Del Bruno, Raffaelo, Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di Firenze, 1719

Bibliographic information

Author: Del Bruno, Raffaelo
Title: Ristretto delle cose piu' notabili della citta' di Firenze
Year: 1719
City: Firenze
Publisher: Giuseppe Manni
Edition: Terza Impressione
Number of Pages: 190

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1
RISTRETTO
DELLE COSE
PIU` NOTABILI
DELLA CITTA`
DI FIRENZE.
Terza Impreſſione,.
ALL'ALTEZZA ELETTORALE
DELLA SERENISS.
ANNA MARIA
LUISA
ELETTRICE PALATINA
DEL RENO
NATA G. PRINCIPESSA
DI TOSCANA.
IN FIRENZE. MDCCXVIIII.
Nella Stamperìa di Giuſeppe Manni.
Per il Carlieri. all'Inſegna di San Luigi
Con Licenza de' Superiori.
1
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1
ALTEZZA
ELETTORALE
.
ESCE Per la ter-
za volta alla,
luce queſto Ri-
ſtretto delle coſe
più notabili della
Città di Firen-
ze
; fatto già per comodo, ed
inſtruzione de' Foreſtieri; ed
1 eſce ſotto i feliciſſimi Reali
Auſpicj di V. A. ELETTO-
RALE; che dopo di aver ri-
piene della gloria di queſta,
inclita Patria le più famoſe,
Provincie dell'Europa, le ha
ora, non ſenza ſpecial dono
della Sovrana Provvidenza,
reſtituito uno de' fregi ſuoi più
eccelſi, e più rari: che non,
tanto ſi pregia Firenze dell'a-
menità del ſuo ſito, o della,
fertilità del ſuolo, o della va-
ghezza della ſua ſtruttura,;
non tanto della Magnificenza
delle ſue Fabbriche, in molte,
e molte delle quali la magna-
nima generoſità de' glorioſi
Maggiori di V. A. ELETTO-
RALE mirabilmente riſplen-
1 de; tanto finalmente delle
innumerabili illuſtri Memorie
de' ſuoi più ragguardevoli Cit-
tadini, o de' ſuoi Auguſti Re-
gnanti, per cui Ell'è gran-
de - che per Terra, e per Mare
batte l'ali
- quanto di avere,
V. A. ELETTORALE viva,
e preſente Ella ſi rallegra, e ſi
pregia, e vanne altiera, e fa-
ſtoſa
.
Queſto giuſtiſſimo ſen-
timento, che rende ben degno
d'approvazione, non che di
ſcuſa, l'ardire,che ho avuto,di
porre in fronte a queſta Ope-
retta un Nome Auguſto, e
grande, mi giova ſperare,
che ſia per muovere l'animo
generoſo di V. A. ELETTO-
RALE a gradire più aſſai del
1 dono, ch'è piccoliſſimo, il mio
umiliſſimo riſpetto, che non
può eſſer maggiore; ed a me,
ed a tutta la mia Caſa conce-
dere benignamente l'alto fa-
vore della ſua Real Protezio-
ne, che io imploro, a piè del-
l'Auguſto ſuo Trono inchi-
nandomi profondamente.
§ 2 eſce
de;
§3 do-
Di V. A. ELETTORALE
Umiliſs. Devotiſs. ed Obbligatiſs. Servo
Carlo Maria Carlieri.
1
CARLO MARIA
CARLIERI
AL LETTORE.
IO Ti preſento per la terza,
volta riſtampato il preſente

Riſtretto delle coſe più no-
tabili di Firenze, compoſto
già dal Sig. Dottor Raffaello del Bruno,
Profeſſore di Leggi, e Accademico Apa-
tiſta
.
Si compiacque egli, per ornamento
della Patria, e per comodo de' Foreſtie-
ri, di compilare queſte notizie, tratte,
dagli Scrittori più accreditati, e dalla
viva voce de' Profeſſori più pratici,
ma non volle già, che fuſse paleſato il
ſuo nome, amando più di rimanere in-
cognito, che di comparire ſulle Stam-
pe, con altra inſegna, che della ſua,
profeſſione
.
Io però in queſta nuova edi-
zione, da una parte ho voluto ſoddisfare

1al ſuo genio, con tacere il ſuo nome nel
Fronteſpizio del Libro; ma dall'altra
non ho voluto mancare al mio debito,
di far paleſe chi tanto corteſemente ſi
compiacque di favorirmi, e però nella,
preſente Lettera ho giudicato bene il dar-
ne contezza, ſupponendomi di far giu-
ſtizia al ſuo merito, con pubblicarlo per
Autore di così belle notizie, applaudite
dall'univerſale, e ritrovate molto uti-
li da ciaſcheduno.
§ 4 al
Se in queſta terza impreſſione poi ſi
troverà coſa diſcrepante dalle altre due,
ſovvenga al Lettore, che nel variarſi de'
tempi, ſi variano le coſe, onde altre ſi
ſon mutate di poſto, altre accreſciute,
ed altre ancora meglio chiarite, per lo
che è biſognato levare, aggingnere, e,
dichiarare, ciò che ſi è trovato man-
chevole
.
Vero però è, che in queſto nuo-
vo accreſcimento non ſi è potuto ſodiſ-
fare alle richieſte di molti, che ave-
rebbono deſiderato nel preſente Libro,
alcune più minute notizie, ed una ſcelta
d'Inſcrizioni più riguardevoli, perchè
eſſendoſi l'Autore preſiſso di non iſcrive-
re un trattato eſatto, ma di fare un,

1ſemplice riſtretto delle coſe più notabili,
per direzione puramente de' Foreſtieri,
ba creduto, che altrimenti facendo, ave-
rebbe deviato dal ſuo principale iſti-
tuto
.
Oltre che non mancando nel pre-
ſente Libro le notizie più neceſſarie, ha
ſtimato bene di rimetterſi nel reſto a,
quel tanto, che più diffuſamente ſi leg-
ge, o nella Firenze illuſtrata di Fer-
dinando Leopoldo del Migliore, o in al-
tre ſomiglianti Opere, delle quali ha,
dato notizia nella ſua Prefazione.
Io
poi avendo per eſperienza riconoſciuto,
che la maggior parte de' Foreſtieri gra-
diſce molto di vedere le vicine Ville,
e ſpecialmente quelle delle AA. Reali
de' Noſtri Principi, ho creduto a pro-
poſito l'aggiugnere al preſente Riſtret-
to per Seconda Parte, una ſuccinta,
ma ben'eſatta relazione della Suburba-
na Campagna, e ſuoi luoghi più riguar-
devoli, compoſta dal Sig. Cav. Anton
Franceſco Marmi Gentiluomo ſtudioſo
d'Anticbità, ed ornato di varia eru-
dizione, che pur anco a mia iſtanza,
compiacqueſi, di faticare nella raccol-
ta di queſte notizie, e ſpero con ta-

1le aggiunta di aver pienamente ſodiſ-
fatto alla curioſità, di chi che ſia, ed
in particolare de' Foreſtieri, per comodo
de' quali ſi è da me principalmente pro-
curato la Stampa di queſto Libro; e vi-
vi ſano.
ſem-
§ 5 le
REimprimatur etiam cum additio-
nibus
.

Horatius de Mazzeis Vic. Gen.
Imprimatur iterum.
Magiſt. F. B. Bernardius Min. Conv.
Vic. Gen. S. Off.
F. Buonarroti.
1
INDICE
A
ACcademia degli Apatiſti a carte 46.
di Bottanica a 22.
della Cruſca a 46.
Fiorentina a 46.
Agnolo Allori Pittore a 38. 63.
detto il Bronzino a 30. 107.
Agnolo Gaddi Pittore a 90.
S. Agoſtino. Chieſa, e Convento a 100.
Aleſsandro Allori Pittore a 17. 20. 19. 31.
38. 49. 59. 62. 107. 108. 123. 130. 156.
Aleſſandro del Barbiere Pittore a 36.
S. Aleſsandro. Chieſa di Fieſole a 154.
Aleſsandro Gherardini Pittore a 20. 32. 42.
43. 47. 66. 95. 113.
Aleſſandro Magno. Statua a 97.
Aleſsio Baldovinetti Pittore a 16. 68.
S. Ambrogio. Chieſa a 34.
Andrea del Caſtagno Pittore a 45.
Andrea Ferrucci Scultore a 154.
Andrea del Minga Pittore a 37.
Andrea Orcagna Pittore, Scultore, e Archi-
tetto a
84. 89. 122.
Andrea Piſano Scultore a 15.
Andrea del Sarto Pittore a 21. 26. 28. 35.
42. 77. 130. 156.
Andrea Taſi a 16.
Andrea Verrocchio Scultore a 56. 81. 89.
Andreozzi Scultore a 28.
Anton Domenico Gabbiani Pittore a 34. 66.
95. 100. 113. 131.
A 3
1
Anton Ferri Architetto a 66.
Anton Franchi Pittore a 113.
Anton Montauti Scultore a 43.
Anton del Pollaiolo Pittore a 16. 166.
Anton Puglieſchi Pittore a 43.
Anton Roſsellini Scultore a 166.
SS. Apoſtoli. Chieſa a 69.
Archivio Fiorentino a 90.
Arnolfo di Cambio Archit. a 10. 35. 43. 80.
Artimino. Villa di S. A. R. a 132.
Aurelio Lomi Pittore a 107.
B
BAccio d'Agnolo Architetto a 68. 108.
Baccio Bandinelli Scultore a 12. 29. 52.
80. 81. 83.
Baccio da Montelupo Scultore a 88.
Badia di Buonſollazzo a 151.
di Fieſole a 151.
di Firenze a 43.
di Ripoli a 158.
di Settimo a 125.
S. Baldaſſarre. Monaſtero di Monache a 157.
Baldaſſarre Franceſchini Pittore a 27. 29.
30. 38. 47. 49. 94. 134. 135. 154.
Bartolommeo Ammannati Scult. e Archit. a
17. 33. 86. 101. 114. 135. 137. 148.
Fra Bartolommeo della Poſta Pittore a 19.
Batiſta del Cavaliere Scultore a 36.
Batiſta Naldini Pittore a 37. 38. 42. 44.
62. 112.
Benedetto da Maiano Scult. a 12. 39. 67. 83.
Benedetto Petrucci a 92.
Bene-
1
Benedetto da Rovezzano Scultore a 69. 110.
Benvenuto Cellini Scultore a 85.
Bernardino Monaldi Pittore a 109.
Bernardino Poccetti Pittore a 20. 23. 26.
33. 63. 68. 94. 99. 105. 108. 109. 113.
Bernardo Buontalenti Architetto a 19. 21.
46. 48. 68. 79. 104. 133. 140.
Bernando Taſſo Architetto a 97.
Bigallo. Monaſtero di Monache a 158.
Bilivelti Pittore a 30. 37. 93. 94.
Boldrone. Monaſtero di Monache a 137.
Boſcbi Pittore a 20.
Bronzino Pittore, vedi Agnolo Allori.
Butteri Pittore a 65. 112.
C
CAmpanile del Duomo a 14.
di Palazzo vecchio a 80.
Caparra Scultore a 67.
Cappella de' Sereniſſimi Principi a 57.
Cappuccini di Montui. Chieſa, e Conv. a 139.
di ſopra. Chieſa, e Convento a 151.
Careggi, Villa di S. A. R. a 138.
Caracci Pittore a 77.
Carlo Fontana Architetto a 19. 32.
Carlo Lotti Pittore a 28.
Carlo Maratta Pittore a 66.
Carlo Marcellini Scultore a 28. 111.
Carmine. Chieſa, e Convento a 109.
Caſa del Viviani Mattematico a 60.
Caſcine a 128.
Caſe de' Canigiani a 98.
de' Mozzi. ivi.
Caſino di S. Marco a 21.
del
1
del Marcheſe Riccardi a 60.
Caſtellina. Chieſa, e Convento a 134.
Caſtello. Villa di S. A. R. a 134.
Centauro. Statua a 93.
Cerruti Architettto a 113.
Certoſa. Chieſa, e Convento a 222.
Ceſtello. Chieſa, e Convento a 113.
S. Chiara. Monaſtero di Monache a 109.
Chieſa nuova de' PP. dell'Oratorio a 43.
Chieſa de' Padri delle Scuole Pie a 46.
Cignale di Mercato nuovo a 97.
Cigoli Pittore a 19. 35. 37. 38. 47. 63. 82.
94. 122.
Cimabue Pittore a 10. 16. 38.
Ciro Ferri a 34.
Colonna di S. Felice in Piazza a 105.
di S. Felicita a 99.
di S. Giovanni a 16.
di S. Trinita a 67.
Compagnia di S. Gio: Batiſta dello Scalzo a 21.
di S. Marco a 59.
Concilio Fiorentino a 13.
Convertite. Monaſtero di Monache a 109.
Coſimo Roſſellini Pittore a 27. 92. 93.
Criſtofano Allori Pittore a 31. 69.
S. Croce. Chieſa, e Convento a 35.
Cronaca Scultore a 67. 108. 162.
Cupola del Duomo a 10.
D
DOccia. Chieſa, e Convento a 155.
S. Domenico. Chieſa, e Convento a 153.
F. Domenico Portigiani Scultore a 20.
Do-
1
Donatello Scultore a 11. 14. 16. 18. 37.
54. 84. 88. 90.
S. Donato in Polveroſa. Chieſa, e Monaſtero di
Monache a
128.
Duomo. Chieſa Metropolitana a 9.
di Fieſole a 154.
E
EMpoli Pittore a 29. 45. 50. 54. 63. 68
69. 106.
F
FAbbrica degl'Uſizj a 70.
Federigo Zuccheri Pittore a 11.
Felice Palma Scultore a 69.
S. Felice in Piazza. Chieſa a 105.
S. Felicita. Chieſa a 99.
Ficherelli Pittore a 49.
Fieſole a 154.
Filippo di Ser Brunelleſco Pittore, e Archi-
tetto a
11. 23. 55. 63. 101. 106. 151.
F. Filippo Lippi Pittore a 35. 44. 108. 113.
Fonderia di S. A. R. a 79.
Fontana di Piazza del G. D. a 86.
Fonte Lucente. Chieſa a 153.
Fortezza da Baſſo a 60.
Francavilla Pittore a 20. 37. 115.
S. Franceſco. Chieſa, e Mon. di Monache a 35.
S. Franceſco di Fieſole. Chieſa, e Conv. a 155.
S. Franceſco al Monte. Chieſa, e Conv. a 162.
Franceſco Morandini Pittore a 157.
Franceſco Pagni Pittore a 65.
S. Franceſco di Paola. Chieſa, e Conv. a 124.
Fran-
1
Franceſco Salviati Pittore a 36. 44. 84.
Franceſco da Sangallo Scultore a 31. 90.
Franceſco Suſini Scultore a 92.
Franciabigio Pittore a 27. 47. 107. 130.
S. Friano. Chieſa a 113.
G
S. GAggio. Chieſa, e Mon. di Monache a 122.
Galleria di S. A. R. a 70.
Gherardo Silvani a 43.
Gherardoun Olandeſe Pittore a 77.
Ghetto degl'Ebrei a 91.
Giardino di Boboli a 103.
del Marcheſe Corſini a 64.
de' Padri Geſuiti a 32.
di S. Maria Nuova a 50.
del Marcheſe Riccardi a 60.
del Duca Salviati a 32.
de' Semplici a 22.
della Vaga Loggia a 128.
Giorgio Vaſari Pittore a 11. 32. 36. 38. 44.
62. 69. 70. 79. 81. 83. 109. 131.
Giotto Pittore a 11. 14. 38. 107.
Giovacchino Fortini Scultore a 43.
F. Gio: Angelico Pittore a 153. 163.
Gio: Antonio Sogliani Pitt. a 54. 153. 163.
Giovanni d'Antonio Scultore a 89.
F. Giovanni Pittore a 106.
S. Giovan Batiſta. Chieſa a 14.
Giovan Batiſta Foggini Scultore, e Architetto
a
18. 28. 31. 34. 35. 74. 111. 114.
Giovan Batiſta Marmi Pittore a 133.
Giovan Bologna Scultore a 19. 23. 30. 85.
87. 89. 93. 104.
Gio:
1
Gio: Caccini Archit. a 68. 94. 108. 115. 125.
Giovan Cammillo Cateni Scultore a 28.
S. Giovanni Evangeliſta. Chieſa de' Padri Ge-
ſuiti detta S. Giovannino a
16.
Giovan Franceſco Ruſtici Scultore a 15.
Giovanni da S. Gio: Pitt. a 41. 69. 106. 152.
Giovan Maria Morandi Pittore a 43.
Giovanni dell'Opera Scultore a 12. 36.
Giovanni Sagreſtani Pittore a 43.
Giovanni Stradano Pittore a 29. 38. 62. 107.
S. Girolamo. Chieſa a 153.
Girolamo Macchietti Pittore a 62. 110.
Giuliano da S. Gallo Architetto a 129. 130.
Giuoco del Calcio a 39.
Giuſeppe Piamontini Scultore a 16. 28. 114.
Granaio Pubblico a 114.
S. Gregorio. Chieſa a 99.
Gregorio Pagni Pittore a 113.
Grillandaio a 10. 35. 62. 68. 84. 100. 106.
107. 116.
Guardaroba di S. A. R. a 83.
I
IAcopo del Caſentino Pittore a 90.
Iacopo Chiaviſtelli Pittore a 33.
Iacopo da Empoli Pittore a 153.
S. Iacopo tra' Foſſi. Chieſa a 42.
Iacopo di Meglio Pittore a 36.
Iacopo da Pontormo Pittore a 27. 45. 50. 64.
99. 123. 130. 135.
S. Iacopo Sopr'Arno. Chieſa a 115.
Imperiale. Villa di S. A. R. a 120.
Impruneta. Chieſa a 160.
La-
1
L
LApo. Chieſa, e Mon. di Monache a 156.
Lappeggio. Villa di S. A. R. a 159.
Leon Batiſta Alberti Architetto a 29. 65.
Libreria della Badia di Fieſole a 152.
de' Camaldolenſi a 32.
di S. Croce a 40.
de' Guadagni a 32.
Laurenziana a 56.
del Magliabechi a 43.
di S. Marco a 20.
di S. Maria Novella a 64.
di S. Maria Nuova a 50.
della Nunziata a 31.
del Riccardi a 18.
dei Padri Teatini a 93.
di S. A. R. a 103.
Ligozzi Pittore a 30. 62. 82.
Livio Meus Pittore a 120.
Loggia detta de' Lanzi a 84.
Lorenzo di Bicei Pittore a 49. 98.
S. Lorenzo. Chieſa Inſigne a 52.
Lorenzo di Credi Pittore a 109. 113.
Lorenzo Ghiberti Scultore a 15. 88.
Lorenzo di Moro Pittore a 153.
Luca Giordano Pitt, a 18. 32. 34. 112. 120.
Luca della Robbia a 65. 69. 163. 165. 166.
S. Lucia. Chieſa, e Convento a 127.
Luoghi pii quanti in Firenze a 8.
M
MAdonna della Pace. Chieſa a 119.
Madonna della Toſsa. Chieſa a 139.
Magi-
1
Magiſtrati di Firenze a 70.
Maiano. Chieſa, e Mon. di Monache a 157.
Marcellini Scultore a 34.
S. Marco. Chieſa a 19.
S. Maria di Candeli. Chieſa a 34.
S. Maria Maddalena de' Pazzi. Chieſa a 33.
S. Maria Maggiore. Chieſa a 94.
S. Maria Novella. Chieſa a 61.
S. Maria Premerana. Chieſa di Fieſole a 155.
S. Maria delle Selve. Chieſa, e Conv. a 127.
Mario Balaſſi Pittore a 93.
Mariotto Albertinelli Pittore a 29. 123.
S. Marta. Chieſa, e Mon. di Monache a 139.
Maſaccio Pittore a 110.
Maſolino Pittore a 110.
Maſſimiliano Soldani a 28.
S. Matteo in Arcetri. Chieſa, e Monaſtero di
Monache a
121.
Matteo Nigetti Architetto a 65. 91.
Matteo Roſselli Pittore a 19. 20. 26. 65.
Matteo Roſsellini Pittore a 92. 94.
Mercato Nuovo a 97.
Vecchio a 90.
Michelagnolo Buonarruoti Pittore, Scultore,
e Architetto a
17. 36. 54. 55. 56. 71.
74. 77. 80. 83. 104. 107. 163.
S. Micbele Berteldi, o Antinori. Chieſa a 91.
S. Michele Viſdomini. Chieſa a 50.
Michelozzo Architetto a 17. 20. 27. 65. 153.
S. Miniato. Chieſa a 163.
Mino da Fieſole Scultore a 44. 154.
Monaci Camaldolenſi. Chieſa a 32.
Ciſtercienſi, vedi Ceſtello.
Mona-
1
Monaſterj di Clauſtrali, e di Mon. quanti a 8.
Monte Gufoni. Villa a 124.
Monte Senario. Eremo a 150.
Monte Uliveto. Chieſa a 123.
Montorſoli Scultore a 55.
N
NIccola Piſano Architetto a 125.
S. Niccolò oltr'Arno. Chieſa a 98.
Niccolò d. il Tribolo Archit. a 135. 136. 161.
Novelli Scultore a 26.
SS. Nunziata. Chieſa a 24.
O
OGniſsanti. Chieſa a 65.
Olbino di Baſilea Pittore a 77.
Onorio Marinari Pittore a 41. 44. 94.
Orcagna, vedi Andrea.
Origine di Firenze a 5.
Orſammichele. Chieſa a 88.
Ottavio Vannini Pittore a 92.
P
PAlazzo de' Bartolini a 68.
de' Marcheſi Capponi a 19. 32. 98.
del Marcheſe Corſini a 64. 65.
de' Corſini Orlandini a 94.
de' Conti della Gherardeſca a 32.
del Marcheſe Giugni a 33.
del Marcheſe Guadagni a 32.
de' Ghuicciardini a 46.
del Marcheſe Incontri a 50.
del Martellini a 48.
del
1
del Baron del Nero a 99.
del Marcheſe Niccolini a 32.
del Cardinal Panciatichi a 18.
del Senator Pandolſini a 60.
del Podeſtà a 45.
de' Pitti, oggi di S. A. R. a 100.
del Pucci a 50.
del Ricaſoli a 65.
del Marcheſe Riccardi a 17.
del Marcheſe Ridolſi a 64.
del Rucellai a 65.
del Duca Salviati a 46.
del Senatore Scarlatti a 99.
del Cavaliere Serristori a 98.
degli Spini a 68.
degli Strozzi a 46. 47.
del Sen. e Marcheſe Tempi a 98.
Vecchio a 80.
degli Zanchini a 115.
S. Pancrazio. Chieſa a 67.
Pandette Fiorentine a 84.
S. Paolino. Chieſa a 66.
Paolo Veroneſe Pittore a 77.
Paradiſo. Chieſa, e Monaſtero di Mon. a 158.
Paſſignano Pittore a 19. 30. 32. 33. 41. 47.
50. 68. 82. 107. 109. 113. 124.
Petraia. Villa di S. A. R. a 133.
Piazza di S. Croce a 40.
del Gran Duca a 80.
del Grano a 42.
di S. Maria Novella a 64.
della SS. Nunziata a 23.
de' Pitti a 100.
Pie-
1
Pietro Bertini Pittore a 102.
Pietro Cavallini Pittore a 19. 25.
Pietro da Cortona Pittore a 93.
Pietro di Coſimo a 106. 107. 155.
Pietro Dandini Pittore a 29 31. 34. 95. 113.
S. Pier Maggiore. Chieſa a 47.
S. Pietro a Monticelli Monaſt di Monache a 125.
Pietro Perugino Pittore a 29. 109. 153.
Pietro del Pollaiolo Pittore a 166.
Pietro Tacca Scultore a 23. 97.
Poggi Pittore a 19. 30. 49.
Poggio a Caiano. Villa di S. A. R. a 129.
Ponte alla Carraia a 114.
alle Grazie a 99.
a S. Trinita a 114.
Vecchio a 98.
Poppi Pittore a 50.
Porta alla Croce a 156.
a S. Fridiano a 124.
a S. Gallo a 138.
a S. Niccolò a 158.
al Prato a 128.
Romana a 119.
Porticciuola a S. Giorgio a 162.
a S. Miniato a 162.
Portico. Chieſa, e Mon. di Monache a 122.
Pratolino. Villa di S. A. R. a 140.
S. Procolo. Chieſa a 45.
Pugliani Pittore a 94.
Puglio Pittore a 126.
Q
QUiete. Chieſa, e Monaſtero di Monache
a
137.
Raſ-
1
R
RAffaello del Garbo Pittore a 54. 127.
Raffaello da Montelupo Scultore a 55.
Raffaello da Urbino a 60. 77.
Fra Riſtoro Architetto a 61.
Romolo del Dadda Scultore a 67.
Roſſo Pittore a 27. 54.
Rubens Pittore a 77.
Ruggieri Pittore a 92.
Ruota Fiorentina a 42.
S
SAlimbeni Pittore a 26.
Salvador Roſa Pittore a 106.
S. Salvi. Monastero di Monache a 156.
Sandro Botticelli Pittore a 47. 107. 109.
Sanſovino Scultore a 15. 107.
Santi di Tito Pittore a 19. 32. 36. 38. 48.
62. 63. 65. 110. 124.
Scamozzi Architetto a 46.
Serraglio de' Lioni a 22.
S. Simone. Chieſa a 41.
Simone Pignoni Pittore a 30. 100. 124.
Simone del Pollaiolo, vedi Cronaca.
Fra Siſto Architetto a 61.
Spedale degli Abbandonati a 60.
di Bonifazio a 60.
de' Convaleſcenti a 64.
degl'Incurabili a 59.
degl'Innocenti a 23.
di S. Marco a 59.
di S. Maria Nuova a 48.
di S. Matteo a 23.
de'
1
de' Preti a 59.
di S. Tommaſo d'Aquino a 48.
Spezieria di S. Maria Novella a 63.
Spinello Spinelli Pittore a 166.
S. Spirito. Chieſa a 106.
Spirito Santo. Chieſa a 100.
Stalle de' Cavalli di S. A. R. a 21.
Stanzone delle Commedie a 48.
S. Steſano. Chieſa a 97.
Stoldo Lorenzi Scultore a 104.
Studio Fiorentino a 46.
T
TAddeo Gaddi Architetto a 96.
Taddeo Landini Scultore a 108. 119.
Tintoretto Pittore a 77.
Tiziano Aſpetti Scultore a 69. 77.
Tommaſo da S. Friano Pittore a 158.
Tribolo Scultore, vedi Niccolò.
S. Trinita. Chieſa a 68.
V
VAlerio Cioli Scultore a 16. 105. 148.
Vandich Pittore a 77.
Venere. Statua a 75.
Ugolino Saneſe Pittore a 89.
Vignali Pittore a 29. 42. 92. 106.
Vincenzio Danti Scultore a 15.
Vincenzio Roſſi Scultore a 81. 83.
Vincenzio Viviani Mattematico a 60.
Ulivelli Pittore a 27. 29.
Volterrano, vedi Baldaßar Franceſchini.
1
INTRODUZIONE
AL RISTRETTO
DELLE COSE PIU` NOTABILI
DELLA CITTA`
DI FIRENZE.
E` Comun ſentimento de-
gli Uomini Savj, che
chiunque intraprende,
lo ſcrivere di quelle co-
ſe, che ſurono già da,
eruditi Scrittori, con,
ſommo ſtudio, e ſingo-
lar diligenza, illuſtrate,
non ſolo il tempo inu-
tilmente conſumi, ma
più di biaſimo ſia meritevole, che di lode:
avvenga che ſe le fatiche di qualſisia Profeſ-
ſore, non per altra cagione ſi ſogliono eſ-
1 porre pubblicamente alla luce, ſe non per-
chè trar ſe ne poſsa giovamento, o dilet-
to; qual utile, o qual diletto puote arreca-
re colui, il quale, per la novità delle
coſe, di cui ragiona, per la vaghezza, e
l'ornamento dello ſtile, o per altra coſa de-
gna di lode, in qualche parte riguardevole
ſi rende?
Se così è, o Lettore, già prevedo
la taccia, che ſenza dubbio mi ſarà data,
nel pubblicare colle ſtampe queſt'Operetta.

Diranno molti, e con ragione, che il nuo-
vamente trattare d'un argomento già trito,
non è ſtato altro, che un faticar ſenza frut-
to.
Ed invero, che non fecero ſopra il me-
deſimo ſoggetto tanti Scrittori di primo gri-
do
?
Ne ſcriſsero a maraviglia i due Borghi-
ni; Vincenzio l'uno ne' ſuoi Trattati, e,
Raffaello l'altro nel ſuo Ripoſo.
Il Mini, il
Giambullari, e il Bocchi ne compoſero vo-
lumi interi, di belliſſime erudizioni ripieni:
Molto vi faticò Meſſ. Giovanni Cinelli: mol-
to ne diſſe Ferdinando Leopoldo del Miglio-
re: e l'erudito Filippo Baldinucci, quante
belle notizie non ce ne diede ne' ſuoi cele-
bri Decennali?
E che dunque ho io mai pre-
teſo nel comporre, e pubblicare queſto Ri-
ſtretto
?
Forſe dir coſe nuove, o con ma-
niere più belle, di quello fecero i mento-
vati Scrittori?
Queſta ſarebbe coſa da teme-
rario, o da uomo, che non abbia fior di giu-
dizio. Ho ſolamente creduto con queſto
breve compendio, d'alleggerir la fatica al
Foreſtiero, che abbia deſio d'informar-
ſi ſuccintamente delle coſe più ſingolari di
queſta noſtra Città: perchè avvertendo da
una parte, quanto diffuſamente ne hanno
1 ſcritto gli Autori ſopraccitati, e dall'altra
riflettendo al genio del Foreſtiero, il quale
per lo più ne' pochi giorni, che quì dimo-
ra, ſolo deſidera di vedere, e d'intender
le coſe più riguardevoli, e le meno impor-
tanti, o non cura, o non ha tempo d'agia-
tamente oſſervare; ho ſtimato neceſſariſſimo
il compendiar brevemente tutto quel, ch'è
di pregio, e di bellezza maggiore in queſta
noftra Città, laſciando indietro molte coſe,
o non degne di tanta oſſervazione, o che
per eſſere in caſe private, ſoggiacciono fa-
cilmente a mutarſi, e talora non ſi poſſono
comodamente vedere.
Reſta ſolo da avver-
tirvi, o Lettore, d'alcune coſe, e ſpecial-
mente dell'ordine da me tenuto nel diviſar
queſt
'Opera.
Immaginandomi, che il Fore-
ſtiero giunto a Firenze incontanente ſi con-
duca all'Albergo, e quivi prenda qualche ri-
poſo, ho giudicato ben fatto, prima ch'ei
parta di caſa, renderlo alquanto informato
d'alcune coſe, che più riguardano all'eſſen-
ziale, che al materiale d'una Città.
E per
queſto, ho premeſſo un breve racconto, o
notizia, dell'origine di Firenze; del ſuo go-
verno; della ſua Religione, e d'altre coſe
più ſingolari; acciò da queſte, e da quel
tanto, ch'egli medeſimo oſſerverà, poſſa for-
mare quel buon concetto, e quella ſtima,
che merita una Città in tutte le ſue parti ri-
guardevole
.
A porre
ſcritto
INTRODUZIONE.
INTRODUZIONE.
Uſcendo poſcia il Foreſtiero di caſa, prov-
veduto prima di buona guida, io l'introdu-
co a viſitar la Chieſa Metropolitana; per-
chè queſta è ſenza dubbio la fabbrica più
fingolare della Città, ancora perchè nel-
1 l'uſcir dall'Albergo, rieſce forſe più como-
da a viſitare.
Dalla Chieſa del Duomo ſi fa
paſſaggio alla vicina di S. Giovanni, indi
ſeguitando il viaggio, per la via de' Martel-
li, e per via larga, appoco appoco vien in-
trodotto per tutt'i luoghi più riguardevoli
della Città, con tal ordine però, che quan-
to meno è poſſibile, s'eſca di ſtrada.
Per-
chè poi difficilmente può farſi queſto viag-
gio in una ſola giornata, quando ſi vogliono
conſiderare con qualche ſorta d'applicazio-
ne, eziandìo ſolamente le coſe più rare, l'ho
diſteſo per minor briga di ciaſcheduno in,
tre giornate, diſtribuendo ad ognuna tanti
luoghi, quanti agiatamente ſi poſſano viſita-
re in un giorno.
E' ben vero, ch'io non,
pretendo per queſto di ſoſtenere, che in due
giornate, e forſe in meno, non ſi poſſa da
un Foreſtiero ſcorrere la Città, e oſſervare
alla rinfuſa le coſe più ſingolari: il che quan-
do ſi voglia fare, non darà faſtidio, ch'io
m' abbia tutta la viſita in tre giornate di-
ſtinta, potendo per altro il Foreſtiero, colla
ſcorta di queſto Libro, eleggere que' luo-
ghi, dove il ſuo genio, o la curio-
fità lo traſporta, e tralaſcia-
re indietro le coſe,
meno impor-
tanti
.
Ma
venia-
mo
ormai
alle notizie
promeſ-
ſe
.
A a l'uſcir
INTRODUZIONE.
DEL-
1
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1
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1
DELL'ORIGINE
E DE' PROGRESSI
DELLA CITTA`
DI FIRENZE.
L'Origine di queſta noſtra Città,
per le diverſe oppinioni degli
Scrittori, s'è renduta incerta,
e dubbioſa.
Stimarono alcuni,
eſſer ella derivata da' Soldati di
Silla; altri da' Triumviri; altri
da' Popoli Fieſolani.
vi mancò chi cre-
deſſe, Ercole Libio ſigliuol d'Oſiri eſſerne
ſtato il Fondatore.
Qualunque però di così
varie oppinioni ſia la più vera, a me per ora
non è permeſſo d'inveſtigarlo.
Certo è, che
Firenze fu Colonia antica de' Romani, po-
polata non dall'infima plebe, ma da' più
ſcelti Cavalieri, e Soldati più valoroſi di
quell'inſigne Città, aſſermandoci M. Tullio,

Hi ſunt homines ex iis Coloniis, quas Feſulis
Sylla conſtituit, quas ego univerſas Civium eſſe
optimorum, & fortiſſimorum virorum ſentio.

Quindi è, che i Fiorentini nutrirono in ogni
1ORIGINE E PROGRESSI
A 3 tem-
tempo ſpiriti nobili, e generosi, e niuna im-
preſa, benchè difficile, e grande, intentata la-
ſciarono, per acquiſtare a ſe medeſimi glo-
ria, ed alla Patria ornamento, e ſplendore.
Scoſſo quaſi ſin da principio il duro giogo
d'eſſere ad altri ſoggetti, procurarono di
vivere in libertà; per conſervar la quale,
non meno, che per dilatare i confini del
proprio dominio, furono forzati ad ab-
battere l'audacia de' loro nemici, disfa-
cendo Caſtella, eſpugnando Città, e ridu-
cendo ſotto il loro comando Popoli interi.
Fatti pertanto potenti, non temerono di ſo-
ſtenere oſtinatiſſime guerre contra i primi
Potentati d'Italia, riportandone beneſpeſ-
ſo ſegnalate vittorie; le quali ſenz'alcun,
dubbio non farebbero così toſto ceſſate, ſe
le diſcordie civili non ne aveſſero il corſo
impedito
.
Queſte ſurono, che tolſero a' gran-
di il governo, e 'l tramutarono d'Ariſtocra-
tico in Popolare, e di Popolare lo riduſſero
a Principato: avvenga che la Repubblica ne'
primi tempi, ſolamente dagli Ottimati ſi go-
vernaſſe, indi dal Popolo, e poſcia per di-
vina diſpoſizione, e per comun benefizio,
da Principi ottimi, e clementiſſimi.
Ora ſic-
come nel coraggio, e nel governo ſurono i
Fiorentini ſomigliantiſſimi a' Romani loro
Progenitori, così procurarono in ogni altra
coſa d'imitargli.
Ebbero, come Roma, il Tea-
tro, il Campidoglio, il Foro, le Terme, gli
Aquidotti, ed il Tempio di Marte, de' qua-
li, fuorchè del Tempio, preſentemente ap-
pena il nome è rimaſo.
Così ne' tempi mo-
derni edificarono nobiliſſime Chieſe, ſon-
tuoſi Palazzi, Giardini vaghiſsimi, che qua-
1DI FIRENZE.
ſi diſſi,
ſi diſsi, gareggiano con quei di Roma. Co-
ſtumarono gl'iſteſsi Giuochi, e l'iſteſſe Fe-
ſte pubbliche, e riconobbero per Tutelare il
medeſimo Dio Marte.
Coltivarono, come i
Romani, in ſommo grado l'armi, e le let-
tere
.
Nelle armi riuſcirono valoroſiſsimi Ca-
pitani, e Condottieri d'eſerciti di gran no-
me
.
Sono innumerabili quelli, che ne' tem-
pi antichi, e moderni ebber l'onore d'eſſer
creati Cavalieri da Sovrani Imperatori, e,
Monarchi, per ricompenſa del loro valore.

