Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze, 1745

Bibliographic information

Author: Del Bruno, Raffaelo
Title: Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di firenze
Year: 1745
City: Firenze
Publisher: Bernardo Paperini
Edition: Quinta Impressione
Number of Pages: 237

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1
RISTRETTO
DELLE COSE
PIU' NOTABILI
DELLA CITTA'
DI FIRENZE
Quinta Impreſſione.

ALL'ECCELLENZA DEL SIGNORE
MARCO DI BEAUVAU
PRINCIPE DI CRAON,
E DEL SACRO ROMANO IMPERIO, GRANDE DI
SPAGNA DI PRIMA CLASSE, CAVALIERE DELl'
INSIGNE ORDINE DEL TOSON D'ORO, CON-
SIGLIERE DI STATO DI S. M. LA REGINA
D'UNGHERIA, E DI BOEMIA, CAVALLERIZZO
MAGGIORE DI S. ALTEZZA REALE, E
PRESIDENTE DEL SUO CONSIGLIO DI
REGGENZA IN TOSCANA, ec. ec. ec.
1[Figure 1]
IN FIRENZE. MDCCXLV.
Nella Stamperia di Bernardo Paperini.
Per il Carlieri, all'Inſegna di San Luigi.
Con Licenza de' Superiori.
1
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12[Figure 2]
ECCELLENZA.
NEll'uſcire per
la quinta volta alle Stampe
queſto Riſtretto delle coſe più
notabili della Città di Firen-

1ze, ſen viene più faſtoſo a
fare la ſua comparſa, non
tanto per le aggiunte, ed
emendazioni, di cui ora ſi
trova corredato; ma più che
mai per la Protezione onde
egli viene arricchito.
Sic-
come un Cavaliere di una
delle principali noſtre Fa-
miglie, quanto Letterato,
altrettanto amatore della
Iſtoria noſtra, e della Pa-
tria, ſi è preſo la cura di
ridurlo in tutte le ſue parti
ed accreſcerlo, a talchè ſi
può dire Opera quaſi che
rinnovata dalle precedenti
edizioni
.
Così ho ſtima-
to di dare ad eſſo Libro il
1 maggior pregio, che ave-
re poteſſe, quale è quello
del portare in fronte il
glorioſo NOME dell'EC-
CELLENZA VOSTRA.
Si degni
Ella adunque di riguardar-
lo con occhio amorevole;
mentre così facendo, io mi
aſſicuro, che incontrerà il
pubblico gradimento, lo
che implorando, reſto con
profondo oſſequio

DI VOSTRA ECCELLENZA
2 ze,
mag-
Firenze I. Settembre 1745.
Umiliſſimo Servitore
JACOPO CARLIERI
3
1
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13[Figure 3]
JACOPO CARLIERI
AL LETTORE.
COmpariſce per la quinta
volta alla pubblica lu-
ce il
Riſtretto delle,
coſe più notabili del-
la Città di Firenze, il di cui pri-
mo Eſemplare fu compoſto dal
Dottor Raſſaello del Bruno per
ornamento della Patria, e per co-
modo de' Foreſtieri.
Egli traſſe
dagli Scrittori più accreditati, e
dalla viva voce de' Profeſſori più
pratici quanto ſcriſſe, e ſe nella

1 preſente Edizione ſi troverà coſa
diſcrepante dalle altre, ſovvenga-
ti, Benigno Lettore, che nel va-
riarſi de' tempi, ſi variano le coſe,
onde alcune ſono mutate di poſto,
altre accreſciute, altre ſono tutte
nuove, ed altre ancora meglio
chiarite, al che fare, non è man-
cato chi di buon genio ſi è aſſunto
il peſo, per ſervire a queſt' inclita
Patria, ed a chi viene a vederla.

Vero però è, che nel preſente ac-
creſcimento non ſi è creduto di
poter ſoddisfare alle richieſte di
molti, che avrebbero deſiderato
alcune più minute Notizie, ed una
ſcelta delle Inſcrizioni più rag-
guardevoli, perchè eſſendoſi pre-
fiſſo il primo Autore, e chi ha
continuato, di non iſcrivere un
amplo Trattato, ma di fare un
ſemplice Riſtretto delle coſe più
notabili per direzione puramente
1de' Foreſtieri, è ſtato creduto, che
altrimenti facendo, ſarebbe un
troppo deviarſi dal principale iſti-
tuto
.
Che per quelli, che amaſſe-
ro d' informarſi meglio di quanto
contiene queſta Città, copioſa in
vero di coſe rare, poſſono ritro-
varlo, benchè ſparſamente nelle
Opere de' due famoſi Borghini,
cioè ne' Trattati di Monſignore
Vincenzio, e nel Ripoſo di Raf-
faello, nel Mini, nel Giambullari,
nel Bocchi, nelle aggiunte del Ci-
nelli, ed in quanto ne ſcriſſe Fer-
dinando Leopoldo del Migliore nel-
la ſua Firenze illuſtrata; non tra-
laſciando eziandio le Opere di
Giorgio Vaſari, e di Filippo Bel-
dinucci, ſiccome per quello, che
riguarda la Pietà, e il Divin Culto
il Giamboni nel Diario Sacro, che
eſattamente diſteſe.
Ma ciò non
oſtante credeſi, che ſia neceſſaria
1 la preſente Operetta, dove ſi tro-
veranno Notizie non più meſſe in
luce, e quello, che è eſſetto del
tempo, il molto, che è ſtato ag-
giunto, e variato dopo, che ſcriſ-
ſero i prenominati Autori.
E per-
chè ſi è coll'eſperienza riconoſciuto,
che molti Foreſtieri gradiſcono di
vedere le Fabbriche ſuburbane, e
ſpecialmente le Ville de' noſtri Rea-
li Sovrani, ſi è ſtimato di far coſa
grata lo aggiugnere per Seconda
Parte una ſuccinta Relazione del-
la vicina Campagna.
Imperciocchè
ſe ſi voleſſe ſtendere la curioſità
di alcuno ad oſſervare le Fabbri-
che del Territorio Fiorentino, ve-
drebbe forſe con maraviglia quan-
to è magnifica in queſto genere il
genio della Nazione.
Ed in ciò
fare ci ha recato qualche giova-
mento il Compendio, che ne com-
pilò il Cavaliere Anton Franceſco

1Marmi, al quale, come nelle coſe
della Città ſi è aggiunto non poco.
pre-
de'
la
Mar-
Si è poi diviſo in tre ſole Gior-
nate quanto ſi propone a vederſi
nella Città, non perchè non ſi cre-
da, che vi voglia un tempo mag-
giore, ma per adattarſi a quel-
li, che di paſſaggio quà giungono;
che per altro ognuno può ſparti-
re ſecondo, che gli aggrada, o che
eſige la propria convenienza in
quei giorni, che vorrà, quanto
gradirà di vedere, conoſcendo però
noi, che la ſola Reale Galleria ri-
chiede per oſſervarſi più tempo di
quello, che ſi è diviſato per tutta
l'intera Città: appunto come fan-
no i Foreſtieri più culti, e che
più guſtan il buono; e vivi felice.
4[Figure 4]
15[Figure 5]
Molte gran coſe in picciol
faſcio ſtringo.
Petr. Triomf. Fam. cap. a.
6[Figure 6]
1
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1
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17[Figure 7]
DELl'ORIGINE,
E
DE' PROGRESSI
DELLA CITTA'
DI FIRENZE.
8[Figure 8]
l'Origine di queſta noſtra Città
per le diverſe opinioni degli
Scrittori ſi è renduta incer-
ta, e dubbioſa.
Stimarono al-
cuni, eſſer ella derivata da'
Soldati di Silla; altri da' Triumviri; al-
tri da' Popoli Fieſolani.
vi mancò chi
credeſſe, Ercole Libico eſſerne ſtato il Fon-
datore
.
Qualunque però di così varie opi-
nioni ſia la più vera, a me per ora non
è permeſſo d'inveſtigarlo.
Certo è, che ſe-
condo l'autorità di Giulio Frontino, e di
altri ſolenni Autori uniti alla comune ſi-
cura credenza, Firenze fu Colonia antica
de' Romani dedotta da' Triumviri, popolata
1 non dall'inſima plebe, ma da' più ſcelti Ca-
valieri, e Soldati più valoroſi di quella Ca-
pitale del Mondo, affermandoci Marco Tul-
lio: Hi ſunt homines ex iis Coloniis, quas
Feſulis Sylla conſtituit, quas ego univerſas
Civium eſſe optimorum, & fortiſſimorum ſen-
tio
.
E dalle antiche Inſcrizioni, che eſi-
ſtono nella Real Galleria, e nella Villa
d' Arcetri de' Capponi di Via de' Bardi,
appariſce, che era aſſegnata a i Fiorentini
la Tribù Scaptia.
Quindi è, che i Fioren-
tini nutrirono in ogni tempo ſpiriti nobili,
e generoſi, e niuna impreſa, benchè diſſi-
cile, e grande, intentata laſciarono, per
acquiſtare a ſe medeſimi gloria, ed alla Pa-
tria ornamento, e ſplendore.
Scoſſo il du-
ro giogo di eſſere ad altri ſoggetti, dopo la
caduta dell'Imperio Occidentale nel quin-
to ſecolo, proccurarono di vivere in liber-
; per conſervar la quale, non meno, che
per dilatare i confini del proprio dominio,
furono forzati ad abbattere l'audacia de' lo-
ro Nemici, disfacendo Caſtella, eſpugnan-
do Città, e riducendo ſotto il loro coman-
do Popoli interi.
Fatti pertanto potenti,
non temerono di ſoſtenere oſtinatiſſime,
guerre contra i primi Potentati d' Italia,
riportandone bene ſpeſſo ſegnalate vittorie,
le quali ſenz' alcun dubbio non ſarebbero
così toſto ceſſate, ſe le diſcordie civili non
ne aveſſero il corſo impedito.
Queſte fu-
rono, che tolſero a' Grandi il Governo, e'l
1 tramutarono di Ariſtocratico in Popola-
re, e di Popolare lo riduſſero a Principa-
to: avvegnachè la Repubblica ne' primi tem-
pi, ſolamente dagli Ottimati ſi governaſſe,
indi dal Popolo, però nobile, e potente, e
non già vile, e minuto, ſe non nella rivo-
luzione de' Ciompi del 1378. che ebbe cor-
ta durata; e dipoi nel ſecolo decimoſeſto
per divina diſpoſizione, da Principi ottimi,
e clementiſſimi cominciò ad eſſer governa-
ta
.
Ora ſiccome nel coraggio, e nel gover-
no furono i Fiorentini ſomigliantiſſimi a i
Romani loro Progenitori, così proccuraro-
no in ogni altra coſa d' imitarli.
Ebbero,
come Roma, il Teatro, l'Anfiteatro, il
Campidoglio, il Foro, le Terme, gli Acqui-
dotti, ed il Tempio di Marte, con molti
altri dedicati alle falſe Deità de' Gentili,
de' quali ve ne ſono molti veſtigj, e ſpe-
zialmente del Tempio di Marte.
Coſtuma-
rono gli ſteſſi Giuochi, e l'iſteſſe Feſte pub-
bliche, e ne riconobbero per tutelare il
medeſimo Dio Marte.
Così ne' tempi po-
ſteriori, quando ebbero la felice ſorte di co-
noſcere, e di abbracciare la Religione Or-
todoſſa, edificarono nobiliſſime Chieſe,
ſontuoſi Palazzi, Giardini vaghiſſimi, che
quaſi gareggiano con quei di Roma.
Col-
tivarono, come i Romani, in ſommo grado
le Armi, e le Lettere.
Nelle Armi riuſci-
rono valoroſiſſimi Soldati, e Condottieri
d' Eſerciti di gran nome.
Sono innumera-
1 bili quelli, che ne' tempi antichi, e moder-
ni ebbero l'onore d'eſſer creati Cavalieri
da Imperadori, e Monarchi, per ricompenſa
del loro valore, e ad alcuni non ſon man-
cate Sovranità ragguardevoliſſime, ed anche
Regie, e le Dignità prime del Mondo.

Moltiſſimi quelli, che nelle Regioni anche
più barbare, e più lontane ſi renderono
formidabili, e nel medeſimo tempo glorioſi.

poſſiamo tacere, che tutto il nuovo
Mondo ha il ſuo nome da un Fiorentino.

Ma che diremo noi degli Uomini Letterati ?
Dopo l'invaſione de' Barbari nell'Italia, ri-
maſero le Scienze, e l'Arti più nobili ſe-
polte in una profonda ignoranza: mercè
però de' Fiorentini riſorſero a nuova vita,
ripigliando il lor primiero ſplendore.
Quin-
di ſi vedde, quaſi diſſi, rinata la Poesía,
e l'Eloquenza Latina, e Greca, e pren-
der vita la Letteratura Toſcana.
Rifiorì la
Filoſofia di Platone, e con eſſa ogni altra
Scienza più ragguardevole.
Le Mattemati-
che ſormontarono al ſommo grado col gran
Galileo, e l'Jus Civile dall'interpetrazione
del noſtro Accurſio incominciò grandemente
a riſorgere.
Così fecero la Pittura, la Scul-
tura, e l'Architettura; nelle quali tant' ol-
tre s' avanzarono i Fiorentini, che a loro
giuſtamente ſi dee la lode di primi Maeſtri,
e di Reſtauratori di bell'Arti.
E ſe,
nell'Armi, e nelle Lettere grandemente
fiorirono, quanto più ſi ſegnalarono nella
1 Pietà, e Religione ! Sopra il numero di du-
gento ſon quei, che già Cittadini di queſta
Patria, ora del Cielo, col titolo di Beati,
o di Santi s' adorano ſugli Altari.
Più di
centocinquanta Chieſe ſi contano, quaran-
tanove delle quali ſon Parrocchie.
Seſſanta
Monaſterj di Monache tutti dentro della
Città, oltre i molti, che ſono ſuburbani:
ventotto di Religioſi Clauſtrali nel recinto
delle mura: molti Conſervatorj di Fanciul-
le povere, e d' Uomini mendicanti: ſei Spe-
dali per gl'infermi: ſedici per i Pellegrini: e
ſopra cento Confraternite di Secolari; Altre
delle quali all'inſtituzione del Catechiſmo:
altre al ſovvenimento de' Poveri vergogno-
ſi; altre all'eſercizio di varie opere di mi-
ſericordia con gran fervore attendono, ed
altre alla ſcarcerazione de' Prigioni.
Vi
ſono Accademie di gran nome, e fra que-
ſte la Sacra Accademia Fiorentina, e la
tanto famoſa della Cruſca, Regina, e mode-
ratrice della Lingua Italiana.
Quella de-
gli Apatiſti, che per adunarſi ſempre pub-
blicamente, e darviſi ad ognuno facoltà di
recitarvi in qualſivoglia Idioma è ſtimata il
Seminario de' belli ingegni.
Vi è ancora la
Società Bottanica eretta modernamente a
comodo, e benefizio di queſta utile Pro-
feſſione
.
Finalmente per render una Città
in ogni parte compita, hanno fatto a gara
l'Arte, e la Natura: quella con tanti ab-
bellimenti eſteriori, di ſtrade ſpazioſe, e
1 ben laſtricate, di ſontuoſi Edifizj, di tante
belle Pitture, e Statue, di cui è ripiena la
Città noſtra: queſta coll'amenità del ſito,
ov' ell'è collocata, e circondata da ferti-
liſſimi Colli, irrigata dal Fiume Arno, in
luogo d' aria ſottile , ma ſalubre, e pro-
ducitrice di nobiliſſimi ingegni; Onde non
è maraviglia s' ella meriti il giuſto encomio,
che le hanno dato gli Scrittori più nobili,
di bella, e di magnifica, di ſiore delle Cit-
, e di maeſtra delle Scienze, e dell'Ar-
ti, qual nuova Atene in Italia.
Ora diafi
cominciamento alla Prima Giornata.
A non
tra-
A 2 bili
Pietà,
A 3 ben
9[Figure 9]
PRI-
110[Figure 10]
PRIMA
GIORNATA
.
IN cui partendoſi il Foreſtiero dal-
l'Albergo, potrà viſitare l'in-
ſigne Chieſa Metropolitana, chia-
mata
SANTA MARIA DEL FIORE. Ed av-
vengachè queſta gran Chieſa vinca di pregio
tutte le Fabbriche della Città, fa di meſtiere
oſſervare in eſſa diſtintamente tutto ciò, che
la rende ſopra d' ogni altra mirabile, e ſin-
golare
.
Primieramente s' eſtende la ſua lun-
ghezza a braccia dugenſeſſanta; la larghez-
za delle Tribune a cenſeſſantaſei; e quel-
la delle Navate a ſettantuna; l'altezza dal
piano della terra fino alla ſommità della
Croce, a braccia dugentodue: poichè fino
al piano della Lanterna, ell'è alta cen-
cinquantaquattro braccia; il Tempio della
Lanterna trentaſei, la Palla quattro, e
otto braccia la Croce.
Finalmente tutto il
giro di queſto grand' Edifizio aſcende a brac-
cia milledugentottanta.
Per di fuori è tut-
1 ta incroſtata di marmi con bell'ordine di-
viſati
.
La Facciata fu già in gran parte in-
croſtata pure di marmi, e adorna di belliſ-
ſime Statue, alcune delle quali dentro in
Chieſa furon dipoi collocate; ma vedeſi di
preſente tutta dipinta a freſco; ornamento
fatto l'Anno 1688. coll'occaſione delle Reali
Nozze del Gran Principe Ferdinando di To-
ſcana colla Gran Principeſſa Violante Bea-
trice di Baviera.
Per ſette gran Porte vi ſi ha
l'ingreſſo, tre delle quali nella Facciata, e
quattro lateralmente, abbellite di vaghi la-
vori, ed intagli, tra' quali è molto in pregio
la Nunziata di Moſaico di mano del Grindal-
lajo ſopra la Porta del fianco verſo la Via
de' Servi.
Rileva ſopra queſt' Edifizio la
gran Cupola di figura ottagona, la cui bel-
lezza, e grandezza rende l'occhio di chi
la mira per lo ſtupore attonito; per
quanto ſe ne ragioni, ſi giunge mai a lo-
darne una parte.
Queſta è la Cupola
famoſa, della quale il divin Michelagno-
lo ebbe a dire, poterſi appena imitare, non
che ſuperare coll'arte.
Finalmente l'Ar-
chitettura di tutto queſto compoſto è oltre-
modo maraviglioſa; imperciocchè in quel-
l'età coſtumandoſi di fabbricare alla Goti-
ca, fu al certo mirabil coſa, che gl'inge-
gnoſi Artefici ſi diſcoſtaſſero da una manie-
ra barbara, ed all'ottima degli antichi
Romani s'avvicinaſſero.
Or queſto grande
Edifizio ebbe cominciamento l'Anno
1 o come altri vogliono, il ſuſſeguente, eſ-
ſendo prima in queſto luogo una piccola.
Chieſa molto divota, eretta in onore di
Santa Reparata, per ricordanza dell'inſigne
Vittoria ottenutaſi l'Anno 407. nel giorno
a lei dedicato, contra Radagaſio Re de' Goti.

Il primo Architetto fu Arnolfo diſcepolo
di Cimabue, ſotto la direzione del quale
incominciataſi queſta Fabbrica, in cencin-
quantaquattr' anni fu da altri valenti Uomini
ſuoi ſucceſſori quaſi all'ultima perfezione
condotta
.
Ma la gran Cupola fu parto del-
l'ingegno maraviglioſo di Filippo di Ser
Brunelleſco, Architetto, che ne'ſuoi tempi
non ebbe uguale.
Ammirata l'eſterior bel-
lezza entreremo in Chieſa, il pavimento
della quale è tutto di marmi di varj colo-
ri, diviſati con mirabil diſegno.
Quivi pri-
ma d'ogni altra coſa, potrà l'erudito Fo-
reſtiero volger l'occhio alle varie Inſcri-
zioni, e memorie, che vi ſi trovano.
A
man deſtra evvi il Ritratto del menzionato
Brunelleſco ſcolpito in marmo; a cui ſegue
il Ritratto di Giotto reſtauratore della Pit-
tura, con Epitaſſi, il primo di Carlo Are-
tino, il ſecondo d' Agnolo Poliziano.
Suc-
cedono altre memorie d' Uomini illuſtri,
come di Pier da Farneſe Capitano de' Fio-
rentini, di Fra Luigi Marſilj eminente.
Teologo, del Cardinal Pietro Corſini, e dopo
queſto l'Eſſigie ſcolpita in marmo del gran
Marſilio Ficino rinnovatore della Filoſofia
1 di Platone. Così a mano ſiniſtra ſono di-
pinte due figure, rappreſentanti Niccolò da
Tolentino, e Giovanni Acuto; e dirimpet-
to al Farneſe è ſituato il Depoſito di Don
Pietro di Toledo Vicerè di Napoli.
E que-
ſta Chieſa diviſa in tre Navate, alle quali
corriſpondono tre Tribune di forma ottago-
na, e in ciaſcuna di eſſe ſono cinque Cap-
pelle
.
In quelle della Tribuna maggiore,
ſervono per Tavole degli Altari quattro
grandi Statue di marmo, rappreſentanti gli
Evangeliſti, di mano di Donatello.
S'in-
nalza ſopra le dette Tribune la gran Cupo-
la, per di dentro tutta dipinta con mara-
viglioſa invenzione da Federigo Zuccheri,
e da Giorgio Vaſari.
Corriſponde per di
ſotto il Coro della medeſima forma d' or-
dine Jonico, e di marmi di varj colori.

Reſta queſto coronato da un belliſſimo fre-
gio, ſoſtenuto da più colonne, l'imbaſa-
mento delle quali è arricchito di baſſirilie-
vi di mano d' eccellenti Maeſtri, e ſpecial-
mente di Giovanni dell'Opera.
In teſta del
medeſimo Coro ſi vede un Criſto Crocifiſſo, di
mano di Benedetto da Majano, Scultore anti-
co, e valente.
Poſano ſopra l'Altare tre gran-
di Statue di marmo, ſcolpite da Baccio Ban-
dinelli, rappreſentanti Iddio Padre in atto
di ſedere, ed a'ſuoi piedi un Criſto mor-
to, ſoſtenuto da un Angiolo.
Due Figure,
in vero belliſſime, e condotte dal medeſi-
mo Baccio a maggior perfezione delle pri-
1 me, rappreſentanti Adamo, ed Eva col Ser-
pente, erano collocate dietro queſto Alta-
re, in luogo delle quali ſtate rimoſſe, e
poſte nella gran Sala del Palazzo Vecchio,
fu meſſa una Pietà di mano del Buonarro-
ti, che, ſebbene non condotta a fine, mo-
ſtra tuttavia l'eccellenza del Profeſſore.

Ne' pilaſtri delle Tribune, come ancora,
nelle mura delle navate ſi vedono alcune
nicchie, o tabernacoli di marmo miſto, en-
tro de'quali ſono gli Apoſtoli, ſcolpiti in
marmo da Maeſtri eccellentiſſimi.
Ha que-
ſta Baſilica due Organi, che ſono di rariſ-
ſima perfezione, e la Porta di bronzo del-
la Sagreſtia tutta ſtoriata di ſacre Im-
magini, inſigne lavoro di Lorenzo Ghi-
berti; ed altre opere degne di ſtima, le
quali potrà il Foreſtiero da ſe medeſimo oſ-
ſervare
.
Una ſola coſa parmi neceſſario av-
vertire, ed è, che ſe per ſorte quivi non
ſi vedranno in gran copia gli abbellimenti
eſteriori, che a' noſtri tempi ſi coſtumano,
ſi ſcorgerà nondimeno un bel compoſto, a
cui tutte le parti nobilmente corriſpondono,
ed una maeſtoſa bellezza, che ſenz' altro
ornamento, l'occhio ſommamente diletta.

Oltre però il materiale, degna ſi è queſta
Chieſa di ſomma venerazione, per le inſi-
gni Reliquie di tanti Santi, che vi ſi ado-
rano
.
Sono tra eſſe le più coſpicue, una
parte della Croce, un Chiodo, e una Spi-
na della Corona di Noſtro Signore, ripoſte
1 in Reliquiarj di gran pregio. Evvi il Cor-
po di San Zanobi Veſcovo Fiorentino, e di
molti altri ſuoi Succeſſori, e Diſcepoli; di
San Podio, di S. Stefano Nono Pontefice, e
de' Santi Martiri Abdon, e Senen.
Evvi
inoltre un Pollice di S. Giovan Batiſta, con
alquante ſue Ceneri, una parte di Braccio
di Sant'Andrea Apoſtolo, ed altre ancora
ſenza numero deſcritte già dall'Arcidiaco-
no Minerbetti.
Ma non minor venerazione
le rende il Divin culto, che da tanti ſacri
Miniſtri religioſamente s' oſſerva.
Quaran-
taquattro Canonici, e fia queſti cinque Di-
gnità; ſeſſanta, e più Cappellani; e cenſeſ-
ſanta Cherici, coll'aggiunta di buon nume-
ro di altri Cherici del nuovo Seminario Fio-
rentino, celebran quivi continovamente gli
Ufizj Divini, con tal decoro, e ſplendore,
che quello d' ogni altra Cattedrale d' Ita-
lia non ſolo agguaglia, ma ſupera di gran
lunga
.
Oltre di ciò, queſta Chieſa s' è ren-
duta celebre per molti, e ſingolari avve-
nimenti quivi accaduti ne' ſecoli trapaſſati.

Fra queſti parmi notabile, che quivi un Fede-
rigo Terzo Imperadore, inſieme col Re di
Ungheria, e il Duca d' Auſtria, creaſſe
più Cavalieri a Spron d' oro, e molti di
queſta Patria: che Carlo Ottavo vi ſtabi-
liſſe concordia co' Fiorentini: che due Som-
mi Pontefici Martino V. ed Eugenio IV.
ſolennemente vi celebraſſero: Che Pio II.
e Leon X. v' aſſiſteſſero più volte alle ſa-
1 cre Funzioni: ma più d' ogni altro, che
quivi ſi celebraſſe l'anno 1439. il Concilio
Ecumenico Fiorentino, famoſo per l'inter-
vento del mentovato Eugenio IV. dell'Im-
perador Paleologo, del Patriarca di Coſtan-
tinopoli, e di tanti Primati della Grecia;
ma più famoſo per l'unione ſtabilitavi del-
la Chieſa Greca colla Latina, ſiccome dall'
Inſcrizione in marmo preſſo alla Sagreſtia,
ſi può vedere.
Per queſte, ed altre cagio-
ni non è maraviglia, ſe queſta Chieſa gode
inſigni prerogative, tralle quali è molto ſin-
golare, che tanti Cherici, dopo il ſervizio
preſtato alla medeſima, vengano promoſſi al
Sacerdozio, benchè non ſiano provveduti di
alcun Benefizio, o d' altra rendita Eccleſia-
ſtica
.
Uſcendo di Chieſa trovaſi appreſſo il
A 4 ta
o co-
A 5 di
me
A 6 in
cre
CAMPANILE, la cui circonferenza è
cento braccia, e l'altezza cenquaranta-
quattro
.
E` in iſola da ogni parte ſino da'
fondamenti, ed è incroſtato tutto di mar-
mi di diverſi colori, con bel diſegno di-
ſtinti
.
In quattro nicchie da ogni lato po-
ſano quattro Statue, delle quali quelle,
che riguardano la Piazza, e l'altre due ſo-
pra la Porta ſono di mano di Donatello.

Fu condotta queſta gran Torre col diſegno
di Giotto, ed è vaga, e mirabile la
ſua ſtruttura, che certamente nel Mondo
non ſi trova l'eguale.
Dirimpetto alla.
Chieſa del Duomo, è quella di
1 SAN GIOVANNI, unica reliquia, per
quanto ſi dice, dell'antichità di Firenze,
avvengachè di quei molti Edifizj, che a ſo-
miglianza di Roma furono fabbricati, niun
altro fuori di queſto ſiaſi conſervato.
La
Gentilità lo dedicò a Marte; ma levata
l'Idolatría, e ricevuta la Santa Fede, fu,
com' altri hanno creduto, prima al Salva-
dore, indi a San Giovan Batiſta Protettore
della Città conſagrato.
E' queſto Tempio
di figura ottagona, da ogni parte iſolato,
e di fuori incroſtato di varj marmi.
Per tre
Porte vi ſi ha l'ingreſſo, l'impoſte delle
quali tutte di bronzo, ſono di maravi-
glioſa bellezza, e con tal maeſtría lavorate,
che Michelagnolo Buonarroti ſoleva dire,
che ſarebbero ſtate bene alle Porte del Pa-
radiſo
.
Quella, che riguarda la Chieſa del
Duomo, e altresì quella dirimpetto all'Ope-
ra, ſono ambedue condotte da Lorenzo Ghi-
berti, ma la terza più antica fu fatta da An-
drea Piſano.
Sono eſſigiate in eſſe alcune
Storie del Teſtamento Vecchio, e Nuovo,
di baſſorilievo, fatte con tal eccellenza,
che reſta l'occhio attonito per lo ſtupore.

Sopra la Porta principale vi ſono tre Statue
di marmo, che rappreſentano il Batteſimo
di Criſto, incominciate dal Sanſovino, e
perfezionate da Vincenzio Danti, di cui
ſono l'altre tre Statue di bronzo, rappre-
ſentanti la Decollazione di San Giovanni
ſopra la Porta, che è dirimpetto al Bigal-
1lo. Ma ſopra la Porta verſo l'Opera ſono
maraviglioſe le tre Figure di bronzo, che
rappreſentano San Giovan Batiſta, che di-
ſputa con un Fariſeo, e con un Dottore
della Legge antica, e ſono di mano di Gio-
van Franceſco Ruſtici.
Poſſono ancora no-
tarſi le due Colonne di Porfido, poſte avan-
ti la Porta principale, donate già da' Piſa-
ni alla Città di Firenze: e le catene, che
pendono, con altre, che ſi veggono ad alcune
Porte della Città, ſono un trofeo del valor
Fiorentino quando conquiſtarono il Porto Pi-
ſano, che ſervivano a chiuderlo.
Entrando
in Chieſa ſi vedono ſedici groſſe Colonne
di belliſſimo graníto, con Capitelli, e Pi-
laſtri, ſopra de' quali ricorre un terrazzi-
no, che circonda quaſi tutta la Chieſa.

Sotto l'Arco della Tribuna, ove è ſituato
l'Altar maggiore, è ſtata ultimamente al-
zata la Statua di marmo del Precurſore, in
atto d' eſſer portato alla Celeſte Gloria, con
più Angioli pur di marmo, opera tutta di
Girolamo Ticciati, celebre Scultore, e Ar-
chitetto de' noſtri tempi; di cui pure è lo
ſpazioſo Presbiterio eretto davanti il pre-
detto Altar maggiore, lavorato di finiſſimi
marmi, e arricchito di Medaglioni, e di
Baſſirilievi di marmo.
La volta poi è tut-
ta fatta a Moſaico, per opera d' Andrea
Taſi, diſcepolo di Cimabue, che in quei
tempi ebbe la ſua ſtima.
Vi è in og-
gi, oltre varj ornamenti, un Battiſtero
1 molto vago, e di belliſſimi marmi adorno,
nella nicchia del quale vi è un San Giovan
Batiſta di marmo fatto da Giuſeppe Piamon-
tini valente Scultore.
Ed è da notarſi, che
un magnifico Battiſtero era prima nel mez-
zo del Tempio, della forma ottagona del
quale n' è rimaſto il ſegno.
Dirimpetto
al detto Battiſtero, vi è il Sepolcro ornato
di varie Statue di Baldaſſar Coſſa, già Papa
ſotto nome di Giovanni Vigeſimoſecondo,
o come altri vogliono, Vigeſimoterzo,
morto in Firenze l'anno 1419. dopo aver
rinunziato il Pontificato avanti al Concilio
di Coſtanza.
L'intaglio di queſto Sepolcro
è opera di Donatello celebre Scultore de'
ſuoi tempi, di cui parimente è la Santa Maria
Maddalena Penitente in un bello Altare,
fatto modernamente.
Finalmente in queſto
Tempio ſono molte Reliquie inſigni, e ſpe-
cialmente il Dito indice di San Giovan Ba-
tiſta, e un Braccio di San Filippo Apoſto-
lo, che ſi tengono in ſomma venerazione,
come altresì molte ſuppellettili ſacre, e
argenti d' ineſtimabil valore.
Uſcendo di
Chieſa per la Porta dall'Opera, ſi trova
una Colonna, poco diſtante, eretta in quel
luogo l'Anno di noſtra ſalute 408. per ri-
cordanza di quell'inſigne miracolo, che
operò San Zanobi Veſcovo Fiorentino, al-
loraquando trasferendoſi alla Chieſa di San
Salvadore il ſuo Corpo dall'inſigne Colle-
giata di San Lorenzo, nel toccar quivi la
1 Bara un olmo ſecco, incontanente divenne
freſco, e verdeggiante.
Si vede addirim-
petto il
SAN.
lo.
molto
Bara
PALAZZO DELL'ARCIVESCOVO, fat-
to col diſegno di Gio: Antonio Doſi, che
ha la ſua entratura nell'altra ſtrada, ed
è oſſervabile la magnifica Scala, e l'Atrio,
che mette nella gran Sala, dipinto eccel-
lentemente da Pietro Anderlini, a ſpeſe
di Monſignor Giuſeppe Maria Martelli, a
cui dobbiamo ancora il riſtoramento di
SAN SALVADORE, Chieſa tenuta da
una divotiſſima Congregazione di Sacerdoti
molto utili alla diſciplina Eccleſiaſtica, ed
è ornata di Pitture de' migliori Profeſſori
a freſco di queſti tempi.
Andando per via
de' Martelli, s' incontrano le Abitazioni
de' Martelli, e degli Arnaldi, nella prima
delle quali vi ha una Statua di Donatello
creduto il più eccellente lavoro del ſuo
ſcarpello; e nella ſeconda vi ſono eſquiſi-
te Pitture, ed Arredi di molto pregio.
In-
di trovaſi la Chieſa de' Geſuiti detta
SAN GIOVANNINO, dedicata a San
Giovanni Evangeliſta.
Era queſta Chieſa
aſſai piccola, prima che foſſe conceduta a'
detti Padri; ma intorno all'Anno 1580.
coll'opera, e col diſegno di Bartolommeo
Ammannati, celebre Scultore, e Architet-
1 to Fiorentino, fu oltremodo accreſciuta, e
adornata
.
Imperciocchè quell'Artefice mol-
to pio, e religioſo, a niuna ſpeſa, e fati-
ca perdonò, perchè queſt' opera foſſe con-
dotta al ſuo fine.
Ammirano gl'intendenti
l'eſquiſitezza dell'Architettura, ed il bel-
l'ordine di tutte le parti di queſto ſacro
Edifizio
.
Ha la facciata aſſai vaga, tutta
di pietre ſerene, e dentro vi ſono nelle
Cappelle varj ornamenti di ſtucchi, con,
belle Tavole; in una delle quali di mano
d' Aleſſandro Allori, detto il Bronzino, è
dipinta la Cananea.
l'Altar maggiore è
ſtato modernamente rinnovato, la cui Tavo-
la, di un Crocifiſſo, è di mano di eccellen-
te Profeſſore.
Vicino a queſta Chieſa, ed
al principio di Via Larga è il famoſo
to
PALAZZO DE' MEDICI, oggi del Mar-
cheſe Riccardi, fatto già fabbricare da.
Coſimo Padre della Patria, col diſegno
di Michelozzo.
Non può ſpiegarſi abba-
ſtanza quanto ſia bello, e magnifico,
può comprenderlo ſacilmente chi non lo
mira
.
Vedonſi le due facciate tutte di pie-
tre forti in tre ordini diviſate.
Dal piano
della terra fino alle prime fineſtre l'ordi-
ne è ruſtico, o Toſcano, con bozze aſſai
rilevate
.
Sopra di queſto ſegue il Dorico,
a cui ſuccede il Corintio: ma in fronte di
nobile Edifizio, vedeſi un Cornicione
d'incredibil vaghezza, che da per tutto lo
1circonda. Non meno vaghe ſon le fineſtre
da baſſo, gli ornamenti delle quali, come
altresì il Cornicione, ſi credono fatti col
diſegno del Buonarroti.
Entrando per la
Porta principale trovaſi la prima Loggia,
nel fregio della quale ſono alcuni tondi,
entrovi Figure di marmo di mano di Dona-
tello, e le pareti tutte furono fatte ador-
nare l'Anno 1719. dal Marcheſe Franceſco
Riccardi, di baſſirilievi, di Statue, di Buſti,
e d' Inſcrizioni antiche a foggia di Muſeo.

A man deſtra vi è una ſcala molto como-
da, e nobile fatta col diſegno di Giovan
Batiſta Foggini Scultore, e Architetto Fio-
rentino
.
E` pure a man ſiniſtra una ſcala
belliſſima fatta a chiocciola, che dal terreno
conduce ſino alla ſommità, del Palazzo.
Pe-
netrando poi nelle ſtanze, quanti ornamenti
di pregio vi s' ammireranno !
Quante prezio-
ſe ſuppellettili degne di tanto Palazzo !
Ve-
draffi la belliſſima Gallería dipinta da Lu-
ca Giordano celebre Pittore de' noſtri tempi:
allato alla quale una copioſa, e ſcelta Li-
brería, che fu già del Senator Marcheſe
Vincenzio Capponi, da cui l'ereditarono i
preſenti Poſſeſſori, i quali vanno ſempre au-
mentandola
.
Si mireranno inoltre i nuovi ac-
creſcimenti di ſervizj baſſi molto comodi; e
finalmente ſi vedrà creſciuta doppiamente,
la principal Facciata verſo Via Larga, col-
l'iſteſs' ordine, e Architettura dell'antica.

E' ſamoſo queſto Palazzo, non ſolo per la
1 ſua bellezza, ma eziandío per eſſere ſtato
in ogni tempo ricetto di grandiſſimi Per-
ſonaggi, eſſendoviſi trattenuti Sommi Pon-
tefici, Imperadori, e Re, oltre un novero
grande di Principi ( di che ſi legge la me-
moria in un Cartello di marmo nel primo
Cortile, fatta dal celebre Abate Anton
Maria Salvini ) e per molti avvenimenti
accadutivi, e deſcritti largamente dal Gio-
vio, e da varj Scrittori de' tempi andati.

Dirimpetto a queſto, ſi vede il
circon-
ſua
PALAZZO fatto fabbricare dal Cardinale
Bandino Panciatichi col diſegno del Cava-
lier Carlo Fontana, e appreſſo il
PALAZZO del Marcheſe Pier Luigi Cap-
poni, con bella facciata di Gherardo Sil-
vani, e che è ſtato internamente accreſciu-
to: e dipoi s' incontra il
PALAZZO del Marcheſe Prior Ruberto
Capponi fatto col diſegno di Ferdinando
Ruggieri
.
E paſſeggiata tutta quella bella
ſtrada piena di nobili Abitazioni, ſi giun-
ge alla Piazza, e Chieſa di
SAN MARCO de' Padri Domenicani del-
l
'Oſſervanza.
Tra gli ornamenti più ſingo-
lari vi s' ammirano le belle Tavole, tutte
di mano d' eccellenti Maeſtri.
Nell'entrare
a man deſtra, vi è una divota Madonna di
1 Piero Cavallini Romano, che per venera-
zione ſta coperta.
La ſeconda, dov' è di-
pinto San Tommaſo d' Aquino, è di Santi
di Tito.
La terza è del celebre Fra Barto-
lommeo della Porta.
Nella quarta ſi vede
una Madonna lavorata a Moſaico.
E final-
mente la quinta, dov' è San Domenico, è
di mano di Matteo Roſſelli.
Parimente a
man ſiniſtra, la prima è del Paggi Lom-
bardo: la ſeconda del Paſſignano: e la quar-
ta del Cigoli: dopo la quale ſegue la bel-
liſſima Cappella di Sant'Antonino Arcive-
ſcovo di Firenze, fatta fabbricare con ſom-
ma magnificenza da Averardo, e Antonio
Salviati
.
Ella è tutta di marmi nobilmen-
te lavorati col diſegno di Giovanni Bolo-
gna
.
Tre belle Tavole di Pittori eccellen-
ti ne adornano vagamente le tre facciate,
in ciaſcheduna delle quali ſi mirano due,
belliſſime Statue di marmo, che in tutto
aſcendono al numero di ſei, di mano del
Francavilla diſcepolo del mentovato Gio-
vanni Bologna, ed altrettanti Baſſirilievi
di bronzo, di mano di Fra Domenico Por-
tigiani, fatti ſul diſegno del Maeſtro, da
cui fu fatta la Figura di bronzo ſotto l'Al-
tare, che rappreſenta il Santo giacente ſo-
pra dell'Urna, nella quale ſta ripoſto il
di lui ſacro Corpo.
Finalmente corona que-
ſta Cappella una Cupoletta tutta adorna
di ſtucchi, e di vaghe Pitture di mano del
famoſo Bronzino.
Queſta inſigne Cappel-
1 la ha meritato d' eſſer deſcritta, e pubbli-
cata colla ſtampa dal celebre Antiquario
Dottor Anton Franceſco Gori.
Allato a
queſta vi è la Cappella de' Serragli, ancor
eſſa ragguardevole, non meno per la ſtrut-
tura di finiſſimi marmi, de' quali ſino al
pavimento è ricoperta, quanto per varj or-
namenti di Statue, e di Pitture, che no-
bilmente l'adornano.
La Soffitta è tutta in-
tagliata, e riccamente dorata, collo sfondo
aſſai ben condotto, uſcito dal pennello di
Gio: Antonio Pucci.
Segue dipoi la Tribu-
na con un bello Altar maggiore corredato
di ricchiſſimi argenti.
E' degno di memo-
ria, che quì furono ſepolti il Conte Giovanni
Pico della Mirandola, che fu chiamato la
Fenice degl'ingegni, ed Agnolo Poliziano
uomo letteratiſſimo, e ſingolare.
Non me-
no però della Chieſa è ragguardevole il
Convento, fatto fabbricare da Coſimo, e
da Lorenzo de' Medici, col diſegno di Mi-
chelozzo
.
Nel primo Chioſtro ſono le lu-
nette tutte dipinte da eccellenti Maeſtri,
e ſpecialmente da Bernardino Poccetti, dal
Roſſelli, e dal Boſchi.
Bella, e copioſa Li-
breria vi ſi conſerva, ove, fra gli altri,
ſono di pregio moltiſſimi Manoſcritti, al-
cuni de' quali è fama, che foſſero già di
Niccolò Niccoli, che è da annoverarſi fra
quelli, da' quali le Lettere Greche ricono-
ſcono il loro riſorgimento.
Fu queſto Con-
vento ſempre tenuto in grande ſtima, non
1 ſolo per l'oſſervanza reſtauratavi da Fra
Girolamo Savonarola, ma eziandio per aver-
vi dimorato moltiſſimi Religioſi di ſanta,
vita, in converſazione de' quali ſoleva Coſi-
mo Padre della Patria ſpeſſe volte trattenerſi,
vedendoviſi ancora le ſtanze, ove abitava.

Dirimpetto a queſta Chieſa per la Porta la-
terale è il Palazzo altrimenti chiamato il
Piero
la
ſolo
CASINO da San Marco, fatto fabbrica-
re dal Gran Duca Franceſco I. intorno al-
l'Anno 1570. col diſegno del Buontalenti.

