto il nome;
altri chiamandolo Bartolommeo, altri Gio-
vanni) un'Immagine di Noſtra Signora in
atto di eſſere dall'Angiolo Annunziata.
Il
buon Pittore, che la figura dell'Angiolo
avea compita, e rimanevagli ſolo ad effigia-
re della gran Vergine il Volto, ſtava fra
ſe ſteſſo dubbioſo, con qual arte poteſſe
eſprimere quell'Aſpetto Divino, che i Se-
rafini innamora.
In queſto mentre fu ſo-
praffatto dal ſonno, da cui ſvegliatoſi, mi-
toſto con ſuo ſtupore colorito il Sem-
biante della gran Vergine Madre, di tal
bellezza e tanta divozione ſpirante, che ſo-
lo doveſſe crederſi coſa di Paradiſo.
Atto-
nito dunque, e ſorpreſo da maraviglia in-
credibile, ad alta voce gridò più volte:
Miracolo, Miracolo.
Il che ſentito da' cir-
coſtanti, e dipoi ſparſoſi per la Città, ca-
gionò ſubitamente un tal concorſo di Po-
polo, che ben toſto ne fu la Chieſa ripie-
na; e perchè niuno di queſto fatto dubitar
poteſſe, operò Iddio per mezzo di queſta
Immagine infiniti miracoli, che tuttavia,
mercè della Divina bontà, vanno ſeguitan-
1 do in gran numero. Ora venendo noi alla
deſcrizione della Chieſa: Vedeſi al primo
ingreſſo un bel Loggiato con belle e ben
proporzionate Colonne, fatto fabbricare dal-
la Famiglia de' Pucci con diſegno del Cac-
cini Scultore.
Sotto il Loggiato ſono tre
Porte
.
Quella a man deſtra conduce nella
Cappella di San Baſtiano dell'iſteſſa Fami-
glia Pucci, eretta ancor eſſa con diſegno
del ſopraddetto Caccini, adorna di tre bel-
le Tavole, colorite da Maeſtri eccellenti,
che una d'Aurelio Lomi Piſano, l'altra del
Paggi, e ſpecialmente quella di San Ba-
ſtiano di mano di Antonio del Pollaiolo,
ed altresì di alcune Statue di marmo di
mano del Novelli Scultore, e della Tribu-
na dipinta dal Poccetti.
Vi ſono ancora mol-
te memorie di uomini illuſtri di queſta no-
bil Famiglia, e ſpecialmente di Lorenzo,
Roberto, e Antonio Pucci, tre inſigni Car-
dinali, che viſſero quaſi in un tempo me-
deſimo
.
Dalla Porta laterale di queſta Cap-
pella ſi paſſa in un Cortile, o Chioſtro tut-
to dipinto da' più rari artefici di quei tem-
pi
.
Queſti ſono Andrea del Sarto [il ri-
tratto del quale ſcolpito in marmo coll'
iſcrizione vedeſi a mano ſiniſtra] Aleſſio Bal-
dovinetti, il Roſſo, Iacopo da Pontor-
1 mo, il Franciabigio, e Coſimo Roſſelli.
D'Andrea è la Storia de' Magi, la Natività
della Madonna, quella ove ſi porge a ba-
ciare a' circoſtanti la Reliquia di San Filip-
po, con tutte l'altre a manſiniſtra, che i
fatti più ſegnalati di San Filippo Benizj mi-
rabilmente rappreſentano.
D'Aleſſio Baldo-
vinetti è la ſtoria della Natività del Signo-
re: del Roſſelli è quando San Filippo ha
la viſione di Maria Vergine: del Roſſo è
l'Aſſunzione della Madonna: del Pontor-
mo la Viſitazione della medeſima: e del
Franciabigio lo Spoſalizio della Vergine con
San Giuſeppe.
Parimente in queſto Corti-
le ſi vedono innumerabili Voti, altri dipin-
ti in tavole, altri eſpreſſi in figure al na-
turale, che ampiamente denotano le innu-
merabili grazie, che vengono compartite
ai Fedeli per mezzo di queſta miracoloſa
Immagine
.
Entrando in Chieſa, vedeſi al
primo aſpetto la ſoffitta tutta d'intaglio do-
rati ſopra fondo bianco, nel mezzo della
quale è un gran quadro, rappreſentante
l'Aſſunzione della Vergine al Cielo, di
mano del Volterrano.
Nelle pareti, tra'l
fregio della ſoffitta, e il cornicione, ſo-
no dodici quadri dipinti a freſco dall'
Ulivelli, dove ſi rappreſentano alcuni Mi-
1 racoli più ſingolari, operati per interceſ-
ſione di Maria.
A man ſiniſtra nell'entra-
re in Chieſa ſi trova la Cappella della San-
tiſſima Nunziata [nel muro della quale è
dipinto il di lei Volto miracoloſo] fat-
ta di marmi vagamente intagliati col di-
ſegno di Michelozzo.
Quanto ſia ricca, e
adorna queſta Cappella non ſi può ſpiega-
re abbaſtanza.
E' l'Altare d'argento maſ-
ſiccio nobilmente lavorato, il gradino pa-
rimente d'argento, e tutto diviſato di gio-
ie e pietre prezioſe.
In un belliſſimo Ta-
bernacolo è una teſta del Salvatore mira-
bilmente dipinta da Andrea del Sarto.
So-
pra due gran pilaſtri poſa un ricco archi-
trave, o cornicione d'argento, da cui pen-
de una cortina di lavoro eccellente, ſotto
la quale una mantellina parimente d'argen-
to, che tien coperta la Sagra Immagine.

Inoltre tanti e tanti ſono gli ornamenti di
queſta Cappella, che è malagevole il po-
terli diſtintamente deſcrivere: perchè i va-
ſi, i doppieri, le lampane tutte d'argen-
to ſono moltiſſime; ſenza numero ſono i
Voti, che vi ſi vedono appeſi in contraſ-
ſegno delle grazie, che dalla Vergine ſi di-
ſpenſano giornalmente.
Contiguo alla det-
ta Cappella è un Oratorio di forma qua-
1 drata nobilmente arricchito; ha le pareti
incroſtrate di pietre prezioſe, e ſpecial-
mente d'agate, calcedonj orientali, e dia-
ſpri, che rappreſentano alcuni ſimboli di
Noſtra Signora.
Allato a queſta Cappella
vi è quella fatta fabbricare dal Marcheſe
e Senatore Franceſco Feroni, col diſegno
di Giovan Batiſta Foggini tutta incroſtata
di marmi, e adorna di varie Statue; la
Tavola dell'Altare è dipinta da Carlo Lot-
ti Pittor Veneziano con ſingolar diligenza;
di mano di Giuſeppe Piamontini ſono le
due Statue rappreſentanti il Penſiero, e
la Fortuna Marittima, e di mano dell'
Andreozzi ſono l'altre due, che figurano
la Fedeltà, e la Navigazione.
Di Carlo
Marcellini è il San Domenico, e del Ca-
teni il San Franceſco, e le Medaglie di
bronzo dorato ſono di Maſſimiliano Solda-
ni Benzi; le due Inſcrizioni, che ſi vedo-
no ſotto i due Depoſiti, ſono dettate dall'
erudite penna del celebre Anton Maria
Salvini
.
Seguitano appreſſo, benchè con
ordine aſſai diverſo, altre Cappelle ador-
nate di belle Tavole, tralle quali è molto
ragguardevole quella del Giudizio d'Aleſ-
ſandro Allori, detto il Bronzino; quella
della Crocifiſſione dello Stradano: la quar-
1 ta di Pietro Perugino, o come altri voglio-
no, dell'Albertinelli.
La quinta ſotto l'or-
gano con l'Aſſunta, di mano di Ceſare Dan-
dini, e voltando alla Crociata, vi è la Cap-
pella con lunette, e ſoffitta dipinta a freſco
di ſtraordinario guſto, e perfezione da Bal-
daſſarre Franceſchini detto il Volterrano,
ed all'Altare vedeſi in un antica, e bella Ta-
vola dipinto San Zanobi, e altri due Santi
Veſcovi; ſegue la Cappella del Crocifiſſo
dipinta d'architettura da Giuſeppe Cha-
mant Loreneſe, col ſottoinsù di Vincenzio
Meucci; ſotto l'Altare conſervaſi il Corpo
di S. Florenzio martire.
E' poi aſſai vaga
la Cappella de' Tedaldi, eretta ad onore di
San Filippo Benizj, colla Tavola dipinta
dal Volterrano, e con alter pitture a fre-
ſco dell'Ulivelli.
Nel ricetto, che torna
accanto a queſta Cappella, e per cui ſi
alla Sagreſtia, è collocato un Buſto di ter-
ra cotta, rappreſentante l'effigie di detto
Santo in abito della Religione; e dall'in-
ſcrizione, che vi fu poſta ſotto, intagliata
in lavagna, ſi deduce, che fu egli donato
a quei Religioſi dalla Famiglia de' Guicciar-
dini, ſubentrata già nella Caſa de' Benizj,
de' quali era il Santo, ove ſi era conſer-
vato ab antiquo in loro mano ſino all'An-
1 no 1592. E da queſta effigie è ſtata forſe
ritratta quella d'argento, la quale ſi eſpo-
ne ogn'anno nel giorno di tal Feſta.
En-
trando nella Tribuna maggiore, vedeſi al
primo Altare la Natività di M. V. fatta da
Aleſſandro Allori, il di cui figlio Criſtofano
dipinſe il quadro laterale, che è quello di
ſotto in cornu Epiſtolae, tenuto in gran
pregio, gli altri poi ſono del Paſſignano,
e la volta è del Poccetti.
Nella ſeconda è il
San Michele di mano del Pignoni pittor
celebre
.
Nella terza la Tavola di Pietro
Perugino, ove è la Vergine con alcuni San-
ti
.
Nella quarta la Reſurrezzione di Criſto
d'Agnolo Bronzino.
La quinta Cappella
poi che fu già a proprie ſpeſe fabbricata da
Gio. Bologna, oltre l'eſſer tutta incroſtata
di pietre ſerene, e marmi, è ſtimabilmente
arricchita di Statue, Baſſirilievi di Bronzo,
e di tre Tavole, la prima delle quali in cor-
nu Epiſtolae
è del Paſſignano, ove dipinſe
la Reſurrezione, la ſeconda del Ligozzi, ove
eſpreſſe la Pietà, e la terza della Naſcita è
opera del Paggi.
Il Crocifiſſo è ammirabile,
fatto col modello dell'iſteſſo Gio. Bologna.

Paſſando alla feſta Cappella, la Tavola de'
Beati è di Niccolò Nannetti.
Nella ſettima è
del Paſſignano l'illuminazione del Cieco na-
1to. Nell'ottava Cappella ornata di marmi
vi è di mano di Giovanni Biliverti lo Spoſali-
zio di S. Caterina, e le pitture delle pareti,
e della Volta ſono del Vignali.
Nell'ultima
e nona Cappella evvi S. Anna con Maria, e
Gesù Bambino, e dai lati S. Filippo Benizi, e
S. Giuliana Falconieri, fattura d'Antonio
Donnini
.
La gran Tribuna di figura rotonda
con bella Cupola, e rilevata, fu fatta col di-
ſegno di Leon Batiſta Alberti nobile Fioren-
tino, a ſpeſe di Lodovico Gonzaga ſecondo
Marcheſe di Mantova, adornata nobilmente
di ſtucchi, e dipinta poi da Baldaſſar France-
ſchini, detto il Volterrano in età ſenile.
Ha
queſto inſigne Pittore dipinto la Vergine,
quando Aſſunta in Cielo vien coronata dal-
la Santiſſima Trinità; Intorno intorno ha di-
pinti i Patriarchi, i Profeti, e i Santi del
Teſtamento Vecchio, con alcuni altri del
Nuovo, che prima della Vergine erano
paſſati alla Gloria.
Finalmente in queſta
grand'opera è laudabile non meno l'inven-
zione, e il diſegno, che la vaghezza del co-
lorito
.
Corriſponde alla Cupola il Coro de'
Frati, i quali oltre al numero di cento, con
ſommo decoro, e con eſquiſitezza di canto,
vi celebrano gl'Uſizi Divini.
L'Altar mag-
giore è molto ricco e magnifico, ha il Cibo-
1 rio grande d'argento, di bellezza, e di pre-
gio conſiderabile; ſiccome un Paliotto pari-
mente d'argento con figure di baſſorilievo,
che ſolamente adopraſi nelle feſte ſolenni,
nelle quali, tanti ſono i vaſi, i doppieri, le
ſtatue, e gli ornamenti prezioſi che vi ſi ve-
dono, che certamente non hanno pari.
Sul
piano del Presbiterio poſano due Magnifici
Depoſiti di marmo, uno del Veſcovo An-
gelo Marzimedici, colla Statua al natura-
le di mano di Franceſco da Sangallo; e l'
altro del Senatore, e poi Sacerdote Donato
dell'Antella inſigne Benefattore della Chie-
ſa, ove la ſtatua è di Giovanbatiſta Foggini,
e l'inſcrizione del Senatore e Auditore Fi-
lippo Buonarroti.
Sceſo il Presbiterio nella
teſtate della Croce, vien la Cappella di San-
ta Giuliana Falconieri, ove ſi conſerva il
prezioſo ſuo corpo, è dedicata alla SS. Con-
cezione, e al preſente nobilmente rimo-
dernata è arricchita di finiſſimi marmi.
La
Tavola dell'Altare è di Vincenzio Meuc-
ci, di cui altresì è lo sfondo; le due late-
rali ſono di Giuſeppe Griſoni, del quale
è ancora la Santa Barbera, che ſi vede nel-
la Cappella a mano deſtra, appartenente al-
la nazione Tedeſca, e Fiamminga, ove ſono
due ritratti, che uno di Giovanni Stradano
1 celebre Pittore, e l'altro di Lorenzo Pal-
mieri
.
In faccia a queſta, vi è la Cappella
del Bandinelli Scultore eccellentiſſimo, di
cui vi è il ritratto, e la ſua ſepoltura.
Tor-
nando verſo la Porta vi è ſotto l'organo (il
di cui tendone è del Puglieſchi) una piccola
Cappella fatta col diſegno del Silvani, dove
all'Altare ſi trova una belliſſima copia ca-
vata dall'originale del Frate, eſiſtente nel
Palazzo de' Pitti, e lateralmente le figure
di due Profeti, che fur traſportati nella Gal-
lería, pure del medeſimo Autore.
Ne viene
la Cappella de' Peruzzi, la di cui Tavola è
dell'Ulivelli, rappreſentante S. Pellegrino
Lazioſi di queſto Ordine.
Nella ſeguente,
non vi è di oſſervabile altro che le pareti,
dipinte dal medeſimo Ulivelli.
La Cappella
che ne ſuccede, tutta ornata di marmi bian-
chi, e miſti, fu fatta col diſegno di Matteo
Nigetti; La tavola rappreſentante il marti-
rio di Santa Lucia, è di Iacopo Vignali, e
la Cupola è pregiatiſſimo lavoro del Vol-
terrano
.
Nell'altra appreſſo, vi è la Tavo-
la di Pietro Dandini, rappreſentante un fat-
to del Beato Giovacchino Piccolomini del
medeſimo Ordine.
Nell'ultima finalmente
ſi trova una Tavola di mano di Iacopo da
Empoli, che vi ha dipinto Maria Santiſſima
1 col Bambino, e a' piedi S. Niccolò, e altri
Santi, e le pareti ſono di Matteo Roſſelli.

Queſta Chieſa verſo la fine del paſſato ſeco-
lo fu adornata di ſtucchi, e pilaſtri incroſta-
ti di nobiliſſimi marmi con diſegno di Pier
Franceſco Silvani, del quale pure è l'Altar
maggiore, e la ſoffitta; i Medaglioni furon
dipinti a freſco da Piero Dandini, per legato
del detto Senatore dell'Antella.
In ſom-
ma ella è in tutte le ſue parti ragguar-
devole, vi è Foreſtiero, che non ſi porti
a viſitarla.
Il Convento poi è molto como-
do e magnifico per lo notabile accreſcimen-
to fattovi ultimamente; ed ivi pure ſon
degne d'eſſer vedute, la Libreria nuova-
mente fabbricata, perchè, oltre alla copia
de' Libri, vi ſi aggiungono molti ornamen-
ti, che la rendono ſingolare; come anche
nel Chioſtro interiore la Cappella della fa-
moſa Accademia del diſegno, per la Tavo-
la dell'Altare, che è d'Agnolo Bronzino,
e per due Quadri a freſco, cioè il S. Luca
Opera di Giorgio Vaſari, e l'altro di San-
ti di Tito con dodici Statue attorno tutte di
Scultori Accademici aſſai valenti.
Entrando
ora dall'altra lateral porta nel Chioſtro aſ-
ſai grande e vago, ſi vede ſopra la porta,
che va in Chieſa, la famoſa Madonna del
1 Sacco, dipinta da Andrea del Sarto con tut-
ta la perfezione dell'arte.
E' fama fra gl'
intendenti, che queſta ſia la miglior opera,
e più perfetta, che quel famoſo Artefice
conduceſſe
.
E in vero chiunque attentamen-
te la mira, reſta fuor di modo attonito per
lo ſtupore; ond'è, che Michel'Agnolo Buo-
narroti, ed il celebre Tiziano non ſi ſazia-
vano mai di rimirarla, e di commendarla in
eſtremo
.
L'altre Lunette del medeſimo Chio-
ſtro ſono ancor eſſe dipinte da eccellentiſ-
ſimi Artefici, e ſpecialmente da Bernardino
Poccetti, di cui ſono, non ſolo tutte quelle
delle due Navate, che fanno angolo alla già
detta di Andrea del Sarto, ma ancora nelle
altre due, ove cinque ſe ne ammirano di
Ventura Salimbeni, tre di Matteo Roſſel-
li, e due di Fra Arſenio Maſcagni.
Sono
in queſte effigiati i fatti più ſingolari de'
fette Fondatori, e ne' peducci delle volte i
Ritratti degli Uomini più inſigni dell'Ordi-
ne de' Servi.
In queſto Chioſtro è una gran
Cappella in volta, eretta gia dalla Fami-
glia Macinghi, della quale reſtano le Armi
negli angoli, che paſſata dipoi in quei Re-
ligioſi, ſerviva loro di Capitolo; ma ador-
nata da eſſi modernamente, ed abbellita di
Pitture a freſco per ogni parte, è ſtata de-
1 ſtinata al culto delle ſante Immagini de'
ſette Beati Fondatori del loro Ordine, di-
pinte in Tavole di aſſai antica, e ſemplice
maniera; e perchè ſono oggi le dette Im-
magini aſſai ſcolorite dal tempo, a fine di
meglio conſervarle, ſono ſtate unite tutte
inſieme in un Quadro, che poſa ſull'Alta-
re, ma ſpartite una dall'altra da un nuo-
vo ornamento riccamente dorato, e coper-
te di criſtalli.
Partendoſi da queſto Santua-
rio e entrando allato alla Loggia in verſo
Via della Colonna trovaſi ſubito la Compa-
gnia del Nicchio di bel diſegno e ſpazioſa
al di cui Altare ſta collocata una belliſſi-
ma Tavola di Lorenzo Lippi rappreſentan-
te il Martirio dell'Apoſtolo S. Iacopo.
E pro-
ſeguendo per la detta Strada ſi trova la Chie-
ſa delle Religioſe di S. Domenico dette degl'
Ora-
D 2 di-
do
D 3 mo,
ra-
D 4 drata
ta
no
to.
rio
ce-
col
Sac-
ſti-
ANGIOLINI, nella quale entrando trova-
ſi in mezzo alla pila dell'acqua ſanta un S.
Gio. Batiſta di bronzo fatto con modello
di Gio. Bologna, ſi vedono ſotto il Coro
cinque Lunette dipinte dal Cav. Curradi;
Vi ſono ancora due Altari, ove in quello
a man deſtra ſta collocata la bella Tavola
di S. Domenico opera di Matteo Roſſelli.

In faccia a queſto vi è l'Altare della Ma-
1 donna con gli Arcangeli S. Michele, e S.
Gabriele del medeſimo Curradi.
All'Altar
Maggiore vedeſi la Preſentazione di Maria
al Tempio, eccellente lavoro dal Puligo.
Di-
quì partendoſi, e voltando a ſiniſtra ſul pri-
mo canto ſi vede il Convento delle Mona-
che della
don-
CROCETTA dell'Ordine di S. Domenico.
La Chieſa di queſte nobili Religioſe fu al-
quanto accreſciuta e ornate nel 1757. col
diſegno di Luigi Orlandi, la Tribuna è dipin-
ta da Vincenzio Meucci.
Al deſtro Altare
ſta in grandiſſima Venerazione l'antica Im-
magine di Maria SS. avanti alla quale fa-
ceva i ſuoi fiduciali ricorſi la Venerabile Suor
Domenica dal Paradiſo Fondatrice, e Inſti-
tutrice di queſto illuſtre Monaſtero, e ne
riportava dalla gran Madre d'Iddio prodi-
gioſi ſoccorſi: gli Angeli dipinti nella Ta-
vola attorno al ſacro Tabernacolo fon ope-
ra di Giovanni Balducci.
In faccia a que-
ſto Altare vi è qnello della Crocifiſſione di
Criſto di mano di Franceſco Poppi.
All'Al-
tar Maggiore dal medeſimo Gio. Balducci
fu dipinta l'invenzione della S. Croce.
In
queſto Convento vi è il ſacro Depoſito del-
la Ven. Fondatrice mirabilmente incorrotto.
E In
1
In faccia a queſto Convento vedeſi il Pa-
lazzo o Caſino della fu Real Caſa de' Medici
con un nobil Giardino; infondo al quale è
una pittura ſtimatiſſima di Giovanni da S.
Giovanni, rappreſentante la fuga in Egit-
to
.
Fin dal principio del paſſato Secolo a-
bitava in eſſo Caſino la Principeſſa M. Mad-
dalena Figlia di Ferdinando I. col deſide-
rio di godere la ſanta converſazione di
quelle pie Religioſe; perciò con un ca-
valcavia lo fece unire al Convento, qua-
le fu anche accreſciuto di abitazioni per
la medeſima Principeſſa, che volle anco-
ra conviver con Eſſe, ed alla ſua morte
eſſervi ſeppellita.
In detto Caſino [che con
un lungo corritoio va a un coretto che rie-
ſce nella Chieſa della SS. Nunziata] vi
hanno a tal effetto in più tempi, abitato
altre Principeſſe della Sereniſſima Caſa.

Non mancano in queſta Chieſa più Corpi
Santi e molte inſigni Reliquie.
Di quì per
la breve traverſa, che ſi preſenta, entre-
remo in Via del Mandorlo ove ſta ſituato
il Convento delle Monache della Pietà dell'
Ordine di S. Domenico.
Di quì ſeguitan-
do, troveremo verſo la fine della Strada
la Caſa del celebre Pittore Federigo Zuc-
cheri, fatta con ſuo diſegno fabbricare per
1 propria abitazione, con una facciata di boz-
ze veramente bizzarra, e pittoreſca.
Vol-
tando a deſtra vedeſi il
pro-
PALAZZO del Marcheſe Franceſco Cappo-
ni, che è ſtato alzato in queſto ſecolo col
diſegno del Cavalier Carlo Fontana.
E`
queſto Palazzo uno de' maggiori della Cit-
, con facciata molto nobile, e di lunga
diſteſa
.
Entrati dentro ſi vede la grande e
magnifica Scala aperta, ornata di ſtatue,
e ſtucchi, e colla gran Volta dipinta da
Matteo Bonechi: Vi ſono nobiliſſimi appar-
tamenti con Pitture, e addobbi ricchiſſimi,
e d'ottimo guſto.
Nella Sala ſono dipin-
te dal medeſimo tre Storie di fatti illuſtri,
operati da alcuni de' Capponi, che ſono
molto celebri, e ſi può ſcendere da altra
ſcala molto comoda e bella, che di giù
conduce fino alla ſommità del Palazzo, a
cui è unito un vaſto, e delizioſo Giardino
con nn bel Salvatico e Uccelliera nobiliſ-
ſima
.
Quaſi in faccia vi è il
PALAZZO de' Marcheſi Guadagni aſſai va-
go, e di bella Architettura, e fornito di
copioſa Libreria, e di vari buſti antichi, e
rare ſculture.
Nell'ingreſſo del quale ſi
1 ammira lo ſtupendo Sfondo del Volterrano,
rappreſentante S. Martino a cavallo, che
la metà del ſuo mantello al Povero,
opera a freſco in ogni genere inſuperabile.

Di quì tornando indietro trovaſi la
E 2 am-
COMPAGNIA DELLA SS. ANNUNZIATA la qua-
le oltre una Loggetta riquadrata ricca di pit-
ture a freſco di Bernardino Poccetti ed altri
eccellenti Pittori, ha un belliſſimo Quadro
all'Altare d'Aleſſandro Allori, e varie lu-
nette degl'iſteſſi Autori in giro alla Chie-
ſa
.
Di quì eſcendo trovaſi la cantonata di
Via della Crocetta nella quale voltando ve-
deſi a ſiniſtra un Tabernacolo di gran ſti-
ma opera del Francabigio, ma molto gua-
ſto dal tempo, e del medeſimo è la Tavo-
la della Compagnia di S. Giob li appreſſo.
In breve diſtanza, per la detta Via, ſta la
Compagnia degl'Orefici, ove al loro Al-
tare è collocata una belliſſima Tavola rap-
preſentante S. Eligio Orefice, che moſtra
al Re Clodoveo nella propria officina il
ſuo lavoro, da Eſſo ordinatogli, opera ſin-
golariſſima di Iacopo da Empoli.
Accanto
alla detta Compagnia vi è l'Accademia del
diſegno, ſopra la di cui porta vi è l'Ar-
me di S. A. R. In eſſa, cioè nella ſtanza
1 del nudo ſta collocato uno ſtupendo torſo
del Buonarroti.
Paſſato queſta ne ſegue il
Convento delle Rev. Mantellate dell'Or-
dine de' Servi, nella di cui piccola Chieſa
vi è all'Altare il quadro di Santa Giulia-
na Falconieri Fondatrice delle medeſime di-
pinto da Mr. Anticus Pittore Olandeſe, e
l'Architettura della Soffittà é del Pintucci.

Seguitando per detta Strada, prenderemo
a man ſiniſtra verſo la Porta a Pinti preſ-
ſo alla quale vedeſi il bel
del
PALAZZO E GIARDINO de' Conti della Ghe-
rardeſca, che fu già di Bartolommeo Scala
Storico Fiorentino, ma creſciuto, ed ab-
bellito aſſai da queſti Signori, è arrichito
di nobili ſuppellettili e Pitture.
Di contro
a queſto è il
GIARDINO del Duca Salviati molto deli-
zioſo; e poco lontano tornando indietro ſi
trova il
COLLEGIO de' Padri Geſuiti, dove fanno
il terzo anno di Noviziato i Padri della
Provincia Romana, nella loro Chieſa li due
Quadri laterali, cioè S. Ignazio, e S. Fran-
ceſco Saverio ſono del Prete Franceſeo Bo-
ſchi, ſeguita il
1
PALAZZO de' Marcheſi Ximenes d'Arago-
na ancor eſſo di buona capacità, e con de-
lizioſo Giardino, ora in gran parte abbel-
lito, e rimodernato.
Accanto a queſto è un
piccolo Convento di Nobili Religioſe Sil-
veſtrine, nella di cui piccola Chieſa vi è
all'Altar Maggiore un quadro rappreſentan-
te S. Silveſtro Papa che adora Maria SS. in
gloria dipinto per mano del Venerabile Sa-
cerdote Prete Franceſco Boſchi in tempo
che vi fu Confeſſore ed era anco Pittore
eccellente
.
Non molto lungi per queſta Via
trovaſi il celebre Monaſtero e Chieſa di
E 3 PA-
SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI.
Nell'ingreſſo di queſta Chieſa ſi vede a man
deſtra la belliſſima Cappella de' Neri, che
ben può dirſi tale per le Pitture di Bernar-
dino Poccetti, il quale, ſe in ogni opera
ſua ſi moſtrò ſingolare, in queſta ſpecial-
mente ſuperò ſe medeſimo.
Ammirano gl'
intendenti, ſopra d'ogni altra coſa, la bel-
la Cupoletta, ove è dipinto il Paradiſo,
perchè in eſſa ſono innumerabili le figure
de' Santi, ma così bene, e con tal arte di-
ſpoſte, che la moltitudine non genera con-
fuſione, ma reca diletto, e vaghezza.
All'
Altare di detta Cappella è una Tavola del
1 Paſſignano; e finalmente non vi manca or-
namento, che la poſſa render più vaga.

Paſſando per un Cortile ſi entra in Chieſa,
la Soffitta della quale è tutta dipinta da Ia-
copo Chiaviſtelli.
Ha una ſola Navata,
ma però ripartita in varie Cappelle, in
ciaſcuna delle quali ſi vedono Tavole di
Pittori aſſai ragguardevoli, delle quali la
prima a mano deſtra è opera vaſta e am-
mirabile di Carlo Portelli da Loro, rap-
preſentante S. Romolo, che vien condotto
al martirio.
Nella ſeconda vi è la Viſita-
zione di S. Eliſabetta di Domenico Ghir-
landaio
.
Nella terza è di mano di Loren-
zo di Credi, eſpreſſa Maria Santiſſima, S.
Giuliano, e S. Niccolò.
Nella quarta di Ia-
copo da Pontormo è la Vergine col Bambi-
no Gesù, S. Bernardo e altri Santi.
Sopra
la quinta Cappella in una gran tela è rap-
preſentato San Luigi Gonzaga in gloria,
da Atanaſio Bimbacci.
All'Altare della Ma-
donna evvi la Nunziata, fatta da Sandro
Botticelli
.
All'ultimo Altare è un Crocifiſ-
ſo ſcolpito in legno, opera ſtimabile di Ber-
nardo Bontalenti.
Quindi ne ſegue la Cap-
pella maggiore, ricchiſſima in vero, e de-
gna in ogni ſua parte di tutta l'ammira-
zione, nella quale ſta ripoſto il Sacro Cor-
1 po di Santa Maria Maddalena de' Pazzi No-
bil Fiorentina.
Ella è tutta incroſtata di
marmi miſti de' più nobili, e de' più vaghi,
che in tali Edifizj s'adoprino.
Sono fra gli
altri ornamenti molto ammirabili, dodici
Colonne di diaſpro di Sicilia, i capitelli,
e imbaſamenti delle quali ſon di bronzo do-
rato
.
In alcuni ovati ſi vedono Baſſirilievi
parimente di bronzo, eſprimenti i fatti più
ſegnalati della Santa, e queſti ovati ſon
retti da alcuni Angioletti di marmo, del
Marcellini
.
Nelle quattro nicchie ſono quat-
tro Statue di marmo, che figurano le quat-
tro Virtù ſingolari, che riſplenderono
in queſta Vergine.
La Tavola dell'Altar
maggiore è di Ciro Ferri, di cui è il diſe-
gno, e l'Architettura della Cappella.
L'al-
tre due Tavole laterali ſono di mano di
Luca Giordano, e la Cupola è opera di Pie-
ro Dandini, ambedue Pittori famoſi.
In ſom-
ma non vi è coſa, che non ſia ragguar-
devole, e di gran pregio, avendo fatto a
gara, per abbellire queſto Sacrario, l'e-
ſquiſitezza dell'opere, e la ricchezza e no-
biltà de' materiali.
Tornando ora in verſo
la porta, nella prima Cappella vi è una
Tavola del Cavalier Curradi, ove ha di-
pinto S. Maria Maddalena de' Pazzi, che
1 riceve il velo da Maria SS. e dall'uno, e
dall'altro lato, due virtù rappreſentanti la
Carità, e la Verginità della Santa.
Il ten-
done dell'Organo, in cui vedeſi la detta
Santa comunicata per mano di Noſtro Si-
gnore, è opera di Gio. Batiſta Cipriani.

Nella ſeconda vi è la Beata Vergine, con
S. Pietro e S. Giacomo Apoſtoli.
Nella ter-
za una Statua di legno colorito, rappre-
ſentante S. Baſtiano, e dai lati, due Santi,
di Raffaellino del Garbo.
Nella quarta vi
è di Santi di Tito l'orazione nell'Orto.

Nella quinta dal Beato Giovanni Angelico
con mirabile diligenza è dipinta l'incoro-
nazione di Maria.
Nell'ultima, di Coſimo
Roſſelli è la Madonna, S. Maria Maddale-
na Penitente, e S. Bernardo.
Il Monaſtero
abitato da nobili Vergini è amplo e magni-
fico, con un vaſto e vago Giardino.
Ripi-
gliando il cammino, troviamo il Monaſte-
ro di
Paf-
E 4 po
ri-
SANTA MARIA DI CANDELI, colla Chie-
ſa tutta rifatta di nuovo di ſtucchi dorati,
col diſegno di Giovan Batiſta Foggini, ove
merita di eſſere ſingolarmente oſſervata la
Tavola dell'Altar maggiore rappreſentante
l'Aſſunzione di Maria SS. mirabilmente con-
1 dotta dal celebre Anton Domenico Gabbia-
ni; oltre le altre tutte di valenti Pittori,
la prima delle quali a mano deſtra è di Fran-
ceſco Botti.
La ſeconda del Croeifiſſo d'
Aleſſandro Gherardini.
A ſiniſtra la prima
ov'è il Tranſito di S. Giuſeppe è di Tom-
maſo Redi; la ſeconda di Franceſco Sode-
rini
.
Quindi per la ſtrada detta di Pinti, è
oſſervabile l'ampia
dot-
ABITAZIONE già de' Caccini, oggi del Ver-
naccia, a cui è unito un delizioſo Giardi-
no, e andando avanti s'incontra l'
ABITAZIONE del Balì Roffia, che ha la
facciata di vago diſegno, di Giovan Bati-
ſta Foggini, rimpetto alla quale è l'abita-
zione de' Paoli, ora de' Mormorai fatta
col diſegno del Sadler.
E poi per Via di
Mezzo ſi giugne alla Parrocchial
CHIESA DI SANT' AMBROGIO, dove abita-
no Monache dell'Ordine di S. Benedetto.
Una delle coſe da oſſervarſi in queſta, è la
Cappella del Miracolo, detta così, perchè in
eſſa conſervaſi parte del Sagramentato San-
gue di Noſtro Signore, ritrovato in un Ca-
lice, dove da un Sacerdote per inavver-
1 tenza era ſtato laſciato del Vino conſagra-
to, che in Sangue convertito, miracoloſa-
mente comparve anche agli occhi dei riguar-
danti, eſſendo ciò accaduto l'Anno di no-
ſtra ſalute 1230.
Vi ſono in queſta Chieſa
alcune Tavole degne di ſtima.
Quella al-
la Cappella del Roſario è del Paſſignano;
l'altra della Viſitazione è opera d'Andrea
Boſcoli
.
Nella Sagreſtia è di gran pregio
l'incoronazione della Madonna, degno la-
voro di Fra Filippo Lippi.
Accanto al pul-
pito è di Franceſco Boſchi il S. Benedet-
to con due Sante genufleſſe.
Il S. Baſtia-
no di rilievo è d'Andrea Comodi, che vi
è ſepolto.
Di Maſaccio è la piccola Tavo-
la a tempera, rappreſentante S. Anna con
Maria, e il Bambino.
In ultimo quella del-
la SS. Nunziata, è di mano di Vincenzio
Dandini
.
Vi è ancora ſepolto in queſta Chie-
ſa il celebre antico Architetto detto il Cro-
naca, che ereſſe in queſta Città magni-
fiche Fabbriche; ſiccome nella Sepoltura de'
Cioni giace Andrea del Verrocchio egregio
Scultore, e maeſtro di Leonardo da Vinci.

Paſſato queſta Chieſa in poca diſtanza tro-
vaſi il Convento delle Nobili Religioſe di
ten-
SANTA TERESA di ſtrettiſſima oſſervanza,
1 la di cui Chieſa fu edificata col diſegno
di Giovanni Coccapani in forma eſagona,
con ſua cupoletta ben inteſa nelle propor-
zioni, e nei lumi.
Entrando in eſſa trovaſi
a man deſtra una Cappella con Tavola del
Vignali rappreſentante S. Franceſca Roma-
na: più oltre evvi la Cappella di S. Gio-
vanni della Croce, con Tavola di Pier Dan-
dini: A man ſiniſtra vi è la Tavola del Cro-
cifiſſo dipinta da Iacopo Confortini.
Segue
la Cappella della Madonna di Savona, fat-
ta in baſſo rilievo, che da Genova nel 1630.
portaron ſeco le Fondatrici.
Ne viene l'
Altar maggiore, ove il Cav.
Curradi di-
pinſe Santa Tereſa, che da Maria SS. gli
vien preſentato il S. Bambino.
E` da ſaperſi,
che nel ſotterraneo di queſta Chieſa, oltre
le venerabili oſſa di molte Religioſe mor-
te in odore di ſantità, vi ſi conſerva il corpo
della Sereniſs. Violante di Baviera Gran Prin-
cipeſſa di Toſcana, ſeppellitavi, giuſta la ſua
volontà, ai 30. di Maggio 1731. la quale
dopo la morte del Gran Principe Ferdinan-
do ſuo Conſorte, faceva più volte fra l'
anno, tra quelle pie Religioſe, i ſuoi de-
voti ritiri, con grandiſſima edificazione del-
le medeſime.
Di quì tornando indietro,
proſeguiremo verſo Via Ghibellina, ove tro-
veremo l'
la
ABI-
1
ABITAZIONE de' Buonarroti, celebre per
eſſere ſtata del Divin Michelagnolo, di cui
conſervano alcune opere, e per la Galleria
fatta fare da Michelagnolo il giovane di lui
pronipote tanto inſigne letterato, che l'ar-
ricchì di Pitture, e di coſe rariſſime.
Ed
in faccia il
PALAZZO della Famiglia del Sera edifica-
to col diſegno di Piero Giovannozzi.
E po-
co dopo dall'iſteſſa parte la
CASA del Dott. Giovanni Targioni Toz-
zetti, il quale ha raccolto un abbondan-
tiſſimo Muſeo di Iſtoria naturale, e di-
poi il
PALAZZO de' Baldinucci, che nel Cortile
ha una fonte colla ſalubre acqua di Santa
Croce
.
Indi ſi trova il
PALAZZO de' Conti Strozzi, che ha l'in-
greſſo principale nella ſtrada detta il Mer-
cato di
SAN PIER MAGGIORE, la facciata, e Log-
gia della qual Chieſa tutta di pietre ſere-
ne, è molto vaga, e di belliſſima Archi-
1 tettura, ideata da Matteo Nigetti. Sono
in queſta Chieſa molte Tavole di Pittori
eccellenti, e ſpecialmente nella prima Cap-
pella entrando a man deſtra è una Nun-
ziata aſſai bella, di mano del Francabigio.

Nella ſeconda è una Tavola di Raffaellino
del Garbo, eſprimente Maria SS. col Bam-
bino, S. Franceſco, e S. Gio. Gualberto.

Nella terza ſi vede S. Pietro, che riſana lo
Storpiato alla porta del Tempio, opera di
Coſimo Gamberucci.
Nella quarta Tomma-
ſo da S. Friano dipinſe la Viſitazione di S.
Eliſabetta; nella quinta ſta collocata in gran
venerazione un'immagine del Crocifiſſo, che
ſecondo il Borghini è di Baccio da Mon-
telupo
.
In teſta della Crociata alla Cap-
pella Palmieri è di Sandro Botticelli la
Tavola dove è dipinto il Paradiſo, con mol-
titudine di Angeli.
Volendo poi brevemen-
te uſcir dalla vicina porta, vedraſſi un Ta-
bernacolo degno di grande ſtima, dipinto a
freſco da Pietro Perugino, rappreſentante
il divin Padre col ſuo unigenito morto nel-
le braccia ma dall'ingiurie del tempo aſ-
ſai danneggiato.
Rientrando in Chieſa ſi
trova la nobil Cappella degli Albizzi, la di
cui Tavola rappreſenta il martirio di S. Ce-
cilia, opera del Volterrano.
Nella volta di
1 queſta Cappella adorna di ſtucchi meſſi a
oro, è degno di ſomma ammirazione un
piccolo sfondo di mano di Anton Domeni-
co Gabbiani, ove ha eſpreſſa l'Aſcenſione
di Criſto al Cielo, la di cui figura con
rigoroſo ſcorto fa conoſcere agli intenden-
ti il profondo ſapere dell'Autore.
Nella ſe-
guente è aſſai degna di ſtima la Tavola di
Lodovico Cigoli, rappreſentante l'adora-
zione de' Magi.
Ne ſegue la Cappella mag-
giore, fatta col diſegno di Gherardo Sil-
vani
.
Il Ciborio di marmo è opera di Gre-
gorio da Settignano.
In Coro le Pitture ſo-
pra l'Organo ſono di Niccodemo Ferrucci.

Sotto il Cornicione a man dritta dipinſe Fab-
brizio Boſchi i SS. Apoſtoli Pietro, e Pao-
lo, quando ſeparanſi per andare al marti-
rio
.
Dalla ſiniſtra fu rappreſentata da Mat-
teo Roſſelli la conſegna delle chiavi fatta
da Criſto a San Pietro.
Seguitando l'ordi-
ne delle Cappelle, trovaſi nella prima la Ta-
vola di Valerio Marucelli Piſano, che vi ha
anch'eſſo eſpreſſa l'adorazione dei Magi.

Nella ſeconda per la quale s'entra in Sa-
greſtia, vi è all'Altare una Tavola di Pi-
ſello Piſelli, di mano del quale Autore è an-
che la ſuſſeguente.
Nella quarta, è una
Tavola del Cav. Curradi, rappreſentante
1 San Giuſeppe col Bambino Gesù. Nella
quinta vedeſi dipinta l'Aſſunzione di Maria
con San Tommaſo Apoſtolo, opera degna
di molta ſtima di Franceſco Granacci.

Nella ſeſta vi è un Quadro, ove Mario
Balaſſi ha effigiato il buon Ladrone.
Nella
ſettima vi è dipinto da Franceſeo Conti
S. Antonino che reſuſcita una fanciulla.
Nell'ottava il Criſto con diverſi Santi è di
Lorenzo di Credi.
La nona ha una Tavo-
la di un buon autore antico, di cui non
è certo il nome.
Ripoſa nella ſeguente
il corpo del Beato Gio. da Veſpignano.
Vedeſi nell'altra una Tavola parimente an-
tica di cui è incognito l'autore.
Nell'ul-
tima evvi una Tavola di Aleſſandro Ghe-
rardini
.
Nei pilaſtri delle Navate ſono di-
pinti i SS. Apoſtoli, parte de Paſſignano,
e parte a Orazio Eidani.
E' oſſervabile il
Depoſito del famoſo Senator Vincenzio da
Filicaia nella ſua Cappella a man ſiniſtra
con l'inſcrizione di Benedetto Averani.

Poco diſtante da queſta Chieſa per il Bor-
go degli Albizzi trovaſi il
tet-
que-
San
PALAZZO degl'Aleſſandri, modernamen-
te accreſciuto ſull'antico diſegno, e deco-
rato di nobili, e ricchi appartamenti.
Po-
1 co diſtante dalla parte oppoſta vedeſi il
co
PALAZZO del Marcheſe Albizzi, e dipoi il
PALAZZO Valori, paſſato già ne' Guicciar-
dini, ed oggi negli Altoviti; nella faccia-
ta del quale ſopra varj Pilaſtri ſi vedono
ſcolpiti in marmo i Ritratti di quindici Uo-
mini illuſtri di queſta noſtra Città, a foggia
de' Termini degli Antichi.
Gli uomini illu-
ſtri ſono gli appreſſo, cioè; nel primo or-
dine da baſſo l'Accurſio, il Torrigiano,
Marſilio Ficino, Donato Acciaiuoli, e Pier
Vettori: nell'ordine di mezzo, Amerigo
Veſpucci, Leon Batiſta Alberti, Franceſco
Guicciardini, Marcello Adriani, e Don Vin-
cenzio Borghini: Nel ſuperiore, Dante, Pe-
trarca, Boccaccio, Monſig. Giov. della Ca-
ſa, e Luigi Alamanni, Quivi in mezzo della
via è una laſtra di marmo, poſta in memo-
ria dell'inſigne miracolo di San Zanobi
operato in queſto luogo, nell'aver riſuſci-
tato un Fanciullo.
Appreſſo ſono le
ABITAZIONI de' Montalvi, e de' Pazzi,
ambedue diſegno dell'Ammannato, e dipoi
vi ſono i
F PA-
1
PALAZZI, l'un dirimpetto all'altro, ambe-
due di ſtraordinaria bellezza, e ambedue pu-
re della Famiglia degli Strozzi.
Quello di
più antica maniera ſi crede gia alzato col di-
ſegno del Brunelleſco, ora acquiſtato, e re-
ſtaurato dalla Famiglia Quarateſi, e fu per
l'avanti della Famiglia de' Pazzi, e facen-
do ivi angolo, colla loro Arme in fronte,
ſi appella perciò da remotiſſimo tempo il
Canto de' Pazzi.
Il più bello però è quel-
lo, che per anco non è terminato.
Fu fab-
bricato col diſegno dello Scamozzi; nelle
Opere del quale pubblicate colla ſtampa, ve-
deſi delineato.
Le fineſtre a terreno ſono
del Buontalenti, e del Caccini è il Porto-
ne principale.
La facciata di verſo il Bor-
go degli Albizzi è fatto col diſegno del
Buontalenti, ed è così bene inteſa, che i
Profeſſori non ceſſano di lodarla.
Il Corti-
le del medeſimo Palazzo è fatto con diſe-
gno di Lodovico Cigoli, dal qual poſto,
poco diſtante ſi trova la
BADIA FIORENTINA, dove abitano Mona-
ci Caſſinenſi dell'Ordine di S.Benedetto, così
chiamata per antonomaſia, per eſſere ſtata
la prima Badia di Monaci fondata in Firenze.

La Conteſſa Willa Madre, col Conte Ugo
Marcheſe di Brandemburgo, e Vicario d'Ot-
1 tone Terzo Imperadore in Toſcana, moſſa da
inſpirazione divina, a proprie ſpeſe fecela
fabbricare, ed ella, ed il Figliuolo la do-
tarono di ricchiſſime rendite.
Onde, in ſe-
gno di gratitudine verſo il detto Conte Ugo
loro Benefattore, introduſſero poi quei Mo-
naci da gran tempo addietro, e continova-
no tuttavia il coſtume di far celebrare ogni
anno da un Giovane nobile l'Orazione in
ſua lode dopo la Meſſa grande nella mattina
di S. Stefano Protomartire, antichiſſimo Con-
titolare di detta Badia, già fondata ſotto il
principal Titolo di S. Maria.
Il ſuo princi-
pio fu intorno al 990. fu poi nell'anno 1285.
col diſegno d'Arnolfo, grandemente reſtau-
rata, ma nel paſſato ſecolo, col diſegno di
Matteo Segaloni rinnovata quaſi da' fonda-
menti, ſi è renduta vaga oltremodo, quan-
tunque molto vi reſti da fare, per ridurla
alla total perfezione, di quella parte però,
che terminata ſi vede, coſa più magnifi-
ca, meglio inteſa ſi può mai deſiderare.

Alla nobiltà dell'Architettura corriſponde
l'eleganza degli ornamenti.
Dalle due parti
laterali ſi vedono due Terrazzini di pietra,
con vaghi intagli dorati.
Sopra di quello a
man deſtra è ſituato l'Organo, e ſopra l'al-
tro a ſiniſtra, una Tavola, dove è dipinta
1 Maria Vergine Aſſunta, di mano di Giorgio
Vaſari, la quale al tempo del Bocchi era
poſta ſull'Altar maggiore.
E` parimente di
molto pregio la Soffitta, tutta fatta di fi-
niſſimo intaglio.
La Tribuna, ſotto la quale
è il Coro de' Religioſi, è dipinta da Giovan-
ni Ferretti, e parimente è pittura del me-
deſimo il Martirio di S. Stefano ſopra l'Alta-
re Maggiore.
Le Tavole delle Cappelle ſono
ancor eſſe di gran bellezza, e valuta.
Quel-
la di S. Mauro a man deſtra è fatta da Ono-
rio Marinari Pittor ſtimatiſſimo; ſiccome ſo-
no oſſervabili le pitture di tutta la Cappella
colorite da Vincenzio Meucci.
Segue l'al-
tra di Batiſta Naldini, ove ſi rappreſenta la
Venuta dello Spirito Santo.
A man ſiniſtra
di mano del medeſimo ſi vede dipinto un
Criſto, che porta la Croce al Calvario, e
nella Cappella dirimpetto a queſta evvi una
Tavola di mano di Filippo Lippi, in cui ve-
deſi S. Bernardo effigiato con ſingolar dili-
genza
.
Sono eziandio conſiderabili tre Se-
polcri d'Uomini ſegnalati; il primo ſi è del
mentovato Conte Ugo principal benefatto-
re di queſta Chieſa.
Furono ſcolpiti i marmi
di queſto Sepolcro da Mino da Fieſole, e
riuſci tutta l'opera di maraviglioſo artifizio:
il ſecondo è del Cavaliere Bernardo Giugni:
1 e il terzo di Giannozzo di Agnolo Pandolfi-
ni Cavaliere di gran nome in tempo di Re-
pubblica, la cui Famiglia è padrona della
Cappella, o Tribuna, ſituata preſſo al Veſti-
bolo di queſta Chieſa, prima di uſcire dalla
quale ſi deve oſſervare in Sagreſtia il gran
quadro, che prima ſtava poſto interiormen-
te ſopra la porta, di mano di Fra Bartolom-
meo Domenicano.
E poco diſtante da que-
ſta Chieſa trovaſi la
to-
F 2 Ma-
e il
CHIESA NUOVA DE' PADRI DELL'ORATORIO
DI S. FILIPPO NERI, la quale dee ſervire per
Oratorio, quando ſarà fabbricata la Chieſa
grande
.
Fu queſta fatta col diſegno di Ghe-
rardo Silvani, e modernamente è ſtata ar-
ricchita di varj ornamenti di Pittura, e di
Scultura di eccellenti Profeſſori.
Vedeſi alla
prima Cappella S. Franceſca Romana, co-
municata da S. Pietro Apoſtolo, opera del
Pinzani
.
Nella ſeconda di mano di Aleſ-
ſandro Gherardini è il Gesù morto, con
la Vergine addolorata.
Nella terza la Sa-
cra Famiglia, dipinta da Tommaſo Redi.

All'Altar maggiore vi è una Tavola di An-
ton Puglieſchi, e la Tribuna di Niccolò
Ladi
.
Segue la Tavola del Crocifiſſo, di
Matteo Bonechi.
La Tavola poi, che oggi ſi
1 vede all'Altar di S. Filippo, è di mano del
celebre Anton Domenico Gabbiani.
L'ulti-
ma è di Gio. Antonio Pucci, rappreſentante
la Preſentazione di Maria al Tempio.
Lo
Sfondo in mezzo alla bella Soffitta è del
detto Bonechi.
La Tela che copre l'Organo
è del Soderini.
I Baſſirilievi di marmo, ſono
parte di Antonio Montauti, e parte di Gio-
vacchino Fortini, di cui ſono anche le Sta-
tue
.
In Sagreſtia è un Quadro molto ſtima-
to di Giovan Maria Morandi.
La facciata di
queſto Oratorio, che è tutta lavorata di
pietra forte adornata di alcune figure di
marmo, è ſtata modernamente condotta a
fine col diſegno di Ferdinando Ruggieri.