Moltiſſimi quelli, che nelle regioni anche più
barbare, e più lontane, ſi renderono formi-
dabili, e nel medeſimotempo glorioſi.
Ma che
diremo noi degli Uomini letterati?
Dopo
l'invaſione de' Barbari nell'Italia, rimaſero
le Scienze, e l'Arti più nobili ſepolte in una
profonda ignoranza.
Mercè però de' Fioren-
tini riſorſero a nuova vita, ripigliando il lor
primiero ſplendore.
Quindi ſi vedde, quaſi
difsi, rinata la Poesìa, e l'Eloquenza Lati-
na, Greca, e Toſcana.
Rifiorì la Filoſoſia,
di Platone, e con eſſa ogni altra Scienza più
riguardevole
.
Le Mattematiche ſormontaro-
no al ſommo grado, e l'Ius civile dall'in-
terpetrazione del noſtro Accurſio, incomin-
ciò grandemente a riſorgere.
Così fecero la
Pittura, la Scultura, e l'Architettura; nel-
le quali tant'oltre s'avanzarono i Fiorenti-
ni, che a loro giuſtamente ſi dee la lode di
primi Maeſtri, e di reſtauratori di bell'Ar-
ti
.
Che ſe nell'Armi, e nelle Lettere gran-
demente fiorirono, quanto più ſi ſegnalaro-
no nella Pietà, e Religione!
Sopra il nume-
ro di dugento ſon quei, che già Cittadini
di queſta Patria, ora del Cielo, col titolo
1ORIGINE E PROGRESSI
A 4 di
di Beati, o di Santi s'adorano ſu gli Alta-
ri
.
I Luoghi poi di pietà, e divozione edi-
ſicati in Firenze, ſono ſenza numero.
Più
di centocinquanta Chieſe ſi contano, trenta-
ſei delle quali ſon Parrocchie: ſeſsanta Mona-
ſterj di Monache tutti dentro della Città, ol-
tre quelli, che ſono fuor delle Porte: ventot-
to di Religioſi Clauſtrali; molti Conſervatorj
di Fanciulle povere, e d'Uomini mendican-
ti: ſei Spedali per gl'infermi: ſedici per li
Pellegrini: molti Oratorj: e ſopra cento
Confraternite di Secolari; altre delle quali
alla ſcarcerazione de' Prigioni; altre al ſov-
venimento de' Poveri vergognoſi; ed altre
all'eſercizio di altre opere di miſericordia
con gran fervore attendono.
Finalmente per
render una Città in ogni parte compita,
hanno fatto a gara l'Arte, e la Natura.

Quella con tanti abbellimenti eſteriori, di
ſtrade ſpazioſe, di ſontuoſi ediſizj, di tante
belle Pitture, e Statue, di cui è ripiena la
noſtra Città: Queſta coll'amenità del ſito,
ov'ell'è collocata, circondata da fertiliſſimi
Colli, irrigata dal Fiume Arno, in luogo
d'aria ſottile , ma ſalubre, e producitri-
ce di nobiliſſimi ingegni; onde non è ma-
raviglia s'ella meriti il giuſto encomio, che
le hanno dato gli Scrittori più nobili,
di bella, e di magnifica, di fiore
delle Città, e di maeſtra
dell
'Arti.
Ora
diaſi comincia-
mento alla
PRI-
1
PRIMA
GIORNATA
.
IN Cui partendoſi il Foreſtiero
dall'Albergo, potrà (come più
comoda) viſitare l'inſigne Chie-
ſa Metropolitana, chiamata
S. MARIA DEL FIORE. Ed avvenga che
queſta gran Chieſa vinca di pregio tutte le
fabbriche della Città, fa di meſtiere oſserva-
re in eſſa diſtintamente tutto ciò, che la ren-
de ſopra d'ogni altra mirabile, e ſingolare.

Primieramente s'eſtende la ſua lunghezza a
braccia dugentoſeſſanta; la larghezza delle
Tribune a centoſettantaſei; e quella delle
Navate a ſettantuna; l'altezza dal piano del-
la terra ſino alla ſommità della Croce, a braccia
dugentodue: poichè fino al piano della Lan-
terna, ell'è alta centocinquantaquattro brac-
cia; il Tempio della Lanterna trentaſei; la
Palla quattro, e otto braccia la Croce.
Final-
mente tutto il giro di queſto grand'Edifizio
aſcende a braccia milledugentottanta.
Per
di fuori è tutta incroſtata di marmi con bel-
l'ordine diviſati.
La Facciata fu già in gran
parte incroſtata pure di marmi, e adorna di
belliſsime ſtatue, alcune delle quali dentro
in Chieſa furon di poi collocate: Vedeſi di
preſente tutta dipinta a freſco; ornamento
fatto l'Anno 1688. coll'occaſione delle Rea-
1 li Nozze del Sereniſsimo Gran Principe Fer-
dinando di Toſcana, di gl. mem. colla Sere-
niſsima Gran Principeſſa Violante Beatrice di
Baviera
.
Per ſette gran porte vi ſi ha l'in-
greſſo, tre delle quali nella facciata, e quat-
tro lateralmente, abbellite di vaghi lavori,
ed intagli, tra' quali è molto in pregio la,
Nunziata di Moſaico, di mano del Grillan-
dajo, ſopra la porta del fianco verſo la via,
de' Servi.
Rilieva ſopra queſt'ediſizio la gran
Cupola di figura ottagona, la cui bellezza,
e grandezza, rende l'occhio di chi la mira
per lo ſtupore attonito: per quanto ſe ne
ſcriva, o ragioni, ſi giunge mai a lodarne,
una ſol parte.
Queſta è la Cupola famoſa,
della quale il divin Michelagnolo ebbe a di-
re, poterſi appena imitare, non che ſupera-
re coll'arte.
Finalmente l'Architettura di
tutto queſto compoſto è oltre modo maravi-
glioſa; imperciocchè in quell'età coſtuman-
doſi di fabbricare alla Gotica, fu al certo
mirabil coſa, che gl'ingegnoſi artefici tan-
to ſi diſcoſtaſſero da una maniera barba-
ra, ed all'ottima degli antichi Romani s'av-
vicinaſſero
.
Or queſto grand'ediſizio ebbe
cominciamento l'Anno 1294. o come altri
vogliono il ſuſſeguente, eſſendo prima in,
queſto luogo una piccola Chieſa molto di-
vota, eretta in onore di S. Reparata, per ri-
cordanza dell'inſigne vittoria ottenutaſi nel
giorno a Lei dedicato, contra Radagafio Re
de' Goti.
Il primo Architetto fu Maeſtro Ar-
nolfo di Cambio diſcepolo di Cimabue, ſot-
to la direzione del quale incominciataſi que-
fta fabbrica, in cento cinquantaquattr'anni,
fu da varj Architetti ſuoi ſucceſſori quaſi al-
1 l'ultima perfezione condotta. Ma la gran Cu-
pola fu parto dell'ingegno maraviglioſo di
Filippo di Ser Brunelleſco Architetto, che
ne' ſuoi tempi non ebbe uguale.
Ammirata
l'eſterior bellezza entreremo in Chieſa, il
pavimento della quale è tutto di marmi di
varj colori diviſati con mirabil diſegno.
Qui-
vi prima d'ogn'altra coſa, potrà l'erudito
Foreſtiero, volger l'occhio alle varie inſcri-
zioni, e memorie, che vi ſi ritrovano.
A
man deſtra evvi il ritratto del menzionato
Brunelleſco ſcolpito in marmo; a cui ſegue
il ritratto di Giotto reſtauratore della Pittu-
ra con Epitaffio, il primo di Carlo Aretino,
il ſecondo d'Agnolo Poliziano.
Succedono
altre memorie d'Uomini illuſtri, come di
Piero Farneſe Capitano de' Fiorentini, di Fra
Luigi Marſili eminente Teologo, del Cardi-
nal Pietro Corſini, e dopo queſto l'eſſigie,
ſcolpita in marmo del gran Marſilio Ficino,
rinnovatore della filoſofia di Platone.
Così
a mano ſiniſtra ſono dipinte due figure, rap-
preſentanti Niccolò da Tolentino, e Giovan-
ni Acuto; e dirimpetto al Farneſe è ſituato
il Depoſito di D. Pietro di Toledo V. Re di
Napoli
.
E' queſta Chieſa diviſa in tre nava-
te, alle quali corriſpondono tre Tribune di
forma ottagona, e in ciaſcuna di effe ſono
cinque Cappelle.
In quelle della Tribuna,
maggiore, ſervono per Tavole degli Altari
quattro grandi Statue di marmo, rappreſen-
tanti gli Evangeliſti, di mano di Donatello.
s'inalza ſopra le dette Tribune la gran Cu-
pola, per di dentro tutta dipinta con mara-
viglioſa invenzione, da Federigo Zuccheri.
e da Giorgio Vaſari.
Corriſponde per di ſot-
1 to il Coro della medeſima forma d'ordine
Ionico, e di marmi di vari colori.
Reſta,
queſto coronato da un belliſſimo fregio, ſo-
ſtenuto da più colonne, l'imbaſamento del-
le quali è arricchito di baſſi rilievi di ma-
no d'eccellenti Maeſtri, e ſpecialmente di
Giovanni dell'Opera.
In teſta del medeſimo
Coro ſi vede un Criſto Crociſiſſo, di mano
di Benedetto da Maiano, Scultore antico,
e valente.
Poſano ſopra l'Altare tre grandi
Statue di marmo, maggiori del naturale,
ſcolpite da Baccio Bandinelli, rappreſentan-
ti Iddio Padre in atto di ſedere, ed a' ſuoi
piedi un Criſto morto, ſoſtenuto da un An-
giolo: ed altresì del medeſimo Baccio, ſo-
no l'Adamo, ed Eva col Serpente dietro al-
l'Altare, figure invero belliſſime, condot-
te con maggior perfezione delle prime.
Ne'
Pilaſtri delle Tribune, come ancora nelle,
mura delle navate, ſi vedono alcune nic-
chie, o tabernacoli di marmo miſto, entro
de' quali ſono gli Apoſtoli, ſcolpiti in mar-
mo da Maeſtri eccellentiſſimi.
Ha queſta,
Baſilica due organi, che ſono di rariſsima
perfezione, come altre coſe degne di ſtima,
le quali potrà il Foreſtiero da ſe medeſimo
oſſervare, che per brevità ſi tralaſciano.
Una
ſola coſa parmi neceſſario avvertire, ed è,
che ſe per ſorte quivi non ſi vedranno in,
gran copia gli abbellimenti eſteriori, che
a' noſtri tempi ſi coſtumano, ſi ſcorgerà non-
dimeno un bel compoſto, a cui tutte le par-
ti nobilmente corriſpondono, ed una maeſto-
ſa bellezza, che ſenz'altro ornamento, l'oc-
chio ſommamente diletta.
Oltre però il ma-
teriale, degna ſi è queſta Chieſa di ſomma
1 venerazione, per l'inſigni Reliquie di tanti
Santi, che vi ſi adorano.
Sono tra queſte le più
coſpicue, una parte della Croce, un Chio-
do, e una Spina della Corona di Noſtro Si-
gnore, ripoſte in Reliquiarj di pregio ineſti-
mabile
.
Evvi il Corpo di S. Zanobi Veſco-
vo Fiorentino, e di molti altri ſuoi Succeſ-
ſori, e Diſcepoli; di S. Podio, di S. Stefano
Nono Ponteſice, e de' Santi Martiri Abdon,
e Senen.
Evvi in oltre un Pollice di San,
Gio: Batiſta, con alquante ſue Ceneri, una
parte di Braccio di S. Andrea Apoſtolo, ed
altre ancora ſenza numero, deſcritte già dal-
l'Arcidiacono Minerbetti.
Ma non minor ve-
nerazione le rende il Divin culto, che da,
tanti ſacri Miniſtri religioſamente s'oſſerva.

Quarantaquattro Canonici, e fra queſti cin-
que dignità; ſeſſanta,e più Cappellani,e cento-
ſeſſanta Cherici celebran quivi continuamen-
te gli Ufizj Divini, con tal decoro e ſplendo-
re, che quello d'ogni altra Cattedrale d'Italia
non ſolo agguaglia, ma ſupera di gran lun-
ga
.
Oltre di ciò, queſta Chieſa s'è renduta
celebre, per molti, e ſingolari avvenimenti
quivi accaduti ne' ſecoli trapaſſati.
Fra que-
ſti parmi notabile, che quivi un Federigo
Terzo Imperatore, inſieme col Re d'Unghe-
ria, e il Duca d'Auſtria, creaſſe più Cava-
lieri a Spron d'oro, e molti di queſta Pa-
tria: Che Carlo Ottavo vi ſtabiliſſe concor-
dia co' Fiorentini: Che due Sommi Ponteſi-
ci Martino V. ed Eugenio IIII. ſolennemente
vi celebraſſero: Che Pio II, e Leon X. v'aſ-
ſiſteſſero più volte alle Sacre funzioni: Ma
più d'ogn'altro, che quivi ſi celebraſſe l'an-
no 1440. il Concilio Fiorentino, famoſo per
1 l'intervento del mentovato Eugenio IIII. del-
l'Imperator Paleologo, del Patriarca di Co-
ſtantinopoli, e di tanti Primati della Grecia;
ma più famoſo, per l'unione ſtabilitavi del-
la Chieſa Greca, e Latina, come dall'Infcri-
zione in marmo preſſo alla Sagreſtia ſi può
vedere
.
Per queſte, ed altre cagioni, non è
maraviglia, ſe queſta Chieſa gode inſigni
prerogative, tra le quali è molto ſingolare,
che tanti Cherici, dopo il ſervizio preſtato
alla medeſima, vengano promoſſi al Sacer-
dozio, benchè non ſiano provveduti d'alcun
Benefizio, o d'altra rendita Eccleſiaſtica,.
Uſcendo di Chieſa trovaſi appreſſo il
A 5 li
l'ul-
A 6 to
vene-
l'in-
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
CAMPANILE, la cui circonferenza è cen-
to braccia, e l'altezza centoquarantaquattro.

E' in iſola da ogni parte fino da' fondamen-
ti, ed è incroſtato tutto di marmi di diver-
ſi colori, con bel diſegno diſtinti.
In quattro
nicchie da ogni lato poſano quattro ſtatue,
delle quali, quelle che riguardano la piazza,
e l'altre due ſopra la porta ſono di mano
di Donatello.
Fu condotta queſta gran Tor-
re col diſegno di Giotto, ed è vaga, e
mirabile la ſua ſtruttura, che certamente nel
mondo non ſi trova l'eguale.
Dirimpetto al-
la Chieſa del Duomo, è la Chieſa di
S. GIOVANNI. Unica reliquia dell'anti-
chità di Firenze, avvenga che di quei molti
ediſizj, che a ſomiglianza di Roma ſurono
fabbricati, niun altro fuori di queſto ſiaſi
conſervato
.
La Gentilità lo dedicò a Marte;
ma levata l'Idolatria, e ricevuta la Santa Fe-
de, fu com'altri hanno creduto, prima al
1 Salvadore, indi a S. Gio: Batiſta Protettore
della Città conſagrato.
E' queſto Tempio di
figura ottagona, da ogni parte iſolato, e per
di fuori incroſtato di varj marmi.
Per tre,
porte vi ſi ha l'ingreſſo, l'impoſte delle qua-
li tutte di bronzo, ſono di maraviglioſa
bellezza, e con tal maeſtria lavorate, che,
Michelagnolo Buonarruoti ſoleva dire, che ſa-
rebbero ſtate bene alle Porte del Paradiſo.

Quella, che riguarda la Chieſa del Duomo,
e altresì quella dirimpetto all'Opera, ſono
ambedue condotte da Lorenzo Ghiberti, ma
la terza più antica fu fatta da Andrea Piſano.

Sono effigiate in eſſe alcune Storie del Te-
ſtamento vecchio, e nuovo, di baſſo rilievo,
fatte con tal'eccellenza, che reſta l'occhio
attonito per lo ſtupore.
Sopra la porta prin-
cipale vi ſono tre Statue di marmo, che rap-
preſentano il Batteſimo di Criſto, incomin-
ciate dal Sanſovino, e perfezionate da Vin-
cenzio Danti, di cui ſono l'altre tre Statue
di bronzo, rappreſentanti la Decollazione di
S. Gio: ſopra la Porta, che è dirimpetto al Bi-
gallo
.
Ma ſopra la Porta verſo l'Opera ſono
maravigliofe le tre figure di bronzo, che rap-
preſentano S. Gio: Batifta, che diſputa con
un Fariſeo, e un Dottore della Legge antica,
e ſono di mano di Gio: Franceſco Ruſtici.

Poſſono ancora notarſi le due Colonne di Por-
fido, poſte avanti la porta principale, dona-
te già da' Piſani alla Città di Firenze.
Entran-
do in Chieſa ſi vedono ſedici groſſe Colonne
di granito Orientale, con Capitelli, e pila-
ſtri, ſopra de' quali ricorre un terrazzino,
che circonda quaſi tutta la Chieſa.
La volta
poi è tutta fatta a Moſaico, per opera d'An-
1 drea Tafi, Diſcepolo di Cimabue, antichiſſi-
mo Pittore, e per quello riguarda l'età, de-
gno di ſtima.
Vi è in oggi, oltre varj or-
namenti, un Battiſtero molto vago, e di bel-
liſſimi marmi adorno, nella nicchia del qua-
le vi è un S. Gio: Batiſta di marmo fatto da
Giuſeppe Piamontini valente Scultore.
Di-
rimpetto al detto Battiſtero, vi è il Sepolcro
ornato di varie Statue di Baldaſſarri Coſſa,
già Papa ſotto nome di Gio: Vigeſimoſecon-
do, o come altri vogliono Vigeſimoterzo,
morto l'anno 1419. dopo eſſere ſtato depo-
ſto dal Pontificato nel Concilio di Coſtanza.

l'intaglio di queſto Sepolcro è opera di Do-
natello celebre Scultore de' ſuoi tempi, il
quale per tal lavoro n'ebbe mille fiorini.

Finalmente in queſto Tempio ſono molte Re-
liquie inſigni, e ſpecialmente il dito indice
di S. Gio: Batiſta, che ſi tiene in ſomma,
venerazione, come altresì molte ſuppellettili
ſacre, e argenti d'ineſtimabil valore.
Uſcen-
do di Chieſa per la Porta dall'Opera, ſi tro-
va una Colonna, poco diſtante, eretta in,
quel luogo l'anno di noſtra ſalute 408. per
ricordanza di quell'inſigne miracolo, che
operò S. Zanobi Veſcovo Fiorentino, allora
quando trasferendoſi alla Chieſa di S. Salva-
dore il ſuo Corpo dall'inſigne Collegiata di
S. Lorenzo, nel toccar quivi la Bara un ol-
mo ſecco, incontanente divenne freſco, e,
verdeggiante
.
Camminandoſi per via de' Mar-
telli, trovaſi la Chieſa de' Geſuiti, volgar-
mente chiamata
Sal-
drea
GIORNATA.
PRIMA
S. GIOVANNINO. E' dedicata a S. Gio:
Evangeliſta
.
Era queſta Chieſa aſſai piccola,
1 prima che fuſſe conceduta a' detti Padri, ma
intorno all'anno 1580. coll'opera,e col di-
ſegno di Bartolommeo Ammannati, celebre
Scultore, e Architetto Fiorentino, fu oltre
modo accreſciuta, e adorna.
Imperciocchè
quell'Arteſice molto pio, e religloſo, a niu-
na ſpeſa, e fatica perdonò, perchè in breviſ-
ſimo tempo queſt'opera fuſſe condotta al ſuo
fine
.
Ammirano gl'intendenti l'eſquiſitezza
dell'Architettura, ed il bell'ordine di tutte
le parti di queſto ſacro ediſizio.
Ha la fac-
ciata aſſai vaga, tutta di pietre ſerene, e den-
tro vi ſono nelle Cappelle varj ornamenti di
ſtucchi, con belle Tavole; in una delle quali
di mano d'Aleſſandro Allori detto il Bronzino,
è dipinta la Cananea.
Vicino a queſta Chieſa,
ed al principio di via Larga è il famoſo
prima
GIORNATA.
PALAZZO DE' MEDICI, oggi del Mar-
cheſe Riccardi, fatto già fabbricare da Coſi-
mo il Vecchio, Padre della Patria, col diſe-
gno di Michelozzo.
Non può ſpiegarſi a ba-
ſtanza quanto ſia bello, e magnifico, ne può
comprenderlo facilmente chi non lo mira.

Vedonſi le due facciate tutte di pietre forti
in tre ordini diviſate.
Dal piano della terra
ſino alle prime fineſtre l'ordine è ruſtico, o
Toſcano, con bozze aſſai rilevate.
Sopra di
queſto ſegue il Dorico, a cui ſuccede il Co-
rintio: ma in fronte di nobile ediſizio, ve-
deſi un cornicione d'incredibil vaghezza,
che da per tutto lo circonda.
Non meno va-
ghe ſon le fineſtre da baſſo, gli ornamenti
delle quali, come altresì il cornicione, ſi cre-
dono fatti col diſegno del Buonarruoti.
En-
trando per la porta principale trovaſi la pri-
1 ma loggia, nel fregio della quale ſono alcu-
ni tondi, entrovi figure di marmo di mano
di Donatello, e le muraglie tutte adornate
in queſt'Anno d'Inſcrizioni, e di Buſti anti-
chi a foggia di Muſeo.
A man deſtra vi è
una ſcala fabbricata con magnificenza per cer-
to reale, col diſegno di Gio: Batiſta Fog-
gini, Scultore, e Architetto Fiorentino.

E' pure a man ſiniſtra una ſcala belliſſima,
fatta a chiocciola, che dal terreno conduce
fino alla ſommità del Palazzo.
Penetrando
poi nelle ſtanze, quanti ornamenti di pregio
vi s'ammirerà! Quante prezioſe ſupellettili
degne di qualſivoglia gran Regia!
Vedraſſi
la belliſſima Gallerìa dipinta da Luca Gior-
dano Napoletano celebre Pittore de' noſtri
tempi: allato alla quale una copioſa, e ſcel-
ta Librerìa.
Si mirerà in oltre i nuovi accre-
ſcimenti di ſtalle, e d'altre comodità; e fi-
nalmente ſi vedrà creſciuta doppiamente la
principal facciata verſo via Larga, coll'iſteſ-
s'ordine, e Architettura dell'antica.
E' famo-
ſo queſto Palazzo, non ſolo per la ſua bellez-
za, ma eziandìo per eſſere ſtato in ogni tem-
po ricetto di grandiſſimi Perſonaggi, eſſen-
doviſi trattenuti Sommi Ponteſici, Imperato-
ri, e , oltre un novero grande di Princi-
pi (di che ſi legge la memoria in un Cartel-
lo di marmo nel primo Cortile, fatta dal-
l'Abate Anton Maria Salvini) e per molti av-
venimenti accadutivi, deſcritti largamente,
dal Giovio, e da varj Scrittori de' tempi an-
dati
.
Dirimpetto a queſto, ſi vede il
ma
PRIMA
PALAZZO fatto nuovamente fabbricare
dal Cardinale Bandino Panciatichi col diſe-
1 gno del Cav. Carlo Fontana, e la facciata del-
la Caſa del Marcheſe Pier Noferi Capponi a
quello contigua, ſommamente lodata dagli
Intendenti dell'Architettura, che vien credu-
ta opera di Bernardo Buontalenti.
Proſe-
guendo il viaggio per via Larga, bella, e ſpa-
zioſa contrada, ed in cui ſon molti altri Palaz-
zi, ſi giunge finalmente alla Piazza, e Chieſa di
gno
GIORNATA.
S. MARCO. Fu già queſta de' Monaci
Salveſtrini, e dipoi, per autorevole inter-
poſizione di Coſimo Padre della Patria, con-
ceduta a' Padri Domenicani dell'Oſſervanza,
intorno all'anno 1436. dal qual tempo fino
al d'oggi è creſciuta ſempre di pregio,
e di bellezza.
Tra gli ornamenti più ſingo-
lari, s'ammirano le belle Tavole, tutte di
mano d'eccellenti Maeſtri.
Nella prima al-
l'entrare a man deſtra, vi è una divota Ma-
donna di Piero Cavallini Romano, che per
venerazione ſta coperta.
La ſeconda, dov'è
dipinto S. Tommaſo d'Aquino, è di Santi
di Tito.
La terza è del celebre Fra Bartolom-
meo della Porta.
Nella quarta ſi vede una.
Madonna lavorata a Moſaico.
E finalmente
la quinta, dov'è S. Domenico, è di mano di
Matteo Roſſelli.
Parimente a man ſiniſtra, la
prima è del Paggi Lombardo: la ſeconda del
Paſſignano, e la quarta del Cigoli: dopo la
quale ſegue la belliſſima Cappella di S. An-
tonino Arciveſcovo di Firenze, fatta fabbri-
care con ſomma magnificenza da Averardo,
e Antonio Salviati, ricchiſſimi Gentiluomini
di queſta Città.
Ella è tutta di marmi nobil-
mente lavorati col diſegno di Gio: Bologna.

Tre belle Tavole di Pittori eccellenti, ne ador-
1 nano vagamente le tre facciate, in ciaſchedu-
na delle quali ſi mirano due belliſſime Statue
di marmo, che in tutto aſcendono al nume-
ro di ſei, di mano del Francavilla diſcepolo
del mentovato Gio: Bologna, ed altrettanti
baſſi rilievi di bronzo, di mano di Fra Do-
menico Portigiani, fatti ſul diſegno del Mae-
ſtro, da cui fu fatta la figura di bronzo, ſot-
to l'Altare, che rappreſenta il Santo giacen
te ſopra dell'Urna, nella quale ſta ripoſto il
Corpo
.
Finalmente corona queſta Cappella
una Cupoletta tutta adorna di ſtucchi, e di
vaghe pitture di mano del famoſo Bronzino.

Allato a queſta v'è la Cappella de' Serragli,
ancor eſsa riguardevole, non meno per la.
ſtruttura di finiſſimi marmi, de' quali fino al
pavimento è ricoperta, quanto per varj or-
namenti di Statue, e di Pitture, che nobil-
mente l'adornano.
Segue di poi la Tribuna,
dov'è poſto l'Altar maggiore nuovamente
reſtaurata, e adorna d'una Cupola dipinta
da Aleſsandro Gherardini.
Ma tralaſciando
tanti ornamenti, che l'abbelliſcono, è degno
di memoria, che quì ſia ſepolto il Conte,
Gio: Pico della Mirandola, che fu chiamato
la Fenice degl'ingegni, ed Agnolo Poliziano
nomo letteratiſſimo, e ſingolare.
Non meno
però della Chieſa, è riguardevole il Conven-
to, fatto fabbricare da Coſimo, e da Loren-
zo de' Medici, col diſegno di Michelozzo.

Nel primo Chioſtro ſono le lunette tutte di-
pinte da eccellenti Maeſtri, e ſpecialmente
da Bernardino Poccetti, dal Roſſelli, e dal
Boſchi
.
Bella, e copioſa Librerìa vi ſi conſer-
va, ove, fra gli altri, ſono di pregio moltiſ-
ſimi manoſcritti, alcuni de' quàli è fama, che
1 ſuffero già di Niccolò Niccoli, quegli, da cui
le Lettere Greche riconoſcono il loro riſor-
gimento
.
Fu queſto Convento ſempre tenu-
to in grande ſtima, non ſolo per l'offervan-
za regolare reſtauratavi da Fra Girolamo Sa-
vonarola, ma eziandìo per avervi dimorato
moltiſſimi Religioſi di ſanta vita, in conver-
ſazione de' quali ſoleva Coſimo Padre della
Patria ſpeſſe volte trattenerſi, vedendoviſi
ancora le ſtanze, ove abitava.
Dirimpetto a
queſta Chieſa per la porta laterale è il Pa-
lazzo altrimenti chiamato il
nano
ſuffe-
PRIMA
GIORNATA.
CASINO da S. Marco, fatto fabbricare,
dal Gran Duca Franceſco intorno all'anno
1570. col diſegno del Buontalenti.
Ammira-
no i Profeſſorì la nobile Architettura di que-
ſto edifizio, diviſato in tre ordini d'appar-
tamenti aſſai comodi.
E' ſervito ne' tempi
andati per abitazione de' Principi del ſan-
gue, eſſendo provveduto di tutti quegli or-
namenti, e di tutte le comodità, che a tali
Perſonaggi ſi convengono.
Accanto a que-
ſto Caſino è degna di eſſer veduta la
COMPAGNIA DI S. Gio: BATISTA det-
ta dello Scalzo, per le molte eccellenti Pit-
ture a freſco d'Andrea del Sarto, che ne,
adornano il Cortile.
Dall'altra parte della
Chieſa ſono contigue le
STALLE de'Cavalli di maneggio di S. A. R.
che in gran numero, ed in un luogo aſſai co-
modo vi ſi mantengono.
In queſto luogo an-
cora, s'apprende dalla Nobiltà Fiorentina,
ſotto la direzione d'un Cavallerizzo ſpeſato
1 da S. A. R. l'Arte di cavalcare, e di correr
la lancia.
A queſto eſſetto fu dal SereniſS.
Gran Principe Ferdinando di glor. mem. fat-
to reſtaurare, ed accreſcere un bel loggia-
to, perchè nel tempo del crudo inverno, o
di pioggia, ſi poſſa tuttavia continuare un.
eſercizio nobile.
Contiguo a queſte Stalle è il
da
PRIMA
GIARDINO de' Semplici, che dal G. Du-
ca Coſimo Primo con regia ſpeſa fu fabbrica-
to
.
Belliſſimo è queſto Giardino in tutte le
ſue parti, e non minore è la bellezza di eſſo,
per le piante delle più rare, e ſingolari, che
nel mondo ſi trovano: avvenga che quel ma-
gnanimo Principe, acciocchè in Firenze non
mancaſſe a' Profeſſori di Medicina la cogni-
zione dell'erbe, e piante medicinali, da.
ogni parte più remota le ſe venire, e quivi
con ſomma diligenza conſervare.
l'anno
1718. fu trasferita in queſto Giardino, per be-
nigno reſcritto di S. A. R. l'Accademia di Bo-
tanica nuovamente inſtituita.
Ma ritornan-
do alla Piazza di S. Marco ſulla cantonata.
della via, che conduce alla Nunziata, è il
SERRAGLIO de' Lioni, dove da molto
tempo in quà ſi ſon ſempre cuſtodite, e man-
tenute molte Fiere indomite d'ogni ſorta,
come Orſi, Tigri, Pantere, Tori ſalvatici, ed
altri ſimili; i quali dipoi s'eſercitano nelle
Cacce, che dentro un ampio cortile, alla.
preſenza di molti ſpettatori, ſi ſogliono fare.

E' antico in Firenze il coſtume di cuſtodir
ſimili animali in un ſerraglio, che per avan-
ti era dove di preſente è la Zecca.
Rimpet-
to a queſto è lo
1 SPEDALE di S. Matteo, altrimenti di Lem-
mo, ſondato intorno all'anno 1390. dove,
ſon curati molti infermi con molta diligen-
za, e carità.
Ma proſeguendo il viaggio, ſi
giunge ad una Piazza, che ha preſo il nome
dalla vicina Chieſa della Nunziata.
E' queſta
da due lati chiuſa da due gran Logge, il di-
ſegno delle quali è del famoſo Brunelleſco.
Nel mezzo della Piazza ſopra una Baſe di
marmo ſi ſcorge un bel Cavallo, e ſopra di
eſſo la Statua di Ferdinando Primo G. D. di
Toſcana, gettato in bronzo da Gio: Bologna
Fiammingo celebre Scultore de' ſuoi tempi.