E` ſervito ne' tempi andati per abitazione
de' Principi del Sangue, eſſendo provveduto
di tutte le comodità, che a tali Perſonag-
gi ſi convengono; e preſentemente vi ſono
poſte le Compagnie della Guardia a caval-
lo di S. A. Reale.
Accanto a queſto Ca-
ſino è degna di eſſer veduta la
COMPAGNIA DI SAN GIOVAN BA-
TISTA, detta dello Scalzo, per le molte
eccellenti Pitture a freſco d' Andrea del
Sarto, che ne adornano il Cortile.
Sicco-
me la Tavola, che rappreſenta San Gio-
vambatiſta in atto di battezzare il Salva-
dore nel Giordano, la quale è di mano di
Lorenzo di Credi.
Camminando per eſſa
ſtrada a mano deſtra ſi trova il
GIARDINO de' Semplici, che dal Gran
Duca Coſimo Primo con regia ſpeſa fu fab-
1bricato. Belliſſimo è queſto in tutte le ſue
parti, e non minore è la bellezza di eſſo
per le Piante delle più rare, e ſingolari,
che nel Mondo ſi trovino: avvengachè quel
magnanimo Principe, acciocchè in Firenze
non mancaſſe a' Profeſſori di Medicina la
cognizione dell'Erbe, e Piante medicinali,
da ogni parte più remota le fe venire, e
quivi con ſomma diligenza conſervare.

l'Anno 1718. fu trasferita in queſto Giar-
dino, per benigno Reſcritto di S. A. Reale
l'Accademia di Bottanica nuovamente in-
ſtituita
.
Appreſſo vi è la
bri-
CAVALLERIZZA, ove ſono i Cavalli
di maneggio di S. A. Reale, che in gran nu-
mero, ed in un luogo aſſai comodo vi ſi
mantengono
.
In queſto luogo ancora ſi ap-
prende dalla Nobiltà Fiorentina, e fore-
ſtiera ſotto la direzione di un Cavallerizzo
ſpeſato da S. A. Reale l'Arte di cavalcare, e
di correr la lancia.
A queſto effetto fu dal
Gran Principe Ferdinando fatto reſtaurare,
ed accreſcere un bel loggiato, perchè nel
tempo del crudo inverno, o di pioggia, ſi
poſſa tuttavia continovare un eſercizio si
nobile
.
Contiguo è il
SERRAGLIO de' Lioni, dove da molto
tempo in quà ſi ſon ſempre cuſtodite, e
mantenute molte Fiere indomite d' ogni
ſorta, come Lioni, Orſi, Tigri, Pantere,
1 Tori ſalvatici, ed altri ſimili; i quali di-
poi ſi eſercitano nelle Cacce, che dentro
un ampio Cortile, alla preſenza di molti
ſpettatori, ſi ſogliono fare.
E rieſce oggi
queſto luogo di più maraviglioſa viſta, per
eſſere ſtato notabilmente ampliato, ed ab-
bellito in più parti all'uſo moderno, eſſen-
do per altro antico in Firenze il coſtume
di cuſtodir ſimili animali.
Dirimpetto a
queſto è lo
Tori
SPEDALE di San Matteo, altrimenti di
Lemmo, cioè di Guglielmo Balducci, fon-
dato intorno all'Anno 1390. dove ſon cu-
rati molti infermi con gran diligenza, e
carità: e per la via detta del Cocomero ſi
trova il
PALAZZO de' Marcheſi Gerini, ricco
di ſingolari Pitture, ed il
PALAZZO de' Baroni Ricaſoli, fabbri-
cato con buona Architettura moderna; ſic-
come il
TEATRO per le Opere, appartenente al-
l'antichiſſima Famiglia degli Ughi.
E ad-
dirimpetio vi è la
ABITAZIONE de' Gondi accreſciuta,
modernamente
.
E andando verſo la via
de' Servi, è quivi vicina la
B OPE-
1 OPERA DEL DUOMO, dove ſi con-
ſervano, oltre i ricchiſſimi Arredi Sacri,
molte Statue, e Baſſirilievi di gran pregio,
ed un Archivio di grande importanza.
Qui-
vi contiguo è il
PALAZZO del Senator Filippo, e Fratelli
Guadagni, che ha nobile facciata, e comodi,
e vaſti appartamenti.
Ma nelll'entrare in
Via de'Servi s' incontra prima a man dritta la
ABITAZIONE de'Naldini fabbricata in
queſti tempi; e dipoi il
PALAZZO del Marcheſe Incontri, di
maeſtoſa Architettura Toſcana, in faccia al
quale vi ſono i
PALAZZI di due rami della Famiglia
de' Pucci; il primo de' quali d' ordine com-
poſito è di Aleſſandro, e Fratelli Pucci,
diſegnato con bella, e vaga Architettura
dal famoſo Paolo Falconieri Cavaliere in-
tendentiſſimo; e l'altro accanto del Mar-
cheſe Emilio Pucci, che ha ſeguitato l'or-
dine del primo.
Tenendoſi però per la Via
de' Servi, a man dritta è la Chieſa di
SAN MICHELE VISDOMINI, dove,
abitano Monaci Celeſtini.
Sono in queſta
da oſſervarſi alcune Tavole molto belle, e
1 ſpecialmente la Natività di Noſtro Signore
di mano dell'Empoli; accanto alla quale è
una Vergine di mano di Jacopo da Pontormo
aſſai ſtimata; ſiccome due Tavole del Poppi, e
una del Paſſignano.
Dipoi volgendo ſi trova il
ſpe-
PALAZZO del Senator Marcheſe Loren-
zo, e Fratelli Pucci, che ha nobili apparta-
menti, e ſi giugne all'Arciſpedale di
SANTA MARIA NUOVA, edificato
dalla nobil Famiglia de' Portinari intorno
all'Anno 1287.
La Facciata di queſto no-
bil Edifizio, a cui fu dato principio nel
ſecolo decimoſeſto col diſegno del Buon-
talenti, è oltremodo mirabile.
Reſta nel
mezzo del Loggiato la Chieſa, nelle pareti
della quale ſi vedono dipinte due Storie
da Lorenzo di Bicci, che rappreſentano la
funzione della Sagra, che già ne fece Mar-
tino V. Sommo Pontefice.
Quattro belliſ-
ſime Tavole ne adornano gli Altari.
Dal-
la deſtra è la prima di mano del Ficherelli,
detto Ripoſo, e la ſeconda del Paggi.
A
man ſiniſtra la prima Tavola rappreſenta,
un San Lodovico Re di Francia, che gua-
riſce dalle gavine, ed è fattura del Vol-
terrano; e la ſeconda, ov' è d pinta la De-
poſizione di Croce, è opera del Bronzino.

All'Altar maggiore fabbricato di marmi
Carrareſi, intarſiati di belliſſime pietre, vi
è un Ciborio parimente di pietre, di pre-
1 gio, e di bellezza non ordinaria. Da un
de' lati è lo Spedale degli Uomini, e dal-
l'altro quel delle Donne, ambedue fabbri-
cati colla medeſima Architettura.
Ed av-
vengachè moltiſſimi infermi continovamen-
te ci ſi ricevano, grandiſſime, e molte
ſono l'abitazioni con bell'ordine diſpoſte,
acciò facile rieſca agli Aſtanti il provve-
dere gl'Infermi di quanto loro abbiſogna

Sono in queſto luogo ſpeſati moltiſſimi Gio-
vani, che da varie parti concorrono, per
apprendere co' veri precetti, la pratica,
della Chirurgia ſotto la diſciplina degli
ottimi Profeſſori, che vi ſi ſtipendiano; e
preſtando nel medeſimo tempo il loro ſer-
vizio, ſempre lo rendono più celebre, non
ſolo in Firenze, ma per tutta l'Italia,
uſcendone Maeſtri eccellentiſſimi nell'Arte
loro
.
Moltiſſimi ancora ſono i ſerventi,
che aſſiſtono notte, e giorno; molti i Me-
dici, che giornalmente intervengono alla
cura di queſt' Infermi.
Molti gli ſpirituali
e temporali ajuti, che ſi ricevono in que-
ſto luogo, premendo alla Pietà ſingolare
di S. A. Reale la ſalute del corpo, e il
profitto degli Studenti, ma di lunga mano
aſſai più quella dell'Anima.
Non deveſi
però tralaſciare, come per render queſto
Spedale in tutte le ſue parti ragguardevo-
le, è ſtato nuovamente arricchito di una
copioſa Librería pubblica, ripiena ſpecial-
mente di Libri alla Medicina ſpettanti, e
1 di ogni ſorta di erudizione; e ancora di un
Giardino di ſemplici ricco d' erbe, e pian-
te ſingolari, e parimente d' uno ſpazioſo
Campoſanto, con altro Spedale anneſſo per
i Pazzi, ſiccome di un bel Teatro anato-
mico; il tutto fabbricato con ſomma ma-
gnificenza, e ſpeſa non ordinaria.
E di-
rimpetto all'abitazione delle Monache ſer-
venti lo Spedale, ſi vede la
B 1 gio,
di
ABITAZIONE de' Bargigli fabbricata col
diſegno di Bernardino Ciurini.
Ma proſe-
guendo per la via detta di Sant'Egidio
fino al canto di via della Pergola, è de-
gno d'oſſervazione il
PALAZZO de' Martellini, grandemente
lodato dal Bocchi, e preſſo a queſto tro-
vaſi la detta Via della Pergola, dov' è la
Chieſa, e Oſpizio di
SAN TOMMASO D' AQUINO, in cui
ricevonſi tutti i poveri Pellegrini Oltra-
montani, i quali con Patente del proprio
Veſcovo, portanſi a viſitare i Luoghi Santi
d' Italia.
E' grandiſſima la Carità, colla
quale da Perſone nobili, e pie ſon ricevu-
ti, e ſerviti, onde è, che ritornati alla.
Patria quei, che vi furono ammeſſi, non
ſi ſaziano di commendarlo.
Si eſercitano
ancora in queſto luogo tutte le altre opere
di Miſericordia con ſingolare pietà, ed af-
1 fetto non ordinario. La Chieſa è tutta in-
croſtata con buon guſto di ſcagliola, che
ſa bella moſtra, e maſſimamente le due Co-
lonne dell'Altare finte di verde antico.
La
Tavola è di mano di Santi di Tito; e la
volta è tutta vagamente dipinta.
Allato a
queſto Oſpizio è il
B 3 fetto
TEATRO per le opere, più di prima
abbellito, in occaſione delle Nozze del
Gran Principe Ferdinando di Toſcana, col-
la Principeſſa Violante Beatrice di Bavie-
ra
.
E proſeguendo per Via della Pergola
in quella di Caſaggiuolo, ſi vede la
CHIESA, e MONASTERO de' Camal-
dolenſi
.
La Chieſa è ſtata riſatta di nuo-
vo
.
La volta è tutta dipinta a freſco di
mano di Aleſſandro Gherardini.
Anche il
Monaſtero è ſtato reſtaurato, e nella Li-
brería, ove ſi conſervano rari MSS. è uno
sfondo di Luca Giordano.
Nell'orto ſi ve-
de il principio del famoſo Tempio della
Famiglia degli Scolari, tanto lodato da Gior-
gio Vaſari, Architettura del Brunelleſco.

Rimpetto a queſto Monaſtero corriſponde il
PALAZZO de' Marcheſi Giugni, fatto col
diſegno dell'Ammannato, edifizio in ogni
parte ragguardevole.
Ed entrando in Via
de'Servi, evvi il
PA-
1
PALAZZO de' Marcheſi Niccolini, fat-
to con buon diſegno, e adorno di molte.
Statue antiche, oltre uno ſtudio copioſiſ-
ſimo di Medaglie.
E verſo la Nunziata ſi
trova la Chieſa della
CONCEZIONE, Congrega di Sacerdoti
nobilitata di fabbrica in queſti tempi.
E
quaſi addirimpetto il
PALAZZO de' Grifoni molto nobile, e
ſignorile, che i Padroni dicono eſſerne ſtato
l'Architetto il Buontalenti.
Eſſo introdu-
ce in una Piazza, che ha preſo il nome
dalla vicina Chieſa della Nunziata.
E' queſta
da due lati chiuſa da due gran Logge, il di-
ſegno delle quali è del famoſo Brunellefco.

Nel mezzo di eſſa ſopra una Baſe di mar-
mo ſi erge un bel Cavallo, ſopra il quale è
la Statua di Ferdinando Primo Gran Duca
di Toſcana, gettato in Bronzo da Giovan-
ni Bologna Fiammingo, celebre Scultore.
de' ſuoi tempi.
Sono bensì di Pietro Tacca
le due Fontane di bronzo, che adornano
la medeſima Piazza.
Sotto una di queſte due
Logge vi è lo
SPEDALE degl'Innocenti, aſſai celebre
per l'inſigne carità, che vi ſi eſercita di
allevare moltiſſimi fanciulli eſpoſti, che
ſenza un tal ajuto, facilmente perirebbero.
B 4 Fu
1

Fu fondato queſto Spedale intorno all'An-
no 1420. e ne diede il diſegno il poc' anzi
nominato Brunelleſco.
Le ſue abitazioni
ſono aſſai comode, e ben diſpoſte.
Nelle
due Chieſe, che una è per gli Uomini, e
l'altra per le Donne, molte belle Pitture
ſi trovano; come altresì nel loggiato di
mano di Bernardino Poccetti ſi vedono al-
cune Pitture a freſco.
E' governato queſto
Spedale da perſone nobili.
Preſeggono que-
ſte al governo di moltiſſime Perſone preſſo
al numero di tremila, oltre la ſoprinten-
denza di altri Spedali ad eſſo ſubordinati.

In faccia poi alla medeſima Piazza ſi tro-
va la Chieſa della Santiſſima
NUNZIATA; nella deſcrizione della.
quale mi ſia lecito, che per breve ſpazio
di tempo io mi dilunghi fuor dell'uſato.
Era
queſta Chieſa ne' tempi antichi un piccolo
Oratorio poſto fuor di Firenze, in queſto
luogo, che era detto il Cafaggio.
Or ta-
le piccolo Oratorio con alcuna parte di
terreno ivi contiguo, fu conceduto a quei
ſette nobili Fiorentini, che abbandonata la
Patria, ſi erano ritirati nell'aſpro Monte
Senario, ove menando vita eremitica, e ſo-
litaria, avevano fondata la Religione de i
Servi di Maria, ed il motivo fu, acciò
quei buoni Religioſi, che da per tutto avea-
no ſparta la fama della lor Santità, più da
vicino ſantificaſſero col loro eſempio i loro
1Concittadini. Ma perchè troppo anguſto era
quel luogo, in riguardo alle molte perſo-
ne, che vi erano venute ad abitare, fu di
biſogno fabbricar nuovo Convento, e nuova
Chieſa; al che fare la povertà di quei Re-
ligioſi baſtante non era.
Perciò ad un' ope-
ra buona, e ſanta, furono dal Sommo
Pontefice tutti i Fedeli eſortati, tra' quali
ſopra di ogni altro ſi ſegnalò Chiariſſimo
Falconieri nobiliſſimo Cittadino di queſta
Patria, creduto Padre di Santa Giuliana,
e Fratello del Beato Aleſſio; imperciocchè
a niuna ſpeſa, o fatica perdonando, ſom-
miniſtrò qualunque ſoccorſo più opportuno,
perchè tal opra foſſe al ſuo fine condotta.

Terminata la Fabbrica, avvenne quel gran
prodigio, per lo quale è celebre queſta Chie-
ſa per tutto il Mondo.
Avevano quei buoni
Padri dato a dipingere a freſco ad un Pit-
tore ( di cui ancora è incerto il nome; al-
tri chiamandolo Bartolommeo, altri Gio-
vanni, altri credendolo Pietro Cavallini Ro-
mano ) un' Immagine di Noſtra Signora in
atto di eſſere dall'Angiolo Annunziata.
Il
buon Pittore, che la Figura dell'Angiolo
avea compita, e rimanevagli ſolo ad effi-
giare della gran Vergine il Volto, ſtava
fra ſe ſteſſo dubbioſo, con qual arte poteſ-
ſe eſprimere quell'Aſpetto Divino, che i
Serafini innamora.
In queſto mentre fu ſo-
praſſatto dal ſonno, da cui ſvegliatoſi, mi-
toſto con ſuo ſtupore, colorito il bel
1 Sembiante della gran Vergine Madre di tal
bellezza, e tanta divozione ſpirante, che
ſolo doveſſe crederſi coſa di Paradiſo.
At-
tonito dunque, e ſorpreſo da maraviglia
incredibile, ad alta voce gridò più volte:
Miracolo, Miracolo.
Il che ſentito da' cir-
coſtanti, e dipoi ſparſoſi per la Città, ca-
gionò ſubitamente un tal concorſo di Popo-
lo, che ben toſto ne fu la Chieſa ripiena;
e perchè niuno di queſto fatto dubitar po-
teſſe, operò Iddio per mezzo di queſta Im-
magine infiniti miracoli, che tuttavia, mer-
della Divina bontà, vanno creſcendo in
gran numero.
Ora venendo noi alla deſcrizio-
ne della Chieſa: Vedeſi al primo ingreſſo
un bel Loggiato con belle, e ben propor-
zionate Colonne, fatto fabbricare dalla Fa-
miglia de' Pucci.
Sotto il Loggiato ſono
tre Porte.
Quella a man deſtra conduce
nella Cappella di San Baſtiano dell'iſteſſa
Famiglia Pucci, adorna di tre belle Tavo-
le, colorite da Maeſtri eccellenti, e ſpe-
cialmente quella di San Baſtiano di mano
di Antonio del Pollajolo, ed altresì di al-
cune Statue di marmo di mano del Novelli
Scultore
.
Vi ſono ancora molte memorie di
Uomini illuſtri di queſta nobil Famiglia,
e ſpecialmente di Lorenzo, Roberto, e An-
tonio Pucci tre inſigni Cardinali, che viſ-
ſero quaſi in un tempo medeſimo.
l'altra
Porta a man ſiniſtra conduce in un Ricetto,
dov'è la Sagreſtia, ed in un Chioſtro aſſai
1 grande, e vago. In faccia di queſto Chioſtro
ſi vede ſopra la perta, che va in Chieſa, la
famoſa Madonna del Sacco, dipinta da An-
drea del Sarto con tutta la perfezione del-
l
'arte.
E' fama fra gl'intendenti, che que-
ſta ſia la miglior opera, e più perfetta, che
quel famoſo Artefice conduceſſe.
E in vero
chiunque attentamente la mira, reſta fuor
di modo attonito per lo ſtupore; ond' è,
che Michel Agnolo Buonarruoti, ed il ce-
lebre Tiziano non ſi ſaziavano mai di ri-
mirarla, e di commendarla in eſtremo.
L'al-
tre Lunette del medeſimo Chioſtro ſono an-
cora eſſe dipinte da buoni Artefici.
Il Poc-
cetti, e il Roſſelli grandemente vi faticaro-
no, e molto ancora il Salimbeni Saneſe.

Sono in queſte eſſigiati i fatti più fingolari
de' ſette Fondatori, e ne' peducci delle vol-
te i Ritratti degli Uomini più inſigni del-
l'Ordine de' Servi.
In queſto Chioſtro è
una gran Cappella in volta, eretta già dal-
la Famiglia Macinghi, della quale reſtano
le Armi negli angoli, che paſſata dipoi in
quei Religioſi, ſerviva loro di Capitolo;
ma adornata da eſſi modernamente, ed ab-
bellita di Pitture a freſco per ogni parte;
è ſtata deſtinata al culto delle ſante Imma-
gini de i ſette Beati Fondatori del lor Or-
dine, dipinte in Tavole di aſſai antica, e
ſemplice maniera; e perchè ſono oggi le
dette Immagini aſſai ſcolorite dal tempo,
affine di meglio conſervarle, ſono ſtate uni-
1 te tutte inſieme in un Quadro, che poſa
ſull'Altare, ma ſpartite una dall'altra da
un nuovo ornamento riccamente dorato, e
coperte di criſtalli.
La terza Porta del log-
giato, che è la principale, nel mezzo,
conduce in un piccol Cortile, o Chioſtro
tutto dipinto da' più rari Artefici di quei
tempi
.
Queſti ſono Andrea del Sarto ( il
Ritratto del quale ſcolpito in marmo col-
l'Iſcrizione vedeſi a mano ſiniſtra ) Aleſ-
ſio Baldovinetti, il Roſſo, Jacopo da Pon-
tormo, il Franciabigio, e Coſimo Roſſelli-
ni
.
D' Andrea è la Storia de' Magi, la Na-
tività della Madonna, quella ove ſi porge
a baciare a' circoſtanti la Reliquia di San
Filippo, con tutte l'altre a man ſiniſtra,
che i fatti più ſegnalati di San Filippo Be-
nizj mirabilmente rappreſentano.
D' Aleſ-
ſio Baldovinetti è la Storia della Natività
del Signore: del Roſſellini è quando San
Filippo ha la viſione di Maria Vergine:
del Roſſo è l'Aſſunzione della Madonna:
del Pontormo la Viſitazione della medeſi-
ma: e del Franciabigio lo Spoſalizio della
Vergine con San Giuſeppe.
Parimente in
queſto Cortile ſi vedono innumerabili Vo-
ti, altri dipinti in Tavole, altri eſpreſſi
in Figure al naturale.
Entrando in Chie-
ſa, vedeſi al primo aſpetto la Soſſitta tutta
d' intagli dorati ſopra ſondo bianco, nel
mezzo della quale è un gran Quadro, rap-
preſentante l'Aſſunzione della Vergine al
1 Cielo, di mano del Volterrano. Nelle pa-
reti, tra 'l fregio della Soſſitta, e il Cor-
nicione, ſono dodici Quadri dipinti a freſco
dall'Ulivelli, dove ſi rappreſentano alcuni
Miracoli più ſingolari, operati per inter-
ceſſione di Maria.
A man ſiniſtra nell'en-
trare in Chieſa ſi trova la Cappella della
Santiſſima Nunziata ( nel muro della quale
è dipinto il di lei Volto miracoloſo ) fat-
ta di marmi vagamente intagliati col diſe-
gno di Michelozzo.
Quanto ſia ricca, e
adorna queſta Cappella non ſi può ſpiega-
re abbaſtanza.
E l'Altare d' argento maſ-
ſiccio nobilmente lavorato, il gradino, pa-
rimente d' argento, e tutto diviſato di gioje,
e pietre prezioſe.
In un belliſſimo Taber-
nacolo è una teſta del Salvadore mirabil-
mente dipinta da Andrea del Sarto.
Sopra
due grandi pilaſtri poſa un ricco architra-
ve, o cornicione d' argento, da cui pende
una cortina di lavoro eccellente, ſotto la
quale una mantellina parimente d' argento,
che tien coperta la Sagra Immagine.
Inol-
tre tanti, e tanti ſono gli ornamenti di
queſta Cappella, che è malagevole il po-
terli diſtintamente deſcrivere: perchè i va-
ſi, i doppieri, le lampane tutte d' argento
ſono moltiſſime; ſenza numero ſono i Vo-
ti, che vi ſi vedono appeſi; in contraſſe-
gno delle grazie, che dalla Vergine ſi di-
ſpenſano giornalmente.
Contiguo alla det-
ta Cappella, è un Oratorio di forma qua-
1 drata nobilmente arricchito. Ha le pareti
incroſtate di pietre prezioſe, e ſpecialmen-
te d' agate, calcedonj orientali, e diaſpri,
che rappreſentano alcuni ſimboli di Noſtra
Signora
.
Allato a queſta Cappella vi è
quella fatta fabbricare dal Marcheſe, e Se-
nator Franceſco Feroni, col diſegno di Gio-
van Batiſta Foggini tutta incroſtata di mar-
mi, e adorna di varie Statue; la Tavola
dell'Altare è dipinta da Carlo Lotti Pit-
tore Veneziano con ſingolar diligenza; di
mano di Giuſeppe Piamontini ſono le due
Statue rappreſentanti il Penſiero, e la For-
tuna marittima, e di mano dell'Andreozzi
ſono l'altre due; che figurano la Fedeltà,
e la Navigazione.
Di Carlo Marcellini è
il San Domenico, e del Cateni il San Fran-
ceſco, e le Medaglie di bronzo dorato ſo-
no di Maſſimiliano Soldani Benzi; le due
Iſcrizioni, che ſi vedono ſotto i due De-
poſiti, ſono dettate dall'erudita penna
del celebre Anton Maria Salvini.
Segui-
tano appreſſo, benchè con ordine aſſai di-
verſo, altre Cappelle adornate di belle Ta-
vole, tralle quali è molto ragguardevole
quella del Giudizio d' Aleſſandro Allori,
detto il Bronzino; quella della Crocifiſſio-
ne dello Stradano; e la quarta di Pietro
Perugino, o come altri vogliono, dell'Al-
bertinelli
.
Siccome nella Croce della Nava-
ta è aſſai vaga la Cappella de' Tedaldi,
eretta ad onore di San Filippo Benizj, col-
1 la Tavola dipinta dal Volterrano, e con
altre Pitture a freſco dell'Ulivelli.
Nel
ricetto, che torna accanto alla Cappella
del Santo, e per cui ſi va alla Sagreſtia,
è collocato un Buſto di terra cotta, rap-
preſentante l'Effigie di detto Santo in abi-
to della Religione; e dall'Inſcrizione, che
vi fu poſta ſotto, intagliata in lavagna, ſi
deduce, che fu egli donato a quei Religio-
ſi dalla Famiglia de' Guicciardini, ſuben-
trata già nella Caſa de' Benizj, de' quali
era il Santo, ove ſi era conſervato ab an-
tico in loro mano fino all'Anno 1592.

E da queſta Eſſigie è ſtata forſe ritratta
quella d' argento, la quale ſi eſpone ogni
Anno ſull'Altare nel giorno della ſua Fe-
ſta
.
Ritornando a man deſtra, nella prima
Cappella della Famiglia del Palagio ador-
na di varj marmi, è una Tavola dell'Em-
poli, che è ſtimata la miglior opera da.
eſſo fatta.
Nella ſeconda vi è una Tavo-
la dipinta da Pier Dandini Profeſſore di mol-
to pregio.
Ma la terza Cappella tutta in-
croſtata di marmi con bei diſegno intaglia-
ti, e nobilmente arricchita, fu fatta fabbri-
care dal Marcheſe Fabbrizio Colloredo del
Friuli: la Tavola è di mano del Vignali,
e la Cupola del Volterrtano.
Ognuna del-
le ſeguenti Cappelle ha qualche coſa di
ſingolare, e ſpecialmente quella de' Bandi-
nelli, prima de' Pazzi, dov' è di marmo
un Criſto morto, ſoſtenuto da Dio Padre,
1 opera inſigne di Baccio Bandinelli. In fac-
cia a queſta, è in luogo poco oſſervato la
Cappella di Santa Barbera, ove ſi vedono
molte memorie ſepolcrali di Signori di con-
to di varie Provincie Oltramontane.
Al fi-
ne della Navata, ſi trova una Tribuna aſ-
ſai grande di figura rotonda con bella Cu-
pola, e rilevata, fatta col diſegno di Leon
Batiſta Alberti nobile Fiorentino, a ſpeſe
di Lodovico Gonzaga ſecondo Marcheſe.
di Mantova.
E' in oggi queſta Tribuna.
tutta adornata di ſtucchi, come altresì la
Cupola, dipinta da Baldaſſar Franceſchini,
detto il Volterrano.
Ha queſto inſigne.
Pittore dipinto la Vergine, quando Aſſun-
ta in Cielo vien coronata dalla ſantiſſima
Trinità
.
Intorno intorno ha dipinti i Pa-
triarchi, i Profeti, e i Santi del Teſta-
mento Vecchio, con alcuni altri del Nuo-
vo, che prima della Vergine erano paſſati
alla Gloria, recedendo in queſto dall'uſo
di quaſi tutti i Pittori, che nel dipignere
Storie antiche, meſcolano ſpeſſe volte Per-
ſone, che viſſero molti Secoli dopo.
Final-
mente in queſta grand' opera è laudabile
non meno l'invenzione, e il diſegno, che
la vaghezza del colorito.
Corriſponde al-
la Cupola il Coro de' Frati, i quali, ol-
tre al numero di cento, con ſommo deco-
ro, e con eſquiſitezza di canto, vi celebra-
no gli Ufizj Divini.
Nove Cappelle ſi tro-
vano intorno al Coro, molte delle quali
1 ſono adorne di marmi, e di belliſſime Ta-
vole
.
Nella ſeconda Cappella a man deſtra
vi è una Tavola del Bilivelti, nella qua-
le è dipinto lo Spoſalizio di Santa Cateri-
na
.
Nella terza la Tavola del Cieco nato
è di mano del Paſſignano.
Nella quinta,
che fu già fabbricata a proprie ſpeſe di
Giovanni Bologna, oltre l'eſſer tutta in-
croſtata di pietre ſerene, e marmi, ſono
di ſtima grande le Statue, i Baſſirilievi di
bronzo, e le tre Tavole, una del Paggi,
l'altra del Ligozzi, e la terza del Paſſi-
gnano: Siccome è ammirabile il Crocifiſſo
di bronzo, fatto ſopra un modello dello
fteſſo Giovanni Bologna.
Nella feſta la.
Tavola della Reſurrezione è d' Agnolo
Bronzino
.
Nell'ottava il San Michele di
mano del Pignoni Pittore celebre; e nella
nona la Natività di Maria Vergine, fatta
da Aleſſandro Allori, il cui figliuolo Cri-
ſtofano dipinſe uno de' Quadri laterali, che
è tenuto in gran pregio.
l'Altar maggio-
re è molto ricco, e magnifico.
Ha il Ci-
borio grande d' argento, di bellezza, e di
pregio conſiderabile; ſiccome un Paliotto
parimente d'argento con Figure di baſſori-
lievo, che folamente adopraſi nelle Feſte
ſolenni, nelle quali, tanti ſono i vaſi, i
doppieri, le Statue, e gli ornamenti pre-
zioſi, che vi ſi vedono, che certamente.
non hanno pari.
Sul piano del Presbiterio
poſano due magnifici Depoſiti di marmo,
1 uno del Veſcovo Angelo Marzi, colla Sta-
tua al naturale di mano di Franceſco da
Sangallo; e l'altro del Senatore, e poi Sa-
cerdote Donato dell'Antella inſigne Bene-
fattore della Chieſa, ove la Statua è di Gio-
van Batiſta Foggini, e l'Iſcrizione del Se-
natore, e Auditore Filippo Buonarroti.

Queſta Chieſa è ſtata modernamente ador-
nata di ſtucchi, e di Pilaſtri incroſtati di
marmi, e di alcuni Medaglioni dipinti a
freſco da Piero Dandini, per legato del
detto Senatore dell'Antella.
In ſomma el-
la è in tutte le ſue parti ragguardevole,
vi è Foreſtiero, che non ſi porti a vi-
ſitarla
.
Il Convento poi è molto comodo,
e magnifico per lo notabile accreſcimento
fattovi ultimamente; ed ivi pure ſon de-
gne d' eſſer vedute la Librería nuovamen-
te fabbricata, perchè, oltre alla copia de' Li-
bri, vi ſi aggiungono molti ornamenti, che
la rendono fingolare; come anco nel Chio-
ſtro interiore la Cappella della famoſa Ac-
cademia del Diſegno, per la Tavola dell'Al-
tare, che è del Paſſignano, e per due Qua-
dri a freſco, che ſono opera di Giorgio Va-
ſari, e di Santi di Tito.
Partendoſi da que-
ſto Santuario per la ſtrada dietro la Chie-
ſa ſi trova il
Con-
B 5 Sem-
gran-
B 6 te
Cie-
drata
la
opera
ſono
uno
PALAZZO del Marcheſe Franceſco Cap-
poni, che è ſtato alzato in queſto ſecolo
col diſegno del Cavalier Carlo Fontana.
E'
1

E' queſto Palazzo uno de' maggiori della
Città, con facciata molto nobile, e di lun-
ga diſteſa.
Entrati dentro ſi vede la gran-
de, e magnifica Scala aperta, ornata di
Statue, e ſtucchi, e colla gran Volta di-
pinta da Matteo Bonechi: vi ſono nobiliſ-
ſimi appartamenti con Pitture, e addobbi
ricchiſſimi, e d' ottimo guſto.
Nella Sala
ſono dipinte dal medeſimo tre Storie di fatti
illuſtri, operati da alcuni de' Capponi, che
ſono molto celebri, e ſi può ſcendere da
altra Scala molto comoda, e bella, che di
giù conduce fino alla ſommità del Palazzo,
a cui è unito un vaſto, e delizioſo Giardino
con un bel Salvatico, e Uccelliera nobi-
liſſima
.
Quaſi in faccia vi è il
PALAZZO de' Marcheſi Guadagni aſſai
vago, e di bella Architettura, e fornito di
copioſa Librería.
E andando per la ſtrada,
che conduce verſo la Porta a Pinti ſi vede il
PALAZZO de' Conti della Gberardeſca,
che fu già di Bartolommeo Scala Storico
Fiorentino, ma creſciuto, ed abbellito aſſai
da queſti Signori, e di contro il
GIARDINO del Duca Salviati molto
delizioſo; e poco lontano il
GIARDINO de' Padri Geſuiti, appreſſo
alla lor Caſa, dove fanno il terzo Anno di
1 Noviziato i Padri della Provincia Roma-
na, ed accanto il
No-
PALAZZO de' Marcheſi Ximenes d' Ara-
gona ancor eſſo di buona capacità, e con
delizioſo Giardino, e non molto lungi il
Monaſtero, e Chieſa di
SANTA MARIA MADDALENA DE'
PAZZI
.
Nell'ingreſſo di queſta Chieſa ſi
vede a man deſtra la belliſſima Cappella
de' Neri, che ben può dirſi tale per le Pit-
ture di Bernardino Poccetti, il quale, ſe
in ogni opera ſua ſi moſtrò ſingolare, in
queſta ſpecialmente ſuperò ſe medeſimo.

Ammirano gl'intendenti, ſopra d' ogni al-
tra coſa, la bella Cupoletta, ove è dipin-
to il Paradiſo, perchè in eſſa ſono innu-
merabili le Figure de' Santi, ma così bene,
e con tal arte diſpoſte, che la moltitudine
non genera confuſione, ma reca diletto, e
vaghezza
.
All'Altare di detta Cappella è
una Tavola del Paſſignano; e finalmente
non vi manca ornamento, che la poſſa ren-
der più vaga.
Paſſando per un Cortile ſi
entra in Chieſa, la Soſſitta della quale è
tutta dipinta da Jacopo Chiaviſtelli.
Ha
una ſola Navata, ma però ripartita in va-
rie Cappelle, in ciaſcuna delle quali ſi ve-
dono Tavole di Pittori aſſai ragguardevoli.

Ma di gran lunga ſuperiore in bellezza, ed
in pregio è la Cappella maggiore, nella
1 quale ſta ripoſto il Sacro Corpo di Santa
Maria Maddalena de' Pazzi Nobil Fiorenti-
na
.
Ella è tutta incroſtata di marmi miſti
de' più nobili, e de' più vaghi, che in tali
Ediſizj s' adoprano.
Sono fra gli altri or-
namenti molto ammirabili, dodici Colon-
ne di diaſpro di Sicilia, i capitelli, e im-
baſamenti delle quali ſon di bronzo dora-
to
.
In alcuni ovati ſi vedono Baſſirilievi
parimente di bronzo, eſprimenti i fatti più
ſegnalati della Santa, e queſti ovati ſon
retti da alcuni Angioletti di marmo del
Marcellini
.
Nelle quattro nicchie ſono quat-
tro Statue di marmo, che figurano le quat-
tro Virtù più ſingolari, che riſplenderono
in queſta Vergine.
La Tavola dell'Altar
maggiore è di Ciro Ferri, di cui è il di-
ſegno, e l'Architettura della Cappella.

l'altre due Tavole laterali, ſono di ma-
no di Luca Giordano, e la Cupola è ope-
ra di Piero Dandini ambedue Pittori fa-
moſi
.
In ſomma non vi è coſa, che non
ſia ragguardevole, e di gran pregio, aven-
do fatto a gara, per abbellire queſto Sa-
crario, l'eſquiſitezza dell'opere, e la ric-
chezza, e nobiltà de' materiali.
Il Monaſtero
abitato da nobili Vergini è ampio, e magnifico
con un vaſto, e vago Giardino.
Ripiglian-
do il cammino, troviamo il Monaſtero di
quale
SANTA MARIA DI CANDELI, colla
Chieſa tutta rifatta di nuovo di ſtucchi do-
1 rati, col diſegno di Giovan Batiſta Foggi-
ni, ove merita di eſſere oſſervata la Tavo-
la dell'Altar maggiore mirabilmente con-
dotta dal celebre Anton Domenico Gabbia-
ni, oltre le altre tutte di valenti Pittori.

Quindi per la ſtrada detta di Pinti, è oſ-
ſervabile l'ampia
rati,
ABITAZIONE già de' Caccini, oggi del.
Vernaccia, a cui è unito un delizioſo Giar-
dino
.
E andando avanti s' incontra la
ABITAZIONE del Balì Roſſia, che ha
la facciata di vago diſegno di Giovan Ba-
tiſta Foggini.
E poi per Via di Mezzo ſi
giugne alla Parrocchiale
CHIESA DI Sant'AMBROGIO, dove
abitano Monache dell'Ordine di San Bene-
detto
.
Una delle coſe da oſſervarſi in
queſta, è la Cappella del Miracolo, detta
così, perchè in eſſa conſervaſi parte del
Sangue congelato di Noſtro Signore, ritro-
vato in un Calice, dove da un Sacerdote
per inavvertenza, era ſtato laſciato del
Vino conſagrato, che in Sangue ſi vide mi-
racoloſamente convertito, eſſendo ciò ac-
caduto l'Anno di noſtra ſalute 1230.
Vi-
cino a queſta Chieſa ſi trovano nove Con-
venti di Monache, ed uno di Religioſi Clau-
ſtrali dell'Ordine di San Franceſco di Pao-
la, ma per non iſtraccare il Foreſtiero col-
1 la viſita di queſte Chieſe, benchè in eſſe
ſi poteſſero oſſervare alcune Pitture di pre-
gio, e ſpecialmente in quella di Monte.
Domini la Tavola di Santo Stefano del Ci-
goli, ſtimata dagl'intendenti una delle più
belle Pitture della Città; in quella delle
Murate, nel cui vaſtiſſimo Monaſtero fab-
bricato dall'antica Famiglia de' Benci, fu
già educata Caterina de' Medici Regina di
Francia, alcune Pitture di Fra Filippo Lip-
pi; ed alcune del Grillandajo in quella di
San Jacopo.
Appreſſo ſi può oſſervare la
la
ABITAZIONE de' Gabburri, ove ſono
Pitture, e Stampe, e diſegni ſingolariſſi-
mi, e per la Via Ghibellina la
ABITAZIONE de' Buonarroti, celebre
per eſſere ſtata del Divino Michelagnolo,
di cui conſervano alcune opere, e per la
Galleria fatta da Michelagnolo il Giovane
di lui pronipote tanto inſigne letterato,
che l'arricchì di Pitture, e di coſe rariſ-
ſime
.
Ed in faccia il
PALAZZO della Famiglia Del Sera edi-
ficato col diſegno di Piero Giovannozzi.
E
poco dopo dall'iſteſſa parte il
PALAZZO de' Baldinucci, che nel Cor-
tile ha una fonte colla ſalubre Acqua di
Santa Croce.
Indi ſi trova il
PA-
1
PALAZZO de' Conti Strozzi, che ha
l'ingreſſo principale nella ſtrada detta il
Mercato di
SAN PIER MAGGIORE, la facciata,
e Loggia della qual Chieſa tutta di pietre
ſerene, è molto vaga, e di belliſſima Archi-
tettura
.
Sono in queſta Chieſa molte Ta-
vole di Pittori eccellenti, e ſpecialmente
una Nunziata aſſai bella, di mano del Fran-
ciabigio, la prima nell'entrare a man de-
ſtra
.
Nella Cappella Palmieri, è di mano
di Sandro Botticelli la Tavola, dove è di-
pinto il Paradiſo, con numeroſa moltitu-
dine di Angeli figurati molto in piccolo,
e Maria Vergine coronata dal ſuo Figliuo-
lo, Nella prima Cappella a mano finiſtra
al nuovo Altare del Catani, è una Tavo-
la di Aleſſandro Gherardini.
Più di tutte
però è mirabile la bella Tavola dell'ado-
razione de' Magi fatta dal Cigoli, una del-
le opere migliori di queſt' inſigne Pittore.

Preſſo a queſta è una delle Cappelle della
Famiglia de' Marcheſi Albizzi, ov' è una
Tavola, rappreſentante il Martirio di San-
ta Lucia, di mano del Volterrano.
Un' al-
tra ſimile a quella del Cigoli, fu dipinta
dal Paſſignano, ed è accanto alla Sagreſtia,
la quale, ſebbene è di gran pregio, ſtimaſi
nondimeno dagl'intendenti inferiore alla
ſuddetta
.
Nella Cappella della Famiglia da
1 Filicaja è il Depoſito del famoſo Senator
Vincenzio da Filicaja con un' Isſcrizione
fatta da Benedetto Averani.
Poco diſtante
da queſta Chieſa per il Borgo degli Albiz-
zi è il
Fili-
PALAZZO del Marcheſe Albizzi, e di-
poi il
PALAZZO Valori, paſſato già ne' Guic-
ciardini, ed oggi negli Altoviti, nella fac-
ciata del quale ſopra varj Pilaſtri ſi ve-
dono ſcolpiti in marmo i Ritratti di quin-
dici Uomini illuſtri di queſta noſtra Città.

Quivi in mezzo la via è una laſtra di mar-
mo, poſta in memoria dell'inſigne miraco-
lo da San Zanobi operato in queſto luogo,
nell'aver riſuſcitato un Fanciullo.
Appreſ-
ſo ſono le
ABITAZIONI de' Montalvi, e de' Pazzi,
eſſendo la ſeconda diſegno dell'Ammannato.
E dipoi vi ſono i
PALAZZI, l'uno dirimpetto all'altro,
ambedue di ſtraordinaria bellezza, e ambe-
due pure della Famiglia degli Strozzi.
Quel-
lo di più antica maniera ſi crede già alza-
to col diſegno del Brunelleſco, e fu per
l'avanti della Famiglia de' Pazzi; e facen-
do ivi angolo, colla loro Arme in fronte,
ſi appella perciò da remotiſſimo tempo il
1 Canto de' Pazzi. Il più bello però è quel-
lo, che per anco non è terminato.
Fu fab-
bricato col diſegno dello Scamozzi, nelle
Opere del quale pubblicate alla Stampa, ve-
deſi delineato.
Le fineſtre a terreno ſono
del Buontalenti, e del Caccini è il Porto-
ne principale.
La Facciata di verſo il Bor-
go degli Albizzi è fatta col diſegno del
Buontalenti, ed è così bene inteſa, che i
Profeſſori non ceſſano di lodarla: dal qual
poſto, poco diſtante ſi trova
C Can-
SANTA MARIA IN CAMPO, ed è
queſta una divotiſſima Chieſa ricca d' In-
dulgenze, Cattedrale del Veſcovo di Fie-
ſole, che abita nel Palazzo contiguo, e
quantunque nel mezzo della Città, è Dio-
geſi Fieſolana: dirimpetto alla quale per
una piccola Strada preſto ſi giunge al-
la Via detta dello Studio, poichè in eſſa
vi è lo
STUDIO FIORENTINO, ove di conti-
novo leggono pubblicamente varj Profeſſo-
ri di diverſe Scienze, come di Teología,
di Storia Sacra, e Profana, Giuriſpruden-
za, Mattematica, Filoſofia, Umanità, e
Lingua Greca, Ebrea, e Toſcana.
Quivi
ancora hanno la loro Reſidenza le celebri
Accademie Fiorentina, della Cruſca, e de-
gli Apatiſti, a cui confina il
1
COLLEGIO de' Padri delle Scuole Pie,
deſtinati ad ammaeſtrare la Gioventù nelle
Lettere, e nella Pietà, e poco diſtante ſi
vede un
COLLE-
PALAZZO del Duca Salviati molto agia-
to, e comodo.
Quindi avanzandoſi col viag-
gio verſo della Badia, ſi laſcia da mano
deſtra l'
ORATORIO DI SAN MARTINO, ove
ſogliono congregarſi i Buonuomini.
E' ce-
lebre queſt' Oratorio, non ſolo per eſſe-
re ſtato fondato al tempo di Sant'Antoni-
no Arciveſcovo di Firenze, ed a ſua per-
fuaſione, e conſiglio, ma eziandro per le
opere inſigni di miſericordia, che di conti-
novo vi ſi eſercitano.
Ed in vero è pro-
digio mirabile della Provvidenza Divina,
che queſta Caſa ſenza fondo, o ferma ren-
dita annuale, ma ſolamente provveduta di
elemoſine, e di laſciti pii, giornalmente
ſoccorra del neceſſario tante povere Fami-
glie onorate.
Laſciaſi a man ſiniſtra la.
Chieſa di
SAN PROCOLO, dove ſi potrebbero
offervare alcune Tavole di pregio, e ſpe-
cialmente la Nunziata di mano dell'Empo-
li, quella dell'Altar maggiore d' Andrea
del Caſtagno, e l'altra del Pontormo, do-
v' è dipinta la Vergine con Santa Barbera,
1 e Sant'Antonio; qui dirimpetto vi è un
altro
C 2 e Sant'
PALAZZO del Duca Salviati, e di ſua
propria abitazione, che è l'antico del ſuo
proprio Ramo, poichè il primo, di cui po-
co ſopra ſi è fatta menzione, lo ha eredi-
tato dal Ramo finito in Roma ſul principio
del corrente ſecolo.
In faccia ad eſſo per
la Via detta del Palagio ſi trova la
ABITAZIONE de' Baroncini, condotta
da Bernardino Ciurini molto pulitamente,
di dove ſi vede il
PALAZZO del Podeſtà molto vaſto, in
cui ſono le pubbliche Carceri, e nel pro-
ſpetto di queſta ſtrada riſalta la Porta del-
la Chieſa della
BADIA FIORENTINA, dove abitano
Monaci Caſinenſi dell'Ordine di San Be-
nedetto, così chiamata per antonomaſia,
per eſſere ſtata la prima Badia di Monaci
fondata in Firenze.
La Conteſſa Willa Ma-
dre, col Conte Ugo Marcheſe di Brandem-
burgo, e Vicario d' Ottone Terzo Impera-
dore in Toſcana, moſſa da inſpirazione Di-
vina, a proprie ſpeſe fecela fabbricare, ed
ella, ed il Figliuolo la dotarono di ricchiſ-
ſime rendite.
Onde, in ſegno di gratitu-
dine verſo il detto Conte Ugo loro Bene-
1 fattore, introduſſero poi quei Monaci da
gran tempo addietro, e continovano tutta-
via il coſtume di far celebrare ogni anno
da un Giovane nobile l'Orazione in ſua,
lode dopo la Meſſa grande nella mattina
di Santo Steſano Protomartire, antichiſſi-
mo Contitolare di detta Badía, già fonda-
ta ſotto il principal Titolo di Santa Maria.