Vedeſi avanti la medeſima il
F 3 ve-
PALAZZO de' Gondi, che ha la Facciata di
pietre a bozza molto nobile, e ſignorile,
diſegno di Giuliano da S. Gallo, che nella
bella Sala vi fece un Cammino di baſſirilie-
vi di gran perfezione, che per quanto non
uſino oggi in ſimili luoghi, merita di ſtarvi,
e di eſſere ammirato, e lodato non poco.

Di dove ſi paſſa alla
PIAZZA DEL GRANO, così chiamata, atte-
ſochè in un loggiato aſſai comodo, di Ar-
1 chitettura Toſcana, vendeſi il grano pubbli-
camente, e di quì proſeguendo, e al primo
canto volgendo a man ſiniſtra, trovaſi l'an-
tichiſſima
chi-
CHIESA PARROCCHIALE DI S. REMIGIO,
qual'è a tre navate, con archi di ſeſto acu-
to
.
La SS. Nunziata, che è al primo Altare
a man deſtra, è di Franceſco Moroſini, al
ſecondo lo Spoſalizio della Madonna di Do-
menico Martinelli, al terzo vi è dal Sagre-
ſtani dipinta Maria Santiſſima, e alcuni San-
ti
.
Paſſato l'Altar maggiore trovaſi la Cap-
pella della Concezione con la Tavola dell'
Empoli; ne fegue l'Altare di S. Leonardo
dipintovi dal detto Moroſini, del quale di-
ceſi, che ſia anco il Martirio di S. Sebaſtia-
no, paſſato l'Altare del SS. Crocifiſſo.
Di
quì partendo, prendaſi per il medeſimo vi-
colo, e voltando a ſiniſtra verſo il canto a'
Soldani, ſi trova la Chieſa, e Convento de'
Padri Agoſtiniani di
S. IACOPO TRA' FOSSI, dove non trove-
remo già le belle Tavole d'Andrea del Sar-
to, che tanto eloquentemente furono cele-
brate dal Bocchi, e da varj Scrittori di pri-
mo grido, avvegnachè furono già le medeſi-
1 me traſportate nel Real Palazzo, eſſendovi
ſolo reſtata di eſſo quella, che da giovane
dipinſe, ove rappreſentò l'apparizione di
Criſto in forma di Ortolano alla Maddalena:
troveremo bensì le Copie delle medeſime,
una delle quali, ove ſono eſpreſſi ſei diverſi
Santi, è così bella, che ſebben copia, è non-
dimeno tenuta in gran pregio; il quadro
della Soffitta è vagamente colorito dal Ghe-
rardini
.
Da queſta Chieſa ſi può andare per
due ſtrade alla Piazza, e Chieſa di S. Croce,
che una detta Via de' Benci, dov'è l'anti-
co Palazzo de' Peruzzi, poi de' Celleſi, do-
ve abitò l'Imperadore Paleologo, quando
intervenne al Concilio Fiorentino, e l'altra
detta Borgo S. Croce, nella quale ſono
buone Fabbriche, ed in ſpecie il
F 4 me
PALAZZO de' Corſini, che ha molte belle
Statue antiche nel Cortile; e quello de' Di-
ni ricco di Pitture, ſpecialmente di Santi
di Tito, ed una ſingolariſſima d'Andrea del
Sarto
.
Vi ſono le abitazioni de' Diacceti,
ove ſono molte Pitture di Giorgio Vaſari.

I Palazzi degli Spinelli, dei Conti Bardi,
e de' Morelli.
Giunti in fondo alle quali,
vedraſſi la Chieſa di
SAN-
1
SANTA CROCE de' Frati Minori Conven-
tuali
.
In queſto Tempio aſſai grande e magni-
fico, lungo dugentoquaranta braccia, e lar-
go ſettanta, s'entra per tre porte di faccia,
e ſu quella di mezzo oſſerveremo una Sta-
tua di bronzo, opera di Donatello, che rap-
preſenta S. Lodovico Arciveſcovo di Toloſa,
Fu queſto Tempio fabbricato intorno all'an-
no 1294. col diſegno di Arnolfo, che fu l'
Architetto del Duomo, benchè dipoi reſtau-
rato col diſegno di Giorgio Vaſari.
La mag-
gior parte de' Foreſtieri concorre a queſta
Chieſa, tirata dal deſiderio di rimirare quel-
le belliſſime Tavole, che l'adornano, nelle
quali la Paſſione tutta di Noſtro Signore, e
la ſua Morte, e Reſurrezione è ſtata mirabil-
mente rappreſentata da' primi Artefici di
quei tempi.
Ora facendoci dalla Porta di
mezzo, benchè l'ordine dell'iſtoria richie-
deſſe cominciare d'altrove, nella prima Ta-
vola, che ſi trova a man deſtra, allato alla
ſuddetta Porta è dipinta la Depoſizione di
Croce di Noſtro Signore, di mano di Fran-
ceſco Salviati; la ſeconda dov'è la Crocifiſ-
ſione è di Santi di Tito; appreſſo alla qua-
le è il famoſo Sepolcro di Michelagnolo
Buonarroti Gentiluomo Fiorentino, Sculto-
re, Pittore, ed Architetto di gran nome,
1 e di grand'eccellenza, che non vi ha
lingua, che le ſue lodi poſſa baſtevolmente
ſpiegare; egli fu ancora nella Poeſia di ſqui-
ſitiſſimo guſto.
Vedonſi a piè dell'Urna tre
belle Statue di marmo, che rappreſentano
la Scultura, l'Architettura, e la Pittura in
atto compaſſionevole, e meſto: e ſopra l'Ur-
na, la teſta, ed il buſto di marmo del Buo-
narroti
.
Fu queſt'opera fatta da tre maeſtri,
cioè Giovanni dell'Opera, Valerio Cioli, e
Batiſta del Cavaliere, del primo de' quali è
la Statua dell'Architettura, del ſecondo
quella della Scultura, e del terzo quella
della Pittura; e di lui è pure il Ritratto di
Michelagnolo
.
Sono dipoi oſſervabili le me-
morie del dottiſſimo Antiquario Senator Fi-
lippo Buonarroti: e del famoſo Bottanico Pie-
tro Micheli.
Segue la terza Cappella, dov'è
dipinto da Giorgio Vaſari, Criſto quando
porta la Croce al Calvario: la quarta Ta-
vola rappreſenta l'Ecce Homo, ed è fattura
di Iacopo di Meglio.
Aleſſandro del Barbie-
re dipinſe la quinta, in cui ſi figura la Fla-
gellazione alla Colonna; la ſeſta dov'è di-
pinto Noſtro Signore quando fa Orazione
nell'Orto, è opera di Andrea del Minga;
appreſſo la quale è la Cappella de' Caval-
canti, ove ſi ammira ſcolpita in macigno la
1 Vergine Annunziata dall'Angiolo, fatta con
ſingolare artifizio dal celebre Donatello; ed
allato vi è il Sepolcro di Leonardo Aretino,
inſigne Scrittore d'Iſtorie, il tutto egregia-
mente ſcolpito da Bernardo Roſſellino, di-
ſcepolo di Donatello: la Madonna però, che
ſopra vi ſi vede è d'Andrea Verrocchio.

Finalmente la ſettima Cappella ha una Ta-
vola già cominciata dal Cigoli, e finita dal
Biliverti, in cui ſi rappreſenta l'entrata di
Criſto in Geruſalemme.
Nella Croce della
Navata trovaſi la Cappella de' Barberini,
dov'è ſepolto in eſſa Franceſco da Barberi-
no, Dottore, e Poeta inſigne, ed in eſſa è
una Tavola dipinta dal Naldini, che rappre-
ſenta quando San Franceſco riceve le Sacre
Stimate; paſſata queſta, viene la Cappella
de' Caſtellani, ov'è un Sepolcro di parago-
ne del Cavalier Vanni; la Volta è dello Star-
nina, e la Tavola all'Altare rappreſentante
la Naſcita di Gesù, è di Giuliano Bugiardi-
ni
.
Poſcia in teſta alla Crociata vedeſi la
Cappella de' Baroncelli, ove oltre le anti-
che pitture delle pareti, vi ſi conſerva an-
cora ſull'Altare la ſtimatiſſima Tavola di
Giotto, ove ha dipinto l'Incoronazione di
Maria Santiſſima, e vi ſi legge il ſuo nome,
e l'anno in cui la dipinſe.
Di quivi entran-
1 do nella Sagreſtia piacerà il vedere negli
armarj della medeſima 26. Storiette del det-
to Giotto, belliſſime, e ben conſervate: la
metà eſprimenti diverſi fatti della Vita di
Criſto, e altrettanti della Vita di S. Fran-
ceſco
.
La Tavola all'Altare con tutte le,
Pitture nelle pareti è opera di Taddeo Gad-
di
.
Eſcendo dalla Sagreſtia, e tornando in
Chieſa, vi è da oſſervare la Cappella de'
Calderini tutta incroſtata di marmi Carra-
reſi, e ornata di belle Pitture; la prima del-
le quali in cornu Evangelii rappreſentante
S. Lorenzo, che diſtribuiſce le limoſine, è
del Paſſignano.
La Tavola dell'Altare, con
l'altro laterale è di Matteo Roſſelli, e le
Pitture a freſco di Gio. da S. Giovanni.
Paſſate queſte cinque Cappelle, tre delle
quali vedevanſi una volta dipinte da Giot-
to, ſi giugne all'Altar maggiore,in cui di
preſente conſervanſi le Sacre Oſſa della
Beata Umiliana de' Cerchi nobil Matrona
Fiorentina, Terziaria del medeſimo Ordine
de' Minori Conventuali, chiara per ſantità, e
per miracoli, viſſuta intorno agli anni 1240.
e dietro al quale nella parete del Coro è
di mano di Taddeo Gaddi dipinta l'iſtoria
dell'Invenzione della S. Croce; e paſſate
cinque altre Cappelle di minor pregio, ſi
1 trova la nobiliſſima, e magnifica Cappella,
o Tribuna de' Niccolini, d'ordine però di-
verſo dall'altro, eretta col diſegno dell'Ar-
chitetto Gio. Antonio Doſio.
Quanto ſia bel-
la, e di vaghezza ripiena, non ſi può ſpie-
gare abbaſtanza.
E` ella tutta incroſtata di
marmi Carrareſi, bianchi, e miſti; ma di
nobile e diligente lavoro, che non può l'uo-
mo deſiderare di vantaggio.
Di mano del
Francavilla Scultor Fiammingo ſono le cin-
que Statue di marmo, che una figura Aron,
e l'altra Mosè, e la terza rappreſenta la
Verginità, la quarta la Prudenza, e la quin-
ta l'Umiltà.
Le due Tavole dipinte ſono di
mano di Aleſſandro Allori, e le Pitture a
freſco del Volterrano, con gran perfezio-
ne condotte, che queſte ſole baſterebbero
per eternargli la fama, non laſciando quella
lodatiſſima Tavola di Giacomo Ligozzi Ve-
roneſe, ove ha rappreſentato il martirio di
S. Lorenzo.
Dopo di avere oſſervato il ce-
lebre Crocifiſſo di Donatello, che è nella
Cappella in teſta alla Crociata, paſſeremo
ove di mano del Cigoli è dipinto Criſto
morto, opera ſtupendiſſima, e quindi ſegui-
tando fino ad uſcir di Chieſa, per le altre
ſette dell'iſteſs'ordine, e Architettura delle
prime, trovaſi una Tavola di mano del Va-
1 ſari, dov'è dipinto la Venuta dello Spirito
Santo
.
Allato a queſto Altare, e dirimpetto
al Sepolcro di Leonardo Aretino, è quello di
Carlo Marzuppini Aretino, Poeta, e Segre-
tario della Repubblica, ſtupendo lavoro di
Deſiderio da Settignano, che quaſi ſupera-
va di perfezione il ſuo Maeſtro Donatello,
nella ſua verde età in cui fu tolto dal mon-
do
.
Quindi paſſata la porta laterale, che
reſta ſotto l'Organo, è una Cappella irre-
golare detta della Concezione, dipinta da
Giotto, d'Ius Patronato della Compagnia
della Concezione eretta nel 1579. la qua-
le mantiene di tutto queſta Cappella, che
fu adornata, come ſi vede nel 1592. col diſe-
gno di Filippo Baglioni Architetto, con ſpeſa
di ſc. 613.
Ne ſegue l'Aſcenſione di Gesù
Criſto al Cielo, opera di Gio. Stradano.
Dopo
di queſta trovaſi il S. Tommaſo, che tocca
la Piaga al riſorto Maeſtro, ed è ſtimatiſſi-
mo lavoro del mentovato Vaſari.
Degne di
ſomma ſtima ſono le due Tavole ſeguenti,
ambedue di Santi di Tito, ove nella prima
ha rappreſentato noſtro Signore, che ſi pa-
leſa a' due diſcepoli nella Cena d'Emaus,
e nell'altra con ammirabile invenzione, e
diſegno, ha eſpreſſa la di lui glorioſa Reſur-
rezione
.
Finalmente l'ultima di queſta Na-
1 vata è di Batiſta Naldini, ove ha effigiato
con molta eſpreſſione Criſto, che vien dalla
Croce condotto al Sepolcro.
Quindi paſſata
la prima porta vedeſi nella diſceſa al Limbo
de' Santi Padri prodigioſamente eſpreſſa da
Agnolo Bronzino, a quale altiſſima perfe-
zione arrivaſſe con l'arte in un così ammi-
rabile lavoro.
debbo tralaſciare una Pie-
del medeſimo Bronzino nel terzo pilaſtro
a mano manca, ſiccome alla colonna dirim-
petto una Vergine di marmo in baſſorilievo
del Roſſellino, e in ultimo i due Crocifiſſi
ſopra due porte della interiore facciata,
che uno è di Cimabue, e l'altro di Mar-
gheritone Aretino.
Rimpetto alla memoria
del Senator Buonarroti ſi vede quella dell'
Architetto Aleſſandro Galilei, che è opera
di Girolamo Ticciati, e dipoi ſi trova il
Sepolcro del famoſiſſimo Galileo, dove è
ancora il celebre Mattematico Vincenzio Vi-
viani, che ordinò queſto Depoſito al ſuo
Maeſtro, al che fu dato eſecuzione l'anno
1737. a ſpeſe della Famiglia Nelli erede di
quella del Viviani.
Il diſegno è di Giulio
Foggini; la quadratura di Anton Maria For-
tini; il Buſto di Gio. Batiſta Foggini; l'Aſtro-
nomia di Vincenzio Foggini ſuo figlio; e la
Geometria di Girolamo Ticciati.
Oltre a
1 tante Pitture di ſingolare ſquiſitezza, e per-
fezione, di già deſcritte, ſe ne trovano in
queſta Chieſa, e nel Convento alcune di Ci-
mabue, e di Giotto, le quali, quantunque
ſiano dalle moderne pitture ſuperate in bel-
lezza, non è però, che non meritino di eſ-
ſer tenute in grande ſtima, per la venerazio-
ne, che ſi dee a quei due primi Maeſtri, e
Reſtauratori della Pittura.
E` ancora mara-
viglioſo il Pergamo, tutto di marmo di Se-
ravezza, e vagamente intagliato da Bene-
detto da Maiano.
Sono in eſſo cinque Sto-
riette de' fatti più ſingolari di S. Franceſco,
ſcolpite in baſſorilievo, ma così bene, e fe-
licemente, che non hanno prezzo.
Ne' va-
ni, e che ſono in mezzo de' Beccatelli, ſi
vedono cinque ſtatuette a ſedere di bellez-
za ſtraordinaria, che rappreſentano la Fede,
la Speranza, la Carità, la Fortezza, e la
Giuſtizia
.
Più ammirabile però fu l'artifizio
uſato nell'adattar queſto Pergamo ad una
colonna, nella quale rimane incaſſato, eſ-
ſendochè la medeſima colonna ſia nel mez-
zo forata, e per una ſcala acconciavi den-
tro vi ſi aſcenda.
Alla grandezza della Chie-
ſa corriſponde il Convento, di moltiſſime
comode abitazioni ripieno, e continuamente
abitato da più di ſeſſanta Religioſi, tra' qua-
1 li in ogni tempo fiorirono Uomini ſegnala-
ti, non ſolo in lettere, e in dignità più con-
ſpicue, ma eziandio in ſantità di coſtumi.

In queſta Chieſa, e ne' ſuoi Cimiterj è una
quantità conſiderabile di Sepolture, e di
memorie di Famiglie primarie, e d'inſigni
Soggetti di Firenze, e d'altrove.
E` fama,
che Siſto V. Sommo Pontefice, nel tempo,
che fu Religioſo, per molti anni quivi abi-
taſſe, leggendo Filoſofia.
Gode queſto Con-
vento il Privilegio, che uno de' ſuoi Religio-
ſi abbia il carico d'Inquiſitore, Dignità rag-
guardevole, ſoſtenuta in Toſcana da' Minori
Conventuali, e ſempre da ſoggetti di gran
valore
.
La Libreria di antichiſſimi Manoſcrit-
ti, che poſſedeva queſto Convento, è ſtata
di quivi traſportata nell'Inſigne Libreria di
S. Lorenzo.
Il Noviziato fu fatto edificare
con gran magnificenza a proprie ſpeſe da
Coſimo Padre della Patria, e nel Chioſtro
appreſſo alla Chieſa vi è un Atrio, e una
gran Cappella fatta edificare dalla Famiglia
de' Pazzi; mole di ſingolare Architettura,
e ben degna di chi ne fece il diſegno, che
fu il gran Brunelleſco.
Dalla qual Chieſa
ſi fa paſſaggio alla
e di
Ver-
do
tro-
ſari,
va-
li
PIAZZA contigua, molto ampia, e regola-
1 re, deſtinata principalmente al Giuoco del
Calcio, proprio della Nobiltà Fiorentina in
tempo di Carnevale.
Compariſcono ſu que-
ſta piazza (quando accade, che queſto ſi fac-
cia ſolennemente) cinquantaquattro Nobili
Giovani riccamente veſtiti, e in due Squadre
diviſi, l'una delle quali dal colore degli Abi-
ti, e delle Inſegne ſi diſtingue dall'altra.

Capi di queſte ſono due Alfieri, più degli al-
tri nobilmente addobbati, e ſerviti da molti
Paggi
.
Entrando in Campo, preceduti da
trombe, e da tamburi, a coppia a coppia, e
con belliſſima ordinanza, giran d'intorno il
Teatro facendo moſtra di lor perſona; indi
l'uno dall'altro diſpartendoſi, ſotto il pro-
prio Padiglione ſi alloggiano.
Intanto ſi il
ſegno della Battaglia, e in un tempo medeſi-
mo vedonſi dall'una, e dall'altra parte ſqua-
dronati, a foggia di eſercito.
Unite le Squa-
dre, ſi getta in mezzo di pochi per parte
di eſſi a ciò deſtinati il Pallone, ed in un ſubi-
to a forza di calci, da cui prende il nome
queſto Giuoco, cerca l'una di ſpingerlo verſo
l'altra, e dall'altra vien riſoſpinto.
Quei,
che rimangon per retroguardia, ripigliando
il Pallone, procurano con ogni sforzo di trar-
lo fuor degli ſteccati, per la parte ad eſſi con-
traria, e quando ciò rieſca loro di poſta,
1 s'intende vinta la caccia. Ben è vero, che
avviſtiſene gli avverſarj, corrono addoſſo all'
inimico, e afferratolo per le braccia, impe-
diſcono, che più oltre s'avanzi.
Il ſimile fan-
no quelli, che ſon rimaſti alla difeſa del po-
ſto, i quali mentre non vengan ſorpreſi all'
improvviſo, ribattono gagliardamente il Pal-
lone, e riſoſpingono indietro chi tenta inol-
trarſi da quella parte.
Ora in queſta batta-
glia, mirabil coſa è il vedere, come ciaſcu-
no s'ingegni di ſuperare, e di abbattere il
ſuo contrario, urtandolo per farlo cadere,
lottando, e pugnando ſeco, e varj ſtratta-
gemmi uſando per vincere.
Ma più mirabile
ſi è il vedere una ſquadra, che impadronita
del campo nimico, e ſu' confini della vitto-
ria, in un momento riſoſpinta fugga, e ſpeſſe
volte rimanga ſuperata.
In ſomma è Giuoco
queſto, dove fa pompa da una parte la va-
ghezza, e ricchezza di belle diviſe, colla
ſplendidezza degli ornamenti, e dall'altra
la robuſtezza, e agilità di chi opera.
Onde
non è maraviglia, ſe vi concorreva la mag-
gior parte della Città, e moltiſſimi Foreſtie-
ri da ogni parte, recando al pubblico alle-
grezza, e diletto.
Prima di uſcire da queſta
Piazza ſi oſſervi la facciata della Caſa de'
Cocchi, che i Padroni dicono aver coſtante
1 tradizione, che ſia diſegno di Baccio d'Agno-
lo
.
Ma ſingolarmente è ammirabile la fac-
ciata della Caſa del fu Niccolò dell'Antella,
Senatore, e Luogotenente pel Granduca nell'
Accademia del Diſegno; a richieſta del qua-
le nel 1619. fu dipinta, e perfezionata nel
breviſſimo tempo di venti giorni, da i più
valoroſi Artefici, che molti allora fiorivano
nella Città.
Queſti furono il Paſſignano,
Giovanni da S. Giovanni, Matteo Roſſelli,
Ottavio Vannini, Fabbrizio Boſchi, Nicco-
demo Ferrucci, Filippo Tarchiani, e altri ſi-
mili, fino al numero di 15. tutti Pittori ec-
cellenti
.
Le antiche Pitture poi, che ſono
nella facciata del Convento accanto alla
Chieſa, ſono di Lorenzo di Bicci, grande i-
mitatore della maniera di Giotto.
Da queſta
Piazza volgendo dietro la Chieſa trovaſi uni-
ta alla medeſima la nobile Confraternita del
Gesù, molto ſpazioſa, e vagamente dipinta
d'Architettura, e figure dal celebre Loren-
zo del Moro, e la Cupola, e i laterali da
Vincenzio Meucci.
Di qui ſeguitando il
cammino ſi trova il Convento, e Chieſa di
Religioſe Franceſcane di S. Eliſabetta di Ca-
pitolo: quindi la nuova, e vaga abitazione, e
giardino del Senator Rucellai; rimpetto alla
qual ne ſegue l'eſemplariſſima Compagnia
1 de' Neri, quali con gran carità s'impiegano
a confortare, e ad accompagnare i Condan-
nati alla morte.
appreſſo ſi trova la Chieſa
della Compagnia di
G re,
s'in-
G 2 tra-
de'
S. GIUSEPPE, e Convento de' Religioſi di
S. Franceſco di Paola, fatta col diſegno di
Baccio d'Agnolo, e modernamente abbelli-
ta al di fuori di facciata, e ornata di dentro
colla Soffitta, e Tribuna, per mano di Sigiſ-
mondo Betti, e di Pietro Anderlini.
Vedeſi
ad un Altare la Naſcita del Bambin Gesù,
opera aſſai ſtimata di Santi di Tito.
Vi è la
Cappella di S. Franceſco tutta dipinta da
Atanaſio Bimbacci.
In alto alle pareti quat-
tro quadri di Franceſco Bianchi, eſprimenti
fatti miracoloſi del Santo.
Allato a queſta
Chieſa vi è il Convento delle nobili Reli-
gioſe Franceſcane dette di
MONTICELLI. L'Altar maggiore è fatto
col diſegno di Pier Franceſco Silvani, la Ta-
vola del medeſimo è dipinta da Vincenzio
Meucci, come pure la Soffitta, con l'or-
nato di Architettura di Mr. Chamant Lorene-
ſe, e da una banda la SS. Concezione, e
dall'altra la Natività di Criſto, eſpreſſe am-
bedue da Carlo Portelli da Loro, Pittore aſ-
1 ſai valente. Alla parete poi vicino alla Por-
ta vi è il Sepolcro, ornato di ricchi marmi,
e Statue, di Guido Magalotti, oltre varie
Inſcrizioni, e Sepolcri di perſone degne di
memoria
.
Di quì proſeguendo la ſtrada,
trovaſi il Convento, e la Chieſa delle
G 3 ſai
CAPPUCINE, il tutto fabbricato nel 1722.
col diſegno di Gio. Filippo Ciocchi.
In que-
ſta devota, e vaga Chieſa, oltre l'Altar
maggiore, ove ſta collocata l'Immagine in
grande del SS. Crocifiſſo, vi ſono due Al-
tari, che in uno vi è eſpreſſo la S. Famiglia,
dipinta da Ottaviano Dandini, e nell'altro
la SS. Concezione, S. Franceſco, e S. Chia-
ra, da Agoſtino Veracini.
Incontro a queſta
Chieſa ve n'è un altra, anch'eſſa di Nobili
Religioſe Franceſcane, detta di
MONTE DOMINI, nella quale ſerve il ve-
dere la Tavola, che ſta collocata ad un
Altare a mano manca, dov è eſpreſſa la
Lapidazione di S. Stefano, per conſiderarſi
dagl'intendenti per un vero eſemplare del-
la Pittura in ogni prerogativa dell'arte, e
dove il Cav. Lodovico Cigoli ſi è maggior-
mente meritato il titolo del Coreggio dei
Fiorentini
.
In faccia a queſta evvi una Ta-
vola d'Aleſſandro Allori, rappreſentante
1 Maria SS. Annunziata dall'Angelo. Alla fi-
ne della Strada voltando a man deſtra ve-
deſi in poca diſtanza il Convento delle Mo-
nache Geſuate dette le
Ma-
POVERINE nella qual Chieſa non mancano
da ammirarſi due pregiabiliſſime opere, una
di Pittura all'Altar maggiore, che è di Pie-
tro Perugino, quale vi ha rappreſentato il SS.
Crocifiſſo con Maria SS. addolorata, e S. Gi-
rolamo, e l'altra di Scultura eſprimente il
S. Preſepio, nel qual belliſſimo lavoro An-
drea della Robbia, al parere degli intenden-
ti, ha ſuperato ſe ſteſſo.
Di quì uſcendo,
e voltato il primo canto, per una breve
Stradella ſi entra in via delle Caſine, per
la quale giunti in via Ghibellina, e voltan-
do a mano ſiniſtra vedeſi quaſi in faccia il
Monaſtero delle nobili Religioſe dell'Or-
dine di S. Domenico detto le
MURATE, La loro Chieſa è ſenza facciata
ed ha l'ingreſſo per due porte laterali.
Al
maggior Altare evvi una lodatiſſima Tavo-
la di F. Filippo Lippi con il Miſtero dell'
Annunziazione di Maria SS.
La Soffitta, e le
Storiette, che ſon in giro alla Chieſa, ſo-
no di Simone Fervi, Della Tavola di S. Car-
lo non è noto l'Autore; vien poi l'Altare
1 del SS. Crocifiſſo, qual'è lavoro di Bac-
cio da Monte Lupo, Vi è in queſto Con-
vento un inſigne Teſoro di Sante Reliquie,
ed ha avuto l'onore d'eſſervi ſtata educa-
ta Caterina de Medici Regina di Francia.

Paſſato il Convento vi è un piccolo Oratorio
col pietrame della facciata d'Architettura di
Michel'Agnolo Buonarroti.
Tornando in
dietro pochi paſſi incontro a queſto, vi è
il Convento delle Nobili Religioſe di
G 4 del
SAN JACOPO Nella di cui Chieſa è in gran
venerazione un Antichiſſimo e Miracoloſo
Crocifiſſo; All'Altar Maggiore ſta collocata
una bella Tavola di Ridolfo del Ghirlan-
daio, che vi ha effigiato Maria SS. col
S. Bambino, S. Iacopo, S. Franceſco, S. Lo-
renzo, e S. Chiara.
Ad un Altare a ſini-
ſtra ha dipinto la Tavola il Naſini di Siena.

Di qui uſciti e proſeguendo il Cammino,
troveraſſi entrando alla ſeconda cantonata a
mano ſiniſtra il Convento delle Religioſe di
S. FRANCESCO, la qual Chieſa fu edificata
da fondamenti, e correlata di qualunqne Sa-
cro Ornamento dalla Munificenza del Gran
Principe Ferdinando ſul principio di queſto
Secolo, unicamente per ricompenſa a quel-
le Religioſe per aver prontamente ceduto
1 al ſuo Real genio per la Pittura, una bel-
liſſima Tavola di Andrea del Sarto, che eſ-
ſe nell'antica loro Chieſuola poſſedeva-
no; Che però il detto Quadro fin d'allo-
ra vedeſi collocato nelle ſtanze del Pa-
lazzo Reale, eſprimente Maria SS. col
Santo Bambino ſopra una baſe, e da i la-
ti S. Franceſco, e S. Giovanni Evangeliſta,
opera in tutto ſtupenda, di cui gliene laſciò
la bella Copia all'Altare a man deſtra fat-
ta per mano di Franceſco Petrucci eccellen-
te Copiſta.
In faccia a queſta vi è la Ta-
vola di S. Carlo, che la diede a fare al
Celebre Sebaſtiano Ricci Veneziano, Il Sac-
coni poi fece la S. Concezione per l'Al-
tar Maggiore.
Il vago diſegno di queſta
Chieſa, tutta adorna di Stucchi meſſi a
oro, è di Gio. Batiſta Foggini.
Sortendo
dalla medeſima, e ritornando a ſiniſtra, giun-
ti al ſecondo canto vedremo il Convento
delle Nobili Religioſe Benedettine di
al
S. VERDIANA, nella qual Chieſa all'Al-
tare a mano deſtra vi è la Tavola di Nicco-
demo Ferrucci, che vi ha dipinto S. Carlo a
piè di un Crocifiſſo, che vi è di rilievo; in
faccia a queſto vedeſi un Criſto Orante nell'
Orto opera dell'iſteſſo Ferrucci.
Al maggior
Altare vi è di mano di Pietro Dandini Maria
1SS. in gloria, e ſotto S. Michel Arcange-
lo, S. Gio. Batiſta, e cinque altri Santi, e
ſotto il Coro delle Monache Tommaſo Re-
di ha dipinti in cinque Lunette alcuni fatti
principali di S. Verdiana.
Eſciti di queſta
Chieſa proſeguiremo direttamente il cam-
mino fino al canto di via Pandolfini, e
voltando a man ſiniſtra, ci troveremo alla
Chieſa Parrocchiale di
SS.
SAN SIMONE, ſopra la Porta della quale ve-
deſi una lunetta dov'è molto ben colorita la
Vergine co' Santi Apoſtoli Simone e Giuda,
opera di Niccodemo Ferrucci.
La ſoffitta in-
terna tutta d'Intaglio dorato vaga moſtra.

Nella teſtata ſopra la Porta ſi vede un opera
molto bella di Batiſta Naldini, ov'è dipinto
la depoſizione di Criſto dalla Croce.
Nella
prima Cappella a man dritta è il martirio di
S. Lorenzo, dipinto da Giovanbatiſta Vanni.

Nella ſeconda vi è un Immagine intagliata
in legno del SS.> Crocifiſſo.
La terza ha una
antica pittura rappreſentante la Vergine.
Vi
è poi nella quarta una belliſſima Tavola di
Onorio Marinari, ove ha eſpreſſo S. Girola-
mo meditante il finale Giudizio; non meno
è da lodarſi quella di Giacomo Vignali, col-
locata nel quinto Altare, ove effigiò San
Bernardo, al quale Criſto ſtaccatoſi dalla
1 Croce, e inchinato fa vedere una gran pia-
ga nelle ſpalle.
Le Statue di marmo laterali
all'altar Maggiore ſono d'Orazio Mochi,
e li due Apoſtoli ſopra l'arco di Niccode-
mo Ferrucci.
Tornando in verſo la Porta
vi è di mano del medeſimo Vignali la Tavo-
la di S. Franceſco rappreſentato in deliquio.

Segue l'Altare di S. Carlo, e dopo queſto,
quello della Concezione, la di cui Tavola
è dell'iſteſſo Ferrucci, dipoi quello dell'Aſ-
ſunta, dipinta dal Cavalier Curradi.
In ul-
timo è la Tavola di S. Niccolò, opera aſſai
buona di Franceſco Montelatici, detto vol-
garmente Cecco bravo.
Preſſo a queſta Chie-
ſa ſono le Prigioni delle Stinche, recinte da
un altiſſima, e forte muraglia; nelle canto-
nate della quale vi ſono due Tabernacoli di-
pinti a freſco da Giovanni Mannozzi, detto
Giovanni da San Giovanni uno de' quali è
quaſi affatto perito per l'umidità della Mu-
raglia; Ma l'altro, ove vedeſi noſtro Signo-
re, che benedice le mani dei pii Limoſinie-
ri, che ſoccorrono i Carcerati, tra quali è
vivamente eſpreſſo ii ſuo proprio ritratto ri-
guardante verſo la ſtrada, non ſolo è ben con-
ſervato, ma fa ben conoſcere agl'intenden-
ti il ſommo merito di tal Autore.
Di qua
per la via del Palagio trovaſi il
Cro-
PA-
1
PALAZZO del Duca Salviati, e di ſua abi-
tazione, che è l'antico del ſuo proprio ramo,
poichè l'altro, di cui ſi farà menzione, lo
ha ereditato dal Ramo finito in Roma ſul
principio del corrente ſecolo.
In faccia ad
eſſo per la Via detta del Palagio ſi trova l'
ABITAZIONE de' Baroncini, condotta da
Bernardino Ciurini molto pulitamente.
Al-
la fine di queſta ſtrada v'è il
PALAZZO del Poteſtà molto vaſto in cui
ſono le pubbliche Carceri, e per la proſſima
traverſa, che è di fianco al Palazzo del Sal-
viati, trovaſi la Chieſa di
SAN PROCOLO, dove ſi potrebbero oſſer-
vare alcune Tavole di pregio, e ſpecialmen-
te la Nunziata di mano dell'Empoli, quella
dell'Altar maggiore di Gaetano Piattoli,
in luogo di quella che vi fu una volta d'
Andrea del Caſtagno, la quale è paſſata nel
Refettorio de' Padri di Badia, ſiccome del
medeſimo, quella di S. Luigi, e l'altra del
Pontormo, dov'è dipinta la Vergine con
Santa Barbera, e Sant'Antonio.
E pro-
ſeguendo lateralmente a queſta Chie-
ſa, paſſata la Porta principale della
1 Chieſa, e Monaſtero di Badia, vedeſi l'
Chie-
ORATORIO DI SAN MARTINO, ove ſogliono
congregarſi i Buonomini.
E celebre queſt'
Oratorio, non ſolo per eſſere ſtato fondato al
tempo di S. Antonino Arciveſcovo di Firen-
ze a ſua perſuaſione, e conſiglio; ma ezian-
dio per le opere inſigni di miſericordia, che
di continuo vi ſi eſercitano.
Ed in vero è
prodigio mirabile della Provvidenza Divina,
che queſta Caſa ſenza fondo, o ferma rendi-
ta annuale; ma ſolamente provveduta di ele-
moſine, e di laſciti pii, giornalmente ſoc-
corra del neceſſario tante povere Famiglie
onorate
,
Poco diſtante è il
COLLEGIO de' Padri delle Scuole Pie, de-
ſtinato ad ammaeſtrare la gioventù nelle Let-
tere, e nella Pietà; alla dicui Chieſa non
mancano alcune Pitture degne di oſſerva-
zione
.
E principiando dalla prima a mano de-
ſtra dalla Santa Famiglia dipinta da Matteo
Bonechi, ne ſegue la Cappella dedicata al
Santo Fondatore, ove ſta collocata la bel-
liſſima Tavola di Anton Franchi Luccheſe da
cui fu effigiato il medeſimo S. davanti a Maria
SS. e al Santo Bambino.
All'antico Altar mag-
giore, oltre la Miracoloſa Immagine di Ma-
1 ria SS. Annonziata, che ſta coperta, vi era
ſopra una Tavola con un Dio Padre, opera
di Franceſco Mati; e ſotto la Menſa il
Corpo di S. Clemente Martire.
Ritornando
in verſo la Porta, evvi la Cappella del Pa-
ralitico davanti a Criſto dipintovi dal Cav.
Curradi
.
Lo sfondo è di Lorenzo del Mo-
ro, e di diverſi valenti Pittori ſono gli otto
medaglioni eſprimenti fatti Miracoloſi del
medeſimo Santo Fondatore Giuſeppe da Ca-
laſanzio, e che ricorrono ſotto del Corni-
cione in giro della Chieſa; in Sagreſtia vi
è una Tavola di S. Rocco dell'Allori.
Eſſendo
ultimamente ſtata conceſſa a queſti Padri l'
antica Chieſa Parrocchiale ora ſoppreſſa di
S. Maria Alberighi, che reſtava appun-
to dietro alla loro Chieſa l'hanno incor-
porata tutta aſſieme, avendo aſſai amplia-
to e abbellito la medeſima.
Con la Caſa
di queſto Collegio fa angolo il
ria
PALAZZO gia del Duca Salviati oggi del
Cav. Ricciardi molto agiato, e comodo.

Quindi prima d'avanzarſi per altra parte può
vederſi in faccia a queſto Palazzo paſſato
l'arco che attraverſa il vicolo, la Chieſa Par-
rocchiale di
SAN-
1
SANTA MARGHERITA nella quale vedeſi a
man deſtra al primo Altare il ritrovamento
della Santa Croce opera di Niccodemo Fer-
rucci
.
In faccia a queſta ha dipinto Coſimo
Gamberucci una Tavola che ſerve di orna-
mento a un antichiſſima Immagine di Santa
Margherita ove ha eſpreſſe varie perſone in-
ferme che ricorrono al di lei Patrocinio.
All'
Altar maggiore vi è di mano di Gio. Bati-
ſta Marmi S. Margherita in gloria, e li due
laterali ſono di Franceſco Conti.
Al detto Al-
tare ſtava anticamente una Tavola di Spi-
nello Aretino che vedeſi collocata ſopra la
Porta
.
Di quì ripigliando il viaggio per la
ſtrada poſta in mezzo da queſte due Fabbri-
che, detta Via dello ſtudio, trovaſi lo
STUDIO FIORENTINO ove di continovo
leggono pubblicamente varj Profeſſori di di-
verſe Scienze, come di Teologia, di Storia
Sacra, e Profana, Giuriſprudenza, Matte-
matica, Filoſofia, Umanità, Lingua Greca,
Ebrea, e Toſcana.
Quivi ancora hanno la lo-
ro Reſidenza le celebri Accademie, Fioren-
tina, della Cruſca, e degli Apatiſti.
Di quì
per corta ſtrada ſi giunge a
SANTA MARIA IN CAMPO, divotiſſima Chie-
1 ſa ricca d'Indulgenze, Reſidenza del Veſco-
vo di Fieſole, che abita nel Palazzo conti-
guo; e quantunque ſia nel mezzo della Cit-
è Dioceſi Fieſolana: vicino è il
ſa
PALAZZO del Senator Filippo, e Fratelli
Guadagni, che ha nobile facciata fatta nel-
lo ſcorſo ſecolo col diſegno del Silvani, con
commodi, e vaſti appartamenti, accreſciuti
di freſco con una nuova magnifica ſcala dal
fu Senatore Filippo Guadagni, dopo è
L'OPERA DEL DUOMO, dove ſi conſerva-
no, oltre i ricchiſſimi Arredi Sacri, molte
Statue, e Baſſirilievi di gran pregio, ed un
Archivio di grande importanza.
Quivi con-
tigua vedeſi l'
ABITAZIONE de' Naldini fabbricata in qne-
ſti tempi; e dipoi l'
ABITAZIONE de' Gondi accreſciuta moder-
namente
.
E ſeguitando per la piazza, vol-
tando potra giungerſi alla
CHIESA Inſigne Collegiata, e Real Ba-
ſilica DI SAN LORENZO, dove giunti alla
Piazza oſſerveremo in faccia al Palazzo del
1 Marcheſe della Stufa una baſe di marmo,
nel cui baſſorilievo ſi rappreſenta, quando a
Giovanni de' Medici valoroſiſſimo Capitano,
e degno Padre del Granduca Coſimo Primo
ſono condotti molti Prigioni con varie ſpo-
glie
.
E` queſta opera del Cavalier Bandinel-
li, di cui pur anco è la Statua, che ſulla Ba-
ſe dovevaſi collocare, la quale in oggi non
ancora finita, nel Salone del Palazzo Vec-
chio conſervaſi.
Ma venendo alla Chieſa,
giudico a propoſito il dar breve notizia di ciò
che avvenne nella ſua fondazione, eſſendo
molto degno di ricordanza quanto di eſſa la-
ſciarono ſcritto San Paolino, il Baronio, ed
altri gravi Scrittori.
Al tempo dell'Impera-
tor Teodoſio, Giuliana Vedova Fiorentina,
non meno illuſtre per lo ſplendore del ſan-
gue, che per l'inſigne Religione, e Pietà,
acceſa di devozione verſo il glorioſo Marti-
re San Lorenzo, volle colle proprie ſoſtan-
ze fabbricar queſto Tempio, e dedicarlo a
queſto Santo.
Terminata appena la Fabbri-
ca, giunſe per buona ſorte a Firenze il gran-
de Arciveſcovo di Milano Sant'Ambrogio,
perlochè venne in penſiero a Giuliana di ri-
correre al Santo Prelato, e inſtantemente
pregarlo acciò voleſſe conſacrare la nuova
Chieſa; e ciò ſec'ella ben toſto, e con tanto
1 affetto, e con tali, e tante dimoſtrazioni del
ſuo grande zelo, che il Santo Arciveſcovo,
ammirando la di lei virtù, e grandemente
commendandola, di buona voglia condeſceſe
alle giuſte dimande della medeſima.
Cele-
broſſi pertanto la Funzione della Sagra l'an-
no del Signore 392. o come altri vogliono
393. e fu con tal ſoddisfazione del Popolo
ſolennizzata, che da quel giorno in poi, per
memoria di tal fatto chiamoſſi queſta Chieſa
Baſilica Ambroſiana.
Quindi ebbe origine la
ſingolar venerazione, che a queſto Tempio
portarono gli antichi Veſcovi di Firenze, fra'
quali San Zanobi più d'ogni altro ſi ſegnalò,
eleggendo quivi la ſua ſepoltura, ove ſtette
lungo tempo ripoſto prima, che alla Catte-
drale foſſe trasferito il Corpo di lui.
A fe-
lici principj corriſpoſero con maggiore avan-
zamenti i ſucceſſi di queſta Chieſa.
Imper-
ciocchè eſſendo eretta in Collegiata inſigne
e di ampliſſimi privilegi, e ſingolari prero-
gative arricchita, ha in ogni tempo tenuto
ſopra dell'altre, dopo la Metropolitana, il
primato
.
Sono in eſſa diciaſſette Canonici,
e trentatre Cappellani, e grandiſſimo nume-
ro di Cherici, che vi celebrano giornalmen-
te i Divini Uſizj con non minor decoro di
quello facciaſi nella Chieſa Metropolitana;
1 ed a tutti queſti preſiede un Prelato, col ti-
tolo di Priore, che per iſpecial Privilegio,
in varie Feſte dell'Anno gode l'uſo de' Pon-
tificali
.
Paſſando poi ad oſſervare la bellezza
di queſto Tempio, che di vero è grandiſſi-
ma, per la mirabile Architettura di Filippo
Brunelleſco, colla quale fu fabbricato, o
piuttoſto vogliam dire rinnovato a ſpeſe del
Magnifico, e Piiſſimo Coſimo de Medici Pa-
dre della Patria (giacchè l'antico Tempio,
intorno all'anno 1420. rimaſe quaſi affatto
deſolato dal fuoco) vedremo queſto Edifizio
con un vago pavimento di marmo diviſo in
tre Navate, e ſoſtenuto da groſſe Colonne di
macigno, ſopra le quali poſano gli archi va-
gamente intagliati, come altresì il cornicio-
ne, e il fregio che per tutta la Chieſa ricor-
rendo, vaga, e maeſtoſa la rendono.
Ella è
lunga braccia 144.
Sopra la Porta del mezzo
ſi vede l'Arme de Medici, ſcolpita in pietra
col diſegno del Buonarroti, di cui parimente
è il diſegno del Terrazzino, e Sacrario, dove
ſi conſervano moltiſſime Reliquie inſigni in
prezioſi Reliquiarj d'oro, d'argento, di cri-
ſtallo, e di altre ricche materie, tempeſta-
ti di gioie.
Belliſſimi ancora ſono due Per-
gami nella Nave di mezzo, retti ciaſcuno
da quattro colonnette di diverſi marmi, nel-
1 le facce de' quali ſi vedono alcuni Baſſirilie-
vi di bronzo, fatti da Donatello, con ſingola-
re artifizio, e ſommamente lodati dagl'in-
tendenti
.
Anco nelle Cappelle ſono di pre-
gio alcune Tavole, tralle quali a mano de-
ſtra la prima rappreſentante la Viſitazione di
S. Eliſabetta, di mano di Agoſtino Veracini.

La ſeconda lodatiſſima opera del Roſſo, nel-
la quale ha eſpreſſo lo Spoſalizio di Maria
Vergine
.
La terza che rappreſenta S. Loren-
zo, è opera di Niccolò Lapi.
Nella quarta vi
è l'Aſſunzione di Maria di antico, ed inco-
gnito autore.
Nella quinta ſi vede dipinto
da Ottaviano Dandini un Crocifiſſo, con San
Franceſco, San Girolamo, e la Maddalena
a piè della Croce.
Nella ſeſta San Girola-
mo nel Deſerto, opera del Cavalier Giuſep-
pe Naſini.
Terminata la navata, ſi offerva
nella prima Cappella una Tavola rappreſen-
tante un Preſepe, creduto di Coſimo Roſ-
ſelli
.
La Cappella che rimane nella teſta-
ta della Croce ha il Tabernacolo di mar-
mo, ove conſervaſi il SS. Sacramento, Di-
ſegno, e Scultura diligentiſſima di Deſide-
rio da Settignano, con figure di baſſo, e alto
rilievo, ſopra cui ſi vede un ammirabile Ge-
Bambino di marmo bianco opera del me-
deſimo
.
Queſto Tabernacolo è meſſo in mez-
1 zo da bell'adornamento di colonne d'or-
dine corintio con ſuo architrave, fregio, e
fronteſpizio di marmi miſti, Più d'ogn'al-
tra coſa però degna è di ſomma ammirazio-
ne la Sagreſtia nuova, detta altrimenti la
Cappella de' Principi, fatta col diſegno, e
Architettura di Michelagnolo Buonarroti.

Quivi l'arte ſendo giunta al colmo di ſua
perfezione, chiaramente dimoſtra, quanto ſu-
blime, e mirabile foſſe l'ingegno di queſto
Divino Artefice, che ſe in ogni opera vin-
ſe i Maeſtri più celebri, in queſta ſuperò ſe
medeſimo, e di vero, chi può lodare ab-
baſtanza l'eccellenza, la maeſtà, la grazia,
e la vaghezza di queſta Fabbrica?
Tentaro-
do già molti eruditi Scrittori di deſcrivere
diſtintamente le ſue bellezze, ma diedero a
divedere, che nelle lodi di Michelagnolo,
e di queſt'opera inſigne, era manchevole,
ed inſufficiente fino l'iſteſſa eloquenza.
Siaſi
dunque contento il Foreſtiero, che trala-
ſciando il diviſare de' ſuoi pregi, accenni
ſolo, che il primo Sepolcro all'entrare è di
Giuliano de' Medici Duca di Nemurs, e Fra-
tello di Leone X., ſopra di cui v' è il Si-
mulacro di mano del Buonarroti, e le due
Statue appreſſo, che una il Giorno, l'altra
la Notte figurano, e che nel ſecondo Sepol-
1 cro fatto per Lorenzo de' Medici Duca d'
Urbino, ſopra cui pure è il Simulacro della
medeſima famoſa mano, e l'altre due Sta-
tue rappreſentanti il Crepuſcolo, e l'Au-
rora
.
Si vede ancora di mano di Michela-
gnolo una Madonna col bambino in braccio.

E perchè fuori delle ſette Statue di mano del
Buonarroti, ſi vedono due Figure de' Santi
Coſimo, e Damiano, ſappiaſi, che la prima è
del Montorſoli, e la ſeconda di Raffaello
da Montelupo, ambedue Scultori eccellen-
ti
.
Di qui eſcendo, paſſata la prima Cappel-
la, è ammirabile nella ſeconda la Tavola
dell'adorazione de' Magi opera di Girolamo
Macchietti, e proſeguendo oſſerveremo d'
avanti al maggior Altare i tre Tondi con
grata di Bronzo i quali uniti a Lapida di
Porfido di Serpentino, e di altri Marmi con
l'arme de' Medici ne' quattro lati, che for-
mano il nobile Sepolcro a Coſimo Pater Pa-
triae
.
Paſſate le due ſuſſeguenti Cappelle del-
la Crociata s'entra nella vecchia Sagreſtia,
fabbricata col diſegno pur di Filippo di Ser
Brunelleſco, ſi oſſervano i quattro tondi ne'
peducci della Volta di mano di Donatello, le
due piccole porte, in alcune nicchie San Lo-
renzo, Santo Stefano, San Coſimo, e San
Damiano del medeſimo, e nel doſſale dell'
1 Altare un Baſſorilievo in bronzo del Bru-
nelleſco
.
Quindi ſi vede un belliſſimo Se-
polcro di porfido, per Piero, e Giovanni fi-
gli di Coſimo Padre della Patria, adornato
ue' lati di fogliami di bronzo, fatti col di-
ſegno d'Andrea Verrocchio.
Corriſponde
queſto in una Cappella dedicata alle glorie
di Maria Vergine Santiſſima la di cui Imma-
gine antica reſta coperta, e circondata da
una Tavola dipinta da Franceſco Conti con
i Santi Lorenzo, Zanobi, ed Ambrogio.
Con-
tigua a queſta vi è una Cappella con la Ta-
vola rappreſentante la Nunziata di F. Filip-
po Lippi, e di quì tornando verſo la Por-
ta ammiraſi nella parete dipinto a freſco il
martirio di S. Lorenzo con ſommo ſtudio eſe-
guito da Agnolo Bronzino.
Paſſata la Por-
ta laterale trovaſi di mano dell'Empoli il
martirio di S. Baſtiano, appreſſo a queſta ſi
vede effigiato S. Antonio Abate.
Ne ſegue
altra Cappella con un Immagine di Criſto
Crocifiſſo, dopo la quale trovaſi un'antichiſ-
ſima Pittura rappreſentante S. Leonardo con
altri Santi, dopo la quale trovaſi effigiato il
martirio di S. Arcadio, e Compagni opera
degna di ſomma ſtima di Gio. Antonio So-
gliani, ammirabile è il gradino di queſt'Al-
tare lavorato con indicibil diligenza da Fran-
1 ceſco Bachiacca. E finalmente trovaſi la con-
verſione di S. Matteo dipinta da Pietro Mar-
cheſini
.
laſceremo di dire, che la vaga
ſoffitta, la ricca, e nobil Cupola dipinta da
Vincenzio Meucci, il Campanile edificato
da fondamenti, ed il riſtoramento della Chie-
ſa ſotterranea, ſono opere fatte dalla pietà
della Gran Principeſſa Anna Maria Luiſa de'
Medici Elettrice Vedova Palatina del Re-
no
.
Nell'uſcir della Porta, onde ſi nella
Canonica, ſi trova la Statua di Paolo Giovio
Veſcovo di Nocera, e famoſo Scrittore d'
Iſtorie, Scultura di Franceſco da San Gallo,
indi ſalendo per una Scala, che guida al
Chioſtro di ſopra, troveremo la celebre, e
per tutto il Mondo tanto rinomata
Mar-
H af-
ed
H 2 le
zo
H 3 cro
Al-
H 3 ce-
LIBRERIA MEDICEO-LAURENZIANA, il cui
vaſo lungo braccia ottanta, largo diciotto
e due terzi, alto quattordici e mezzo, è
così nobile e maeſtoſo, e di rara e per-
fetta Architettura, che molti valent'uomi-
ni, come il Brezelio, il Senator Nelli,
Ferdinando Ruggieri, e Giuſeppe Ignazio
Roſſi l'hanno diſegnato, e pubblicato col-
le ſtampe.
Fu alzato col diſegno di Miche-
lagnolo, ſervendo cio per un degniſſimo en-
comio
.
Prima dunque di penetrare den-
tro, trovaſi un bel ricetto in forma qua-
1 dra, nel quale è ſituate la Scala poſta ſu da
Giorgio Vaſari e dal Tribolo per ben diciot-
to volte, e non mai per un miſterioſo ſilen-
zio di Michelagnolo potuta collocarſi nella
ſua proporzionata ſituazione.
Bella oltremo-
do è la Porta, e belli ancora ſono gli orna-
menti delle fineſtre, vaghiſſimo il cornicio-
ne, l'architrave; ed il fregio, e tutto in-
ſieme è con nobil ſimetrìa diviſato, che
reſta l'occhio di chi lo mira dallo ſtupore,
e dal diletto ſorpreſo.
Alla bellezza del ma-
teriale corriſponde il pregio, ed il valore
de' Manoſcritti, che ſopra certi banchi di
noce, quarantaquattro per banda, in gran
numero vi ſi conſervano; Oltre gli altri
quattro nuovi ſcaffali poſti nel Corridore
aggiunto da S. M. C. FRANCESCO I., ripie-
ni pur di Manoſcritti.
Sono queſti di lin-
gue diverſe, e ſpecialmente Ebrea, Greca,
Latina, Cineſe, Arabica, Caldea, Siriaca,
Toſcana, Schiavona, Provenzale, e Fran-
ceſe antica, ſolo per la rarità, ma ezian-
dio per l'ornamento di Pitture e Miniatu-
re ſingolariſſimi.
Da queſti, come da rari
eſemplari, ſogliono i Letterati, e in ſpecie
gli Oltramontani, diligentiſſimi oſſervatori,
riſcontrare, o emendar quei difetti, che
ſpeſſe volte ſcorrono nelle ſtampe, o che
1 non furono da altri oſſervati, e pubblica-
re intereſſanti anecdoti.
Or queſti Libri,
parte da Coſimo Padre della Patria, Loren-
zo ſuo fratello, Piero ſuo figliuolo, e par-
te da Lorenzo il Magnifico da varie parti,
e con grandiſſime ſpeſe procurati, ſpecial-
mente dalla Grecia, e dall'Aſia, furono
poſcia ripoſti in queſto luogo da Clemente
VII., che fondò la Libreria, nella quale,
l'anno 1571. fu dal Granduca Coſimo I. or-
dinato che ſi deſſe pubblico ingreſſo a co-
mune benefizio de' Cittadini.
In queſti ul-
timi tempi è ſtata queſta Libreria accre-
ſciuta di molti ottimi, e rariſſimi Mano-
ſcritti, cioè dall'Imperator Franceſco I. di
alcuni più rari della celebre Libreria Gad-
diana, e di altri di quella del Canonico
Biſcioni: Per ordine di S. A. R. noſtro Re-
gnante Sovrano vi furono traſportati tutti
i Codici manoſcritti che eſiſtevano nel Con-
vento dei Padri di S. Croce, ed ultima-
mente ci ha fatti unire tutti i Codici Orien-
tali, che eſiſtevano nel ſuo Real Palazzo.