La voce, ed oppinione del volgo ha fatto
credere ad uno Scrittore, che il getto fuſſe
di Pietro Tacca, il che non è vero.
Sono
di eſſo bensì le due Fontane di Bronzo, che
adornano la medeſima Piazza.
Sotto una di
queſte due Loggie vi è lo
SPE-
GIORNATA.
SPEDALE degli Innocenti, aſſai celebre
per l'inſigne carità, che vi ſi eſercita di al-
levare moltiſſimi fanciulli eſpoſti, che ſenza
un tal'ajuto, facilmente perirebbero.
Fu fon-
dato queſto Spedale intorno all'anno 1420.
e ne diede il diſegno il pocanzi nominato
Brunelleſco
.
Le ſue abitazioni ſono aſſai co-
mode, e ben diſpoſte.
Nelle due Chieſe che
una è per gli uomini, e l'altra per le donne,
molte belle pitture ſi trovano; come altresì
nel loggiato, di mano di Bernardino Poccet-
ti ſi vedono alcune pitture a freſco.
E' go-
vernato queſto Spedale per lo più da perſo-
ne nobili, e di grand'eſperienza, avvenga
che, per un maneggio cotanto importante,
ſingolar prudenza, e ſapere non ordinario ſi
1richieda. Preſiedono queſti al governo di
moltiſſime perſone, preſſo al numero di tre-
mila, oltre la ſoprintendenza d'altri Spedali
ad eſſo ſubordinati.
In faccia poi alla medeſi-
ma Piazza ſi trova la Chieſa della Santiſſima
ri-
PRIMA
NUNZIATA; Nella deſcrizione della qua-
le mi ſia lecito, che per breve ſpazio di tem-
po mi dilunghi fuor dell'uſato.
Era queſta
Chieſa ne' tempi antichi un piccol'Oratorio
poſto ſuor di Firenze, in un luogo detto il Ca-
faggio
.
Or queſto piccol'Oratorio con al-
cuna parte di terreno ivi contiguo, fu con-
ceduto a quei ſette nobili Fiorentini, che ab-
bandonata la Patria, s'erano ritirati nel-
l'aſpro Monte Senario, ove menando vita
eremitica, e ſolitaria, avevano fondata la
Religione de' Servi di Maria; ed il motivo
fu, acciò quei buoni Religioſi, che da per
tutto aveano ſparſa la fama della lor Santità,
più da vicino ſantiſicaſsero col loro eſempio
i loro Concittadini.
Ma perchè troppo angu-
ſto era quel luogo, in riguardo alle molte
perſone, che v'erano venute ad abitare, fu
biſogno fabbricar nuovo Convento, e nuova
Chieſa; al che fare, la povertà di que' Reli-
gioſi baſtante non era.
Perciò ad un'opera
buona, e ſanta, furono dal Sommo Pon-
tefice tutt'i fedeli eſortati, tra' quali ſopra
d'ogn'altro ſi ſegnalò Chiariſſimo Falconie-
ri nobiliſſimo Cittadino di queſta Patria, cre-
duto Padre della B. Giuliana, e Fratello del
B. Aleſſio; imperciocchè, a niuna ſpeſa, o fa-
tica perdonando, ſomminiſtrò qualunque,
ſoccorſo più opportuno, perchè tal'opra.
foſſe al ſuo fine condotta.
Terminata la fab-
brica
1

brica, avvenne quel gran prodigio, per lo
quale è celebre queſta Chieſa per tutto il
Mondo
.
Avevano quei buoni Padri dato a
dipingere a freſco ad un Pittore (di cui an-
cora è incerto il nome; altri chiamandolo
Bartolommeo, altri Giovanni, altri creden-
dolo Piero Cavallini Romano) un'Immagi-
ne di noſtra Signora, in atto di eſſere dal-
l'Angiolo annunziata.
Il buon Pittore, che
la figura dell'Angiolo avea compita, e rima-
nevagli ſolo ad effigiare della gran Vergine
il volto, ſtava fra ſe ſteſſo dubbioſo, con.
qual'arte poteſs'eſprimere quell'aſpetto Di-
vino, che i Serafini innamora.
In queſto
mentre fu ſopraffatto dal ſonno; da cui ſve-
gliatoſi, mirò toſto con ſuo ſtupore, colori-
to il bel ſembiante della gran Vergine Ma-
dre, di tal bellezza, e tanta divozione ſpi-
rante, che ſolo doveſse crederſi coſa di Pa-
radiſo
.
Attonito dunque, e ſorpreſo da ma-
raviglia incredibile, ad alta voce gridò più
volte
:
miracolo, miracolo. Il che ſentito
da' circoſtanti, e di poi ſparſoſi per la Città,
cagionò ſubitamente un tal concorſo di po-
polo, che ben toſto ne fu la Chieſa ripiena:
e perchè niuno di queſto fatto dubitar poteſ-
ſe, operò Iddio per mezzo di queſta Imma-
gine infiniti miracoli, che tuttavia, mercè
della Divina bontà, vanno creſcendo in gran
numero
.
Ora venendo alla deſcrizione della
Chieſa, vedeſi al primo ingreſſo un bel Log-
giato, con belle,e ben proporzionate Colonne,
fatto fabbricare dalla famiglia de' Pucci.
Sot-
to il loggiato ſono tre porte.
Quella a man
deſtra, conduce nella Cappella di S. Baſtiano
dell'iſteſſa famiglia Pucci, adorna di tre bel-
1 le Tavole, colorite da Maeſtri eccellenti, e
ſpecialmente quella di S. Baſtiano di mano
d'Antonio del Pollaiolo, ed altresì d'alcune
ſtatue di marmo del Novelli Scultore.
Vi ſo-
no ancora molte memorie d'Uomini illuſtri
di queſta nobil famiglia, e ſpecialmente di
Lorenzo, Roberto, e Antonio Pucci tre In-
ſigni Cardinali, che viſſero quaſi in un tem-
po medeſimo.
l'altra porta a man ſiniſtra
conduce in un Ricetto, dov'è la Sagreſtìa.
de' paramenti, ed in un Chioſtro aſſai grande,
e vago.
In faccia di queſto Chioſtro, è ſopra
la porta, che va in Chieſa, la famoſa Ma-
donna del Sacco, dipinta da Andrea del Sar-
to, con tutta la perfezione dell'arte.
E' fama
fra gl'intendenti, che queſta ſia la migli-
or'opera, e più perſetta, che quel famoſo
Artefice conduceſſe.
E in vero chiunque at-
tentamente la mira, reſta fuor di modo atto-
nito per lo ſtupore; ond'è che Michelagno-
lo Buonarroti, ed il celebre Tiziano non.
ſi ſaziavano mai di rimirarla, e di commen
darla in eſtremo.
l'altre Lunette del mede
ſimo Chioſtro ſono ancor eſſe dipinte da buo-
ni Artefici.
Il Poccetti, e il Roſſelli grande-
mente vi faticarono, e molto ancora il Sa-
limbeni Saneſe.
Sono in queſte eſſigiati li
fatti più ſingolari de' ſette Fondatori, e ne' pe-
ducci delle volte i ritratti degli Uomini più
inſigni dell'Ordine de' Servi.
La terza por-
ta del loggiato, ch'è la principale, nel mez-
zo, conduce in un piccol Cortile, o Chioſtro,
tutto dipinto da' più rari Artefici di quei
tempi
.
Queſti ſono Andrea del Sarto (il ri-
tratto del quale ſcolpito in marmo coll'iſcri-
zione, vedeſi a mano ſiniſtra) Aleſſio Baldo-
1 vinetti, il Roſſo, Iacopo da Pontormo, il
Franciabigio, e Coſimo Roſſellini.
D'Andrea
è la ſtoria de' Magi, la Natività della Ma-
donna, quella ove ſi porge a baciare a' cir-
coſtanti la reliquia di S. Filippo, con tutte
l'altre a man ſiniſtra, che i fatti più ſegna-
lati di S. Filippo Benizi mirabilmente rap-
preſentano
.
D'Aleſſio Baldovinetti è la Sto-
ria della Natività del Signore: del Roſſellini
è quando S. Filippo ha la viſione di Maria
Verg
.
Del Roſſo è l'Aſſunta della Madonna:
del Pontormo la Viſitazione della medeſima;
e del Franciabigio lo Spoſalizio della Vergi-
ne con San Giuſeppe.
Parimente in queſto
Cortile ſi vedono innumerabili voti, altri di-
pinti in tavole, altri eſpreſſi in figure al na-
turale
.
Entrando in Chieſa, vedeſi al primo
aſpetto la ſoffitta tutta d'intagli dorati ſopra
ſondo bianco, nel mezzo della quale è un.
gran quadro, rappreſentante l'Aſſunzione,
della Vergine al Cielo, di mano del Volter-
rano
.
Nelle pareti, tra 'l fregio della ſoffitta,
e il cornicione, ſono dodici quadri dipinti
a freſco dall'Ulivelli, dove ſi rappreſentano
alcuni miracoli più ſingolari, operati per in-
terceſſion di Maria.
A man ſiniſtra nell'en-
trare in Chieſa ſi trova la Cappella della San-
tiſſima Nunziata (nel muro della quale è di-
pinto il di lei volto miracoloſo) fatta di mar-
mi vagamente intagliati col diſegno di Mi-
chelozzo
.
Quanto ſia ricca, e adorna queſta
Cappella, non ſi può ſpiegare a baftanza.

E' l'Altare d'argento maſſiccio nobilmente
lavorato, il gradino, parimente d'argento, è
tutto diviſato di gioie, e pietre prezioſe.
In
un belliſsimo tabernacolo, è una teſta del
1 Salvadore, mirabilmente dipinta da Andrea
del Sarto.
Sopra due grandi pilaſtri poſa un
ricco architrave, o cornicione d'argento, da
cui pende una cortina di lavoro eccellente,
ſotto la quale una mantellina, parimente d'ar-
gento, che tien coperta la Sacra Immagine.

In oltre, tanti, e tanti ſon gli ornamenti di
queſta Cappella, ch'è malagevole il poter-
gli diſtintamente deſcrivere: perchè i vaſi,
i doppieri, le lampane tutte d'argento, ſon
ſenza numero; i voti, che vi ſi vedono ap-
peſi, in contraſſegno delle grazie, che dalla
Vergine ſi diſpenſano giornalmente, ſono in-
finiti
.
Contiguo alla detta Cappella, è un.
Oratorio di forma quadrata nobilmente ar-
ricchito
.
Ha le pareti incroſtate di pietre,
prezioſe, e ſpecialmente d'agate, calcedonj
orientali, e diaſpri, che rappreſentano alcu-
ni ſimboli di noſtra Signora.
Allato a que-
ſta Cappella vi è quella fatta fabbricare dal
Marcheſe, e Senator Franceſco Feroni, col
diſegno di Gio: Batiſta Foggini tutta incro-
ſtata di marmi, e adorna di varie Statue; la
Tavola dell'Altare è dipinta da Carlo Lotti
Pittor Veneziano con ſingolar diligenza; di
mano di Giuſeppe Piamontini ſono le due.
Statue rappreſentanti il Penſiero, e la Fortu-
na marittima, e di mano dell'Andreozzi ſono
l'altre due, che figurano la Fedeltà, e la.
Navigazione
.
Di Carlo Marcellini è il S. Do-
menico, e del Cateni il S. Franceſco, e le
medaglie di bronzo dorato ſono di Maſsi-
miliano Soldani Benzi; le due iſcrizioni, che
ſi vedono ſotto li due Depoſiti ſono dettate
dall'erudita penna dell'Abate Anton Maria
Salvini
.
Seguitano appreſſo, benchè con or-
1 dine aſſai diverſo, altre Cappelle adornate di
belle Tavole, tra le quali è molto riguarde-
vole quella del Giudizio d'Aleſsandro Allo-
ri, detto il Bronzino; quella della Crocifiſsio-
ne dello Stradano; e la quarta di Pietro Pe-
rugino, o com'altri vogliono, dell'Alber-
tinelli
.
Siccome nella Croce della Navata, è
aſsai vaga la Cappella de' Tedaldi, eretta ad
onore di S. Filippo Benizzi, colla Tavola.
dipinta dal Volterrano, e con altre pitture
a freſco dell'Ulivelli.
Ritornando a man de-
ſtra, nella prima Cappella della famiglia del
Palagio adorna di varj marmi, è una Tavo-
la dell'Empoli, ch'è ſtimata la miglior'ope-
ra da eſso fatta.
Nella ſeconda vi è una Ta-
vola dipinta da Pier Dandini, profeſsore di
molto pregio.
Ma la terza Cappella tutta in-
croſtata di marmi con bel diſegno intagliati,
e nobilmente arricchita, fu fatta fabbricare
dal Marcheſe Fabbrizio Colloredo del Friu-
li: la Tavola è di mano del Vignali, e,
la Cupola del Volterrano.
Ognuna delle ſe-
guenti Cappelle ha qualche coſa di ſingolare,
e ſpecialmente quella de' Bandinelli, prima
de' Pazzi, dov'è di marmo un Criſto morto,
ſoſtenuto da Dio Padre, opera inſigne di
Baccio Bandinelli.
In faccia a queſta, è in
luogo poco oſservato la Cappella di S. Bar-
bera, ove ſi vedono molte memorie ſepol-
crali di Signori di conto di varie Provincie
Oltramontane
.
Al fine della Navata, ſi tro-
va una Tribuna aſsai grande di figura roton-
da con bella Cupola, e rilevata, fatta col
diſegno di Leon Batiſta Alberti Gentiluomo
Fiorentino, a ſpeſe di Lodovico Gonzaga, ſe-
condo Marcheſe di Mantova.
E' in oggi que-
1 ſta Tribuna tutta adornata di ſtucchi, come
altresì la Cupola, dipinta da Baldaſſar Fran-
ceſchini, detto il Volterrano.
Ha queſto in-
ſigne Pittore dipinto la Vergine, quando Aſ-
ſunta in Cielo, vien coronata dalla Santiſſi-
ma Trinità.
Intorno intorno ha dipinti i
Patriarchi, i Profeti, e i Santi del Teſta-
mento Vecchio, con alcuni altri del Nuovo,
che prima della Vergine erano paſſati alla.
Gloria, recedendo in queſto dall'uſo di
quaſi tutt'i Pittori, che nel dipignere Sto-
rie antiche, meſcolano ſpeſſe volte perſone,
che viſſero molti ſecoli dopo.
Finalmente,
in queſta grand'opera è laudabile, non me-
no l'invenzione, e 'l diſegno, che la vaghez-
za del colorito.
Corriſponde alla Cupola il
Coro de' Frati, i quali, oltre al numero di
cento, con ſommo decoro, e con eſquisitez-
za di canto, vi celebrano gli Uſizj Divini.
No-
ve Cappelle ſi trovano intorno al Coro, mol-
te delle quali ſon adorne di marmi, e di bel-
liſsime Tavole.
Nella ſeconda Cappella a man
deſtra v'è una Tavola del Bilivelti, in cui è
dipinto lo Spoſalizio di S. Caterina.
Nella
terza la Tavola del Cieco nato è di mano del
Paſsignano
.
Nella quinta, che fu già fabbri-
cata a proprie ſpeſe di Gio: Bologna, oltre
l'eſser tutta incroſtata di pietre ſerene, e,
marmi, ſono di ſtima grande le ſtatue, i baſ-
ſi rilievi di bronzo, e le tre Tavole, una del
Paggi, l'altra del Ligozzi, e la terza del Paſ-
ſignano: Siccome è ammirabile il Crocifiſſo
di bronzo, fatto ſopra un modello dello ſteſ-
ſo Gio: Bologna.
Nella ſeſta la Tavola della
Reſurrezione è d'Agnolo Bronzino.
Nell'ot-
tava il S. Michele di mano del Pignoni Pit-
1 tor celebre; e nella nona la Natività di Ma-
ria Verg. fatta da Aleſſandro Allori, il cui
figliuolo Criſtofano dipinſe uno de' quadri
laterali, ch'è tenuto in gran pregio.
l'Al-
tar maggiore è molto ricco, e magnifico.

Ha il Ciborio grande d'argento, di bellez-
za, e di pregio conſiderabile; ſiccome un.
Paliotto parimente d'argento, con figure di
baſſo rilievo, che ſolamente adopraſi nelle
feſte ſolenni, nelle quali, tanti ſono i vaſi,
i doppieri, le Statue, e gli ornamenti pre-
zioſi, che vi ſi vedono, che certamente non
hanno pari.
Sul piano del Preſbiterio poſa-
no due magnifici Depoſiti di marmo, uno del
Veſcovo Angelo Marzi, colla Statua al natu-
rale di mano di Franceſco da Sangallo; e l'al-
tro del Senatore, e poi Sacerdote Donato
dell'Antella, inſigne Benefattore della Chieſa.

La ſtatua è di Gio: Batiſta Foggini, e l'In-
ſcrizione del Senatore, e Auditore Filippo
Buonarroti
.
Queſta Chieſa è ſtata moderna-
mente adornata di ſtucchi, e di Pilaſtri in-
croſtati di marini, e d'alcuni medaglioni di-
pinti a freſco da Piero Dandini.
In ſomma
ell'è in tutte le ſue parti riguardevole, e per
queſto ſi è renduta al Mondo famoſa, non
eſsendovi Foreſtiero, che non ſi porti a vi-
ſitarla
.
Il Convento poi, ove abitano in gran
numero i Religioſi, è molto comodo, e ma-
gnifico, per lo notabile accreſcimento fatto-
vi ultimamente; ed ivi pure ſon degne d'eſ-
ſer vedute, la Librerìa nuovamente fabbrica-
ta, perchè, oltre alla copia de' Libri, vi s'ag-
giungono molti ornamenti, che la rendono
ſingolare; e nel Chioſtro interiore la Cap-
pella della ſamoſa Accademia del Diſegno
1 per la Tavola dell'Altare, ch'è del Paſſigna-
no, e per due quadri a freſco, che ſono ope-
ra di Giorgio Vaſari, e di Santi di Tito.
Par-
tendoſi da queſto luogo, laſceremo per bre-
vità, e minor tedio del Foreſtiero, tutta la
parte, che reſta dietro alla Chieſa, quantun-
que in eſſa vi ſi poteſse oſservare il
B le
vinet-
B 2 Sal-
dine
B 3 ſta
tor
B 4 per
GIORNATA.
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
PALAZZO de' Marcheſi Guadagni aſsai
vago, e di bella Architettura, e fornito di
copioſa Librerìa, e il
PALAZZO del March. Scipione Capponi di
nuova ſtruttura, edificato col diſegno del Cav.
Carlo Fontana, ſiccome i due Giardini, uno
del March.Salviati, l'altro de' Gieſuiti; e il
PALAZZO de' Conti della Gherardeſca,
che fu già di Bartolommeo Scala Storico Fior.

Pertanto venendo per la via de' Servi, tra
molti, v'è aſsai riguardevole il
PALAZZO de' Marcheſi Niccolini, fatto
con buon diſegno, e adorno di molte Statue
antiche, oltre uno ſtudio copioſiſsimo di Me-
daglie; e volgendo a mezzo di detta ſtrada a
man ſiniſtra, ci condurremo alla
CHIESA, E MONASTERO DE' MONA-
CI CAMALDOLENSI.
La Chieſa è ſtata.
rifatta di nuovo non è gran tempo.
La vol-
ta è tutta dipinta a freſco di mano d'Aleſ-
ſandro Gherardini.
Anche il Monaſtero è
ſtato reſtaurato, e nella Libreria, ove ſi con-
ſervano rari MSS. è uno sfondo di Luca Gior-
dano
.
Nell'orto ſi vede il principio del famo-
ſo Tempio della Famiglia delli Scolari, tanto
lodato da Giorgio Vaſari.
Rimpetto a queſto
Monaſtero corriſponde il
PA-
1
GIORNATA.
PALAZZO de' Giugni, fatto col diſe-
gno dell'Ammannato, edifizio in ogni par-
te riguardevole.
Ma ſeguitando per la via
di Cafaggiuolo, uſciremo di ſtrada per viſi-
tare la Chieſa di S. Maria degli Angeli, chia-
mata in oggi
S. MARIA MADDALENA DE' PAZZI.
Nell'ingreſſo di queſta Chieſa ſi vede a man
deſtra la belliſsima Cappella de' Neri, che
ben può dirſi tale per le pitture di Bernar-
dino Poccetti, il quale, ſe in ogni opera.
ſua ſi moſtrò ſingolare, in queſta ſpecialmen-
te ſuperò ſe medeſimo.
Ammirano gl'inten-
denti, ſopra d'ogni altra coſa, la bella Cupo-
letta, ove è dipinto il Paradiſo; perchè in
eſſa ſono innumerabili le figure de' Santi,
ma così bene, e con tal'arte diſpoſte, che
la moltitudine non genera confuſione, ma
reca diletto, e vaghezza.
All'Altare di det-
ta Cappella è una Tavola del Paſſignano:
e finalmente non vi manca ornamento, che
la poſſa render più vaga.
Paſſando per un.
Cortile s'entra in Chieſa, la ſoffitta della.
quale è tutta dipinta da Iacopo Chiaviſtelli.
Ha una ſola Navata, ma però ripartita in.
varie Cappelle, in ciaſcheduna delle qua-
li ſi vedono Tavole di Pittori aſſai riguar-
devoli
.
Ma di gran lunga ſuperiore in bel-
lezza, ed in pregio è la Cappella maggiore,
nella quale ſta ripoſto il Sacro Corpo incor-
rotto di S. Maria Maddalena de' Pazzi Nobil
Fiorentina
.
Ella è tutta incroſtata di marmi
miſti, de' più nobili, e de' più vaghi, che
in tali edifizj s'adoprino.
Sono fra gli altri
ornamenti molto ammirabili, dodici Colon-
1 ne di diaſpro di Sicilia, i capitelli, e im-
baſamenti delle quali ſon di bronzo dora-
to
.
In alcuni ovati ſi vedono baſſi rilievi pa-
rimente di bronzo, eſprimenti i fatti più ſe-
gnalati della Santa, e queſti ovati ſon retti
da alcuni Angioletti di marmo del Marcel-
lini
.
Nelle quattro nicchie ſono quatrro ſta-
tue di marmo, che figurano le quattro vir-
più ſingolari, che riſplenderono in que-
ſta Vergine.
La Tavola dell'Altar maggio-
re è di Ciro Ferri, di cui è il diſegno, e l'ar-
chitettura della Cappella.
L'altre due Tavo-
le laterali, ſono di mano di Luca Giordano,
e la Cupola è opera di Piero Dandini am-
bedue Pittori famoſi.
In ſomma non v'è co-
ſa, che non ſia riguardevole, e di gran pre-
gio, avendo fatto a gara, per abbellire que-
ſto Sacrario, l'eſquiſitezza dell'opera, e la
ricchezza, e nobiltà de' materiali.
Ripiglian-
do il cammino per la ſtrada già tralaſciata,
troviamo in primo luogo il Monaſtero di
B 5 ne
PRIMA
S. MARIA DI CANDELI, colla Chieſa
tutta riſatta di nuovo di ſtucchi dorati, col
diſegno di Giovambatiſta Foggini, ove me-
rita di eſſere oſſervata la Tavola dell'Altar
maggiore, mirabilmente condotta dal celebte
Anton Domenico Gabbiani, oltre le altre,
tutte di valenti Pitttori.
Quindi paſſeremo
alla Parrocchiale
CHIESA DI S. AMBROGIO, dove abi-
tano Monache dell'Ordine di S. Benedetto.

Una delle coſe da oſſervarſi in queſta Chie-
ſa, è la Cappella del Miracolo, detta così,
perchè in eſſa conſervaſi parte del Sangue,
1 congelato di N. Sig. ritrovato in un Calice,
dove da un Sacerdote, per inavvertenza, era
ſtato laſciato del Vino conſecrato, che in.
Sangue miracoloſamente ſi vide convertito,eſ-
ſendo ciò accaduto l'an. di noſtra ſalute 1230.

Vicino a queſta Chieſa ſi trovano nove Con-
venti di Monache, ed uno di Religioſi Clau-
ſtrali dell'Ordine di S. Franceſco di Paola,
ma per non iſtraccare il Foreſtiero colla vi-
ſita di queſte Chieſe, benchè in eſſe ſi po-
teſſero oſſervare alcune pitture di pregio, e
ſpecialmente in quella di Monte Domini
la Tavola di S. Stefano del Cigoli: in quel-
la delle Murate, nel cui Monaſtero fu già
educata Caterina de' Medici Regina di Fran-
cia, alcune pitture di Fra Filippo Lippi; ed
alcune del Grillandaio in quella di S. Iaco-
po: tornando adunque indietro, potrà da-
re un'occhiata alla Chieſa delle Monache di
con-
GIORNATA.
S. FRANCESCO, rinnovata con gran ma-
gnificenza dall'A. Reale del Gran Principe
Ferdinando di Toſcana di glor. mem. ſul mo-
dello fattone da Giovambatiſta Foggini; e
quivi potrà oſſervare, fra le altre Tavole,
quella dell'Altare ſituato in Cornu Epiſto-
, ch'è copia d'una delle più maraviglio-
ſe Opere d'Andrea del Sarto.
Quindi paſ-
ſando alla Chieſa di
S. CROCE de' Frati Minori Conventuali;
entreremo in un Tempio aſſai grande, e ma-
gnifico, lungo dugenquaranta braccia, e lar-
go braccia ſettanta.
Fu queſto ſabbricato in-
torno all'anno 1294. col diſegno d'Arnolſo,
che fu l'Architetto del Duomo, benchè dipoi
1 reſtaurato col diſegno di Giorgio Vaſari. La
maggior parte de' Foreſtieri concorre a que-
ſta Chieſa, tirata dalla curioſità di rimirare
quelle belliſſime Tavole, che l'adornano,
nelle quali la Paſſione tutta di N. Signore, e
la ſua Morte, e Reſurrezione è ſtata mira-
bilmente rappreſentata da' primi Arteſici di
quei tempi.
Ora facendoci dalla porta di
mezzo, benchè l'ordine dell'Iſtoria richie-
deſſe cominciare d'altrove, nella prima Ta-
vola, che ſi trova a man deſtra, allato alla
ſuddetta porta, è dipinta la depoſizione di
Croce di N. Signore, di mano di Franceſco
Salviati; la ſeconda, dov'è la Crocifiſſione,
è di Santi di Tito; appreſſo alla quale è il
famoſo Sepolcro di Michelagnolo Buonarro-
ti Gentiluomo Fiorentino, Scultore, Pitto-
re, ed Architetto di gran nome, e di
grand'eccellenza, che non vi ha lingua, che
le ſue lodi poſſa baſtevolmente ſpiegare.
Ve-
donſi a piè dell'Urna tre belle ſtatue di
marmo, che rappreſentano la Scultura, l'Ar-
chitettura, e la Pittura, in atto compaſſio-
nevole, e meſto: e ſopra l'Urna, la teſta,
e il buſto di marmo del Buonarroti.
Fu
queſt'opera ſatta da tre Maeſtri, cioè Gio-
vanni dell'Opera, Valerio Cioli, e Batiſta
del Cavaliere, del primo de' quali è la ſtatua
dell'Architettura, del ſecondo quella della
Scultura, e del terzo quella della Pittura; e di
lui è pure il ritratto di Michelagnolo.
Se-
gue la terza Cappella, dov'è dipinto da Gior-
gio Vaſari, quando Criſto porta la Croce al
Calvario; la Tavola quarta rappreſenta l'Ec-
ce Homo
, ed è ſattura di Iacopo di Meglio.

Aleſſandro del Barbiere dipinſe la quinta, in
1 cui ſi ſigura la Flagellazione alla Colonna;
la ſeſta, dov'è dipinto N. Sig. quando ſa Ora-
zione nell'Orto, è opera d'Andrea del Min-
ga; appreſſo la quale è la Cappella de' Ca-
valcanti, ove s'ammira ſcolpita in macigno
la Vergine Annunziata dall'Angiolo, ſatta
con ſingolare artiſizio dal celebre Donatello;
ed allato v'è il Sepolcro di Leonardo Areti-
no, inſigne Scrittore d'Iſtorie.
Finalmente.
la ſettima Cappella ha una Tavola già co-
minciata dal Cigoli, e ſinita dal Bilivelti, in
cui ſi rappreſenta l'entrata di Criſto in Ge-
ruſalemme il giorno delle Palme.
Nella Cro-
ce della Navata trovaſi la Cappella de' Bar-
berini, dov'è ſepolto Franceſco da Barberi-
no, Dottore, e Poeta inſigne, ed in eſſa è
una Tavola dipinta dal Naldini, che rappre-
ſenta quando S. Franceſco riceve le Sacre,
Stimate; v'è anco la Cappella de' Calderini
allato alla Sagreſtìa, tutta incroſtata di mar-
mi carrareſi, e ornata di belle pitture.
Paſ-
ſato l'Altar maggiore, in cui di preſente,
conſervanſi le Sacre Oſſa della B. Umiliana
de' Cerchi Nobil Matrona Fiorentina, Terzia-
ria del medeſimo Ordine de' Min. Conv. chia-
ra per ſantità, e per miracoli, viſſuta intor-
no a gli anni 1240. e l'altre Cappelle di mi-
nor pregio; ſi trova la Cappella, o Tribuna
de' Niccolini, d'ordine però diverſo dall'al-
tre
.
Quanto ſia bella, e di vaghezza ripie-
na, non ſi può ſpiegare a baſtanza.
E' ella
tutta incroſtata di marmi carrareſi, bianchi,
e miſti, ma di nobile, e diligente lavoro,
che non può l'uomo deſiderar di vantaggio.

Di mano del Francavilla Scultor Fiammingo,
ſono le cinque ſtatue di marmo, che una ſi-
1 gura Aaron, e l'altra Mosè, e la terza rap-
preſenta la Verginità, la quarta la Pruden-
za, e la quinta l'Umiltà.
Le due Tavole di-
pinte ſono di mano d'Aleſsandro Allori,
e le pitture a freſco del Volterrano, con
gran perfezione condotte, che queſte ſole
baſterebbero per eternargli la ſama, laſcian-
do quella, ove di mano del Cigoli è dipinto
il Criſto morto.
Alle ſette Cappelle della,
deſtra Navata, corriſpondono dalla ſiniſtra
altre ſette, dell'iſteſs'ordine, e Architettu-
ra
.
La prima, per non tornare indietro, ma
ſeguitare fin'all'uſcir di Chieſa, ha una Ta-
vola di mano del Vaſari, dov'è dipinta la
Venuta dello Spirito Santo; nella ſeconda di
mano dello Stradano, è figurata l'Aſcenſione
di Criſto al Cielo.
Allato a queſto Altare, e
dirimpetto al Sepolcro di Leonardo Aretino,
è quello di Carlo Aretino, Poeta, e Segreta-
rio della Repubblica.
Del mentovato Vaſari
è l'Apparizione a gli Apoſtoli nella terza.
Cappella; nella quarta, e quinta, di Santi di
Tito ſono le due Tavole, che una, quando
Giesù è a menſa con Cleofas, e Luca, e,
l'altra quando reſuſcita dal Sepolcro; nella
ſeſta è di mano di Batiſta Naldini quando
Criſto è collocato nel Sepolcro; e nella ſet-
tima quando Noſt. Signore va al Limbo de'
Santi Padri, fu dipinta da Agnolo Allori,
chiamato il Vecchio Bronzino.
Oltre queſte
pitture di ſingolare ſquiſitezza, e perfezione,
ſe ne trovano in queſta Chieſa alcune di Ci-
mabue, e di Giotto, le quali, quantunque,
ſiano dalle moderne pitture ſuperate in bel-
lezza, non è però, che non meritino d'eſ-
ſer tenute in grande ſtima, per la venera-
1 zione, che ſi dee a quei due primi maeſtri,
e reſtauratori della Pittura.
E' ancora ma-
raviglioſo il Pergamo, tutto di marmo di Se-
ravezza, e vagamente intagliato da Benedet-
to da Maiano.
Sono in eſſo cinque ſtoriette
de' ſatti più ſingolari di S. Franceſco, ſcol-
pite in baſſo rilievo, ma così bene, e feli
cemente, che non hanno prezzo.
Ne' vani,
che ſono in mezzo de' beccatelli, ſi vedono
cinque ſtatuette a ſedere di bellezza ſtraor-
dinaria, che rappreſentano la Fede, la Spe-
ranza, la Carità, la Fortezza, e la Giuſtizia.

Più mirabile però fu l'artifizio uſato, nel-
l'adattar queſto Pergamo ad una colonna,
nella quale rimane incaſſato, eſſendo che la
medeſima colonna ſia nel mezzo forata, e,
per una ſcala acconciavi dentro vi s'aſcenda.

Alla grandezza della Chieſa corriſponde il
Convento, di moltiſſime comode abitazioni
ripieno, e continuamente abitato da più di
cento Religioſi, tra' quali in ogni tempo fio-
rirono Uomini ſegnalati, non ſolo in lettere,
e in dignità più coſpicue, ma eziandìo in,
ſantità di coſtumi.
In queſta Chieſa, e ne' ſuoi
Cimiterj è una quantità conſiderabile di Se-
polture, e di memorie di Famiglie primarie,
e d'inſigni ſoggetti di Firenze, e d'altrove,
fra le quali appiè della Tribuna fatta dalla.
Famiglia degli Alberti, è il Sepolcro del Car-
dinale di queſta Caſa.
E' ſama, che Siſto V.
Sommo Pontefice, nel tempo, che fu Reli-
gioſo, per molt'anni quivi abitaſſe, leggendo
Filoſofia
.
Gode queſto Convento il privilegio,
che uno de' ſuoi Religioſi ſoſtenga il carico di
Inquiſitore, dignità riguardevole, ſoſtenuta in
Toſcana da' Minori Conventuali, e ſempre da
1 ſoggetti di gran valore. Poſſiede queſto Con-
vento una copioſa Librerìa di antichiſſimi
manoſcritti, da cui gli eruditi hanno cavato
molte belle memorie.
Preſſo il Noviziato
ſatto edificare con gran magnificenza a pro-
prie ſpeſe da Coſimo Padre della Patria, ev-
vi il Depoſito del famoſiſſimo Galileo Gali-
lei Fiorentino, le cui Opere l'hanno rendu-
to celebre per tutto il Mondo.
Dalla Chie-
ſa ſi fa paſſaggio alla
B 6 reilau-
cui
gura
zione,
ſog-
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
GIORNATA.
PRIMA
PIAZZA contigua, circondata di ſtecco-
nati, e deſtinata principalmente al Giuoco
del Calcio, proprio della Nobiltà Fiorentina
in tempo di Carnovale.
Compariſcono ſu
queſta Piazza (quando accade, che queſto
ſi faccia ſolennemente) cinquantaquattro
Nobili Giovani riccamente veſtiti, e in due
ſquadre diviſi, l'una delle quali, dal colore
degli Abiti, e dell'Inſegne, ſi diſtingue,
dall
'altra.
Capi di queſte ſono due Alfieri
più degli altri nobilmente addobbati, e ſer-
viti da molti paggi.
Entrando in campo,
preceduti da trombe, e da tamburi, a cop-
pia a coppia, e con belliſſima ordinanza,
giran d'intorno il Teatro, ſacendo moſtra
di lor perſona; indi l'uno dall'altro diſpar-
tendoſi, ſotto il proprio Padiglione s'allog-
giano
.
Intanto ſi da il ſegno della Battaglia,
e in un tempo medeſimo, vedonſi dall'una,
e dall'altra parte ſquadronati, a foggia d'E-
ſercito
.
Unite le ſquadre, ſi getta in mezzo
il Pallone, ed in un ſubito cerca l'una di
ſpingerlo verſo l'altra, e dall'altra vien ri-
ſoſpinto
.
Quei, che rimangon per retroguar-
dia, ripigliando il Pallone, procurano con
1 ogni sforzo di trarlo fuor degli ſteccati, per
la parte ad eſſi contraria, e quando ciò rie-
ſca loro di poſta, s'intende vinta la caccia.

Ben'è vero, che avviſtiſene gli avverſarj,
corrono addoſſo all'Inimico, e aſſerratolo
per le braccia, impediſcono, che più oltre
s
'avanzi.
Il ſimile ſanno quelli, che ſon ri-
maſti alla diſeſa del poſto, i quali mentre,
non vengan ſorpreſi all'improvviſo, ribat-
tono gagliardamente il Pallone, e riſoſpin-
gono indietro, chi tenta inoltrarſi da quel-
la parte.
Ora in queſta Battaglia, mirabil
coſa è il vedere, come ciaſcuno s'ingegni
di ſuperare, e d'abbattere il ſuo contrario,
urtandolo per ſarlo cadere, lottando, e pu-
gnando ſeco, e varie ſtrattagemme uſando
per vincere.
Ma più mirabile ſi è il vedere
una ſquadra, che impadronita del campo ni-
mico, e ſu' conſini della vittoria, in un mo-
mento riſoſpinta fuggire, e ſpeſſe volte ri-
maner ſuperata.
In ſomma è giuoco queſto,
dove ſa pompa da una parte la vaghezza, e
ricchezza di belle diviſe, colla ſplendidez-
za degli ornamenti, e dall'altra la robuſtez-
za, e agilità di chi opera.
Onde non è ma-
raviglia, che vi concorra la maggior par-
te della città, e rechi al pubblico allegrez-
za, e diletto.
Uſcendo dalla Piazza, in cui è
degna d'oſſervazione la ſacciata della caſa,
dell'Antella, dipinta dal Paſſignano, e da,
Giovanni da S. Giovanni, ambedue Pittori
famoſi, e volgendo a man deſtra, trovaſi
poco diſtante la
ogni
GIORNATA.
CHIESA DI S. SIMONE, la di cui ſof-
fitta tutta d'intaglio indorato, ſa vaga mo-
1ſtra. Nella teſtata ſopra la porta ſi vede,
una Tavola molto bella di Batiſta Naldini,
ov'è dipinta la depoſizione di Croce.
Il
S. Girolamo, che dall'Angiolo vien'avviſa-
to, è di mano del Marinari.
Del Vignali
ſono le due Tavole, una, dov'è dipinto un
S. Bernardo, e l'altra un S. Franceſco.
Al-
l'Altar maggiore ſono di pregio le due ſta-
tue di marmo, e il Ciborio vagamente ſcol-
pito
.
Preſſo a queſta Chieſa ſono le prigio-
ni delle Stinche, recinte da un'altiſſima, e
forte muraglia.
Ma ritornando ſu la Piazza,
piglieremo il cammino verſo la Chieſa di
ſtra.
PRIMA
S. IACOPO FRA' FOSSI, dove non tro-
veremo già le belle Tavole d'Andrea del
Sarto, che tanto eloquentemente furono ce-
lebrate dal Bocchi, e da varj Scrittori di pri-
mo grido, avvenga che ſi ritrovino preſen-
temente nel Real Palazzo de' Pitti: trovere-
mo bensì le copie delle medeſime, una del-
le quali è così bella, che ſebben copia, è
nondimeno tenuta in gran pregio; e il qua-
dro della Soſſitta vagamente colorito dal
Gherardini
.
Seguitando il cammino, e la-
ſciato a man ſiniſtra il Corſo de' Tintori,
dov'abitano fino al numero di cento Coraz-
ze, che ſono Guardie a Cavallo di S. A. R.
giungeremo alla
PIAZZA DEL GRANO, così chiamata,
atteſo che in un loggiato aſſai comodo,
d'Architettura Toſcana, vendeſi il grano
pubblicamente, preſſo al quale è ſituato un
PALAZZO iſolato deſtinato per la Ruota
1 Fiorentina; dietro al quale ſi fabbrica pre-
ſentemente una comoda ſtanza, per collocar-
vi la copioſa, e ſcelta Librerìa del celebre,
Antonio Magliabechi, laſciata da lui al Pub-
blico
.
Di quì paſſeremo alla
Fio-
GIORNATA.
CHIESA NUOVA DE' PP. DELL'ORA-
TORIO DI S. FILIPPO NERI, la quale,
dee ſervire per Oratorio, quando ſarà fab-
bricata la Chieſa grande.
Fu queſta fatta col
diſegno di Gherardo Silvani, e modernamen-
te è ſtata arricchita di vari ornamenti di Pit-
tura, e di Scultura di eccellenti Profeſſori,
fra' quali è la Tavola dell'Altar maggiore,
d'Antonio Puglieſchi, e la Pietà d'Aleſſan-
dro Gherardini, e lo sfondo di Giovanni Sa-
greſtani
.
I baſſi rilievi di marmo ſono par-
te di Antonio Montauti, e parte di Giovac-
chino Fortini, di cui ſono anche le Statue.
In
Sagreſtia è un Quadro inolto ſtimato di Gio:
Maria Morandi.
Poco diſtante da queſta Chie-
ſa, e da quella di S. Apollinari, ſi trova la
BADIA FIORENTINA, dove abitano Mo-
naci Caſſineſi, dell'Ordine di S. Benedetto,
così chiamata per antonomaſia, per eſſere,
ſtata la prima Badia di Monaci fondata in
Firenze
.
La Conteſſa V Villa Madre, col Co:
Ugo Marcheſe di Brandemburgo, e Vicario
d'Ottone Terzo Imperatore in Toſcana, moſ-
ſa da inſpirazione Divina, a proprie ſpeſe
fecela fabbricare, ed ella, ed il figliuolo la
dotarono di ricchiſſime rendite.
Il ſuo prin-
cipio fu intorno al 990. fu poi nell'anno
1285. col diſegno d'Arnolſo, grandemen-
te reſtaurata, ma nel preſente Secolo, rin-
1 novata quaſi da' fondamenti, ſi è renduta va-
ga oltremodo, quantunque molto vi reſti
da fabbricare, per ridurla alla total perfe-
zione
.
Di quella parte però, che terminata
ſi vede, coſa più magnifica, meglio
inteſa ſi può mai deſiderare.
Alla nobiltà
dell'Architettura corriſponde l'eleganza de-
gli ornamenti.
Dalle due parti laterali ſi
vedono due Terrazzini di pietra, con vaghi
intagli dorati.
Sopra di quello a man deſtra
è ſituato l'Organo, e ſopra l'altro a ſiniſtra,
una Tavola, dov'è dipinta M. V. Aſſunta,
di mano di Giorgio Vaſari, la quale al tem-
po del Bocchi era poſta ſull'Altar maggiore.