Il ſuo principio fu intorno al 990. fu poi
nell'anno 1285. col diſegno d' Arnolſo,
grandemente reſtaurata, ma nel paſſato ſe-
colo, col diſegno di Matteo Segaloni rin-
novata quaſi da' fondamenti, ſi è renduta
vaga oltremodo, quantunque molto vi re-
ſti da fare, per ridurla alla total perfe-
zione
.
Di quella parte però, che termina-
ta ſi vede, coſa più magnifica, me-
glìo inteſa ſi può mai deſiderare.
Alla no-
biltà dell'Architettura corriſponde l'ele-
ganza degli ornamenti.
Dalle due parti la-
terali ſi vedono due Terrazzini di pietra,
con vaghi intagli dorati.
Sopra di quello
a man deſtra è ſituato l'Organo, e ſopra
l'altro a ſiniſtra, una Tavola, dov' è di-
pinta Maria Vergine Aſſunta di mano di
Giorgio Vaſari, la quale al tempo del Boc-
chi era poſta ſull'Altar maggiore.
E' pa-
rimente di molto pregio la Soffitta, tutta
fatta di finiſſimo intaglio.
La Tribuna, ſot-
to la quale è il Coro de' Religioſi, è dipin-
ta da Giovanni Ferretti.
Le Tavole delle
Cappelle ſono ancor eſſe di gran bellezza,
1 e valuta. Quella di San Mauro a man de-
ſtra, è fatta da Onorio Marinari Pittore ſti-
matiſſimo, molto caro a chi ſcrive, per eſ-
ſere ſtato ſuo primo Maeſtro nel Diſegno.

Segue l'altra di Giovambatiſta Naldini,
ove ſi rappreſenta la Venuta dello Spirito
Santo
.
A man ſiniſtra, di mano di Fran-
ceſco Salviati ſi vede dipinto un Criſto,
che porta la Croce al Calvario, e nella.
Cappella dirimpetto a queſta, evvi una Ta-
vola di mano di Fra Filippo, in cui vede il
un San Bernardo eſſigiato con ſingolar di-
ligenza
.
Sono eziandio conſiderabili tre Se-
polcri d' Uomini ſegnalati; il primo ſi è
del mentovato Conte Ugo principal bene-
fattore di queſta Chieſa.
Furono ſcolpiti i
marmi di queſto Sepolcro da Mino di Fie-
ſole, e riuſcì tutta l'opera di maraviglio-
ſo artifizio: il ſecondo è del Cavaliere Ber-
nardo Giugni, e il terzo di Giannozzo di
Agnolo Pandolfini, Cavaliere di gran nome
in tempo di Repubblica, la cui Famiglia è
padrona della Cappella, o Tribuna, ſitua-
ta preſſo al Veſtibolo di queſta Chieſa, po-
co diſtante dalla quale trovaſi quella di
Sant'Apollinare, ed in appreſſo la
fatto-
C 3 e va-
CHIESA NUOVA DE' PADRI DEL-
L'ORATORIO DI SAN FILIPPO NERI,
la quale dee ſervire per Oratorio, quando
ſarà fabbricata la Chieſa grande.
Fu que-
ſta fatta col diſegno di Gherardo Silvani,
1 e modernamente è ſtata arricchita di varj
ornamenti di Pittura, e di Scultura di ec-
cellenti Profeſſori, fra' quali è la Tavola
dell'Altar maggiore d' Antonio Puglieſchi,
e la Pietà di Aleſſandro Gherardini, la Cu-
pola di Niccolò Maria Lapi, e lo Sfondo
di Giovanni Sagreſtani.
La Tavola, che
oggi ſi vede all'Altare del Santo, è di ma-
no di Anton Domenico Gabbiani, ſtatavi
collocata non molti anni ſono, in luogo
di altra, che vi era di Onorio Marinari,
la quale fu adattata all'Altar maggiore del-
la Chieſa di San Firenze, ivi contigua, uſi-
ziata da i Padri di detto Oratorio.
I Baſ-
ſirilievi di marmo ſono parte di Antonio
Montauti, e parte di Giovacchino Fortini,
di cui ſono anche le Statue.
In Sagreſtía
è un Quadro molto ſtimato di Giovan Ma-
ria Morandi.
La facciata di queſto Oratorio,
che è tutta lavorata di pietra forte, e ador-
nata di alcune Figure di marmo, è ſtata ulti-
mamente condotta a fine col diſegno di Ferdi-
nando Ruggieri.
Vedeſi avanti la medeſima il
e mo-
PALAZZO de' Gondi, che ha la Faccia-
ta di pietre a bozza molto nobile, e ſigno-
rile, diſegno di Giuliano da San Gallo,
che nella bella Sala vi fece un Cammino di
baſſirilievi di gran perfezione, che per quan-
to non uſino in fatti luoghi, merita di
ſtarvi, e di eſſere ammirato, e lodato non
poco
.
Di dove ſi paſſa alla
1
PIAZZA DEL GRANO, così chiamata,
atteſochè in un loggiato aſſai comodo, di
Architettura Toſcana, vendeſi il Grano
pubblicamente, e di quì per la ſtrada del
Canto a' Soldani ſi giunge a
C 4 PIAZ-
SAN JACOPO TRA' FOSSI, dove non
troveremo già le belle Tavole d' Andrea
del Sarto, che tanto eloquentemente furo-
no celebrate dal Bocchi, e da varj Scritto-
ri di primo grido, avvengachè ſono già
ſtate traſportate nel Real Palazzo de' Pitti:
troveremo bensì le Copie delle medeſime,
una delle quali è così bella, che ſebben
copia, è nondimeno tenuta in gran pregio;
e il quadro della Soſſitta vagamente colo-
rito dal Gherardini.
Da queſta Chieſa ſi
può andare per due ſtrade alla Piazza, e
Chieſa di Santa Croce, che una detta Via
de' Benci, dove è l'antico Palazzo de' Pe-
ruzzi, ora de' Celleſi, dove abitò l'Impe-
radore Paleologo, quando intervenne al
Concilio Fiorentino, e l'altra detta Borgo
Santa Croce, nella quale ſono buone Fab-
briche, ed in ſpecie il
PALAZZO de' Corſini, che ha molte
belle Statue antiche nel Cortile, e quello
de' Dini ricco di Pitture, ſpecialmente di
Santi di Tuo, ed una ſingolariſſima d' An-
drea del Sarto.
Giunti in fondo alle quali,
vedraſſi la Chieſa di
1
SANTA CROCE de' Frati Minori Con-
ventuali
.
Entreremo in un Tempio aſſai
grande, e magnifico, lungo dugenquaran-
ta braccia e largo ſettanta.
Fu queſto fab-
bricato intorno all'Anno 1294. col diſegno
d' Arnolfo, che fu l'Architetto del Duo-
mo, benchè dipoi reſtaurato col diſegno di
Giorgio Vaſari.
La maggior parte de' Fo-
reſtieri concorre a queſta Chieſa, tirata dal-
la curioſità di rimirare quelle belliſſime
Tavole, che l'adornano, nelle quali la
Paſſione tutta di Noſtro Signore, e la ſua
Morte, e Reſurrezione è ſtata mirabilmen-
te rappreſentata da' primi Artefici di quei
tempi
.
Ora facendoci dalla Porta di mezzo,
benchè l'ordine dell'Iſtoria richiedeſſe co-
minciare d' altrove, nella prima Tavola,
che ſi trova a man deſtra, allato alla ſud-
detta Porta, è dipinta la Depoſizione di
Croce di Noſtro Signore, di mano di Fran-
ceſco Salviati; la ſeconda dov' è la Croci-
fiſſione, è di Santi di Tito; appreſſo alla
quale è il famoſo Sepolcro di Michelagnolo
Buonarroti, Gentiluomo Fiorentino, Poe-
ta, Scultore, Pittore, ed Architetto di
gran nome, e di grand' eccellenza, che
non vi ha lingua, che le ſue lodi poſſa.
baſtevolmente ſpiegare.
Vedonſi a piè del-
l'Urna tre belle Statue di marmo, che
rappreſentano la Scultura, l'Architettu-
ra, e la Pittura in atto compaſſionevo-
1 le, e meſto: e ſopra l'Urna, la teſta,
e il buſto di marmo del Buonarroti.
Fu
queſt' opera fatta da tre Maeſtri, cioè Gio-
vanni dell'Opera, Valerio Cioli, e Ba-
tiſta del Cavaliere, del primo de' quali è
la Statua dell'Architettura, del ſecondo
quella della Scultura, e del terzo quella
della Pittura; e di lui è pure il Ritratto
di Michelagnolo.
Sono dipoi oſſervabili le
memorie del dottiſſimo Antiquario Senator
Filippo Buonarroti, e del famoſo Bottani-
co Pietro Micheli.
Segue la terza Cappel-
la, dov' è dipinto da Giorgio Vaſari, quan-
do Criſto porta la Croce al Calvario; la
Tavola quarta rappreſenta l'Ecce Homo,
ed è fattura di Jacopo di Meglio.
Aleſſan-
dro del Barbiere dipinſe la quinta, in cui
ſi figura la Flagellazione alla Colonna; la
ſeſta dov' è dipinto Noſtro Signore quando
fa Orazione nell'Orto, è opera di Andrea
del Minga; appreſſo la quale è la Cappel-
la de' Cavalcanti, ove ſi ammira ſcolpita
in macigno la Vergine Annunziata dall'An-
giolo, fatta con ſingolare artifizio dal ce-
lebre Donatello; ed allato vi è il Sepolcro
di Leonardo Aretino, inſigne Scrittore.
d' Iſtorie.
Finalmente la ſettima Cappella
ha una Tavola già cominciata dal Cigoli,
e finita dal Bilivelti, in cui ſi rappreſen-
ta l'entrata di Criſto in Geruſalemme.
Nel-
la Croce della Navata trovaſi la Cappella
de' Barberini, dov' è ſepolto in eſſa Fran-
1 ceſco da Barberino, Dottore, e Poeta in-
ſigne, ed in eſſa è una Tavola dipinta dal
Naldini, che rappreſenta quando San Fran-
ceſco riceve le Sacre Stimate; vi è anco la
Cappella de' Calderini allato alla Sagreſtía
tutta incroſtata di marmi Carrareſi, e or-
nata di belle Pitture.
Paſſato l'Altar mag-
giore, in cui di preſente conſervanſi le Sa-
cre Oſſa della Beata Umiliana de' Cerchi
nobil Matrona Fiorentina, Terziaria del
medeſimo Ordine de' Minori Conventuali,
chiara per ſantità, e per miracoli, viſſuta
intorno agli anni 1240, e l'altre Cappelle
di minor pregio; ſi trova la Cappella, o
Tribuna de' Niccolini, d' ordine però di-
verſo dall'altro.
Quanto ſia bella, e di
vaghezza ripiena, non ſi può ſpiegare ab-
baſtanza
.
E' ella tutta incroſtata di marmi
Carrareſi, bianchi, e miſti, ma di no-
bile, e diligente lavoro, che non può l'uo-
mo deſiderare di vantaggio.
Di mano del
Francavilla Scultor Fiammingo, ſono le
cinque Statue di marmo, che una figura
Aron, e l'altra Mosè, e la terza rappre-
ſenta la Verginità, la quarta la Prudenza,
e la quinta l'Umiltà.
Le due Tavole di-
pinte ſono di mano di Aleſſandro Allori,
e le Pitture a freſco del Volterrano, con
gran perfezione condotte, che queſte ſo-
le baſterebbero per eternargli la fama, non
laſciando quella, ove di mano del Cigoli
è dipinto Criſto morto.
Alle ſette Cap-
1 pelle della deſtra Navata, corriſpondono
dalla ſiniſtra altre ſette dell'iſteſs' ordine,
e Architettura.
La prima, per non torna-
re indietro, ma ſeguitare fino all'uſcir di
Chieſa, ha una Tavola di mano del Vaſa-
ri, dov' è dipinta la Venuta dello Spirito
Santo; nella ſeconda di mano dello Stra-
dano è figurata l'Aſcenſione di Criſto al
Cielo
.
Allato a queſto Altare, e dirimpet-
to al Sepolcro di Leonardo Aretino, è quel-
lo di Carlo Aretino, Poeta, e Segretario
della Repubblica.
Del mentovato Vaſari è
l'Apparizione agli Apoſtoli nella terza Cap-
pella, nella quarta, e quinta, di Santi di
Tito ſono le due Tavole, che una, quan-
do Gesù è a menſa co' due Diſcepoli, e
l'altra, quando reſuſcita dal Sepolcro; nel-
la ſeſta è di mano di Batiſta Naldini quan-
do Criſto è nel Sepolcro; e nella ſettima,
quando Noſtro Signore va al Limbo de i
Santi Padri, fu dipinta da Agnolo Allori,
chiamato il Vecchio Bronzino.
Rimpetto
alla memoria del Senator Buonarroti ſi ve-
de quella dell'Architetto Aleſſandro Gali-
lei, che è opera di Girolamo Ticciati, e
dipoi ſi trova il Sepolcro del famoſiſſimo
Galileo, dove è ancora il celebre Matte-
matico Vincenzio Viviani, che ordinò que-
ſto Depoſito al ſuo Maeſtro: Il diſegno è
di Giulio Foggini; la quadratura di An-
ton Maria Fortini; il Buſto di Gio: Batiſta
Foggini; l'Aftronomia di Vincenzio Foggi-
1 ni; e la Geometria di Girolamo Ticciati. Oltre a tante Pitture di ſingolare ſquiſi-
tezza, e perfezione, ſe ne trovano in que-
ſta Chieſa alcune di Cimabue, e di Giotto,
le quali, quantunque ſiano dalle moderne
Pitture ſuperate in bellezza, non è però,
che non meritino di eſſer tenute in grande
ſtima, per la venerazione, che ſi dee a
quei due primi Maeſtri, e Reſtauratori del-
la Pittura.
E ancora maraviglioſo il Per-
gamo, tutto di marmo di Seravezza, e va-
gamente intagliato da Benedetto da Maja-
no
.
Sono in eſſo cinque Storiette de' fatti
più ſingolari di San Franceſco, ſcolpite in
baſſorilievo, ma così bene, e felicemente,
che non hanno prezzo.
Ne' vani, che ſo-
no in mezzo de'beccatelli, ſi vedono cin-
que Statuette a ſedere di bellezza ſtraordi-
naria, che rappreſentano la Fede, la Spe-
ranza, la Carità, la Fortezza, e la Giu-
ſtizia
.
Più mirabile però fu l'artifizio uſa-
to nell'adattar queſto Pergamo ad una co-
lonna, nella quale rimane incaſſato, eſſen-
dochè la medeſima colonna ſia nel mezzo
forata, e per una ſcala acconciavi dentro
vi ſi aſcenda.
Alla grandezza della Chieſa
corriſponde il Convento, di moltiſſime co-
mode abitazioni ripieno, e continovamen-
te abitato da più di ſeſſanta Religioſi, tra i
quali in ogni tempo fiorirono Uomini ſe-
gnalati, non ſolo in lettere, e in dignità
più coſpicue, ma eziandio in ſantità di co-
1ſtumi. Sono in queſto Convento molte Con-
fraternite di Secolari, tra le quali quella
detta del Gesù, compoſta tutta di Nobili, il di
cui vaſo è ſtato dipinto vagamente da Loren-
zo del Moro.
In queſta Chieſa, e ne' ſuoi Ci-
miterj è una quantità conſiderabile di Se-
polture, e di memorie di Famiglie prima-
rie, e d' inſigni Soggetti di Firenze, e d' al-
trove
.
E' fama, che Siſto V. Sommo Pon-
tefice, nel tempo, che fu Religioſo, per
molti anni quivi abitaſſe, leggendo Filoſo-
fia
.
Gode queſto Convento il Privilegio,
che uno de' ſuoi Religioſi ſoſtenga il carico
d' Inquiſitore; Dignità ragguardevole, ſo-
ſtenuta in Toſcana da' Minori Conventua-
li, e ſempre da Soggetti di gran valore.

Poſſiede queſto Convento una copioſa Li-
brería di antichiſſimi Manoſcritti, da cui
gli eruditi hanno cavato molte memorie.

Il Noviziato fu fatto edificare con gran ma-
gnificenza a proprie ſpeſe da Coſimo Pa-
dre della Patria, e nel Chioſtro appreſſo
alla Chieſa vi è un Atrio, e una gran Cap-
pella fatta edificare dalla Famiglia de' Pazzi;
mole di ſingolare Architettura, e ben de-
gna di chi ne fece il diſegno, che fu il gran
Brunelleſco
.
Dalla qual Chieſa ſi fa paſſag-
gio alla
SAN-
C 5 le,
ceſco
C 6 pelle
ni;
ſtumi.
PIAZZA contigua, molto ampia, e rego-
lare, e deſtinata principalmente al Giuoco
del Calcio, proprio della Nobiltà Fioren-
1 tina in tempo di Carnovale. Compariſco-
no ſu queſta Piazza ( quando accade, che
queſto ſi faccia ſolennemente ) cinquanta-
quattro Nobili Giovani riccamente veſtiti,
e in due Squadre diviſi, l'una delle quali
dal colore degli Abiti, e delle Inſegne ſi
diſtingue dall'altra.
Capi di queſte ſono
due Alfieri, più degli altri nobilmente ad-
dobbati, e ſerviti da molti Paggi.
Entran-
do in Campo, preceduti da trombe, e da
tamburi, a coppia a coppia, e con belliſſi-
ma ordinanza, giran dintorno il Teatro,
facendo moſtra di lor perſona; indi l'uno
dall'altro diſpartendoſi, ſotto il proprio
Padiglione ſi alloggiano.
Intanto ſi il
ſegno della Battaglia, e in un tempo me-
deſimo vedonſi dall'una, e dall'altra parte
ſquadronati, a foggia di Eſercito.
Unite
le Squadre, ſi getta in mezzo il Pallone,
ed in un ſubito cerca l'una di ſpingerlo
verſo l'altra, e dall'altra vien riſoſpinto.

Quei, che rimangon per retroguardia, ri-
pigliando il Pallone, proccurano con ogni
sforzo di trarlo fuor degli ſteccati, per la
parte ad eſſi contraria, e quando ciò rieſca
loro di poſta, s' intende vinta la caccia.

Ben è vero, che avviſtiſene gli Avverſarj,
corrono addoſſo all'inimico, e aſſerratolo
per le braccia, impediſcono, che più oltre
s' avanzi.
Il ſimile ſanno quelli, che ſon
rimaſti alla diſeſa del poſto, i quali men-
tre non vengan ſorpreſi all'improvviſo,
1 ribattono gagliardamente il Pallone, e ri-
ſoſpingono indietro chi tenta inoltrarſi da
quella parte.
Ora in queſta Battaglia, mi-
rabil coſa è il vedere, come ciaſcuno s' in-
gegni di ſuperare, e di abbattere il ſuo
contrario, urtandolo per farlo cadere, lot-
tando, e pugnando ſeco, e varie ſtratta-
gemme uſando per vincere.
Ma più mira-
bile ſi è il vedere una ſquadra, che impa-
dronita del campo nimico, e ſu' confini
della vittoria, in un momento riſoſpinta
fuggire, e ſpeſſe volte rimaner ſuperata.

In ſomma è Giuoco queſto, dove fa pom-
pa da una parte la vaghezza, e ricchezza
di belle diviſe, colla ſplendidezza degli
ornamenti, e dall'altra la robuſtezza, e
agilità di chi opera.
Onde non è maravi-
glia, che vi concorra la maggior parte.
della Città, e rechi al pubblico allegrez-
za, e diletto.
Prima di uſcire da queſta
Piazza ſi oſſervi la facciata della Caſa de'
Cocchi, che i Padroni dicono aver coſtan-
te tradizione, che ſia diſegno di Michel
Agnolo Buonarroti, ſiccome la Facciata del-
la Caſa dell'Antella, dipinta dal Paſſigna-
no, e da Giovanni da San Giovanni, am-
bedue Pittori famoſi, e nella medeſima Piaz-
za evvi una Fonte, che meſce acqua per-
fettiſſima, che viene dalla Collina d' Arce-
tri, e paſſa il Fiume d' Arno ful Ponte a
Rubaconte
.
E volgendo a man deſtra tro-
vaſi poco diſtante la
1
CHIESA DI SAN SIMONE, la di cui
Soſſitta tutta d' intaglio indorato fa vaga
moſtra
.
Nella teſtata ſopra la Porta ſi ve-
de una Tavola molto bella di Batiſta Nal-
dini, ov' è dipinta la Depoſizione di Criſto
dalla Croce.
Il San Girolamo, che dall'An-
giolo vien avviſato, è di mano del Mari-
nari
.
Del Vignali ſono le due Tavole, una
dov' è dipinto un San Bernardo, e l'altra
un San Franceſco.
All'Altar maggiore ſo-
no di pregio le due Statue di marmo, e
il Ciborio vagamente ſcolpito.
Preſſo a que-
ſta Chieſa ſono le Prigioni delle Stinche,
recinte da un' altiſſima, e forte muraglia.

Ma conſiderando, che la viſita di tante.
Chieſe, ed altre coſe notabili averà non
poco defatigato il Foreſtiero, ſi crede be-
ne dar fine al paſſeggio della prima Gior-
nata.
tina
ribat-
CHIE-
11[Figure 11]
SECON-
112[Figure 12]
SECONDA
GIORNATA
.
LA CHIESA DI SAN LORENZO
darà principio alla ſeconda Gior-
nata
.
Giunti dunque alla Piaz-
za, oſſerveremo in faccia al Pa-
lazzo del Marchele della Stuſa una Baſe di
marmo, nel cui Baſſorilievo ſi rappreſen-
ta, quando a Giovanni de' Medici, valo-
roſiſſimo Capitano, e degno Padre del
Granduca Coſimo Primo, ſono condotti
molti Prigioni con varie ſpoglie.
E' que-
ſta opera del Cavaliere Bandinelli, di cui
pur anco è la Statua, che ſulla Baſe dove-
vaſi collocare; la quale in oggi non anco-
ra finita, nel Salone del Palazzo Vecchio
conſervaſi
.
Ma venendo alla Chieſa; pri-
ma d' introdurvi il Foreſtiero, ho giudica-
to a propoſito il darglt breve notizia di
ciò, che avvenne nella ſua fondazione, av-
vengachè ſia molto degno di ricordanza.
quanto di eſſa laſciarono ſcritto San Pao-
lino, il Baronio, ed altri gravi Scrittori.

Al tempo dell'Imperador Teodoſio, Giu-
liana Vedova Fiorentina, non meno illu-
1 ſtre per lo ſplendore del ſangue, che per
l'inſigne Religione, e Pietà, acceſa di de-
vozione verſo il glorioſo Martire San Lo-
renzo, volle colle proprie ſoſtanze fabbri-
car queſto Tempio, dedicandolo ad onore
di quel Santo.
Terminata appena la Fab-
brica, giunſe per buona ſorte a Firenze il
grande Arciveſcovo di Milano Sant'Am-
brogio; perlochè venne in penſiero a Giu-
liana di ricorrere al Santo Prelato, e in-
ſtantemente pregarlo, acciò voleſſe conſe-
grare la nuova Chieſa; e ciò fec' ella ben
toſto, e con tanto aſſetto, e con tali, e
tante dimoſtrazioni del ſuo grande zelo,
che il Santo Arciveſcovo, ammirando la
di lei virtù, e grandemente commendan-
dola, di buona voglia condeſceſe alle ſue
giuſte dimande.
Celebroſſi pertanto la Fun-
zione della Sagra, e fu con tal ſoddisfazio-
ne del Popolo ſolennizzata, che da quel
giorno in poi, per memoria di tal fatto,
chiamoſſi queſta Chieſa, Baſilica Ambroſia-
na
.
Quindi ebbe origine la ſingolar vene-
razione, che a queſto Tempio portarono
gli antichi Veſcovi di Firenze, fra i quali
San Zanobi più d' ogni altro ſi ſegnalò,
eleggendo quivi la ſepoltura, dove ſtette
lungo tempo ripoſto, prima che alla Cat-
tedrale foſſe trasferito il ſuo Corpo.
A
felici principi, corriſpoſero con maggiore
avanzamento i ſucceſſi di queſta Chieſa.

Imperciocchè eſſendo eretta in Collegiata
1 inſigne, e di ampliſſimi privilegi, e ſingo-
lari prerogative arricchita, ha in ogni tem-
po tenuto ſopra dell'altre, dopo la Me-
tropolitana, il primato.
Sono in eſſa quat-
tordici Canonici, quaranta, e più Cappel-
lani, e grandiſſimo numero di Cherici, che
vi celebrano giornalmente i Divini Ufizj
con non minor decoro di quello facciaſi
nella Chieſa Metropolitana; ed a tutti que-
ſti preſiede un Prelato, col titolo di Prio-
re, che per iſpecial Privilegio, in varie
Feſte dell'Anno gode l'uſo de' Pontificali.

Paſſando poi ad oſſervare la bellezza di
queſto Tempio, che di vero è grandiſſima,
per la mirabile Architettura, colla quale
fu fabbricato, o piuttoſto vogliam dir rin-
novato ( giacchè l'antico Tempio, intorno
all'anno 1420. rimaſe quaſi aſſatto deſola-
to dal fuoco ) vedremo queſto Edifizio, che
poſa ſopra un vago pavimento di marmo
in tre Navate diviſo, e ſoſtenuto da groſ-
ſe colonne di macigno, ſopra le quali po-
ſano gli archi vagamente intagliati, come
altresì il cornicione, e il fregio, che per
tutta la Chieſa ricorrendo, vaga, e mae-
ſtoſa la rendono.
Sopra la Porta del mez-
zo ſi vede l'Arme de' Medici, ſcolpita in
pietra col diſegno del Buonarroti, di cui
parimente è il diſegno del Terrazzino, e
Sacrario, dove ſi conſervano moltiſſime Re-
liquie inſigni, in prezioſi Reliquiarj d' oro,
d' argento, di criſtallo, e di altre ricche
1 materie, tempeſtati di gioje. Belliſſimi an-
cora ſono i due Pergami nella Nave di
mezzo, retti ciaſcuno da quattro colonnet-
te di marmo, nelle facce de' quali ſi vedo-
no alcuni Baſſirilievi di bronzo, fatti da
Donatello, con ſingolare artifizio, e ſom-
mamente lodati dagl'intendenti.
Anco nel-
le Cappelle ſono di pregio alcune Tavole,
tralle quali a man deſtra molto ſi ftima la
Tavola, dov' è dipinta la Natività del Si-
gnore, di mano di Raſſaello del Garbo, e
l'altra, che ſegue appreſſo, fatta dal Roſ-
ſo, in cui dipinſe lo Spoſalizio di Noſtra
Donna
.
Così a man ſiniſtra ſi vede la bel-
la Tavola del Sogliani, dov' è dipinto in
Croce Sant'Arcadio, e quella dell'Empoli,
che rappreſenta il Martirio di San Baſtia-
no, con altre appreſſo, che per brevità ſi
tralaſciano
.
Più d'ogni altra coſa però de-
gne ſono d'ammirazione le due Sagreſtie,
ma ſpecialmente la nuova, detta altrimen-
ti la Cappella de' Principi, fatta col diſe-
gno, e Architettura di Michelagnolo Buo-
narroti
.
Quivi l'arte fendo giuota al col-
mo di ſua perfezione, chiaramente dimo-
ſtra, quanto ſublime, e mirabile foſſe l'in-
gegno di queſto divino Artefice, che ſe in
ogni opera vinſe i Maeſtri più celebri, in
queſta ſuperò ſe medeſimo.
E di vero, chi
può lodare abbaſtanza l'eccellenza, la mae-
ſtà, la grazia, e la vaghezza di queſta Fab-
brica
?
Tentarono già molti eruditi Scritto-
1 ri di deſcrivere diſtintamente le ſue bel-
lezze, ma diedero a divedere, che nelle
lodi di Michelagnolo, e di queſt' opera in-
ſigne, era manchevole, ed inſuſſiciente ſi-
no l'iſteſſa eloquenza.
Siaſi dunque con-
tento il Foreſtiero, che tralaſciando il di-
vifare de' ſuoi pregj, accenni ſolo, che il
primo Sepolcro all'entrare è di Giuliano
de' Medici Duca di Nemurs, e Fratello di
Leone X. e le due Statue appreſſo, una il
Giorno, l'altra la Notte figurano: e che nel
ſecondo Sepolcro fatto per Lorenzo de' Medi-
ci Duca d' Urbino, l'altre due Statue rappre-
ſentano il Crepuſcolo, e l'Aurora.
E per-
chè fuori delle ſette Statue di mano del
Buonarroti, ſi vedono due Figure de' San-
ti Coſimo, e Damiano, ſappia, che la pri-
ma è del Montorſoli, e la ſeconda di Raf-
faello da Montelupo, ambedue Scultori ec-
cellenti
.
Nella vecchia Sagreſtía, fabbrica-
ta col diſegno di Filippo di Ser Brunelle-
ſco, di cui pur anco fu tutta l'Architet-
tura di queſto grande Ediſizio, ſi vede un
belliſſimo Sepolcro di porfido, per Piero,
e Giovanni ſigli di Coſimo Padre della Pa-
tria, adornato ne' lati di fogliami di bron-
zo, fatti col diſegno d' Andrea Verrocchio.

laſceremo di dire, che la vaga Soffitta,
la ricca, e nobil Cupola dipinta da Vin-
cenzio Meucci, il Campanile edificato da i
fondamenti, ed il riſtoramento della Chie-
ſa ſotterranea, ſono opere fatte in queſti
1 tempi dalla pietà della Gran Principeſſa.
Anna Maria Luiſa de' Medici Elettrice Ve-
dova Palatina del Reno.
Nell'uſcir della
Porta, onde ſi va nella Canonica, ſi trova
la Statua di Paolo Giovio Veſcovo di No-
cera, e famoſo Scrittore d' Iſtorie; indi ſa-
lendo per una Scala, che guida al Chio-
ſtro di ſopra, troveremo la celebre, e per
tutto il Mondo tanto rinomata
ſtre
inſi-
mate-
ri
tempi
LIBRERIA MEDICEO LAURENZIA-
NA, il cui vaſo lungo braccia ottanta, e
largo venti, è così nobile, e maeſtoſo, e
di rara, e perfetta Architettura, che.
lingua umana non ha lode baſtevole per
commendarla
.
Baſta il dire, che fu diſegno
di Michelagnolo, ſervendo ciò per un de-
gniſſimo encomio.
Prima dunque di pene-
trare dentro, trovaſi un bel ricetto in
forma quadra, nel quale è ſituata la Scala
così ben diviſata, e acconcia, che da tre
lati di eſſa agiatamente ſi aſcende.
Bella.
oltremodo è la Porta, e belli ancora ſono
gli ornamenti delle fineſtre, vaghiſſimo il
cornicione, l'architrave, ed il fregio, e
tutto inſieme è con nobil ſimetría divi-
ſato, che reſta l'occhio di chi lo mira dal-
lo ſtupore, e dal diletto ſorpreſo.
Alla
bellezza del materiale corriſponde il pre-
gio, e il valore de' Manoſcritti, che ſopra
certi banchi di noce, quarantacinque per
banda, in gran numero vi ſi conſervano.

1Sono queſti di lingue diverſe, e ſpecial-
mente Ebrea, Greca, Latina, Indiana,
Arabica, e Caldea, ſolo per la rarità,
ma eziandio per l'erudizione ſingolariſſimi.

Da queſti, come da rari eſemplari, ſoglio-
no i Letterati, e in ſpecie gli Oltramon-
tani, diligentiſſimi oſſervatori, riſcontra-
re, o emendar quei difetti, che ſpeſſe vol-
te ſcorrono nelle Stampe, o che non fu-
rono da altri oſſervati.
Or queſti Libri
parte da Coſimo Padre della Patria, e par-
te da Lorenzo il Magnifico, da varie par-
ti, e con grandiſſime ſpeſe proccurati, fu-
rono poſcia in queſto luogo da Clemente
VII. e dal Granduca Coſimo Primo ripoſti,
ordinati, e grandemente accreſciuti.
Chi
poi bramaſſe ſaperne il numero, e la lor
qualità potrà comodamente appagare il ſuo
deſiderio, mediante l'Indice Generale, com-
pilato con molta accuratezza.
Guglielmo
Langio ne fece uno particolare de' Mano-
ſcritti Greci, e Orientali; e Monſignor Lu-
ca d' Holſtein Bibliotecario della Vaticana,
de' più rari ne diede il ſuo giudizio, come
ſi può vedere in alcune Schede nella Libre-
ría dell'eruditiſſimo, e da per tutto cele-
bratiſſimo Antonio Magliabechi, citate già
dall'inſigne Cardinale de Noris ne' Ceno-
taſii Piſani, per occaſione del Vergilio Me-
diceo, gioja pregiatiſſima, e ornamento di
queſta celebre Librería.
Da queſto luogo ci
porteremo a viſitare la
Sono
CAP-
1
CAPPELLA, che deve riuſcire nel Co-
ro, ma di preſente ha l'ingreſſo dietro la
Chieſa
.
Or queſta è la Cappella cotanto
celebre, che ſenza ingrandimento iperbo-
lico, vien riputata nel Mondo unica, e
ſingolare
.
E in vero, ſe in altri Edifizj
s' ammira la ſquiſitezza dell'arte, in altri
la ricchezza de' materiali, ed in alcuni
qualche coſa di ſingolare, in queſta ſola.
Cappella tutte unite concorrono le prero-
gative più nobili: magnificenza d' Archi-
tettura, pregio infinito de' materiali, bel-
lezza incomparabile, e perſezione dell'ar-
te in ſommo grado.
Per darne adunque al-
cuna breve notizia, diremo, che la circon-
ferenza di tutta queſta maeſtoſa Cappella
è braccia cenquarantaquattro, l'altezza più
di novanta, e il diametro quarantotto.

l'incroſtatura è di diaſpri, agate, calcedo-
nj, lapislazzuli, ed altre pietre prezioſe.

Belliſſimi ſono i pilaſtri co' capitelli di bron-
zo dorati.
Maeſtoſi ſono i Sepolcri di gra-
nito orientale, ſopra ciaſcuno de' quali po-
ſa un guanciale di diaſpro tempeſtato di
gioje, e ſopra quello una corona reale, an-
cor eſſa ricca di gemme.
In alcune nicchie
di paragone ſon collocate altrettante Sta-
tue di bronzo dorate, maggiori del natu-
rale, che rappreſentano i Regnanti deſunti.

Di vaghiſſime commeſſure vedonſi eſſigiate
le Armi delle Città ſottopoſte al Dominio
de' noſtri Reali Principi.
In ſomma tali, e
1 tanti ſono gli ornamenti di pregio, che vi
ſi trovano, che umano penſiero non è ba-
ſtevole a immaginarſi una bellezza rara.

Fu cominciata la Fabbrica l'anno 1604. al
tempo di Ferdinando Primo, e per quanto
da molti Maeſtri giornalmente vi ſi lavori,
molto vi reſta ancora, per renderla in tut-
to compita, e allora ſarà in eſſa collocato
il prezioſo Ciborio, che ſi conſerva in Gal-
lería, e del quale parleremo a ſuo luogo.

Dalla Piazza, e Chieſa di San Lorenzo paſ-
ſeremo nella Via de' Ginori, dov' è il
D tanti
PALAZZO del Marcheſe Ginori, ripie-
no di nobili arredi, Pitture, ed altre rari-
, e quello de' Giraldi, che ha una copio-
ſa, e ſcelta Librería.
In eſſa ſtrada riſpon-
dono gli Appartamenti fabbricati dal Mar-
cheſe Riccardi, e uniti al ſuo Palazzo in
Via larga, e da quella ci porteremo nella.
Via di San Gallo, oſſervando la vaga fac-
ciata del
PALAZZO de' Marucelli, entro del qua-
le vi ſono cinque grandi Camere dipinte
dal Ricci Pittore Veneziano.
In eſſa Via ſi
trovano moltiſſimi Conventi, e Chieſe di
Monache, ciaſcheduna delle quali ha qual-
che coſa di ſingolare, e ſpecialmente quel-
la di Sant'Agata, dov' è la bella Tavola di
Aleſſandro Bronzino, nella quale ſono ſcol-
pite le Nozze di Cana Galilea.
Noi però
1 tralaſciando per minor briga del Foreſtiero
il ragionare di quelli, nel paſſare dal Can.
to de' Preti, oſſerveremo la nuova, e va-
ga Fabbrica dello
tra-
SPEDALE DI GESU PELLEGRINO,
in cui ſi ricevono ſolamente Religioſi pel-
legrini; e dipoi ſeguitando il viaggio, giun-
geremo alla
COMPAGNIA DI SAN MARCO nuo-
vamente reſtaurata, e quanto mai dir ſi poſ-
ſa, di vari ornamenti abbellita, avvenga-
chè moltiſſime ſiano le Pitture, gl'intagli
dorati, e l'altre coſe di pregio, che vi ſi
vedono
.
Unito a queſto Oratorio è uno
Spedale, fabbricato per ricevere i Pelle-
grini Oltramontani, ſimile a quello di San
Tommaſo d' Aquino, ma di più comode
abitazioni nobilmente adagiato.
Ed in ve-
ro, chi dentro penetra a rimirare tutte le
ſtanze con bell'ordine, e magnificenza di-
ſpoſte, non uno Spedale di poveri Pelle-
grini, ma un Ricetto di nobiliſſimi Perſo-
naggi lo crede; perlochè queſto luogo rag-
guardevole in ogni parte, non ha ſenza
dubbio, che invidiare agli Spedali più ce-
lebri dell'Italia.
Poco diſtante da queſto
ſeguono lo
SPEDALE DEGl'INCURABILI mol-
to capace, e adattato al biſogno, ed il
1 CONSERVATORIO de'Poveri queſtuanti,
dove debbono raccettarſi, o tutti, o gran
parte delle perſone dell'uno, e dell'altro ſeſ-
ſo, che per vivere neceſſitano dell'altrui ſoc-
corſo; il qual luogo è chiamato di Bonifazio
dal ſuo Fondatore Bonifazio Lupi nobiliſſimo
Parmigiano, già Podeſtà di Firenze nel Se-
colo XIV.
Dirimpetto al quale è il belliſſimo
D 2 CON-
PALAZZO de' Pandolſini, fatto fabbri-
care col diſegno di Raſſaello da Urbino da
Monſignor Giannozzo Pandolſini Veſcovo
di Troja.
Volgendo per la Via delle Ruo-
te, dove può oſſervarſi la piccola, ma va-
ga facciata della Caſa, che per propria abi-
tazione ſi fabbricò il celebre Pittore Santi
di Tito.
In teſta di eſſa ſi vede il
CONSERVATORIO de' Fanciulli Orfani,
e Abbandonati.
Ci condurremo per la Via
di San Zanobi alla Via dell'Acqua, dalla
quale ſi paſſa a vedere la
FORTEZZA DA BASSO, detta il Ca-
ſtello San Giovambatiſta, nella quale con-
ſervaſi una belliſſima, e copioſa Armeria,
oltre le coſe ſingolari, che vi ſi ammirano,
e che da noi con gran ragione ſi tacciono.

Faremo ſolamente menzione della nuova
fonditura de' Cannoni, che tanto facilita la
manifattura, e ne aſſicura la riuſcita.
Di
quì paſſeremo al
1 CASINO del Marcheſe Riccardi in Gual-
fonda, pieno di Statue antiche, e moder-
ne, e di pitture eccellenti, con un Giar-
dino molto vaſto, e delizioſo.
All'uſcir
di Gualfonda, voltando a man ſiniſtra per
la Piazza vecchia di Santa Maria Novella,
e entrando in Via dell'Amore, oſſervere-
mo la
CASI-
CASA fatta fabbricare con gli onorifici
donativi di Luigi il Grande Re di Francia,
da Vincenzio Viviani primo Mattematico
del Granduca Coſimo III. ultimo Scolare
del Galileo.
Nella facciata di queſta Caſa,
con raro eſempio, ed in ſegno evidente
d' Uomo grato al Maeſtro, ed a' generoſi
Benefattori, vedremo ſopra la porta mag-
giore, eſpoſta per la prima volta al pub-
blico, la viva Eſſigie di bronzo in rilievo
di queſt' immortale Eroe Fiorentino; e dal-
l'eſpreſſo ne' Cartelloni laterali, come da
un Compendio di Vita, ci verrà indicato
parte delle notizie de' di lui ammirandi tro-
vati
.
Soddisfattici d' aver qui veduto una
memoria bella, tornando ſu detta Piaz-
ze oſſerveremo il
PALAZZO de' Cerretani, dove è ſtata
fabbricata di nuovo una Galleria di antiche
Statue, e dipinta vagamente da Vincenzio
Meucci: e dipoi per corta ſtrada paſſeremo al
1 Giardino, e Palazzo de' Gaddi, ricchiſſimo
di Statue ſingolari, di pitture, di meda-
glie, e di ſcelta Librería; ed oſſervando il
D 3 Giar-
PALAZZO detto del Mondragone, ed
in appreſſo quello de' Venturi, diſegno del
Buontalenti, giugneremo alla Piazza di
SANTA MARIA NOVELLA de' Padri
Domenicani, una delle più belle non ſolo
di Firenze, ma quaſi diſſi d' Italia, lodata
da Michelagnolo Buonarroti, che come è
fama fra noi, ſolea chiamarla la Spoſa.
Fu
queſta fabbricata intorno l'anno del Signo-
re 1279. col diſegno di Fra Siſto, e di Fra
Riſtoro Converſi di quell'Ordine, e Fio-
rentini intendentiſſimi d'Architettura, e per-
fezionata circa l'anno 1350. governando il
Convento Fra Jacopo Paſſavanti, celebre,
ed eloquente Scrittore.
Promoſſe la gran
Fabbrica di queſto Tempio il Beato Gio-
vanni da Salerno, di cui è oſſervabile la
bella Statua fatta da Girolamo Ticciati, e
collocata nel mezzo del maggior Chioſtro.

Era queſti Diſcepolo di San Domenico,
mandato dal ſuo Maeſtro a Firenze per
fondarvi la Religione, la quale ben preſto
allignatavi, produſſe a queſta Città molti
Uomini inſigni, che l'una, e l'altra illu-
ſtrarono
.
Or queſto Tempio magnifico è di-
viſo in tre Navate, ſoſtenute da pilaſtri,
e colonne, ſulle quali poſano gli archi del-
1 le volte, così ben rilevate, che oltre la
maeſtà, e vaghezza, rendono molta luce
alla Chieſa.
Nelle pareti delle Navate ſo-
no le Cappelle tutte d' un ordine.
In cia-
ſcuna di eſſe è una Tavola di Pittore ec-
cellente
.
Incominciando dalla porta del
mezzo, la prima a man deſtra, dov' è di-
pinta la Vergine Annunziata dall'Angiolo,
è di Santi di Tito.
Segue il Martirio di
San Lorenzo mirabilmente eſſigiato da Gi-
rolamo Macchietti: e dopo queſto, la Na-
tività del Signore dipinta da Batiſta Nal-
dini, di cui ſono l'altre due ſeguenti,
cioè quella della Purificazione di Maria.
Vergine, e l'altra della Depoſizione di
Croce di Noſtro Signore.
E' anco di Santi
di Tito il Lazzero reſuſcitato, ſiccome del
Ligozzi è la Tavola di San Raimondo, che
riſuſcita da morte un fanciullo.
All'Al-
tar maggiore belliſſime ſono le pitture del
Coro fatte dal Grillandajo.
In ſette Storie
da una parte ſi rappreſenta la vita di Maria
Vergine, ed in altre ſette dall'altra, quel-
la di San Giovan Batiſta, ed in ciaſcuna
furono ritratte da quel Pittore molte per-
ſone di quei tempi, così bene, ed al vi-
vo, che la natura vien ſuperata dall'arte.

Ripigliando l'ordine delle Cappelle, la ſe-
conda a man ſiniſtra nell'entrar della por-
ta, è dipinta la Samaritana, mirabilmente
eſſigiata da Aleſtandro Bronzino.
Quelle,
che ſono appreſſo, ſono ambedue del Va-
1ſari. Nella prima furono dipinti i Miſterj
del Roſario, e nell'altra la Riſurrezione
di Criſto.
In teſta poi della Croce è la
Cappella de' Gaddi, belliſſima d' Architet-
tura di Gio: Antonio Doſi, con una Tavo-
la di mano di Agnolo Bronzino, nella qua-
le ſi rappreſenta quando Criſto riſuſcita la
figliuola dell'Archiſinagogo; e accanto è
la Cappella de' Gondi incroſtata di varj mar-
mi, dov'è il famoſo Crocifiſſo di legno,
ſcolpito con ſingolare artifizio da Filippo
di Ser Brunelleſco, il quale fu non meno
nella Scultura, che nell'Architettura il
più eccellente Maeſtro di quanti viſſero ne'
ſuoi tempi.
Ne' due Tabernacoli di marmo,
l'uno rincontro all'altro, ſituati alle co-
lonne di mezzo, ſi vedono due belle Ta-
vole, quella di San Pier Martire dipinta
dal Cigoli, e la ſeconda dall'Empoli.

