Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze, 1757

Bibliographic information

Author: Del Bruno, Raffaelo
Title: Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze
Year: 1757
City: Firenze
Publisher: Francesco Moücke
Edition: Sesta impressione
Number of Pages: 237

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1
RISTRETTO
DELLE COSE PIU NOTABILI
DELLA CITTA`
DI FIRENZE
SESTA IMPRESSIONE
A SUA ECCELLENZA IL SIG. CAVALIERE
GAETANO
ANTINORI
PRIORE D'ORVIETO
CONSIGLIERE DI STATO
E DI REGGENZA
E SEGRETARIO DI GUERRA DI S.M.I.
IN TOSCANA.
1[Figure 1]
IN FIRENZE. MDCCLVII.
Nella Stamperia di Franceſco Moücke.
Per il Carlieri, all'Inſegna di S. Luigi.
Con licenza de' Superiori.
1
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12[Figure 2]
ECCELLENZA.
ESCE per la ſeſta vol-
ta al pubblico que-
ſto piccol libretto, e il più ſplen-
dido ornamento, che vanta in
1 queſta nuova comparſa, è il no-
me glorioſo cui porta in fronte
di VOSTRA ECCELLENZA.
Qual
poteva egli trovare o più illu-
ſtre, o più amorevole Protetto-
re
?
Voi, mercè l'incomparabil
ſaviezza, e l'alta voſtra virtù
preſcelto dall'Auguſto noſtro So-
vrano agl'incarichi più gravi e
più coſpicui della Toſcana, ne ſo-
ſtenete ora il governo tra' rag-
guardevoli Conſiglieri dell'Im-
perial Reggenza; Voi di una
delle più nobili ed antiche Fa-
miglie di queſta Città, accreſce-
te ogni giorno più il luſtro de'
voſtri Antenati; Voi amatore
delle Lettere, e delle belle Ar-
ti, ne promovete ſempre più
1 gli avanzamenti; Voi finalmen-
te giuſto ſtimatore de' monumen-
ti ſingolari dell'antichità, delle
rarità prezioſe, delle ammirabi-
li magnificenze di cui va ſuper-
ba Firenze, ne procurate con
indicibil ſollecitudine la conſer-
vazione, la perfezione, l'accre-
ſcimento
.
Degnatevi adunque di
accoglierlo ſotto gli auſpicj va-
levoli della voſtra protezione;
mentre io in atto di offerirvelo
profondamente m' inchino.
a 2 que-
gli
Di VOSTRA ECCELLENZA
Firenze I. Settembre 1757.
Umiliſſimo Servidore
Iacopo Carlieri.
a 3
1
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13[Figure 3]
IACOPO CARLIERI
AL LETTORE.
4[Figure 4]
COmpariſce per la ſeſta volta al-
la pubblica luce il
Riſtretto
delle coſe più notabili della
Città di Firenze, il di cui primo
eſemplare fu compoſto dal Dottor Raf-
faello del Bruno per ornamento della Pa-
tria, e per comodo de' Foreſtieri.
Egli
traſſe dagli Scrittori più accreditati, e
dalla viva voce de' Profeſſori più pra-
tici quanto ſcriſſe; e ſe nella preſente

1edizione ſi troverà coſa diſcrepante dal-
le altre; ſovvengavi, benigno Lettore,
che nel variarſi de' tempi, ſi variano
le coſe, onde alcune ſono mutate di po-
ſto, altre accreſciute, altre ſono tutte
nuove, ed altre ancora meglio chiarite,
al che fare non è mancato chi di buon
genio ſi è aſſunto il peſo, per ſervire a
queſta inclita Patria, ed a chi viene a
vederla
.
Vero però è, che nel preſente
accreſcimento non ſi è creduto di poter
ſoddisfare alle richieſte di molti, che
averebbero deſiderato alcune più minute
Notizie, ed una ſcelta delle Inſcrizioni
più ragguardevoli, perchè eſſendoſi pre-
fiſſo il primo Autore, e chi ha conti-
nuato, di non iſcrivere un amplo Trat-
tato, ma di fare un ſemplice Riſtretto
delle coſe più notabili per direzione pu-
ramente de' Foreſtieri, è ſtato creduto,
che altrimenti facendo, ſarebbe un trop-
po deviarſi dal principale iſtituto.
Che
1per quelli, che amaſſero di meglio infor-
marſi di quanto contiene queſta Città,
copioſa in vero di coſe rare, poſſono ri-
trovarlo, benchè ſparſamente nelle Ope-
re de' due famoſi Borghini: cioè ne'
Trattati di Monſignor Vincenzio, e nel
Ripoſo di Raffaello, nel Mini, nel
Giambullari, nel Bocchi, nelle aggiun-
te del Cinelli, in quanto ne ſcriſſe Fer-
dinando Leopoldo del Migliore nella ſua
Firenze illuſtrata, e in quanto ne ha
pubblicato modernamente il celebre Pa-
dre Richa nelle ſue Notizie ſtoriche del-
le Chieſe, ecc. non tralaſciando eziandio
le Opere di Giorgio Vaſari, di Filippo
Baldinucci, e la ſcelta di Architetture
antiche e moderne della Città di Firen-
ze, di freſco ampliata, e pubblicata;
ſiccome per quello, che riguarda la pie-
, e il divin culto il Giamboni nel
Diario ſacro, che eſattamente diſteſe.

Ma ciò non oſtante credeſi, che ſia ne-
1 ceſſaria la preſente Operetta, dove ſi
troveranno Notizie non più meſſe in lu-
ce, e quello, che è effetto del tempo,
il molto, che è ſtato aggiunto, e varia-
to, dopo che ſcriſſero i prenominati Au-
tori
.
E perchè ſi è coll'eſperienza rico-
noſciuto, che molti Foreſtieri gradiſcono
di vedere le Fabbriche ſuburbane, e ſpe-
cialmente le Imperiali Ville: a tale effetto
ſi è ſtimato di far coſa grata lo aggin-
gnere per Seconda Parte una ſuccinta Re-
lazione della vicina Campagna.
Imper-
ciocchè ſe ſi voleſſe ſtendere la curioſità
di alcuno ad oſſervare le Fabbriche del
Territorio Fiorentino, vedrebbe forſe con
maraviglia quanto è magnifico in queſto
genere il genio della Nazione.
Ed in ciò
fare ci ha recato qualche giovamento il
Compendio, che ne compilò il Cavaliere
Anton Franceſco Marmi, al quale, co-
me nelle coſe della Città ſi è aggiunto
non poco.
edi-
per
ceſ.
Si
1
Si è poi diviſo in tre ſole giornate
quanto ſi propone a vederſi nella Città,
non perchè non ſi creda, che vi voglia
un tempo maggiore; ma per adattarſi a
quelli, che di paſſaggio quà giungono;
che per altro ognuno può ſpartire ſecon-
do, che gli aggrada, e che eſige la
propria convenienza, in quei giorni, che
vorrà, quanto gradirà di vedere: cono-
ſcendo però noi, che la ſola Imperial
Gallerìa richiede per oſſervarſi più tempo
di quello, che ſi è diviſato per tutta
l'intera Città: appunto come fanno i
Foreſtieri più culti, e che più guſtano il
buono; vivete felice.
15[Figure 5]
Molte gran coſe in piccol faſcio
ſtringo
.
Petrarca Trionfo della Fam. cap. 2.
6[Figure 6]
1
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1
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1
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17[Figure 7]
DELL'ORIGINE
E
DE' PROGRESSI
DELLA CITTA`
DI FIRENZE.
8[Figure 8]
L'Origine di queſta noſtra Città per
le diverſe opinioni degli Scrittori
ſi è renduta incerta, e dubbioſa.

Stimarono alcuni eſſer ella deriva-
ta da' Soldati di Silla; altri da' Triumvi-
ri; altri da' Popoli Fieſolani.
vi man-
chi credeſse, Ercole Libico eſserne ſta-
to il Fondatore.
Qualunque però di così
varie opinioni ſia la più vera, a me per
ora non è permeſso d'inveſtigarlo.
Certo
è, che ſecondo l'autorità di Giulio Fron-
tino, e di altri ſolenni Autori uniti alla
comune ſicura credenza, a Firenze già fon-
1 data fu dedotta anticamente da' Triumviri
la Colonia de' Romani, popolata non dal-
l'infima plebe, ma da' più ſcelti Soldati
di Ceſare; e che da Floro è annoverata
Firenze fra' piu ſplendidi Municipi d'Ita-
lia
.
Quindi è, che i Fiorentini nutrirono
in ogni tempo ſpiriti nobili, e generoſi,
e niuna impreſa, benchè difficile, e gran-
de, intentata laſciarono, per acquiſtare a
ſe medeſimi gloria, ed alla Patria orna-
mento, e ſplendore.
Scoſso il duro giogo
di eſsere ad altri ſoggetti, dopo la caduta
dell'Imperio Occidentale nel quinto ſeco-
lo, procurarono di vivere in libertà; per
conſervar la quale, non meno, che per di-
latare i confini del proprio dominio, furo-
no forzati ad abbattere l'audacia de' loro
nemici, disfacendo Caſtella, eſpugnando
Città, e riducendo ſotto il loro comando
Popoli interi.
Fatti pertanto potenti, non
temerono di ſoſtenere oſtinatiſſime guerre
contra i primi potentati d'Italia, ripor-
tandone bene ſpeſso ſegnalate vittorie, le
quali ſenz' alcun dubbio non ſarebbero cosi
toſto ceſsate, ſe le diſcordie civili non ne
aveſsero il corſo impedito.
Queſte furono,
che tolſero a'grandi il Governo, e 'l tra-
mutarono di Ariſtocratico in Popolare, e
di Popolare lo riduſsero a Principato: av-
vegnachè la Repubblica ne' primi tempi,
ſolamente dagli Ottimati ſi governaſse, in-
di dal Popolo; però nobile e potente, e
non già vile, e minuto, ſe non nella ri-
voluzione de' Ciompi dell'anno 1378. che
1 ebbe corta durata; e dipoi nel ſecolo de-
cimoſeſto per divina diſpoſizione, da Prin-
cipi ottimi, e clementiſſimi cominciò ad
eſser governata.
Ora ſiccome nel coraggio,
e nel governo furono i Fiorentini ſomiglian-
tiſſimi a' Romani; cosi proccurarono in
ogni altra coſa d'imitarli.
Ebbero come
Roma, il Teatro, l'Anfiteatro, il Cam-
pidoglio, il Foro, le Terme, gli Acqui-
dotti, e ſecondo alcuni anche il Tempio
di Marte.
Dicono, che coſtumaſsero gli
ſteſſi Giuochi, e l'iſteſse Feſte pubbliche,
e onoraſsero pure come lor tutelare il me-
deſimo Dio Marte.
Cosi ne' tempi poſte-
riori, quando ebbero la felice ſorte di co-
noſcere, e di abbracciare la Religione Or-
todoſsa, edificarono nobiliſſime Chieſe, ſon-
tuoſi Palazzi, Giardini vaghiſſimi, che
quaſi gareggiano con quei di Roma.
Col-
tivarono, come i Romani, in ſommo gra-
do le Armi, e le Lettere.
Nelle Armi riu-
ſcirono valoroſiſſimi Soldati, e condottieri
d'Eſerciti di gran nome.
Sono innumera-
bili quelli, che ne' tempi antichi, e mo-
derni ebbero l'onore d'eſser creati Cava-
lieri da Imperadori, e Monarchi, per ri-
compenſa del loro valore, e ad alcuni non
ſon mancate Sovranità ragguardevoliſſime,
ed anche Regie, e le dignità prime del
Mondo
.
Moltiſſimi quelli, che nelle Re-
gioni anche più barbare, e più lontane ſi
renderono formidabili, e nel medeſimo
tempo glorioſi.
poſſiamo tacere, che
tutto il nuovo Mondo ha il ſuo nome da
1 un Fiorentino. Ma che diremo noi degli
uomini letterati?
Dopo l'invaſione de' Bar-
bari nell'Italia, rimaſero le Scienze, e l'
Arti più nobili ſepolte in una profonda
ignoranza: mercè però de' Fiorentini riſor-
ſero a nuova vita, ripigliando il lor pri-
miero ſplendore.
Quindi ſi vedde, quaſi
diſſi, rinata la Poesia, e l'eloquenza Lati-
na, e Greca, e prender vita la letteratu-
ra Toſcana.
Rifiorì la Filoſofia di Plato-
ne, e con eſsa ogni altra ſcienza più rag-
guardevole
.
Le Mattematiche, e le Filoſo-
fie ſormontarono al ſommo grado per mez-
zo del gran Galileo inventore del Teloſco-
pio, Microſcopio, ed altri inſtrumenti,
mercè de' quali ampliò le cognizioni fino
allora limitate della Filoſofia, ed Aſtrono-
mia ancora per via delle nuove ſcoperte
da eſso fatte in cielo; e 'l Jus Civile dal-
l'interpetrazione del noſtro Accurſio inco-
minciò grandemente a riſorgere.
Cosi fe-
cero la Pittura, la Scultura, e l'Architet-
tura, nelle quali tant' oltre s'avanzarono
i Fiorentini, che a loro giuſtamente ſi dee
la lode di primi maeſtri, e di reſtauratori
di si bell'Arti.
E ſe nell'Armi, e nelle
Lettere grandemente fiorirono, quanto più
ſi ſegnalarono nella pietà, e religione!
So-
pra il numero di dugento ſono quei, che
già Cittadini di queſta Patria, ora del Cie-
lo, col titolo di Beati, o di Santi s'ado-
rano ſugli Altari.
Più di centocinquanta
Chieſe ſi contano, quarantotto delle qua-
li ſon Parrocchie.
Sono circa a ſeſſanta
1 Monaſterj di Monache tutti dentro della
Città; oltre i molti, che ſono ſuburbani:
ventotto di Religioſi clauſtrali nel recinto
delle mura: molti Conſervatorj di fanciul-
le povere, e d'uomini mendicanti: diver-
ſi Spedali per gl'infermi, e pe' pellegri-
ni: ſopra cento Confraternite di ſecolari;
altre delle quali all'inſtruzione del Cate-
chiſmo; altre al ſovvenimento de' poveri
vergognoſi; altre all'eſercizio di varie o-
pere di miſericordia con gran fervore at-
tendono; ed altre alla ſcarcerazione de'
prigioni
.
Vi ſono Accademie di gran no-
me, e fra queſte la Sacra Accademia Fio-
rentina, e la tanto famoſa della Cruſca,
regina, e moderatrice della lingua Italia-
na
.
Quella degli Apatiſti, che per adunarſi
ſempre pubblicamente, e darviſi ad ognu-
no facoltà di recitarvi in qualſivoglia Idio-
ma, è ſtimata il ſeminario de' belli inge-
gni
.
Vi è ancora la Società Bottanica eret-
ta modernamente a comodo e benefizio di
queſta utile Profeſſione.
Finalmente per
rendere una Città in ogni parte compita,
hanno fatto a gara l'Arte, e la Natura;
quella con tanti abbellimenti eſteriori, di
ſtrade ſpazioſe, e ben laſtricate, di ſontuoſi
Edifizj, di tante belle Pitture, e Statue di
cui è ripiena la Città noſtra; queſta col-
l'amenità del ſito, ov'ell'è collocata, e
circondata da fertiliſſimi colli; irrigata dal
Fiume Arno, in luogo d'aria ſottile si,
ma ſalubre, e producitrice di nobiliſſimi
ingegni
.
Onde non è maraviglia s'ella
1 meriti il giuſto encomio, che le hanno da-
to gli Scrittori più nobili, di bella, e di
magnifica, di fiore delle Città, e di mae-
ſtra delle Scienze, e dell'Arti, qual nuo-
va Atene in Italia.
Ora diaſi comincia-
mento alla Prima Giornata.
9[Figure 9]
A da-
eb-
A 2 un
Mo-
A 3 me-
PRI-
110[Figure 10]
PRIMA
GIORNATA
.
IN cui partendoſi il Foreſtiero dall'Al-
bergo, potrà viſitare l'inſigne Chie-
ſa Metropolitana, chiamata
SANTA MARIA DEL FIORE. Ed avven-
gachè queſta gran Chieſa vinca di pregio
tutte le Fabbriche della Città, fa di me-
ſtiere oſservare in eſsa diſtintamente tutto
ciò, che la rende ſopra d'ogni altra mi-
rabile, e ſingolare.
Primieramente s'eſten-
de la ſua lunghezza a braccia dugenſeſsan-
ta; la larghezza delle Tribune a cenſeſsan-
taſei; e quella delle Navate a ſettantuna;
l'altezza dal piano della terra ſino alla ſom-
mità della Croce, a braccia dugentodue;
poichè ſino al piano della Lanterna, ella
è alta cencinquantaquattro braccia; il tem-
pio della Lanterna trentaſei, la Palla quat-
tro, e otto braccia la Croce.
Finalmente
tutto il giro di queſto grand'Edifizio aſcen-
1 de a braccia milledugentottanta. Per di
fuori è tutta incroſtata di marmi con bell'
ordine diviſati.
La facciata ancora era quaſi
per metà incroſtata di marmi, adornata di
molte ſtatue, e baſſi rilievi, fatta con di-
ſegno di Giotto; eſsa fu demolita l'anno
1586. ſenza ſaperſene il motivo, e fu dato
principio ad un'altra di diſegno dell'Ac-
cademia Fiorentina, la quale eſsendo ad
una certa altezza condotta, fu di nuovo
diſfatta l'anno 1688., ed allora con l'oc-
caſione delle Reali Nozze del Gran Princi-
pe Ferdinando di Toſcana colla Gran Prin-
cipeſsa Violante Beatrice di Baviera fu di-
pinta a freſco, come ritrovaſi di preſente.

Le ſtatue, che erano nell'antica facciata
Gottica, parte altrove, ed una porzione
dentro la Chieſa in nicchie furono colloca-
te; e tra queſte i quattro Evangeliſti alti
più del naturale fatti da Donatello, i qua-
li oggi ſi veggono nelle Cappelle della Tri-
buna di mezzo.
Per ſette gran Porte vi ſi
ha l'ingreſso, tre delle quali nella faccia-
ta, e quattro lateralmente, abbellite di
vaghi lavori, ed intaglj, tra' quali è mol-
to in pregio una Madonna di marmo alta
più del vivo con due Angioli in atto rive-
rente di Giovanni da Piſa, ſopra la Porta
dirimpetto alla Canonica; e la Nunziata
di Moſaico di mano del Ghirlandaio ſopra
la Porta del fianco verſo la via de' Servi.

Rileva ſopra queſto Edifizio la gran Cupo-
la di figurà ottagona, la cui bellezza, e
grandezza rende l'occhio di chi la mira
1 per lo ſtupore attonito; per quanto ſe
ne ragioni, ſi giunge mai a lodarne una
parte
.
Queſta è la Cupola si famoſa, del-
la quale il divin Michelagnolo ebbe a di-
re, poterſi appena imitare, non che ſupe-
rare coll'arte.
Finalmente l'Architettura
di tutto queſto compoſto è oltremodo ma-
raviglioſa; imperciocchè in quell'età coſtu-
mandoſi di fabbricare alla Gotica, fu al
certo mirabil coſa, che gl'ingegnoſi Ar-
tefici ſi diſcoſtaſsero da una maniera si bar-
bara, ed all'ottima degli antichi Romani
s
'avvicinaſsero.
Or queſto grande Edifizio
ebbe cominciamento l'anno 1294. o come
altri con maggior ragione vogliono l'anno
1296. eſsendo prima in queſto luogo una
non piccola Chieſa molto divota, eretta in
onore di Santa Reparata, per ricordanza
dell'inſigne Vittoria ottenutaſi l'anno 407.
nel giorno a lei dedicato, contra Radagaſio
Re de' Goti.
Il primo Architetto fu Ar-
nolſo diſcepolo di Cimabue, ſotto la dire-
zione del quale incominciataſi queſta Fab-
brica, in cencinquantaquattr' anni fu da
altri valenti uomini ſuoi ſucceſsori quaſi
all'ultima perfezione condotta.
Ma la gran
Cupola fu parto dell'ingegno maraviglioſo
di Filippo di Ser Brunelleſco, Architetto,
che ne' ſuoi tempi non ebbe uguale.
La
Lanterna di eſsa fu meſsa ſu da Baccio d'
Agnolo, e la Palla, e la Croce da An-
drea Verrocchio.
Ammirata l'eſterior bel-
lezza entreremo in Chieſa, il pavimento
della quale è tutto di marmi di varj colo-
1 ri, diviſati con mirabil diſegno. Quello
della Navata di mezzo è di Franceſco da
San Gallo, e quello intorno al Coro è fat-
to col diſegno di Michel'Angelo, ed il
rimanente credeſi di Giuliano di Baccio d'
Agnolo
.
Quivi prima d'ogni altra coſa,
potrà l'erudito Foreſtiero volger l'occhio
alle varie Iſcrizioni, e memorie, che vi
ſi trovano.
A man deſtra evvi il Ritratto
del menzionato Brunelleſco ſcolpito in mar-
mo; a cui ſegue il Ritratto di Giotto re-
ſtauratore della Pittura, con Epitaffi, il
primo di Carlo Aretino, il ſecondo d'A-
gnolo Poliziano.
Succedono altre memorie
d'uomini illuſtri, come di Pier da Farne-
ſe Capitano de' Fiorentini, di Fr. Luigi
Marſilj eminente Teologo, del Cardinal
Pietro Corſini, e dopo queſto l'Effigie ſcol-
pita in marmo del gran Marſilio Ficino rin-
novatore della Filoſofia di Platone.
Cosi a
mano ſiniſtra ſono dipinte due figure, rap-
preſentanti Niccolò da Tolentino, e Gio-
vanni Acuto; e dirimpetto al Farneſe è
ſituato il Depoſito di Don Pietro di Tole-
do Vicerè di Napoli.
Merita anche oſser-
vazione un quadro antico, in cui è dipin-
to il divino Poeta Dante, quivi eſpoſto per
Decreto della Repubblica Fiorentina, qua-
le è l'unica memoria pubblica, che vi ſia
di queſto Maeſtro della Toſcana Poeſia.

E' queſta Chieſa diviſa in tre Navate, al-
le quali corriſpondono tre Tribune di for-
ma ottagona, e in ciaſcuna d'eſse ſono
cinque Cappelle.
Nella Cappella del San-
1 tiſſimo vi è un Cenacolo con due altri qua-
dri laterali di mano di Bernardino Poccet-
ti, e nella Cappella di San Giuſeppe v'è
il quadro dell'Altare, che rappreſenta l'
immagine di detto Santo, opera di Loren-
zo di Credi.
s'innalza ſopra le dette Tri-
bune la gran Cupola, per di dentro tutta
dipinta con maraviglioſa invenzione da Fe-
derigo Zuccheri, e da Giorgio Vaſari.

Corriſponde per di ſotto il Coro, diſegno
di Filippo Brunelleſco, eſeguito da Giuliano
di Baccio d'Agnolo, della medeſima forma
d'ordine Ionico, e di marmi di varj colori.

Reſta queſto coronato da un belliſſimo fre-
gio, ſoſtenuto da più colonne, l'imbaſa-
mento delle quali è arricchito di baſſirilie-
vi, parte de' quali ſono di Baccio Bandi-
nelli, e parte di Giovanni dell'Opera.
In
teſta del medeſimo Coro ſi vede un Criſto
Crocifiſso, di mano di Benedetto da Ma-
iano, Scultore antico e valente.
Poſano
ſopra l'Altare tre grandi Statue di mar-
mo, ſcolpite da Baccio Bandinelli, rappre-
ſentanti Iddio Padre in atto di ſedere, ed
a' ſuoi piedi un Criſto morto, ſoſtenuto
da un Angiolo.
Due figure in vero belliſ-
ſime, e condotte dal medeſimo Baccio a
maggior perfezione delle prime, rappreſen-
tanti Adamo, ed Eva col Serpente, erano
collocate dietro queſto Altare, in luogo
delle quali ſtate rimoſse, e poſte nella gran
Sala di Palazzo Vecchio, fu meſsa una Pie-
di mano del Buonarroti, che, ſebbene
non condotta a fine, moſtra tuttavia l'ec-
1 cellenza del Profeſsore. Ne' pilaſtri delle
Tribune, come ancora nelle mura delle
navate ſi vedono alcune nicchie, o taber-
nacoli di marmo miſto, entro de' quali
ſono gli Apoſtoli, ſcolpiti in marmo da
Maeſtri eccellentiſſimi, cioè: Il S. Iacopo
ſcultura di Iacopo Tatti Fiorentino, detto
il Sanſovino, il S. Matteo di Vincenzio
Roſſi, il S. Andrea di Andrea Ferrucci,
il S. Tommaſo di Vincenzio Roſſi, il
S. Pietro del Bandinelli, il S. Giovanni
Evangeliſta di Benedetto da Rovezzano, il
S. Iacopo Minore, e il S. Filippo di Gio-
vanni dell'Opera.
Ha queſta Baſilica due
Organi, che ſono di rariſſima perfezione,
e la Porta di bronzo della Sagreſtia tutta
ſtoriata di ſacre Immagini, inſigne lavoro
di Lorenzo Ghiberti; ed altre opere degne
di ſtima, le quali potrà il Foreſtiero da ſe
medeſimo oſservare.
Una ſola coſa parmi
neceſſario avvertire, ed è, che ſe per ſor-
te quivi non ſi vedranno in gran copia gli
abbellimenti eſteriori, che a' noſtri tempi
ſi coſtumano, ſi ſcorgerà nondimeno un
bel compoſto, a cui tutte le parti nobil-
mente corriſpondono, ed una maeſtoſa bel-
lezza, che, ſenz' altro ornamento, l'oc-
chio ſommamente diletta.
Oltre però il
materiale, degna ſi è queſta Chieſa di ſom-
ma venerazione per le inſigni Reliquie di
tanti Santi, che vi ſi adorano.
Sono tra
eſse le più coſpicue, una parte della Cro-
ce, un Chiodo, e una Spina della Coro-
na di Noſtro Signore, ripoſte in Reliquia-
1 rj di gran pregio. Evvi il Corpo di S. Za-
nobi Veſcovo Fiorentino, e di molti altri
ſuoi ſucceſsori, e diſcepoli; di S. Podio,
di S. Stefano nono Pontefice, e de' Santi
Martiri Abdon, e Sennen.
Evvi inoltre un
Pollice di S. Gio. Batiſta, con alquante ſue
Ceneri; una parte di Braccio di Sant'An-
drea Apoſtolo, ed altre ancora ſenza nu-
mero deſcritte già dall'Arcidiacono Mi-
nerbetti
.
Ma non minor venerazione le ren-
de il Divin culto, che da tanti ſacri Mi-
niſtri religioſamente s'oſserva.
Quaranta-
due Canonici, e fra queſti cinque Digni-
; ſeſsanta e più Cappellani; cento Che-
rici Eugeniani, e nelle feſte e ſolennità ac-
creſcendo il numero ſeſsanta altri Cherici
del nuovo Seminario Fiorentino, celebran
quivi continovamente gli Ufizj Divini,
con tal decoro, e ſplendore, che quello
d'ogni altra Cattedrale d'Italia non ſolo
agguaglia, ma ſupera di gran lunga.
Ol-
tre di ciò, che queſta Chieſa s'è renduta
celebre per molti, e ſingolari avvenimenti
quivi accaduti ne' ſecoli trapaſsati.
Fra
queſti parmi notabile, che quivi Federigo
Terzo Imperatore, inſieme col Re d'Un-
gheria, e il Duca d'Auſtria, creaſse più
Cavalieri a Spron d'Oro, e molti di que-
ſta Patria: che Carlo Ottavo vi ſtabiliſse
concordia co' Fiorentini: che due Sommi
Pontefici Martino V. ed Eugenio IV. ſolen-
nemente vi celebraſsero.
Che Pio II. e Leo-
ne X. v' aſſiſteſsero più volte alle ſacre fun-
zioni: ma più d'ogni altro, che quivi ſi
1 celebraſse l'anno 1439. il Concilio Ecume-
nico Fiorentino, famoſo per l'intervento
del mentovato Eugenio IV. dell'Impera-
tor Paleologo, del Patriarca di Coſtantino-
poli, e di tanti Primati della Grecia; ma
più famoſo per l'unione ſtabilitavi della
Chieſa Greca colla Latina, ſiccome dall'
Inſcrizione in marmo preſſo alla Sagreſtia
ſi può vedere.
Per queſte, ed altre cagio-
ni non è maraviglia, ſe queſta Chieſa go-
de inſigni prerogative, tralle quali è mol-
to ſingolare, che tanti Cherici, dopo il
ſervizio di nove anni preſtato alla medeſi-
ma, per Bolla d'Eugenio IV. e per con-
ferma di detta Bolla fatta da S. Pio V. do-
po il Concilio di Trento, vengano promoſ-
ſi al Sacerdozio, benchè non ſiano provve-
duti di alcun Benefizio, o d'altra rendita
Eccleſiaſtica
.
Uſcendo di Chieſa trovaſi
appreſso il
A 4 de
per
A 5 ri,
tiſ-
A 6 cel-
rj
ce-
CAMPANILE, la cui circonferenza è cen-
to braccia, e l'altezza cenquarantaquattro.

E` in iſola da ogni parte fino da' fonda-
menti, ed è incroſtato tutto di marmi di
diverſi colori, con bel diſegno diſtinti.

In quattro nicchie da ogni lato poſano
quattro Statue, delle quali quelle che ri-
guardano la Piazza, e l'altre due ſopra la
Porta ſono di mano di Donatello.
Fu con-
dotta queſta gran Torre col diſegno di Giot-
to, ed è si vaga, e si mirabile la ſua ſtrut-
tura, che certamente nel Mondo non ſi
trova l'eguale.
Dirimpetto alla Chieſa del
Duomo, è quella di
SAN
1
SAN GIOVANNI antico Battiſtero, e non
già come alcuni hanno creduto con inſuſſi-
ſtenti ragioni Tempio di Marte; poichè ta-
le da' più culti eſtimar non ſi può per
gli errori che ravviſanſi nella ſua interna
Architettura
.
Eſso è di forma ottagona,
ed in queſta guiſa ſi ſolevano in antico fab-
bricare i Tempi per uſo del Batteſimo.

Per di fuora è iſolato, ed incroſtato di
varj marmi.
Per tre Porte vi ſi ha l'in-
greſſo, l'impoſte delle quali tutte di bron-
zo, ſono di maraviglioſa bellezza, e
con tal maeſtría lavorate, che Michelagno-
lo Buonarroti ſoleva dire, che ſarebbero
ſtate bene alle Porte del Paradiſo.
Quella,
che riguarda la Chieſa del Duomo, e al-
tresì quella dirimpetto all'Opera, ſono
ambedue condotte da Lorenzo Ghiberti,ma
la terza più antica fu fatta da Andrea Pi-
ſano
.
Sono effigiate in eſse alcune Storie
del Teſtamento Vecchio, e Nuovo, di
baſsorilievo, fatte con tale eccellenza,
che reſta l'occhio attonito per lo ſtupore.

Sopra la Porta principale vi ſono tre Sta-
tue di marmo, che rappreſentano il Batte-
ſimo di Criſto, incominciate dal Sanſovi-
no, e perfezionate da Vincenzio Danti, di
cui ſono l'altre tre Statue di bronzo, rap-
preſentanti la Decollazione di S. Gio. Bati-
ſta ſopra la Porta, che è dirimpetto al
Bigallo
.
Ma ſopra la Porta verſo l'Opera
ſono maraviglioſe le tre figure di bronzo,
che rappreſentano S. Gio. Batiſta, che di-
ſputa con un Fariſeo, e con un Dottore
1 della Legge antica, e ſono di mano di
Giovanfranceſco Ruſtici.
Poſsono ancora
notarſi le due Colonne di Porfido, poſte
avanti la Porta principale, donate gia da'
Piſani alla Città di Firenze: e le catene,
che pendono, con altre, che ſi veggono
ad alcune Porte della Città, ſono un tro-
feo del valor Fiorentino quando conquiſta-
rono il Porto Piſano, che ſervivano a chiu-
derlo
.
Entrando in Chieſa ſi vedono ſedici
groſse Colonne di belliſſimo granito, con
Capitelli, e Pilaſtri, ſopra de'quali ricor-
re un terrazzino, che circonda quaſi tutta
la Chieſa.
Sotto l'Arco della Tribuna,
ove è ſituato l'Altar maggiore, è ſtata
ultimamente alzata la Statua di marmo del
Precurſore, in atto d'eſser portato alla ce-
leſte Gloria, con più Angioli pur di mar-
mo, opera tutta di Girolamo Ticciati, ce-
lebre Scultore, e Architetto de' noſtri tem-
pi; di cui pure è lo ſpazioſo Presbiterio e-
retto davanti il predetto Altar maggiore,
lavorato di finiſſimi marmi, ed arricchito
di medaglioni, e di Baſſirilievi di marmo.

La volta poi è tutta fatta a Moſaico, per
opera d'Andrea Tafi, diſcepolo di Cima-
bue, che in quei tempi ebbe la ſua ſtima.

Vi è in oggi, oltre varj ornamenti un Bat-
tiſtero molto vago, e di belliſſimi marmi
adorno, nella nicchia del quale vi è un
S. Gio. Batiſta di marmo fatto da Giuſeppe
Piamontini valente Scultore.
Ed è da no-
tarſi, che un magnifico Battiſtero era pri-
ma nel mezzo del Tempio, della forma
1 ottagona del quale n' è rimaſto il ſegno.
Dirimpetto al detto Battiſtero vi è il ſe-
polcro ornato di varie Statue di Baldaſsar
Coſsa, già Papa ſotto nome di Giovanni
Vigeſimoſecondo, o come altri vogliono,
Vigeſimoterzo, morto in Firenze l'anno
1419. dopo aver rinunziato il Pontificato
avanti al Concilio di Coſtanza.
L'intaglio
di queſto Sepolcro è opera di Donatello ce-
lebre Scultore de' ſuoi tempi, di cui pari-
mente è la S. Maria Maddalena Penitente
in un bell'Altare fatto modernamente.
Fi-
nalmente in queſto Tempio ſono molte Re-
liquie inſigni, e ſpecialmente il Dito indi-
ce di S. Gio. Batiſta, e un Braccio di S. Fi-
lippo Apoſtolo, che ſi tengono in ſomma
venerazione, come altresì molte ſupelletili
ſacre, e argenti d'ineſtimabil valore.
U-
ſcendo di Chieſa per la Porta dall'Opera,
ſi trova una Colonna poco diſtante, eret-
ta in quel luogo l'anno di noſtra ſalute
408. per ricordanza di quell'inſigne mira-
colo, che ſecondo alcuni operò S. Zanobi
Veſcovo Fiorentino, alloraquando trasferen-
doſi alla Chieſa di S. Salvatore il ſuo Cor-
po dall'Inſigne Collegiata di S. Lorenzo,
nel toccar quivi la Bara un Olmo ſecco in-
contanente divenne freſco, e verdeggiante.

Si vede addirimpetto il
del-
ot-
PALAZZO DELl'ARCIVESCOVO, fatto
col diſegno di Gio. Antonio Doſi, che ha
la ſua entratura nell'altra ſtrada, ed è oſ-
ſervabile la magnifica Scala, e l'Atrio,
1 che mette nella gran Sala, dipinto eccel-
lentemente da Pietro Anderlini, a ſpeſe di
Monſig. Giuſeppe Maria Martelli, a cui
dobbiamo ancora il riſtoramento di
che
SAN SALVADORE, Chieſa tenuta da una
divotiſſima Congregazione di Sacerdoti uti-
li molto alla diſciplina Eccleſiaſtica, ed è
ornata di Pitture a freſco de' migliori Pro-
feſsori di queſti tempi.
Andando per via
de' Martelli, s'incontrano le Abitazioni
de' Martelli, e degli Arnaldi, nella pri-
ma delle quali eravi una Statua di Dona-
tello, la quale al preſente ritrovaſi nel
Palazzo del Sig. Bali Martelli, ed è credu-
to il più eccellente lavoro del ſuo ſcarpel-
lo; e nella ſeconda vi ſono eſquiſite Pit-
ture, ed Arredi di molto pregio.
Indi
trovaſi la Chieſa de' Geſuiti detta
SAN GIOVANNINO, dedicata a S. Gio-
vanni Evangeliſta.
Era queſta Chieſa aſsai
piccola, prima che foſse conceduta a' det-
ti Padri; ma intorno all'anno 1580. col-
l'opera, e col diſegno di Bartolommeo
Ammannati, celebre Scultore, e Architet-
to Fiorentino, ſu oltremodo accreſciuta, e
adornata
.
Imperciocchè quell'Artefice mol-
to pio, e religioſo, a niuna ſpeſa e fatica
perdonò, perchè queſt' opera foſse condot-
ta al ſuo fine.
Ammirano gl'intendenti
l'eſquiſitezza dell'Architettura, ed il bel-
l'ordine di tutte le parti di queſto ſacro
Edifizio
.
Ha la facciata aſsai vaga, tutta
1 di pietre ſerene, e dentro vi ſono nelle
Cappelle varj ornamenti di ſtucchi, con
belle Tavole; in una delle quali di mano
d'Aleſsandro Allori, detto il Bronzino,
è dipinta la Cananea; in un'altra, che è
la prima a mano deſtra, la tavola dell'
Altare è del Paſſignano, e nella Cappella
degli Ammannati v'è un'altra Tavola di
Aleſsandro Allori, rappreſentante la Sto-
ria de' figli di Zebedeo.
l'Altar maggio-
re è ſtato modernamente rinnovato, la di
cui Tavola di un Crocifiſso, è di mano
di eccellente Profeſsore.
Vicino a queſta
Chieſa, ed al principio di Via Larga è il
famoſo
di
PALAZZO DE' MEDICI, oggi del Mar-
cheſe Riccardi, fatto già fabbricare da Co-
ſimo Padre della Patria, col diſegno di
Michelozzo
.
Non può ſpiegarſi abbaſtanza
quanto ſia bello, e magnifico, puo
comprenderlo facilmente chi non lo mira.

Vedonſi le due facciate tutte di pietre forti
in tre ordini diviſate.
Dal piano della ter-
ra fino alle prime fineſtre l'ordine è ruſti-
co, o Toſcano, con bozze aſsai rilevate.

Sopra di queſto ſegue il Dorico, a cui ſuc-
cede il Corintio; ma in fronte di nobi-
le Edifizio, vedeſi un Cornicione d'incre-
dibil vaghezza, che da pertutto lo circon-
da
.
Nonmeno vaghe ſono le fineſtre da baſ-
ſo, gli ornamenti delle quali, come al-
tresì il Cornicione, ſi credono fatti col
diſegno del Buonarroti.
Entrando per la
1 porta principale trovaſi la prima Loggia,
nel fregio della quale ſono alcuni tondi,
entrovi figure di marmo di Donatello, e le
pareti tutte furono fatte adornare l'anno
1719. dal Marcheſe Franceſco Riccardi, di
Baſſirilievi, di Statue, di Buſti, e d'In-
ſcrizioni antiche Greche e Latine, a fog-
gia di Muſeo.
A man deſtra vi è una Sca-
la molto comoda, e nobile fatta col diſe-
gno di Gio. Batiſta Foggini Scultore e Ar-
chitetto Fiorentino.
E` pure a man ſiniſtra
una Scala belliſſima fatta a chiocciola, che
dal terreno conduce fino alla ſommità del
Palazzo
.
Penetrando poi nelle ſtanze, quan-
ti ornamenti di pregio vi s'ammirano!

Quante prezioſe ſupellettili degne di tanto
Palazzo
!
Vedraſſi la belliſſima Galleria di-
pinta nella volta a freſco da Luca Giorda-
no famoſo Pittore, e in eſsa una bella,
e copioſa raccolta di Cammei, e d'inta-
glj, di Medaglie, e altre prezioſe anti-
chità; allato alla quale è una copioſa, e
ſcelta Libreria e di manoſcritti, e di libri
impreſſi, parte della quale fu meſsa inſie-
me dal celebre Riccardo Riccardi, e parte
fu già del Senator Marcheſe Vincenzio Cap-
poni, da cui l'ereditarono i preſenti poſ-
ſeſsori, i quali vanno ſempre aumentando-
la
.
Si mireranno inoltre i nuovi accreſci-
menti di ſervizj baſſi molto comodi; e fi-
nalmente ſi vedrà creſciuta doppiamente la
principal Facciata verſo la Via Larga,
coll'iſteſs'ordine, e Architettura dell'an-
tica
.
E` famoſo queſto Palazzo, non ſolo
1 per la ſua bellezza, ma eziandio per eſse-
re ſtato in ogni tempo ricetto di grandiſ-
ſimi perſonaggi, eſsendoviſi trattenuti Som-
mi Pontefici, Imperadori, e , oltre un
novero grande di Principi (di che ſi leg-
ge la memoria in un Cartello di marmo
nel primo Cortile, fatta dal celebre Aba-
te Antommaria Salvini) e per molti av-
venimenti accadutivi, e deſcritti larga-
mente dal Giovio, e da varj Scrittori de'
tempi andati.
Dirimpetto a queſto ſi vede il
per-
per
PALAZZO fatto fabbricare dal Cardinale
Bandino Panciatichi, col diſegno del Ca-
valier Carlo Fontana, e appreſso il
PALAZZO del Marcheſe Pier Luigi Cap-
poni, con bella facciata di Gherardo Sil-
vani, che è ſtato internamente accreſciuto
e rimodernato nel Cortile che è diſegno di
Luigi Orlandi: e di poi s'incontra il
PALAZZO del Marcheſe Prior Ruberto
Capponi fatto col diſegno di Ferdinando
Ruggieri
.
Quindi dalla medeſima parte ſi
trova il
PALAZZO de' Marcheſi Coppoli eretto con
vago e bel diſegno del Silvani Architetto
Fiorentino, ultimamente accreſciuto e den-
tro e fuori quaſi della metà, dal fu Sena-
tor Cammillo Coppoli.
E ſeguitando il
cammino dalla parte oppoſta s'incontra
la
1 LIBRERIA O BIBLIOTECA MARUCELLIA-
NA ſondata a pubblico vantaggio dal ſu
Franceſco Marucelli, ed aumentata da Mon-
ſignor Franceſco Marucelli, la quale ſta
aperta la mattina ne' giorni di Lunedì,
Mercoledì, e Venerdì, ne' quali non è a-
perta la Biblioteca Magliabechiana.
E paſ-
ſeggiando tutta quella bella ſtrada piena
di nobili Abitazioni, ſi giunge alla Piaz-
za, e Chieſa di
LI-
SAN MARCO de' Padri Domenicani del-
l
'Oſservanza.
Tra gli ornamenti più ſin-
golari vi s'ammirano le belle Tavole, tut-
te di mano d'eccellenti Maeſtri.
Nell'en-
trare a man deſtra, vi è una divota Ma-
donna di Piero Cavallini Romano, che per
venerazione ſta coperta.
La ſeconda, dov'
è dipinto S. Tommaſo d'Aquino, è di San-
ti di Tito.
La terza è del celebre Fr. Bar-
tolommeo della Porta.
Nella quarta ſi ve-
de una Madonna lavorata a Moſaico.
E
finalmente la quinta, dov'è S. Domenico,
è di mano di Matteo Roſselli.
Parimente
a man ſiniſtra la prima è del Paggi Lom-
bardo: la ſeconda del Paſſignano: la ter-
za del lodato Fr. Bartolommeo: e la quar-
ta del Cigoli: dopo la quale ſegue la bel-
liſſima Cappella di S. Antonino Arciveſco-
vo di Firenze, fatta fabbricare con ſomma
magnificenza da Averardo, e Antonio Sal-
viati
.
Ella è tutta di marmi nobilmente
lavorati col diſegno di Giovanni Bologna.

Tre belle Tavole di Pittori eccellenti ne
1 adornano vagamente le tre facciate; quel-
la di mezzo è opera d'Aleſsandro Allori,
quella che rappreſenta il Lebbroſo riſanato
in cornu Evangelii, è di Franceſco Poppi,
l'altra di Batiſta Naldini.
In ciaſcuna di
queſte facciate ſi mirano due belliſſime Sta-
tue di marmo, che in tutto aſcendono al
numero di ſei, di mano del Francavilla,
diſcepolo del mentovato Giovanni Bolo-
gna, ed altrettanti Baſſirilievi di bronzo,
di mano di Fr. Domenico Portigiani, fatti
ſul diſegno del Maeſtro, da cui fu fatta
la Figura di bronzo ſotto l'Altare, che
rappreſenta il Santo giacente ſopra dell'Ur-
na, nella quale ſta ripoſto il di lui ſacro
Corpo
.
Finalmente corona queſta Cappel-
la una Cupoletta tutta adorna di ſtucchi,
e di vaghe Pitture, di mano del famoſo
Poccetti
.
Avanti a queſta Cappella ſon di-
pinte due Storie dell'Eſpoſizione, e Tra-
slazione di S. Antonino di mano del Paſſi-
gnano
.
Ella ha meritato d'eſser deſcritta
e pubblicata colla ſtampa dal celebre An-
tiquario Dottore Antonfranceſco Gori.
Al-
lato a queſta vi è la Cappella de' Serragli,
ancor eſsa ragguardevole, nonmeno per la
ſtruttura di finiſſimi marmi, de' quali ſino
al pavimento è ricoperta, quanto per varj
ornamenti di Statue, e di Pitture, che
nobilmente l'adornano.
La Soffitta è tut-
ta intagliata, e riccamente dorata, collo
sſondo aſsai ben condotto, uſcito dal pen-
nello di Gio. Antonio Pucci.
Segue dipoi
la Tribuna con un bello Altar maggiore
1 corredato di ricchiſſimi argenti. E` degno
di memoria, che qui furono ſepolti il Con-
te Giovanni Pico della Mirandola, che
fu chiamato la Fenice degl'ingegni, ed
Agnolo Poliziano uomo letteratiſſimo, e
ſingolare
.
Non meno però della Chieſa è
ragguardevole il Convento, fatto fabbrica-
re da Coſimo, e Lorenzo de' Medici, col
diſegno di Michelozzo.
Nel primo Chioſtro
ſono le lunette tutte dipinte da eccellenti
Maeſtri, e ſpecialmente da Bernardino Poc-
cetti, dal Roſselli, e dal Boſchi.
Bella e
copioſa Libreria vi ſi conſerva, ove fra gli
altri, ſono di pregio moltiſſimi Manoſcrit-
ti, alcuni de' quali è fama, che foſsero
già di Niccolò Niccoli, che è da annove-
rarſi fra quelli, da' quali le Lettere Greche
riconoſcono il loro riſorgimento.
Fu que-
ſto Convento ſempre tenuto in grande ſti-
ma, non ſolo per l'oſservanza reſtaurata-
vi da Fr. Girolamo Savonarola, ma ezian-
dio per avervi dimorato moltiſſimi Reli-
gioſi di ſanta vita, in converſazione de'
quali ſoleva Coſimo Padre della Patria ſpeſ-
ſe volte trattenerſi, vedendoviſi ancora le
ſtanze, ove abitava.
Dirimpetto a queſta
Chieſa per la Porta laterale è il Palazzo
altrimenti chiamato il
ador-
cor-
CASINO da S. Marco, fatto fabbricare
dal Gran Duca Franceſco I. intorno all'
anno 1570. col diſegno del Buontalenti.
E`
ſervito ne' tempi andati per abitazione de'
Principi del ſangue, eſsendo provveduto
1 di tutte le comodità, che a tali Perſonag-
gi ſi convengono; e preſentemente vi ſono
poſte le Compagnie della Guardia a caval-
lo di S. M. Imperiale.
Accanto a queſto
Caſino è degna di eſſer veduta la
di
COMPAGNIA DI SAN GIOVAN BATISTA,
detta dello Scalzo, per le molte eccellenti
Pitture a freſco d'Andrea Vannucchi, det-
to Andrea del Sarto, e del Franciabigio,
che ne adornano il Cortile.
Siccome la Ta-
vola, che rappreſenta San Giovambatiſta
in atto di battezzare il Salvadore nel Gior-
dano, la quale è di mano di Lorenzo di
Credi
.
Camminando per eſſa ſtrada a ma-
no deſtra ſi trova il
GIARDINO de' Semplici, che dal Gran
Duca Coſimo Primo con regia ſpeſa fu fab-
bricato
.
Belliſſimo è queſto in tutte le ſue
parti, e non minore è la bellezza di eſſo
per le Piante delle più rare, e ſingolari,
che nel Mondo ſi trovino; avvegnachè quel
magnanimo Principe, acciocchè in Firenze
non mancaſte a' Profeſſori di Medicina la
cognizione dell'Erbe, e Piante medicina-
li, da ogni parte più remota le fe venire,
e quivi con ſomma diligenza conſervare.