E' parimente di molto pregio la ſoffitta, tut-
ta fatta di finiſſimo intaglio.
Le Tavole del-
le Cappelle ſono ancor eſſe di gran bellez-
za, e valuta.
Quella di S. Mauro a man de-
ſtra, è ſatta da Onorio Marinari Pittore ſti-
matiſſimo, molto caro a chi ſerive, per eſ-
ſere ſtato ſuo primo Maeſtro nel Diſegno.

Segue l'altra di Gio: Batiſta Naldini, ove ſi
rappreſenta la Venuta dello Spirito Santo.

A man ſiniſtra, di mano di Franceſco Sal-
viati ſi vede dipinto un Criſto, che porta,
la Croce al Calvario, e nella Cappella rim-
petto a queſta, evvi una Tavola di mano di
Fra Filippo, in cui vedeſi un S. Bernardo
effigiato con ſingolar diligenza.
Sono ezian-
dio conſiderabili tre Sepolcri d'Uomini ſe-
gnalati; il primo ſi è del mentovato Conte
Ugo principal benefattore di queſta Chieſa.

Furono ſcolpiti i marmi di queſto Sepolcro
da Mino da Fieſole, e riuſcì tutta l'opera
di maraviglioſo artifizio: il ſecondo è del
Cavaliere Bernardo Giugni, e il terzo di
1 Giannozzo d'Agnolo Pandolſini, Cavaliere
di gran nome in tempo di Repubblica, la
cui Famiglia è padrona della Cappella, o
Tribuna, ſituata preſſo al Veſtibolo di que-
ſta Chieſa.
Rincontro alla Badia è l'antico
novata
Gian-
PRIMA
GIORNATA.
PALAZZO DEL PODESTA' molto vaſto,
e dove ſono le pubbliche Carceri.
Seguitan-
do il viaggio verſo il canto de' Pazzi, da,
man ſiniſtra ſi laſcia l'
ORATORIO DI S. MARTINO, ove ſo-
gliono congregarſi i Buonuomini.
E' celebre
queſt'Oratorio, non ſolo per eſsere ſtato fon-
dato al tempo di S. Antonino Arciveſcovo
di Firenze, e a ſua perſuaſione, e conſiglio,
ma eziandio per l'opere inſigni di miſericor-
dia, che di continuo vi ſi eſercitano.
Ed in
vero è prodigio mirabile della Provvidenza
Divina, che queſta caſa ſenza ſondo, o fer-
ma rendita annuale, ma ſolamente provvedu-
ta di elemoſine, e di laſciti pii, giornalmen-
te provveda del neceſsario tante povere fa-
miglie onorate.
Laſciaſi ancora a man deſtra
la Chieſa di
S. PROCOLO, dove ſi potrebbero oſſer-
vare alcune Tavole di pregio, e ſpecialmen-
te la Nunziata di mano dell'Empoli, quella
dell'Altar maggiore d'Andrea del Caſtagno,
e l'altra del Pontormo, dov'è dipinta la,
Vergine con S. Barbera, e S. Antonio.
Giun-
ti dunque alla cantonata, vedremo due
PALAZZI, l'uno dirimpetto all'altro,
ambidue di ſtraordinaria bellezza, e ambi-
1 due pure della Famiglia degli Strozzi. Il
più bello però è quello, che per anco non
è terminato.
Fu fabbricato col diſegno del-
lo Scamozzi, nell'Opere del quale pubblica-
te alla Stampa, vedeſi delineato.
La faccia-
ta di verſo il Borgo degli Albizi, è ſatta,
col diſegno del Buontalenti, ed è così ben'in-
teſa, che i Profeſſori non ceſſano di lodarla.

Poco diſtante da queſto luogo è un
due
PRIMA
PALAZZO del Duca Salviati molto agia-
to, e comodo; e dietro a queſto nella via,
detta volgarmente dello Studio, è il
CONVENTO de' PP. delle Scuole Pie, de-
ſtinati ad ammaeſtrare la Gioventù nelle Let-
tere, e nella Pietà: e accanto a queſto è
l'Univerſità di Firenze, detta lo
STUDIO FIORENTINO, ove di conti-
nuo leggono pubblicamente varj Profeſſori
di diverſe Scienze, come di Teologìa, d'Iſto-
ria Sacra, e Profana, Giuriſprudenza, Mat-
tematica, Filoſofia, Umanità, e Lingue Greca,
Ebrea, e Toſcana.
Quivi ancora hanno la,
loro Reſidenza le celebri Accademie, Fio-
rentina, della Cruſca, e degli Apatiſti.
Pro-
ſeguendo il cammino per la medeſima via,
chiamata Borgo degli Albizi, ſi vedono mol-
ti Palazzi, quanto belli di fuora, altrettanto
per di dentro magnifici, e ſpecialmente il
PALAZZO Valori, in oggi de'Guicciardini,
nella facciata del quale ſopra vari Pilaſtri,
ſi vedono ſcolpiti in marmo i Ritratti di quin-
dici Uomini illuſtri di queſta noſtra Città.
Quivi
1
Quivi in mezzo la via è una laſtra di mar.
mo, poſta in memoria dell'inſigne miraco-
lo da S. Zanobi operato in queſto luogo, con
aver riſuſcitato un fanciullo.
Alla fine poi
della ſtrada, trovaſi la Piazza, e Chieſa di
GIORNATA.
S. PIER MAGGIORE, la facciata, e Log-
gia della quale tutta di pietre ſerene, è mol-
to vaga, e di belliſſima Architettura.
Sono
in queſta Chieſa molte Tavole di Pittori ec-
cellenti, e ſpecialmente una Nunziata aſſai
bella, di mano del Franciabigio, la prima
nell'entrare a man deſtra.
Nella Cappella.
Palmieri, è di mano di Sandro Botticelli la
Tavola, dove è dipinto il Paradiſo, con nu-
meroſa moltitudine d'Angeli figurati molto
in piccolo, e Maria Vergine coronata dal
ſuo Figliuolo.
Nella prima Cappella a mano
ſiniſtra al nuovo Altare del Catani, è una.
Tavola di Aleſſandro Gherardini.
Più di tut-
te però è mirabile la bella Tavola dell'ado-
razione de' Magi ſatta dal Cigoli, una del-
l'opere migliori di queſt'inſigne Pittore.

Preſſo a queſta è una delle Cappelle della.
Famiglia de' Marcheſi Albizzi, ov'è una Ta-
vola, rappreſentante il Martirio di S. Lucìa,
di mano del Volterrano.
Un'altra ſimile,
a quella del Cigoli, fu dipinta dal Paſsi-
gnano, ed è accanto alla Sagreſtìa, la qua-
le, ſebbene è di gran pregio, ſtimaſi nondi-
meno dagl'intendenti inferiore alla ſuddetta.

Nella Cappella della Famiglia da Filicaia è
il Depoſito del famoſo Senatore Vincenzio
da Filicaia con un'Iſcrizione ſatta da Bene-
detto Averani.
Poco diſtante da queſta Chie-
ſa, è la via chiamata di S. Egidio, dov'è il
PA-
1
PRIMA
PALAZZO de' Martellini, grandemente
lodato dal Bocchi, e preſſo a queſto trovaſi
la via della Pergola, dov'è la Chieſa, e Oſpi-
zio di
S. TOMMASO D'AQUINO, in cui ri-
cevonſi tutt'i poveri Pellegrini Oltramonta-
ni, i quali con Patente del proprio Veſco-
vo, portanſi a viſitare i luoghi Santi d'Ita-
lia
.
E' grandiſſima la Carità, colla quale da
perſone nobili, e pie ſon ricevuti, e ſer-
viti; onde è che ritornati alla Patria quei,
che vi furono ammeſſi, non ſi ſaziano di
commendarlo
.
Si eſercitano ancora in que-
ſto luogo tutte l'altre opere di miſericordia
con ſingolar pietà, ed aſſetto non ordinario.

La Chieſa è tutta incroſtata con buon guſto
di ſcagliola, che ſa bella moſtra, e maſſima-
mente le due Colonne dell'Altare finte di
verde antico.
La Tavola è di mano di San-
ti di Tito; e la volta è tutta vagamente di-
pinta
.
Allato a queſto Oſpizio è lo
STANZONE, o Teatro per le Comme-
die, più di prima abbellito, coll'occaſione
delle Nozze del Sereniſſimo G. Principe Fer-
dinando di Toſcana, colla Sereniſſima Prin-
cipeſſa di Baviera.
Ma rientrando nella via
di S. Egidio, trovaſi in faccia d'una Piazza
contigua l'Arciſpedale di
S. MARIA NUOVA, edificato dalla no-
bil famiglia de' Portinari intorno all'anno
1287
.
La facciata di queſto nobil ediſizio, a
cui fu dato principio nel ſecolo paſſato col
diſegno del Buontalenti, è oltremodo mi-
1rabile. Reſta nel mezzo del loggiato la Chie-
ſa, nelle pareti della quale ſi vedono di-
pinte due Storie da Lorenzo di Bicci, che
rappreſentano la funzione della Sagra, fatta-
ne già da Martino V. Sommo Pontefice.

Quattro belliffime Tavole adornano gli Alta-
ri di queſto Tempio.
Dalla deſtra è la pri-
ma di mano del Ficherelli detto Ripoſo, e
la ſeconda del Paggi.
A man ſiniſtra la pri-
ma Tavola rappreſenta un S. Lodovico
di Francia, che guariſce dalle Gavine, ed è
fattura del Volterrano; e la ſeconda, ov'è
dipinta la depoſizione di Croce, è opera,
del Bronzino.
All'Altar maggiore fabbrica-
to di marmi carrareſi, intarſiati di belliſſime
pietre, v'è un Ciborio parimente di pietre,
di pregio, e di bellezza non ordinaria.
Da
un de' lati è lo Spedale degli Uomini, e,
dall'altro quel delle Donne, ambedue fab-
bricati colla medeſima Architettura.
Ed av-
venga che moltiſſimi infermi continuamente
ci ſi ricevano, grandiſſime, e molte ſono
l'abitazioni con bell'ordine diſpoſte, acciò
facile rieſca agli Aſtanti il provvedere gl'In-
fermi di quanto loro abbiſogna.
Sono in,
queſto luogo ſpeſati moltiſſimi Giovani, che
da varie parti concorrono, per apprendere
co' veri precetti, la pratica della Cirurgìa,
ſotto la diſciplina degli ottimi Profeſſori,
che vi ſi ſtipendiano; e preſtando nel medeſi-
mo tempo il loro ſervizio allo Spedale, ſem-
pre lo rendon più celebre, non ſolo in Fi-
renze, ma per tutta l'Italia, uſcendone Mae-
ſtri eccellentiſſimi nell'Arte loro.
Moltiſſimi
ancora ſono i ſerventi, che aſſiſtono notte, e
giorno; molti i Medici, che giornalmente.
1 intervengono alla cura di queſt'inſermi. Mol-
ti gli ſpirituali, e temporali aiuti, che ſi ri-
cevono in queſto luogo, premendo alla Pietà
ſingolare di S. A. R. noſtro clementiſſimo Si-
gnore la ſalute del corpo, e il proſitto degli
Studenti, ma di lunga mano aſſai più quella
dell
'Anima.
Non deveſi però tralaſciare, co-
me per render queſto Spedale in tutte le ſue
parti riguardevole, è ſtato nuovamente arric-
chito d'una copioſa Librerìa pubblica, ripi-
ena ſpecialmente di Libri alla Medicina,
ſpettanti, e d'ogni ſorta d'erudizione; an-
cora d'un Giardino di ſemplici ricco d'er-
be, e piante ſingolari; e parimente d'uno
ſpazioſo Campoſanto, con altro Spedale an-
neſſo per li Pazzi, il tutto fabbricato con,
ſomma magnificenza, e ſpeſa non ordinaria.

Proſeguendo più oltre, ſi trova la Chieſa,
e Convento di
rabile.
GIORNATA.
C in-
PRIMA
S. MICHELE VISDOMINI, dove abitano
Monaci Celeſtini.
Sono in queſta da oſſervar-
ſi alcune Tavole molto belle, e ſpecialmen-
te la Natività di N. Sig. di mano dell'Em-
poli; allato alla quale è una Vergine di ma-
no di Iacopo da Pontormo aſſai ſtimata; ſic-
come due Tavole del Poppi, e una del Paſ-
ſignano
.
Rimpetto a queſta Chieſa, ſu le,
due cantonate verſo la via de' Calderai, tro-
vanſi due
PALAZZI; uno del Marcheſe Incontri
d'Architettura Toſcana, e l'altro della ſa-
miglia Pucci, d'ordine Compoſito, ambedue
di belliſſima viſta, e che rendono grand'or-
namento alla noſtra Città.
Da queſto luogo
1 faremo ritorno all'Albergo, ſupponendomì,
che dalla viſita di tante Chieſe, ed altre,
coſe notabili già ſtanco il Fore-
ſtiero cerchi ripoſo; onde,
daremo fine alla pri-
ma Gior-
nata
.
fa-
GIORNATA.
1[Figure 1]
1
SECONDA
GIORNATA
.
LA CHIESA DI S. LORENZO da-
principio alla ſeconda Giorna-
ta
.
Giunti dunque alla Piazza,
oſſerveremo una Baſe di marmo,
nel cui baſſo rilievo ſi rappreſen-
ta, quando a Giovanni de' Medi-
ci valoroſiſſimo Capitano, e degno Padre,
del Granduca Coſimo Primo, ſono condotti
molti prigioni con varie ſpoglie.
E' queſt'ope-
ra del Cavalier Bandinelli, di cui pur anco
è la ſtatua, che ſulla Baſe dovevaſi colloca-
re; la quale in oggi non ancora finita, nel
ſalone del Palazzo Vecchio conſervaſi.
Ma
venendo alla Chieſa; prima d'introdurvi il
Foreſtiero, ho giudicato a propoſito il dar-
gli breve notizia, di ciò, che avvenne nella
ſua fondazione, avvenga che ſia molto de-
gno di ricordanza, quanto di eſſa laſciarono
ſcritto San Paolino, il Baronio, ed altri gra-
vi Scrittori.
Al tempo dell'Imperator Teo-
doſio, Giuliana Vedova Fiorentina, non,
meno illuſtre per lo ſplendore del ſangue,
che per l'inſigne Religione, e Pietà, acceſa
di devozione verſo il glorioſo Martire S. Lo-
renzo, volle colle proprie ſoſtanze fabbri-
car queſto Tempio, dedicandolo ad onore
di quel Santo.
Terminata appena la fabbri-
ca, giunſe per buona ſorte, a Firenze il gran-
de Arciveſcovo di Milano S. Ambrogio;
1 perlochè venne in penſiero a Giuliana di ri-
correre al Santo Prelato, e inſtantemente,
pregarlo, acciò voleſſe conſegrare la nuova
Chieſa; e ciò ſec'ella ben toſto, e con,
tanto aſſetto, e con tali, e tante dimoſtra-
zioni del ſuo grande zelo, che il Santo Ar-
civeſcovo, ammirando la di lei virtù, e gran-
demente commendandola, di buona voglia
condeſceſe alle ſue giuſte dimande.
Celebroſ-
ſi pertanto la ſunzione della Sagra, e fu con
tal ſodisſazione del popolo ſolennizzata, che
da quel giorno in poi, per memoria di tal
ſatto, chiamoſſi queſta Chieſa, Baſilica Am-
broſiana
.
Quindi ebbe origine la ſingolar
venerazione, che a queſto Tempio portaro-
no gli antichi Veſcovi di Firenze, ſra i qua-
li S. Zanobi più d'ogn'altro ſi ſegnalò, eleg-
gendo quivi la ſepoltura, dove ſtette lungo
tempo ripoſto, prima che alla Cattedrale fuſ-
ſe trasferito il ſuo Corpo.
A felici prin-
cipj, corriſpoſero con maggiore avanzamen-
to i ſucceſſi di queſta Chieſa.
Imperocchè
eſſendo eretta in Collegiata Inſigne, e d'am-
pliſſimi privilegi, e ſingolari prerogative ar-
ricchita, ha in ogni tempo tenuto ſopra del-
l'altre, dono la Cattedrale, il primato.
So-
no in eſſa quattordici Canonici, quaranta, e
più Cappellani, e grandiſſimo numero di
Cherici, che vi celebrano giornalmente i Di-
vini Uſizi con non minor decoro di quello
facciaſi nella Chieſa Metropolitana; ed a tut-
ti queſti preſiede un Prelato, col titolo di
Priore, che per iſpecial privilegio, in varie
feſte dell'anno gode l'uſo de' Pontiſicali.

Paſſando poi ad oſſervare la bellezza di que-
ſto Tempio, che di vero è grandiſſima, per
1 la mirabile Architettura, colla quale fu fab-
bricato, o più toſto vogliam dir rinnovato,
[già che l'antico Tempio, intorno all'anno
1420. rimaſe quaſi affatto deſolato dal ſuoco]
vedremo queſto Ediſizio, che poſa ſopra un
vago pavimento di marmo in tre Navate di-
viſo, e ſoſtenuto da groſse colonne di ma-
cigno, ſopra le quali poſano gli archi vaga-
mente intagliati, come altresì il cornicione, e
il ſregio, che per tutta la Chieſa ricorrendo,
vaga, e maeſtoſa la rendono.
Sopra la por-
ta del mezzo ſi vede l'Arme de' MEDICI,
ſcolpita in pietra col diſegno del Buonarro-
ti, di cui parimente è il diſegno del Terraz-
zino, e Sacrario, dove conſervanſi moltiſ-
ſime Reliquie inſigni, in prezioſi Reliquiarj
d'oro, d'argento, di criſtallo, e d'altre ric-
che materie, tempeſtati di gioie.
Belliſsimi
ancora ſono i due Pergami nella Nave di
mezzo, retti ciaſcuno da quattro colonnette
di marmo, nelle ſacce de' quali, ſi vedono
alcuni baſsi rilievi di bronzo, fatti da Do-
natello, con ſingolare artifizio, e ſommamen-
te lodati dagl'intendenti.
Anco nelle Cap-
pelle ſono di pregio alcune Tavole, tra le
quali a man deſtra molto ſi ſtima la Tavo-
la, dov'è dipinta la Natività del Signore, di
mano di Raſſaello del Garbo, e l'altra, che
ſegue appreſſo, ſatta dal Roſſo, in cui dipin-
ſe lo Spoſalizio di Noſtra Donna.
Così a,
man ſiniſtra, ſi vede la bella Tavola del So-
gliani, dov'è dipinto in Croce S. Arcadio,
e quella dell'Empoli, che rappreſenta il mar-
tirio di S. Baſtiano, con altre appreſſo, che
per brevità ſi tralaſciano.
Più d'ogni altra
coſa però degne ſono d'ammirazione le due
1 Sagreſtìe, ma ſpeecialmente la nuova, detta
altrimenti la Cappella de' Principi, fatta col
diſegno, e Architettura di Michelagnolo
Buonarroti
.
Quivi l'arte ſendo giunta al
colmo di ſua perfezione, chiaramente dimo-
ſtra, quanto ſublime, e mirabile foſſe l'in-
gegno di queſto divino Artefice, che ſe in
ogni opera vinſe i Maeſtri più celebri, in,
queſta ſuperò ſe medeſimo.
E di vero, chi
può lodare a baſtanza l'eccellenza, la mae-
stà, la grazia, e la vaghezza di queſta fab-
brica
?
Tentarono già molti eruditi Scrittori
di deſcrivere diſtintamente le ſue bellezze,
ma non giungendo ad una minima parte,
diedero a divedere, che nelle lodi di Miche-
lagnolo, e di queſt'opera inſigne, era man-
chevole, ed inſuſſiciente fino l'iſteſſa elo-
quenza
.
Siaſi dunque contento il Foreſtiero,
che tralaſciando il diviſare de' ſuoi pregi,
accenni ſolo, che il primo Sepolcro all'en-
trare è di Giuliano de' Medici Duca di Ne-
murs, e fratello di Leone X. e le due ſtatue
appreſſo, una il Giorno, l'altra la Notte fi-
gurano: e che nel ſecondo Sepolcro, ſatto
per Lorenzo de' Medici Duca d'Urbino, l'al-
tre due ſtatue rappreſentano il Crepuſcolo,
e l'Aurora.
E perchè fuori delle ſette ſtatue
di mano del Buonarroti, ſi vedono due fi-
gure de' SS. Coſimo, e Damiano, ſappia che
la prima è del Montorſoli, e la ſeconda di
Raſſaello da Montelupo, ambedue Scultori
eccellenti
.
Nella vecchia Sagreſtìa, fabbrica-
ta col diſegno di Filippo di Ser Brunelleſco,
di cui pur anco fu tutta l'Architettura di
queſto grande edifizio, ſi vede un belliſsimo
Sepolcro di porfido, adornato ne'lati, di fo-
1 gliami di bronzo, fatti col diſegno d'An-
drea Verrocchio.
Nell'uſcir della porta, on-
de ſi va nella Canonica, ſi trova la ſtatua
di Paolo Giovio Veſcovo di Nocera, e fa-
moſo Scrittor d'Iſtorie; indi ſalendo per una
ſcala, che guida al Chioſtro di ſopra, tro-
veremo la celebre, e per tutto il Mondo ri-
nomata
per-
C 3 la
Sa-
C 4 gliami,
GIORNATA.
SECONDA
GIORNATA.
SECONDA
LIBRERIA MEDICEO - LAURENZIA-
NA, il cui vaſo lungo braccia ottanta, e,
largo venti, è così nobile, e maeſtoſo, e,
di rara, e perfetta Architettura, che lin-
gua umana non ha lode baſtevole per com-
mendarla
.
Baſta il dire, che fu diſegno di
Michelagnolo, ſervendo ciò per un degniſ-
ſimo encomio.
Prima dunque di penetrare
dentro, trovaſi un bel ricetto in forma,
quadra, nel quale è ſituata la ſcala, così ben
diviſata, e acconcia, che da tre lati di eſſa
agiatamente ſi aſcende.
Bella oltremodo è
la porta, e belli ancora ſono gli ornamenti
delle fineſtre, vaghiſsimo il cornicione,
l'architrave, ed il fregio, e tutto inſieme
è con nobil ſimetrìa diviſato, che reſta,
l'occhio di chi lo mira dallo ſtupore, e dal
diletto ſorpreſo.
Alla bellezza del materiale
corriſponde il pregio, e il valore de' mano-
ſcritti, che ſopra certi banchi di noce, qua-
rantacinque per banda, in gran numero vi
ſi conſervano.
Sono queſti di lingue diverſe,
e ſpecialmente Ebrea, Greca, Latina, Indi-
ana, Arabica, e Caldea, ſolo per la ra-
rità, ma eziandio per l'erudizione ſingola-
riſsimi
.
Da queſti, come da rari eſemplari,
ſogliono i Letterati, e in ſpecie gli Oltra-
1 montani, diligentiſsimi oſſervatori d'ogni
minuzia, riſcontrare, o emendar quei difet-
ti, che ſpeſſe volte ſcorrono nelle Stampe,
o che non furono da altri oſſervati.
Or que-
ſti Libri parte da Coſimo Padre della Patria,
e parte da Lorenzo il Magnifico, da varie
parti, e con grandiſsime ſpeſe procurati, fu-
rono poſcia in queſto luogo da Clemente VII.
e dal Granduca Coſimo Primo ripoſti, e or-
dinati, e grandemente accreſciuti.
Chi poi
bramaſſe ſaperne il numero, e la lor qualità
potrà comodamente appagare il ſuo deſide-
rio, mediante l'Indice generale, compilato
con molta accuratezza.
Guglielmo Langio ne
fece uno particolare de' Manoſcritti Greci,
e Orientali, e Monſ. Luca d'Holſtein Bibli-
otecario della Vaticana, de' più rari ne die
de il ſuo giudizio, come ſi può vedere in al-
cune Schede nella Librerìa dell'eruditiſſimo,
e da per tutto celebratiſſimo Antonio Ma-
gliabechi di fel. mem. citate già dall'inſigne
Cardinale de Noris ne' Cenotaſii Piſani, per
occaſione del Vergilio Mediceo, gioia pre-
giatiſſima, e ornamento di queſta celebre,
Librerìa
.
Da queſto luogo ci porteremo a,
viſitare la
montani,
GIORNATA.
CAPPELLA, che deve riuſcire nel Coro,
ma di preſente ha l'ingreſſo dietro la Chie-
ſa
.
Or queſta è la Cappella cotanto celebre,
che ſenza ingrandimento iperbolico, vien ri-
putata nel Mondo unica, e ſingolare.
E in
vero, ſe in altri ediſizi s'ammira la ſquiſitez-
za dell'arte, in altri la ricchezza de' mate-
riali, ed in alcuni qualche coſa di ſingolare,
in queſta ſola Cappella tutte unite concor-
1 rono le prerogative più nobili: magnificen-
za d'Architettura, pregio infinito de' mate-
riali, bellezza incomparabile, e perfezione
dell'arte in ſommo grado.
Per darne adun-
que alcuna breve notizia, diremo, che la,
circonferenza di tutta queſta maeſtoſa Cappel-
la è braccia centoquarantaquattro, l'altezza
più di novanta, e il diametro quarantotto.

l'incroſtatura è di diaſpri, agate, calcedo-
nj, lapiſlazoli, ed altre pietre prezioſe.
Bel-
liſſimi ſono i pilaſtri co' i capitelli di bron-
zo dorati.
Maeſtoſi ſono i Sepolcri di grani-
to orientale, ſopra ciaſcuno de' quali poſa
un guancial di diaſpro tempeſtato di gioie,
e ſopra quello una corona reale, ancor eſſa
ricca di gemme.
In alcune nicchie di para-
gone, ſon collocate altrettante Statue di bron-
zo dorate, maggiori del naturale, che rap-
preſentano i Regnanti defunti.
Di vaghiſſi-
me commeſſure vedonſi effigiate le Arme,
delle Città ſottopoſte al dominio de' noſtri
Reali Principi.
In ſomma tali, e tanti ſo-
no gli ornamenti di pregio, che vi ſi tro-
vano, che umano penſiero non è baſtevole
a immaginarſi una bellezza rara.
Fu co-
minciata la fabbrica l'anno 1604. al tempo
di Ferdinando Primo, e per quanto da mol-
ti maeſtri giornalmente vi ſi lavori, molto
vi reſta ancora, per renderla in tutto compi-
ta, e allora ſarà in eſsa collocato il prezioſo
Ciborio, che ſi conſerva in Gallerìa, e del
quale parleremo a ſuo luogo.
Dalla Piazza,
e Chieſa di S. Lorenzo, paſseremo nella via
de' Ginori, nella quale riſpondono gli appar-
tamenti fabbricati di nuovo dal Marcheſe,
Riccardi, e uniti al ſuo Palazzo in via larga,
1 e da quella ci porteremo nella via di S. Gal-
lo, in cui ſi trovano moltiſſimi Conventi,
e Chieſe di Monache, ciaſcheduna delle qua-
li ha qualche coſa di ſingolare, e ſpecialmen-
te quella di S. Agata, dov'è la bella Tavo-
la d'Aleſsandro Bronzino, nella quale fon,
dipinte le Nozze di Cana Galilea.
Noi perô
tralaſciando per minor briga del Foreſtiero
il ragionare di quelli, nel paſsare dal canto
de' Preti, oſserveremo la nuova, e vaga fab-
brica dello
C 5 rono
e da
SECONDA
GIORNATA.
SPEDALE DI GIESU' PELLEGRINO, in
cui ſi ricevono ſolamente Religioſi pellegri-
ni; e dipoi, ſeguitando il viaggio, giungeremo
alla
COMPAGNIA DI S. MARCO nuovamen-
te reſtaurata, e quanto mai dir ſi poſsa, di
varj ornamenti abbellita, avvenga che mol-
tiſſime ſiano le pitture, gl'intagli dorati, e
l'altre coſe di pregio, che vi ſi vedono.

Unito a queſto Oratorio è uno Spedale, fab-
bricato per ricevere i Pellegrini Oltramon-
tani, ſimile a quello di S. Tommaſo d'Aqui-
no, ma di più comode abitazioni nobilmen-
te adagiato.
Ed in vero chi dentro penetra,
a rimirare tutte le Stanze con bell'ordine,
& magnificenza diſpoſte, non uno Spedale,
di poveri Pellegrini, ma un Ricetto di nobi-
liſſimi Perſonaggi lo crede; per lo che que-
ſto luogo riguardevole in ogni parte, non,
ha ſenza dubbio, che invidiare a gli Speda-
li più celebri dell'Italia.
Poco diſtanti da,
queſto ſeguono due Spedali, ambedue per
gl'infermi, uno detto degl'Incurabili, l'al-
1 tro di Bonifazio, dirimpetto al quale è il
belliſſimo
C 6 tro
SECONDA
PALAZZO de' Pandolfini, fatto fabbrica-
re col diſegno di Raffaello da Urbino, da,
Monſignor Giannozzo Pandolfini Vescovo
di Troia, e intimo familiare di Leon De-
cimo
.
Volgendo per la via delle Ruote, in
faccia della quale si vede il
CONSERVATORIO de' fanciulli Orfani,
e abbandonati; ci condurremo per la via di
S. Zanobi alla via dell'Acqua, da cui ſi paſ-
ſa comodamente a vedere la
FORTEZZA DA BASSO, nella quale con-
ſervaſi una belliſſima, e copiosa Armerìa,
oltre le coſe ſingolari, che vi s'ammirano,
e che da noi con gran ragione ſi tacciono.

Di quì paſſeremo al
CASINO del Marchese Riccardi in Gual-
fonda, pieno di Statue, antiche, e moder-
ne, e di pitture eccellenti, con un Giardino
degno di qualſivoglia gran Principe.
All'u-
ſcir di Gualfonda, voltando a ſiniſtra per la
Piazza vecchia, e entrando in via dell'Amo-
re, oſserveremo la
CASA fatta fabbricare con gli onoriſici do-
nativi di Luigi il Grande di Francia,da Vin-
cenzio Viviani primo Matem. del Regnante
Granduca, il Pio, ed ultimo Scolare di quel
perſpicaciſſimo Lince, Promotore di nuove
Scienze, ed Arti utiliſſime, e Riſtauratore
dell'Aſtronomia, della Geografia, della Mec-
1 canica, e della Filoſofia. Nella facciata di
questa, con raro eſempio, ed in ſegno evi-
dente d'Uomo grato al Maestro, ed a' gene-
roſi Benefattori, vedremo ſopra la porta,
maggiore, eſposta per la prima volta al pub-
blico, la viva Effigie di bronzo in rilievo
di quest'immortal Eroe Fiorentino: e dal-
l'eſpreſso ne' Cartelloni laterali, come da un
compendio di Vita, ci verrà indicato parte
delle notizie de' di lui ammirandi trovati.

Soddisfattici d'aver quì veduto memoria de-
ſiderata per 50. anni da' Letterati Foreſtieri,
tornando fu detta Piazza, entreremo nella,
gran Chiesa di
canica,
GIORNATA.
S.MARIA NOVELLA de' Padri Domeni-
cani, una delle più belle non ſolo di Firen-
ze, ma quaſi diſſi d'Italia, lodata da Miche-
lagnolo Buonarroti, che, com'è ſama fra,
noi, ſolea chiamarla la Spoſa.
Fu questa fab-
bricata intorno l'an. del Signore 1279. col di-
ſegno di Fra Siſto, e di Fra Riſtoro Con-
verſi di quell'Ordine, e Fiorentini intenden-
tiſsimi d'Architettura, e perfezionata circa,
l'anno 1350. governando il Convento F. Ia-
copo Paſsavanti, celebre, ed eloquente Scrit-
tore
.
Promoſse la gran Fabbrica di queſto
Tempio il B. Giovanni da Salerno, Diſcepo-
lo di S. Domenico, mandato dal ſuo Maeſtro
a Firenze, per fondarvi la Religione, la,
quale ben preſto allignatavi, produſse a que-
ſta Città molti Uomini inſigni, che l'una,
e l'altra illuſtrarono.
Or queſto Tempio ma-
gnifico è diviſo in tre Navate, ſoſtenute da
pilaſtri, e colonne, ſu le quali poſano gli
archi delle volte, così ben rilevate, che ol-
1 tre la maeſtà, e vaghezza, rendono molta
luce alla Chieſa.
Nelle pareti delle Navate
ſono le Cappelle tutte d'un ordine, ed op-
poſte
.
In ciaſcuna di eſse è una Tavola di
Pittore eccellente.
Incominciando dalla Por-
ta del mezzo, la prima a deſtra, dov'è di-
pinta la Vergine Annunziata dall'Angiolo, è
di Santi di Tito.
Segue il Martirio di S. Lo-
renzo mirabilmente effigiato da Girolamo
Macchietti: e dopo queſto, la Natività del
Signore dipinta da Batiſta Naldini, di cui
ſono l'altre due ſeguenti, cioè quella della
Purificazione di M. Vergine, e l'altra della De-
poſizione di Croce di Noſtro Signore.
E' anco
di Santi di Tito il Lazzero riſuſcitato, ſic-
come del Ligozzi è la Tavola di S. Raimon-
do, che riſuſcita da morte un fanciullo.
Al-
l'Altar maggiore belliſsime ſono le pitture
del Coro fatte dal Grillandaio.
In fette Sto-
rie da una parte ſi rappreſenta la vita di Maria
Verg. ed in altre fette dall'altra, quella di
S. Gio: Batiſta, ed in ciaſcuna furono ritratte
da quel Pittore molte persone di quei tempi,
così bene, ed al vivo, che la natura vien,
ſuperata dall'arte.
Ripigliando l'ordine del-
le Cappelle, la prima da man ſiniſtra nel-
l'entrar della Porta, ha una Tavola, dov'è
dipinto il Batteſimo di Giesù Cristo di ma-
no dello Stradano, a cui segue la Tavola,
della Sammaritana, mirabilmente effigiata da
Aleſſandro Bronzino.
Quelle, che ſono ap-
preſso, ſono ambedue del Vaſari.
Nella pri-
ma furono dipinti i Miſteri del Roſario, e
nell'altra la Reſurrezione di Cristo.
In teſta
poi della Croce è la Cappella de' Gaddi,
belliſſima d'Architettura, con una Tavola
1 di mano d'Agnolo Bronzino, nella quale ſi
rappreſenta, quando Criſto riſuſcita la figli-
uola dell'Archiſinagogo; e accanto è la Cap-
pella de' Gondi incroſtata di varj marmi, do-
v'è il famoso Crociſiſso di legno, ſcolpito
con ſingolar artiſizio da Filippo di Ser Bru-
nelleſco, il quale fu non meno nella Scul-
tura, che nell'Architettura il più eccellente
Maeſtro di quanti viſsero ne' ſuoi tempi.

Ne' due Tabernacoli di marmo, l'uno rin-
contro all'altro, ſituati alle colonne di mez-
zo, ſi vedono due belle Tavole, quella di
S. Pier Martire dipinta dal Cigoli, e la fe-
conda dell'Empoli.
Dalla Chieſa paſseremo
nel Convento, adagiato di comode abitazio-
ni, ed in cui fon molte cose degne d'eſser
vedute da ciaſchedun Forestiero.
Primiera-
mente ſi trova un Chioſtro lungo centodie-
ci braccia, e largo novanta, e diviſo in cin-
quanta lunette, in mole delle quali per ma-
no di Maeſtri eccellenti, e ſpecialmente di
Santi di Tito, e del Poccetti, ſono eſpreſsi
in pittura i fatti più ſingolari di S. Dome-
nico, e di S. Antonino Arciveſcovo di Fi-
renze, con alcuni ritratti d'Uomini illuſtri
per Santità, che mentre viſsero, ſantificaro-
no coll'eſempio loro queſto Convento.
Vi-
cino al Chioſtro è ſituata la Spezierìa, cele-
bre in molti luoghi d'Italia, avvengachè in
eſsa, al pari d'ogni real Fonderìa, ſi fabbri-
chino medicamenti chimici d'ogni ſorte, olj,
quinteſsenze, e odori di ſingolar perfezione,
come è ben noto a' Profeſsori di quest'Arte.