Chi poi bramaſſe ſapere il numero, e la
qualità de' Libri, potrà comodamente appa-
gare il ſuo deſiderio, mediante gl'Indici ſtam-
pati dal P. Montfaucon, e ciò che meglio
poi dai Regj Bibliotecarj Anton Maria Biſcio-
1 ni, e Dottor Gíulianelli è ſtato ſcritto, non
tralaſciando il proſeguimento fatto dall Eru-
ditiſſimo Sig. Canonico Angiolo Bandini lo-
ro ſucceſſore, che ha lavorato, e tuttora
ſta lavorando per dar compito un tal indi-
ce
.
L'erudito viaggiatore informatoſi dal-
la perizia del Bibliotecario Regio troverà
ad ogni Pluteo qualche raro Manoſcritto.

I più ſingolari per l'antichità ſono il Co-
dice Siriaco al Plut. I.
Quello del Vergilio
al
Plut. XXXIX.
Al XLII. il Decamerone
del Boccaccio.
Quello dell'Oroſio al LXV.
Quello del Tacito al LXVIII. Per la va-
ghezza dell'ornato il S. Ambrogio, il Li-
rano, il Tolomeo, il Giulio Ceſare, la Vi-
ra di Lorenzo de' Medici, Domizio Calde-
rino, l'Argiropilo, e molti altri.
Da que-
ſto luogo ci porteremo a viſitare la
dra
non
ni,
CAPPELLA, che deve riuſcire nel Coro,
ma di preſente ha l'ingreſſo dietro la Chie-
ſa
.
Or queſta è la Cappella cotanto cele-
bre, che ſenza ingrandimento iperbolico,
vien riputata nel Mondo unica, e ſingola-
re
.
E in vero, ſe in altri Edifizj s'ammi-
ra la ſquiſitezza dell'arte, in altri la ric-
chezza de' materiali, ed in alcuni qualche
coſa di ſingolare, in queſta fola Cappella
1 tutte unite concorrono le prerogative più
nobili: magnificenza d'Architettura, pre-
gio infinito de' materiali, bellezza incompa-
rabile, e perfezione dell'arte in ſommo gra-
do
.
Per darne adunque alcuna breve noti-
zia, diremo, che la circonferenza di tutta
queſta maeſtoſa Cappella è braccia centoqua-
rantaquattro, l'altezza della Cupola braccia
centoquattro, e il diametro quarantotto.
L'
incroſtatura è di diaſpri, agate, calcedonj,
lapislazzuli, ed altre pietre prezioſe.
Bel-
liſſimi ſono i pilaſtri co' capitelli di bronzo
dorati
.
Maeſtoſi ſono i Sepolcri di granito
orientale, ſopra ciaſcuno de' quali poſa un
guanciale di diaſpro tempeſtato di gioie, e
ſopra quello una corona reale, ancor eſſa
ricca di gemme.
In alcune nicchie di pa-
ragone ſon collocate altrettante Statue di
bronzo dorate, maggiori del naturale, che
rappreſentano i Sovrani Defunti.
Di vaghiſ-
ſime commeſſure vedonſi effigiate le Armi
delle Città ſottopoſte al Dominio de' noſtri
Reali Sovrani.
In ſomma tali, e tanti ſono
gli ornamenti di pregio, che vi ſi trovano,
che umano penſiero non è baſtevole a im-
maginarſi una bellezza rara.
Fu comin-
ciata la Fabbrica l'anno 1604. al tempo di
Ferdinando Primo; e per quanto da molti
1 Maeſtri giornalmente vi ſi lavoraſſe, molto
vi reſta ancora, per renderla in tutto compi-
ta, e allora ſarà in eſſa collocato il pre-
zioſo Ciborio, che ſi conſerva in Galleria,
e del quale parleremo a ſuo luogo.
Nel ſot-
teraneo di queſta Cappella evvi un Croci-
fiſſo di Marmo di Gio. Bologna.
Appreſſo
la Cappella è la
tutte
Mac-
CASA de' Nelli, nella quale eſiſteva una
prodigioſa quantità di diſegni d'Architettu-
ra di mano de' più eccellenti profeſſori d'
Italia, ſiccome una raccolta di Manoſcrit-
ti de' celebri Mattematici Galileo Galilei,
Evangeliſta Torricelli, e Vincenzio Vivia-
ni, trasferita inoggi nella Caſa detta dei
Cartelloni, già abitazione del celebre Vin-
cenzio Viviani ſopraddetto.
Da queſto luo-
go paſſeremo nella Via de' Ginori, dov'è il
PALAZZO del Marcheſe Ginori, ripieno di
nobili arredi, Pitture, ed altre rarità; e
quello de' Giraldi, che ha una copioſa e
ſcelta Libreria.
Di qui ci porteremo nella
Via di San Gallo, oſſervando in primo
luogo
LA CHIESA DI S. BASILIO antico Mona-
1 ſtero dei Monaci Baſiliani, oggi ufiziata dai
Preti e rimodernata.
Sono in queſta Chieſa
oſſervabili a mano dritta un Crocifiſſo ſcol-
pito in legno da Simone fratello di Dona-
tello
.
Segue una Tavola rappreſentante S.
Antonio, del Cav. Curradi, e la Tavola
all'Altar maggiore, del Paſſignano ove ha
dipinto il miracolo di S. Baſilio, che diſcio-
glie il patto da un Giovane contratto col
Demonio
.
La S. Caterina è opera del Vi-
gnali, ed appreſſo evvi una Nunziata di-
pinta dal Cavallini, eſcendo da queſta Chie-
ſa trovaſi in poca diſtanza dal Canto alla
Macine il Monaſtero e la Chieſa delle Re-
ligioſe Franceſcane di
ſte-
S. ORSOLA, nella quale fu dipinta da
Matteo Roſſelli all'Altar Maggiore la ta-
vola della Concezione, e al deſtro Altare
da Filippo Tarchiani il Batteſimo di Gesù
Criſto e in faccia ad eſſo il Martirio di
S. Orſola da Bartolommeo Silveſtrini.
Lo
sfondo nella ſoffitta è di Sebaſtiano Galeot-
ti, e la lunetta ſulla maggior Cappella e
del Caſcetti.
Di qui ſeguitando la ſtrada
in verſo la Fortezza da baſſo trovaſi la Chie-
ſa e Convento delle Religioſe Carmelita-
ne di
S. BAR-
1
S. BARNABA ſopra la porta di detta
Chieſa evvi una Vergine col Santo Bam-
bino di Luca della Robbia, qual Celebre
Autore qui appreſſo teneva ſua abitazione.

Entrando in queſta Chieſa vedeſi al mag-
gior Altare ſotto vaga tribuna ornata di ſtuc-
chi, una tavola di Mariotto Albertinelli,
eſpreſſavi Maria Santiſſima col Bambino
Gesù, S. Barnaba, e quattro altri Santi.
Vi
ſono nel Corpo della Chieſa due Altari per
parte uniformi, al primo de' quali ſi vene-
ra una prodigioſa Immagine del Crocifiſſo
dipinta dal Beato Giovanni Angelico.
Di
qui tornando al Canto alla Macine.
Poco
diſtante trovaſi il
PALAZZO de' Marucelli di vaghiſſima archi-
tettura di Gherardo Silvani ove ſono am-
mirabili le due Arpie ſoſtenenti il Terraz-
zino opera di Raffaello Curradi: Entro vi
fon cinque gran Camere dipinte da Seba-
ſtiano Ricci Pittor Veneziano e molti Qua-
dri di celebri Profeſſori.
Di faccia a que-
ſto Palazzo vedeſi il
MONASTERO DI S. APPOLLONIA la qual
Chieſa, e Porta della medeſima fu fatta col
diſegno di Michelagnolo.
Alle due Cappelle
1 laterali la Tavola della SS. Trinità fu co-
lorita da Pier Dandini, ed il Crocifiſſo di
rilievo è di Raffaello da Montelupo; Nella
Tribuna oſſervaſi la volta dipinta da Bernar-
dino Poccetti ſotto della quale la Tavola è di
Agoſtino Veracini.
Non è da tralaſciarſi di
oſſervare ſopra le grate del Coro delle Mo-
nache la gran Tela eſprimente Criſto mi-
niſtrato dagli Angeli nel deſerto opera di
Matteo Roſſelli.
E proſeguendo verſo la
Porta ſi trova a mano deſtra lo
late-
SPEDALE DI GESU' PELLEGRINO detto la
Congrega maggiore, nella cui Chieſa ſonovi
tre Tavole a olio molto eccellenti di Gio.
Balducci, come pur ſono del medeſimo tut-
te le Pareti dipinte a freſco con non minor
maeſtria: In queſto Spedale vi ſi ricevon ſo-
lo l Pellegrini Eccleſiaſtici.
Dirimpetto a
queſto vi è un Monaſtero di Nobili Reli-
gioſe di
S. CATERINA dell'Ordine di S. Domeni-
co nella di cui Chieſa che ha l'ingreſſo
ſulla Piazza di S. Marco, all'Altar Mag-
giore vedeſi lo Spoſalizio di detta Santa,
e a due laterali le Tavole ſon dipinte da
Suor Plautilla Nelli valente pittrice e reli-
1 gioſa di queſto Monaſtero, nel quale Ca-
terina de' Medici Regina di Francia nella
ſua fanciullezza vi fu tenuta in ſerbo.
Se-
guitando per via S. Gallo ſi trova la
gioſa
COMPAGNIA DI SAN MARCO detta il Me-
lani quanto mai dir ſi poſſa, di vari orna-
menti abbellita, avvegnachè moltiſſime ſia-
no le Pitture, gl'intagli dorati, e l'altre
coſe di pregio, che vi ſi vedono.
Due pic-
cole Tavole agli Altari dell'atrio ſono di
Pietro Dandini, di cui nell'ingreſſo vedonſi
a freſco alcune lunette, e all'Altar Mag-
giore fatto ultimamente di nobili marmi la
preſentazione di Gesù Bambino al Tempio.

Nella Sagreſtia vi ſon alcune ſtoriette del
B. G. Angelico, e di Franceſco Poppi di-
pinte a freſco ſotto il Coro laterali alla
porta ſotto li due miracoli di S. Zanobi.

Unito a queſto Oratorio è uno Spedale,
fabbricato per ricevere i Pellegrini Oltra-
montani, ſimile a quello di S. Tommaſo d'
Aquino: ma di più comode abitazioni no-
bilmente adagiato, ad un nobil refettorio
con molte ſacre Immagini d'eccellenti Pit-
tori moderni.
Poco diſtante da queſto tro-
vaſi la Chieſa delle nobili Religioſe di
I S. GIO-
1
S. GIOVANNINO de' Cavalieri di Malta aſ-
ſai vaga, e ſpazioſa diviſa in tre navate.
La
prima Cappella, che Incontraſi a man dritta,
ha una devota Immagine del Crocifiſſo trasla-
tato dall'antica loro Chieſa, e Convento
che avevano dalla Porta Romana.
Nella
ſeconda vi è eſpreſſa da Santi di Tito la
Natività di S. Gio. Batiſta, la terza è de-
dicate alla Preſentazione di Maria.
Nella
teſtata della Navata vedeſi la ſua incorona-
zione, che è antica pittura dell'Orcagna.

All'Altar Maggiore dipinſe Pietro Dandini
la Decollazione di S. Gio. Batiſta con due
ovati, che in uno S. Agoſtino, e nell'al-
tro Santa Maria Maddalena de' Pazzi, di
mano d'Aleſſandro Gherardini, di cui ſono
ancora le pitture a freſco della tribuna, e
della ſoffitta della Chieſa ornata da Rinal-
do Botti.
Ne ſeguita la Naſcita di Gesù
Criſto del Ghirlandaio.
Dopo ne viene una
Nonziata della Scuola di Giotto.
Vi è in
fine la Cappella della Beata Ubaldeſca Re-
ligoſa di queſt'Ordine Geroſolimitano.
E
da ſaperſi che in queſto eſemplariſſimo Mo-
naſtero vi fu educata per più di ſei anni
fino dalla ſua puerizia la Glorioſiſsima San-
ta Maria Maddalena de' Pazzi noſtra Con-
cittadina
.
Di qui eſcendo trovaſi lo
SPE-
1
SPEDALE DEGL'INCURABILI molto capa-
ce, e adattato al biſogno, ed il
PALAZZO de' Pandolfini, fatto fabbricare
col diſegno di Raffaello da Urbino, da
Monſig. Giannozzo Pandolfini Veſcovo di
Troia; Ne ſegue la Chieſa e Convento del-
le Monache di S. Lucia dello ſtretto Ordi-
ne di S. Domenico.
Quindi la Chieſa e Con-
vento
.
Di San Luca già ſoppreſſo, e in-
corporato nello
SPEDALE DI BONIFAZIO, o Conſervato-
rio de' Poveri queſtuanti, dove ſi raccetta-
no in gran parte perſone dell'uno, e dell'
altro ſeſſo, che per vivere neceſſitano dell'
altrui ſoccorſo; il qual luogo è chiamato di
Bonifazio, dal ſuo Fondatore Bonifazio Lupi
nobiliſſimo Parmigiano, già Poteſtà di Firenze
nel Secolo XIV. nella di cui Loggia ſopra
una Porta, la lunetta rappreſentante S. Ca-
terina, è di Nicodemo Ferrucci.
La Ma-
donna con alcuni Santi, è di Cennino Cen-
nini diſcepolo di Taddeo Gaddi.
La SS.
Trinità, e la pittura allato alla Porta del-
lo Spedale ſono di Agnolo Donnini.
La re-
ſtaurazione della Chieſa antica fu fatta col
diſegno di Gio. Batiſta Pieratti.
In eſſa la
1 Madonna del Roſario, è di Niccodemo Fer-
rucci, di faccia a queſta vi è il Martirio
di S. Caterina di Fabrizio Boſchi.
Il S. Mi-
chele è di Mario Balaſſi.
L'Annunziazione
è opera di Niccolò Soggi Diſcepolo di Pie-
tro Perugino.
All'Altar maggiore ſi vede
una Tavola di Matteo Roſſelli nella qualc
ha effigiato S. Maria Maddalena dei Pazzi.

Proſeguendo verſo la Porta trovaſi il Mo-
naſtero di
I 2 Ma-
S. MINIATO detto del Ceppo anco eſſo
incorporato allo Spedale nella cui Chieſa va-
ghiſſima vedeſi al maggiore Altare l'Aſſun-
zione di Maria opera di Pier Dandini.
A
man dritta vi è il Martirio di S. Miniato di
Franceſco Bianchi.
E ſotto il Coro delle
Monache ha dipinto Bernardino Poccetti.

E rivolgendo per via delle Ruote, dove
può oſſervarſi ful Canto la piccola, ma va-
ga facciata della Caſa, che per propria
abitazione ſi fabbricò il celebre Pittore Santi
di Tito; e full'altro canto di Via S. Za-
noni un belliſſimo Tabernacolo di Domeni-
co Puligo diſcepolo di Andrea del Sarto:
vedremo in teſta di queſta ſtrada il
CONSERVATORIO de' Fanciulli Orfani, e
1 Abbandonati, e ritornando per la Via S.
Gallo trovaſi la Chieſa delle Religioſe di
Abban-
S. AGATA nella quale è ammirabile la bel-
liſſima Tavola di Aleſſandro Allori eſpri-
mente le Nozze di Cana Galilea come an-
cora tutta la Tribuna di detto Altar mag-
giore
.
I due laterali ſono di Gio. Bizzelli.
La Tavola dalla banda dell'Epiſtola è di
Girolamo Macchietti, e le lunette intorno
alla Chieſa eſprimenti il Martirio di S. Aga-
ta ſono di Suor Ortenzia Fedeli.
Poco di-
ſtante trovaſi il Monaſtero e Chieſa delle
Nobili Religioſe dette di
CHIARITO, dal B. Chiarito che ne fu il
fondatore
.
Si venera in queſta Chieſa una
miracoloſiſſima Immagine del Crocifiſſo la-
ſciatovi nel 1399. dalla Compagnia de' Bian-
chi, e ne' due Altari uno in faccia all'al-
tro vl ſono due belle Tavole di Giovanni
Stradano rappreſentante una S. Tommaſo Apo-
poſtolo che riceve la Cintola da Maria
Santiſſima, e l'altra l'orazione nell'Orto?

Di qui paſſeremo alla
CHIESA DELLE NOBILI RELIGIOSE DI S.
CLEMENTE ove Santi di Tito dipinſe la Ta-
1 vola dell'Altar maggiore, quella del S.
Agoſtino a mano dritta è di Iacopo da Pon-
tormo
.
E di qui oſſervata l'antica Pittura
di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio ſopra
la Porta a S. Gallo, e ſeguitando il cam-
mino per la ſtrada a mano ſiniſtra entro al-
le mura ſi trova il
I 3 vola
CASTEL S. Gio. Batiſta volgarmente det-
to la Fortezza da Baſſo; nella quale con-
ſervaſi una belliſſima e copioſa armerìa, ol-
tre alle coſe ſingolari che vi ſi ammirano,
che da noi con gran ragione ſi tacciono,
con far ſolo menzione della nuova fon-
ditura di Cannoni e Campane che vi ſi
eſercita, e che tanto facilita la manifattu-
ra, e ne aſſicura.
Di qui paſſeremo al
CASINO del Marcheſe Riccardi in Gual-
fonda, pieno di Statue antiche e moderne,
e di pitture eccellenti, tra le quali nel-
la Cappella è la Volta a freſco del Vol-
terrano, con un Giardino molto vaſto, e
delizioſo, in cui ſi vede la ſtatua di Papa
Bonifazio VIII., che prima era alla fac-
ciata del Duomo, eretta da' Fiorentini per
la benevolenza che queſto Pontefice avea
dimoſtrata alla loro Nazione.
Eſcendo del
1 Caſino del Marcheſe Riccardi e voltando
in Via Nuova, ſi vede alla metà di eſſa
un Tabernacolo con pittura di Giovanni da
S. Giovanni: proſeguendo poi in faccia
alla medeſima ſtrada ſi trova la Chieſa e
Convento delle Monache di
Caſi-
S. GIULIANO; fuori di eſſa vedeſi un Ta-
bernacolo la di cui pittura che ſta co-
perta di vetro, è opera di Andrea del
Caſtagno
.
In Chieſa poi entrando a man
deſtra vedeſi l'Altare del Santiſſimo Croci-
fiſſo opera aſſai ſtimabile di Mariotto Al-
bertinelli, di cui è ancora la Tavola all'
Altar maggiore.
Il quadro poi dell'altro
Altare a ſiniſtra rappreſentante la Naſcita
del Santo Bambino è di Iacopo da Em-
poli, e ſeguitando la ſtrada trovaſi la
Chieſa di
S. ONOFRIO delle Religioſe Franceſcane
dette di Fuligno, dove oltre una bella Tavola
dell'Aſſunzione che ſi vede all'Altar mag-
gior a man dritta quella di Iacopo Ligozzi
rappreſentante l'Adorazione de' Magj vi
è dirimpetto da ammirare il belliſſimo S.
Franceſco in atto di ricevere le Stimate
dipinto con la più viva eſpreſſione da Lo-
1 dovico Cigoli, opera in vero ſtimatiſſima
di eccellente artefice.
La Volta è pit-
tura del P. Galletti Teatino.
Poco diſtante
da queſta Chieſa andando verſo la Fortez-
za ſi trova il Convento de' Canonici Re-
glari di
I 4 dovi-
S. ANTONIO, e nella loro Chieſa al
primo Altare a man dritta vi è la Ta-
vola di S. Luigi Re di Francia opera di
Livio Mehus.
Il quadro di S. Antonio viene
da Niccolò Mignard, e ritornando indie-
tro per la medeſima ſtrada, ſi giugne alla
Chieſa di
S. IACOPO in Campo Corbolini, Com-
menda de' Cavalieri di Malta, ove ol-
tre a vari Depoſiti di inſigni meliti in
valore e pietà di detto ſacro ordine, ve-
deſi in una Cappella la Tavola eſprimente
la Decollazione di S. Gio. Batiſta, opera di
Filippo Palladini, e ſopra la Porta principale
un belliſſimo putto a freſco di Gio. Da S. Gio-
vanni, che ſoſtiene l'arme della Famiglia
dell
'Antella.
Di qui eſcendo, e voltando
a man deſtra in Via dell'Amore, trovaſi
la Chieſa delle
MONTALVE: la Nunziata che vi è all'
1 Altar maggiore è dipinta da Alfonſo Boſchi,
e i quadri de' due Altari a mezzo la Chie-
ſa ſono del Prete Michele Lepri.
Qui ap-
preſſo oſſerveremo la Caſa fatta fabbricare
con gli onorifici donativi di Luigi il gran-
de Re di Francia da Vincenzio Viviani
primo Mattematico del Granduca Coſimo
III. ultimo Scolare del Galileo.
Nella fac-
ciata di queſta Caſa, eretta con diſegno
del Senator Gio. Batiſta Nelli, alla qual
Famiglia di preſente appartiene, con raro
eſempio, ed in ſegno evidente d'Uomo
grato al Maeſtro, ed a' generoſi Bene-
fattori, vedremo ſopra la porta maggiore,
eſpoſta al pubblico la viva Effigie di bron-
zo in rilievo, gettata da Gio. Batiſta Fog-
gini, di queſt'immortale Eroe Fiorentino,
e dall'eſpreſſo ne' Cartelloni laterali, come
da un Compendio di Vita, ci verrà indi-
cato parte delle notizie de' di lui ammi-
randi ritrovati.
Soddisfattici d'aver quì
veduto una memoria bella, entrando ſulla
Piazza Vecchia di Santa Maria Novella oſ-
ſerveremo a man deſtra il
Altar
PALAZZO de' Cerretani, dove è ſtata fab-
bricata una Galleria di antiche Statue, e
dipinta vagamente da Vincenzio Meucci,
1 ed è anche ricca di inſigni pitture de' più ec-
cellenti maeſtri poſſeduta in oggi dalla Mar-
cheſa Caſſandra Capponi ſuperſtite di tal
Famiglia; e dipoi per corta ſtrada paſſere-
mo al Giardino, e Palazzo de' Gaddi, ric-
chiſſimo di Statue ſingolari, di pitture, e
di medaglie; ed oſſervando il Palazzo det-
to del Mandragone, ed in appreſſo quello
de' Venturi, diſegno del Bontalenti ove è
una ſala nobilmente dipinta da Bernardino
Pocetti, giugneremo alla Chieſa di
ed
SANTA MARIA NOVELLA de' Padri Dome-
nicani, una delle più belle non ſolo di Fi-
renze, ma quaſi diſſi d'Italia, lodata da
Michelagnolo Bonarroti, che come è fama
fra noi, ſolea chiamarla la Spoſa.
Fu que-
ſta fabbricata preſſo l'anno del Signore 1279.
col diſegno di Fra Siſto, e Fra Riſtoro,
Converſi di quell'ordine, e Fiorentini, in-
tendentiſſimi d'Architettura, e perfeziona-
ta circa l'anno 1350., governando il Con-
vento Fra Iacopo Paſſavanti celebre ed elo-
quente Scrittore.
Promoſſe la gran Fabbri-
ca di queſto Tempio il Beato Giovanni da
Salerno diſcepolo di San Domenico, di cui
è oſſervabile la bella Statua fatta da Gi-
rolamo Ticciati, e collocata nel mezzo
1 del maggior Chioſtro. Or queſto Tempio
magnifico è diviſo in tre Navate, ſoſte-
nute da pilaſtri, e colonne, ſulle quali
poſano gli archi delle volte, così ben
rilevate, che oltre la maeſtà, e vaghez-
za, rendono molta luce alla Chieſa.
Nel-
le pareti delle Navate ſono le Cappel-
le tutte di un ordine.
In ciaſcuna di eſſe
è una Tavola di Pitture eccellenti.
Inco-
minciando dalla porta del mezzo, la pri-
ma a man deſtra, dove la Vergine Annun-
ziata dall'Angiolo, è dipinta da Santi di
Tito
.
Segue il Martirio di San Lorenzo mi-
rabilmente effigiato da Girolamo Macchiet-
ti: e dopo queſto, la Natività del Signore
dipinta da Batiſta Naldini, di cui ſono l'
altre due ſeguenti, cioè quella della Puri-
ſicazione di Maria Vergine, e l'altra del-
la Depoſizione di Croce di Noſtro Signore.

E' anco di Santi di Tito il Lazzaro riſuſci-
tato, dopo della qual Cappella vedeſi il
belliſſimo Sepolcro della B. Villana de' Bot-
ti. ſcolpito di mano di Deſiderio da Setti-
gnano
.
Del Ligozzi poi è la Tavola di San
Raimondo, che riſuſcita da morte un fan-
ciullo
.
Salita una ſcala in teſta alla Cro-
ciata ſi ammira una ſtupenda Tavola rap-
preſentante il Martirio di S. Caterina ope-
1 ra di Giuliano Bugiardini. In queſta Cap-
pella oſſervaſi un antichiſſima Immagine di
Maria Vergine la prima opera di Cimabue
data al pubblico ſtata gran tempo all'Al-
tar maggiore di queſta Chieſa; nella quale
cominciò il ravvivamento della Pittura.
Ne
ſegue proſſima a queſta la Cappella di S.
Domenico ove la Tavola è di Iacopo Vi-
gnali, lo sfondo è di Piero Dandini, come
ancora una delle due Lunette; l'altra rap-
preſentante la Pietà, è del Paſſignano, i
due gran quadri laterali ſono del Bonechi.

L'altra Cappella tutta dipinta a freſco è
di Filippo Lippi; e la Madonna di marmo
bianco poſta ſopra il Sepolcro di paragone
dietro l'Altare, è opera di Benedetto da
Maiano
.
Dietro all'altar maggiore belliſſi-
me ſono le pitture del Coro fatte dal Gril-
landaio
.
In ſette Storie da una parte ſi rap-
preſenta la vita di Maria Vergine, ed in
altre ſette dall'altra, quella di S. Giovan
Batiſta, ed in ciaſcuna furono ritratte da
quel Pittore molte perſone di quei tempi,
così bene, ed al vivo, che la natura vien
ſuperata dall'arte.
Le pitture, tanto d'avan-
ti, che di dietro di queſt'Altare ſono di
mano del predetto Grillandaio.
Nella pri-
ma Cappella, proſeguendo il giro della
1 Chieſa, ammiraſi il celebre Crocifiſſo di
Filippo di Ser Brunelleſco.
Nella ſeconda
fatta con diſegno di Gio. Antonio Doſio
tutta lavorata di ricchi marmi oſſervaſi la
Tavola di Agnolo Bronzino, di cui pure è
la Pittura della volta; i Baſſirilievi di mar-
mo, che ſono nelle pareti ſopra i depoſiti
ſono di Gio. dell'Opera.
Saliti per una pic-
cola ſcala alla terza Cappella, tutta dipin-
ta a freſco da Andrea, e Bernardo Orca-
gna fratelli, ſi vede ancora la Tavola del-
l'Altare di mano del detto Andrea.
Ed oſ-
ſervando nella contigua Sagreſtia oltre i
diverſi grazioſi ornamenti, le Pitture del
Beato Gio Angelico e di altri buoni auto-
ri moderni, rientreremo nella Navata dove
al primo Altare trovaſi la Tavola di S. Gia-
cinto lavorata da Aleſſandro Bronzino, al
ſecondo vi è una S. Caterina di rilievo del-
la quale non è noto l'Autore.
Potranno quì
oſſervarſi i due Tabernacoli poſti ai Pilaſtri
fattì con diſegno di Pier Franceſeo Silva-
ni, e le due Tavole una del Cigoli rappre-
ſentante S. Pier Martire, e l'altra dell'Em-
poli
.
Ne ſegue poi nell'ordine delle Cappel-
le due Tavole del Vaſari, la prima rappre-
ſentante Criſto riſorto, l'altra la Madon-
na del Roſario, appreſſo a queſta la belliſ-
1 ſima Tavola della Sammaritana opera d'Aleſ-
ſandro Bronzino, ne vien poi il Sepolcro
d'Antonio Strozzi fatto da Andrea da Fie-
ſole, ma la Madonna, e gli Angioli ſono
di Maſo Boſcoli.
In ultimo della Navata,
alla Cappella de Ricci, la Tavola di S. Ca-
terina della ſteſſa Famiglia è di mano di
Gaetano Romanelli.
E finalmente tralle due
porte è effigiato S. Vincenzio Ferreri, dal
Pittore Iacopo di Meglio.
Uſcito di Chie-
ſa il Foreſtiero e conſierando l'antichiſſima
facciata fatta fabbricare da Orazio Rucel-
lai; vedrà l'Armilla di Tolomeo per oſſer-
var l'ingreſſo del Sole nel primo punto d'
Ariete fattavi collocare dal Gran-Duca Co-
ſimo I., dall'altra parte uno Gnomone per
comodo degli Studenti d'Aſtronomia, ope-
ra di F. Ignazio Danti dello ſteſſo ordine.

Dalla Chieſa paſſeremo nel Convento, ada-
giato di comode abitazioni, in cui ſon
molte coſe degne d'eſſer vedute da ciaſche-
dun Foreſtiero.
Primieramente ſi trova un
Chioſtro aſſai grande, le cui Pareti lungo
la Chieſa furono dipinte a verde terra di
ſacre Iſtorie da Paolo, detto degli Uccelli,
Pittore antico, e da altri alquanto a lui
anteriori, tutto il rimanente del Chioſtro.

E quivi ſitata la Cappella della Nazione
1 Spagnola, già eretta dalla Famiglia Guida-
lotti per Capitolo di quei Padri, con pit-
ture nelle pareti, e nella volta di mano di
Taddeo Gaddi, e di Simone Memmi, fatta
reſtaurare, ed abbellire dal Padre Maeſtro Fra
Salvadore d'Aſcanio Spagnolo, ſtato Mi-
niſtro del Re Cattolico.
La Tavola di San
Iacopo Apoſtolo, Tutelare della Cappella,
è di mano del Bronzino; e il Crocifiſſo di
marmo, collocato oggi ſull'Altare, è ope-
ra del Pierotti.
Paſſando al ſecondo Chio-
ſtro, che è lungo centodieci braccia, e lar-
go novanta, lo vedremo diviſo in cinquan-
ta lunette, lavorate da Maeſtri eccellenti,
e ſpecialmente da Santi di Tito, dal Poc-
cetti, dal Cigoli, dal Vaſari, da Batiſta Nal-
dini, dal Balducci; e da varj altri celebri
Profeſſori di quel tempo.
Ivi ſono eſpreſſi
i fatti più ſingolari di San Domenico, e di
Sant'Antonino Arciveſcovo di Firenze, con
alcuni Ritratti d'Uomini illuſtri per Santi-
, che mentre viſſero, ſantificarono coll'
eſempio loro queſto Convento,
E` qui da
oſſervarſi la gran Parete verſo Ponente, con
le Armi in pietra della Chieſa Romana, e
della Repubblica Fiorentina, per eſſer que-
ſto uno de' Lati del grande Stanzone ſer-
vito al General Concilio celebrato in Fi-
1 renze con la preſenza di Eugenio IV.. e
dell'Imperator Paleologo ec., nel quale ſe-
guì l'unione della Chieſa Greca con la La-
tina
.
Vicino al Chioſtro è ſituata la Spe-
zieria, celebre in molti luoghi d'Italia, av-
vegnachè in eſſa, al pari d'ogni gran Fon-
derìa, ſi fabbrichino medicamenti chimici d'
ogni ſorte, olj, quinteſſenze, e odori di ſin-
golar perfezione, come è ben noto a' Pro-
feſſori di queſt'Arte.
Salendo nel Dormen-
torio nuovamente di pitture abbellito, col-
la ſerie di tutt'i Pontefici, e Cardinali di
queſta inſigne Religione, trovaſi la Cap-
pella detta del Papa, dipinta da Iacopo da
Pontormo, e nella quale celebrarono quat-
tro Sommi Pontefici, cioè Martino V. Eu-
genio IV. Pio II. e Leone X.
Preſſo a que-
ſta è una copioſa Libreria, dipoi il Novi-
ziato fatto fabbricare dal Padre Aleſſio Stroz-
zi inſigne Benefattore di queſto Convento.

Dal quale uſcendo s'entra in una gran Piaz-
za con due Piramidi rette ſopra le loro Baſi
da quattro groſſe Teſtuggini di bronzo In
queſta Piazza diviſa da dette due Piramidi,
ben diſtanti l'una dall'altra, e ridotta per
il giorno avanti alla Feſta di S. Giovanni
Protettor di Firenze, con ben ordinate pal-
chi per l'immenſo popolo a foggia di un
1 vaſtiſſimo Teatro, vi ſi corre in giro per
ben tre volte il Palio dei Cocchi all'uſo
degli antichi Romani.
In teſta alla quale
ſta collocato di contro alla Chieſa il palco
nobilmente apparato per il Sovrano e Sua
Real Famiglia con altro appreſſo per le ca-
riche di Corte, Feſta per vrità nobiliſſima,
iſtituita da Coſimo I. nel 1563.
del
ra
Chie-
ſima
Spa-
renze
vaſtiſ-
Accanto alla Porteria del Convento vi è
la Compagnia detta della Scala, nella qua-
le ſono varie buone pitture, nel di cui
atrio ſingolarmente vi ſi ammira a mano
deſtra la Tavola del Crocifiſſo, belliſſimo
lavoro di Lorenzo Lippi; e a ſiniſtra quel-
la di Orazio Fodani, rappreſentante il Gio-
vane Tobbia quando guariſce dalla cecità
il ſuo Genitore.
Sulla detta Piazza in fac-
cia alla Chieſa è ſituato lo Spedale di
SAN PAOLO de' Convaleſcenti così detto
per la Carità che vi ſi eſercita di ricettare
per tre paſti i poveri freſchi di male.
Il
diſegno della Loggia diceſi fatto dal Bru-
nelleſco, i Tondi nei peducci, e la Lunet-
ta ſopra la porta della Chieſa, ſon d'An-
drea della Robbia Nipote di Luca.
Il bu-
ſto del Gran-Duca Ferdinando I. di mar-
mo collocate nel mezzo, e di Gio. dell'
1Opera. Paſſato queſto Spedale trovaſi la
Chieſa delle Religioſe dette le Stabilite, e
voltando a man ſiniſtra ſi trova quella de'
Padri Carmelitani Scalzi di
K Ope-
S. PAOLINO, d'antichiſſima, che ella era
fu ridotta alla moderna; con architettura
aſſai vaga nell'anno 1669. con diſegno del
Balatri
.
Ella ha una ſola Navata, con tre
Cappelle per banda sfondate, e due gran
Cappelle in faccia l'una all'altra che fanno
Crociata, e pongono in mezzo un ampia
Tribuna, e Coro con l'Altare in iſola.

Sulla porta al di dentro ſtà appeſa una Ta-
vola, ove è effigiata S. Tereſa di mano di
Piero Dandini: nella prima Cappella a man
dritta vi è S. Gio. Batiſta, copia da Raf-
faello d'Urbino, nella ſeconda un antica
Immagìne della Santiſſima Annunziata.
Se-
gue il magnifico Altare del Tranſito di S.
Giuſeppe di Gio. Ferretti; dai lati, il Me-
daglione, ove è lo Spoſalizio della Madon-
na fu opera di Vincenzio Meucci, e l'al-
tro ov'è il ripoſo della S. Famiglia che
va in Egitto, fu lavorato da Ignazio Enrico
Hugford
.
All'Altar maggiore evvi un bel
Crocifiſſo di rilievo, e nella teſtate del Co-
ro il rapimento di S. Paolo, opera del Ca-
1 valier Curradi. Dai lati, la converſione,
e decollazione del Santo è di F. Iacopo
Carmelitano
.
Seguita la nobil Cappella di
S. Tereſa il di cui quadro all'altare è del-
lo ſteſſo Curradi, nei Medaglioni dai lati,
il Marcheſini in uno effigiò la Santa, nell'
altro il detto Ignazio Hugford eſpreſſe S.
Giovanni della Croce.
Alla proſſima Cap-
pella di S. Giovacchino, la Tavola del det-
to Santo è del medeſimo Marcheſini.
È neil'
ultima, è modernamente fatta da Tommaſo
Gherardini l'Orazione nell'Orto.
Di qui
proſeguendo per la ſtrada di Palazzuolo
trovaſi la
valier
CONGREGAZIONE di S. Franceſco della
Dottrina Criſtiana detta de' Bacchettoni fon-
data dal Venerabile Ipolito Galantini Fioren-
tino con tanto ſpirituale vantaggio di queſta
Città
.
Queſto magnifico Oratorio e degno
di vederſi anco per l'eccellenti pitture che
ne adornano quella vaſta ſoffitta, ove han
gareggiato cinque illuſtri Pittori nei diverſi
ſpartimenti, che la compongano.
E primie-
ramente G. da S. Giovanni Baldaſſar Vol-
terraneo, Fabbrizio Boſchi Cecco Bravo;
e Pietro Liberi da Padova, a cui toccò a
far la Fama Volante, con l'arme Grandu-
1 cale de' Medici, la cui generoſa Pietà nel-
la creazione di queſto Santo Luogo ha da-
to tutta la mano.
Modernamente poi fu-
rono ornate le pareti di queſta Chieſa con
l'architettura di Rinaldo Botti. e le figu-
re di Niccolò Manetti.
L'atrio dalla mede-
ſima fu fatto di pianta dalla Granducheſſa
Maria Maddalena d'Auſtria, la di cui ar-
me vedeſi nella ſoffitta di detto Atrio, le
Tavole che vi ſono a due Altari furon di-
pinte da Pietro Dandini.
Nell'eſcire di
queſta Chieſa, e prendendo la più vicina
ſtradella che ſi preſenta, entreremo in Via
della Scala, ove trovaſi il nobil Convento
e Chieſa della Concezione detta del
K 2 cale
MONASTER NUOVO; nel quale fu incor-
porato il celebre Salone del Concilio Fio-
rentino
.
All'Altar maggiore la Tavola de'
Magi è di Franceſco Conti, e la gran lu-
netta che vi è ſopra e opera aſſai lode-
vole d'Antonio Franchi.
Aurelio Lomi all'
Altare a man deſtra dipinſe la Pietà, e le
figure che adornano a ſiniſtra il Tabernaco-
lo della Madonna ſono del Paſſignano,
Tro-
vaſi poco diſtante il
PALAZZO, E GIARDINO del Marcheſe Ri-
1 dolfi, nel quale ſuccederono per eredità i
Canonici nobili Ferrareſi, de' quali, eſtin-
ta la famiglia; ſono ſtati ſucceſſori, gli
Stiozzi, che lo godono con il carico del
Cognome; queſto è ripieno di belliſſimi
Quadri, con un nobile, e vaſto Giardino,
ov'è di Antonio Novelli una Statua Coloſ-
ſale, oltre i vaſti. e comodi appartamen-
ti
.
Da queſto ſeguitando per queſta ampliſ-
ſima ſtrada troveremo a ſiniſtra il nobile
Monaſtero di Religioſe Camaldolenſi det-
ta di
dolfi,
S. MARTINO la di cui piccola, ma va-
ghiſſima Chieſa ornata nobilmente di ſtuc-
chi ha due Cappelle laterali che in una
della Nunziata e l'altra del Batteſimo di
S. Agoſtino le di cui Tavole ſon dipinte da
Batiſta Gidoni, e quella dell'Altar mag-
giore a opera del Ferretti con l'adorazio-
ne de' Magj.
Di quì proſeguendo il cam-
mino ſi trova altro nobile Monaſtero e Chie-
ſa di
S. IACOPO di Ripoli di Religioſe dell'
Ordine di S. Domenico; ove ſulla porta
della Chieſa vedeſi un bel lavoro di Luca
della Robbia, e dentro parimente ven ha
1 altri due ſopra le due laterali Cappelle, in
cui ſtan collocate belliſſime Tavole di Do-
menico del Ghirlandaio.
Poco più oltre ſi
giugne alle mura della Città, da dove con
breve tratto ſi giugne alla Porta al Prato;
e in quel luogo vaſtiſſimo fan vaga viſta,
da una parte, tutte le Caſe d'un ordi-
ne ſteſſo, e dall'altra il
K 3 al-
CASINO E PALAZZO de' Principi Corſini,
nell'atrio del quale, che conduce ad uno
ſpazioſo Giardino è ſtata poſta uua bella rac-
colta di antiche inſcrizioni.
Il detto Caſino
è ſituato in mezzo a due Chieſe di Reli-
gioſe, che la prima, venendo dalla porta,
è Santa Maria, e l'altra, S. Anna.
Nella
prima è oſſervabile e degna di ſtima all'
Altar maggiore la Tavola de' Magi, che è
di Girolamo Macchietti; e oltre a quella
vi è una Pietà di Santi di Tito; e il Bat-
teſimo di S. Agoſtino belliſſimo lavoro del
Cav. Curradi.
Nella ſeconda aſſai abbelli-
ta modernamente da che vi ſu introdotta
la devozione di Maria Santiſſima del Buon
Conſiglio, la di cui Immagine veneraſi al
deſtro Altare.
Vedeſi alla maggior Cappel-
la una Tavola degna di ſtima di mano del
Pontormo, la ſoffitta è dipinta da Vincen-
1 zio Meucci, e l'architettura da Giuſeppe
del Moro.
Di quì entrando in Borgo Ogniſ-
ſanti vedremo a ſiniſtra una piccola traver-
ſa, che mette alla Chieſa Parrocchiale di
S. Lucia; ove all'Altar maggiore è una
Tavola del Ghirlandaio.
Due altre a tem-
pera del Puglieſchi, e una antica Santiſſi-
ma Immagine della Nunziata in gran de-
vozione
.
Di qui rimettendoſi in ſtrada pel
detto Borgo, giugneremo alla Chieſa di
zio
OGNISSANTI, dove abitano in gran nu-
mero Frati Minori dell'Oſſervanza di San
Franceſco
.
Ha queſta Chieſa la facciata di
pietre ſorti, con buon diſegno intagliate,
per opera del Nigetti Architetto.
Il baſſo
rilievo di terracotta, ſituato ſopra la por-
ta di mezzo, è di Luca della Robbia,
La
prima Tavola, che ſi trova entrando pei
la Porta principale è di Vincenzio Dandina
Fiorentino, valente diſcepolo di Pietro da
Cortona
.
Nella ſeguente, lungo la Navata
vi e da Lodovico Butteri eſpreſſo con mol-
to ſtudio e bellezza l'Aſcenſione di Criſto.

Dopo a queſta vi è da Matteo Roſſelli effi-
giata Santa Liſabetta Regina di Portogallo.

Ne ſegue la Madonna col Bambin Gesù, e
altri Santi di mano di Santi di Tito.
Tra
1 queſta, e la ſeguente Cappella, vi è dipinto
a freſco da Sandro Botticelli S. Agoſtino.

E` da ſaperſi, che queſta pittura, nel 1566.
con l'altra di S. Girolamo che ſta dall'al-
tra parte, furono ſegate dal muro del tra-
mezzo, che vi era in queſta Chieſa all'u-
ſo antico, e inſerite con gran diligenza nel-
le pareti ove al preſente ſi vedono; ma l'
altra di S. Girolamo è di Domenico del
Ghirlandaio, degne ambedue di grande ſti-
ma
.
Ne vien dopo, la Tavola di S. Fran-
ceſco, che è di mano di Niccodemo Fer-
rucci
.
Dipoi quella della SS. Concezione,
lavoro di Vincenzio Dandini.
Accanto a
queſta il Pugliani eſpreſſe il Beato Salva-
tore de Orta, che riſana infermi.
Vol-
tando verſo la crociata, il S. Diego è di
Iacopo Ligozzi.
All'altro Altare vi è S.
Pietro d'Alcantara, e S. Tereſa di mano
di Lazzaro Baldi, i quadri laterali, del
Meucci, e la tribuna di Matteo Bonechi.

In teſta alla Crociata, la Tavola di S. Ber-
nardino e S. Giovanni da Capiſtrano è lo-
devoliſſima opera di Vincenzio Dandini.

I laterali credono d'Andrea del Caſtagno,
la Tribuna con i due ovati, di Giovanni
Ferretti, e l'architettura di Lorenzo del
Moro
.
Nella prima Cappella che ſegue vi
1 è la Tavola di S. Liſaberta dipinta da Giu-
ſeppe Pinzani con la Cupolina di Ranieri del
Pace, e dell'iſteſſo Pinzani è la S. Roſa,
che ſi vede nella ſeguente; l'altre pitture
furono eſeguite da Giovanni Cinqui.
La
Tavola poi che ſta appeſa ſopra l'arco
è di Benedetto Veli.
Nell'altra, la Tavola
di S. Paſquale, è dipinta da Pietro Dan-
dini, e i laterali dal Ciceri.
E` poi da am-
mirarſi la maggior Cappella molto arric-
chita di nobiliſſimi marmi, e la Cupola e
i peducci del celebre pennello di Giovan-
ni da S. Giovanni; a queſto Altare iſolato
vedeſi un paliotto di pietre dure iſtoriato
con alcuni fatti di S. Franceſco, ſopra di
eſſo vi è eretto un Crocifiſſo di bronzo,
opera di Bartolommeo Cennini diſcepolo
del Tacca; gli Angeli di marmo ſopra le
porte del Coro, ſono di Andrea Ferroni di
Fieſole, i quattro Santi della Religione
nelle Nicchie, ſono di Franceſco Gargiolli
da Settignano.
I due quadri laterali, che
in uno S. Chiara, è opera di Coſimo Gam-
berucci, e nell'altro S. Bonaventura, e di
Fabbrizio Boſchi.
La facciata del Coro di-
pinta a freſco, è lavoro del Pinzani, che
vi ha eſpreſſo Criſto che caccia i Profana-
tori dal Tempio.
Paſſata la Cappella mag-
1 giore, trovaſi da Pier Dandini effigiato S.
Giovanni da Capiſtrano, del quale ſon pure
i due laterali.
In faccia alla porta della
Sagreſtia, è la Cappella di S. Margherita
da Cortona, ov'è la detta Santa dipinta
da Pietro Marcheſini.
Ritornando nella Na-
vata trovaſi la prima Tavola di S. Bernar-
dino da Siena, opera di Fabbrizio Boſchi:
nella ſeconda Cappella vi è un Crocifiſſo
di legno, del quale non è noto l'artefice.

La ſtatua, che ne ſuccede di S. Antonio
da Padova, e di Baldaſſarre Fiammingo.