L'Anno 1718. fu traſferita in queſto Giar-
dino, per benigno Reſcritto di S. A. Reale
l'Accademia di Bottanica nuovamente in-
ſtituita, all'uſo e cuſtodia della quale S. M.
Imperiale con ſuo Motu proprio ha conce-
duto fin a nuovo ordine queſto Giardino.
Appreſſo vi è la
B
1
CAVALLERIZZA, ove ſono i Cavalli di
maneggio di S. M. Imperiale, che in gran
numero, ed in un luogo aſſai comodo vi
ſi mantengono.
In queſto luogo ancora ſi
apprende dalla Nobiltà Fiorentina, e fore-
ſtiera ſotto la direzione di un Cavallerizzo
ſpeſato da S. M. Imperiale l'Arte di ca-
valcare, e di correr la lancia.
A queſto
effetto fu dal Gran Principe Ferdinando fat-
to reſtaurare, ed accreſcere un bel loggia-
to, perchè nel tempo del crudo inverno,
o di pioggia, ſi poſſa tuttavia continova-
re un eſercizio si nobile.
Contiguo è il
SERRAGLIO de' Lioni, dove da molto
tempo in quà ſi ſon ſempre cuſtodite, e
mantenute molte Fiere indomite d'ogni
ſorta, come Lioni, Orſi, Tigri, Pante-
re, Tori ſalvatici, ed altri ſimili; i qua-
li di poi ſi eſercitano nelle Cacce, che
dentro un ampio Cortile, alla preſenza di
molti ſpettatori, ſi ſogliono fare.
E rie-
ſce oggi queſto luogo di più maraviglioſa
viſta, per eſſere ſtato notabilmente amplia-
to, ed abbellito in più parti all'uſo mo-
derno, eſſendo per altro antico in Firenze
il coſtume di cuſtodir ſimili animali.
Di-
rimpetto a queſto è lo
SPEDALE di San Matteo, altrimenti det-
to di Lemmo, poichè intorno all'Anno
1390. ſu fondato da Lemmo Balducci di
Monte Catini, dove ſon curati molti in-
fermi con gran diligenza, e carità: e per
la via detta del Cocomero ſi trova il
1
PALAZZO de' Marcheſi Gerini, ricco di
ſingolari Pitture, ed il
PALAZZO de' Baroni Ricaſoli, fabbrica-
to con buona Architettura moderna; ſic-
come il
TEATRO per le Opere, appartenente al-
l'antichiſſima Famiglia degli Ughi.
E ad-
dirimpetto vi è la
ABITAZIONE de' Gondi accreſciuta mo-
dernamente
.
E andando verſo la via de'
Servi, e quivi vicina la
OPERA DEL DUOMO, dove ſi conſerva-
no, oltre i ricchiſſimi Arredi Sacri, mol-
te Statue, e Baſſirilievi di gran pregio, ed
un Archivio di grande importanza.
Qui-
vi contiguo è il
PALAZZO del Senator Filippo, e Fratel-
li Guadagni, che ha nobile facciata, fat-
ta nello ſcorſo ſecolo con diſegno del Sil-
vani, e comodi, e vaſti appartamenti,
accreſciuti di freſco con una nuova ma-
gnifica ſcala dal Senatore Filippo Guadagni
vivente
.
Ma nell'entrare in Via de' Servi
a' incontra prima a man dritta la
ABITAZIONE de' Naldini fabbricata in
queſti tempi; e dipoi il
PALAZZO del Marcheſe Incontri, di mae-
1 ſtoſa Architettura Toſcana, in faccia al
quale vi ſono i
B 2 ſtoſa
PALAZZI di due rami della Famiglia de'
Pucci; il primo de' quali d'ordine com-
poſito è di Aleſſandro, e Fratelli Pucci,
diſegnato con bella, e vaga Architettura
dal famoſo Paolo Falconieri Cavaliere in-
tendentiſſimo; e l'altro accanto del Mar-
cheſe Emilio Pucci, che ha ſeguitato l'or-
dine del primo.
Tenendoſi però per la Via
de' Servi, a man dritta è la Chieſa di
SAN MICHELE VISDOMINI, dove abita-
no Monaci Celeſtini.
Sono in queſta da
oſſervarſi alcune Tavole molto belle, e
ſpecialmente la Natività di Noſtro Signo-
re di mano dell'Empoli; accanto alla
quale è una Vergine di mano d'Iacopo da
Pontormo aſſai ſtimata; ſiccome due Ta-
vole del Poppi, e una del Paſſignano.
Di-
poi volgendo ſi trova il
PALAZZO del Senator Marcheſe Loren-
zo, e Fratelli Pucci, che ha nobili appar-
menti, e ſi giugne all'Arciſpedale di
SANTA MARIA NUOVA, edificato dalla
nobil Famiglia de' Portinari intorno all'
Anno 1287.
La Facciata di queſto nobile
Edifizio, a cui fu dato principio nel ſe-
colo decimoſeſto col diſegno del Buontalen-
ti, è oltremodo mirabile.
Reſta nel mez-
zo del Loggiato la Chieſa, nelle pareti
1 della quale ſi vedono dipinte due Storie da
Lorenzo di Bicci, che rappreſentano la fun-
zione della Sagra, che già ne fece Marti-
no V. Sommo Pontefice.
Quattro belliſſi-
me Tavole ne adornano gli Altari.
Dalla
deſtra è la prima di mano del Ficherelli,
detto Ripoſo, e la ſeconda del Paggi.
A
man ſiniſtra la prima Tavola rappreſenta
un San Lodovico Re di Francia, che gua-
riſce dalle gavine, ed è fattura del Vol-
terrano; e la ſeconda, ov'è dipinta la
Depoſizione di Croce, è opera del Bronzi-
no
.
All'Altar maggiore fabbricato di mar-
mi Carrareſi, intarſiati di belliſſime pie-
tre, vi è un Ciborio parimente di pietre,
di pregio, e di bellezza non ordinaria.

Da un de' lati è lo Spedale degli Uomini,
e dall'altro quel delle Donne, ambedue
fabbricati colla medeſima Architettura.
Ed
avvegnache moltiſſimi infermi continova-
mente ci ſi ricevano, grandiſſime, e mol-
te ſono l'abitazioni con bell'ordine diſpo-
ſte, acciò facile rieſca agli Aſtanti il prov-
vedere detti infermi di quanto lorp abbiſo-
gna
.
In queſto luogo convivono ancora
moltiſſimi Giovani, che da varie parti
concorrono, per apprendere co' veri pre-
cetti la pratica della Medicina e della Chi-
rurgia, ſotto la diſciplina degli ottimi
Profeſſori, che vi ſi ſtipendiano; e pre-
ſtando nel medeſimo tempo il loro ſervi-
zio, ſempre lo rendono più celebre, non
ſolo in Firenze, ma per tutta l'Italia,
uſcendone Maeſtri eccellentiſſimi nell'Arte
1loro. Moltiſſimi ancora ſono i ſerventi,
che aſſiſtono notte, e giorno; molti i Me-
dici, che giornalmente intervengono alla
cura di queſt'infermi.
Molti gli ſpirituali
e temporali aiuti, che ſi ricevono in que-
ſto luogo, premendo alla Pietà ſingolare
di S. M. Imperiale la ſalute del corpo, e
il profitto degli Studenti, ma di lunga
mano aſſai più quella dell'Anima.
Non
deveſi pero tralaſciare, come per render
queſto Spedale in tutte le ſue parti rag-
guardevole, è ſtato nuovamente arricchito
di una copioſa Libreria pubblica, ripiena
ſpecialmente di Libri alla Medicina ſpet-
tanti, e di ogni ſorta di erudizione, ſic-
come di un bel Teatro anatomico; il tut-
to fabbricato con ſomma magnificenza, e
ſpeſa non ordinaria.
E dirimpetto all'abi-
tazione delle Monache ſerventi lo Spedale,
ſi vede la
del-
B 3 lo-
ABITAZIONE de' Bargigli fabbricata col
diſegno di Bernardino Ciurini.
Ma proſe-
guendo per la via detta di Sant'Egidio
fino al canto di via della Pergola, è de-
gno d'oſſervazione il
PALAZZO de' Martellini, grandemente
lodato dal Bocchi, e preſſo a queſto tro-
vaſi la detta Via della Pergola, dov'è la
Chieſa, e Oſpizio di
SAN TOMMASO d'AQUINO, in cui ri-
cevonſi tutti i poveri Pellegrini Oltramon-
1 tani, i quali con Patente del proprio Ve-
ſcovo, portanſi a viſitare i Luoghi Santi
d
'Italia.
E` grandiſſima la Carità, colla
quale da Perſone nobili, e pie ſon ricevu-
ti, e ſerviti, onde è, che ritornati alla
Patria quei, che vi furono ammeſſi, non
ſi ſaziano di commendarlo.
Si eſercitano
ancora in queſto luogo tutte le altre opere
di Miſericordia con ſingolar pietà, ed af-
fetto non ordinario.
La Chieſa è tutta in-
croſtata con buon guſto di ſcagliola, che
fa bella moſtra, e maſſimamente le due
Colonne dell'Altare finte di verde antico.

La Tavola è di mano di Santi di Tito; e
la volta è tutta vagamente dipinta.
Allato
a queſto Oſpizio è il
tani,
TEATRO per le opere, più di prima ab-
bellito, in occaſione delle Nozze del Gran
Principe Ferdinando di Toſcana, colla
Principeſſa Violante Beatrice di Baviera,
e modernamente colla protezione di S. M.
Imperiale reſtaurato co' palchetti nuovi di
muraglia dipinti dentro dal Gianrè, e fuo-
ri dallo Stagi, le figure della volta, e
tendone dallo Zocchi, l'Architettura dal
Mannaioni, e gli Scenari nuovi dal Bib-
biena
.
E proſeguendo per Via della Pergo-
la in quella di Cafaggiuolo, ſi vede la
CHIESA, e MONASTERO de' Camaldo-
lenſi
.
La Chieſa è ſtata rifatta di nuovo.
La volta è tutta dipinta a freſco di mano
di Aleſſandro Gherardini.
Anche il Mo-
1 naſtero è ſtato reſtaurato, e nella Libre-
ria, ove ſi conſervano rari MSS., è uno
sfondo di Luca Giordano.
Nell'orto ſi
vede il principio del famoſo Tempio del-
la Famiglia degli Scolari, tanto lodato da
Giorgio Vaſari, Architettura del Brunelle-
ſco
.
Rimpetto a queſto Monaſtero corri-
ſponde il
B 4 na-
PALAZZO de' Marcheſi Giugni, già de'
Firenzuoli, fatto col diſegno dell'Amman-
nato, edifizio in ogni parte ragguardevo-
le
.
Ed entrando in via de' Servi, evvi il
PALAZZO de' Marcheſi Niccolini, fatto
con buon diſegno; e adorno di molte Sta-
tue antiche, oltre uno ſtudio copioſiſſimo
di Medaglie.
E verſo la Nunziata ſi trova
la Chieſa della
CONCEZIONE, Congrega di Sacerdoti
nobilitata di fabbrica in queſti tempi.
E
quaſi addirimpetto il
PALAZZO de' Grifoni molto nobile, e
ſignorile, che i Padroni dicono eſſerne ſta-
to l'Architetto il Buontalenti.
Eſſo intro-
duce in una Piazza, che ha preſo il nome
dalla vicina Chieſa della Nunziata.
E` que-
ſta da due lati chiuſa da due gran Log-
ge, il diſegno delle quali è del famoſo
Brunelleſco
.
Nel mezzo di eſſa ſopra una
Baſe di marmo ſi erge un bel Cavallo, ſo-
pra il quale è la Statua di Ferdinando Pri-
1 mo Gran Duca di Toſcana, gettato in
bronzo da Giovanni Bologna Fiammingo,
celebre Scultore.
Sono bensì di Pietro Tac-
ca le due Fontane di bronzo, che adorna-
no la medeſima Piazza.
Sotto una di que-
ſte due Logge vi è lo
mo
SPEDALE degl'Innocenti, aſſai celebre
per l'inſigne carità, che vi ſi eſercita di
allevare moltiſſimi fanciulli eſpoſti, che
ſenza un tal aiuto, facilmente perirebbe-
ro
.
Fu fondato queſto Spedale intorno al-
l'Anno 1420., e ne diede il diſegno il
poc'anzi nominato Brunelleſco.
Le ſue
abitazioni ſono aſſai comode, e ben diſpo-
ſte
.
Nelle due Chieſe, che una è per gli
Uomini, e l'altra per le Donne, molte
belle Pitture ſi trovano; come altresì nel
loggiato di mano di Bernardino Puccetti ſi
vedono alcune Pitture a freſco.
E` gover-
nato queſto Spedale da perſone nobili.

Preſeggono queſte al governo di moltiſſi-
me Perſone preſſo al numero di tremila,
oltre la ſoprintendenza di altri Spedali ad
eſſo ſubordinati.
In faccia poi alla mede-
ſima Piazza ſi trova la Chieſa della San-
tiſſima
NUNZIATA; nella deſcrizione della qua-
le mi ſia lecito, che per breve ſpazio di
tempo io mi dilunghi fuor dell'uſato.
Era
queſta Chieſa ne' tempi antichi un piccolo
Oratorio poſto fuor di Firenze, in queſto
luogo, che era detto il Cafaggio.
Or ta-
1 le piccolo Oratorio con alcuna parte di
terreno ivi contiguo, fu conceduto a quei
ſette nobili Fiorentini, che abbandonata
la Patria, ſi erano ritirati nell'aſpro Mon-
te Senario, ove menando vita eremitica,
e ſolitaria, avevano fondata la Religione
de' Servi di Maria, ed il motivo fu, ac-
ciò quei buoni Religioſi, che da per tutto
aveano ſparſa la fama della lor ſantità,
più da vicino ſantificaſſero col loro eſem-
pio i loro Concittadini.
Ma perchè trop-
po anguſto era quel luogo, in riguardo al-
le molte perſone, che vi erano venute ad
abitare, fu di biſogno fabbricar nuovo
Convento, e nuova Chieſa; al che fare,
la povertà di quei Religioſi baſtante non
era
.
Perciò ad un'opera buona e ſan-
ta, furono dal Sommo Pontefice tutt'i Fe-
deli eſortati, tra' quali ſopra di ogni al-
tro ſi ſegnalo Chiariſſimo Falconieri nobi-
liſſimo Cittadino di queſta Patria, creduto
Padre di Santa Giuliana, e Fratello del
Beato Aleſſio; imperciocchè a niuna ſpe-
ſa, o fatica perdonando, ſomminiſtrò qua-
lunque ſoccorſo più opportuno, perchè tal
opra foſſe al ſuo fine condotta.
Terminata
la fabbrica, avvenne quel gran prodigio,
per lo quale è celebre queſta Chieſa per
tutto il Mondo.
Avevano quei buoni Pa-
dri dato a dipingere a freſco ad un Pittore
(di cui ancora è incerto il nome; altri
chiamandolo Bartolommeo, altri Giovan-
ni, altri credendolo Pietro Cavallini Ro-
mano) un'Immagine di Noſtra Signora in
1 atto di eſſere dall'Angiolo Annunziata. Il
buon Pittore, che la figura dell'Angiolo
avea compita, e rimanevagli ſolo ad effi-
giare della gran Vergine il Volto, ſtava
fra ſe ſteſſo dubbioſo, con qual arte poteſ-
ſe eſprimere quell'Aſpetto Divino, che i
Serafini innamora.
In queſto mentre fu ſo-
praffatto dal ſonno, da cui ſvegliatoſi,
mirò toſto con ſuo ſtupore colorito il bel
Sembiante della gran Vergine Madre di tal
bellezza, e tanta divozione ſpirante, che
ſolo doveſſe crederſi coſa di Paradiſo.
At-
tonito dunque, e ſorpreſo da maraviglia
incredibile, ad alta voce grido più volte:
Miracolo, Miracolo.
Il che ſentito da' cir-
coſtanti, e dipoi ſparſoſi per la Città, ca-
gionò ſubitamente un tal concorſo di Po-
polo, che ben toſto ne fu la Chieſa ripie-
na: e perchè niuno di queſto fatto dubitar
poteſſe, operò Iddio per mezzo di queſta
Immagine infiniti miracoli, che tuttavia,
mercè della Divina bontà, vanno creſcen-
do in gran numero.
Ora venendo noi al-
la deſcrizione della Chieſa: Vedeſi al pri-
mo ingreſſo un bel Loggiato con belle e
ben proporzionate Colonne, fatto fabbrica-
re dalla Famiglia de' Pucci con diſegno del
Caccini ſcultore.
Sotto il Loggiato ſono
tre Porte.
Quella a man deſtra conduce
nella Cappella di San Baſtiano dell'iſteſſa
Famiglia Pucci, eretta ancor eſſa con di-
ſegno del ſopradetto Caccini, adorna di
tre belle Tavole, colorite da Maeſtri ec-
cellenti, e ſpecialmente quella di San Ba-
1 ſtiano di mano di Antonio del Pollaiolo,
ed altresì di alcune Statue di marmo di
mano del Novelli Scultore.
Vi ſono anco-
ra molte memorie di uomini illuſtri di que-
ſta nobil Famiglia, e ſpecialmente di Lo-
renzo, Roberto, e Antonio Pucci tre inſi-
gni Cardinali, che viſſero quaſi in un tem-
po medeſimo.
L'altra Porta a man ſini-
ſtra conduce in un Ricetto dov'e la Sagre-
ſtia, ed in un Chioſtro aſſai grande e va-
go
.
In faccia di queſto Chioſtro ſi vede
ſopra la porta, che va in Chieſa, la fa-
moſa Madonna del Sacco, dipinta da An-
drea del Sarto con tutta la perfezione dell'
arte
.
E` fama ſra gl'intendenti, che que-
ſta ſia la miglior opera, e più perfetta,
che quel famoſo Artefice conduceſſe.
E in
vero chiunque attentamente la mira, reſta
fuor di modo attonito per lo ſtupore; ond'è,
che Michel Agnolo Buonarroti, ed il ce-
lebre Tiziano non ſi ſaziavano mai di ri-
mirarla, e di commendarla in eſtremo.

L'altre Lunette del medeſimo Chioſtro ſo-
no ancor eſſe dipinte da buoni Artefici.
Il
Poccetti, e il Roſſelli grandemente vi fa-
ticarono, e molto ancora il Salimbeni Sa-
neſe
.
Sono in queſte effigiati i fatti più
ſingolari de' ſette Fondatori, e ne' peduc-
ci delle volte i Ritratti degli Uomini più
inſigni dell'Ordine de' Servi.
In queſto
Chioſtro è una gran Cappella in volta,
eretta già dalla Famiglia Macinghi, della
quale reſtano le Armi negli angoli, che
paſſata di poi in quei Religioſi, ſerviva
1 loro di Capitolo; ma adornata da eſſi mo-
dernamente, ed abbellita di Pitture a fre-
ſco per ogni parte; è ſtata deſtinata al cul-
to delle ſante Immagini de' ſette Beati
Fondatori del loro Ordine, dipinte in Ta-
vole di aſſai antica, e ſemplice maniera;
e perchè ſono oggi le dette Immagini aſſai
ſcolorite dal tempo, a fine di meglio con-
ſervarle, ſono ſtate unite tutte inſieme in
un Quadro, che poſa ſull'Altare, ma
ſpartite una dall'altra da un nuovo orna-
mento riccamente dorato, e coperte di cri-
ſtalli
.
La terza Porta del loggiato, che è
la principale, nel mezzo, conduce in un
piccol Cortile, o Chioſtro tutto dipinto
da' più rari artefici di quei tempi.
Que-
ſti ſono Andrea del Sarto (il ritratto del
quale ſcolpito in marmo coll'iſcrizione
vedeſi a mano ſiniſtra) Aleſſio Baldovinet-
ti, il Roſſo, Iacopo da Pontormo, il
Franciabigio, e Coſimo Roſſellini.
d'An-
drea è la Storia de' Magi, la Natività
della Madonna, quella ove ſi porge a ba-
ciare a' circoſtanti la Reliquia di San Fi-
lippo, con tutte l'altre a man ſiniſtra,
che i fatti più ſegnalati di San Filippo Be-
nizi mirabilmente rappreſentano.
d'Aleſ-
ſio Baldovinetti è la ſtoria della Natività
del Signore: del Roſſellini è quando San Fi-
lippo ha la viſione di Maria Vergine: del
Roſſo è l'Aſſunzione della Madonna: del
Pontormo la Viſitazione della medeſima:
e del Franciabigio lo Spoſalizio della Ver-
gine con San Giuſeppe.
Parimente in que-
1 ſto Cortile ſi vedono innumerabili Voti,
altri dipinti in tavole, altri eſpreſſi in fi-
gure al naturale.
Entrando in Chieſa, ve-
deſi al primo aſpetto la ſoffitta tutta d'in-
tagli dorati ſopra fondo bianco, nel mez-
zo della quale è un gran quadro, rappre-
ſentante l'Aſſunzione della Vergine al Cie-
lo, di mano del Volterrano.
Nelle pare-
ti, tra 'l fregio della ſoffitta, e il corni-
cione, ſono dodici quadri dipinti a freſco
dall'Ulivelli, dove ſi rappreſentano alcu-
ni Miracoli più ſingolari, operati per in-
terceſſione di Maria.
A man ſiniſtra nell'
entrare in Chieſa ſi trova la Cappella del-
la Santiſſima Nunziata (nel muro della qua-
le è dipinto il di lei Volto miracoloſo)
fatta di marmi vagamente intagliati col di-
ſegno di Michelozzo.
Quanto ſia ricca, e
adorna queſta Cappella non ſi può ſpiega-
re abbaſtanza.
E` l'Altare d'argento maſ-
ſiccio nobilmente lavorato, il gradino pa-
rimente d'argento, e tutto diviſato di
gioie e pietre prezioſe.
In un belliſſimo
Tabernacolo è una teſta del Salvadore mi-
rabilmente dipinta da Andrea del Sarto.

Sopra due gran pilaſtri poſa un ricco archi-
trave, o cornicione d'argento, da cui
pende una cortina di lavoro eccellente,
ſotto la quale una mantellina parimente
d'argento, che tien coperta la Sagra Im-
magine
.
Inoltre tanti e tanti ſono gli or-
namenti di queſta Cappella, che è mala-
gevole il poterli diſtintamente deſcrivere:
perchè i vaſi, i doppieri, le lampane tut-
1 te d'argento ſono moltiſſime; ſenza nu-
mero ſono i Voti, che vi ſi vedono appe-
ſi; in contraſſegno delle grazie, che dalla
Vergine ſi diſpenſano giornalmente.
Con-
tiguo alla detta Cappella, è un Oratorio
di forma quadrata nobilmente arricchito.

Ha le pareti incroſtate di pietre prezioſe,
e ſpecialmente d'agate, calcedonj orienta-
li, e diaſpri, che rappreſentano alcuni
ſimboli di Noſtra Signora.
Allato a queſta
Cappella vi è quella fatta fabbricare dal
Marcheſe e Senatore Franceſco Feroni, col
diſegno di Giovan Batiſta Foggini tutta in-
croſtata di marmi, e adorna di varie Sta-
tue; la Tavola dell'Altare è dipinta da
Carlo Lotti Pittor Veneziano con ſingolar
diligenza; di mano di Giuſeppe Piamonti-
ni ſono le due Statue rappreſentanti il Pen-
ſiero, e la Fortuna marittima, e di ma-
no dell'Andreozzi ſono l'altre due, che
figurano la Fedeltà, e la Navigazione.

Di Carlo Marcellini è il San Domenico,
e del Cateni il San Franceſco, e le Meda-
glie di bronzo dorato ſono di Maſſimilia-
no Soldani Benzi; le due Iſcrizioni, che
ſi vedono ſotto i due Depoſiti, ſono det-
tate dall'erudita penna del celebre Anton
Maria Salvini.
Seguitano appreſſo, ben-
chè con ordine aſſai diverſo, altre Cap-
pelle adornate di belle tavole, tralle qua-
li è molto ragguardevole quella del Giudi-
zio d'Aleſſandro Allori, detto il Bronzi-
no; quella della Crocifiſſione dello Strada-
no: e la quarta di Pietro Perugino, o co-
1 me altri vogliono, dell'Albertinelli. Sic-
come nella Croce della Navata è aſſai va-
ga la Cappella de' Tedaldi, eretta ad ono-
re di San Filippo Benizj, colla Tavola di-
pinta dal Volterrano, e con altre pitture
a freſco dell'Ulivelli.
Nel ricetto, che
torna accanto alla Cappella del Santo, e
per cui ſi va alla Sagreſtia, è collocato
un Buſto di terra cotta, rappreſentante
l'effigie di detto Santo in abito della Re-
ligione; e dall'inſcrizione, che vi fu po-
ſta ſotto, intagliata in lavagna, ſi dedu-
ce, che fu egli donato a quei Religioſi
dalla Famiglia de' Guicciardini, ſubentra-
ta già nella Caſa de' Benizj, de' quali era
il Santo, ove ſi era conſervato ab antico
in loro mano fino all'Anno 1592.
E da
queſta eſſigie è ſtata forſe ritratta quella
d'argento, la quale ſi eſpone ogni Anno
ſull'Altare nel giorno della ſua Feſta.

Ritornando a man deſtra, nella prima
Cappella della Famiglia del Palagio ador-
na di varj marmi, e una tavola dell'Em-
poli, che è ſtimata la miglior opera da
eſſo fatta.
Nella ſeconda vi è una Tavola
dipinta da Pier Dandini Profeſſore di mol-
to pregio.
Ma la terza Cappella tutta in-
croſtata di marmi con bel diſegno intaglia-
ti, e nobilmente arricchita, fu fatta fab-
bricare dal Marcheſe Fabbrizio Colloredo
del Friuli, col diſegno del Nigetti: la
Tavola è di mano del Vignali, e la Cu-
pola del Volterrano.
Ognuna delle ſeguen-
ti Cappelle ha qualche coſa di ſingolare,
1 ſpecialmente quella de' Bandinelli, prima
de' Pazzi, dov'è di marmo un Criſto
morto, ſoſtenuto da Dio Padre, opera in-
ſigne di Baccio Bandinelli.
In faccia a que-
ſta, è in luogo poco oſſervato la Cappella
di Santa Barbera; ove ſi vedono molte me-
morie ſepolcrali di Signori di conto di va-
rie Provincie Oltramontane, tra le quali
v'è il Ritratto dello Stradano Pittore aſſai
celebre in marmo.
Al fine della Navata,
ſi trova una Tribuna aſſai grande di figura
rotonda con bella Cupola, e rilevata, fat-
ta col diſegno di Leon Batiſta Alberti no-
bile Fiorentino, a ſpeſe di Lodovico Gon-
zaga ſecondo Marcheſe di Mantova.
E in
oggi queſta Tribuna tutta adornata di ſtuc-
chi, come altresi la Cupola, dipinta da
Baldaſſar Franceſchini, detto il Volterra-
no
.
Ha queſto inſigne Pittore dipinto la
Vergine, quando Aſſunta in Cielo vien
coronata dalla Santiſſima Trinità.
Intorno
intorno ha dipinti i Parriarchi, i Profeti,
e i Santi del Teſtamento Vecchio, con al-
cuni altri del Nuovo, che prima della
Vergine erano paſſati alla Gloria, receden-
do in queſto dall'uſo di quaſi tutti i Pit-
tori, che nel dipignere Storie antiche, me-
ſcolano ſpeſſe volte perſone, che viſſero
molti ſecoli dopo.
Finalmente in queſta
grand'opera è laudabile non meno l'in-
venzione, e il diſegno, che la vaghezza
del colorito.
Corriſponde alla Cupola il
Coro de' Frati, i quali, oltre al numero
di cento, con ſommo decoro, e con eſqui-
1 ſitezza di canto, vi celebrano gli Ufizj
Divini
.
Nove Cappelle ſi trovano intorno
al Coro, molte delle quali ſono adorne di
marmi, e di belliſſime Tavole.
Nella ſe-
conda Cappella a man deſtra vi è una Ta-
vola del Bilivelti, nella quale è dipinto
lo Spoſalizio di Santa Caterina.
Nella ter-
za la Tavola del Cieco nato è di mano
del Paſſignano.
Nella quinta, che fu già
fabbricata a proprie ſpeſe di Giovanni Bo-
logna, oltre l'eſſer tutta incroſtata di pie-
tre ferene, e marmi, ſono di ſtima gran-
de le Statue, i Baſſirilievi di bronzo, e le
tre Tavole, una del Paggi, l'altra del
Ligozzi, e la terza del Paſſignano: Sicco-
me è ammirabile il Crocifiſſo di bronzo,
fatto ſopra un modello dello ſteſſo Giovan-
ni Bologna.
Nella ſeſta la Tavola della
Reſurrezione è d'Agnolo Bronzino.
Nel-
l'ottava il San Michele di mano del Pi-
gnoni pittor celebre; e nella nona la Na-
tività di Maria Vergine, fatta da Aleſſan-
dro Allori, il cui figliuolo Criſtofano di-
pinſe uno de' quadri laterali, che è tenu-
to in gran pregio.
l'Altar maggiore è
molto ricco e magnifico.
Ha il Ciborio
grande d'argento, di bellezza, e di pre-
gio conſiderabile; ſiccome un Paliotto pa-
rimente d'argento con figure di baſſorilie-
vo, che ſolamente adopraſi nelle feſte ſo-
lenni, nelle quali, tanti ſono i vaſi, i
doppieri, le ſtatue, e gli ornamenti pre-
zioſi, che vi ſi vedono, che certamente
non hanno pari.
Sul piano del Presbiterio
1 poſano due magnifici Depoſiti di marmo,
uno del Veſcovo Angelo Marzi, colla Sta-
tua al naturale di mano di Franceſco da
Sangallo; e l'altro del Senatore, e poi
Sacerdote Donato dell'Antella inſigne be-
nefattore della Chieſa, ove la ſtatua è di
Giovan Batiſta Foggini, e l'iſcrizione del
Senatore e Auditore Filippo Buonarroti.

Queſta Chieſa verſo la fine del paſſato ſe-
colo fu adornata di ſtucchi, e pilaſtri in-
croſtati di marmi con diſegno di Pier Fran-
ceſco Silvani, del quale pure è l'Altar
maggiore e la Soffitta; e i Medaglioni fu-
ron dipinti a freſco da Piero Dandini, per
legato del detto Senatore dell'Antella.
In
ſomma ella è in tutte le ſue parti ragguar-
devole, vi è Foreſtiero, che non ſi
porti a viſitarla.
Il Convento poi è mol-
to comodo e magnifico per lo notabile ac-
creſcimento fattovi ultimamente; ed ivi
pure ſon degne d'eſſer vedute si la Libre-
ria nuovamente fabbricata, perchè, oltre
alla copia de' Libri, vi ſi aggiungono
molti ornamenti, che la rendono ſingola-
re; come anco nel Chioſtro interiore la
Cappella della famoſa Accademia del Diſe-
gno, per la Tavola dell'Altare, che è
del Paſſignano, e per due Quadri a freſco,
che ſono opera di Giorgio Vaſari, e di
Santi di Tito.
Partendoſi da queſto San-
tuario per la ſtrada dietro la Chieſa ſi tro-
va il
B 5 le
atto
B 6 ſtiano
loro
ſto
te
me
e ſpe-
ſitezza
po-
PALAZZO del Marcheſe Franceſco Cap-
1 poni, che è ſtato alzato in queſto ſecolo
col diſegno del Cavalier Carlo Fontana.

E` queſto Palazzo uno de' maggiori della
Citta, con facciata molto nobile, e di
lunga diſteſa.
Entrati dentro ſi vede la
grande e magniſica Scala aperta, ornata
di ſtatue, e ſtucchi, e colla gran Volta
dipinta da Matteo Bonechi: vi ſono nobi-
liſſimi appartamenti con Pitture, e addob-
bi ricchiſſimi, e d'ottimo guſto.
Nella
Sala ſono dipinte dal medeſimo tre Storie
di fatti illuſtri, operati da alcuni de' Cap-
poni, che ſono molto celebri, e ſi può
ſcendere da altra ſcala molto comoda e
bella, che di giù conduce fino alla ſom-
mità del Palazzo, a cui è unito un vaſto
e delizioſo Giardino con un bel Salvatico,
e Uccelliera nobiliſſima.
Quaſi in faccia
vi è il
poni,
PALAZZO de' Marcheſi Guadagni aſſai
vago, e di bella Architettura, e fornito
di copioſa Libreria.
Nel Ricetto della Sa-
la terrena v'è uno sfondo dipinto a freſco
dal Volterrano, opera ſingolare, che rap-
preſenta San Martino a cavallo.
E andan-
do per la ſtrada, che conduce verſo la
Porta a Pinti ſi vede il
PALAZZO de' Conti della Gherardeſca,
che fu già di Bartolommeo Scala Storico
Fiorentino, ma creſciuto, ed abbellito
aſſai da queſti Signori, e di contro il
GIAR-
1
GIARDINO del Duca Salviati molto de-
liziolo; e poco lontano il
GIARDINO de' Padri Geſuiti, appreſſo al-
la lor Caſa, dove fanno il terzo anno di
Noviziato i Padri della Provincia Roma-
na, ed accanto il
PALAZZO de' Marcheſi Ximenes d'Ara-
gona ancor eſſo di buona capacità, e con
delizioſo Giardino, e non molto lungi il
Monaſtero, e Chieſa di
SANTA MARIA MADDALENA DE' PAZZI.
Nell'ingreſſo di queſta Chieſa ſi vede a
man deſtra la belliſſima Cappella de' Ne-
ri, che ben puo dirſi tale per le Pitture
di Bernardino Poccetti, il quale, ſe in
ogni opera ſua ſi moſtrò ſingolare, in que-
ſta ſpecialmente ſuperò ſe medeſimo.
Am-
mirano gl'intendenti, ſopra d'ogni altra
coſa, la bella Cupoletta, ove è dipinto il
Paradiſo, perchè in eſſa ſono innumerabili
le figure de' Santi, ma cosi bene, e con tal
arte diſpoſte, che la moltitudine non ge-
nera confuſione, ma reca diletto, e va-
ghezza
.
All'Altare di detta Cappella è
una Tavola del Paſſignano; e finalmente
non vi manca ornamento, che la poſſa
render più vaga.
Paſſando per un Cortile
ſi entra in Chieſa, la Soffitta della quale
è tutta dipinta da Iacopo Chiaviſtelli.
Ha
una ſola Navata, ma però ripartita in va-
rie Cappelle, in ciaſcuna delle quali ſi ve-
1 dono Tavole di Pittori aſſai ragguardevo-
li
.
Ma di gran lunga ſuperiore in bellez-
za, ed in pregio è la Cappella maggiore,
nella quale ſta ripoſto il Sacro Corpo di
Santa Maria Maddalena de' Pazzi Nobil
Fiorentina
.
Ella è tutta incroſtata di mar-
mi miſti de' più nobili, e de' più vaghi,
che in tali Edifizj s'adoprano.
Sono fra
gli altri ornamenti molto ammirabili, do-
dici Colonne di diaſpro di Sicilia, i capi-
telli, e imbaſamenti delle quali ſon di
bronzo dorato.
In alcuni ovati ſi vedono
Baſſirilievi parimente di bronzo, eſprimen-
ti i fatti più ſegnalati della Santa, e que-
ſti ovati ſon retti da alcuni Angioletti di
marmo del Marcellini.
Nelle quattro nic-
chie ſono quattro Statue di marmo, che
figurano le quattro Virtù più ſingolari,
che riſplenderono in queſta Vergine.
La
Tavola dell'Altar maggiore è di Ciro Fer-
ri, di cui è il diſegno, e l'Architettura
della Cappella.
l'altre due Tavole late-
rali ſono di mano di Luca Giordano, e la
Cupola è opera di Piero Dandini, ambe-
due Pittori famoſi.
In ſomma non vi è
coſa, che non ſia ragguardevole, e di
gran pregio, avendo fatto a gara, per ab-
bellire queſto Sacrario, l'eſquiſitezza del-
l'opere, e la ricchezza e nobiltà de' ma-
teriali
.
Il Monaſtero abitato da nobili
Vergini è amplo e magnifico, con un va-
ſto e vago Giardino.
Ripigliando il cam-
mino, troviamo il Monaſtero di
dono
SAN-
1
SANTA MARIA DI CANDELI, colla Chie-
ſa tutta rifatta di nuovo di ſtucchi dora-
ti, col diſegno di Giovan Batiſta Foggi-
ni, ove merita di eſſere oſſervata la Ta-
vola dell'Altar maggiore mirabilmente
condotta dal celebre Anton Domenico Gab-
biani, oltre le altre tutte di valenti Pit-
tori
.
Quindi per la ſtrada detta di Pinti,
è oſſervabile l'ampia
ABITAZIONE già de' Caccini, oggi del
Vernaccia, a cui è unito un delizioſo Giar-
dino
.
E andando avanti s'incontra la
ABITAZIONE del Balì Roffia, che ha la
facciata di vago diſegno di Giovan Batiſta
Foggini
.
E poi per Via di Mezzo ſi giu-
gne alla parrocchiale
CHIESA DI Sant'AMBROGIO, dove abi-
tano Monache dell'Ordine di San Benedet-
to
.
Una delle coſe da oſſervarſi in que-
ſta, è la Cappella del Miracolo, detta
così, perche in eſſa conſervaſi parte del
Sangue congelato di Noſtro Signore, ritro-
vato in un Calice, dove da un Sacerdote
per inavvertenza era ſtato laſciato del Vi-
no conſagrato, che in Sangue ſi vide mi-
racoloſamente convertito, eſſendo ciò ac-
caduto l'Anno di noſtra ſalute 1230.
Vi-
cino a queſta Chieſa ſi trovano nove Con-
venti di Monache, ed uno di Religioſi
Clauſtrali dell'Ordine di San Franceſco di
Paola, ma per non iſtraccare il Foreſtiero
1 colla viſita di queſte Chieſe, benchè in
eſſe ſi poteſſero oſſervare alcune Pitture di
pregio; e ſpecialmente in quella di Mon-
te Domini la Tavola di Santo Stefano del
Cigoli, ſtimata dagl'intendenti una delle
più belle Pitture della Città; in quella
delle Murate, nel cui vaſtiſſimo Monaſtero
fabbricato dall'antica Famiglia de' Benci,
fu già educata Caterina de' Medici Regina
di Francia, alcune Pitture di Fra Filippo
Lippi; ed alcune del Grillandaio in quel-
la di San Iacopo.
Appreſſo ſi puo oſſerva-
re la
col-
ABITAZIONE de' Gabburri, ove ſono Pit-
ture, Stampe, e Diſegni ſingolariſſimi, e
per la Via Ghibellina la
ABITAZIONE de' Buonarroti, celebre per
eſſere ſtata del Divin Michelagnolo, di
cui conſervano alcune opere, e per la
Galleria fatta da Michelagnolo il giovane
di lui pronipote tanto inſigne letterato,
che l'arricchi di Pitture, e di coſe rariſ-
ſime
.
Ed in faccia il
PALAZZO della Famiglia Del Sera edifi-
cato col diſegno di Piero Giovannozzi.
E
poco dopo dall'iſteſſa parte il
PALAZZO de' Baldinucci, che nel Cor-
tile ha una fonte colla ſalubre acqua di
Santa Croce.
Indi ſi trova il
1
PALAZZO de' Conti Strozzi, che ha
l'ingreſſo principale nella ſtrada detta il
Mercato di
PA-
SAN PIER MAGGIORE, la facciata, e
Loggia della qual Chieſa tutta di pietre
ſerene, è molto vaga, e di belliſſima Ar-
chitettura, ideata da Matteo Nigetti.
So-
no in queſta Chieſa molte Tavole di Pit-
tori eccellenti, e ſpecialmente una Nun-
ziata aſſai bella, di mano del Franciabi-
gio, la prima nell'entrare a man deſtra.

Nella Cappella Palmieri, è di mano di
Sandro Botticelli la Tavola, dove è dipin-
to il Paradiſo, con numeroſa moltitudine
di Angeli figurati molto in piccolo, e Ma-
ria Vergine coronata dal ſuo Figliuolo.

Nella prima Cappella a mano ſiniſtra al
nuovo Altare del Catani, è una Tavola
di Aleſſandro Gherardini.
Più di tutte pe-
è mirabile la bella Tavola dell'adora-
zione de' Magi fatta dal Cigoli, una del-
le opere migliori di queſt'infigne Pittore.

Preſſo a queſta è una delle Cappelle della
Famiglia de' Marcheſi Albizzi, ov'è una
Tavola, rappreſentante il Martirio di San-
ta Lucia, di mano del Volterrano.
un'
altra ſimile a quella del Cigoli fu dipinta
dal Paſſignano, ed è accanto alla Sagre-
ſtia, la quale, ſebbene è di gran pregio,
ſtimaſi nondimeno dagl'intendenti inferio-
re alla ſuddetta.
Nella Cappella della Fa-
miglia da Filicaia è il Depoſito del famoſo
Senator Vincenzio da Filicaia con un'Iſcri-
1 zione fatta da Benedetto Averani. Il Cri-
ſto di rilievo che ſi vede in queſta Chieſa
è di Baccio d'Agnolo.
Poco diſtante da
queſta Chieſa per il Borgo degli Albizzi
è il
C zione
PALAZZO del Marcheſe Albizzi, e di-
poi il
PALAZZO Valori, paſſato già ne' Guic-
ciardini, ed oggi negli Altoviti; nella
facciata del quale ſopra vari Pilaſtri ſi ve-
dono ſcolpiti in marmo i Ritratti di quin-
dici Uomini illuſtri di queſta noſtra Cit-
, a foggia de' Termini degli Antichi.

Gli uomini illuſtri ſono gli appreſſo, cioè;
nel primo ordine da baſſo l'Accurſio, il
Torrigiano, Marſilio Ficino, Donato Ac-
ciaiuoli, e Pier Vettori: nell'ordine di
mezzo, Amerigo Veſpucci, Leon Bariſta
Alberti, Franceſco Guicciardini, Marcel-
lo Adriani, e Don Vincenzio Borghini:
Nel ſuperiore, Dante, Petrarca, Boccac-
cio, Monſignor Giovanni della Caſa, e
Luigi Alamanni.
Quivi in mezzo della via
è una laſtra di marmo, poſta in memoria
dell'inſigne miracolo da San Zanobi ope-
rato in queſto luogo, nell'aver riſuſcitato
un Fanciullo.
Appreſſo ſono le
ABITAZIONI de' Montalvi, e de' Pazzi,
ambedue diſegno dell'Ammannato, e di-
poi vi ſono i
PA-
1
PALAZZI, l'uno dirimpetto all'altro,
ambedue di ſtraordinaria bellezza, e am-
bedue pure della Famiglia degli Strozzi.