Salendo nel Dormentorio nuovamente di pit-
ture abbellito, colla ſerie di tutt'i Pontefici,
e Cardinali di queſta Inſigne Religione, tro-
1 vaſi la Cappella detta del Papa, dipinta da
Iacopo da Pontormo, e nella quale celebra-
rono quattro Sommi Pontefici, cioè, Marti-
no V. Eugenio IV. Pio II. e Leone X.
Preſ-
ſo a queſta è una copioſa Librerìa, degna
in vero di quei buoni Religioſi, che in ogni
tempo riuſcirono Letterati di primo nome;
e il Noviziato fabbricato dal P. Aleſſio Stroz-
zi inſigne Benefattore di queſto Convento.

Dal quale uſcendo s'entra in una gran Piaz-
za, in mezzo della quale ſi vedono due Gu-
glie, e Piramidi di Porfido, ſoſtenute da,
quattro Tartarughe di bronzo.
Sogliono in
queſto luogo come d'ogni altro più comodo,
rappreſentarſi i tornei, ed ogni anno per la
vigilia di S. Gio: Batista vi ſi corre il Palio
de' Cocchj.
In faccia poi della Piazza, è ſi-
tuato lo Spedale di
tre
di
vaſi
SECONDA
GIORNATA.
SECONDA
S. PAOLO de' Convaleſcenti; dal quale,
paſseremo in via della Scala, dov'è poſto il
bel
PALAZZO, E GIARDINO del March. Ri-
dolfi: e da queſto giungeremo ſul Prato, do-
ve fanno vaga viſta da una parte tutte le Ca-
ſe d'un ordine iſteſso, e dall'altra il
CASINO, E PALAZZO del March. Corſini,
che vi ha annesso uno ſpazioso Giardino.

Rimpetto a queſto luogo comincia il Corſo
de' Cavalli, il quale va a terminare alla Por-
ta alla Croce, per lo ſpazio di due miglia.

Camminando pel Borgo, arriveremo alla,
Chieſa di
OGNIS-
1
GIORNATA.
OGNISSANTI, dove abitano in gran nu-
mero Frati Minori dell'Oſservanza di S. Fran-
ceſco
.
Ha queſta Chieſa la facciata di pietre
forti, con buon diſegno intagliate, per ope-
ra del Nigetti Architetto.
Il baſso rilievo di
terra cotta, ſituato sopra la Porta di mezzo,
è di Luca della Robbia.
Le Tavole degli
Altari ſono in gran numero, tutte dipinte
da buoni Maeſtri.
Quelle però, che ſi tengo-
no in maggiore ſtima, ſono l'Aſcenſione di
mano del Butteri, la Madonna col Figlio in
braccio di mano di Santi di Tito, e l'altre
due del Roſselli, cioè quella di S. Eliſabetta
Regina di Portogallo, e la ſeconda del Mar-
tirio di S. Andrea.
Conſervanſi ancora in,
queſta Chieſa molte Reliquie, e fra queſte,
la Cappa di S. Franceſco, tenuta in ſomma
venerazione
.
Seguitando la via del Corſo ſi
giunge al
PALAZZO de' Ricaſoli, fatto col diſe-
gno di Michelozzo, e le facciate furon di-
pinte da Francesco Pagni, che molta lode,
ne riportò, anche da' Profeſſori di grido; e
poi s'arriva al
PALAZZO, E LOGGIATO de' Rucellai,
ambedue fatti col diſegno di Leon Bati-
ſta Alberti.
Ma uſcendo alquanto di ſtrada,
a man deſtra ſi trova Parione, dove è il
PALAZZO del Marchese Corſini, in fua
viſta magnifico, d'Architettura Toſcana.

Egli è modernamente ſtato accreſciuto di
appartamenti doppj, ſcale, gallerie, ed
altre comode abitazioni; onde chi il vede ha
1 occaſione d'ammirare una delle maggiori
fabbriche, e più coſpicue di queſta Città.

La Sala maggiore è lunga braccia quaranta,
e larga venticinque, ed è ornata di varj co-
lonnati, di ſtatue antiche, e di busti di mar-
mo, di mano d'eccellenti Scultori.
La gran
volta è dipinta a maraviglia da Anton Do-
menico Gabbiani, e tutto il compofto non
può eſsere più vago, più magnifico.

Conduce a questa Sala, ed al piano nobile
del Palazzo una ſcala fatta con bel diſegno
da Anton Ferri; perchè cominciando con.
due grandi branche, che ſi uniſcono in un
bel ricetto, va terminando in una, che è
arricchita di nobile Architettura, di pietre,
e ſtatue belliſsime.
Nel mentovato piano no-
bile vi ſono otto appartamenti liberi, com-
poſti di Sala, Camere, Anticamere, e Re-
trocamere, dipinte da più eccellenti Profeſ-
ſori, che hanno fra di loro fatto a gara nel
dimoſtrare l'eccellenza di lor pennello.
So-
no ancora arricchiti di ſcale ſegrete, galle-
rìe, gabinetti, ed altri ſervizj; e per como-
dità de' medeſimi, evvi una Cappella dipin-
ta tutta dal Gherardini, colla Tavola dell'Al-
tare di mano di Carlo Maratta.
Il Piano ter-
reno è altresì dipinto da' migliori Maestri, e
tali, e tanti ſono gli ornamenti, che abbel-
liſcono queſto Palazzo, che non può d'av-
vantaggio deſiderarſi.
Ritornando nella me-
deſima ſtrada del Corſo, e laſciando a man
ſiniſtra la
oc-
SECONDA
CHIESA DI S. PAOLINO de' Padri Car-
melitani Scalzi, ridotta alla moderna, d'Ar-
chitettura aſsai vaga; ſiccome l'altra Chie-
ſa di
S. PAN-
1
GIORNATA.
S. PANCRAZIO, nella quale ſi vede un
Sepolcro di marmi, ſimile a quello di No-
ſtro Signore, che ſi trova in Geruſalemme,
anzi fatto coll'iſteſse miſure, e diſegno, dal-
la Famiglia de' Rucellai; e una magnifica,
Cappella del Marcheſe Riccardi; perverre-
mo al canto de'Tornaquinci, dov'è il tan-
to lodato
PALAZZO degli Strozzi, fatto fabbri-
care da Filippo Strozzi, con real magnifi-
cenza
.
Il primo diſegno di queſta fabbrica,
fu dato da Benedetto da Maiano, ſebbene di
poi proſeguito dal Cronaca, che nella parte
interiore mutò ordine d'Architettura, avven-
ga che per di fuori Toſcano, con bozze di
pietra forte, di grandezza non ordinaria,
per di dentro ſia Dorico, e Corintio, come
ſi vede nel Cortile.
Rimane questo Palazzo
da ogni parte iſolato, ed ha nella ſommità
un cornicione di raro artifizio.
Le lumiere,
o lanternoni di ferro poſti fu' canti, furon
lavorati dal Caparra, e da chiunque li vede,
ſon grandemente lodati.
Partendoſi dalla via
del Corſo, e camminando vers'Arno, tro-
veremo ſu la Piazza di S. Trinita una bel-
liſſima
COLONNA di granito d'ordine Dorico,
quivi eretta l'anno 1564. da Coſimo Primo,
con avervi fatto collocare ſopra una Statua
di porfido, rappreſentante la Giuſtizia, di
mano di Romolo del Dadda, in memoria,
[come ſi crede da molti] dell'aver il men-
tovato Granduca, ricevuta in questo luogo
la nuova della preſa di Siena.
Dicesi che,
1 fuſse l'ultima Colonna levata dalle Terme
Antoniane, e donata al Granduca Coſimo
da Pio Quarto.
Dirimpetto alla Colonna,
appariſce di vaga viſta il
fuſse
SECONDA
PALAZZO de' Bartolini, fabbricato col
diſegno di Baccio d'Agnolo; dopo del qua-
le dall'iſteſſa parte ſi vede il gran
PALAZZO degli Spini, oggi diviſo in
più caſe; e incontro ad eſſo la Chieſa de'
Monaci Vallombroſani, chiamata
S. Trinita, la quale, benchè fabbricata
in tempo, che la buona Architettura non,
era per anco riſorta, è tuttavia da' Profeſſo-
ri molto lodata.
Sono in eſſa alcune Tavo-
le di bellezza non ordinaria, e ſpecialmente
nella Cappella degli Strozzi la Nunziata di
mano dell'Empoli.
E' anco da lodarſi in,
questa Cappella la volta dipinta a freſco da
Bernardino Poccetti, e le due Statue di ma-
no del Caccini.
Sono altresì riguardevoli le
Pitture di Aleſſio Baldovinetti nel Coro de'
Monaci, dove furono effigiati al naturale,
molti Uomini illuſtri, che in quel tempo
vivevano, ſi come quelle del Grillandaio
nella Cappella de' Saſſetti.
Anco la Tavola
del Paſſignani, nella qual'è dipinto un Cri-
ſto morto, è degna di molta lode.
Nel Ta-
bernacolo dell'Altar maggiore ſi conserva,
il Crocifiſso, che già era nella Chieſa di
S. Miniato preſſo, e fuor della Città, e di
cui ſi favella nella Seconda Parte di queſto
Libro
.
Il Presbiterio avanti il detto Altare,
fu diſegnato dal Buontalenti, con maravi-
1 glioſo artifizio, del quale pur'anco è il di-
ſegno della bella facciata di queſta Chiesa,
tutta di pietre forti.
Più d'ogn'altro però,
s'ammira la Cappella degli Uſimbardi, in-
croſtata di marmi carrareſi, e d'altre pietre,
con due Sepolcri di diaſpro nero, ſopra,
de' quali poſano due buſti di marmo, che
son ritratti di due Prelati di quella Caſa,
ſcolpiti da Felice Palma, famoſo artefice,
de' ſuoi tempi.
Del medeſimo Palma è il
Crociſiſso di bronzo poſto all'Altare in una
Nicchia di nero diaſpro.
Le due Tavole,
de' lati ſon dipinte da Criſtoſano Allori, e
dall'Empoli; e le lunette a freſco, da Gio-
vanni da S. Giovanni.
Il baſso rilievo di
bronzo, dov'è ſcolpito il Martirio di S. Lo-
renzo, è fattura di Tiziano Aſpetti da Pa-
dova, maeſtro del Palma.
Laſciando il Pon-
te a S. Trinita, del quale ragioneremo nella
ſeguente giornata, e camminando lung'Ar-
no vers'il Ponte Vecchio, a man ſiniſtra,
poco fuori di ſtrada, viſiteremo la Chieſa,
de
'
glioso
GIORNATA.
SS. APOSTOLI, una delle più antiche di
Firenze
.
Quantunque ella non ſia molto gran-
de, è nondimeno di nobile Architettura,
molto commendata dal Buonarroti.
V'è una
Tavola dipinta dal Vaſari, per la Concezio-
ne di Maria Vergine.
Sono lodati i due Se-
polcri, e ſpecialmente quello preſso alla Sa-
greſtìa, lavorato da Benedetto da Rovezza-
no
.
Anche nella Cappella del Sagramento
ſono di Luca della Robbia i vaghi ornamen-
ti di terra cotta.
Proſeguendo il cammino
lung'Arno s'arriva alla gran
FAB.
1
SECONDA
FABBRICA DEGLI UFIZJ, o Magiſtra-
ti della Città, la quale ordinata dal Grandu-
ca Coſimo primo col diſegno di Giorgio Va-
ſari, Pittore, e Architetto Aretino, riuſcì
come ſi vede, belliſſima, e riguardevole in
ogni parte.
l'Architettura di tutto quest'edi-
fizio è d'ordine Dorico, abbellito di con-
ci, e pietre, lavorate con pulitezza non or-
dinaria
.
Nelle nicchie, che per di fuori ſi
mirano, avea diviſato il Gran Duca Coſimo
di collocare le Statue de' più illuſtri Cittadi-
ni di queſta Patria; ma non potè adempire
il bel diſegno prevenuto dalla morte.
Sotto
il Loggiato, che, ſoſtenuto da colonne, e,
pilaſtri, gira tutta la fabbrica, ſono le reſi-
denze di varj Magiſtrati, uniti inſieme in,
queſto luogo per comodo univerſale.
Il pri-
mo appartamento ſopra il Loggiato, ſerve
per lo più per officine, o botteghe di que-
gli Artefici, che giornalmente lavorano per
l'uso della Gallerìa, o Guardaroba di S. A. R.
ed il ſecondo appartamento, che fu aggiun-
to qualche tempo dopo, ſerve per la cele-
bre Reale
GALLERIA, la quale è diviſa in due cor-
ridori, lunghi ciaſcuno 210. paſſi, e larghi
dieci, che fra di loro ſi comunicano, medi-
ante un altro corridore in faccia alla fabbri-
ca, lungo ſettanta paſſi.
Di verſo la ſtrada
rieſcono i fineſtrati di criſtalli, ſeparati l'uno
dall'altro da varie colonne, e pilaſtri.
La,
volta di queſti tre corridori, è diviſa in tan-
ti ſpazi, quanti ſono i fineſtrati, e detti ſpa-
zj fon dipinti a freſco da diverſi Pittori.
Nel
corridore deſtro, facendoci dalla facciata,
1 ſon dipinte grotteſche, di varie invenzioni:
e nel ſiniſtro, con figure ſimboliche ſi rap-
preſentano le Scienze, e l'Arti più nobili,
intorno alle quali ſono i ritratti d'Uomini
illustri di queſta Città, che in ſommo grado
le profeſsarono.
Or queſta nobile invenzio-
ne può ſervire all'erudito Foreſtiero d'una
ſuccinta notizia de' più rari ſoggetti, che,
fiorirono in queſta Patria, perchè quivi ve-
drà quali ſiano ſtati i Filoſofi, e Matemati-
ci più rinomati, quali i Poeti, ed Oratori
più celebri, i Legiſti, e Medici più ſingola-
ri, gli Scrittori di varia erudizione, gli Uo-
mini più accreditati nella prudenza, e nel
governo, quei che ſi ſegnalarono nell'armi,
quegli, che negli onori, e dignità più coſpi-
cue, i Santi, e Beati, i Fondatori di Reli-
gioni, e così ſeguitando in ciaſcheduna pro-
feſſione, potrà appagare la ſua curioſità.
In
oltre affiſſi alle pareti di ciaſchedun corrido-
re ſi vedono moltiſſimi Quadri, in cui ſo-
no i ritratti d'Uomini in armi, o in lettere
ſingolari, e ſpecialmente de' Principi della
Reale Caſa.
Appoggiati alle pareti poſano
nel piano ſopra baſi di legno fregiate d'oro
moltiſſimi buſti di marmo con teſte antiche
framezzate da ſtatue intere, con belliſſima
ordinanza diſposte.
I buſti ſono centodue, e
le ſtatue ſettantadue, tutte di pregio, e di
bellezza non ordinaria.
Fra le teſte è molto
conſiderabile la ſerie degl'Imperadori Ro-
mani, cominciando da Giulio Ceſare fino a
Pupieno, compreſovi M. Agrippa, l'Antinoo,
e l'Albino, e fra le ſtatue è degna d'oſser-
vazione, e di ſtima il Bacco di Michelagno-
lo, che non ha da invidiare all'antiche.
ſon
GIORNATA.
Mol-
1
Molte ancora ſono le Teſte delle Donne Au-
guſte, non meno ſtimabili di quelle de' Ce-
ſari; ed in oltre ſono ammirate dagl'Inten-
denti le due teſte di Cicerone, e di Seneca,
come altresì quella d'Aleſsandro Magno,
ſcolpite con ſingolar maeſtria.
Sono ancora
degne di particolar attenzione due Statue di
bronzo antichiſſime, e d'eccellente manifat-
tura, delle quali una, che rappresenta un Ido-
lo, è di maniera Greca; e l'altra, che figu-
ra un Dittatore, o altro perſonaggio in at-
to di parlare al popolo, dimoſtra a' caratte-
ri Etruſci, che nel lembo della veſte ſi ſcor-
gono, eſsere ſtata fatta dagli antichi Toſcani.

Oſſervate queſte coſe, che ſono eſpoſte alla
viſta d'ognuno, paſſeremo alle ſtanze, dove
non ſi ha l'ingreſſo ſenza ſpecial commiſſio-
ne di chi vi ſoprantende, ed in una d'effe,
che a riguardo della ſituazione ſuol effer la
prima, troveremo gran numero di piccoli
quadri di varj eccellenti Pittori; Idoletti, e
Lucerne di bronzo antiche, e diverſe bizzar-
rìe prodotte dalla natura; alcuni lavori di
pietre dure, e prezioſe; una Colonna d'ala-
baſtro orientale alta quattro braccia, tutta
d'un pezzo, e maeſtrevolmente lavorata, ed
è queſta la maggiore delle molte, che ſi ve-
dono in varj luoghi d'Italia, e in queſta me-
deſima Gallerìa; e finalmente un Candelabro,
o come da noi ſi chiama una Lumiera d'Am-
bra, in cui ſono diſpoſte varie piccole figu-
rette, e ritratti d'Ambra bianca.
Da que-
ſta paſſeremo alla ſtanza, che ſeguitando l'or-
dine preſo diremo ſeconda, ove ammirere-
mo infiniti quadri de' più ſamosi Maestri nel-
l
'Arte.
Ve ne ſono fra questi in gran nume-
1 ro di Pittori Fiamminghi, fatti con ſomma di-
ligenza, propria di tutti gli Artefici di queſta
Nazione, vi ſono ancora due lavori di pietre
dure; un Gabinetto, e una Tavola più bel-
li, e più perfetti di quei, che ſopra accen-
nammo: così nella terza ſi trovano diverſi
ftromenti matematici, lavorati con gran per-
fezione, e due Globi l'uno celeſte, e l'al-
tro terreſtre di ſmiſurata grandezza.
Evvi
ancora un pezzo di calamita orientale di tal
forza, che oltre al tenere attaccate a ſe una
dopo l'altra più chiavi, ſoſtiene quaranta
libbre di ferro.
E' parimente degno di ma-
raviglia un nuovo ſpecchio uſtorio della mag-
gior grandezza, che ſin'ora ſi ſia veduta in
altro ſimile ſtrumento, col quale vanno tut-
tavia facendoſi belliſsime ſperienze, che for-
ſe un giorno ſi pubblicheranno colle Stampe.

Nella quarta ſi vedono molti quadri non in-
ſeriori di pregio, e di bellezza a quelli, che
avremo veduto ſin'ora, ed in gran parte,
della Scuola Fiorentina; ſiccome alcuni vaſi
d'avorio lavorati al tornio, piccolo faggio
di centinaia di pezzi, che ne poſſeggono que-
ſti Reali Principi.
Ancora vi ſono alcuni
Stipi, o Scrigni prezioſi per la materia, ma
più ammirabili per lo lavoro, ed uno di
queſti può ſenza dubbio collocarſi degnamen-
te nella camera di qualſivoglia Monarca, che
ſerve a chi vuole d'inginocchiatoio, ed in-
ſieme occaſione di meditare la vita di N. Si-
gnore quivi effigiata in piccole figure dipin-
te ſopra pietre prezioſe; ma quel che rende
maggiore ſtupore, ſi è il veder dentro lo Sti-
po una macchina mobile di più facce, in una
delle quali vi è un lavoro di pietre commeſ-
1 ſe; nella ſeconda la deposizione dalla Croce
del Salvatore in baſſo rilievo di cera, tratto
dal modello del Buonarroti; nella terza il
Cenacolo mirabilmente eſpreſſo in figurine
piccole d'ambra; nella quarta la Crocifiſſio-
ne parimente ſcolpita in ambra: e nella ſom-
mità di queſto Stipo vi è un Organo, e,
un Oriuolo, che maggiormente lo rendono
maraviglioſo
.
Vorrebbe adeſſo l'ordine, e
la ſituazione delle ſtanze, che s'entraſſe a par-
lare della Tribuna; ma ſi contenti però il
Foreſtiero, che ſoſpendendo per qualche po-
co di tempo di favellarne, paſſi ad un'altra
ſtanza, che diremo la quinta.
In questa ve-
dremo una grandiſsima quantità di finiſsimi
Vaſi di porcellana, di babbagauro, terra egi-
zia molto rara, e due grandissime Urne di
bucchero del Cile, tutte terre, che molto ſi
ſtimano in queſti Paeſi.
Nella ſeſta s'ammira-
no oltre a dugento ritratti di Pittori eccellen-
ti, procurati da varie parti d'Europa, con
iſpeſa veramente incredibile, e diligenza non
ordinaria
.
Quello però, che li rende mag-
giormente ſtimabili, ſi è l'eſsere tutti di pro-
pria mano di quegli ſteſsi Maeſtri, di cui
rappreſentano al vivo il ſembiante; coſa in
vero rariſsima, e ſingolare, ſe ſi conſidera
la difficultà di porre inſieme un numero
grande d'originali di questa ſorta.
Evvi an-
cora la ſtatua del Cardinale Leopoldo de' Me-
dici in marmo, fatta da Gio: Batiſta Foggi-
ni, e quivi collocata, per aver egli procura-
ta così bella, e numeroſa raccolta di quadri.

Quì però non finiſcono le maraviglie; anzi
paſsando nella ſettima ſtanza, che volgar-
mente chiamasi la Tribuna, maggiormente
1 s'accreſcono; avvengachè ſi trovino compen-
diati in eſſa i maggiori pregi della natura,
e dell'arte, i prodigi della Pittura, e Scul-
tura, e tutto ciò, che di bello, e di ricco, e
di prezioſo può ritrovarſi nel Mondo.
Ora
cominciando dalle coſe più rare, che certa-
mente ſono ſenza numero, vedremo ſei ſta-
tue di marmo, le più perfette, e più belle,
al parere degl'Intendenti, di quante mai ſi
siano vedute ne' nostri tempi, come di ciò
fanno fede l'infinite copie di effe, che in va-
rie forme ſi vedono ſparſe nel Mondo, ſer-
vendo a' profeſſori, quantunque di primo no-
me, di perfetto modello, ed eſemplare al-
le loro opere inſigni.
Più dell'altre però ſi
tiene in pregio la belliſsima ſtatua di Vene-
re, detta volgarmente la Venere de' Medici,
che ne' paſſati ſecoli fu ſenza dubbio la mara-
viglia di Roma, ed ora ſi può dire uno de' pro-
digi di questa Città: che ſe della Venere di
Praſitele, quel celebre Scultore, ſi legge,
che da varie parti del Mondo concorrevano
genti alla Città di Gnido, per ammirare quel-
la bellezza, che in piccol Tempio collocata
recava agli ſpettatori venerazione, e diletto;
anco della noſtra Venere non inferiore a,
quella di Praſitele, anzi in un luogo più ſplen-
dido, e più magnifico ſituata, ſi può dir giu-
ſtamente, eſſer quaſi innumerabili le perſone,
che da ogni parte concorrono ad ammirare i
ſuoi pregj; mentre, qual'è quel Forestiero,
che della ſua bellezza informato, non pro-
curi con ogni ſtudio vederla, e vedendola,
non rimanga da maraviglia ſorpreſo?
Dopo
aver contemplata queſta famoſa ſtatua, e con
effa due altre Veneri. anch'effe belliſsime,
1 benchè di non rara eccellenza come la pri-
ma, e in oltre il gruppo de' Lottatori, l'Ar-
rotino, ed il Fauno, ci porteremo ad oſſer-
vare una Tavola di pietre, e gioie commeſ-
ſe, di così bello, e così ricco lavoro, che
l'occhio umano non ſa diſtinguere, ſe l'ec
cellenza, e perfezione dell'opera vinca il
valor delle gemme, e delle pietre preziose,
che nobilmente l'adornano, o dal valor del-
le gemme ſia vinta l'eccellenza, e perfezio-
ne dell'opera.
Parimente di gioie, e pie-
tre dure è compoſto un Gabinetto, o Stu-
diolo; ma queſte non ſon lavorate in piano
come la Tavola, ma di rilievo, moſtrando
la lor grandezza, ed eccellenza.
E ſoſtenuto
il Gabinetto da quattordici colonne di la-
pislazzulo, con baſe, e capitelli d'oro maſ-
ſiccio, incroſtato di perle, e turchine.
Fra
una colonna, e l'altra vi ſono baſſi rilievi
pur d'oro, e nella parte ſuperiore belliſſime
laſtre de' più perfetti diaſpri, ornati intorno
di topazzi, ſmeraldi, balaſſi, acque di mare,
zaffiri, criſoliti, e rubini, che a ſomiglian-
za di chiodi, moſtrano di tener lo Studiolo
unito; ma nella parte più eccelſa, e più no-
bile di effo ſiede, qual Regina di tutte l'al-
tre gioie, una perla di ſmiſurara grandezza.

Tutto queſto però non fa il maggior pregio
dello Scrigno, conſervandoſi nelle parti in-
teriori di eſſo, quaſi tremila fra Cammei, ed
intagli, la maggior parte antichi, e in pie-
tre prezioſe, tutti legati in oro.
Queſti pe-
come coſa troppo rara, ed altrettanto
ſottopoſta a perdersi, non ſi fanno vedere
ſenza ſpecial permiſſione di S. A. R.
All'in-
torno poi di queſta famoſiſſima Tribuna ri-
1 corre un piccolo palchetto, ſopra di cui po-
ſano figurette di marmo, di bronzo, e di
porfido, tutte antiche, e della più eccellente
maeſtria; e molti buſti, e teſte di criſtallo
di rocca, di calcidonio, e d'agata, prezioſe
e per la materia, e pel lavoro; ma ſopra,
tutte è mirabile una ſcolpita in turchina del-
la vecchia rocca, rappreſentante l'effigie di
Tiberio Imperatore.
Ammirato che avere-
mo tutto ciò, che è ſtato da noi deſcritto
ſin'ora, proſeguiremo a contemplare atten-
tamente i quadri, che alle pareti ſi vedono
appeſi
.
Sono queſti de' più famoſi Maeſtri
nell'arte, e di lor ſapere il miglioramento:
Raffaello, Tiziano, Andrea del Sarto, e Pa-
olo Veroneſe ve n'hanno il maggior nume-
ro; poi ve ne ſono belliſſimi pezzi di Mi-
chelagnolo, de' Caracci, del Vandich, del Ru-
bens, del famoſo Olbino di Baſilea, del Tin-
toretto, e tre pezzi del Gherardoun Olande-
ſe, che per la loro bellezza hanno meritato
di ſtare a fronte coll'opere de' più rinomati
Maeſtri
.
Negli Scrigni di granatiglia, che ve-
dremo all'intorno, ſi conſervano le Medaglie
antiche, e moderne, ed in alcuni armadj ſe-
greti, molti vasi di criſtallo di rocca terſiſſi-
mi, e di ſmiſurata grandezza; Urne di la-
piſlazzuli, ed altri gran pezzi d'agate, e di-
aſpri tutti maeſtrevolmente lavorati, e ador-
nati d'oro, e di gioie: ma queſti, e le Me-
daglie non ſoglion moſtrarſi ſenza ſpecial per-
miſſione di S. A. R.
Queſte, ed altre coſe
vedremo nella Tribuna, dalla quale parten-
doci, non però ſazj di rimirare le ſue bel-
lezze, ſaremo introdotti nell'ottava, ed ul-
tima ſtanza, chiamata l'Armeria ſegreta, do-
1 ve ſi conſervano belliffime armature d'acciaio,
e varj ſtrumenti militari di ſingolare artifi-
zio
.
Quì potrà l'occhio ſodisfarfi nel rimira-
re le tante ſorte d'armi, e le bizzarre inven-
zioni, colle quali furono fabbricate, ravvi-
ſando le diverſe maniere, ed uſanze di cia-
ſcheduna nazione, benchè barbara, e ſcono-
ſciuta; e finalmente tutto ciò, che di bel-
lo, e di perfetto ſi può trovare in queſto
genere, tutto vedrà compendiato in queſto
luogo, e con belliſsima ordinanza diſpo-
ſto
.
Vi è ancora una ſtanza ſeparata dall'al-
tre, dove ſi conſerva il gran Ciborio, che
deve ſervire per la Cappella di S. Lorenzo,
quando farà terminata.
Egli è tutto di pie-
tre, e gioie commeſſe, delle più rare, e,
prezioſe, che ſi poſsano in un tal lavoro de-
ſiderare
.
Tralaſcio i finiſsimi intagli, e i tan-
ti ornamenti di pregio, che vi ſi trovano,
e ſolo ammiro la ſingolar maeſtrìa, colla qua-
le fu condotta queſt'opera a quella mara-
vigliosa bellezza, di cui certo non può ve-
derſi la maggiore.
Di fimil lavoro è la parte
anteriore dell'Altare, o vogliam dire il Pa-
liotto, che pur anco ſi conſerva nella mede-
ſima ſtanza.
E qui per ora finiſcono le otto
ſtanze di queſta celebre Gallerìa, non eſsen-
do per anco terminate l'altre ſtanze, che ſi
vanno preparando; in una delle quali, ſaran-
no ripoſti i Bronzi, conſiſtenti in alcune ſta-
tue, e teſte in gran numero d'Idoletti, e di
vari ſtrumenti uſati ne' Sacrifizj de' Gentili,
ed in altri frammenti dell'antichità erudita,
raccolti da varie parti del mondo con gran-
diſsima ſpeſa, e diligenza non ordinaria; e
in un'altra ſtanza centoventi Libri di fmi-
1 ſurata grandezza, dove con ſommo ſtudio,
e particolare aſsiſtenza di celebri Profeſsori,
ſi vedono raccolti, ed a suo luogo diſpoſti
innumerabili diſegni, e moltiſsimi penſieri,
e capricci, come eſſi chiamano, de' più rari
Artefici de' noſtri tempi, il tutto per opera
del Sereniſs. Cardinal Leopoldo di glor. mem.

Preſſo alla Gallerìa ſi trovano le ſtanze della
ro
D ſe;
s'ac-
D. ben-
corre
D 3 ve
ſurata
SECONDA
GIORNATA.
SECONDA
GIORNATA.
SECONDA
GIORNATA.
SECONDA
GIORNATA.
FONDERIA di S. A. R. dove ſi fabbri-
cano Olj, Balſami, Quinteſſenze, e varie for-
te di medicamenti di ſingolar perfezione,
che fin da' Principi grandi vengon deſidera-
ti, benchè non manchi la real munificenza
de' noſtri Sereniſſimi Padroni di diſpenſarne
giornalmente grandiſſima quantità.
E' anco
degno d'oſſervazione in queſto luogo il
CORRIDORE coperto, fatto fabbricare,
dal G. Duca Coſimo I. col diſegno di Gior-
gio Vaſari, o come meglio ha creduto uno
Scrittore moderno, col diſegno del Buon-
talenti, il quale diede il modello per le ſtan-
ze della Gallerìa, e ſpecialmente della Tri-
buna
.
E` lungo queſto Corridore ſecento paſ-
ſi, largo ſei, e alto più d'otto, e cominci-
ando dal Palazzo de' Pitti, conduce ſino al-
la Gallerìa, e al Palazzo Vecchio.
Ha le,
pareti di dentro adornate di grandiffimi qua-
dri, dipinti a chiaroſcuro, ne' quali ſi rap-
preſentano l'azioni più glorioſe di Carlo
Quinto Imperadore, di Filippo Secondo
delle Spagne, d'Enrico Quarto di Fran-
cia, e di Ferdinando Secondo Granduca di
Toſcana
.
Dopo avere ammirate le molte co-
ſe, che abbiamo fin'ora deſcritte, proſeguire-
mo il cammino verso la
PIAZ.
1
SECONDA
PIAZZA DEL GRANDUCA. E per-
chè molte ſono le coſe da oſſervarſi in que-
ſta Piazza ci faremo in primo luogo dal
PALAZZO VECCHIO, fabbricato col di-
ſegno d'Arnolfo, quel famoſo Architetto di
tante fabbriche di queſta noſtra Città, e ſpe-
cialmente della Chieſa del Duomo.
E dando
prima un'occhiata alla magnificenza di que-
ſta fabbrica, oſserveremo la belliſſima Tor-
re, o Campanile, alto braccia centocinquan-
ta, e ſoſtenuto da quattro colonne groſſiſſi-
me, le quali tanto più rendono mirabile, e
prodigioſo queſt'Ediſizio.
Dipoi nell'ingreſ-
ſo, o ringhiera del Palazzo ammireremo a
man deſtra nell'entrare, la grande ſtatua di
marmo di mano del Bandinelli, che rappre-
fenta quand'Ercole abbatte Cacco.
Sono
amendue queſte figure di gran lunga maggio-
ri del naturale, ma così al vivo eſprimenti,
e di rara bellezza, che non ſi ſaziano i
Profeſsori d'ammirare il loro pregio.
E di ve-
ro ſe riguardiamo alla figura dell'Ercole,
chi vidde mai un'altro Uomo di corpo più
robuſto, e più forte, di portamento più fie-
ro, di volto più maeſtoſo, e terribile?
E ſe
quella di Cacco ſuperato dal ſuo nimico, chi
non gli ſcorge nel volto un affannoso timo-
re, ſimile a quello di colui, che dalla deſtra
nimica aſpetti il colpo fatale?
Ma ſe bella,
e di grande ſtima è la ſtatua dell'Ercole,
belliſſima, e di maggior perfezione è quella
di David ſcolpita dal Buonarroti, e benchè
fatta negli anni ſuoi giovenili, è dagl'inten-
denti per opera ſingolare celebrata.
E` il Da-
vid, come ſi vede, d'età florida, come appun-
1 to ce lo deſcrivono le Sagre Storie, quando
del Gigante Golìa riportò la ſegnalata
vittoria
.
Spira il ſembiante di queſto Santo Cam-
pione una maeſtoſa bellezza, e nella vaga,
ſimetria delle ſue membra, ſi ſcorge tutto
quello, che di bello, e di perfetto può formar
la natura nel corpo umano.
Sebbene, qual'è
quel corpo umano, in cui ſi uniſcano in ſom-
mo grado, come in queſta figura, tutte le
perfezioni maggiori?
Dopo queſte due ſta-
tue, ſi trovano due Figure, o Termini pari-
mente di marmo, uno di mano del Bandi-
nelli, l'altro di Vincenzio Roſſi ſuo ſcolare,
amendue fatti con grandiſſima diligenza.
E
finalmente entrando nel Cortile del Palazzo,
vedeſi in mezzo una Fontana di porfido, ſo-
pra la quale ſcherza un Fanciullo ſcolpito in
Bronzo, di mano d'Andrea Verrocchio.