Nella quarta Cappella è l'Affunta, di Tom-
maſo da S. Friano.
Segue il Martirio di S.
Andrea opera degna di ſomma lode di ma-
no di Matteo Roſſelli.
La Tavola della
Nunziata è lavoro di Bartolommeo Trabal-
leſi
.
La ſoffitta è ſtata fatta ultimamente,
il cui sfondo fu dipinto dal Sig. Giu-
ſeppe Romai, e l'ornato d'Architettura
del Sig. Giuſeppe Renucci.
Conſervanſi an-
cora in queſta Chieſa molte Reliquie, e fra
queſte la Tonaca di San Franceſco, tenu-
ta in ſomma venerazione.
Dopo la Chieſa
ne viene il Convento, in cui v'è un bel-
liſſimo Chioſtro con tutte le lunette dipin-
te a freſco, cinque delle quali ſono di
Giovanni da San Giovanni; cioè quella
1 ove San Franceſco mette in pace gli Are-
tini, quella in cui riſuſcita una bambina
caduta in una caldaia, quella in cui ſana
una cieca, e l'altra ove predica ſopra un
albero
.
Ne ſegue una di Giovanni Garzia
ſuo ſcolare, e figliolo.
Ma cominciando a
ſiniſtra dalla porta del Convento per due
intere navate ſono tutte diligentiſſimo ed am-
mirabil lavoro di Iacopo Ligozzi della bel-
lezza delle quali lunette per il colorito ſi-
nitezza ed eſpreſſione, niuno può averne
idea ſenza vederle, e fino all'angolo che
mette alla Sagreſtia fanno di ſua mano fino
al numero di 17 Nella Navata poi lungo
la Chieſa ſon ſtate tutte eſeguite da Fab-
brizio Boſchi anch'eſſo eccellente Pittore il
di cui Nipote Franceſco ha con ſomma ec-
cellenza effigiati ne' peducci delle Volte
gli Uomini illuſtri dell'ordine Serafico.
Vi
fono in queſta contrada molte belle abita-
aioni, e la
K 4 que-
è la
gio-
ove
CHIESA, E SPEDALE di San Giovanni di
Dio, tenuto de quei Religioſi con ſingolar
pulitezza; e Carità.
In queſto ſtato vi era
la Caſa di Amerigo Veſpucci ritrovatore
del nuovo Mondo.
Seguitando la via del
Corſo a giunge al
PA-
1
PALAZZO de' Ricaſoli fatto col diſegno
di Michelozzo.
Dipoi ſi arriva al
PALAZZO, E LOGGIA de' Rucellai, fatti
ambedue col diſegno di Leon Batiſta Al-
berti
.
Ma uſcendo alquanto di ſtrada a
man finiſtra ſi trova la Chieſa di
S. PANCRAZIO de' Monaci Valombroſani,
nella quale entrando a man dritta ſi vede
una magnifica Cappella della famiglia Ric-
cardi fatta col diſegno del Broccetti, ov'è
a divotiſſima Immagine di Maria Vergine
Annunziata dipinta a freſco dal Pio Pitto-
re Pietro Cavallini.
Nella moderna reſtau-
razione di queſta Chieſa la detta Cappella
rimane nell'atrio, paſſato il quale, dopo
la prima Cappella dov'è un devoto Croci-
fiſſo, ſi trova la bella Tavola del Paſſignano
rappreſentante S. Gio. Gualberto, che perdo-
na all'inimico; ne ſegue la terza Cappella
nella quale ſi vede lavorata da Benedetto Bu-
glioni allievo del Verrocchio, una Pietà con
S. Giovanni, e le Marie, e nelle pareti late-
rali in due Nicchie S. Gio. Gualberto, e S.
Verdiana
,
Saliti nella Crociata ſi vede dipin-
to a freſco Geſù moſtrato al Popolo dipinto
ultimamente da Giuliano Traballeſi.
All'Al-
1 tare in teſta della Crociata s'ammira la bel-
liſſima Tavola di Santi di Tito rappreſentante
S. Gio. Batiſta che predica alle Turbe.
Paſſata
l'altra Cappella dei Minerbetti trovaſi l'Al-
tar maggiore poſto in iſola, dietro al quale
è il Coro dei Religioſi.
La Tribuna è dipinta
da Sigiſmondo Betti.
Paſſata la Cappella del
Santiſſimo in teſta all'altra parte della Cro-
ciata vi è una Tavola di Andrea del Minga
rappreſentante Maria Vergine Aſſunta, con
S. Girolamo, e S. Caterina Vergine, e Mar-
tire
.
Nella parete laterale vi è dipint'a fre-
ſco modernamente da Tommaſo Gherardini
una Madonna a piè della Croce.
Seguitan-
do poi verſo la porta al primo Altare paſ-
ſata la porta di fianco, trovaſi la Tavo-
la di S. Sebaſtiano dipinta da Aleſſan-
dro del Barbiere.
Al ſecondo ſi vede di ma-
no di Franceſco del Brina una Tavola dov'
è dipinto S. Bernardo degli Uberti, S. Gio.
Gualberto, ed altri Santi; al terzo altare è
di mano di Santi Pacini S. Atto Veſcovo di
Piſtoja, che riceve in abito Pontificale da
due pellegrini la Reliquia di S. Iacopo Apo-
ſtolo protettore di quella Città.
Le ſtatue,
che ſono lateralmente all'arco, ſono ſcolpite
da Domenico Poggini, rientrando ora nell'
atrio, ſi trova la Cappella Rucellai, nella
1 quale ſi vede il S. Sepolcro fatto fare da Gio-
vanni Rucellai col diſegno di Leon Batiſta
Alberti, eſattamente eſeguito, con le miſu-
re preſe in Geruſalemme dal Sepolcro di No-
ſtro Signore.
Eravi in antico al maggior Al-
tare una Gran Tavola di Taddeo Gaddi con
molti ſpartimenti di Santi e ſtoriette diverſe
quali diviſe in tanti quadretti ſtanno moder-
namente diſtribuiti nell'appartamento del P.
Abate di quel Monaſtero.
Reſta ora da am-
mirare per ultimo tra le due porte la belliſ-
ſima Tavola di Michele di Ridolfo del Gril-
landaio, ove con ottimo guſto, e fatica ha
eſpreſſo i diecimila Martiri ai quali è dedi-
cato queſto Altare.
Da queſta Chieſa ritor-
nando verſo il corſo incontraſi il
tare
quale
CANTO DE' TORNAQUINICI, dove è la bel-
la Loggia di queſta Famiglia fatta col diſe-
gno del Cigoli, oggi anneſſa al Palazzo dei
Marcheſi Corſi dai quali fu reſtaurata, e qui-
vi s'incontra il tanto lodato
PALAZZO degli Strozzi fatto fabbricare da
Filippo Strozzi, con ſomma magnificenza.
Il
primo diſegno di queſta fabbrica fu dato da
Benedetto da Majano, ſebbene poi proſegui-
to dal Cronaca, il quale nella parte interio-
1 re mutò ordine di Architettura, avvegnachè
per di fuori Toſcano, con bozze di pietra for-
te, di grandezza non ordinaria, per di dentro
ſia Dorico, e Corintio, come ſi vede nel Cor-
tile
.
Rimane queſto Palazzo da ogni parte
iſolato, ed ha nella ſommità un cornicione
di raro artifizio.
Le lumiere, o lanternoni di
ferro poſti ſu' canti, furono lavorati dal Ca-
parra, e da chiunque li vede ſon grandemente
lodati
.
Dietro a queſto Palazzo, ſulla Piaz-
za detta delle Cipolle, vi è l'antichiſſima Chie-
ſa Parrocchiale di
re
S. MARIA UGHI, ſulla principal Porta del
quale, Domenico del Ghirlandaio vi effigiò
Maria SS. col Santo Bambino e due Ange-
li, e a un Altare a mano deſtra il piiſſimo Pie-
tro Cavallini Romano vi dipinſe ſul muro la
SS. Nunziata.
Poco diſtante da queſta Chieſa
vi è la Prioria di
S. MINIATO FRA LE TORRI, anch'eſſa
delle più antiche della Città: ſulla porta
vedeſi una bella Vergine di Luca della Rob-
bia, e accanto nella facciata vi fu dipinto
da Antonio del Pollaiolo un S. Criſtofano a
chiaro ſcuro di 10. braccia d'altezza, in
oggi tutto trasfigurato dagl'Imbiancatori;
ma nella ſua origine era un diſegno ſi per-
1 fetto, e così bene inteſo nel ſuo penſare,
che leggeſi eſſer ſtato ſin ricopiato dal gran
Michelagnolo nella ſua gioventù.
All'Al-
tar Maggiore vi è S. Miniato, e compa-
gni, opera aſſai ſtimata di Andrea del Ca-
ſtagno
.
Intorno alla Chieſa ricorre un fregio
con diverſe iſtorie a chiaro ſcuro del Marti-
rio di detto Santo, di mano di Vincenzio
Sgrilli
.
Di quì ritornando per la medeſima
ſtrada, e andando per porta roſſa; vedremo
ſulla Piazza di S. Trinita, una belliſſima.
fetto,
COLONNA di granito d'ordine Dorco, qui-
vi eretta l'anno 1564. da Coſimo I. con avervi
fatto collocare ſopra, una Statua di porfido
rappreſentante la Giuſtizia, di mano di Ro-
molo del Tadda di caſa Ferrucci in memoria
(come ſi crede da molti) dell'avere il men-
tovato Granduca ricevuta in queſto luogo la
nuova della preſa di Siena.
Diceſi, che foſ-
ſe l'ultima Colonna levata dalle Terme An-
toniane, e donata al Granduca Coſimo I. da
Pio IV.
Dirimpetto alla Colonna appariſce di
vaga viſta il
PALAZZO de' Bartolini, fabbricato col di-
ſegno di Baccio d'Agnolo; dopo del quale
dall'iſteſſa parte ſi vede il gran
1 PALAZZO degli Spini, poi diviſo in più ca-
ſe, ed una parte abitato già da Bagnani, ed
ora fino dal 1. di Gennaio 1770. con appro-
vazione e protezione di S. A. R. vi fu trasfe-
rita l'Accademia degl'Studii, e Arti Ca-
vallereſche per la nobile gioventù, che ſtava
collocata qui in faccia ſopra al Caſino de No-
bili
.
Vedeſi incontro ad eſſo la Chieſa de'
Monaci Vallombroſani, chiamata
PA-
SANTA TRINITA la facciata della quale fu
fatta con diſegno di Bernardo Buontalenti
nel 1593.
Nel mezzo ſulla porta maggiore
avvi un baſſo rilievo rappreſentante la San-
tiſſima Trinità, ed allato alla porta laterale
a mano manca S. Aleſſio in una nicchia, bel-
liſſime opere di Giovanni Caccini.
Entrando
per la porta maggiore trovaſi a mano deſtra
effigiato da Tommaſo da S. Friano S. Dioni-
ſio Areopagita, che medita la Reſurrezione
di Criſto.
Nella prima Cappella della Nava-
ta evvi un Crocifiſſo antico, creduto dei
Bianchi
.
Nella ſeconda ſi vede effigiato S.
Gio. Batiſta predicante alle turbe, opera
di F. Franceſco Curradi.
Nella terza è del
Paſſignano il Criſto morto retto dall'Eter-
no Padre, ed a baſſo ſon S. Luca, S,
Gio.
Batiſta, ed altri Santi. Nell'altre due
1 ſeguenti Cappelle ſonovi due Tavole antiche
di D. Lorenzo Monaco Camaldolenſe.
Segue
la Sagreſtia dentro alla quale oltre varj qua-
dri antichi degni di molta ſtima, vi è all'Al-
tare la Naſcita di Gesù Bambino, che è tra le
più ſingolari opere di Domenico Ghirlandaio.

Preſſo alla porta di eſſa ſta appeſa una Tavola
di Agnolo Bronzino, nella quale dipinſe una
Pietà
.
Ne ſegue poi la famoſa Cappella dei
Saſſetti tutta dipinta a freſco dal predetto
Domenico Ghirlandajo; ove ſtava a queſt'Al-
tare la predetta Tavola della Natività che è
in Sagreſtia, e che ne moderni tempi fu ri-
meſſa per collocarvi un tal quale gruppo
di marmo di queſta Pietà di Vettorio Bar-
bieri, per donativo del detto Autore fatta
a quella Cappella; appreſſo è la Cappella
di S. Gio. Gualberto alle pareti della quale
ſono due Tavole, ove è in una S. Pietro Igneo
che paſſa per il fuoco, opera di Taddeo Maz-
za, nell'altra Domenico Peſtrini da Piſtoja co-
lorì la moltiplicazione di Pane, e Vino fatta
da S. Gio. Gualberto, la Concezione ſopra
l'Altare è di Ignazio Hugford.
Supplendo
per Tavola un bel Tabernacolo in cui ſi con-
ſerva una Maſcella del Santo.
Contiguo a
queſta Cappella è l'Altar maggiore ſopra
del quale ſi venera l'Immagine del Crociſiſ-
1 ſo, che s'inchinò a S. Gio. Gualberto, collo-
cata maeſtoſamente col diſegno di Ferdinan-
do Tacca, il Presbiterio fu diſegnato con ma-
raviglioſo artifizio del Buontalenti.
Paſſan-
do all'altra parte trovaſi la Cappella degli
Uſimbardi tutta ncroſtata di marmi carrareſi,
e pregiatiſſime Pietre di diverſi colori, con
due ſepolcri di diaſpro nero, ſopra dei quali
ſon ritratti al naturale due Veſcovidi quella
famiglia lavorati da Felice Palma.
Nell'Al-
tare in una Nicchia di Diaſpro nero vedeſi un
Crocifiſſo di Bronzo del ſopraddetto Palma.

Sono di grande ſtima le due Tavole nelle pa-
reti, il S. Pietro Naufragante è eccellentiſ-
ſimo lavoro di Criſtofano Allori; l'altra quan-
do riceve le chiavi da Criſto, fu colorita da
Iacopo d'Empoli.
Le Lunette a freſco ſo-
pra di effe ſono di Giovanni da S. Giovanni, e
la Tribuna è di Fabbrizio Boſchi.
Il Paliot-
to, o d'avanti dell'Altrare ove è eſpreſſo in
alto rilievo di bronzo il Martirio di S. Lo-
renzo è opera di ſomma ſtima di Tiziano A-
ſpetti Padovano.
Al proſſimo Altare è una
Pietà di Giuſeppe Perini, di cui lateralmente
è il quadro di S. Geltrude; di faccia al quale
è S. Ildefonſo, che riceve una Pianeta dalle
mani di Maria Vergine, lavoro di Ignazio
Hugford
.
Segue la Cappellina dipinta a fre-
1 ſco da Bernardino Poccetti. Rientrando nel-
la Navata la prima Tavola è del Perini, la
ſeconda di Lorenzo Bicci.
La terza è una
copia di D. Aleſſandro Davanzati, da Paolo
Veroneſe, ed in queſta Cappella è da no-
tarſi il Sepolcro di Giuliano Davanzati.
Nel-
la quarta, da una banda il portar della Croce
è del Vignali, dall'altra l'orazione all'orto
è del Roſſelli.
Alla ſeguente Cappella orna-
ta di marmi e colonne è la Nunziata dell'
Empoli, le due ſtatue ſono di Giovanni Cac-
cini, la morte di S. Aleſſio è di Coſimo Gam-
berucci, ed il Martirio di S. Lucia è di Pom-
peo Caccini.
La Cupola di Bernardino Poc-
cetti
.
Fra le due Porte la Statua di S. Mad-
dalena, fu principiata da Deſiderio da Setti-
gnano, e terminata da Benedetto da Maiano.

Di quì proſeguendo verſo il Fiume trovaſi a
mano dritta il
L ſe-
ſo,
L 2 ſco
CASINO DEI NOBILI, ove ſotto gli auſpicj
del già Auguſtiſſimo Noſtro Sovrano FRAN-
CESCO I. Imperatore furono rinnovati, e ri-
ſtabiliti i regolamenti di quell'inſtituto, e
erette le Scuole, e ſcelti Maeſtri i più ac-
creditati per inſtruire la Nobil Gloventù
nelle arti Cavallereſche, ma ora, come po-
co addietro dicemmo, fu queſta nobile Acca-
1 demia translatata quì dicontro nel Palazzo
Bagnani
.
Da queſta parte lung'Arno trovaſi il
de-
PALAZZO de' Principi Corſini, in ſua viſta
magnifico da qualunque faccia ſi oſſervi, d'
Architettura Toſcana, fatto per la maggior
parte con diſegno di Pier Franceſco Silvani.

Egli è ſtato accreſciuto di appartamenti dop-
pi, ſcale, gallerie, ed altre comode abita-
zioni; onde chi lo vede ha occaſione di am-
mirare una delle maggiori Fabbriche, e più
conſpicue di queſta Città.
La Sala maggio-
re è lunga braccia quaranta, e larga venti-
cinque, ed è ornata di varj colonnati, di
ſtatue antiche, e di buſti di marmo, di ma-
no d'eccellenti Scultori.
La ſoffitta è ope-
ra degna di ſomma ſtima di Anton Dome-
nico Gabbiani, e tutto il compoſto non può
eſſere più vago, più magnifico.
Con-
duce a queſta Sala, ed al piano nobile del
Palazzo una Scala fatta con bel diſegno da
Anton Ferri, perchè cominciando con due
grandi branche, che ſi uniſcano in un bel
ricetto, ov'è la Statua ſedente del Papa Cle-
mente XII. Corſini, va a terminare in una,
che è arricchita di nobile Architettura, di
pietre e ſtatue belliſſime.
Nel mentovato pia-
no nobile vi ſono otto appartamenti liberi,
1 compoſti di camere, anticamere, e retroca-
mere, dipinte da più valenti Profeſſori, e
ſingolarmeute dal medeſimo Gabbiani, e dal
Gherardini, Dandini, e Puglieſchi.
Sono an-
cora arricchiti di ſcale ſegrete, gallerie, ga-
binetti, ed altri ſervizj; e per comodità de'
medeſimi, evvi una Cappella dipinta tutta
dal Gherardini, colla Tavola dell'Altare, di
mano di Carlo Maratta.
Il piano terreno
è altresì dipinto da' migliori Maeſtri d'Ar-
chitettura
.
Oltre i prezioſi mobili, molti,
ed ammirabili ſono i quadri antichi, e mo-
derni de' più illuſtri maeſtri, che per orna-
mento di queſta nobiliſſima abitazione ſi
conſervano, tanto che non è poſſibile di
lodarne uno ſenza far torto ad infiniti altri.

Di quì tornando indietro, troveremo la
L 3 com-
CHIESA DEI SANTI APOSTOLI una delle più
antiche di Firenze nella quale entran o ſi tro-
va a mano deſtra nella prima Cappella una
Tavola di mano del Gamberucci, rappreſen-
tante S. Martino, che diſpenſa limoſine.

Nella ſeconda il Cavalier Roncalli dalle Po-
marance vi ha dipinto S. Pietro, che alla por-
ta del Tempio riſana lo ſtorpiato.
Alla
terza vi è la celebre Tavola della Conce-
zione, opera elegantiſſima, e degna di ſom-
1 ma ſtima di Giorgio Vaſari. Nella ſeguente
vi è un antico quadro rappreſentante la San-
tiſſima Nunziata.
Paſſata la quinta Cappella
di S. Antonio Abate, trovaſi il depoſito di
Oddo degli Altoviti, ammirabile per la fi-
nezza de' fogliami, feſtoni, e rilievi in mar-
mo, opera di Benedetto da Rovezzano, e
quindi la Sagreſtia, e l'altare appreſſo ov'è
una antichiſſima immagine di Maria, ne vie-
ne la Cappella maggiore rinnovata col di-
ſegno di Antonio Doſio.
Li due buſti laterali
in marmo, ſono di Giovanni Caccini.
Segui-
ta dopo queſta la Cappella degli Acciaioli do-
ve ſono lavori aſſai belli di Luca della Rob-
bia
.
Dopo a queſta, e un altro altare ap-
preſſo, trovanſi cinque cappelle sfondate, e
nella prima vi è dipìnto da Tommaſo da S.
Friano la Natività di Criſto, nella ſeconda
vi è di Stefano Marucelli S. Michel Arcan-
gelo quando abbatte Lucifero.
Ne ſuccede
la Cappella della Centuria di S. Franceſco di
Sales, ove ſi ammira il Santo Veſcovo da bel-
liſſime figure d'Angeli innalzato alla Gloria,
opera del celebre Anton Domenico Gabbia-
ni
.
Appreſſo alla quale vedeſi di mano d'
Andrea Boſcoli la Crocifiſſione di Criſto.

Nell'ultima è un antica immagine di Maria;
1 di Fra Filippo Lippi. E proſeguendo il cam-
mino ſi vede il
ma
L 4 di
PALAZZO già della Famiglia Borgherini,
ora dei Turco Roſſelli, che è diſegno di Bac-
cio d'Agnolo, e nella Sala vi è un Cammi-
no di pietra ſerena di gran mole, lavorato
a baſſirilievi d'eſquiſito lavoro da Benedet-
to da Rovezzano.
Dipoi paſſato il Palazzo
degli Acciaiuoli; ſi giunge alla
CHIESA DI S. STEFANO, che circa all'anno
1640. fu con grandiſſima ſpeſa reſtaurata dai
Marcheſi Bartolommei, che ne godono il Pa-
dronato
.
Vedonſi nella Facciata le veſtigie
della prima opera a freſco di Giovanni da S.
Giovanni
.
Entrati in Chieſa, a mano deſtra
paſſato l'Altare di S. Andrea, trovaſi la Ta-
vola con S. Bartolommeo, opera di Franceſco
Bianchi
.
Ne ſegue l'Altare di S. Leonardo,
e quindi la Cappella di S. Niccola, ove Mat-
teo Roſſelli ha con maeſtria rappreſentato il
detto Santo in Gloria.
Niccolò Lapi dipinſe
a freſco la Santiſſima Vergine, e S. Giovan-
ni, che ſi vedono nel proſſimo Altare.
Paſſa-
ta poi la piccola Tavola di S. Franceſco, è
nella facciata una ſtatua di legno colorito
rappreſentante S. Tommaſo da Villanuova.
In
1

In una Nicchia del Coro vedeſi la Statua di
S. Stefano fatta dal Gonnelli detto il Cieco
da Gambaſſi.
E' poi da notarſi all'Altare mag-
giore il celebre Paliotto di Bronzo nel quale
con moltiſſime, e ben diſpoſte Figure di alto,
e baſſo rilievo, Ferdinando Tacca effigiò il
Martirio di detto Santo; Dono fatto a que-
ſta Chieſa di Girolamo Bartolommei.
Paſſa-
te poi le due Tavole del Batteſimo di Cri-
ſto, e della Vergine Annunziata, ammirere-
mo all'Altare della Madonna della Cintola
la belliſſima opera di Santi di Tito ove effi-
giò Maria Vergine, S. Agoſtino, ed altri di-
verſi Santi di queſt'Ordine.
Trovaſi nella ſuſ-
ſeguente da Mauro Soderini eſpreſſo il Mira-
colo di S. Zanobi: E paſſato l'Altare del San-
tiſſimo vedeſi la caduta di S. Paolo di mano
di Franceſco Moroſino, dopo di che la Tavo-
la di S. Caterina, e di S. Giovanni da S. Fa-
condo
.
Poco diſtante da queſto luogo oſſer-
veremo la
FABBRICA DEGLI UFIZJ, o Magiſtrati della
Città, la quale ordinata dal Granduca Co-
ſimo I. col diſegno di Giorgio Vaſari, Pit-
tore, e Architetto Aretino, riuſcì, come ſi
vede, belliſſima, e ragguardevole in ogni
parte
.
L'Architettura di tutto queſt' Edifi-
zio è d'ordine Dorico abbellito di cornici,
1 e pietre, lavorate con pulitezza non ordi-
naria
.
Nelle nicchie, che per di fuori ſi mi-
rano, avea diviſato il Granduca Coſimo di
collocare le Statue de' più illuſtri Cittadini
di queſta Patria; ma non potè adempire il
bel diſegno prevenuto dalla morte.
Sotto il
Loggiato, che ſoſtenuto da colonne, e pila-
ſtri, gira tutta la fabbrica vi è al primo in-
greſſo un antichiſſima Chieſa intitolata S. Pie-
tro Scheraggio, nella quale la Tavola della
Preſentazione di Criſto è di mano del Pop-
pi, quella della Vergine col Santo Bambino,
è di Toto del Nunziata, e un altra è di D.
Lorenzo
.
Vi ſono in ſeguito ſotto queſta no-
biliſſima Loggia le reſidenze di vari Magiſtra-
ti, uniti in queſto luogo per comodo univer-
ſale, e di quivi ancora con nobile ſcala fat-
ta modernamente ſi ſale alla pubblica
e pie-
LIBRERIA MAGLIABECHIANA fondata a be-
nefizio pubblico dal celebratiſſimo Antonio
Magliabechi, aumentata dal Cav. Ant. Fran-
ceſco Marmi; Dipoi dall'Auguſtiſſimo Impe-
ratore Franceſco I. accreſciuta colle Libre-
rie Gaddi, e Biſcioni, ed ultimamente dal
Regnante Noſtro Real Sovrano vi è ſtata
fatta unire la Libreria Mediceo-Lotarin-
gica del ſuo Palazzo, con farvi accreſcere
1 ſtanze per collocarvii Manoſcritti, e Libri
del Secolo XV., talmentechè ora è divenu-
ta la più copioſa di Libri d'ogni ſorta che
ſia nella Città, ed una delle più celebri dell'
Italia, e che molto merita di eſſer veduta,
ed oſſervata.
ſtanze
Per altra ſcala ſotto la loggia lunga
ſi ſale al primo appartamento ſopra il Log-
giato, che ſerve per lo più per Officine, e
Botteghe di quelli artefici, che giornalmen-
te lavorano per l'uſo della Galleria, e Guar-
daroba di S. A. R., e ſpezialmente fanno ec-
cellenti quadri, e altri lavori in pietre dure
condotti all'ultima perfezione.
Sono i la-
voranti di numero ſeſſanta in circa, e ven-
gon diretti dal Sig. Coſimo Siries, Figlio del
già Luigi inſigne Orafo, e intagliatore in
pietre dure.
Il ſecondo appartamento, che
fu aggiunto qualche tempo dopo, col diſe-
gno di Bernardo Buontalenti, ſerve per la
celebre Real
GALLERIA, la quale è diviſa in due corri-
dori, lungo ciaſcuno 210. paſſi, che fra di lo-
ro ſi comunicano, mediante un altro corri-
dore in faccia alla fabbrica lungo 70. paſſi,

Si veggono i Fineſtroni tutti di criſtalli, ſe-
parati l'un dall'altro da varie colonne, e pi-
1laſtri. La ſtoia di queſti tre corridori è divi-
ſa in tanti ſpazj quanti ſono i ſineſtrati, e det-
ti ſpazj ſono dipinti a freſco da diverſi Pitto-
ri
.
Nel corridore deſtro, facendoci dalla Fac-
ciata, ſono dipinte grotteſche di varie inven-
zioni, e nel ſiniſtro, con figure ſimboliche ſi
rappreſentano le Scienze, e l'Arti più nobi-
li, intorno alle quali ſono i Ritratti d'uomi-
ni illuſtri di queſta Città, che in ſommo gra-
do le profeſſarono, quivi ſi vedono i Filo-
ſofi, e Mattematici più rinomati, i Poeti, e
gli Oratori più celebri, i Legiſti, e i Medici
più ſingolari: gli Scrittori di varia erudizio-
ne: gli Uomini più accreditati nella pruden-
za, e nel governo: quei, che ſi ſegnalarono
nell'armi, negli onori, e nelle dignità più
coſpicue, i Santi, i Beati, i Fondatori di Reli-
gioni: e cosi ſeguitando in ogni genere, potrà
appagarſi la curioſità.
Inoltre affiſſi alle pareti
di ciaſchedun corridore ſi vedono moltiſſimi
quadri, in cui ſono i Ritratti d'uomini in ar-
mi, o in lettere ſingolari, e ſpecialmente de'
Principi della Real Caſa de' Medici.
Appog-
giati alle pareti poſano nel piano ſopra baſi,
moltiſſimi buſti di marmo, con teſte antiche
tramezzate da Statue intere, con belliſſima
ordinanza diſpoſte, di pregio; e di bellezza
non ordinaria.
Tralle teſte è molto conſide-
1 rabile la ſerie degli Imperadori Romani, co-
minciando da Giulio Ceſare ſino a Pupieno
compreſo M. Agrippa, l'Antinoo, e l'Al-
bino; tralle Statue è degna d'oſſervazione,
e di ſtima quella del Bacco di Michelagno-
lo, che non ha da invidiare all'antiche.
Mol-
te ancora ſono le Teſte delle Donne Auguſte,
non meno ſtimabili di quelle de' Ceſari; ed
inoltre le Teſte di Cicerone, di Seneca, e
quella d'Aleſſandro Magno ſcolpite con ſin-
golar maeſtria.
Sono ancora degne di parti-
calore attenzione due Statue di bronzo an-
tichiſſime, e d'eccellente manifattura, del-
le quali una, che rappreſenta un Idolo, è di
maniera Greca, e l'altra, che figura un Dit-
tatore, o altro perſonaggio in atto di parla-
re al Popolo, dimoſtra a' caratteri etruſchi,
che nel lembo della veſte ſi ſcorgono, eſſe-
re ſtata fatta dagli antichi Etruſchi.
Oſſer-
vate queſte coſe, che ſono eſpoſte alla vi-
ſta d'ognuno, paſſeremo alle ſtanze, dove
non ſi ha l'ingreſſo ſenza ſpecial commiſ-
ſione di chi vi ſoprintende, ed in una di
eſſe, che a riguardo della ſituazione, ſuol
eſſere la prima, troveremo gran numero di
piccoli quadri di varj eccellenti Pittori, Ido-
letti, e Lucerne di bronzo antiche, e diverſe
bizzarrie prodotte dalla natura; alcuni lavo-
1 ri di pietre dure, e prezioſe; una colonna d'
alabaſtro orientale, alta quattro braccia,
tutta d'un pezzo, e maeſtrevolmente lavo-
rata, è queſta la maggiore delle molte,
che ſi vedono in varj luoghi d'Italia, e nel-
la medeſima Galleria; e finalmente un Can-
delabro, o come da noi ſi chiama, una
Lumiera d'Ambra, in cui ſono diſpoſte va-
rie piccole figurette, e ritratti d'Am-
bra bianca.
Da queſta paſſeremo alla ſtan-
za, che ſeguitando l'ordine preſo, di-
remo ſeconda, ove ammireremo infini-
ti quadri de' più famoſi Maeſtri nell'ar-
te
.
Ve ne ſono tra queſti in gran numero
di Pittori Fiamminghi, fatti con ſomma di-
ligenza, propria di tutti gli Artefici di que-
ſta Nazione; vi ſono ancora dei lavori di
pietre dure; un Gabinetto ed una Tavola di
ſomma perfezione.
Nella terza ſi trovano di-
verſi ſtrumenti mattematici, lavorati eccel-
lentemente, e due Globi l'uno celeſte, e
l'altro terreſtre di ſmiſurata grandezza.
Ev-
vi ancora un pezzo di calamita orientale di
tal forza, che oltre al tenere attaccate a ſe
una dopo l'altra più chiavi, ſoſtiene 40. lib-
bre di ferro.
E' parimente degno di mara-
viglia uno ſpecchio uſtorio della maggior
grandezza, che ſinora ſi ſia veduta in altro
1 ſimile ſtrumento. Nella quarta ſi vedono
molti quadri non inferiori di pregio, e di
bellezza a quelli, veduti ſinora, ed in gran
parte della Scuola Fiorentina; ſiccome al-
cuni vaſi d'avorio lavorati al tornio, picco-
lo ſaggio di centinaia di pezzi che ne poſ-
ſeggono queſti Reali Principi.
Vi ſono an-
cora alcuni Stipi, o Scrigni prezioſi per la
materia, ma più ammirabili per lo lavoro,
in uno di queſti ſi oſſerva la Vita di Noſtro
Signore effigiata in piccole figure dipinte ſo-
pra pietre prezioſe; ciò che rende maggio-
re ammirazione è il veder dentro al mede-
ſimo una macchina mobile di più facce, in
una delle quali, è un lavoro di pietre com-
meſſe; nella ſeconda la Depoſizione dalla
Croce lavorata in baſſorilievo di cera, trat-
to dal modello del Buonarroti; nella terza
il Cenacolo mirabilmente eſpreſſo in figurine
piccole d'ambra; nella quarta la Crocifiſ-
ſione parimente ſcolpita in ambra; nella ſom-
mità di queſto Stipo, è un Organo, e un
Orivolo, che maggiormente lo rendono ma-
raviglioſo
.
Vorrebbe adeſſo l'ordine, e la ſi-
tuazione delle ſtanze, che ſi parlaſſe della
Tribuna; ma ſoſpendendo per qualche po-
co di favellarne, ſi paſſi ad un'altra ſtan-
za, che diremo la quinta.
In queſta vedre-
1 mo una grandiſſima quantità di finiſſimi va-
ſi di Porcellana, di Babbagauro, terra Egi-
zia molto rara, e due grandiſſime Urne di
Bucchero del Cile, tutte terre, che molto
ſi ſtimano in queſti paeſi.
Nella ſeſta s'am-
mirano, oltre a 200. Ritratti di Pittori ec-
cellenti, compreſi i principali Maeſtri, che
ſiano ſtati al Mondo in queſti tre ultimi Se-
coli, procurati da varie parti d'Europa, con
ſpeſa veramente incredibile, e diligenza non
ordinaria, tutti di propria mano di quegli
ſteſſi Maeſtri, di cui rappreſentano al vivo
il ſembiante, coſa in vero rariſſima, e ſin-
golare, la Statua del Cardinale Leopoldo de'
Medici in marmo, fatta da Gio. Batiſta Fog-
gini, quivi collocata, per aver egli procu-
rata così bella, e numeroſa raccolta di Qua-
dri; e lo sfondo dipinto da Pier Dandini.
Nel-
la ſettima ſtanza, vi ſono dieci Scrigni di Gra-
natiglia, ove ſi conſervano Cammei, e Me-
daglie antiche, e moderne, ed alle pareti di-
verſi Quadri di eccellenti Pittori, la mag-
gior parte di conſiderabile grandezza, col-
la volta dipinta da Giovanni Ferretti.
Quì
però non finiſcono le maraviglie, anzi paſ-
ſando nella ottava ſtanza che volgarmente
chiamaſi la Tribuna, maggiormente s'accre-
ſcono, avvengachè ſi trovino compendiati in-
1 eſſa i maggiori pregj della natura, e dell'arte,
i prodigj della Pittura, della Scultura, e tutto
ciò, che di bello, di ricco, e di prezioſo può
trovarſi nel Mondo.
Vedremo quì ſei Sta-
tue di marmo, le più perfette, e le più bel-
le, di quante mai ſi ſiano vedute ne' noſtri
tempi, come ne fanno fede l'infinite copie
di eſſe, che ſi vedono ſparſe nel Mondo, ſer-
vendo a' Profeſſori, quantunque di primo no-
me, di perfetto modello, ed eſemplare alle
loro opere inſigni.
Più dell'altre però ſi tie-
ne in pregio la belliſſima Statua di Venere
detta volgarmente la Venere de' Medici, che
ne' paſſati ſecoli fu ſenza dubbio la maravi-
glia di Roma, ed ora ſi può dire uno de' pro-
digj di queſta Città: che ſe della Venere di
Praſitele, celebre Scultore, ſi legge, che da
varie parti del Mondo concorrevano genti al-
la Città di Gnido, per ammirare quella bel-
lezza, che in piccol Tempio collocata,
recava agli ſpettatori venerazione, e di-
letto; anco della noſtra Venere, in un luo-
go più ſplendido, e più magnifico ſituata, ſi
può dir giuſtamente, eſſer quaſi innumera-
bili le perſone, che da ogni parte concorro-
no ad ammirare i ſuoi pregj; mentre, qual
è quel Foreſtiero, che della ſua bellezza in-
formato non procuri con ogni ſtudio di ve-
1 derla, e vedendola non rimanga da mara-
viglia ſorpreſo?
Dopo aver contemplata que-
ſta famoſa Statua, e con eſſa due altre Ve-
neri, anch'eſſe belliſſime, e inoltre il grup-
po de' Lottatori, l'Arrotino, ed il Fauno,
ci porteremo ad oſſervare una Tavola di pie-
tre, e gioie commeſſe, di così bello, e co-
si ricco lavoro, che l'occhio umano non
diſtinguere, ſe l'eccellenza, e perfezione
dell'opera vinca il valor delle gemme, e
delle pietre prezioſe, che nobilmente l'ador-
nano, o dal valore di eſſe ſia vinta l'eccel-
lenza, e perfezione dell'opera; Parimente
di gioje, e pietre dure è compoſto un Ga-
binetto, o Studiolo; queſte ſon lavorate di
rilievo, moſtrando la lor grandezza, ed eccel-
lenza; E`ſoftenuto il Gabinetto da quattor-
dici colonne di lapislazzulo, con baſi, e ca-
pitelli d'oro maſſiccio, intarſiato di perle,
e turchine.
Tra una colonna, e l'altra vi
ſono baſſirilievi pur d'oro, e nella parte ſu-
periore belliſſime laſtre de' più perfetti dia-
ſpri, ornati intorno di topazzi, ſmeraldi, ba-
laſci, acque di mare, zaffiri, criſoliti, che a
ſomiglianza di chiodi, moſtrano di tener lo
Studiolo unito, ma nella parte più eccelſa,
e più nobile di eſſo ſiede, qual Regina di
tutte l'altre gioie, una perla di ſmiſurata
1grandezza. Tutto queſto però non ſa il mag-
gior pregio dello ſcrigno, conſervandoſi nel-
le parti interiori di eſſo, quaſi tremila fra
Cammei, ed intagli, la maggior parte anti-
chi, ed in pietre prezioſe, tutti legati in oro;
Queſti, come coſa tanto rara, ed altrettan-
to ſottopoſta a perderſi, non ſi fanno vedere
ſenza ſpecial permiſſione di S. A. R.
All'in-
torno poi di queſta famoſiſſima Tribuna ri-
corre un piccolo palchetto, ſopra di cui po-
ſano figurette di marmo di bronzo, e di por-
fido, tutte antiche, e della più eccellente
maeſtria; e molti buſti, e teſte di criſtallo
di rocca, di calcidonio, e d'agata, prezioſe
per la materia, e per lo lavoro; ma ſopra
tutte è mirabile una ſcolpita in turchina del-
la vecchia rocca, rappreſentante l'effigie di
Tiberio Imperadore.
Ammirato, che avre-
mo tuttociò, che è ſtato da noi in abboz-
zo deſcritto, proſeguiremo a contemplare at-
tentamente i quadri, che alle pareti ſi ve-
dono appeſi.
Sono queſti de' più famoſi Mae-
ſtri nell'arte: Raffaello, Tiziano, Andrea
del Sarto, e Paolo Veroneſe ve n'anno il
maggior numero; ve ne ſono belliſſimi pezzi
di Michelagnolo, de' Caracci, del Vandick,
del Rubens, del famoſo Olbino di Baſilea,
del Tintoretto, e tre pezzi del Gherardoun
1 Olandeſe; che per la loro bellezza han-
no meritato di ſtare a fronte coll'opere de'
più rinomati Maeſtri.
In alcuni Armadj ſe-
greti ſi conſervano molti vaſi di criſtallo di
rocca terſiſſimi, e di notabil grandezza; Ur-
ne di lapislazzuli, ed altri gran pezzi di aga-
te, e diaſpri tutti maeſtrevolmente lavorati,
e adornati d'oro e di gioie.
Nella nona, ed
ultima ſtanza, chiamata l'Armerìa ſegreta,
conſervanſi belliſſime armature d'acciaio, e
varj ſtrumenti militari di ſingolare artifizio.

Vi è ancora una ſtanza ſeparata dall'altre,
dove ſi vede il gran Ciborio, che deve ſer-
vire per la Cappella di San Lorenzo quando
ſarà terminata.
Egli è tutto di pietre, e gioie
commeſſe, delle più rare, e prezioſe, che ſi
poſſano in un tal lavoro conſiderare.
Singo-
lare è la maeſtrìa, colla quale fu condotta
queſt'opera a quella maraviglioſa bellezza.

Di ſimil lavoro è la parte anteriore dell'Al-
tare, o vogliam dire il Paliotto, che quivi
pur ſi conſerva.
Queſte per ora ſono le no-
ve ſtanze di queſta celebre Gallerìa, in al-
tre poi ſono diſpoſti i bronzi, conſiſtenti in
Statue, e Teſte in gran numero d'Idoletti,
e di varj ſtrumenti uſati ne' Sacriſizj de' Gen-
tili, ed in altri frammenti dell'antichità eru-
dita, raccolti da varie parti del Mondo con
1 grandiſſima ſpeſa, e diligenza non ordinaria;
e circa 130. gran Volumi dove ſono diſpoſti
innumerabili diſegni, e moltiſſimi penſieri,
e capricci, de' più rari Artefici, il tutto rac-
colto per opera del Cardinal Leopoldo.
E
quì non ſarà diſcaro il ſapere, che pro-
moſſaſi l'Opera del Muſeo Fiorentino, che
contiene inciſe in rame, Statue, Meda-
glie, Cammei, e Gemme le più ſingolari, di
queſta R. Gallerìa intagliate, deſcritte dal
già eruditiſſimo Dottore Antonio France-
ſco Gori, e continovata, per quello riguarda
le notizie de Profeſſori contenuti nella ſtanza
de' Pittori dipinti di lor propria mano, dal
fu Franceſco Moiicke, eſſendo la maggior
parte inciſi dal noſtro celebre Carlo Gregori.

Preſſo alla Gallerìa ſi può oſſervare un
la-
ra-
ri
ſi-
mo
eſſa
M der-
gran-
M 2 Olan-
gran-
CORRIDORE coperto, fatto fabbricare dal
Granduca Coſimo I. col diſegno di Giorgio
Vaſari
.
Queſto Corridore che comincia dal
Palazzo Reale, e conduce fino alla Gal-
leria, ed al Palazzo Vecchio è lungo ſeicen-
to paſſi.
Di quì dando un' occhiata al
PALAZZO iſolato per la Ruota Fiorentina,
ed altri Giudici delle cauſe civili, che ha
per tutti appartamento ſeparato con gran
comodo della Giudicatura, e proſeguendo
1 il cammino verſo la PIAZZA DEL GRANDU-
CA, oſſerveremo in primo luogo il
M 3 il
PALAZZO VECCHIO, fabbricato col diſe-
gno d'Arnolfo, quel famoſo Architetto di
varie fabbriche di queſta noſtra Città, e
ſpecialmente della Chieſa del Duomo.
E
dando un occhiata alla magnificenza di queſta
Fabbrica, alla belliſſima Torre, o Campani-
le alto braccia cento cinquanta, ſoſtenuto
da quattro colonne groſſiſſime, le quali tan-
to più rendono mirabile, e prodigioſo que-
ſto Edifizio; ammireremo nell'ingreſſo, o
ringhiera del Palazzo a man deſtra la Sta-
ruta giganteſca di marmo, opera del Bandi-
nelli, che rappreſenta quando Ercole ab-
batte Cacco; Ma ſe bella, e di non poca
ſtima è la Statua dell'Ercole, belliſſima, e
di maggior perfezione è quella di Davidde
ſcolpita dal Buonarroti, la quale benchè
ſia fatta negli anni ſuoi giovenili, è dagl'
intendenti per opera ſingolare celebrata.

Due Figure, o Termini di marmo parimen-
te ſi vedono, uno di mano del Bandinelli,
l'altro di Vincenzio Roſſi ſuo ſcolare, fat-
ti con grandiſſima diligenza.
Entrando nel
Cortile, vedeſi in mezzo una Fontana di
Porfido, ſopra la quale ſcherza un Fanciullo
1 ſcolpito in bronzo, di mano d'Andrea Ver-
rocchio
.
Era queſto Cortile anticamente
ſoſtenuto da Colonne di mattone, ma eſ-
ſendo quaſi del tutto guaſte, coll'acuto
ingegno di Michelozzo Michelozzi furono
ſoſtituite quelle di pietra forte che lo ſo-
ſtengono preſente, lavorate con belle
grotteſche, ſenza danno veruno della fab-
brica
.
Tra le coſe degne di lode vi è una
Statua di Ercole, che uccide Cacco, di
mano di Vincenzio Roſſi da Fieſole, non
inferiore a quella del Bandinello ſuo Mae-
ſtro
.
Salendo al primo appartamento, tro-
vaſi un magnifico Salone di ſtraordinaria
grandezza, lungo braccia xc., e largo brac-
cia trentaſette, la ſoffitta del quale, come
altresì le pareti, ſono dipinte da Giorgio
Vaſari con ſingolar maeſtrìa.
In XXXIX. qua-
dri della Soffitta, con belliſſimi intaglii, e
ornamenti dorati, ſi rappreſentano l'azio-
ni, e fatti più ſegnalati della noſtra Città,
e della Real Caſa de' Medici, madre fecon-
diſſima d'uomini illuſtri, e di celebratiſſimi
Eroi
.
Nelle pareti ſi vede dipinta a freſco
la guerra, e preſa di Siena, la Battaglia
fieriſſima di Marciano, l'aſſedio di Piſa, ed
altre memorabili impreſe.
Anco negli an-
goli del predetto Salone, ſi vedono quat-
1 tro grandiſſimi quadri dipinti a olio, due
de' quali ſono di mano del Ligozzi, e gli
altri due del Cigoli, e del Paſſignano in
uno di quei del Ligozzi, ſi rappreſenta
quando San Pio V. incorona Coſimo I.
creandolo Granduca di Toſcana, e ornan-
dolo di Corona e Manto Reale; E nell'
altro ſono figurati quei dodici Fiorenti-
ni, che da varj Potentati del Mondo, in
un medeſimo tempo furono mandati Am-
baſciadori a Bonifazio VIII. Sommo Ponte-
fice, de' quali cantò il Verino:
ſcol-
M 4 tro
Romanæ merito Antiſtes Bonifacius Urbis,
Cum Florentinos diverſis partibus Orbis
Vidißet Romæ, Regum mandata ferentes,
Terrarum ſemen, tum quinta elementa vo-
cavit
.
In quello del Cigoli mirabilmente ſi rap-
preſenta quando Coſimo ancor giovanetto
di 18. anni, fu eletto Duca di Firenze, e
da tutti i Senatori, che lo eleſſero inchina-
to per loro Principe, e Sovrano: e final-
mente in quello del Paſſignani ſi dimoſtra la
ſolenne funzione celebrata in Firenze, quan-
do il medeſimo Coſimo preſe l'Abito della
Religione di Santo Stefano Papa, e Marti-
re, della quale fu il primo Fondatore, e
1 Gran Maeſtro. Ma che diremo delle Sta-
tue, che vagamente adornano la gran Sala?

Sono in faccia di eſſa tre grandi Statue di
marmo maggiori del naturale, cioè quella
di Leon X. Sommo Pontefice nella nicchia
del mezzo, quella di Giovanni de' Medici
Padre di Coſimo a man deſtra, e quella del
Duca Aleſſandro a man ſiniſtra, ſiccome da'
lati ſi vede la Statua di Clemente VII. e
dicontro quella del Granduca Coſimo I.,
tutte di mano del Cavalier Bandinelli.
Bel-
liſſima ancora, anzi ſopra tutte ammirabile
è la Statua della Vittoria, che ha ſotto di
ſe un prigione, di mano del Buonarroti, il
quale deſtinata l'avea per lo Sepolcro di
Papa Giulio II. ma non avendola affatto
terminata, laſciolla in Firenze.
Seguono a
queſta i ſei gruppi di Vincenzio Roſſi, ne'
quali ſi rappreſentano le forze d'Ercole,
cioè quando ſoffoga Anteo, quando uccide
il Centauro, quando getta Diomede a' Ca-
valli che lo divorino, quando porta il Por-
co vivo in ſpalla, quando aiuta ad Atlan-
te reggere il Cielo, e quando vince la Re-
gina delle Amazzoni: Opere tutte degne di
lode, e nelle quali, come ſcrive il Borghi-
ni, ſi veggono belliſſime, e fiere attitudi-
ni, e grandiſſima diligenza nell'arte; e tra
1 queſte Statue fu collocato circa l'anno 1720.
il gruppo di Adamo ed Eva, col Serpente,
di mano di Baccio Bandinelli, rimoſſo, co-
me addietro ſi diſſe, dal Coro della Me-
tropolitana
.
Da queſta all'altre ſtanze paſ-
ſando del medeſimo appartamento, vedre-
mo molte belle pitture a freſco del mento-
vato Vaſari, col diſegno del quale fu que-
ſto Palazzo in gran parte riordinato.
Ma
ſalendo agli appartamenti di ſopra, nella
Sala chiamata dell'Orivolo, troveremo una
Figura di marmo, che rappreſenta un Da-
vidde di mano di Donatello, ed un'altra
di San Gio- Batiſta ſopra la porta dell'
Udienza, di mano di Benedetto da Maia-
no, amendue grandemente lodate da Pro-
feſſori
.
Da queſta ſtanza s'entra nella ric-
chiſſima
Gran
que-
GUARDAROBA di S. A. R. piena di coſe
prezioſe, di vaſi d'oro, e d'argento, e di
ſuppellettili, e ornamenti belliſſimi, nella
deſcrizione de' quali un intero volume ri-
chiederebbeſi per deſcrivere l'innumerabili
coſe, che vi ſi trovano.
Diremo ſolo, co-
me di coſa rara, trovarſi in queſto luogo
le famoſe Pandette di Giuſtiniano, chiama-
te in oggi le Pandette Fiorentine, e ſtima-
1 te più d'un teſoro da chi riguarda la ra-
rità, ed eccellenza d'un manoſcritto
celebre; ſiccome l'originale della Concor-
dia della Chieſa Latina colla Greca ſegui-
ta in Firenze nel Concilio Ecumenico l'
Anno 1439. ſottoſcritta dal Pontefice Eu-
genio IV. e dall'Imperatore Giovanni Pa-
leologo, e da tanti illuſtri, e dotti Prela-
ti
.
Nella Sala dell'Udienza vecchia, ve-
dremo dipinte a freſco belliſſime Storie di
mano di Franceſco Salviati, che rappreſen-
tano alcuni fatti più ſingolari di Furio Cam-
millo, valoroſo Campione, che in tante
glorioſe impreſe a favor della Patria ſi ſe-
gnalò
.
E di poi oſſerveremo la Capella tut-
ta dipinta dal Grillandaio, e nella quale
conſervanſi molte Reliquie inſigni.
Vedute
queſte, ed altre coſe nel Palazzo Vecchio,
faremo ritorno nella medeſima Piazza, per
oſſervare in eſſa la bella
te
LOGGIA veramente grandioſa, ſotto la qua-
le riceve ogn'anno gl'Omaggi S. A. R. per la
Feſta di S. Giovanni, fabbricata col diſegno
d'Andrea Orcagna, Pittore, Scultore, e Ar-
chitetto Fiorentino nell'età ſua valentiſſimo.