Quello di più antica maniera ſi crede già
alzato col diſegno del Brunelleſco, e fu
per l'avanti della Famiglia de' Pazzi; e
facendo ivi angolo, colla loro Arme in
fronte, ſi appella perciò da remotiſſimo
tempo il Canto de' Pazzi.
Il più bello pe-
è quello, che per anco non è termina-
to
.
Fu fabbricato col diſegno dello Sca-
mozzi; nelle Opere del quale pubblica-
te colla ſtampa, vedeſi delineato.
Le fi-
neſtre a terreno ſono del Buontalenti, e
del Caccini è il Portone principale.
La
Facciata di verſo il Borgo degli Albizzi è
fatta col diſegno del Buontalenti, ed è
così bene inteſa, che i Profeſſori non ceſ-
ſano di lodarla.
Il Cortile del medeſimo
Palazzo è fatto con diſegno di Lodovico
Cigoli: dal qual poſto, poco diſtante ſi
trova
SANTA MARIA IN CAMPO, ed è queſta
una divotiſſima Chieſa ricca d'Indulgen-
ze, Cattedrale del Veſcovo di Fieſole,
che abita nel Palazzo contiguo, e quan-
tunque nel mezzo della Città, è Diogeſi
Fieſolana: dirìmpetto alla quale per una
piccola ſtrada preſto ſi giunge alla Via
detta dello Studio, poichè in eſſa vi è lo
STUDIO FIORENTINO, ove di continovo
leggono pubblicamente varj Profeſſori di
1 diverſe Scienze, come di Teologia, di
Storia Sacra, e Profana, Giuriſprudenza,
Mattematica, Filoſofia, Umanità, Lin-
gua Greca, Ebrea, e Toſcana.
Quivi an-
cora hanno la loro Reſidenza le celebri
Accademie, Fiorentina, della Cruſca, e
degli Apatiſti, a cui confina il
C 2 di-
COLLEGIO de' Padri delle Scuole Pie,
deſtinati ad ammaeſtrare la gioventù nelle
Lettere, e nella Pietà, e poco diſtante ſi
vede un
PALAZZO del Duca Salviati molto agia-
to, e comodo.
Quindi avanzandoſi col
viaggio verſo della Badia, ſi laſcia da ma-
no deſtra l'
ORATORIO DI SAN MARTINO, ove ſo-
gliono congregarſi i Buonuomini.
E` ce-
lebre queſt'Oratorio, non ſolo per eſſere
ſtato fondato al tempo di Sant'Antonino
Arciveſcovo di Firenze, ed a ſua perſua-
ſione, e conſiglio, ma eziandio per le
opere inſigni di miſericordia, che di con-
tinuo vi ſi eſercitano.
Ed in vero è prodi-
gio mirabile della Provvidenza Divina,
che queſta Caſa ſenza fondo, o ferma ren-
dita annuale, ma ſolamente provveduta di
elemoſine, e di laſciti pii, giornalmente
ſoccorra del neceſſario tante povere Fami-
glie onorate.
Laſciaſi a man ſiniſtra la
Chieſa di
SAN
1
SAN PROCOLO, dove ſi porrebbero oſſer-
vare alcune Tavole di pregio, e ſpecial-
mente la Nunziata di mano dell'Empoli,
quella dell'Altar Maggiore di Gaetano
Piattoli, in luogo di quella che vi fu una
volta d'Andrea del Caſtagno, la quale è
paſſata nel Refettorio de' Padri di Badia,
ſiccome del medeſimo è quella di S. Luigi,
e l'altra del Pontormo, dov'è dipinta la
Vergine con Santa Barbera, e Sant'Anto-
nio; qui dirimpetto vi è un altro
PALAZZO del Duca Salviati, e di ſua
propria abitazione, che è l'antico del ſuo
proprio Ramo, poichè il primo, di cui
poco ſopra ſi è fatta menzione, lo ha ere-
ditato dal Ramo finito in Roma ſul princi-
pio del corrente ſecolo.
In faccia ad eſſo
per la Via detta del Palagio ſi trova la
ABITAZIONE de' Baroncini, condotta da
Bernardino Ciurini molto pulitamente.
Al-
la fine di queſta ſtrada v'è il
PALAZZO del Podeſtà molto vaſto, in
cui ſono le pubbliche Carceri, e nel pro-
ſpetto di queſta ſtrada riſalta la Porta del-
la Chieſa della
BADIA FIORENTINA, dove abitano Mo-
naci Caſinenſi dell'Ordine di San Benedet-
to, cosi chiamata per antonomaſia, per
eſſere ſtata la prima Badia di Monaci fon-
data in Firenze.
La Conteſſa Willa Ma-
1 dre, col Conte Ugo Marcheſe di Brandem-
burgo, e Vicario d'Ottone Terzo Impera-
dore in Toſcana, moſſa da inſpirazione di-
vina, a proprie ſpeſe fecela fabbricare, ed
ella, ed il Figliuolo la dotarono di ric-
chiſſime rendite.
Onde, in ſegno di gra-
titudine verſo il detto Conte Ugo loro Be-
nefattore, introduſſero poi quei Monaci
da gran tempo addietro, e continovano
tuttavia il coſtume di far celebrare ogni
anno da un Giovane nobile l'Orazione in
ſua lode dopo la Meſſa grande nella matti-
na di Santo Stefano Protomartire, anti-
chiſſimo Contitolare di detta Badia, già
fondata ſotto il principal Titolo di San-
ta Maria.
Il ſuo principio fu intorno al
990. fu poi nell'anno 1285. col diſegno
d'Arnolfo, grandemente reſtaurata, ma
nel paſſato ſecolo, col diſegno di Matteo
Segaloni rinnovata quaſi da' fondamenti,
ſi è renduta vaga oltremodo, quantunque
molto vi reſti da fare, per ridurla alla to-
tal perfezione.
Di quella parte però, che
terminata ſi vede, coſa più magnifica,
meglio inteſa ſi può mai deſiderare.

Alla nobiltà dell'Architettura corriſponde
l'eleganza degli ornamenti.
Dalle due
parti laterali ſi vedono due Terrazzini di
pietra, con vaghi intagli dorati.
Sopra di
quello a man deſtra è ſituato l'Organo, e
ſopra l'altro a ſiniſtra, una Tavola, do-
ve è dipinta Maria Vergine Aſſunta di ma-
no di Giorgio Vaſari, la quale al tempo
del Bocchi era poſta ſull'Altar maggiore.
1 E` parimente di molto pregio la Soffitta,
tutta fatta di finiſſimo intaglio.
La Tribu-
na, ſotto la quale è il Coro de' Religio-
ſi, é dipinta da Giovanni Ferretti.
Le
Tavole delle Cappelle ſono ancor eſſe di
gran bellezza, e valuta.
Quella di San Mau-
ro a man deſtra è fatta da Onorio Marinari
Pittore ftimatiſſimo; ſiccome ſon oſſervabi-
li le pitture di tutta la Cappella colorite da
Vincenzio Meucci.
Segue l'altra di Gio-
vambatiſta Naldini, ove ſi rappreſenta la
Venuta dello Spirito Santo.
A man ſiniſtra,
di mano di Franceſco Salviati ſi vede dipinto
un Criſto, che porta la Croce al Calva-
rio, e nella Cappella dirimpetto a queſta
evvi una Tavola di mano di Fra Filippo,
in cui vedeſi un San Bernardo effigiato con
ſingolar diligenza.
Sono eziandio conſide-
rabili tre Sepolcri d'Uomini ſegnalati; il
primo ſi è del mentovato Conte Ugo prin-
cipal benefattore di queſta Chieſa.
Furono
ſcolpiti i marmi di queſto Sepolcro da Mi-
no di Fieſole, e riuſcì tutta l'opera di
maraviglioſo artifizio: il ſecondo è del
Cavaliere Bernardo Giugni: e il terzo di
Giannozzo di Agnolo Pandolfini, Cavalie-
re di gran nome in tempo di Repubblica,
la cui Famiglia è padrona della Cappella,
o Tribuna, ſituata preſſo al Veſtibolo di
queſta Chieſa, poco diſtante dalla quale
trovaſi la
C 3 dre,
E` pa-
CHIESA NUOVA DE' PADRI DELl'ORA-
TORIO DI SAN FILIPPO NERI, la quale
1 dee ſervire per Oratorio, quando ſarà fab-
bricata la Chieſa grande.
Fu queſta fatta
col diſegno di Gherardo Silvani, e mo-
dernamente è ſtata arricchita di varj orna-
menti di Pittura, e di Scultura di ec-
cellenti Profeſſori, fra' quali è la Tavola
dell'Altar maggiore d'Antonio Puglie-
ſchi, e la Pieta di Aleſſandro Gherardini,
la Cupola di Niccolò Franceſco Lapi, e lo
Sfondo di Giovanni Sagreſtani.
La Tavo-
la, che oggi ſi vede all'Altare del San-
to, è di mano di Anton Domenico Gab-
biani, ſtatavi collocata non molti anni
ſono, in luogo di altra, che vi era di
Onorio Marinari, la quale fu adattata al-
l'Altar maggiore della Chieſa di San Fi-
renze ivi contigua, ufiziata da' Padri di
detto Oratorio.
I Baſſirilievi di marmo ſo-
no parte di Antonio Montauti, e parte di
Giovacchino Fortini, di cui ſono anche le
Statue
.
In Sagreſtia è un Quadro molto
ſtimato di Giovan Maria Morandi.
La
facciata di queſto Oratorio, che è tutta
lavorata di pietra forte, e adornata di al-
cune Figure di marmo, è ſtata ultimamen-
te condotta a fine col diſegno di Ferdinan-
do Ruggieri.
Vedeſi avanti la medeſima il
C 4 dee
PALAZZO de' Gondi, che ha la Facciata
di pietre a bozza molto nobile e ſignori-
le, diſegno di Giuliano da San Gallo,
che nella bella Sala vi fece un Cammino
di baſſirilievi di gran perfezione, che per
quanto non uſino in fatti luoghi, meri-
1 ta di ſtarvi, e di eſſere ammirato e loda-
to non poco..
Di dove ſi paſſa alla
ta
PIAZZA DEL GRANO, così chiamata,
atteſochè in un loggiato aſſai comodo, di
Architettura Toſcana, vendeſi il Grano pub-
blicamente, e di qui per la ftrada del
Canto a' Soldani ſi giunge a
SAN IACOPO TRA' FOSSI, dove non tro-
veremo già le belle Tavole d'Andrea del
Sarto, che tanto eloquentemente furono ce-
lebrate dal Bocchi, e da varj Scrittori di
primo grido, avvengachè ſono già ſtate
traſportate nel Real Palazzo de' Pitti: tro-
veremo bensì le Copie delle medeſime, una
delle quali è così bella, che ſebben copia,
è nondimeno tenuta in gran pregio; e il
quadro della Soffitta vagamente colorito
dal Gherardini.
Da queſta Chíeſa ſi può
andare per due ſtrade alla Piazza, e Chie-
ſa di Santa Croce, che una detta Via de'
Benci, dove è l'antico Palazzo de' Peruz-
zi, ora de' Celleſi, dove abitò l'Impera-
dore Paleologo, quando intervenne al Con-
cilio Fiorentino, e l'altra detta Borgo San-
ta Croce, nella quale ſono buone Fabbri-
che, ed in ſpecie il
PALAZZO de' Corſini, che ha molte bel-
le Statue antiche nel Cortile; e quello de'
Dini ricco di Pitture, ſpecialmente di San-
ti di Tito, ed una ſingolariſſima d'Andrea
del Sarto.
Giunti in fondo alle quali, ve-
draſſi la Chieſa di
1 SANTA CROCE de' Frati Minori Conven-
tuali
.
Entreremo in un Tempio aſſai gran-
de e magnifico, lungo dugenquaranta brac-
cia, e largo ſettanta, per tre porte, e ſu
quella di mezzo oſſerveremo una Statua di
bronzo, opera di Donatello, che rappre-
ſenta San Lodovico Arciveſcovo di Toloſa.

Fu queſto Tempio fabbricato intorno all'
Anno 1294. col diſegno d'Arnolfo, che fu
l'Architetto del Duomo, benchè dipoi re-
ſtaurato col diſegno di Giorgio Vaſari.
La
maggior parte de' Foreſtieri concorre a
queſta Chieſa, tirata dal deſiderio di ri-
mirare quelle belliſſime Tavole, che l'a-
dornano, nelle quali la Paſſione tutta di
Noſtro Signore, e la ſua Morte, e Reſur-
rezione è ſtata mirabilmente rappreſentata
da' primi Artefici di quei tempi.
Ora fa-
cendoci dalla Porta di mezzo, benchè l'or-
dine dell'iſtoria richiedeſſe cominciare d'
altrove, nella prima Tavola, che ſi trova
a man deſtra, allato alla ſuddetta Porta,
è dipinta la Depoſizione di Croce di No-
ſtro Signore, di mano di Franceſco Salvia-
ti; la ſeconda dov'è la Crocifiſſione, è di
Santi di Tito; appreſſo alla quale è il fa-
moſo Sepolcro di Michelagnolo Buonarroti,
Gentiluomo Fiorentino, Poeta, Scultore,
Pittore, ed Architetto di gran nome, e
di grand'eccellenza, che non vi ha
lingua, che le ſue lodi poſſa baſtevolmen-
te ſpiegare.
Vedonſi a piè dell'Urna tre
belle Statue di marmo, che rappreſentano
la Scultura, l'Architettura, e la Pittura
1 in atto compaſſionevole, e meſto: e ſopra
l'Urna, la teſta, e il buſto di marmo
del Buonarroti.
Fu queſt'opera fatta da
tre Maeſtri, cioè Giovanni dell'Opera,
Valerio Cioli, e Batiſta del Cavaliere,
del primo de' quali è la Statua dell'Ar-
chitettura, del ſecondo quella della Scul-
tura, e del terzo quella della Pittura; e
di lui è pure il Ritratto di Michelagnolo.

Sono dipoi oſſervabili le memorie del dot-
tiſſimo Antiquario Senator Filippo Buonar-
roti: e del famoſo Bottanico Pietro Miche-
li
.
Segue la terza Cappella, dov'è dipinto
da Giorgio Vaſari, quando Criſto porta la
Croce al Calvario: la Tavola quarta rap-
preſenta l'Ecce Homo, ed è fattura di Ia-
copo di Meglio.
Aleſſandro del Barbiere di-
pinſe la quinta, in cui ſi figura la Flagella-
zione alla Colonna; la ſeſta dov'è dipinto
Noſtro Signore quando fa Orazione nell'Or-
to, è opera di Andrea del Minga; appreſ-
ſo la quale è la Cappella de' Cavalcanti,
ove ſi ammira ſcolpita in macigno la Ver-
gine Annunziata dall'Angiolo, fatta con
ſingolare artifizio dal celebre Donatello;
ed allato vi e il Sepolcro di Leonardo Are-
tino, inſigne Scrittore d'Iſtorie.
Final-
mente la ſettima Cappella ha una Tavola
già cominciata dal Cigoli, e finita dal Bi-
livelti, in cui ſi rappreſenta l'entrata di
Criſto in Geruſalemme.
Nella Croce della
Navata trovaſi la Cappella de' Barberini,
dov'è ſepolto in eſſa Franceſco da Barbe-
rino, Dottore, e Poeta inſigne, ed in eſ-
1 ſa è una Tavola dipinta dal Naldini, che
rappreſenta quando San Franceſco riceve le
Sacre Stimate; vi è anco la Cappella de'
Calderini allato alla Sagreſtia tutta incro-
ſtata di marmi Carrareſi, e ornata di bel-
le Pitture.
Paſſato l'Altar maggiore, in
cui di preſente conſervanſi le Sacre Oſſa
della Beata Umiliana de' Cerchi nobil Ma-
trona Fiorentina, Terziaria del medeſimo
Ordine de' Minori Conventuali, chiara per
ſantità, e per miracoli, viſſuta intorno
agli anni 1240. e l'altre Cappelle di mi-
nor pregio; ſi trova la Cappella, o Tri-
buna de' Niccolini, d'ordine pero diver-
ſo dall'altro, eretta col diſegno dell'Ar-
chitetto Gio. Antonio Doſio.
Quanto ſia
bella, e di vaghezza ripiena, non ſi può
ſpiegare abbaſtanza.
E` ella tutta incroſta-
ta di marmi Carrareſi, bianchi, e miſti,
ma di nobile e diligente lavoro, che
non può l'uomo deſiderarè di vantaggio.

Di mano del Francavilla Scultor Fiammin-
go, ſono le cinque Statue di marmo, che
una figura Aron, e l'altra Mosè, e la
terza rappreſenta la Verginità, la quarta
la Prudenza, e la quinta l'Umiltà.
Le
due Tavole dipinte ſono di mano di Aleſ-
ſandro Allori, e le Pitture a freſco del Vol-
terrano, con gran perfezione condotte,
che queſte fole baſterebbero per eternargli
la fama, non laſciando quella, ove di
mano del Cigoli è dipinto Criſto morto.

Alle ſette Cappelle della deſtra Navata,
corriſpondono dalla ſiniſtra altre ſette dell'
1 iſtefs'ordine, e Architettura. La prima,
pèr non tornare indietro, ma ſeguitare fi-
no all'uſcir di Chieſa, ha una Tavola di
mano del Vaſari, dov'è dipinta la Venu-
ta dello Spirito Santo; nella ſeconda di
mano dello Stradano è figurata l'Aſcenſio-
ne di Criſto al Cielo.
Allato a queſto Al-
tare, e dirimpetto al Sepolcro di Leonar-
do Aretino, è quello di Carlo Aretino,
Poeta, e Segretario della Repubblica.
Del
mentovato Vaſari è l'Apparizione agli A-
poſtoli nella terza Cappella; nella quarta,
e quinta, di Santi di Tito ſono le due Ta-
vole, che una, quando Gesù è a menſa
co' due Diſcepoli, e l'altra, quando re-
ſuſcita dal Sepolcro; nella ſeſta è di ma-
no di Batiſta Naldini quando Criſto è nel
Sepolcro; e nella ſettima, quando Noſtro
Signore va al Limbo de' Santi Padri, fu
dipinta da Agnolo Allori, chiamato il
Vecchio Bronzino.
Rimpetto alla memo-
ria del Senator Buonarroti ſi vede quella
dell'Architetto Aleſſandro Galilei, che è
opera di Girolamo Ticciati, e dipoi ſi tro-
va il Sepolcro del famoſiſſimo Galileo, do-
ve è ancora il celebre Mattematico Vincen-
zio Viviani, che ordinò queſto Depoſito
al ſuo Maeſtro, al che fu dato eſecuzione
l'anno 1737. a ſpeſe della Famiglia Nelli
erede di quella del Viviani.
Il diſegno è
di Giulio Foggini; la quadratura di An-
ton Maria Fortini; il Buſto di Gio. Bati-
ſta Foggini; l'Aſtronomia di Vincenzio
Foggini; e la Geometrta di Girolamo Tic-
1ciati. Oltre a tante Pitture di ſingolare
ſquiſitezza, e perfezione, ſe ne trovano
in queſta Chieſa alcune di Cimabue, e di
Giotto, le quali, quantunque fiano dalle
moderne pitture ſuperate in bellezza, non
è però, che non meritino di eſſer tenute
in grande ſtima, per la venerazione, che
ſi dee a quei due primi Maeſtri, e Reſtau-
ratori della Pittura.
E` ancora maraviglio-
ſo il Pergamo, tutto di marmo di Sera-
vezza, e vagamente intagliato da Benedet-
to da Maiano.
Sono in eſſo einque Storiet-
te de' fatti più ſingolari di San Franceſco,
ſcolpite in baſſorilievo, ma così bene, e
felicemente, che non hanno prezzo.
Ne'
vani, che ſono in mezzo de' beccatelli,
ſi vedono cinque ſtatuette a ſedere di bel-
lezza ſtraordinaria, che rappreſentano la
Fede, la Speranza, la Carità, la Fortez-
za, e la Giuſtizia.
Più mirabile però fu
l'artifizio uſato nell'adattar queſto Perga-
mo ad una colonna, nella quale rimane
incaſſato, eſſendochè la medeſima colonna
fia nel mezzo forata, e per una ſcala ac-
conciavi dentro vi ſi aſcenda.
Alla gran-
dezza della Chieſa corriſponde il Conven-
to, di moltiſſime comode abitazioni ripie-
no, e continovamente abitato da più di
ſeſſanta Religioſi, tra' quali in ogni tem-
po fiorirono Uomini ſegnalati, non ſolo
in lettere, e in dignità più coſpicue, ma
eziandio in ſantita di coſtumi.
Sono in
queſto Convento molte Confraternite di Se-
colari, tra le quali quella detta del Gesù,
1 compoſta tutta di Nobili, il di cui vaſo è
ſtato dipinto vagamente da Lorenzo del
Moro
.
In queſta Chieſa, e ne' ſuoi Cimi-
terj è una quantità conſiderabile di Sepol-
ture, e di memorie di Famiglie primarie,
e d'inſigni Soggetti di Firenze, e d'al-
trove
.
E` fama, che Siſto V. Sommo Pon-
tefice, nel tempo, che fu Religioſo, per
molti anni quivi abitaſſe, leggendo Filoſo-
fia
.
Gode queſto Convento il Privilegio,
che uno de' ſuoi Religioſi ſoſtenga il cari-
co d'Inquiſitore; Dignità ragguardevole,
ſoſtenuta in Toſcana da' Minori Conven-
tuali, e ſempre da Soggetti di gran valo-
re
.
Poſſiede queſto Convento una copioſa
Libreria di antichiſſimi Manoſcritti, da cui
gli eruditi hanno cavato molte memorie.

Il Noviziato fu fatto edificare con gran ma-
gnificenza a proprie ſpeſe da Coſimo Padre
della Patria, e nel Chioſtro appreſſo alla
Chieſa vi è un Atrio, e una gran Cappel-
la fatta edificare dalla Famiglia de' Paz-
zi; mole di ſingolare Architettura, e ben
degna di chi ne fece il diſegno, che fu il
gran Brunelleſco.
Dalla qual Chieſa ſi fa
paſſaggio alla
C 5
in
C 6 ſa
iſtefs'
ciati.
com-
PIAZZA contigua, molto ampia, e rego-
lare, e deſtinata principalmente al Giuoco
del Calcio, proprio della Nobiltà Fioren-
tina in tempo di Carnovale.
Compariſco-
no fu queſta Piazza (quando accade, che
queſto ſi faccia ſolennemente) cinquanta-
quattro Nobili Giovani riccamente veſtiti,
1 e in due Squadre diviſi, l'una delle quali
dal colore degli Abiti, e delle Inſegne ſi
diſtingue dall'altra.
Capi di queſte ſono
due Alfieri, più degli altri nobilmente ad-
dobbati, e ſerviti da molti Paggi.
En-
trando in Campo, preceduti da trombe,
e da tamburi, a coppia a coppia, e con
belliſſima ordinanza, giran dintorno il
Teatro facendo moſtra di lor perſona; indi
l'uno dall'altro diſpartendoſi, ſotto il
proprio Padiglione ſi alloggiano.
Intanto
ſi il ſegno della Battaglia, e in un
tempo medeſimo vedonſi dall'una, e dal-
l'altra parte ſquadronati, a foggia di E-
ſercito
.
Unite le Squadre, ſi getta in mez-
zo il Pallone, ed in un ſubito cerca l'una
di ſpingerlo verſo l'altra, e dall'altra
vien riſoſpinto.
Quei, che rimangon per
retroguardia, ripigliando il Pallone, proc-
curano con ogni sſorzo di trarlo fuor degli
ſteccati, per la parte ad eſſi contraria, e
quando ciò rieſca loro di poſta, s'intende
vinta la caccia.
Ben è vero, che avviſti-
ſene gli Avverſarj, corrono addoſſo all'ini-
mico, e afferratolo per le braccia, impe-
diſcono, che più oltre s'avanzi.
Il ſimi-
le fanno quelli, che ſon rimaſti alla difeſa
del poſto, i quali mentre non vengan ſor-
preſi all'improvviſo, ribattono gagliarda-
mente il Pallone: e riſoſpingono indietro
chi tenta inoltrarſi da quella parte.
Ora in
queſta battaglia, mirabil coſa è il vede-
re, come ciaſcuno s'ingegni di ſuperare,
e di abbattere il ſuo contrario, urtandolo
1 per farlo cadere, lottando, e pugnando
ſeco, e varie ſtrattagemme uſando per vin-
cere
.
Ma più mirabile ſi è il vedere una
ſquadra, che impadronita del campo ni-
mico, e ſu' confini della vittoria, in un
momento riſoſpinta fuggire, e ſpeſſe volte
rimaner ſuperata.
In ſomma è Giuoco que-
ſto, dove fa pompa da una parte la va-
ghezza, e ricchezza di belle diviſe, colla
ſplendidezza degli ornamenti, e dall'altra
la robuſtezza, e agilità di chi opera.
On-
de non è maraviglia, che vi concorra la
maggior parte della Città, e rechi al pub-
blico allegrezza, e diletto.
Prima di uſci-
re da queſta Piazza ſi oſſervi la facciata
della Caſa de' Cocchi, che i Padroni di-
cono aver coſtante tradizione, che ſia di-
ſegno di Baccio d'Agnolo; ſiccome la
Facciata della Caſa dell'Antella, dipinta
dal Paſſignano, e da Giovanni da San Gio-
vanni, ambedue Pittori famoſi, e nella
medeſima Piazza evvi una Fonte, che me-
ſce acqua perfettiſſima, che viene dalla
Collina d'Arcetri, e paſſa il Fiume d'Ar-
no ſul Ponte a Rubaconte.
E volgendo a
man deſtra trovaſi poco diſtante la
e in
per
CHIESA DI SAN SIMONE, la di cui Sof-
fitta tutta d'intaglio indorato fa vaga mo-
ſtra
.
Nella teſtata ſopra la Porta ſi vede
una Tavola molto bella di Batiſta Naldini,
ov'è dipinta la Depoſizione di Criſto dal-
la Croce.
Il San Girolamo, che dall'An-
giolo vien avviſato, è di mano del Mari-
1nari. Del Vignali ſono le due Tavole, una
dov'è dipinto un San Bernardo, e l'altra
un San Franceſco.
Ali' Altar maggiore ſo-
no di pregio le due Statue di marmo, e il
Ciborio vagamente ſcolpito.
Preſſo a que-
ſta Chieſa ſono le Prigioni delle Stinche,
recinte da un'altiſſima, e forte muraglia,
nelle cantonate delle quali vi ſono due Ta-
bernacoli dipinti a freſco da Giovanni
Mannozzi, detto Giovanni da San Giovan-
ni
.
Ma conſiderando, che la viſita di
tante Chieſe, ed altre coſe notabili averà
non poco defatigato il Foreſtiero, ſi crede
bene dar fine al paſſeggio della prima Gior-
nata
.
nari.
11[Figure 11]
SE-
112[Figure 12]
SECONDA
GIORNATA
.
LA CHIESA DI SAN LORENZO darà
principio alla ſeconda Giornata.
Giunti dunque alla Piazza, oſſer-
veremo in faccia al Palazzo del
Marcheſe della Stufa una Baſe di marmo,
nel cui Baſſorilievo ſi rappreſenta, quando
a Giovanni de' Medici, valoroſiſſimo Ca-
pitano, e degno Padre del Granduca Coſi-
mo Primo, ſono condotti molti Prigioni
con varie ſpoglie.
E` queſta opera del Ca-
valier Bandinelli, di cui pur anco è la Sta-
tua, che ſulla Baſe dovevaſi collocare; la
quale in oggi non ancora finita, nel Salo-
ne del Palazzo Vecchio conſervaſi.
Ma ve-
nendo alla Chieſa; prima d'introdurvi il
Foreſtiero, ho giudicato a propoſito il
dargli breve notizia di ciò, che avvenne
nella ſua fondazione, avvengachè ſia mol-
to degno di ricordanza quanto di eſſa la-
ſciarono ſcritto San Paolino, il Baronio,
ed altri gravi Scrittori.
Al tempo dell'Im-
1 perador Teodoſio, Giuliana Vedova Fio-
rentina, non meno illuſtre per lo ſplendo-
re del ſangue, che per l'inſigne Religio-
ne, e Pietà, acceſa di devozione verſo il
glorioſo Martire San Lorenzo, volle colle
proprie ſoſtanze fabbricar queſto Tempio,
dedicandolo ad onore di quel Santo.
Ter-
minata appena la Fabbrica, giunſe per
buona ſorte a Firenze il grande Arciveſco-
vo di Milano Sant'Ambrogio; perlochè
venne in penſiero a Giuliana di ricorrere
al Santo Prelato, e inſtantemente pregarlo,
acciò voleſſe conſacrare la nuova Chieſa;
e cio fec'ella ben toſto, e con tanto affet-
to, e con tali, e tante dimoſtrazioni del
ſuo grande zelo, che il Santo Arciveſco-
vo, ammirando la di lei virtù, e gran-
demente commendandola, di buona voglia
condeſceſe alle ſue giuſte dimande.
Cele-
broſſi pertanto la Funzione della Sagra l'an-
no del Signore 392., o come altri voglio-
no 393., e fu con tal ſoddisfazione del
Popolo ſolennizzata, che da quel giorno
in poi, per memoria di tal fatto, chia-
moſſi queſta Chieſa, Baſilica Ambroſiana.

Quindi ebbe origine la ſingolar venerazio-
ne, che a queſto Tempio portarono gli an-
tichi Veſcovi di Firenze, fra' quali San Za-
nobi più d'ogni altro ſi ſegnalò, eleggen-
do quivi la ſepoltura, dove ſtette lungo
tempo ripoſto prima, che alla Cattedrale
foſſe trasferito il ſuo Corpo.
A felici
principj corriſpoſero con maggiore avanza-
mento i ſucceſſi di queſta Chieſa.
Imper-
1 perciocchè eſſendo eretta in Collegiata in-
ſigne, e di ampliſſimi privilegj, e ſingo-
lari prerogative arricchita, ha in ogni
tempo tenuto ſopra dell'altre, dopo la
Metropolitana, il primato.
Sono in eſſa
diciaſſette Canonici, e trentatre Cappella-
ni, e grandiſſimo numero di Cherici, che
vi celebrano giornalmente i Divini Ufizj
con non minor decoro di quello facciaſi
nella Chieſa Metropolitana; ed a tutti que-
ſti preſiede un Prelato, col titolo di Prio-
re, che per iſpecial Privilegio, in varie
Feſte dell'Anno gode l'uſo de' Pontifica-
li
.
Paſſando poi ad oſſervare la bellezza di
queſto Tempio, che di vero è grandiſſima,
per la mirabile Architettura, colla quale
fu fabbricato, o piuttoſto vogliam dire
rinnovato (giacchè l'antico Tempio, in-
torno all'anno 1420. rimaſe quaſi affatto
deſolato dal fuoco) vedremo queſto Edifi-
zio, che poſa ſopra un vago pavimento di
marmo in tre Navate diviſo, e ſoſtenuto
da groſſe colonne di macigno, ſopra le
quali poſano gli archi vagamente intaglia-
ti, come altresi il cornicione, e il fregio,
che per tutta la Chieſa ricorrendo, vaga,
e maeſtoſa la rendono.
Ella è lunga brac-
cia 144.
Sopra la Porta del mezzo ſi vede
l'Arme de' Medici, ſcolpita in pietra col
diſegno del Buonarroti, di cui parimente
è il diſegno del Terrazzino, e Sacrario,
dove ſi conſervano moltiſſime Reliquie in-
ſigni, in prezioſi Reliquiarj d'oro, d'ar-
gento, di criſtallo, e di altre ricche ma-
1 terie, tempeſtati di gioie. Belliſſimi an-
cora ſono i due Pergami nella Nave di
mezzo, retti ciaſcuno da quattro colonnet-
te di marmo, nelle facce de' quali ſi ve-
dono alcuni Baſſirilievi di bronzo, fatti da
Donatello, con ſingolare artifizio, e ſom-
mamente lodati dagl'intendenti.
Anco
nelle Cappelle ſono di pregio alcune Tavo-
le, tralle quali a mano deſtra molto ſi
ſtima la Tavola dov'è dipinta la Natività
del Signore, di mano di Raffaello del
Garbo, e l'altra, che ſegue appreſſo,
fatta dal Roſſo, in cui dipinſe lo Spoſali-
zio di Noſtra Donna.
Cosi a man ſiniſtra
ſi vede la bella Tavola del Sogliani, dov'
è dipinto in Croce Sant'Arcadio, e quel-
la dell'Empoli, che rappreſenta il Marti-
rio di San Baſtiano, e quella del Macchiet-
ti, ove è dipinta la Venuta de' Magi, e
quella in chiaro ſcuro di Frate Bartolom-
meo, ove ſi vede eſpreſſo al vivo il ſuo
Ritratto, con altre appreſſo, che per bre-
vita ſi tralaſciano.
Più d'ogni altra coſa
però degne ſono d'ammirazione le due Sa-
greſtie, ma ſpecialmente la nuova, detta
altrimenti la Cappella de' Principi, fatta
col diſegno, e Architettura di Michela-
gnolo Buonarroti.
Quivi l'arte ſendo
giunta al colmo di ſua perfezione, chiara-
mente dimoſtra, quanto ſublime, e mira-
bile foſſe l'ingegno di queſto divino Arte-
fice, che ſe in ogni opera vinſe i Maeſtri
più celebri, in queſta ſuperò ſe medeſimo.

E di vero, chi può lodare abbaſtanza l'ec-
1 cellenza, la maeſtà, la grazia; e la va-
ghezza di queſta Fabbrica?
Tentarono già
molti eruditi Scrittori di deſcrivere diſtin-
tamente le ſue bellezze, ma diedero a di-
vedere, che nelle lodi di Michelagnolo, e
di queſt'opera inſigne, era manchevole;
ed inſufficiente fino l'iſteſſa eloquenza.

Siaſi dunque contento il Foreſtiero, che
tralaſciando il diviſare de' ſuoi pregj, ac-
cenni ſolo, che il primo Sepolcro all'en-
trare è di Giuliano de' Medici Duca di
Nemurs, e Fratello di Leone X., ſopra di
cui v'è il ſuo Simulacro di mano del Buo-
narroti, e le due Statue appreſſo, una il
Giorno, l'altra la Notte figurano: e che
nel ſecondo Sepolcro fatte per Lorenzo de'
Medici Duca d'Urbino, e ſopra pure v'è
il ſuo Simulacro della medeſima famoſa
mano, l'altre due Statue rappreſentano il
Crepuſcolo, e l'Aurora.
Si vede ancora
di mano di Michelagnolo una Madonna
col bambino in braccio.
E perchè fuori
delle ſette Statue di mano del Buonarroti,
ſi vedono due Figure de' Santi Coſimo, e
Damiano, ſappia, che la prima è del
Montorſoli, e la ſeconda di Raffaello da Mon-
telupo, ambedue Scultori eccellenti.
Nella
vecchia Sagreſtia, fabbricata col diſegno di
Filippo di Ser Brunelleſco, di cui pur an-
co fu tutta l'Architettura di queſto gran-
de Edifizio, ſi oſſervano i quattro tondi
ne' peducci della Volta di mano di Dona-
tello, le due piccole porte del medeſimo,
in alcune nicchie San Lorenzo, Santo Ste-
1 fano, San Coſimo, e San Damiano del
medeſimo, e nel doſſale dell'Altare un
Baſſorilievo in bronzo del Brunelleſco.

Quindi ſi vede un belliſſimo Sepolcro di
porfido, per Piero, e Giovanni figli di
Coſimo Padre della Patria, adornato ne'
lati di fogliami di bronzo, fatti col diſe-
gno d'Andrea Verrocchio.
laſceremo
di dire, che la vaga Soffitta, la ricca, e
nobil Cupola dipinta da Vincenzio Meuc-
ci, il Campanile edificato da' fondamen-
ti, ed il riſtoramento della Chieſa ſotter-
ranea, ſono opere fatte in queſti tempi
dalla pietà della Gran Principeſſa Anna
Maria Luiſa de' Medici Elettrice Vedova
Palatino del Reno.
Nell'uſcir della por-
ta, onde ſi va nella Canonica, ſi trova
la Statua di Paolo Giovio Veſcovo di No-
cera, e famoſo Scrittore d'Iſtorie, ſcultu-
ra di Franceſco da San Gallo; indi ſalen-
do per una Scala, che guida al Chioſtro
di ſopra, troveremo la celebre, e per
tutto il Mondo tanto rinomata
pe-
ciocchè
te-
cel-
fano,
LIBRERIA MEDICEO - LAURENZIANA, il
cui vaſo lungo braccia ottanta, largo di-
ciotto e due terzi, e alto quattordici e
mezzo, è cosi nobile e maeſtoſo, e di
si rara e perfetta Architettura, che mol-
ti valent'uomini, come il Brezelio, il Se-
nator Nelli, Ferdinando Ruggieri, e Giu-
ſeppe Ignazio Roſſi l'hanno diſegnato, e
pubblicato colle ſtampe.
Fu alzato col di-
ſegno di Michelagnolo, ſervendo ciò per
1 un degniſſimo encomio. Prima dunque di
penetrare dentro, trovaſi un bel ricet-
to in forma quadra, nel quale e ſituata la
Scala poſta fu da Giorgio Vaſari e dal Tri-
bolo per ben diciotto volte, e non mai
per un miſterioſo ſilenzio di Michelagnolo
potuta collocarſi nella ſua proporzionata ſi-
tuazione
.
Bella oltremodo é la Porta, e
belli ancora ſono gli ornamenti delle fine-
ſtre, vaghiſſimo il cornicione, l'architra-
ve; ed il fregio, e tutto inſieme è con si
nobil ſimetrìa diviſato, che reſta l'occhio
di chi lo mira dallo ſtupore, e dal diletto
ſorpreſo
.
Alla bellezza del materiale cor-
riſponde il pregio, e il valore de' Mano-
ſcritti, che ſopra certi banchi di noce,
quarantaquattro per banda, in gran nume-
ro vi ſi conſervano.
Oltre gli altri quat-
tro nuovi ſcaſſali poſti nel Corridore ag-
giunto da S. M. C. FRANCESCO I., ripieni
ancor queſtì di Manoſcritti.
Sono queſti
di lingue diverſe, e ſpecialmente Ebrea,
Greca, Latina, Cineſe, Arabica, Cal-
dea, Siriaca, Toſcana, Schiavona, Pro-
venzale, e Franceſe antica, ſolo per la
rarità, ma eziandio per l'ornamento di
Pitture e Miniature ſingolariſſimi.
Da
queſti, come da rari eſemplari, ſoglio-
no i Letterati, e in ſpecie gli Oltramon-
tani, diligentiſſimi oſſervatori, riſcon-
trare, o emendar quei difetti, che ſpeſſe
volte ſcorrono nelle ſtampe, o che non fu-
rono da altri oſſervati, e pubblicare in-
tereſſanti anecdoti.
Or queſti Libri, par-
1 te da Coſimo Padre della Patria, Lorenzo
ſuo fratello, Piero ſuo figliuolo, e parte
da Lorenzo il Magnifico, da varie par-
ti, e con grandiſſime ſpeſe proccurati,
ſpecialmente dalla Grecia, e dall'Aſia,
furono poſcia ripoſti in queſto luogo da
Clemente VII., che fondò la Libreria,
e che indi nell'anno 1571. fu dal Grandu-
ca Coſimo I. ordinato che ſi teneſſe pub-
blicamente aperta a comune benefizio de'
cittadini
.
Chi poi bramaſſe ſaperne il nu-
mero, e la lor qualità potrà comodamen-
te appagare il ſuo deſiderio, mediante
l'Indice Generale ſtampato dal P. Mont-
faucon nel Libro Bibliotheca Bibliothecarum,
non ſenza molti difetti.
Che pero il Re-
gio Bibliotecario Antommaria Biſcioni ri-
fece e pubblicò nel primo Tomo la recen-
ſione de' dugenquattordici Codici Orientali
colla ſtoria più eſteſa di queſta Libreria,
la quale non avendo potuta terminare a
riguardo della morte, l'ha pero com-
pita adeſſo il Sig. Dottor Giulianelli.
L'
erudito viaggiatore informatoſi dalla pe-
rizia del Bibliotecario del Principe trove-
ad ogni Pluteo qualche raro Manoſcrit-
to
.
I più ſingolari per l'antichita ſono il
Codice Siriaco al Plut. I.
Quello del Ver-
gilio al Plut. XXXIX. al XLII. il Deca-
merone del Boccaccio.
Quello dell'Oroſio
al LXV.
Quello del Tacito al LXVIII. Per
la vaghezza dell'ornato il S. Ambrogio,
il Lirano, il Tolomeo, il Giulio Ceſare,
la Vira di Lorenzo de' Medici, Domizio
1 Calderino, l'Argiropilo, e molti altri.
Il ſopranominato Sig. Dottor Giulianelli ha
tradotta in volgare la Storia eſteſa di detta
L breria, da cui potrà aver maggiori no-
tizie il viaggiatore.
Da queſto luogo ci
porteremo a viſitare la
un
D te
Cal-
CAPPELLA, che deve riuſcire nel Coro,
ma di preſente ha l'ingreſſo dietro la
Chieſa
.
Or queſta è la Cappella cotanto
celebre, che ſenza ingrandimento iperbo-
lico, vien riputata nel Mondo unica, e
ſingolare
.
E in vero, ſe in altri Edifizj
s'ammira la ſquiſitezza dell'arte, in al-
tri la ricchezza de' materiali, ed in alcu-
ni qualche coſa di ſingolare, in queſta fo-
la Cappella tutte unite concorrono le pre-
rogative più nobili: magnificenza d'Ar-
chitettura, pregio infinito de' materiali,
bellezza incomparabile, e perfezione dell'
arte in ſommo grado.
Per darne adunque
alcuna breve notizia, diremo, che la cir-
conferenza di tutta queſta maeſtoſa Cap-
pella è braccia cenquarantaquattro, l'al-
tezza della Cupola braccia centoquattro,
e il diametro quarantotto.
L'incroſtatura
è di diaſpri, agate, calcedoni, lapislaz-
zuli, ed altre pietre prezioſe.
Belliſſimi
ſono i pilaſtri co' capitelli di bronzo do-
rati
.
Maeſtoſi ſono i Sepolcri di granito
orientale, ſopra ciaſcuno de' quali po-
ſa un guanciale di diaſpro tempeſtato di
gioie, e ſopra quello una corona reale,
ancor eſſa ricca di gemme.
In alcune nic-
1 chie di paragone ſon collocate altrettante
Statue di bronzo dorate, maggiori del na-
turale, che rappreſentano i Regnanti de-
funti
.
Di vaghiſſime commeſſure vedonſi
effigiate le Armi delle Città ſottopoſte al
Dominio de' noſtri Reali Principi.
In
ſomma tali, e tanti ſono gli ornamenti
di pregio, che vi ſi trovano, che umano
penſiero non è baſtevole a immaginarſi una
bellezza rara.
Fu cominciata la Fabbri-
ca l'anno 1604. al tempo di Ferdinan-
do Primo, e per quanto da molti Maeſtri
giornalmente vi ſi lavori, molto vi reſta
ancora, per renderla in tutto compita, e
allora ſarà in eſſa collocato il prezioſo Ci-
borio, che ſi conſerva in Galleria, e del
quale parleremo a ſuo luogo.
Appreſſo la
Cappella è la
D 2 chie
CASA de' Nelli, nella quale eſiſte una
prodigioſa quantità di diſegni d'Architet-
tura di mano de' più eccellenti profeſſori
d'Italia, ſiccome una raccolta di Mano-
ſcritti de' celebri Mattematici Galileo Ga-
lilei, Evangeliſta Torricelli, e Vincenzio
Viviani
.
Da queſto luogo paſſeremo nella
Via de' Ginori, dov'è il
PALAZZO del Marcheſe Ginori, ripieno
di nobili arredi, Pitture, ed altre rarità;
e quello de' Giraldi, che ha una copioſa
e ſcelta Libreria.
In eſſa ſtrada riſpondo-
no gli Appartamenti fabbricati dal Mar-
cheſe Riccardi, e uniti al ſuo Palazzo in
1 Via larga, e da quella ci porteremo nella
Via di San Gallo, oſſervando la vaga
facciata del
Via
PALAZZO de' Marucelli, entro del qua-
le vi ſono cinque grandi Camere dipinte
dal Ricci Pittore Veneziano.
In eſſa Via
ſi trovano moltiſſimi Conventi, e Chieſe
di Monache, ciaſcheduna delle quali ha
qualche coſa di ſingolare, e ſpecialmente
quella di Sant'Agata, dov'è la bella Ta-
vola di Aleſſandro Bronzino, nella quale
ſon dipinte le Nozze di Cana Galilea.

Noi però tralaſciando per minor briga del
Foreſtiero il ragionare di quelli, nel paſ-
ſare dal Canto de' Preti, oſſerveremo la
nuova, e vaga Fabbrica dello
SPEDALE DI GESU` PELLEGRINO, in cui
ſi ricevono ſolamente Religioſi pellegrini;
e dipoi ſeguitando il viaggio, giungere-
mo alla
COMPAGNIA DI SAN MARCO nuovamen-
te reſtaurata, e quanto mai dir ſi poſſa,
di varj ornamenti abbellita, avvengachè
moltiſſime ſiano le Pitture, gl'intaglj do-
rati, e l'altre coſe di pregio, che vi ſi
vedono
.
Unito a queſto Oratorio è uno
Spedale, fabbricato per ricevere i Pelle-
grini Oltramontani, ſimile a quello di
San Tommaſo d'Aquino, ma di più co-
mode abitazioni nobilmente adagiato.
Ed
in vero, chi dentro penetra a rimirare
1 tutte le ſtanze con bell'ordine, e magni-
ficenza diſpoſte, non uno Spedale di pove-
ri Pellegrini, ma un Ricetto di nobiliſſi-
mi Perſonaggi lo crede; perlochè queſto
luogo ragguardevole in ogni parte, non
ha ſenza dubbio, che invidiare agli Speda-
li più celebri dell'Italia.
Poco diſtante
da queſto ſeguono lo
D 3 tut-
SPEDALE DEGl'INCURABILI molto ca-
pace, e adattato al biſogno, ed il
CONSERVATORIO de' Poveri queſtuanti,
dove debbono raccetrarſi, o tutti, o gran
parte delle perſone dell'uno, e dell'al-
tro ſeſſo, che per vivere neceſſitano del-
l'altrui ſoccorſo; il qual luogo è chia-
mato di Bonifazio dal ſuo Fondatore Bo-
nifazio Lupi nobiliſſimo Parmigiano, gia
Poteſtà di Firenze nel Secolo XIV.
Dirim-
petto al quale è il belliſſimo
PALAZZO de' Pandolfini, fatto fabbri-
care col diſegno di Raffaello da Urbino da
Monſignor Giannozzo Pandolfini Veſcovo
di Troia.
Volgendo per la Via delle Ruo-
te, dove può oſſervarſi la piccola, ma
vaga facciata della Caſa, che per propria
abitazione ſi fabbricò il celebre Pittore San-
ti di Tito.
In teſta di eſſa ſi vede il
CONSERVATORIO de' Fanciulli Orfani,
e Abbandonati.
Ci condurremo per la Via
di San Zanobi alla Via dell'Acqua, dal-
la quale ſi palla a vedere la
1
FORTEZZA DA BASSO, detta il Caſtello
San Giovambatiſta, nella quale conſervaſi
una belliſſima, e copioſa Armeria, oltre
le coſe ſingolari, che vi ſi ammirano, e
che da noi con gran ragione ſi tacciono.

Faremo ſolamente menzione della nuova
fonditura de' Cannoni, che tanto facilita
la manifattura, e ne aſſicura la riuſcita.

Di qui paſſeremo al
CASINO del Marcheſe Riccardi in Gual-
fonda, pieno di Statue antiche, e moder-
ne, e di pitture eccellenti, tra le quali
nella Cappella è la Volta a freſco del Vol-
terrano, con un Giardino molto vaſto, e
delizioſo, in cui ſi vede la ſtatua di Pa-
pa Bonifazio VIII., che prima era alla
facciata del Duomo, eretta da' Fiorentini
per la benevolenza che queſto Pontefice
avea dimoſtrata alla loro Nazione.
All'
uſcir di Gualfonda, voltando a man ſini-
ſtra per la Piazza vecchia di Santa Maria
Novella, e entrando in via dell'Amore,
oſſerveremo la
CASA fatta fabbricare con gli onorifici
donativi di Luigi il grande Re di Fran-
cia, da Vincenzio Viviani primo Matte-
matico del Granduca Coſimo III. ultimo
Scolare del Galileo.
Nella facciata di que-
ſta Caſa, eretta con diſegno del Senator
Gio. Batiſta Nelli, alla qual Famiglia di
preſente appartiene, con raro eſempio, ed
in ſegno evidente d'Uomo grato al Mae-
1 ſtro, ed a' generoſi Benefattori, vedremo
ſopra la porta maggiore, eſpoſta per la
prima volta al pubblico, la viva Effigie
di bronzo in rilievo, gettata da Gio. Ba-
tiſta Foggini, di queſt' immortale Eroe
Fiorentino: e dall'eſpreſſo ne' Cartelloni
laterali, come da un Compendio di Vita,
ci verrà indicato parte delle notizie de' di
lui ammirandi trovati.
Soddisfattici d'a-
ver qui veduto una memoria si bella, tor-
nando ſulla detta Piazza oſſerveremo il
D 4 ſtro,
PALAZZO de' Cerretani, dove è ſtata
fabbricata di nuovo una Galleria di anti-
che Statue, e dipinta vagamente da Vin-
cenzio Meucci; e dipoi per corta ſtrada
paſſeremo al Giardino, e Palazzo de' Gad-
di, ricchiſſimo di Statue ſingolari, di pit-
ture, e di medaglie; ed oſſervando il
PALAZZO detto del Mondragone, ed in
appreſſo quello de' Venturi, diſegno del
Buontalenti, giugneremo alla Chieſa di
SANTA MARIA NOVELLA de' Padri Do-
menicani, una delle più belle non ſolo di
Firenze, ma quaſi diſſi d'Italia, lodata
da Michelagnolo Buonarroti, che come è
fama fra noi, ſolea chiamarla la Spoſa.