ſi laſci di vedere la magnifica Sagreſtia,
e chi guſta della pittura, l'antica Tavola
di Cimabue, che è la più famoſa opera di
quel primo Padre, e riſtoratore di queſt' ar-
te, la quale è nella Cappella de' Rucellai.

Dalla Chieſa paſſeremo nel Convento, ada-
giato di comode abitazioni, ed in cui ſon
molte coſe degne d'eſſer vedute da ciaſche-
dun Foreſtiero.
Primieramente ſi trova un
Chioſtro aſſai grande, le cui Pareti furono
dipinte tutte a verde terra di ſacre Iſtorie
da Paolo, detto degli Uccelli, Pittore an-
tico
.
E' quivi ſituata la Cappella della Na-
1 zione Spagnuola, già eretta dalla Famiglia
Guidalotti per Capitolo di quei Padri, con
pitture nelle pareti, e nella volta di ma-
no di Taddeo Gaddi, e di Simone Memmi;
fatta reſtaurare, ed abbellire ultimamente
dal Padre Maeſtro Fra Salvadore d' Aſcanio
Spagnuolo, Miniſtro del Re Cattolico, il
quale avendo commeſſo alla diligenza di
Agoſtino Veracini il ripulimento delle ſud-
dette antiche Pitture, le ha queſti ravviva-
te mirabilmente.
La Tavola di San Jacopo
Apoſtolo, Tutelare della Cappella, è di
mano del Bronzino; e il Crocifiſſo di mar-
mo, collocato oggi ſull'Altare, è opera
del Pierotti.
Paſſando al ſecondo Chioſtro,
egli è lungo centodieci braccia, e largo
novanta, e diviſo in cinquanta lunette, in
molte delle quali per mano di Maeſtri ec-
cellenti, e ſpecialmente di Santi di Tito,
e del Poccetti, ſono eſpreſſi in pittura i
fatti più ſingolari di San Domenico, e di
Sant'Antonino Arciveſcovo di Firenze, con
alcuni Ritratti d' Uomini illuſtri per San-
tità, che mentre viſſero, ſantificarono col-
l'eſempio loro queſto Convento.
Vicino al
Chioſtro è ſituata la Speziería, celebre in
molti luoghi d' Italia, avvengachè in eſſa,
al pari d' ogni Real Fondería, ſi fabbrichi-
no medicamenti chimici d' ogni ſorte, olj,
quinteſſenze, e odori di ſingolar perfezio-
ne, come è ben noto a' Profeſſori di queſt'
Arte
.
Salendo nel Dormentorio nuovamen-
1 te di pitture abbellito, colla ſerie di tutti
i Pontefici, e Cardinali di queſta inſigne
Religione, trovaſi la Cappella detta del
Papa, dipinta da Jacopo da Pontormo, e
nella quale celebrarono quattro Sommi Pon-
tefici, cioè Martino V. Eugenio IV. Pio II.
e Leone X.
Preſſo a queſta è una copioſa
Librería, dipoi il Noviziato fatto fabbrica-
re dal Padre Aleſſio Strozzi inſigne Benefat-
tore di queſto Convento.
Dal quale uſcen-
do s' entra in una gran Piazza, ed in fac-
cia di eſſa è ſituato lo Spedale di
le
D 4 ſari.
zione
D 5 te
SAN PAOLO de' Convaleſcenti; dal
quale paſſeremo in Via della Scala, dov' è
poſto il bel
PALAZZO, E GIARDINO del Marche-
ſe Ridolſi, nel quale ſon ſucceduti per Ere-
dità i Canonici nobili Ferrareſi, e da que-
ſto giungeremo ſul Prato, dove fanno va-
ga viſta da una parte tutte le Caſe d' un
ordine iſteſſo, e dall'altra il
CASINO, E PALAZZO de' Principi
Corſini, nell'atrio del quale, che conduce
ad uno ſpazioſo Giardino è ſtata poſta una
bella raccolta di antiche inſcrizioni.
Rim-
petto a queſto luogo comincia il Corſo de'
Barberi, il quale va a terminare alla Porta
alla Croce, per lo ſpazio di due miglia.
Camminando pel Borgo, arriveremo alla
Chieſa di
OGNIS-
1
OGNISSANTI, dove abitano in gran
numero Frati Minori dell'Oſſervanza di
San Franceſco.
Ha queſta Chieſa la faccia-
ta di pietre ſorti, con buon diſegno inta-
gliate, per opera del Nigetti Architetto.

Il baſſorilievo di terra cotta, ſituato ſopra
la porta di mezzo, è di Luca della Rob-
bia
.
Le Tavole degli Altari in gran nume-
ro, ſono tutte dipinte da buoni Maeſtri.

Quelle però, che ſi tengono in maggio-
re ſtima, ſono l'Aſcenſione di mano del
Butteri, la Madonna col Figlio in braccio
di mano di Santi di Tito, e l'altre due
del Roſſelli, cioè quella di Santa Eliſa-
betta Regina di Portogallo, e la ſecon-
da del Martirio di Sant'Andrea.
Conſer-
vanſi ancora in queſta Chieſa molte Reli-
quie, e fra queſte la Cappa di San Fran-
ceſco, tenuta in ſomma venerazione.
Vi
ſono in queſta contrada molte belle abita-
zioni, e la
CHIESA, e SPEDALE di San Giovan-
ni di Dio, tenuto da quei Religioſi con
ſingolar pulitezza, e carità.
In queſto ſito
vi era la Caſa di Amerigo Veſpucci ritro-
vatore del nuovo Mondo.
Seguitando la
via del Corſo ſi giunge al
PALAZZO de' Ricaſoli, fatto col diſe-
gno di Michelozzo, e le facciate furon di-
1 pinte da Franceſco Pagni, che molta lode
ne riportò anche da' Profeſſori di grido.

Dipoi ſi arriva al
D 6 pin-
PALAZZO, e LOGGIATO de' Rucel-
lai, fatti ambedue col diſegno di Leon Ba-
tiſta Alberti.
Ma uſcendo alquanto di ſtra-
da, a man deſtra ſi trova Parione, dov' è il
PALAZZO de' Principi Corſini, in ſua
viſta magnifico, d' Architettura Toſcana.

Egli è modernamente ſtato accreſciuto di
appartamenti doppj, ſcale, galleríe, ed al-
tre comode abitazioni; onde chi lo vede ha
occaſione di ammirare una delle maggiori
Fabbriche, e più coſpicue di queſta Città.

La Sala maggiore è lunga braccia quaran-
ta, e larga venticinque, ed è ornata di
varj colonnati, di Statue antiche, e di bu-
ſti di marmo, di mano d' eccellenti Scul-
tori
.
La volta è dipinta a maraviglia da
Anton Domenico Gabbiani, e tutto il com-
poſto non può eſſere più vago, più
magnifico
.
Conduce a queſta Sala, ed al
piano nobile del Palazzo una ſcala fatta
con bel diſegno da Anton Ferri, perchè
cominciando con due grandi branche, che
ſi uniſcono in un bel ricetto, va termi-
nando in una, che è arricchita di nobile
Architettura, di pietre, e Statue belliſſi-
me
.
Nel mentovato piano nobile vi ſono
otto appartamenti liberi, compoſti di ca-
1 mere, anticamere, e retrocamere, dipin-
te da più eccellenti Profeſſori, che han-
no fatto a gara nel dimoſtrare l'eccellen-
za di lor pennello.
Sono ancora arricchiti
di ſcale ſegrete, galleríe, gabinetti, ed al-
tri ſervizj; e per comodità de' medeſimi,
evvi una Cappella dipinta tutta dal Ghe-
rardini, colla Tavola dell'Altare di mano
di Carlo Maratta.
Il Piano terreno è al-
tresì dipinto da' migliori Maeſtri.
Ritor-
nando nella medeſima ſtrada del Corſo, e
laſciando a man ſiniſtra la
me-
CHIESA DI SAN PAOLINO de' Padri
Carmelitani Scalzi, ridotta alla moderna,
d' Architettura aſſai vaga; ſiccome l'altra
Chieſa di
SAN PANCRAZIO, nella quale ſi ve-
de un Sepolcro di marmi, ſimile a quello
di Noſtro Signore, che ſi trova in Geru-
ſalemme, anzi fatto coll'iſteſſe miſure, e
diſegno dalla Famiglia de' Rucellai; e una
magnifica Cappella del Marcheſe Riccardi;
perverremo al
CANTO DE' TORNAQUINCI, dove è
la bella Loggia di queſta Famiglia fatta col
diſegno del Cigoli, e quivi s' incontra il
tanto lodato
PALAZZO degli Strozzi, fatto fabbrica-
re da Filippo Strozzi, con ſomma magnifi-
1cenza. Il primo diſegno di queſta Fabbri-
ca fu dato da Benedetto da Majano, ſebbe-
ne poi proſeguito dal Cronaca, il quale nel-
la parte interiore mutò ordine d' architet-
tura, avvengachè per di fuori Toſcano,
con bozze di pietra forte, di grandezza
non ordinaria, per di dentro ſia Dorico,
e Corintio, come ſi vede nel Cortile.
Ri-
mane queſto Palazzo da ogni parte iſola-
to, ed ha nella ſommità un cornicione
di raro artifizio.
Le lumiere, o lanternoni
di ferro poſti ſu' canti, furon lavorati dal
Caparra, e da chiunque li vede ſon gran-
demente lodati.
Partendoſi dalla Via del
Corſo, e camminando verſo Arno, tro-
veremo ſulla Piazza di Santa Trinita una
belliſſima
cenza.
COLONNA di granito d' ordine Dorico,
quivi eretta l'anno 1564. da Coſimo Pri-
mo, con avervi fatto collocare ſopra una
Statua di porfido, rappreſentante la Giu-
ſtizia, di mano di Romolo del Dadda, in
memoria ( come ſi crede da molti ) del-
l'avere il mentovato Granduca ricevuta in
queſto luogo la nuova della preſa di Sie-
na
.
Diceſi, che foſſe l'ultima Colonna le-
vata dalle Terme Antoniane, e donata al
Granduca Coſimo I. da Pio Quarto.
Dirim-
petto alla Colonna appariſce di vaga vi-
ſta il
PA-
1
PALAZZO de' Bartolini, fabbricato col
diſegno di Baccio d' Agnolo; dopo del qua-
le dall'iſteſſa parte ſi vede il gran
PALAZZO degli Spini, oggi diviſo in
più caſe, e incontro ad eſſo la Chieſa de'
Monaci Vallombroſani, chiamata
SANTA TRINITA, la quale, benchè
fabbricata in tempo, che la buona Archi-
tettura non era per anco riſorta, è tutta-
via da' Profeſſori molto lodata.
Sono in eſſa
alcune Tavole di bellezza non ordinaria,
e ſpecialmente nella Cappella degli Strozzi
Pittura dell'Empoli.
E' anco da lodarſi
in queſta Cappella la volta dipinta a fre-
ſco da Bernardino Poccetti, e le due Sta-
tue di mano del Caccini.
Sono altresì rag-
guardevoli le Pitture di Aleſſio Baldovi-
netti nel Coro de' Monaci, dove furono ef-
figiati al naturale molti Uomini illuſtri,
che in quel tempo vivevano, ſiccome quel-
le del Grillandajo nella Cappella de' Saſ-
ſetti
.
Anco la Tavola del Paſſignani, nella
quale è dipinto un Criſto morto, è degna
di molta lode.
Nel Tabernacolo dell'Al-
tar maggiore ſi conſerva il Crocifiſſo, che
già era nella Chieſa di San Miniato preſ-
ſo alla Città, e di cui ſi favella nella.
Seconda Parte di queſto Libro.
Il Presbi-
terio avanti il detto Altare, fu diſegnato
1 dal Buontalenti con maraviglioſo artifi-
zio, del quale pur anco è il diſegno della
bella Facciata di queſta Chieſa, tutta di
pietre forti.
Più d' ogni altro però s' am-
mira la Cappella degli Uſimbardi, incro-
ſtata di marmi Carrareſi, e d' altre pietre,
con due Sepolcri di diaſpro nero, ſopra
de' quali poſano due buſti di marmo, che
ſon Ritratti di due Prelati di quella Caſa,
ſcolpiti da Felice Palma, famoſo artefice
de' ſuoi tempi.
Del medeſimo Palma è il
Crocifiſſo di bronzo poſto all'Altare in
una nicchia di nero diaſpro.
Le due Tavo-
le de' lati ſon dipinte da Criſtoſano Allo-
ri, e dall'Empoli; e le Lunette a freſco
da Giovanni da San Giovanni.
Il baſſori-
lievo di bronzo, dov' è ſcolpito il Marti-
rio di San Lorenzo, è fattura di Tiziano
Aſpetti da Padova, Maeſtro del Palma.

Laſciando il Ponte a Santa Trinita, del
quale ragioneremo nella ſeguente Giornata,
e camminando lung' Arno verſo il Ponte
Vecchio, a man ſiniſtra poco fuori di ſtra-
da, viſiteremo la Chieſa de'
dal
SANTI APOSTOLI, una delle più an-
tiche di Firenze.
Quantunque ella non ſia
molto grande, è nondimeno di nobile Ar-
chitettura, molto commendata dal Buonar-
roti
.
Vi è una Tavola dipinta dal Vaſari,
per la Concezione di Maria Vergine.
So-
no lodati i due Sepolcri, e ſpecialmente
1 quello preſſo alla Sagreſtía, lavorato da
Benedetto da Rovezzano.
Anche nella Cap-
pella del Sagramento ſono di Luca della
Robbia vaghi ornamenti di terra cotta.

Proſeguendo il cammino ſi vede il
quel-
PALAZZO de' Borgherini, che è diſe-
gno di Baccio d' Agnolo, e nella Sala vi
è un Cammino di pietra ſerena di gran
mole, lavorato a baſſirilievi d' eſquiſito la-
voro da Benedetto da Rovezzano.
Dipoi
paſſato il Palazzo degli Acciajuoli, dopo
qualche tratto di ſtrada ſi giugne alla
grande
FABBRICA DEGLI UFIZJ, o Magi-
ſtrati della Città, la quale ordinata dal
Granduca Coſimo Primo col diſegno di Gior-
gio Vaſari, Pittore, e Architetto Areti-
no, riuſcì, come ſi vede, belliſſima, e rag-
guardevole in ogni parte.
l'Architettura
di tutto queſt' Edifizio è d' ordine Dori-
co, abbellito di conci, e pietre, lavora-
te con pulitezza non ordinaria.
Nelle nic-
chie, che per di fuori ſi mirano, avea
diviſato il Granduca Coſimo di collocare
le Statue de' più illuſtri Cittadini di que-
ſta Patria; ma non potè adempire il bel di-
ſegno prevenuto dalla morte.
Sotto il Log-
giato, che ſoſtenuto da colonne, e pila-
ſtri, gira tutta la Fabbrica, ſono le reſi-
denze di varj Magiſtrati, uniti inſieme in
1 queſto luogo per comodo univerſale, e di
quivi con nobile ſcala fatta modernamen-
te ſi ſale alla pubblica
que-
LIBRERIA MAGLIABECHIANA fon-
data a benefizio pubblico dal celebratiſ-
ſimo Antonio Magliabechi, la più copioſa
di Libri d' ogni ſorta, che ſia nella Città,
e che molto merita d' eſſer veduta, ed oſſer-
vata
.
Il primo appartamento ſopra il Log-
giato, ſerve per lo più per Officine, e Bot-
teghe di quegli Artefici, che giornalmente
lavorano per l'uſo della Galleria, e Guar-
daroba di S. A. Reale, ed il ſecondo appar-
tamento, che fu aggiunto qualche tempo
dopo, col diſegno di Bernardo Buontalenti,
ſerve per la celebre Reale
GALLERIA, la quale è diviſa in due
corridori, lungo ciaſcuno 210. paſſi, che
fra di loro ſi comunicano, mediante un
altro corridore in faccia alla Fabbrica, lun-
go ſettanta paſſi.
Di verſo la ſtrada rieſco-
no i fineſtrati di criſtalli, ſeparati l'uno
dall'altro da varie colonne, e pilaſtri.
La
volta di queſti tre corridori, è diviſa in
tanti ſpazj, quanti ſono i fineſtrati, e det-
ti ſpazj ſon dipinti a freſco da diverſi
Pittori
.
Nel corridore deſtro, facendoci
dalla Facciata, ſon dipinte grotteſche di
varie invenzioni: e nel ſiniſtro, con figu-
1 re ſimboliche ſi rappreſentano le Scienze, e
l'Arti più nobili, intorno alle quali ſono
i Ritratti d' Uomini illuſtri di queſta Città,
che in ſommo grado le profeſſarono, e ſi
ſtampa preſentemente in più Tomi un Opera
aſſai erudita, che ſpiega quanto ſi oſſerva di-
pinto
.
Or queſta nobile invenzione può ſer-
vire all'erudito Foreſtiero d' una ſuccinta
notizia de' più rari Soggetti, che fiorirono
in queſta Patria, perchè quivi vedrà quali
ſiano ſtati i Filoſofi, e i Mattematici più ri-
nomati: quali i Poeti, e gli Oratori più ce-
lebri: i Legiſti, e i Medici più ſingolari: gli
Scrittori di varia erudizione: gli Uomini
più accreditati nella prudenza, e nel go-
verno: quei, che ſi ſegnalarono nell'armi:
quegli, che negli onori, e dignità più co-
ſpicue: i Santi, e Beati: i Fondatori di
Religioni, e così ſeguitando in ciaſcheduna
Profeſſione, potrà appagare la ſua curio-
ſità
.
Inoltre affiſſi alle pareti di ciaſchedun
corridore ſi vedono moltiſſimi quadri, in
cui ſono i Ritratti d' Uomini in armi, o in
lettere ſingolari, e ſpecialmente de' Principi
della Real Caſa de'Medici.
Appoggiati alle
pareti poſano nel piano ſopra baſi moltiſſimi
buſti di marmo con teſte antiche tramez-
zate da Statue intere, con belliſſima ordi-
nanza diſpoſte, di pregio, e di bellezza non
ordinaria
.
Tralle teſte è molto conſidera-
bile la ſerie degl'Imperadori Romani, co-
minciando da Giulio Ceſare ſino a Pupieno,
1 compreſovi M. Agrippa, l'Antinoo, e l'Al-
bino; e tralle Statue è degna d' oſſervazione,
e di ſtima il Bacco di Michelagnolo, che
non ha da invidiare all'antiche.
Molte an-
cora ſono le Teſte delle Donne Auguſte,
non meno ſtimabili di quelle de' Ceſari;
ed inoltre ſono ammirate dagl'Intendenti
le due teſte di Cicerone, e di Seneca, co-
me altresì quella d' Aleſſandro Magno,
ſcolpite con ſingolar maeſtría.
Sono anco-
ra degne di particolar attenzione due Sta-
tue di bronzo antichiſſime, e d' eccellen-
te manifattura, delle quali una, che rap-
preſenta un Idolo, è di maniera Greca, e
l'altra, che figura un Dittatore, o altro
Perſonaggio in atto di parlare al Popolo, di-
moſtra a caratteri Etruſchi, che nel lem-
bo della veſte ſi ſcorgono, eſſere ſtata fat-
ta dagli antichi Etruſchi.
Oſſervate queſte
coſe, che ſono eſpoſte alla viſta d' ognu-
no, paſſeremo alle ſtanze, dove non ſi ha
l'ingreſſo ſenza ſpecial commiſſione di chi
vi ſoprantende, ed in una di eſſe, che a
riguardo della ſituazione, ſuol eſſer la pri-
ma, troveremo gran numero di piccoli
quadri di varj eccellenti Pittori, Idoletti,
e Lucerne di bronzo antiche, e diverſe,
bizzarrie prodotte dalla natura; alcuni la-
vori di pietre dure, e prezioſe; una co-
lonna d' alabaſtro orientale, alta quattro
braccia, tutta d' un pezzo, e maeſtrevol-
mente lavorata, ed è queſta la maggiore
1 delle molte, che ſi vedono in vari luo-
ghi d' Italia, e nella medeſima Gallería;
e finalmente un Candelabro, o come da
noi ſi chiama, una Lumiera d' Ambra, in
cui ſono diſpoſte varie piccole Figurette,
e Ritratti d' ambra bianca.
Da queſta paſ-
ſeremo alla ſtanza, che ſeguitando l'or-
dine preſo, diremo ſeconda, ove ammire-
remo infiniti Quadri de' più famoſi Maeſtri
nell
'Arte.
Ve ne ſono tra queſti in gran
numero di Pittori Fiamminghi, fatti con
ſomma diligenza, propria di tutti gli Ar-
tefici di queſta Nazione; vi ſono ancora,
due lavori di pietre dure; un Gabinetto,
e una Tavola più belli, e più perfetti di
quei, che ſopra accennammo: così nella
terza ſi trovano diverſi ſtrumenti matte-
matici, lavorati con gran perfezione, e
due Globi l'uno celeſte, e l'altro terre-
ſtre di ſmiſurata grandezza.
Evvi ancora
un pezzo di calamita orientale di tal for-
za, che oltre al tenere attaccate a ſe una
dopo l'altra più chiavi, ſoſtiene quaranta
libbre di ſerro.
E` parimente degno di ma-
raviglia un nuovo ſpecchio uſtorio della mag-
gior grandezza, che ſinora ſi ſia veduta in
altro ſimile ſtrumento, col quale vanno tut-
tavia facendoſi belliſſime ſperienze.
Nella
quarta ſi vedono molti quadri non inferiori di
pregio, e di bellezza a quelli, che avremo ve-
duto finora, ed in gran parte della Scuola
Fiorentina; ſiccome alcuni vaſi d' avorio la-
1 vorati al tornio, piccolo ſaggio di centinaja
di pezzi, che ne poſſeggono queſti Reali Prin-
cipi
.
Vi ſono ancora alcuni Stipi, o Scrigni
prezioſi per la materia, ma più ammirabili per
lo lavoro, ed in uno di queſti ſi oſſerva
la Vita di Noſtro Signore effigiata in pic-
cole figure dipinte ſopra pietre prezioſe;
ma quel che rende maggiore ſtupore ſi è,
il veder dentro del medeſimo una macchi-
na mobile di più facce, in una delle quali
vi è un lavoro di pietre commeſſe; nella
ſeconda la Depoſizione dalla Croce del Sal-
vadore in Baſſorilievo di cera, tratto dal
modello del Buonarroti; nella terza il Ce-
nacolo mirabilmente eſpreſſo in figurine,
piccole d' ambra; nella quarta la Crocifiſ-
ſione parimente ſcolpita in ambra; e nella
ſommità di queſto Stipo v' è un Organo,
e un Oriuolo, che maggiormente lo ren-
dono maraviglioſo.
Vorrebbe adeſſo l'or-
dine, e la ſituazione delle ſtanze, che s'
entraſſe a parlare della Tribuna; ma ſi
contenti il Foreſtiero, che ſoſpendendo
per qualche poco di tempo di favellarne,
ſi paſſi ad un' altra ſtanza, che diremo la
quinta
.
In queſta vedremo una grandiſſima
quantità di finiſſimi Vaſi di Porcellana,
di Babbagauro, terra Egizia molto rara, e
due grandiſſime Urne di bucchero del Cile,
tutte terre, che molto ſi ſtimano in queſti
Paeſi
.
Nella ſeſta s' ammirano, oltre a du-
gento Ritratti di Pittori eccellenti, procu-
1 rati da varie parti di Europa, con iſpeſa
veramente incredibile, e diligenza non or-
dinaria
.
Quello però, che li rende mag-
giormente ſtimabili ſi è, l'eſſere tutti di
propria mano di quegli ſteſſi Maeſtri, di cui
rappreſentano al vivo il ſembiante; coſa in
vero rariſſima, e ſingolare, ſe ſi conſidera
la diſſicoltà di porre inſieme un numero
grande d' originali di queſta ſorta.
Evvi an-
cora la Statua del Cardinale Leopoldo de'
Medici in marmo, fatta da Gio: Batiſta
Foggini, e quivi collocata, per aver egli
proccurata così bella, e numeroſa raccolta
di Quadri, e lo sfondo di eſſa è dipinto da
Pier Dandini.
Dipoi paſſeremo alla ſetti-
ma ſtanza, nella quale vi ſono dieci
Scrigni di granatiglia, ove ſi conſerva-
no Cammei, e Medaglie antiche, e mo-
derne, ed alle pareti diverſi Quadri di ec-
cellenti Pittori, la maggior parte di conſi-
derabile grandezza, colla volta dipinta.
da Giovanni Ferretti.
Qui però non fini-
ſcono le maraviglie; anzi paſſando nella
ottava ſtanza, che volgarmente chiamaſi
la Tribuna, maggiormente s' accreſcono;
avvengachè ſi trovino compendiati in eſſa i
maggiori pregj della natura, e dell'arte,
i prodigj della Pittura, e della Scultura, e
tuttociò, che di bello, e di ricco, e di pre-
zioſo può ritrovarſi nel Mondo.
Ora co-
minciando dalle coſe più rare, che certa-
mente ſono ſenza numero, vedremo ſei
1 Statue di marmo, le più perfette, e più
belle, al parere degli intendenti, di quan-
te mai ſi ſiano vedute ne' noſtri tempi,
come di ciò fanno fede l'infinite copie di
eſſe, che in varie forme ſi vedono ſparſe
nel Mondo, ſervendo a' Profeſſori, quan-
tunque di primo nome, di perfetto model-
lo, ed eſemplare alle loro opere inſigni.

Più dell'altre però ſi tiene in pregio la
belliſſima Statua di Venere, detta volgar-
mente la Venere de' Medici, che ne' paſſa-
ti ſecoli fu ſenza dubbio la maraviglia di
Roma, ed ora ſi può dire uuo de' prodigj
di queſta Città: che ſe della Venere di Pra-
ſitele, celebre Scultore ſi legge, che.
da varie parti del Mondo concorrevano
genti alla Città di Gnido, per ammirare
quella bellezza, che in piccol Tempio col-
locata recava agli ſpettatori venerazione,
e diletto; anco della noſtra Venere, in.
un luogo più ſplendido, e più magnifico
ſituata, ſi può dir giuſtamente, eſſer quaſi
innumerabili le perſone, che da ogni par-
te concorrono ad ammirare i ſuoi pregi;
mentre, qual è quel Foreſtiero, che della
ſua bellezza informato, non proccuri con
ogni ſtudio vederla, e vedendola non ri-
manga di maraviglia ſorpreſo?
Dopo aver
contemplata queſta famoſa Statua, e con
eſſa due altre Veneri, anch' eſſe belliſſime,
benchè di non rara eccellenza come la
prima, e inoltre il gruppo de' Lottatori,
1 l'Arrotino, ed il Fauno, ci porteremo ad
oſſervare una Tavola di pietre, e gioje.
commeſſe, di così bello, e così ricco lavo-
ro, che l'occhio umano non ſa diſtingue-
re, ſe l'eccellenza, e perfezione dell'ope-
ra vinca il valor delle gemme, e delle pie-
tre prezioſe, che nobilmente l'adorna-
no, o dal valore di eſſe ſia vinta l'ec-
cellenza, e perfezione dell'opera.
Pari-
mente di gioje, e pietre dure è compoſto
un Gabinetto, o Studiolo; ma queſte non
ſon lavorate in piano come la Tavola, ma
di rilievo, moſtrando la lor grandezza, ed
eccellenza
.
E' ſoſtenuto il Gabinetto da.
quattordici colonne di lapislazzulo, con ba-
ſi, e capitelli d' oro maſſiccio, incroſtato
di perle, e turchine.
Tra una colonna, e
l'altra vi ſono Baſſirilievi pur d' oro, e
nella parte ſuperiore belliſſime laſtre de' più
perfetti diaſpri, ornati intorno di topazzi,
ſmeraldi, balaſci, acque di mare, zaſſiri,
criſoliti, che a ſomiglianza di chiodi, mo-
ſtrano di tener lo Studiolo unito, ma nel-
la parte più eccelſa, e più nobile di eſſo
ſiede, qual Regina di tutte l'altre gioje,
una perla di ſmiſurata grandezza.
Tutto
queſto però non fa il maggior pregio del-
lo Scrigno, conſervandoſi nelle parti in-
teriori di eſſo, quaſi tremila ſra Cammei,
ed intagli, la maggior parte antichi; e in
pietre prezioſe, tutti legati in oro.
Que-
ſti però, come coſa tanto rara, ed altret-
1 tanto ſottopoſta a perderſi, non ſi fanno ve-
dere ſenza ſpecial permiſſione di S. A. Reale.

All'intorno poi di queſta famoſiſſima Tri-
buna ricorre un piccolo palchetto, ſopra
di cui poſano Figurette di marmo, di bron-
zo, e di porfido, tutte antiche, e della.
più eccellente maeſtría; e molti buſti, e
teſte di criſtallo di rocca, di calcidonio, e
d' agata, prezioſe e per la materia, e per
lo lavoro: ma ſopra tutte è mirabile una
ſcolpita in turchina della vecchia rocca,
rappreſentante l'eſſigie di Tiberio Impera-
dore
.
Ammirato, che avremo tuttociò, che
è ſtato da noi deſcritto finora, proſeguire-
mo a contemplare attentamente i Quadri,
che alle pareti ſi vedono appeſi.
Sono que-
ſti de' più famoſi Maeſtri nell'arte, e di lor
ſapere il miglioramento: Raffaello, Tizia-
no, Andrea del Sarto, e Paolo Veroneſe
ve n' hanno il maggior numero; poi ve ne
ſono belliſſimi pezzi di Michelagnolo, de' Ca-
racci, del Vandick, del Rubens, del famo-
ſo Olbino di Baſilea, del Tintoretto, e tre
pezzi del Gherardoun Olandeſe, che per
la loro bellezza hanno meritato di ſtare a
fronte coll'opere de' più rinomati Maeſtri.

In alcuni Armadj ſegreti ſi conſervano mol-
ti vaſi di criſtallo di rocca terſiſſimi, e di
ſmiſurata grandezza; Urne di lapislazzuli,
ed altri gran pezzi d' agate, e diaſpri tut-
ti maeſtrevolmente lavorati, e adornati d'
oro, e gioje: Queſte, ed altre coſe vedre-
1 mo nella Tribuna, dalla quale partendoci,
non però ſazj di rimirare le ſue bellezze,
ſaremo introdotti nella nona, ed ultima
ſtanza, chiamata l'Armería ſegreta, dove
ſi conſervano belliſſime armature d'acciajo,
e varj ſtrumenti militari di ſingolare ar-
tifizio
.
Vi è ancora una ſtanza ſeparata.
dall'altre, dove ſi vede il gran Ciborio,
che deve ſervire per la Cappella di San
Lorenzo, quando ſarà terminata.
Egli è
tutto di pietre, e gioje commeſſe, delle
più rare, e prezioſe, che ſi poſſano in un
tal lavoro conſiderare.
Tralaſcio i finiſſimi
intagli, e i tanti ornamenti di pregio, che
vi ſi trovano, e ſolo ammiro la ſingolar mae-
ſtría, colla quale fu condotta queſt' Opera
a quella maraviglioſa bellezza, di cui certo
non può vederſi la maggiore.
Di ſimil la-
voro è la parte anteriore dell'Altare, o
vogliamo dire il Palìotto, che quivi pur
anco ſi conſerva.
E quì per ora finiſcono
le nove ſtanze di queſta celebre Gallería,
non eſſendo per anco terminate l'altre, eſ-
ſendovene alcune di eſquiſita, e bizzarra
architettura, che ſi vanno preparando; in
una delle quali ſaranno ripoſti i bronzi,
conſiſtenti in alcune Statue, e Teſte in
gran numero d' Idoletti, e di varj ſtrumenti
uſzti ne' Sacriſizj de' Gentili, ed in altri
frammenti dell'antichità erudita, raccolti
da varie parti del Mondo con grandiſſima
ſpeſa, e diligenza non ordinaria; e in un'
1 altra ſtanza molti, e molti Libri di ſmiſu-
rata grandezza, dove con ſommo ſtudio,
e particolare aſſiſtenza di celebri Profeſſo-
ri, ſi vedono raccolti, ed a ſuo luogo di-
ſpoſti innumerabili diſegni, e moltiſſimi
penſieri, e capricci, come eſſi chiamano,
de' più rari Artefici de' noſtri tempi, il
tutto per opera del Cardinal Leopoldo.
E
quì non ſarà diſcaro al Foreſtiero il ſapere,
che, promoſſaſi ultimamente l'Opera de-
gl'Intagli in rame delle Statue, delle Pit-
ture più ſingolari, delle Medaglie, e de i
Cammei non ſolo di queſta Real Gallería,
ma di altre particolari della Città, va ella
incamminandoſi per mano di eccellenti Pro-
feſſori in quell'Arte, colla deſcrizione Iſto-
rica, e Filologica dell'eruditiſſimo Dottore
Anton Franceſco Gori, Sacerdote, Teologo,
e pubblico Lettore d' Iſtoria in queſta Uni-
verſità Fiorentina, ideata diſtribuirſi in.
più Tomi, col titolo di Muſeo Fiorentino,
ſei de' quali ſono già dati alla luce per
mezzo delle Stampe.
Preſſo alla Gallería
ſi può paſſare ad un
re
com-
del-
vora-
rati
Sta-
l'Arro-
E tanto
mo
E 2 altra
CORRIDORE coperto, fatto fabbricare
dal Granduca Coſimo I. col diſegno di Gior-
gio Vaſari, o come meglio ha creduto uno
Scrittore moderno, col diſegno del Buon-
talenti, il quale diede il modello per le
ſtanze della Gallería, e ſpecialmente della
Tribuna
.
E' queſto Corridore ſecento paſſi,
1 e cominciando dal Palazzo de' Pitti, con-
duce ſino alla Gallería, e al Palazzo Vec-
chio
.
Dopo avere ammirate le molte coſe,
che abbiamo finora deſcritte, dando un'
occhiata al
e co-
PALAZZO iſolato per la Ruota Fioren-
tina, ed altri Giudici delle cauſe civili,
che ha per tutti appartamento ſeparato con
gran comodo della Giudicatura, proſegui-
remo il cammino verſo la
PIAZZA DEL GRANDUCA. E perchè
molte ſono le coſe da oſſervarſi in queſta
Piazza; ci faremo in primo luogo dal
PALAZZO VECCHIO, fabbricato col
diſegno d' Arnolfo, quel famoſo Architet-
to di varie Fabbriche di queſta noſtra Cit-
, e ſpecialmente della Chieſa del Duo-
mo
.
E dando prima un' occhiata alla ma-
gnificenza di queſta Fabbrica, oſſerveremo
la belliſſima Torre, o Campanile, alto brac-
cia cencinquanta, e ſoſtenuto da quattro
colonne groſſiſſime, le quali tanto più ren-
dono mirabile, e prodigioſo queſto Edifi-
zio
.
Dipoi nell'ingreſſo, e Ringhiera del
Palazzo ammireremo a man deſtra nell'en-
trare, la grande Statua di marmo di mano
del Bandinelli, che rappreſenta quando Er-
cole abbatte Cacco.
Ma ſe bella, e di non
poca ſtima è la Statua dell'Ercole, belliſ-
1 ſima, e di maggior perfezione è quella di
Davidde ſcolpita dal Buonarroti, e benchè
fatta negli anni ſuoi giovenili, è dagl'in-
tendenti per opera ſingolare celebrata.
E' il
Davidde, come ſi vede, di età florida, co-
me appunto ce lo deſcrivono le Sagre Sto-
rie, quando del Gigante Golía riportò la
ſegnalata vittoria.
Spira il ſembiante di que-
ſto Santo Campione una maeſtoſa bellezza,
e nella vaga ſimetría delle ſue membra, ſi
ſcorge tutto quello, che di bello, e di per-
fetto può formar nel corpo umano.
Dopo
queſte due Statue, ſi trovano due Figure,
o Termini parimente di marmo, uno di
mano del Bandinelli, l'altro di Vincenzio
Roſſi ſuo Scolare, amendue fatti con gran-
diſſima diligenza.
E finalmente entrando
nel Cortile del Palazzo, vedeſi in mezzo
una Fontana di porſido, ſopra la quale,
ſcherza un Fanciullo ſcolpito in bronzo,
di mano d' Andrea Verrocchio.
E' ſoſtenu-
to queſto Cortile da groſſe Colonne di pie-
tra forte, lavorate con belle grotteſche, e
tra le coſe degne di lode vi è una Sta-
tua di Ercole, che uccide Cacco, di mano
di Vincenzio Roſſi da Fieſole, non inferio-
re a quella del Bandinello ſuo Maeſtro.
Salendo al primo appartamento, trovaſi un
magnifico Salone di ſtraordinaria grandez-
za, la ſoſſitta del quale, come altresì le
pareti, ſon dipinte da Giorgio Vaſari con
ſingolar maeſtria.
In trentanove quadri del-
1 la ſoſſitta, con belliſſimi intagli, e orna-
menti dorati, ſi rappreſentano l'azioni, e
fatti più ſegnalati della noſtra Città, e del-
la Real Caſa de' Medici, Madre fecondiſſi-
ma d' Uomini illuſtri, e di celebratiſſimi
Eroi
.
Nelle pareti ſi vede dipinta a freſco
la guerra, e preſa di Siena, la Battaglia
fieriſſima di Marciano, l'aſſedio di Piſa;
ed altre memorabili impreſe.
Anco negli
angoli del predetto Salone, ſi vedono quat-
tro grandiſſimi quadri dipinti a olio, due
de' quali ſono di mano del Ligozzi, e gli al-
tri due del Cigoli, e del Paſſignano.
In uno
di quei del Ligozzi ſi rappreſenta quando
San Pio Quinto incorona Coſimo Primo,
creandolo Granduca di Toſcana, e ornan-
dolo di Corona, e Manto Reale.
E nell'al-
tro ſono figurati que' dodici Fiorentini,
che da varj Potentati del Mondo, in un
medeſimo tempo furono mandati Ambaſcia-
dori a Boniſazio VIII. Sommo Pontefice,
de' quali cantò il Verino:
E 3 ſima,
la
Romana merito Antiſtes Boniſacius Urbis,
Cum Florentinos diverſis partibus Orbis
Vidiſſet Roma, Regum mandata ferentes,
Terrarū ſemen, quinta elementa vocavit,
in quello del Cigoli mirabilmente ſi rap-
preſenta quando Coſimo, ancor giovanetto
di diciotto anni, fu eletto Duca di Firenze,
e da tutti i Senatori, che lo eleſſero inchi-
nato per loro Principe, e Sovrano: e final-
mente in quello del Paſſignani ſi dimoſtra
1 la ſolenne Funzione celebrata in Firenze,
quando il medeſimo Coſimo preſe l'Abito
della Religione di Santo Stefano Papa, e
Martire, della quale fu egli primo Fonda-
tore, e Gran Maeſtro.
Ma che diremo delle
Statue, che vagamente adornano la gran.
Sala ?
Sono in faccia di eſſa tre grandi Sta-
tue di marmo maggiori del naturale, cioè
quella di Leon X. Sommo Pontefice nella
nicchia del mezzo, quella di Giovanni de'
Medici Padre di Coſimo a man deſtra, e
quella del Duca Aleſſandro a man ſiniſtra,
ſiccome da' lati ſi vede la Statua di Cle-
mente VII. e a rincontro quella del Gran-
Duca Coſimo Primo, tutte di mano del
Cavalier Bandinelli.
Belliſſima ancora, an-
zi ſopra tutte ammirabile è la Statua del-
la Vittoria, che ha ſotto di ſe un prigio-
ne, di mano del Buonarroti, il quale de-
ſtinata l'avea per lo Sepolcro di Papa Giu-
lio II. ma non avendola affatto terminata,
laſciolla in Firenze.
Seguono a queſta i
ſei gruppi di mano di Vincenzio Roſſi,
ne' quali ſi rappreſentano le forze d' Erco-
le, e ſpecialmente quando ſoffoga Anteo,
quando uccide il Centauro, quando getta
Diomede a'Cavalli, che lo divorino, quan-
do porta il Porco vivo in iſpalla, quan-
do ajuta ad Atlante reggere il Cielo, e
quando vince la Regina delle Amazzoni:
Opere tutte degne di lode, e nelle quali,
come ſcrive il Borghini, ſi veggono bel-
1 liſſime, e fiere attitudini, e grandiſſima
diligenza nell'arte; e tra queſte Statue fu
collocato ultimamente il gruppo di Ada-
mo, e di Eva, col Serpente, di mano di
Baccio Bandinelli, rimoſſo, come addietro
ſi diſſe, dal Coro della Metropolitana.
Da
queſta all'altre ſtanze paſſando del mede-
ſimo appartamento, vedremo molte belle
pitture a freſco del mentovato Vaſari, col
diſegno del quale fu queſto Palazzo in,
gran parte riordinato.
Ma ſalendo agli ap-
partamenti di ſopra, della Sala chiamata
dell'Oriuolo, troveremo una Figura di
marmo, che rappreſenta un Davidde di
mano di Donatello, ed un' altra di San
Giovan Batiſta ſopra la porta dell'Udien-
za, di mano di Benedetto da Majano,
amendue grandemente lodate da' Profeſſori.

Da queſta ſtanza s' entra nella ricchiſſima
E 4 la
liſſi-
GUARDAROBA del Granduca, piena
di coſe prezioſe, di vaſi d' oro, e d' ar-
gento, e di ſuppellettili, e ornamenti bel-
liſſimi, nella deſcrizione de' quali molto
tempo ſi potrebbe impiegare, anzi un in-
tero Volume richiederebbeſi per chi voleſ-
ſe ad una ad una deſcrivere l'innumera-
bili coſe, che vi ſi trovano.
Diremo ſolo,
come di coſa al mio parere più rara, tro-
varſi in queſto luogo le famoſe Pandette
di Giuſtiniano, chiamate in oggi le Pan-
dette Fiorentine, e ſtimate più d' un teſo-
1 ro da chi riguarda la rarità, ed eccellen-
za d' un Manoſcritto celebre; ſiccome l'
originale della Concordia della Chieſa La-
tina colla Greca ſeguita in Firenze nel Con-
cilio Ecumenico l'Anno 1439. ſottoſcritta
dal Pontefice Eugenio IV. e dall'Impera-
dore Giovanni Paleologo, e da tanti illu-
ſtri, e dotti Prelati.
Ritornando nella me-
deſima ſtanza, o Sala dell'Oriuolo, paſ-
ſeremo nella
E 5 ro
SALA dell'Udienza vecchia, in cui ve-
dremo dipinte a freſco alcune belliſſime,
Storie, di mano di Franceſco Salviati, che
rappreſentano alcuni fatti più ſingolari di
Furio Cammillo, quel valoroſo Campione,
che in tante glorioſe impreſe a favor della
Patria ſi ſegnalò.
E dipoi oſſerveremo la
CAPPELLA tutta dipinta dal Grillan-
dajo, e nella quale conſervanſi molte Re-
liquie inſigni.
Vedute queſte, ed altre co-
ſe nel Palazzo Vecchio, ſaremo ritorno nel-
la medeſima Piazza, per oſſervare in eſſa
la bella
LOGGIA, veramente grandioſa, fabbri-
cata col diſegno d' Andrea Orcagna, Pitto-
re, Scultore, e Architetto Fiorentino nel-
l'età ſua valentiſſimo.
Sotto gli archi di
queſta Loggia ſi vedono tre belle Statue,
ciaſcheduna delle quali merita ſomma lode.
1La prima ſcolpita in bronzo per mano di
Donatello, rappreſenta Giuditta, appiè del-
la quale giace Oloferne immerſo nel ſon-
no per l'ubriachezza ſuora de' ſenſi.
Sopra
il volto di queſta Amazzone divina è un
inſolito ardire, e tutta piena di coraggio
ſi vede vibrare il colpo, per recidere il
capo all'inimico.
Nella ſeconda Statua,
ancor eſſa ſcolpita in bronzo da Benvenuto
Cellini, vien figurato un Perſeo, che ha
nella deſtra il ſerro, e nella ſiniſtra la te-
ſta di Meduſa reciſa dal buſto, tutta gron-
dante di ſangue, e ſenza ſpirito, giacente
appiè dell'ucciſore.
E' commendata queſta
Figura in ogni ſua parte, e ben dimoſtra
il valore di Benvenuto, il quale per avvi-
ſo degl'intendenti, così felicemente con-
duſſe l'opera, che non un bronzo inſen-
ſibile, ma una figura viva, ed animata raſ-
ſembra
.
Degno ancora di molta lode ſi è
il Baſſorilievo di bronzo, che ſerve di or-
namento alla baſe, nel quale ſi vedono
Andromeda, e Perſeo, con altre Figure,
che tutta l'Iſtoria compitamente dimoſtra-
no
.
Nella terza, che è più d' ogni altra,
ſtimabile, e di maggior perfezione, per
quello, che ne dicono i Profeſſori, s' am-
mira un gruppo di tre figure di marmo,
mirabilmente ſcolpite da Giovanni Bologna,
e denotanti il Ratto d' una Sabina.
Nel vec-
chio caduto a terra per l'impeto del ſuo
nemico, vien figurato il Padre della fan-
1 ciulla, in atto d' impedire la fuga al ra-
pitore, e perciò col volto irato, ed inſie-
me dolente, come ad un miſero Padre ſi
conviene, a cui ſia tolta per forza la pro-
pria figlia.
Nel giovane di corpo robuſto,
d' aſpetto ſiero, e ripien di furore, ſi rap-
preſenta un Soldato Romano, che in occa-
ſione de' giuochi pubblici nella nuova Cit-
di Roma celebrati, rapiſce al Padre una
Donzella Sabina, che era venuta con mol-
te compagne alla Feſta.
E nella femmina
tenera, e delicata, ma piena di timore, e
ſpavento, ſi dimoſtra la Donzella rapita,
non mancando chi crede anzi, che queſto
ammirabil gruppo rappreſenti le tre età,
cioè la gioventù, la virilità, e la vecchiez-
za
.
E finalmente in tutte tre le Figure ſi
riconoſce una vivezza grande, che chiun-
que fiſſamente le mira, non ſi ſazia di
commendarle in eſtremo, come gia fecero
tanti eruditi ingegni, chi in proſa, e chi
in verſi, eſaltando l'eccellenza di queſt' ope-
ra inſigne, alla quale, perchè foſſe in ogni
parte compiuta, fu aggiunto nella baſe un
Baſſorilievo, fatto con ſomma induſtria, e
diligenza, dove tutta l'Iſtoria del rapi-
mento delle Sabine ſi rappreſenta.
Cammi-
nando più oltre, ſul canto del Palazzo, e
quaſi in mezzo la Piazza ſi trova la
La
E 6 ciulla
FONTANA fatta dal Granduca Coſimo
Primo, col diſegno, e induſtria dell'Am-
1 mannati, e da Filippo Baldinucci negli eru-
diti ſuoi Decennali, deſcritta colle ſeguen-
ti parole ,, Appariſce nel mezzo d' un,
gran vaſo pieno di limpidiſſime acque
ſgorganti da molti zampilli, il qual vaſo
è figurato pel Mare, il gran Coloſſo
del Nettunno, alto dieci braccia, ſitua-
to ſopra un Carro, tirato da quattro
Cavalli marini, due di marmo bianco,
e due di miſtio, molto belli, e vivaci;
il Nettunno ha tra le gambe tre Figure
di Tritoni, che inſieme con eſſo poſano
ſopra una gran conca marina in luogo
di carro.
Il vaſo è di otto facce di mar-
mo miſtio, quattro minori, e quattro
maggiori
.
Le quattro minori ſon va-
gamente arricchite con Figure di fan-
ciulli, ed altre coſe di bronzo, come
chiocciole marine, cornucopie, cartelle,
e ſimili.
S' alzano ſul piano delle me-
deſime certi imbaſamenti, ſopra ciaſche-
duno de' quali poſa una Statua di metal-
lo maggiore del naturale, e ſono in tut-
te quattro: due femmine, che rappre-
ſentano Teti, e Dori, e due maſchi fi-
gurati per due Dei marini.
All'una, e
all'altra parte di ciaſcheduna di queſte
faccie minori, ſono due Satiri di metal-
lo in varie, e belliſſime attitudini.
Le
quattro facce maggiori ſon tanto più
baſſe, quanto baſti per poterſi da chic-
cheſſia godere la limpidezza dell'acqua,
1 la quale ſtraboccando grazioſamente, è
ricevuta da alcune belle nicchie.
Nel
gran vaſo, ed in ſomma in tutto è co-
ben diſpoſta, e con tanta maeſtà or-
dinata, che è proprio una maraviglia.