Sotto gli archi di queſta Loggia ſi vedono tre
belle Statue, ciaſcheduna delle quali merita
1 ſomma lode. La prima ſcolpita in bronzo
per mano di Donatello, rappreſenta Giu-
ditta, appiè della quale giace Oloferne im-
merſo nel ſonno, ſopra cui queſta Amaz-
zone divina ſi vede vibrare il colpo, per
recidere il capo all'inimico.
Nella ſecon-
da da Statua, ancor eſſa ſcolpita in bronzo da
Benvenuto Cellini, vien figurato un Perſeo,
che ha nella deſtra il ferro, e nella ſiniſtra
la teſta di Meduſa reciſa dal Buſto, tutta
grondante di ſangue, e ſenza ſpirito, gia-
cente appiè dell'ucciſore.
E' commendata
queſta figura in ogni ſua parte, e ben di-
moſtra il valore di Benvenuto, il quale,
così felicemente conduſſe l'opera, che non
un bronzo inſenſibile, ma una figura viva,
ed animata raſſembra.
Degno ancora di
molta lode ſi è il Baſſorilievo pure di bron-
zo, che ſerve di ornamento alla baſe, nel
quale ſi vedono Andromeda, e Perſeo, con
altre figure, che tutta l'Iſtoria compitamen-
te dimoſtrano.
Nella terza, che è più d'
ogni altra ſtimabile, e di maggior perfezio-
ne, s'ammira un gruppo di tre figure di
marmo, mirabilmente ſcolpite da Giovanni
Bologna, denotante il Ratto d'una Sabi-
na
.
Nel vecchio caduto a terra per l'im-
peto del ſuo nemico, vien figurato il Pa-
1 dre della fanciulla, in atto d'impedire la
fuga al rapitore.
Nel giovane di corpo ro-
buſto, ſi rappreſenta un Soldato Romano,
che in occaſione de' giuochi pubblici nella
nuova Città di Roma celebrati, rapiſce al
Padre una Donzella Sabina, e nella fem-
mina tenera, e delicata, ſi dimoſtra la Don-
zella rapita; vedendoſi nell'iſteſſo tempo
in queſto ammirabil gruppo rappreſentante
le tre età, cioè la gioventù, la virilità, e
la vecchiezza.
E finalmente in tutte le tre
figure ſi riconoſce una vivezza si grande,
che chiunque fiſſamente le mira, non ſi
ſazia di commendarle in eſtremo; nella baſe
è un Baſſorilievo, fatto con ſomma indu-
ſtria, e diligenza, dove tutta l'Iſtoria del
rapimento delle Sabine ſi rappreſenta; die-
tro a queſta Loggia vi è la fabbrica delle
nuove Scuderìe di S. A. R. nel luogo ove
erano ſituati i quartieri de Lanzi.
Sul canto
del Palazzo, e quaſi in mezzo la Piazza ſi
trova la
ſom-
dre
FONTANA fatta fare dal Granduca Coſi-
mo I. col diſegno, e induſtria dell'Amman-
nati, che da Filippo Baldinucci negli eruditi
ſuoi Decennali, vien deſcritta colle ſe-
guenti parole.
Ap-
1
Appariſce nel mezzo d'un gran vaſo pie-
no di limpidiſſime acque ſgorganti da mol-
ti zampilli, il qual vaſo è figurato pel
Mare, il gran Coloſſo del Nettunno, al-
to dieci braccia, ſituato ſopra un Car-
ro, tirato da quattro Cavalli marini, due
di marmo bianco, e due di miſtio, mol-
to belli e vivaci; il Nettunno ha tra le
gambe tre figure di Tritoni, che inſieme
con eſſo poſano ſopra una gran conca ma-
rina in luogo di Carro.
Il vaſo è di ot-
to facce di marmo miſtio, quattro mi-
nori, e quattro maggiori.
Le quattro mi-
nori ſon vagamente arricchite con figu-
re di fanciulli, ed altre coſe di bronzo,
come chiocciole marine, cornucopie, car-
telle, e ſimili; s'inalzano ſul piano delle
medeſime certi imbaſamenti, ſopra ciaſche-
duno de' quali poſa una Statua di metallo
maggiore del naturale, e ſono in tutte
quattro: due femmine, che rappreſenta-
no Teti, e Dori, e due maſchi figurati
per due Dei marini.
All'una, e all'altra
parte di ciaſcheduna di queſte facce mi-
nori, ſono due Satiri di metallo in varie,
e belliſſime attitudini.
Le quattro facce
maggiori ſon tanto più baſſe, quanto baſti
per poterſi da chiccheſſia godere la lim-
1 pidezza dell'acqua, la quale traboccan-
do grazioſamente, è ricevuta da alcune
belle nicchie, e nel gran vaſo; ed in ſom-
ma in tutto è così ben diſpoſto, e con
tanta maeſtà ordinato, che è proprio una
maraviglia
,,.
Vicino alla Fontana, ſopra
una gran baſe di marmo, è una belliſſima
pidez-
STATUA equeſtre di bronzo, di mano di
Giovanni Bologna fatta erigere l'anno 1594.
dal Granduca Ferdinando I., alla glorioſa
memoria di Coſimo ſuo Genitore: adornando
le facciate di queſta Baſe tre Baſſirilievi di
bronzo dell'iſteſſo autore, in uno de' quali
ſi rappreſenta la Coronazione del mentova-
to Granduca Coſimo, da eſſo meritata Ob
zelum Religionis, præcipuumque Iuſtitiæ ſtu-
dium
,
come ſi legge nell'Inſcrizione.
Nel
ſecondo la glorioſa entrata nella Città di
Siena, ubbidiente al ſuo comando, dopo
la conſeguita Vittoria.
E nel terzo, quan-
do dal Senato Fiorentino, eſſendo egli an-
cor giovanetto, ne fu creato Duca di Fi-
renze, laſciando luogo nella quarta faccia-
ta ad una nobile, ed altrettanto erudita
Inſcrizione del ſeguente tenore.
Coſmo
1
Coſmo Medici Magno Etruriæ Duci Primo
Pio Felici
Invicto Iuſto Clementi Sacræ Militiae Paciſq.
In Etruria Authori Patri & Principi optimo,
Ferdinandus F. Magnus Dux III. erexit
A. M. D. L. XXXXIIII.
In queſta Piazza è da oſſervarſi preſſo la
Statua Equeſtre di Coſimo la facciata del
Palazzo degli Uguccioni che ſerve oggi
per i Miniſtri dell'Amminiſtraz. Gen., diſe-
gno maraviglioſo per quanto credeſi di Mi-
chelagnolo, oppure di Andrea Palladio per
eſſere ſimile alla maniera dell'ultimo.
Ap-
preſſo ſi trova la Chieſa di S. Romolo, la
cui porta fu fatta col diſegno del Taſſo.

Vedeſi all'Altar maggiore l'antica Tavola
fatta da Neri di Bicci, e in fondo a ſini-
ſtra entrando vi è in gran devozione una
Vergine col S. Bambino dipinta ſul muro
opera di Angiolo Gaddi, che diede il diſe-
gno alla Chieſa, e vi è paſſata la porta
laterale una bella Tavola del Pignoni rap-
preſentante la Madonna del Roſario.
Di-
rimpetto al Palazzo Vecchio ſi trova pure
un'altra Chieſa dedicata a S. Cecilia, nella
quale alla Cappella dell'Altar maggiore
(la di cui Tavola è del Cav.Curradi) vi
1 ſi ſcorge eſpreſſo il ritrovamento di eſſa
Santa ſiccome ne' due Quadri laterali; ope-
ra del Martinelli.
La Tavola a man deſtra
è di Bonaventura Gandi, ſtimatiſſima poi
è quella a ſiniſtra rappreſentante il portar
della Croce, che è di mano del Roſſo, ſo-
pra la porta vi è un antichiſſima Tavola di
Cimabue
.
Da queſta Piazza faremo paſſag-
gio alla vicina Chieſa di
ſi ſcor-
ORSANMICHELE, la quale acquiſtò forma
di Chieſa, o ſivvero d'Oratorio, dacchè
fu deliberato di chiuder le Logge, che
erano ſotto queſta gran fabbrica, in ve-
nerazione maggiore di quella Immagine di
Maria Santiſſima, che collocata è ſull'an-
tico Altare di marmi, che vi ſi vede, la-
vorato colla direzione di Andrea Orcagna.

E perchè è certiſſimo, che queſto luogo fu
per avanti adoperato per Piazza, e per
Mercato del grano, e delle biade, che ſi
traſportavano ſotto le dette Logge (lo che
dette poi motivo di alzare queſta gran Tor-
re per comodo di pubblico Granaio intorno
al 1337. col diſegno di Giotto, e proſegui-
to da Taddeo Gaddi) ſono andati imma-
ginandoſi alcuni, che il nome di Orſanmi-
chele, ſia un volgare traportato da Horreum
1Sancti Michaelis; voce, che non ſi vede
uſata in veruna antica ſcrittura, che faccia
di queſto luogo menzione; ma ſibbene Orto
San Michele, per poſpoſizione accidentale
da San Michele in Orto.
Atteſochè fino
dal 1100. era ivi una Chieſa Parrocchiale,
intitolata San Michele in Orto, da cui
prendeva la poſpoſta denominazione di Or-
to San Michele tutta quella adiacente
Contrada
.
In luogo della quale antica
Chieſa, demolita per farvi la ſuddetta Tor-
re del grano, fu intorno a 110. anni dopo
rifatta dalla Parte oppoſta l'altra Chieſa
ſotto lo ſteſſo titolo di San Michele in Or-
to, oggi detta di San Carlo, comecchè vi
ſi aduna la Confraternita della Nazione
Lombarda, la quale milita ſotto la prote-
zione di San Carlo Cardinale Borromei.
In
detta Confraternita ſi vede interiormente
ſopra la Porta una Tavola di Buon-Amico
Buffalmacco celebre nelle Novelle del Boc-
caccio, che altri con più ragione vogliono
che ſia di Taddeo Gaddi, ed all'Altar Mag-
giore la Tavola, che rappreſenta il detto
Santo Cardinale, di Matteo Roſſelli.
Que-
ſto grande Ediſizio dunque da ogni parte
iſolato, e con belliſſima proporzione, ed
ottima Architettura condotto, ha per di
1 fuori quattordici Nicchie, o Tabernacoli,
in varie foggie intagliati, ed in cui furono
collocate diverſe Statue, alcune di bronzo,
ed alcune di Marmo, lavorate dai più rari,
ed eccellenti Maeſtri, che fioriſſero in que-
ſta noſtra Città.
Sono adunque di Lorenzo
Ghiberti il San Matteo Apoſtolo, il San-
to Stefano preſſo la porta principale, e il
San Gio. Batiſta dalla parte oppoſta.
Bac-
cio da Montelupo fece la bella Statua di
bronzo di S. Giovanni Evangeliſta, e Do-
natello ne fece tre di marmo le quali ſon
tenute in gran pregio, come opere vera-
mente maraviglioſe.
La prima è il San Pie-
tro Apoſtolo, la ſeconda il San Marco Evan-
geliſta, e la terza il San Giorgio, Statua,
che non ha pari, e che, ſecondo il parere
di tutti i Profeſſori, più ſi può commenda-
re, che imitare.
Perlochè non è maraviglia,
ſe le Repubbliche di Venezia, e di Geno-
va, ed altri Principi dell'Europa più vol-
te ne fecero iſtanza, offerendo gran ſomma
di Denaro, perche foſſe loro conceduta.

Anche Nanni, o Giovanni d'Antonio, diſce-
polo di Donatello ne fece tre, cioè i quat-
tro Santi dentro un ſol Tabernacolo, il San
Filippo Apoſtolo, ed il Santo Eligio Veſco-
vo, chiamato comunemente Santo .
D'
1 Andrea Verrocchio è il San Tommaſo Apo-
ſtolo, che mette il dito nel Coſtato di Cri-
ſto, opera molto ſtimabile, allato alla quale
è la Statua di S. Luca Evangeliſta di mano
di Giovanni Bologna, ſcolpita in bronzo
con ſingolare artifizio.
In Chieſa ſi vede
un Tabernacolo, o Cappella iſolata, tutta
di marmi vagamente intagliati, ed abbel-
lita di Baſſirilievi, per opera, diſegno, e
induſtria di Andrea Orcagna; e nel predet-
to Tabernacolo s'adora un'immagine di Ma-
ria Vergine molto antica, dipinta da Ugo-
lino Saneſe, e tenuta ne' tempi andati in
ſomma venerazione, avvegnachè fino al
tempo della terribile, e ſpaventoſa peſte del
1348. che infettò la maggior parte del Mon-
do, incominciaſſe grandemente a fiorire il
di lei culto, concorrendoyi grandiſſimo po-
polo con larghe offerte, delle quali in bre-
viſſimo tempo ſi potettero accumulare più
di trecento mila fiorini d'oro, parte impie-
gati in ſovvenimento de poveri, e parte
nell'adornare queſta Chieſa.
Dietro l'Al-
tare vi è un baſſoriſievo dell'Orcagna, Ar-
chitetto del Tabernacolo, ove ha egli eſpreſ-
ſo a maraviglia il ſuo ritratto.
Sono ancora
ſopra l'Altar maggiore tre Statue di marmo,
cioè Sant'Anna, la Santiſſima Vergine, ed
1 il Bambino Gesù di mano di Franceſco da
Sangallo; ſiccome ne' pilaſtri alcune belle
pitture antiche, cioè di Lorenzo Credi, d'
Agnolo Gaddi, e di Iacopo del Caſentino,
da cui fu dipinta la volta, alla quale nel
1770. in occaſione di rimodernare queſta Chie-
ſa, ora divenuta Parrocchia, con ſommo
diſpiacimento dei Dilettanti delle Belle
Arti, fu dato di bianco; Vi è in oltre un
Criſto Crocifiſſo di legno, avanti al quale
il grande Arciveſcovo Santo Antonino ſo-
leva da giovanetto giornalmenre fare ora-
zione
.
Nelle ſtanze ſopra la Chieſa fu dal
Granduca Coſimo I. l'anno 1569 eretto il
pubblico e generale Archivio di Firenze,
dove ſi conſervano innumerabili Scritture,
ed iſtrumenti pubblici, con grandiſſima fe-
deltà, e diligenza non ordinaria.
E comec-
chè, mediante l'eſecuzione dei belliſſimi
regolamenti di queſto Archivio, tutti gli
iſtrumenti ſono duplicati, le copie autenti-
che ſi traslatano ne' vaſti ſaloni ſopra la
fabbrica iſolate, detta la Loggia di Mer-
cato Nuovo, poco diſtante, fatta fabbricare
dal Granduca Coſimo I. l'anno 1548. per
comodo di trattare i negozzi della Seta,
con diſegno di Bernardo Taſſo, in uno dei
lati della quale ſopra la ſcalinata, ſi vede
1 lavorato in bronzo un Cinghiale, che verſa
di continuo acqua per comodo pubblico,
opera di Pietro Tacca, tratta dall'antico
celebre della Real Galleria.
Queſta log-
gia all'intorno ha le Botteghe, che ſervo-
no al traffico di Seta, e il Magiſtrato di
detta Arte, ed evvi appreſſo la Chieſa Par-
rocchiale di S. Biagio, che reſta unita al
Monte Comune e alla Camera del Com-
mercio
.
Di quì paſſando per la via detta
Porta Roſſa, e tornando alla Loggia de'
Tornaquinci, troveremo il
N
fuo-
N 2 An-
il
N 3 la-
PALAZZO de' Marcheſi Corſi, già de' Tor-
nabuoni, modernamente accreſciuto, degno
per certo di eſſere oſſervato, principalmente
per l'ampia Galleria, che gli aggiunge co-
modo, e bellezza, in faccia al quale ſi trova
quello de' Viviani, dopo quello de' Giacomi-
ni, la cui Architettura, opera di Gio. An-
tonio Doſi, è ſingolare; quello del Marche-
ſe Albergotti abbellito di ottimo guſto, e
dipinto in gran parte da Diacinto Fab-
broni, quello degli Antinori; quello de'
Paſquali con più altri, dai quali è circon-
data la Chieſa di
SAN MICHELE BERTELDI, oggi detta agli
Antinori, dove abitano Padri Teatini, fatta
1 da' fondamenti reſtaurare dal Cardinal Deca-
no G. Carlo de' Medici, col diſegno di Mat-
teo Nigetti Architetto, e di Gherardo e Pier
Franceſco Silvani.
Queſta, ſi può annoverare
tra le più vaghe, e più adorne della noſtra
Città
.
Ed in vero ha la Facciata di pietre
forti, e così nobile, e leggiadro è il ſuo diſe-
gno e lavoro, che certamente non può ve-
derſi coſa meglio inteſa, più finita di
quella
.
Sonovi quattro belliſſime Statue di
marmo, due delle quali ſopra la porta, ſono
di Baldaſſar Bermoſer Fiammingo, del qua-
le è ancor il San Gaetano nella deſtra nic-
chia, nell'altra il S. Andrea Avellino è
opera dell'Andreozzi; i maggiori però, e di
più vaga apparenza ſono gl'interiori orna-
menti, imperciocchè diviſati con Architettu-
ra d'ordine compoſito, ed arricchiti di pie-
tre ſerene, lavorate con ſingolar pulitezza.

Oſſerveremo primieramente le Cappelle tut-
te incroſtate di marmi, e adorne di belle pit-
ture a freſco, e di Tavole molto ſtimate.

Nella prima all'entrare a man deſtra, vedre-
mo la Tavola del Martirio dell'Apoſtolo S.
Andrea, di mano del Ruggieri del quale ſono
ancora la volta dipinta a freſco e i laterali,
e i due baſſirilievi di G. Batiſta Foggini.
La
ſeconda, dov'è dipinto l'Arcangiolo San Mi-
1 chele, è del Vignali come altresì i laterali
e la volta di Michel Colonna, e di Agoſti-
no Metelli.
E nella terza, Matteo Roſ-
ſelli dipinſe S. Gaetano, ed un Beato ſuo
Compagno
.
Nell'arco la SS. Trinità è del
Coccapani; dai lati ſopra le porte ſonovi col-
locate due ritratti in ovato, che uno del
Cardinal Franceſco, e l'altro dell'Ariveſco-
vo Giuſeppe Maria Martelli, lavorati in
Roma mirabilmente a moſaico, e retti con
molta grazia da due putti di marmo fatti
dal celebre Franceſco Ianſens Scultore Fiam-
mingo aſſai valente.
Accanto a queſta Cap-
pella è il Sepolcro, coll'Inſcrizione, e Ri-
tratto dell'Avvocato Agoſtino Coltellini Fon-
datore della celebre Accademia degli Apa-
tiſti
.
In faccia poi della Croce, di mano
d'Ottavio Vannini è dipinta l'adorazione
de' Magi; e ſotto un nobil Sepolcro di mar-
mo miſtio della Caſa Bonſi, e alla Cappel-
la che ſegue, vi è del detto Roſſelli una
belliſſima Tavola della Natività di Noſtro
Signore, e nei laterali la Nunziata, e la
Viſitazione ſono di Fabrizio Boſchi.
L'Al-
tar maggiore, poſto nella Tribuna di mez-
zo, trall'altre coſe di pregio, ha un ricchiſ-
ſimo Ciborio d'argento, opera di Benedet-
to Petrucci.
Bello ancora, e grandemente
1 ſtimato è il Criſto di Bronzo, di mano di
Franceſco Suſini, e vaga viſta rende la Cu-
pola della Tribuna dipinta dal Padre Gal-
letti Religioſo dello ſteſſo Collegio, che ha
pur dipinta tutta la volta della Chieſa.
Se-
guitando dall'altra mano, nella Cappella
vicina all'Altar maggiore, vi è una Tavo-
la di S. Elena dipinta dal mentovato Roſ-
ſelli, e da' lati il quadro dalla parte del
Vangelo è del Biliverti, e l'altro del Vi-
gnali di cui pure ſono le tre lunette in alto,
e in faccia alla Croce è un'altra ſimile del
Bilivelti di gran bellezza.
Quì non diſpiaccia
all'erudito l'oſſervare alcune dotte Inſcri-
zioni ſopra la nobiliſſima Famiglia de' Bonſi,
che eſſendo da Firenze paſſata in Francia,
non ſolo vi acquiſtò Titoli, e Dominj rag-
guardevoli, ma in breve tempo diede alla
Chieſa di Biſiers ſei Veſcovi, e al Vatica-
no due Porporati.
Nell'altra Cappella di S.
Andrea Avellino, colorì la Tavola rappre-
ſentante il detto Santo in atto di eſſer col-
pito dall'accidente apopletico Ignazio Hug-
ford
.
I laterali ſono di Franceſco, e di Al-
fonſo Boſchi, e la volta di Lorenzo Lippi.

Nella Cappella di mezzo, Pietro da Cor-
tona dipinſe la bella Tavola del Martirio
di S. Lorenzo, la volta è dipinta dal Me-
1 telli, e Colonna; e dai lati, Iacopo da Em-
poli fece il S. Franceſco col Santo Bambi-
no, e Matteo Roſſelli S. Lorenzo che diſpen-
ſa limoſine ai poveri.
Nell'ultima il Padre
Galletti Teatino effigiò Maria Vergine col
Bambino Gesù, e due venerabili Veſcovi,
e i laterali ſono, uno del Cav. Curradi, e
l'altro di Gio. Batiſta Vanni.
Adornano an-
cor queſta Chieſa quattordici Statue di mar-
mo, che dodici rappreſentano gli Apo-
ſtoli, con altrettanti Baſſirilievi a piè di
quelle, e tutte ſono d'Eccellenti Scultori,
due del Caccini, ſei ſono d'Antonio No-
velli, il S. Pietro e S. Paolo di Gio. Batiſta
Foggini; per l'alter quattro vi furono im-
piegati il Piamontini, il Pettiroſſi, il For-
tini, e il Cateni.
Finalmente la Libreria,
che è nel Collegio, per la copia de' Libri,
e la rarità de' medeſimi, e la Sagreſtia mol-
to ornata, e pulita, meritano di eſſer ve-
dute
.
Camminando verſo il canto de' Car-
neſecchi, ſopra d'una gran baſe ſi vede la
Statua, chiamata comunemente il
da'
N 4 chele
ſtima-
tel-
CENTAURO, ſcolpita in marmo da Gio-
vanni Bologna, che rappreſenta Ercole in
atto d'uccidere Neſſo Centauro.
Queſta Sta-
tua, cavata da un ſol pezzo, a chi contem-
1 pla la forza, che fanno amendue queſte fi-
gure, Ercole per abbattere, e ſuperare il
Centauro, e quello per fuggirli di ſotto, e
le difficoltà ſuperate dall'Artefice, nel con-
durre un lavoro grande, con quella per-
fezione, che vi ſi vede, ingenuamente con-
feſſa, eſſer queſta non ſolo una delle Opere
migliori di queſto raro Maeſtro; ma ezian-
dio di quanti dopo di lui ſon viſſuti ne' no-
ſtri tempi.
Da queſto luogo paſſeremo a
pla
SANTA MARTA MAGGIORE, dei Carmelitani
della Congregazione di Mantova, dove in
primo luogo è da ſtimarſi grandemente la
Tavola di mano del Cigoli, nella quale è
dipinto Sant'Alberto Carmelitano in atto
di liberare dal naufragio uno, che già pe-
ricolava nell'acqua; ed anco quella del Pu-
gliani, che rappreſenta la Maddalena Peni-
tente in atto di comunicarſi.
Segue il
Martirio di San Biagio d'Ottavio Vannino,
ed i laterali ſono d'Antonio Giuſti.
Degna
di lode è la Cappella de' Carneſecchi, la
volta della quale fu dipinta da Bernardino
Poccetti, e le due Statue di marmo furono
lavorate dal Caccini.
La Tavola di S. Fran-
ceſco in atto di ricever le Stimate, è del-
le belle opere di Piero Dandini.
Nella quin-
1 ta Cappella adoraſi un Crocifiſſo di rilievo,
con alcuni Santi.
La pittura a freſco nella
volta è di Giuſeppe Romei.
Paſſato l'Al-
tar maggiore, la proſſima è la Cappella che
è deſtinata per il Santiſſimo Sagramento,
allato alla quale è la Cappella degli Orlan-
dini, nella di cui volta il Volterrano ma-
raviglioſamente rappreſentò il Ratto di Elía,
con belliſſime figure, tramezzate da Stuc-
chi dorati, opera ſtupenda, e degna di tut-
te le ſtime degli Intendenti.
La Tavola è
bel lavoro del Biliverti.
Ragguardevoli an-
cora ſono le due Tavole, che appreſſo ſe-
guono; quella di S. Maria Maddalena de'
Pazzi di mano d'Onorio Marinari, e l'al-
tra di San Franceſco dipinta da Matteo Roſ-
ſelli, ſopra le quali Vincenzio Meucci di-
pinſe li due sfondi che vi ſi veggono.
De-
gna di grande ſtima è la Tavola del Paſſi-
gnano, ove ha rappreſentata la venuta del-
lo Spirito Santo.
Una ſingolar memoria era
già in queſta Chieſa, oggi perita, cioè il
Monumento, ſtato fatto a Salvino di Arma-
to degli Armati nel 1317. collo ſpecifico
titolo d'Inventore degli Occhiali.
Nel Chio-
ſtro del Convento ſi vede in un canto, una
delle quattro Colonne che reggevano il Se-
polcro di Ser Brunetto Latini Maeſtro di
1 Dante, la quale ha l'Inſcrizione, che lo
dimoſtra chiaramente.
Non molto diſtante
da queſta è la Chieſa di S. Donato de Vec-
chietti, ove l'Altar maggiore fu rimoder-
nato con diſegno di Gio. Bologna, e San-
ti di Tito vi dipinſe la Venuta de Re Magi.

La ſoffitta col Santo Titolare in gloria è di
Niccolò, e l'ornato di Rinaldo Botti.
Di
quì retrocedendo pochi paſſi trovaſi il
ta
Dan-
PALAZZO, già de' Gondi, paſſato di poi
ne' Corſini Orlandini, ed oggi nella Famigia
del Beccuto Orlandini, ſtato modernamen-
te accreſciuto, e ridotto alla forma, che
di preſente ſi vede.
Per di dentro è così
nobilmente adornato, e di comode abita-
zioni arricchito, che può con ragione an-
noverarſi tra i più ſplendidi Palazzi di que-
ſta Città.
La Sala nella volta, e nelle pa-
reti è dipinta per mano di Pietro Dandini.

Il Gabbiani ſingolarmente arricchì un nobil
Salotto con un elegantiſſimo sfondo.
Il
Gherardini, ed altri Profeſſori i più accre-
ditati hanno dipinto l'altre ſtanze conti-
gue, che adornate di ſtucchi, e di prezioſi
arredi, rieſcono vaghe oltremodo.
Sulla
Piazza di eſſa Chieſa di Santa Maria Mag-
giore è ſituato il
PA-
1
PALAZZO STROZZI, oggi de' Martini. Non
lontano da queſto è il Palazzo de' Marcheſi
Malaſpina, modernamente abbellito con
buon diſegno.
Proſſima è la fabbrica del
SEMINARIO FIORENTINO, promoſſa, ed
incamminata con buon guſto d'Architettu-
ra dalla pia memoria del fu Monſignore
Tommaſo Bonaventura de' Conti della Ghe-
rardeſca, Arciveſcovo di Firenze, e con-
dotta a buon ſegno, dopo la ſua morte, con
aggiunta di comodi appartamenti per i Pre-
cettori, e per gli Studenti Cherici, che vi
ſi allevano.
All'ingreſſo della ſeconda por-
ta è degno d'eſſer veduto un belliſſimo Cro-
cifiſſo di bronzo di Gio. Bologna, laſciato
al Seminario in legato dal fu Agoſtino Cer-
retani Canonico della Metropolitana, in
memoria del Canto e delle Caſe de' Cer-
retani, che furono quivi, e rimaſero ſer-
rate nella nuova Fabbrica di queſto Semi-
nario
.
Tornano vicine le abitazioni degli
Ebrei dette il
GHETTO, ove per avanti era un'infame
poſtribolo, di cui fanno menzione gli Scrit-
tori citati dal Baldinucci nella Vita del
Buontalenti
.
Queſto Ghetto è ſtato amplia-
1 to con abitazioni aſſai comode. Appreſſo è il
to
MERCATO VECCHIO, che per iſcherzo
chiamaſi il Giardino di Firenze, atteſe le
molte delizie, che in abbondanza vi ſi tro-
vano, e delle quali la Città noſtra al pari
d'ogni altra è copioſa.
Sono nel recinto di
queſta Piazza, oltre un gran Tabernacolo
con un'antica Immagine di Maria Santiſſi-
ma dipinta da Iacopo da Caſentino, tre an-
tichiſſime Chieſe, tra le quali la Prioria
di S. Tommaſo, che è la Parrocchiale, con
loggetta d'avanti, e cancello, ha la Tavola
del maggior Altare di mano dell'Empoli,
ai due laterali vi è, in un il Crocifiſſo,
e nell'altro un Quadro di maniera greca
de' più antichi, che ſiano nella Città.
L'
altra che le reſta in faccia è Santa Maria
in Campidoglio Parrocchia ſoppreſſa, ed
ora data ai Fratelli della Compagnia di S.
Maria Maddalena de' Pazzi, e dall'altra
Parte lungo il corſo è S. Pietro Buoncon-
ſiglio
.
Quivi ſi vedeva ſopra una Colonna di gra-
nito una Statua di pietra di mano di Dona-
tello, rappreſentante la Dovizia; ma eſſendo
divenuta aſſai lacera dal tempo vi è ſtata col-
locata altra Statua ſimile, ſcolpita da Gio.
1 Batiſta Foggini; più oltre è una Loggia de-
ſtinata alla vendita del peſce, fatta quivi
fabbricare dal Granduca Coſimo I. e dipoi
modernamente accreſciuta.
In piccola di-
ſtanza dal Mercato, vi è due altre anti-
chiſsime Chieſe, che da una parte, una
dedicata a S. Leone Papa, e dall'altra S.
Andrea, che è Parrocchiale oggi rimoderna-
ta
.
Come ancora altre tre ſimili in Via dei
Calzaioli; cioè S. Criſtofano, San Barto-
lommeo, e S. Donnino.
Bati-
E ſiccome la Città di Firenze, ebbe co-
piccol recinto d'abitazioni, che il primo
cerchio, fu ſolamente riſtretto ad alquante
contrade preſſo a Mercato Vecchio ſon tutte
piccole Chieſe,che però creſcendo gli abitato-
ri in gran numero, potendo capire in un
luogo cotanto anguſto, fu coſtretta a dilatar
i conſini, anche in quella parte, che riman
di d'Arno verſo Mezzogiorno, alla quale
perchè foſſe comodo il paſſaggio furono in
varj tempi fabbricati quattro Ponti, i quali
dipoi caduti nella rovinoſa inondazione, che
ſeguì l'anno 1333. furono fatti reſtaurare
coll'induſtria, e modello di Taddeo Gaddi,
e in altri tempi rinnovati, come diremo a
ſuo luogo; così di queſta parte, che rimane
1 di d'Arno, ragioneremo, con quella ſteſ-
ſa brevità, colla quale abbiamo ſinora pro-
ceduto
.
Pertanto inviandoci verſo il
di
PONTE VECCHIO, rifabbricato nel 1345.
come nel Cartello affiſſo alla Loggia di eſſo
a Ponente, nel Muro che guarda Mezzo-
giorno ſi legge.
Nel trentatre dopo il mille trecento
Il Ponte cadde per diluvio d'acqae
Poi dodici anni come al Comun piacque
Rifatto fu con queßo adornamento.
Appiè di eſſo Ponte oſſerveremo una
STATUA di marmo, Greca, aſſai bella
chiamata Aleſſandro Magno; ſebbene alcun'
lo credino Ajace.
A man ſiniſtra ſi trova
la Via de' Bardi, in cui ſono le Caſe dei
Mannelli, de Girolami, de Maſetti, de Fe-
derighi, e dipoi il
PALAZZO del Marcheſe Tempi nobilmente
adornato, ed ampliato dentro, con ottimo
guſto, che è poſto appunto in faccia alla
Chieſa di
SANTA MARIA SOPR'ARNO, nella qua-
le è una bella Tavola dell'Empoli, rap-
1 preſentante un miracolo di Maria Vergine,
ed all'Altar maggiore una Nunziata anti-
ca, e di gran bellezza.
Avanzando più ol-
tre il paſſo ſi giunge al
O pre-
PALAZZO del fu Senator Conte Ferrante
Capponi, fatto edificare dal famoſo Niccolò
da Uzzano, col diſegno di Lorenzo di Bic-
ci, entro del quale ſi vede il buſto di eſſo
Niccolò, opera inſigne di Donatello, con
inſcrizione adeguata a così potente Con-
cittadino; ſiccome appiè della ſcala un Leone
di porfido, che è creduto opera ſingolare
degli antichi Etruſchi; e dipoi ſi trova l'
abitazione de' Canigiani, e dipoi la Chieſa di
S. Lucia de Magnoli, e quindi a mano de-
ſtra la Caſa de' Mozzi, la quale eſſendo
ſtata alzata nell'antico a foggia di Palazzo,
o ſia di Torre con merli, moſtra quella ma-
gniſicenza, che fu capace di dar ricetto
nel 1273. al Pontefice Gregorio X. e dipoi
nel 1279. al Cardinale Latino Malabranca,
Legato del Papa, ſpedito dal Pontefice Nic-
cola III. Orſini ſuo Zio per fermar la Pa-
ce tra Guelſi, e i Ghibellini.
Quindi
proſeguendo il cammino per lo Fondaccio
di San Niccolò, che ſi vede ripieno anch'
eſſo di Caſe aſſai comode, e ſignorili, tral-
le quali è il
PA-
1
PALAZZO de' Gianni, fabbricato all'anti-
ca, ma per entro rimodernato aſſai bene,
internandoſi con un delizioſo Giardino, e
con bella grotta ſulla collina detta Monte-
cucco
.
Si paſſa dal Palazzo de' Marcheſi
Vitelli, e dei Marzimedici alla
CHIESA PRIORALE DI SAN NICCOLÒ, det-
ta d'Oltrarno, nella cui facciata è collo-
cata una Cartella di pietra, con inſcrizio-
ne inciſa, degna di oſſervazione, contenen-
do la memoria della deplorabile inondazio-
ne, che fece l'acqua d'Arno nella Città
nell'Anno 1557. nei ſeguenti verſi latini
Fluctibus undivagis, Pelago, ſimiliſque
procellis,
Huc tumidis præceps irruit Arnus aquis,
Proſtravitque ſuæ, ſpumanti gurgite, Floræ
Oppida, agros, fontes, moenia Tem-
pla, viros,
Entrando in queſta Chieſa troveremo a mano
deſtra di Aleſſandro Allori l'Abramo in
atto di ſacrificare il Figlio.
Nella ſeconda
Cappella, di Batiſta Naldini la Preſentazio-
ne al Tempio.
Accanto al Pulpito, da Ia-
copo di Meglio dipinta la Venuta dello Spi-
rito Santo, e dal Poppi colorito lo Spoſa-
lizio di Maria Vergine alla Cappella de
1Bianchi. All'Altar maggiore vedeſi la Ta-
vola dipinta da Gentile da Fabriano.
Nella
contigua Cappella il S. Giovanni Predican-
te è dell'Empoli.
La Nunziata che è alla
Cappella de' Guardini è opera di Aleſſan-
dro Fei detto del Barbiere.
Alla Cappella
poi de' Naſi trovaſi altra Tavola del Poppi
nella quale è effigiato il Figlio della Vedo-
va di Naim reſuſcitato da Criſto.
Ne ſegue
poi all'Altar de' Parenti il Martirio di
S. Caterina, di Aleſſandro Allori.
Accanto
a queſta è la Cappella de' Paolini ai quali
dipinſe l'Empoli Iddio Padre con diverſi San-
ti
.
E finalmente alla Cappella oggi dei Mar-
zimedici è del Curradi il San Niccolò che
reſuſcita un Bambino.
In queſta Chieſa fu
ſepolto il tanto celebre Bernardo Buonta-
lenti
.
E preſſo ad eſſa è il
O 2 Bian-
PALAZZO de' Serriſtori molto magnifico. Di
faccia a queſto vedeſi il Palazzo de' Baroni
del Nero, alzato col diſegno di Baccio d'
Agnolo, e dalla parte di dietro con quel-
lo di Tommaſo del Nero, proſſimo è il
PONTE DETTO ALLE GRAZIE per una Cap-
pella di grandiſſima devozione detta S. Ma-
ria delle Grazie, di padronato dei Signori
1 Alberti, dei quali è il Palazzo oppoſto, di
freſco rifatto, ed ampliato ſommamente.

Chiamaſi anche il Ponte a Rubaconte dal
nome di Meſſer Rubaconte da Mandella Po-
teſtà di Firenze, che diè mano a farlo edi-
ficare
.
Si può anche oſſervare ſulla Piazza
dei Mozzi la
Al-
CASA, E CHIESA de' Padri Miniſtri degli
Infermi detti di San Gregorio, ove all'Al-
tar maggiore è la Tavola rappreſentante San
Gregorio Papa del Cavalier Curradi.
E
lateralmente il Santo Fondatore è opera
di Antonio Bettini.
In faccia ad eſſa Caſa
vi è ancora l'
ABITAZIONE de Rondinelli già Scarlatti,
Architettura di Alfonſo Parigi.
Tornando
poi verſo il Ponte Vecchio, e ſalendo, tro-
veremo a man ſiniſtra la Chieſa di
S. AGOSTINO de' Padri Scalzi molto lin-
da, fatta fabbricare dalla gl. mem. di Ma-
dama Criſtina di Lorena moglie del Gran-
duca Ferdinando I., Principeſſa di gran pru-
denza, bontà, e vita eſemplare.
Nella ſe-
conda Cappella a man dritta, il S. Niccola
da Tolentino, è opera di Gio. Batiſta Vanni-
1ni. All'Altar Maggiore, di nobili marmi
arricchito vedeſi la Tavola di S. Agoſtino
di mano di Franceſco Petrucci; è di Iaco-
po Vignali il S. Franceſco di Paola nella ſe-
conda Cappella a man ſiniſtra.
Di quì dato
uno ſguardo alla delizioſa veduta della ſot-
topoſta Città, e dell'adiacenti Colline, paſ-
ſeremo allo
O 3 ni.
SPIRITO SANTO Chieſa molto adorna di
ſtucchi dorati, lavorata con diſegno di
Gio. Batiſta Foggini, a mano deſtra tro-
vaſi di Tommaſo Redi una Tavola rappre-
ſentante S. Benedetto, che reſuſcita un fan-
ciullo
.
Segue la Tavola di S. Gio. Gualberto
in atto di perdonare al nemico, opera del
Paſſignano
.
La Tavola della depoſizione di
Croce, e lo sfondo è di Aleſſandro Ghe-
rardini
.
La Madonna con S. Domenico è
di Iacopo Vignali; corona la vaghezza, e
prezioſità di queſta Chieſa all'Altar mag-
giore la Venuta dello Spirito Santo, ce-
lebratiſſima opera di mano di Anton Do-
menico Gabbiani; di quì paſſando alla Chie-
ſa di
S. GIROLAMO, ſi trovano due antiche Ta-
vole, in una delle quali Ridolfo del Ghirlan-
1 daio dipinſe S. Girolamo in penitenza, e nell'
altra che è a dirimpetto, il medeſimo eſpreſ-
ſe il miſtero dell'Annunziazione.
I tondi
che ſtanno ſopra di ambedue ſono dello ſteſ-
ſo pennello.
Al maggiore Altare vedeſi l'
Immaculata Concezione con alcuni Santi del-
l'Ordine Franceſcano, opera del Cavalier
Mazzanti di Orvieto.
Di quì ſcendendo,
ſi trova la Chieſa di
daio
SANTA FELICITA, ſulla cui Piazza eſi-
ſte una Colonna di granito, ſopra la quale
vi è la Statua di San Pietro Martire, eret-
ta quivi ad onor ſuo dall'antica famiglia
de' Roſſi nel Secolo XIII. per aver eſſo in
Firenze, colla ſua predicazione, ed eſem-
pio, fatto gran frutto, ed anco in ſegno
delle vittorie avuteſi da' Cattolici contro gli
Eretici Manichei, propriamente Padri degli
Albigenſi
.
La detta Statua del Santo Mar-
tire poſta in luogo dell'antica, che vi era,
quaſi disfatta dal tempo è di mano di An-
tonio Montauti.
Entrando nella Chieſa, ri-
fatta modernamente col diſegno di Ferdi-
nando Ruggieri, troveremo a man deſtra
la Tavola della Cappella de' Capponi, di
mano di Iacopo da Pontormo, come altresì
i tondi de' quattro Evangeliſti che ſono nel-
1 la tribuna, e l'Annunziazione di Maria che
è nella parete, ed evvi un Ritratto ſomi-
gliantiſſimo San Carlo Borromeo d'eccel-
lente pennello, collocato in un ornamento
di pietre di gran pregio, fatto col diſegno
del famoſo Vignola.
Dopo di eſſa viene la
Cappella de Nerli, ove ſi vede l'antica
Tavola di S. Felicita con li ſette figliuo-
li martiri, dipinta da Neri di Bicci l'
anno 1468., Ne ſegue la Cappella di S.
Gregorio Papa, dipinta da Ferdinando
Vellani da Modena.
Contiguo a que-
ſta, è l'Altare del Crocifiſſo ſcultura ſti-
mabile d'Andrea da Fieſole.
La Cappel-
la maggiore era già fatta col diſegno del Ci-
goli, che fu unita con la nuova fabbrica,
adorna con tre Tavole degne di ſtima, e
ſpecialmente quella della naſcita di Criſto
che è opera di Gherardo Vanhonthourt Fiam-
mingo, la Crocifiſſione è di Lorenzo Carlet-
ti, e la Reſurrezione di Antonio Tempe-
ſti
.
Le pitture della volta, e pareti ſono di
Michelagnolo Cinganelli.
Dopo queſta alla
prima Cappella della Crociata, è di mano
di Pietro Dandini lo Spoſalizio della Madon
na, e alla ſeconda Carlo Portelli dipinſe la
Trinità con alcuni Santi, Tavola, che ſtava
a un piccolo Altare dell'antica Chieſa, poi
1 da Ignazio Hugford notabilmente da ogni
parte ingrandita.
Appreſſo ſegue l'Altare
della Comunione, nobilmente arricchito di
marmi, e più della ſtimatiſſima Tavola del
Volterrano, ove ha dipinto l'Aſſunzione di
Maria, e genufleſſe S. Margherita da
Cortona, e S. Maria Maddalena de' Pazzi,
e in un pilaſtro vi è di Moſaico un belliſ-
ſimo ritratto di Aleſſandro Barbadori, ope-
ra di Marcello Provenzale.
Sceſo il Presbi-
terio, ſotto l'organo, ſi trova la Cappella
di Santa Berta de Bardi con una bella Ta-
vola di Vincenzio Dandini, che tenne il ce-
lebre Gabbiani al naturale per il volto del-
la detta Santa mentre era allora ſuo Scola-
re e Giovanetto.
Belliſſima poi è la Ta-
vola di S. Luigi Re di Francia che ne ſuc-
cede, opera di Simone Pignoni.
Dopo la
quale è di mano di Ignazio Hugford quella
dell'Arcangelo Raffaelle in atto di far ren-
der la viſta al buon Vecchio Tobbia per
mezzo del ſuo figliuolo.
Vi è poi il Marti-
rio di S. Baſtiano degno lavoro di Fabbrizio
Boſchi
.
Si trova in ultimo la Cappella de
Canigiani con tavola e pareti di mano di
Bernardino Poccetti.
La qual Cappella con
l'altra dalla parte oppoſta che reſtano ſot-
to al Coretto di S. A. R. che dal Real Pa-
1 lazzo viene in alcuni tempi ad aſſiſtere al-
le Sacre Funzioni per via del corritoio che
reſta ſopra la loggia, nella parete della qua-
le a ſiniſtra vedeſi collocata la memoria d'
Arcangela Palladina celebre Pittrice, e Mu-
ſica col di lei ritratto in marmo, Scultura
di Agoſtino Bugiardini.
E quella a mano de-
ſtra del Card. de' Roſſi Nipote di Leone X.
col di lui ritratto ed epigrafe ec. dopo aver
oſſervate molte antichiſſime Iſcrizioni affiſ-
ſe nella parete entro il Cortile del Con-
vento ritrovate ſottoterra nel rifacimento
della Chieſa, di quì proſeguendo verſo la
via Guicciardini trovaſi il
O 4 la
da
laz-
PALAZZO già de' Franceſchi, al preſente del
Conte Lorenzi, fatto con diſegno di Anton
Ferri, internamente molto ornato di Pitture,
quindi il Palazzo de' GUICCIARDINI, che
include l'antica Abitazione, dove nacque
San Filippo Benizj, del che è la memoria
nella facciata; ed in appreſſo ſi giunge al
PALAZZO di S. A. R., che è uno de' più fa-
moſi Edifizj, che ſi veggano in tutta l'Ita-
lia, e fuori, come affermano molti eruditi
Scrittori, e maſſimamente Filippo Baldinuc-
ci nella deſcrizione del nuovo modello, e
1 diſegno, che già fece di queſto Palazzo il
virtuoſiſſimo Paolo Falconieri.
Queſto mae-
ſtoſo edifizio venne incominciato col diſe-
gno di Filippo di Ser Brunelleſco a ſpeſe
di Luca Pitti Gentiluomo Fiorentino, e
però è ſtato detto fino al d'oggi de' Pit-
ti; quantunque fino dal tempo del Granduca
Coſimo I., e di Leonora di Toledo ſua mo-
glie, che lo comprò, diveniſſe abitazione
de' Granduchi Regnanti.
Di queſto Edifizio
adunque dovendo noi ragionare, difficilmen-
te potremo in un breve riſtretto tutte le ſue
parti deſcrivere, e ſpecialmente le Statue,
e le Pitture inſigni, che nobilmente l'
adornano, e l'altre coſe di pregio, che vi
ſi trovano, e lo rendono mirabile, e ſingo-
lare
.
Primieramente la Facciata di queſto
Palazzo lunga braccia 250. in circa, ed alta
a proporzione, è tutta incroſtata di grandi
bozze di pietre forti, d'ordine ruſtico, ma
così ben diviſato, che vi riſplende una mae-
ſtoſa bellezza.
Più vaga però rieſce in viſta
la Loggia, ed il Cortile, fatto col diſegno
dell'Ammannato, perchè mutato l'ordine
della prima Architettura, con tale avvedu-
tezza però, che non diſconveniſſe all'Ope-
ra già cominciata, ſi vede il primo Appar-
tamento di forma Dorica, il ſecondo d'or-
1 dine Ionico, ed il terzo di Corintio, tutti
e tre adornati di varie Colonne, di belliſſimi
Fregi, e d'un ricchiſſimo Cornicione.
In fac-
cia poi del Cortile, v'è una grotta, dentro
la quale ſi trova una Peſchiera di forma
ovata, con vari zampilli d'acque, le quali
pare che ſcaturiſcano dalla terra al cen-
no di Mosè ivi rappreſentato in una gran-
de Statua di porfido.
Adornano ancora la
Facciata due altre Pile con ſue Fontane va-
gamente intagliate; come altresì due gran-
di Statue di marmo, che una rappreſenta
Paſquino, che ſoſtiene Aleſſandro, l'altra
Ercole, che ha ſuperato Anteo, amendue di
maniera Greca molto ſtimate.
Vedeſi una
Fonte ſopra la grotta, al pari del primo pia-
no di queſto Regio Palazzo, ed un gran Vi-
vaio, nel quale ſcherzano alcuni Putti di
marmo ſopra Cigni, e nel mezzo di eſſo una
gran tazza, nella quale verſano in copia le
acque da varie bande, perlochè non poco
è il diletto, che di ſubito arreca queſta Fon-
tana a chi entra nel mentovato Cortile.
Paſ-
ſando poſcia ne' Reali Appartamenti, vedre-
mo coſe di maraviglia.
Sono le Stanze dell'
Appartamento Granducale, e molte altre,
tutte adorne di ſtucchi dorati, e gran par-
te ſono dipinte di mano dei più rari, ed ec-
1 cellenti Maeſtri, fra i quali principalmente
s'annovera Pietro da Cortona, Ciro Ferri,
Giovanni da S. Giovanni, il Volterrano, Ber-
nardino Poccetti, Giordano, il Gabbiani, ed
altri
.
Bene è vero però, che s'io voleſſi ad
una ad una deſcrivere tutte le ſtanze, e l'
infinite coſe di pregio, che vi ſi trovano,
non un breve racconto, ma un intero vo-
lume ſi richiederebbe.
Baſterà ſolo accen-
nare, che i più ricchi prezioſi addobbi, le
più ſtimabili Pitture, che in qualunque gran
Regia ſi poſſono deſiderare, quì ſi trovano
in grandiſſima copia, come potrà meglio
ocularmente conoſcerſi dalla ſceltiſſima, e
copioſa quantità di quadri dei più ſingola-
ri, e più rinomati Autori del Mondo.
Dal
Palazzo faremo paſſaggio al contiguo
di-
di
cel-
GIARDINO DI BOBOLI, il più vago, e de-
lizioſo di quanti ſiano in queſta noſtra Cit-
, avvegnachè la magnificenza coll'ame-
nita, l'abbondanza coll'induſtria, nobil-
mente in queſto luogo gareggiano.
La ſua
circonferenza fino alle mura della Città per
lunghiſſimo tratto ſi ſtende, nella quale il
colle, e il piano, il domeſtico, e il ſalvatico
ſcherzano gentilmente.
Egli è diviſato, co-
me ſi vede, in boſchetti, in prati, in lun-
1 ghi viali, e fontane. Lo adornano moltiſſi-
me Statue, ed è ripieno di alberi, di fiori
d'ogni ſorta, e d'infinite piante d'agrumi.

Vedeſi dunque in faccia alla gran porta che
mette in eſſo in primo luogo una grotta,
ne' quattro angoli della quale, col diſegno,
ed invenzione del Buontalenti, furono col-
locate quattro Satue di marmo, di mano
di Michelagnolo Buonarroti, ma però ſo-
lamente abbozzate, le quali doveano ſer-
vire pel ſepolcro di Papa Giulio II. e che
dal Nipote di Michelagnolo furono donate
al Granduca Franceſco.
Vi ſono in oltre al-
cune Statue d'altri famoſi Maeſtri, che
rendon più vaga la Grotta, che adornata
di ſpugne lavorate in varie forme, nella roz-
zezza di quei materiali dimoſtra una bellez-
za non ordinaria.
Ha la volta tutta dipin-
ta di mano di Bernardino Poccetti, con
leggiadre, e bizzarre invenzioni, che in
un medeſimo tempo reca terrore, e diletto
avvegnachè quell'ingegnoſo Pittore, aiu-
tato in parte da una naturale apertura, che
reſta nella volta, finſe, che la medeſima
volta ſembraſſe di rovinare, e che da quel-
le feſſure uſciſſero varj animali, i quali non
dipinti, ma veri, e naturali raſſembrano.

Quindi ſi ſale ad un Teatro, che riſponde
1 di faccia al Palazzo, circondato da mura
in forma di mezzo ovato, nel quale, per i
paſſati tempi, belliſſimi ſpettacoli, e feſte
magnifiche ſono ſtate rappreſentate con gran-
de applauſo.
In faccia a queſto per un ampio
ſtradone ſi ſale ad un altro belliſſimo Tea-
tro Boſchereccio avente un gran Vivaio,
nel mezzo al quale ſopra varj moſtri Ma-
rini di marmo fatti da Stoldo Lorenzi, ve-
deſi un Nettuno di Bronzo opera molto lo-
data dagli intendenti, dopo di queſto per
lunghi viali tutti coperti di piante, e per
un largo, e ſpazioſo ſtradone ornato di bel-
le Statue, ſi giunge ad una Fontana iſolata,
di cui più vaga, più dilettevol coſa
ſi può vedere.
Sopra una Tazza di Grani-
to, larga dodici braccia per ogni verſo ca-
vata da un ſolo pezzo, ſi vede una Statua
di marmo Giganteſca figurata per l'Ocea-
no, a piè della quale tre altre Statue a ſe-
dere, ſignificanti i tre Fiumi Gange, Nilo,
ed Eufrate, che verſano gran copia d'ac-
qua nella Tazza, da cui per ſotterranei con-
dotti paſſa ad altre fonti, ed in vari ſcher-
zi per lo Giardino ſi ſparge.
Or queſta bel-
liſſima opera, fu dal celebre Giovanni Bo-
logna condotta con tale eccellenza, che re-
ſta in dubbio chi la vede, ſe più debba lo-
1 dare, o la rara invenzione, o la maeſtria
del lavoro, tanto l'una, che l'altra in per-
fetto grado s'ammirano.
Del reſto chi de-
ſideraſſe avere una deſcrizione di tutte le
Statue, che ſono ſenza numero ſparſe per
lo Giardino, molte delle quali furono la-
vorate da maeſtri eccellenti e l'altre coſe
più ragguardevoli, che lo adornano, potrà
leggere le notizie di queſto, raccolte da
Gaetano Cambiagi in un libretto ſtampato
a parte.
Ma dopo avere ammirato il Regio
Palazzo, e Giardino di S. A. R.
ghi
di
da-
Prima di uſcire da queſto ſi potrebbe ve-
dere il Muſeo del Cav. Menabuoni già
Menabuoj, il quale ivi la ſua abitazio-
ne, poco diſtante dalla Grotta deſcritta.