Fu queſta fabbricata intorno l'anno del Si-
gnore 1279. col diſegno di Fra Siſto, e di
Fra Riſtoro Converſi di quell'Ordine, e
Fiorentini intendentiſſimi d'Architettura,
e perfezionata circa l'anno 1350., gover-
1 nando il Convento Fra Iacopo Paſſavanti,
celebre ed eloquente Scrittore.
Promoſſe
la gran Fabbrica di queſto Tempio il Bea-
to Giovanni da Salerno, di cui è oſſerva-
bile la bella Statua fatta da Girolamo Tic-
ciati, e collocata nel mezzo del maggior
Chioſtro
.
Era queſti Diſcepolo di San Do-
menico, mandato dal ſuo Maeſtro a Fi-
renze per fondarvi la Religione, la quale
ben preſto allignatavi, produſſe a queſta
Città molti Uomini inſigni, che l'una,
e l'altra illuſtrarono.
Or queſto Tempio
magnifico è diviſo in tre Navate, ſoſtenu-
te da pilaſtri, e colonne, ſulle quali po-
ſano gli archi delle volte, così ben rile-
vate, che oltre la maeſtà, e vaghezza,
rendono molta luce alla Chieſa.
Nelle pa-
reti delle Navate ſono le Cappelle tutte
d'un ordine.
In ciaſcuna di eſſe è una
Tavola di Pittore eccellente.
Incomincian-
do dalla porta del mezzo, la prima a
man deſtra, dov'è dipinta la Vergine
Annunziata dall'Angiolo, è di Santi di
Tito
.
Segue il Martirio di San Lorenzo
mirabilmente effigiato da Girolamo Mac-
chietti: e dopo queſto, la Natività del
Signore dipinta da Batiſta Naldini, di cui
ſono l'altre due ſeguenti, cioe quella del-
la Purificazione di Maria Vergine, e l'al-
tra della Depoſizione di Croce di Noſtro
Signore
.
E` anco di Santi di Tito il Laz-
zero reſuſcitato, ſiccome del Ligozzi è la
Tavola di San Raimondo, che riſuſcita
da morte un fanciullo.
La Cappella degli
1 Strozzi dipinta dal Lippi è ſtata di freſco
reſtaurata, e ornata.
All'Altar maggiore
belliſſime ſono le pitture del Coro fatte
dal Grillandaio.
In ſette Storie da una
parte ſi rappreſenta la vita di Maria Ver-
gine, ed in altre ſette dall'altra, quella
di San Giovan Batiſta, ed in ciaſcuna fu-
rono ritratte da quel Pittore molte perſo-
ne di quei tempi, cosi bene, ed al vivo,
che la natura vien ſuperata dall'arte.

Ripigliando l'ordine delle Cappelle, la
ſeconda a man ſiniſtra nell'entrar della
porta, è dipinta la Samaritana, mirabil-
mente effigiata da Aleſſandro Bronzino.

Quelle, che ſono appreſſo, ſono ambedue
del Vaſari, Nella prima furono dipinti i
Miſteri del Roſario, e nell'altra la Ri-
ſurrezione di Criſto.
In reſta poi della
Croce è la Cappella de' Gaddi, belliſſima
d'Architettura di Gio. Antonio Doſi, con
una Tavola di mano d'Agnolo Bronzino,
nella quale ſi rappreſenta quando Criſto
riſuſcita la figliuola dell'Archiſinagogo;
c accanto è la Cappella de' Gondi incro-
ſtata di vari marmi, dov'è il famoſo
Crocifiſſo di legno, ſcolpito con ſingolare
artifizio da Filippo di Ser Brunelleſco, il
quale fu non meno nella Scultura, che
nell'Architettura il più eccellente Maeſtro
di quanti viſſero ne' ſuoi tempi.
Ne' due
Tabernacoli di marmo, di architettura di
Pier Franceſco Silvani, l'uno rincontro
all'altro, ſituati alle colonne di mezzo,
ſi vedono due belle Tavole, quella di
1 San Pier Martire dipinta dal Cigoli, e la
ſeconda dall'Empoli.
Ne ſi laſci di ve-
dere la magnifica Sagreſtia, e chi guſta
della pittura, l'antica Tavola di Cima-
bue, che è la più famoſa opera di quel
primo Padre, e riſtoratore di queſt'arte,
la quale è nella Cappella de' Rucellai.

Dalla Chieſa paſſeremo nel Convento,
adagiato di comode abitazioni, ed in cui
ſon molte coſe degne d'eſſer vedute da
ciaſchedun Foreſtiero.
Primieramente ſi
trova un Chioſtro aſſai grande, le cui Pa-
reti furono dipinte tutte a verde terra di
ſacre Iſtorie da Paolo, detto degli Uccel-
li, Pittore antico.
E` quivi ſituata la Cap-
pella della Nazione Spagnuola, gia eretta
dalla Famiglia Guidalotti per Capitolo di
quei Padri, con pitture nelle pareti; e
nella volta di mano di Taddeo Gaddi, e
di Simone Memmi; fatta reſtaurare, ed
abbellire ultimamente dal Padre Maeſtro
Fra Salvadore d'Aſcanio Spagnuolo, Mi-
niſtro del Re Cattolico, il quale avendo
commeſſo alla diligenza di Agoſtino Ve-
racini il ripulimento delle ſuddette antiche
Pitture, le ha queſti ravvivate mirabil-
mente
.
La Tavola di San Iacopo Apoſto-
lo, Tutelare della Cappella, è di mano
del Bronzino; e il Crocifiſſo di marmo,
collocato oggi ſull'Altare, è opera del
Pierotti
.
Paſſando al ſecondo Chioſtro,
egli è lungo centodieci braccia, e largo
novanta, e diviſo in cinquanta lunette,
in molte delle quali per mano di Maeſtri
1 eccellenti, e ſpecialmente di Santi di Ti-
to, e del Poccetti, ſono eſpreſſi in pit-
tura i fatti più ſingolari di San Domenico,
e di Sant'Antonino Arciveſcovo di Firen-
ze, con alcuni Ritratti d'Uomini illuſtri
per Santità, che mentre viſſero, ſantifi-
carono coll'eſempio loro queſto Convento.

Vicino al Chioſtro è ſituata la Spezieria,
celebre in molti luoghi d'Italia, avvegna-
chè in eſſa, al pari d'ogni gran Fonde-
ría, ſi fabbrichino medicamenti chimici d'
ogni ſorte, olj, quinteſſenze, e odori di
ſingolar perfezione, come è ben noto a'
Profeſſori di queſt'Arte.
Salendo nel Dor-
mentorio nuovamente di pitture abbellito,
colla ſerie di tutt'i Pontefici, e Cardinali
di queſta inſigne Religione, trovaſi la Cap-
pella detta del Papa, dipinta da Iacopo da
Pontormo, e nella quale celebrarono quat-
tro Sommi Pontefici, cioè Martino V. Eu-
genio IV. Pio II. e Leone X.
Preſſo a que-
ſta è una copioſa Libreria, dipoi il Novi-
ziato fatto fabbricare dal Padre Aleſſio
Strozzi inſigne Benefattore di queſto Con-
vento
.
Dal quale uſcendo s'entra in una
gran Piazza, ed in faccia di eſſa è ſituato
lo Spedale di
nan-
D 5 Stroz-
San
D 6 ec-
SAN PAOLO de' Convaleſcenti, dal qua-
le paſſeremo in Via della Scala, dov'è po-
ſto il bel
PALAZZO, e GIARDINO del Marcheſe Ri-
dolfi, nel quale ſon ſucceduti per eredità i
1 Canonici nobili Ferrareſi, de' quali eſſen-
doſi eſtinta la famiglia, ſono ſtati ſucceſſori
gli Stiozzi, che lo godono prefentemente;
e da queſto giungeremo ſul Prato, dove
fanno vaga viſta da una parte tutte le Caſe
d'un ordine iſteſſo, e dall'altra il
Ca-
CASINO, e PALAZZO de' Principi Corſi-
ni, nell'atrio del quale, che conduce ad
uno ſpazioſo Giardino è ſtata poſta una bel-
la raccolta di antiche inſcrizioni.
Rimpet-
to a queſto luogo comincia il corſo de' Bar-
beti, il quale va a terminare alla Porta al-
la Croce, per lo ſpazio di due miglia.

Camminando pel Borgo, arriveremo alla
Chieſa di
OGNISSANTI, dove abitano in gran nu-
mero Frati Minori dell'Oſſervanza di San
Franceſco
.
Ha queſta Chieſa la facciata di
pietre forti, con buon diſegno intagliate,
per opera del Nigetti Architetto.
Il baſſo-
rilievo di terracotta, ſituato ſopra la porta
di mezzo, è di Luca della Robbia.
Le Ta-
vole degli Altari in gran numero, ſono tut-
te dipinte da buoni Maeſtri.
Quelle però,
che ſi tengono in maggiore ſtima, ſono l'
Aſcenſione di mano del Butteri; la Madon-
na col figlio in braccio di mano di Santi
di Tito; e l'altre due del Roſſelli; cioè,
quella di Santa Eliſabetta Regina di Porto-
gallo, e la ſeconda del Martirio di San-
t' Andrea.
Conſervanſi ancora in queſta
Chieſa molte Reliquie, e fra queſte la Cap-
1 pa di San Franceſco, tenuta in ſomma ve-
nerazione
.
Dopo la Chieſa ne viene il Con-
vento, in cui v'è un bel Chioſtro con tut-
te le lunette dipinte a freſco, cinque del-
le quali ſono di Giovanni da San Giovan-
ni; cioè, quella ove San Franceſco mette
in pace gli Aretini, quella in cui riſuſcita
una bambina caduta in una caldaia, quel-
la dove riceve in braccio il Bambino Ge-
, quella in cui ſana una cieca, e l'al-
tra ove predica ſopra un albero.
Quella,
che ſegue è di Giovanni Garzia ſuo ſcola-
re
.
l'altre ſon dipinte dal Ligozzi, e dal
Boſchi
.
Vi ſono in queſta contrada molte
belle abitazioni, e la
pa
CHIESA, e SPEDALE di San Giovanni di
Dio, tenuto da quei Religioſi con ſingolar
pulitezza, e carità.
In queſto ſito vi era
la Caſa di Amerigo Veſpucci ritrovatore
del nuovo Mondo.
Seguitando la via del
Corſo ſi giunge al
PALAZZO de' Ricaſoli fatto col diſegno
di Michelozzo, e le facciate furon dipinte
da Franceſco Pagani, che molta lode ne ri-
portò anche da' profeſſori di grido.
Dipoi
ſi arriva al
PALAZZO, e LOGGIATO de' Rucellai,
fatti ambedue col diſegno di Leon Batiſta
Alberti
.
Ma uſcendo alquanto di ſtrada,
a man deſtra ſi trova Parione, dov'è il
1 PALAZZO de' Priscipi Corſini, in ſua vi-
ſta magnifico, d'Archicettura Toſcana,
fatto per la maggior parte con diſegno di
Pier Franceſco Silvani.
Egli è modernamen-
te ſtato accreſciuto di appartamenti doppi,
ſcale, gallerie, ed altre comode abitazio-
ni; onde chi lo vede ha occaſione di am-
mirare una delle maggiori Fabbriche, e più
conſpicue di queſta Città.
La Sala maggio-
re è lunga braccia quaranta, e larga venti-
cinque, ed e ornata di varj colonnati, di
ſtatue antiche, e di buſti di marmo di ma-
no d'eccellenti Scultori.
La volta è dipin-
ta a maraviglia da Anton Domenico Gab-
biani, e tutto il compoſto non può eſſere
più vago, più magnifico.
Conduce
a queſta Sala, ed al piano nobile del Palaz-
zo una Scala fatta con bel diſegno da An-
ton Ferri, perchè cominciando con due
grandi branche, che ſi uniſcono in un bel
ricetto, va terminando in una, che è ar-
ricchita di nobile Architettura, di pietre e
ſtarue belliſſime.
Nel mentovato piano no-
bile vi ſono otto appartamenti liberi, com-
poſti di camere, anticamere, e retroca-
mere, dipinte da più eccellenti Profeſſori,
che hanno fatto a gara nel dimoſtrare l'ec-
cellenza di lor pennello.
Sono ancora ar-
ricchiti di ſcale ſegrete, gallerie, gabinet-
ti, ed altri ſervizi; e per comodità de'
medeſimi, evvi una Cappella dipinta tutta
dal Cherardini, colla Tavola dell'Altare
di mano di Carlo Maratta.
Il piano terre-
no e altresi dipinto da' migliori Maeſtri.
PA-
Ri-
1

Ritornando nella medeſima ſtrada del Cor-
ſo, o laſciando a man ſiniſtra la
CHIESA DI SAN PAOLINO de' Padri Car-
melitani Scalzi, ridotta alla moderna, di
Architettura aſſai vaga; ſiccome l'altra
Chieſa di
SAN PANCRAZIO, nella quale ſi vede un
Sepolcro di marmi, ſimile a quello di No-
ſtro Signore, che ſi trova in Geruſalem-
me, anzi fatto coll'iſteſſe miſure, e diſe-
gno dalla Famiglia Rucellai; e una magnifi-
ca Cappella del Marcheſe Riccardi; per-
verremo al
CANTO DE' TORNAQUINCI, dove è la
bella Loggia di queſta Famiglia fatta col
diſegno del Cigoli, e quivi s'incontra il
tanto lodato
PALAZZO degli Strozzi fatto fabbricare da
Filippo Strozzi, con ſomma magnificenza.

Il primo diſegno di queſta fabbrica fu dato
da Benedetto da Majano, ſebbene poi pro-
ſeguito dal Cronaca, il quale nella parte
interiore mutò ordine d'architettura, av-
vegnachè per di fuori Toſcano, con bozze
di pietra ſorte, di grandezza non ordina-
ria, per di dentro ſia Dorico, e Corintio,
come ſi vede nel Cortile.
Rimane queſto
Palazzo da ogni parte iſolato, ed ha nella
ſommità un cornicione di raro artifizio.
Le
lumiere, o lanternoni di ferro poſti ſu' can-
1 ti, furono lavorati dal Caparra, e da chi-
unque li vede ſon grandemente lodati.
Par-
tendoſi dalla Via del Corſo, e camminan-
do verſo Arno, troveremo ſulla Piazza di
Santa Trinita una belliſſima
ti,
COLONNA di granito d'ordine Dorico,
quivi eretta l'anno 1564. da Coſimo I. con
avervi fatto collocare ſopra una Statua di
porfido, rappreſentante la Giuſtizia, di
mano di Romolo del Dadda, in memoria
(come ſi crede da molti) dell'avere il
mentovato Granduca ricevuta in queſto luo-
go la nuova della preſa di Siena.
Diceſi,
che foſſe l'ultima Colonna levata dalle Ter-
me Antoniane, e donata al Granduca Co-
ſimo I. da Pio IV.
Dirimpetto alla Colonna
appariſce di vaga viſta il
PALAZZO de' Bartolini, fabbricato col
diſegno di Baccio d'Agnolo; dopo del
quale dall'iſteſſa parte ſi vede il gran
PALAZZO degli Spini, oggi diviſo in più
caſe, e incontro ad eſſo la Chieſa de' Mo-
naci Vallombroſani, chiamata
SANTA TRINITA, la quale, benchè fab-
bricata in tempo, che la buona Architet-
tura non era per anco riſorta, è tuttavia da'
Profeſſori molto lodata.
Sono in eſſa alcu-
ne Tavole di bellezza non ordinaria, e ſpe-
cialmente nella Cappella degli Strozzi Pit-
tura dell'Empoli.
E` anco da lodarſi in
1 queſta Cappella la volta dipinta a freſco da
Bernardino Poccetti, e le due Statue di
mano del Caccini.
Sono altreſi ragguar-
devoli le Pitture di Aleſſio Baldovinetti nel
Coro de' Monaci, dove furono effigiati al
naturale molti uomini illuſtri, che in quel
tempo vivevano; ſiccome quelle del Gril-
landaio nella Cappella de' Saſſetti.
Anco
la Tavola del Paſſignani, nella quale è di-
pinto un Criſto morto, è degna di molta
lode
.
Nel Tabernacolo dell'Altar maggio-
re ſi conſerva il Crocifiſſo, che già era nel-
la Chieſa di San Miniato preſſo alla Città,
e di cui ſi favella nella ſeconda parte di
queſto libro.
Il Presbiterio avanti il detto
Altare, fu diſegnato dal Buontalenti con
maraviglioſo artifizio, del quale pur anco
è il diſegno della bella Facciata di queſta
Chieſa, tutta di pietre forti.
Più d'ogni
altro però s'ammira la Cappella degli U-
ſimbardi, incroſtata di marmi Carrareſi,
e d'altre pietre, con due Sepolcri di dia-
ſpro nero, ſopra de' quali poſano due buſti
di marmo, che ſon ritratti di due Prelati
di quella Caſa, ſcolpiti da Felice Palma,
famoſo artefice de' ſuoi tempi.
Del mede-
ſimo Palma è il Crocifiſſo di bronzo poſto
all'Altare in una nicchia di nero diaſpro.

Le due Tavole de' lati ſon dipinte da Cri-
ſtofano Allori, e dall'Empoli; e le Lu-
nette a freſco da Giovanni da San Giovanni.

Il baſſorilievo di bronzo, dov'è ſcolpito
il Martirio di San Lorenzo, è fattura di
Tiziano Aſpetti da Padova, Maeſtro del
1Palma. Laſciando il Ponte a Santa Trini-
ta, del quale ragioneremo nella ſeguente
Giornata, e camminando lung'Arno verſo
il Ponte Vecchio, a man ſiniſtra poco fuo-
ri di ſtrada, viſiteremo la Chieſa de'
que-
Pal-
SANTI APOSTOLI, una delle più antiche
di Firenze.
Quantunque ella non ſia mol-
to grande, è nondimeno di nobile Archi-
tettura, molto commendata dal Buonarro-
ti
.
Vi è una Tavola dipinta dal Vaſari,
per la Concezione di Maria Vergine.
Sono
lodati i due Sepolcri, e ſpecialmente quel-
lo preſſo alla Sagreſtía, lavorato da Bene-
detto da Rovezzano.
Anco nella Cappella
del Sagramento ſono di Luca della Robbia
vaghi ornanienti di terra cotta.
Proſeguen-
do il cammino ſi vede il
PALAZZO gia de' Borgherini, che è diſe-
gno di Baccio d'Agnolo, e nella Sala vi è
un Cammino di pietra ſerena di gran mole,
lavorato a baſſirilievi d'eſquiſito lavoro da
Benedetto da Rovezzano.
Dipoi paſſato il
Palazzo degli Acciaíuoli, dopo qualche
tratto di ſtrada ſi giugne alla grande
FABBRICA DEGLI UFIZJ, o Magiſtrati
della Città, la quale ordinata dal Gran-
duca Coſimo I. col diſegno di Giorgio Va-
ſari, Pittore, e Architetto Aretino, riu-
ſcì, come ſi vede, belliſſima, e ragguar-
devole in ogni parte.
l'Architettura di
tutto queſt'Edifizio è d'ordine Dorico, ab-
1 bellito di conci, e pietre, lavorate con
pulitezza non ordinaria.
Nelle nicchie, che
per di fuori ſi mirano, avea diviſato il Gran-
duca Coſimo di collocare le Statue de' più
illuſtri Cittadini di queſta Patria; ma non
potè adempire il bel diſegno prevenuto dal-
la morte.
Sotto il Loggiato, che ſoſtenuto
da colonne, e pilaſtri, gira tutta la Fab-
brica, ſono le reſidenze di varj Magiſtra-
ti, uniti inſieme in queſto luogo per como-
do univerſale, e di quivi con nobile ſcala
fatta modernamente ſi ſale alla pubblica
bel-
LIBRERIA MAGLIABECHIANA fondata a
benefizio pubblico dal celebratiſſimo Anto-
nio Magliabechi, la più copioſa di libri
d'ogni ſorta, che ſia nella Città, e che
molto merita d'eſſer veduta, ed oſſervata.

Il primo appartamento ſopra il Loggiato,
ſerve per lo più per Officine, e Botteghe
di quelli artefici, che giornalmente lavo-
rano per l'uſo della Galleria, e Guarda-
roba di S. M. I. e ſpezialmente fanno eccel-
lenti quadri e altri lavori in pietre dure,
condotti all'ultima perfezione.
Sono i la-
voranti di numero ſeſſanta in circa, e ven-
gon diretti da Mr. Luigi Siries celebre Ora-
fo, e Intagliatore in pietre dure.
Il ſecon-
do appartamento, che fu aggiunto qualche
tempo dopo, col diſegno di Bernardo Buon-
talenti, ſerve per la celebre Imperiale
GALLERIA, la quale è diviſa in due cor-
ridori, lungo ciaſcuno 210. paſſi, che fra
1 di loro ſi comunicano, mediante un altro
corridore in faccia alla fabbrica, lungo 70.
paſſi
.
Di verſo la ſtrada rieſcono i fineſtra-
ti di criſtalli, ſeparati l'uno dall'altro
da varie colonne, e pilaſtri.
La volta di
queſti tre corridori e diviſa in tanti ſpazj
quanti ſono i fineſtrati, e detti ſpazj ſono
dipinti a freſco da diverſi Pittori.
Nel cor-
ridore deſtro, facendoci dalla Facciata,
ſono dipinte grotteſche di varie invenzio-
ni: e nel ſiniſtro, con figure ſimboliche
ſi rappreſentano le Scienze, e l'Arti più
nobili, intorno alle quali ſono i Ritratti
d'uomini illuſtri di queſta Città, che in
ſommo grado le profeſſarono, e ſi ſtampa
preſentemente in più Tomi un'Opera aſſai
erudita, che ſpiega quanto ſi oſſerva dipin-
to
.
Or queſta nobile invenzione può ſervi-
re all'intendente Foreſtiero d'una ſuccinta
notizia de' più rari ſoggetti, che fiorirono
in queſta Patria, perche quivi vedrà quali
ſiano ſtati i Filoſofi, e i Mattematici più
rinomati: quali i Poeti, e gli Oratori più
celebri: i Legiſti, e i Medici più ſingo-
lari: gli Scrittori di varia erudizione; gli
Uomini più accreditati nella prudenza, e
nel governo: quei, che ſi ſegnalarono nel-
l'armi: quegli, che negli onori, e digni-
più coſpicue: i Santi, e Beati: i Fon-
datori di Religioni: e così ſeguitando in
ciaſcheduna Profeſſione, potrà appagare la
ſua curioſità.
Inoltre affiſſi alle pareti di
ciaſchedun corridore ſi vedono moltiſſimi
quadri, in cui ſono i Ritratti d'uomini in
1 armi. o in lettere ſingolari, e ſpecialmen-
te de' Principi della Real Caſa de' Medici.

Appoggiati alle pareti poſano nel piano ſo-
pra baſi moltiſſimi buſti di marmo con te-
ſte antiche tramezzate da Statue intere, con
belliſſima ordinanza diſpoſte, di pregio, e
di bellezza non ordinaria.
Tralle teſte è
molto conſiderabile la ſerie degl'Imperado-
ri Romani, cominciando da Giulio Ceſare
ſino a Pupieno, compreſovi M. Agrippa,
l'Antinoo, e l'Albino; tralle Statue è
degna d'oſſervazione, e di ſtima il Bacco
di Michelagnolo, che non ha da invidiare
all
'antiche.
Molte ancora ſono le Teſte del-
le Donne Auguſte, non meno ſtimabili di
quelle de' Ceſari; ed inoltre ſono ammira-
te dagl'intendenti le due Teſte di Cicero-
ne, e di Seneca, come altresì quella d'A-
leſſandro Magno, ſcolpite con ſingolar mae-
ſtría
.
Sono ancora degne di particolare at-
tenzione due Statue di bronzo antichiſſime,
e d'eccellente manifattura, delle quali una,
che rappreſenta un Idolo, è di maniera Gre-
ca, e l'altra, che figura un Dittatore, o
altro perſonaggio in atto di parlare al Po-
polo, dimoſtra a caratteri Etruſchi, che
nel lembo della veſte ſi ſcorgono, eſſere
ſtata fatta dagli antichi Etruſchi.
Oſſervate
queſte coſe, che ſono eſpoſte alla viſta d'
ognuno, paſſeremo alle ſtanze, dove non
ſi ha l'ingreſſo ſenza ſpecial commiſſione
di chi vi ſopra itende, ed in una di eſſe,
che a riguardo della ſituazione, ſuol eſſere
la prima, troveremo gran numero di pic-
1 coli quadri di vari eccellenti Pittori, Ido-
letti, e Lucerne di bronzo antiche, e di-
verſe bizzaríe prodotte dalla natura; alcu-
ni lavori di pietre dure, e prezioſe; una
colonna d'alabaſtro orientale, alta quattro
braccia, tutta d'un pezzo, e maeſtrevol-
mente lavorata, ed è queſta la maggiore
delle molte, che ſi vedono in vari luoghi
d'Italia, e nella medeſima Gallería; è fi-
nalmente un Candelabro, o come da noi
ſi chiama, una Lumiera d'Ambra, in cui
ſono diſpoſte varie piccole figurette, e ri-
tratti d'Ambra bianca.
Da queſta paſſere-
mo alla ſtanza, che ſeguitando l'ordine
preſo, diremo ſeconda, ove ammireremo
infiniti quadri de' più famoſi Maeſtri nell'
arte
.
Ve ne ſono tra queſti in gran nume-
ro di Pittori Fiamminghi, fatti con ſom-
ma diligenza, propria di tutti gli Artefici
di queſta Nazione; vi ſono ancora due la-
vori di pietre dure; un Gabinetto e una Ta-
vola più belli, e più perfetti di quei, che
ſopra accennammo: cosi nella terza ſi tro-
vano diverſi ſtrumenti mattematici, lavo-
rati con gran perfezione, e due Globi l'uno
celeſte, e l'altro terreſtre di ſmiſurata gran-
dezza
.
Evvi ancora un pezzo di calamita
orientale di tal forza, che oltre al tenere
attaccate a ſe una dopo l'altra più chiavi,
ſoſtiene 40. libbre di ferro.
E` parimente
degno di maraviglia un nuovo ſpecchio u-
ſtorio della maggior grandezza, che finora
ſi ſia veduta in aſtro ſimile ſtrumento, col
quale vanno tuttavia facendoſi belliſſime
1ſperienze. Nella quarta ſi vedono molti
quadri non inferiori di pregio, e di bellez-
za a quelli, che avremo veduto finora, ed
in gran parte della Scuola Fiorentina; ſic-
come alcuni vaſi d'avorio lavorati al tor-
nio, piccolo ſaggio di centinaia di pezzi
che ne poſſeggono queſti Reali Principi.

Vi ſono ancora alcuni Stipi, o Scrigni pre-
zioſi per la materia, ma più ammirabili
per lo lavoro, ed in uno di queſti ſi oſſer-
va la Vita di Noſtro Signore effigiata in
piccole figure dipinte ſopra pietre prezioſe;
ma quel che rende maggiore ſtupore ſi è,
il veder dentro del medeſimo una macchi-
na mobile di più facce, in una delle quali
vi è un lavoro di pietre commeſſe; nella
ſeconda la Depoſizione dalla Croce del Sal-
vadore in baſſorilievo di cera, tratto dal
modello del Buonarroti; nella terza il Ce-
nacolo mirabilmente eſpreſſo in figurine pic-
cole d'ambra; nella quarta la Crocifiſſio-
ne parimente ſcolpita in ambra; e nella
ſommità di queſto Stipo v'è un Organo,
e un Orivolo, che maggiormente lo rendo-
no maraviglioſo.
Vorrebbe adeſſo l'ordi-
ne, e la ſituazione delle ſtanze, che s'en-
traſſe a parlare della Tribuna; ma ſi con-
tenti il Foreſtiero, che ſoſpendendo per
qualche poco di tempo di favellarne, ſi
paſſi ad un'altra ſtanza, che diremo la
quinta
.
In queſta vedremo una grandiſſima
quantità di finiſſimi vaſi di Porcellana, di
Babbagauro, terra Egizia molto rara, e
due grandiſſime Urne di Bucchero del Cile,
1 tutte terre, che molto ſi ſtimano in queſti
Paeſi
.
Nella ſeſta s'ammirano, oltre a 200.
Ritratti di Pittori eccellenti, procurati da
varie parti di Europa, con iſpeſa veramen-
te incredibile, e diligenza non ordinaria.

Quello pero, che gli rende maggiormente
ſtimabili ſi è, l'eſſer tutti di propria ma-
no di quegli ſteſſi Maeſtri, di cui rappre-
ſentano al vivo il ſembiante; coſa in vero
rariſſima, e ſingolare, ſe ſi conſidera la dif-
ficultà di porre inſieme un numero gran-
de d'originali di queſta ſorta.
Evvi anco-
ra la Statua del Cardinale Leopoldo de' Me-
dici in marmo, fatta da Gio. Batiſta Fog-
gini, e quivi collocata, per aver egli proc-
curata così bella, e numeroſa raccolta di
Quadri, e lo sfondo di eſſa è dipinto da
Pier Dandini.
Dipoi paſſeremo alla ſettima
ſtanza, nella quale vi ſono dieci Scrigni di
Granatiglia, ove ſi conſervano Cammei,
e Medaglie antiche, e moderne, ed alle
pareti diverſi Quadri di eccellenti Pittori,
la maggior parte di conſiderabile grandez-
za, colla volta dipinta da Giovanni Ferret-
ti
.
Quì pero non finiſcono le maraviglie;
anzi paſſando nella ottava ſtanza che vol-
garmente chiamaſi la Tribuna, maggior-
mente s'accreſcono; avvegnachè ſi trovino
compendiati in eſſa i maggiori pregj della
natura, e dell'arte, i prodigi della Pittu-
ra, e della Scultura, e tuttociò, che di
bello, e di ricco, e di prezioſo può tro-
varſi nel Mondo.
Ora cominciando dalle
coſe più rare, e certamente ſono ſenza nu-
1 mero; vedremo ſei Statue di marmo, le
più perfette, e più belle, al parere degl'
intendenti, di quante mai ſi ſiano vedute
ne' noſtri tempi, come di ciò fanno fede
l'infinite copie di eſſe, che in varie forme
ſi vedono ſparſe nel Mondo, ſervendo a'
Profeſſori, quantunque di primo nome, di
perfetto modello, ed eſemplare alle loro
opere inſigni.
Più dell'altre pero ſi tiene
in pregio la belliſſima Statua di Venere, det-
ta volgarmente la Venere de' Medici, che
ne' paſſati ſecoli fu ſenza dubbio la mara-
viglia di Roma, ed ora ſi può dire uno de'
prodigi di queſta Città: che ſe della Vene-
re di Praſitele, celebre Scultore, ſi legge,
che da varie parti del Mondo concorrevano
genti alla Città di Gnido, per ammirare
quella bellezza, che in piccol Tempio col-
locata recava agli ſpettatori venerazione,
e diletto, anco della noſtra Venere, in un
luogo più ſplendido, e più magnifico ſi-
tuata, ſi può dir giuſtamente, eſſer quaſi
innumerabli le perſone, che da ogni parte
concorrono ad ammirare i ſuoi pregj; men-
tre, qual è quel Foreſtiero, che della ſua
bellezza informato, non procuri con ogni
ſtudio vederla, e vedendola non rimanga
di maraviglia ſorpreſo?
Dopo aver contem-
plata queſta famoſa Statua, e con eſſa due
altre Veneri, anch'eſſe belliſſime, benchè
di non rara eccellenza come la prima,
e inoltre il gruppo de' Lottatori, l'Arro-
tino, ed il Fauno, ci porteremo ad oſſer-
vare una Tavola di pietre, e gioie com-
1 meſſe, di così bello, e così ricco lavoro,
che l'occhio umano non ſa diſtinguere, ſe
l'eccellenza, e perfezione dell'opera vin-
ca il valor delle gemme, e delle pietre
prezioſe, che nobilmente l'adornano, o
dal valore di eſſe ſia vinta l'eccellenza,
e perfezione dell'opera.
Parimente di gio-
ie, e pietre dure è compoſto un Gabinetto,
o Studiolo; ma queſte non ſon lavorate in
piano come la Tavola, ma di rilievo, mo-
ſtrando la lor grandezza, ed eccellenza.

E` ſoſtenuto il Gabinetto da quattordici co-
lonne di lapislazzulo, con baſi, e capitel-
li d'oro maſſiccio, incroſtato di perle, e
turchine
.
Tra una colonna, e l'altra vi
ſono baſſirilievi pur d'oro, e nella parte ſu-
periore belliſſime laſtre de' più perfetti dia-
ſpri, ornati intorno di topazzi, ſmeraldi,
balaſci, acque di mare, zaffiri, criſoliti,
che a ſomiglianza di chiodi, moſtrano di
tener lo Studiolo unito, ma nella parte più
eccelſa, e più nobile di eſſo ſiede, qual
Regina di tutte l'altre gioie, una perla di
ſmiſurata grandezza.
Tutto queſto pero non
fa il maggior pregio dello Scrigno, con-
ſervandoſi nelle parti interiori di eſſo, qua-
ſi tremila fra Cammei, ed intagli, la mag-
gior parte antichi, ed in pietre prezioſe,
tutti legati in oro.
Queſti però, come co-
ſa tanto rara, ed altrettanto ſottopoſta a
perderſi, non ſi ſanno vedere ſenza ſpecial
permiſſione di S. M. I.
All'intorno poi di
queſta famoſiſſima Tribuna ricorre un pic-
colo palchetto, ſopra di cui poſano figuret-
1 te di marmo, di bronzo, e di porfido, tut-
te antiche, e della più eccellente maeſtria;
e molti buſti, e teſte di criſtallo di rocca,
di calcidonio, e d'agata, prezioſe per la
materia, e per lo lavoro; ma ſopra tutte
è mirabile una ſcolpita in turchina della
vecchia rocca, rappreſentante l'effigie di
Tiberio Imperadore.
Ammirato, che avre-
mo tuttocio, che è ſtato da noi deſcritto,
finora, proſeguiremo a contemplare atten-
tamente i Quadri, che alle pareti ſi vedo-
no appeſi.
Sono queſti de' più famoſi Mae-
ſtri nell'arte, e di lor ſapere il migliora-
mento: Raffaello, Tiziano, Andrea del
Sarto, e Paolo Veroneſe ve n'anno il mag-
gior numero; poi ve ne ſono belliſſimi pez-
zi di Michelagnolo, de' Caracci, del Van-
dick, del Rubens, del famoſo Olbino di
Baſilea, del Tintoretto, e tre pezzi del
Gherardoun Olandeſe, che per la loro bel-
lezza hanno meritato di ſtare a fronte col-
l'opere de' più rinomati Maeſtri.
In alcu-
ni Armadi ſegreti ſi conſervano molti vaſi
di criſtallo di rocca terſiſſimi, e di ſmiſu-
rata grandezza; Urne di lapislazzuli, ed
altri gran pezzi d'agate, e diaſpri tutti
maeſtrevolmente lavorati, e adornati d'oro
e gioie.
Queſte, ed altre coſe vedremo nel-
la Tribuna, dalla quale partendoci, non
pero ſazi di rimirare le ſue bellezze, ſare-
mo introdotti nella nona, ed ultima ſtan-
za, chiamata l'Armería ſegreta, dove ſi
conſervano belliſſime armature d'acciaio,
e varj ſtrumenti militari di ſingolare arti-
1fizio. Vi è ancora una ſtanza ſeparata dal-
l'altre, dove ſi vede il gran Ciborio, che
deve ſervire per la Cappella di San Loren-
zo quando ſarà terminaèa.
Egli è tutto di
pietre, e gioie commeſſe, delle più rare,
e prezioſe, che ſi poſſano in un tal lavoro
conſiderare
.
Tralaſcio i finiſſimi intaglj,
e i tanti ornamenti di pregio, che vi ſi
trovano, e ſolo ammiro la ſingolar mae-
ſtria, colla quale fu condotta queſt'opera
a quella maraviglioſa bellezza, di cui certo
non può vederſi la maggiore.
Di ſimil lavo-
ro è la parte anteriore dell'Altare, o voglia-
mo dire il Paliotto, che quivi pur ſi conſer-
va
.
E qui per ora finiſcono le nove ſtanze di
queſta celebre Gallería, non eſſendo per anco
terminate l'altre, eſſendovene alcune di e-
ſquiſita, e bizzarra architettura, che ſi van-
no preparando; in una delle quali ſaranno
ripoſti i bronzi, conſiſtenti in alcune Statue,
e Teſte in gran numero d'Idoletti, e di va-
rj ſtrumenti uſati ne' Sacrifizj de' Gentili,
ed in altri frammenti dell'antichità erudi-
ta, raccolti da varie parti del Mondo con
grandiſſima ſpeſa, e diligenza non ordina-
ria; e in un'altra ſtanza molti, e molti
Libri di ſmiſurata grandezza, dove con
ſommo ſtudio, e particolare aſſiſtenza di
celebri profeſſori, ſi vedono raccolti, ed
a ſuo luogo diſpoſti innumerabili diſegni,
e moltiſſimi penſieri, e capricci, come eſſi
chiamano, de' più rari Artefici de' noſtri
tempi; il tutto per opera del Cardinal Leo-
poldo
.
E qui non ſarà diſcaro al Foreſtie-
1 ro il ſapere, che promoſſaſi ultimamente
l'opera degl'Intaglj in rame delle Statue,
delle Pitture più ſingolari, delle Medaglie,
e de' Cammei non ſolo di queſta Imperial
Gallería, ma di altre particolari della Cit-
, va ella incamminandoſi per mano di
eccellenti Profeſſori in quell'Arte, colla de-
ſcrizione Iſtorica, e Filologica dell'erudi-
tiſſimo Dottore Anton Franceſco Gori, Sa-
cerdote, Teologo, e pubblico Lettore d'I-
ſtoria in queſta Univerſità Fiorentina, idea-
ta diſtribuirſi in più Tomi, col titolo di
Muſeo Fiorentino, ſei de' quali ſono già
dati alla luce per mezzo delle Stampe.
Di
preſente ſi va continuando il Muſeo della
Gallería per opera e ſtudio del Sig. Fran-
ceſco Moücke, eſſendo quaſi terminati tut-
ti i Ritratti de' Pittori, la maggior parte
inciſi dal celebre noſtro Carlo Gregori.

Preſſo alla Galleria ſi può paſſare ad un
di
ar-
co-
ſpe-
tut-
E me-
meſ-
E 2 te
fi-
E 3 ro
CORRIDORE coperto, fatto fabbricare dal
Granduca Coſimo I. col diſegno di Gior-
gio Vaſari, o come meglio ha creduto uno
Scrittore moderno, col diſegno del Buonta-
lenti, il quale diede il modello per le ſtan-
ze della Gallería, e ſpecialmente della Tri-
buna
.
E` queſto Corridore ſecento paſſi, e
cominciando dal Palazzo de' Pitti, condu-
ce fino alla Gallería, e al Palazzo Vecchio.

Dopo avere ammirate le molte coſe, che ab-
biamo finora deſcritte, dando un'occhiata al
PALAZZO iſolato per la Ruota Fiorenti-
1 na, ed altri Giudici delle cauſe civili,
che ha per tutti appartamento ſeparato con
gran comodo della Giudicatura, proſegui-
remo il cammino verſo la
na,
PIAZZA DEL GRANDUCA. E perchè mol-
te ſono le coſe da oſſervarſi in queſta Piaz-
za; ci faremo in primo luogo dal
PALAZZO VECCHIO, fabbricato col diſe-
gno d'Arnolfo, quel famoſo Architetto di
varie fabbriche di queſta noſtra Città, e
ſpecialmente della Chieſa del Duomo.
E
dando prima un'occhiata alla magnificenza
di queſta Fabbrica, oſſerveremo la belliſſi-
ma Torre, o Campanile alto braccia cen-
cinquanta, e ſoſtenuto da quattro colonne
groſſiſſime, le quali tanto più rendono mi-
rabile, e prodigioſo queſto Edifizio.
Di-
poi nell'ingreſſo, o ringhiera del Palaz-
zo ammireremo a man deſtra nell'entrare
la grande Statua di marmo di mano del
Bandinelli, che rappreſenta quando Ercole
abbatte Cacco.
Ma ſe bella, e di non po-
ca ſtima è la Statua dell'Ercole, belliſſi-
ma, e di maggior perfezione è quella di
Davidde ſcolpita dal Buonarroti, e ben-
chè fatta negli anni ſuoi giovenili, è dagl'
intendenti per opera ſingolare celebrata.
E`
il Davidde, come ſi vede, di età florida,
come appunto ce lo deſcrivono le Sagre Sto-
rie, quando del Gigante Golía riportò la
ſegnalata vittoria.
Spira il ſembiante di
queſto Santo Campione una maeſtoſa bel-
1 lezza, e nella vaga ſimetria delle ſue mem-
bra, ſi ſcorge tutto quello, che di bello,
e di perfetto può formar nel corpo umano.

Dopo queſte due Statue, ſi trovano due Fi-
gure, o Termini parimente di marmo, uno
di mano del Bandinelli, l'altro di Vincen-
zio Roſſi ſuo ſcolare, amendue fatti con
grandiſſima diligenza.
E finalmente entran-
do nel Cortile del Palazzo, vedeſi in mez-
zo una Fontana di Porfido, ſopra la quale
ſcherza un Fanciullo ſcolpito in bronzo, di
mano d'Andrea Verrocchio.
Era queſto
Cortile anticamente ſoſtenuto da Colonne di
mattone, ma eſſendo quaſi del tutto gua-
ſte, coll'acuto ingegno di Michelozzo Mi-
chelozzi furono ſoſtituite quelle di pietra
forte che lo ſoſtengono di preſente, lavo-
rate con belle grotteſche, ſenza danno ve-
runo della fabbrica.
Tra le coſe degne di
lode vi è una Statua di Ercole, che uccide
Cacco, di mano di Vincenzio Roſſi da Fie-
ſole, non inferiore a quella del Bandinello
ſuo Maeſtro.
Salendo al primo appartamen-
to, trovaſi un magnifico Salone di ſtraor-
dinaria grandezza, lungo braccia 90., e
largo braccia trentaſette, la ſoffitta del qua-
le, come altresì le pareti, fon dipinte da
Giorgio Vaſari con ſingolar maeſtría: in
39. quadri della ſoffitta, con belliſſimi in-
tagli, e ornamenti dorati, ſi rappreſenta-
no l'azioni, e fatti più ſegnalati della no-
ſtra Città, e della Real Caſa de' Medici,
madre fecondiſſima d'uomini illuſtri, e di
celebratiſſimi eroi.
Nelle pareti ſi vede di-
1 pinta a freſco la guerra e preſa di Siena,
la Battaglia fieriſſima di Marciano, l'aſſe-
dio di Piſa; ed altre memorabili impreſe.

Anco negli angoli del predetto Salone, ſi
vedono quattro grandiſſimi quadri dipinti a
olio, due de' quali ſono di mano del Li-
gozzi, e gli altri due del Cigoli, e del
Paſſignano
.
In uno di quei del Ligozzi ſi
rappreſenta quando San Pio V. incorona
Coſimo I. creandolo Granduca di Toſcana,
e ornandolo di Corona e Manto Reale.
E
nell'altro ſono figurati que' dodici Fioren-
tini, che da vari Potentati del Mondo, in
un medeſimo tempo furono mandati Amba-
ſciadori a Bonifazio VIII. Sommo Pontefi-
ce, de' quali cantò il Verino:
E 4 lez-
pia-
Romanæ merito Antiſtes Bonifacius Urbis,
Cum Florentinos diverſis partibus Orbis
Vidiſset Romæ, Regum mandata ferentes,
Terrarum ſemen, tum quinta elementa vocavit
In quello del Cigoli mirabilmente ſi rap-
preſenta quando Coſimo, ancor giovanetto
di 18. anni, fu eletto Duca di Firenze, e
da tutti i Senatori, che lo eleſſero inchi-
nato per loro Principe, e Sovrano: e final-
mente in quello del Paſſignani ſi dimoſtra
la ſolenne funzione celebrata in Firenze,
quando il medeſimo Coſimo preſe l'Abito
della Religione di Santo Stefano Papa, e
Martire, della quale fu egli primo Fonda-
tore, e Gran Maeſtro.
Ma che diremo
delle Statue, che vagamente adornano la
gran Sala?
Sono in faccia di eſſa tre gran-
di Statue di marmo maggiori del naturale,
1 cioè quella di Leon X. Sommo Pontefice
nella nicchia del mezzo, quella di Giovan-
ni de' Medici Padre di Coſimo a man de-
ſtra, e quella del Duca Aleſſandro a man
ſiniſtra, ſiccome da' lati ſi vede la Statua di
Clemente VII. e a rincontro quella del Gran-
duca Coſimo I., tutte di mano del Cava-
lier Bandinelli.
Belliſſima ancora, anzi ſo-
pra tutte ammirabile è la Statua della Vit-
toria, che ha ſotto di ſe un prigione, di
mano del Buonarroti, il quale deſtinata l'
avea per lo Sepolcro di Papa Giulio II. ma
non avendola affatto terminata, laſciolla in
Firenze
.
Seguono a queſta i ſei gruppi di
Vincenzio Roſſi, ne' quali ſi rappreſentano
le forze d'Ercole, e ſpecialmente quando
ſoffoga Anteo, quando uccide il Centau-
ro, quando getta Diomede a' Cavalli, che
lo divorino, quando porta il Porco vivo in
iſpalla, quando aiuta ad Atlante reggere il
Cielo, e quando vince la Regina delle A-
mazzoni: Opere tutte degne di lode, e
nelle quali, come ſcrive il Borghini, ſi
veggono belliſſime, e fiere attitudini, e
grandiſſima diligenza nell'arte; e tra que-
ſte Statue fu collocato ultimamente il grup-
po di Adamo e di Eva, col Serpente, di
mano di Baccio Bandinelli, rimoſſo, co-
me addietro ſi diſſe, dal Coro della Me-
tropolitana
.
Da queſta all'altre ſtanze paſ-
ſando del medeſimo appartamento, vedre-
mo molte belle pitture a freſco del mento-
vato Vaſari, col diſegno del quale fu que-
ſto Palazzo in gran parte riordinato.
Ma
1 ſalendo agli appartamenti di ſopra, della
ſala chiamata dell'Orivolo, troveremo una
Figura di marmo, che rappreſenta un Da-
vidde di mano di Donatello, ed un'altra
di San Gio. Batiſta ſopra la porta dell'U-
dienza, di mano di Benedetto da Maiano,
amendue grandemente lodate da' Profeſſori.