Vicino alla Fontana, ſopra una gran Baſe
di marmo, è una belliſſima
man-
la
STATUA di bronzo, di mano di Gio-
vanni Bologna fatta erigere l'anno 1594.
dal Granduca Ferdinando Primo, alla glo-
rioſa memoria di Coſimo ſuo Genitore:
adornando le facciate di queſta Baſe tre
Baſſirilievi di bronzo, in uno de' quali ſi
rappreſenta la Coronazione del mentova-
to Granduca Coſimo, da eſſo meritata Ob
Zelum Religionis, pracipuumque Juſtitia Stu-
dium
, come ſi legge nell'Inſcrizione.
Nel
ſecondo, la glorioſa entrata nella Città di
Siena, ubbidiente al ſuo comando, dopo
la conſeguita Vittoria.
E nel terzo, quan-
do dal Senato Fiorentino, ancor Giovanet-
to, ne fu creato Duca di Firenze, laſcian-
do luogo nella quarta facciata ad una no-
bile, ed erudita Iſcrizione del tenore ſe-
guente
:
Coſmo Medici Magno Etrurie Duci Prime
Pio Felici
Inviſto Iuſto Clementi Sacra Militia Paciſq;
In Etruria Authori. Patri & Principi optimo
Ferdinandus F. Magnus Dux III. erexit
A. M. D. L. XXXXIIII.
Da
1

Da queſſa Piazza faremo paſſaggio alla vi-
cina Chieſa di
ORSAMMICHELE, la quale acquiſtò
forma di Chieſa, o ſivvero d' Oratorio,
dacchè nell'anno 1373. fu deliberato di
chiuder le Logge, che erano ſotto queſta
gran Fabbrica, in venerazione maggiore
di quella Immagine di Maria Santiſſima,
che collocata è ſull'antico Altare di mar-
mi, che vi ſi vede, lavorato colla dire-
zione di Andrea Orcagna.
E perchè è cer-
tiſſimo, che queſto luogo fu per avanti
adoperato per Piazza, e per Mercato del
grano, e delle biade, che ſi aſportavano
ſotto le dette Logge ( lo che dette poi mo-
tivo di alzare queſta gran Torre per co-
modo di pubblico Granajo intorno al 1337.
col diſegno di Giotto, e proſeguito da.
Taddeo Gaddi ) ſono andati immaginando-
ſi alcuni, che il nome di Orſammichele,
ſia un voigare traporto da Horreum Sancti
Michaëlin
; voce, che non ſi vede uſata in
vecuna antica Scrittura, che ſaccia di que-
ſto luogo; menzione; ma ſibbene Orto San
Michele, per poſpoſizione accidentale da
San Michele in Orto.
Atteſochè ſino dal
1100. era ivi una Chieſa Parrocchiale,
intitolata: San Michele in Orto, da cui
prendeva la poſpoſta denominazione di Or-
to San Michele tutta quella aggiacente Con-
trada; In luogo della quale antica Chieſa,
1 demolita per farvi la ſuddetta Torre del
grano, fu intorno a 110. anni dopo riſat-
ta dalla parte oppoſta l'altra Chieſa ſotto
lo ſteſſo Titolo di San Michele in Orto,
oggi detta di San Carlo, comecchè vi ſi
aduna la Confraternita della Nazione Lom-
barda, la quale milita ſotto la protezio-
ne di San Carlo Cardinale Borromei.
E'
queſto grande Ediſizio da ogni parte iſo-
lato, e con belliſſima proporzione, ed ot-
tima Architettura condotto.
Ha per di
fuori quattordici Nicchie, o Tabernaco-
li, in varie fogge intagliati, ed in cui
furono collocate diverſe Statue, alcune,
di bronzo, ed alcune di marmo, lavorate
da i più rari, ed eccellenti Maeſtri, che
fioriſſero in queſta noſtra Città.
Sono adun-
que di Lorenzo Ghiberti, quel celebre scul-
tore, che lavorò le Porte della Chieſa di
San Giovanni, tre Statue di bronzo, cioè
il San Matteo Apoſtolo, il Santo Stefa-
no preſſo la Porta principale, e il San,
Giovambatiſta dalla parte oppoſta.
Baccio
da Montelupo fece la bella Statua di bron-
zo di San Giovanni Evangeliſta; e Dona-
tello ne fece tre di marmo, le quali ſon
tenute in gran pregio, come opere vera-
mente maraviglioſe.
La prima è il San Pie-
tro Apoſtolo, la ſeconda il San Marco Evan-
geliſta, e la terza il San Giorgio, Sta-
tua, che non ha pari, e che, ſecondo il
parere di tutti i Profeſſori, più ſi può com-
1 mendare, che imitare. Perlochè non è ma-
raviglia, ſe le Repubbliche di Venezia,
e di Genova, ed altri Principi dell'Euro-
pa più volte ne ſecero iſtanza, offeren-
do gran ſomma di denaro, perchè foſſe lo-
ro conceduta.
Anco Nanni, o Giovanni
d' Antonio, diſcepolo di Donatello ne fe-
ce tre, cioè i quattro Santi dentro un ſol
Tabernacolo, il San Filippo Apoſtolo, ed
il Sant'Eligio Veſcovo chiamato comune-
mente Santo .
D' Andrea Verrocchio è
il San Tommaſo Apoſtolo, che mette il
dito nel Coſtato di Criſto, opera molto
ſtimabile; allato alla quale è la Statua di
San Luca Evangeliſta di mano di Giovan-
ni Bologna, ſcolpita in bronzo con ſingo-
lare artifizio.
In Chieſa ſi vede un Taber-
nacolo, o Cappella iſolata, tutta di mar-
mi vagamente intagliati, ed abbellita di
baſſirilievi, per opera, diſegno, e indu-
ſtria di Andrea Orcagna; e nel predetto
Tabernacolo s' adora un' Immagine di Ma-
ria Vergine molto antica, dipinta da Ugo-
lino Saneſe, e tenuta ne' tempi andati in
ſomma venerazione, avvengachè ſino al
tempo della terribile, e ſpaventoſa Peſte
del 1348. che inſettò la maggior parte del
Mondo, incominciaſſe grandemente a fiori-
re il di lei culto, concorrendovi grandiſ-
ſimo Popolo con larghe oſſerte, dalle qua-
li in breviſſimo tempo ſi potettero accumu-
lare più di trecentomila ſiorini d' oro, par-
1 te impiegati in ſovvenimento de' poveri,
e parte nell'adornar queſta Chieſa.
Sono
ancora ſopra l'Altar maggiore tre Statue
di marmo, cioè Sant'Anna, la Santiſſima
Vergine, ed il Bambino Gesù, di mano di
Franceſco da Sangallo; ſiccome ne' pilaſtri
alcune belle pitture moderne, tralaſciando
le antiche di Agnolo Gaddi, e di Jacopo
del Caſentino, da cui fu dipinta la volta.

Vi è inoltre un Criſto Crocifiſſo di legno,
avanti al quale il grande Arciveſcovo San-
to Antonino ſoleva da giovanetto giornal-
mente fare orazione, quivi apprendendo,
più che dalle ſcuole terrene, la vera ſa-
pienza, di cui fu egli grandemente dota-
to
.
Nelle ſtanze ſopra la Chieſa fu dal
Granduca Coſimo Primo l'anno 1569. eret-
to il pubblico, e generale Archivio di Fi-
renze, dove ſi conſervano innumerabili Scrit-
ture, ed Inſtrumenti pubblici, con gran-
diſſima fedeltà, e diligenza non ordinaria,
eſſendo degno di ſpecial menzione il meto-
do, che vi ſi pratica.
Tutti i Notaj della
Città, e dello Stato hanno un termine pre-
fiſſo, ſecondo la diſtanza, dentro del quale
ſono obbligati di mandar quivi una copia
autentica di ogni Contratto, che rogano,
oltre al porli ( come è comune in tutti i
Paeſi ) a i loro Protocolli, e quando muo-
re il Notajo, i ſuoi Protocolli ſi pongono
in queſto Archivio, e le copie autentiche
ne i vaſti ſaloni ſopra la fabbrica iſolata
1 di Mercato Nuovo, ſicchè ognun vede la
prudente cautela di eſſer ſempre in due
luoghi ſeparati tutti i Contratti.
Proſe-
guendo il viaggio per la Via de' Calzajuo-
li, detta il Corſo degli Adimari, o pure
per Calimala, chiamata in oggi corrotta-
mente Calimara, luogo un tempo famoſo
per l'abbondanza del traſſico, o negozio,
che quivi ſi eſercitava, ed anco di preſente
ſi eſercita, arriveremo in
de-
men-
te
di
MERCATO VECCHIO, che per iſcher-
zo chiamaſi il Giardino di Firenze, per le
molte delizie, che in abbondanza vi ſi tro-
vano, e delle quali la Città noſtra al
pari d' ogni altra è copioſa.
Quivi ſi è
veduta ſino a' noſtri tempi, ſopra una Co-
lonna di granito una Statua di pietra di
mano di Donatello, rappreſentante la.
Dovizia; ma eſſendo divenuta aſſaì la-
cera dal tempo, è convenuto rimoverla,
e collocarvi altra Statua ſimile, ſcolpi-
ta da Giovambatiſta Foggini; e più oltre
una Loggia, deſtinata alla vendita del pe-
ſce, fatta quivi fabbricare dal Granduca
Coſimo Primo, e dipoi modernamente ac-
creſciuta
.
Vi ſono ancora molte Torri di
non ordinaria grandezza, in gran parte,
delle quali rieſcono le abitazioni degli Ebrei,
riſtrette ad un luogo chiamato il
GHETTO, ove per avanti era un' infa-
me poſtribolo, di cui fanno menzione gli
1 Scrittori citati dal Baldinucci nella Vita,
del Buontalenti.
Queſto Ghetto è ſtato
ampliato con abitazioni aſſai comode.
La-
ſciando di viſitare alcune Chieſe, che nel
riſtretto di Mercato ſi trovano, giungeremo
per la Via del Corſo al
Scrit-
PALAZZO de' Marcheſi Corſi, già de'
Tornabuoni, modernamente accreſciuto, de-
gno per certo di eſſere oſſervato, princi-
palmente per l'ampia Gallería, che gli ag-
giugne comodo, e bellezza: dopo il quale ſi
trovano quello de' Giacomini, la cui Archi-
tettura, opera di Gio: Antonio Doſi, è ſingo-
lare; quello degli Antinori; quello de'Paſqua-
li con più altri.
Preſſo ad eſſi è la Chieſa di
SAN MICHELE BERTELDE, oggi det-
ta agli Antinori, dove abitano Padri Tea-
tini, fatta da' fondamenti reſtaurare dal
Cardinal Decano Carlo de' Medici, col di-
ſegno di Matteo Nigetti Architetto.
Queſta,
quantunque non ſia molto grande, ſi può
nondimeno annoverare tra le più vaghe,
e più adorne della noſtra Città.
E di ve-
ro, cominciando dalla Facciata di pietre,
forti, è così nobile, e leggiadro il ſuo di-
ſegno, e lavoro, che certamente non può
vederſi coſa meglio inteſa, più fi-
nita di quella.
Sonovi due Statue di mar-
mo nelle nicchie, più grandi del naturale,
come altresì quelle ſopra la Porta, che ſo-
no aſſai belle.
Maggiori però, e di più
1 vaga apparenza ſono gl'interiori ornamen-
ti, imperciocchè diviſati con Architettura
d' ordine compoſito, ed arricchiti di pietre
ſerene, lavorate con ſingolar pulitezza.

Procedendo adunque coll'iſteſs' ordine del-
l'altre coſe da noi ſinora deſcritte, oſſer-
veremo primieramente le Cappelle tutte in-
croſtate di marmi, e adorne di belle pitture
a freſco, e di Tavole molto ſtimate.
Nella
prima all'entrare a man deſtra, vedremo la
Tavola del Martirio dell'Apoſtolo Sant'An-
drea, di mano del Ruggieri.
La ſeconda,
dov' è dipinto l'Arcangiolo San Michele, è
del Vignali.
E nella terza, Matteo Roſſel-
lini dipinſe San Gaetano, e Sant'Andrea
Avellino ſuo Compagno, due lumi chiariſ-
ſimi di queſta inſigne Religione.
Accanto
a queſta Cappella è il Sepolcro coll'Iſcri-
zione, e Ritratto dell'Avvocato Agoſtino
Coltellini Fondatore della celebre Accade-
mia degli Apatiſti.
In faccia poi della Cro-
ce, di mano d' Ottavio Vannini è dipinta
l'Adorazione de' Magi; e alla Cappella,
che ſegue, di mano del Roſſellini vi è una
Tavola della Natività di Noſtro Signore.

l'Altar maggiore, poſto nella Tribuna di
mezzo, trall'altre coſe di pregio, ha un
ricchiſſimo Ciborio d' argento, opera di Be-
nedetto Petrucci.
Bello ancora, e grande-
mente ſtimato è il Criſto di bronzo, di
mano di Franceſco Suſini, e vaga viſta
rende la Cupola della Tribuna, dipinta dal
1 Padre Galletti Religioſo dello ſteſſo Colle-
gio, che ha pur dipinta tutta la volta del-
la Chieſa.
Seguitando dall'altra mano, nel-
la Cappella vicina all'Altar maggiore, vi
è una Tavola dipinta dal mentovato Roſ-
ſellini, e in faccia alla Croce, un' altra ſi-
mile del Bilivelti di gran bellezza.
Qui
non diſpiaccia all'erudito Foreſtriro l'oſ-
ſervare alcune dotte Inſcrizioni ſopra la
nobiliſſima Famiglia de' Bonſi, che da Fi-
renze paſſata in Francia, non ſolo vi acqui-
ſtò Titoli, e Dominj ragguardevoli, ma in
breve tempo diede alla Chieſa di Biſiers
ſei Veſcovi, e al Vaticano due Porporati.

Nella Cappella di mezzo, Pietro da Cor-
tona dipinſe la bella Tavola del Martirio
di San Lorenzo.
Adornano ancora queſta
Chieſa quattordici Statue di marmo, che,
dodici rappreſentano gli Apoſtoli, ed al-
trettanti Baſſirilievi a piè di quelle.
Final-
mente non vi è coſa, che non accreſca
vaghezza, e non iſpiri maeſtà, e decoro.

Anco la Librería, che è nel Collegio, è
degna di eſſer veduta, non ſolo per la
copia de' Libri, ma eziandío per la rarità
de' medeſimi.
ſi laſci di veder la Sa-
greſtía molto ornata, e pulita.
Camminan-
do verſo il canto de' Carneſecchi, ſopra
d' una gran baſe ſi vede la Statua, chia-
mata comunemente il
1 CENTAURO, ſcolpita in marmo da.
Giovanni Bologna, che rappreſenta Erco-
le in atto d' uccidere Neſſo Centauro.
Bel-
la ſenza dubbio, e molto lodata dagl'in-
tendenti è queſta Statua, cavata da un,
ſol pezzo; e chi contempla l'eſpreſſione
della forza, che fanno amendue queſte Fi-
gure, Ercole per abbattere, e ſuperare il
Centauro, e quello per fuggirli di ſot-
to; come altresì, chi offerva le difficoltà
ſuperate da quell'Artefice, nel condurre a
fine un lavoro grande, con quella per-
fezione, che vi ſi vede, ingenuamente con-
feſſa, eſſer queſta non ſolo una delle Ope-
re migliori di queſto raro Maeſtro, ma
eziandío di quanti dopo di lui ſon viſſu-
ti ne' noſtri tempi.
Da queſto luogo paſ-
ſeremo a
vaga
Padre
CEN-
SANTA MARIA MAGGIORE, dove
ſtanno i Padri Carmelitani della Congrega-
zione di Mantova, e nella quale vi ſono
da oſſervare molte Tavole di pregio.
In
primo luogo è da ſtimarſi grandemente la
Tavola di mano del Cigoli, dov' è dipin-
to Sant'Alberto Carmelitano in atto di
liberare dal naufragio uno, che già peri-
colava nell'acqua; ed anco quella del Pu-
gliani, che rappreſenta la Maddalena Pe-
nitente in atto di comunicarſi.
E' anco de-
gna di lode la Cappella de' Carneſecchi,
1 la volta della quale fu dipinta da Bernar-
dino Poccetti, e le due Statue di marmo
furono lavorate dal Caccini: ſiccome quel-
la degli Orlandini, dov'è la Tavola del
Bilivelti, ed alcune Pitture a freſco di ma-
no del Volterrano.
Ragguardevoli ancora
ſono le due Tavole, che appreſſo ſeguono,
quella di Santa Maria Maddalena de' Pazzi
di mano di Onorio Marinari, e l'altra di
San Franceſco dipinta da Matteo Roſſelli-
ni
.
Una ſingolare memoria era già in que-
ſta Chieſa, oggi perita, il Monumento,
cioè, ſtato fatto a Salvino di Armato de-
gli Armati nel 1317. collo ſpecifico titolo
d' Inventore degli Occhiali.
Preſſo queſta
Chieſa vi è il
la
PALAZZO, già de'Gondi, paſſato di-
poi ne' Corſini Orlandini, ed oggi nella
Famiglia del Beccuto Orlandini, ſtato mo-
dernamente accreſciuto, e ridotto alla,
forma, che di preſente ſi vede.
Per di
dentro è così nobilmente adornato, e di
comode abitazioni arricchito, che può con
ragione uguagliarſi a' più ſplendidi Palaz-
zi di queſta Città.
La Sala non ſolo nella
volta, ma anco nelle pareti è dipinta
per mano di Pietro Dandini.
Il Gherar-
dini, il Gabbiani, ed altri Profeſſori più
accreditati hanno dipinto l'altre ſtanze
contigue, che adornate di ſtucchi, e di
prezioſi arredi, rieſcono vaghe oltremodo.

1Sulla Piazza di eſſa Chieſa di Santa Maria
Maggiore è ſtata modernamente condotta
a fine la Fabbrica del
Sulla
PALAZZO Strozzi, oggi de' Martini. Non
lontana da queſta è la Fabbrica del nuovo
SEMINARIO FIORENTINO, promoſſa,
ed incamminata con buon guſto di Archi-
tettura dalla pia memoria del fu Monſignor
Tommaſo Buonaventuta de' Conti della,
Gherardeſca, Arciveſcovo di Firenze, e
condotta a buon ſegno, dopo la ſua mor-
te, con aggiunta di comodi appartamenti
per i Precettori, e per gli Studenti Che-
rici, che vi ſi allevano.
Alla quale torna
contiguo il
PALAZZO de' Marcheſi Malaſpina, mo-
dernamente abbellito con buon diſegno.

E quì per ultimo faremo fine alla Secon-
da Giornata per poter nella ſeguente ulti-
mare l'incominciato paſſeggio, ed oſſerva-
re le altre coſe, che ci reſtano da vedere.
13[Figure 13]
F TER-
114[Figure 14]
TERZA
GIORNATA
.
LA Città di Firenze, laſciato da
parte quel che fu ne' tempi del-
la Gentilità, ebbe dipoi così pic-
col recinto d' abitazioni, che il
primo cerchio, così chiamato dagli Scritto-
ri, fu ſolamente riſtretto ad alquante con-
trade preſſo a Mercato vecchio: ma cre-
ſcendo gli abitatori in gran numero, e non
potendo capire in un luogo cotanto angu-
ſto, fu coſtretta a dilatare i confini, i quali
in più volte accreſciuti, giunſero finalmen-
te a quel ſegno, che a' noſtri giorni ſi ve-
de
.
In uno di queſti accreſcimenti della
Città, è fama appreſſo gli Scrittori antichi,
e moderni, eſſerſi dato principio a fabbri-
care in quella parte, che riman di d' Ar-
no verſo Mezzogiorno, alla quale dipoi
furono aggiunti tutti i Sobborghi già fuo-
ri della Città, ed ora in eſſa compreſi.
E
perchè foſſe comodo il paſſaggio dall'una
parte all'altra, furono in varj tempi fab-
bricati quattro Ponti, i quali dipoi caduti
1 nella rovinoſa inondazione, che ſeguì l'an-
no 1333. furono fatti reſtaurare coll'indu-
ſtria, e modello di Taddeo Gaddi, e in
altri tempi rinnovati, come diremo a ſuo
luogo
.
Di queſta parte adunque, che ri-
mane di d' Arno, ragioneremo nella pre-
ſente Giornata, con quella ſteſſa brevità,
colla quale abbiamo finora proceduto nelle
paſſate
.
Pertanto partendoci dall'Albergo,
c' invieremo verſo il Ponte Vecchio, e oſ-
ſerveremo la Loggia di
nella
MERCATO NUOVO, fatta fabbricare
dal Granduca Coſimo Primo, fin dall'an-
no 1548. col diſegno di Bernardo Taſſo
Architetto
.
Il principale intento di queſto
magnanimo Principe fu di provvedere al
comodo de' Mercanti Fiorentini, acciò nelle
ore proporzionate, ridotti in queſto luo-
go, poteſſero più facilmente i loro negozj
concludere
.
Sopra alle ſcalee di queſta Log-
gia vi è un Cignale di bronzo, che getta
acqua per bocca, fatto da Pietro Tacca,
ſul modello di quel di marmo, che ſi con-
ſerva in Gallería, opera molto ſtimata da'
Proſeſſori
.
E ſopra a queſto magniſico Log-
giato evvi l'Archivio delle copie autenti-
che, o piuttoſto primi Originali di tutti i
Contratti, che ſi rogano nello Stato, co-
me ſi è detto in altro luogo.
Camminan-
do più oltre, ſi trovano molte Botteghe
d' Arte di ſeta, che fu ſempre eſercitata
1 in Firenze con ſomma lode, e perfezione;
onde da eſſa ſi ſogliono provvedere molte
Città d' Europa, e una gran parte dell'Aſia.

Dopo queſte ſi trova la Chieſa, e Con-
vento di
F 2 in
SANTO STEFANO, dove abitano Reli-
gioſi Agoſtiniani della Congregazione di
Lecceto
.
E' queſta Chieſa antica, quantun-
que in oggi ſe ne veda gran parte rinno-
vata dalla nobil Famiglia de' Bartolommei,
ed è adorna di alcune Tavole di qualche
ſtima, che per brevità ſi tralaſciano.
De-
ve però farſi menzione del bel Paliotto al-
l'Altar Maggiore di bronzo Corintio, dove
in baſſo rilievo fece Pietro Tacca il Martirio
di Santo Steſano Protomartire.
Da queſto
luogo ſi paſſa al
PONTE VECCHIO, ſtimato il più for-
te, e il più gagliardo d' ogni altro Ponte;
ſopra del quale ſi vedono da ambedue le
parti fabbricate molte Botteghe, per uſo
d' Orefice.
A piè di queſto Ponte a man
deſtra, nel luogo ſteſſo, dov'era prima la
Statua di Marte, che nel Tempio, oggi
detto di San Giovanni, fu creduto eſſere,
ſtata da' Gentili adorata, vi è una
STATUA di marmo, di maniera gre-
ca, aſſai bella, chiamata Aleſſandro Ma-
gno; ſebbene in verità rappreſenta un Aja-
1 ce grondante di ſangue, e morto per le
ferite dateſi di ſua mano, eſſendo chiaro
nelle Storie, che il Grande Aleſſandro
non morì di ferite.
Da man ſiniſtra ſi trova
la Via de' Bardi, in cui tra gli altri è il
ce
PALAZZO del Marcheſe Tempi nobil-
mente adornato, il quale è ſituato appun-
to in faccia alla Chieſa di Santa Maria
ſopr' Arno, ampliato, ed abbellito den-
tro con ottimo guſto.
Avanzando più oltre
il paſſo ſi giugne al
PALAZZO del Senator Conte Ferrante
Capponi, fatto edificare dal famoſo Nic-
colò da Uzano, col diſegno di Lorenzo di
Bicci, entro del quale ſi vede il buſto di
eſſo Niccolò opera inſigne di Donatello
con inſcrizione adequata a potente Citta-
dino; ſiccome appiè della Scala un Leone
di porfido, che è creduto opera ſingolare
degli antichi Etruſchi; e dipoi ſi paſſa alle
ABITAZIONI de' Canigiani; e quindi a
mano deſtra alle
ABITAZIONI de' Mozzi. Queſte eſſendo
ſtate alzate nell'antico a foggia di Palazzo,
o ſia di Torre con merli, moſtrano quella
magnificenza, che fu capace di dar ricet-
to nel 1273. al Pontefice Gregorio X. e
dipoi nel 1279. al Cardinale Latino Orſi-
1 ni, Legato del Papa, a fermar la Pace tra i
Guelfi, e i Ghibellini.
Quindi proſeguendo
il cammino per lo Fondaccio di San Nic-
colò, ſi vede ripieno anch'eſſo di Caſe aſ-
ſai comode, e ſignorili; tra le quali è il
F 3 ni,
PALAZZO de' Gianni, fabbricato all'an-
tica, ma per entro rimodernato aſſai bene,
internandoſi con un delizioſo Giardino, e
con bella grotta ſulla collina detta Mon-
tecucco, che ſino alle mura della Città.

Si paſſa poi dal
PALAZZO de' Marcheſi Vitelli, alla
CHIESA PRIORALE DI SAN NICCO-
LO', detto d'Oltrarno, nella cui facciata
è collocata una Cartella di pietra, con in-
ſcrizione inciſa, degna di oſſervazione,
contenendo la memoria della deplorabile,
inondazione, che fece l'acqua d' Arno per
le Campagne adjacenti, e nella Città nel-
l'anno 1557. che per eſſere in verſi Latini
aſſai leggiadri, abbiamo giudicato guſte-
vole il riportarla, ed è queſta:
Flućtibus undivagis, Pelago ſimiliſque
procellis
,
Huc tumidis praceps irruis Arnus aquis,
Proſtravitque ſue, ſpumanti gurgite, Flora
Oppida, agros, fontes, mænia, Tem-
pla, viros.
Preſſo a queſta Chieſa è il
PA-
1
PALAZZO de' Serriſtori molto magnifi-
co: di dove tornando indietro per i Re-
nai, ſi vede in faccia il maeſtoſo
PALAZZO de' Baroni del Nero, alzato
in parte col diſegno di Tommaſo del Ne-
ro; e accanto ad eſſo il
PONTE detto ALLE GRAZIE, per una
Cappella di grandiſſima devozione, che ha
il titolo di Santa Maria delle Grazie, e al-
tramente il Ponte a Rubaconte, dal nome
di Meſſer Rubaconte da Mandella Podeſtà
di Firenze, che diè mano a farlo edificare.

Si può anche oſſervare ſulla Piazza de i
Mozzi la
CHIESA, e Caſa de' Padri Miniſtri de-
gl'Infermi di San Gregorio; e in faccia ad
eſſa Caſa l'
ABITAZIONE degli Scarlatti, che è Ar-
chitettura di Alfonſo Parigi.
Tornando poi
verſo il Ponte Vecchio, troveremo a man
ſiniſtra la Chieſa di
SANTA FELICITA; e ſi potrà oſſerva-
re ſulla Piazza una Colonna di graníto, ſo-
pra la quale vi è la Statua di San Pietro
Martire, eretta quivi ad onor ſuo dall'an-
tica Famiglia de' Roſſi, che l'alzò nel Se-
1 colo XIII. per aver' eſſo in Firenze, colla ſua
predicazione, ed eſempio, fatto gran frut-
to, ed anco in ſegno delle vittorie avuteſi
da' Cattolici contro gli Eretici Manichei,
propriamente padri degli Albigenſi.
La,
detta Statua del Santo Martire è ſtata non
ha molto rifatta in luogo dell'antica, che
vi era, quaſi disfatta dal tempo; ed è di
mano di Antonio Montauti.
Entrando in
Chieſa, troveremo alcune Tavole dipinte
da eccellenti Maeſtri, di alcune delle quali
daremo brevemente notizia.
La prima, che
è in molta ſtima, è la Tavola della Cap-
pella de' Capponi di mano di Jacopo da
Pontormo, che molto vi dipinſe, ed evvi
un Ritratto ſomigliantiſſimo di San Carlo
Borromeo d' eccellente pennello, collocato
in un ornamento di pietre di gran pregio,
fatto col diſegno del famoſo Vignola; ſicco-
me altresì la Tavola di Bernardino Poccetti
nella Cappella de'Canigiani.
E' anco mi-
rabile un Ritratto d' Aleſſandro Barbadori
nella Cappella già de' Barbadori, ora del
Principe di Paleſtrina, di moſaico, con am-
mirabile eccellenza condotto, ſi dubita,
che ſia opera del famoſo Marcello Proven-
zale; Appreſſo ſegue la Cappella de' Cioli,
dove di mano del Volterrano è dipinta l'
Aſſunzione di Maria Vergine con le Sante
Caterina da Siena, e Margherita da Cor-
tona
.
Dipoi quella de' Guicciardini, ove ſi
vede una belliſſima Tavola di mano di Si-
1 mone Pignoni, che rappreſenta un San Luigi
Re di Francia, che ſerve a Menſa alcuni
Poveri da eſſo convitati.
Dietro a queſta
Chieſa; ſopra la Coſta a San Giorgio, re-
ſtano due Conventi, e Chieſe di Mona-
che; una delle quali intitolata lo
F 4 colo
mone
SPIRITO SANTO, è ſtata riccamente
adornata di ſtucchi dorati; ed in eſſa ſi ve-
de all'Altar maggiore un belliſſimo qua-
dro di mano di Anton Domenico Gabbia-
ni; come altresì la
CHIESA de' Padri Agoſtiniani Scalzi mol-
to linda, e pulita, fatta fabbricare dalla gl.
mem
.
di Madama Criſtina di Lorena, mo-
glie del Granduca Ferdinando Primo, e
Principeſſa di fingolar prudenza, e di bontà
di vita eſemplare.
Di queſte Chieſe però
tralaſceremo di far più diſtinta menzione,
affine di proſeguire il viaggio per la via
de' Guiccardini, dove ſono il
PALAZZO de' Franceſchi con diſegno di
Anton Ferri, ed il
PALAZZO de' Guicciardini, che include
l'antica Abitazione, dove nacque San Fi-
lippo Benizi, del che è la memoria nella
facciata; e ſi giugne al
PALAZZO de' Pitti, che uno de' più
maeſtoſi Ediſizj, che ſi veggano in tutta
1 l'Italia, e fuori, come affermano molti
eruditi Scrittori, e maſſimamente Filippo
Baldinucci nella deſcrizione del nuovo mo-
dello, e diſegno, che già fece di queſto
Palazzo il virtuoſiſſimo Paolo Falconieri.

Queſto maeſtoſo Edifizio venne inco-
minciato col diſegno di Filippo di Ser Bru-
nelleſco a ſpeſe di Luca Pitti Gentiluomo
Fiorentino, e perciò è ſtato detto ſino al
d' oggi de' Pitti; quantunque ſino al
tempo del Granduca Coſimo Primo, e di
Leonora di Toledo ſua moglie, che lo com-
prò, diveniſſe abitazione de' Granduchi Re-
gnanti
.
Di queſto Edifizio adunque dovendo
noi ragionare, diſſicilmente potremo in un
breve riſtretto tutte le ſue parti deſcrivere,
e ſpecialmente le Statue, e le Pitture inſi-
gni, che nobilmente l'adornano, e l'altre
coſe di pregio, che vi ſi trovano, e lo ren-
dono mirabile, e ſingolare.
Primieramente
la Facciata di queſto Palazzo lunga quanto
la Piazza, ed alta a proporzione, è tutta
incroſtata di grandi bozze di pietre ſorti,
d' ordine ruſtico; ma così ben diviſato,
che vi riſplende una maeſtoſa bellezza.

Più vaga però rieſce in viſta la Loggia, ed
il Cortile, fatto col diſegno dell'Amman-
nato, perchè, mutato l'ordine della prima
Architettura, con tale avvedutezza però,
che non diſconveniſſe all'Opera già comin-
ciatà, ſi vede il primo Appartamento di
forma Dorica, il ſecondo d' ordine Jonico,
1 ed il terzo di Corintio, tutti e tre adornati
di varie Colonne, di belliſſimi Fregj, e d' un
ricchiſſimo Cornicione.
In faccia poi del
Cortile, v' è una grotta, dentro la quale ſi
trova una Peſchiera di forma ovata, con
varj zampilli d' acque, le quali pare, che
ſcaturiſcano dalla terra, al cenno di Mosè,
ivi rappreſentato in una grande Statua di
porfido
.
Adornano ancora la Facciata due
altre Pile, con ſue Fontane vagamente in-
tagliate; come altresì due grandi Statue
di marmo, che una rappreſenta Paſquino,
che ſoſtiene Aleſſandro, l'altra Ercole,
che ha ſuperato Anteo, amendue di ma-
niera Greca molto ſtimate.
Ma che diremo
della Fonte ſopra la grotta, al pari del
primo piano di queſto Regio Palazzo ?
Ve-
deſi un gran Vivajo, nel quale ſcherza-
no alcuni Putti di marmo ſopra Cigni, e
nel mezzo di eſſo s' alza una fonte, con
una gran tazza di pozzolana, nella quale
verſano in gran copia le acque da varie
bande; perlochè grande è il diletto, che
di ſubito arreca queſta Fontana a chi entra
nel mentovato Cortile.
Paſſando poſcia ne'
Reali Appartamenti, vedremo coſe di ma-
raviglia
.
Sono le Stanze dell'Appartamen-
to Granducale, e moltiſſime altre tutte di-
pinte, e adorne di ſtucchi di mano de' più
rari Maeſtri, fra' quali il famoſo Pietro
Berrettini da Cortona, più d'ogni altro
s' immortalò.
Bene è vero però, che.
1 s' io voleſſi ad una ad una deſcrivere tut-
te le ſtanze, e l'inſinite coſe di pregio,
che vi ſi trovano, non un breve racconto,
ma un intero Volume ſi richiederebbe.
Ba-
ſterà ſolo accennare, che i più ricchi, e
prezioſi addobbi, le più ſtimabili Pitture,
che in qualunque gran Regia ſi poſſono de-
ſiderare, quivi ſi trovano in grandiſſima
copia, come l'iſteſſo Foreſtiero potrà me-
glio ocularmente conoſcere, che io in que-
ſti ſogli rappreſentare.
Non deeſi però paſ-
ſare ſotto ſilenzio, la copioſa raccolta di
Quadri rariſſimi, e molto meno ſi dee ta-
cere la numeroſa Librería, che in queſto
Palazzo ſi conſerva, dove non ſolo i Libri
più ſcelti, ma eziandío i manoſcritti più
ſingolari abbondano, ſra' quali vi è una rara
moltiplicità di Codici Orientali, che ha
dato motivo ad un' Opera inſigne ſtampata
di freſco, la quale ne fa un eſatto, e mol-
to erudito Indice.
Dal Palazzo ſaremo paſ-
ſaggio al contiguo
F 5 l'Ita-
ed
F 6 s' io
GIARDINO DI BOBOLI, il più vago,
e delizioſo di quanti ſiano in queſta noſtra
Città, avvengachè la magniſicenza coll'ame-
nità, e l'abbondanza coll'induſtria nobil-
mente in queſto luogo gareggiano.
La ſua
circonſerenza ſino alle mura della Città
per lunghiſſimo tratto ſi ſtende, nella qua-
le il colle, e il piano, il domeſtico, ed il
ſalvatico ſcherzano gentilmente.
Egli è
1 diviſato, come ſi vede, in boſchetti, in
prati, in lunghi viali, e fontane.
Lo ador-
nano moltiſſime Statue, ed è ripieno d' al-
beri, di ſiori d' ogni ſorta, e d' inſinite
piante d' agrumi.
Vedeſi dunque in primo
luogo un Teatro, che riſponde di faccia
al Palazzo, circondato da mura in forma
di mezzo ovato, nel quale, per i paſſati
tempi, belliſſimi ſpettacoli, e feſte magni-
ſiche ſono ſtate rappreſentate con grande
applauſo
.
Intorno a queſto Teatro reſta
una gran parte del ſalvatico, che lo rende
più maeſtoſo; dopo il quale, per lunghi
viali tutti coperti di piante, e per un lar-
go, e ſpazioſo Stradone, ſi giunge ad una
Fontana iſolata, di cui più vaga,
più dilettevol coſa ſi può vedere.
Ella è
figurata per l'Oceano, e perciò ſopra una
Tazza di granito, larga dodici braccia per
ogni verſo, ſi vede una Statua di marmo
maggiore del naturale, che rappreſenta Net-
tunno, e a piè di eſſo tre altre Statue a ſe-
dere, figniſicanti i tre Fiumi Gange, Nilo,
ed Euſrate, che verſano gran copia d' acqua
nella Tazza, da cui per ſotterranei condotti
paſſa ad altre ſonti, ed in varj ſcherzi per
lo Giardino ſi ſparge.
Or queſta belliſſima
opera fu dal celebre Giovanni Bologna con-
dotta con tale eccellenza, che reſta in dub-
bio chi la vede, ſe più debba lodare, o la
rara invenzione, o la maeſtría del lavoro,
tanto l'una, che l'altra in perſetto gra-
1 do s' ammirano. Parimente in un gran Vi-
vajo ſi vede un altro Nettunno ſcolpito in
bronzo, ſopra varj moſtri marini di mar-
mo, di mano di Stoldo Lorenzi, opera
da quei, che intendono, molto lodata.
Vi
ſi trova ancora una Grotta, ne' quattro an-
goli della quale, col diſegno, ed inven-
zione del Buontalenti, ſurono collocate.
quattro Statue di marmo, di mano di Mi-
chelagnolo Buonarroti, ma però ſolamen-
te abbozzate, le quali doveano ſervire pel
Sepolcro di Papa Giulio II. e che dal Ni-
pote di Michelagnolo, furono donate al
Granduca Franceſco.
Vi ſono inoltre alcu-
ne Statue d' altri famoſi Maeſtri, che ren-
don più vaga la Grotta, che adorna di ſpu-
gne lavorate in varie forme, nella rozzez-
za di quei materiali dimoſtra una bellezza
non ordinaria.
Ha la volta tutta dipinta,
di mano di Bernardino Poccetti, con
leggiadre, e bizzarre invenzioni, che in
un medeſimo tempo reca terrore, e dilet-
to; avvengachè quell'ingegnoſo Pittore,
ajutato in parte da una naturale apertura,
che reſta nella volta, finſe, che la mede-
ſima volta ſembraſſe di rovinare, e che da
quelle ſeſſure uſciſſero varj animali, i quali
non dipinti, ma veri, e naturali raſſem-
brano
.
Del reſto, chi voleſſe deſcrivere
tutte le Statue, che vi ſono ſenza numero
( molte delle quali ſurono lavorate da ma-
no eccellente, come quella di Morgante,
1 e Barbino, ritratti al naturale da Valerio
Cioli ) e l'altre coſe più ragguardevoli,
che adornano queſto Giardino, non così
preſto terminerebbe, ma di gran tempo
averebbe biſogno, come appunto richiede-
ſi, a chi deſidera minutamente tutte le
coſe oſſervare di queſto luogo.
Dopo avere
ammirato il Regio Palazzo, e Giardino di
S. A. Reale, ci porteremo alla Chieſa di
divi-
do
e Bar-
SAN FELICE IN PIAZZA, oſſervando
prima la Colonna di marmo miſtio di Se-
ravezza, eretta in queſto luogo dal Gran-
Duca Coſimo Primo, per ricordanza della
Vittoria ottenuta nell'inſigne Battaglia di
Marciano
.
In Chieſa poi ſi trovano alcune
Tavole di ragguardevoli Pittori.
Primie-
ramente alla Cappella Baldocci, la prima
a man ſiniſtra, ſi vede dipinto quando Cri-
ſto libera San Pietro dal naufragio, di ma-
no di Salvador Roſa; e alla Cappella del
Roſario ſi crede di mano dell'Empoli effi-
giato San Pier Martire, e San Diacin-
to
.
Da Giovanni da San Giovanni con bel-
liſſima maniera fu dipinto San Felice Pre-
te, Titolare di queſta Chieſa; e all'Altar
maggiore di mano di Fra Giovanni ſi veg-
gono figurati nella Tavola molti Santi.