Tutta la ſerie delle coſe, che vi ſi vedono,
fu raccolta da Eſſo in Parigi, mentre colà
dimorava
.
Nell'ingreſſo vedeſi una numeroſa raccol-
ta d'Animali dipinti da M. Oudry.
Si entra dipoi nella ſtanza dell'Alcova
ove è da ammirarſi il famoſo Quadro di
Domenico Feti nominato nella raccolta di
M. Crozat, ove vedeſi inciſo, ſotto il ti-
tolo della Malinconia.
Da queſta ſi paſſa in quella di mezzo
ove ſono molti Quadri originali, fra' quali
1 una Carità di Pietro Perugino, un Quadro
iſtorico, e allegorico del Tiziano, una S.
Famiglia di Raffaello, due Quadri di Iaco-
po Baſſano, de' quali uno rappreſenta il Di-
luvio univerſale, e l'altro l'annunzio a'
Paſtori, un altra Carità di Giorgio Vaſari,
un Ritratto d'un Guerriero dipinto dal Cav.
Ant. Moro l'anno 1561. la Tentazione di
S. Antonio d'Annibal Caracci; un Fanciul-
lo, che dorme di Guido Reni, il Ritratto
di M. Iouvenet dipinto da ſe ſteſſo, e un
gran Medaglione di marmo, che rappreſen-
ta al naturale Luigi XIV. nell'età ſua virile.
nna
Da queſta ſtanza ſi entra per l'arco in
quella della Lanterna, detta volgarmente
la Gallerìa, dovizioſamente ripiena di Scul-
ture in marmo, argento, bronzo, ed avo-
rio, fra le quali vi ſi vede una ſerie di bu-
ſti; tra gli antichi Giulio Ceſare, Nerva,
e Didio Giuliano, e tra i moderni Enri-
co II. Enrico IV. Maria de' Medici, Cro-
muelo, e Carlo V. Imperatore.
Fra i Grup-
pi un Laoconte antico, un Trionfo di Bac-
co, e una Lotta di Femmine, oltre un bel-
liſſimo Morfeo, e un numero grande d'Ido-
letti antichi, e Lucerne di perfetta conſer-
vazione, e di una patina ſorprendente.
La raccolta di Bronzi Cineſi, e Giappo-
1 neſi, che non ſi vede in neſſuna parte d'
Italia, è aſſai numeroſa, oltre una quanti-
di Vernici antiche, e Carte de' medeſi-
mi Paeſi.
P neſi,
Si oſſervi ancora un' altro gran Medaglio-
ne di bronzo, che rappreſenta il ſuddetto
Luigi il Grande nell'eſerga del quale ſi leg-
ge
,
A. Benoiſt fecit ad vivum 1705.
Nel mezzo di detta ſtanza trionfa ſopra
una Colonnetta di granito orientale la Sta-
tua del famoſo Duca d'Alba ſcolpita in fi-
niſſimo argento, d'un braccio d'altezza, e
creduta da alcuni del celebre Benvenuto
Cellini
.
Fra le ſerie di marmi antichi ſi oſſervi
un Buſto giganteſco di Giano Bicipite, va-
rj baſſi rilievi, tavole votive, e lapide ſe-
polcrali, e fra moderni due teſte di Fan-
ciulli, che una è creduta del Buonarroti,
e l'altra di Saraſin.
In detto Muſeo trovaſi pure una raccol-
ta di MSS. antichi con miniature, un nu-
mero aſſai grande di diſegni, fra' quali 496.
Ritratti d'Uomini illuſtri, e quantità di
Stampe, e Medaglie tanto antiche che mo-
derne, fra le quali una ſerie di bronzo,
che rappreſenta il Secolo di Luigi XIV.
in 350. pezzi.
ta
1

Uſcendo poi dalla Porta detta di ANNA-
LENA, trovaſi ſotto tal nome il
NOBILE MONASTERO di Religioſe dell'
Ord. di S. Domenico, nella cui Chieſa, che
fu modernamente reſtaurata col diſegno d'
Antonio Ferri, vedeſi la ſoffitta arricchita
di un nobiliſſimo sfondo di mano di Anton
Domenico Gabbiani, adorno d'architettura
da Romualdo Botti, ed il piccolo sfondo
entrando, ſotto il coro delle Monache,
opera d'Antonio Puglieſchi, e la tribuna
della Cappella Maggiore dipinta da Pietro
Dandini
.
Vi ſono due Cappelle per parte,
di ordine compoſito con colonne di pietra
ſerena, in una delle quali vi è un antica
Immagine di rilievo del Crocifiſſo in mol-
ta venerazione, e nelle altre tre, ſi vedo-
no pregiatiſſime tavole antiche una delle
quali, che è di Fra Filippo Lippi, rappre-
ſenta la naſcita del Bambino Gesù; In fac-
cia a queſta il S. Girolamo orante nel de-
ſerto, è di mano del Bronzino, e nell'al-
tra, della ſcuola del detto Lippi, vi è eſ-
preſſa l'Annunziazione di Maria.
Di quì
eſcendo, e paſſata la Chieſa Parrocchiale
di S. Piero in Gattolino detta volgarmen-
te Serumido proſeguendo verſo la Porta Ro-
1 mana, e in viſta della medeſima trovaſi proſ-
ſimo alla Porta ſuddetta l'antico Oratorio
di S. Giuſto, poi di S. Gio. Batiſta, detto la
P 2 ma-
CALZA, Chieſa antichiſſima ſtata abitata
prima da Religioſe Geroſolimitane, ed in
ultimo tenuta dai Geſuati, quali ſoppreſſi,
è ridotta prebenda abbaziale.
In queſta
Chieſa, oltre la bella tavola, del Ghirlan-
daio, ſono un Criſto in Croce, ed una Pie-
, opere eccellenti di Pietro Perugino,
ſiccome un Orazione all'Orto dello ſteſſo,
che dalla Chieſa è ſtata trasferita nel Coro
dove è l'Ecce Homo di Santi Pacini, e
una Vergine addolorata d'Ignazio Hugford,
del quale ancora è la tavolina di Gesù Buon
Paſtore, che ſta all'Altare di una Cappella
de' Preti che fanno gli Eſercizj Spirituali.

Eſſendo d'antico Convento, di preſente
Caſa di Eſercizj dei Rev. Sacerdoti della Con-
gregazione di Gesù Salvatore, è ſtato da
eſſi con la detta Chieſa rimodernato, e que-
ſto rifatto quaſi dai fondamenti.
Vedeſi nel
Refettorio ora tutto dipinto dal Gherardini,
Zocchi, Gricci, e Mannaioni, un Cenacolo
a freſco di mano del Francabigio, molto
ſtimato dagli Intendenti.
E prima di torna-
re in dietro per la ſtrada di Boſſi, è da oſ-
1 ſervarſi in faccia alla Porta, una ſingolariſ-
ſima opera di Giovanni da San Giovanni,
ove ha in una Femmina veſtita di regio am-
manto effigiata Firenze, con attorno altre
femmine che ſimboleggiano le Città provin-
ciali in atto di render tributo alla loro Re-
gina; e proſeguendo il detto viaggio trovaſi
ſer-
SANTA CHIARA, dove ſono, fra l'altre,
due Tavole di molta ſtima.
Il Criſto mor-
to di Pietro Perugino; e di Lorenzo di Cre-
di la Natività del Signore.
Dirimpetto al-
la detta Chieſa è quella delle CONVERTITE,
dov'è di mano del Poccetti la Natività del
Signore, e la depoſizione dalla Croce ſic-
come il S. Michel Arcangelo nella Sagre-
ſtia; il Crocifiſſo all'Altar maggiore, è la-
voro di Baldaſſar Vermoſſer Fiammingo; in
eſcir dalla Chieſa laſceremo a man ſiniſtra
per brevità la Chieſa delle Religioſe della
Nunziatina, e del Conſervatorio delle Men-
dicanti
.
E ſeguitando il viaggio incomin-
ciato, troveremo l'
ABITAZIONE del Balì del Roſſo, ricca di
pitture ſingolariſſime, con un delizioſo Giar-
dino, di quì proſeguiremo verſo il canto
alla Cuculia ove è ſituato il Collegio de'
P 3 PA-
1
PADRI BERNABITI,che vi tengono pub-
bliche Scuole.
La loro Chieſa è tutta va-
gamente dipinta d'architettura dallo Sta-
gi, lo sfondo nella ſoffitta, da Sigiſmondo
Betti, e da Giuſeppe Zocchi la tribuna del-
la Cappella maggiore, al di cui Altare la
Tavola rappreſentante S. Carlo titolare di
queſta Chieſa, viene da Andrea Comodi.

Quella a mano deſtra, entrando, ove è ef-
figiato San Giovanni Nepomuceno, è ope-
ra d'Ignazio Hugford, di cui pure ſono li
due medaglioni rappreſentanti il martirio,
e la morte del detto Santo, come ancor
l'Angelo Cuſtode in un piccolo ovato ſul
grado dell'Altare; in faccia a queſto, Pie-
tro Marcheſini ha dipinto il Beato Aleſſan-
dro Sauli, li due medaglioni ſono del pre-
detto Giuſeppe Zocchi.
Di quì paſſando di-
rettamente il detto canto, trovaſi la Chie-
ſa delle nobili
RELIGIOSE di S. Monaca dell'Ordine di
S. Agoſtino, al di cui Altar maggiore evvi
una belliſſima tavola d'Aleſſandro Gherar-
dini, rappreſentante Maria Santiſſima che
porge il Bambino Gesù alla detta Santa.
Lo
sfondo nella volta è di mano dell'Ulivelli.
Di
1
Di quì proſeguendo ſi trova la Chieſa dei
Padri Carmelitani detta il
CARMINE, queſto vaſtiſſimo nobiliſſimo
Tempio il più ricco d'eccellenti Pitture,
che foſſe in queſta noſtra Città, ſi a freſco
ſulle pareti, che a olio nelle tavole di
cgniuna delle numeroſe Cappelle, fu con
doloroſa perdita diſtrutto dal fuoco nella
notte del 28. Gennaio di queſto Anno
1771. quando appunto era ſtata compita nel
corſo di cinque Anni una vaſta ſoffitta ric-
ca d'intaglio di legname, contenente tre
sfondi aſſai grandioſi dipinti dai Signori G.
Ferretti, Gieſualdo Ferri, e Filippo Burci.

Chi poi voleſſe la deſcrizione delle pregia-
tiſſime Tavole, che rendevano adorna
queſta nobiliſſima Chieſa, la troverà nel
Borghini, nel Bocchi, nel Padre Richa, e
nella prima edizione di queſto noſtro Anti-
quario: altre a vari Srittori, che ne trat-
tano
.
Un piccol numero di dette Tavole non
principali reſtaron ſalve dal fuoco poichè
trovavanſi ripoſte nella Sagreſtia, e non
come tutte l'altre, che ſtavano ammaſſate
in alcune Cappelle della Crociata.
Quì ſol-
tanto potremo aggiungnere la deſcrizione
1 di quel che in tale Incendio reſtò ſufficien-
temente godibile.
E in primo luogo della
nobile e magnifica Cappella dall'eccellentiſ-
ſima Caſa Corſini, ove era attualmnnte il
Corpo incorrotto di S. Andrea già Priore di
quel Convento, poi Veſcovo di Fieſole, e
Antenato di illuſtre Proſapia, quale reſtò
illeſo tra l'Incendio, tanto che la mattina
durante il fuoco pure ebbero campo i Re-
ligioſi di traslatarlo nel loro Convento.
La
qual Cappella, non oſtante le altiſſime fiam-
me, che vi furono, per il molto legname,
oltre a due delle migliori tavole di Chie-
ſa che vi eran ripoſte, non reſtò tanto dan-
neggiata da non poterſi rimettere nella ſua
primiera bellezza, queſta Cappella adun-
que fu condotta con diſegno di Pier Fran-
ceſco Silvani, tutta incroſtata di marmi bian-
chi di Carrara, e di miſti di Seravezza, con
Pilaſtri, Fregj, e Cornicione d'Architettu-
ra compoſita.
In faccia, e quaſi ſopra all'
Altare, il quale rimane alquanto iſolato, è
una Tavola di marmo bianco, lavorata con
grande eccellenza, di alto rilievo da Gio.
Batiſta Foggini, ove è figurato il Santo fra
le nuvole, in atto d'eſſer rapito al Cielo
da varj Angioletti.
Sopra a queſta ſi vede
Iddio Padre, parimente ſcolpito in marmo
1 da Carlo Marcellini Scultore ingegnoſo, ed
in mezzo all'Urna ove ſtà ripoſto il Sacro
Corpo, un Baſſorilievo d'argento d'eccel-
lente lavoro.
Anche nelle due bande late-
rali ſono due Tavole di marmo di mano del-
lo ſteſſo Foggini, in una è figurato il San-
to diſceſo dal Cielo per aſſiſtere all'Eſer-
cito Fiorentino, quando nella famoſa bat-
taglia d'Anghiari meſſe in fuga, e ſuperò
l'Eſercito di Filippo Maria Viſconti Duca
di Milano, condotto da Niccolò Piccinino
ſuo Generale: e nell'altra ſi rappreſenta,
quando nel celebrare la prima Meſſa gli
comparve la Santiſſima Vergine con gran-
diſſimo ſtuolo di Angioli, proferendo verſo
il Santo quelle parole:
Servus meus es tu,
quia elegi te, & in te gloriabor
.
La Cupola
è tutta dipinta da Luca Giordano.
Belliſſi-
ma è l'invenzione, vago il colorito, e nel-
le tante figure, che vi ſi vedono, ſi co-
noſce l'eccellenza del veloce pennello di
queſto Autore.
Non paſſeremo ſotto ſilen-
zio le memorie, che quivi ſi trovano degli
Uomini Illuſtri di queſta Famiglia, e ſpe-
cialmente de' due Porporati, il primo Piero
Corſini, Veſcovo di Volterra, e poi di Fi-
renze, e l'altro Neri Corſini, Veſcovo d'
Arezzo, Zio del Sommo Pontefice Clemen-
1 te XII. Eſcendo da queſta Cappella a ma-
no deſtra, trovaſi quella della Comunione,
dove Gherardo Starnina antico, ed eccel-
lente Pittore ha eſpreſſi varj fatti della Vi-
ta di S. Giovanni ſufficientemente conſer-
vata, come ancora le pitture di Angiolo
Gaddi che ſono ſulle pareti del Coro, ben-
chè affummicate pur ſi ravviſano; come lo
erano quelle di Giotto nella Cappella dei
Signori Manetti, ma per la nuova fabbri-
ca ſon atterrate, ſi godano ancora quelle di
Maſolino da Panicale nella Capella Bran-
cacci, e di Maſaccio ſuo Diſcepolo, che
vinſe di gran lunga il Maeſtro, e fu il pri-
mo che apriſſe la ſtrada alla buona manie-
ra, e alla perfezione dell'arte da cui l'han-
no appreſa i più ſublimi Maeſtri, i quali
tutti ſtudiarono dall'opere di Lui nella det-
ta Cappella, cioè Leonardo da Vinci, Fra
Bartolommeo di S. Marco, Michelagnolo,
Andrea del Sarto, Raffaello d'Urbino e tan-
ti altri: come leggeſi nel Vaſari ec.
Alla
bellezza, e grandezza di queſta Chieſa cor-
riſponde il Convento capaciſſimo di gran
numero di Religioſi, che di continovo vi di-
morano
.
Ha due Chioſtri molto ſpazioſi,
in uno de' quali è dipinta dal Bettini e dall'
Ulivelli la vita del gran Profeta Elía, e di
1 varj Santi Carmelitani; e nel ſecondo v'è
una lunetta belliſſima del Poccetti, che rap-
preſenta il miracoloſo fuoco ſceſo dal Cielo
per avvampare il Sacrifizio offerto da Elía
al vero Dio.
Eſcendo da queſto Clauſtro,
in fondo alla ſtrada, che ſi vede a mano
ſiniſtra, ſi trova il Monaſtero delle Religio-
ſe di S. Franceſco di Sales, nella di cui
Chieſa aſſai moderna ſi vede all'Altar mag-
giore la Tavola del detto Santo dipinta da
Ignazio Hugford, e le due laterali che ſo-
no di Giuſeppe Griſoni.
Alla Chieſa del
Carmine è vicina quella di
P 4 di
da
te
varj
SAN FREDIANO ancor eſſa antica, e Col-
legiata di Canonici, nella quale ſi trovano
alcune Tavole di mano di ragguardevoli Mae-
ſtri,, tra le quali, la prima a mano dritta
pregiabile, è quella, nella quale Pier di Co-
ſimo ha rappreſentato Maria Santiſſima col
Bambino Gesù, che ſpoſa S. Caterina, dopo
di Domenico Paſſignano, quella di Criſto,
che riſana il Paralitico.
Segue del Ghirlan-
daio una Pietà con San Girolamo e San Fre-
diano, con un bel fregio di Cherubini di
Luca della Robbia.
Belliſſima è poi dall'al-
tra parte la Tavola di Lorenzo Lippi, dove
con ottimo guſto ha dipinto il martirio di
1S. Andrea; Ne ſeguita l'altra del Crocifiſ-
ſo, opera di Lorenzo di Credi, ove vi ſono
eſpreſſi altri Santi, e San Lorenzo ſulla gra-
ticola
.
Poco diſtante è il Monaſtero di Ce-
ſtello dei
S.
MONACI CISTERCIENSI, i quali hanno fab-
bricato un bel Tempio alla maniera mo-
derna col diſegno del Colonnello Cerruti
di Roma, giacchè l'antico era molto an-
guſto, e ſenza alcun ornamento.
Tutte le
Cappelle ſono decorare di ſtucchi dal Mar-
cellini
.
Ed entrando dalla porta principa-
le, cominciado dalla prima a mano deſtra,
dedicata S. M. Maddalena de' Pazzi, è o-
pera di Giovanni Sagreſtani.
La ſeconda del
Crocifiſſo è tutta di mano d'Antonio Pu-
glieſchi
.
La terza ove è nella Tavola eſ-
preſſa la Natività di Maria, con tutto il
rimanente, è vago e ben inteſo lavoro d'
Aleſſandro Gherardini.
Il quadro in teſta
alla crociata col martirio di San Pietro,
viene da Guido Reni.
L'altro in faccia di
San Bernardo d'avanti a Maria Santiſſima
è di mano di Fabbrizio Boſchi.
La Tavola
poi che è ſituata nel Coro è del Cavalier
Curradi
.
La Cupola è ſtupendo lavoro d'
Anton Domenico Gabbiani, dal di cui ſin-
1 golar pennello non eſſendo ſtati eſeguiti i
peducci della medeſima, furono più anni
dopo la ſua morte dipinti da Matteo Bo-
nechi
.
Reſtano le altre tre Cappelle tor-
nando verſo la porta, e principiando da
quella della Comunione, quale è di San
Bernardo, che nella Tavola vedeſi celebran-
te all'Altare per la liberazione dell'Anime
del Purgatorio, con tutto il reſtante che fu lo-
devolmente eſeguito da Pietro Dandini.
Va-
ghiſſima poi è la ſeguente, tutta opera d'
Antonio Franchi, nella cui Tavola con ſom-
a diligenza, e decoro ha eſpreſſo il Bat-
teſimo di Criſto al Giordano: l'ultima Cap-
pella è dipinta da Giovanni Ciabilli, nella
quale rappreſentò all'Altare il martirio di
S. Anaſtaſio.
Nel primo Chioſtro di queſto
Monaſtero vi è eretta la Statua di S. Maria
Maddalena de' Pazzi lavoro di Antonio Mon-
tauti, e di Giuſeppe Piamontini è quella
di San Bernardo nel ſecondo Chioſtro.
In
queſto Convento abitavano già le Monache
degli Angioli, che in oggi ſono nel Mo-
naſtero di Pinti, ed in queſto preſe l'Abito,
viſſe, e morì Santa Maria Maddalena de'
Pazzi, la cui Cella tuttavia conſervata,
ſi tiene in gran venerazione.
Sulla Piazza
di queſta Chieſa dal Granduca Coſimo
1 III. fatto fabbricare col diſegno di Giovam-
batiſta Foggini un
go-
III.
GRANAIO pubblico, edifizio in vero ma-
gnifico, e comodo per un tal uſo.
Da que-
ſto luogo faremo paſſaggio al Palazzo del
Cavaliere Vincenzio, e Fratelli Capponi do-
ve è anche oſſervabile un Muſeo copioſo
di coſe naturali.
Quindi al
PONTE ALLA CARRAIA, e camminando
verſo il Fondaccio di S. Spirito, s'incontra
in primo luogo il Palazzo del Conte Pecori
di vaga ſtruttura; al quale è contiguo il
Palazzo de' Marcheſi Rinuccini adornato
principalmente di lavori di Girolamo Tic-
ciati, e abbondante di ricchiſſimi arredi,
con una copioſa Libreria, ripieno di mol-
te, ed eccellenti pitture.
E ritornando per
via de' Serragli, trovaſi il Palazzo de' Ca-
ſtelli aſſai comodo, e ſignorile; acquiſtato ora
dal Marcheſe Feroni che lo va facendo
ſempre più abbellire e l'
ABITAZIONE degli Antinori, nella quale
vi ſono ben diſpoſte molte Inſcrizioni Etru-
ſche, Romane, e Greche, con altri ſtima-
bili monumenti di antichità in marmi, e
1bronzi. Dietro alla quale in poca diſtanza
trovaſi la Piazza, e Chieſa di
bronzi
SANTO SPIRITO, fabbricata col diſegno
di Filippo di Ser Brunelleſco, quell'inſigne
Architetto, col modello del quale s'ammi-
rano fatte tante belliſſime Fabbriche in Fi-
renze, ed altrove.
E' l'Architettura di que-
ſto gran Tempio d'ordine Corintio, con
ſomma perfezione condotta, e perciò va-
ga, e maeſtoſa appariſce al pari d'ogni
altro Edifizio di queſta noſtra Città.
La
ſua lunghezza a cento ſeſſanta braccia
ſi ſtende, e la larghezza a cinquanta-
quattro
.
Vien diviſo in tre Navate, ri-
partite da belliſſime Colonne di pietra bi-
gia tutte d'un pezzo, ſopra le quali l'Ar-
chitrave, il Fregio, e il Cornicione da per-
tutto nobilmente ricorrono.
Con buona or-
dinanza diſpoſte XXXVIII. Cappelle ſi veg-
gono, e adornate di belliſſime Tavole.
A
man deſtra vi è una antica Tavola, che
credeſi di un bravo allievo del Franciabigio,
dopo a queſta evvi un ammirabile copia
in marmo del Gesù morto in grembo alla
Madre di Michelangiolo, che ſtà in San
Pietro di Roma, e che fece Nanni di Bac-
cio Bigio ſuo Diſcepolo, in modo, che tan-
1 to è il veder queſta che l'originale. Ne vie-
ne l'Altare di San Niccola, la di cui figura
in legno che ſtà coperta, ſi dice del Sanſo-
vino, e ne' lati della Cappella vi ſon due
Angioli di mano del Franciabigio.
Appreſ-
ſo ne viene la belliſſima Tavola dello Stra-
dano, ove ha dipinto Criſto, che ſcaccia
i profanatori dal Tempio.
La Tavola di S.
Agoſtino, che ne ſuccede, è degno lavoro
d'Aleſſandro Gherardini.
Quindi trovaſi di
Domenico Paſſignano la lapidazione di S.
Stefano
.
Nell'ultima Cappella di queſta na-
vata vedeſi egregiamente ſcolpito in marmo
l'Arcangelo Raffaello, e Tobbia con bel
finimento di paeſe, tutto lavoro del cele-
bre Giovanni Baratta.
Voltando nella tra-
verſa a man deſtra, le due Tavole, che ſi
trovano, ſono di Fra Filippo Lippi.
Quindi
paſſato il ricco Altare della Madonna del-
la Cintola, e quello appreſſo, ove ſi con-
ſerva il Crocifiſſo de' Bianchi, trovaſi in al-
tra Tavola di Fra Filippo, dipintavi la Ver-
gine col Bambino, e S. Caterina.
Ne ſe-
guita l'apparizione della Vergine a San Ber-
nardo, che vi fu lavorata da Pietro Peru-
gino ma trasferito l'originale in Caſa Cap-
poni da S. Friano, vi ſi vede una perfettiſ-
ſima copia, che ingannerebbe chiunque, fat-
1 ta per mano di Felice Ripoſo; da cui pur
fon fatti dai lati S. Franceſco, e S. Anto-
nio da Padova.
Inoltre vengono due Cap-
pelle rimodernate, che in una dipinſe il Sa-
greſtani lo Spoſalizio della Madonna, e nell'
altra Gaetano Gabbiani il San Niccolò,
che reſuſcita i tre fanciulli ucciſi da un oſte.

Voltando poi dietro al Coro vi ſono altre
otto Cappelle, nella prima è di Aurelio
Lomi Piſano la Viſita de' Magi con belle
ſtoriette nel grado dell'Altare: E appreſſo
vi è la Vergine con alcuni Santi, di mano
di Giotto; contigua a queſta viene una Ta-
vola di Sandro Botticelli; appreſſo alla qua-
le vedeſi la belliſſima Tavola de' Martiri
fatta con grande ſtudio da Aleſſandro Al-
lori, di cui pure al ſeguente Altare è ſopra
di ogni altra ammirabile quella dell'Adul-
tera preſentata a Criſto, che per verità non
può lodarſi a baſtanza.
Vien poi di mano
del Vignali la Beata Chiara da Montefalco
nell'atto di ricever la Comunione per mano
di Noſtro Signore, ne ſeguono altre due
Cappelle, con piccole Tavole antiche, dopo
le quali voltando all'altra Tribuna, e paſ-
ſate le altre tre ſuſſeguenti Cappelle, è da
oſſervarſi all'Altar del Sacramento l'archi-
tettura, le piccole Statue, i Baſſirilievi,
1 tutto di eſquiſito diſegno, lavorato in mar-
mo dal celebre Andrea Tatti detto il San-
ſovino, quindi dopo altre tre Cappelle tro-
vaſi di mano di Benedetto del Grillandaio
il portar della Croce.
E rientrando nella
Navata, alla prima Cappella ornata di pre-
zioſi marmi, vedeſi la bella Tavola di Agno-
lo Bronzino, ove ha figurata l'apparizione
di Criſto alla Maddalena, e più oltre nella
ſeconda trovaſi proveniente dal Roſſo, la
Vergine, il San Baſtiano, ed altri Santi,
l'originale di cui trasferito nel Palazzo
Reale, fu quì poſta la belliſſima copia, che
ſi vede di mano del Petrucci; E paſſato l'
organo, di Ridolfo del Grillandaio è la
bella Tavola di S. Anna, con la Vergine,
e varj Santi, dopo la quale da Rutilio Ma-
netti ſi trova effigiato S. Tommaſo da Vil-
lanuova, che diſpenſa limoſine ai Poveri:
ne ſegue la Tavola del Beato Giovanni da
S. Facondo del Cavalier Naſini.
Nella pe-
nultima Cappella è ammirabile un eſattiſ-
ſima copia di Taddeo Landini del Criſto ab-
bracciato alla Croce, il di cui originale,
di mano di Michelangiolo Buonarroti, ſtà in
Roma nella Chieſa della Minerva; all'ulti-
mo Altare ſinalmeute vi è la Reſurrezione
di Criſto, che credeſi della ſcuola del Fran-
1ciabigio. Che diremo poi della Cappella
maggiore, quanto bella per l'Architettura,
altrettanto per la materia magnifica, e ric-
ca
?
Reſta ella in mezzo della Tribuna, da
ogni parte iſolata, ed ha la forma d'un
piccolo Tempio, imperciocchè ſopra varie
belliſſime Colonne s'erge una Cupoletta,
ſotto la quale è ſituato l'Altare lavorato
di pietre dure, e prezioſe, commeſſe con
ſingolare artifizio, come altresì il Ciborio
dell'iſteſſo lavoro.
Reſta dietro all'Altare
il Coro di figura ottagona, tutto di marmi
carrareſi, e ornato di varie Statue di marmo
ſcolpite da Giovanni Caccini, che diè il
modello di tutta queſt'opera, nella quale
dalla nobil Famiglia de' Michelozzi, che
ne fu la Fondatrice, grandiſſime ſomme di
denaro furono impiegate.
Dalla banda ſini-
ſtra rimane la Sagreſtia con un belliſſimo
ricetto avanti, fabbricata col diſegno del
Cronaca, in cui tra gli altri ornamenti, ve-
dremo una bella Tavola di Fr. Filippo Lip-
pi, dove con vago colorito dipinſe la Ver-
gine col Figliuolo in collo, e con Angioli,
e Santi d'attorno.
Un' altra ſe ne trova di
mano di Aleſſandro Allori, con alcune Pit-
ture a freſco di Bernardino Poccetti.
Am-
miraſi il Campanile della Chieſa, condotto
1 col modello di Baccio di Agnolo: Siccome
i Chioſtri, ed il Convento, nel quale ſi
trovano alcune Pitture di pregio.
Ritornan-
do per la piazza, cammineremo verſo la
Chieſa di
to
ta
Q tutto
cia-
Q 2 col
SAN FELICE IN PIAZZA, oſſervando pri-
ma la Colonna di marmo miſtio di Seravez-
za, eretta in queſto luogo dal Granduca Co-
ſimo I., per ricordanza della Vittoria otte-
nuta nell'inſigne battaglia di Marciano.
Tro-
veremo in Chieſa a man deſtra la ſeconda Ta-
vola degna d'oſſervazione, fatta da Pier di
Coſimo, che rappreſenta S. Rocco, e S.
Caterina, dopo la quale ne ſuccede l'Altar
di S. Domenico, e altri Santi dipinti da
Iacopo Vignali.
Molto bella è quella che
ne ſegue, paſſata la porta del fianco, ove
Ottavio Vannino vi ha eſpreſſo S. Antonio
Abate, che miracoloſamente riſana alcuni
Infermi, vi è una Tavola con varj Santi,
che diceſi di Mario Balaſſi, dopo la quale
oſſervata all'Altar maggiore la Venerabil
Pittura di mano del Beato Gio. Angelico
Domenicano, e laſciate le due Cappelle
laterali, potrà fermarſi ad ammirar la ra-
riſſima pittura a freſco di Giovanni da S.
Giovanni, fatta a Giulio Parigi celebre Ar-
1chitetto. In queſta a maraviglia è dipinto
S. Felice Prete in atto di ſoccorrere S. Maſ-
ſimo Veſcovo di Nola, moribondo per il
freddo, e per la fame; con premergli in
bocca un grappolo d'uva, ivi miracoloſa-
mente trovato ſopra la neve.
Seguitando
verſo la porta vedeſi una Tavola, con alcuni
Santi d'avanti alla Vergine, di Ridolfo del
Ghirlandaio, dopo la quale ne viene una
belliſſima di Iacopo da Empoli, che vi ha
dipinta Maria Santiſſima del Roſario, e ge-
nufleſſi S. Pier Martire, e S. Diacinto.
Ne
ſegue la Vocazione di S. Matteo Apoſtolo,
opera del Roſſelli, dopo la quale, è degna
di ſtima la Tavola di Salvator Roſa, nella
quale ha figurato in tempo notturno Criſto
ſull'onde del mare, che porge la mano a
S. Pietro naufragante.
In ultimo trovaſi il
Martirio di S. Cecilia, la cui Tavola fu
dipinta al proprio Altare da Iacopo Chia-
viſtelli, celebre ſpecialmente nell'Architet-
tura, e che è quì ſepolto.
Contiguo a que-
ſta Cappella è di mano del Ticciati il De-
poſito del Celebre Pittore Antonio Dome-
nico Gabbiani, ſiccome dalla parte oppoſta
ſi vede ancora quello di Giuſeppe Piamon-
tini Scultore di gran merito.
E pur ſepolto
in queſta Chieſa Giovanni da S. Giovanni,
1 la di cui lapida ſi legge vicina alla di lui
opera; come pure Antonio Franchi, e Lo-
renzo del Moro Pittori eccellenti.
E pro-
ſeguendo il cammino per Via Maggio, oltre
le molte decoroſe Fabbriche trovaſi il
chi-
Q 3 la
PALAZZO degli Zanchini, abitato da' Sigg.
Feroni, dove fra l'altre coſe di pregio eſiſte
una Statua del Francavilla, che rappreſen-
ta Giaſone col Vello d'oro.
Volgendo, è
da vedere la Chieſa chiamata di
SAN IACOPO ſopr' Arno, dove abitano ora
i Padri della Miſſione, che ſebbene antica,
è nondimeno di buona Architettura, poi
rimodernata di ſtucchi, e di Tavole.
La pri-
ma delle quali a man deſtra è di Sebaſtiano
Galeotti, ove è S. Gennaro Veſcovo, la ſe-
conda rappreſentante il SS. Crocifiſſo è di
mano di Agnolo Bronzino, la quale è ſta-
ta ultimamente donata dalla pietà del
Sig. Aleſſandro Buonaccorſi, la terza di
S. Vincenzio de Paoli, è opera di An-
tonio Puglieſchi, la quarta della Tri-
nità è del medeſimo Conti, e in ultimo di
faccia alla Navata, è di mano del Grandi
l'Aſſunzione di Maria.
Nella Tavola dell'
Altar maggiore, Pier Dandini ha figurato
1 Criſto, che elegge S. Iacopo all'Apoſtolato:
la Tribuna con gli due Tondi laterali, ſono
lavoro di Matteo Bonechi.
Vi è poi l'altra
Cappella in faccia all'altra Navata, nella
quale il Ciocchi ha eſpreſſo la tentazione
di S. Antonio.
Quindi ſi trova la Sagreſtia
adorna di alcune pregiatiſſime Tavole an-
tiche: dopo la quale ne viene la Cappella
di S. Franceſco, il di cui quadro è dei mi-
gliori parti del pennello d'Agoſtino Vera-
cini
.
Dopo di queſta è degna di ſtima quella
di S. Niccolò Veſcovo di mano di Iacopo
Vignali
.
Ne ſeguita la Cappella della San-
tiſſima Nunziata, la cui Tavola è lavoro di
Ignazio Hugford: In ultimo trovaſi il Mar-
tirio di S. Cecilia dipinto da Giovanni Caſini.

Poco diſcoſto da queſta Chieſa evvi la ce-
lebratiſſima Libreria Strozziana, copioſa di
rariſſimi Manoſcritti, ſpezialmente riguar-
danti la Città noſtra, ove è altresì quantità
di Cartapecore aſſai antiche, uno ſcelto
numero di libri ſtampati, principalmente d'
Iſtorie
.
Queſta è poſta nella ſingolare abi-
tazione degli Strozzi, che in ogni tempo
hanno fatte delle notabili aggiunte alla ſin-
golar collezione de' loro illuſtri antenati.

Proſſimo trovaſi il
Criſto
Q 4 PONTE
1
PONTE A SANTA TRINITA, fatto fabbri-
care dal Granduca Coſimo I., col diſegno
di Bartolommeo Ammannati, ſcultore, ed
Architetto Fiorentino, dopo l'inondazione
precipitoſa, che ſeguì l'Anno 1557. con
danno univerſale della Città, e con rovina
totale di queſto Ponte.
Or tale induſtria
adoprò l'ingegnoſo Architetto in queſta gran
Fabbrica, che pel parere degl'intendenti,
è riuſcito il più bello, e più leggiadro Pon-
te, che dar ſi poſſa.
Gli fece gli Ar-
chi di figura ovata, acciò ne' fianchi del
Ponte riuſciſſe l'apertura più capace, e
più vota, ed armò le pile di ſaldiſſimi ſcogli
con angoli acuti, perchè fendendoſi l'ac-
que nel taglio degli angoli, poteſſero con
maggior velocità, e ſenza punto di reſiſten-
za paſſare.
E' adorno queſto Ponte di quat-
tro Figure di marmo, che rappreſenrano le
quattro Stagioni dell'Anno.
Il Verno, nella
perſona di un vecchio ignudo, e tremante,
è opera di Taddeo Landini.
L'Autunno, e
la State ſono di mano di Giovanni Cacci-
ni, e quella della Primavera fu lavorata dal
Francavilla Fiammingo.
Belliſſimo, e deli-
zioſo poi è il paſſeggio di queſta porzione
di Fiume, tanto dalla deſtra che dalla ſini-
ſtra riva, in fine della quale, e preſſo al
1 già diviſato Ponte alla Carraia, oltre le
altre belle fabbriche vedeſi il Palazzo dei
già
MEDICI, modernamente rifatto ed ac-
creſciuto, benchè ancora non del tut-
to perfezionato.
E luſingandomi di aver
con la promeſſa brevità ſoddisfatto a quan-
to ſi era da me in principio promeſſo, quì
dongo fine perciò che riguarda l'interno del-
la Città.
VIDI FUOR DI FIRENZE UN ALTRA ROMA
Alla vaghezza, e nobiltà delle Contrade,
e Fabbriche, che finora brevemente ſi ſono
oſſervate dentro di Firenze, corriſponde la
circonvicina Campagna, e il Diſtretto, che
piuttoſto una continovazione dell'iſteſſa Cit-
ſi potrebbe con ragione chiamare, per le
molte, e così ſpeſſe abitazioni, che da ogni
parte, o ſia nella pianura, o nelle ameniſ-
ſime colline, che con diſcreta diſtanza da
Tramontana, Levante, e Mezzogiorno la
circondano, meſcolate con tanti belli, e
maeſtoſi Palazzi, da' noſtri Cittadini, ove le
loro Tenute poſſeggono, edificati; onde il
leggiadriſſimo Arioſto tutto ſtupore, e ſenza
veruna iperbole, oſſervandole, cantò:
A
1
A veder pien di tante Ville i Colli,
Par, che' l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fußer raccolti i tuoi Palagi ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
Or che dir ſi potrebbe in oggi, che dal tem-
po dell'Arioſto al preſente ſono tanto cre-
ſciute di numero, ed abbellite le fabbriche?

La coltivazione poi de' terreni è regola-
ta, e linda, che non cede a veruna dell'
Europa, a tal che gli Oltramontani non han-
no dubitato di credere i noſtri Poderi al-
trettanti Giardini, così ben coltivati ſi ve-
dono, e con tant'ordine fatte in eſſi le
piantate di Viti, Ulivi, Gelſi, e d'ogni al-
tra qualunque ſorte d'Alberi, e Frutti, eſ-
ſendo ſempre mai ſtata non minor cura de'
Cittadini in tenere bene cuſtodite le loro
Tenute, di quel che ella ſia in tutte le più
ſerie loro applicazioni; anzi molti della più
fiorita Cittadinanza, ſi fon gloriati di laſcia-
re precetti, e regole, che molto utili ſino
a' noſtri tempi ſi provano.
Un Luigi Ala-
manni fece in verſi la ſua Coltivazione To-
ſcana, e dedicolla al Re Franceſco I. e
Giovanni Vettorio Soderini, con Bernardo
Davanzati, ci diedero profittevoli ammae-
1 ſtramenti ſopra la poſta delle Viti. E il
dotto Pier Vettori ſopra quella degli Ulivi,
come primo Inventore dell'Uovolaie.
E l'
Agricoltura di Pier Creſcenzi fu tradotta
nella Fiorentina favella, e il Tedaldi, e l'
Adriani, ed altri fecero parimente opere
di Agricoltura.
Ma ritornando al noſtro pro-
poſito, in queſta Seconda Parte, trattere-
mo, quanto ſi può brevemente, del più
ragguardevole, o ſia delle Chieſe, o delle
Ville, che nel Diſtretto di Firenze ſi tro-
vano, e che per la facilità, o brevità della
ſtrada, ſuburbane poſſono chiamarſi; onde
uſcendo fuori della
ſtra-
PORTA ROMANA, detta volgarmente a
San Pier Gattolini; voltando a mano ſini-
ſtra, alla fine d'uno ſtradone coperto di
Olmi, ſi trova la Chieſa della
MADONNA DELLA PACE, di buona Archi-
tettura, già antico Oratorio delle Monache
di Santa Felicita, le quali, a contemplazio-
ne della Granducheſſa Criſtina, lo cedero-
no a' Monaci di San Bernardo della Nazio-
ne Franceſe Riſormati, detti Fuliacenſi, ov-
vero Foglianti, da Lei introdotti in queſto
Stato, fabbricando loro il comodo Conven-
1 to, che vi è, facendovi Loggiati attorno
alla Chieſa, con eſſervi mantenuti i Reli-
gioſi di tutto il biſognevole dalla Caſa Rea-
le
.
In oggi la Chieſa è ſtata del tutto mu-
tata, e ſerrate le due Loggie laterali.
La
Cupoletta dell'Altar maggiore è dipinta da
Livio Mehus Fiammingo, e il quadro della
Soffitta, ove è la Madonna con Angioli,
e San Bernardo in atto di adorazione, con
altre Figure, fra le quali una rappreſentan-
te la Pace, è di mano di Luca Giordano,
Opera molto ſtimata, benchè preſentemen-
te alquanto denigrata, ma più la Cupola,
per fuoco, che abbruciò tutto il Coro; tor-
nando alla Porta della Città, ſi vede quaſi
incontro, la
to,
VILLA IMPERIALE. Al primo ingreſſo di
un lungo viale vi erano due Vivaj diviſi da
un Ponte, quali furono rinterrati, e ridot-
ti a prato e ſopra a due piediſtalli vi ftan-
no erette l'Aquile Imperiali, e nel corpo
delle medeſime l'Arme della Caſa Reale
de' Medici. con quella della Granducheſſa
Maria Maddalena, e in altre due baſi, in
quella a mano deſtra un Leone, che con
una zampa tiene un globo, e rappreſenta
lo Stato Fiorentino, e nella ſiniſtra la Lu-
1 pa, che allatta, figura lo Stato Seneſe. In
poca diſtanza vi ſono due altri Vivaj più
grandi, di ſemirotonda figura, diviſi pari-
mente da un altro Ponte, nella parte ſu-
periore de' quali ſi vedono di ſpugne, e a
grotteſca due figure proſteſe di Proporzione
giganteſca, rappreſentanti i Fiumi dell'
Arno, e dell'Arbia, i quali da un vaſo,
verſano acqua nel Vivaio.
Vi ſono tra gli
uni e gli altri Vivaj, ſopra a quatrro pie-
diſtalli, le State di Omero, di Virgilio, di
Dante, e del Petrarca.
Queſto ornato
ingreſſo al Viale ſopraddetto, che dolce-
mente ſalendo per poco men di un miglio,
ombrato da Lecci, e Cipreſſi poſti in bella
ordinanza, conduce ad un grandiſſimo Pra-
to di figura ſemitonda, chiuſo da balauſtra-
te di pietra, con Statue ove nell'apertura
di mezzo, ne ſono due di marmo di gran
proporzione, che una rappreſenta un Atlan-
te col Globo ſugli omeri, e l'altra un Giove
con fulmine alla mano degne di ſtima.
In
teſta a detto Prato ſi erge l'Imperial Villa
di delizie delle Granducheſſe di Toſcana,
ampliata, o ornata dalla predetta Arcidu-
cheſſa Maria Maddalena, poi dalla Gran-
ducheſſa Vittoria accreſciuta da Mezzogior-
no di Appartamenti, e preſentemente da
1S. A. R. Arcid. Leopoldo e ſtata magnifi-
camente ampliata dalla parte del Giardino
e del Prato, ſtato formato due ſuperbi Ap-
partamenti che il primo al piano del Giar-
dino tutto pitturato da i più celebri Pitto-
ri del noſtro tempo rappreſentando le me-
deſime, la Storia degl'Imperatori Romani
principiando dalla fondazione di Roma, e
l'altro ſuperiore è ſtato ornato di vaghiſ-
ſimi ſtucchi, lavorati con la maggior bra-
vura e ſottigliezza dell'Arte, come ancora
è ſtato fabbricato contiguo a detta Villa la
Cucina Reale, la quale per la ſua magni-
ficenza, e per tutti i comodi che ſono ſtati
ricavati nella medeſima non è ſtata fabbricata
fino ad ora l'eguale.
Queſta Villa ha due Sa-
loni, ed è ripiena d'ogni ſorta di ricca ſupel-
lettile, di Quadri, e d'altre galanteríe di
porcellane, buccheri, Idoletti, e ſimiglianti
rarità antiche, che in diverſi Gabinetti, e
Mezzanini con bell'ordine poſte s'ammira-
no
.
Ivi ſono anneſſi due Giardini con belli
ſpartimenti di fiori, e fontane d'acqua, di-
viſato l'uno, e l'altro di piante d'Aranci
domeſtici; vi ſono molte antiche, e mo-
derne Statue, tralle quali un Adone ferito
di Michelangelo di ſtraordinaria bellezza.

Sopra il detto Palazzo in un Colle più ri-
1 levato in poca diſtanza, ſi vede un antico
Monaſtero di Religioſe dell'Ordine di San
Franceſeo, detto di
pa,
S. A. R.
le-
SAN MATTEO IN ARCETRI; il qual Ter-
ritorio produce ottimi, e delicati vini, detti
Verdee, e vi hanno le loro delizioſe Ville i
Mannelli, i Cattani, i Guicciardini, i Cap-
poni, i Naldini, ed altri molti, ſiccome i
Delci, i Ricci a Pozzolatico, i Tempi al
Poggio alla Scaglia; la Villa de' Covoni di
magnifica Architettura, de' Nerli preſſo S.
Margherita a Montici; nel Colle delle Roſe
ſono le Ville degli Antinori, de' Conti Bardi,
de' Grifoni, e d'altri.
Tornando per la Strada
Romana ſi vedrà in primo luogo a man
ſiniſtra altro Convento di nobili Religioſe
dell'Ordine di Sant'Agoſtino, detto volgar-
mente di
SAN GAGGIO, ma in proprio ſignificato
San Caio, fondato dalla Famiglia de' Corſini,
ove ſi conſervano più inſigni Reliquie.
La
Tavola dell'Altar maggiore rappreſentante
Santa Caterina, titolare di queſto Mona-
ſtero in atto di diſputare con i Dottori, è
di mano di Lodovico Cigoli.
Avanzandoſi
per la detta ſtrada a man deſtra, vedeſi al-
1 tro Convento di Monache dell'Ordine di
Sant'Agoſtino, detto il PORTICO, ove è
una Chieſa ben ornata; da queſta in una
diſcreta lontananza trovaſi la
tro
CERTOSA, fatta col diſegno dell'Orca-
gna, o come vuole il Vaſari, di alcuno
de' ſuoi Diſcepoli.
A queſta ſi ſale dalla
parte di Mezzogiorno per una lunga ſtrada,
o ſcala fatta a baſtoni, in teſta alla quale
vi è un Portone, che introduce in un pri-
mo Chioſtro, e di quivi in Chieſa, ove ve-
deſi oltre più eccellenti pitture un nobile
pavimento di marmi, e ſoffitta, e bello Al-
tare, e a man ſiniſtra ſi entra in un altro
grandiſſimo Chioſtro, il quale introdu-
zione a molte Celle, colle ſue attenenze,
ſecondo l'inſtituto di queſti Eremiti.
Nel
Chioſtro vi ſono dipinte a freſco da Iacopo
da Pontormo molte Figure della Paſſione.

Nella ſtanza del Refettorio, di mano del
medeſimo vi è un Quadro a olio con Criſto
a tavola, con Cleofas, e Luca, grandi al
naturale, eſſendovi fra quei che ſervono,
ſtati ritratti alcuni Converſi; e ſopra la
Porta, che va nel Chioſtro di fuori, vi è
una Pietà con due Angioli, e dalla parte
di dentro San Lorenzo, di mano del Bron-
1zino. Nella ſtanza del Capitolo vi è il Cro-
cifiſſo colla Madonna, e la Maddalena ap-
piè della Croce, e Angioli in aria, di Ma-
riotto Albertinelli pittore ne' ſuoi tempi di
credito, come ancora molto vi dipinſe Ber-
nardino Poccetti, e Rutilio Manetti Seneſe.

Vi ſi conſervano ſopra centoventi Reliquie.
Ve ne ſono molte inſigni, una gran parte
delle quali furono donate dal celebre Nic-
cola Acciaioli Gran Siniſcalco de Regni
di Sicilia, e Geruſalemme, avutele egli pu-
re in dono dal Re d'Aragona, e parte fat-
tele venire di Grecia, come la Teſta dl San
Silveſtro Papa, e quelle di San Giovan-Gri-
ſoſtomo, e parte del Cranio di San Dioniſio
Areopagita
.
Fu queſto Niccola il Fondatore
della Certoſa, intorno all'Anno 1364., ed
accrebbe quella di Napoli; in una ſtanza
ſotterranea ſono le Sepolture di Caſa Ac-
ciaioli, la quale lontana di quivi ſette mi-
glia in Valdipeſa poſſiede, una gran Tenu-
ta, e un magnifico Palazzo detto
zi-
MONTE GUFONI riccamente addobbato, e
di lunghi Viali, e di un Giardino con Fon-
tane e ſcherzi d'acqua ornato, e reſo de-
lizioſo
.
Nel ritornar per l'iſteſſa ſtrada a
Firenze, dalla parte di tramontana quaſi in-
1 contro alla Certoſa, oſſerviſi la magnifica
Villa, detta Collazzi, de' Dini, con nobile
Architettura di Santi di Tito, che dipinſe
la Tavola della Cappella; ſiccome a man
ſiniſtra prima di entrare in Città, un bel
Palazzo de' Michelozzi, ma molto più il
poſto, ove è fabbricato, che è ſenza com-
parazione il migliore, che ſia all'intorno
di Firenze, godendoſi di quivi quaſi tutta
la Città, e nella più pittoreſca veduta, onde
è detto Belloſguardo: quivi il Guicciardini
ſcriſſe le noſtre Storie.
Poco lontana è una
Villa de' Borgherini, e degli Strozzi un'al-
tra a San Vito, dietro alla qual Chieſa in
poca diſtanza godeſi dalla Villa de'Franceſchi
la più bella e ſorprendente veduta della
noſtra Città anco aſſai ſuperiore alla già
detta; Nel colle poi vicino detto di Mari-
gnolle ſono le ville de' Corſi, de' Capponi,
de' Gianſigliazzi, e di altri; ſiccome preſſo
alle Campora quelle del Principe di Forano,
e de' Serſelli, e ſcendendo da queſti colli
per Bello ſguardo, vi è
R con-
SAN FRANCESCO DI PAOLA, ove abitano
Frati del ſuo Ordine; Chieſa di gran devo-
zione, e bene adorna di nuove pitture
la di cui Piazza è eretta la Statua di det-
1 to Santo di marmo, lavorata dal Piamon-
tini
.
Fuor della
to
PORTA A SAN FREDIANO, il Monaſtero
che a man ſiniſtra ſi vede poſto ſopra una
Collina, è intitolato S. Bartolommeo, e vi
ſtanno i Monaci di
MONTE ULIVETO: La Tavola dell'Altar
maggiore, in cui è figurato l'entrare di
Noſtro Signore in Geruſalemme, è di mano
di Santi di Tito, ed è una delle belle ope-
re, che egli abbia fatto; quella ove è il
Beato Bernardo Tolomei, è di mano del
Pignoni, ed una ve n'è del Paſſignano.
Delle
due Statue di marmo, la Vergine Veſtale,
che tiene in mano un vaglio per l'acqua
Santa, è di mano del Caccini, e l'altra alla
ſiniſtra, che rappreſenta Claudia, è di Scul-
tore Fiammingo.
Nella Cappella de' Cap-
poni, che ſta ſotto la Chieſa, vi è una
Tavola della Reſurrezione, di mano di Raf-
faellino del Garbo, ben mantenuta.
In vi-
cinanza di detto Monaſtero verſo Ponente,
ſi vede un delizioſo Caſino del Duca Stroz-
zi, con un Salvatico, che ſcende ſino alla
ſtrada maeſtra, e dalla Parte di Ponente vi
è un Monaſtero detto
R 2 SAN
1
SAN PIERO A MONTICELLI, di Religioſe
della Regola di San Benedetto.
Dilungan-
doſi per detta ſtrada, vedonſi in qualche lon-
tananza a man ſiniſtra, molte belle Ville,
fra le quali in ſpecie ſono degne d'eſſere
oſſervate quella de' Torrigiani a San Mar-
tino alla Palma, quella de Capponi, e l'
altra, che diſcoſto cinque miglia in circa
da Firenze ſulla ſiniſtra mano ſta ſituata in
un rilevato poſto, del Marcheſe Riccardi,
detta Caſtel Pulci, che per l'accreſcimento
della nuova magnifica Fabbrica fatta dal
fu Marcheſe Coſimo Riccardi, è delle più
belle e delle maggiori di Toſcana, alla quale
vi ſi per un lungo viale di Cipreſſi, che
principia dalla ſtrada maeſtra.
Due miglia
ſcoſtandoſi, quaſi ſull'Arno ſi vede l'antica
BADIA DI SAN SALVADORE DI SETTIMO,
fabbricata, come vuole il Vaſari, col diſe-
gno di Niccola Piſano.
Chi la fondaſſe è
incerto, e i noſtri Storici in ciò ſono di-
ſcordanti
.
Alcuni le danno per Fondatore il
Conte Ugo di Magdeburgo, ed altri un Con-
te Lotario, da cui ſi vuole che diſcendano
i Contalberti, che poi donarono la Badia
dello Stale nell'Alpi a queſto Monaſtero.