Da queſta ſtanza s'entra nella ricchiſſima
E 5 cioè
ſa-
GUARDAROBA di S. M. I. piena di coſe
prezioſe, di vaſi d'oro, e d'argento, e
di ſuppellettili, e ornamenti belliſſimi, nel-
la deſcrizione de' quali molto tempo ſi po-
trebbe impiegare, anzi un intero volume
richiederebbeſi per chi voleſſe ad una ad
una deſcrivere l'innumerabili coſe, che vi
ſi trovano.
Diremo ſolo, come di coſa al
mio parere più rara, trovarſi in queſto luo-
go le famoſe Pandette di Giuſtiniano, chia-
mate in oggi le Pandette Fiorentine, e ſti-
mate più d'un teſoro da chi riguarda la
rarità, ed eccellenza d'un manoſcritto
celebre; ſiccome l'originale della Concor-
dia della Chieſa Latina colla Greca ſeguita
in Firenze nel Concilio Ecumenico l'Anno
1439. ſottoſcritta dal Pontefice Eugenio IV.
e dall'Imperatore Giovanni Paleologo, e
da tanti illuſtri, e dotti Prelati.
Ritornan-
do nella medeſima ſtanza, o Sala dell'O-
rivolo, paſſeremo nella
SALA dell'Udienza vecchia, in cui ve-
dremo dipinte a freſco alcune belliſſime Sto-
rie di mano di Franceſco Salviati, che rap-
preſentano alcuni fatti più ſingolari di Fu-
1 rio Cammillo, quel valoroſo Campione,
che in tante glorioſe impreſe a favor della
Patria ſi ſegnalò.
E di poi oſſerveremo la
E 6 rio
CAPPELLA tutta dipinta dal Grillandaio,
e nella quale conſervanſi molte Reliquie in-
ſigni
.
Vedute queſte, ed altre coſe nel Pa-
lazzo Vecchio, faremo ritorno nella me-
deſima Piazza, per oſſervare in eſſa la bella
LOGGIA, veramente grandioſa, fabbri-
cata col diſegno d'Andrea Orcagna, Pit-
tore, Scultore, e Architetto Fiorentino
nell'età ſua valentiſſimo.
Sotto gli archi
di queſta loggia ſi vedono tre belle Statue,
ciaſcheduna delle quali merita ſomma lode.

La prima ſcolpita in bronzo per mano di
Donatello, rappreſenta Giuditta, appiè del-
la quale giace Oloferne immerſo nel ſonno
per l'ubriachezza fuora de' ſenſi.
Sopra il
volto di queſta Amazzone divina è un in-
inſolito ardire, e tutta piena di coraggio
ſi vede vibrare il colpo, per recidere il ca-
po all'inimico.
Nella ſeconda Statua, an-
cor eſſa ſcolpita in bronzo da Benvenuto
Cellini, vien figurato un Perſeo, che ha
nella deſtra il ferro, e nella ſiniſtra la te-
ſta di Meduſa reciſa dal buſto, tutta gron-
dante di ſangue, e ſenza ſpirito, giacente
appiè dell'ucciſore.
E` commendata que-
ſta figura in ogni ſua parte, e ben dimo-
ſtra il valore di Benvenuto, il quale per
avviſo degl'intendenti, così felicemente
conduſſe l'opera, che non un bronzo in-
1 ſenſibile, ma una figura viva, ed animata
raſſembra
.
Degno ancora di molta lode ſi
è il Baſſorilievo di bronzo, che ſerve di
ornamento alla baſe, nel quale ſi vedono
Andromeda, e Perſeo, con altre figure,
che tutta l'Iſtoria compitamente dimoſtra-
no
.
Nella terza, che è più d'ogni altra ſti-
mabile, e di maggior perfezione, per quel-
lo, che ne dicono i Profeſſori, s'ammira
un gruppo di tre figure di marmo, mira-
bilmente ſcolpite da Giovanni Bologna, è
denotante il Ratto d'una Sabina.
Nel vec-
chio caduto a terra per l'impeto del ſuo
nemico, vien figurato il Padre della fan-
ciulla, in atto d'impedire la fuga al rapi-
tore, e perciò col volto irato, ed inſieme
dolente, come ad un miſero Padre ſi con-
viene, a cui ſia tolta per forza la propria
figlia
.
Nel giovane di corpo robuſto, d'a-
ſpetto fiero, e ripien di furore, ſi rappre-
ſenta un Soldato Romano, che in occaſio-
ne de' giuochi pubblici nella nuova Città
di Roma celebrati, rapiſce al Padre una
donzella Sabina, che era venuta con molte
compagne alla feſta.
E nella femmina tene-
ra e delicata, ma piena di timore, e ſpa-
vento, ſi dimoſtra la donzella rapita; non
mancando chi crede anzi, che queſto ammi-
rabil gruppo rappreſenti le tre età, cioè la
gioventù, la virilità, e la vecchiezza.
E
finalmente in tutte tre le figure ſi riconoſce
una vivezza grande, che chiunque fiſſa-
mente le mira, non ſi ſazia di commen-
darle in eſtremo, come già fecero tanti e-
1 ruditi ingegni, chi in proſa, e chi in ver-
ſi, eſaltando l'eccellenza di queſt'opera
inſigne, alla quale, perchè fuſſe in ogni
parte compiuta, fu aggiunto nella baſe un
Baſſorilievo, fatto con ſomma induſtria, e
diligenza, dove tutta l'Iſtoria del rapi-
mento delle Sabine ſi rappreſenta.
Cammi-
nando più oltre, ſul canto del Palazzo, e
quaſi in mezzo la Piazza ſi trova la
ſen-
ru-
FONTANA fatta dal Granduca Coſimo I.
col diſegno, e induſtria dell'Ammannati,
e da Filippo Baldinucci negli eruditi ſuoi
Decennali, deſcritta colle ſeguenti parole.

Appariſce nel mezzo d'un gran vaſo pie-
no di limpidiſſime acque ſgorganti da
molti zampilli, il qual vaſo è figurato
pel Mare, il gran Coloſſo del Nettun-
no, alto dieci braccia, ſituato ſopra un
Carro, tirato da quattro Cavalli mari-
ni, due di marmo bianco, e due di mi-
ſtio, molto belli e vivaci; il Nettunno
ha tra le gambe tre figure di Tritoni,
che inſieme con eſſo poſano ſopra una
gran conca marina in luogo di carro.
Il
vaſo è di otto facce di marmo miſtio,
quattro minori, e quattro maggiori.

Le quattro minori ſon vagamente arric-
chite con figure di fanciulli, ed altre co-
ſe di bronzo, come chiocciole marine,
cornucopie, cartelle, e ſimili.
S'alza-
no ſul piano delle medeſime certi imba-
ſamenti, ſopra ciaſcheduno de' quali po-
ſa una Statua di metallo maggiore del
1 naturale, e ſono in tutte quattro: due fem-
mine, che rappreſentano Teti, e Dori,
e due maſchi figurati per due Dei mari-
ni
.
All'una, e all'altra parte di cia-
ſcheduna di queſte facce minori, ſono due
Satiri di metallo in varie, e belliſſima
attitudini
.
Le quattro facce maggiori ſon
tanto più baſſe, quanto baſti per poterſi
da chiccheſſia godere la limpidezza dell'
acqua, la quale ſtraboccando grazioſa-
mente, è ricevuta da alcune belle nic-
chie
.
Nel gran vaſo, ed in ſomma in
tutto è così ben diſpoſta, e con tanta
maeſtà ordinata, che è proprio una ma-
raviglia
.
Vicino alla Fontana, ſopra
una gran baſe di marmo, è una belliſſima
na-
STATUA di bronzo, di mano di Giovan-
ni Bologna fatta erigere l'anno 1594. dal
Granduca Ferdinando I., alla glorioſa me-
moria di Coſimo ſuo Genitore: adornando
le facciate di queſta Baſe tre Baſſirilievi di
bronzo, in uno de' quali ſi rappreſenta la
Coronazione del mentovato Granduca Coſi-
mo, da eſſo meritata Ob Zelum Religionis,
Præcipuumque Juſtitiae ſtudium
, come ſi leg-
ge nell'Inſerizione.
Nel ſecondo la glorio-
ſa entrata nella Città di Siena, ubbidien-
te al ſuo comando, dopo la conſeguita Vit-
toria
.
E nel terzo, quando dal Senato Fio-
rentino, eſſendo egli ancor giovanetto, ne
ſu creato Duca di Firenze, laſciando luo-
go nella quarta facciata ad una nobile,
ed altrettanto erudita Iſcrizione del ſeguen-
1 te tenore.
te
Coſmo Medici Magno Etruria Duci Primo
Pio Felici
Invicto Iuſto Clementi Sacra Militiae Paciſq;
In Etruria Authori. Patri & Principi optimo
Ferdinandus F. Magnus Dux III. erexit
A. M. D. L. XXXXIIII.
In queſta Piazza è da oſſervarſi preſſo la
Statua Equeſtre di Coſimo la facciata del
Palazzo degli Uguccioni, diſegno maravi-
glioſo per quanto credeſi di Mchelagnolo,
o pure di Andrea Palladio per eſſere ſimile
alla maniera dell'ultimo.
Appreſſo ſi tro-
va la Chieſa di S. Romolo, la cui porta ſu
fatta col diſegno del Taſſo.
Dirimpetto a
Palazzo Vecchio ſi trova pure un'altra
Chieſa dedicata a S. Cecilia, nella quale
alla Cappella dell'Altar maggiore vi ſi
ſcorge eſpreſſo il ritrovamento di eſſa Santa
in due Quadri laterali, opera del Martinel-
li
.
Da queſta Piazza faremo Paſſaggio al-
la vicina Chieſa di
ORSAMMICHELE, la quale acquiſto for-
ma di Chieſa, o ſivvero d'Oratorio, dac-
chè nell'anno 1373. fu deliberato di chiu-
der le Logge, che erano ſotto queſta gran
Fabbrica, in venerazione maggiore di quel-
la Immagine di Maria Santiſſima, che col-
locata è ſull'antico Altare di marmi, che
vi ſi vede, lavorato colla direzione di An-
drea Orcagna.
E perchè è certiſſimo, che
queſto luogo fu per avanti adoperato per
1 Piazza, e per Mercato del grano, e delle
biade, che ſi traſportavano ſotto le dette
Logge (lo che dette poi motivo di alzare
quelta gran Torre per comodo di pubblico
Granaio intorno al 1337. col diſegno di Giot-
to, e proſeguito da Taddeo Gaddi) ſono
andati immaginandoſi alcuni, che il nome
di Orſammichele, ſia un volgare traporta-
to da Horreum Sancti Michaelis; voce, che
non ſi vede uſata in veruna antica ſcrittu-
ra, che faccia di queſto luogo menzione;
ma ſibbene Orto San Michele, per poſpoſi-
zione accidentale da San Michele in Orto.

Atteſochè fino dal 1100. era ivi una Chieſa
Parrocchiale, intitolata: San Michele in
Orto, da cui prendeva la poſpoſta deno-
minazione di Orto San Michele tutta quella
aggiacente Contrada.
In luogo della quale
antica Chieſa, demolita per farvi la ſud-
detta Torre del grano, fu intorno a 110.
anni dopo rifatta dalla parte oppoſta l'al-
tra Chieſa ſotto lo ſteſſo titolo di San Mi-
chele in Orto, oggi detta di San Carlo,
comecchè vi ſi aduna la Confraternita del-
la Nazione Lombarda, la quale milita ſot-
to la protezione di San Carlo Cardinale Bor-
romei
.
In queſta Confraternita ſi vede in-
teriormente ſopra la Porta una Tavola di
Buon Amico Buffalmacco celebre nelle No-
velle del Boccaccio.
E` queſto grande Edi-
fizio da ogni parte iſolato, e con belliſſi-
ma proporzione, ed ottima Architettura
condotto
.
Ha per di fuori quattordici Nic-
chie, o Tabernacoli, in varie foggie in-
1 tagliati, ed in cui furono collocate diverſe
Statue, alcune di bronzo, ed alcune di mar-
mo, lavorate da i più rari, ed eccellenti
Maeſtri, che fioriſſero in queſta noſtra Cit-
ta
.
Sono adunque di Lorenzo Ghiberti,
quel celebre Scultore, che lavorò le porte
della Chieſa di San Giovanni, tre Statue
di bronze, cioè il San Matteo Apoſtolo,
il Santo Stefano preſſo la porta principale,
e il San Gio. Batiſta dalla parte oppoſta.

Baccio da Montelupo fece la bella Statua di
bronzo di San Giovanni Evangeliſta; e Do-
natello ne fece tre di marmo, le quali ſon
tenute in gran pregio, come opere vera-
mente maraviglioſe.
La prima è il San Pie-
tro Apoſtolo, la ſeconda il San Marco E-
vangeliſta, e la terza il San Giorgio, Sta-
tua, che non ha pari, e che, ſecondo il
parere di tutti i Profeſſori, più ſi può com-
mendare, che imitare.
Perlochè non è ma-
raviglia, ſe le Repubbliche di Venezia, e
di Genova, ed altri Principi dell'Europa
più volte ne fecero iſtanza, offerendo gran
ſomma di denaro, perchè foſſe loro con-
ceduta
.
Anco Nanni, o Giovanni d'An-
tonio, diſcepolo di Donatello ne fece tre,
cioè i quattro Santi dentro un ſol Taberna-
colo, il San Filippo Apoſtolo, ed il San-
to Eligio Veſcovo, chiamato comunemente
Santo .
D'Andrea Verrocchio è il San
Tommaſo Apoſtolo, che mette il dito nel
Coſtato di Criſto, opera molto ſtimabile,
allato alla quale è la Statua di San Luca E-
vangeliſta di mano di Giovanni Bologna,
1 ſcolpita in bronzo con ſingolare artifizio.
In Chieſa ſi vede un Tabernacolo, o Cap-
pella iſolata, tutta di marmi vagamente in-
tagliati, ed abbellita di baſſirilievi, per
opera, diſegno, e induſtria di Andrea Or-
cagna; e nel predetto Tabernacolo s'ado-
ra un'immagine di Maria Vergine molto
antica, dipinta da Ugolino Saneſe, e te-
nuta ne' tempi andati in ſomma venerazio-
ne, avvegnachè fino al tempo della terri-
bile, e ſpaventoſa peſte del 1348. che in-
fetto la maggior parte del Mondo, incomin-
ciaſſe grandemente a fiorire il di lei culto,
concorrendovi grandiſſimo popolo con lar-
ghe offerte, dalle quali in breviſſimo tem-
po ſi potettero accumulare più di trecento-
mila fiorini d'oro, parte impiegati in ſov-
venimento de' poveri, e parte nell'ador-
nare queſta Chieſa.
Dietro l'Altare vi è
un baſſorilievo dell'Orcagna, Architetto
del Tabernacolo, ove ha egli eſpreſſo a
maraviglia il ſuo ritratto.
Sono ancora ſo-
pra l'Altar maggiore tre Statue di marmo,
cioe Sant'Anna, la Santiſſima Vergine, ed
il Bambino Gesù, di mano di Franceſco da
Sangallo; ſiccome ne' pilaſtri alcune belle
pitture moderne, tralaſciando le antiche di
Agnolo Gaddi, e di Iacopo del Caſentino,
da cui fu dipinta la volta.
Vi è inoltre un
Criſto Crocifiſſo di legno, avanti al quale
il grande Arciveſcovo Santo Antonino ſole-
va da giovanetto giornalmente fare órazio-
ne, quivi apprendendo, più che dalle ſcuo-
le terrene, la vera ſapienza, di cui fu egli
1 grandemente dotato. Nelle ſtanze ſopra la
Chieſa fu dal Granduca Coſimo I. l'anno
1569. eretto il pubblico e generale Archi-
vio di Firenze, dove ſi conſervano innume-
rabili Scritture, ed iſtrumenti pubblici,
con grandiſſima fedeltà, e diligenza non
ordinaria, eſſendo degno di ſpecial men-
zione il metodo, che vi ſi pratica.
Tutti
i Notai della Città, e dello Stato hanno
un termine prefiſſo, ſecondo la diſtanza,
dentro del quale ſono obbligati di mandar
quivi una copia autentica di ogni Contrat-
to, che rogano, oltre al porli (come è
comune in tutti i Paeſi) a i lor Protocolli,
e quando muore il Notaio, i ſuoi Proto-
colli ſi pongono in queſto Archivio, e le
copie autentiche ne' vaſti ſaloni ſopra la
fabbrica iſolata di Mercato Nuovo; ſicchè
ognun vede la prudente cautela di eſſer ſem-
pre in due luoghi ſeparati tutti i Contratti.

Proſeguendo il viaggio per la Via de' Cal-
zaiuoli, detta il Corſo degli Adimari, o
pure per Calimala, chiamata in oggi cor-
rottamente Calimara, luogo un tempo fa-
moſo per l'abbondanza del traffico, o ne-
gozio, che quivi ſi eſercitava, ed anco di
preſente ſi eſercita, arriveremo in
Piaz-
ta-
ſcol-
gran-
MERCATO VECCHIO, che per iſcherzo
chiamaſi il Giardino di Firenze, per le
molte delizie, che in abbondanza vi ſi tro-
vano, e delle quali la Città noſtra al pari
d'ogni altra è copioſa.
Quivi ſi è veduta
fino a' noſtri tempi, ſopra una Colonna di
1 granito una Statua di pietra di mano di
Donatello, rappreſentante la Dovizia; ma
eſſendo divenuta aſſai lacera dal tempo, è
convento rimoverla, e collocarvi altra Sta-
tua ſimile, ſcolpita da Gio. Batiſta Fog-
gini; e più oltre una Loggia deſtinata al-
la vendita del peſce, fatta quivi fabbricare
dal Granduca Coſimo I., e dipoi moder-
namente accreſciuta.
Vi ſono ancora mol-
te Torri di non ordinaria grandezza, in
gran parte delle quali rieſcono le abitazioni
degli Ebrei, riſtrette ad un luogo chiamato
il
gra-
GHETTO, ove per avanti era un'infame
poſtribolo, di cui fanno menzione gli Scrit-
tori citati dal Baldinucci nella Vita del
Buontalenti
.
Queſto Ghetto è ſtato amplia-
to con abitazioni aſſai comode.
Laſciando
di viſitare alcune Chieſe, che nel riſtretto
di Mercato ſi trovano, giungeremo per la
Via del Corſo al
PALAZZO de' Marcheſi Corſi, già de'
Tornabuoni, modernamente accreſciuto,
degno per certo di eſſere oſſervato, princi-
palmente per l'ampia Gallería, che gli
aggiugne comodo, e bellezza: dopo il qua-
le ſi trovano, quello de' Giacomini, la
cui Architettura, opera di Gio. Antonio
Doſi, è ſingolare; quello degli Antinori;
quello de' Paſquali con più altri.
Preſſo
ad eſſi è la Chieſa di
SAN MICHELE BERTELDE, oggi detta agli
1 Antinori, dove abitano Padri Teatini, fat-
ta da' fondamenti reſtaurare dal Cardinal
Decano Carlo de' Medici, col diſegno di
Matteo Nigetti Architetto, e di Gherardo
e Pier Franceſco Silvani.
Queſta quantun-
que non ſia molto grande, ſi può nondime-
no annoverare tra le più vaghe, e più ador-
ne della noſtra Città.
E di vero comincian-
do dalla Facciata di pietre forti, è così no-
bile, e leggiadro il ſuo diſegno e lavoro,
che certamente non può vederſi coſa
meglio inteſa, più finita di quella.
So-
novi due Statue di marmo nelle nicchie,
più grandi del naturale, come altresì quel-
le ſopra la Porta, che ſono aſſai belle.

Maggiori pero, e di più vaga apparenza
ſono gl'interiori ornamenti, imperciocchè
diviſati con Architettura d'ordine compo-
ſito, ed arricchiti di pietre ſerene, lavora-
te con ſingolar pulitezza.
Procedendo a-
dunqne coll'iſteſs'ordine dell'altre coſe
da noi finora deſcritte, oſſerveremo pri-
mieramente le Cappelle tutte incroſtate di
marmi, e adorne di belle picture a freſco,
e di Tavole molto ſtimate.
Nella prima
all'entrare a man deſtra, vedremo la Ta-
vola del Martirio dell'Apoſtolo Sant'An-
drea, di mano del Ruggieri.
La ſeconda,
dov'è dipinto l'Arcangiolo San Michele,
è del Vignali.
E nella terza Matteo Roſ-
ſellini dipinſe San Gaetano, e Sant'An-
drea Avellino ſuo Compagno, due lumi
chiariſſimi di queſta inſigne Religione.
Ac-
canto a queſta Cappella e il Sepolcro coll'
1 Iſcrizione, e Ritratto dell'Avvocato Ago-
ſtino Coltellini Fondatore della celebre Ac-
cademia degli Apatiſti.
In faccia poi della
Croce di mano d'Ottavio Vannini è dipinta
l'adorazione de' Magi; e alla Cappella che
ſegue, di mano del Roſſellini vi e una Ta-
vola della Natività di Noſtro Signore.
L'
Altar maggiore, poſto nella Tribuna di
mezzo, trall'altre coſe di pregio, ha un
ricchiſſimo Ciborio d'argento, opera di
Benedetto Petrucci.
Bello ancora, e gran-
demente ſtimato è il Criſto di bronzo, di
mano di Franceſco Suſini, e vaga viſta ren-
de la Cupola della Tribuna, dipinta dal
Padre Galletti Religioſo dello ſteſſo Colle-
gio, che ha pur dipinta tutta la volta del-
la Chieſa.
Seguitando dall'altra mano,
nella Cappella vicina all'Altar maggiore,
vi è una Tavola dipinta dal mentovato Roſ-
ſellini, e in faccia alla Croce, un'altra
ſimile del Bilivelti di gran bellezza.
Quì
non diſpiaccia all'erudito Foreſtiero l'oſ-
ſervare alcune dotte Inſcrizioni ſopra la no-
biliſſima Famiglia de' Bonſi, che eſſendo
da Firenze paſſata in Francia, non ſolo
vi acquiſtò Titoli, e Domini ragguardevo-
li, ma in breve tempo diede alla Chieſa di
Biſiers ſei Veſcovi, e al Vaticano due
Porporati
.
Nella Cappella di mezzo, Pie-
tro da Cortona dipinſe la bella Tavola del
Martirio di San Lorenzo.
Adornano ancora
queſta Chieſa quattordici Statue di marmo,
che dodici rappreſentano gli Apoſtoli, ed
altrettanti Baſſirilievi a piè di queile.
Finat-
1 mente non vi è coſa, che non accreſca va-
ghezza, e non iſpiri maeſta, e decoro.

Anco la Libreria, che è nel Collegio, è
degna di eſſer veduta, non ſolo per la copia
de' Libri; ma eziandio per la rarità de'
medeſimi
.
ſi laſci di vedere la Sagre-
ſtia molto ornata, e pulita.
Camminando
verſo il canto de' Carneſecchi, ſopra d'una
gran baſe ſi vede la Statua, chiamata co-
munemente il
An-
Iſcri-
men-
CENTAURO, ſcolpita in marmo da Gio-
vanni Bologna, che rappreſenta Ercole in
atto d'uccidere Neſſo Centauro.
Bella ſen-
za dubbio, e molte lodata dagl'intenden-
ti è queſta Statua, cavata da un ſol pez-
zo; e chi contempla l'eſpreſſione della for-
za, che fanno amendue queſte figure, Er-
cole per abbattere, e ſuperare il Centau-
ro, e quello per fuggirli di ſotto; come
altresì, chi oſſerva le difficultà ſuperate da
quell'Artefice, nel condurre a fine un la-
voro grande, con quella perfezione, che
vi ſi vede, ingenuamente confeſſa, eſſer
queſta non ſolo una delle Opere migliori
di queſto raro Maeſtro; ma eziandio di
quanti dopo di lui ſon viſſuti ne' noſtri
tempi
.
Da queſto luogo paſſeremo a
SANTA MARIA MAGGIORE, dove ſtanno
i Padri Carmelitani della Congregazione di
Mantova, e nella quale vi ſono da oſſerva-
re molte Tavole di pregio.
In primo luo-
go è da ſtimarſi grandemente la Tavola di
1 mano del Cigoli, dov'è dipinto Sant'Al-
berto Carmelitano in atto di liberare dal
naufragio uno, che già pericolava nell'
acqua; ed anco quella del Pugliani, che
rappreſenta la Maddalena Penitente in atto
di comunicarſi.
E` anco degna di lode la
Cappella de' Carneſecchi, la volta della
quale fu dipinta da Bernardino Poccetti, e
le due Statue di marmo furono lavorate dal
Caccini: ſiccome quella degli Orlandini,
dov'è la Tavola del Bilivelti, ed alcune
Pitture a freſco di mano del Volterrano.

Ragguardevoli ancora ſono le due Tavole,
che appreſſo ſeguono, quella di Santa Ma-
ria Maddalena de' Pazzi di mano d'Ono-
rio Marinari, e l'altra di San Franceſco
dipinta da Matteo Roſſelli.
Una ſingolar
memoria era già in queſta Chieſa, oggi
perita, il Monumento, cioè, ſtato fatto
a Salvino di Armato degli Armati nel 1317.
collo ſpecifico titolo d'Inventore degli Oc-
chiali
.
Nel Chioſtro del Convento ſi vede
in un canto una delle quattro Colonne che
reggevano il Sepolcro di Ser Brunetto Lati-
ni Maeſtro di Dante, la quale ha l'Iſcri-
zione, che lo dimoſtra chiaramente.
Preſ-
ſo queſta Chieſa vi è il
ma-
PALAZZO, già de' Gondì, paſſato dipoi
ne' Corſini Orlandini, ed oggi nella Fami-
glia del Beccuto Orlandini, ſtato moder-
namente accreſciuto, e ridotto alla forma,
che di preſente ſi vede.
Per di dentro è
così nobilmente adornato, e di comode a-
1 bitazioni arricchito, che può con ragione
uguagliarſi a' più ſplendidi Palazzi di que-
ſta Città.
La Sala non ſolo nella volta,
ma anco nelle pareti e dipinta per mano
di Pietro Dandini.
Il Gherardini, il Gab-
biani, ed altri Profeſſori più accreditati
hanno dipinto l'altre ſtanze contigue, che
adornate di ſtucchi, e di prezioſi arredi,
rieſcono vaghe oltremodo.
Sulla Piazza di
eſſa Chieſa di Santa Maria Maggiore è ſta-
ta modernamente condotta a fine la Fab-
brica del
F bi-
PALAZZO Strozzi, oggi de' Martini.
Non lontana da queſta é la Fabbrica del
nuovo
SEMINARIO FIORENTINO, promoſſa, ed
incamminata con buon guſto di Architettura
dalla pia memoria del fu Monſignor Tom-
maſo Buonaventura de' Conti della Ghe-
rardeſca, Arciveſcovo di Firenze, e con-
dotta a buon ſegno, dopo la ſua morte,
con aggiunta di comodi appartamenti per
i Precettori, e per gli Studenti Cherici,
che vi fi allevano.
All'ingreſſo della ſe-
conda porta è degno d'eſſer veduto un
belliſſimo Crocifiſſo di Bronzo di Gianbo-
logna, laſciato al Seminario in legato dal
fu Agoſtino Cerretani, Canonico della Me-
tropolitana, in memoria del Canto e del-
le Caſe de' Cerretani, che ſurono quivi,
e rimaſero ſerrate nella nuova Fabbrica di
queſto Seminario.
Torna contiguo il
1 PALAZZO de' Marcheſi Malaſpina, mo-
dernamente abbellito con buon diſegno.

E qui per ultimo taremo fine alla ſeconda
Giornata per poter nella ſeguente ultimare
l' incominciato paſſeggio, ed oſſervare le
altre coſe, che ci reſſano da vedere.
13[Figure 13]
PA-
F 2 TER-
114[Figure 14]
TERZA
GIORNATA
.
LA Città di Firenze, laſciato da
parte quel che fu ne' tempi della
Gentilità, ebbe dipoi così piccol
recinto d'abitazioni, che il pri-
mo cerchio, cosi chiamato dagli Scritto-
ri, fu ſolamente riſtretto ad alquante con-
trade preſſo a Mercato vecchio: ma cre-
ſcendo gli abitatori in gran numero, e non
potendo capire in un luogo cotanto angu-
ſto, fu coſtretta a dilatare i confini, i
quali in più volte accreſciuti, giunſero fi-
nalmente a quel ſegno, che a' noſtri gior-
ni fi vede.
In uno di queſti accreſcimenti
della Città, è fama appreſſo gli Scrittori
antichi, e moderni, eſſerſi dato principio
a fabbricare in quella parte, che riman di
d'Arno verſo Mezzogiorno, alla quale
dipoi furono aggiunti tutti i Sobborghi già
fuori della Città, ed ora in eſſa compre-
ſi
.
E perchè foſſe comodo il paſſaggio dal-
1 l'una parte all'altra, ſurono in varj tem-
pi fabbricati quattro Ponti, i quali dipoi
caduti nella rovinoſa inondazione, che ſe-
guí l'anno 1333. furono fatti reſtaurare
coll'induſtria, e modello di Taddeo Gad-
di, e in altri tempi rinnovati, come di-
remo a ſuo luogo.
Di queſta parte adun-
que, che rimane di d'Arno, ragione-
remo nella preſente Giornata, con quella
ſteſſa brevità, colla quale abbiamo finora
proceduto nelle paſſate.
Pertanto partendo-
ci dall'Albergo, c'invieremo verſo il Pon-
te Vecchio, e oſſerveremo la Loggia di
l'una
MERCATO NUOVO, fatta fabbricare dal
Granduca Coſimo I., fin dall'anno 1548.
col diſegno di Bernardo Taſſo Architetto.

Il principale intento di queſto magnanimo
Principe fu di provvedere al comodo de'
Mercanti Fiorentini, acciò nelle ore pro-
porzionate, ridotti in queſto luogo, poteſ-
ſero più facilmente i loro negozj conclude-
re
.
Sopra alle ſcalee di queſta Loggia vi
è un Cignale di bronzo, che getta acqua
per bocca, fatto da Pietro Tacca, ſul mo-
dello di quel di marmo, che ſi conſerva
in Gallería, opera molto ſtimata da' Pro-
feſſori
.
E ſopra a queſto magnifico Log-
giato evvi l'Archivio delle copie autenti-
che, o piuttoſto primi Originali di tutti i
Contratti, che ſi rogano nello Stato, co-
me ſi è detto in altro luogo.
Camminan-
do più oltre, ſi trovano molte Botteghe
d'Arte di ſeta, che fu ſempre eſercitata
1 in Firenze con ſomma lode, e perfezione;
onde da eſſa ſi ſogliono provvedere molte
Città d'Europa, e una gran parte dell'A-
ſia
.
Dopo queſte ſi trova la Chieſa, e Con-
vento di
in
SANTO STEFANO, dove abitano Reli-
gioſi Agoſtiniani della Congregazione di
Lecceto
.
E` queſta Chieſa antica, quantun-
que in oggi ſe ne veda gran parte rinno-
vata dalla nobil Famiglia de' Bartolommei,
ed è adorna di alcune Tavole di qualche
ſtima, che per brevità ſi tralaſciano.
De-
ve pero farſi menzione del bel Paliotto al-
l'Altar maggiore di bronzo Corintio, do-
ve in baſſo rilievo fece Pietro Tacca il
Martirio di Santo Steſano Protomartire.

Da queſto luogo ſi paſſa al
PONTE VECCHIO, quale fu rifabbricato
nel 1345. come ſi legge nel Cartello affiſſo
alla Loggia di eſſo a Ponente, nel muro
che guarda Mezzogiorno, cioè:
Nel trentatre dopo il mille trecento
Il Ponte cadde per diluvio d'acque
Poi dodici anni come al Comun piacque
Riſatto ſu con queſto adornamento.
Appiè di eſſo Ponte vi è una
STATUA di marmo, di maniera Greca,
aſſai bella, chiamata Aleſſandro Magno;
ſebbene in verità rappreſenta un Aiace gron-
dante di ſangue, e morto per le ferite da-
teſi di ſua mano, eſſendo chiaro nelle Sto-
1 rie, che il Grande Aleſſandro non mori
di ferite.
Da man ſiniſtra ſi trova la Via
de' Bardi, in cuí tra gli altri è il
rie
PALAZZO del Marcheſe Tempi nobilmen-
te adornato, il quale è ſituato appunto in
faccia alla Chieſa di Santa Maria ſopr'Ar-
no, ampliato, & abbellito dentro con ot-
timo guſto.
Avanzando più oltre il paſſo
fi giugne al
PALAZZO del fu Senatore Conte Ferrante
Capponi, fatto edificare dal famoſo Nic-
colò da Uzano, col diſegno di Lorenzo di
Bicci, entro del quale ſi vede il buſto di
eſſo Niccolò, opera inſigne di Donatel-
lo con iſcrizione adeguata a così potente
Concittadino; ſiccome appiè della Scala un
Leone di porfido, che è creduto opera ſin-
golare degli antichi Etruſchi; e dipoi ſi
paſſa alle
ABITAZIONI de' Canigiani, e quindi a
mano deftra alle
ABITAZIONI de' Mozzi. Queſte eſſendo
ſtate alzate nell'antico a foggia di Palaz-
zo, o ſia di Torre con merli, moſtrano
quella magnificenza, che fu capace di dar
ricetto nel 1273. al Pontefice Gregorio X.
e dipoi nel 1279. al Cardinale Latino Or-
ſini, Legato del Papa, a fermar la Pace
tra i Guelfi, e i Chibellini.
Quindi pro-
ſeguendo il cammino per lo Fondaccio di
1 San Niccolò, ſi vede ripieno anch'eſſo di
Caſe aſſai comode, e ſignorili; tralle qua-
li è il
F 4 San
PALAZZO de' Gianni, fabbricato all'an-
tica, ma per entro rimodernato aſſai be-
ne, internandoſi con un delizioſo Giardi-
no, e con bella grotta ſulla collina detta
Montecucco, che va ſino alle mura della
Città
.
Si paſſa poi dal
PALAZZO de' Marcheſi Vitelli, alla
CHIESA PRIORALE DI SAN NICCOLO',
detto d'Oltrarno, nella cui facciata è col-
locata una Cartella di pietra, con inſcri-
zione inciſa, degna di oſſervazione, con-
tenendo la memoria della deplorabile inon-
dazione, che fece l'acqua d'Arno per le
Campagne adiacenti, e nella Città nell'an-
no 1557. che per eſſere in verſi Latini aſſai
leggiadri, abbiamo giudicato guſtevole il
riportarla, ed è queſta:
Fluctibus undivagis, Pelago, ſimiliſque procellis,
Huc tumidis præceps irruit Arnus aquis,
Proſtravitque ſuæ, ſpumanti gurgite, Floræ
Oppida, agros, fontes, mœnia, Templa, viros.
Preſſo a queſta Chieſa è il
PALAZZO de' Serriſtori molto magnifico:
di dove tornando in dietro per i Renai, ſi
vede in faccia il maeſtoſo
PALAZZO de' Baroni del Nero, alzato in
1 parte col diſegno di Tommaſo del Nero; e
accanto ad eſſo il
de
PONTE detto ALLE GRAZIE, per una
Cappella di grandiſſima devozione, che ha
il titolo di S. Maria delle Grazie, e altra-
mente il Ponte a Rubaconte, dal nome di
Meſſer Rubaconte da Mandella Podeſtà di
Firenze, che diè mano a farlo edificare.

Si può anche oſſervare ſulla Piazza de i
Mozzi la
CHIESA, e Caſa de' Padri Miniſtri degli
Infermi di San Gregorio; e in faccia ad
eſsa Caſa l'
ABITAZIONE degli Scarlatti, che è Ar-
chitettura di Alfonſo Parigi.
Tornando noi
verſo il Ponte Vecchio, troveremo a man
ſiniſtra la Chieſa di
SANTA FELICITA; ſulla di cui Piaz-
za eſiſte una Colonna di granito, ſopra
la quale vi è la Statua di San Pietro Mar-
tire, eretta quivi ad onor ſuo dall'antica
famiglia de' Roſſi, che l'alzò nel Secolo
XIII. per aver eſso in Firenze, colla ſua
predicazione, ed eſempio, fatto gran frut-
to, ed anco in ſegno delle vittorie avuteſi
da' Cattolici contro gli Eretici Manichei,
propriamente padri degli Albigenſi.
La
detta Statua del Santo Martire è ſtata non
a molto rifatta in luogo dell'antica, che
vi era, quaſi diſfatta dal tempo; ed è di
1 mano di Antonio Montauti. Entrando in
Chieſa, troveremo alcuae Tavole dipinte
da eccellenti Maeſtri, di alcune delle qua-
li daremo brevemente notizia.
La prima,
che è in molta ſtima, è la Tavola della
Cappella de' Capponi di mano di Jacopo
da Pontormo, che molto vi dipinſe, ed
evvi un Ritratto ſomigliantiſſimo di San
Carlo Borromeo d'eccellente pennello, col-
locato in un ornamento di pietre di gran
pregio, fatto col diſegno del famoſo Vi-
gnola; ſiccome altresì la Tavola di Bernar-
dino Poccetti nella Cappella de' Canigiani.

E` anco mirabile un Ritratto d'Aleſsandro
Barbadori nella Cappella già de' Barbado-
ri, ora del Principe di Paleſtrina, di mo-
ſaico, con ammirabile eccellenza condot-
to, ſi dubita, che ſia opera del famo-
ſo Marcello Provenzale.
Appreſso ſegue la
Cappella de' Cioli, dove di mano del Vol-
terrano è dipinta l'Aſsunzione di Maria
Vergine con le Sante Caterina da Siena, e
Margherita da Cortona.
Dipoi quella de'
Guicciardini, ove ſi vede una belliſſima
Tavola di mano di Simone Pignoni, che
rappreſenta un San Luigi Re di Francia,
che ſerve a Menſa alcuni Poveri da eſſo
convitati
.
Nel Coro vi ſono tre Tavole
di Padronato pure de' Sigg. Guicciardini,
quali ſono degli appreſso autori, cioè:
la Crocifiſſione del Carletti, la Reſurrezio-
ne del Tempeſta, e la Natività di Gherar-
do Vanhonhout Fiammingo, autore ſtato
ſino al preſente occulto.
Dietro a queſta
1 Chieſa, ſopra la Coſta a San Giorgio, re-
ſtano due Conventi, e Chieſe di Mona-
che; una di eſſe intitolata S. Girolamo, e
l'altra lo
F 5 ma-
Chie-
SPIRITO SANTO, che è molto adorna di
ſtucchi dorati; ed in queſta ſi vede all'Al-
tar maggiore la bella Tavola di mano di
Anton Domenico Gabbiani; come altresi la
CHIESA de' Padri Agoſtiniani Scalzi mol-
to linda, fatta fabbricare dalla gl. mem.
di Madama Criſtina di Lorena, moglie del
Granduca Ferdinando I., e Principeſsa di
gran prudenza, bontà e vita eſemplare.
Di
queſte Chieſe però tralaſceremo di farne
menzione, a fine di proſeguire il viaggio
per la via de' Guicciardini, dove ſono il
PALAZZO de' Franceſchi, al preſente del
Conte Lorenzi, con diſegno di Anton Fer-
ri, ed il
PALAZZO de' Guicciardini, che include
l'antica Abitazione, dove nacque San Fi-
lippo Benizj, del che è la memoria nella
facciata; e ſi giunge al
PALAZZO de' Pitti, che è uno de' più
famoſi Edifizj, che ſi veggano in tutta l'
Italia, e fuori, come affermano molti e-
ruditi Scrittori, e maſſimamente Filippo
Baldinucci nella deſcrizione del nuovo mo-
dello, e diſegno, che già fece di queſto
1 Palazzo il virtuoſiſſimo Paolo Falconieri.
Queſto maeſtoſo edifizio venne incomin-
ciato col diſegno Filippo di Ser Brunel-
leſco a ſpeſe di Luca Pitti Gentiluomo Fio-
rentino, e pero è ſtato detto fino al di
d'oggi de' Pitti; quantunque fino al tem-
po del Granduca Coſimo I., e di Leonora
di Toledo ſua moglie, che lo comprò, di-
veniſse abitazione de' Granduchi Regnanti.

Di queſto Edifizio adunque dovendo noi
ragionare, difficilmente potremo in un bre-
ve riſtretto tutte le tue parti deſcrivere, e
ſpecialmente le Statue, e le Pitture inſigni,
che nobilmente l'adornano, e l'altre co-
ſe di pregio, che vi ſi trovano, e lo ren-
dono mirabile, e ſingolare.
Primieramente
la Facciata di queſto Palazzo lunga quanto
la Piazza, ed alta a proporzione, è tutta
incroſtata di grandi bozze di pietre forti,
d'ordine ruſtico; ma così ben diviſato,
che vi riſplende una maeſtoſa bellezza.
Più
vaga pero rieſce in viſta la Loggia, ed il
Cortile, fatto col diſegno dell'Ammanna-
to, perchè, mutato l'ordine della prima
Architettura, con tale avvedutezza però,
che non diſconveniſse all'Opera già comin-
ciata, ſi vede il primo Appartamento di
forma Dorica, il ſecondo d'ordine Ionico,
ed il terzo di Corintio, tutti e tre ador-
nati di varie Colonne, di belliſſimi Fregi,
e d'un ricchiſſimo Cornicione.
In faccia
poi del Cortile, v'è una grotta, dentro
la quale ſi trova una Peſchiera di forma
ovata, con vari zampilli d'acque, le qua-
1 li pare, che ſcaturiſcano dalla terra, al
cenno di Mosè, ivi rappreſentato in una
grande Statua di porfido.
Adornano ancora
la Facciata due altre Pile con ſue Fontane
vagamente intagliate; come altresì due
grandi Statue di marmo, che una rappre-
ſenta Paſquino, che ſoſtiene Aleſsandro,
l'altra Ercole, che ha ſuperato Anteo,
amendue di maniera Greca molto ſtimate.

Ma che diremo della Fonte ſopra la grot-
ta, al pari del primo piano di queſto Re-
gio Palazzo?
Vedeſi un gran Vivaio, nel
quale ſcherzano alcuni Putti di marmo ſo-
pra Cigni, e nel mezzo di eſso s'alza una
fonte, con una gran tazza di pozzolana,
nella quale verſano in gran copia le acque
da varie bande; perlochè grande è il dilet-
to, che di ſubito arreca queſta Fontana a
chi entra nel mentovato Cortile.
Paſſando
poſcia ne' Reali Appartamenti, vedremo
coſe di maraviglia.
Sono le Stanze dell'
Appartamento Granducale, e moltiſſime
altre tutte dipinte, e adorne di ſtucchi di
mano de' piu rari Maeſtri, fra' quali il
famoſo Pietro Berrettini da Cortona, più
d'ogni altro s'immortalò.
Bene è vero pe-
, che s'io voleſſi ad una ad una deſcri-
vere tutte le ſtanze, e l'infinite coſe di
pregio, che vi ſi trovano, non un breve
racconto, ma un intero volume ſi richie-
derebbe
.
Baſterà ſolo accennare, che i più
ricchi, e prezioſi addobbi, le più ſtimabi-
li Pitture, che in qualunque gran Regia ſi
poſsono deſiderare, quivi ſi trovano in gran-
1 diſſima copia, come l'iſteſso Foreſtiero po-
trà meglio ocularmente conoſcere, che io
in queſti fogli rappreſentare.
Non deeſi
però paſsare ſotto ſilenzio, la copioſa rac-
colta di quadri rariſſimi, e molto meno ſi
dee tacere la numeroſa Librería, che in
queſto Palazzo ſi conſerva, dove non ſolo
i Libri più ſcelti, ma eziandio i mano-
ſcritti più ſingolari abbondano, fra' quali
vi è una rara moltiplicità di Codici Orien-
tali, che ha dato motivo ad un'Opera in-
ſigne ſtampata di freſco, la quale ne fa un
eſatto, e molto erudito Indice.
Dal Palaz-
zo faremo paſsaggio al contiguo
F 6 Pa-
li
diſ-
GIARDINO DI BOBOLI, il più vago, e
delizioſo di quanti ſiano in queſta noſtra
Città, avvegnachè la magnificenza coll'a-
menità, e l'abbondanza coll'induſtria no-
bilmente in queſto luogo gareggiano.
La
ſua circonferenza fino alle mura della Cit-
per lunghiſsimo tratto ſi ſtende, nella
quale il colle, e il piano, il domeſtico,
ed il ſalvatico ſcherzano gentilmente.
Egli
è diviſato, come ſi vede, in boſchetti, in
prati, in lunghi viali, e fontane.
Lo a-
dornano moltiſſime Statue, ed è ripieno di
alberi, di fiori d'ogni ſorta, e d'infini-
te piante d'agrumi.
Vedeſi dunque in pri-
mo luogo un Teatro, che riſponde di fac-
cia al Palazzo, circondato da mura in for-
ma di mezzo ovato, nel quale, per i paſ-
ſati tempi, belliſſimi ſpettacoli, e ſeſte ma-
gnifiche ſono ſtate rappreſentate con gran-
1 de applauſo. Intorno a queſto Teatro reſta
una gran parte del ſalvatico, che lo ren-
de più maeſtoſo; dopo il quale, per lun-
ghi viali tutti coperti di piante, e per un
largo, e ſpazioſo ſtradone, ſi giunge ad
una Fontana iſolata, di cui più vaga,
più dilettevol coſa ſi può vedere.
Ella
è figurata per l'Oceano, e perciò ſopra
una Tazza di Granito, larga dodici brac-
cia per ogni verſo, ſi vede una Statua di
marmo maggiore del naturale, che rappre-
ſenta Nettunno, e a pie di eſſo tre altre
Statue a ſedere, ſignificanti i tre Fiumi
Gange, Nilo, ed Eufrate, che verſano
gran copia d'acqua nella Tazza, da cui
per ſotterranei condotti paſſa ad altre fon-
ti, ed in vari ſcherzi per lo Giardino ſi
ſparge
.
Or queſta belliſſima opera fu dal
celebre Giovanni Bologna condotta con ta-
le eccellenza, che reſta in dubbio chi la
vede, ſe più debba lodare, o la rara in-
venzione, o la maeſtria del lavoro, tanto
l'una, che l'altra in perfetto grado s'
ammirano
.
Parimente in un gran vivaio ſi
vede un altro Nettunno ſcolpito in bron-
zo, ſopra vari moſtri marini di marmo,
di mano di Stoldo Lorenzi, opera da quei,
che intendono, molto lodata.
Vi ſi trova
ancora una Grotta, ne' quattro angoli del-
la quale, col diſegno, ed invenzione del
Buontalenti, furono collocate quattro Sta-
tue di marmo, di mano di Michelagnolo
Buonarruoti, ma però ſolamente abbozzate,
le quali doveano ſervire pel ſepolcro di Pa-
1 pa Giulio II. e che dal Nipote di Miche-
lagnolo furono donate al Granduca France-
ſco
.
Vi ſono inoltre alcune Statue d'altri
famoſi Maeſtri, che rendon più vaga la
Grotta, che adorna di ſpugne lavorate in
varie forme, nella rozzezza di quei mate-
riali dimoſtra una bellezza non ordinaria.