Così nelle Cappelle, che ſeguono a man
deſtra, v' è una Tavola dipinta da Ridolfo
del Grillandajo, una del Vignali, e una
di Pier di Coſimo.
Uſcendo di queſta Chie-
1 ſa, potrebbeſi proſeguite il cammino ver-
ſo la Porta a San Pier Gattolini, in fac-
cia alla quale è oſſervabiliſſima la bella pit-
tura di Giovanni da San Giovanni; ma ri-
tornando indietro, volgaſi a man ſiniſtra,
dove poco diſtante ritroveremo una Piaz-
za grande, e ſpazioſa; e in faccia di eſſa
la Chieſa, e il Convento, dove abitano
Religioſi Agoſtiniani, chiamata
ſa,
SANTO SPIRITO; fabbricata col diſe-
gno di Filippo di Ser Brunelleſco, quel-
l'inſigne Architetto, col modello del quale
s' ammirano fatte tante belliſſime Fabbriche
in Firenze, ed altrove.
E' l'Architettura
di queſto gran Tempio d' ordine Corintio,
con ſomma perſezione condotta, e perciò
vaga, e maeſtoſa appariſce al pari d' ogni
altro Ediſizio di queſta noſtra Città.
La
ſua lunghezza a cenſeſſanta braccia ſi ſten-
de, e la larghezza a cinquantaquattro.
Vien
diviſo in tre Navate, ripartite da belliſſi-
me Colonne di pietra bigia tutte d' un pez-
zo, ſopra le quali l'Architrave, il Fre-
gio, e il Cornicione da per tutto nobil-
mente ricorrono.
Con buona ordinanza di-
ſpoſte le Cappelle ſi veggono, e adornate di
belliſſime Tavole, delle quali daremo ſuc-
cinta notizia.
Cominciando a man deſtra
vi è una Madonna di marmo, col Criſto
morto in collo, preſane l'imitazione da
quella di Michelagnolo Buonarroti, che in
1 oggi è poſta in San Pietro di Roma. Più
oltre di mano del Franciabigio fu colorita
la Nunziata, e alla Cappella, che ſegue, ſi
vede dipinto da Giovanni Stradano il Sal-
vadore del Mondo, che diſcaccia i Proſana-
tori dal Tempio, opera invero grandemente
lodata
.
Del Paſſignani è il Martirio di Santo
Steſano eſpreſſo mirabilmente, e di Pier di
Coſimo è la Tavola della Viſitazione con
molti Santi, alla Cappella di Neri Cappo-
ni
.
Sandro Botticelli dipinſe i tre Arcan-
gioli; e Aurelio Lomi l'Adorazione de'
Magi
.
Dopo queſta ſi trova una Tavola al-
la Cappella de' Vettori, dipinta da Giot-
to, a cui tanto dee la Pittura, che per
ſua mano riſorſe.
La Vergine nella ſe-
guente Cappella fu dipiota da Ridolſo del
Grillandajo: e la Nunziata dal mentovato
Botticelli
.
Si vede appreſſo la Cappella del
Santiſſimo Sagramento, tutta incroſtata di
marmi Carrareſi, lavorati con bel diſegno, e
con varj ornamenti dal Sanſovino il Vecchio.

Alla Cappella degli Antinori il Salvatore
condotto al Calvario, è opera del Grillan-
dajo
.
Più oltre ſi vede nella Cappella de'
Cavalcanti, adornata di marmi, la Tavola
d' Agnolo Bronzino, dov' è dipinto quan-
do Criſto in ſorma d' Ortolano appariſce
alla Maddalena: e d' Aleſſandro Allori ſuo
nipote ſono i Martiri, e l'altra Tavo-
la, in cui è eſſigiato il Salvadore, quan-
do pronunzia la ſentenza dell'Adultera:
1 e finalmente, il Criſto ignudo di marmo,
che tien la Croce, fu copiato da Taddeo
Landini, da uno del Buonarroti, che è
nella Chieſa della Minerva di Roma.
Che
diremo poi della Cappella maggiore, quan-
to bella per l'Architettura, altrettanto
per la materia magniſica, e ricca ?
Re-
ſta ella in mezzo della Tribuna, da ogni
parte iſolata, ed ha la forma d' un picco-
lo Tempio, imperciocchè ſopra varie bel-
liſſime Colonne s' erge una Cupoletta,
ſotto la quale è ſituato l'Altare, lavora-
to di pietre dure, e prezioſe, commeſſe
con ſingolare artiſizio, come altresì il Ci-
borio dell'iſteſſo lavoro.
Reſta dietro all'
Altare il Coro di figura ottagona, tutto di
marmi carrareſi, e ornato di varie Statue
di marmo ſcolpite da Giovanni Caccini,
che diè il modello di tutta queſt' opera,
nella quale dalla nobil Famiglia de' Miche-
lozzi, che ne fu la fondatrice, grandiſſime
ſomme di denaro furono impiegate.
Dal-
la banda ſiniſtra rimane la Sagreſtía con
un belliſſimo ricetto avanti, fabbricata
col diſegno del Cronaca, in cui tra gli
altri ornamenti, vedremo una bella Ta-
vola di Fra Filippo Lippi, dove con.
vago colorino dipinſe la Vergine col Fi-
gliuolo in collo, e con Angioli, e Santi
d' attorno.
Un' altra ſe ne trova di mano
di Aleſſandro Allori, con alcune Pitture
a freſco di Bernardino Poccetti, e in ſom-
1 ma è queſto luogo degno di molta lode.
Ammirano ancora quei, che intendono, il
Campanile della Chieſa, condotto col mo-
dello di Baccio d' Agnolo; ſiccome i Chio-
ſtri, ed il Convento, nel quale ſi trova-
no alcune Pitture di pregio.
Ritornando
per l'iſteſſa via, cammineremo verſo il
Canto alla Cuculia, che ſa croce a quat-
tro belle, e ſpazioſe contrade, e ſpecial-
mente a quella detta de' Serragli, dove
ſono molti Palazzi; fra' quali il
oggi
e final-
ma
PALAZZO de' Caſtelli aſſai comodo, e
ſignorile: e l'
ABITAZIONE degli Antinori, nella.
quale ſono ben diſpoſte molte Inſcrizioni
Etruſche, Romane, e Greche, con altri
ſtimabili Monumenti di antichità in mar-
mi, e bronzi.
E per ſianco corriſponde il
PALAZZO de' Marcheſi Rinuccini ador-
nato principalmente di lavori di Girolamo
Ticciati, e abbondante di ricchiſſimi arre-
di, con una copioſa Librería.
E' pur di fian-
co il
PALAZZO del Conte Pecori di vaga
ſtruttura
.
Chi ſi voleſſe alquanto dilun-
gare per Via Chiara, una delle dette quat-
tro ſtrade, paſſando dall'
1 ABITAZIONE del Balì del Roſſo, ricca
di pitture ſingolariſſime, con un delizioſo
Giardino; potrebbe viſitare la Chieſa, e
Monaſtero di
ABI-
SANTA CHIARA, dove ſono, ſra l'al-
tre, due Tavole di molta ſtima: La pri-
ma di mano di Pietro Perugino, dove è
un Criſto morto colle Marie; la ſeconda
di mano di Lorenzo di Credi, in cui egli
dipinſe la Natività del Signore.
Dirim-
petto alla detta Chieſa è quella delle
CONVERTITE, dov' è di mano del
Poccetti una Natività del Signore, ed una
Tavola dipinta da Sandro Botticelli.
Ma
ſeguitando il viaggio incominciato, trove-
remo la Chieſa, ed il Convento dove abi-
tano Frati Carmelitani, detta il
CARMINE, di grandezza conſiderabile.
Ell'è di ſtruttura antica, benchè nel princi-
pio del Secolo paſſato foſſe in gran parte
reſtaurata, e di belliſſime Pitture da Ber-
nardino Poccetti arricchita.
Vedeſi adun-
que nella prima Cappella a man deſtra una
Tavola, creduta di mano di Bernardino
Monaldi, dove ſi rappreſenta il Funera-
le celebrato a Sant'Alberto Carmelita-
no
.
A queſta ſegue l'Adorazione de' Ma-
gi, figurata dal Paſſignano; e nella ter-
1 za rappreſentò Giorgio Vaſari un Criſto
morto in Croce, appiè del quale v' è la
Vergine Addolorata, e la Maddalena pian-
gente
.
Di Girolamo Macchietti è la Tavo-
la dell'Aſſunzione di Noſtra Signora con
gli Apoſtoli intorno al Sepolcro, condot-
ta con ſomma induſtria: e dopo queſta la
Natività del Signore, è opera degna dell'
inſigne pennello di Santi di Tito.
In teſta
al lato deſtro della crociata ſi trova la Cap-
pella de' Brancacci, dove di preſente è
la devozione della Madonna del Carmine.

Nelle pareti di queſta ſono dipinte a freſco
alcune Storie di San Pietro Apoſtolo, le
quali di vero meritano ſomma lode.
Fu
cominciata l'opera da Maſolino, e poi con-
dotta a perſezione da Maſaccio fuo diſce-
polo, il quale vinſe di gran lunga il Mae-
ſtro; e fu il primo, che apriſſe la ſtrada
alla buona, e moderna maniera del dipi-
gnere, levando in parte le durezze, e le
altre imperfezioni dell'arte, e molto più
fatto avrebbe, ſe la morte ſul fiore dell'età
ſua, che fu di anni 26 non l'aveſſe tolto
dal Mondo.
E' queſta Cappella un monu-
mento, che ha dato regola a tale arte nel
Mondo, onde non ſi laſci d' oſſervare.

Tralaſciando alcune Tavole antiche, e di
pregio minore, entreremo nel Coro per
rimirare un bel Sepolcro di marmi, fat-
to da Benedetto da Rovezzano pel magni-
fico Pier Soderini, che fu eletto Gon-
1 faloniere perpetuo della Repubblica Fioren-
tina
.
Dirimpetto alla Cappella Brancacci
nel ſiniſtro lato della crociata, ſi trova una
belliſſima, e ricchiſſima Cappella, fabbri-
cata dalla Famiglia Corſini, nella quale con
ſolenniſſima pompa fu trasferito il Corpo
di Sant'Andrea Corſini degniſſimo Rampol-
lo di queſta Eccellentiſſima Proſapia, che
fu Religioſo di queſto Convento, e dipoi
Veſcovo di Fieſole.
E' queſta Cappella tutta
incroſtata di marmi bianchi di Carrara, e
di miſtj di Seravezza, con Pilaſtri, Fregj,
e Cornicione d' Architettura compoſita.
In
faccia, e quaſi ſopra l'Altare, il quale
rimane alquanto iſolato, è una Tavola di
marmo bianco lavorata con grande eccellenza
da Giovambatiſta Foggini, che in queſta, ed
in altre opere ſue ha dato ſaggio del ſuo
vivace intendimento.
E' figurato il Santo
fra le nuvole, in atto d' eſſer rapito al Cie-
lo da varj Angioletti, parte de' quali poſa-
no ſopra l'Urna, dove è ripoſto il di lui
ſacro Corpo, e parte ſi ſoſtengono per aria
con belle attitudini, eſprimendo nel volto
il giubbilo, che ſentono nel portare quel-
la grand' Anima alla Gloria celeſtiale.
So-
pra queſta gran Tavola ſi vede un Dio Pa-
dre, parimente ſcolpito in marmo da Car-
lo Marcellini Scultore ingegnoſo, ed in.
mezzo all'Urna un Baſſorilievo d' argento
d' eccellente lavoro.
Anche nelle due ban-
de laterali ſono due Tavole di marmo, di
1 mano dello ſteſſo Foggini, in una delle.
quali è figurato il Santo diſceſo dal Cielo
per aſſiſtere all'Eſercito Fiorentino, quan-
do nella famoſa Battaglia d' Anghiari meſſe
in fuga, e ſuperò l'Eſercito di Filippo
Maria Viſconti Duca di Milano, condotto
da Niccolò Piccinino ſuo Generale: e nel-
l'altra ſi rappreſenta, quando nel cele-
brare la prima Meſſa gli comparve la San-
tiſſima Vergine con grandiſſimo ſtuolo di
Angioli, proſerendo verſo il Santo quelle
parole: Servus meus es tu, quia elegi te,
& in te gloriabor.
Che diremo poi della Cu-
pola tutta dipinta da Luca Giordano ?
Bel-
liſſima è l'invenzione, vago il colorito, e
nelle tante Figure, che vi ſi vedono, ſi
conoſce l'eccellenza di ſuo pennello, il
quale con preſtezza non ordinaria, ed egua-
le ſelicità, aveva prima terminata, e com-
pita perſettamente l'opera, di quel che al-
tri appena la poteſſero avere abbozzata.
Fi-
nalmente non paſſeremo ſotto ſilenzio le me-
morie, che quivi ſi trovano degli Uomini
illuſtri di queſta Famiglia, e ſpecialmente
de' due Porporati già deſunti, la ſama de'
quali ſarà eterna nella memoria de' Poſteri.

Il primo fu Piero Corſini, Veſcovo di Vol-
terra, e poi di Firenze, l'altro fu Neri
Corſini, Veſcovo d' Arezzo, Zio del Som-
mo Ponteſice Clemente XII.
Nel voltare
verſo la Porta, ſi trova alla Cappella de'
Carucci la Tavola dipinta da Batiſta Nal-
1 dini, in cui vien figurato Criſto, quan-
do riſuſcita il figliuolo della Vedova di
Naim
.
Dipoi ſegue di mano del Butteri
la Storia del Centurione, che chiede a
Criſto la ſanità pel figliuolo, e l'ottiene.

Del mentovato Naldini ſono le due Tavole
appreſſo
.
In una è Criſto, che fa orazione
nell'Orto, e nell'altra l'Aſcenſione del
medeſimo al Cielo, amendue ſtimate gran-
demente, perchè di vero ſono mirabili,
ed in ogni parte perſette.
Bella ancora è
la Tavola di Gregorio Pagni, dove ſi rap-
preſenta il ritrovamento della Santa Croce:
come altresì quella della Nunziata di mano
del Poccetti, di cui pur anco ſono gli Apo-
ſtoli dipinti a freſco nelle pareti della Chie-
ſa, e nelli ſpazj fra l'una, e l'altra Cap-
pella
.
Alla bellezza, e grandezza di que-
ſta Chieſa, corriſponde il Convento capa-
ciſſimo di gran numero di Religioſi, che
di continovo vi dimorano.
Ha due Chio-
ſtri molto ſpazioſi, in uno de' quali è di-
pinta la vita del gran Proſeta Elía, e di
varj Santi Carmelitani.
Alla Chieſa del
Carmine è vicina quella di
za
falo-
mano
dini
SAN FREDIANO, Chieſa ancor eſſa.
antica, e Collegiata di Canonici, e nella
quale ſi trovano alcune Tavole di mano di
Lorenzo di Credi, del Paſſignani, del Lippi,
e d' altri ragguardevoli Maeſtri.
Poco di-
ſtante è il
1 PALAZZO del Marcheſe Scipione, e Fra-
telli Capponi, dove è anche oſſervabile un
Muſeo copioſo di coſe naturali.
Quindi i
PA-
MONACI CISTERCIENSI, i quali han-
no fabbricato un bel Tempio alla maniera
moderna col diſegno del Colonnello Cer-
ruti di Roma, giacchè l'antico era molto
anguſto, e ſenza alcun' ornamento.
Tut-
te le Cappelle ſono ornate di ſtucchi, e di
belle, e vaghe Pitture, di mano del Dan-
dini, del Gherardini, d' Antonio Franchi,
e d' altri valenti Profeſſori.
La Cupola è
dipinta con ſingolar maeſtria per mano
di Anton Domenico Gabbiani eccellente Pit-
tore, e nel Cortile, o Chioſtro conti-
guo alla Chieſa, è una Statua di marmo di
San Bernardo, di Giuſeppe Piamontini.

In queſto Convento abitavano già le Mo-
nache degli Angioli, che in oggi ſono
nel Monaſtero di Ceſtello in Pinti, ed in
queſto preſe l'Abito, viſſe, e morì San-
ta Maria Maddalena de' Pazzi, la cui Cel-
la tuttavia conſervata, ſi tiene in gran.
venerazione
.
Sulla Piazza di queſta Chieſa
è ſtato dal Granduca Coſimo Terzo, fatto
fabbricare modernamente col diſegno di
Giovambatiſta Foggini un
GRANAJO pubblico, ediſizio in vero
magniſico, e comodo per un tal uſo.
Da
queſto luogo faremo paſſaggio al
1 PONTE ALLA CARRAJA, e cammi-
nando lung' Arno, la cui viſta è belliſſima
per molti Palazzi, che vi ſi trovano, ar-
riveremo al vago, e comodo
G PON-
PONTE A SANTA TRINITA, fatto
fabbricare dal Granduca Coſimo Primo, col
diſegno di Bartolommeo Ammannati, Scul-
tore, ed Architetto Fiorentino, dopo l'inon-
dazione precipitoſa, che ſeguì l'Anno 1557.
con danno univerſale della Città, e con
rovina totale di queſto Ponte.
Or tale in-
duſtria adoprò l'ingegnoſo Architetto in
queſta gran Fabbrica, che al parere degl'in-
tendenti, è riuſcito il più bello, e più leg-
giadro Ponte.
Gli fece gli Archi di figura
ovata, acciò ne' fianchi del Ponte riutciſſe
l'apertura più capace, e più vota, ed armò
le pile di ſaldiſſimi ſcogli con angoli acuti,
perchè fendendoſi l'acque nel taglio degli
angoli, poteſſero con maggior velocità, e
ſenza punto di reſiſtenza paſſare.
Vi divisò
tre ſtrade, quella del mezzo più baſſa per i
Cocchi, e Cavalli, e l'altre due per comodo
de' Paſſeggieri, che ſenza alcuno impedimen-
to vi poſſono camminare.
E' adorno queſto
Ponte di quattro Figure di marmo, che
rappreſentano le quattro Stagioni dell'An-
no
.
Il Verno nella perſona di un Vecchio
ignudo, e tremante, è opera di Taddeo
Landini
.
l'Autunno, e la State, ſono di
1 mano di Giovanni Caccini, e quella del-
la Primavera fu lavorata dal Francavilla
Fiammingo
.
In faccia a queſto Ponte ri-
mane la bella ſtrada, detta Via Maggio,
in cui fra gli altri riguardevoli, è molto
conſiderabile il
mano
PALAZZO degli Zanchini, dove ſra
l'altre coſe di pregio vi è una Statua del
ſopraddetto Francavilla, che rappreſenta
Giaſone col Vello d' oro.
Volgendo, è da
vedere la Chieſa chiamata di
SAN JACOPO ſopr' Arno, dove abitano
ora i Padri della Miſſione, che ſebbene an-
tica, è nondimeno di buona Architettura,
e adorna in oggi di ſtucchi, e di nuove Ta-
vole, rieſce molto vaga.
Poco diſcoſto
evvi la celebratiſſima Librería Strozziana,
ſommamente copioſa di rariſſimi Manoſcrit-
ti, ſpezialmente riguardanti la Città no-
ſtra; deglt ultimi cinque ſecoli vi reſta
molto da deſiderate.
Vi è altresì quantità
di cartapecore aſſai antiche, e uno ſcelto
numero di Libri ſtampati, principalmente
d' Iſtorie.
Queſta è poſta nella ſignorile
Abitazione del tanto benemerito delle buo-
ne Lettere Carlo Tommaſo Strozzi, che
non poco ha aggiunto in queſta Librería
meſſa inſieme da' ſuoi illuſtri Antenati.
E
qui termineremo la terza, ed ultima Gior-
nata, ſupponendomi, che il Foreſtiero ap-
1 pieno ſoddisfatto di quanto ha potuto finora
oſſervare, ſtanco dal viaggio voglia far ri-
torno all'Albergo.
G 2 pieno
Ed eccovi, amico Lettore, un breve,
e ſuccinto racconto delle coſe più notabili
di Firenze in tre Giornate diſtinto, che
ſe di molte notizie lo troverete manche-
vole, ſovvengavi, che abbiamo nel prin-
cipio accennato d' aver noi intrapreſa que-
ſta fatica ſolamente per uſo, e comodo del
Foreſtiero, il quale ne' pochi giorni, che
ſi trattiene in queſta Città, proccura ſolo
di vedere, e d' intendere le coſe più rag-
guardevoli, e le meno importanti, e più
diſſicili a vederſi non cura, o non ha tem-
po di agiatamente oſſervare.
15[Figure 15]
PAR-
116[Figure 16]
PARTE SECONDA
CONTENENTE
LE COSE PIÙ NOTABILI
DELLA CAMPAGNA SUBURBANA
DI FIRENZE.
ALLA vaghezza, e nobiltà delle
Contrade, e Fabbriche, che
finora brevemente ſi ſon fatte
oſſervare al noſtro Foreſtiero
dentro di Firenze, corriſpon-
de la circonvicina Campagna, e il ſuo Di-
ſtretto, che piuttoſto una continovazione
dell'iſteſſa Città ſi potrebbe con ragione
chiamare, per le molte, e così ſpeſſe abi-
tazioni, che da ogni parte, o ſia nella pia-
nura, o nelle ameniſſime colline, che con
diſcreta diſtanza da Tramontana, Levante,
e Mezzogiorno la circondano, alzate ſi ve-
dono; meſcolate con tanti belli, e mae-
1 ſtoſi Palazzi, da' noſtri Cittadini, ove lo-
ro Tenute poſſeggono, edificati: onde il
leggiadriſſimo Arioſto tutto ſtupore, e ſen-
za veruna iperbole, in oſſervandole, cantò:
G 3 ſtoſi
A veder pien di tante Ville, e Colli,
Par, che 'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole, e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fuſſer raccolti i tuoi Palagj ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
Or che dirſi potrebbe in oggi, che dal
tempo dell'Arioſto al preſente ſono tanto
creſciute di numero, ed abbellite le Fab-
briche ?
La coltivazione poi de' terreni è
regolata, e linda, che non cede a veru-
na dell'Europa, a tal che gli Oltramontani
non hanno dubitato di credere i noſtri Po-
deri altrettanti Giardini; così ben coltiva-
ti ſi vedono, e con tant' ordine fatte in
eſſi le piantate di Viti, Ulivi, Gelſi, e
d' ogni altra qualunque ſorte d' Alberi, e
Frutti, eſſendo ſempre mai ſtata non mi-
nor cura de' noſtri Cittadini in tenere ben
cuſtodite le loro Tenute, di quel che ella
ſia in tutte le più ſerie loro applicazioni;
anzi molti della più fiorita Cittadinanza,
ſi ſon gloriati di laſciare precetti, e rego-
le, che molto utili ſino a' noſtri tempi ſi
provano
.
Un Luigi Alamanni fece in ver-
ſo la ſua Coltivazione Toſcana, e dedi-
colla al Re Franceſco Primo.
E Giovanni
1 Vettorio Soderini, con Bernardo Davan-
zati, ci diedero proſittevoli ammaeſtra-
menti ſopra la poſta delle Viti.
E il dot-
to Pier Vettori ſopra quella degli Ulivi,
come primo Inventore dell'Uovolaje.
E l'
Agricoltura di Pier Creſcenzi fu tradotta
nella Fiorentina favella, e il Tedaldi, e l'
Adriani, ed altri fecero parimente opere di
Agricoltura
.
Ma ritornando al noſtro pro-
poſito, in queſta Seconda Parte per ſecondare
il primo inſtituto, tratteremo, quanto ſi può
brevemente, del più ragguardevole, o ſia
delle Chieſe, o delle Ville, che nel Diſtretto
di Firenze ſi trovano, e che per la facili-
, o brevità della ſtrada, ſuburbane poſſono
chiamarſi; riſerbando a migliore occaſione
di render ragguagliato il noſtro Foreſtiero,
con maggiore eſtenſione di quanto può eſ-
ſer degno di vederſi nella Campagna Fio-
rentina: Onde conducendolo fuori di cia-
ſcheduna Porta della Città, gli anderemo
dimoſtrando quel che vi è da oſſervarſi per
quella parte.
Adunque per dar principio
con queſto intrapreſo ordine dalla
Vetto-
PORTA ROMANA, detta volgarmente
a San Pier Gattolini; voltando a mano ſi-
niſtra, alla fine d' uno ſtradone coperto di
Olmi, ſi trova la Chieſa della
MADONNA DELLA PACE, di buona
Architettura, già antico Oratorio delle.
1

Monache di Santa Felicita, le quali, a con-
templazione della Granducheſſa Criſtina, lo
cederono a' Monaci di San Bernardo della
Nazione Franzeſe Riformati, detti Fulia-
cenſi, ovvero Foglianti, da lei introdotti
in queſto Stato, fabbricando loro il como-
do Convento, che vi è, e facendovi Loggia-
ti attorno alla Chieſa, con eſſervi mante-
nuti i Religioſi di tutto il biſognevole dal-
la Caſa Reale.
In oggi la Chieſa è ſtata
del tutto mutata, e ſerrate le due Logge
laterali
.
La Cupoletta dell'Altar maggio-
re è dipinta da Livio Meus Fiammingo, e
il quadro della Soſſitta, ove è la Madonna
con Angioli, e San Bernardo in atto di
adorazione, con altre Figure, fra le quali
una rappreſentante la Pace, è di mano di
Luca Giordano, Opera molto ſtimata, ben-
chè preſentemente alquanto denigrata, ſic-
come la Cupola per fuoco, che abbruciò
tutto il Coro.
Ritornando alla Porta ſud-
detta della Città, ſi vede quaſi incontro
alla medeſima, nella terminazione di un
lungo Viale, la
G 4 Mo-
VILLA IMPERIALE. Ma prima di giun-
gervi, ſi veggono nel ſuo ingreſſo due Vi-
vaj diviſi da un Ponte, e ſopra due pie-
diſtalli vi ſtanno erette l'Aquile Imperia-
li, e nel corpo delle medeſime l'Arme del-
la Caſa Reale de' Medici, con quella della
Granducheſſa Maria Maddalena, e nell'al-
1 tre due baſi alzate dalla parte ſuperiore di
detti Vivaj in quella a mano deſtra un.
Leone, che con una zampa tiene un Glo-
bo, rappreſenta lo Stato Fiorentino, e.
nella ſiniſtra la Lupa, che allatta, figura
lo Stato Saneſe.
In poca diſtanza vi ſono
due altri Vivaj più grandi, di ſemiro-
tonda ſigura, diviſi parimente da un al-
tro Ponte, nella parte ſuperiore de' quali
ſi vedono di ſpugne, e a grotteſca due.
Figure proſteſe di proporzione giganteſca,
rappreſentanti i Fiumi dell'Arno, e del-
l'Arbia, i quali tenendo un vaſo, cade da
eſſo l'acqua nel Vivajo.
Vi ſono di pietra
tra gli uni, e gli altri Vivaj ſopra quattro
piediſtalli, le Statue di Omero, e di Virgi-
lio, di Dante, e del Petrarca.
Queſto orna-
to ingreſſo al Viale ſopraddetto a dolce
ſalita lungo poco meno d' un miglio, om-
broſo per i Lecci, e Cipreſſi, che dall'una
all'altra parte con bella ordinanza vi ſono
ſtati poſti; alla fine del quale ſi entra in un
grandiſſimo Prato di ſigura ſemitonda, chiu-
ſo da balauſtrate di pietra, con Iſtatue di
ſimil materia, e nell'apertura di mezzo,
ve ne ſono due di gran proporzione di
marmo, una rappreſentante un Atlante col
Globo ſugli omeri, e l'altra un Giove.
con ſulmine alla mano.
In teſta a detto
Prato ſi erge l'Imperiale Villa di delizie
delle Granducheſſe di Toſcana, ampliata,
e ornata dalla predetta Arciducheſſa Maria
1 Maddalena, poi dalla Granducheſſa Vitto-
ria accreſciuta da Mezzogiorno di Appar-
tamenti, e di due Saloni, e ripiena d' ogni
ſorta di ricca ſuppellettile di Quadri, ed
altre galanteríe, di porcellane, buccheri,
d' Idoletti, e ſimiglianti rarità antiche,
che in diverſi Gabinetti, e Mezzanini con
bell'ordine poſte s' ammirano.
Ivi ſono an-
neſſi due Giardini con belli ſpartimenti di
ſiori, e fontane d' acqua, diviſato l'uno,
e l'altro di piante d' Aranci domeſtici,
vi ſono molte antiche, e moderne Sta-
tue
.
Sopra il detto Palazzo in un Colle più
rilevato in poca diſtanza, ſi vede un an-
tico Monaſtero di Religioſe dell'Ordine di
San Franceſco, detto di
tre
G 5 Mad-
SAN MATTEO IN ARCETRI; il qual
Territorio produce ottimi, e delicati vi-
ni, detti Verdee, e vi hanno loro deli-
zioſe Ville i Mannelli, i Cattani, i Guic-
ciardini, i Capponi, i Naldini, ed altri mol-
ti, ſiccome i Delci, i Ricci a Pozzolatico,
i Tempi al Poggio alla Scaglia, e quivi vi-
cina è la Villa de' Covoni di magniſica Ar-
chitettura
.
De' Nerli è quella preſſo a San-
ta Margherita a Montici; e nel colle delle
Roſe ſono le Ville degli Antinori, de' Conti
Bardi, de' Grifoni, e d' altri.
Tornando-
ſene il Foreſtiero per la ſtrada Romana,
vedrà in primo luogo a man ſiniſtra al-
tro Convento di nobili Religioſe dell'Or-
1 dine di Sant'Agoſtino, detto volgarmen-
te di
dine
SAN GAGGIO, ma in proprio ſigniſi-
cato San Cajo, fondato dalla Famiglia de'
Corſini, ove ſi conſervano più inſigni Re-
liquie
.
La Tavola dell'Altar maggiore,
ove è il Martirio di Santa Caterina, tito-
lare di queſto Monaſtero, è di mano di Lo-
dovico Cigoli.
Mezzo miglio avanzandoſi
per la detta ſtrada a mano deſtra, vedeſi
altro Convento di Monache dell'Ordine di
Sant'Agoſtino, detto il
PORTICO, ove è una bella Chieſa, eſ-
ſendo l'oggetto noſtro, che il Foreſtiero ve-
da la nobil Fabbrica della
CERTOSA, fatta col diſegno dell'Or-
cagna, o come vuole il Vaſari, di alcuno
de' ſuoi Diſcepoli.
Queſta è ſituata in una
Collinetta da ogni parte iſolata.
Vi ſi ſa-
le a Mezzogiorno per una lunga ſtrada,
o ſcala fatta a baſtoni, in teſta alla quale
vi è un Portone, che introduce in un pri-
mo Chioſtro, e di quivi in Chieſa, ove
vedeſi un nobile pavimento, e ſoffitta, e
bello Altare, e a man ſiniſtra ſi entra in
altro grandiſſimo Chioſtro, il quale in-
troduzione a molte Celle, colle ſue atte-
nenze, ſecondo l'inſtituto di queſti Ere-
miti
.
Nel Chioſtro vi ſono dipinte a ſre-
1 ſco da Jacopo da Pontormo molte Figure
della Paſſione.
Nella ſtanza del Reſetto-
rio, di mano del medeſimo vi è un.
Quadro a olio con Criſto a tavola, con
Cleofas, e Luca, grandi al naturale, eſ-
ſendovi fra quei che ſervono, ſtati ritratti
alcuni Converſi, e ſopra la Porta, che va
nel Chioſtro di fuori, vi è una Pietà con
due Angioli, e dalla parte di dentro un
San Lorenzo di mano del Bronzino.
Nel-
la ſtanza del Capitolo vi è un Crociſiſſo
colla Madonna, e la Maddalena appiè della
Croce, e Angioli in aria di Mariotto Al-
bertinelli Pittore ne' ſuoi tempi di credi-
to
.
Vi ſi conſervano ſopra centoventi Re-
liquie
.
Ve ne ſono molte inſigni, una gran
parte delle quali furono donate dal cele-
bre Niccola Acciajoli, gran Siniſcalco de'
Regni di Sicilia, e Geruſalemme, avutele
egli pure in dono dal Re d' Aragona, e
parte fattele venire di Grecia, come la Te-
ſta di San Silveſtro Papa, e quella di San
Giovan-Griſoſtomo, e parte del Cranio di
San Dioniſio Areopagita.
Fu queſto Nic-
cola il Fondatore della Certoſa, intorno
all'Anno 1364.
Accrebbe quella di Napoli;
e in una ſtanza ſotterranea ſono le Sepol-
ture di Caſa Acciajoli, la quale, lonta-
no di quivi ſette miglia in Valdipeſa poſ-
ſiede una gran Tenuta, e un magniſico
Palazzo detto
G 6 ſco
MON-
1
MONTE GUFONI riccamente addobba-
to, e di lunghi viali, e di un Giardino
con Fontane, e ſcherzi d' acqua, ornato,
e reſo delizioſo.
Nel ritornarſene il Fore-
ſtiero per l'iſteſſa ſtrada a Firenze, dalla
parte di Tramontana quaſi incontro alla Cer-
toſa, oſſervi la magniſica Villa, detta Col-
lazzi, de' Dini, con nobile Architettura di
Santi di Tito, che dipinſe la Tavola della
Cappella, ſiccome a man ſiniſtra prima di
entrare in Città, un bel Palazzo de' Mi-
chelozzi, ma molto più il poſto, ove è fab-
bricato, che è ſenza comparazione il mi-
gliore, che ſia all intorno di Firenze, go-
dendoſi di quivi quaſi tutta la Città, e nel-
la più pittoreſca veduta, onde è detto Bel-
loſguardo
.
Poco lontana è un altra Villa de'
Borgherini, e degli Strozzi un' altra a San
Vito, e nel colle vicino detto di Marignol-
le le Ville de' Corſi, de' Capponi, de' Gian-
figliazzi, e di altri, ſiccome preſſo alle.
Campora le Ville del Principe di Forano,
e de' Serſelli, e ſcendendo da queſti colli
per Belloſguardo, vi è
SAN FRANCESCO DI PAOLA, ove
abitano Frati del ſuo Ordine, Chieſa di
gran devozione.
Fuor della
PORTA A SAN FREDIANO, il Mona-
ſtero, che a man ſiniſtra ſi vede poſto ſo-
1 pra una Collina, è intitolato San Barto-
lommeo, e vi ſtanno i Monaci di
pra
MONTE ULIVETO. La Tavola dell'Al-
tar maggiore, in cui è figurato l'entrare
di Noſtro Signore in Geruſalemme, è di
mano di Santi di Tito, ed è una delle bel-
le opere, che egli abbia fatto; quella ove
è il Beato Bernardo Tolomei, è di mano
del Pignoni, e una ve n' è del Paſſignano.

Delle due Statue di marmo; la Vergine.
Veſtale, che tiene in mano un vaglio per
l'Acqua Santa, è di mano del Caccini, e
l'altra alla ſiniſtra, che rappreſenta Clau-
dia, è di Scultore Fiammingo.
Nella Cap-
pella de' Capponi, che ſta ſotto la Chieſa,
vi è una Tavola della Riſurrezione, di ma-
no di Raſſaellino del Garbo, ben mantenuta.

In vicinanza di detto Monaſtero verſo Po-
nente, ſi vede un delizioſo Caſino del Du-
ca Strozzi, con un Salvatico, che ſcende
fino alla ſtrada maeſtra, e dalla parte di
Ponente vi è un Monaſtero detto
SAN PIERO A MONTICELLI, di Re-
ligioſe della Regola di San Benedetto.
Di-
lungandoſi per detta ſtrada, vedonſi in.
qualche lontananza a man ſiniſtra, molte
belle Ville; fra le quali in ſpecie ſono de-
gne di eſſere oſſervate quella de' Torrigia-
ni a San Martino alla Palma, quella de'
Capponi, e l'altra, che diſcoſto cinque mi-
1 glia in circa da Firenze ſulla ſiniſtra mano
ſta ſituata in un rilevato poſto, del Mar-
cheſe Riccardi, detta Caſtel Pulci, alla
quale vi ſi va per un lungo Viale di Ci-
preſſi, che principia dalla ſtrada maeſtra.

Due miglia ſcoſtandoſi, quaſi ſull'Arno
ſi vede l'antica
glia
BADIA DI SAN SALVADORE DI
SETTIMO, fabbricata, come vuole il Va-
ſari, col diſegno di Niccola Piſano.
Chi
la fondaſſe è incerto, e i noſtri Storici in
ciò ſono diſcordanti.
Alcuni le danno per
Fondatore il Conte Ugo di Magdeburgo,
ed altri un Conte Lotario, da cui ſi vuole
che diſcendano i Contalberti, che poi do-
narono la Badía dello Stale nell'Alpi a que-
ſto Monaſtero.
In antico è ſtata ufiziata
da' Monaci neri di San Benedetto. che go-
devano grandiſſimi Privilegj, ed eſenzioni,
conceſſi loro dagl'Imperadori Ottone Ter-
zo, dal Secondo, e terzo Arrigo; ſimi-
glianti n' ebbero da' Ponteſici Paſquale Se-
condo, Leone Nono, Urbano, e Caliſto
Secondo, Gregorio Settimo, Clemente, e
Aleſſandro Terzo.
Gregorio Nono confer-
mati loro i medeſimi Privilegj, l'Anno
1236. la dette a' Monaci Ciſtercienſi, che
vi ſono, come dimoſtra un' Iſcrizione poſta
ſopra la Porta maggiore di queſto mona-
ſtero, e un' altra più diſtinta ſe ne vede
in marmo avanti la ſtanza del Capitolo.
1 l'Altar maggiore è tutto di pietre com-
meſſe, e vi ſono due Tavole a tempera
di Domenico Grillandajo, e nel Chioſtro
alcune Viſioni del Conte Ugo ſurono di-
pinte dal Puglio.
E' memorabile queſta.
Badía per lo miracoloſo ſucceſſo di San Pie-
tro Igneo, così detto dal fuoco, che ben
due volte a piedi ſcalzi ſopra una gran
pira acceſo, ſenza nocumento alcuno paſ-
ſeggiò il Santo, per convincere di Simonía
un certo Pietro Veſcovo Fiorentino, e vi
ſe ne vede memoria in un antico marmo:
ſiccome fuori della Porta principale della
Chieſa ſe ne vede altra a un Sepolcro pure
di marmo, che vien creduta d' Huilla, e
Gasdia, queſta Madre di Ugo, e quella Mo-
glie; Ma Niccolò Baccetti Abate Ciſtercien-
ſe nella ſua Storia di queſta Badía è di pa-
rere, che l'una foſſe Moglie di Bulgario,
e Madre di Ugo Toſcano, e l'altra Moglie
del medeſimo Ugo Pronipote di Lotario.

In detta Chieſa ſi conſerva con gran vene-
razione, fra l'altre Reliquie, il Corpo di
San Quintino martirizzato ſotto l'Impera-
dore Maſſimiano, e miracoloſamente ſco-
perto in detto luogo l'Anno 1157. in non
molta diſtanza dal Monaſtero di Settimo,
che così ſi chiama, quaſi Septimo ab Urbe la-
pide
; prendendo le miglia Romane antiche.

Verſo Ponente ſi vedono ne' due Poggi di
Signa molte, e belle Ville, e così l'una
all'altra unite, che ſembra un' altra Città.
1 Quella di Caſtelletti de' Cavalcanti nel Pog-
gio verſo Tramontana, che vien ſeparato
dall'altro Colle pel Fiume Arno, è la più
magniſica, onde ebbe il nome di Caſtello,
ſiccome ancora alcun' altre.
E nel Colle di
quà dal Fiume quelle de' Pandolfini, che
nell'anno 1494 dettero ricetto a Carlo
Ottavo, e ad altri gran Perſonaggi; quella
de' Salviati alle Selve, e de' Pucci, detta
Belloſguardo, perchè reſta ſull'eminenza
del Poggio, ed ha una veduta di Campa-
gna belliſſima, con nobili, e delizioſi din-
torni
.
In detto Poggio vi ſono due Con-
venti di Religioſi, uno di
l'Al-
Quella
SANTA MARIA DELLE SELVE de'
Carmelitani Riformati, detti della Congre-
gazione di Mantova.
l'altro detto
SANTA LUCIA è de' Padri della Riſor-
ma di San Franceſco.
Ma eſſendo noi quì
diſcoſto da Firenze ſopra otto miglia, per
iſtare ſull'iſtituto noſtro, è oramai tem-
po, che per l'iſteſſa ſtrada dal noſtro Fo-
reſtiero facciaſi ritorno a Firenze, oſſervan-
do vicino alla Porta la comoda Villa de'
Tempi detta Verzaja, con riſervare in al-
tra Giornata di fargli godere ciò, che è più
conſiderabile fuori della
PORTA AL PRATO. Veggaſi, uſcendo
prima dalla Porticciuola delle Mulina, a
1 man ſiniſtra, poſta alla ſine del Borgo di
Ogniſſanti, il
man
GIARDINO, detto la Vaga Loggia, del
Granduca, che ſebbene non è terminato,
vi è molta delizia nelle piante di Agrumi,
a boſchetto, quanto in gran vaſi collo-
cate con buon ordine ſopra pilaſtri di un
lungo foſſo, ove ſcorre l'acqua dell'Arno
contigua, quivi voltata, e incanalata, e
nelle due teſtate veramente fa una gentil
veduta
.
Fuor di queſto Giardino, proſe-
guendo il viaggio per la ſtrada lungo la
riva dell'Arno, s' entra in un diritto via-
le di Pini, che porta alle
CASCINE, Poſſeſſione della Real Caſa
di Toſcana, non più diſcoſta da Firenze di
un miglio, ove ſono ſpazioſe Prateríe, e
ameniſſimi Boſchetti con più viali; il qual
luogo, è frequentato da' Cittadini, e Po-
polo noſtro, ſpecialmente nella Primavera,
in cui ſi rende d'incomparabile amenità.
Vi-
ſtoſi queſto luogo, e ſe n' avrà la curioſità,
anche un antico Monaſtero di Monache Ci-
ſtercienſi, detto di
SAN DONATO IN POLVEROSA, o a
Torri, poſto in poca diſtanza dalle Caſci-
ne per la parte di Tramontana; in altra
Giornata il Foreſtiero non laſci di arriva-
1 re, o per l'iſteſſa ſtrada, che conduce, e
imbocca in quella di Piſtoja, o per dove
ella comincia alla Porta mentovata del Pra-
to, lontano da Firenze dieci miglia tutte
in pianura, alla nobile, e magniſica Vil-
la del
re,
POGGIO A CAJANO, del Granduca,
ſituata a man deſtra ſopra una piccola emi-
nenza di terreno, che la ſolleva, e rende
godibile la Pianura, che per le parti di Le-
vante, Ponente, e Tramontana la circonda,
e da quella di Mezzogiorno è con buona di-
ſtanza ſtaccata da' Poggi di Carmignano,
rinomati per la bontà de' vini.
Queſta Vil-
la fu principiata per lo Magniſico Loren-
zo de' Medici, Padre di Leon X. il quale
la non terminata Fabbrica volle finire, e
ſpezialmente l'ornato, e le Pitture del Sa-
lone grande in parte, che poi il Granduca
Franceſco fece condurre a ſine, e ridurre
tutta queſta gran Fabbrica alla perſezione,
che ella è, ſeguitando il primo modello
di Giuliano da San Gallo.
Queſta Villa,
ha in tutte le ſue parti del magniſico.
Ev-
vi un Salone con volta a mezza botte,
tutta riccamente ſtuccata, o per meglio di-
re, da Giuliano da San Gallo gettata di
materie, che veniſſero intagliate, inven-
zione da lui unicamente imparata a Roma.

Tutto il detto Salone è dipinto da Andrea
del Sarto, dal Franciabigio, e da Jacopo
1 da Pontormo. l'Iſtoria quando Ceſare è
preſentato di varj donativi in Egitto da
molte Nazioni, alludendo queſto fatto al
Magniſico Lorenzo de' Medici, che fu di ra-
ri animali, e tra gli altri di una Giraſſa.
preſentato da Gaitbeio Soldano d' Egitto
nel 1487. e detta Giraſſa è deſcritta dal
Poliziano nelle ſue meſcolanze erudite;
fu laſciata imperſetta detta pittura da.
Andrea, e terminolla Aleſſandro Allori.

Il Franciabigio vi dipinſe in altra Faccia-
ta, quando Cicerone, dopo l'eſilio, fu in
Campidoglio chiamato Padre della Patria:
alludendo queſta Storia al ritorno di Co-
ſimo Medici il Vecchio in Firenze.
Nel-
l'altra Facciata il Franciabigio medeſimo
vi dipinſe, quando Tito Quinzio Flaminio
Conſolo Romano, orando nel Conſiglio de-
gli Achei, contro l'Oratore degli Etoli,
e del Re Antioco, diſſuaſe la lega, che
diſegnavano concludere gli Oratori con gli
Achei medeſimi.
Queſto fatto pure allude
alla Dieta di Cremona, in cui il Magniſi-
co Lorenzo de' Medici diſturbò i diſegni
de' Veneziani, bramoſi di condurſi al poſ-
ſeſſo dell'Italia tutta.
E Aleſſandro Allo-
ri, fece la pittura, che rappreſenta la Ce-
na di Siface Re de' Numidj, fatta a Sci-
pione, dopo che egli ebbe rotto Aſdru-
bale in Iſpagna; e queſto pure allude al
glorioſo viaggio del Magniſico Lorenzo al
Re di Napoli, da cui fu
1convitato. Le due teſtate, dove ſono gli
occhi, che danno lume, ſurono dipinte da
Jacopo da Pontormo, e vi è un Vertunno, co'
ſuoi Agricoltori, con un pennato in mano
bello, e naturale, e l'Iſtoria di Pomona,
e Diana con altre Dee, che per eſſer Pit-
ture fatte a concorrenza de' ſoprannomina-
ti Pittori, ſono delle più belle, che uſciſ-
ſero dal ſuo pennello.
Da queſte ſuddette
teſtate del Salone ſi ha l'ingreſſo in due
Galleríe, ordinate dal Gran Principe Fer-
dinando, per formare per mezzo di queſte
riccamente ornate, la comunicazione alli
quattro Appartamenti, de' quali vien com-
poſta queſta Real Villa.
Dal detto Salone
facendoſi paſſaggio in un altro di minor
proporzione ornato a ſtucchi, è ſtata dipin-
ta nella ſua volta da Anton Domenico Gab-
biani, la Toſcana, che conduce davanti a
Giove Coſimo Padre della Patria, rimo-
ſtrando aver eſſo quietate le civili diſcor-
die, ſcacciati dalla Patria i Vizj, e intro-
dottavi la Pace, e le Virtù, e domanda a
Giove, che lo collochi fra gli Eroi; e in
molti medaglioni attorno vi ſono ritratti i
glorioſi Antenati della Real Caſa de' Me-
dici
.
La Tavola della Cappella, che è ſul
Prato, ove è una Pietà, è di Giorgio Va-
ſari
.
In poca diſtanza dal Palazzo vi ſono
belliſſime ſtalle, lunghe ciaſcheduna più di
centoventi paſſi, e ſopra queſte ſi vede un
Corridore alto, e lungo l'iſteſſo, per lo
1 quale ſtanno ſcompartite Camere per allog-
gi del Servizio baſſo.
Scendendo il Fore-
ſtiero dalla parte di Tramontana, paſſeggi
per gli ameniſſimi viali, che dal Poggio a
Cajano l'uno in un altro mettendo, con-
ducono alle Caſcine, ove vedeſi una Fab-
brica per uſo del Fattore, e del copioſo
Beſtiame, che vi è, grande, e nel ſuo ge-
nere bella, e tutta circondata da un largo
foſſo d' acqua corrente.
Vi ſono dentro a
un gran Cortile tutti i comodi neceſſarj.