In antico è ſtata ufiziata da' Monaci neri di
S. Benedetto, che godevano grandiſſimi Pri-
1 vilegj, ed eſenzioni conceſſe loro dagli Im-
peradori Ottone Terzo, e dal Secondo, e
Terzo Arrigo; ſimiglianti n'ebbero da' Pon-
teſici Paſquale Secondo.
Leone Nono, Ur-
bano, e Calliſto Secondo, Gregorio Setti-
mo, Clemente, e Aleſſandro Terzo.
Gre-
gorio Nono confermati loro i medeſimi Pri-
vilegj, l'anno 1236. la dette a' Monaci Ci-
ſtercienſi, che vi ſono, come da un'Iſcri-
zione poſta ſopra la porta maggiore di que-
ſto Monaſtero, e da un'altra più diſtinta
che ſi vede in marmo avanti la ſtanza del
Capitolo, ſi riconoſce.
L'Altar maggiore
è tutto di pietre commeſſe, e vi ſono due
Tavole a tempera di Domenico Grillandaio,
e nel Chioſtro alcune Viſioni del Conte
Ugo ſurono dipinte dal Puligo.
E' mirabile
queſta Badia per lo miracoloſo ſucceſſo di
San Pietro Igneo Nobil Fiorentino di Caſa
Aldobrandini Monaco di Vallombroſa, così
detto dal fuoco, che ben due volte a pie-
di ſcalzi nel mezzo a due gran Cataſte ac-
ceſe, ſenza nocumento alcuno paſſeggiò,
per difender la Romana Chieſa, contro Pie-
tro Veſcovo Fiorentino, e la Setta Simo-
niaca, e ſeguì nel tempo che vi furon chia-
mati i Monaci Valombroſani col Santo lor
Fondatore a farvi una riforma: e di illu-
1 ſtre miracolo ſe ne vede la memoria in un
antico marmo; ſiccome fuori della porta
principale della Chieſa ſe ne vede altra in
un Sepolcro pure di marmo, che vien cre-
duto d'Huilla, e Gasdia, queſta Madre di
Ugo, e quella Moglie; ma Niccolò Baccet-
ti Abate Ciſtercienſe nella ſua Storia di
queſta Badia è di parere, che l'una foſſe
Moglie di Bulgario, e Madre di Ugo To-
ſcano, e l'altra Moglie del medeſimo Ugo
Pronipote di Lotario.
In queſta Chieſa vi
è in Cornu Evangelii la Cappella del San-
tiſſimo dipinta tutta a freſco da Giovanni
da S. Giovanni, e dall'iſteſſa parte alla
Cappella, che ne ſuccede, v'è una belliſ-
ſima Tavola di mano di Fra Bartolommeo
di S. Marco.
In detta Chieſa ſi conſerva
con gran venerazione, fra l'altre Reliquie,
il Corpo di San Quintino martirizzato ſotto
l'Imperatore Maſſimiano, in non molta di-
ſtanza dal Monaſtero di Settimo, che cosi
ſi chiama, quaſi Septimo ab Urbe lapide. Ver-
ſo Ponente ſi vedono ne' due Poggi di Signa
molte e belle Ville: quella de' Cavalcanti
nel Poggio verſo Tramontana, è la più ma-
gnifica, onde ebbe il nome di Caſtello; nel
Colle di quà dal Fiume quella de' Pandol-
fini, che nell'Anno 1494. dettero ricetto
1 a Carlo VIII. e ad altri gran Perſonaggi;
quella de' Salviati alle Selve, e de' Pucci,
detta Belloſguardo.
In detto Poggio vi ſo-
no due Conventi di Religioſi uno di
vi-
R 3 ſftre
a Car-
SANTA MARIA DELLE SELVE de' Carmeli-
tani Riformati, detti della Congregazione
di Mantova.
L'altro detto SANTA LUCIA,
è Chieſa de' Padri della Riforma di S. Fran-
ceſco reſtaurata e abbellita; tornando per
l'iſteſſa Strada a Firenze, ſi troverà la Vil-
la del Marcheſe della Stufa, e vicino alla
Porta un' altra comoda Villa de' Tempi det-
ta Verzaia.
E fuori della
PORTA AL PRATO, Veggaſi, uſcendo pri-
ma dalla Porticciuola delle Mulina, a man
ſiniſtra, poſta alla fine del Borgo di Ogniſ-
ſanti, il
GIARDINO, detto la Vaga Loggia, di S. A. R.
che ſebbene non è terminato, vi è molta
delizia nelle piante d'Agrumi, a boſchet-
to, quanto in gran vaſi collocate con buon
ordine ſopra i pilaſtri di un lungo foſſo,
ove ſcorre l'acqua dell'Arno contiguo,
quivi voltata, e incanalata.
Fuor di que-
ſto Giardino, proſeguendo per la ſtrada lun-
1 go la riva dell'Arno, s'entra in un dirit-
to viale di Pini, che porta alle CASCINE,
Poſſeſſione della Real Caſa di Toſcana,
non più diſcoſta da Firenze di un miglio,
ove ſono ſpazioſe Praterie, e ameniſſimi
Boſchetti con più viali.
Vedutoſi queſto
luogo, può oſſervarſi anche un antico Mo-
naſtero di Monache Ciſtercienſi, detto di
SAN DONATO IN POLVEROSA, o a Torri,
poſto in poca diſtanza dalle Caſcine per la
parte di Tramontana; fuori di queſta porta
è anche la Villa del
R 4 go
POGGIO A CAIANO, di S. A. R. ſituata a
man deſtra ſopra una piccola eminenza di
terreno, che la ſolleva, e rende godibile
la pianura, che per le parti di Levante,
Ponente, e Tramontana la circonda, e da
quella di Mezzogiorno è con buona diſtan-
za ſtaccata da' Poggi di Carmignano, rino-
mati per la bontà de' vini.
Queſta Villa fu
principiata per lo Magnifico Lorenzo de'
Medici, Padre di Leon X. il quale la non
terminata Fabbrica volle finire, e ſpecial-
ente l'ornato, e le Pitture del Salone gran-
de in parte, che poi il Granduca France-
ſco fece condurre a fine, e ridurre tutta
queſta gran Fabbrica alla perfezione, che
1 ella è, ſeguitando il primo modello di Giu-
liano da San Gallo.
Queſta Villa ha in tut-
te le ſue parti del magnifico.
Evvi un Sa-
lone con volta a mezza botte, tutta ric-
camente ſtuccata, o per meglio dire, da
Giuliano da San Gallo gettata di materie,
che veniſſero intagliate, invenzione da lui
unicamente imparata a Roma.
Tutto il det-
to Salone è dipinto da Andrea del Sarto,
dal Franciabigio, e da Iacopo da Pontor-
mo
.
L'. Iſtoria, quando Ceſare è preſentato
di varj donativi in Egitto da molte Nazio-
ni, alludendo queſto fatto al Magnifico Lo-
renzo de' Medici, che fu di rari animali,
e tra gli altri di una Giraffa preſentato da
Gaitbeio Soldano d'Egitto nel 1487. e det-
ta Giraffa è deſcritta dal Poliziano nelle ſue
meſcolanze erudite, fu laſciata imperfetta
da Andrea del Sarto, e terminolla Aleſſan-
dro Allori.
Il Franciabigio vi dipinſe in al-
tra Facciata, quando Cicerone, dopo l'e-
ſilio, fu in Campidoglio chiamato Padre
della Patria: alludendo queſta Storia al ri-
torno in Firenze di Coſimo Medici il Vec-
chio
.
Nell'altra Facciata il Franciabigio
medeſimo vi dipinſe, quando Tito Quinzio
Flaminio Conſolo Romano, orando nel Con-
ſiglio degli Achei, contro l'Oratore degli
1 Etoli, e del Re Antioco, diſſuaſe la lega,
che diſegnavano concludere gli Oratori con
gii Achei medeſimi.
Queſto fatto pure al-
lude alla Dieta di Cremona, in cui il Ma-
gnifico Lorenzo de' Medici diſturbò i diſe-
gni de' Veneziani, bramoſi di condurſi al
poſſeſſo dell'Italia tutta.
Ed Aleſſandro Al-
lori fece la Pittura, che rappreſenta la Ce-
na di Siface Re de' Numidj, fatta a Sci-
pione, dopo che egli ebbe rotto Aſdruba-
le in Iſpagna: e queſto pure allude al glo-
rioſo viaggio del Magnifico Lorenzo al Re
di Napoli, da cui fu generoſamente con-
vitato
.
Le due teſtate, dove ſono gli oc-
chi, che danno lume, furono dipinte da Ia-
copo da Pontormo, e vi è un Vertunno,
co' ſuoi Agricoltori, con un pennato in ma-
no bello e naturale, e l'Iſtoria di Pomona,
e Diana con alter Dee, che per eſſer pit-
ture fatte a concorrenza de' ſoprannominati
Pittori, ſono delle più belle, che uſciſſero
dal ſuo pennello.
Da queſte ſuddette teſta-
te del Salone ſi ha l'ingreſſo in due Galle-
rie, ordinate dal Gran Principe Ferdinan-
do, per formare per mezzo di queſte ricca-
mente ornate, la comunicazione alli quat-
tro Appartamenti, de' quali vien compoſta
queſta Real Villa.
Dal detto Salone facen-
1 doſi paſſaggio in un altro di minor propor-
zione ornato a ſtucchi, ſi trova dipinta nel-
la ſua volta da Anton Domenico Gabbiani,
la Toſcana, che conduce davanti a Giove
Coſimo Padre della Patria, moſtrando d'a-
ver eſſo quietate le diſcordie, fugati i vi-
zi, e introdotta la pace, opera in vero de-
gna di ſomma ſtima.
Oltre varie eccellen-
ti pitture che ornano le ſtanze di queſto
Palazzo in una delle quali vi è una pre-
zioſa raccolta di piccoli quadri fattavi dal
Gran Principe Ferdinando, conſiſtente in
un ſol pezzo per autore, de' primi pittori
del Mondo, antichi che moderni, La Ta-
vola della Cappella, che è ſul Prato, ove
è una Pietà, è di Giorgio Vaſari.
In poca
diſtanza dal Palazzo vi ſono belliſſime ſtal-
le, lunghe ciaſcheduna più di centoventi
paſſi, e ſopra queſte le Camere per allog-
gio del ſervizio baſſo.
Poco diſtante vedeſi
una Fabbrica per uſo del Fattore, e del co-
pioſo Beſtiame, per la Caſcina nel ſuo ge-
nere bella, e tutta circondata da un largo
foſſo di acqua corrente.
Quivi ſi fanno co-
pioſe ricolte di ſquiſiti Riſi, ove ſono Edi-
fizj per pulirgli.
Proſeguendo verſo Tramon-
tana, ſi giunge ad un luogo ameno, detto
le Pavoniere, e ſerve in oggi per far cor-
1 rere i Daini, i quali in un Barco murato
con boſcaglia, e foſſi d'acque conſervanſi,
e rimettendoſi la ſtrada maeſtra, a ma-
no dritta trovaſi altra Villa di S. A. R. detta
el-
Eto-
doſi
re-
ARTIMINO, O VILLA FERDINANDA, da
Ferdinando I. di queſto nome, e Terzo Gran-
duca di Toſcana, che da' fondamenti la fe-
ce fabbricare col diſegno di Bernardo Buon-
talenti l'Anno 1594. la quale è beniſſimo
inteſa, nello ſcompartimento de' Quar-
tieri nobili, come per quelli della Fami-
glia
.
Non vi è Cortile, ma due bei Salo-
ni poſti in mezzo da un ricetto, illumina-
ti per alti fineſtroni.
E' ſituata nell'otti-
ma eminenza di un Colle volto a Levan-
te; il divertimento maggiore, che ſi ritrae
in detta villeggiatura, ſi è la Caccia ſpe-
cialmente de' Daini.
Quelli di pelame bian-
co in un piccolo Barco detto la Pineta, di
due miglia di giro vi ſi conſervano.
Ve n'
è un altro di circuito di ſopra trentadue mi-
glia, detto il Barco Reale diſtendendoſi dal-
le falde del Poggio di Artimino, fino a'
Poggi di Vinci nella Valdinievole.
Due al-
tre Ville pure di S. A. R. poco diſtanti l'
una dall'altra, ſono fuori di queſta Porta;
una detta la
PA-
1
PETRAIA, di gratiſſimo ſoggiorno ſpecial-
mente nel tempo della Primavera: il ſuo in-
greſſo principale è a Tramontana, per un
Prato chiuſo da folti Cipreſſi in difeſa de'
venti: ha nel mezzo un Cortile tutto di-
pinto di fatti Militari; vi ſono nelle due
fiancate due Logge, che introducono negli
apparramenti nobili; queſte ſono dipinte con
ottimo colorito, e diſegno da Baldaſſarre
Franceſchini detto il Volterrano, e rappre-
ſentano alcune azioni di Coſimo I. e di Fer-
dinando II. Gran Duchi, opere certamen-
te degne di ſublime Artefice: ſono poi
da vederſi gli appartamenti di queſto Pa-
lazzo arricchiti di buoniſſimi Quadri tra'
quali più d'ogni altro è da ammirarſi nel-
la Cappella, la ſtimatiſſima Tavola d'An-
drea del Sarto.
A Mezzogiorno, Levante,
e Ponente vi ſono tre altre Porte partico-
lari, che introducono in uno ſpazioſo ripia-
no di Giardino, di dove godeſi come in Tea-
tro, con tutta quella belliſſima Campagna,
la Città noſtra.
Da queſta, in poca diſtan-
za ſul Poggio verſo Ponente, è un Con-
vento di Carmelitani della Congregazione
di Mantova, detto
SANTA LUCIA ALLA CASTELLINA, con No-
1 viziato, ove è un Quadro di Maria Vergi-
ne nel Coro, del medeſimo Volterrano.

Vedutaſi la Petraia, potrà viſitarſi
vi-
CASTELLO, altra Villa, come ſi è detto,
antica della Famiglia de' Medici, accreſciu-
ta dal Granduca Coſimo I. dalla parte di
Levante, col diſegno di Niccolò, detto il
Tribolo
.
Queſta è poſta alle radici di Mon-
te Morello; ha davanti uno ſpazioſo Prato,
con due gran Vivai ſpartiti da un Ponte,
che introduce ad un viale piantato di Ci-
preſſi, il quale mette ſulla ſtrada maeſtra
di Prato.
Nella volta della Loggia a man ſi-
niſtra dentro il Cortile, alcune Iſtorie degli
Dei antichi, e Arti liberali, lavorate a olio
ſulla calcina ſecca, ſono di mano di Iaco-
po da Pontormo, ma aſſai guaſte dal tem-
po
.
Per gli Appartamenti vi ſono diſtribui-
te belle ſupellettili, e molte prezioſe pit-
ture, e vi è a freſco di Baldaſſarre Fran-
ceſchini nella volta del ricetto, ſalite le
prime ſcale uno sfondo di ottimo colorito,
e di ſomma perfezione in ogni prerogativa
dell
'arte.
Da Tramontana, uſcendo di det-
to Palazzo, ſi entra in un vaſto e delizioſo
Giardino
.
La prima gran Fontana, ove è
l'Ercole di marmo, che ſcoppia Anteo, dal-
1 la cui bocca eſce in gran copia l'acqua, è
di mano di Bartolommeo Ammannati, eſ-
ſendo il reſtante della Fonte diſegno, e fat-
tura del Tribolo, come di lui ancora è l'
altra Fontana in mezzo al Boſchetto de' lau-
ri, piena di finiſſimi intagli, e baſſirilievi,
nella cima della quale vi è una Statuetta
di Femmina nuda di bronzo, rappreſentan-
te una Venere, dalla cui chioma, che ſi
tien raccolta entro le mani, cade acqua.

Intorno alla detta Fonte vi ſono occulte fi-
ſtolette, dalle quali vengono zampilli gen-
tiliſſimi d'acqua.
Queſta belliſſima Fonta-
na è cinta d'ogn'intorno da un bel ſalva-
tico, che fa proſpettiva all'altra Fontana
dell'Ercole, e per di ſopra, ad una Porta,
ove pure ſono varii zampilli d'acqua.
In-
torno alla detta Porta vi è una Grotta gran-
de, e ricchiſſima di ſpugne, condotta anch'
eſſa dal Tribolo.
Vi ſono tre grandiſſime Pi-
le ſcavate, e intagliate d'un pezzo ſolo,
una nella teſtata, e l'altre due per fian-
co all'entrare, ſopra le quali vi ſono ſcol-
piti al naturale diverſi Animali quadrupedi
con buona diſpoſizione, e da alcuni de' me-
deſimi cade acqua nelle ſuddette pile, ove
ſono intaglj di Peſci, e nicchi marini.
La
detta Grotta è chiuſa da cancellate di fer-
1 ro, le quali aperte, quando ſi voglia dar
l'acqua agli zampilli, che tra le ſpugne di
ſopra, nel pavimento, e da' lati vi ſono,
ſerranſi con violenza anch'eſſe per forza d'
acqua
.
Queſta Grotta è in mezzo a due
Fontane nel medeſimo muro collocate, che
ribattono all'alter due del Giardino, ove è
il Boſchetto a Laberinto.
Dal ſuddetto
Giardino ſi ſale ad un gran Vivaio, in mez-
zo al quale vi è in un Vecchio di bronzo
figurato il Monte Apennino, fatto dall'Am-
mannato, dalle cui chiome cade acqua:
diſegno e lavoro del Tribolo, del quale è a
Levante una Quercia molto artificioſa, e
tutta giuochi d'acqua, che è ben degna
di vederſi.
Ma prima di rimetterſi ſulla ſtra-
da per tornare in Firenze non rechi noia
il ſalire, voltando a man deſtra della det-
ta Real Villa, per una breviſſima ſtrada che
conduce alla Villa de GRAZINI, ove con
grandiſſimo piacere potrà oſſervarſi il Cor-
tile della medeſima tutto dipinto a freſco
da Giovanni da S. Giovanni, in queſto va-
go lavoro ſi ammirerà la vivacità, ed il gu-
ſto di queſto illuſtre Maeſtro, e quindi
ripigliando il cammino potrà tener la ſtra-
da che paſſa ſotto la Villa della Petraia,
ove vedrà di paſſaggio due
la
ro,
CON-
1
CONVENTI, uno di Religioſe Camaldo-
lenſi, detto di Boldrone: e pochi paſſi inol-
trandoſi, un altro detto delle Signore del-
la Quiete, ove ſono Fanciulle Nobili, che
vi s'introducono ſopra i ſette anni per edu-
cazione, alle quali è permeſſo, non ſoddis-
fatte di quell'Inſtituto di vita, uſcire ſen-
za però potervi aver regreſſo, non facendo
mai Voti, come le altre Religioſe.
Queſto
luogo era per l'addietro una Villa detta la
Quiete, della Granducheſſa Criſtina.
Per-
venne in Donna Eleonora Ramirez di Mon-
talvo, che fu la Fondatrice, e Inſtitutrice
di quel vivere Religioſo, la Granducheſſa
Vittoria, fecevi la Chieſa, che vi è, con
la Foreſteria, Rimeſſe, e Stalle, per ren-
derlo comodo alle occaſioni di trattenervi-
ſi, lo cui eſempio ſeguendo la Principeſſa
Anna Maria Luiſa Elettrice Palatina, lo ha
ultimamente ampliate di nobile Apparta-
mento, e arricchito di delizioſo Giardino;
molte altre belle Ville ſono in queſti con-
torni, come de' Paſquali a Quarto, a Ri-
nieri luogo tra Caſtello e la Petraia, quel-
la de' Lanfredini, in oggi del Principe Cor-
ſini; a Quinto quelle de Torrigiani, Drago-
manni, Bartolini, e Guardini, detta la Mu-
la
; e del Marcheſe Ginori, nominata;
1
DOCCIA, la quale ha delizioſi anneſſi, ove
dal fu Marcheſe Senator Carlo Ginori è ſta-
ta introdotta, in poca diſtanza da detta Vil-
la, la fabbricazione non ſolo di ogni qua-
lità di Piatterie, Vaſi, ed altre Terraglie
per uſo comune, ma di finiſſime Porcella-
ne d'ogni ſorta con ſingolare induſtria, ed
ottima riuſcita, delle quali ſe ne vede una
gran raccolta in una ſtanza, diſpoſta a for-
ma di Galleria, accreſciuta notabilmente
dal Senator Marcheſe Lorenzo Figlio.
Inol-
tre a Seſto evvi quella del Marcheſe Corſi;
a Colonnata quella del Conte del Benino,
fabbricata dal Senatore Ferrante Capponi,
ove ſi veggono in una vaga Galleria i car-
toni eccellentemente coloriti d'una ſtanza
d'arazzi di quella di Verſaglies del Re Cri-
ſtianiſſimo: a Querceto, del Balì del Roſ-
ſo, e nella Valle di Marina quella de' Con-
ti Zefferini detta Travalle, ora poſſeduta
dalla Signora Marcheſa Incontri ultima di
quella Caſa, che per il vaſto Giardino, per
i molti ſalvatici, e per la ricchezza dell'
acque è degna di eſſer veduta; e in appreſ-
ſo quella del Duca Salviati.
Verſo il Pon-
te a Rifredi, ſi veggono le Ville de' Gon-
di, de' Giorgi, de' Panciatichi, e d'altri,
e ritornando alla Città per la
S Doc-
POR-
1
PORTA A SAN GALLO, fuori della quale
fu alzato un maeſtoſo Arco Trionfale di bel-
la, e vaga architettura in onore del già No-
ſtro Imperial Sovrano FRANCESCO I. ed in
occaſione del ſuo ſolenne Ingreſſo in queſta
Dominante ſeguito la ſera del 20. Gen-
naio 1739. col diſegno di Monſieur Giadot.

Le Statue laterali ſono di diverſi, la Statua
equeſtre è di Vincenzio Foggini, i Baſſiri-
lievi ſono di Franceſco Janſens Fiammingo.

E camminando fuori di eſſa Porta, ſi oſſer-
vi il Tabernacolo ſulla ſtrada, dipinto da
Gio. Batiſta Vanni, preſſo al
CONVENTO de' Cappuccini a Montughi,
i quali hanno all'uſo del lor rigido Inſtitu-
to, una bella Chieſa, e un comodo Con-
vento, ed Orto.
Quivi pure ſono belle, e
nobili Ville, come quella del Marcheſe Ge-
rini, Riccardi, Capponi, e de' Corſi, e quel-
la degli Strozzi, celebre per le tante In-
ſcrizioni antiche, Greche, e Latine, che
vi ſono.
Vi è anco un Convento di Reli-
gioſe, detto
SANTA MARTA, che vivono ſotto la Re-
gola del Beato Giovanni da Como, o da
Medda, Fondatore de' Frati Umiliati, nella
1 di cui Chieſa all'Altar maggiore, vi è una
belliſſima Tavola di Batiſta Naldini, ove ha
eſpreſſa la Reſurrezione di Lazaro, e nel-
la volta vi è dipinta a freſco da Benedet-
to Luti in ſua gioventù la Santa Famiglia
in Egitto.
Siccome mettendoſi ſulla ſtrada
maeſtra di Bologna, ſi vede altro
S 2 di
CONVENTO de' Padri della Madre di Dio
delle Scuole Pie, ove hanno il Noviziato.

La Chieſa è vagamente ornata, l'abitazio-
ne molto comoda.
All'Altar maggiore di
detta Chieſa, vi è di mano di Giambatiſta
Cipriani una bella tavola, ove ha eſpreſſo
un miracolo di San Giuſeppe Calaſanzio lo-
ro Fondatore.
Quindi paſſando da diverſe
belle Ville, e inoltrandoſi fuori della ſtra-
da Bologneſe, ſi trova
CAREGGI, cioè Campo Regio, di S. A. R.
col diſegno di Michelozzo, fatta fabbrica-
re da Coſimo Padre della Patria.
Quivi il
magnifico Lorenzo de' Medici, e Giovanni
e Piero ſuoi figli facevano le virtuoſe Ac-
cademie con Marſilio Ficino, detto il no-
vello Platone, ed Angelo Poliziano, Pico
della Mirandola, l'Argiropolo, Ermolao
Barbaro, lo Scala, ed altri dotti Uomini
1 dell'età loro. E tornando ſulla ſtrada mae-
ſtra trovaſi
dell'
PRATOLINO, Villa di ſomma amenità nel
tempo di State.
Queſta gran Fabbrica, col
diſegno di Bernardo Buontalenti, e di Fran-
ceſco ſuo Figliuolo, fu da' fondamenti per
lo Granduca Franceſco I. fatta, e condot-
ta quaſi al finimento, che ha in oggi; ſic-
come lo teſtifica una bella Inſcrizione, che
ſi legge nel mezzo della volta della gran
Sala, del ſeguente tenore:
Fontibus, Vivariis
Xyſtis has Ædes
Franc. Med. Magn. Dux Etruriae II.
Exornavit Hilaritatique
Et ſui amicorumque ſuorum
Remiſsioni animi dicavit
Anno Dom. M. D. LXXV.
Per ſcale ſcoperte raddoppiate ſi ſale al pri-
mo, e nobil piano dalla parte di Tramon-
tana, che per un Terrazzino, o ripiano pu-
re ſcoperto, introducono in un amplo Sa-
lone in volta a mezza botte, ed ornato in
parte di ſtucchi, e di pitture, ed in un Sa-
lotto tutto dipinto a freſco dai quali ſi ha
l'ingreſſo per ogni parte in più Apparta-
menti, alcuni dipinti a freſco d'Architettu-
1 ra, altri abbigliati riccamente di buoni qua-
dri, e ſtudioli, e d'ogni nobile qualità di
ſupellettili
.
Vi è in una di queſte Camere
un Organo HYDRAULICO, che ſenza opera
di mantici ha l'ufizio del Vento per mez-
zo dell'Acqua.
Nel ſecondo Piano vi è il
Teatro per l'opere molto ſignorile.
Innu-
merabili poi ſono i lavori di Spugne mari-
ne, le Fontane, le Grotte, le Statue, fra
le quali molte Coloſſali, e che in mille
ſcherzoſe maniere verſano acqua, molte al-
tre fatte delizie per l'ampio, e ben di-
ſpoſto Salvatico, e per i Giardini ſono ſpar-
ſe, e ſotto il Palazzo medeſimo, che trop-
po lungo ſarebbe il volerle minutamente
deſcrivere per darne una giuſta, e adequa-
ta idea a chi perſonalmente non ſi porta ad
ammirarle
.
Per il che meglio ſarà che ocu-
larmente ſi oſſervino da chi deſidera aver-
ne la perfetta cognizione, come agevol-
mente potrà farſi principalmente nei tem-
pi eſtivi, e di Primavera.
Due Eremi di
gran devozione ſi trovano in queſte parti,
il primo detto
S 3 ra,
MONTE SENARIO, ove ebbe miracoloſa-
mente principio da' ſette Beati Romiti No-
bili Fiorentini la Religione de' Servi di Ma-
1 ria Vergine, l'anno 1233. e quivi S. Filippo
Benizj noſtro Cittadino, lungo tempo ſtet-
te a far penitenza ſull'alto giogo di quel
Monte, veſtito di una folta ſelva di Abeti.

In mezzo di eſſa ſta il Convento degli E-
remiti dell'Ordine da eſſo ampliato de' Ser-
vi di Maria Vergine; e vedonſi nel recinto
le ſette Grotte de' Beati Fondatori, e quel-
la del Santo Propagatore, ove fecero lunga
dimora; coſe, che muovono lo ſtupore in-
ſieme, e la divozione.
In queſto Santuario
non mancano da vederſi varie buone pittu-
re, ma ſopra di ogn'altra vi ſi ammira nel-
la volta della Chieſa il belliſſimo sfondo,
nel quale il Gabbiani rappreſentò Maria San-
tiſſima in Gloria con molti Angeli, che
porge l'abito ai ſette Beati Fondatori.
Il
ſeconde a piè del Monte Senario e l'anti-
co, e celebre
ria
MONASTERO DI BUONSOLLAZZO, tutto rin-
novato dalla Real Munificenza di Coſimo III.
ove abitano in oggi Monaci Ciſtercienſi del-
la ſtretta Oſſervanza, quivi riſtabilita da'
Monaci fatti venire dal medeſimo, dalla
famoſa Badia della Trappa.
Nel ritorno a
Firenze, quaſi tre miglia diſcoſto da Prato-
lino, ſulla mano diritta fuori della maeſtra
ſtrada vi è un
S 4 CON-
1
CONVENTO di Cappuccini, detto la Con-
cezione di Maria Vergine, o i Cappucci-
ni di ſopra, a diſtinzione di quelli di Mon-
tughi, che ſi chiamano i Cappuccini di ſot-
to
.
Dalla mano ſiniſtra, più inoltrandoſi
verſo Firenze ſi vede la bella Villa del Du-
ca Salviati di nuove delizie, ed ornamenti
magnifici arricchita, al Ponte alla Badia,
così detto, perchè quaſi in faccia, paſſato
il Ponte di Mugnone, ſi ſale per una dirit-
ta ſtrada alla
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO, ſervita lun-
go tempo per Cattedrale di Fieſole, poi
ufiziata da' Monaci di San Benedetto: ma
eſſendo quaſi dal tempo, e dalle guerre in
poſitura di minacciar rovina, Coſimo de'
Medici Padre della Patria, ſopra quaſi le
rovine di quel Santuario, a proprie ſpeſe,
col diſegno di Filippo di Ser Brunelleſco,
fabbricò una bella Chieſa, e Monaſtero a'
Canonici Lateranenſi, che già vi erano, a
contemplazione di un tal Padre Don Timo-
teo da Verona eccellente Predicatore di
quell'Ordine, e per meglio godere la ſua
eonverſazione, vi fece un appartamento per
proprio uſo.
Vi é una prezioſa Libreria con
Manoſcritti, e Libri da Canto fermo mol-
1 to ſingolari. Unita alla Chieſa vi è una
Cappella, ove fu martirizzato il Santo Ve-
ſcovo di Fieſole Romolo, e ſi moſtrano al-
cune gocciole di ſangue ſparſo nel ſuo Mar-
tirio; vi è altresì un pozzo, che è una par-
te di un antico Cimitero di Santi Martiri.

In detta Cappella vi ſi conſerva un mira-
coloſo Crocifiſſo, il quale ſi dice per anti-
ca tradizione, che fu dato al Santo Veſco-
vo Romolo dall'Apoſtolo San Pietro, e che
parlò a San Filippo Benizj con dirgli:
Va-
ad Fratres Matris meæ in Monte Senario.

Nel Refettorio di queſti Padri è una pittu-
ra a freſco fatta da Giovanni da San Gio-
vanni, in cui vien rappreſentato Noſtro Si-
gnore a Tavola ſervito da Angioli, molto
curioſa per la ſemplicità quivi uſata dal Pit-
tore, per altro eccellentiſſimo.
Non lungi
da queſta inſigne Badia, ſono le magnifiche
Ville de' Palmieri, e de' Marcheſi Guada-
gni
.
Volgendo a Tramontana, vi è una
to
CHIESETTA, ove ſi conſerva una miraco-
loſiſſima Immagine d'un Crocifiſſo, luogo
detto Fonte Lucente, nominato dal Polizia-
no nella Lamia; ed a Levante vi è
SAN DOMENICO, Chieſa dell'ordine ſuo
1 più ſtretto, ove è Noviziato, e vivono con
grandiſſima eſemplarità molti Religioſi, i
quali hanno un comodo Convento fondato
intorno all'Anno 1406. dal Beato Fra Gio-
vanni Domenici a ſpeſe della nobiliſſima
Famiglia degli Agli, e quivi S. Antonino
fu il primo, che veſtiſſe l'Abito di S. Do-
menico
.
Sono in queſta Chieſa alcune Pit-
ture buone: tra le antiche, ſi vede quella
alla Cappella de' Gaddi, della Coronazione
della Madonna, di Fr. Giovanni Angelico;
quella della Natività, di Pietro Perugino;
e un' altra del Sogliani; fra le moderne,
quella della Nunziata di Iacopo da Empo-
li, e tutta la volta della Chieſa dipinta da
Lorenzo del Moro.
Poco ſopra ſalendo il
Monte, ſi vede una bella Villa fabbricata
già da Giovanni di Coſimo de' Medici col
diſegno di Michelozzo, la quale è in oggi
de' Borgherini; avendo l'iſteſſo Giovanni fat-
to col diſegno del medeſimo Michelozzo
fabbricare, poco ſopra alla ſua Villa, una
più
CHIESA, E CONVENTO A' FRATI DI SAN
GIROLAMO; i quali ebbero principio in Fi-
renze da Carlo Conte di Montegranelli cir-
ca l'anno 1407. che ha culto di Beato; e
poi da Clemente IX. furono ſoppreſſi; è
1 poſſeduto in oggi detto luogo da' Bardi. In
detta Chieſa è degno di oſſervazione un Se-
polcro in porfido di Franceſco Ferrucci Fie-
ſolano, eccellente, e ſingolare Scultore,
nel quale ſi vede il ſuo Ritratto da lui pu-
re ſcolpito in Porfido.
Finalmente ſi giun-
ge ſopra la cima di Fieſole, ove è la
poſ-
CATTEDRALE, la Canonica, ed il Palaz-
zo del Veſcovo di Fieſole; non molto vi ſi
vede di antico, fuori che alcuni frammenti
della Rocca, e delle Mura, avendo l'an-
no 1010. i Fiorentini dato il ſacco, come
è noto per le Storie, e demolito tutto.
La
Chieſa fu fabbricata l'anno 1028. dal Ve-
ſcovo Iacopo Bavaro, di diſegno Gotico.

Nella Tribuna, o Altar maggiore, vi ſi con-
ſervano le Reliquie di Santo Romolo in una
caſſa di marmo miſtio, la Teſta del qual San-
to con un braccio, ſi eſpone il feſtivo
del medeſimo.
Vi ſono le Reliquie ancora
di quattro ſuoi compagni martiri: buona
parte della Teſta di San Donato di Scozia
Veſcovo di Fieſole, e la Cattedra di S. An-
drea Corſini altro Veſcovo di queſto luo-
go, la quale è ſpecie di Reliquia, come
ſtata già occupata dal Santo nelle ſacre
funzioni Veſcovili, che è traſportata nella
1 parete ſiniſtra in un ornato di Pietra ſere-
na
.
La Tavola rappreſentante il martirio
di San Tommaſo Apoſtolo alla Cappella
della Famiglia Guadagni, è di mano del Vol-
terrano; e l'intero, e baſſorilievo di mar-
mo alla Cappella di Monſignor Salutati, è
opera di Mino da Fieſole, Scultore be-
ne accreditato de' ſuoi tempi; e quelle
all'Altare di mezzo tra le due ſcale ſono
di mano di Andrea Ferrucci pure da Fie-
ſole
.
Nella Chieſa di
pa-
SANT'ALESSANDRO, che in antico chia-
mavaſi di San Pietro in Geruſalemme, vi è
il Corpo di detto Santo, che fu Veſcovo
di queſta Città, e martirizzato nel Bolo-
gneſe intorno all'anno 502.
Incontro alla
Cattedrale vi è il
PALAZZO del Veſcovo, che è Conte di
Turicchi, ed ha vaſta Diogeſi, e vi è un
molto ben regolato Seminario per i Cheri-
ci
.
Sopra il più alto di Fieſole evvi un
CONVENTO di Riformati di San France-
ſco aſſai grande, fondato dalla Famiglia del
Palagio, ove anticamente era la Rocca de'
Fieſolani
.
La Tavola della Concezione in
1 detta Chieſa è di mano di Piero di Coſimo,
e ve ne ſono altre buone.
Scendendo, è la
Chieſa di
det-
SANTA MARIA PRIMERANA, ove eſiſte un'
antichiſſima Immagine di Maria, che è tra-
dizione ſia una delle prime Immagini del-
la Toſcana, e che perciò ſi chiami Prime-
rana la qual Chieſa, ſecondo l'Ammirato,
veniva ad eſſere quaſi nel mezzo della Cit-
di Fieſole.
Ivi ſono molte Indulgenze.
Verſo Levante, qualche tratto diſcoſto
dalla Cattedrale, vi è un altro
CONVENTO di Zoccolanti, detto alla Doc-
cia, fondato da Giuliano Davanzati noſtro
Cittadino; e tanto in queſto luogo, che per
l'adiacenti Colline non più diſcoſte da Fi-
renze di due miglia, vi ſono ſparſe Ville
molto comode, e grandioſe.
Pigliando la
ſtrada, che conduce alla ſopraddetta Badia
dei Canonici Lateranenſi, ſi giunge ad altro
Convento di Monache, detto
SANTA MARIA DEL FIORE DI LAPO, le
quali ſono ſotto la Regola di Sant'Agoſti-
no, ed in antico circa l'anno 1334. aveva-
no il loro Convento, dov'è oggi quello
1 de' Riformati a Fieſole. Nella loro Chieſa
vi è di conſiderabile, la Tavola di mano di
Aleſſandro Allori, ove è la Madonna con
alcuni Santi, e il Padre Eterno.
E di quivi
ritornando verſo Firenze, ſi troverà fuori della
de'
PORTA A PINTI, nella Chieſa di S. Ger-
vaſio una bella Tavola di Santi di Tito,
e fuori della
PORTA ALLA CROCE. La prima Villa ſul-
la ſiniſtra mano è del Marcheſe del Monte,
poco più in per queſta ſtrada del Caſen-
tino voltando a ſiniſtra, ſi trova un Con-
vento di Monache detto
SAN SALVI, da cui piglia la denomina-
zione l'adiacente pianura.
Queſto fu già
uno de' primi Monaſteri de' Vallombroſani,
che lo cederono alle Monache dette di
Faenza l'anno 1529.
Nel demolirſi un lo-
ro antico Convento, per piantarvi la For-
tezza di San Giovambatiſta, volgarmente
detta da Baſſo, che vi è al preſente.
Nel
Refettorio di eſſo Monaſtero di San Salvi,
dall'immortal pennello di Andrea del Sar-
to, ſi vede dipinto in un arco San Bene-
detto, San Giovan Gualberto, San Salvi
1 Veſcovo, e San Bernardo degli Uberti Mo-
naco, e Cardinale; e nel mezzo in un ton-
do è rappreſentata la Trinità.
In faccia
del medeſimo v'è un Cenacolo di no-
ſtro Signore, che ſi reputa delle migliori
pitture di Andrea di cui ſe ne vede la ſtam-
pa inciſa da Teodoro Cruger.
Tanto che
convenendo rovinare per lo detto aſſedio
con molti altri ſuburbani Conventi, e Ca-
ſamenti, anche la Chieſa di San Salvi, con
ſue abitazioni, a contemplazione di così
belle Pitture, fu il Refettorio laſciato in
piedi; ma per l'introdotta Clauſura di Mo-
nache, non ſi poſſono vedere ſenza ſpecial
licenza
.
Nella Chieſa vi è una Tavola con
Criſto in Croce, e alcuni Santi di mano
di Franceſco Morandini da Poppi, e quel-
la di S. Umiltà del Paſſignano.
Meno d'un
miglio diſcoſto da San Salvi, ſi trova a piè
di quegli ameni Poggi un altro Convento
di Monache detto
Ve-
SAN BALDASSARRE, le quali vivono ſot-
to la Regola di Sant'Agoſtino; e fàlendo
ſulla ſiniſtra, ſe ne trova un altro dell'Or-
dine di San Benedetto, intitolato
SAN MARTINO A MAIANO, ove è la Ta-
1 vola dell'Altar Maggiore dipinta dal Gril-
landaio, beniſſimo conſervata.
Per tutto que-
ſto tratto di Pianura, e di Colline ſi ve-
dono, come negl'alrri luoghi già deſcritti,
belli Caſamenti, e Ville, che vi poſſeggo-
no i Vitelli, Gaddi, Albizzi, Salviati, Bon-
ſi, Cerretani, Franceſchi, ed i Fiaſchj, e
ſopra tutte Gamberaia de' Capponi, che ha
belliſſimi dintorni, e quelle degli Strozzi,
de' Pucci, degl'Incontri, e d'altri.
Un al-
tra molto bella, ma non terminata, vedeſi
a Rovezzano de' Bartolini; fuori della
vo-
PORTA A SAN NICCOLò, paſſato il Fiu-
me, è una Pianura, abbondante di ottimi
frutti, nominata Pian di Ripoli, e tale ſi
chiama una
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO de' Monaci
Vallombroſani, che quaſi nel centro di
queſto piano è poſta con un comodo Mo-
naſtero, ove fa ſua reſidenza il Generale
di quell'Ordine, e fu già Monaſtero di Don-
ne
.
Alla deſtra mano, voltando da una bel-
la Villa de' Marcheſi Niccolini, già de' Ban-
dini, in non molta diſtanza ſi vede il Mo-
naſtero detto il
PA-
1
PARADISO, venerabiliſſimo Convento di
Religioſe dell'Ordine di Santa Brigida.
Vi
è nella Chieſa una Madonna, che ſta in mez-
zo di Santa Brigida, e di Sant'Antonio, di
mano di Tommaſo da S. Fridiano, Pittore
molto accreditato de' ſuoi tempi.
Un al-
tro Convento detto
SANTA MARIA DEL BIGALLO, è diſcoſto
da queſto più di due miglia, ſulla ſtrada
maeſtra d'Arezzo per Levante, che fino al
1503. ſi mantenne a uſo di Spedale, di Pa-
dronato de' Capitani del Bigallo, che da eſ-
ſo preſero eglino un tal nome, e poi ce-
duto fu alle Monache dette di Caſignano,
per la minacciante rovina dell'antico loro
Convento in quel luogo: militano eſſe ſot-
to la Regola di San Benedetto con grande
oſſervanza
.
Per tutto queſto delizioſo Pia-
no, e adiacenti Colline vi ſono Caſamenti,
e Ville molto belle, in ſpecie quelle de'
Pitti, Uſimbardi, Palmieri, Marcheſi da Ca-
ſtiglione, Ganucci, Marcheſi Capponi da
San Frediano, ed altri.
Tirando ſulla ma-
no diritta per la ſtrada maeſtra del Chian-
ti, ſi vedono le Ville de' Niccolini a Mon-
tauto, degli Ugolini a San Martino, che è
bella oltremodo, e per l'altra parte le
1 Ville di Lonchio, e di Belmonte, che fu-
rono del celebre Conte Lorenzo Magalot-
ti, ora de' Venturi.
Poco più di cinque mi-
glia da Firenze diſcoſto ſi arriva a
T Vil-
LAPPEGGI, Villa già del Cardinale Fran-
ceſco Maria de' Medici, e dipoi della Gran
Principeſſa Violante Beatrice di Baviera,
degna di vederſi per i belli Appartamenti,
prezioſi quadri, e ricchi mobili, de' quali è
abbondantemente fornita.
In una di quelle
ſtanze ſi ammira un copioſiſſimo numero di
vaſellamenti di fina Porcellana, diſpoſta fra
altre galanterie di gran pregio.
Dalla par-
te di Tramontana in poca diſtanza da Lap-
peggi, ſopra una bella eminenza vi è Li-
gliano, Caſamento per l'Agente, o Fatto-
re di quella Tenuta, che ha Giardini mol-
to vaghi; Poco diſtante è la celebre Villa
de' Vecchietti detta il Ripoſo.
Sopra di uno
ſpogliato Poggio tra Mezzogiorno, e Le-
vante, ſi vede la
CHIESA DI SANTA MARIA DELL'IMPRU-
NETA, rinomatiſſima per la miracoloſa Im-
magine di MARIA Vergine, che vi è; e che
portata a proceſſione in tutte le paſſate ca-
lamità nella Città noſtra, ſempre ſi ſono
1 ottenute le domandate grazie. Miracoloſiſ-
ſimo ſi è il ritrovamento di detta Immagi-
ne; e qui ci piace di dirlo, quaſi come ce
lo riferiſce Franceſco Rondinelli nella Re-
lazione dell'ultimo Contagio di Firenze.

Volevano quei Popoli fare una Chieſa in
onore della Vergine, e poſta mano all'ope-
ra, rovinava la notte quello, che lavora-
vano il giorno.
Perlochè accortiſi, non eſ-
ſer volontà di Dio, che ſi edificaſſe in quel
luogo la Chieſa, fatte orazioni, furono in-
ſpirati a pigliar due Giovenchi non domi,
e appiccato loro al giogo alcune pietre, ri-
ſolverono, che dove ſi fermaſſero, quivi
per avventura ſarebbe ſtato il luogo eletto
da Dio per edificarla.
I Giovenchi ſtraſci-
nando le pietre, ſi fermarono in quel pia-
no, ove è la Chieſa al preſente: i circo-
ſtanti allora datiſi a cavare i fondamenti,
mentre che uno di quei manovali lavorava
di forza, udirono una voce lamentevole,
onde tutti attoniti corſero quivi, e trova-
rono queſta Immagine di MARIA Vergine
col Figliuolo in braccio.
Queſta tradizio-
ne vien confermata da un marmo di baſſo
rilievo antichiſſimo, il quale è ſotto il Ta-
bernacolo della Madonna: dove è ſcolpito
il ritrovamento di eſſa nella maniera rac-
1contata. Vi ſono grandi Indulgenze, e Pri-
vilegi conceduti da molti Pontefici, e nel
giorno di Santo Luca vi è un gran concor-
ſo di Popolo, e vi ſi fa una groſſa Fiera.

E' ufiziata la detta Chieſa da dieci Cappel-
lani con un Pievano, che hanno l'obbliga-
zione di dirvi quotidianamente il Divino
Uſizio: fu ſondata dall'antica Famiglia de'
Buondelmonti, che fino al preſente gode la
libera collazione di quelle Cappellanie, e
l'elezione del Pievano.
La Chieſa è in og-
gi tutta mutata, e riccamente adornata,
con Soffitta tutta dorata, con tre sfondi di-
pinti da tre eccellenti Pittori di Firenze,
tra i quali quello di mezzo è conſiderato eſ-
ſere il più inſigne lavoro di Antonio Pu-
glieſchi
.
Il primo degli altri due è opera
di Tommaſo Redi, e l'ultimo di G. Cam-
millo Sagreſtani.
Sopra tutte le buone Ta-
vole, che vi ſi vedono è oſſervabile la Vo-
cazione di S. Pietro, belliſſimo lavoro di
Iacopo da Empoli.
E' degna di eſſer vedu-
ta la Sagreſtia, per la ricchezza de' ſacri
arredi, che ivi ſi conſervano: e chi voleſ-
ſe più minuta informazione di tutto ciò,
che appartiene a queſta Chieſa potrà veder-
ne le Memorie Iſtoriche del Pievano Ca-
ſotti, ſtampate da Giuſeppe Manni in Fi-
renze l'anno 1713.
Fuori della
ot-
T 2 con-
POR-
1
PORTICELLA DI SAN GIORGIO, vi ſono
Ville molto belle; fra le quali a Mezzo-
monte quella de' Conti Alberti, e quella
de' Principi Corſini, nella quale ſono due
sfondi degni di grande ſtima, uno è rariſſi-
ma opera dell'Albano, e l'altro di Gio-
vanni da San Giovanni.
Sono in queſte Col-
line Poſſeſſioni ben fornite d'Uliveti, e Frut-
ti d'ogni ſorte, e vi producono quei terre-
ni ſquiſiti vini: fuori della
PORTICCIUOLA A SAN MINIATO, che è po-
co diſtante dalla predetta di San Giorgio,
un erta ſalita, conduce a due Chieſe ve-
nerabiliſſime, e ad alcune Ville circonvici-
ne
.
La prima Chieſa in teſta alla ſalita è
detta
SAN FRANCESCO AL MONTE, già de' Fra-
ti Minori Oſſervanti, ora de' Padri del Ri-
tiro della Provincia Riformata di Toſcana,
i quali, levatine tutti gli ornamenti, l'han-
no ridotta ad uno ſtato di povera ſemplici-
, propria del loro Inſtituto.
Queſta con
ottimo diſegno di Simone del Pollaiolo fu
fatta fabbricare intorno all'anno 1350. da
Caſtello Quarateſi, come ne fa ſede un'
Iſcrizione poſta davanti l'Altar maggiore
1 nel pavimento. Non ha, che una ſola Na-
vata con ſei Cappelle per parte, ed una
di fianco all'Altar maggiore in dentro, con
ſuoi archi per diſuora di Pietra ruſtica, e
ſuo Cornicione, che ricorre intorno la Chie-
ſa, e per l'arco maggiore della Tribuna.

La Tavola della Nunziata è di mano del
B. Fr. Gio. Angelico Domenicano, e quel-
la della Nativita di Noſtro Signore è di Gio-
vanni Antonio Sogliani.
Oltre diverſe Ta-
vole di buoni Autori moderni che vi ſono.