Ha la volta tutta dipinta di mano di Ber-
nardino Poccetti, con si leggiadre, e biz-
zarre invenzioni, che in un medeſimo tem-
po reca terrore, e diletto; avvegnachè
quell'ingegnoſo Pittore, aiutato in parte
da una naturale apertura, che reſta nella
volta, finſe, che la medeſima volta ſem-
braſſe di rovinare, e che da quelle feſſure
uſciſſero varj animali, i quali non dipin-
ti, ma veri, e naturali raſſembrano.
Del
reſto chi voleſſe deſcrivere tutte le Statue,
che vi ſono ſenza numero (molte delle
quali furono lavorate da mano eccellènte,
come quella di Morgante, e Barbino, ri-
tratti al naturale da Valerio Cioli) e l'al-
tre coſe più ragguardevoli, che adornano
queſto Giardino, non così preſto termine-
rebbe, ma di gran tempo averebbe biſo-
gno, come appunto richiedeſi, a chi de-
ſidera minutamente tutte le coſe oſſervare
di queſto luogo.
Dopo avere ammirato il
Regio Palazzo, e Giardino di S. M. I. ci
porteremo alla Chieſa di
de
pa
SAN FELICE IN PIAZZA, oſſervando pri-
ma la Colonna di marmo miſtio di Sera-
vezza, eretta in queſto luogo dal Grandu-
1 ca Coſimo I., per ricordanza della Vitto-
ria ottenuta nell'inſigne battaglia di Mar-
ciano
.
In Chieſa poi ſi trovano alcune Ta-
vole di ragguardevoli Pittori.
Primiera-
mente alla Cappella Baldocci, la prima a
man ſiniſtra, ſi vede dipinto quando Cri-
ſto libera San Pietro dal naufragio, di ma-
no di Salvador Roſa; e alla Cappella del
Roſario ſi crede di mano dell'Empoli ef-
figiato San Pier Martire, e San Diacinto.

Da Giovanni da San Giovanni con belliſſi-
ma maniera fu dipinto San Felice Prete,
Titolare di queſta Chieſa; e all'Altar
maggiore di mano di Fr. Giovanni ſi veg-
gono figurati nella Tavola molti Santi.
Co-
nelle Cappelle, che ſeguono a man de-
ſtra, v'è una Tavola dipinta da Ridolfo
del Grillandaio, una del Vignali, e una
di Pier di Coſimo.
Uſcendo di queſta Chie-
ſa, potrebbeſi proſeguire il cammino ver-
ſo la Porta a San Pier Gattolini, in faccia
alla quale è oſſervabiliſſima la bella Pittu-
ra di Giovanni da San Giovanni; ma ri-
tornando indietro, volgaſi a man ſiniſtra,
dove poco diſtante ritroveremo una Piazza
grande, e ſpazioſa; e in faccia di eſſa la
Chieſa, e il Convento, dove abitano Re-
ligioſi Agoſtiniani, chiamata
ca
SANTO SPIRITO, fabbricata col diſegno
di Filippo di Ser Brunelleſco, quell'inſi-
gne Architetto col modello del quale s'am-
mirano fatte tante belliſſime Fabbriche in
Firenze, ed altrove.
E` l'Architettura di
1 queſto gran Tempio d'ordine Corintio,
con ſomma perfezione condotta, e perciò
vaga, e maeſtoſa appariſce al pari d'ogni
altro Edifizio di queſta noſtra Città.
La
ſua lunghezza a cenſeſſanta braccia ſi ſten-
de, e la larghezza a cinquantaquattro.

Vien diviſo in tre Navate, ripartite da
belliſſime Colonne di pietra bigia tutte d'
un pezzo, ſopra le quali l'Architrave, il
Fregio, e il Cornicione da pertutto nobil-
mente ricorrono.
Con buona ordinanza di-
ſpoſte le Cappelle ſi veggono, e adornate
di belliſſime Tavole, delle quali daremo
ſuccinta notizia.
Cominciando a man de-
ſtra vi è una Madonna di marmo, col
Criſto morto in collo, preſane l'imitazio-
ne da quella di Michelagnolo Buonarroti,
che in oggi è poſta in San Pietro di Ro-
ma
.
Più oltre di mano del Franciabigio
fu colorita la Nunziata, e alla Cappella,
che ſegue, ſi vede dipinto da Giovanni
Stradano il Salvadore del Mondo, che di-
ſcaccia i Profanatori dal Tempio, opera
invero grandemente lodata.
Del Paſſignani
è il Martirio di Santo Stefano eſpreſſo mira-
bilmente, e di Pier di Coſimo è la Tavo-
la della Viſitazione con molti Santi, alla
Cappella di Neri Capponi; Sandro Botti-
celli dipinſe i tre Arcangioli; e Aurelio
Lomi l'Adorazione de' Magi.
Dopo que-
ſta ſi trova una Tavola alla Cappella de'
Vettori, dipinta da Giotto, a cui tan-
to dee la Pittura, che per ſua mano riſor-
ſe
.
La Vergine nella ſeguente Cappella fu
1 dipinta da Ridolfo del Grillandaio: e la
Nunziata dal mentovato Botticelli.
Si ve-
de appreſſo la Cappella del Santiſſimo Sa-
gramento, tutta incroſtata di marmi Car-
rareſi, lavorati con bel diſegno, e con
varj ornamenti dal Sanſovino il vecchio.

Alla Cappella degli Antinori il Salvatore
condotto al Calvario, è opera del Grillan-
daio
.
Più oltre ſi vede nella Cappella de'
Cavalcanti, adornata di marmi, la Tavo-
la d'Agnolo Bronzino, dov'è dipinto quan-
do Criſto in forma d'Ortolano appariſce
alla Maddalena: e d'Aleſſandro Allori ſuo
Nipote ſono i Martiri, e l'altra Tavola in
cui è effigiato il Salvadore, quando pro-
nunzia la ſentenza dell'Adultera: e final-
mente, il Criſto ignudo di marmo, che
tien la Croce, fu copiato da Taddeo Lan-
dini, da uno del Buonarroti, che è nella
Chieſa della Minerva di Roma.
Che di-
remo poi della Cappella maggiore, quanto
bella per l'Architettura, altrettanto per
la materia magnifica, e ricca?
Reſta ella
in mezzo della Tribuna, da ogni parte Iſo-
lata, ed ha la forma d'un piccolo Tem-
pio, imperciocchè ſopra varie beliſſime Co-
lonne s'erge una Cupoletta, ſotto la qua-
le è ſituato l'Altare, lavorato di pietre
dure, e prezioſe, commeſse con ſingolare
artifizio, come altresì il Ciborio dell'iſteſ-
ſo lavoro.
Reſta dietro all'Altare il Coro
di figura ottagona, tutto di marmi Car-
rareſi, e ornato di varie Statue di marmo
ſcolpite da Giovanni Caccini, che diè il
1 modello di tutta queſt'opera, nella quale
dalla nobil Famiglia de' Michelozzi, che
ne fu la fondatrice, grandiſſime ſomme di
denaro furono impiegate.
Dalla banda ſi-
niſtra rimane la Sagreſtia con un belliſſi-
mo ricetto avanti, fabbricata col diſegno
del Cronaca, in cui tra gli altri ornamen-
ti, vedremo una bella Tavola di Fr. Fi-
lippo Lippi, dove con vago colorito di-
pinſe la Vergine col Figliuolo in collo, e
con Angioli, e Santi d'attorno.
Un'altra
ſe ne trova di mano d'Aleſſandro Allori,
con alcune Pitture a freſco di Bernardino
Poccetti; e in ſomma è queſto luogo degno
di molta lode.
Ammirano ancora quei,
che intendono, il Campanile della Chie-
ſa, condotto col modello di Baccio d'A-
gnolo; ſiccome i Chioſtri, ed il Conven-
to, nel quale ſi trovano alcune Pitture di
pregio
.
Ritornando per l'iſteſſa via, cam-
mineremo verſo il Canto alla Cuculia, che
fa croce a quattro belle, e ſpazioſe con-
trade, e ſpecialmente a quella detta de'
Serragli, dove ſono molti Palazzi; fra'
quali il
que-
di-
mo-
PALAZZO DE' CASTELLI aſſai comodo,
e ſignorile; e l'
ABITAZIONE degli Antinori, nella qua-
le ſono ben diſpoſte molte Inſcrizioni Etru-
ſche, Romane, e Greche, con altri ſti-
mabili monumenti di antichità in marmi,
e bronzi.
E per fianco corriſponde il
PA-
1
PALAZZO de' Marcheſi Rinuccini adorna-
to principalmente di lavori di Girolamo
Ticciati, e abbondante di ricchiſſimi arre-
di, con una copioſa Libreria.
E` pur di
fianco il
PALAZZO del Conte Pecori di vaga ſtrut-
tura
.
Chi ſi voleſſe alquanto dilungare per
Via Chiara, una della dette quattro ſtra-
de, paſſando dall'
ABITAZIONE del Balì del Roſſo, ricca
di pitture ſingolariſſime, con un delizioſo
Giardino; potrebbe viſitare la Chieſa, e
Monaſtero di
SANTA CHIARA, dove ſono, fra l'altre,
due Tavole di molta ſtima.
La prima di
mano di Pietro Perugino, dov'è un Cri-
ſto morto colle Marie; la ſeconda di ma-
no di Lorenzo di Credi, in cui egli dipin-
ſe la Natività del Signore.
Dirimpetto alla
detta Chieſa è quella delle
CONVERTITE, dov'è di mano del Poc-
cetti una Natività del Signore, ed una Ta-
vola dipinta da Sandro Botticelli.
Ma ſe-
guitando il viaggio incominciato, trove-
remo la Chieſa, ed il Convento dove abi-
tano Frati Carmelitani, detta il
CARMINE, di grandezza conſiderabile.
Ell'è di ſtruttura antica, benchè nel prin-
cipio del Secolo paſſato foſſe in gran parte
1 reſtaurata, e di belliſſime Pitture da Ber-
nardino Poccetti arricchita.
Vedeſi adunque
nella prima Cappella a man deſtra una Ta-
vola, creduta di mano di Bernardino Mo-
naldi, dove ſi rappreſenta il Funerale ce-
lebrato a Sant'Alberto Carmelitano.
A que-
ſta ſegue l'Adorazione de' Magi, figurata
dal Paſſignano: e nella terza rappreſentò
Giorgio Vaſari un Criſto morto in Croce,
appie del quale v'è la Vergine addolora-
ta, e la Maddalena piangente.
Di Girola-
mo Macchietti è la Tavola dell'Aſſunzio-
ne di Noſtra Signora con gli Apoſtoli in-
torno al Sepolcro, condotta con ſomma
induſtria: e dopo queſta la Natività del
Signore, è opera degna dell'inſigne pen-
nello di Santi di Tito.
In teſta al lato de-
ſtro della crociata ſi trova la Cappella de'
Brancacci, dove di preſente è la devozio-
ne della Madonna del Carmine.
Nelle pa-
reti di queſta ſono dipinte a freſco alcune
Storie di San Pietro Apoſtolo, le quali di
vero meritano ſomma lode.
Fu comincia-
ta l'opera da Maſolino, e poi condotta a
perfezione da Maſaccio ſuo diſcepolo, il
quale vinſe di gran lunga il Maeſtro; e
fu il primo, che apriſſe la ſtrada alla buo-
na, e moderna maniera di dipignere, le-
vando in parte le durezze, e le altre im-
perfezioni dell'arte, e molto più fatto a-
vrebbe, ſe la morte ſul fiore dell'eta ſua,
che fu d'anni 26. non lo aveſſe tolto al
Mondo
.
E` queſta Cappella un monumen-
to, che ha dato regola a tale arte nel
1 Mondo, onde non ſi laſci d'oſſervare.
Tralaſciando alcune Tavole antiche, e di
pregio minore, entreremo nel Coro per ri-
mirare un bel Sepolcro di marmi, fatto da
Benedetto da Rovezzano pel magnifico Pier
Soderini, che fu eletto Gonfaloniere perpe-
tuo della Repubblica Fiorentina.
Dirimpet-
to alla Cappella Brancacci nel ſiniſtro la-
to della crociata, ſi trova una belliſſima
e ricchiſſima Cappella, fabbricata dalla
Famiglia Corſini, nella quale con ſolenniſ-
ſima pompa fu trasferito il Corpo di S. An-
drea Corſini degniſſimo rampollo di queſta
Eccellentiſſima Proſapia, che fu Religioſo
di queſto Convento, e dipoi Veſcovo di
Fieſole
.
E` queſta Cappella tutta incroſtata
di marmi bianchi di Carrara, e di miſtj
di Seravezza, con Pilaſtri, Fregj, e Cor-
nicione d'Architettura compoſita.
In fac-
cia, e quaſi ſopra all'Altare, il quale ri-
mane alquanto iſolato, è una Tavola di
marmo bianco, lavorata con grande eccel-
lenza da Giovambatiſta Foggini, che in
queſta, ed in altre opere ſue ha dato ſag-
gio del ſuo vivace intendimento.
E` figu-
rato il Santo fra le nuvole, in atto d'eſ-
ſer rapito al Cielo da varj Angioletti, par-
te de' quali poſano ſopra l'Urna, dove è
ripoſto il di lui ſacro Corpo, e parte ſi
ſoſtengono per aria con belle attitudini,
eſprimendo nel volto il giubbilo, che ſen-
tono nel portare quella grand'Anima alla
Gloria celeſtiale.
Sopra queſta gran Tavola
fi vede un Dio Padre, parimente ſcolpito
1 in marmo da Carlo Marcellini Scultore in-
gegnoſo, ed in mezzo all'Urna un Baſſo-
rilievo d'argento d'eccellente lavoro.
An-
che nelle due bande laterali ſono due Ta-
vole di marmo, di mano dello ſteſſo Fog-
gini, in una delle quali è figurato il San-
to diſceſo dal Cielo per aſſiſtere all'Eſer-
cito Fiorentino, quando nella famoſa bat-
taglia d'Anghiari meſſe in fuga, e ſupe-
l'Eſercito di Filippo Maria Viſconti Du-
ca di Milano, condotto da Niccolò Picci-
nino ſuo Generale: e nell'altra ſi rappre-
ſenta, quando nel celebrare la prima Meſ-
ſa gli comparve la Santiſſima Vergine con
grandiſſimo ſtuolo di Angioli, proferendo
verſo il Santo quelle parole: Servus meus
es tu, quia elegi te, & in te gloriabor.

che diremo poi della Cupola tutta dipinta
da Luca Giordano?
Belliſſima è l'inven-
zione, vago il colorito, e nelle tante fi-
gure, che vi ſi vedono, ſi conoſce l'ec-
cellenza di ſuo pennello, il quale con pre-
ſtezza non ordinaria, ed eguale felicità,
avea prima terminata, e compita perfetta-
mente l'opera, di quel che altri appena
la poteſſero avere abbozzata.
Finalmente
non paſſeremo ſotto ſilenzio le memorie,
che quivi ſi trovano degli Uomini illuſtri
di queſta Famiglia, e ſpecialmente de' due
Porporati già defunti, la fama de' quali
ſarà eterna nella memoria de' Poſteri.
Il
primo fu Piero Corſini, Veſcovo di Vol-
terra, e poi di Firenze; l'altro fu Neri
Corſini, Veſcovo d'Arezzo, Zio del Som-
1 mo Pontefice Clemente XII. Nel voltare
verſo la Porta, fi trova alla Cappella de'
Carucci la Tavola dipinta da Batiſta Nal-
dini, in cui vien figurato Criſto, quando
riſuſcita il figliuolo della Vedova di Naim.

Dipoi ſegue di mano del Butteri la Storia
del Centurione, che chiede a Criſto la
ſanità pel figliuolo, e l'ottiene.
Del men-
tovato Naldini ſono le due Tavole appreſ-
ſo
.
In una è Criſto, che fa orazione nel-
l'Orto, e nell'altra l'Aſcenſione del me-
deſimo al Cielo, amendue ſtimate grande-
mente, perchè di vero ſon mirabili, ed
in ogni parte perfette.
Bella ancora è la
Tavola di Gregorio Pagani, dove ſi rap-
preſenta il ritrovamento della Santa Croce:
come altresì quella della Nunziata di mano
del Poccetti; di cui pur anco ſono gli A-
poſtoli dipinti a freſco nelle pareti della
Chieſa, e negli ſpazj fra l'una, e l'altra
Cappella
.
Alla bellezza, e grandezza di
queſta Chieſa corriſponde il Convento ca-
paciſſimo di gran numero di Religioſi, che
di continovo vi dimorano.
Ha due Chio-
ſtri molto ſpazioſi, in uno de' quali è di-
pinta la vita del gran Profeta Elìa, e di
varj Santi Carmelitani; e nel ſecondo v'è
una lunetta belliſſima del lodato Poccetti,
che rappreſenta il miracoloſo fuoco ſceſo
dal Cielo per avvampare il Sacrifizio of-
ferto da Elia al vero Dio.
Alla Chieſa del
Carmine è vicina quella di
re-
Mon-
in
mo
SAN FREDIANO, Chieſa ancor eſſa anti-
1 ca, e Collegiata di Canonici, e nella qua-
le ſi trovano alcune Tavole di mano di Lo-
renzo di Credi, del Paſſignani, del Lippi,
e d'altri ragguardevoli Maeſtri.
Poco di-
ſtante è il
G ca
PALAZZO del Marcheſe Scipione, e Fra-
telli Capponi, dove è anche oſſervabile un
Muſeo copioſo di coſe naturali.
Quindi i
MONACI CISTERCIENSI, i quali hanno
fabbricato un bel Tempio alla maniera mo-
derna col diſegno del Colonnello Cerru-
ti di Roma, giacchè l'antico era mol-
to anguſto, e ſenza alcun'ornamento.

Tutte le Cappelle ſono ornate di ſtucchi,
e di belle e vaghe pitture, di mano del
Dandini, del Gherardini, d'Antonio Fran-
chi, e d'altri valenti Profeſſori.
La Cupo-
la è dipinta con ſingolar maeſtria per ma-
no di Anton Domenico Gabbiani eccellente
Pittore, e nel Cortile, o Chioſtro conti-
guo alla Chieſa, è una Statua di marmo
di San Bernardo, di Giuſeppe Piamonti-
ni
.
In queſto Convento abitavano già le
Monache degli Angioli, che in oggi ſono
nel Monaſtero di Ceſtello in Pinti, ed in
queſto preſe l'Abito, viſſe, e morì San-
ta Maria Maddalena de' Pazzi, la cui Cel-
la tuttavia conſervata, ſi tiene in gran ve-
nerazione
.
Sulla Piazza di queſta Chieſa
è ſtato dal Granduca Coſimo III. fatto fab-
bricare modernamente col diſegno di Gio-
vambatiſta Foggini un
1 GRANAIO pubblico, edifizio in vero ma-
gnifico, e comodo per un tal'uſo.
Da que-
ſto luogo faremo paſſaggio al
GRA-
PONTE ALLA CARRAIA, e camminando
lung'Arno, la cui viſta è belliſſima per
molti Palazzi, che vi ſi trovano, arrive-
remo al vago, e comodo
PONTE A SANTA TRINITA, fatto fabbri-
care dal Granduca Coſimo I., col diſegno
di Bartolommeo Ammannati, Scultore, ed
Architetto Fiorentino, dopo l'inondazio-
ne precipitoſa, che ſeguì l'Anno 1557.
con danno univerſale della Città, e con
rovina totale di queſto Ponte.
Or tale in-
duſtria adoprò l'ingegnoſo Architetto in
queſta gran Fabbrica, che al parere degl'
intendenti, è riuſcito il più bello, e più
leggiadro Ponte.
Gli fece gli Archi di fi-
gura ovata, acciò ne' fianchi del Ponte
riuſciſſe l'apertura più capace, e più vo-
ta, ed armò le pile di ſaldiſſimi ſcogli
con angoli acuti, perche fendendoſi l'acque
nel taglio degli angoli, poteſſero con mag-
gior velocità, e ſenza punto di reſiſtenza
paſſare
.
Vi divisò tre ſtrade, quella del
mezzo più baſſa per i cocchi, e cavalli,
e l'altre due per comodo de' paſſeggieri,
che ſenza alcuno impedimento vi poſſono
camminare
.
E` adorno queſto Ponte di quat-
tro Figure di marmo, che rappreſentano
le quattro Stagioni dell'Anno.
Il Verno
nella perſona di un vecchio ignudo, e tre-
1 mante, è opera di Taddeo Landini. L'Au-
tunno, e la State ſono di mano di Giovan-
ni Caccini, e quella della Primavera fu la-
vorata dal Francavilla Fiammingo.
In fac-
cia a queſto Ponte rimane la bella ſtrada,
detta Via Maggio, in cui ſra gli altri ri-
guardevoli, e molto conſiderabile il
man-
PALAZZO degli Zanchini, dove fra l'
altre coſe di pregio vi è una Statua del ſo-
praddetto Francavilla, che rappreſenta Gia-
ſone col Vello d'oro.
Volgendo, è da ve-
dere la Chieſa chiamata di
SAN IACOPO ſopr'Arno, dove abitano
ora i Padri della Miſſione, che ſebbene an-
tica, è nondimeno di buona Architettura,
e adorna in oggi di ſtucchi, e di nuove Ta-
vole, rieſce molto vaga.
Poco diſcoſto evvi
la celebratiſſima Libreria Strozziana, ſom-
mamente copioſa di rariſſimi Manoſcritti,
ſpezialmente riguardanti la Città noſtra;
degli ultimi cinque ſecoli vi reſta mol-
to da deſiderare.
Vi è altresi quantità di
cartapecore aſſai antiche, e uno ſcelto nu-
mero di libri ſtampati, principalmente d'
Iſtorie
.
Queſta è poſta nella ſignorile abi-
tazione del tanto benemerito delle buone
Lettere Carlo Tommaſo Strozzi, che non
poco ha aggiunto in queſta Libreria, meſſa
inſieme da' ſuoi illuſtri Antenati.
E quì
termineremo la terza, ed ultima Giornata,
ſupponendomi, che il Foreſtiero appieno
ſoddisfatto di quanto ha potuto finora oſ-
1 ſervare, ſtanco dal viaggio voglia far ri-
torno all'Albergo.
ſer-
Ed eccovi, amico Lettore, un breve,
e ſuccinto racconto delle coſe più notabili
di Firenze in tre giornate diſtìnto, che ſe
di molte notizie le troverete manchevole,
ſovvengavi, che abbiamo nel principio ac-
cennato d'aver noi intrapreſa queſta fatica
ſolamente per uſo, e comodo del Foreſtie-
ro, il quale ne' pochi giorni, che ſi trat-
tiene in queſta Città, proccura ſolo di ve-
dere, e d'intendere le coſe più ragguar-
devoli, e le meno importanti, e più dif-
ficili a vederſi non cura, o non ha tempo
di agiatamente oſſervare.
15[Figure 15]
F 3 PAR-
116[Figure 16]
PARTE SECONDA
CONTENENTE
LE COSE PIU` NOTABILI
DELLA CAMPAGNA SUBURBANA
DI FIRENZE.
17[Figure 17]
ALLA vaghezza, e nobiltà delle
Contrade, e Fabbriche, che fi-
nora brevemente ſi ſon fatte oſ-
ſervare al noſtro Foreſtiero den-
tro di Firenze, corriſponde la
circonvicina Campagna, e il Diſtretto, che
piuttoſto una continovazione dell'iſteſſa Cit-
ſi potrebbe con ragione chiamare, per
le molte, e così ſpeſſe abitazioni, che da
ogni parte, o ſia nella pianura, o nelle
ameniſſime colline, che con diſcreta diſtan-
za da Tramontana, Levante, e Mezzogior-
no la circondano, alzate ſi vedono; meſco-
1 late con tanti belli, e maeſtoſi Palazzi,
da' noſtri Cittadini, ove loro Tenute poſ-
ſeggono, edificati: onde il leggiadriſſimo
Arioſto tutto ſtupore, e ſenza veruna iper-
bole, in oſſervandole, cantò:
la-
A veder pien di tante Ville i Colli,
Par, che 'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole, e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fuſser raccolti i tuoi Palagj ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
Or che dir ſi potrebbe in oggi, che dal
tempo dell'Arioſto al preſente ſono tanto
creſciute di numero, ed abbellite le fab-
briche
?
La coltivazione poi de' terreni è
regolata, e linda, che non cede a ve-
runa dell'Europa, a tal che gli Oltramon-
tani non hanno dubitato di credere i noſtri
Poderi altrettanti Giardini, cosí ben colti-
vati ſi vedono, e con tant'ordine fatte in
eſſi le piantate di Viti, Ulivi, Gelſi, e
d'ogni altra qualunque ſorte d'Alberi, e
Frutti, eſſendo ſempre mai ſtata non mi-
nor cura de' noſtri Cittadini in tenere ben
cuſtodite le loro Tenute, di quel che ella
ſia in tutte le più ſerie loro applicazioni;
anzi molti della più fiorita Cittadinanza,
ſi ſon gloriati di laſciare precetti, e rego-
le, che molto utili fino a' noſtri tempi ſi
provano
.
Un Luigi Alamanni fece in ver-
ſo la ſua Coltivazione Toſcana, e dedicolla
al Re Franceſco I.
E Giovanni Vettorio So-
1 derini, con Bernardo Davanzati, ci diede-
ro profittevoli ammaeſtramenti ſopra la po-
ſta delle Viti.
E il dotto Pier Vettori ſo-
pra quella degli Ulivi, come primo Inven-
tore dell'Uovolaie.
E l'Agricoltura di
Pier Creſcenzi fu tradotta nella Fiorentina
favella, e il Tetaldi, e l'Adriani, ed
altri fecero parimente opere di Agricoltu-
ra
.
Ma ritornando al noſtro propoſito, in
queſta Seconda Parte per ſecondare il primo
inſtituto, tratteremo, quanto fi può bre-
vemente, del più ragguardevole, o ſia del-
le Chieſe, o delle Ville, che nel Diſtret-
to di Firenze fi trovano, e che per la fa-
cilità, o brevità della ſtrada, ſuburbane
poſſono chiamarſi; riſerbando a migliore
occaſione di render ragguagliato il noſtro
Foreſtiero, con maggiore eſtenſione di quan-
to può eſſer degno di vederſi nella Campa-
gna Fiorentina: Onde conducendolo fuori
di ciaſcheduna Porta della Città, gli an-
deremo dimoſtrando quel che vi è da oſſer-
varſi per quella parte.
Adunque per dar
principio con queſto intrapreſo ordine dalla
de-
PORTA ROMANA, detta volgarmente a
San Pier Gattolini; voltando a mano ſini-
ſtra, alla fine d'uno ſtradone coperto di
Olmi, ſi trova la Chieſa della
MADONNA DELLA PACE, di buona Ar-
chitettura, già antico Oratorio delle Mo-
nache di Santa Felicita, le quali, a con-
templazione della Granducheſſa Criſtina,
1 lo cederono a' Monaci di San Bernardo del-
la Nazione Franzeſe Riformati, detti Fulia-
cenſi, ovvero Foglianti, da lei introdotti
in queſto Stato, fabbricando loro il como-
do Convento, che vi è, e facendovi Log-
giati attorno alla Chieſa, con eſſervi man-
tenuti i Religioſi di tutto il biſognevole
dalla Caſa Reale.
In oggi la Chieſa è ſta-
ta del tutto mutata, e ſerrate le due Log-
gie laterali.
La Cupoletta dell'Altar mag-
giore è dipinta da Livio Meus Fiammingo,
e il quadro della Soffitta, ove è la Madon-
na con Angioli, e San Bernardo in atto di
adorazione, con altre Figure, fra le qua-
li una rappreſentante la Pace, è di mano
di Luca Giordano, Opera molto ſtimata,
benchè preſentemente alquanto denigrata,
ſiccome la Cupola per fuoco, che abbru-
ciò tutto il Coro.
Ritornando alla Porta
ſuddetta della Città, ſi vede quaſi incon-
tro alla medeſima, nella terminazione di
un lungo Viale, la
lo
VILLA IMPERIALE. Ma prima di giun-
gervi, ſi veggono nel ſuo ingreſſo due Vi-
vaj diviſi da un Ponte, e ſopra due piedi-
ſtalli vi ſtanno erette l'Aquile Imperiali,
e nel corpo delle medeſime l'Arme della
Caſa Reale de' Medici, con quella della
Granducheſſa Maria Maddalena, e nell'al-
tre due baſi alzate dalla parte ſuperiore di
detti Vivaj in quella a mano deſtra un Leo-
ne, che con una zampa tiene un globo,
rappreſenta lo Stato Fiorentino, e nella ſi-
1 niſtra la Lupa, che allatta, figura lo Sta-
to Saneſe.
In poca diſtanza vi ſono due
altri Vivaj più grandi, di ſemirotonda fi-
gura, diviſi parimente da un altro Ponte,
nella parte ſuperiore de' quali ſi vedono di
ſpugne, e a grotteſca due figure proſteſe
di proporzione giganteſca, rappreſentanti
i Fiumi dell'Arno, e dell'Arbia, i qua-
li tenendo un vaſo, cade da eſſo l'acqua
nel Vivaio.
Vi ſono di pietra tra gli uni
e gli altri Vivaj, ſopra a quattro piediſtal -
li, le Statue di Omero, e di Virgilio,
di Dante, e del Petrarca.
Queſto ornato
ingreſſo al Viale ſopraddetto a dolce ſa-
lita lungo poco meno d'un miglio, om-
broſo per i Lecci, e Cipreſſi, che dall'una
e l'altra parte con bella ordinanza vi ſono
ſtati poſti; alla fine del quale ſi entra in
un grandiſſimo Prato di figura ſemitonda,
chiuſo da balauſtrate di pietra, con Statue
di ſimil materia, e nell'apertura di mez-
zo, ve ne ſono due di marmo di gran pro-
porzione, che una rappreſenta un Atlante
col Globo ſugli omeri, e l'altra un Gio-
ve con fulmine alla mano.
In teſta a det-
to Prato ſi erge l'Imperial Villa di delizie
delle Granducheſſe di Toſcana, ampliata,
e ornata dalla predetta Arciducheſſa Maria
Maddalena, poi dalla Granducheſſa Vitto-
ria accreſciuta da Mezzogiorno di Appar-
tamenti, e di due Saloni, e ripiena d'ogni
ſorta di ricca ſupellettile, di Quadri, ed al-
tre galanteríe, di porcellane, buccheri,
d'Idoletti, e ſimiglianti rarità antiche,
1 che in diverſi Gabinetti, e Mezzanini con
bell'ordine poſte s'ammirano.
Ivi ſono
anneſſi due Giardini con belli ſpartimenti
di fiori, e fontane d'acqua, diviſato l'
uno, e l'altro di piante d'Aranci dome-
ſtici, vi ſono molte antiche, e moderne
Statue
.
Sopra il detto Palazzo in un Colle
più rilevato in poca diſtanza, ſi vede un
antico Monaſtero di Religioſe dell'Ordine
di San Franceſco, detto di
G 5 ni-
che
SAN MATTEO IN ARCETRI; il qual Ter-
ritorio produce ottimi, e delicati vini,
detti Verdee, e vi hanno loro delizioſe
Ville i Mannelli, i Cattani, i Guicciar-
dini, i Capponi, i Naldini, ed altri mol-
ti, ſiccome i Delci, i Ricci a Pozzolati-
co, i Tempi al Poggio alla Scaglia; e qui-
vi vicina è la Villa de' Covoni di magnifi-
ca Architettura.
De' Nerli è quella preſso
a Santa Margherita a Montici; e nel colle
delle Roſe ſono le Ville degli Antinori,
de' Conti Bardi, de' Grifoni, e d'altri.

Tornandoſene il Foreſtiero per la ſtrada Ro-
mana, vedrà in primo luogo a man ſini-
ſtra altro Convento di nobili Religioſe del-
l'Ordine di Sant'Agoſtino, detto volgar-
mente di
SAN GAGGIO, ma in proprio ſignificato
San Caio, fondato dalla Famiglia de' Cor-
ſini, ove ſi conſervano più inſigni Reli-
quie
.
La Tavola dell'Altar maggiore,
ove è il Martirio di Santa Caterina, titola-
1 re di queſto Monaſtero, è di mano di Lo-
dovico Cigoli.
Mezzo miglio avanzandoſi
per la detta ſtrada a mano deſtra, vedeſi
altro Convento di Monache dell'Ordine di
Sant'Agoſtino, detto il
G 6 re
PORTICO, ove è una bella Chieſa, eſ-
ſendo l'oggetto noſtro, che il Foreſtiero
veda la nobil Fabbrica della
CERTOSA, fatta col diſegno dell'Orca-
gna, o come vuole il Vaſari, di alcuno
de' ſuoi diſcepoli.
Queſta è ſituata in una
Collinetta da ogni parte iſolata.
Vi ſi ſale
dalla parte di Mezzogiorno per una Lunga
ſtrada o ſcala fatta a baſtoni, in teſta alla
quale vi è un Portone, che introduce in
un primo Chioſtro, e di quivi in Chieſa,
ove vedeſi un nobile pavimento, e ſoffitta,
e bello Altare, e a man ſiniſtra ſi entra in
altro grandiſſimo Chioſtro, il quale in-
troduzione a molte Celle, colle ſue atte-
nenze, ſecondo l'inſtitnto di queſti Eremi-
ti
.
Nel Chioſtro vi ſono dipinte a freſco
da Iacopo da Pontormo molte Figure del-
la Paſſione.
Nella ſtanza del Refettorio, di
mano del medeſimo vi è un Quadro a olio
con Criſto a tavola, con Cleofas, e Luca,
grandi al naturale, eſſendovi fra quei che
ſervono, ſtati ritratti alcuni Converſi; e
ſopra la Porta, che va nel Chioſtro di fuo-
ri, vi è una Pietà con due Angioli, e dal-
la parte di dentro un San Lorenzo di mano
del Bronzino.
Nella ſtanza del Capitolo vi
1 è un Crocifiſſo colla Madonna, e la Mad-
dalena appiè della Croce, e Angioli in aria
di Mariotto Albertinelli Pittore ne' ſuoi
tempi di credito.
Vi ſi conſervano ſopra
centoventi Reliquie.
Ve ne ſono molte in-
ſigni, una gran parte delle quali furono
donate dal celebre Niccola Acciaiuoli, gran
Siniſcalco de' Regni di Sicilia, e Geruſa-
lemme, avutele egli pure in dono dal Re
d'Aragona, e parte fattele venire di Gre-
cia, come la Teſta di San Silveſtro Papa,
e quella di San Giovan-Griſoſtomo, e parte
del Cranio di San Dioniſio Areopagita.
Fu
queſto Niccola il Fondatore della Certoſa,
intorno all'Anno 1364.
Accrebbe quella di
Napoli; e in una ſtanza ſotterranea ſono le
Sepolture di Caſa Acciaiuoli, la quale,
lontana di quivi ſette miglia in Valdipeſa
poſſiede una gran Tenura, e un magnifico
Palazzo detto
è un
MONTE GUFONI riccamente addobbato,
e di lunghi Viali, e di un Giardino con
Fontane e ſcherzi d'acqua, ornato, e re-
ſo delizioſo.
Nel ritornarſene il Foreſtiero
per l'iſteſſa ſtrada a Firenze, dalla parte
di Tramontana quaſi incontro alla Certoſa,
oſſervi la magnifica Villa, detta Collazzi,
de' Dini, con nobile Architettura di Santi
di Tito, che dipinſe la Tavola della Cap-
pella; ſiccome a man ſiniſtra prima di en-
trare in Città, un bel Palazzo de' Miche-
lozzi, ma molto più il poſto, ove è fab-
bricato, che è ſenza comparazione il mi-
1 gliore, che ſia all'intorno di Firenze, go-
dendoſi di quivi quaſi tutta la Città, e
nella più pittoreſca veduta, onde è detto
Belloſguardo
.
Poco lontana è un'altra Vil-
la de' Borgherini, e degli Strozzi un'altra
a San Vito, e nel colle vicino detto di Ma-
rignolle le Ville de' Corſi, de' Capponi,
de' Gianfigliazzi, e di altri; ſiccome preſ-
ſo alle Campora le Ville del Principe di
Forano, e de' Serſelli, e ſcendendo da que-
ſti colli per Belloſguardo, vi è
glio-
SAN FRANCESCO DI PAOLA; ove abita-
no Frati del ſuo Ordine, Chieſa di gran
devozione
.
Fuor della
PORTA A SAN FREDIANO, il Monaſte-
ro, che a man ſiniſtra ſi vede poſto ſo-
pra una Collina, è intitolato San Bartolom-
meo, e vi ſtanno i Monaci di
MONTE ULIVETO. La Tavola dell'Al-
tar maggiore, in cui è figurato l'entrare
di Noſtro Signore in Geruſalemme, è di
mano di Santi di Tito, ed è una delle
belle opere, che egli abbia fatto; quella
ove è il Beato Bernardo Tolomei, è di ma-
no del Pignoni, e una ve n'è del Paſſi-
gnano
.
Delle due Statue di marmo; la
Vergine Veſtale, che tiene in mano un va-
glio per l'acqua Santa, è di mano del
Caccini, e l'altra alla ſiniſtra, che rap-
preſenta Claudia, è di Scultore Fiammin-
go
.
Nella Cappella de' Capponi, che ſta
1 ſotto la Chieſa, vi è una Tavola della Ri-
ſurrezione, di mano di Raffaellino del Gar-
bo, ben mantenuta.
In vicinanza di det-
to Monaſtero verſo Ponente, ſi vede un
delizioſo Caſino del Duca Strozzi, con un
Salvatico, che ſcende ſino alla ſtrada mae-
ſtra, e dalla parte di Ponente vi è un Mo-
naſtero detto
ſot-
SAN PIERO A MONTICELLI, di Religio-
ſe della Regola di San Benedetto.
Dilun-
gandoſi per detta ſtrada, vedonſi in qualche
lontananza a man ſiniſtra, molte belle Vil-
le, fra le quali in ſpecie ſono degne d'eſ-
ſere oſservate quella de' Torrigiani a San
Martino alla Palma, quella de' Capponi,
e l'altra, che diſcoſto cinque miglia in
circa da Firenze ſulla ſiniſtra mano ſta ſi-
tuata in un rilevato poſto, del Marcheſe
Riccardi, detta Caſtel Pulci, che per l'
accreſcimento della nuova magnifica Fab-
brica ſatta dal ſu Marcheſe Coſimo Riccar-
di, è delle più belle e delle maggiori di
Toſcana, alla quale vi ſi va per un lungo
viale di Cipreſſi, che principia dalla ſtra-
da maeſtra.
Due miglia ſcoſtandoſi, quaſi
full'Arno ſi vede l'antica
BADIA DI SAN SALVADORE DI SETTIMO,
fabbricata, come vuole il Vaſari, col di-
ſegno di Niccola Piſano.
Chi la fondaſſe
è incerto, e i noſtri Storici in ciò ſono di-
ſcordanti
.
Alcuni le danno per Fondatore
il Conte Ugo di Magdeburgo, ed altri un
1 Conte Lotario, da cui ſi vuole che diſcen-
dano i Contalberti, che poi donarono la
Badia dello Stale nell'Alpi a queſto Mona-
ſtero
.
In antico è ſtata ufiziata da' Mona-
ci neri di San Benedetto, che godevano
grandiſſimi Privilegj, ed eſenzioni, con-
ceſſi loro dagl'Imperadori Ottone Terzo,
dal Secondo, e Terzo Arrigo; ſimiglianti
n'ebbero da' Pontefici Palquale Secondo,
Leone Nono, Urbano, e Calliſto Secondo,
Gregorio Settimo, Clemente, e Aleſſandro
Terzo
.
Gregorio Nono confermati loro i
medeſimi Privilegj, l'anno 1236. la det-
te a' Monaci Ciſtercienſi, che vi ſono,
come dimoſtra un'Iſcrizione poſta ſopra la
porta maggiore di queſto Monaſtero, e un'
altra più diſtinta ſe ne vede in marmo a-
vanti la ſtanza del Capitolo.
L'Altar mag-
giore è tutto di pietre commeſſe, e vi ſono
due Tavole a Tempera di Domenico Gril-
landaio, e nel Chioſtro alcune Viſioni del
Conte Ugo furono dipinte dal Puglio.
E`
memorabile queſta Badia per lo miracolo-
ſo ſucceſſo di San Pietro Igneo, cosi detto
dal fuoco, che ben due volte a piedi ſcal-
zi ſopra una gran pira acceſo, ſenza nocu-
mento alcuno paſſeggiò il Santo, per con-
vincere di Simonia un certo Pietro, Veſco-
vo Fiorentino, e vi ſe ne vede memoria
in un antico marmo; ſiccome fuori della
Porta principale della Chieſa ſe ne vede al-
tra a un Sepolcro pure di marmo, che vien
credura d'Huilla, e Gasdia, queſta Madre
di Ugo, e quella Moglie; ma Niccolò Bac-
1 cetti Abate Ciſtercienſe nella ſua Storia di
queſta Badia è di parere, che l'una foſſe
Moglie di Bulgario, e Madre di Ugo To-
ſcano, e l'altra Moglie del medeſimo Ugo
Pronipote di Lotario.
In queſta Chieſa vi
è in Cornu Evangelii la Cappella del Santiſ-
ſimo dipinta tutta a freſco da Giovanni da
S. Giovanni, e dall'iſteſſa parte alla Cap-
pella, che ne ſuccede v'è una belliſſima
Tavola di mano di Frate Bartolommeo di
San Marco.
In detta Chieſa ſi conſerva con
gran venerazione, fra l'altre Reliquie, il
Corpo di San Quintino martirizzato ſotto
l'Imperatore Maſſimiano, e miracoloſa-
mente ſcoperto in detto luogo l'Anno 1157.
in non molta diſtanza dal Monaſtero di Set-
timo, che cosi ſi chiama, quaſi Septimo
ab Urbe lapide
; prendendo le miglia Ro-
mane antiche.
Verſo Ponente ſi vedono ne'
due Poggi di Signa molte e belle Ville, e
così l'una all'altra unite, che ſembra un'
altra Città.
Quella di Caſtelletti de' Ca-
valcanti nel Poggio verſo Tramontana, che
vien ſeparato dall'altro Colle pel Fiume
Arno, è la più magnifica, onde ebbe il
nome di Caſtello, ſiccome ancora alcun'
altre
.
E nel Colle di quà dal Fiume quel-
le de' Pandolfini, che nell'Anno 1494. det-
tero ricetto a Carlo VIII. e ad altri gran
Perſonaggi; quella de' Salviati alle Selve,
e de' Pucci, detta Belloſguardo, perchè re-
ſta ſull'eminenza del Poggio, ed ha una
veduta di Campagna belliſſima, con nobi-
li, e delizioſi dintorni.
In detto Poggio
1 vi ſono due Conventi di Religioſi uno di
Con-
cet-
vi
SANTA MARIA DELLE SELVE de' Carme-
litani Riformati, detti della Congregazio-
ne di Mantova.
L'altro detto
SANTA LUCIA è Chieſa de' Padri della
Riforma di S. Franceſco da pochi meſi re-
ſtaurata e abbellita, nella quale vi ſono agli
Altari di belle Tavole.
Ma eſſendo noi quí
diſcoſto da Firenze ſopra otto miglia, per
iſtare ſull'iſtituto noſtro, è oramai tem-
po, che per l'iſteſſa ſtrada dal noſtro Fo-
reſtiero facciaſi ritorno a Firenze, per la
quale troverà la Villa del Marcheſe della
Stufa, e oſſerverà vicino alla Porta un'altra
comoda Villa de' Tempi detta Verzaia, con
riſervare in altra Giornata di fargli goder
cio, che è più conſiderabile fuori della
PORTA AL PRATO, Veggaſi, uſcendo
prima dalla Porticciuola delle Mulina, a
man ſiniſtra, poſta alla fine del Borgo di
Ogniſſanti, il
GIARDINO, detto la Vaga Loggia, di
S. M. I., che ſebbene non è terminato,
vi è molta delizia nelle piante d'Agrumi,
a boſchetto, quanto in gran vaſi colloca-
te con buon ordine ſopra pilaſtri di un lun-
go foſſo, ove ſcorre l'acqua dell'Arno
contigua, quivi voltata, e incanalata, e
nelle due reſtate veramente ſa una gentil
veduta
.
Fuor di queſto Giardino, proſe-
1 guendo il viaggio per la ſtrada lungo la
riva dell'Arno, s'entra in un diritto via-
le di Pini, che porta alle
guen-
CASCINE, Poſſeſſione della Real Caſa di
Toſcana, non più diſcoſta da Firenze di
un miglio, ove ſono ſpazioſe Praterie, e
ameniſſimi Boſchetti con più viali; il qual
luogo è frequentato da' Cittadini, e Popo-
lo noſtro, ſpecialmente nella Primavera,
in cui ſi rende d'incomparabile amenità.

Viſtoſi queſto luogo, e ſe n'avrà la curio-
ſità, anche un antico Monaſtero di Mona-
che Ciſtercienſi, detto di
SAN DONATO IN POLVEROSA, o a Tor-
ri, poſto in poca diſtanza dalle Caſcine per
la parte di Tramontana; in altra giornata
il Foreſtiero non laſci di arrivare, o per
l'iſteſſa ſtrada, che conduce e imbocca in
quella di Piſtoia, o per dove ella comin-
cia alla Porta mentovata del Prato, lon-
tano da Firenze dieci miglia tutte in pianu-
ra, alla nobile, e magnifica Villa del
POGGIO A CAIANO, di S. M. I., ſitua-
ta a man deſtra ſopra una piccola eminen-
za di terreno, che la ſolleva, e rende go-
dibile la pianura, che per le parti di Le-
vante, Ponente, e Tramontana la circon-
da, e da quella di Mezzogiorno è con buo-
na diſtanza ſtaccata da' Poggi di Carmi-
gnaao, rinomati per la bonta de' vini.