Quivi ſi fanno copioſe ricolte di ſquiſiti Ri-
ſi, co' ſuoi Ediſizj per pulirgli.
Proſeguen-
do verſo Tramontana per i viali coperti,
che vi ſono, ſi giunge a un luogo ſopra
tutti gli altri delizioſo, e ameno, detto le
Pavoniere, e ſerve in oggi per far corre-
re i Daini, i quali in un Barco murato con
boſcaglia, e foſſi d' acque, ſon quivi nu-
triti in molta copia, conſiſtendo in più
viali lunghi ciaſcheduno circa a ottocento
paſſi: ed eſſendo il noſtro Foreſtiero quaſi
al termine delle Caſcine, potrà per gli
ſteſſi viali, o per altri far ritorno al Pog-
gio a Cajano, e rimettendoſi in ſtrada mae-
ſtra, da eſſe entrare in una a mano deſtra,
che lo condurrà ( avendone la curioſità )
ad un' altra Villa del Granduca, detta
da
con-
quale
ARTIMINO, o VILLA FERDINAN-
DA, da Ferdinando Primo di queſto no-
me, e Terzo Granduca di Toſcana, che da'
1 fondamenti la fece fabbricare col diſegno di
Bernardo Buontalenti l'Anno 1594. la qua-
le è beniſſimo inteſa, nello ſcomparti-
mento de' Quartieri nobili, come per quel-
li della Famiglia.
Non vi è Cortile, ma
due belli Saloni poſti in mezzo da un ri-
cetto, illuminati per alti fineſtroni.
E' ſi-
tuata in un' ottima eminenza di un Colle
volto a Levante, e il divertimento mag-
giore, che ſi ritrae in detta villeggratura,
che per lo più ſi fa in tempo d' Autunno, ſi
è la Caccia ſpecialmente de' Daini.
Quelli
di pelame bianco in un piccolo Barco, detto
la Pineta, di due miglia di giro vi ſi con-
ſervano
.
Ve n' è un altro di circuito di
ſopra trentadue m glia, detto il Barco Rea-
le, diſtendendoſi dalle ſalde del Poggio
d' Artimino, ſino a' Poggi di Vinci nella
Valdinievole, e vi ſono compreſe dentro
di eſſo, Chieſe Curate, intere Poſſeſſioni,
e Boſcaglie.
Viſtoſi dal curioſo Foreſtiero
tutto quello che ci è parſo bene additargli,
potrà tornarſene a Firenze, e in altra Gior-
nata trasferirſi per la Porta al Prato a due
altre Ville pure del Granduca, poco di-
ſtanti l'una dall'altra: la prima, che ſi
trova ſituata in diſcreta eminenza di Mon-
te Morello è la
fon-
PETRAJA, di gratiſſimo ſoggiorno ſpe-
cialmente nella Primavera.
Il ſuo ingreſſo
principale è a Tramontana, per un Prato
1 chiuſo da folti Cipreſſi in difeſa de' venti:
ha nel mezzo un Cortile tutto dipinto di
fatti Militari; vi ſono nelle due fiancate
due Logge, che introducono negli Appar-
tamenti nobili: queſte ſono d pinte con ot-
timo colorito, e diſegno dal Volterrano,
e rappreſentano alcune azioni di Coſimo
Primo, e di Ferdinando Secondo Gran Du-
chi
.
A Mezzogiorno, Levante, e Ponente
vi ſono tre altre Porte particolari, che in-
troducono in uno ſpazioſo Ripiano di Giar-
dino, di dove godeſi come in Teatro, con
tutta quella belliſſima Campagna, la Città
noſtra
.
Da queſta ſi diſcende in un altro,
ove è un gran Vivajo; e quindi in un
terzo, che termina con un ſalvatico.
Da
Tramontana ſtendendoſi fino alla Villa del
Cavalier Carlini, e ſeguitando verſo l'al-
tra Villa di Caſtello, come ſi dirà ſotto,
vi ſono Vigne tutte circondate di muraglia,
di ſopra due miglia di circonſerenza, con
ordine, e ſeparazione di magliuoli venuti
di diverſi Paeſi, anche remotiſſimi, e nel-
la ſommità delle medeſime vi è un Caſino
di dove ſi gode una belliſſima veduta.
In
poca diſtanza di quivi ſul Poggio verſo Po-
nente, vi è un Convento di Carmelitani
della Congregazione di Mantova, detto
chiu-
SANTA LUCIA ALLA CASTELLI-
NA, con Noviziato, ove è un Quadro di
Maria Vergine nel Coro, del ſuddetto Vol-
1terrano. Vedutaſi dal Foreſtiero la Petraja,
non laſci di vedere ancora
terra-
CASTELLO, altra Villa, come ſi è det-
to, del Granduca, antica della Famiglia
de' Medici, ma accreſciuta dal Granduca
Coſimo I. dalla parte di Levante, col diſe-
gno di Niccolò, detto il Tribolo.
Queſta
è poſta alle radici di Monte Morello; ha
davanti uno ſpazioſo Prato, con due gran
Vivai ſpartiti da un Ponte, che cammina
a un viale piantato di Cipreſſi, il qual mette
ſulla ſtrada maeſtra di Prato.
Nella volta
della Loggia a man ſiniſtra dentro il Cor-
tile alcune Iſtorie degli Dei antichi, e Arti
liberali, lavorate a olio ſulla calcina ſec-
ca, ſono di mano di Jacopo da Pontor-
mo
.
Per gli Appartamenti vi ſono diſtri-
buite belle Suppellettili, e Quadri, e vi
è una pittura a freſco di Baldaſſarre Fran-
ceſchini nella volta del ricetto, ſalite le
prime ſcale, di ottimo colorito.
Da Tra-
montana, uſcendo di detto Palazzo, ſi en-
tra in un vaſto, e delizioſo Giardino,
trovandoſi prima uno ſpazioſiſſimo Prato.

La prima gran Fontana, ove è l'Ercole
di marmo, che ſcoppia Anteo, dalla cui
bocca eſce in gran copia l'acqua, è di ma-
no di Bartolommeo Ammannati, eſſendo il
reſtante della Fonte diſegno, e fattura del
Tribolo, come di lui ancora è l'altra Fonta-
na in mezzo al Boſchetto de' lauri, piena di
1 finiſſimi intagli, e Baſſirilievi, nella cima
della quale vi è una Statuetta di Femmi-
na nuda di bronzo, rappreſentante una.
Venere, dalla cui chioma, che ſi tien rac-
colta entro le mani, cade acqua.
Intorno
alla detta Fonte vi è un imbrecciato in
forma rotonda tutto chiuſo da un ſedere
di pietra bigia, e per lo medeſimo vi ſo-
no occultate ſiſtolette, dalle quali vengo-
no zampilli gentiliſſimi d' acqua.
Queſta
belliſſima Fontana è cinta d' ogn' intorno
da un ſalvatico di alti, e ſolti Cipreſſi,
Lauri, e Mortelle, i quali girando intor-
no, danno forma di un Laberinto, facendo
però proſpettiva all'altra Fontana dell'Er-
cole, e per di ſopra, ad una Porta, ove
pure ſono rari zampilli d' acqua; queſta
vien meſſa in mezzo da due bei Pili, o
Fontane diſpoſte ne' mezzi tra la detta
Porta, e le cantonate.
Di quivi ſi fa paſ-
ſaggio in un amplo, e delizioſo Giardi-
no, ripieno de' più nobili agrumi, e pian-
te di fiori più pellegrine.
Intorno alla
detta Porta vi è una Grotta grande, e
ricchiſſima di ſpugne, e per eſſe adattati-
vi diverſi uccelli, condotta anch' eſſa dal
Tribolo
.
Vi ſono tre grandiſſime Pile ſca-
vate, e intagliate d' un pezzo ſolo, una
nella teſtata, e l'altre due per ſianco all'en-
trare; ſopra le quali vi ſono ſcolpiti al
naturale diverſi Animali quadrupedi fieri,
e domeſtici, fino ad un Eleſante, un Alce,
1 un Unicorno, una Giraſſa, ed altri mol-
ti intruppati con buona diſpoſizione, e
da alcuni de' medeſimi viene a cadere
acqua nelle ſuddette pile, ove ſono intagli
di Peſci, e nicchi marini.
La detta Grot-
ta è chiuſa da cancellate di ſerro, le quali
aperte, quando ſi voglia dar l'acqua agli
zampilli, che tra le ſpugne di ſopra, nel
pavimento, e da i lati vi ſono, ſerranſi
con violenza anch' eſſi per forza d' acqua.

Queſta Grotta è in mezzo a due Fontane
nel medeſimo muro collocate, che ribat-
tono all'altre due del Giardino, ove è il
Boſchetto a Laberinto.
Dal ſuddetto Giar-
dino ſi ſale a un ſalvatico di Cipreſſi, Lec-
ci, ed Allori con bell'ordine piantati, e
quivi ſi vede un gran Vivajo, in mezzo
al quale vi è un' iſoletta, e in eſſa un Vec-
chio tremante figurato il Monte Apenni-
no di bronzo, fatto dall'Ammannato, dal-
le cui chiome cade acqua; diſegno, e la-
voro del Tribolo, dal quale ſi vede in un
Pratello fuori del Giardino, dalla parte
di Levante una Quercia molto artificioſa,
e tutta giuochi d' acqua, fatti dal medeſi-
mo
.
Molto più vi ſarebbe da vederſi in
detta Villa, e Giardini; ma avendo noi
forſe troppo obbligato il Foreſtiero a paſ-
ſeggiare per i medeſimi, rimettendolo ſul-
la ſtrada di Firenze, potrà tener quella per
ricondurviſi, che paſſa ſotto la Villa della
Petraja, ove vedrà di paſſaggio due
1 CONVENTI, uno di Religioſe Camaldo-
lenſi, detto di Boldrone: e pochi paſſi inol-
trandoſi, un altro di Fanciulle Nobili, che
vi s' introducono ſopra i ſette Anni per
educazione, alle quali è permeſſo, piacen-
do loro, non ſoddisfatte di quell'Inſtitu-
to di vita, uſcire ſenza però potervi aver
regreſſo, non facendo mai Voti, come le
altre Religioſe.
Queſto luogo era per l'
addietro una Villa detta la Quiete, della
Granducheſſa Criſtina.
Pervenne dopo la
ſua morte in Donna Eleonora Ramirez di
Monſalvo, che fu la Fondatrice, e Inſtitu-
trice di quel vivere Religioſo, ed eſſendo
ſtato lungo tempo queſto Conſervatorio ſen-
za propria Chieſa, valendoſi per un Cor-
ridore di quella del ſopraccennato Conven-
to delle Camaldolenſi, la Granducheſſa
Vittoria, fecevi la Chieſa, che vi è, con la
Foreſtería, Rimeſſe, e Stalle, per renderlo
comodo alle occaſioni di trattenerviſi, lo
cui eſempio ſeguendo la Principeſſa Anna
Maria Luiſa Elettrice Palatina, lo ha ulti-
mamente ampliato di nobile Appartamento,
e arricchito di delizioſo Giardino, e que-
ſto luogo Religioſo ſi domanda ancor col-
l'antico nome la Quiete.
Molte altre bel-
le, e comode Ville reſterebbero quì da ve-
derſi, ma non ſi tralaſci la tanto delizio-
ſa de' Paſquali al luogo detto Quarto, e
lunga opera ſarebbe a fare una ſemplice
ricordanza, tra l'infinite, che fon diſpo-
1 ſte per le pendici de' Poggi di Caſtello,
fino alla Città di Prato, anche delle più
ragguardevoli, come a Rinieri, luogo tra
Caſtello, e la Petraja, quella de' Lanſredi-
ni, in oggi del Principe Corſini: a Quin-
to quelle de' Torrigiani, Dragomanni, Barto-
lini, e Guardini, detta la Mula; e del Mar-
cheſe Ginori a Doccia, la quale ha delizioſi
anneſſi, e modernamente dal Marcheſe Senat.
Carlo Ginori vi è ſtata introdotta in poca
diſtanza da detta Villa la Fabbricazione non
ſolo di ogni qualità di Piatterie, Vaſi, ed
altre Terraglie fine per uſo comune; ma
di finiſſime Porcellane d' ogni ſorta con
ſingolare induſtria, ed ottima riuſcita.
A
Seſto evvi quella del Marcheſe Corſi, così
celebre, e magnifica; a Colonnata quella
del Conte del Benino, fabbricata dal famoſo
Miniſtro Senatore Ferrante Capponi, ove
fra tante ſingolari coſe ſi veggono in una
vaga Galleria i diſegni di quella di Verſa-
glies del Re Criſtianiſſimo: a Querceto, del
Balì del Roſſo, e nella Valle di Marina quel-
la de' Conti Zeſſerini, che per il vaſto Giar-
dino, per i molti Salvatici, e per la ricchez-
za dell'acque è degna di eſſer veduta; e in
appreſſo quella del Duca Salviati.
Tornan-
do noi a rimettere in iſtrada il Foreſtiero,
attengaſi a mano ſiniſtra, paſſato il Ponte a
Riſredi, ed oſſervi le Ville de' Gondi, de i
Giorgi, de' Panciatichi, e d' altri, e ritor-
nando alla Città per la
1 PORTA A SAN GALLO, fuori della
quale è ſtato alzato ultimamente un mae-
ſtoſo Arco Trionfale di bella, e vaga archi-
tettura in onore del Noſtro Reale Sovrano
FRANCESCO I. ed in occaſione del ſuo ſo-
lenne Ingreſſo in queſta Dominante ſeguito
la ſera del 20. Gennajo 1739.
E cammi-
nando fuori di eſſa Porta, oſſervi dalla parte di
Tramontana la rinomata, ed antica Villa di
H finiſ-
un
H 2 CON-
ſte
H 3 POR-
CAREGGI, cioè Campo Regio, pur del
Granduca col diſegno di Michelozzo, fatta
fabbricare da Coſimo Padre della Patria.

Quivi il Magnifico Lorenzo de' Medici, e
Giovanni, e Piero ſuoi ſigli facevano le
virtuoſe Accademie con Marſilio Ficino,
detto il novello Platone, e la ſua Anima
Angelo Poliziano, Pico della Mirandola,
l'Argiropolo, Ermolao Barbaro, lo Scala,
ed altri dotti Uomini dell'età loro.
Preſſo
a Firenze a mano ſiniſtra, ſalendo per un'
erta ſtrada da quel Tabernacolo, che vi è
dipinto da Livio Meus, s' arriva al
CONVENTO de' Cappuccini a Montughi,
i quali hanno all'uſo del lor rigido Inſtituto,
una bella Chieſa, e un comodo Convento, ed
Orto
.
Quivi pure ſono belle, e nobili Vil-
le, come quella de i Marcheſi Gerini, Ric-
cardi, Capponi, e de' Corſi, e quella degli
Strozzi, celebre per le tante Inſcrizioni an-
tiche Greche, e Latine, che vi ſono.
Vi è
anco un Convento di Religioſe detto
SANTA
1
SANTA MARTA, che vivono ſotto la
Regola del Beato Giovanni da Como, o
da Medda, Fondatore de' Frati Umilia-
ti: ſiccome mettendoſi ſulla ſtrada maeſtra
di Bologna, ſi vede altro
CONVENTO de' Padri della Madre di
Dio delle Scuole Pie, ove hanno il Novi-
ziato
.
La Chieſa vagamente ornata, l'abi-
tazione molto comoda, e la Vigna ben col-
tivata, e pulita rendono queſto luogo aſſai
gradito a chi lo vede.
Quindi paſſando da
diverſe belle Ville, e inoltrandoſi nella
ſtrada Bologneſe, ſi trova a man deſtra
PRATOLINO, Villa di ſomma amenità
nel tempo di State.
Queſta gran Fabbrica,
col diſegno di Bernardo Buontalenti, e di
Franceſco ſuo figliuolo, fu da ì fondamenti
per lo Granduca Franceſco Primo fatta, e
condotta quaſi al finimento, che ha in
oggi; ſiccome lo teſtifica una nobile, e
bella Inſcrizione, che ſi legge nel mezzo
della volta della gran Sala, del ſeguente
tenore
Fontibus, Vivariis
Xyſtis bas Ædes
Franc. Med. Magn. Dux Etruria II.
Exornavit Hilaritatique
Et ſui amicorumqe ſuorum
Remiſſioni animi dicavit
Anno Dom. M. D. LXXV.
H 4 Per
1
Per ſcale ſcoperte raddoppiate ſi ſale al
primo, e nobil piano dalla parte di Tra-
montana, le quali mettono in un Terraz-
zino, o ripiano pure ſcoperto, e per una
bella Porta in un amplo Salone in volta
a mezza botte, e poi in un Salotto tutto
dipinto a freſco, ſiccome il Salone è ornato
in parte di Stucchi, e di Pitture.
Dall'uno,
e l'altro ſi ha l'ingreſſo per ogni parte
in più Appartamenti; alcuni dipinti a fre-
ſco d' Architettura, altri abbigliati ricca-
mente di buoni quadri, e ſtudioli, e d' ogni
nobile qualità di Suppellettili.
Vi è un
Organo in una di quelle Camere chiamato
Hydraulico, che ſenza opera di vento dato-
gli a mano con mantici, ha queſto uſicio
dall'acqua, col volgere certa chiave.
Nel
ſecondo piano vi è un Teatro per Opere
aſſai ſignorile.
Ma uſcito il Foreſtiero dal
Palazzo, veda gl'innumerabili ſcherzi, e
giuochi d' acque, e le copioſe Fontane,
Grotte, e altro, che in un tal genere,
dalla parte di Mezzogiorno, come da quel-
la di Tramontana, e ſotto il Palazzo, e
per lo Boſco ad ogni piccola diſtanza ſono
collocate
.
Dirimpetto alla Porta dinanzi di
Tramontana della Villa, vi è uno ſpazio-
ſiſſimo Prato di figura ſemiovale chiuſo per
di ſotto da una gran cancellata di ſerro,
tramezzata da pilaſtri incroſtati di grotte-
ſco, che ſa proſpettiva all'entratura della
Villa, e al gran Vivajo, che è nella ſua
1 ſommità, e ſalendo dolcemente da i lati è
chiuſo, ed ornato da folti Abeti, e da
Statue, e guglie con diſcreta diſtanza po-
ſte
.
Il gran Monte Apennino è ſignificato
per lo Gigante, che a ſedere di pietra ru-
ſtica fatto ſi vede, ſopra il Vivajo, ove
in larga copia per una ganaſcia del Drago,
che è ſotto il medeſimo Gigante, vi ſi ver-
ſa l'acqua, la qual Figura è di tanta mo-
le, che ſe ella foſſe ritta in piedi, ſarebbe
circa a trentaſei braccia, contenente il
corpo della medeſima una piccola ſtanza
ornata di grotteſca con ſpugne, nicchi, e
madreperle, e con diverſi ſcherzi d' acqua.

Dietro all'Apennino vi è un grandiſſimo
Drago volante, che tramanda acqua in gran
copia
.
E' ſotto a queſto uno ſpazioſo ter-
razzino ſcoperto, dal quale per due ſcalette
ornate di ſpugne, e di ſpilli d' acqua, ſi
ſcende a una Grotta, al piano del Vivajo.

Da queſta parte voltando a Tramontana ſi
vedono tre lunghiſſimi Viali, che ſalgono
ad un Laberinto di ſtrade ameniſſime per
l'ombra di Alberi di verzura perpetua.

La Fontana di mezzo ha un Giove, il qua-
le da un de'lati tiene un' Aquila di marmo
nero, e dall'altro ha in mano un fulmine
d' oro, che getta acqua dinanzi, e di die-
tro, e per di ſopra continova in ſalita il
viale per quaſi mezzo miglio di più: nell'
altre due fonti vi ſono due ſpugne ben al-
te di Corſica, che buttano acqua in gran
1 copia dalle loro ſommità. Scendendo a ma-
no dritta vi è la Cappella di figura eſago-
na, ornata galantemente di ſtucchi, con
cupoletta circondata da loggia, e dentro vi
è un Quadro grande, dov' è l'Aſſunzione
di Maria Vergine.
A quella mano ſcen-
dendo più a baſſo ſi trova un Perſeo di
marmo miſtio, poſato ſopra di un monte
di ſpugne, ed una Statua di un Eſculapio,
e in vicinanza un' Orſa con ſuoi Orſacchini,
e il tutto getta acqua.
Finalmente ſi arri-
va ſulla ſtrada, che da Firenze a queſta
Real Villa conduce, ove ſi vede un capa-
ciſſimo ſervizio di Scuderia, e Quartieri per
la Famiglia.
Veduti fatti luoghi dalla
parte di Levante, trovandoſi alle ſcale del
Palazzo, ed entrando per un cancello, che
è quivi di fianco, ſi potranno oſſervare varj
giuochi di palla a corda, pallottole, e gioſtra.

Paſſando poi alla parte di Mezzogiorno, ſcen-
dendo per una delle due altre ſcale aperte
ovate ſi trovano in gran copia zampilli d'
acqua, ſiccome nel piano di ſotto la Grotta
maggiore, detta il Diluvio, dagl'innume-
rabili ſcherzi, e giuochi d' acqua, che per
ogni parte ſi veggono.
Entrato dentro, al-
l'incontro della Porta, una Grotta partico-
lare, detta la Galatea, ſi vede in poſitura di
minacciar rovina, e tutta di madreperle, con
un mare d' acqua con varj ſcogli coperti di
coralli, e di chiocciole marine.
Tra eſſi ap-
pariſce un Tritone ſonando una Chiocciola
1 marina, e intanto ſi apre uno ſcoglio, dal
quale n' eſce fuori l'iſteſſa Galatea ſopra
una nicchia d' oro tirata da due Delfini,
i quali gettano acqua per bocca, e nel me-
deſimo tempo eſcono da altri due luoghi
due Conchiglie, che gettano acqua nel mez-
zo, e accompagnano alla riva del Mare la
detta Galatea.
In eſſa Grotta grande da
uno de' lati vi ſono due Tavolini in nicchie
di marmi miſchi, che gettano acqua in
gran polla, facendo la figura di un ſanale
di vetro.
Vedonſi inoltre un Corbezzolo,
e un Agrifoglio con varj Animali di bron-
zo in due nicchie ſimili a quelle di ſopra,
due altre grandi di Moſaico d' oro ſono a
rincontro alla Grotta, e vi ſono nicchie,
e ſpugne con due grandiſſimi monti ſimil-
mente di ſpugne, che gettano grandiſſima
copia d' acqua, e in teſta alle medeſime,
due Arpíe di Moſaico, che tramandano pari-
mente molt' acqua.
Dall'altro lato di det-
ta Grotta verſo l'entrata vi ſono due Pi-
le, ſopra le quali ſtanno altresì due Arpíe
di bronzo, che verſano acqua in dette Pi-
le, accanto alle quali vi è un Fanciullo,
che ha una palla groſſa, che ſembra un
Mappamondo, girato pure dall'acqua, e
a piè vi ſono due Anatre in un pelago,
che bevono.
In teſta di detta Grotta vi è
il Bagno della ſtufa, che è una ſtanza di
ſtucchi: e dentro di eſſa una fineſtra, vie-
ne ornata di ſpecchi, per dar curioſità di
1 mirarſi; ed in quel mentre, mancando ſot-
to il pavimento, uno reſta bagnato: vi è
un Pilo di marmo roſſo, con un Monte di ſo-
pra, che fa una pioggia cadente in dette
Pile
.
Dall'altra teſtata addirimpetto, vi
ſono tre ſtanze, che nella prima vi è tut-
to il Cielo di pittura a pergola, e d' oro,
nel mezzo di detta vi è una ſpugna di mar-
mo bianco, fatta da due gocciole d' acqua
di altezza di quattro braccia, coperta di
varj animali, con un ricetto tutto di nic-
chi, di chiocciole, e di branche di coralli,
che gettano acqua in grande abbondanza.

Accanto a detta ſtanza vi è un Pilo antico
fatto in una nicchia di ſpugne, e ſopra eſſa
evvi un Paſtore, che guarda gli armenti,
il quale è in compagnía di più ſorte di
animali
.
Vi è Europa rapita da Giove,
che tramanda acqua per bocca.
Poco diſtan-
te dal Paſtore, ſi vede Nettunno portato
da due Delfini col ſuo tridente, che uſcen-
do dal Mare verſano acqua, e bagnano i
circoſtanti: e di ſopra ſi vede un Satiro
premente un Utre, che getta acqua in gran
copia: in ſomma quivi da per tutto, per
varj zampilli, che fra le ſpugne di ſopra
e di ſotto vi ſono, viene acqua.
Più oltre
ſi vede un Tavolino a otto facce, che in
ogni faccia vi è un ovato incavato a uſo
di rinſreſcatojo, e nel mezzo un tondo ſi-
mile incavato: vi è un Uomo di pietra,
che l'acqua alle mani a uſo di
1 S' ammirano per artifizio d' acqua girar Mu-
lini, camminar Figurine, voci d' uccelli, e
di più una Femmina alta più di mezzo brac-
cio, con un vaſo in mano, che aprendo
un cancelletto cammina per molti paſſi a
un fonte, ove prende acqua, e quivi è un
Paſtore, che ſuona la cornamuſa, e gira
la teſta, il qual moto viene a dar fiato al-
la medeſima cornamuſa, e poi fa ritorno
per l'iſteſſa ſtrada; tutto operato dall'acqua,
e queſta Femmina dalla gente è chiamata
la Samaritana.
Dirimpetto alla medeſima ſi
ammira in un grotteſco una Fortezza, che
da' Soldati di fuora viene attaccata, e da
quei di dentro difeſa con cannoni, tambu-
ro, ed altri militari attrezzi, che operan
per moto d'acqua.
Sotto alla detta Grotta
grande, e ſotto le ſcale del Palazzo, vi
ſono due nicchie con iſtatue, ſotto a una
delle quali vi è una Donnola ſopra un
Serpente col motto; Amat Vićtoria curam,
Impreſa del Granduca Franceſco.
Sotto l'
altra vi ſono alcuni Peſcatori, che ſi muo-
vono, e percuotono alcune Rane, che ſi
tuſſano nell'acqua, e nel ritornar fuori
bagnano
.
Uſciti fuori di detta Grotta, ſi
vede un gran Prato, che circonda il Pa-
lazzo, e ſi ſcende nel Barco, che è pieno
di diverſe Fontane, e ſotto alle ſcale, che
ſcendono nel Barco, vi è un Vecchio figu-
rato pel Fiume Mugnone, che diſtribuiſce
l'acqua a tutte quelle Fonti.
Più oltre
1 ſotto alle dette ſcale a uſo di grotta, vi
ſono una Fama con tromba d' oro, e col-
l'ali, un Drago, che beve, e un Contadi-
no, che porge una Tazza; per occulto ar-
tifizio d' acqua la Fama ſuona, dimena
l'ali, empieſi la Tazza, il Contadino l'al-
za, e il Serpente colla teſta ſi china, vi ſi
tuſſa, e la beve.
A rincontro della Fama,
vi è a uſo di altra Grotta il Dio Pan, che
ſi rizza, ſuona la zampogna, muove la
teſta, e poi ſi ripone giù.
Colle ſcale di
detta Grotta grande ſpartite in molte, at-
teſta un lunghiſſimo viale, che ſcende dol-
cemente, dove di quà, e di ſono diſpo-
ſte ſopra muricciuoli di diſtanza in diſtan-
za, alcune piccole vaſche, o tazzette di
pietra, che gettano in aria acqua: ſotto
alle quali, per tutto il viale eſcono zam-
pilli, che facendo arco l'uno coll'altro
intrecciandoſi, formano come un pergola-
to, ſotto al quale puovviſi, ſenza reſtar
bagnato, agiatamente paſſeggiare.
In reſta
a queſta ſtrada, tutta boſcata, ſopra un
gran Vivajo è una Statua, che rappreſenta
una Lavandaja, operante a forza d' acqua,
fattura di Valerio Cioli.
Accanto alla det-
ta Lavandaja, ritornando verſo il Palazzo
dalla parte di Levante, per altra ſtrada co-
perta di Abeti, e di altri alberi ombroſi, ſi
vedono tre Vivaj a uſo di pelaghi, e da un
lato in un boſchetto di Lauri, vi è il Mon-
te Parnaſo colle nove Muſe, Apollo, e il
1 Caval Pegaſeo; e quì ſi ſente ſonare un
Organo per artifizio d' acqua, detto Hydrau-
lico
: di ſotto al detto Monte alquanto di
lontano vi è una gran Quercia con due
ſcale in giro, per le quali ſi ſale, e ſi ar-
riva in un piano, dov' è una bella fonte.

Nel tornarſene verſo il Palazzo, ſi vede
col bizzarro diſegno dell'Ammannato, un
Teatrino in quadro con balauſtri di marmo,
nel cui mezzo vi è una Vaſca tonda con
cinque Statue, che tutte buttano acqua.
Il
Teatro ſteſſo è ornato da quattro tronchi
di pietra, che fingono alberi rotti, alti
circa dieci braccia, e ſopra i medeſimi vi
è un animale di diverſa ſpecie, e a man
dritta inoltrandoſi ſi vede una grandiſſima
gabbia lunga braccia cento, e larga cinquan-
ta, tutta di Cavalletti in aria di ſerro,
dentrovi Altori, Elleri, e altre Piante,
con una fonte in teſtata della medeſima; e
quivi ſi fa conſerva di più, e diverſi uc-
celletti canori: e ſopra la detta gabbia,
quaſi incontro al Palazzo per fianco, vi è
un Giardino con iſpartimenti di fiori.
Dal-
l'altra parte, commciando a ſalire, ov' è
la Lavandaja, per la ſiniſtra a Ponente ver-
ſo il Palazzo, evvi in terra una Salaman-
dra, che getta acqua in una palude.
Ve-
deſi un Orivolo, che ſuona l'ore per arti-
fizio d' acqua, e ſopra detto Orivolo all'
altezza di circa otto braccia, vi riſiede un
Globo, che ſa concerto di campanelli, con
1 una girandola ſopra di eſſo, che va per
violenza d' acqua.
Più oltre ſi vede un bor-
ro a uſo di tonfani pieni d' acqua, e do-
po queſti ſi vede una piccola grotticella,
con una ſorgente freſchiſſima, che eſce per
una botte di marmo, e da un fiaſco, che
tiene in mano un Satirino di bronzo.
Più
oltre avanzandoſi, vi è una Grotta di figu-
ra rotonda, detta di Cupido, per eſſervi la
ſua Statuetta di bronzo in teſta alla mede-
ſima, che per ingegnoſo artifizio ſi volta
in giro, e ne tramanda acqua a' riguardan-
ti
.
Queſta Grotta è tutta inganni, come
lo è il gentileſco Simulacro; perchè quelli,
che vi entrano dentro, non ſe ne accor-
gendo, ſi trovano bagnati così nell'entrar-
vi, che nel ſedervi, e dalla Cupoletta,
che chiude per di ſopra detta Grotta, ſca-
turiſce gran copia d' acqua, che ſorge aſſai
in alto.
A pochi patſi trovaſi pure un Tea-
tro in tondo, nel cui mezzo vi ha una pila
di marmo, ſopra della quale vi ſono alcu-
ni Galli, che gettano acqua in certe nic-
chie
.
Si vede ancora un Villano nel mez-
zo di due Statue, tutto di marmo, il qua-
le vota un barile in una grand' urna, in
cui è iſtoriata di baſſorilievo la caduta di
Fetonte
.
Ma chi può mai ridire minuta-
mente le galanterie, e i giuochi d' acqua,
che in queſta Real Villa, e ameniſſimo
Barco, che la circonda, ſi ammirano da
per tutto ?
Perlochè eſortiamo il Foreſtiero
1 a non laſciare di vedere queſto delizioſiſſi-
mo luogo, fuori che nel Verno, ove non
potrebbe avere il godimento dell'acque,
di un' aria ben temperata.
Di qui rimettendo
il medeſimo nuovamente dal Palazzo alla
ſtrada di Firenze, per quella ne faccia ritor-
no: quando non aveſſe tempo di vedere, ti-
rando verſo Tramontana, due luoghi di
gran devozione, il primo de' quali è il Sacro
Eremo di
ſom-
H 5 copia
mari-
H 6 mi-
S' am-
ſotto
Caval
una
a non
MONTE SENARIO, ove ebbe miracolo-
ſamente principio da' ſette Beati Romiti No-
bili Fiorentini la Religione de' Servi di
Maria Vergine, l'Anno 1233. e quivi San
Filippo Benizj noſtro Cittadino, lungo
tempo ſtette a far penitenza ſull'alto gio-
go di quel Monte, veſtito di una folta ſel-
va di Abeti.
In mezzo di eſſa ſta il Con-
vento delli Eremiti dell'Ordine da eſſo am-
pliato de' Servi di Maria Vergine; e ve-
donſi nel recinto le ſette Grotte de' Beati
Fondatori, e quella del Santo Propagato-
re, ove fecero lunga dimora coſe, che
muovono lo ſtupore inſieme, e la devo-
zione
.
Il ſecondo a piè del Monte Senario
è l'antico, e celebre
MONASTERO DI BUONSOLLAZZO,
tutto rinnovato dalla Real Munificenza di
Coſimo III. ove abitano in oggi Monaci
Ciſtercienſi della Stretta Oſſervanza, quivi
1 riſtabilita da' Monaci fatti venire dal me-
deſimo dalla famoſa Badía della Trappa.

Nel ritorno a Firenze, quaſi tre miglia di-
ſcoſto da Pratolino, ſulla mano dritta fuo-
ri della maeſtra ſtrada, vi è un
riſta-
CONVENTO di Cappuccini, detto la
Concezione di Maria Vergine, o i Cappuc-
cini di ſopra, a diſtinzione di quelli di
Montughi, che ſi chiamano i Cappuccini di
ſotto
.
Dalla mano ſiniſtra, più inoltran-
doſi verſo Firenze, ſi vede la bella Villa
del Duca Salviati di nuove delizie, ed or-
namenti magnifici arricchita, al Ponte alla
Badía, così detto, perchè quaſi in faccia,
paſſato il Ponte di Mugnone, ſi ſale per
una dritta ſtrada alla
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO,
ſervita lungo tempo per Cattedrale di Fieſo-
le; poi ufiziata da' Monaci di San Benedetto:
ma eſſendo quaſi dal tempo, e dalle guerre
in poſitura di minacciar rovina, Coſimo de'
Medici Padre della Patria, ſopra quaſi le
rovine di quel Santuario, a proprie ſpeſe,
col diſegno di Filippo di Ser Brunelleſco,
fabbricò una bella Chieſa, e Monaſtero a i
Canonici Lateranenſi, che già vi erano, a
contemplazione di un tal Padre Don Ti-
moreo da Verona eccellente Predicatore di
quell'Ordine, e per meglio godere la fua
converſazione, vi fece un appartamento
per proprio uſo.
Vi è una prezioſa Libreria
1 con Manoſcritti, e Libri da Canto fer-
mo molto ſingolari.
Unita alla Chieſa vi
è una Cappella, ove fu martirizzato il San-
to Veſcovo di Fieſole Romolo, e ſi moſtra-
no alcune gocciole di ſangue ſparſo nel ſuo
Martirio; vi è altresì un pozzo, che è una
parte di un antico Cimiterio di Santi Mar-
tiri
.
In detta Cappella vi ſi conſerva un
miracoloſo Crocifiſſo, il quale ſi dice per an-
tica tradizione, che fu dato al Santo Veſco-
vo Romolo dall'Apoſtolo San Pietro; e che
parlò a San Filippo Benizj con dirgli: Va-
de ad Fratres Matris mea in Monte Senario.

Viſtoſi dal Foreſtiero tuttociò, che di que-
ſto antichiſſimo, e devoto Tempio ſi è cre-
duto proprio additarli; paſſi a vedere,
nel Refettorio di queſti Padri, una pittu-
ra a freſco fatta da Giovanni da San Gio-
vanni, in cui vien rappreſentato Noſtro
Signore a Tavola ſervito da Angioli, mol-
to curioſa per la ſemplicità, quivi uſata
dal Pittore, per altro eccellentiſſimo.
Non
di lungi da queſta inſigne Badia, ſono le
magniſiche Ville de' Palmieri, e de' Mar-
cheſi Guadagni.
E poi tirando a Tramon-
tana, vi è una
con
CHIESETTA, ove ſi conſerva una mi-
racoloſiſſima Immagine d' un Crocifiſſo ri-
trovato modernamente, e detto luogo ſi
chiama Fonte Lucente, nominato dal Po-
liziano nella Lamia: ed a Levante vi è
1 SAN DOMENICO, Chieſa dell'Ordine
ſuo più ſtretto, ove è Noviziato; e vivo-
no con grandiſſima eſemplarità molti Re-
ligioſi, i quali hanno un comodo Conven-
to; e queſto fu fondato intorno all'anno
1406. dal Beato Fra Giovanni Domenici a
ſpeſe della nobiliſſima Famiglia degli Agli,
e quivi Sant'Antonino fu il primo, che
veſtiſſe l'Abito di San Domenico.
So-
no in queſta Chieſa alcune Pitture buone:
tra le antiche, ſi vede quella alla Cappel-
la de' Gaddi della Coronazione della Ma-
donna di Fra Giovanni Angelico; quella
della Natività di Pietro Perugino; e un' al-
tra del Sogliani: fra le moderne quella
della Nunziata di Jacopo da Empoli, e
tutta la volta della Chieſa dipinta da Lo-
renzo del Moro.
Poco ſopra ſalendo il
Monte, ſi vede una bella Villa fabbricata
già da Giovanni di Coſimo de' Medici col
diſegno di Michelozzo, la quale è in oggi
de' Borgherini, avendo l'iſteſſo Giovan-
ni fatto col diſegno del medeſimo Miche-
lozzo fabbricare, poco ſopra alla ſua Vil-
la, una
SAN
CHIESA, E CONVENTO A' FRATI
DI SAN GIROLAMO; i quali ebbero
principio in Firenze da Carlo Conte di
Montegranelli circa l'anno 1407. che ha
culto di Beato, ma da Clemente Nono furono
1 ſoppreſſi, ed è poſſeduto in oggi detto luo-
go da' Bardi.
Finalmente ſi giunge ſopra
la cima di Fieſole, ove è la
ſop-
CATTEDRALE, la Canonica, e il Palazzo
del Veſcovo di Fieſole; e non molto ſi vede
di antico, fuori che alcuni frammenti della
Rocca, e delle Mura; avendo l'anno 1010.
i Fiorentini dato il ſacco, come è noto per
le Storie, e demolito tutto.
La Chieſa fu
fabbricata l'anno 1028. dal Veſcovo Jaco-
po Bavaro, di diſegno Gotico.
Nella Tri-
buna, o Altar Maggiore, ſtata traſportata
nella parete a ſiniſtra entrando in Chieſa,
e collocata in un ornato di pietra ſerena,
vi ſi conſervano le Reliquie di Santo Ro-
molo in una Caſſa di marmo miſchio; la
Teſta del quale, con un Braccio ſi eſpone
il feſtivo di detto Santo.
Vi ſono le Re-
liquie ancora di quattro ſuoi Compagni mar-
tiri: buona parte della Teſta di San Donato
di Scozia Veſcovo di Fieſole, e la Cattedra
di Sant'Andrea Corſini altro Veſcovo di
queſto luogo, la quale è ſpecie di Reli-
quia, come ſtata di già occupata dal San-
to nelle ſacre Funzioni Veſcovili.
La Ta-
vola all'Altare di San Tommaſo della Fa-
miglia Guadagni, è di mano del Volter-
rano; e l'intero, e baſſo rilievo di marmo
alla Cappella di Monſignor Salviati, è ope-
ra di Mino da Fieſole Scultore bene ac-
creditato de' ſuoi tempi; e quelle all'Altare
1 di mezzo tra le due ſcale ſono di mano di
Andrea Ferrucci pure da Fieſole.
Nella
Chieſa di
di
Sant'ALESSANDRO, che in antico
chiamavaſi di San Pietro in Geruſalemme,
vi è il Corpo di detto Santo, che fu Ve-
ſcovo di queſta Città, e martirizzato nel
Bologneſe intorno all'anno 502.
Incontro
alla Cattedrale ſi è il
PALAZZO del Veſcovo, che è Conte di
Turicchi, ed ha vaſta Diogeſi, e vi è un
molto ben regolato Seminario per i Che-
rici
.
Sopra al più alto di Fieſole, evvi un
CONVENTO di Riformati di San Fran-
ceſco aſſai grande, fondato dalla Famiglia
del Palagio, ove anticamente era la Rocca
de' Fieſolani.
La Tavola della Concezione
in detta Chieſa è di mano di Piero di Coſi-
mo, e ve ne ſono altre buone.
Scendendo è
la Chieſa di
SANTA MARIA PREMERANA, la qua-
le, ſecondo l'Ammirato, veniva ad eſſere quaſi
nel mezzo della Città di Fieſole.
Ivi ſono
molte Indulgenze, come lo dimoſtra una
Cartella di marmo.
Verſo Levante, qual-
che tratto diſcoſto dalla Cattedrale, vi è
un altro
CON-
1
CONVENTO di Zoccolanti, detto alla
Doccia, ſondato da Giuliano Davanzati no-
ſtro Cittadino; e tanto in queſto luogo,
che per l'adjacenti Colline non più diſcoſte
da Firenze di due miglia, vi ſono ſparſe
Ville molto comode, e grandioſe.
Piglian-
do la ſtrada, che conduce alla ſopraddetta
Badía di Canonici Lateranenſi, ſi giunge
ad altro Convento di Monache, detto
SANTA MARIA DEL FIORE DI
LAPO, le quali vivono ſotto la Regola di
Santo Agoſtino, ed in antico avevano il lo-
ro Convento, dov' è oggi quello de' Rifor-
mati a Fieſole, e di queſto ne fu Fondatore
un tal Lapo da Fieſole, circa l'Anno 1334.