E` ſoſtenuto queſto Cortile da groſſe colon-
ne di pietra ſorte, lavorate con belle grot-
teſche, e tra le coſe degne di lode vi è una
ſtatua d'Ercole, che uccide Cacco, di mano
di Vincenzio Roſſi da Fieſole, non inferiore
a quella del Bandinello ſuo maeſtro.
Salen-
do al primo appartamento, trovaſi un magni-
fico Salone, di ſtraordinaria grandezza, la
ſoffitta del quale, come altresì le pareti, ſon
dipinte da Giorgio Vaſari con ſingolar mae-
ſtria
.
In trentanove quadri della ſoffitta, con
belliſſimi intagli, e ornamenti dorati, ſi rap-
preſentano l'azioni, e fatti più ſegnalati del-
la noſtra Città, e della Real Caſa felicemen-
te regnante, Madre fecondiſſima d'Uomini
illuſtri, e di celebratiſſimi Eroi.
Nelle pare-
ti ſi vede dipinta a freſco la guerra, e preſa
di Siena, la Battaglia fieriſſima di Marciano,
1 l'aſsedio di Piſa, ed altre memorabili im-
preſe
.
Anco negli angoli del predetto Salo-
ne, ſi vedono quattro grandiſſimi quadri di-
pinti a olio, due de' quali ſon di mano del
Ligozzi, e gli altri due del Cigoli, e Paſſi-
gnano
.
In un di quei del Ligozzi ſi rappre-
ſenta quando S. Pio Quinto incorona Co-
ſimo Primo, creandolo Granduca di Toſca-
na, ed ornandolo di Corona, e Manto rea-
le
.
E nell'altro, ſon figurati que' dodici Fio-
rentini, che da vari Potentati del Mondo,
in un medeſimo tempo furono mandati Am-
baſciadori a Bonifazio VIII. Sommo Ponte-
fice, de' quali cantò il Verino:
to
D 5 Paf-
GIORNATA.
SECONDA
Romane merito Antiſtes Bonifacius Urbis,
Cum Florentinos diverſis partibus Orbis
Vidiſſet Roma, Regum mandata ferentes,
Terrarum ſemen, tu quinta elementa vocavit.
In quello del Cigoli mirabilmente ſi rap-
preſenta quando Coſimo, ancor giovanetto
di diciotto anni, ſu eletto Duca di Firenze,
e da tutti i Senatori inchinato per loro Prin-
cipe, e Sovrano: e finalmente in quello del
Paſſignani ſi dimoſtra la ſolenne funzione ce-
lebrata in Firenze, quando il medeſimo Co-
ſimo preſe l'Abito della Religione di S. Ste-
fano Papa, e Martire, della quale fu egli il
primo Fondatore, e Gran Maeſtro.
Ma che
diremo delle ſtatue, che vagamente adorna-
no la gran Sala?
Sono in faccia di eſſa ver-
ſo la Piazza tre grandi ſtatue di marmo mag-
giori del naturale, cioè quella di Leon X.
Sommo Pontefice nella nicchia del mezzo,
quella di Giovanni de' Medici Padre di Co-
ſimo a man deſtra, e quella del Duca Aleſ-
ſandro a man sinistra, siccome da' lati ſi ve-
1 de la ſtatua di Clemente VII. e a rincontro
quella del Granduca Coſimo Primo, tutte di
mano del Cavalier Bandinelli.
Bellissima an-
cora, anzi ſopra tutte ammirabile è la ſtatua
della Vittoria, che ha ſotto di ſe un prigio-
ne, di mano del Buonarroti, il quale deſti-
nata l'avea per lo Sepolcro di Papa Giulio
II. ma non avendola affatto terminata, la-
ſciolla in Firenze.
Seguono a queſta i ſei
gruppi di mano di Vincenzio Roſſi, ne' qua-
li ſi rappreſentano le forze d'Ercole, e ſpe-
cialmente quando ſoffoga Anteo, quando
uccide il Centauro, quando getta Diomede
a' Cavalli, che il divorino, quando porta
il Porco vivo in iſpalla, quando aiuta ad
Atlante reggere il Cielo, e quando vince la
Regina dell'Amazzoni: Opere tutte degne
di lode, e nelle quali, come ſcrive il Bor-
ghini, ſi veggono belliſsime, e fiere attitu-
dini, e grandiſsima diligenza nell'arte.
Da
queſta all'altre ſtanze paſſando del medeſimo
appartamento, vedremo molte belle pitture
a freſco del mentovato Vaſari, col diſegno
del quale fu queſto Palazzo in gran parte
riordinato
.
Ma ſalendo agli appartamenti di
ſopra, della Sala chiamata dell'Oriuolo, tro-
veremo una figura di marmo, che rappreſen-
ta un David di mano di Donatello, ed un'al-
tra di S. Giovan Batiſta ſopra la porta del-
l'Audienza, di mano di Benedetto da Maia-
no, amendue grandemente lodate da' Profeſ-
ſori
.
Da queſta ſtanza s'entra nella ricchiſ-
ſima
de
GIORNATA.
GUARDAROBA del Granduca, piena di
coſe prezioſe, di vaſi d'oro, e d'argento,
1 e di ſuppellettili, e ornamenti belliſſimi,
nella deſcrizione de' quali molto tempo ſi
potrebbe impiegare, anzi un intero volume
richiederebbeſi per chi voleſse ad una ad
una deſcrivere l'innumerabili coſe, che vi
ſi trovano.
Diremo ſolo, come di coſa a,
mio giudizio più rara, trovarſi in queſto
luogo l'originali Pandette di Giuſtiniano,
chiamate in oggi le Pandette Fiorentine, e
ſtimate più d'un teſoro da chi riguarda la
rarità, ed eccellenza d'un manoſcritto ce-
lebre
.
Ritornando nella medeſima ſtanza, o
Sala dell'Orivolo, paſseremo nella
D 6 e di
SECONDA
SALA dell'Udienza vecchia, in cui ve-
dremo dipinte a freſco alcune belliſſime,
Storie, di mano di Franceſco Salviati, che,
rappreſentano alcuni fatti più ſingolari di
Furio Cammillo, quel valoroſo Campione,
che in tante glorioſe impreſe a favor della
Patria ſi ſegnalò.
E di poi oſserveremo la
CAPPELLA tutta dipinta dal Grillandaio,
e nella quale conſervansi molte Reliquie inſi-
gni
.
Vedute queſte, ed altre coſe nel Palaz-
zo Vecchio, faremo ritorno nella medeſima
Piazza, per oſſervare in eſsa la bella
LOGGIA, detta comunemente de' Lanzi,
fabbricata col diſegno d'Andrea Orcagna,
Pittore, Scultore, e Architetto Fiorentino
nell'età ſua valentiſſimo.
Sotto gli archi di
queſta Loggia ſi vedono tre belle Statue,
ciaſcheduna delle quali merita ſomma lode.

La prima ſcolpita in bronzo per mano di Do-
natello, rappreſenta Giuditta; a' piè della qua-
1 le giace Oloferne immerso nel ſonno, e,
per l'ubriachezza ſuora de' ſenſi.
Sopra il
volto di quest'Amazone divina è un inſolito
ardire: e tutta piena di coraggio ſi vede vi-
brare il colpo, per recidere il capo all'Ini-
mico
.
Nella ſeconda Statua, ancor'eſsa ſcol-
pita in bronzo da Benvenuto Cellini, vien
figurato un Perſeo, c'ha nella deſtra il ſerro,
e nella ſiniſtra la teſta di Medusa reciſa dal
buſto, tutta grondante di ſangue, e ſenza
ſpirito, giacente a' piè dell'ucciſore.
E` com-
mendata queſta figura in ogni ſua parte, e
ben dimoſtra il valore di Benvenuto, il qua-
le, per avviſo degli Intendenti, così felice-
mente condusse l'opera, che non un bronzo
inſenſibile, ma una figura viva, ed animata
raſſembra
.
Degno ancora di molta lode, ſi
è il baſſo rilievo di bronzo, che ſerve di or-
namento alla baſe, nel quale ſi vedono An-
dromeda, e Perſeo, con altre figure, che,
tutta l'Istoria compiutamente dimoſtrano.

Nella terza, ch'è più d'ogn'altra ſtimabile,
e di maggior perfezione, per quello, che ne
dicono i Profeſſori, s'ammira un gruppo di
tre figure di marmo, mirabilmente ſcolpite
da Gio: Bologna, e denotanti il Ratto d'una
Sabina
.
Nel vecchio caduto a terra per l'im-
peto del ſuo nemico, vien figurato il Padre
della fanciulla, in atto d'impedire la fuga
al rapitore, e perciò col volto irato, ed in-
ſieme dolente, come ad un miſero padre ſi
conviene, a cui ſia tolta per forza la pro-
pria figlia.
Nel giovane di corpo robuſto,
d'aſpetto fiero, e ripien di furore, ſi rap-
preſenta un Soldato Romano, che in occa-
ſtone de' giuochi publici, nella nuova Città
1 di Roma celebrati, rapiſce al padre una don-
zella Sabina, ch'era venuta con molte com-
pagne alla feſta.
E nella femmina tenera, e
delicata, ma piena di timore, e ſpavento,
ſi dimoſtra la Donzella rapita: e finalmente
in tutte tre le fignre, ſi riconosce una vivez-
za grande, che chiunque fiſſamente le mi-
ra non ſi ſazia di commendarle in eſtremo,
come già fecero tant'eruditi Ingegni, chi in
proſa, e chi in verſi, eſaltando l'eccellenza
di queſt'opera inſigne, alla quale, perchè foſ-
ſe in ogni parte compiuta, fu aggiunto nel-
la baſe un baſſo rilievo, fatto con ſomma,
induſtria, e diligenza, dove tutta l'Iſtoria
del rapimento delle Sabine ſi rappreſenta.

Camminando più oltre, ſul canto del Palaz-
zo, e quaſi in mezzo la Piazza ſi trova la
le
di
GIORNATA.
SECONDA
FONTANA fatta dal Granduca Coſimo
Primo, col diſegno, e industria dell'Am-
mannati, e da Filippo Baldinucci negli eru-
diti ſuoi Decennali, deſcritta colle ſeguen-
ti parole
,, Appariſce nel mezzo d'un gran
vaſo pieno di limpidiſſime acque ſgorganti
da molti zampilli, il qual vaſo è figurato
pel Mare, il gran Coloſſo del Nettunno, al-
to dieci braccia, ſituato Sopr'un Carro, ti-
rato da quattro Cavalli marini, due di mar-
mo bianco, e due di miſtio, molto belli, e
vivaci; il Nettunno ha tra le gambe tre ſi-
gure di Tritoni, che inſieme con eſſo poſa-
no ſopr'una gran conca marina in luogo di
Carro
.
Il vaſo è di otto facce di marmo mi-
ſtio, quattro minori, e quattro maggiori.
Le
quattro maggiori fon vagamente arricchite
con figure di fancialli, ed altre coſe di bron-
1 zo, come chiocciole marine, cornucopie,
cartelle, e ſimili.
s'alzano ſul piano delle
medeſime certi imbaſamenti, ſopra ciaſche-
duno de' quali poſa una Statua di metallo
maggiore del naturale, e ſono in tutte quat-
tro: due femmine, che rappresentano Teti,
e Dori, e due maſchi figurati per due Dei
marini
.
All'una, e all'altra parte di ciaſche-
duna di queſte faccie minori, ſono due Sa-
tiri di metallo, in varie, e belliſsime attitu-
dini
.
Le quattro facce maggiori ſon tanto
più baffe, quanto baſti per poterſi da chic-
cheſſia godere la limpidezza dell'acqua, la
quale ſtraboccando grazioſamente, è ricevu-
ta da alcune belle nicchie.
Nel gran vaſo,
ed in ſomma in tutto è così ben diſposta, e
con tanta maeſtà ordinata, che è proprio una
maraviglia
.
Vicino alla Fontana, ſopra una
gran Baſe di marmo, è una bellisſima
zo,
GIORNATA.
STATUA di bronzo, di mano di Gio: Bo-
logna fatta ereggere l'anno 1594. dal Gran-
duca Ferdinando Primo, alla glorioſa memo-
ria di Coſimo ſuo Genitore: adornando le
facciate di queſta Baſe tre baſſi rilievi di
bronzo, in un de' quali ſi rappreſenta la,
Coronazione del mentovato Granduca Coſi-
mo, da effo meritata Ob Zelum Religionis, pra-
cipuumque Iuſtitia Studium,
come ſi legge,
nell
'inſcrizione.
Nel ſecondo, la glorio-
ſa entrata nella Città di Siena, obbedien-
te al ſuo comando dopo la conſeguita Vit-
toria
.
E nel terzo, quando dal Senato Fio-
rentino, ancor Giovanetto ne ſu creato Du-
ca di Firenze, laſciando luogo nella quarta
facciata ad una nobile, ed erudita Inſcrizio-
ne del tenore ſeguente.
Co-
1
SECONDA
Coſmo Medici Magno Etruria Duri Prime
Pio Felici
Invicto Iuſto Clementi Sacra Militia Paciſq;
In Etruria Authori. Patri & Principi optimo
Ferdinandus F. Magnus Dux III. erexit
A. M. D. L. XXXXIIII.
Da queſta Piazza farem paſſaggio alla vici-
na Chieſa di
ORSAMMICHELE, fabbricata nel luo-
go iſteſſo, dove per avanti era il Granaio
del Comune, e perciò detta Horreum S. Mi-
chaelis
; o piuttoſto dall'antico nome S. Mi-
chaelis in horto
, di poi chiamata corrottamen-
te Orſan Michele.
E` questo grand'edifizio
da ogni parte iſolato, e con belliſſima pro-
porzione, ed ottima Architettura condotto.

Ha per di fuori quattordici Nicchie, o Ta-
bernacoli, in varie fogge intagliati, ed in,
cui furono collocate diverse Statue, alcune
di bronzo, ed alcune di marmo, lavorate,
da i più rari, ed eccellenti Maestri, che fio-
riſsero in queſta noſtra Città.
Sono adunque
di Lorenzo Ghiberti quel celebre Scultore,
che lavorò le Porte della Chieſa di S. Gio-
vanni, tre Statue di bronzo, cioè di S. Mat-
teo Apoſtolo, ed il S. Stefano preſso la,
porta principale, e il S. Gio: Batiſta dalla
parte oppoſta.
Baccio da Montelupo fece,
la bella Statua di bronzo di S. Gio: Evan-
gelista; e Donatello ne fece tre di marmo,
le quali ſon tenute in gran pregio, come,
opere veramente maraviglioſe.
La prima è
il S. Pietro Apoſtolo, la ſeconda il S. Mar-
co Evangeliſta, e la terza il S. Giorgio, ſta-
tua, che non ha pari, e che ſecondo il pa-
1 rere di tutti li Profeſſori, più ſi può commen-
dare, che immitare.
Per lo che non è ma-
raviglia, ſe le Repubbliche di Venezia, e di
Genova, ed altri Principi dell'Europa più
volte ne faceſſero inſtanza, offerendo gran
ſomma di denaro, perchè foſſe loro conce-
duta
.
Anco Nanni, o Giovanni d'Antonio,
diſcepolo di Donatello ne fece tre, cioè i
Quattro Santi dentro un ſol Tabernacolo, il
S. Filippo Apoſtolo, ed il S. Eligio Veſcovo,
chiamato comunemente S. .
D'Andrea,
Verrocchio è il S. Tommaſo Apostolo, che
mette il dito nel Coſtato di Criſto, opera,
molto ſtimabile; allato alla quale è la Statua
di S. Luca Evangeliſta di mano di Gio: Bo-
logna, ſcolpita in bronzo con ſingolare arti-
fizio
.
In Chieſa ſi vede un Tabernacolo, o
Cappella iſolata, tutta di marmi vagamente
intagliati, ed abbellita di baſſi rilievi, per
opera, diſegno, e induſtria d'Andrea Orca-
gna; e nel predetto Tabernacolo s'adora,
un'Immagine di Maria Vergine molto anti-
ca, dipinta da Ugolino Saneſe, e tenuta,
ne' tempi andati in ſomma venerazione, av-
venga che ſino al tempo della terribile, e
ſpaventoſa peſte del 1348. che infettò la mag-
gior parte del Mondo, incominciaſſe gran-
demente a fiorire il di lei culto, concorren-
dovi grandiſſimo popolo con larghe offerte,
dalle quali in breviſſimo tempo ſi poterono
accumulare più di trecentomila fiorini d'oro,
parte impiegati in ſovvenimento de' poveri,
e parte nell'adornar queſta Chieſa.
Sono an-
cora ſopra l'Altar maggiore tre Statue di
marmo, cioè S. Anna, la Santiſſima Vergi-
ne, ed il Bambino Giesù, di mano di Fran-
1 ceſco da Sangallo; ſiccome ne' pilaſtri alcu-
ne belle pitture moderne, tralaſciando l'an-
tiche di Agnolo Gaddi, e di Iacopo del Ca-
ſentino, da cui fu dipinta la volta.
Vi è in
oltre un Criſto Crocifiſſo di legno, avanti al
quale il grand'Arciveſcovo S. Antonino ſo-
leva da giovanetto giornalmente fare orazio-
ne, quivi apprendendo, più che dalle ſcuo-
le terrene, la vera ſapienza, di cui fu egli
grandemente dotato.
Nelle ſtanze ſopra la
Chieſa fu dal Granduca Coſimo Primo eret-
to il pubblico, e generale Archivio di Fi-
renze, dove ſi conſervano innumerabili Scrit-
ture, ed Inſtrumenti pubblici, con grandiſſi-
ma fedeltà, e diligenza non ordinaria.
Pro-
ſeguendo il viaggio per la via de' Calzaiuo-
li, detta il Corſo degli Adimari, o pure per
Calimala, chiamata in oggi corrottamente,
Calimara, luogo un tempo famoſo per l'ab-
bondanza del traſſico, o negozio, che quivi
ſi eſercitava, ed anco di preſente s'eſercita,
arriveremo in
rere
ceſco
GIORNATA.
SECONDA
MERCATO VECCHIO, che per iſcherzo
chiamaſi il Giardino di Firenze, per le mol-
te delizie, che in abbondanza vi ſi trovano, e
delle quali la Città di Firenze al par d'ogn'al-
tra è copioſa.
Quivi vedremo ſopra una,
Colonna di granito, una ſtatua di pietra, rap-
preſentante la Dovizia, di mano di Dona-
tello; e più oltre una Loggia, deſtinata alla
vendita del peſce, fatta quivi fabbricare dal
Granduca Coſimo Primo.
Vi ſono ancora,
molte Torri di non ordinaria grandezza, in
una gran parte delle quali rieſcono l'abita-
zioni degli Ebrei, riſtrette ad un luogo chia-
mato il
GHET-
1
GIORNATA.
GHETTO, ove per avanti era un infame
poſtribolo, di cui fanno menzione gli Scrit-
tori citati dal Baldinucci nella vita del Buon-
talenti
.
Queſto Ghetto è ſtato modernamen-
te molto ampliato, con abitazioni aſſai co-
mode
.
Laſciando di viſitar molte Chieſe,
che nel riſtretto di Mercato ſi trovano, per
non tediar maggiormente il Foreſtiero in co-
ſe di minore importanza, giungeremo per
la via del Corſo, alla Chieſa di
S. MICHELE BERTELDE, oggi detta da-
gli Antinori, dove abitano PP. Teatini, oſ-
ſervando prima molte belle fabbriche di Pa-
lazzi vicini alla Chieſa, e ſpecialmente quel-
lo de' Tornabuoni, ora de' Marcheſi Corſi,
quello de' Giacomini, la cui Architettura è
ſingolare, quello degli Antinori, e quello
de' Paſquali, con molti appreſſo.
Or queſta
Chieſa, fatta da' fondamenti reſtaurare dal-
la felice memoria del Sereniſſimo Cardinal
Carlo de' Medici Principe religioſiſſimo, già
Decano del Sacro Collegio, col diſegno, e
induſtria di Matteo Nigetti Architetto, quan-
tunque ella non ſia molto grande, ſi può non-
dimeno annoverare tra le più vaghe, e più
adorne di queſta noſtra Città, per non dir
ancora dell'Italia.
E di vero, cominciando
dalla facciata di pietre forti, è così nobile, e
leggiadro il ſuo diſegno, e lavoro, che cer-
tamente non può vederſi coſa, meglio
inteſa, più finita di quella.
Sonovi due
Statue di marmo nelle nicchie, più grandi
del naturale, come altresì quelle ſopra la,
porta, che ſono aſſai belle.
Maggiori però,
e di più vaga apparenza ſono gl'interiori or-
1 namenti, imperciocchè diviſati con Archi-
tettura d'ordine Compoſito, ed arricchiti di
pietre ſerene, lavorate con ſingolar pulitez-
za, oltre le ſtatue, e le pitture di pregio,
che vi ſi trovano, empiono l'occhio di chi
gli mira, di ſtupore, e diletto.
Procedendo
adunque coll'iſteſs'ordine dell'altre coſe da
noi ſin'ora deſcritte, oſſerveremo primie-
ramente le Cappelle tutte incroſtate di mar-
mi, e adorne di belle pitture a freſco, e di
Tavole molto ſtimate.
Nella prima all'en-
trare a man deſtra, vedremo la Tavola del
martirio dell'Apoſtolo S. Andrea, di mano
del Ruggieri.
La ſeconda, dov'è dipinto
l'Arcangiolo S. Michele, è del Vignali.
E
nella terza, Matteo Roſſellini dipinſe S. Gae-
tano, e S. Andrea Avellino ſuo Compagno,
due lumi chiariſſimi di queſta inſigne Reli-
gione
.
Accanto a queſta Cappella è il Se-
polcro coll'Iſcrizione, e Ritratto dell'Avvo-
cato Agoſtino Coltellini Fondatore della ce-
lebre Accademia degli Apatiſti.
In faccia,
poi delia Croce, di mano d'Ottavio Vanni-
ni è dipinta l'Adorazione de' Magi; e alla
Cappella, che ſegue, di mano del Roſſellini
v'è una Tavola della Natività di N. Sig.
L'Al-
tar maggiore, poſto nella Tribuna di mezzo,
fra l'altre cose di pregio, ha un ricchiſſimo
Ciborio d'argento, opera di Benedetto Pe-
trucci
.
Bello ancora, e grandemente ſtimato
è il Criſto di bronzo, di mano di Franceſco
Suſini, e vaga viſta rende la Cupola della,
Tribuna, dipinta da un Religioſo dell'iſteſso
Convento, che ha pur dipinta tutta la volta
della Chieſa.
Seguitando dall'altra mano,
nella Cappella vicina all'Altar Maggiore,
1 vi è una Tavola dipinta dal mentovato Roſ-
ſellini, e in faccia alla Croce, un'altra ſimi-
le del Bilivelti di gran bellezza.
Quì non,
diſpiaccia all'crudito Foreſtiero l'oſſervare
alcune dotte Inſcrizioni ſopra la nobiliſsima
famiglia de' Bonſi, che da Firenze paſſata in
Francia, non ſolo v'acquiſtò titoli, e Domi-
nj riguardevoli, ma in breve tempo diede
alla Chieſa di Biſiers ſei Veſcovi, e al Va-
ticano due Porporati.
Nella Cappella, che ſe-
gue, l'Aſſunzione di Maria Verg. in Cielo
fu dipinta da Mario Balaſsi; e nell'altra,
ch'è appreſſo, Pietro da Cortona quel cele-
bre Pittore de' noſtri tempi, dipinſe la bel-
la Tavola del Martirio di S. Lorenzo.
Ador-
nano ancora queſta Chieſa quattordici ſtatue
di marmo, che 12. rappreſentano gli Apo-
ſtoli; ed altrettanti baſsi rilievi a piè di quel-
le
.
Finalmente non v'è coſa, che non accre-
ſca vaghezza, e non iſpiri maeſtà, o deco-
ro
.
Anco la Librerìa, ch'è nel Convento,
è degna d'eſſer veduta, non ſolo per la co-
pia de' Libri, ma eziandio per la rarità
de' medeſimi.
Camminando verſo il canto
de' Carneſecchi, ſopra d'una gran baſe ſi ve-
de la ſtatua, chiamata comunemente il
na-
vi
SECONDA
GIORNATA.
CENTAURO, ſcolpita in marmo da Gio:
Bologna, che rappreſenta Ercole in atto d'uc-
cidere Neſſo Centauro.
Bella ſenza dubbio,
e molto dagl'intendenti lodata è queſta Sta-
tua, cavata da un ſol pezzo; e chi contem-
pla l'eſpreſsione della forza, che fanno amen-
due queſte figure, Ercole per abbattere, e
ſuperare il Centauro, e quello per fuggirgli
di ſotto: come altresì, chi oſſerva le diſſi-
1 cultà ſuperate da quell'Artefice, nel condur-
re a fine un lavoro grande, con quella per-
fezione, che vi ſi vede, ingenuamente con-
feſſa, eſſer queſta non ſolo una dell'Opere
migliori di queſto raro Maeſtro, ma ezian-
dio di quanti dopo di lui ſon viſſuti ne' no-
ſtri tempi.
Da queſto luogo faremo ritorno
all'Albergo, viſitando prima la Chiesa di
cultà
SECONDA
S.MARIA MAGGIORE, dove ſtanno Pa-
dri Carmelitani della Congregaz. di Manto-
va, e nella quale vi ſono da oſſervare molte
Tavole di pregio.
In primo luogo è da ſti-
marſi grandemente la Tavola di mano del
Cigoli, dov'è dipinto S. Alberto Carmeli-
tano in atto di liberare dal naufragio uno,
che già pericolava nell'acqua; ed anco quel-
la del Pugliani, che rappreſenta la Maddale-
ma Penitente in atto di comunicarſi.
E` an-
co degna di lode la Cappella de' Carneſec-
chi, la cui volta fu dipinta da Bernardino
Poccetti, e le due Statue di marmo furo-
no lavorate dal Caccini: ſiccome quella de-
gli Orlandini, dov'è la Tavola del Bilivel-
ti, ed alcune pitture a freſco di mano del
Volterrano
.
Riguardevoli ancora ſono le due
Tavole, che appreſſo ſeguono, quella di
S. Maria Maddalena de' Pazzi di mano di
Onorio Marinari, e l'altra di S. Franceſco,
dipinta da Matteo Roſſellini.
Preſſo queſta
Chieſa vi è il
PALAZZO de'Gondi, oggi de' Corſini
Orlandini, da' quali è ſtato modernamente,
accreſciuto, e ridotto alla forma, che di pre-
ſente ſi vede.
Per di dentro è così nobil-
1 mente adornato, e di comode abitazioni ar-
ricchito, che può con ragione uguagliarſi
a' più ſplendidi Palazzi di queſta Città.
La
Sala non ſolo nella volta, ma anco nelle pa-
reti è dipinta per mano di Pietro Dandini.

Il Gherardini, il Gabbiani, ed altri profeſ-
ſori più accreditati hanno dipinto l'altre,
ſtanze contigue, che adornate di ſtucchi
dorati, e di prezioſi arredi, rieſcono
vaghe oltre modo.
E quì per
ultimo faremo fine alla,
ſeconda Giornata
per poter me-
glio
nella ſeguen-
te ſodisfare la no-
ſtra curioſità intorno
all'altre coſe,
che reſtano
da vede-
re
.
mente
GIORNATA.
2[Figure 2]
TER-
1
TERZA
GIORNATA
.
LA Città di Firenze ne' primi tem-
pi della ſua fondazione ebbe co-
piccol recinto d'abitazioni,
che il primo cerchio, così chi-
amato dagli Scrittori, fu ſola-
mente riſtretto ad alcune poche
contrade preſſo a Mercato vecchio: ma cre-
ſcendo gli abitatori in gran numero, e non
potendo capire in un luogo cotanto anguſto,
fu coſtretta a dilatare i confini, i quali in,
più volte accreſciuti, giunſero finalmente a
quel ſegno, che a' noſtri giorni ſi vede.
In
un di queſti accreſcimenti della Città, è fa-
ma appreſſo gli Scrittori antichi, e moderni,
eſſerſi dato principio a fabbricare in quella
parte, che riman di d'Arno verſo ponen-
te, alla quale di poi furono aggiunti tutti i
Sobborghi già fuori della Città, ed ora in,
eſſa compreſi.
E perchè fuſſe comodo il paſ-
ſaggio dall'una parte all'altra, furono in va-
rj tempi fabbricati quattro Ponti, quali di
poi caduti nella rovinoſa inondazione, che
ſeguì l'anno 1333. furono fatti reſtaurare,
coll'induſtria, e modello di Taddeo Gaddi,
e in altri tempi rinnovati, come diremo a
ſuo luogo.
Di queſta parte adunque, che ri-
mane di d'Arno, ragioneremo nella pre-
ſente Giornata, con quell'iſteſſa brevità, col-
la quale abbiamo ſin'ora proceduto nelle paſ-
1ſate. Pertanto, partendoci dall'Albergo, c'in-
vieremo verſo il Ponte Vecchio, e oſſerve-
remo la Loggia di
sate.
GIORNATA.
MERCATO NUOVO, fatta fabbricare,
dal Granduca Coſimo Primo, ſin dall'anno
1548. col diſegno di Bernardo Taſſo Archi-
tetto
.
Il principale intento di queſto ma-
gnanimo Principe, fu di provvedere al co-
modo de' Mercanti Fiorentini, acciò nell'ore
proporzionate, ridotti in queſto luogo, poteſ-
ſero più facilmente i loro negozi conclude-
re
.
Oggi però ſull'ora di mezzo giorno, vi
ſi raguna la maggior parte della Nobiltà Fio-
rentina, come ſi ſuol fare nelle Città princi-
pali d'Italia.
Sopra alle ſcalee di queſta,
Loggia v'è un Cignale di bronzo, che getta
acqua per bocca, fatto da Pietro Tacca, ſul
modello di quel di marmo, che ſi conſerva
in Gallerìa, opera molto ſtimata da' Profeſ-
ſori
.
Camminando più oltre, ſi trovano mol-
te botteghe d'arte di Seta, che ſu ſempre
eſercitata in Firenze con ſomma lode, e per-
fezione, onde da eſſa ſi ſogliono provvedere
quasi tutte le Città d'Europa, e una gran,
parte dell'Aſia.
Dopo queſte ſi trova la,
Chieſa, e il Convento di
S. STEFANO, dove abitano Religioſi Ago-
ſtiniani della Congregazione di Lecceto.

E` queſta Chieſa antica, quantunque in oggi
ſi veda in gran parte reſtaurata dalla nobil
famiglia de' Bartolommei, ed è adorna d'al-
cune Tavole di qualche ſtima, che per bre-
vità ſi tralaſciano.
Da queſto luogo ſi paſſa
al
E PON-
1
TERZA
PONTE VECCHIO, ſtimato il più ſorte,
e il più gagliardo d'ogni altro Ponte; ſopra
del quale ſi vedono da ambedue le parti fab-
bricate molte botteghe, per uſo d'Orefice.

A piè di queſto Ponte a man deſtra, nel luo-
go ſteſſo, dov'era prima la ſtatua di Marte,
che nel Tempio, oggi detto di S. Giovanni,
era da' Gentili adorata, vi è una
STATUA di marmo, di maniera greca, aſ-
ſai bella, chiamata Aleſſandro Magno; ſebbe-
ne in verità rappreſenta un Aiace grondan-
te di ſangue, e morto per le ſerite dateſi di
ſua mano, eſſendo chiaro nell'Iſtorie, che
il grande Aleſſandro, non dal ſerro, ma dal
veleno rimaſe ucciſo.
Da man ſiniſtra ſi tro-
va la via de' Bardi, in cui fra gli altri è il
PALAZZO del Marchese Tempi nobilmen-
te adornato, in ſaccia all'antica Chieſa di
S. Maria Soprarno; e il
PALAZZO, che fu già di Niccolò da Uzano,
ora del Senator Conte Ferrante Capponi, fat-
to col diſegno di Lorenzo di Bicci, e le antiche
CASE de' Canigiani, e de' Mozzi: e pro-
ſeguendo il cammino per lo Fondaccio det-
to di S. Niccolò, ripieno anch'eſſo di Caſe
aſſai comode, e ſignorili, ſi giugne alla
CHIESA PRIORIA DI S. NICCOLO' det-
to Oltrarno, preſſo alla quale è il
PALAZZO de' Serriſtori molto magniſico:
Di dove tornando indietro per li Renai, ſi ve-
de in ſaccia il maeſtoſo
PA-
1
GIORNATA.
PALAZZO de' Baroni del Nero, alzato in
parte col diſegno di Tommaſo del Nero, e
accanto ad eſſo il
PONTE, detto ALLE GRAZIE, per
una Cappella di grandiſſima devozione, che
ha il titolo di S. Maria delle Grazie, e al-
tramente il Ponte a Rubaconte, dal nome,
di Meſſ. Rubaconte da Mandello Podestà di
Firenze, che lo ſece ediſicare.
Si può anche
oſſervare ſulla Piazza de' Mozzi il
MONASTERO de' Padri Miniſtri degl'In-
ſermi di S. Gregorio; e in faccia ad eſſo il
PALAZZETTO del Senatore Scarlatti.
Tornando poi verſo il Ponte Vecchio, tro-
veremo a man ſinistra la Chieſa di
S. FELICITA; e ſi potrà oſſervare ſulla.
Piazza una Colonna di granito, ſopra la qua-
le vi è la ſtatua di S. Pietro Martire, eretta
quivi ad onor ſuo, per avere in Firenze,
colla ſua predicazione, ed eſempio, fatto
gran frutto; ed anco in ſegno delle vitto-
rie avuteſi da' Cattolici contra gli Eretici
Manichei, propriamente Padri degli Al-
bigenſi
.
Entrando in Chieſa, troveremo al-
cune Tavole dipinte da eccellenti Maeſtri,
d'alcune delle quali daremo brevemente noti-
zia
.
La prima, ch'è in molta ſtima,è la Tavola
della Cappella de' Capponi, di mano di Ia-
copo da Pontormo, come altresì quella di
Bernardino Poccetti nella Cappella de' Ca-
nigiani
.
Belle ancora ſono le due Tavole vi-
cino al Sepolcro del Cardinale de' Roſſi, ſat-
1 te da Ridolfo del Grillandaio, e da Miche-
le ſuo figliuolo.
E' anco mirabile un Ritrat-
to d'Aleſſandro Barbadori nella croce della
Navata a man ſiniſtra, di Moſaico, ma con
tal eccellenza condotto, che da molti vien
creduto dipinto in tela, ed è una delle più
bell'opere, che ſino al giorno d'oggi in,
tal genere ſi ſiano vedute.
In oltre alla Cap-
pella de' Guicciardini ſi vede una belliſſi-
ma Tavola di mano di Simone Pignoni Pit-
tore ſtimatiſſimo, il quale con mirabile,
invenzione, e colorito aſſai vago, ha rap-
preſentato un S. Luigi di Francia, che.
ſerve a Menſa alcuni Poveri da eſſo convi-
tati
.
Dietro a queſta Chieſa, ſopra la Coſta
a S. Giorgio, reſtano due Conventi, e Chie-
ſe di Monache, una delle quali ſotto il tito-
lo dello
E a te
TERZA
SPIRITO SANTO, è ſtata riccamente.
adornata di Stucchi dorati; ed in eſſa ſi ve-
de all'Altar maggiore un belliſsimo quadro
di mano di Anton Domenico Gabbiani; co-
me altresì il
CONVENTO, e CHIESA de' Padri Ago-
ſtiniani Scalzi, ſatto ſabbricare dalla gl. mem.
di Madama Criſtina di Lorena, moglie del
Granduca Ferdinando Primo, e Principeſſa
di ſingolar prudenza, e di bontà di vita.
eſemplare
.
Di queſte Chieſe però tralaſce-
remo di ſar più diſtinta menzione, per proſe-
guire il viaggio verſo la Piazza, e
PALAZZO DE' PITTI, uno de' più mae-
ſtoſi ediſizj, che ſi veggano in tutta l'Italia,
1 e ſuori, come aſſermano giuſtamente molti
eruditi Scrittori, e maſsimamente Filippo
Baldinucci nella deſcrizione del nuovo mo-
dello, e diſegno, che già ſece di queſto Pa-
lazzo il virtuoſiſſimo Paolo Falconieri primo
Gentiluomo della Camera del Granduca di
Toſcana
.
Di queſto adunque maeſtoſo edi-
ſizio, incominciato col diſegno di Filippo
di Ser Brunelleſco, a ſpeſe di Luca Pitti
Gentiluomo Fiorentino, e perciò detto ſi-
no al d'oggi de' Pitti [quantunque ſino
al tempo del Granduca Coſimo Primo, e di
Leonora di Toledo ſua moglie, che lo com-
prò, diveniſſe abitazione de' Granduchi re-
gnanti] di queſto ediſizio, dico, dovendo
noi ragionare, diſſicilmente pottemo in un
breve riſtretto tutte le ſue parti deſcrivere,
imperciocchè, non la grandezza della mole,
in cui ben ſappiamo trovarſene in Italia, e
ſuori, moltiſſimi eguali, e ſorſe ancora mag-
giori, ma l'eſquiſitezza dell'Architettura, le
ſtatue, e le pitture inſigni, che nobilmente
l'adornano, e l'altre coſe di pregio, che vi
ſi trovano, il rendono ſopra d'ogni altro,
mirabile, e ſingolare.
Primieramente la ſac-
ciata di queſto Palazzo lunga quanto la Piaz-
za, ed alta a proporzione, è tutta incroſta-
ta di grandi bozze di pietre ſorti, d'ordine
ruſtico; ma così ben diviſato, che vi riſplen-
de una maeſtoſa bellezza.
Più vaga però rie-
ſce in viſta la Loggia, ed il Cortite, fatto
col diſegno dell'Ammannato, perchè, muta-
to l'ordine della prima Architettura, con-
tale avvedutezza però, che non diſconveniſ-
ſe all'Opera già cominciata, ſi vede il pri-
mo appartamento di forma Dorica, il ſecon-
1 do d'ordine Ionico, ed il terzo di Corintio,
tutti e tre adornati di varie Colonne, di bel-
liſſimi Fregi, e d'un ricchiſſimo Cornicione.