Queſta Villa fu principiata per lo Magnifi-
1 co Lorenzo de' Medici, Padre di Leon X.
il quale la non terminata Fabbrica volle
finire, e ſpezialmente l'ornato, e le Pit-
ture del Salone grande in parte, che poi il
Granduca Franceſco ſece condurre a fine, e
ridurre tutta queſta gran Fabbrica alla per-
fezione, che ella è, ſeguitando il primo
modello di Giuliano da San Gallo.
Queſta
Villa, ha in tutte le ſue parti del magnifi-
co
.
Evvi un Salone con volta a mezza bot-
te, tutta riccamente ſtuccata, o per me-
glio dire, da Giuliano da San Gallo getta-
ta di materie, che veniſſero intagliate, in-
venzione da lui unicamente imparata a Ro-
ma
.
Tutto il detto Salone è dipinto da An-
drea del Sarto, dal Franciabigio, e da Ia-
copo da Pontormo.
L'Iſtoria quando Ce-
ſare è preſentato di varj donativi in Egitto
da molte Nazioni, alludendo queſto fatto
al Magnifico Lorenzo de' Medici, che fu
di rari animali, e tra gli altri di una Gi-
raffa preſentato da Gaitbeio Soldano d'E-
gitto nel 1487. e detta Giraffa è deſcritta
dal Poliziano nelle ſue meſcolanze erudite;
fu laſciata imperfetta detta pittura da An-
drea, e terminolla Aleſſandro Allori.
Il
Franciabigio vi dipinſe in altra Facciata,
quando Cicerone, dopo l'eſilio, fu in
Campidoglio chiamato Padre della Patria:
alludendo queſta Storia al ritorno di Coſi-
mo Medici il Vecchio in Firenze.
Nell'al-
tra Facciata il Franciabigio medeſimo vi
dipinſe, quando Tito Quinzio Flaminio Con-
ſolo Romano, orando nel Conſiglio degli
1 Achei, contro l'Oratore degli Etoli, e
del Re Antioco, diſſuaſe la lega, che di-
ſegnavano concludere gli Oratori con gli
Achei medeſimi.
Queſto fatto pure allude
alla Dieta di Cremona, in cui il Magnifi-
co Lorenzo de' Medici diſturbò i diſegni de'
Veneziani, bramoſi di condurſi al poſſeſſo
dell'Italia tutta.
E Aleſſandro Allori fece
la Pittura, che rappreſenta la Cena di Si-
face Re de' Numidj, fatta a Scipione, do-
po che egli ebbe rotto Aſdrubale in Iſpa-
gna: e queſto pure allude al glorioſo viag-
gio del Magnifico Lorenzo al Re di Napo-
li, da cui fu generoſamente convitato.
Le
due teſtate, dove ſono gli occhi, che dan-
no lume, furono dipinte da Iacopo da Pon-
tormo, e vi è un Vertunno, co' ſuoi A-
gricoltori, con un pennato in mano bello
e naturale, e l'Iſtoria di Pomona, e Dia-
na con altre Dee, che per eſſer pitture fat-
te a concorrenza de' ſoprannominati Pitto-
ri, ſono delle piu belle, che uſciſſero dal
ſuo pennello.
Di queſte ſuddette teſtate del
Salone ſi ha l'ingreſſo in due Gallerie, or-
dinate dal Gran Principe Ferdinando, per
formare per mezzo di queſte riccamente or-
nate, la comunicazione alli quattro Appar-
tamenti, de' quali vien compoſta queſta
Real Villa.
Dal detto Salone facendoſi paſ-
ſaggio in un altro di minor proporzione or-
nato a ſtucchi, è ſtata dipinta nella ſua
volta da Anton Domenico Gabbiani, la
Toſcana, che conduce davanti a Giove Co-
ſimo Padre della Patria, rimoſtrando aver
1 eſſo quietate le civili diſcordie, ſcacciati
dalla Patria i vizj, e introdottavi la Pa-
ce, e le Virtù, e domanda a Giove. che
lo collochi fra gli Eroi; e in molti meda-
glioni attorno vi ſono ritratti i glorioſi
Antenati della Real Caſa de' Medici.
La
Tavola della Cappella, che è ſul Prato,
ove è una Pietà, è di Giorgio Vaſari.
In
poca diſtanza dal Palazzo vi ſono belliſſi-
me ſtalle, lunghe ciaſcheduna più di cen-
toventi paſſi, e ſopra queſte ſi vede un
Corridore alto, e lungo l'iſteſſo, per lo
quale ſtanno ſcompartite Camere per allog-
gi del ſervizio baſſo.
Scendendo il Fore-
ſtiero dalla parte di Tramontana, paſſeg-
gi per gli ameniſſimi viali, che dal Poggio
a Caiano l'uno in un altro mettendo, con-
ducono alle Caſcine, ove vedeſi una Fab-
brica per uſo del Fattore, e del copioſo
Beſtiame, che vi è, grande, e nel ſuo
genere bella, e tutta circondata da un lar-
go foſſo d'acqua corrente.
Vi ſono den-
tro a un gran Cortile tutti i comodi neceſ-
ſarj
.
Quivi ſi fanno copioſe ricolte di ſqui-
ſiti Riſi, co' ſuoi Edifizj per pulirgli.
Pro-
ſeguendo verſo Tramontana per i viali co-
perti, che vi ſono, ſi giunge a un luogo
ſopra tutti gli altri delizioſo, e ameno,
detto le Pavoniere, e ſerve in oggi per far
correre i Daini, i quali in un Barco mu-
rato con boſcaglia, e foſſi d'acque, ſon
quivi nutriti in molta copia, conſiſtendo
in più viali lunghi ciaſcheduno circa a otto-
cento paſſi: ed eſſendo il noſtro Foreſtiero
1 quaſi al termine delle Caſcine, potrà per
gli ſteſſi viali, o per altri far ritorno al
Poggio a Caiano, e rimettendoſi in ſtrada
maeſtra, da eſſe entrare in una a mano de-
ſtra, che conduce ad altra Villa di S. M. I. detta
co
Achei,
eſſo
qua-
ARTIMINO, O VILLA FERDINANDA, da
Ferdinando I. di queſto nome, e Terzo
Granduca di Toſcana, che da' fondamenti
la fece fabbricare col diſegno di Bernardo
Buontalenti l'Anno 1594. la quale è beniſ-
ſimo inteſa, si nello ſcompartimento de'
Quartieri nobili, come per quelli della Fa-
miglia
.
Non vi è Cortile, ma due belli
Saloni Poſti in mezzo da un ricetto, illu-
minati per alti fineſtroni.
E` ſituata in un'
ottima eminenza di un Colle volto a Le-
vante, e il divertimento maggiore, che ſi
ritrae in detta villeggiaturz, che per lo
più ſi fa in tempo d'Autunno, ſi è la
Caccia ſpecialmente de' Daini.
Quelli di
pelame bianco in un piccolo Barco, detto
la Pineta, di due miglia di giro vi ſi con-
ſervano
.
Ve n'è un altro di circuito di
ſopra trentadue miglia, detto il Barco Rea-
le, diſtendendoſi dalle falde del Poggio di
Artimino, fino a' Poggi di Vinci nella Val-
dinievole, e vi ſono compreſe dentro di
eſſo, Chieſe Curate, intere Poſſeſſioni, e
Boſcaglie
.
Viſtoſi dal curioſo Foreſtiero
tutto quello, che ci è parſo bene additar-
gli, potrà tornarſene a Firenze, e in altra
Giornata traſferirſi per la Porta al Prato a
due altre Ville pure di S. M. I. poco diſtan-
1 ti l'una dall'altra: la prima, che ſi tro-
va ſituata in diſcreta eminenza di Monte
Morello è la
ti
PETRAIA, di gratiſſimo ſoggiorno ſpe-
cialmente nel tempo della Primavera; il ſuo
ingreſſo principale è a Tramontana, per un
Prato chiuſo da folti Cipreſſi in difeſa de'
venti: ha nel mezzo un Cortile tutto di-
pinto di fatti Militari; vi ſono nelle due
fiancate due Logge, che introducono ne-
gli appartamenti nobili; queſte ſono dipin-
te con ottimo colorito, e diſegno dal Vol-
terrano, e rappreſentano alcune azioni di
Coſimo I., e di Ferdinando II. Gran Du-
chi
.
A Mezzogiorno, Levante, e Ponen-
te vi ſono tre altre Porte particolari, che
introducono in uno ſpazioſo ripiano di
Giardino, di dove godeſi come in Teatro,
con tutta quella belliſſima Campagna, la
Città noſtra.
Da queſta ſi diſcende in un
altro, ove è un gran Vivaio; e quindi in
un terzo, che termina con un ſalvatico.

Da Tramontana ſtendendoſi fino alla Villa
del Cavalier Carlini, e ſeguitando verſo
l'altra Villa di Caſtello, come ſi dirà ſot-
to, vi ſono vigne tutte circondate di mu-
raglia, di ſopra due miglia di circonfe-
renza, con ordine, e ſeparazione di ma-
gliuoli venuti di diverſi Paeſi, anche re-
motiſſimi; e nella ſommità delle medeſi-
me vi è un Caſino di dove ſi gode una bel-
liſſima veduta.
In poca diſtanza di quivi
ſul Poggio verſo Ponente, vi è un Con-
1 vento di Carmelitani della Congregazione
di Mantova, detto
ven-
SANTA LUCIA ALLA CASTELLINA, con
Noviziato, ove è un Quadro di Maria Ver-
gine nel Coro, del ſuddetto Volterrano.

Vedutaſi dal Foreſtiero la Petraia, non la-
ſci di vedere ancora
CASTELLO, altra Villa, come ſi è det-
to, del Granduca, antica della Famiglia
de' Medici, ma accreſciuta dal Granduca
Coſimo I. dalla parte di Levante, col di-
ſegno di Niccolo, detto il Tribolo.
Que-
ſta è poſta alle radici di Monte Morello;
ha davanti uno ſpazioſo Prato, con due
gran Vivai ſpartiti da un Ponte, che cam-
mina a un viale piantato di Cipreſſi, il
quale mette ſulla ſtrada maeſtra di Prato.

Nella volta della Loggia a man ſiniſtra
dentro il Cortile alcune Iſtorie degli Dei
antichi; e Arti liberali, lavorate a olio
ſulla calcina ſecca, ſono di mano di Iaco-
po da Pontormo.
Per gli Appartamenti vi
ſono diſtribuite belle Suppellettili, e Qua-
dri, e vi è una pittura a freſco di Baldaſ-
ſarre Franceſchini nella volta del ricetto,
ſalite le prime ſcale, di ottimo colorito.

Da Tramontana, uſcendo di detto Palaz-
zo, ſi entra in un vaſto e delizioſo Giardi-
no, trovandoſi prima uno ſpazioſiſſimo
Prato
.
La prima gran Fontana, ove è
l'Ercole di marmo, che ſcoppia Anteo,
dalla cui bocca eſce in gran copia l'acqua,
1 è di mano di Bartolommeo Ammannati,
eſſendo il reſtante della Fonte diſegno, e
fattura del Tribolo, come di lui ancora è
l'altra Fontana in mezzo al Boſchetto de'
lauri, piena di finiſſimi intagli, e Baſſiri-
lievi; nella cima della quale vi è una Sta-
tuetta di Femmina nuda di bronzo, rap-
preſentante una Venere, dalla cui chioma,
che ſi tien raccolta entro le mani; cade
acqua
.
Intorno alla detta Fonte vi è un
imbrecciato in forma rotonda tutto chiuſo
da un ſedere di pietra bigia, e per lo mede-
ſimo vi ſono occultate fiſtolette, dalle qua-
li vengono zampilli gentiliſſimi d'acqua.

Queſta belliſſima Fontana è cinta d'ogn'
intorno da un ſalvatico di alti e folti Ci-
preſſi, Lauri, e Mortelle, i quali girando
intorno, danno forma di un Laberinto,
facendo però proſpettiva all'altra Fontana
dell'Ercole, e per di ſopra, ad una Por-
ta, ove pure ſono rari zampilli d'acqua;
queſta vien meſſa in mezzo da due bei Pi-
li, o Fontane diſpoſte ne' mezzi tra la det-
ta Porta, e le cantonate.
Di quivi ſi fa
paſſaggio in un ampio e deliziolo Giardi-
no, ripieno de' più nobili agrumi, e pian-
te di fiori più pellegrine.
Intorno alla det-
ta Porta vi è una Grotta grande, e ric-
chiſſima di ſpugne, e per eſſe adattativi
diverſi uccelli, condotta anch'eſſa dal Tri-
bolo
.
Vi ſono tre grandiſſime Pile ſcava-
te, e intagliate d'un pezzo ſolo, una nel-
la teſtata, e l'altre due per fianco all'en-
trare; ſopra le quali vi ſono ſcolpiti al
1 naturale diverſi Animali quadrupedi fieri,
e domeſtici, fino ad un Elefante, un Alce,
un Unicorno, una Giraffa, ed altri mol-
ti intruppati con buona diſpoſizione, e da
alcuni de' medeſimi viene a cadere acqua
nelle ſuddette pile, ove ſono intagli di Pe-
ſci, e nicchi marini.
La detta Grotta è
chiuſa da cancellate di ſerro, le quali aper-
te, quando ſi voglia dar l'acqua agli zam-
pilli, che tra le ſpugne di ſopra, nel pa-
vimento, e da' lati vi ſono, ſerranſi con
violenza anch'eſſi per forza d'acqua.
Que-
ſta Grotta è in mezzo a due Fontane nel
medefimo muro collocate, che ribattono
all'altre due del Giardino, ove è il Bo-
ſchetto a Laberinto.
Dal ſuddetto Giardi-
no ſi ſale a un ſalvatico di Cipreſſi, Lecci,
ed Allori con bell'ordine piantati, e quivi
ſi vede un gran Vivaio, in mezzo al qua-
le vi è un'iſoletta, e in eſſa un Vecchio
tremante figurato il Monte Apennino di
bronzo, fatto dall'Ammannato, dal-
le cui chiome cade acqua; diſegno e lavo-
ro del Tribolo, dal quale ſi vede in un
Pratello fuori del Giardino, dalla parte di
Levante una Quercia molto artificioſa, e
tutta giuochi d'acqua, fatti dal medeſimo.

Molto più vi ſarebbe da vederſi in detta
Villa, e Giardini; ma avendo noi forſe
troppo obbligato il Foreſtiero a paſſeggiare
per i medeſimi, rimettendolo ſulla ſtrada
di Firenze, potrà tener quella per ricondur-
vifi, che paſſa ſotto la Villa della Petra-
ia, ove vedrà di paſſaggio due
1 CONVENTI, uno di Religioſe Camaldo-
lenſi, detto di Boldrone: e pochi paſſi inol-
trandoſi, un altro di Fanciulle Nobili, che
vi s'introducono ſopra i ſette anni per edu-
cazione, alle quali è permeſſo, piacendo
loro, non ſoddisfatte di quell'Inſtituto di
vita, uſcire ſenza pero potervi aver regreſ-
ſo, non facendo mai Voti, come le altre
Religioſe
.
Queſto luogo era per l'addietro
una Villa detta la Quiete, della Grandu-
cheſſa Criſtina.
Pervenne dopo la ſua mor-
te in Donna Eleonora Ramirez di Montal-
vo, che fu la Fondatrice, e Inſtitutrice di
quel vivere Religioſo, ed eſſendo ſtato lun-
go tempo queſto Conſervatorio ſenza pro-
pria Chieſa, valendoſi per un Corridore di
quella del ſopraccennato Convento delle
Camaldolenſi, la Granducheſſa Vittoria,
fecevi la Chieſa, che vi è, con la Fore-
ſteria, Rimeſſe, e Stalle, per renderlo co-
modo alle occaſioni di trattenerviſi, lo cui
eſempio ſeguendo la Principeſſa Anna Ma-
ria Luiſa Elettrice Palatina, lo ha ultima-
mente ampliato di nobile Appartamento,
e arricchito di delizioſo Giardino; e que-
ſto luogo Religioſo ſi domanda ancor col-
l'antico nome la Quiete.
Molte altre bel-
le e comode Ville reſterebbero qui da ve-
derſi, ma non ſi tralaſci la tanto delizio-
ſa de' Paſquali al luogo detto Quarro; e
lunga opera ſarebbe a fare una ſemplice ri-
cordanza, tra l'infinite, che ſon diſpoſte
per le pendici de' Poggi di Caſtello, fino
alla Città di Prato, anche delle più rag-
1 guardevoli, come a Rinieri luogo tra Ca-
ſtello e la Petraia, quella de' Lanfredini,
in oggi del Principe Corſini; a Quinto
quelle de' Torrigiani, Dragomanni, Bar-
tolini, e Guardini, detta la Mula; e del
Marchefe Ginori, nominata;
H è di
na-
H 2 CON-
guar-
DOCCIA, la quale ha delizioſi anneſſi,
ove modernamente dal Marcheſe Senator
Carlo Ginori è ſtata introdotta in poca di-
ſtanza da detta Villa la fabricazione non
ſolo di ogni qualit di Piatterie, Vaſi, ed
altre Terraglie fine per uſo comune; ma di
finiſſime Porcellane d'ogni ſorta con ſingo-
lare induſtria, ed ottima riuſcita, delle
quali ſe ne vede una gran raccolta in una
ſtanza, diſpoſte a forma di Galleria.
A Se-
ſto evvi quella del Marcheſe Corſi; a Co-
lonnata quella del Conte del Benino, fab-
bricata dal Senatore Ferrante Capponi, ove
ſi veggono in una vaga Galleria i diſegni
di quella di Verſaglies del Re Criſtianiſſi-
mo: a Querceto, del Balì del Roſſo, e
nella Valle di Marina quella de' Conti Zef-
ferini, che per il vaſto Giardino, per i
molti ſalvatici, e per la ricchezza dell'
acque e degna di eſſer veduta; e in appreſ-
ſo quella del Duca Salviati.
Tornando noi
a rimettere in iſtrada il Foreſtiero, attenga-
ſi a mano ſiniſtra, paſſato il Ponte a Ri-
fredi, ed oſſervi le Ville de' Gondi, e de'
Giorgi, de' Panciatichi, e d'altri, e ri-
tornando alla Città per la
H 3 POR-
1
PORTA A SAN GALLO, fuori della quale
è ſtato alzato ultimamente un maeſtoſo Ar-
co Trionfale di bella, e vaga architettura
in onore del Noſtro Reale Sovrano FRAN-
CESCO I. ed in occaſione del ſuo ſolenne In-
greſſo in queſta Dominante ſeguito la ſera
del di 20. Gennaio 1739.
E camminando
fuori di eſſa Porta, oſſervi dalla parte di
Tramontana la rinomata, ed antica Villa di
CAREGGI, cioè Campo Regio, pure di
S. M. I. col diſegno di Michelozzo, fatta
fabbricare da Coſimo Padre della Patria,
Quivi il Magnifico Lorenzo de' Medici, e
Giovanni e Piero ſuoi figli facevano le vir-
tuoſe Accademie con Marſilio Ficino, det-
to il novello Platone, e la ſua anima An-
gelo Poliziano, Pico della Mirandola, l'
Argiropolo, Ermolao Barbaro, lo Scala,
ed altri dotti Uomini dell'età loro.
Preſ-
ſo a Firenze a mano ſiniſtra, ſalendo per
un'erta ſtrada da quel Tabernacolo, che
vi è, dipinto da Livio Meus, s'arriva al
CONVENTO de' Cappuccini a Montughi,
i quali hanno all'uſo del lor rigido Inſti-
tuto, una bella Chieſa, e un comodo Con-
vento, ed Orto.
Quivi pure ſono belle,
e nobili Ville, come quella del Marcheſe
Gerini, Riccardi, Capponi, e de' Corſi,
e quella degli Strozzi, celebre per le tan-
te Inſcrizioni antiche, Greche, e Latine,
che vi ſono.
Vi è anco un Convento di Re-
ligioſe detto
SAN-
1
SANTA MARTA, che vivono ſotto la Re-
gola del Beato Giovanni da Como, o da
Medda, Fondatore de' Frati Umiliati; fic-
come mettendoſi ſulla ſtrada maeſtra di Bo-
logna, ſi vede altro
CONVENTO de' Padri della Madre di Dio
delle Scuole Pie, ove hanno il Noviziato.

La Chieſa vagamente ornata, l'abitazio-
ne molto comoda, e la vigna ben coltiva-
ta, e pulita rendono queſto luogo aſſai gra-
dito a chi lo vede.
Quindi paſſando da di-
verſe belle Ville, e inoltrandoſi nella ſtra-
da Bologneſe, ſi trova a man deſtra
PRATOLINO, Villa di ſomma amenità
nel tempo di State.
Queſta gran Fabbri-
ca, col diſegno di Bernardo Buontalenti,
e di Franceſco ſuo Figliuolo, fu da' fon-
damenti per lo Granduca Franceſco I. fat-
ta, e condotta quaſi al finimento, che
ha in oggi; ſiccome lo teſtifica una bella
Inſcrizione, che ſi legge nel mezzo della
volta della gran Sala, del ſeguente tenore:
Fontibus, Vivariis
Xyſtis has Ædes
Franc. Med. Magn. Dux Etruria II.
Exornavit Hilaritatique
Et ſui amicorumque ſuorum
Remiſſioni animi dicavit
Anno Dom. M.D.LXXV.
Per ſcale ſcoperte raddoppiate ſi ſale al
primo, e nobil piano dalla parte di Tra-
montana, le quali mettono in un Terraz-
1 zino, o ripiano pure ſcoperto, e per una
bella Porta in un amplo Salone in volta a
mezza botte, e poi in un Salotto tutto di-
pinto a freſco, ſiccome il Salone è ornato
in parte di ſtucchi, e di Pitture.
Dall'uno
e l'altro ſi ha l'ingreſſo per ogni parte
in più Appartamenti; alcuni dipinti a fre-
ſco d'Architettura, altri abbigliati ricca-
mente di buoni quadri, e ſtudioli, e d'
ogni nobile qualità di ſupellettili.
Vi è un
Organo in una di queſte Camere chiamato
Hydraulico, che ſenza opera di vento da-
togli a mano con mantici ha queſto uficio
dall'acqua con volgere certa chiave.
Nel
ſecondo piano vi è un Teatro per Opere aſ-
ſai ſignorile.
Ma uſcito il Foreſtiero dal
Palazzo, veda gl'innumerabili ſcherzi, e
giuochi d'acque, e le copioſe Fontane,
Grotte, e altro, che in un tal genere,
dalla parte di Mezzogiorno, come da quel-
la di Tramontana, e ſotto il Palazzo, e
per lo Boſco ad ogni piccola diſtanza ſono
collocate
.
Dirimpetto alla Porta dinanzi
di Tramontana della Villa, vi è uno ſpa-
zioſiſſimo Prato di figura ſemiovale chiuſo
per di ſotto da una gran cancellata di ſer-
ro, tramezzata da pilaſtri incroſtati di grot-
teſco, che fa proſpettiva all'entratura del-
la Villa, e al gran Vivaio, che è nella
ſua ſommità, e ſalendo dolcemente da i
lati è chiuſo, ed ornato da folti Abeti, e
da Statue, e guglie con diſcreta diſtanza
poſte
.
Il gran Monte Apennino è ſignifica-
to per lo Gigante, che a ſedere di pietra
1 ruſtica fatto ſi vede, ſopra il Vivaio, ove
in larga copia per una ganaſcia del Dra-
go, che è ſotto il medeſimo Gigante, vi
ſi verſa l'acqua, la qual figura è di tan-
ta mole, che ſe ella foſſe ritta in piedi,
ſarebbe circa a 36. braccia, contenente il
corpo della medeſima una piccola ſtanza
ornata di grotteſca con ſpugne, nicchi, e
madreperle, e con diverſi ſcherzi d'acqua.

Dietro all'Apennino vi è un grandiſſimo
Drago volante, che tramanda acqua in
gran copia.
E ſotto a queſto uno ſpazio-
ſo terrazzino ſcoperto, dal quale per due
ſcalette ornate di ſpugne, e di ſpilli d'
acqua, ſi ſcende a una Grotta, al piano
del Vivaio.
Da queſta parte voltando a
Tramontana ſi vedono tre lunghiſſimi Via-
li, che ſalgono ad un Laberinto di ſtrade
ameniſſime per l'ombra d'Alberi di ver-
zura perpetua.
La Fontana di mezzo ha
un Giove, il quale da un de' lati tiene
un'Aquila di marmo nero, e dall'altro
ha in mano un fulmine d'oro, che get-
ta acqua dinanzi, e di dietro, e per di
ſopra continova in ſalita il viale per quaſi
mezzo miglio di più: nell'altre due fonti
vi ſono due ſpugne ben alte di Corſica,
che buttano acqua in gran copia dalle lo-
ro ſommità.
Scendendo a mano dritta vi
è la Cappella di figura eſagona, ornata
galantemente di ſtucchi, con cupoletta cir-
condata da loggia, e dentro vi è un Qua-
dro grande, dov'è l'Aſſunzione di Maria
Vergine
.
A quella mano ſcendendo più a
1 baſſo ſi trova un Perſeo di marmo miſtio,
poſato ſopra di un monte di ſpugne, ed
una Statua di un Efculapio, e in vicinan-
za un'Orſa con ſuoi Orſacchini, e il tut-
to getta acqua.
Finalmente ſi arriva ſulla
ſtrada, che da Firenze a queſta Real Vil-
la conduce, ove ſi vede un capaciſſimo ſer-
vizio di Scuderia, e Quartieri per la Fa-
miglia
.
Veduti si fatti luoghi dalla parte
di Levante, trovandoſi alle ſcale del Pa-
lazzo, ed entrando per un cancello, che
è quivi di fianco, ſi potranno oſſervare
vari giuochi di palla a corda, pallottole,
e gioſtra.
Paſſando poi alla parte di Mez-
zogiorno, ſcendendo per una delle due al-
tre ſcale aperte ovate ſi trovano in gran co-
pia zampilli d'acqua, ſiccome nel piano
di ſotto la Grotta maggiore, detta il Di-
luvio, dagl'innumerabili ſcherzi, e giuo-
chi d'acqua, che per ogni parte ſi veg-
gono
.
Entrato dentro, all'incontro della
Porta, una Grotta particolare, detta la
Galatea, ſi vede in poſitura di minacciar
rovina, e tutta di madreperle, con un
mare d'acqua con varj ſcogli coperti di
coralli, e di chiocciole marine.
Tra eſſi
appariſce un Tritone ſonando una Chioc-
ciola marina, e intanto ſi apre uno ſco-
glio, dal quale n'eſce fuori l'iſteſſa Ga-
latea ſopra una nicchia d'oro tirata da
due Delfini, i quali gettano acqua per boc-
ca, e nel medeſimo tempo eſcono da altri
due luoghi due Conchiglie, che gettano
acqua nel mezzo, e accompagnano alla ri-
1 va del Mare la detta Galatea. In eſſa Grot-
ta grande da uno de' lati vi ſono due Ta-
volini in nicchie di marmi miſchi, che get-
tano acqua in gran polla, facendo la fi-
gura di un ſanale di vetro.
Vedonſi inol-
tre un Corbezzolo, e un Agrifoglio con
varj animali di bronzo in due nicchie ſi-
mili a quelle di ſopra, due altre grandi
di Moſaico d'oro ſono a rincontro alla
Grotta, e vi ſono nicchie, e ſpugne con
due grandiſſimi monti ſimilmente di ſpu-
gne, che gettano grandiſſima copia d'acqua,
e in teſta alle medeſime due Arpie di Mo-
ſaico, che tramandano parimente molt'
acqua
.
Dall'altro lato di detta Grotta
verſo l'entrata vi ſono due Pile, ſopra le
quali ſtanno altresi due Arpie di bronzo,
che verſano acqua in dette Pile, accanto
alle quali vi è un Fanciullo, che ha una
palla groſſa, che ſembra un Mappamondo,
girato pure dall'acqua, e a piè vi ſono
due Anatre in un pelago, che bevono.
In
teſta di detta Grotta vi è il Bagno della
ſtufa, che è una ſtanza di ſtucchi: e den-
tro di eſſa una fineſtra, viene ornata di
ſpecchi, per dar curioſità di mirarſi, ed
in quel mentre, mancando ſotto il pavi-
mento, uno reſta bagnato: vi è un Pilo
di marmo roſſo, con un monte di ſopra,
che fa una pioggia cadente in dette Pile.

Dall'altra teſtata addirimpetto, vi ſono
tre ſtanze, che nella prima vi è tutto il
Cielo di pittura a pergola, e d'oro, nel
mezzo di detta vi è una ſpugna di marmo
1 bianco, fatta da due gocciole d'acqua di
altezza di quattro braccia, coperta di varj
animali, con un ricetto tutto di nicchi,
di chiocciole, e di branche di coralli,
che gettano acqua in grande abbondanza.

Accanto a detta ſtanza vi è un Pilo antico
fatto in una nicchia di ſpugne, e ſopra
eſſa evvi un Paſtore, che guarda gli ar-
menti, il quale è in compagnia di più
ſorte di animali.
Vi è Europa rapita da
Giove, che tramanda acqua per bocca.

Poco diſtante dal Paſtore, ſi vede Nettun-
no portato da due Delfini col ſuo triden-
te, che uſcendo dal Mare verſano acqua,
e bagnano i circoſtanti: e di ſopra ſi ve-
de un Satiro premente un Utre, che getta
acqua in gran copia: in ſomma quivi da
per tutto, per varj zampilli, che fra le
ſpugne di ſopra e di ſotto vi ſono, viene
acqua
.
Più oltre ſi vede un Tavolino a
otto facce, che in ogni faccia vi è un
ovato incavato a uſo di rinfreſcatoio, e
nel mezzo un tondo ſimile incavato: vi è
un Uomo di pietra, che l'acqua alle
mani a uſo di Scalco.
S'ammirano per ar-
tifizio d'acqua girar Mulini, camminar
Figurine, voci d'Uccelli, e di più una
Femmina alta più di mezzo braccio, con
un vaſo in mano, che aprendo un cancel-
letto cammina per molti paſſi a un fonte,
ove prende acqua, e quivi è un Paſtore,
che ſuona la cornamuſa, e gira la teſta,
il qual moto viene a dar fiato alla mede-
ſima cornamuſa, e poi fa ritorno per l'
1 iſteſſa ſtrada; tutto operato dall'acqua;
e queſta Femmina dalla gente è chiamata
la Sammaritana.
Dirimpetto alla medeſi-
ma ſi ammira in un grotteſco una Fortez-
za, che da' Soldati di fuora viene attacca-
ta, e da quei di dentro difeſa con canno-
ni, tamburo, ed altri militari attrezzi,
che operano per moto d'acqua.
Sotto alla
detta Grotta grande, e ſotto le ſcale del
Palazzo, vi ſono due nicchie con iſtatue,
ſotto a una delle quali vi è una Donnola
ſopra un Serpente col motto: Amat Vićto-
ria curam
, Impreſa del Granduca France-
ſco
.
Sotto l'altra vi ſono alcuni Peſcato-
ri, che ſi muovono, e percuotono alcune
Rane, che ſi tuffano nell'acqua, e nel ri-
tornar fuori bagnano.
Uſciti fuori di det-
ta Grotta, ſi vede un gran Prato, che cir-
conda il Palazzo, e ſi ſcende nel Barco,
che è pieno di diverſe Fontane, e ſotto al-
le ſcale, che ſcendono nel Barco, vi è un
Vecchio figurato pel Fiume Mugnone, che
diſtribuiſce l'acqua a tutte quelle Fonti.

Più oltre ſotto alle dette ſcale a uſo di
Grotta; vi ſono una Fama con tromba d'
oro, e coll'ali, un Drago, che beve,
e un Contadino, che porge una Tazza;
per occulto artifizio d'acqua la Fama ſuo-
na, dimena l'ali, empieſi la Tazza, il
Contadino l'alza, e il Serpente colla te-
ſta ſi china, vi ſi tuffa, e la beve.
A
rincontro della Fama, vi è a uſo di altra
Grotta il Dio Pan, che ſi rizza, ſuona la
zampogna, muove la teſta, e poi ſi ri-
1 pone giù. Colle ſcale di detta Grotta gran-
de ſpartite in molte, atteſta un lunghiſſi-
mo viale, che ſcende dolcemente, dove
di qua, e di ſono diſpoſte ſopra muric-
ciuoli di diſtanza in diſtanza, alcune pic-
cole vaſche, o tazzette di pietra, che get-
tano in aria acqua: ſotto alle quali, per
tutto il viale eſcono zampilli, che facendo
arco l'uno coll'altro intrecciandoſi, for-
mano come un pergolato, ſotto al quale
puovviſi, ſenza reſtar bagnato, agiatamen-
te paſſeggiare.
In teſta a queſta ſtrada,
tutta boſcata, ſopra un gran Vivaio è una
Statua, che rappreſenta una Lavandaia, o-
perante a forza d'acqua, fattura di Vale-
rio Cioli.
Accanto alla detta Lavandaia,
ritornando verſo il Palazzo dalla parte di
Levante, per altra ſtrada coperta di Abe-
ti, e di altri alberi ombroſi, ſi vedono
tre Vivai a uſo di pelaghi, e da un lato
in un boſchetto di Lauri, vi è il Monte
Parnaſo colle nove Muſe, Apollo, e il
Caval Pegaſeo; e qui ſi ſente ſonare un
Organo per artifizio d'acqua, detto Hy-
draulico
: di ſotto al detto Monte alquanto
di lontano vi è una gran Quercia con due
ſcale in giro, per le quali ſi ſale, e ſi ar-
riva in un piano, dov'è una bella fonte.

Nel tornarſene verſo il Palazzo, ſi vede
col bizzarro diſegno dell'Ammannato, un
Teatrino in quadro con balauſtri di mar-
mo, nel cui mezzo vi è una Vaſca tonda
con cinque Statue, che tutte buttano acqua.

Il Teatro ſteſſo è ornato da quattro tron-
1 chi di pietra, che fingono alberi rotti, al-
ti circa dieci braccia, e ſopra i medeſimi
vi è un animale di diverſa ſpecie; e a man
dritta inoltrandoſi ſi vede una grandiſſima
gabbia lunga braccia cento, e larga cin-
quanta, tutta di Cavalletti in aria di fer-
ro, dentrovi Allori, Elleri, e altre pian-
te, con una fonte in teſtata della medeſi-
ma; e quivi ſi fa conſerva di più e diver-
ſi uccelletti canori; e ſopra la detta gab-
bia, quaſi incontro al Palazzo per fianco,
vi è un Giardino con iſpartimenti di fiori.

Dall'altra parte cominciando a ſalire, ov'è
la Lavandaia, per la ſiniſtra a Ponente
verſo il Palazzo, evvi in terra una Sala-
mandra, che getta acqua in una palude.

Vedeſi un Orivolo, che ſuona l'ore per
artifizio d'acqua, e ſopra detto Orivolo
all'altezza di circa otto braccia, vi riſie-
de un Globo, che fa concerto di campa-
nelli, con una girandola ſopra di eſſo,
che va per violenza d'acqua.
Più oltre ſi
vede un borro a uſo di tonfani pieni d'
acqua, e dopo queſti ſi vede una piccola
grotticella, con una ſorgente freſchiſſima,
che eſce per una botte di marmo, e da
un fiaſco, che tiene in mano un Satirino
di bronzo.
Più oltre avanzandoſi, vi è
una Grotta di figura rotonda, detta di Cu-
pido, per eſſervi la ſua ſtatuetta di bronzo
in teſta alla medeſima, che per ingegnoſo
artifizio ſi volta in giro, e ne tramanda
acqua a' riguardanti.
Queſta Grotta è tut-
ta inganni, come lo è il gentileſco Simu-
1 lacro; perchè quelli, che vi entrano den-
tro, non ſe ne accorgendo, ſi trovano ba-
gnati così nell'entrarvi, che nel ſedervi,
e dalla Cupoletta, che chiude per di ſo-
pra detta Grotta, ſcaturiſce gran copia di
acqua, che ſorge aſſai in alto.
A pochi
paſſi trovaſi pure un Teatro in tondo, nel
cui mezzo vi ha una pila di marmo, ſo-
pra della quale vi ſono alcuni Galli, che
gettano acqua in certe nicchie.
Si vede an-
cora un Villano nel mezzo di due Statue,
tutto di marmo, il quale vota un barile
in una grand'urna, in cui e iſtoriata di
baſſorilievo la caduta di Fetonte.
Ma chi
può mai ridire minutamente le galanterie,
e i giuochi d'acqua, che in queſta Real
Villa, e ameniſſimo Barco, che la circon-
da, ſi ammirano da per tutto?
Perlochè
eſortiamo il Foreſtiero a non laſciare di ve-
dere queſto delizioſiſſimo luogo, fuori che
nel Verno, ove non potrebbe avere il go-
dimento dell'acque, di un'aria ben
temperata
.
Di qui rimettendo il medeſimo
nuovamente dal Palazzo alla ſtrada di Fi-
renze, per quella ne faccia ritorno: quan-
do non aveſſe tempo di vedere, tirando
verſo Tramontana, due luoghi di gran de-
vozione, il primo de' quali è il Sacro E-
remo di
zino,
ru-
H 5 baſ-
va
H 6 bian-
iſteſ-
po-
chi
ſa-
MONTE SENARIO, ove ebbe miracoloſa-
mente principio da' ſette Beati Romiti No-
bili Fiorentini la Religione de' Servi di Ma-
ria Vergine, l'anno 1233. e quivi S. Filip-
1 po Benizj noſtro Cittadino, lungo tempo
ſtette a far penitenza ſull'alto giogo di quel
Monte, veſtito di una folta ſelva di Abe-
ti
.
In mezzo di eſſa ſta il Convento degli
Eremiti dell'Ordine da eſſo ampliato de'
Servi di Maria Vergine; e vedonſi nel re-
cinto le ſette Grotte de' Beati Fondatori,
e quella del Santo Propagatore, ove fece-
ro lunga dimora; coſe, che muovono lo
ſtupore inſieme, e la divozione.
Il ſecon-
do a piè del Monte Senario è l'antico,
e celebre
po
MONASTERO DI BUONSOLLAZZO, tutto
rinnovato dalla Real Munificenza di Coſi-
mo III. ove abitano in oggi Monaci Ci-
ftercienſi della ſtretta Oſſervanza, quivi
riſtabilita da' Monaci fatti venire dal me-
deſimo dalla famoſa Badía della Trappa.

Nel ritorno a Firenze, quaſi tre miglia di-
ſcoſto da Pratolino, ſulla mano diritta
fuori della maeſtra ſtrada, vi è un
CONVENTO di Cappuccini, detto la Con-
cezione di Maria Vergine, o i Cappucci-
ni di ſopra, a diſtinzione di quelli di Mon-
tughi, che ſi chiamano i Cappuccini di
ſotto
.
Dalla mano ſiniſtra, più inoltran-
doſi verſo Firenze ſi vede la bella Villa
del Duca Salviati di nuove delizie, ed
ornamenti magnifici arricchita, al Ponte
alla Badía, cosi detto, perchè quaſi in
faccia, paſſato il Ponte di Mugnone, ſi
ſale per una dritta ſtrada alla
BA-
1
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO, ſervita
lungo tempo per Cattedrale di Fieſole, poi
uſiziata da' Monaci di San Benedetto: ma
eſſendo quaſi dal tempo, e dalle guerre in
poſitura di minacciar rovina, Coſimo de'
Medici Padre della Patria, ſopra quaſi le
rovine di quel Santuario, a proprie ſpeſe,
col diſegno di Filippo di Ser Brunelleſco,
fabbricò una bella Chieſa, e Monaſtero a'
Canonici Lateranenſi, che già vi erano,
a contemplazione di un tal Padre Don Ti-
moteo da Verona eccellente Predicatore di
quell'Ordine, e per meglio godere la ſua
converſazione, vi fece un appartamento
per proprio uſo.
Vi è una prezioſa Libre-
ria con Manoſcritti, e Libri da Canto fer-
mo molto ſingolari.
Unita alla Chieſa vi
è una Cappella, ove fu martirizzato il San-
to Veſcovo di Fieſole Romolo, e ſi moſtra-
no alcune gocciole di ſangue ſparſo nel ſuo
Martirio; vi è altresi un pozzo, che è una
parte di un antico Cimiterio di Santi Mar-
tiri
.
In detta Cappella vi ſi conſerva un
miracoloſo Crocifiſſo, il quale ſi dice per
antica tradizione, che fu dato al Santo Ve-
ſcovo Romolo dall'Apoſtolo San Pietro, e
che parlo a San Filippo Benizj con dirgli:
Vade ad Fratres Matris meæ in Monte Se-
nario
.
Viſtoſi dal Foreſtiero tuttociò, che
di queſto antichiſſimo, e devoto Tempio ſi
è creduto proprio additarli, paſſi a vedere
nel Refettorio di queſti Padri, una pittu-
ra a freſco fatta da Giovanni da San Gio-
vanni, in cui vien rappreſentato Noſtro Si-
1 gnore a Tavola ſervito da Angioli, molto
curioſa per la ſemplicità, quivi uſata dal
Pittore, per altro eccellentiſſimo.
Non di
lungi da queſta inſigne Badía, ſono le ma-
gnifiche Ville de' Palmieri, e de' Marcheſi
Guadagni
.
E poi tirando a Tramontana,
vi è una
gno-
CHIESETTA, ove ſi conſerva una mira-
coloſiſſima Immagine d'un Crocifiſſo ritro-
vato modernamente; e detto luogo ſi chia-
ma Fonte Lucente, nominato dal Polizia-
no nella Lamia: ed a Levante vi è
SAN DOMENICO, Chieſa dell'Ordine ſuo
più ſtetto, ove è Noviziato, e vivono con
grandiſſima eſemplarità molti Religioſi, i
quali hanno un comodo Convento, e que-
ſto fu fondato intorno all'anno 1406. dal
Beato Fra Giovanni Domenici a ſpeſe del-
la nobiliſſima Famiglia degli Agli, e qui-
vi Sant'Antonino fu il primo, che veſtiſ-
ſe l'Abito di San Domenico.
Sono in que-
ſta Chieſa alcune Pitture buone tra le an-
tiche, ſi vede quella alla Cappella de' Gad-
di della Coronazione della Madonna di Fr.
Giovanni Angelico; quella della Natività
di Pietro Perugino; e un'altra del Soglia-
ni; fra le moderne quella della Nunziata
di Iacopo da Empoli, e tutta la volta del-
la Chieſa dipinta da Lorenzo del Moro.