Sopra la Porta della Sagreſtia la Pietà di
terra cotta è di mano di Luca della Rob-
bia: accanto alla Porta maggiore ſi oſſervi
il Buſto di marmo bianco di Marcello Vir-
gilio Segretario della Repubblica Fiorenti-
na, e gran Letterato, con un bello epitaf-
fio
.
Queſta Chieſa è poſta in tale eminen-
za, e vicinanza inſieme alla Città, che di
quivi con pittoreſca proſpettiva ſi gode
una gran parte de' Villaggi da noi ſin quì
deſcritti
.
Dal ſuo Fondatore fu raccoman-
data all'Arte de Mercatanti, e laſciato en-
trate pel ſuo mantenimento.
Uſcendo per
la Porta del fianco di detta Chieſa, e cam-
minando pochi paſſi a man dritta per una
Porta della Fortezza, che intorno all'an-
no 1526. con diſegno di Michelagnolo Buo-
1 narroti fu fatta, benchè tirata a fine dal
Tribolo, di cui è lavoro la belliſſima ſtatua
di macigno non finita rappreſentante una
Vittoria che ſta appoggiata accanto alla
detta Porta.
Queſta per la gran maniera,
e intelligenza profonda che vi ſi vede è ſta-
ta creduta da molti eſſer opera di Miche-
lagnolo ma è del Tribolo, come afferma il
Vaſari nella vita del medeſimo.
Di quì
ſi arrvia all'altra antichiſſima, e venera-
biliſſima
T 3 nel
nar-
CHIESA DI SAN MINIATO, poſta ſopra,
e nel mezzo di detta Fortezza, che per
ogni parte tutta ſi gode.
Ma prima di de-
ſcrivere com'ella ſta al preſente, eſterior-
mente, che interiormente, ci piace di non
paſſare ſotto ſilenzio alcuna notizia di ſua
grande antichità, e origine.
Nella perſecu-
zione de' Criſtiani ſotto Decio, trovandoſi
San Miniato con alcuni compagni a far pe-
nitenza nel Poggio, ove è oggi la ſua Chie-
ſa, che in quei tempi altro non v'era, che
un piccolo Oratorio dedicato all'Apoſtolo
San Pietro, e all'intorno boſcaglia, il Ti-
ranno con doni, ed offerte d'ingrandimen-
to condottolo in Firenze, lo tentò a ri-
muoverſi dalla Religione Criſtiana, ma nul-
1 la valendo a frangere la coſtante Fede del
Santo, dopo diverſi martirj, da' quali pei
alcun tempo Iddio lo preſervò, gli fece ta-
gliar la teſta in un luogo detto fino a' no-
ſtri giorni Santa Candida, detta dal Candi-
dato de' Martiri; ma il Santo preſala nelle
mani paſsò l'Arno, e ſalito in queſto Pog-
gio, rendè nel ſuddetto Oratorio l'Anima
a Dio: quivi fu ſeppellito il ſuo corpo, e
da' Fiorentini, poichè paleſemente divenne-
ro Criſtiani, fabbricata una Chieſa al ſuo
Nome
.
Ma queſta nobile, e grande, che
ſi vede al preſente, fu alzata nell'anno
1013. a' 26. d'Aprile con conſiglio d'Ilde-
brando Veſcovo Fiorentino, e coll'aſſenſo,
e perſuaſione di Sant'Arrigo primo Impe-
ratore, e ſecondo Re di Germania, e di
Santa Cunegonda ſua moglie, che la dota-
rono di molte tenute, e con ſolenne pom-
pa vi fecero traslatare il Corpo di San Mi-
niato nell'Altare, che è ſotto le volte del-
la medeſima Chieſa; la quale da' Fiorenti-
ni fu data in cura a' Conſoli dell'Arte de'
Mercatanti
.
E' ſpartita queſta in tre nava-
te, e vi ſono due ſcale di marmo quaſi al
mezzo della Chieſa, per dove ſi ſale al
Presbiterio, e Coro, fatto ſull'antica co-
ſtumanza della primitiva Chieſa.
Queſto è
1 tutto di marmi, e porfidi intagliati, e ín-
tramezzati; dietro all'Altare vi ſono cin-
que fineſtroni ſerrati di traſparentiſſimo mar-
mo, nella lunetta ſemirotonda di Moſaico
col Padre Eterno, ſi vede a mano ſiniſtra
l'Effigie di S. Miniato.
Davanti le volte,
e ove elle terminano, pure iſolate, vi è
una Cappella di marmo, fatta fare da Pie-
tro de' Medici, ove è un partimento d'ot-
tangoli belliſſimo, lavorato da Luca della
Robbia
.
A man ſiniſtra la belliſſima Cap-
pella, che ſi vede dedicata a S. Iacopo,
degna per ogni ſua parte d'ammirazione,
fu fatta alla memoria del Cardinale Iaco-
po di Portogallo, con partimento tutto di
marmi, e porfidi, come ſono la Cattedra
Epiſcopale, e il Sepolcro di lui con tutta
la figura giacente, e ſopra Maria SS. col
S. Bambino e Angeli, lavorati da Antonio
Roſſellini Scultore di quei tempi rinomatiſſi-
mo, e vi è queſto Epitaſſio:
T 4 la
tut-
Regia Stirps Iacobus nomen Luſitana propago
Inſignis forma ſumma pudicitia
Cardineus titulus morum nitor optima vita
Iſta fuere mihi mors iuvenem rapuit
Vix. An. XXV. M. XI. D. X. Obiit Anne
Salutis M. CCCC. LIX.
Nel-
1

Nella volta, che è ſenza ſpigoli, l'iſteſſo
Luca della Robbia fece in quattro tondi
ne' Cantoni i quattro Evangeliſti, e in quel-
lo di mezzo lo Spirito Santo.
Di mano d'
Antonio del Pollaiuolo è la Tavola a olio,
entrovi S. Iacopo, S. Euſtachio, e San Vin-
cenzio; di Pietro ſuo fratello, alcuni Pro-
feti dipinti a olio nel muro di detta Cap-
pella, ſiccome in un mezzo tondo la Nun-
ziata; nella Sagreſtia alcune azioni di San
Benedetto dipinte a freſco, ſono di mano
di Spinello Spinelli.
Queſta Chieſa di cui
ſi è fatto lungo ragionamento, ſervita di
Sepoltura a più Martiri, fu negli antichi
tempi ufiziata da' Monaci di S. Baſilio, poi
da quelli di S. Benedetto dell'Ordine di
Clugnì, o Cluniacenſi, e fra eſſi ſtette al-
cun tempo S. Gio. Gualberto Fiorentino de'
Signori di Petroio dopo d'avere magnani-
mamente perdonato all'inimico, ucciſore
di Ugo ſuo Fratello, quale riſcontrò poco
ſotto a San Miniato, ove è una memoria
del generoſo fatto già noto, in un Taber-
nacolo con Iſcrizione; Il Crocifiſſo, che chi-
la teſta, il quale era in quei tempi nel-
la ſuddetta Chieſa, nella mentovata Cap-
pella di mezzo, è ora in quella di Santa
Trinita de' Monaci del ſuo Ordine dentro
1 la Città, come è ſtato detto in quel luogo.
L'anno 1373. a' 27. del Meſe d'Agoſto ſot-
to Gregorio XI. uſciti molto prima i Mo-
naci Cluniacenſi di detta Chieſa, vennero
ad ufiziarla i Monaci bianchi di Monte U-
liveto, i quali vi ſtettero fino al 1542. che
di quivi ſi partirono al tempo del Grandu-
ca Coſimo I. e in detta occaſione levaro-
no le oſſa di San Miniato.
Qui ſono ſtate
modernamente fabbricate ſemplici, ma co-
mode ſtanze per uſo degli Eſercizi ſpiritua-
li di S. Ignazio, che ſi fanno, ſotto la di-
rezione de' Padri Geſuiti, in varj tempi dell'
Anno
.
In maggior diſtanza da Firenze ſon
pure i tre famoſi Santuarj, cioè la Vallom-
broſa, il Sacro Eremo di Camaldoli, e il
Santo Monte dell'Alvernia, ove nel primo
San Gio. Gualberto, nel ſecondo San Ro-
mualdo lunga penitenza fecero, e fondaro-
uo i loro Ordini; e nel terzo San France-
ſco ricevè da Gesù Criſto le Sacre Stimate;
luoghi in vero di ſingolariſſima devozione.
la
In ultimo ſi fa noto, che tanto la Chie-
ſa delle Murate deſcritta in queſto libretto
a c. 103. che quella di S. Baſilio a c. 129.
ſono ſtate ultimamente rimodernate, e no-
tabilmente abbellite di ſtucchi, e pitture.

1Come ancora, che in occaſione, che i RR.
PP. di S. Filippo Neri han dato mano alla fab-
brica dell'Oratorio nel luogo appunto dove
era l'antica Chieſa di S. Firenze, con variar
la prima idea, quale avevamo accennata a
c. 85. eſſendoſi dovuti fare varj ſcavi della
profondità di circa braccia dieci, ſi ſon
trovate varie Medaglie, e Frammenti di
bronzo, e molti di marmo; ma quel che
è più importante e intereſſantiſſimo per l'
antica Iſtoria di Firenze, (e che corrobo-
ra il parere del quale era avanti il Cav.
Menabuoni già Menabuoj, che nei contor-
ni dell'Anfiteatro Fiorentino ſia ſtato un
Tempio dedicato alla Dea Iſide,) ſono ſta-
te diſotterrate varie Tavole Votive, alcu-
ne delle quali portano chiaramente il no-
me di quella falſa Deità, leggendoſi ſingo-
larmente in fronte ISIDI REGINAE, fra
le quali ve n'è una, ove è fatta menzio-
ne degli Imperatori Severo, e Antonino,
e queſta è delle meno antiche.
Co-
Fanno ancora teſtimonianza di queſto pre-
teſo Tempio i varj frammenti di Statue, Co-
lonne, Baſi, Capitelli, Architravi, Muraglie,
e gran quantità di rottami, che gli uni
poſſono avere riveſtito, e altri ſervito di
pavimento al detto Tempio gran parte de'
1 quali con due Leoni antichi di marmo, che
ſervivano di menſole alla porta della di-
ſtrutta Chieſa di S. Firenze Vecchio ſi poſſa-
no inoggi vedere nel deſcritto Muſeo del det-
to Cav. Menabuoni, da' quali ſiccome ſono
tutti delle iſteſſe qualità di marmi, e dell'
iſteſſa Architettura non ſarà impoſſibile de-
durne la grandezza, e la ſtruttura del Tempio
d'Iſide, che ha eſiſtito in quei contorni, al
quale aſſolutamente appartengono le ſurrife-
rite Tavole Votive, giacchè ſono ſtate trova-
te in un meſcolate co' medeſimi frammenti di
marmo in varie foſſe, ſorſe così gettate alla
rinfuſa dallo zelo de' primi Criſtiani, la qual
Fabbrica compita, che ſia, ed ampliatane
la Piazza, non può ammeno di aggiunger
vaghezza alla noſtra Città.
Oltre alla nuo-
va Chieſa del Carmine, che avanzandoſi
a gran paſſi.
In queſto Anno ſono ſtati pu-
re collocati di nuovo i due Leoni di Pietra
ſopra la Porta di Palazzo Vecchio, opera
di Giovanni Nobili Scultore abiliſſimo,
giacchè quelli Antichi, che vi erano, e che
al dire di Matteo Villani, e di Scipione
Ammirato furono fatti l'Anno 1353. ugual-
mente di Pietra, e dorati, eſſendo quaſi del
tutto laceri furono buttati giù a pezzi, e
ſolamente mediante la diligenza uſata dal
1Cav. Menabuoni ſi è ſalvata la teſta di uno
di eſſi, che per non perderne la memoria
ha fatta collocare ſopra la porta d'una di
lui Caſa ſulla Coſta di ſopra col ſeguente
Diſtico fatta dal celebre Poeta l'Abate Gio-
vacchino Salvioni.
qua-
Cav.
Hic LEO qui VETEREM CUSTOS adſtabat ad
AULAM
.
Hinc memores ROBUR FLORA SUPERBA TUUM.
Nel Palazzo del Cav. D'Ambra ſono oſ-
ſervabili due volte, che una rappreſenta il
ritorno da una caccia, e l'altra il convito
degli Dei opera molto lodata di mano di
Tommaſo Gherardini.
Ci reſta a chieder ſcuſa al benigno Let-
tore di alcuni errori, che per varij impe-
dimenti avuti nel corſo di queſta ſtampa ci
ſono accaduti; onde potrà alla meglio cor-
reggerli dall'Indice, che in ſine ne aggiun-
ghiamo
.
IN-
1
INDICE
Delle coſe più notabili, deſcritte nel
preſente Libretto.
A
ABlandonati Caſa,
e Conſervat.
132.
Accademia degli Apa-
tiſti
111.
di Bottanica 40.
della Cruſca 111.
del Diſegno 62. 63.
Fiorentina 111.
S. Agata Chieſa, e Mo-
naſtero
133.
S. Agoſtino Chieſa, e
Convento
213.
S. Aleſſandro di Fieſo-
le Chieſa
284.
Aleſſandro Magno Sta-
tua
209.
S. Ambrogio Chieſa, e
Monaſtero
74.
S. Andrea Chieſa 208.
Angeli Chieſa 48.
Angiolini Chieſa, e Mo-
naſtero
64.
S. Anna Monaſtero 150.
Annalena Monaſtero, e
Chieſa
227.
SS. Annunziata 50.
S. Antonio Chieſa 136.
SS. Apoſtoli Chieſa 166.
S. Appollonia Monaſte-
ro, e Chieſa
127.
Archivio Fiorent. 197.
Armilla di Tolomeo 142
Artimino, Villa di S.
A. R.
268.
B
Dei Bacchettoni Com-
pagnia
147.
Badia di Bonſollazzo
279
.
di Fieſole 280.
di Firenze 82.
di Ripoli 288.
di Settimo 260.
S. Baldaſſar, Monaſte-
ro, e Chieſa
287.
Barco Reale 268.
S. Barnaba Monaſtero
127
.
S. Bartolom. Chieſa 208.
Ba-
1
Baſe di S. Lorenzo 113.
S. Baſilio 125.
Bernabiti 230.
S. Biagio Chieſa 198.
Bigallo, Monaſtero e
Chieſa
289.
Boldrone, Monaſtero, e
Chieſa
273.
C
Calza, Chieſa 228.
Camaldolenſi, Chieſa
48
.
Campanile del Duomo
21
.
di Palazzo Vecchio
182
.
Cappella de' Principi in
S. Lorenzo
123.
di Palazzo Vecchio
187
.
degli Spagnoli 142.
Cappuccine 102.
Cappuccini di Montu-
ghi
275.
della Concezione,
detti di ſop.
280.
Carceri 108.
Careggi Villa di S. A. R.
276
.
Carmine, Chieſa, e Con-
vento
231. 301.
Caſa del Viviani Mat-
tematico
137.
Caſa di Federigo Zuc
cheri
66.
del Dott. Gio. Tar-
gioni
77.
Caſcine di S. A. R. 264.
Caſino dei Principi Cor-
ſini
150.
di S. Marco 38.
del Marcheſe Ric-
cardi
134.
de' Nobili 161. 164.
di Via della Cro-
cetta
66.
Caſtellina, Convento, e
Chieſa
269.
Caſtello, Villa di S. A. R.
270
.
S. Caterina Monaſt.128.
Cavallerizza 41.
Cavallo della SS. An-
nunziata
49.
di Piazza 191.
S. Cecilia Chieſa 192.
Centauro ſtatua 202.
del Ceppo Chieſa 132.
Certoſa, Chieſa, e Con-
vento
256.
Ceſtello, Chieſa, e Con-
vento
236.
S. Chiara, Chieſa, e
Monaſtero
229.
Chiarito Monaſtero 133
S. Clemente, Chieſa, e
Monaſtero
133.
Cin-
1
Cinghiale di Mercato
nuovo
198.
Colonna di S. Felice in
Piazza
244.
di S. Felicita 215.
di S. Giovanni 25.
di Mercato Vecchio
207
.
di S. Trinita 160.
Compagnia del Gesù
100
.
di S. Gio. Batiſta
d. lo Scalzo
39.
di S. Marco 129.
della Miſericordia
22
.
del Nicchio 64.
della SS. Annun-
ziata
68.
di S. Giob 68.
Concezione Congrega
49
.
Concilio Fior 143. 187.
Conſervatorio degl'Ab-
bandonati
132.
dei Poveri 131.
Convertite Chieſa, e
Monaſtero
229.
Corridore de' Pitti 181.
S. Criſtofano Chieſa 208
S. Croce, Convento, e
Chieſa
89.
Crocetta Monaſtero 65.
Cupola del Duomo 12.
D
Doccia, Chieſa, e Con-
vento
285.
Doccia Villa Ginori
274
.
S. Domenico del Maglio
39
.
S. Domenico di Fieſo-
le, Chieſa, e Conven-
to
281.
S. Donato in Polvero-
ſa, Chieſa e Mona-
ſtero
264.
S. Donato de' Vecchiet-
ti Chieſa
205.
S. Donnino 208.
Duomo di Firenze 11.
di Fieſole 283.
E
S. Eliſabetta di Capi-
tolo
100.
F
Fabbrica degli Ufizj
169
S. Felice in Piazza,
Chieſa, e Monaſt
244.
S. Felicita Chieſa, e
Monaſtero
215.
Fieſole Città 283.
S. Filippo Neri, Ora-
torio, e Caſa
85.
V Fon-
1
Fontana di Piazza del
Gran-Duca
189.
Fonte Lucente Chieſa
281
.
Fortezza da Baſſo 134.
S. Franceſco Monaſte-
ro
104
S. Franceſco di Sales del
Conventino
235.
S. Franceſco di Fieſo-
le, Chieſa, e Conven-
to
284.
S. Franceſco al Monte,
Chieſa, e Conv.
293.
S. Franceſco di Paola,
Chieſa, e Conv.
258.
S. Frediano, Chieſa, e
Monaſtero
235.
G
S. Gaggio, Chieſa, e
Monaſtero
255.
Galleria di S. A. R. 171
Ghetto degli Fbrei 206.
Giardino di Boboli 221.
de' Capponi 67.
di Caſtello 270.
de' Corſini 150.
de' Gaddi 138.
de' Gherardeſca 69
de' Gianni 211.
dell'Imperiale 252.
delle Quiete 273.
de' Riccardi 134.
Giardino del Roſſo 229.
de' Salviati 69.
de' Semplici 40.
degli Stiozzi Ri-
dolſi
148.
della Vaga Loggia
263
.
del Vernaccia 74.
de' Ximenes 70.
S. Gio. Bat Chieſa 22.
S. Gio. Evangeliſta, de'
Geſuiti
26
S. Girolamo Chieſa 214.
S. Giuliano Monaſtero
135
.
Giuoco del Calcio 98.
S. Giuſeppe Chieſa 101.
Granajo pubblico 238.
S. Gregorio, Chieſa, e
Caſa
213.
Guardaroba di S. A. R.
186
.
I
S. Iacopo ſopr'Arno
Chieſa
246
S. Iacopo tra' Foſſi Chie-
ſa
87.
S. Iacopo Monaſt. 104.
S. Iacopo in Campo Cor-
bolini
136.
S Iacopo di Ripoli 149.
Imperiale Villa di SUA
ALTEZZA REALE 252.
Im-
1

Impruneta Chieſa 290.
L
Lapo Chieſa, e Mona-
ſtero
285.
Lappeggi, Villa di S.
A. R.
290.
S. Leone Chieſa 208.
Libreria dell. Badia di
Fieſole
280.
de' Camaldolenſi 48.
di S. Croce 97.
de' Giraldi 125.
de' Guadagni 67.
di S Lorenzo 120.
del Magliabechi
171
.
di S Marco 37.
del Marucelli 32.
di S. Maria No-
vella
144.
di S. Maria Nuo-
va
45.
della SS. Annun-
ziata
62.
de' Riccardi 30.
de' Rinuccini 238.
de' Padri Teatini
202
.
degli Strozzi 247.
Loggia detta de' Lanzi
187
.
de' Tornaquinci 158
S. Lorenzo Collegiata
Real Baſilica
112.
S. Luca Monaſtero 131.
S. Lucia ſul Prato 151.
S. Lucia, Chieſa, e
Monaſtero
131. 269.
Luoghi Pii quanti in
Firenze
9.
M
Madonna della Pace
Chieſa
251.
de' Ricci 109.
del Sacco 63.
Magiſtrati di Fir 169.
Majano, Monaſtero, e
Chieſa
287
Mantellate Convent. 69
S. Marco Convento, e
Chieſa
33.
S. Margherita Chieſa
111
.
S. Maria in Campido-
glio
207.
S. Maria ſul Prato 150.
S. Maria in Campo Chie-
ſa
111.
S. Maria di Candeli,
Monaſt. e Chieſa
73.
S. Maria del Fiore 11.
S. Maria Maddalena,
Monaſt. e Chieſa
70.
S. Maria Maggiore.
Conv. e Chieſa
203.
S. Maria Novella, Con-
1vento, e Chieſa 138.
V 2 ven-
S. Maria Primerana,
Chieſa
285.
S. Maria delle Selve,
Chieſa, e Conv
263.
S. Maria ſopr'Arno
Chieſa
209.
S. Maria Ughi 159.
S. Marta Monaſtero, e
Chieſa
275.
S. Martino Monaſtero
149
.
S. Martino Orat. 109.
S. Matteo in Arcetri,
Monaſt. e Chieſa
255.
Mendicanti Conſerva-
torio
229.
Mercato nuovo 197.
Mercato vecchio 207.
S.Michele Berteldi Chie-
ſa
198.
S. Michele Viſdomini,
Monaſt. e Chieſa
43.
S. Miniato al Monte
Chieſa
295.
S. Miniato del Ceppo
Chieſa
132
S. Miniato fra le Tor-
ri
159.
S. Monaca Monaſt. 230.
Monaci Camaldolenſi
48
Monaci Ciſtercenſi 236.
Monaſteri di Clauſtra-
li, e Monache, quan-
ti
9.
Monaſter nuovo 148.
Montalve Monaſt. 136.
Monte Cucco 211.
Monte Gufoni Villa 257
Monte Senario Eremo,
e Chieſa
278.
Monte Uliveto, Mona-
ſtero, e Chieſa
259.
Monte Domini Mona-
ſtero
102.
Monticelli Monaſt. 101.
Murate Monaſtero 103.
Muſeo Fiorentino 181.
N.
S. Niccolò oltr'Arno
Chieſa
211.
S. Niccolò, Monaſtero
e Chieſa
42.
Nunziatina Monaſtero
229
.
O
Ogniſſanti Convento, e
Chieſa
151.
S. Onofrio di Fuligno
Monaſtero
135.
Origine di Firenze 5.
Orſanmichele Oratorio
193
.
S. Orſola Monaſt. 126.
Opera del Duomo 112.
PP.
1
P
PP. delle Scuole Pie 109
Loro Noviziato al
Pellegrino
276.
Palazzo di S A. R. 218
degli Alberti 198.
213
.
degl'Aleſſandri 80.
Albizzi 81.
Altoviti 81.
D'Ambra 302.
Antella 26.
Antinori 198. 238.
Arciveſcovo 25.
Arnaldi 26.
Bagnani 161.
Baldinucci 17.
Bargilli 46.
Baroncini 108.
Bartolini 160.
Beccuto Orlandini
205
.
Borgherini 168.
Buonarroti 77.
Canigiani 210.
Capponi 31. 32. 67.
210. 238.
Caſtelli ora de' Fe-
roni
238.
Cerretani 137.
Cocchi 99.
Coppoli 32.
Corſi 198.
Palazzo de' Corſini 3
150. 165.
Franceſchi 218.
Feroni 246.
Gerini 42.
Gherardeſca 69.
Giacomini 198.
Gianni 211.
Ginori 125.
Giraldi 125.
Giugni 49.
Gondi 86. 112.
Grifoni 49.
Guadagni 67. 112.
Gnicciardini 218.
Incontri 42.
Lorenzi 218.
Malaſpina 206.
Martelli 26.
Martellini 47.
Martini 206.
Marucelli 127.
Medici 249.
Mandragone 138.
Montalvi 31.
Mozzi 210.
Naldini 112.
Nelli 125. 137.
del Nero 212.
Niccolini 49
Panciatichi 31.
Pandolfini 131.
Paſquali 198.
Pazzi 81.
V 3 Pa-
1
Palazzo de' Pecori 238
Poteſtà, detto il
Bargello
108.
Pucci 42. 45.
Ricaſoli 42. 156.
Riccardi 29.
Ricciardi 110.
Ridolſi 148.
Rinuccini 238.
Roffia 74.
Roſſo 229.
Rucellai 100. 156.
Salviati 108.
Scarlatti 213.
del Sera 77.
Serriſtori 212.
Spini 161.
Strozzi 77. 82. 158.
Tempi 209.
Turco Roſſelli 168.
Valori 81.
Vecchio 182.
Vernaccia 74.
Ugbi 32.
Uguccioni 192.
Veſcovo di Fieſole
284
.
Vitelli 211.
Viviani 198.
Ximenes 70.
Zanchini 246.
S. Pancrazio Monaſte-
ro, e Chieſa
156.
Pandette Fiorent. 186.
S. Paolino, Convento,
e Chieſa
146.
S. Paolo de' Convale-
ſcenti Spedale
145.
Paradiſo Monaſtero, e
Chieſa
289.
Pavoniere 267.
Petraia, Villa di S. A.
R
.
269.
Piazza di S. Croce 97.
del Granduca 182.
del Grano 86.
di S. Maria No-
vella
145.
della SS. Nanzia-
ta
49.
S. Pier Maggiore, Mo-
naſtero, e Chieſa
77.
S. Pier Buonconſiglio
207
.
S. Piero a Monticelli.
Monaſt e Chieſa
260.
Poggio a Caiano Villa
di S A R.
264.
Ponte alla Carraja 238.
alle Grazie 212.
a S. Trinita 248.
Vecchio 209.
Porta alla Croce 286.
a S Frediano 259.
a S. Gallo 275.
a S. Niccolò 288.
al Prato 263.
Romana o ſia S.
Pie-
1
Piero in Gatto-
lino
251.
Porticciola a S. Gior-
gio
293.
a S. Miniato 293.
alle Mulina 263.
a Pinti 286.
Portico Monaſtero, e
Chieſa
256.
Poverine Monaſter 103.
Pratolino, Villa di S.
A. R.
277.
S. Procolo Chieſa 108.
Q
Quiete, Conſervato-
rio, e Chieſa
273.
R
S. Remigio 87.
S. Ruffillo 26.
Ruota Fiorentina 181.
S
Sala di Udienza 187
S. Salvadore Chieſa 26.
S. Silveſtro Monaſt 70.
Stabilite Monaſt. 146.
Statua equeſtre 191.
S. Salvi, Monaſtero, e
Chieſa
682.
Serraglio dei Leoni 41.
Seminario Fiorent 206.
Fieſolano 284.
S. Simone Chieſa 106.
Spedale de Convaleſcen-
ti
145
di S Gio. di Dio
155
.
di Bonifazio 131
degli Incurahili
131
.
degl'Innocenti 50.
di S. Marco per i
Pellegrini
129.
di S. Maria Nuo
va
43.
di S. Matteo 41.
de' Preti 128.
di S. Tommaſo d'
Aquino
47.
S. Spirito Convento, e
Chieſa
239.
Spirito-Santo, Mona-
ſtero, e Chieſa
214.
S. Stefano Monaſtero,
e Chieſa
168.
Scuderìe di S. A. R. 189
Studio Fiorentino 111.
T
Targioni Tozzetti Mu-
ſeo
77.
Teatro di Via del Co-
comero
42.
V 4 Tea-
1
Teatro di Via della
Pergola
47.
S Tereſa Monaſtero 75.
S. Tommaſo Chieſa 207.
S. Trinita Chieſa 161.
V
S. Verdiana Monaſtero
105.
1[Figure 1]
IN-
1
INDICE ALFABETICO
Degli Autori contenuti nel preſente Libretto.
2[Figure 2]
Le marche appoſte ſignificano come
appreſſo
:
A. Architetto.
P. Pittore.
S. Scultore.
* Vivente.
A
ALbano P. 293.
Alberti Leon Ba-
tiſta
A. 59. 155. 158.
Albertinelli Mariotto.
P. 46. 57. 127. 135.
257
.
Allori Agnolo. P. 58.
62. 95. 119. 141. 162.
242. 246.
Allori Aleſſand. detto il
Bronzino
P. 28. 35.
44. 46. 48. 56. 58.
68. 75. 93. 102. 133.
141. 142. 143. 211.
212. 227. 241. 243
256. 265. 266. 286.
Allori Criſtofano. P.
58. 163.
Ammannato Bartolom-
meo
S. A. 17. 27. 28.
49. 81. 189. 219. 248.
271. 272
Anderlini Pietro. P. 25.
101
.
Andrea Piſano S. 22.
Andreozzi. S. 56. 199.
D'Annibale Antonio.
S. 21.
Anticus. P. 69.
Arnolfo di Lapo. A. 13.
83. 89. 182.
Aſpetti Tiziano. S. 163.
V 5 Ave-
1
Averani Benedetto 80.
B
Baccio d'Agnolo. A. 14.
100. 101. 160. 168.
212. 244.
Baccio da Montelupo.
S. 78 104. 195.
Bachiacca Franceſco.
P. 120.
Baglioni Filippo. A. 94.
Balaſſi Mario. P. 80.
132. 244.
Balatri. A. 146.
Baldovinetti Aleſſio. P.
53
.
Baldi Lazzaro. P. 40.
152
.
Balducci Gio. P. 15. 65.
128. 143.
Bandinelli Baccio. S.
16. 17. 61. 113. 182.
185. 186.
Baratta Gio. S. 240.
Barbieri Vettorio S. 162.
del Barbiere Aleſſandro
Fei
.
P. 90. 157. 212.
Bardi Donato di Bet-
to detto Donatello.

S. 12. 15. 16. 21. 24.
26. 39 89. 91. 93.
116. 118. 186. 188.
195. 210.
Bardi Simone. S. 126.
Barocci Iacopo, detto
Vignola
.
A 216.
Fr. Bartolommeo di S.
Marco
33. 37. 85.
262
.
Baſſano Iac. P. 225.
Benoiſt. S. 226.
Bermoſer Baldaſs. Fiammingo.
S. 154. 199.
215
.
Berrettini Pietro da
Cortona
.
P. 201. 221.
Betti Sigiſmondo 101.
157. 230.
Bettini Antonio. P. 213.
234
.
Bianchi Franceſco. P.
101. 132. 168.
Bibbiena v. Galli.
di Bicci Lorenzo. P. 42.
44. 100. 164. 210.
di Bicci Neri. P. 192
216
.
Biliverti Giovanni. P.
34. 59. 91. 201. 204.
Bimbacci Atanaſio. P.
71. 101.
Bizzelli Gio. P. 28. 133.
Bologna Gio. v. Gio.
Boſchi Alfonſo. P. 137.
201
.
Boſchi Franceſco. P.
69. 70. 75. 101.
Bo-
1
Boſchi Fabbrizio, P.
27. 37. 39. 100. 132.
147. 153. 155. 153.
163. 155. 200. 217.
236
.
Boſcoli Andrea. P. 75.
167
.
Boſcoli Maſo. S. 142.
del Brina Franceſco.
P. 157.
Botti Franceſco. P. 74.
Botti Rinaldo 130. 148.
205
.
Botti Romualdo. P. 213.
227
.
Botticelli Sandro. P. 71
78. 152. 241.
Bronzino v. Allori
Broccett. S. 156.
Brunelleſco Filippo. S.
A. 13. 16. 49. 50. 51.
82. 97. 115. 118. 119.
141. 145. 219. 239.
Brunelleſco Filippo. S.
A. 13 16. 49. 50. 51.
82. 97. 115. 118. 119.
141. 145. 219. 239.
280
.
Buffalmacco Buonami-
co
,
P. 194.
Bugiardini Agoſtino.
P. 218.
Bugiardini Giuliano. P.
91. 140.
Buglioni Benedetto. S.
156
.
Buonarruoti Filippo Se-
natore, e Auditore

60. 90.
Buonarruoti Michela-
gnolo
.
P. S. A. 14. 17.
29. 69. 88. 104. 115.
117 120. 127. 179.
182. 185. 192. 212.
254. 295.
Buontalenti Bernardo
S. P. A. 38. 44. 49. 71.
82. 138. 161. 163. 171.
222. 268. 277.
Burci Filippo. P. 231.
Buti Lodovico 42.
Butteri Lodovico. P.
151
.
C
Caccini Pompeo. P. 164.
Caccini Gio. S. A. 21.
53. 82. 161. 164. 167.
202. 203. 243. 248.
259
.
Caliari v. Paolo Vero-
neſe
.
* Cambiagi Gaetano 224.
Campiglia Gio. Dome-
nico
.
P. 27.
Caparra 159.
Caracci. P. 179. 225.
V 6 Car-
1
Carlotti Lorenzo. P.
216
.
Carlo Aretino 14.
del Caſentino Iacopo
P. 197. 207.
Caſcetti. P 126.
Caſini Gio. P. 247.
del Caſtagno Andrea.
P. 15. 108. 135. 152.
160
.
del Cavaliere Batiſta.
S. 90
Cavallini Pietro. P. 33.
126. 156. 159.
Cateni Gio. Cammillo.
S. 29. 56. 202.
Cecco Bravo Montela-
tici
.
P. 107 147.
Cellini Benvenuto. S.
188. 226.
Cennini Cennino. P.
131
.
Cennini Bartolommeo.
S. 153.
Cerruti Colonnello. A.
236
Chamant Giuſeppe. P.
57. 101.
Chiaviſtelli Iacopo. P.
A. 71. 245.
Ciabilli Gio. P. 237.
Ciceri P. 153.
Cigoli Lodovico. P. 36.
79. 82. 91 93. 102.
136. 141. 143. 158.
184. 203. 216. 255.
Cimabue Gio. P. 95. 96.
140. 193.
Cinganelli Michelagno-
lo
.
P. 216.
Cinqui Gio. P. 153.
Ciocchi. P. 247.
Ciocchi Gio. Fil. A.
102
.
Cioli Valerio. S. 90.
*Cipriani Gio. Batiſta
P. 73. 276.
Ciurini Bernardino. A.
46. 108.
Coccapani Gio. A. 76.
Coccapani. P. 200.
Colonna Michele P. 200.
202
.
Coltellini Avvoc. 188.
Comodi Andrea. S. 75.
230
.
Confortini Iacopo 76.
Conti Franceſco. P. 80.
111. 148. 119. 246.
di Credi Lorenzo. P. 16.
39. 71. 80. 197. 219.
236
.
Cronaca A. 75. 158.
243
.
Curradi Cav Franceſco
P. 27. 28. 34. 40. 64.
65. 72. 76. 79. 107.
110. 147. 150. 161.
192.
1
192. 202. 212. 213.
236
.
Curradi Raffaello. S
127
.
D
del Dadda Romolo. v.
Ferrucci
.
Dandini Piero. P. 48.
61. 62 72. 76. 105.
128. 129. 130. 132.
140. 146. 148. 153.
154. 176. 203. 205.
216. 227. 237 246.
Dandini Vincenzio. P.
75. 151. 152. 217.
Dandini Ottaviano. P.
27. 116.
Dandini Ceſare. P. 57.
Danti Vincenzio S. 23.
Danti Ignazio 142.
Davanzati D. Aleſsan-
dro
.
P. 164.
Davanzati Giuliano
164. 285.
Dolci Carlo 37.
Donatello v. Bardi.
Donnini Antonio P. 59.
Donnini Agnolo P. 131.
Doſi Gio. Antonio. A.
25. 93. 141. 167. 198.
E
da Empoli Iacopo. P.
34. 42. 61. 68. 87.
108. 119. 135. 141.
163. 164. 202. 207.
209. 212. 245. 282.
292
.
F
Fabbroni Diacinto. P
198
.
da Fabriano Gentile P.
212
.
Falconieri Cav. Paolo
A. 43. 219.
Fedeli Ortenzia P. 133.
Fei Aleſsandro v. del
Barbiere
.
* Ferretti Gio. P. 16. 26.
40. 84. 146. 149. 152.
176. 231.
Ferri Antonio A. 165.
218. 227.
Ferri Ciro. P. 72. 221.
Ferri Geſualdo. P. 231.
Ferri Simone. P. 103.
Ferroni Andrea S. 153.
Ferrucci Romolo 160.
Ferrucci Andrea. S. 17.
284
.
Ferrucci Niccodemo. P.
79.
1
79. 100. 105. 106.
107. 111 131. 132.
152
.
Ferrucci Franceſco. S.
283
.
Feti Domenico. P. 224.
Ficherelli detto Felice
ripoſo
P. 44. 241.
Fidani Orazio. P. 80.
145
.
da Fieſole Andrea Fer-
roni
.
S. 142. 153. 216.
Filarete Simone S. 118.
Foggini Gio. Batiſta S.
A. 30. 56. 60. 73. 74.
95. 105. 137. 199. 202.
208. 214. 232. 233.
238
.
Foggini Giulio. A. 95.
Foggini Vincenzio. S.
195. 275.
Fontana Cav. Carlo A
31. 67.
Fortini Anton Maria
S. 95. 202.
Fortini Giovacchino. S.
86
.
Francabigio P. 39. 54.
68. 78. 228. 239. 240.
242. 265.
Francavilla Pietro. S.
21. 35. 93. 246. 248.
Franceſchini Baldaſſar-
re detto il Volterra-
no
.
P. 44. 54. 57. 59
61. 68. 78. 93. 134.
147. 204. 217. 221.
269. 270. 284.
Franchi Antonio P.109.
148. 237.
G
Gabbiani Anton Dome-
nico
.
P. 30. 36. 43.
74. 79. 86. 165. 166.
167. 205. 214. 221.
227. 236. 267. 279.
Gabbiani Gaetano. P.
241
.
Gaddi Agnolo. P. 192.
197. 234.
Gaddi Gaddo 20. 208.
Gaddi Taddeo P 92.
143. 158. 193 194
Galeotti Sebaſtiano P.
37. 126. 246.
Galilei Galileo. 8.
Galletti Padre Filippo.
Maria Teatino
P. 136
201. 202.
Galli Bibbiena Anto-
nio
.
P. A. 47.
Gamherucci Coſimo. P.
48. 78. 111. 153. 164.
166
.
Gandi Bonaventura. P.
193. 246.
del
1
del Garbo Raffaellino
P. 73. 78. 259.
Gargiolli Franceſco da
Settignano
.
S. 153.
Garzia Gio. P. 155.
Gherardini Aleſsandro
P. 37. 48. 74. 80. 85.
88. 130. 166. 205. 214.
230. 236. 240.
* Gherardini Tommaſo.
P. 147. 157. 228.
Gherardoun Olandeſe.
P. 179.
Ghiberti Lorenzo. S. 16
22. 195.
Ghirlandaio Ridolfo. P.
104. 130. 134. 140.
162. 187. 214. 228.
235. 242. 245.
Ghirlandaio Michele. P.
158
.
Ghirlandaio Domenico.
P. 12. 71. 150. 151.
152. 159. 261. 288.
Ghirlandaio Benedetto
P. 242.
Giadot A. 275.
Gianre Domenico P. 47.
Gidoni Batiſta. P. 149.
Giordano Luca P. 30.
72. 221. 233. 252.
Giotto P. A. 12. 15.
21. 91. 92. 94. 96.
193. 241.
Fra Gio. Domenicano,o
B. Gio. Angelico. P.
33. 37. 73. 129 127.
141. 244. 282. 294.
Gio. d'Antonio detto
Nanni
S. 195.
Gio. Bologna S. 34. 50
58. 125. 188. 191.
196. 202. 205. 206.
223
.
Gio. da Piſa. S. 12.
Giovannozzi Piero. A.
77
.
Gio. da S. Gio. v. Man-
nozzi
.
Giuliano di Baccio d'
Agnolo
.
P. 14.16.
Giuſti Antonio. P. 203.
Gonnelli detto il Cieco
da Gambaſsi.
S. 169
Gori D. Anton France-
ſco
35. 181.
Granacci Franceſco. P.
80
.
Grazia Gio. P. 155.
Gregori Carlo Inciſore
151
.
* Gricci Giuſ. P. 228.
* Grifoni Giuſeppe. P.
48. 60. 235.
H
* Hugford Ignazio En-
rico
.
P. 146. 162.
163.
1
163. 201. 217. 228.
230. 235. 247.
I
Fra Iacopo Carmelita-
no
.
P. 147.
* Ianſens Franc. Fiam-
mingo
.
S. 200. 275.
Iouvenet. P. 225.
L
Landini Taddeo S. 242
248
.
Lapi Niccolò Franceſco
P. 85. 116. 168.
Lepri Michele. P. 137.
Liberi Pietro. P. 147.
Ligozzi Giacomo P. 28.
29. 58. 93. 135. 139.
152. 155. 184.
Lippi Fra Filippo. P.
75. 84. 103. 119. 140.
168. 227. 240. 243.
Lippi Lorenzo. P. 64.
145. 201. 235.
Lomi Aurelio Piſano.
P. 53 148. 241.
Loni Aleſsandro 37.
Lorenzi Batiſta 21.
Lorenzi Stoldo S. 223.
Lotti Carlo. P. 56.
Don Lorenzo Camal-
dolenſe
.
P. 162. 170.
Luti Benedetto. P. 276.
M
Macchietti Girolamo.
P. 28. 118. 133. 139..
150
.
da Maiano Benedetto.
S. 17. 96. 140. 158.
164. 186.
Manetti Niccolò P.148.
Manetti Rutilio P. 242
257
* Mannaioni Giulio A.
P 47. 228.
Mannozzi Gio. da S. Gio.
P. 46. 66. 92. 100.
107. 135. 136. 147.
153. 154. 163. 168.
221 229. 244. 262.
272. 281. 293.
Maratta Carlo. P. 166.
Marcello Provenzale.
217
.
Marcellini Carlo S. 56
72. 233. 236.
Marcheſini Pietro. P.
120. 147. 154. 230.
Margheritone Aretino.
P. 95.
Marmi Gio. Bat. P.111.
Marinari Onorio P. 84.
106. 204.
Mar-
1
Martinelli Domenico
P. 87.
Martinelli P. 193.
Marucelli Stefano. P.
167
.
Marucelli Valerio P.79.
Maſolino P. 234.
Maſaccio P. 75. 234.
Maſcagni Arſenio P. 13
Mati Franc. P.110.
Mazza Taddeo P. 162.
Mazzanti Cav. P. 215.
di Meglio Iacopo P. 90.
142. 211.
Memmi Simone P. 143.
Menabuoni Cav. 224.
Metelli Agoſtino P. 200.
201
.
Meucci Vincenzio. P.
25. 26. 40. 57. 60. 65.
84. 100. 101. 120.
137. 146. 153. 152,
204
.
Mehus Livio P. 136. 252.
Michelozzi Michelozzo
A. 29. 36. 55. 156.
183. 276. 282.
Mignard Niccolò P. 136.
del Minga Andrea. P.
90. 157.
Mino da Fieſole. S. 84.
285
.
Mochi Orazio. S. 107.
Montauti Antonio. S.
86. 215. 237.
Montelatici Franceſco
P. 107.
Montorſoli. S. 118.
Morandi Gio. Maria.
P. 86.
Morandini Franceſco d.
il Poppi.
P. 35. 43.
65. 129. 170. 211. 212.
287
del Moro Lorenzo. P.
100. 110. 151. 152.
282
.
Moro Cav. Ant. P.225.
Moroſino Franceſco 87.
169
.
Moücke Franceſco. 181.
N
Naldini Batiſta. P. 22.
35. 84. 91. 95. 106.
139. 143. 211. 276.
Nannetti Niccolò P. 58.
Nanni di Baccio Bigio
S 239.
Naſini Cav. Giuſeppe.
P. 104. 116 242.
Nelli Senator Gio. Ba-
tiſta
.
A 137.
Nelli Suor Plautilla.
P. 128.
del Nero Tommaſo P.
212
.
Niccola Piſano. A 161.
Ni-
1
Nigetti Matteo A. 61.
78. 151. 199.
del Nonziata Toto, P.
170
.
Novelli Antonio. S. 33.
53. 149. 202.
O
Olbino di Baſilea. P.
179
.
dell'Opera Gio. S. 16.
18. 90. 141. 145.
Orcagna Andrea. P. S.
A. 15. 130. 141. 187.
193. 196. 256.
Orlandi Luigi. A.
51. 65.
Oudry M. P. 224.
P
del Pace Ranieri. P.
152
.
Pacini Santi. P 157.
228
.
Pagani Gregorio P. 21.
Paggi Gio. Bat. Lom-
bardo
.
P. 21. 44. 48.
53. 58.
Paggi Cav. Genoveſe 36.
Palladini Filip. P. 136.
Palladio Andrea. A.
192
.
Palma Felice S. 163.
Paoletti Gaſpero. A.
42
.
Paolo Veroneſe P. 179.
Parigi Alfonſo. A 213.
Paſſign.ini Domenico P.
21. 28. 34. 35. 36.
43. 58. 71. 75 80. 92.
100. 126. 140. 148.
156. 161. 184. 204.
214. 235. 240. 259.
287
.
Perini Giuſeppe. P.163.
164
.
Perugino Pietro P. 57.
58. 78. 103. 225. 228.
229. 240. 282.
Peſtrini Domenico. P.
162
.
Pettiroſſi S. 202.
Petrucci Benedetto. S.
100. 242.
Petrucci Franceſco. P.
105. 114.
Piamontini Giuſeppe S.
24. 56. 202. 237. 259.
* Piattoli Gaetano. P.
108
.
Piero di Coſimo P. 235.
244. 285.
Pieratti Gio. Batiſta.
A 34. 131.
Pierotti S. 143.
Pignoni Simone P. 58.
192. 217. 259.
Pin-
1
Pintucci P. 69.
Pinzani Giuſeppe. P.
85. 153.
da Piſa Gio. S. 12.
Piſelli Piſello P. 79.
Poccetti Bernardino P.
15. 34. 35. 37. 38.
48. 50. 53. 58. 63. 68.
70. 128. 132. 138.
143.164. 203. 217.
221. 222. 229. 235.
243. 257.
Poggini Domenico. S
157
.
Poliziano Agnolo 14.
36
.
del Pollaiolo Antonio.
P. 53. 159. 298.
del Pollaiolo Simone.
A. 293.
del Pollaiolo Pietro P.
298
.
Pomarancio P. 44.
da Pontormo Iacopo 26.
43. 53. 71. 108. 134.
144. 150. 215. 256.
265. 266 270.
Poppi v. Morandini
Franceſco
.
della Porta v. Fra Bar-
tolommeo di S. Marco
della Porta Baccio. P.
46
.
Portelli Carlo. P. 71.
101. 216.
Portigini Fra Dome-
nico
S. 35.
Pucci Gio. Antonio. P.
36. 86.
Pugliani P. 152. 203.
Puglieſchi Antonio. P.
28. 40. 48. 61. 85. 151.
166. 227. 236. 246.
292
.
Puligo Domenico. P.
132. 261.
R
Raffaello da Urbino.P.
131 179. 225.
Raffaello da Montelu-
po
.
S. 118. 1 8
Redi Tommaſo P 74.
85. 106. 214. 292.
Reni Guido. P. 225. 236
Renucci Giuſeppe. P.
154
.
Ricci Baſtiano. P. 105.
127
.
Fra Riſtoro A. 138.
della Robbia Luca. S.
26. 127. 149. 151 159.
167. 235. 294. 297.
298
.
della Robbia Andrea S.
103. 145.
Romanelli Gaetano P.
142
.
Ro
1
Romei Giuſeppe. P. 154.
204
.
Roncagli Cavaliere. P,
166
.
Roſa Salvatore. P. 245.
Roſſelli Coſimo. P. 54.
73. 116.
Roſſelli Matteo. P. 34.
37. 62. 63. 64 79. 92.
100. 126. 128. 132.
151. 154. 164. 168.
200. 201. 202. 204.
245
.
Roſſellini Antonio. S.
297
.
Roſſellino Bernardo. S.
91. 95.
Roſſi Vincenzio. S. 17
182 183 185.
Roſſo P. 53- 116. 193.
da Rovezzano Benedet-
to
.
S. 17 167. 168.
Rubens Pietro Paolo P.
179
.
Ruggieri Ferdinando A.
32. 86. 215.
Ruggieri. P. 199.
Ruſtici Gio. Franco. S.
23
.
S
Sacconi P. 105.
Sadler A. 74.
Sagreſtani Gio. P. 87.
213. 241. 292.
Salimbeni Ventura. P.
63
.
Salvetti Lodovico S. 34.
Salviati Franceſco. P.
89. 187.
Salvini A B. Ant Maria
31. 56.
da San Gallo Franceſco
14. 60. 120. 197.
Giuliano A, 86. 265.
Sanſovino 8. 17. 23. 240.
242
.
Santi di Tito. P. 28.
33 34 47. 62. 73. 88.
89. 94 101. 130. 132.
133. 139 143. 150.
151. 157. 169. 205.
258. 259. 288.
del Sarto Andrea Van-
nucchi
.
P 39. 53. 55.
63. 87 88. 105. 179.
265 269 286.
Scamozzi. A. 812.
Segaloni Matteo A.83.
da Settignano Deſiderio
S. 94. 116. 139. 164.
da Settignano Gregorio
S. 79
Sgrilli Vincenzio P.160.
Silvani Gherardo A. 31.
32. 61. 79. 85. 101.
112. 127. 199.
Silva-
1
Silvani Pier Franceſco
A. 62. 141. 199. 165.
232
.
Silveſtrini Bartolom-
meo
.
P. 126.
* Siries Coſimo 171.
Fra Siſto A. 138.
Soderini Franceſco 74.
86
.
Soderini Mauro. P. 16.
26. 40. 169.
Sogliani Giov. Antonio
P. 119. 282. 294.
Soggi Niccolò P. 132.
Soldani Benzi Maſſimi-
liano
.
S 56.
Spinello Spinelli. P.
298
.
Spinello Aretino P. 111
* Stagi Domenico P.147.
230
.
Starnina Gherardo. P.
91. 234.
Stradano Gio. P. 56. 60.
94. 233. 240.
Suſini Franceſco. S. 201
T
Tacca Ferdinando. A.
163. 169.
Tacca Pietro. S. 198.
Tarchiani Filippo. P.
100. 126.
Taſi Andrea. S. 24.
Taſſo Bernardo. A.192.
197
.
Tatti Iacopo V. Sanſo-
vino
.
Tempeſti Antonio. P.
216
.
Tiarini. P 37
Ticciati Girolamo. S.
24. 95 138. 238. 245.
Tintoretto. P. 179.
Tiziano. P. 179. 225.
Tommaſo da S. Friano
P. 78. 154. 161. 167.
289
.
Traballeſi Bartolom-
meo
.
P. 154.
* Traballeſi Giuliano P.
156
.
Tribolo Niccolò S. 121.
270. 271. 272. 295.
V
Vandik P. 179.
Vanni Gio. Batiſta. P.
91. 106. 202. 275.
Vannini Gio. Bat. P.
213
.
Vannini Ottavio P. 100
200. 203. 244.
Vannucchi Andrea v.
del Sarto
Vanhouthour Gherardo
1Fiammingo P. 216.
Fiam-
Vaſari Giorgio. P. A.
16. 62. 88. 89 90. 93.
94. 121. 141. 143 167.
169. 181. 183. 186.
225. 267.
Uccelli Paolo P. 15.
142
.
Veli Benedetto P. 153.
Vellani Ferdinando P.
216
.
Veracini Agoſtino. P.
29. 102. 116 128. 247.
Vermoſſer Baldaſſar S.
229
.
Verrocchio Andrea A.
14. 39. 75. 91. 119.
183, 196.
Veſpucci Amerigo 155.
Ugolino Saneſe P. 196.
Vignali Iacopo. P. 59.
61. 76. 106 107. 126.
140. 164. 200 201.
214. 241. 244. 247.
Vignoli v. Barocci Ia-
copo
.
da Vinci Leonardo 39.
75
.
Ulivelli Coſimo. P. 37.
54. 57 61. 230 234.
Viviani Vincenzio Mat-
tematico
137.
Volterrano v. France-
ſchini
.
Z
Zocchi Giuſeppe P. 47.
228. 230.
Zuccheri Federigo. P.
16. 21. 66.
Zuccheri Taddeo. P. 44
IL FINE,
Erro-
1
Errori. Correzioni.
Pag.
35 v. 20 Poccetti Alleſſandro Allori
78. v. 27. S. Cecilia S. Lucia
129. v. 18 ſotto ſono
136. v. 15. Meliti Militi
147. v. 25. Volterraneo Volterrano
148. v. 6. Manetti Nannetti
151. v. 19. Dandina Dandini
151. v. 22. Butteri Buti
154. v. 20. Romai Romei
155. v. 24. Stato Luogo
156. v. 11. a divotiſſima la divotiſſima
159. v. 13. del della
160. v. 1. penſare poſare
160. v. 12. doreo dorico
162. v. 14. rimeſſa rimoſſa
162. v. 15. di queſta d'una
205. v. 8. di Niccolò di Niccolò Nannetti
231. v. 20. altre oltre
231. v. 20. Svittovi Scrittori
242. v. 2. Tatti Taddi
245. v. 19. S. Cecilia S. Lucia
246. v. 23. del medeſimo di Franceſco
246. v. 24. Grandi Gandi
249. v. 8. dongo pongo
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13[Figure 3]