In faccia poi del Cortile, v'è una grotta,
dentro la quale ſi trova una Peſchiera, di for-
ma ovata, con varj zampilli d'acque, le qua-
li pare che ſcaturiſcano dalla terra, al cenno
di Moſè, ivi rappreſentato in una grande
ſtatua di porſido.
Adornano ancora la fac-
ciata due altre Pile, con ſue ſontane vaga-
mente intagliate; come altresì due grandi
ſtatue di marmo, che una rappreſenta Paſ-
quino, che ſoſtiene Aleſſandro, l'altra Er-
cole, che ha ſuperato Anteo, amendue di ma-
niera Greca molto ſtimate.
Ma che diremo
della Fontana ſopra la grotta, al pari del pri-
mo piano di queſto Regio Palazzo?
Vedeſi
un gran Vivaio, nel quale ſcherzano alcuni
bambini di marmo ſopra Cigni, e nel mez-
zo di eſſo s'alza una fonte, con una gran.
tazza di pozzolana, nella quale verſano in.
gran copia l'acque da varie bande; per lo che
grande è il diletto, che arreca queſta fontana
a chi di ſubito entra nel mentovato Cortile.

Paſſando poſcia ne' Reali appartamenti, ve-
dremo coſe di maraviglia.
Sono le ſtanze del
GRANDUCA Regnante, e molte ancora de-
gli altri PRINCIPI, tutte dipinte, e adorne
di ſtucchi, di mano de' più rari Maeſtri de' no-
ſtri tempi, fra' quali il ſamoſo Pietro Ber-
rettini da Cortona, più d'ogn'altro s'im-
mortalò
.
Bene è vero, che s'io voleſſi ad
una ad una deſcrivere tutte le ſtanze, e l'in-
ſinite coſe di pregio, che vi ſi trovano, trop-
po lungo, e proliſſo riuſcirei, e non un bre-
ve racconto, ma un intiero volume ſi richie-
1derebbe. Baſterà ſolo accennare, che i più
ſicchi, e prezioſi addobbi, le più ſtimabili
pitture, che in qualunque gran Regia ſi poſ-
ſono deſiderare, quivi ſi trovano in grandiſ-
ſima copia, come l'iſteſſo Foreſtiero potrà
meglio ocularmente conoſcere, che io in que-
ſti ſogli rappreſentare.
Non deeſi però paſ-
ſare ſotto ſilenzio, la copioſa raccolta di qua-
dri rariſsimi, fatta già dalla felice memoria
del Sereniſsimo Cardinal Leopoldo: e molto
meno ſi dee tacere la numeroſa Librerìa,
che in queſto Palazzo ſi conſerva, dove non
ſolo i Libri più ſcelti, ma eziandio i mano-
ſcritti più ſingolari abbondano.
Di queſta.
Librerìa ſuole aver cura un ſoggetto quali-
ſicato, e di grand'erudizione, com'è appun-
to chi di preſente v'aſsiſte.
Dal Palazzo fa-
remo paſſaggio al contiguo
e ſuori,
E 3 do
derebbe.
GIORNATA.
TERZA
GIORNATA.
GIARDINO DI BOBOLI, il più vago,
e delizioſo di quanti ſiano in queſta noſtra
Città; avvengachè la magniſicenza coll'ame-
nità, e l'abbondanza coll'induſtria nobil-
mente in queſto luogo garreggino.
La ſua.
circonſerenza fino alle mura della Città per
lunghiſſimo tratto ſi ſtende, nella quale il
colle, e il piano, il domeſtico, ed il ſalva-
tico ſcherzano gentilmente.
Egli è diviſato,
come ſi vede, in boſchetti, in prati, in lun-
ghi viali, e fontane.
Lo adornano moltiſſi-
me ſtatue, ed è ripieno d'alberi, di fiori
d'ogni ſorta, e d'infinite piante d'agrumi.

Vedeſi dunque in primo luogo un Teatro,
che riſponde di faccia al Palazzo; è circon-
dato da mura in forma di mezzo ovato, nel
quale per li paſſati tempi, belliſſimi ſpettaco-
1 li, e feſte magniſiche ſono ſtate rappreſen-
tate con grande applauſo.
Intorno a queſto
Teatro reſta una gran parte del ſalvatico,
che lo rende più maeſtoſo; dopo il quale,
per lunghi viali tutti coperti di piante, e per
un largo, e ſpazioſo Stradone, ſi giunge ad
una Fontana iſolata, di cui più vaga,
più dilettevol coſa ſi può vedere.
Ella è
figurata per l'Oceano, e perciò ſopra la.
Tazza di granito, larga dodici braccia per
ogni verſo, ſi vede una ſtatua di marmo
maggiore del naturale, che rappreſenta Net-
tunno, da' Poeti favoleggiato per Dio del
Mare, ed a' piè di eſſo tre altre ſtatue a ſe-
dere, ſigniſicanti i tre Fiumi più celebri,
cioè il Gange, il Nilo, e l'Eufrate, che ver-
ſano gran copia d'acqua nella Tazza, da cui,
per ſotterranei condotti, paſſa ad altre fon-
ti, ed in varj ſcherzi per lo giardino ſi ſpar-
ge
.
Or queſta belliſſima opera fu dal cele-
bre Gio: Bologna condotta con tal'eccellen-
za, che reſta in dubbio chi la vede, ſe più
debba lodare, o la rara invenzione, o la ma-
eſtrìa del lavoro, tanto l'una, che l'altra,
in perſetto grado s'ammirano.
Parimente in
un gran Vivaio ſi vede un altro Nettunno
ſcolpito in bronzo, ſopra varj moſtri marini
di marmo, di mano di Stoldo Lorenzi, ope-
ra, da quei che intendono, molto lodata.

Vi ſi trova ancora una Grotta, ne' quattro
angoli della quale, col diſegno, ed inven-
zione del Buontalenti, furono collocate quat-
tro ſtatue di marmo, di mano di Michela-
gnolo Buonarroti, ma però ſolamente abboz-
zate, le quali doveano ſervire pel Sepolcro
di Papa Giulio II, e che dal Nipote di Mi-
1 chelagnolo, furono donate al Granduca.
Franceſco
.
Vi ſono inoltre alcune ſtatue d'al-
tri famoſi Maeſtri, che rendon più vaga la
Grotta, che adorna di ſpugne lavorate in va-
rie forme, nella rozzezza di quei materiali
dimoſtra una bellezza non ordinaria.
Ha la
volta tutta dipinta, di mano di Bernardino
Poccetti, con leggiadre, e bizzarre inven-
zioni, che in un medeſimo tempo reca ter-
rore, e diletto; avvengachè quell'ingegnoſo
Pittore, aiutato in parte da una naturale.
apertura, che reſta nella volta, finſe, che
la medeſima volta ſembraſſe di rovinare, e
che da quelle ſeſſure uſciſſero varj animali,
i quali non dipinti, ma veri, e naturali raſ-
ſembrano
.
Del reſto chi voleſse deſcrivere
tutte le ſtatue, che vi ſono ſenza numero
[molte delle quali furono lavorate da mano
eccellente, come quella di Morgante, e Bar-
bino, ritratti al naturale da Valerio Cioli]
e l'altre coſe più riguardevoli, che adorna-
no queſto Giardino, non così preſto termi-
nerebbe, ma di gran tempo averebbe biſo-
gno, come appunto richiedeſi, a chi deſide-
ra minutamente tutte le coſe oſservare di
queſto luogo.
Dopo aver ammirato il Regio
Palazzo, e Giardino de' Pitti, ci porteremo
alla Chieſa di
E 4 li,
che-
TERZA
GIORNATA.
S. FELICE IN PIAZZA, oſservando pri-
ma la Colonna di marmo miſtio di Seravez-
za, eretta in queſto luogo dal Granduca Co-
ſimo Primo, per ricordanza della vittoria.
ottenuta nell'inſigne Battaglia di Marciano.

In Chieſa poi ſi trovano alcune Tavole di
riguardevoli Pittori.
Primieramente alla
1 Cappella Baldocci, la prima a man ſiniſtra,
ſi vede dipinto quando Criſto libera S. Pie-
tro dal nauſragio, di mano di Salvador Ro-
ſa; e alla Cappella del Roſario ſi crede di
mano dell'Empoli eſſigiato il S. Pietro Marti-
re, e S. Diacinto.
Da Gio: da S. Giovanni
con belliſſima maniera ſu dipinto S. Felice
Prete, Titolare di queſta Chieſa; e all'Altar
maggiore di mano di Fra Gio; ſi veggono
figurati nella Tavola molti Santi.
Così nelle
Cappelle, che ſeguono a man deſtra, v'è
una Tavola dipinta da Ridolſo del Grillan-
daio, una del Vignali, e una di Pier di Co-
fimo
.
Uſcendo di queſta Chieſa, in vece di
proſeguire il cammino verſo la Porta di
S. Pier Gattolini, ritornando indietro volge-
remo a man ſiniſtra, dove poco diſtante, ri-
troveremo una Piazza grande, e ſpazioſa, e in
faccia di eſsa la Chieſa, e il Convento, dove
abitano Religioſi Agoſtiniani, chiamata
E 5 Cap-
TERZA
S. SPIRITO, e fabbricata col diſegno del
famoſo Filippo di Ser Brunelleſco, quell'in-
ſigne Architetto, col modello del quale ſ'am-
mirano ſatte tante belliſsime fabbriche in Fi-
renze, ed altrove.
E' l'Architettura di que-
ſto gran Tempio d'ordine Corintio, con ſom-
ma perfezione condotta, e perciò, vaga, e
maeſtoſa appariſce al pari d'ogn'altro Edi-
ſizio di queſta noſtra Città.
La ſua lunghez-
za a centoſeſsanta braccia ſi ſtende, e la lar-
ghezza a cinquantaquattro.
Vien diviſo in.
tre Navate, ripartite da belliſsime Colonne
di pietra bigia tutte d'un pezzo, ſopra le
quali, l'Architrave, il Fregio, e il Cornicione,
da per tutto nobilmente ricorrono.
Con buo-
1 na ordinanza diſpoſte le Cappelle ſi veggo-
no, adornate di belliſsime Tavole, delle qua-
li daremo ſuccinta notizia, per mantenere
quell'ordine ſin da principio intrapreſo.
Co-
minciando a man deſtra vi è una Madonna
di marmo, col Criſto morto in collo, pre-
ſane l'imitazione da quella di Michelagnolo
Buonarroti, che in oggi è poſta in S. Pietro
di Roma.
Più oltre di mano del Franciabi-
gia ſu colorita la Nunziata, e alla Cappella,
che ſegue, ſi vede dipinto da Giovanni Stra-
dano il Salvatore del Mondo, che diſcaccia
dal Tempio quei, che in eſso vendevano, e
compravano, opera in vero grandemente lo-
data, perchè in tutte le ſue parti perſetta.

Del Paſsignani è il Martirio di S. Steſano,
eſpreſso mirabilmente, e di Pier di Coſimo
è la Tavola della Viſitazione con molti San-
ti, alla Cappella di Neri Capponi.
Sandro
Botticelli dipinſe i tre Arcangioli; e Aure-
lio Lomi l'Adorazione de' Magi.
Dopo que-
ſta ſi trova una Tavola alla Cappella de' Vet-
tori, dipinta da Giotto, a cui tanto dee la
Pittura, che per ſua mano riſorſe.
La Ver-
gine nella ſeguente Cappella, fu dipinta da
Ridolſo del Grillandaio: e la Nunziata dal
mentovato Botticelli.
Si vede appreſſo la.
Cappella del Santiſſimo Sagramento, tutta.
incroſtata di marmi carrareſi, lavorati con
bel diſegno, e con varj ornamenti dal San-
ſovino il Vecchio.
Più oltre ſi vede nella.
Cappella de' Cavalcanti, adornata di mar-
mi, la Tavola d'Agnolo Bronzino, dov'è di-
pinto quando Criſto in ſorma d'Ortolano
appariſce alla Maddalena: e d'Aleſſandro Al-
lori ſuo nipote ſono i Martiri, e l'altra Ta-
1 vola, in cui ſi vede eſſigiato il Salvadore,
quando pronunzia la ſentenza contra l'adul-
tera: e ſinalmente, il Criſto ignudo di mar-
mo, che tien la Croce, fu coplato da Tad-
deo Landini, da uno del Buonarroti, ch'è
nella Chieſa della Minerva di Roma.
Che,
diremo poi della Cappella maggiore, quanto
bella per l'Architettura, altrettanto per la ma-
teria, e magniſica, e ricca?
Reſta ella in.
mezzo della Tribuna, da ogni parte iſolata,
ed ha la forma d'un piccolo Tempio, imper-
ciocchè ſopra varie belliſſime Colonne, s'er-
ge una vaga Cupoletta, ſotto la quale è ſi-
tuato l'Altare, lavorato di pietre dure, e
prezioſe, commeſſe con ſingolare artiſizio,
come altresì il Ciborio dell'iſteſſo lavoro.

Reſta dietro all'Altare il Coro di figura ot-
tagona, tutto di marmi carrareſi, e ornato
di varie Statue di marmo, ſcolpite da Gio:
Caccini, che diè il modello di tutta queſt'ope-
ra, nella quale dalla nobil famiglia de' Mi-
chelozzi, che ne fu la fondatrice, grandiſſi-
me ſomme di danaro furono impiegate.
Dal-
la banda ſiniſtra rimane la Sagreſtia, fabbri-
cata col diſegno del Cronaca, in cui tra gli
altri ornamenti, vedremo una bella Tavola di
F. Filippo Lippi, dove con vago colorito di-
pinſe la Vergine col Figliuolo in collo, con
Angioli, e Santi d'attorno.
Un'altra ſe ne
trova di mano d'Aleſſandro Allori, con al-
cune pitture a freſco di Bernardino Poccet-
ti, e in ſomma è queſto luogo degno di mol-
ta lode.
Ammirano ancora quei, che inten-
dono, il Campanile della Chieſa, perſezio-
nato col modello di Baccio d'Agnolo; ſic-
come i Chioſtri, ed il Convento, nel quale
1 ſi trova alcune pitture di pregio. Ritornan-
do per l'iſteſſa via, cammineremo verſo il
canto alla Cuculia, che ſa croce a quattro
belle, e ſpazioſe contrade, e ſpecialmente a
quella de'Serragli, dove ſono molti Palazzi.

Chi ſi voleſſe alquanto dilungare per via.
Chiara, una delle dette quattro ſtrade, po-
trebbe viſitare la Chieſa, e Monaſtero di
na
E 6 vola,
fi
GIORNATA.
TERZA
GIORNATA.
S. CHIARA, dove ſono fra l'altre, due
Tavole di molta ſtima.
La prima ſi è di ma-
no di Pietro Perugino, dov'è un Criſto mor-
to colle Marie; la ſeconda è di mano di Lo-
renzo di Credi, in cui egli dipinſe la Nativìtà
del Signore.
Dirimpetto alla detta Chieſa è
quella delle
CONVERTITE, dov'è di mano del Poc-
cetti una Natività del Signore, ed una Ta-
vola dipinta da Sandro Botticelli.
Ma ſegui-
tando il viaggio incominciato, troveremo
la Chieſa, ed il Convento, dov'abitano Frati
Carmelitani, detta il
CARMINE, grandezza poco inſeriore
a quella di S. Croce.
Ell'è di ſtruttura più
toſto antica, benchè nel ſecolo paſſato foſſe
in gran parte reſtaurata, e di belliſſime pit-
ture arricchita.
Vedeſi dunque nella prima
Cappella a man deſtra una Tavola di mano,
come ſi crede, di Bernardino Monaldi, do-
ve ſi rappreſenta il funerale celebrato a.
S. Alberto Carmelitano.
A queſta ſegue.
l'Adorazione de' Magi, figurata dal Paſſigna-
no: e nella terza rappreſentò Giorgio Vaſa-
ri un Criſto morto in Croce, appiè
1 quale v'è la Vergine addolorata, e la Mad-
dalena piangente.
Di Girolamo Macchietti
è la Tavola dell'Aſſunzione di noſtra Signo-
ra con gli Apoſtoli d'intorno al Sepolcro,
condotta con ſomma induſtria: è dopo que-
ſta la Natività del Signore opera degna del-
l'inſigne pennello di Santi di Tito.
In teſta
del lato deſtro della croce ſi trova la Cap-
pella de' Brancacci, dove di preſente vi è la
devozione della Madonna del Carmine.
Nel-
le pareti di queſta ſono dipinte a ſreſco al-
cune Storie di S. Pietro Apoſtolo, le quali
di vero meritano ſomma lode.
Fu comincia-
ta l'opera da Maſolino, e poi condotta a.
perſezione da Maſaccio ſno diſcepolo, il quale
vinſe di gran lunga il Maeſtro; e fu il pri-
mo, che apriſſe la ſtrada alla buona, e mo-
derna maniera del dipignere, levando in par-
te le durezze, e le altre imperfezioni dell'ar-
te, e molto più fatto avrebbe, ſe la morte
ſul fiore dell'età ſua, che fu d'anni 26. non
l'aveſſe tolto dal Mondo.
Tralaſciando alcu-
ne Tavole antiche, e di pregio minore, en-
treremo nel Coro per rimirare un bel Sepol-
cro di marmi, fatto da Benedetto da Rovez-
zano pel magniſico Pier Soderini, che fu elet-
to per lo ſuo gran merito Gonſaloniere per-
petuo della Repubblica Fiorentina.
Dirim-
petto alla Cappella Brancacci nel ſiniſtro la-
to della croce, ſi trova una belliſſima, e ric-
chiſſima Cappella, nuovamente fabbricata.
dalla famiglia Corſini, nella quale già ſono
più annì, che con ſolenniſſima pompa, ed
apparati ſuperbi, fu trasſerito il Corpo di
S. Andrea Corſini degniſſimo rampollo di
queſta Proſapia Illuſtriſſima, che ſu Religio-
1 fo di queſto Convento, e di poi Veſcovo
di Fieſole.
E' queſta Cappella tutta incroſta-
ta di marmi bianchi di Carrara, e di miſtj
di Seravezza, con Pilaſtri, Fregi, e Corni-
cione d'Architettura compoſita.
In faccia,
e quaſi ſopra l'Altare [il quale però rima-
ne alquanto iſolato] v'è una Tavola di mar-
mo bianco, lavorata con grand'eccellenza
da Gio: Batiſta Foggini, che in queſta, ed
in altre opere ſue, ha dato ſaggio del ſuo
vivace intendimento.
E' figurato il Santo fra
le nuvole, in atto d'eſſere rapito al Cielo da
varj Angioletti, parte de' quali poſano ſo-
pra l'Urna, dov'è ripoſto il di lui Corpo,
e parte ſi ſoſtengono per aria con belle atti-
tudini, eſprimendo nel volto il giubbilo, che
ſentono nel portare quella grand'Anima.
alla Gloria Celeſtiale.
Sopra queſta gran Ta-
vola ſi vede un Dio Padre, parimente ſcol-
pito in marmo da Carlo Marcellini Scultore
ingegnoſo, ed in mezzo all'Urna un baſſo
rilievo d'argento d'eccellente lavoro.
An-
che nelle due bande laterali ſono due Ta-
vole di marmo, di mano dello ſteſſo Fog-
gini, in una delle quali è ſigurato il Santo
diſceſo dal Cielo per aſſiſtere all'eſercito
Fiorentino quando nella ſamoſa battaglia.
d'Anghiari meſſe in fuga, e ſuperò l'eſer-
cito di Filippo Maria Viſconti Duca di Mi-
lano, condotto da Niccolò Piccinino ſuo Ge-
nerale: e nell'altra ſi rappreſenta, quando
nel celebrare la prima Meſſa gli comparve
la Santiſſima Vergine con grandiſſimo ſtuo-
lo d'Angioli proferendo verſo il Santo quel-
le parole:
Servus meus es tu, quia elegi te,
& in te gloriabor.
Che diremo poi della Cu-
1 pola tutta dipinta da Luca Giordano Pittore
famoſo
?
Belliſſima è l'invenzione, vago il
colorito, e nelle tante figure, che vi ſi ve-
dono, ſi conoſce l'eccellenza di ſuo pennel-
lo, il quale con preſtezza non ordinaria, ed
eguale ſelicità, aveva prima terminata, e,
compita perfettamente l'opera, di quel che
altri l'abbiano appena abbozzata.
Finalmen-
te non paſſeremo ſotto ſilenzio le memorie,
che quivi ſi trovano degli Uomini Illuſtri di
queſta Famiglia, e ſpecialmente de' due Por-
porati già defunti, la fama de' quali ſarà eter-
na nella memoria de' poſteri.
Il primo ſu
Piero Corſini Auditore del Sacro Palazzo,
Veſcovo di Volterra, e poi di Firenze, aſ-
ſunto alla Porpora da Urbano V. Sommo
Ponteſice; ſu Legato in Germania, dove con-
chiuſe la Pace fra l'Imperatore Carlo IV. il
d'Ungheria, e il Duca d'Auſtria, e do-
po molte fatiche, morì in Avignone l'anno
1405
.
Il ſecondo fu Neri Corſini poc'anni ſo-
no deſunto, che dopo di avere ſoſtenuto mol-
te cariche, e ſpecialmente di Teſoriere del-
la Camera, ſu da Aleſſandro VII. eletto Car-
dinale, e di poi fatto Veſcovo d'Arezzo.

Nel voltare della croce verſo la porta, ſi
trova alla Cappella de' Carucci la Tavola di-
pinta da Batiſta Naldini, in cui vien ſigura-
to Criſto, quando riſuſcita il figliuolo della
Vedova di Naim.
Di poi ſegue di mano del
Butteri la Storia del Centurione, che chiede
a Criſto la ſanità pel ſigliuolo, e l'ottiene.

Del mentovato Naldini ſono le due Tavole
appreſſo
.
In una è Criſto, che ſa orazione
nell'Orto, e nell'altra l'Aſcenſione del me-
deſimo al Cielo, amendue ſtimate grande-
1 mente, perchè di vero ſono mirabili, ed in
ogni parte perſette.
Bella ancora è la Tavo-
la di Gregorio Pagni, dove ſi rappreſenta.
il ritrovamento della Santa Croce: come al-
tresì quella della Nunziata di mano del Poc-
cetti, di cui pur anco ſono gli Apoſtoli di-
pinti a ſreſco nelle pareti della Chieſa, e nel-
li ſpazj fra l'una, e l'altra Cappella.
E que-
ſto è quanto potremo oſſervare in queſta.
Chieſa, alla bellezza, e grandezza della qua-
le, corriſponde il Convento capaciſſimo di
gran numero di Religioſi, che di continuo
vi dimorano.
Ha due Chioſtri molto ſpazio-
ſi, in uno de' quali è dipinta la vìta del gran
Proſeta Elìa, e di varj Santi Carmelitani.

Alla Chieſa del Carmine è vicina quella di
qua-
fo
pola
mente,
TERZA
GIORNATA.
TERZA
GIORNATA.
S. FRIANO, Chieſa ancor eſſa antica, e
Collegiata di Canonici, e nella quale ſi tro-
vano alcune Tavole di mano di Lorenzo di
Credi, del Paſſignani, e del Lippi, e d'al-
tri riguardevoli Maeſtri.
Poco diſtante ſo-
no li
MONACI CISTERCIENSI, i quali hanno
fabbricato un bel Tempio alla maniera mo-
derna col diſegno del Colonnello Cerruti di
Roma, giacchè l'antico era molto anguſto,
e ſenza alcun'ornamento.
Tutte le Cappelle
ſono ornate di ſtucchi, e di belle, e vaghe
pitture, di mano del Dandini, del Gherar-
dini, d'Antonio Franchi, e d'altri valenti Pro-
feſſori
.
La Cupola è dipinta con ſingolar ma-
eſtria, per mano d'Anton Domenico Gab-
biani eccellente Pittore, e nel Cortile, o Chio-
ſtro contiguo alla Chieſa, è una Statua di mar-
1 mo di S. Bernardo, di Giuſeppe Piamontini.
Nel Convento di queſti Padri abitavano già
le Monache degli Angioli, che in oggi ſono
nel Convento di Ceſtello in Pinti, ed in que-
ſto preſe l'Abito, viſſe, e morì S. Maria Mad-
dalena de' Pazzi, la cui Cella tuttavia conſer-
vata, ſi tiene in ſomma venerazione.
Su la
Piazza di queſta Chieſa è ſtato dal Grandu-
ca Coſimo Terzo Regnante, fatto fabbricare
modernamente col diſegno di Gio: Batiſta.
Foggini un
mo
TERZA
GRANAIO pubblico, edifizio in vero ma-
gniſico, e comodo per un tal uſo.
Da que-
ſto luogo ſaremo paſſaggio al
PONTE ALLA CARRAIA, e cammi-
nando lung'Arno, la cui viſta è belliſsima
per molti Palazzi, che vi ſi trovano, arri-
veremo al
PONTE DI S. TRINITA, fatto di nuo-
vo fabbricare dal Granduca Coſimo Primo
col diſegno di Bartolomeo Ammannati, Scul-
tore, ed Architetto Fiorentino, dopo l'inon-
dazione precipitoſa, che ſeguì l'anno 1557.
con danno univerſale della Città, e con ro-
vina totale di queſto Ponte.
Or tale indu-
ſtria adoprò l'ingegnoſo Architetto in que-
ſta gran fabbrica, che al parere degl'inten-
denti, è riuſcito il più bello, e più leggia-
dro Ponte, non ſolo di Firenze, ma ezian-
dio di quanti ſi vedano nella Toſcana.
Gli
fece gli Archi di figura ovata acciò ne' ſian-
chi del Ponte riuſciſſe l'apertura più capa-
ce, e più vota, ed armò le pile di ſaldiſsi-
1 mi ſcogli con angoli acuti, perchè fendendo-
ſi l'acque nel taglio degli angoli, poteſſero
con maggior velocità, e ſenza punto di re-
ſiſtenza paſſare.
Vi divisò tre ſtrade, quel-
la del mezzo più baſſa per li Cocchj, e Ca-
valli, e l'altre due per comodo de' paſſeg-
gieri, che ſenz'alcun impedimento vi poſſo-
no camminare.
E' adorno queſto Ponte di
quattro Figure di marmo, che rappreſenta-
no le quattro Stagioni dell'Anno.
Il Verno
nella perſona di un vecchio ignudo, e tre-
mante, è opera di Taddeo Landini.
L'Autun-
no, e la State, ſono di mano di Giovanni
Caccini, e quella della Primavera fu lavora-
ta dal Francavilla Fiammingo.
In ſaccia di
queſto Ponte rimane la bella ſtrada detta via
Maggio, in cui fra gl'altri belliſsimi, è mol-
to conſiderabile il
mi
GIORNATA.
PALAZZO degli Zanchini, dove fra l'al-
tre coſe di pregio vi è una ſtatua del ſo-
pradetto Francavilla, che rappreſenta Giaſo-
ne col vello d'oro.
E' anco da vedere la.
Chieſa chiamata di
S. IACOPO ſopr'Arno, dove abitavano
già Canonici Regolari di S. Salvadore, ed
ora i Padri della Miſſione, che ſebbene an-
tica, è nondimeno di buon'Architettura,
e adorna in oggi di ſtucchi, e di nuove.
Tavole, rieſce molto vaga.
E quì termi-
neremo la terza, ed ultima Giornata, ſuppo-
nendomi, che il Foreſtiero appieno ſodiſ-
fatto di quanto ha potuto ſin'ora oſſervare,
ſtanco dal viaggio voglia far ritorno al-
l
'Albergo.
Ed
1
Ed eccovi, amico Lettore, un breve, e ſuc-
cinto racconto delle coſe più notabili di Fi-
renze in tre Giornate diſtinto, che ſe di mol-
te notizie lo troverete manchevole, ſovven-
gavi ciò, che abbiamo nella Preſazione accen-
nato, cioè d'aver noi intrapreſa queſta.
fatica ſolamente per uſo, e comodo
del Foreſtiero, il quale ne' po-
chi giorni, che ſi trattiene,
in queſta Città, procura.
ſolo di vedere,
e d'inten.
dere,
le
coſe più
riguardevoli,
e le meno impor-
tanti, e più diſſicili a veder-
ſi, non cura, o non ha
tempo d'agiata-
mente oſſer-
vare
.
3[Figure 3]
TERZA
PAR-
14[Figure 4]
PARTE SECONDA
CONTENENTE
LE COSE PIU' NOTABILI
DELLA CAMPAGNA
SUBURBANA
DI FIRENZE.
ALLA Vaghezza, e nobiltà delle
contrade, e fabbriche, che,
fin'ora brevemente ſi ſon fat-
te oſservare al noſtro Foreſtie-
ro dentro di Firenze, corriſ-
ponde la circonvicina Campa-
gna, e il ſuo diſtretto; che più toſto una.
continuazione dell'iſteſsa Città ſi potrebbe.
con ragione chiamare, per le molte, e così
ſpeſse abitazioni, che da ogni parte, o ſia
nella pianura, o nelle ameniſsime colline,
che con diſcreta diſtanza da Tramontana, Le-
vante, e Mezzogiorno la circondano, al-
zate ſi vedono; meſcolate con tanti belli, e
maeſtoſi Palazzi da' noſtri Cittadini, ove lo-
1 ro tenute poſseggono, edificati: onde illeg-
giadriſsimo Arioſto tutto ſtupore, e ſenza.
veruna iperbole, in oſſervandole, così cantò.
ro
PARTE
A veder pien di tante Ville e colli,
Par, che 'l terren ve le germogli, come
Vermene germogliar ſuole, e rampolli.
Se dentro a un mur ſotto un medeſmo nome,
Fuſſer raccolti i tuoi Palagi ſparſi,
Non ti ſarien da pareggiar due Rome.
La coltivazione poi de' terreni è gentile,
e pulita, che non cede ad alcuna dell'Euro-
pa, tanti Giardini ſono ſtati ſpeſſe volte cre-
duti i noſtri Poderi dagli Oltramontani; co-
ben coltivati ſi veggono, e con tant'or-
dine, e delicatura fatte le piantate delle Vi-
ti, degli Ulivi, de' Gelſi, e de' frutti, che
belli, e ſaporiti in gran copia ſi guſtano;
eſſendo ſempre mai ftata non minor cura.
de' noſtri Cittadini in tenere ben cuſtodite
le loro tenute, di quel che ella ſia in tutte
le più ſerie loro applicazioni; anzi molti del-
la più fiorita Cittadinanza, ſi ſon gloriati di
laſciare precetti, e regole, che molto utili
fino a' noſtri tempi ſi provano.
Un Luigi
Alamanni non fece in verſo la ſua coltiva-
zione Toſcana, e dedicolla al Franceſco
Primo
?
E Gio: Vettorio Soderini, con Ber-
nardo Davanzati non ci dettero profittevoli
ammaeſtramenti ſopra la poſta delle Viti?

E il dotto Pier Vettori ſopra quella degli
Ulivi
?
E l'Agricoltura di Pier Creſcenzi non
ſu ella tradotta nella Fiorentina Favella, e
da Baſtian de' Roſsi Accademico della Cru-
ſca, poi ricorretta, e ridotta?
Ritornando
al noſtro propoſito, in queſta ſeconda Par-
te: per ſecondare il primo inſtituto, tratte-
1 remo quanto ſi può brevemente del più ri-
guardevole, o ſia delle Chieſe, o delle Vil-
le, che nel diſtretto di Firenze ſi trovano,
e che per la facilità, o brevità della ſtrada,
ſuburbane poſſono chiamarſi; riſerbando noi
a miglior'occaſione di render ragguagliato
il noſtro Foreſtiero, con maggior'eſtenſione
di quanto può eſſer degno di vederſi nella
Campagna Fiorentina.
Onde conducendolo
fuori di ciaſcheduna Porta della Città, gli
anderemo dimoſtrando, quel che vi è da oſ-
ſervarſi per quella parte; e per dar princi-
pio con queſto intrapreſo ordine dalla
remo
SECONDA.
PORTA ROMANA, detta volgarmente a
S. Pier Gattolini.
Voltando a mano ſiniſtra,
alla fine d'uno ſtradone coperto d'Olmi, ſi
trova la Chieſa della
MADONNA DELLA PACE, di buona
Architettura, già antico Oratorio delle Mo-
nache di S. Felicita, le quali a contemplazio-
ne della Sereniſsima Madama Criſtina di Lo-
rena, Moglie del Sereniſſimo Granduca Fer-
dinando Primo, lo cederono a' Monaci di
S. Bernardo della Nazione Franzeſe Riforma-
ti, detti Fuliacenſi, o vero Foglianti, che
S. A. col conſenſo del Sereniſſimo Grandu-
ca Coſimo Secondo, c'introduſſe, e fab-
bricò loro il piccolo, ma comodo Conven-
to, che vi è, riduſſe il ſopraddetto Oratorio
in molto miglior forma, facendovi loggiati
attorno alla Chieſa, con eſſervi mantenuti i
Religioſi di tutto il biſognevole dalla Reale
Caſa
.
In oggi la Chieſa è ſtata del tutto mu-
tata, e ſerrate le due logge laterali.
La Cu-
1 poletta dell'Altar Maggiore è dipinta da Li-
vio Meus Fiammingo, e il quadro della ſof-
fitta, ov'è la Madonna con Angioli, e S. Ber-
nardo in atto d'adorazione, con altre figure,
fra le quali una rappreſentante la Pace, è di
mano di Luca Giordano da Napoli, Opera
molto ſtimata, benchè preſentemente alquan-
to denigrata, ſiccome la Cupola per fuoco
che abbruciò tutto il Coro.
Ritornando alla
Porta ſuddetta della Città, ſi vede quaſi in-
contro alla medeſima, nella terminazione di
un lungo ſtradone la
po-
PARTE
VILLA IMPERIALE. Ma prima di giun-
gervi, ſi veggono nel ſuo ingreſſo due Vivaj
diviſi da un Ponte, e ſopra due piediſtalli
vi ſtanno erette l'Aquile Imperiali, e nel
corpo delle medeſime, vi è l'Arme della.
Caſa Reale, e quella di Madama Maria Mad-
dalena d'Auſtria, e nell'altre due baſe al-
zate dalla parte ſuperiore di detti Vivaj in
quella a mano deſtra un Leone, che con una
zampa tiene un Globo, rappreſenta lo Stato
Fiorentino, e nella ſiniſtra la Lupa, che,
allatta, figura lo Stato Saneſe.
In poca di-
ſtanza vi ſono due altri Vivaj più grandi,
di ſemirotonda figura, perchè ſono altresì di-
viſi da un altro Ponte, nella parte, ſuperio-
re de' quali ſi vedono di ſpugne, e a grot-
teſca due figure proſteſe di proporzione gi-
ganteſca, rappreſentanti i Fiumi dell'Arno,
e dell'Arbia, i quali tenendo un vaſo, cade
da eſſo l'acqua nel Vivaio.
Vi ſono di pie-
tra tra gli uni, e gli altri Vivaj ſopra quat-
tro piediſtalli, le ſtatue di Omero, e di Vir-
gilio, di Dante, e del Petrarca.
Queſto or-
1 nato ingreſſo allo ſtradone ſopradetto a.
dolce ſalita lungo poco meno d'un miglio,
ombroſo per i Lecci, Cipreſſi, ed altri Al-
beri di verzura perpetua, che dall'una al-
l'altra parte con bella, e artificioſa ordinan-
za vi ſono ſtati poſti; alla fine del quale ſi
entra in un grandiſſimo Prato di figura ſe-
mitonda chiuſo da balauſtrate di pietra, con
iſtatue di fimil materia, e nell'apertura di
mezzo, ve ne ſono due di gran proporzio-
ne di marmo: una rappreſenta un Atlante
col Globo ſu gli omeri, e l'altra un Giove
con fulmine alla mano.
In teſta a detto Pra-
to ſi erge l'Imperiale Villa di delizie delle
Granducheſſe di Toſcana, ampliata, e orna-
ta dalla predetta Madama l'Arciducheſſa Ma-
ria Maddalena moglie del Granduca Coſimo
Secondo, poi dalla Granducheſſa Vittoria
accreſciuta da Mezzogiorno di appartamen-
ti, e di due Saloni, e ripiena d'ogni ſorta
di ricca ſuppellettile di Quadri, ed altre ga-
lanterìe, di porcellane, buccheri, d'Idoletti,
e ſimiglianti rarità antiche, che in diverſi
gabinetti, e mezzanini con bell'ordine diſ-
poſte s'ammirano.
Ivi ſono anneſſi due giar-
dini con belli ſpartimenti di fiori, e fontane
d'acqua, diviſato l'uno, e l'altro di piante
d'Aranci domeſtici, che rendono odoroſa
freſcura nel tempo d'Eſtate; vi ſono molte
antiche, e moderne ſtatue.
Sopra il detto
Palazzo in un Colle più rilevato in poca di-
ſtanza, ſi vede un antico Monaſtero di Re-
ligioſe dell'Ordine di S. Franceſco, detto di
nato
SECONDA.
S. MATTEO IN ARCETRI, il qual Ter-
ritorio produce ottimi, e delicati vini, det-
1 ti Verdee, oltre ogni ſorta di frutte più ra-
re; e vi hanno loro delizioſiſsime Ville i
Mannelli, Lanfredini, Taddei, Rinuccini,
Bartolommei, Guicciardini, d'Elci, Marzi-
medici, e Ricci in Pozzolatico, e i Tempi
al Poggio alla Scaglia, e i Nerli quella
magnifica preſſo S. Margherita a Montici.