Poco ſopra ſalendo il Monte, ſi vede una
bella Villa fabbricata già da Giovanni di
Coſimo de' Medici col diſegno di Miche-
1 lozzo, la quale è in oggi de' Borgherini;
avendo l'iſteſſo Giovanni fatto col diſe-
gno del medeſimo Michelozzo fabbricare,
poco ſopra alla ſua Villa, una
loz-
CHIESA, E CONVENTO A' FRATI DI
SAN GIROLAMO; i quali ebbero principio
in Firenze da Carlo Conte di Montegra-
nelli circa l'anno 1407. che ha culto di
Beato; ma da Clemente IX. furono ſop-
preſſi, ed è poſſeduto in oggi detto luogo
da' Bardi.
In detta Chieſa e degno di oſ-
ſervazione un Sepolcro di Franceſco Ferrucci
Fieſolano, eccellente e ſingolare Scultore
in Porfido, nel quale ſi vede il ſuo Ritrat-
to da lui pure ſcolpito in Porfido.
Final-
mente ſi giunge ſopra la cima di Fieſole,
ove è la
CATTEDRALE, la Canonica, ed il Palaz-
zo del Veſcovo di Fieſole; e non molto ſi
vede di antico, fuori che alcuni frammen-
ti della Rocca, e delle Mura; avendo l'
anno 1010. i Fiorentini dato il ſacco, co-
ine è noto per le Storie, e demolito tut-
to
.
La Chieſa fu ſabbricata l'anno 1028.
dal Veſcovo Iacopo Bavaro, di diſegno
Gotico
.
Nella Tribuna, o Altar maggio-
re, ftata traſportata nella parete a ſiniſtra
entrando in Chieſa, e collocata in un or-
nato di pietra ſerena, vi ſi conſervano le
Reliquie di Santo Romolo in una caſſa di
marmo miſchio, la Teſta del quale, con
un braccio ſi eſpone il feſtivo di detto
1Santo. Vi ſono le Reliquie ancora di quat-
tro ſuoi compagni martiri: buona parte
della Teſta di San Donato di Scozia Veſco-
vo di Fieſole, e la Cattedra di Sant'An-
drea Corſini, altro Veſcovo di queſto luo-
go, la quale è ſpecie di Reliquia, come
ſtata di già occupata dal Santo nelle ſacre
funzioni Veſcovili.
La Tavola all'Altare
di San Tommaſo della Famiglia Guadagni,
è di mano del Volterrano; e l'intero, e
baſſorilievo di marmo alla Cappella di Mon-
ſignor Salutati, e opera di Mino da Fieſo-
le, Scultore bene accreditato de' ſuoi tem-
pi; e quelle all'Altare di mezzo tra le
due ſcale ſono di mano di Andrea Ferrucci
pure da Fieſole.
Nella Chieſa di
San-
Sant'ALESSANDRO, che in antico chia-
mavaſi di San Pietro in Geruſalemme, vi
e il Corpo di detto Santo, che fu Veſco-
vo di queſta Città, e martirizzato nel
Bologneſe intorno all'anno 502.
Incontro
alla Cattedrale ſi e il
PALAZZO del Veſcovo, che è Conte di
Turicchi, ed ha vaſta Diogeſi, e vi è un
molto ben regolato Seminario per i Che-
rici
.
Sopra il più alto di Fieſole evvi un
CONVENTO di Riformati di San France-
ſco aſſai grande, fondato dalla Famiglia
del Palagio, ove anticamente era la Roc-
ca de' Fieſolani.
La Tavola della Conce-
zione in detta Chieſa è di mano di Piero
1 di Coſimo, e ve ne ſono altre buone. Scen-
dendo è la Chieſa di
di
SANTA MARIA PREMERANA, la quale,
ſecondo l'Ammirato, veniva ad eſſere qua-
ſi nel mezzo della Città di Fieſole.
Ivi
ſono molte Indulgenze, come lo dimoſtra
una Cartella di marmo.
Verſo Levante,
qualche tratto diſcoſto dalla Cattedrale, vi
è un altro
CONVENTO di Zoccolanti, detto alla
Doccia, fondato da Giuliano Davanzati
noſtro Cittadino; e tanto in queſto luogo,
che per l'adiacenti Colline non più diſco-
ſte da Firenze di due miglia, vi ſono ſpar-
ſe Ville molto comode, e grandioſe.
Pi-
gliando la ſtrada, che conduce alla ſoprad-
detta Badía di Canonici Lateranenſi, ſi
giunge ad altro Convento di Monache,
detto
SANTA MARIA DEL FIORE DI LAPO.
le quali vivono ſotto la Regola di Sant'A-
goſtino, ed in antico avevano il loro Con-
vento, dov'è oggi quello de' Riformati a
Fieſole, circa l'anno 1334.
Nella loro Chie-
ſa non vi è di conſiderabile, ſe non la
Tavola di mano di Aleſſandro Allori, ove
è la Madonna con alcuni Santi, ed il Pa-
dre Eterno.
E di quivi ritornandoſene il
noſtro Foreſtiero in Firenze, come ſtrada
più comoda, traſferiſcaſi in altra giornata
fuori della
POR-
1
PORTA A PINTI, ove nella Chieſa di
San Gervagio è una Tavola di Santi di
Tito; e ſi può oſſervare la Villa de' Gua-
dagni di nobile Architettura, con altre
molte
.
Quindi andando alla
PORTA ALLA CROCE. Tutto quel tratto
di pianura, che vi è, paſſeggiando per
la ſtrada diritta, che conduce al Caſenti-
no, e in altri luoghi, è coltivata per la
maggior parte a Orti.
La prima Villa ſul-
la ſiniſtra mano è del Marcheſe del Mon-
te: poco più in fu voltando per quella par-
te ſi trova un Convento di Monache detto
SAN SALVI, da cui piglia la denomina-
zione l'adiacente pianura.
Queſto fu già
uno de' primi Monaſterj de' Vallombroſa-
ni, che lo cederono alle Monache dette di
Faenza l'anno 1529.
Nel demolirſi un lo-
ro antico Convento, per piantarvi la For-
tezza di San Giovambatiſta, volgarmente
detta da Baſſo, che vi e al preſente.
Nel
Refettorio di eſſo Monaſtero di San Salvi,
dall'immortal pennello di Andrea del Sar-
to, ſi vede dipinto in un arco San Bene-
detto, San Giovan Gualberto, San Salvi
Veſcovo, e San Bernardo degli Uberti Mo-
naco, e Cardinale; e nel mezzo in un
tondo è rappreſentata la Trinità.
In faccia
del medeſimo v'è un Cenacolo di noſtro
Signore, che ſi reputa per la miglior pit-
tura, che Andrea faceſſe a' ſuoi giorni;
anzi convenendo rovinare per lo detto aſ-
1 ſedio con molti altri ſuburbani Conventi,
e Caſamenti, anche la Chieſa di San Sal-
vi, con ſue abitazioni, a contemplazione
di cosi belle Pitture, fu il Refettorio la-
ſciato in piedi; ma per l'introdotta Clau-
ſura di Monache, non ſi poſſono vedere
ſenza ſpecial licenza.
Nella Chieſa vi è
una Tavola con Criſto in Croce, e alcuni
Santi di mano di Franceſco Morandini da
Poppi
.
Meno d'un miglio diſcoſto da San
Salvi ſi trova a piè di quegli ameni Poggi
un altro Convento di Monache detto
ſe-
SAN BALDASSARRE, che vivono ſotto
la Regola di Sant'Agoſtino; e ſalendo
ſulla ſiniſtra, ſe ne trova un altro dell'
Ordine di San Benedetto, intitolato
SAN MARTINO A MAIANO, ove è la
Tavola dell'Altar maggiore dipinta dal
Grillandaio, beniſſimo conſervata.
Per tut-
to queſto tratto di Pianura, e di Colline
ſi vedono, come negli altri luoghi già de-
ſcritti, belli Caſamenti, e Ville, che vi
poſſeggono i Vitelli, i Gaddi, Albizzi,
Salviati, Bonſi, Cerretani, Franceſchi, ed
i Fiaſchi, e ſopra tutte Gamberaia de'
Capponi, che ha belliſſimi dintorni, e
quelle degli Strozzi, de' Pucci, degl'In-
contri, e d'altri.
un'altra molto bel-
la, ma non terminata, vedeſi a Rovez-
zano de' Bartolini; ma chi può mai ridi-
re il numero di tant'altre, che ſi veggo-
no per queſta parte?
Onde ci porteremo
col noſtro Foreſtiero fuori della
1
PORTA A SAN NICCOLO', paſſato il Fiu-
me, nominata dalla Chieſa Parrocchiale,
che è nel Borgo di dentro.
Queſta Pianu-
ra, che ha per limite a mano ſiniſtra il
Fiume Arno, e dalla deſtra alcune Colli-
ne, che formano di eſſa quaſi un ſemicirco-
lo, che fa corona a detta Pianura, la qua-
le è abbondante di ottimi frutti, è nomi-
nata Pian di Ripoli, e tale ſi chiama una
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO de' Mo-
naci Vallombroſani, che quaſi nel centro
di queſto piano è poſta con un comodo
Monaſtero, ove ſa ſua reſidenza il Genera-
le di quell'Ordire, e fu già Monaſtero di
Donne
.
Alla deſtra mano, voltando da
una bella Villa de' Marcheſi Niccolini,
già de' Bandini, in non molta diſtanza ſi
vede il Monaſtero, detto il
PARADISO. Queſto è un venerabiliſſimo
Convento di Religioſe dell'Ordine di San-
ta Brigida.
Non vi è nella Chieſa coſa al-
cuna, che meriti rifleſſione, fuorchè una
Madonna, che ſta in mezzo di Santa Bri-
gida, e di Sant'Antonino, di mano di
Tommaſo da San Frediano, Pittore molto
accreditato de' ſuoi tempi.
Un altro Con-
vento detto
SANTA MARIA DEL BIGALLO, è diſcoſto
da queſto più di due miglia, ſulla ſtrada
maeſtra d'Arezzo per Levante, che fino al
1503. ſi mantenne a uſo di Spedale di Pa-
1 dronato de' Capitani del Bigallo, che da
eſſo preſero eglino un tal nome, e poi ce-
duto fu alle Monache dette di Caſignano,
per la minacciante rovina dell'antico loro
Convento in quel luogo: e militano ſotto
la Regola di San Benedetto con grande oſ-
ſervanza
.
Per tutto queſto delizioſo Piano,
e adiacenti Colline vi ſono Caſamenti, e
Ville molto belle, in ſpecie quelle de' Pit-
ti, Uſimbardi, Palmieri, Marcheſi da Ca-
ſtiglione, Ganucci, Marcheſi Capponi da
San Frediano, ed altri, che per brevità ſi
tralaſciano di nominare.
Ma tirando ſulla
mano diritta per la ſtrada maeſtra del Chian-
ti, ſi vedono le Ville de' Niccolini a Mon-
tauto, e degli Ugolini a San Martino, che
è bella oltremodo, e per l'altra parte le
Ville di Lonchio, e di Belmonte, che fu-
rono del celebre Conte Lorenzo Magalotti,
ora de' Venturi.
Poco più di cinque miglia
da Firenze diſcoſto ſi arriva a
I dro-
LAPPEGGI, Villa già del Cardinale Fran-
ceſco Maria de' Medici, e dipoi della Gran
Principeſſa Violante Beatrice di Baviera,
degna di vederſi per i belli Appartamenti,
prezioſi quadri, e ricchi mobili, de' qua-
li è abbondantemente fornita.
In una di
quelle ſtanze ſi ammira un copioſiſſimo nu-
mero di vaſellamenti di fina Porcellana,
diſpoſta fra altre galanterie di gran pregio.

Dalla parte di Tramontana in poca diſtanza
da Lappeggi, ſopra una bella eminenza vi
è Ligliano, Caſamento per l'Agente, o
1 Fattore di quella Tenuta, che ha Giardini
molto vaghi.
Sopra di uno ſpogliato Pog-
gio tra Mezzogiorno, e Levante, ſi vede la
Fat-
CHIESA DI SANTA MARIA DELl'IMPRU-
META, rinomatiſſima per la miracoloſa Im-
magine di MARIA Vergine, che vi è; e
che portata a proceſſione in tutte le paſſate
calamità nella Città noſtra, ſempre ſi ſo-
no ottenute le domandate grazie.
Miraco-
loſiſſimo ſi è il ritrovamento di detta Im-
magine: e qui ci piace di dirlo, quaſi co-
me ce lo riferiſce Franceſco Rondinelli nel-
la Relazione dell'ultimo Contagio di Fi-
renze
.
Volevano quei Popoli fare una Chie-
ſa in onore della Vergine, e poſta mano
all'opera, rovinava la notte quello, che
lavoravano il giorno.
Perlochè accortiſi,
non eſſer volontà di Dio, che ſi edificaſſe
in quel luogo la Chieſa, fatte orazioni,
furono inſpirati a pigliar due Giovenchi
non domi, e appiccato loro al giogo alcu-
ne pietre, riſolverono, che dove ſi fermaſ-
ſero, quivi per avventura ſarebbe ſtato il
luogo eletto da Dio per edificarla.
I Gio-
venchi ſtraſcinando le pietre, ſi fermarono
in quel piano, ove è la Chieſa al preſen-
te, ed i circoſtanti allora datiſi a cavare i
fondamenti, mentre che uno di quei ma-
novali lavorava di forza, ſi udì una voce
lamentevole, onde tutti attoniti corſero qui-
vi, e trovarono queſta Immagine di MA-
RIA Vergine col Figliuolo in braccio.
Que-
ſta tradizione vien confermata da un mar-
1 mo di baſſorilievo antichiſſimo, il quale è
ſotto il Tabernacolo della Madonna: dove
è ſcolpito il ritrovamento di eſſa nella ma-
niera raccontata, eſſendo oſcuro il tempo
preciſo, nel quale accadeſſe tal Prodigio.

Vi ſono grandi Indulgenze, e Privilegi con-
ceduti da molti Pontefici, e nel giorno di
Santo Luca vi è un gran concorſo di Popo-
lo, e vi ſi fa una groſſa Fiera.
E' ufiziata
la detta Chieſa da dieci Cappellani con un
Pievano, che hanno l'obbligazione di dir-
vi quotidianamente il Divino Ufizio, e fu
fondata dall'antica Famiglia de' Buondel-
monti, che ſino al preſente hanno la libe-
ra collazione di quelle Cappellaníe, e l'
elezione del Pievano.
La Chieſa è in oggi
tutta mutata, e riccamente adornata, con
Soffitta tutta meſſa a oro, rotta da tre qua-
dri, che ſono ſtati fatti da tre de' più ec-
cellenti Pittori di Firenze.
E' degna di eſ-
ſer veduta la Sagreſtia, per la ricchezza
de' ſacri arredi, che ivi ſi conſervano: e
chi voleſſe più minuta informazione di tut-
to ci, che appartiene a queſta Chieſa, e
all'Immagine, che in eſſa ſi venera, e
alla devozione, che ſempre vi hanno avu-
ta i Fiorentini, potrà vederne le Memorie
Iſtoriche, ſtampate da Giuſeppe Manni in
Firenze l'anno 1713.
All'interno vi ſono
molti Caſamenti, e per tutto quel tratto di
ſtrada, che dalla ſuddetta Chieſa ricondu-
ce a Firenze.
Camminando verſo la
I 2 mo
PORTICELLA DI SAN GIORGIO, vi ſono
1 Ville molto belle; fra le quali quella a
Mezzomonte de' Principi Corſini, e quel-
la degli Alberti: vi ſono Poſſeſſioni ben
fornite di Uliveti, e Frutti d'ogni ſorte,
e vi producono quei terreni ſquiſiti Vini:
e di ciò baſti al noſtro Foreſtiero d'aver
noi parlato ſommariamente ad oggetto di
non tediarlo, o di non dare a lui impulſo
di vedere quello, che a comparazione de'
luoghi ſoprannominati, ſi rende molto me-
no degno d'eſſer conſiderato.
Vogliamo
però, che per l'iſteſſa ſtrada di Lappeg-
gi, ritornato in Firenze, non laſci di paſ-
ſeggiare fuori della
Vil-
PORTICCIUOLA A SAN MINIATO, che è
poco diſtante dalla predetta di S. Giorgio.

Queſta per un'erta ſalita, ove di ſpazio
in ſpazio ſon piantate Croci, nelle quali
ſono eſpreſſe le Stazioni della Via Crucis
per contemplare la Paſſione del Noſtro Sal-
vator Gesù Criſto, conduce a due Chieſe
venerabiliſſime, e ad alcune Ville circon-
vicine
.
La prima Chieſa in teſta alla ſali-
ta è detta
SAN FRANCESCO AL MONTE, già de'
Frati Minori Oſſervanti, ora de' Padri del
Ritiro della Provincia Riformata di Toſca-
na, i quali, levatine tutti gli ornamenti
l'hanno ridotta ad uno ſtato di povera
ſemplicità, propria del loro Inſtituto; la
quale con ottimo diſegno di Simone del
Pollaiuolo fu fatta fabbricare intorno all'
1 anno 1350. da Caſtello Quarateſi, come ne
fa fede un'Iſcrizione poſta davanti l'Altar
maggiore nel pavimento.
Non ha, che
una ſola Navata con ſei Cappelle per par-
te, ed una di fianco all'Altar maggiore
in dentro, con ſuei archi per difuora di
Pietra ruſtica, e ſuo Cornicione, che ri-
corre intorno la Chieſa, e per l'arco mag-
giore della Tribuna.
La Tavola della Nun-
ziata è di mano di Fr. Gio. Angelico Do-
menicano, e quella della Natività di No-
ſtro Signore è di Giovanni Antonio Soglia-
ni
.
Sopra la Porta della Sagreſtía la Pietà
di terra cotta è di mano di Luca della
Robbia, e accanto alla Porta maggiore ſi
oſſervi il Buſto di marmo bianco di Mar-
cello Virgilio Segretario della Repubblica
Fiorentina, e gran Letterato, con un bel-
lo Epitaffio.
Queſta Chieſa è poſta in tale
eminenza, e vicinanza inſieme della Cit-
, che quaſi in pianta di quivi, e con
pittoreſca proſpettiva ſi gode, con una
gran parte de' Villaggi da noi fin quì de-
ſcritti
.
Dal ſuo Fondatore fu raccomanda-
ta all'Arte de' Mercatanti, e laſciato en-
trate pel ſuo mantenimento.
Uſcendo per
la Porta del fianco di detta Chieſa, e cam-
minando pochi paſſi a man ritta per una
Porta della Fortezza, che intorno all'an-
no 1526. con diſegno di Michelagnolo Buo-
narruoti fu fatta, benchè tirata a fine dal
Tribolo, ſi arriva all'altra antichiſſima,
e venerabiliſſima
I 3 an-
CHIE-
1
CHIESA DI SAN MINIATO, poſta ſopra,
e nel mezzo di detta Fortezza, che per
ogni parte tutta ſi gode.
Ma prima di de-
ſcrivere com'ella ſta al preſente si eſterior-
mente, che interiormente; ci piace di non
paſſare ſotto ſilenzio alcuna notizia di ſua
grande antichità, e origine.
Nella perſe-
cuzione de' Criſtiani ſotto Decio, trovan-
doſi San Miniaro con alcuni compagni a
far penitenza nel Poggio, ove è oggi la ſua
Chieſa, che in quei tempi altro non v'era,
che un piccolo Oratorio dedicato all'Apo-
ſtolo San Pietro, e all'intorno boſcaglia;
il Tiranno con doni, ed offerte d'ingran-
dimento, lo tentò a rimuoverſi dalla Reli-
gione Criſtiana; ma nulla valendo a fran-
gere la coſtante Fede del Santo, dopo di-
verſi martirj, da' quali per alcun tempo
Iddio lo preſervò, gli fece tagliar la teſta
in un luogo detto fino a' noſtri giorni San-
ta Candida, detta dal Candidato de' Mar-
tiri; ma il Santo riducendoſela al buſto,
paſſato l'Arno, e ſalito in quefto Poggio,
rendè nel ſuddetto Oratorio l'Anima a
Dio: quivi fu ſeppellito il ſuo corpo; e
da' Fiorentini, poichè paleſemente diven-
nero Criſtiani, fabbricata una Chieſa al
ſuo Nome.
Ma queſta nobile, e grande,
che ſi vede al preſente, fu alzata nell'anno
1013. a' 26. d'Aprile con conſiglio d'Ilde-
brando Veſcovo Fiorentino, e coll'aſſen-
ſo, e perſuaſione di Sant'Arrigo primo Im-
peradore, e ſecondo Re di Germania, e
di Santa Cunegonda ſua moglie, che la do-
1 tarono di molte tenute, e con ſolenne pom-
pa vi fecero traslatare il Corpo di San Mi-
niato nell'Altare, che è ſotto le volte
della medeſima Chieſa; la quale da' Fio-
rentini fu data in cura a' Conſoli dell'Ar-
te de' Mercatanti.
E' ſpartita queſta in tre
navate, e vi ſono due ſcale di pietra ru-
ſtica quaſi al mezzo della Chieſa, per do-
ve ſi ſale al Presbiterio, e Coro, fatto ſul-
l'antica coſtumanza della primitiva Chie-
ſa
.
Queſto è tutto di marmi, e porfidi
intagliati, e intramezzati; e dietro all'Al-
tare vi ſono cinque fineſtroni ſerrati di tra-
ſparentiſſimo marmo; e nella lunetta ſemi-
rotonda di Moſaico col Padre Eterno, ſi
vede a mano ſiniſtra l'Effigie di San Mi-
niato
.
Davanti le volte, e ove elle ter-
minano, pure iſolata vi è una Cappella di
marmo, fatta fare da Pietro de' Medici,
ove è un partimento d'ottangoli belliſſi-
mo, lavorato da Luca della Robbia.
A
man ſiniſtra la belliſſima Cappella, che ſi
vede dedicata a S. Iacopo, fu fatta alla
memoria del Cardinale Iacopo di Portogal-
lo, con partimento tutto di marmi, e por-
fidi, come ſono la Cattedra Epiſcopale, e
il Sepolcro, lavorati da Antonio Roſſellini
Scultore di quei tempi rinomatiſſimo, e vi
è queſto Epitaffio:
I 4 ta-
Regia Stirps Iacobus nomen Luſitana propago
Inſignis forma ſumma pudicitia
Cardineus titulus morum nitor optima vita
Ifta fuere mihi mors iuvenem rapuit.
Vix. An. XXV. M. XI. D. X. Obiit Anno
Salutis M. CCCC. LIX.
1
Nella volta, che è ſenza ſpigoli, l'iſteſſo
Luca della Robbia fece in quattro tondi
ne' Cantoni i quattro Evangeliſti, e in
quello di mezzo lo Spirito Santo.
Di ma-
no d'Antonio del Pollaiuolo è la Tavola a
olio, entrovi S. Iacopo, S. Euſtachio, e
S. Vincenzio; eſſendo di Pietro ſuo fratel-
lo alcuni Profeti dipinti a olio nel muro
di detta Cappella, ſiccome in un mezzo
tonde la Nunziata.
E nella Sagreſtia alcu-
ne azioni di S. Benedetto dipinte a freſco,
ſono di mano di Spinello Spinelli.
Queſta
Chieſa di cui ſi è fatto lungo ragionamen-
to, ſervita di Sepoltura a più Martiri, fu
negli antichi tempi ufiziata da' Monaci di
S. Baſilio, poi da quelli di S. Benedetto
dell'Ordine di Clugnì, o Cluniacenſi, e
fra eſſi ſtette alcun tempo S. Gio. Gualber-
to Fiorentino de' Signori di Petroio (dopo
d'avere magnanimamente perdonato al ne-
mico, che aveva ammazzato Ugo ſuo fra-
tello) riſcontratolo poco ſotto a S. Minia-
to, ove è una memoria del generoſo fatto
già noto, in un Tabernacolo con Iſcrizio-
ne; e del Crocifiſſo, che chinò la teſta,
il quale era in quei tempi nella ſuddetta
Chieſa, nella mentovata Cappella di mez-
zo; e ora in quella di Santa Trinita den-
tro la Città de' Monaci del ſuo Ordine,
come è ſtato detto in quel luogo.
L'an-
no 1373. a' 27. del meſe d'Agoſto ſotto
Gregorio XI, uſciti molto prima i Monaci
Cluniacenſi di detta Chieſa, vennero ad
ufiziarla i Monaci bianchi di Monte Uli-
1 veto, i quali vi ſtettero fino al 1542. che
di quivi per qualunque motivo ciò foſse, ſi
partirono al tempo del Granduca Coſimo I.
e in detta occaſione levarono le oſſa di
S. Miniato.
Mantengono però i detti Mo-
naci fino in oggi un certo ſpirituale poſ-
ſeſſo, celebrandovi Meſſe in alcuni giorni
dell'Anno, e facendovi altre funzioni ſa-
cre
.
In ſomma era tale la venerazione ver-
ſo queſto antichiſſimo Tempio di S. Minia-
to, che S. Frediano Veſcovo di Lucca ſo-
leva ogni anno col ſuo Clero, nel giorno
feſtivo di quefto Santo Martire, andare a
viſitarlo; e i Veſcovi Fiorentini ebbero per
coſtume in antico, dopo aver preſo il lor
ſolenne poſſeſſo, di far quivi immediata-
mente la Viſita.
Quivi fono ſtate moder-
namente fabbricate ſemplici, ma comode
ſtanze per uſo degli Eſercizj ſpirituali di
Sant'Ignazio, ſotto la direzione de' Padri
Geſuiti in vari tempi dell'Anno.
E ciò
baſti per iſtruzione al noſtro Foreſtiero, il
quale ſi avverte, che oltre a' nobiliſſimi
Palagi, e ſontuoſe Chieſe, che ſono nel
Contado Fiorentino in maggior diſtanza del-
le qui deſcritte, vi fono i tre famofi San-
tuarj, cioe la Vallombroſa, il Sacro Ere-
mo di Camaldoli, e il Santo Monte del-
l'Alvernia, ove nel primo S. Gio. Gual-
berto, nel ſecondo S. Romualdo, lunga
penitenza fecero, e fondarono i loro Ordi-
ni; e nel terzo S. Francefco riceve da Gesù
Criſto le Sacre Stimate; luoghi tutti tre
di ſingolariſſima devozione.
I 5 ve-
IL FINE.
1
INDICE
delle coſe più notabili, che fono
deſcritte nel preſcnte Riſtretto.
A
ABbandonati. Chieſa, e Conſervatorio. a
carte
.
78.
Abitazione degli Antinori. 140.
Arnaldi. 18.
Bargigli. 30.
Baroncini. 53.
Buonarruoti. 48.
Caccini. 47.
Canigiani. 127.
Gabburri. 48.
Gondi. 27.
Martelli. 18.
Montalvi. 50.
Mozzi. 127.
Naldini. 27.
Nelli. 76.
Pazzi. 50.
Roffia. 47.
Roſso. 141.
Scarlatti. 129.
Accademia degli Apatiſti. 52.
di Bottanica. 25.
I 6 Ac-
1
Accademia della Cruſca. 52.
Fiorentina. 52.
S. Agata. Chieſa, e Monaſtero. 77.
S. Agoſtino. Chieſa, e Convento. 131.
S. Aleſsandro. Chieſa di Fieſole. 189.
Aleſsandro Magno. Statua. 126.
S. Ambrogio. Chieſa. e Monaſtero. 47.
SS. Apoſtoli. Chieſa. 91.
Archivio Fiorentino. 116.
Artimino. Villa di S. M. I. 167.
B
BAdia di Buonſollazzo. a carte 185;
di Fieſole. 186.
di Firenze. 53.
di Ripoli. 193.
di Settimo. 159.
S. Baldaſsarre. Monaſtero, e Chieſa. 192.
Barco Reale. 167.
Baſe di S. Lorenzo. 67.
Bigallo. Monaſtero, e Chieſa. 193.
Boldrone. Monaſtero, e Chieſa. 172.
C
CAmpanile del Duomo, a carte 14.
di Palazzo Vecchio. 103.
Cappella di Pratolino. 177.
de' Sereniſſimi Principi. 75.
Cap-
1
Cappella di Palazzo Vecchio. 108.
degli Spagnuoli. 83.
Cappuccini di Montughi. Chieſa, e Conven-
to
.
174.
di Sopra. Chieſa, e Convento. 185.
Carceri. 53. 66.
Careggi. Villa di S. M. I. 174.
Carmine. Chieſa, e Convento. 141.
Caſa del Viviani Mattematico. 79.
Caſcine. 163.
Caſino de' Principi Corſini. 85.
di S. Marco. 24.
del Marcheſe Riccardi. 79.
Caſtellina. Convento, e Chieſa. 169.
Caſtello. Villa di S. M. I. 169.
Cavallerizza. 26.
Centauro. Statua. 120.
Certoſa. Chieſa, e Convento. 156.
Ceſtello. Chieſa, e Convento. 146.
S. Chiara. Chieſa, e Monaſtero. 141.
Cignale di Mercato Nuovo. 125.
Colonna di S. Felice in Piazza. 136.
di S. Felicita. 129.
di S. Giovanni. 17.
di Mercato vecchio. 116.
di S. Trinita. 89.
Compagnia del Gesù. 62.
di S. Gio. Batiſta detta lo Scalzo. 25.
di S. Marco. 77.
Concezione. Congrega. 32.
Concilio Fiorentino. 14.
Conſervatorio de' Poveri. 78.
Convertite. Chieſa, e Monaſtero, 141.
Corridore de' Pitti, 102.
S. Cro-
1
S. Croce. Chieſa, e Convento. 58.
Cupola del Duomo. 8.
D
DOccia. Chieſa, e Convento. a cart. 190.
Doccia. Villa del Ginori, ove è la fab-
brica delle Porcellane.
173.
S. Domenico di Fieſole. Chieſa, e Convento.
187
.
S. Donato in Polveroſa. Chieſa, e Monaſte-
ro
.
163.
Duomo. Metropolitana. 7.
di Fieſole. 188.
F
FAbbrica degli Ufizj. a carte 91.
S. Felice in Piazza. Chieſa, e Monaſte-
ro
.
136.
S. Felicita. Chieſa, e Monaſtero. 129.
Fieſole. 188.
S. Filippo Neri. Oratorio, e Caſa. 55.
Fontana di Piazza del Granduca. 110.
Fonte Lucente. Chieſa. 187.
Fortezza da Baſso. 79.
S. Franceſco di Fieſole. Chieſa, e Conven-
to
.
189.
S. Franceſco al Monte. Chieſa, e Conven-
to
.
197.
S. Fran-
1
S. Franceſco di Paola. Chieſa, e Conven-
to
.
158.
S. Frediano. Chieſa, e Monaſtero. 145.
G
S. GAggio. Chieſa, e Monaſtero, a car. 155.
Galleria di S. M. I. 92.
Ghetto degli Ebrei. 117.
Giardino di Boboli. 134.
de' Caccini. 47.
de' Canonici. 85.
de' Capponi. 44.
di Caſtello. 171.
de' Corſini. 85.
de' Gaddi. 80.
de' Padri Geſuiti. 45.
de' Gianni. 128.
dell'Imperiale. 155.
delle Quiete. 172.
de' Riccardi. 79.
del Roſso. 141.
de' Salviati. 45.
de' Semplici. 25.
della Vaga Loggia. 162.
de' Ximenes. 45.
S. Gio. Batiſta. Chieſa. 15.
S. Giovanni Evangeliſta. Padri Geſuiti. 18.
S. Girolamo. Chieſa. 131. 188.
Giuoco del Calcio. 63.
Granaio pubblico. 147.
S. Gregorio. Chieſa, e Caſa. 129.
Guardaroba di S. M. I. 107.
1
I
S. IAcopo ſopr' Arno. Chieſa. a car. 148.
S. Iacopo tra' Foſſi. Chieſa. 57.
Imperiale. Villa di S. M. I. 153.
Impruneta. Chieſa. 195.
L
LApo. Chieſa, e Monaſtero. a car. 190.
Lappeggi. Villa di S. M. I. 194.
Libreria di S. M. I. 134.
della Badia di Fieſole. 186.
de' Camaldolenſi. 32.
di S. Croce. 63.
de' Gaddi. 80.
de' Giraldi. 76.
de' Guadagni. 44.
di S. Lorenzo. 72.
Magliabechiana. 92.
di S. Marco. 24.
Marucelliana. 221.
di S. Maria Novella' 84.
di S. Maria Nuova. 30.
della SS. Nunziata. 43.
de' Riccardi. 20.
de' Rinuccini. 141.
de' Padri Teatini. 120.
degli Strozzi. 148.
Loggia, detta de' Lanzi, 198.
Log-
1
Loggia de' Tornaquinci. 88.
S. Lorenzo. Chieſa inſigne. 67.
S. Lucia, Chieſa, e Monaſtero. 162. 169.
Luoghi Pii. Quanti in Firenze. 5.
M
MAdonna della Pace. Chieſa a car. 152.
del Sacco. 36.
Magiſtrati di Firenze. 91
Majano. Monaſtero, e Chieſa. 192.
S. Marco. Convento, e Chieſa. 22.
S. Maria. in Campo. Chieſa. 51.
S. Maria di Candeli. Monaſtero, e Chieſa 47.
S. Maria Maddalena. Monaſtero, e Chieſa, 45.
S. Maria Maggiore. Convento, e Chieſa. 120.
S. Maria Novella. Convento, e Chieſa. 80.
S. Maria Premerana. Chieſa di Fieſole. 190.
S. M. delle Selve. Chieſa, e Convento. 162.
S. Marta. Monaſtero, e Chieſa. 175.
S. Martino. Oratorio. 52.
S. Matteo in Arcetri. Monaſt. e Chieſa. 155.
Mercato Nuovo. 125.
Vecchio. 116.
S. Michele Berteldi. Chieſa. 117.
S. Michele Visdomini. Monaſtero, e Chieſa. 28.
S. Miniato al Monte. Chieſa. 199.
Miracolo di Sant'Ambrogio. 47.
Monaci Camaldolenſi. 31.
Ciſtercienſi. 146.
Monaſterj di Clauſtrali, e Monache quanti. 5.
Monte Cucco. 128.
Gufo-
1
Monte Gufoni. Villa. 157.
Senario. Eremo, e Chieſa. 184.
Uliveto. Monaſtero, e Chieſa. 158.
Muſeo Fiorentino. 102.
N
S. Niccolò oltr'Arno. Chieſa, a car. 128.
SS. Nunziata. Chieſa, e Convento. 33.
O
OGniſsanti. Convento, e Chieſa. 85.
Origine di Firenze. 1.
Orſan-Micbele. Chieſa. 112.
Opera del Duomo. 27.
P
PAdri delle Scuole Pie. Chieſa. a car. 52.
Loro Noviziato al Pellegrino. 175.
Palazzo degli Albizi. 50.
degli Altoviti. 50.
Antinori. 117.
Arciveſcovo. 17.
Baldinucci. 48.
Bartolini. 89.
Beccuto Orlandini. 121.
Bor-
1
Palazzo Borgherini. 91.
Capponi. 21. 43. 127. 146.
Caſtelli. 140.
Cerretani. 80.
Coppoli. 21.
Corſi. 117.
Corſini. 57. 85. 87.
Franceſchi. 131.
Gerini. 27.
Gherardeſca. 44.
Giacomini. 117.
Gianni. 128.
Ginori. 76.
Giugni. 32.
Gondi. 56.
Grifoni. 32.
Guadagni. 21. 44.
Guicciardini. 131.
Incontri. 27.
Malaſpina. 123.
Martellini. 30.
Martini. 122.
Marucelli. 76.
Mondragone. 80.
Nero. 128.
Niccolini. 32.
Panciatichi. 21.
Pandolfini. 78.
Paſquali. 117.
Pecori. 141.
Pitti. 131.
Poteſtà. 53.
Pucci. 28. 28.
Ricaſoli. 27. 86.
Riccardi. 19.
1Palazzo Ridolfi. 84.
Rinuccini. 141.
Rucellai. 86.
Salviati. 52. 53.
Sera. 48.
Serriſtori. 128.
Spini. 89.
Strozzi. 49. 51. 88.
Tempi. 127.
Valori. 50.
Vecchio. 103.
Veſcovo di Fieſole. 189.
Vitelli. 128.
Ximenes. 45.
Zanchini. 148.
S. Pancrazio. Monaſtero, e Chieſa. 88.
Pandette Fiorentine. 107.
S. Paolino Convento, e Chieſa. 88.
Paradiſo. Monaſtero, e Chieſa. 193.
Pavoniere. 166.
Petraia. Villa di S. M. I. 168.
Piazza di Santa Croce. 63.
del Granduca 103.
del Grano. 57.
di S. Maria Novella. 84.
della Santiſſima Nunziata. 32.
de' Pitti. 132.
S. Pier Maggiore. Monaſtero, e Chieſa. 49.
S. Piero a Monticelli. Monaſtero, e Chieſa
159
.
Poggio a Caiano. Villa di S. M. I. 163.
Ponte alla Carraia. 147.
alle Grazie. 129.
a S. Trinita. 147.
Pon-
1
Ponte Vecchio. 126.
Porta alla Croce. 191.
a S. Frediano. 158.
a S. Gallo. 174.
a S. Niccolò. 193.
al Prato. 162.
Romana, o ſia di S. Piero in Gat-
tolino
.
152.
Porticciola a San Giorgio. 196.
a S. Miniato. 197.
delle Mulina. 162.
a Pinti. 191.
Portico. Monaſtero, e Chieſa. 156.
Pratolino. Villa di S. M. I. 175.
S. Procolo. Chieſa. 53.
Q
QUiete. Conſervatorio, e Chieſa. a car. 172.
R
RUota Fiorentina. a car. 102.
S
SAla di Udienza. 107.
S. Salvadore. Chieſa. 13.
S. Sal-
1
S. Salvi. Monaſtero, e Chieſa. 191.
Serraglio de' Leoni. 26.
Seminario Fiorentino. 122.
Fieſolano. 189.
S. Simone. Chieſa. 65.
Spedale de' Convaleſcenti. 84.
di San Giovanni di Dio. 86.
degl'Incurabili. 78.
degl'Innocenti. 33.
di San Marco per i Pellegrini. 77.
di Santa Maria Nuova. 28.
di San Matteo. 26.
de' Preti. 77.
di San Tommaſo d'Aquino. 30.
S. Spirito. Convento, e Chieſa. 137.
Spirito Santo. Monaſtero, e Chieſa. 131.
S. Stefano. Monaſtero, e Chieſa. 126.
Studio Fiorentino. 51.
T
TEatro di Via del Cocomero a car. 27.
di Via della Pergola. 31.
S. Trinita. Chieſa. 89.
INDI-
1
TAVOLA
Degli Uomini illuſtri nelle loro re-
ſpettive Arti nominati nel pre-
ſente Riſtretto.
A
ALberti Leon Batiſta Architetto. a carte
41. 86.
Albertinelli Mariotto Pittore. 40. 157.
Allori Agnolo Pittore. 42. 61. 82. 139.
Aleſſandro Pittore detto il Bronzino.
19. 23. 29. 39. 42. 60. 77. 82. 83.
139. 140. 156. 164. 165. 190.
Criſtofano Pittore. 42. 90.
Ammannati Bartolommeo Scultore e Archi-
tetto
.
18. 32. 50. 110. 132. 147.
170. 171. 182.
Anderlini Pietro Pittore. 18.
Andrea Piſano Scultore. 15.
Andreozzi Scultore. 39.
Aſpetti Tiziano Scultore. 90. 100.
Averani Benedetto. 50.
B
BAccio d'Agnolo Architette, a car. 9.
50. 65. 89. 91. 140.
Baccio
1
Baccio da Monte Lupo Scultore. 114.
Baldovinetti Aleſſio Pittore. 37. 90.
Bandinelli Baccio Scultore. 11. 12. 41.
67. 103. 104. 106.
Del Barbiere Aleſsandro Pittore. 59.
Bardi Donato di Betto, detto Donatello Scul-
tore
.
8. 14. 17. 18. 20. 58. 59. 70.
71. 107. 108. 114. 121.
Barocci Iacopo, detto Vignola Architetto.
130
.
Fra Bartolommeo Pittore. 70. 161.
Benedetto da Majano Scultore. 11. 62.
88. 107.
Benedetto da Rovezzano Scultore. 12.
91. 143.
Berrettini Pietro da Cortona Pittore. 119.
133
.
Di Bicci Lorenzo Pittore. 29. 127.
Bilivelti Antonio Pittore. 42. 59. 119. 121.
Bonechi Matteo Pittore. 44.
Botticelli Sandro Pittore. 49. 138. 139.
141
.
Boſchi Fabbrizio Pittore. 24. 86.
Buffalmacco Buonamico Pittore. 113.
Buonarroti Filippo Senat. e Auditore. 43.
Michelagnolo Pittore, Scultore, Ar-
chitetto, e Poeta.
10. 11. 19. 48.
58. 69. 70. 71. 72. 94. 100. 103. 106.
112. 135. 198.
Buontalenti Bernardo Architetto. 24. 28.
32. 53. 90. 92. 102. 135. 167. 175.
Franceſco Architetto. 175.
Butteri Giammaria Pittore. 85. 145.
Bac-
1
C
CAccini Giovanni Architetto. a car. 35.
51. 90. 121. 139. 148. 158.
Caliari Paolo detto il Veroneſe Pittore. 100.
Di Cambio Alfonſo Architetto. 9. 54. 58.
103
.
Caparra.... Scultore. 89.
Caracci Annibale Pittore. 100.
Carletti.... Pittore. 130.
Carlo Aretino Scultore. 10.
Del Caſtagno Andrea Pittore. 53.
Cateni Giovan Cammillo Scultore. 39.
Del Cavaliere Batiſta Scultore. 59.
Cavallini Pietro Pittore. 22. 34.
Cellini Benvenuto Scultore. 108.
Cerruti.... Architetto. 146.
Chiaviſtelli Jacopo Pittore. 45.
Cigoli Lodovico Pittore. 22. 48. 49. 51.
59. 60. 83. 88. 105. 121. 156.
Cimabue Giovanni Pittore. 62. 83.
Cioli Valerio Scultore. 59. 136. 182.
Ciurini Bernardino Architetto. 30. 53.
Di Credi Lorenzo Pittore. 11. 25. 141. 146.
D
DEl Dadda Romolo Scultore. a car. 89.
Dandini Pietro Pittore. 40. 43. 46. 97.
122. 146.
K Danti
1
Danti Vincenzio Scultore. 15.
Doſi Gio. Antonio Architetto. 17. 60.
82. 117.
E
EMpoli Pittore. a car. 28. 40. 53. 70.
83. 89. 90. 136.
F
FAlconieri Cav. Paolo Architetto. a c. 28.
Ferretti Giovanni Pittore. 54. 97.
Ferri Antonio Architetto. 87. 131.
Ciro Pittore. 46.
Ferrucci Andrea Scultore. 12. 189.
Franceſco Scultore. 188.
Ficherelli Pittore detto Ripoſo. 29.
Filippo di Ser Brunelleſco Pittore e Architet-
to
.
9. 11. 32. 33. 51. 63. 71. 72. 82.
132. 137. 186.
Foggini Giovan Batiſta Scultore e Architetto
20. 39. 43. 47. 61. 80. 97. 117. 143.
144. 146.
Giulio Architetto. 61.
Vincenzio Scultore. 61.
Fontana Cav. Carlo Architetto. 21. 44.
Fortini Anton Maria Scultore. 61.
Giovacchino Scultore. 56.
Francavilla Pietro Scultore. 23. 60. 146.
148
.
Fran-
1
Franceſchini Baldaſsarre detto il Volterrano
29. 38. 40. 41. 44. 49. 60. 79. 121.
130. 168. 169. 189.
Franceſco da S. Gallo Scultore. 10. 43.
72. 115.
Franchi Antonio Pittore. 146.
Franciabigio.... Pittore. 25. 37. 49.
138. 164.
G
GAbbiani Anton Domenico Pittore. a c. 47.
56. 87. 122. 131. 146. 165.
Gaddi Agnolo Pittore. 115.
Taddeo Pittore. 83. 113. 125.
Galletti P. Filippo M. Teatino Pittore. 119.
Galli Bibbiena Antonio Pittore e Archi-
tetto
.
31.
Del Garbo Raffaello Pittore. 70. 159.
Garzia Giovanni Pittore. 86.
Gherardini Aleſsandro Pittore. 31. 49.
56. 57. 87. 122. 146.
Gherardoun.... Pittore Olandeſe. 100.
Ghiberti Lorenzo Scultore. 12. 15. 114.
Gianrè Domenico Pittore. 31.
Giordano Luca Pittore. 20. 32. 46. 144.
153
.
Giotto Pittore. 8. 14. 62. 113. 138.
Fr. Giovanni Pittore. 136.
Fr. Giovanni Angelico Pittore. 187. 198.
Giovanni d'Antonio detto Nanni Sculto-
re
.
114.
K 2 Giovan
1
Giovan Bologna Scultore. 22. 33. 109.
111. 114. 120. 122. 135.
Giovanni da Piſa Scultore. 8.
Giovannozzi Pietro Architetto. 48.
Giuliano di Baccio di Agnolo. 11.
Giuliano da San Gallo Architetto. 56. 164.
Gori Dottore Anton Franceſco. 102.
Gregori Carlo Inciſore in Rame. 102.
Ghirlandaio Ridolfo Pittore. 8. 48. 82. 90.
108. 137. 139. 192.
Domenico Pittore. 160.
I
IAcopo del Caſentino Pittore. a car. 115.
169
.
Iacopo da Empoli Pittore. 187.
Iacopo da Pontormo Pittore. 28. 37. 53. 84.
130. 156. 164. 165. 169.
L
LAndini Taddeo Scultore. a car. 139. 148.
Lapi Niccolò Franceſco Pittore. 56.
Ligozzi Iacopo Pittore. 42. 81. 86. 105.
Lippi Fra Filippo Pittore. 48. 55. 82.
140. 146.
Lomi Aurelio Pittore. 138.
Lorenzi Stoldo Scultore. 135.
Lotti Carlo Pittore. 39.
Macchie-
1
M
MAcchietti Girolamo Pittore. a car. 70.
81. 142.
Mannaioni Giulio Ingegnere e Pittore. 31.
Mannozzi Giovanni detto Giovanni da
San Giovanni Pittore.
65. 66. 86.
90. 136. 137. 161. 186.
Maratta Carlo Pittore. 87.
Marcellini Carlo Scultore. 39. 46. 144.
Marcello Provenzale Pittore. 130.
Marinari Onorio Pittore. 55. 56. 65. 121.
Martinelli Pittore. 112.
Maſaccio Pittore. 142.
Maſolino Pittore. 142.
Di Meglio Iacopo Pittore. 59.
Memmi Simone Pittore. 83.
Meucci Vincenzio Pittore. 55. 72. 80.
Meus Livio Pittore. 153. 174.
Michelozzi Michelozzo Architetto. 19. 24.
38. 86. 104. 174. 187. 188.
Del Minga Andrea Pittore. 59.
Mino da Fieſole Scultore. 55. 189.
Monaldi Bernardino Pittore. 142.
Montauti Antonio Scultore. 56. 130.
Montorſoli.... Scultore. 71.
Morandi Giovan Maria Pittore. 56.
Morandini Franceſco Pittore detto il Pappi.
23. 28. 192.
Del Moro Lorenzo Pittore. 63. 187.
Moücke Franceſco. 102.
K 3 Naldi-
1
N
NAldini Gio. Batiſta Pittore. a car. 23.
55. 60. 61. 65. 81. 145.
Nelli Senat. Gio. Batiſta. 79.
Del Nero Tommaſo Architetto. 129.
Niccola Piſano Architetto. 159.
Niccolò detto il Tribolo Scultore. 169. 170.
171. 198.
Nigetti Matteo Architetto. 40. 49. 85. 118.
Novelli Antonio Scultore. 36.
O
OLbino di Baſilea Pittore. a car. 100.
Dell'Opera Giovanni Scultore. 11. 12. 59.
Orcagna Andrea Pittore, Scultore e Archi-
tetto
.
108. 112. 115. 156.
Orlandi Luigi Architetto. 21.
P
PAgani Gregorio Pittore. a car. 145.
Paggi Gio. Batiſta Pittore Lombardo. 22.
29. 42.
Pagni Franceſco Pittore. 86.
Palladio Andrea Architetto. 112.
Palma Felice Scultore. 90.
Paolo
1
Paolo Veroneſe Pittore. 100.
Parigi Alfonſo Architetto. 129.
Paſſignani Domenico Pittore. 19. 22. 23.
28. 42. 43. 45. 49. 65. 90. 105.
138. 142. 146. 158.
Petrucci Benedetto Scultore. 119.
Piamontini Giuſeppe Scultore. 16. 39. 146.
Piattoli Gaetano Pittore. 53.
Piero di Coſimo Pittore. 137. 138 190.
Pietro Perugino Pittore. 39. 141. 187.
Pierotti.... Scultore. 83.
Pignoni Simone Pittore. 42. 130. 158.
Poccetti Bernardino Pittore. 11. 23. 24.
33. 36. 45. 84. 90. 121. 130. 136.
140. 141. 142. 145.
Poliziano Agnolo. 10.
Del Pollaiolo Antonio Pittore. 36. 197. 201.
Pietro Pittore. 201.
Simone detto il Cronaca Scultore e Ar-
chitetto
.
88. 140.
Della Porta Fra Bartolommeo Pittore. 22.
Portigiani Fra Domenico Scultore. 23.
Pucci Gio. Antonio Pittore. 23.
Pugliani.... Pittore. 121.
Puglieſchi Antonio Pittore. 56.
Puglio.... Pittore. 160.
R
RAffaello da Mantelupo Scultore. a. c. 71.
Raffaello da Urbino Architetto. 78. 100.
Ricci Baſtiano Pittore. 77.
Fra
1
Fra Riſtoro Architetto. 80.
Della Robbia Luca Scultore. 85. 91. 198.
200. 201.
Roſa Salvadore Pittore. 137.
Roſselli Matteo Pittore. 22. 24. 36. 85.
121
.
Roſsellini Antonio Scultore. 200.
Coſimo Pittore. 37.
Matteo Pittore. 118. 119.
Roſſi Vincenzio Scultore. 12. 104. 106.
Roſso.... Pittore. 37. 70.
Rubens Pietro Paolo Pittore. 100.
Ruggieri Ferdinando Architetto. 21. 56.
118
.
Ruſtici Giovan Franceſco Scultore. 16.
S
SAgreſtani Giovanni Pittore. a car. 56.
Salimbeni Ventura Pittore. 36.
Salviati Franceſco Pittore. 55. 58. 107.
Salvini Abate Antommaria. 21. 39.
Sanſovino Scultore. 12. 15. 139.
Santi di Tito Pittore. 22. 31. 43. 57. 58.
61. 81. 84. 85. 142. 157. 158. 191.
Del Sarto Andrea Vannucchi Pittore. 25.
36. 37. 38. 57. 100. 164. 191.
Scamozzi.... Architetto. 51.
Segaloni Matteo Architetto. 54.
Silvani Gherardo Architetto. 21. 27.
56. 118.
Pier Franceſco. 43. 82. 87.
Fra
1
Fra Siſto Architetto. 80.
Sogliani Gio. Antonio Pittore. 70. 187. 189.
Soldani Benzi Maſſimiliano Scultore. 39.
Spinello Spinelli Pittore. 201.
Staggi.... Pittore. 31.
Stradano Giovanni Pittore. 39. 61. 138.
Suſini Franceſco Scultore. 119.
T
TAcca Pietre Scultore. a c. 33. 125. 126.
Tafi Andrea Scultore. 16.
Taſso Bernardo Architetto. 112. 125.
Tatti Iacopo, vedi Sanſovino.
Tempeſta.... Pittore. 130.
Ticciati Girolamo Scultore. 16. 61. 81. 141.
Tintoretto.... Pittore. 100.
Tommaſo da S. Fridiano Pittore. 193.
V
VAndick Pittore. a car. 100.
Vannini Ottavio Pittore. 119.
Vannucchi Andrea, vedi del Sarto.
Vaſari Giorgio Pittore. 11. 43. 54. 58.
59. 61. 73. 82. 91. 102. 104. 106.
142. 166.
Vanhonhout Gherardo Pittore Fiammin-
go
.
130.
Uccelli Paolo Pittore. 83.
Vera-
1
Veracini Agoſtino Pittore. 83.
Verrocchio Andrea Architetto. 9. 72.
104. 114.
Ugolino Saneſe Pittore. 115.
Vignali.... Pittore. 40. 66. 118. 137.
Ulivelli Coſimo Pittore. 38. 40.
Z
ZOcchi Giuſeppe Pittore. a car. 31.
Zuccheri Federigo Pittore. 11.
IL FINE.
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118[Figure 18]