Nella loro Chieſa non vi è di conſiderabile,
ſe non la Tavola di mano di Aleſſandro
Allori, ove è la Madonna con alcuni San-
ti, ed il Padre Eterno.
E di quivi ritor-
nandoſene il noſtro Foreſtiero in Firenze,
come ſtrada più comoda, trasferiſcaſi in al-
tra giornata fuori della
PORTA A PINTI, ove nella Chieſa di
San Cervagio è una Tavola di Santi di
Tito; e ſi può oſſervare la Villa de' Guada-
gni di nobile Architettura, con altre mol-
te
.
Quindi andando alla
PORTA ALLA CROCE. Tutto quel
tratto di Pianura, che vi è, paſſeggiando
1 per la ſtrada diritta, che conduce al Caſen-
tino, e in altri luoghi, è coltivata per la
maggior parte a Orti.
La prima Villa ſul-
la ſiniſtra mano è del Marcheſe del Monte:
poco più in ſu voltando per quella parte
ſi trova un Convento di Monache detto
per
SAN SALVI, da cui piglia la denomina-
zione l'adiacente pianura.
Queſto fu già uno
de' primi Monaſterj de' Vallombroſani, che
lo cederono alle Monache dette di Faen-
za l'Anno 1529.
Nel demolirſi un lo-
ro antico Convento, per piantarvi la For-
tezza di San Giovambatiſta, volgarmente
detta da Baſſo, che vi è al preſente.
Nel
Refettorio di eſſo Monaſtero di San Salvi,
dall'immortal pennello di Andrea del Sar-
to, ſi vede dipinto in un arco San Bene-
detto, San Giovan Gualberto, San Salvi
Veſcovo, e San Bernardo degli Uberti Mo-
naco, e Cardinale; e nel mezzo in un ton-
do è rappreſentata la Trinità.
In faccia
del medeſimo vi è un Cenacolo di Noſtro
Signore, che ſi reputa per la miglior pit-
tura, che Andrea faceſſe a' ſuoi giorni; anzi
convenendo rovinare per lo detto aſſedio
con molti altri ſuburbani Conventi, e Ca-
ſamenti, anche la Chieſa di San Salvi,
con ſue abitazioni, a contemplazione di
così belle Pitture, fu il Refettorio laſciato
in piedi; ma per l'introdotta Clauſura di
Monache, non ſi poſſono vedere ſenza ſpe-
1 cial licenza. Nella Chieſa vi è una Tavola
con Criſto in Croce, e alcuni Santi di ma-
no di Franceſco Morandini da Poppi.
Meno
d' un miglio diſcoſto da San Salvi ſi trova
a piè di quegli ameni Poggi un altro Con-
vento di Monache detto
cial
SAN BALDASSARRE, che vivono ſot-
to la Regola di Sant'Agoſtino; e ſalendo
ſulla ſiniſtra, ſe ne trova un altro dell'Or-
dine di San Benedetto, intitolato
SAN MARTINO A MAJANO, ove è
la Tavola dell'Altar Maggiore dipinta dal
Grillandajo, beniſſimo conſervata.
Per tut-
to queſto tratto di Pianura, e di Colline
ſi vedono, come negli altri luoghi già
deſcritti, belli Caſamenti, e Ville, che vi
poſſeggo o i Vitelli, i Gaddi, Albizzi, Sal-
viati, Bonſi, Cerretani, Franceſchi, ed i
Fiaſchi, e ſopra tutte Gamberaja de' Cap-
poni, che ha belliſſimi dintorni. e quel-
le degli Strozzi, de' Pucci, degl'Incontri,
e d' altri.
Un' altra molto bella, ma non
terminata, vedeſi a Rovezzano de' Bartolini:
ma chi può mai ridire il numero di tant' al-
tre, che ſi veggono per queſta parte ?
Onde
ci porteremo col noſtro Foreſtiero fuori della
PORTA A SAN NICCOLO', paſſato il
Fiume, nominata dalla Chieſa Parrocchia-
le, che è nel borgo di dentro.
Queſta Pia-
1 nura, che ha per limite a mano ſiniſtra il
Fiume Arno, e dalla deſtra alcune Colline,
che formano di eſſa quaſi un ſemicircolo,
che fa corona alla Pianura, la quale è ab-
bondante di ottimi frutti, è nominata Pian
di Ripoli, e tale ſi chiama una
I nura,
BADIA DI SAN BARTOLOMMEO
de' Monaci Vallombroſani, che quaſi nel
centro di queſto Piano è poſta con un co-
modo Monaſtero, ove fa ſua reſidenza il
Generale di quell'Ordine, e fu già Mo-
naſtero di Donne.
Alla deſtra mano, vol-
tando da una bella Villa de' Marcheſi Nic-
colini, già de' Bandini, in non molta di-
ſtanza ſi vede il Monaſtero, detto il
PARADISO. Queſto è un venerabiliſſimo
Convento di Religioſe dell'Ordine di Santa
Brigida
.
Non vi è nella Chieſa coſa alcuna,
che meriti riſleſſione, ſuorchè una Madon-
na, che ſta in mezzo di Santa Brigida, e di
Sant'Antonino, di mano di Tommaſo da
San Frediano, Pittore molto accreditato
de' ſuoi tempi.
Un altro Convento detto
SANTA MARIA DEL BIGALLO, è
diſcoſto da queſto più di due miglia, ſulla
ſtrada maeſtra d' Arezzo per Levante, che
fino al 1503. ſi mantenne a uſo di Speda-
le di Padronato de' Capitani del Bigallo,
che da eſſo preſero eglino un tal nome, e
1 poi ceduto fu alle Monache dette di Caſi-
gnano, per la minacciante rovina dell'an-
tico loro Convento in quel luogo; e mili-
tano ſotto la Regola di San Benedetto con
grande oſſervanza.
Per tutto queſto deli-
zioſiſſimo Piano, e adjacenti Colline vi ſo-
no Caſamenti, e Ville molto belle, in ſpe-
cie quelle de' Pitti, Uſimbardi, Palmieri,
Marcheſi da Caſtiglione, Ganucci, Marcheſi
Capponi da San Frediano, ed altri, che
per brevità ſi tralaſciano di nominare.
Ma
tirando ſulla mano dritta per la ſtrada mae-
ſtra del Chianti, ſi vedono le Ville de' Nic-
colini a Montauto, e degli Ugolini a San
Martino, che è bella oltremodo, e per l'al-
tra parte le Ville di Lonchio, e di Belmon-
te, che furono del celebre Conte Lorenzo
Magalotti, ora de' Venturi.
Poco più di cin-
que miglia da Firenze diſcoſto ſi arriva a
poi
LAPPEGGI, Villa già del Cardinale
Franceſco Maria de' Medici, e dipoi della
Gran Principeſſa Violante Beatrice di Ba-
viera, degna di vederſi per i belli Ap-
partamenti, prezioſi Quadri, e ricchi Mo-
bili, de' quali è abbondantemente fornita.

In una di quelle ſtanze ſi ammira un co-
pioſiſſimo numero di vaſellamenti di fina
Porcellana, diſpoſta fra altre galanterie
di gran pregio.
Dalla parte di Tramonta-
na in poca diſtanza da Lappeggi, ſopra una
bella eminenza vi è Ligliano, Caſamento
1 per l'Agente, o Fattore di quella Tenuta,
che ha Giardini molto vaghi.
Sopra di uno
ſpogliato Poggio tra Mezzogiorno, e Le-
vante, ſi vede la
I 2 per
CHIESA DI SANTA MARIA DEL-
l'IMPRUNETA, rinomatiſſima per la
miracoloſa Immagine di MARIA Vergine,
che vi è; e che portata a proceſſione in
tutte le paſſate calamità nella Città no-
ſtra, ſempre ſi ſono riportate le doman-
date Grazie.
Miracoloſiſſimo ſi è il ritro-
vamento di detta Immagine: e quì ci pia-
ce di dirlo, quaſi come ce lo riferiſce
Franceſco Rondinelli nella Relazione del-
l'ultimo Contagio di Firenze.
Volevano
quei Popoli fare una Chieſa in onore del-
la Vergine, e poſto mano all'opera, ro-
vinava la notte quello, che lavoravano il
giorno
.
Perlochè accortiſi, non eſſer vo-
lontà di Dio, che ſi edificaſſe in quel luo-
go la Chieſa, fatte orazioni, furono in-
ſpirati a pigliare due Giovenchi non do-
mi, e appiccato loro al giogo alcune pie-
tre, riſolverono, che dove ſi fermaſſero,
quivi per avventura ſarebbe ſtato il luo-
go eletto da Dio per edificarla.
I Gio-
venchi ſtraſcinando le pietre, ſi fermaro-
no in quel Piano, ove è la Chieſa al pre-
ſente, ed i circoſtanti allora datiſi a cava-
re i fondamenti, mentre che uno di quei
manovali lavorava di forza, ſi udì una vo-
1 ce lamentevole, onde tutti attoniti corſe-
ro quivi, e trovarono queſta Immagine di
MARIA Vergine col Figliuolo in braccio.

Queſta tradizione vien confermata da un
marmo di baſſorilievo antichiſſimo, il quale
è ſotto il Tabernacolo della Madonna: do-
ve è ſcolpito il ritrovamento di Eſſa nella
maniera raccontata, eſſendo oſcuro il tempo
preciſo, nel quale accadeſſe tal Prodigio.

Vi ſono grandi Indulgenze, e Privilegj
conceduti da molti Pontefici, e nel giorno
di Santo Luca vi è un gran concorſo di
Popolo, e vi ſi fa una groſſa Fiera.
E'
ufiziata la detta Chieſa da dieci Cappella-
ni con un Pievano, che hanno l'obbliga-
zione di dirvi quotidianamente il Divino
Ufizio, e fu fondata dall'antica Famiglia
de' Buondelmonti; che fino al preſente
hanno la libera collazione di quelle Cap-
pellaníe, e l'elezione del Pievano.
La
Chieſa è in oggi tutta mutata, e ricca-
mente adornata, con Soſſitta tutta meſſa
a oro, rotta da tre Quadri, che ſono ſta-
ti fatti da tre de' più eccellenti Pittori,
di Firenze.
E' degna di eſſer veduta la Sa-
greſtía, per la ricchezza de' ſacri Arredi,
che ivi ſi conſervano: e chi voleſſe più
minuta informazione di tuttociò, che ap-
partiene a queſta Chieſa, e all'Immagi-
ne, che in eſſa ſi venera, e alla devozio-
ne, che ſempre vi hanno avuta i Fioren-
tini, potrà vederne le Memorie Iſtoriche,
1 ſtampate da Giuſeppe Manni in Firenze l'
anno 1713.
All'intorno vi ſono molti Ca-
ſamenti, e per tutto quel tratto di ſtrada,
che dalla ſuddetta Chieſa riconduce a Fi-
renze, per la
ce
I 3 ftam-
PORTICELLA DI SAN GIORGIO, vi
ſono Ville molto belle; fra le quali quella
a Mezzomonte de' Principi Corſini, e quel-
la degli Alberti: vi ſono Poſſeſſioni ben for-
nite di Uliveti, e Frutti d' ogni ſorte, e vi
producono quei terreni ſquiſiti Vini: e di
ciò baſti al noſtro Foreſtiero d' aver noi par-
lato ſommariamente ad oggetto di non te-
diarlo, o di non dare a lui impulſo di ve-
dere quello, che a comparazione de'luoghi
ſoprannominati, ſi rende molto meno de-
gno d' eſſer conſiderato.
Vogliamo però,
che per l'iſteſſa ſtrada di Lappeggi, ritor-
nato in Firenze, non laſci di uſcire fuori
della
PORTICCIUOLA A SAN MINIATO,
che è quaſi incontro alla Chieſa di San
Niccolò
.
Queſta per un' erta ſalita, ove
di ſpazio in ſpazio ſon piantate Croci, ed
è eſpreſſo in ognuna di eſſe le Stazioni della
Via Crucis per contemplare la Paſſione del
Noſtro Salvator Gesù Criſto, conduce a due
Chieſe venerabiliſſime, e ad alcune Ville
circonvicine
.
La prima Chieſa in teſta alla
ſalita è detta
1
SAN FRANCESCO AL MONTE, già
de' Frati Minori Oſſervanti, ora de' Padri
del Ritiro della Provincia Riformata di To-
ſcana, i quali, levatine tutti gli ornamen-
ti, l'hanno ridotta ad uno ſtato di povera
ſemplicità, propria del loro Inſtituto; la
quale con ottimo diſegno di Simone del
Pollajuolo fu fatta fabbricare intorno al-
l'anno 1350. da Caſtello Quarateſi, co-
me ne fa fede un' Iſcrizione poſta davan-
ti l'Altar Maggiore nel pavimento.
Non
ha, che una ſola Navata con ſei Cappel-
le per parte, ed una di fianco all'Altar
Maggiore in dentro, con ſuoi archi per di
fuora di Pietra ruſtica, e ſuo Cornicione,
che ricorre intorno la Chieſa, e per l'ar-
co maggiore della Tribuna.
La Tavola
della Nunziata è di mano di Fra Giovan-
ni Angelico Domenicano, e quella della
Natività di Noſtro Signore è di Giovanni
Antonio Sogliani.
Sopra la Porta della
Sagreſtía la Pietà di terra cotta è di ma-
no di Luca della Robbia, e accanto alla
Porta maggiore ſi oſſervi il Buſto di mar-
mo bianco di Marcello Virgilio Segretario
della Repubblica Fiorentina, e gran Let-
terato, con un bello Epitaſſio.
Queſta
Chieſa è poſta in tale eminenza, e vici-
nanza inſieme della Città, che quaſi in
pianta di quivi, e con pittoreſca proſpet-
tiva ſi gode, con una gran parte de' Vil-
1 laggi da noi fin quì deſcritti. Dal ſuo Fon-
datore fu raccomandata all'Arte de' Mer-
catanti, e laſciato Entrate pel ſuo mante-
nimento
.
Uſcendo per la Porta del fianco
di detta Chieſa, e camminando pochi paſſi
a man ritta per una Porta della Fortezza,
che intorno all'anno 1526. con diſegno di
Michelagnolo Buonarroti fu fatta, benchè ti-
rata a fine dal Tribolo, ſi arriva all'altra
antichiſſima, e venerabiliſſima
SAN
I 4 laggi
CHIESA DI SAN MINIATO, poſta
ſopra, e nel mezzo di detta Fortezza, che
per ogni parte tutta ſi gode.
Ma prima
di deſcrivere com' ella ſta al preſente
eſteriormente, che interiormente; ci pia-
ce di non paſſare ſotto ſilenzio alcuna no-
tizia di ſua grande antichità, e origi-
ne
.
Nella perſecuzione de' Criſtiani ſotto
Decio, trovandoſi San Miniato con alcuni
Compagni a far penitenza nel Poggio, ove
è oggi la ſua Chieſa, che in quei rempi
altro non v' era, che un piccolo Oratorio
dedicato all'Apoſtolo San Pietro, e all'in-
torno boſcaglia; il tiranno con doni, ed
oſſerte d' ingrandimento. lo tentò a rimuo-
verſi dalla Religione Criſtiana; ma nulla
valendo a frangere la coſtante Fede del San-
to, dopo diverſi martirj, da' quali per al-
cun tempo Iddio lo preſervò, gli fece ta-
gliare la teſta in un luogo detto fino a' no-
ſtri giorni Santa Candida, detta dal Can-
1 didato de' Martiri; ma il Santo riducendo-
ſela al buſto, paſſato l'Arno, e ſalito in
queſto poggio, rendè nel ſuddetto Ora-
torio l'Anima a Dio: quivi fu ſeppellito
il ſuo Corpo; e da' Fiorentini, poichè pa-
leſemente divennero Criſtiani, fabbricata
una Chieſa al ſuo Nome.
Ma queſta no-
bile, e grande, che ſi vede al preſente,
fu alzata nel 1013. a' 26. di Aprile con
conſiglio d'Ildebrando Veſcovo Fiorentino,
e coll'aſſenſo, e perſuaſione di Sant'Ar-
rigo Primo Imperadore, e Secondo Re di
Germania, e di Santa Cunegonda ſua mo-
glie, che la dotarono di molte tenute, e
con ſolenne pompa vi fecero traslatare il
Corpo di San Miniato nell'Altare, che è
ſotto le volte della medeſima Chieſa; la
quale da' Fiorentini fu data in cura a' Con-
ſoli dell'Arte de' Mercatanti.
E' ſpartita
queſta in tre Navate, e vi ſono due ſca-
le di pietra ruſtica quaſi al mezzo della
Chieſa, per dove ſi ſale al Presbiterio, e
Coro, fatto ſull'antica coſtumanza della
primitiva Chiesa.
Queſto è tutto di mar-
mi, e porfidi intagliati, e intramezzati;
e dietro all'Altare vi ſono cinque fine-
ſtroni ſerrati di traſparentiſſimo marmo; e
nella lunetta ſemirotonda di Moſaico col
Padre Eterno, ſi vede a mano ſiniſtra l'Ef-
figie di San Miniato.
Davanti le volte, e
ove elle terminano, pure iſolata vi è una
Cappella di marmo, fatta fare da Pietro
1 de' Medici, ove è un partimento d' ottan-
goli belliſſimo, lavorato da Luca della Rob-
bia
.
A man ſiniſtra la belliſſima Cappella,
che ſi vede dedicata a San Jacopo, fu fatta
alla memoria del Cardinale Jacopo di Por-
togallo, con partimento tutto di marmi,
e porfidi, come ſono la Cattedra Epiſco-
pale, e il Sepolcro, lavorati da Anton Roſ-
ſellini Scultore di quei tempi rinomatiſſimo,
e vi è queſto Epitaſſio:
dida-
I 5 de' Me-
Regia Stirps Jacobus nomen Luſitana propago
Inſignis forma ſumma pudicitia
Cardineus titulus morum nitor optima vita
Iſta fuere mihi mors juvenem rapuit.
Vix. An. XXV. M. XI. D. X. Obiit Anno
Salutis M. CCCC. LIX.
Nella volta, che è ſenza ſpigoli, l'iſteſ-
ſo Luca della Robbia fece in quattro ton-
di ne' Cantoni i quattro Evangeliſti, e in
quello di mezzo lo Spirito Santo.
Di ma-
no d' Antonio del Pollajolo è la Tavola
a olio, entrovi San Jacopo, Sant'Euſta-
chio, e San Vincenzio; eſſendo di Pietro
ſuo fratello alcuni Profeti dipinti a olio
nel muro di detta Cappella, ſiccome in
un mezzo tondo la Nunziata.
E nella Sa-
greſtía alcune azioni di San Benedetto di
pinte a freſco, ſono di mano di Spinello
Spinelli
.
Queſta Chieſa, di cui ſi è fatto
lungo ragionamento, ſervita di Sepoltura
a più Martiri, fu negli antichi tempi ufi-
1 ziata da' Monaci di San Baſilio, poi da quel-
li di San Benedetto dell'Ordine di Clugnì,
o Cluniacenſi, e fra eſſi ſtette alcun tempo
San Giovan Gualberto Fiorentino de' Si-
gnori di Petrojo ( dopo d' avere magnani-
mamente perdonato al Nemico, che aveva
ammazzato Ugo ſuo fratello ) riſcontratolo
poco ſotto a San Miniato; ove è una me-
moria del generoſo fatto già noto, in un
Tabernacolo con Iſcrizione; e del Croci-
fiſſo, che chinò la teſta, il quale era in
quei tempi nella ſuddetta Chieſa, nella men-
tovata Cappella di mezzo; e ora in quella
di Santa Trinita dentro la Città de' Monaci
del ſuo Ordine, come è ſtato detto in quel
luogo
.
l'anno 1373. a' 27. d' Agoſto ſotto
Gregorio XI. uſciti molto prima i Mona-
ci Cluniacenſi di detta Chieſa, vennero
ad ufiziarla i Monaci bianchi di Monte
Uliveto, i quali vi ſtettero fino al 1542. che
di quivi per qualunque motivo ciò foſſe, ſi
partirono al tempo del Granduca Coſimo
Primo, e in detta occaſione levarono l'Oſ-
ſa di San Miniato.
Mantengono però i
detti Monaci fino in oggi un certo ſpiri-
tuale Poſſeſſo; celebrandovi Meſſe in al-
cuni giorni dell'Anno, e facendovi altre
Funzioni ſacre.
In ſomma era tale la ve-
nerazione verſo queſto antichiſſimo Tem-
pio di San Miniato, che San Frediano Ve-
ſcovo di Lucca ſoleva ogni Anno col ſuo
Clero, nel giorno feſtivo di queſto Santo
1 Martire, andare a viſitarlo; e i Veſcovi
Fiorentini ebbero per coſtume in antico,
dopo aver preſo il lor ſolenne Poſſeſſo,
di far quivi immediatamente la Viſita.

Quivi ſono ſtate modernamente fabbricate
ſemplici, ma comode ſtanze per uſo degli
Eſercizj ſpirituali di Sant'Ignazio, ſotto
la direzione de' Padri Geſuiti in varj tempi
dell
'Anno.
E ciò baſti per inſtruzione al
noſtro Foreſtiero, il quale ſi avverte, che
oltre ai nobiliſſimi Palagj, e ſontuoſe Chie-
ſe, che ſono nel Contado Fiorentino in
maggior diſtanza delle quì deſcritte, vi ſo-
no i tre famoſi Santuarj, cioè la Vallombro-
ſa, il Sacro Eremo di Camaldoli, e il San-
to Monte dell'Alvernia, ove nel primo
San Giovan Gualberto, nel ſecondo San
Romualdo, lunga penitenza fecero, e ſon-
darono i loro Ordinj; e nel terzo San Fran-
ceſco ricevè da Gesù Criſto le Sagre Sti-
mate, luoghi tutti tre di ſingolariſſima de-
vozione
.
Ziata
I 6 Mar-
IL FINE.
17[Figure 17]
INDI-
1
INDICE
Delle coſe più notabili, che ſono de-
ſcritte nel preſente Riſtretto.
A
ABbandonati. Chieſa, e Conſervatorio. a
carte 76.
Abitazione degli Antinori. 139.
----- Arnaldi. 17.
----- Bargilli. 29.
----- Baroncini. 52.
----- Buonarroti. 47.
----- Caccini. 46.
----- Canigiani. 125.
----- Gabburri. 47.
----- Gondi. 25.
----- Martelli. 17.
----- Montalvi. 49.
----- Mozzi. 125.
----- Naldini. 26.
----- Pazzi. 49.
----- Roſſi. 46.
----- Roſſo. 140.
----- Scarlatti. 127.
Accademia degli Apatiſti. 50.
-----di Bottanica. 23.
-----della Cruſca. 50.
Acea
1
Accademia Fiorentina. 50.
S. Agata. Chieſa, e Monaſtero. 74.
S. Agoſtino. Chieſa, e Convento. 129.
S. Aleſſandro. Chieſa di Fieſole. 189.
Aleſſandro Magno. Statua. 124.
S. Ambrogio. Chieſa, e Monaſtero. 46.
SS. Apoſtoli. Chieſa. 88.
Archivio Fiorentino. 114.
Artimino. Villa di S. A. Reale. 166.
B
BAdia di Buonſollazzo. a carte 185.
----- di Fieſole. 186.
----- di Firenze. 52.
----- di Ripoli. 193.
----- di Settimo. 159.
S. Baldaſſarre. Monaſtero, e Chieſa. 192.
Barco Reale. 167.
Bigallo. Monaſtero, e Chieſa. 194.
Boldrone. Monaſtero, e Chieſa. 172.
C
CAmpanile del Duomo. a carte 13.
----- di Palazzo Veccbio. 101.
Cappella di Pratolino. 177.
----- de' Sereniſſimi Principi. 73.
Cap-
1
Cappella degli Spagnuoli. 80.
Cappuccini di Montughi. Chieſa, e Con-
vento
.
174.
-----di Sopra. Chieſa, e Convento. 185.
Careggi. Villa di S. A. Reale. 173.
Carmine. Chieſa, e Convento. 140.
Caſa del Viviani Mattematico. 77.
Caſcine. 162.
Caſino de' Principi Corſini. 82.
----- di San Marco. 23.
----- del Marcheſe Riccardi. 77.
Caſtellina. Convento, e Chieſa. 168.
Caſtello. Villa di S. A. Reale. 169.
Cavallerizza. 24.
Centauro. Statua. 119.
Certoſa. Chieſa, e Convento. 155.
Ceſtello. Chieſa, e Convento. 145.
S. Chiara. Chieſa, e Monaſtero. 140.
Cignale di Mercato Nuovo. 123.
Colonna di San Felice in Piazza. 135.
----- di Santa Felicita. 127.
----- di San Giovanni. 16.
----- Di Santa Trinita. 86.
Compagnia di San Giovan Batiſta detta
dello Scalzo.
23.
-----di San Marco. 75.
Concezione. Congrega. 31.
Concilio Fiorentino. 13.
Conſervatorio de' Poveri. 76.
Convertite. Chieſa, e Monaſtero. 140.
Corridore de' Pitti. 100.
S. Croce. Chieſa, e Convento. 57.
Cupola del Duomo. 8.
Doccia
1
D
DOccia. Chieſa, e Convento. a car. 190.
S. Domenico di Fieſole. Chieſa, e Conven-
to
.
187.
S. Donato in Polveroſa. Chieſa, e Monaſte-
ro
.
162.
Duomo. Metropolitana. 7.
-----di Fieſole. 188.
F
FAbbrica degli Uſizj. a carte 89.
S. Felice in Piazza. Chieſa, e Monaſtero. 135.
S. Felicita. Chieſa, e Monaſtero. 127.
Fieſole. 188.
S. Filippo Neri. Oratorio, e Caſa. 54.
Fontana di Piazza del Granduca. 108.
Fonte Lucente. Chieſa. 187.
Fortezza da Baſſo. 76.
S. Franceſco di Fieſole. Chieſa, e Conven-
to
.
190.
S. Franceſco al Monte. Chieſa, e Conven-
to
.
198.
S. Franceſco di Paola. Chieſa, e Conven-
to
.
190.
S. Frediano. Chieſa, e Monaſtero. 144.
S. Gaggio
1
G
S. GAggio. Chieſa, e Monaſtero. a car. 155.
Galleria di S. A. Reale. 90.
Ghetto degli Ebrei. 115.
Giardino di Boboli. 132.
-----de' Caccini. 46.
-----de' Canonici. 82.
-----de' Capponi. 43.
-----di Caſtello. 171.
-----de' Corſini. 82.
-----de' Gaddi. 78.
-----de' Padri Geſuiti. 43.
-----de' Gianni. 126.
-----dell'Imperiale. 154.
-----di Santa Maria Nuova. 29.
-----delle Quiete. 172.
-----de' Riccardi. 77.
-----del Roſſo. 140.
-----de' Salviati. 43.
-----de' Semplici. 23.
-----della Vaga Loggia. 162.
-----de' Ximenes. 44.
S. Giovan Batiſta. Chieſa. 14.
S. Giovanni Evangeliſta. Padri Geſuiti. 17.
S. Girolamo. Chieſa. 188.
Gioco del Calcio. 62.
Granajo Pubblico. 145.
S. Gregorio. Chieſa, e Caſa. 124.
Guardaroba di S. A. Reale. 105.
S. Jacopo
1
I
S. JAcopo ſopr'Arno. Chieſa. a car. 147.
S. Jacopo tra' Foſſi. Chieſa. 56.
Imperiale. Villa di S. A. Reale. 152.
Impruneta. Chieſa. 195.
L
LApo. Chieſa, e Monaſtero. a carte 191.
Lappeggi. Villa di S. A. Reale. 195.
Libreria di S. A. Reale. 132.
-----della Badia di Fieſole. 186.
-----de' Camaldolenſi. 30.
-----di Santa Croce. 62.
-----de' Gaddi. 78.
-----de' Giraldi. 74.
-----de' Guadagni. 43.
-----di San Lorenzo. 71.
-----Magliabechiana. 90.
-----di San Marco. 22.
-----di Santa Maria Novella. 82.
-----di Santa Maria Nuova. 28.
-----della Santiſſima Nunziata. 42.
-----de' Riccardi. 19.
-----de' Rinuccini. 139.
-----de' Padri Teatini. 116.
Libre-
1
Libreria delli Strozzi. 147.
Loggia, detta de' Lanzi. 106.
-----de' Tornaquinci. 85.
S. Lorenzo. Chieſa inſigne. 66.
S. Lucia. Chieſa, e Monaſtero. 161.
Luoghi Pii. Quanti in Firenze. 5.
M
MAdonna della Pace. Chieſa. 151.
-----Del Sacco. 35.
Magiſtrati di Firenze. 89.
Majano. Monaſtero, e Chieſa. 193.
S. Marco. Convento, e Chieſa. 20.
S. Maria in Campo. Chieſa. 50.
S. Maria di Candeli. Monaſtero, e Chieſa. 45.
S. Maria Maddalena. Monaſtero, e Chieſa. 44.
S. Maria Maggiore. Convento, e Chieſa. 119.
S. Maria Novella. Convento, e Chieſa. 78.
S. Maria Premerana. Chieſa di Fieſole. 190.
S. M. delle Selve. Chieſa, e Convento. 161.
S. Marta. Monaſtero, e Chieſa. 174.
S. Martino. Oratorio. 51.
S. Matteo in Arcetri. Monaſt. e Chieſa. 154.
Mercato Nuovo. 123.
-----Vecchio. 115.
S. Michele Berteldi. Chieſa. 116.
S. Michele Virdomini. Monaſtero, e Chieſa. 26.
S. Miniato al Monte. Chieſa. 200.
Miracolo di Sant'Ambrogio. 46.
Monaci
1
Monaci Camaldolenſi. 30.
-----Ciſtercienſi. 145.
Monaſterj di Clauſtrali,e Monacbe quanti. 5.
Monte Cucco. 126.
-----Gufoni. Villa. 157.
-----Senario. Eremo, e Chieſa. 185.
-----Uliveto. Monaſtero, e Chieſa. 158.
Muſeo Fiorentino. 100.
N
S. NIccolò oltr' Arno. Chieſa. a car 126.
SS. Nunziata. Chieſa, e Convento. 32.
O
OGniſſanti. Convento, e Chieſa. 83.
Origine di Firenze. 1.
Orſan-Michele. Chieſa. 111.
Opera del Duomo. 26.
P
PAdri delle Squole Pie. Chieſa. a car. 51.
-----Loro Noviziato al Pellegrino. 175.
Palazzi degli Albizi. 49.
Palazzo
1
Palazzo dell'Altoviti. 49.
-----Antinori. 116.
-----Arciveſcovo. 17.
-----Baldinucci 47.
-----Bartolini. 87.
-----Beccuto Orlandini. 120.
-----Borgherini. 89.
-----Capponi. 20. 20. 42. 125.
-----Caſtelli. 139.
-----Cerretani. 77.
-----Corſi. 115.
-----Corſini. 56. 84.
-----Franceſchi. 129.
-----Gerini. 25.
-----Gherardeſca. 43.
-----Giacomini. 116.
-----Gianni. 126.
-----Ginori. 74.
-----Giugni. 30.
-----Gondi. 55.
-----Grifoni. 31.
-----Guadagni. 26. 43.
-----Guicciardini. 129.
-----Incontri. 26.
-----Malaſpina. 121.
-----Martellini. 29.
-----Marucelli. 74.
-----Mondragone. 78.
-----Nero. 127.
-----Niccolini. 31.
-----Panciatichi. 20.
-----Pandolſini. 76.
Palazzo
1
Palazzo de' Paſquali. 116.
-----Pecori. 139.
-----Pitti. 129.
-----Poteſtà. 52.
-----Pucci. 26. 27.
-----Ricaſoli. 25. 83.
-----Riccardi. 18.
-----Ridolfi. 82.
-----Rinuccini. 139.
-----Rucellai. 84
-----Salviati. 51. 52.
-----Sera. 47.
-----Serriſtori. 127.
-----Spini. 87.
-----Strozzi. 48. 49. 85. 121.
-----Tempi. 125.
-----Vecchio. 101.
-----Veſcovo di Fieſole. 190.
-----Vitelli. 126.
-----Ximenes. 44.
-----Zanchini. 147.
S. Pancrazio. Monaſtero, e Chieſa. 85.
Pandette Fiorentine. 105.
S. Paolino Convento, e Chieſa. 85.
Paradiſo. Monaſtero, e Chieſa. 194.
Pavoniere 166.
Petraja. Villa di S. A. Reale. 167.
Piazza di Santa Croce. 62.
-----del Granduca. 101.
-----del Grano. 56.
-----di Santa Maria Novella. 78.
-----della Santiſſima Nunziata. 32.
Piazza
1
Piazza de' Pitti. 129.
S. Pier Maggiore. Monaſtero, e Chieſa. 48.
S. Piero a Monticelli. Monaſtero, e Chieſa. 158.
Poggio a Cajano. Villa di S. A. Reale. 163.
Ponte alla Carraja. 146.
-----alle Grazie. 127.
-----a Santa Trinita. 146.
-----Vecchio. 124.
Porta alla Croce. 191.
-----a San Frediano. 157.
-----a San Gallo. 173.
-----a San Niccolò. 193.
-----al Prato. 161.
-----Romana, ſia di S. Piero in Gattol. 151.
Porticciola a San Giorgio. 197.
-----a San Miniato. 198.
-----delle Mulina. 161.
-----a Pinti. 191.
Portico. Monaſtero, e Chieſa. 155.
Pratolino. Villa di S. A. Reale. 175.
S. Procolo. Chieſa. 51.
Q
QUiete. Conſervatorio, e Chieſa. a c. 172.
R
RUota Fiorentina. a car. 101.
San Salvi
1
S
S. SAlvi. Monaſtero, e Chieſa. a carte 191.
Serraglio de' Leoni. 24.
Seminario Fiorentino. 121.
-----Fieſolano. 190.
S. Simone. Chieſa. 65.
Spedale de' Convaleſcenti. 82.
-----di San Giovanni di Dio. 83.
-----degl'Incurabili. 75.
-----degl'Innocenti. 31.
-----di San Marco per i Pellegrini. 75.
-----di Santa Maria Nuova. 27.
-----di San Matteo. 25.
-----de' Preti. 75.
-----di San Tommaſo d' Aquino. 29.
S. Spirito. Convento, e Chieſa. 136.
Spirito Santo. Monaſtero, e Chieſa. 129.
S. Stefano. Monaſtero, e Chieſa. 124.
T
TEatro di Via del Cocomero. a carte 25.
-----di Via deila Pergola. 30.
S. Trinita. Chieſa. 87.
INDI-
1
TAVOLA
Degli Uomini illuſtri nelle loro reſpet-
tive Arti nominati nel preſente
Riſtretto
.
A
ALberti Leon Batiſta, Architetto. a carte
40. 84.
Albertinelli Mariotto, Pittore. 38. 156.
Allori Agnolo, Pittore. 60. 80. 137.
-----Aleßandro, Pittore, detto il Bronzino.
18. 21. 27. 38. 41. 59. 74. 79. 81.
137. 138. 156. 164. 191.
-----Criſtofano, Pittore. 41. 48.
Ammannati Bartolommeo, Scultore, e Archi-
tetto
.
17. 30. 49. 108. 130. 146. 169.
171. 182.
Anderlini Pietro, Pittore. 17.
Andrea Piſano, Scultore. 14.
Andreozzi.... Scultore. 38.
Aſpetti Tiziano, Scultore. 88. 98.
Averani Benedetto. 49.
B
BAccio d' Agnolo, Architetto. a carte 37
89. 139.
K Baccio
1
Baccio da Monte Lupo, Scultore. 112.
Baldovinetti Aleſſio, Pittore. 36. 87.
Bandinelli Baccio, Scultore. 10. 40. 66. 101.
102. 104. 105. 111.
Del Barbiere Aleſſandro, Pittore. 58.
Bardi Donato di Betto, detto Donatello, Scul-
tore
.
10. 13. 16. 17. 19. 58. 69. 105.
107. 125.
Barocci Jacopo, detto Vignola, Architetto. 128.
Benedetto da Majano, Scultore. 10. 61. 86. 105.
Benedetto da Rovezzano Scultore. 89 89. 141.
Berrettini Pietro da Cortona, Pittore. 118. 131.
Di Bicci Lorenzo, Pittore. 27. 125.
Bilivelti Antonio, Pittore. 41. 58. 118. 120.
Bonechi Matteo, Pittore. 43.
Botticelli Sandro, Pittore. 48. 137. 137. 140.
Boſchi Fabbrizio, Pittore. 22.
Buonarroti Filippo, Senat. e Auditore. 42.
-----Michelagnolo, Pittore, Scultore, Architet-
to, e Poeta.
11. 19. 64. 68. 69. 71. 92.
98. 102. 134. 199.
Buontalenti Bernardo, Architetto. 23. 27. 31.
50. 88. 90. 100. 134. 167. 175.
-----Franceſco, Architetto. 175.
Butteri Gio: Maria, Pittore. 83. 144.
C
CAccini Giovanni, Architetto, a car. 50. 87.
120. 138. 147. 158.
Caliari Paolo, detto il Veroneſe, Pittore. 92.
Di
1
Di Cambio Arnolfo, Architetto. 9. 53. 57. 101.
Cararra.... Scultore. 86.
Caracci Annibale, Pittore. 98.
Carlo Aretino, Scultore. 9.
Del Caſtagno Andrea, Pittore. 51.
Cateni Giovan Cammillo, Scultore. 38.
Del Cavaliere Batiſta, Scultore. 58.
Cavallini Pietro, Pittore. 21. 33.
Cellini Benvenuto, Scultore. 107.
Cerruti.... Architetto. 145.
Chiaviſtelli Jacopo, Pittore. 44.
Cigoli Lodovico, Pittore. 21. 47. 48. 58. 59.
80. 85. 103. 119. 155.
Cimabue Giovanni, Pittore. 61. 80.
Cioli Valerio, Scultore. 58. 135. 182.
Ciurini Bernardino, Architetto. 19. 52.
Di Credi Lorenzo, Pittore. 23. 140. 144.
D
DEl Dadda Romolo, Scultore. 86.
Dandini Pietro, Pittore. a carte 39. 42. 45.
95. 120. 145.
Danti Vincenzio, Scultore. 14.
Doſi Gio: Antonio, Architetto. 17. 80. 116.
E
EMpoli, Pittore. a carte 27. 39. 51. 69.
80. 87. 88. 135.
K 2 Fal-
1
F
FAlconieri Cav. Paolo, Architetto. a car 26.
Ferretti Giovanni, Pittore. 53. 95.
Ferri Antonio, Architetto. 84. 129.
Ciro Pittore. 45.
Ferrucci Andrea, Scultore. 189.
Ficherelli, Pittore, detto Ripoſo. 27.
Filippo di Ser Brunelleſco, Pittore, e Archi-
tetto
.
9. 30. 31. 32. 49. 62. 70. 80.
130. 136. 186.
Foggini Giovan Batiſta, Scultore, e Architet-
to
.
19. 38. 42. 46. 46. 60. 95. 115.
142. 143. 145.
-----Giulio, Architetto. 60.
-----Vincenzio, Scultore 60.
Fontana Cavalier Carlo, Architetto. 20. 42.
Fortini Anton Maria, Scultore. 60.
-----Giovacchino, Scultore. 55.
Francavilla Pietro, Scultore. 21. 59. 147. 147.
Franceſchini Baldaſſarre, detto il Volterrano.
27. 37. 39. 39. 40. 48. 59. 120. 128.
168. 168. 169. 189.
Franceſco da San Gallo, Scultore. 42. 114.
Franchi Antonio, Pittore 145.
Franciabigio, Pittore. 36. 48. 137. 163.
G
GAbbiani Anton Domenico, Pittore. a carte
46. 55. 84. 120. 129. 145. 165.
Gaddi
1
Gaddi Agnolo, Pittore. 114.
-----Taddeo Pittore. 81. 111. 123.
Galletti P. Ailippo M. Teatino, Pittore. 118.
Del Garbo Raſſaello, Pittore. 69. 158.
Gherardini Aleſſandro, Pittore. 30. 48. 55.
56. 85. 120. 145.
Gherardoun.... Pittore Olandeſe. 98.
Ghiberti Lorenzo, Scultore. 11. 14. 112.
Giordano Luca, Pittore. 19. 30. 45. 143. 152.
Giotto, Pittore. 13. 61. 111. 137.
F. Giovanni.... Pittore 135.
F. Giovanni Angelico, Pittore. 188. 199.
Giovanni di Antonio, detto Nanni, Sculto-
re
.
113.
Giovan Bologna, Scultore. 21. 31. 107.
110. 113. 119. 133.
Giovanni da San Giovanni, Pittore. 64 88.
135. 136. 187.
Giovannozzi Piero, Architetto. 47.
Giuliano da San Gallo, Architetto. 55. 163.
Gori Dottor Anton Franceſco. 100.
Grillandajo Ridolfo, Pittore. 8. 47. 79. 87.
106. 135. 137. 137. 160. 193.
I
JAcopo del Caſentino, Pittore. a carte 114.
Jacopo da Empoli, Pittore. 188.
Jacopo da Pontormo, Pittore. 27. 36. 51. 82.
128. 156. 164. 165. 169.
K 3 Lan-
1
L
LAndini Taddeo, Scultore. a car. 138. 146.
Lapi Niccolò Franceſco, Pittore. 55.
Ligozzi Jacopo, Pittore. 41. 79. 103.
Lippi Fra Filippo, Pittore 47. 54. 138. 144.
Lomi Aurelio, Pittore. 137.
Lorenzi Stoldo, Scultore. 134.
Lotti Carlo, Pittore. 38.
M
MAcchietti Girolamo, Pittore. 79. 141.
Maratta Carlo, Pittore. 85.
Marcellini Carlo, Scultore. 38. 45. 142.
Marcello Provenzale, Pittore. 128.
Marinari Onorio, Pittore. 54. 55. 65. 120.
Maſaccio. Pittore. 141.
Maſolino, Pittore. 141.
Di Meglio Jacopo, Pittore. 58.
Memmi Simone, Pittore. 81.
Meucci Vincenzio, Pittore. 70. 77.
Meus Livio, Pittore. 152. 174.
Michelozzo, Architetto. 18. 37. 83. 173. 188.
Del Minga Andrea, Pittore. 58.
Mino da Fieſole, Scultore. 54. 189.
Monaldi Bernardino, Pittore. 140.
Montauti Antonio, Scultore. 55. 128.
Montorſoli..... Scultore. 70.
Moran-
1
Morandi Giovan Maria, Pittore. 55.
Morandini Franceſco, Pittore, detto il Poppi.
27. 192
Del Moro Lorenzo, Pittore. 62. 188.
N
NAldini Giovan Batiſta, Pittore. a carte
54. 59. 60. 65. 79. 143. 144.
Del Nero Tommaſo, Architetto. 127.
Niccola Piſano, Architetto. 154.
Niccolò detto il Tribolo, Scultore. 169. 169.
170. 171. 199.
Nigetti Matteo, Architetto. 83. 116.
Novelli Antonio, Scultore. 34.
O
OLbino di Baſilea, Pittore. a carte 98.
Dell'Opera Giovanni, Scultore. 10. 58.
Orcagna Andrea, Pittore, Scultore, e Archi-
tetto
.
106. 111. 113. 155.
P
PAggi Gio: Batiſta, Pittore Lombardo. a car-
te 21. 27. 41.
Pagani Gregorio, Pittore. 144.
Pagni Franceſco, Pittore. 84.
Palma Felice, Scultore. 88.
Parigi Alfonſo, Architetto. 127.
Paſſi-
1
Paſſignani Domenico, Pittore. 21. 27. 41. 41.
42. 44. 48. 64. 87. 103. 137. 140.
144. 158.
Petrucci Benedetto, Scultore. 117.
Piamontini Giuſeppe, Scultore. 16. 38. 145.
Piero di Coſimo, Pittore. 135. 137. 190.
Pierotti..... Scultore. 81.
Pietro Perugino, Pittore. 38. 140. 188.
Pignoni Simone, Pittore. 41. 129. 158.
Poccetti Bernardino, Pittore. 22. 32. 35. 44.
81. 87. 120. 128. 134. 138. 140.
140. 144.
Poliziano Agnolo. 9.
Del Pollajolo Antonio, Pittore. 34.
Simone, detto il Cronaca, Scultore. 86.
138. 198. 202.
Della Porta Fra Bartolommeo, Pittore. 21.
Portigiani Fra Domenico, Scultore. 21.
Pucci Gio: Antonio, Pittore. 22.
Pugliani.... Pittore. 119.
Puglieſchi Antonio, Pittore. 55.
Puglio.... Pittore. 160.
R
RAſſaello da Montelupo, Scultore. a car. 70.
Raſſaello da Urbino, Architetto. 76. 98.
Ricci Baſtiano, Pittore. 74.
F. Riſtoro, Architetto. 78.
Della Robbia Luca, Scultore. 83. 89. 199.
201. 202.
Roſa
1
Roſa Salvadore, Pittore. 135.
Roſſelli Matteo, Pittore. 21. 22. 35. 83. 117.
Roſſellini Antonio, Scultore. 201.
Matteo, Pittore 36. 117. 118. 120.
Roſſi Vincenzio, Scultore. 102. 102. 104.
Roſſo.... Pittore. 36. 69.
Rubens Pietro Paolo, Pittore. 98.
Ruggieri Ferdinando, Architetto. 20. 55. 117.
Ruſtici Giovan Franceſco, Scultore. 15.
S
SAgreſtani Giovanni, Pittore. a carte 55.
Salimbeni Ventura, Pittore. 35.
Salviati Franceſco, Pittore. 54. 57. 106.
Salvini, Abate Anton Maria. 20. 38.
Sanſovino, Scultore. 14. 137.
Santi di Tito, Pittore. 21. 30. 42. 56. 57.
60. 79. 79. 81. 83. 141. 157. 158. 191.
Del Sarto Andrea, Pittore. 23. 35. 36. 37.
56. 98. 163. 192.
Scamozzi.... Architetto. 50.
Segaloni Matteo, Architetto. 53.
Silvani Gherardo, Architetto. 20. 54.
F. Siſto, Architetto. 78.
Sogliani Gio: Antonio, Pittore. 69. 188. 199.
Soldani Benzi Maſſimiliano, Scultore. 38.
Spinelli Spinello, Pittore. 202
Stradano Giovanni, Pittore. 38. 60. 137.
Suſini Franceſco, Scultore. 117.
Tacca
1
T
TAcca Pietro, Scultore. a car. 31. 123. 124.
Taſi Andrea, Scultore. 15.
Taſſo Bernardo, Architetto. 123.
Ticciati Girolamo, Scultore. 15. 60. 61. 78. 139.
Tintoretto.... Pittore. 98.
Tommaſo da San Fridiano, Pittore. 194.
V
VAndich, Pittore. a carte 98.
Vannini Ottavio, Pittore. 117.
Vaſari Giorgio, Pittore. 10. 42. 53. 57. 58.
60. 60. 79. 88. 89. 100. 102. 105.
141. 165.
Uccelli Paolo, Pittore. 80.
Veracini Agoſtino, Pittore. 81.
Verrocchio Andrea, Architetto. 70. 102. 113.
Ugolino Saneſe, Pittore. 113.
Vignali.... Pittore. 39. 65. 117. 135.
Ulivelli Coſimo, Pittore. 37. 39.
Z
ZUccheri Federigo, Pittore. a carte 10.
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118[Figure 18]