Tornandoſene il Foreſtiero per l'iſteſſo ſtra-
done già detto, e mettendoſi ſu la ſtrada.
Romana, vedrà in primo luogo a man ſini-
ſtra altro Convento di nobili Religioſe del-
l'Ordine di S. Agoſtino, detto volgarmen-
te di
F ti
PARTE
S. GAGGIO, ma in proprio ſignificato
S. Caio, fondato dalla famiglia de' Corſini,
ove ſi conſervano più inſigni Reliquie.
La
Tavola dell'Altar maggiore, ove è il Mar-
tirio di S. Caterina d'Aleſſandria, Titolare
di queſto Monaſtero, è di mano di Lodovi-
co Cigoli.
Mezzo miglio avanzandoſi per
la detta ſtrada a mano deſtra, vedeſi altro
Convento di Monache dell'Ordine di S. Ago-
ſtino detto il
PORTICO, ove non è coſa di conſidera-
zione da oſſervarſi, eſſendo l'oggetto noſtro,
che il Foreſtiero veda la nobil Fabbrica.
della
CERTOSA, fatta col diſegno dell'Orga-
gna, o come vuole il Vaſari, di alcuno
de' ſuoì Diſcepoli.
Queſta è ſituata in una.
Collinetta da ogni parte iſolata.
Vi ſi ſale
a Mezzogiorno per una lunga ſtrada, o ſca-
la fatta a baſtoni, in teſta alla quale vi è un
1 Portone, che introduce in un primo Chio-
ſtro, e di quivi in Chieſa, ove vedeſi un.
nobile pavimento, e foſſitta, e bello Altare,
e a man ſiniſtra ſi entra in altro grandiſſimo
Chioſtro, il quale introduzione a molte
Celle, con le ſue attenenze, ſecondo l'inſti-
tuto di queſti Eremiti.
Nel Chioſtro vi ſo-
no dipinte a freſco da Iacopo da Pontormo
molte figure della Paſſione.
Nella ſtanza del
Refettorio, di mano del medeſimo vi è un
Quadro a olio con Criſto a tavola, con Cle-
ofas, e Luca, grandi al naturale, eſſendovi
fra quei, che ſervono ritratti alcuni Conver-
ſi, e ſopra la porta, che va nel Chioſtro di
fuori, vi è una Pietà con due Angioli, e.
dalla parte di dentro un S. Lorenzo di ma-
no del Bronzino.
Nella ſtanza del Capitolo
vi è un Crocifiſſo con la Madonna, e la.
Maddalena a piè della Croce, e Angioli in
aria di Mariotto Albertinelli Pittore ne' ſuoi
tempi di credito.
Vi ſi conſervano ſopra.
cento venti Reliquie.
Ve ne ſono molte in-
ſigni, una gran parte delle quali furono do-
nate dall'inſigne Niccola Acciaioli, Gran Si-
niſcalco de' Regni di Sicilia, e di Geruſalem-
me, avutele egli pure in dono dal d'Ara-
gona, e parte fattele venire di Grecia, co-
me la Teſta di S. Silveſtro Papa, e quella.
di S. Gio: Griſoſtomo, e parte del Cranio
di S. Dioniſio Areopagita.
Fu queſto Nic-
cola il Fondatore della Certoſa, intorno al-
l'anno 1364. accrebbe quella di Napoli, e.
in una ſtanza ſotterranea ſono le ſepolture
di Caſa Acciaioli, la quale lontano di quivi
ſette miglia in Valdipeſa poſſiede una gran
tenuta, e un magnifico Palazzo detto
Por-
MON-
SECONDA.
1
PARTA
MONTE GUFONI riccamente addobbato,
e di lunghi viali, e di un bel Giardino con fon-
tane, e ſcherzi d'acqua, ornato, e reſo de-
lizioſo
.
Nel ritornarſene il Foreſtiero per
l'iſteſſa ſtrada a Firenze, dalla parte di Tra-
montana quaſi incontro alla Certoſa, oſſer-
vi la magnifica Villa detta Collazi, de' Dini,
ſiccome a man ſiniſtra, prima di entrare in.
Città, un bel Palazzo de' Signori Micheloz-
zi, ma molto più il poſto, ov'è fabbricato,
che è ſenza comparazione il più bello, che
fia all'intorno di Firenze, godendoſi di qui-
vi quaſi tutta la Città, e nella più pittore-
ſca veduta, onde è detto Belloſguardo.
Po-
co lontana è un'altra Villa de' Signori Bor-
gherini, e de' Signori Strozzi altra a S. Vi-
to, ſotto alla qual Villa, ſcendendo alla me-
di quel poggio, vi è
S. FRANCESCO DI PAOLA, ove abita-
no Frati del ſuo Ordine, Chieſa di gran de-
vozione
.
Fuor della
PORTA A S. FRIDIANO, il Monaſtero,
che a man ſiniſtra ſi vede poſto ſopra una
bella Collina è titolato S. Bartolommeo, e
vi ſtanno i Monaci bianchi di
MONTE ULIVETO. La Tavola dell'Al-
tar maggiore, in cui è figurato l'entrare di
Noſtro Signore in Gieruſalemme, è di ma-
no di Santi di Tito, ed è una delle bell'ope-
re, che egli abbia fatto; quella ov'è il Bea-
to Bernardo Tolomei, è di mano del Pigno-
ni, e una ve n'è del Paſſignano.
Delle due
ſtatue di marmo; la Vergine Veſtale, che.
tiene
1
tiene in mano un vaglio per l'Acqua ſan-
ta, è di mano del Caccini, e l'altra alla ſi-
niſtra, che rappreſenta Claudia, è di Sculto-
re Fiammingo.
Nella Cappella de' Capponi,
che ſta ſotto la Chieſa, vi è una Tavola del-
la Reſurrezione di mano Raffaellino del
Garbo, ben mantenuta.
In vicinanza di det-
to Monaſtero verſo Ponente, ſi vede un de-
lizioſo Caſino del Signor Duca Strozzi, con
un Salvatico, che ſcende ſino alla ſtrada.
maeſtra, e dalla patte di Ponente vi è un.
Monaſtero detto
SECONDA.
S. PIETRO A MONTICELLI, di Reli-
gioſe della Regola di S. Benedetto.
Di-
lungandoſi per detta ſtrada, vedonſi in qual-
che lontananza a man ſiniſtra, ſpecialmente
di belle Ville de' noſtri Gentiluomini, ma,
fra le molte oſſerviſi quella de' Torrigiani a
S. Martino alla Palma, de' Capponi, e l'al-
tra, che diſcoſto cinque miglia in circa da
Firenze ſu la ſiniſtra mano ſta ſituata in un
rilevato poſto, del Marcheſe Riccardi, detta
Caſtel Pulci, alla quale l'uomo vi ſi condu-
ce per un lungo Viale di Cipreſſi, che prin-
cipia dalla maeſtra ſtrada.
Due miglia ſco-
ftandoſi, quaſi ſull'Arno ſi vede l'antica
BADIA DIS. SALVADORE DI SETTI-
MO, fabbricata, come vuole il Vaſari, col
diſegno di Niccola Piſano.
Chi la fondaſſe
è incerto, e i noſtri Storici in ciò ſono di-
ſcordanti
.
Alcuni le danno per Fondatore
il Conte Ugo di Magdeburgo, ed altri un
Conte Lotario, da cui ſi vuole, che diſcen-
dano i Contalberti, che poi donarono la.
F 3 Ba-
1
Badia dello Stale nell'Alpi a queſto Mona-
ſtero
.
In antico è ſtata ufiziata da' Monaci
neri di S. Benedetto, che godevano grandiſ-
ſimi privilegi, ed eſenzioni, conceſſigli da-
gl'Imperatori Ottone Terzo, dal Secondo,
e Terzo Arrigo; ſimiglianti n'ebbero da' Pon-
tefici Paſquale Secondo, Leone Nono, Ur-
bano, e Caliſto Secondo, Gregorio Settimo,
Clemente, e Aleſſandro Terzo.
Gregorio
Nono confermati loro i medeſimi privilegj,
l'anno 1236. la dette a' Monaci Ciſtercienſi,
che vi ſono ſino al preſente, come dimoſtra
un'iſcrizione poſta ſopra la Porta maggiore
di queſto Monaſtero, e un'altra più diſtinta
ſe ne vede in marmo avanti la ſtanza del Ca-
pitolo
.
L'Altar maggiore è tutto di pietre
commeſſe, e vi ſono due Tavole a tempera
di Domenico Grillandaio, e nel Chioſtro al-
cune Viſioni del Conte Ugo furono dipinte
dal Puglio.
E' memorabile queſta Badia per
il miracoloſo ſucceſſo di S. Pietro Igneo, co-
detto dal fuoco, che ben due volte a pie-
di ſcalzi ſopra una gran pira acceſo, ſenza
nocumento alcuno paſseggiò il Santo, per
convincere di ſimonia un certo Pietro Ve-
ſcovo Fiorentino, e vi ſe ne vede memoria
in un antico marmo: ſiccome fuori della,
Porta principale della Chieſa ſe ne vede,
altra a un Sepolcro pure di marmo, che,
vien creduto d'Huilla, e Gaſdia, queſta Ma-
dre di Ugo, e quella Moglie; ma Niccolò
Baccetti Abate Ciſtercienſe nella ſua Storia
di queſta Badia è di parere, che l'una fuſſe
Moglie di Bulgario, e Madre di Ugo Toſca-
no, e l'altra Moglie del medeſimo Ugo Pro-
nepote di Lotario.
In detta Chieſa ſi conſer-
1 va con gran venerazione fra l'altre Reliquie.
il Corpo di S. Quintino ſotto l'Imperatore
Maſſimiano martirizzato, e miracoloſamen-
te ſcoperto in detto luogo l'anno 1157. in.
non molta diſtanza dal Monaſtero di Settimo,
che così ſi chiama [quaſi ſeptimo ab Urbe la-
pide
; prendendo le miglia Romane antiche.]

Verſo Ponente ſi vedono nelli due Poggi di
Signa molte, e belle Ville, e così l'una.
all'altra unite, che ſembra un'altra Città.

Quella di Caſtelletti de' Cavalcanti nel Pog-
gio verſo Tramontana, che vien ſeparato
dall'altro Colle pel Fiume Arno, è la più
magnifica, onde ebbe il nome di Caſtello,
ſiccome ancora alcune altre.
E nel Colle di
quà dal Fiume quelle del Sen. Pandolfo Pan-
dolfini, che nell'anno 1494 dettero ricetto a
Carlo Ottavo, e ad altri gran Perſonaggi;
quella de' Salviati, e de' Pucci, detta Bello-
ſguardo, perchè reſta ſull'eminenza del Pog-
gio, ed ha una veduta di Campagna belliſ-
ſima, ove vi ſono giuochi d'acque, e viali
ſpazioſi, che a queſta nobil Villa per ogni
parte conducono.
In detto Poggio vi ſono
due Conventi di Religioſi, uno di
va
PARTE
SECONDA.
S. MARIA DELLE SELVE de' Carmelita-
ni Riformati, detti della Congregazione di
Mantova
.
L'altro detto
S. LUCIA è de' Padri della Riforma di
S. Franceſco.
Ma eſſendo noi quì diſcoſto da
Firenze ſopra otto miglia, per iſtare ſulle.
regole dell'inftituto noſtro, è oramai tem-
po, che per l'iſteſſa ſtrada dal noſtro Fore-
ſtiero facciaſi ritorno a Firenze, riſerbando
1 in altra Giornata di fargli godere ciò che
è più conſiderabile fuor della
F 4 in
PARTE
PORTA AL PRATO. Veggaſi, uſcendo
prima dalla Porticciuola delle Mulina, a man
ſiniſtra, poſta alla fine del Borgo d'Ogniſſanti, il
GIARDINO detto la Vaga Loggia, del Gran-
duca, che ſebbene non è terminato, vi è
molta delizia nelle belle piante d'Agrumi,
a boſchetto, quanto in gran vaſi colloca-
te con bell'ordine ſopra pilaſtri di un lungo
foſſo, ove ſcorre l'acqua dell'Arno contigua,
quivi voltata, e incanalata, e nelle due te-
ſtate veramente fa una gentil veduta.
Fuor
di queſto Giardino, proſeguendo il viaggio
per la ſtrada lungo la riva dell'Arno, s'en-
tra in un diritto ſtradone coperto d'Alberi,
di Pini, che porta alle
CASCINE, poſſeſſione della Real Caſa di
Toſcana, non più diſcoſto da Firenze d'un
miglio, ove ſono ſpazioſe Praterìe, e ame-
niſſimi Boſchetti con più viali; il qual luo-
go ſopra ogni altro ſuburbano, è frequenta-
to da' Cittadini, e popolo noſtro, ſpecialmen-
te nella Primavera, in cui ſi rende d'incom-
parabile amenità.
Viſtoſi queſto luogo, e ſe
n'averà la curioſità, anche un antico Mona-
ſtero di Religioſe Ciſtercienſi. detto di
S. DONATO IN POLVEROSA, o a Tor-
ri, poſto in poca diſtanza dalle Caſcine per
la parte di Tramontana: in altra giornata il
Foreſtiero non laſci d'arrivare, o per l'iſteſ-
ſa ſtrada, che conduce, e imbocca in quella
di Piſtoia, o per dove ella comincia alla Por-
1 ta mentovata del Prato, lontano da Firenze
dieci miglia tutte in pianura, alla nobile,
e magnifica Villa del
ta
SECONDA.
POGGIO A CAIANO, del Granduca, ſi-
tuata a mano deſtra ſopra una piccola emi-
nenza di terreno, che la ſolleva, e rende,
godibile alla pianura, da cui per la parte,
di Levante, Ponente, e Tramontana vien.
circondata, e da quella di Mezzogiorno,
e con buona diſtanza ſtaccata da' Poggi di
Carmignano, rinomati per la bontà de' vini.

Queſta Villa fu principiata per lo Magnifico
Lorenzo de' Medici Padre di Giovanni, che
ſu Leon X. che la non terminata fabbrica.
volle egli finire, e ſpecialmente l'ornato, e
pitture del Salon grande in parte, che poi
il Granduca Franceſco fece condurre a fine,
e ridurre tutta queſta gran fabbrica alla per-
fezione, che ella è, ſeguitando il primo mo-
dello di Giuliano da S. Gallo.
Queſta Villa
ſebbene non è vaſta, ha in tutte le ſue par-
ti del magnifico.
Ella è circondata da un.
gran Prato, ed è ſerrato di muraglia ſorte,
ſopra la quale vi ſi paſseggia per un Terraz-
zino ſcoperto, che da principio dal primo
piano, ove ſono gli appartamenti nobili, e
in queſti vi ſi ſale da ſcale doppie a baſtoni,
le quali introducono in un Terrazzino a ba-
lauſtri, che rigira d'ogni intorno alla Villa,
con Portici ſotto da paſseggiarvi al coperto,
e queſto introduce in una Loggetta anch'eſ-
ſa aperta con volta a mezza botte, ornata a
roſoni di terra cotta, all'uſo di Luca della
Robbia
.
Da detta loggetta s'entra in un ri-
cetto, e da queſto nel gran Salone preaccen-
1 nato, la cui volta è a mezza botte, come
dichiamo noi, tutta riccamente ſtuccata, o
per meglio dire da Giuliano da S. Gallo get-
tata di materie, che veniſſero intagliate, in-
venzione da lui unicamente imparata a Ro-
ma
.
Tutto il detto Salone è dipinto da An-
drea del Sarto, dal Franciabigio, e da Ia-
copo da Pontormo.
L'Iſtoria, quando Ce-
ſare è preſentato in Egitto da molte nazioni
di varj donativi: alludendo queſto fatto al
Magnifico Lorenzo de' Medici, che fu di ra-
ri animali, e tra gli altri d'una Giraffa, det-
ta in latino Camalopardalis, preſentato da.
Gaitbeio Soldano d'Egitto nel 1487. e detta
Giraffa è deſcritta dal Poliziano nelle ſue.
meſcolanze erudite; ſu laſciata imperfetta.
detta pittura da Andrea, e terminolla Aleſ-
ſandro Allori.
Il Franciabigio vi dipinſe in
altra facciata, quando Cicerone dopo l'eſi-
lio ſu in Campidoglio chiamato Padre della
Patria: alludendo queſta Storia al ritorno
di Coſimo Medici il Vecchio in Firenze.

Nell'altra facciata il Franciabigio medeſimo
vi dipinſe, quando Tito Quinto Flaminio
Conſolo Romano, orando nel Conſiglio de-
gli Achei, contro l'Oratore degl'Etoli, e
del Antioco, diſſuaſe la lega, che diſe-
gnavano concludere gli Oratori con gli Achei
medeſimi
.
Queſto fatto pure allude alla.
dieta di Cremona, in cui il Magnifico Loren-
zo de' Medici diſturbò i diſegni de' Venezia-
ni, bramoſi di condurſi al poſſeſſo dell'Ita-
lia tutta.
E Aleſſandro Allori, fece la pittu-
ra, che rappreſenta la Cena di Siface
de' Numidi, fatta a Scipione, dopo ch'egli
ebbe rotto Aſdrubale in Iſpagna: E quelto
1 pure allude al glorioſo viaggio del Magnifi-
co Lorenzo al di Napoli, da cui ſu ge-
neroſamente convitato.
Le due teſtate, do-
ve ſono gli occhi, che danno lume, furono
dipinte da lacopo da Pontormo, e vi è un
Vertunno, co' ſuoi Agricoltori, con un pen-
nato in mano bello, e naturale, e l'Iſtoria
di Pomona, e Diana con altre Dee, che per
eſſer pitture fatte a concorrenza de' ſopran-
nominati pittori, ſono delle più belle, che
uſciſſero dal ſuo pennello.
Da queſte ſuddet-
te teſtate del Salone ſi ha l'ingreſſo in due
Gallerìe, ordinate dal Ser. G. Principe Ferdi-
nando di gl. mem. di raro, e delicato guſto
nell'Architettura, come in ogn'altro ge-
nere di virtudi, degne d'un Principe ſuo pa-
ri: per formare per mezzo di queſte Galle-
rìe riccamente ornate, la comunicazione al-
li quattro appartamenti, de' quali vien com-
poſta queſta Real Villa.
Dal detto Salone fa-
cendoſi paſſaggio in un altro, di minor pro-
porzione ornato a ſtucchi, è ſtata dipinta
nella ſua volta da Anton Domenico Gabbia-
ni, Pittor Fiorentino, la Toſcana, che con-
duce d'avanti a Giove, Coſimo Padre della
Patria, rimoſtrando aver'eſſo quietate le ci-
vili diſcordie, ſcacciati dalla Patria i vizj.
e introdottavi la pace, e le virtù, e doman-
da perciò a Giove, che lo collochi fra gli
Eroi; e in molti medaglioni attorno vi ſo-
no ritratti i glorioſi Antenati della Real Ca-
ſa de' Medici.
La Tavola della Cappella di
ſul Prato, ove è una Pietà, è di Giorgio
Vaſari
.
In poca diſtanza dal Palazzo vi ſono
belliſſime ſtalle, lunghe ciaſcheduna più di
centoventi paſſi, e ſopra queſte ſi vede un
1 Corridore alto, e lungo l'iſteſso, per il qua-
le ſtanno ſcompartite Camere per alloggi
de' ſervitori dell'A. S.
Scendendo il Fore-
ſtiero dalla parte di Tramontana, paſseggi
per gli ameniſſimi viali, che dal Poggio a.
Caiano l'uno in un altro mettendo, condu-
cono alle Caſcine, ove vedeſi una fabbrica
per uſo del Fattore, e del copioſo beſtia-
me, che vi è, grande, e nel ſuo genere bel-
la, e tutta circondata da un largo foſso
d'acqua corrente.
Vi ſono dentro a un gran
Cortile, tutt'i comodi, che a quell'azien-
da ſon neceſsarj, e nel mezzo del medeſimo,
un bel Vivajo, per abbeverare il beſtiame.

Quivi ſi ſanno copioſe ricolte di ſquiſiti Ri-
ſi, co' ſuoi edifizj per pulirgli.
Proſeguendo
verſo Tramontata per li viali coperti, che vi
ſono, ſi giunge a un luogo ſopra tutti gli
altri delizioſo, e ameno, detto le Pavonie-
re, e ſerve in oggi per far correre i Daini,
i quali in un Barco murato con boſcaglia, e
foſſi d'acque, ſon quivi nutriti in molta co-
pia, conſiſtendo in più viali lunghi ciaſche-
duno circa a ottocento paſſi: e eſsendo il
noſtro Foreſtiero quaſi al termine delle Ca-
ſcine, potrà per gl'iſteſſi viali, o per altri
far ritorno al Poggio a Caiano, e rimetten-
doſi in ſtrada maeſtra, da eſſe entrare in.
una a mano deſtra, che lo condurrà [aven-
done la curioſità] ad un'altra Villa del Gran-
duca, detta
F 5 nato,
pu-
f 6 Cor-
PARTE
SECONDA.
PARTE
ARTIMINO, O VILLA FERDINANDA,
dal Sereniſſimo Ferdinando Primo di queſto
nome, e Terzo Granduca di Toſcana, che
da' fondamenti la fece fabbricare col diſegno
1 di Bernardo Buontalentí l'anno 1594. in quel
tempo rinomatiſſimo Architettore; la quale
è beniſſimo inteſa, nello ſcompartimento
de' Quartieri nobili, come per quelli della
Famiglia
.
Non vi è Cortile, ma due bei Sa-
loni poſti in mezzo da un ricetto, illumina-
ti per alti fineſtroni.
E' ſituata in un'ottima
eminenza di un Colle volto a Levante, e il
divertimento maggiore, che ſi ritrae dal-
l
'A. S. R. in detta villeggiatura, che per lo
più ſi ſa in tempo d'Autunno, ſi è la Cac-
cia ſpecialmente de' Daini.
Quelli di pelame
bianco in un piccolo Barco detto la Pineta,
di due miglia di giro vi ſi conſervano.
Ve
n'è un'altro di circuito di ſopra trentadue
miglia detto il Barco Reale, diſtendendoſi
dalle ſalde del Poggio d'Artimino ſino a' Pog-
gi di Vinci nella Valdinievole, e vi ſono
compreſe dentro di eſſo, Chieſe Curate, in-
tere Poſſeſſioni, e boſcaglie.
Viſtoſi dal cu-
rioſo Foreſtiero tutto quello, che ci è par-
ſo bene, anche per ſemplice notizia ſua ad-
ditargli, potrà tornarſene a Firenze, e in.
altra giornata traſferirſi per la Porta al Pra-
to a due altre Ville pure del Granduca, po-
co diſtanti l'una dall'altra: la prima, che ſi
trova ſituata in diſcreta eminenza di Monte
Morello è la
di
SECONDA.
PETRAIA, di gratiſſimo ſoggiorno ſpe-
cialmente nella Primavera.
Il ſuo ingreſſo
principale è a Tramontana, per un prato
chiuſo da folti Cipreſſi in difeſa de' venti:
ha nel mezzo un Cortile tutto dipinto di fat-
ti Militari; vi ſono nelle due fiancate due,
loggie, che introducono nelli Appartamenti
1 nobili: queſte ſono dipinte con ottimo co-
lorito, e diſegno da Baldaſſar Franceſchini
di Volterra, detto il Volterrano, e rappre-
ſentano alcune azioni di Coſimo Primo, e,
di Ferdinando Secondo Granduchi.
A Mez-
zogiorno, Levante, e Ponente, vi ſono tre
altre porte particolari, che introducono in
un ſpazioſo Ripiano di Giardino, di dove
godeſi come in Teatro, con tutta quella bel-
liſsima Campagna, la Città noſtra.
Da que-
ſta ſi diſcende in un altro, ove è un gran.
Vivaio; e quindi in un terzo, che termina
con un ſalvatico.
Da Tramontana ſtenden-
doſi ſino alla Villa del Cavalier Carlini, e
ſeguitando verſo l'altra Villa di Caſtello,
come ſi dirà ſotto, vi ſono Vigne tutte cir-
condate di muraglia, di ſopra due miglia di
circonferenza, con ordine, e ſeparazione di
magliuoli di diverſi Paeſi, anche remotiſsi-
mi, venuti, e nella ſommità delle medeſime
vi è un Caſino, di dove ſi gode una belliſ-
ſima veduta.
In poca diſtanza di quivi ſul
poggio verſo Ponente, vi è un Convento di
Carmelitani, della Congregazione di Manto-
va, detto
no-
PARTE
S. LUCIA ALLA CASTELLINA, con.
Noviziato, ove è un Quadro di Maria Ver-
gine nel Coro, di Baldaſſar Franceſchini.

Viſtoſi dal Foreſtiero la Petraia, non laſci
di vedere ancora
CASTELLO, altra Villa, come ſi è detto,
del Granduca, antica della Famiglia de' Me-
dici, ma accreſciuta dal Granduca Coſimo,
dalla parte di Levante, col diſegno di Nic-
1 colò detto il Tribolo. Queſta è poſta alla
radici di Monte Morello; ha d'avanti uno
ſpazioſo Prato con due grandi Vivai ſparti-
ti da un Ponte, che cammina a un viale,
piantato di Cipreſsi, che mette ſulla ſtrada
maeſtra di Prato.
Nella volta della Loggia
a man ſiniſtra dentro il Cortile alcune Iſto-
rie degli Dei antichi, e Arti liberali, lavo-
rate a olio ſulla calcina ſecca, ſono di mano
di Iacopo da Pontormo.
Per gli appartamen-
ti vi ſono diſtribuite belle ſuppellettili, e.
Quadri, e vi è una pittura a freſco di Bal-
daſſare Franceſchini nella volta del ricetto
ſalite le prime ſcale, di un ottimo colorito.

Da Tramontana uſcendo di detto Palazzo
s'entra in un vaſto, e delizioſo Giardino,
trovandoſi prima uno ſpazioſiſsimo Prato.

La prima gran Fontana, ove è l'Ercole di
marmo, che ſcoppia Anteo, dalla cui boc-
ca eſce in gran copia l'acqua, è di mano
di Bartolommeo Ammannati, eſſendo il re-
ſtante della fonte diſegno, e fattura del Tri-
bolo, ſiccome è altresì l'altra Fontana in.
mezzo al Boſchetto de' lauri, piena di finiſ-
ſimi intagli, e baſſi rilievi, nella cima del-
la quale, vi è una ſtatuetta di femmina nu-
da di bronzo, rappreſentante una Venere,
dalla cui chioma, che ſi tien raccolta entro
le mani, cade acqua.
Intorno alla detta Fon-
te vi è un imbrecciato in forma rotonda tut-
to chiuſo da un ſedere di pietra bigia, e,
per lo medeſimo vi ſono occultate ſiſtolette,
dalle quali vengono zampilli gentiliſſimi d'ac-
qua
.
Queſta belliſſima Fontana è cinta d'o-
gn'intorno da un ſalvatico di alti, e folti
Cipreſſi, Lauri, e Mortelle, i quali girando
1 intorno, danno forma d'un laberinto, facen-
do però proſpettiva all'altra Fontana del-
l'Ercole, e per di ſopra, ad una porta, ove
pure ſono rari zampilli d'acqua; queſta vien
meſſa in mezzo da due bei Pili, o Fontane
diſpoſte ne' mezzi tra la detta porta, e le,
cantonate
.
Di quivi ſi fa paſſaggio in un'am-
plo, e delizioſo Giardino, ripieno de' più
nobili agrumi, e piante di fiori più pelle-
grine
.
Intorno alla detta porta, vi è una.
Grotta grande, e ricchiſſima di ſpugne, e,
per eſſe adattativi diverſi uccelli, condotta
anch'eſſa dal Tribolo.
Vi ſono tre grandiſ-
ſime pile ſcavate, e intagliate d'un pezzo
ſolo, una nella teſtata, e l'altre due per
fianco all'entrare; ſopra le quali, vi ſono
ſcolpiti al naturale diverſi animali quadrupe-
di fieri, e domeſtici, fino a un Elefante,
un Alce, un Unicorno, una Giraffa, e altri
molti ſieri, e domeſtici intruppati, con buo-
na diſpoſizione, e da alcuni di queſti cade
acqua ne' ſuddetti pili, ove ſono intagli di
peſci, e nicchj marini.
La detta Grotta è
chiuſa da Cancellati di ferro, i quali aperti,
quando ſi voglia dar l'acqua a gli zampilli,
che tra le ſpugne di ſopra, nel pavimento,
e da i lati vi ſono, ſerranſi con violenza.
anch'eſſi per forza d'acqua.
Queſta Grotta
è in mezzo a due Fontane nel medeſimo mu-
ro collocate, che ribattono all'altre due del
Giardino, ove è il Boſchetto a Laberinto.

Dal ſuddetto Giardino ſi ſale a un ſalvatico
di Cipreſſi, Lecci, e Allori con bell'ordine
piantati, e quivi ſi vede un gran Vivaio, in
mezzo al quale vi è un'iſoletta, e in eſſa un
Vecchio tremante figurato il Monte Appen-
1 nino di bronzo, fatto dall'Ammannato, dal-
le cui chiome cade acqua, diſegno, e lavo-
ro il reſtante del Tribolo, dal quale ſi vede
in un Pratello fuori del Giardino dalla par-
te di Levante una Quercia molto artificio-
ſa, e tutta giuochi d'acqua, fatti dal mede-
ſimo
.
Molto più vi ſarebbe da vederſi in.
detta Villa, e Giardini, ma avendo noi for-
ſe troppo obbligato il Foreſtiero a paſſeg-
giare per i medeſimi, rimettendo ſulla ſtra-
da di Firenze, potrà tener quella per ricon-
durviſi, che paſſa ſotto la Villa della Petra-
ia, ove vedrà di paſſaggio due
colò
in-
nino
SECONDA.
PARTE
SECONDA.
CONVENTI, uno di Religioſe Camaldo-
lenſi detto Boldrone: e pochi paſſi inoltran-
doſi, un altro di Fanciulle nobili, che vi s'in-
troducono ſopra i ſette anni per educazione,
alle quali è permeſso, piacendo loro, non.
ſodisfatte di quell'Inſtituto di vita, uſcire,
ſenza però potervi aver regreſso, non fa-
cendo mai Voti, come l'altre Religioſe.

Queſto luogo era per l'addietro una Villa
detta la Quiete, della Sereniſſima Grandu-
cheſsa Maria Creſtina di Lorena, moglie del
Granduca Ferdinando Primo.
Pervenne do-
po la ſua morte in Donna Eleonora Rami-
rez di Montalvo, che ſu la Fondatrice, e,
Inſtitutrice di qnel vivere religioſo, ed eſ-
ſendo ſtato lungo tempo queſto Conſervato-
rio ſenza propria Chieſa, valendoſi per un
corridore di quella del ſopra accennato Con-
vento delle Camaldolenſi, la Sereniſſima.
Granducheſsa Vittoria, fecevi la Chieſa,
che vi è, con la Foreſterìa, Rimeſse, e Stal-
le, e queſto luogo Religioſo, ſi domanda.
ancor
1
ancor coll'antico nome la Quiete. Molt'al-
tre belle, e comode Ville reſterebbero quì
da vederſi, ma lunga opera ſarebbe a fare
una ſemplice ricordanza, tra l'infinite, che
ſon diſpoſte per le pendici de' poggi di Ca-
ſtello, ſino alla Città di Prato, anche delle
più riguardevoli, come a Rinieri, luogo tra
Caſtello, e la Petraia, quella de' Lanfredini,
in oggi del Marcheſe Corſini: a Quinto quel-
le de' Torrigiani, Dragomanni, Bartolini,
e Ginori, e l'antica Villa de' Guardini det-
ta la Mula, a Seſto quella del Marcheſe Cor-
ſi, così celebre, e magnifica; a Colonnata
quella del Conte del Benino, e del Roſso,
e nella Valle di Marina quella del Duca
Salviati
.
Tornando noi a rimettere in ſtra-
da il Foreſtiero, come aviamo di ſopra detto,
tenga quella, ch'è a mano ſiniſtra paſsato il
Ponte a Rifredi, la quale conduce per la
PARTE
PORTA A S. GALLO in Firenze: cam-
minando per eſsa oſservi dalla parte di Tra-
montana la rinomata, e antica Villa di
CAREGGI, cioè Campo Regio, pur dell'A.
R
.
del Granduca col diſegno di Michelozzo
fabbricata da Coſimo Padre della Patria.

Quivi il Magnifico Lorenzo de' Medici, Gio-
vanni, Giuliano, e Piero ſuoi ſigli facevano
le virtuoſe Accademie con Marſilio Ficino,
detto il Novello Platone, e la ſua Anima,
Angelo Poliziano, Pico della Mirandola,
l'Argiropolo, Ermolao Barbaro, lo Scala, ed
altri dotti Uomini dell'età loro.
Preſso a
Firenze a mano ſiniſtra, ſalendo per un'er-
ta ſtrada da quel Tabernacolo, che vi è, s'ar-
riva al
CON-
1
SECONDA.
CONVENTO de' Cappuccini, i quali
hanno all'ufo del loro rigido Inſtituto, una
bella Chieſa, comodo Convento, e Orto.

Quivi pure ſono belle, e nobili Ville, co-
me quella del Marcheſe Gerini, Marcheſe
Riccardi, Marcheſe Capponi, e Marcheſe
Corſi, e quella degli Strozzi celebre per le
tante Inſcrizioni antiche Greche, e Latine,
che vi ſono; diſtribuite in queſto anno con
buono ordine ſotto il Loggiato del Cortile,
ove prima erano allo ſcoperto.
Vi è anco
un Convento di Religioſe detto
S. MARTA, che vivono ſotto la Regola
del Beato Giovanni da Como, o da Medda,
Fondatore de' Monaci Umiliati: ſiccome met-
tendoſi fu la ſtrada maeſtra di Bologna, ſi
vede altro
CONVENTO de' Padri della Madre d'Id-
dio delle Scuole Pie, ove hanno il Novizia-
to
.
Ma perciocchè obblighiamo il Foreſtie-
ro a trasferirſi nuovamente per queſta parte
di Tramontana alla Villa magnifica, e delizio-
ſa di Pratolino del Sereniſſimo Granduca,
quì in tal congiuntura accenneranſi per ſem-
plice ſua notizia alcuni altri luoghi all'in-
torno di Fieſole, e delle adiacenti Colline.

Per la Porta dunque a S. Gallo, così nomi-
nata da una Chieſa di queſto titolo, e Con-
vento de' PP. Agoſtiniani, che prima dell'aſ-
ſedio di Firenze del 1530. era in eſsere, e
per lo detto accidente rovinata, poſta dove
è in oggi una piccola Chieſa a mano dritta
fuori della Città, nominata la Madonna del-
la Toſsa, facendo il Foreſtiero la ſtrada di
1 Bologna per quaſi ſei miglia alla dritta vedrà
poco diſcoſto dalla medeſima ſtrada
Bo-
PARTE
PRATOLINO, Villa di ſomma amenità
nel tempo di State, ove fra le freſcure d'una
boſcaglia d'Abeti, e d'altri Alberi ombroſi,
e delle copioſe acque, che in tante, e mara-
viglioſe Fontane ſi veggono ſgorgare, ſi
ſchermiſce l'uomo in quella cocente ſtagio-
ne dalla tedioſità del caldo.
Queſta gran,
fabbrica, col diſegno di Bernardo Buonta-
lenti, e di Meſser Franceſco ſuo figliuolo, fu
da i fondamenti per lo Granduca Franceſco
Primo fatta, e condotta al finimento quaſi
che ella è in oggi; ſiccome lo teſtifica una
nobile, e bella Inſcrizione, che ſi legge nel
mezzo della volta della gran Sala, del ſeguen-
te tenore
Fontibus, Vivariis
Xyſtis bas Edes Franc.
Med. Mag. Dux Etruria II.
Exornavit Hilaritatiq;
Et ſui amicorumq; ſuorum
Remiſſioni animi dicavit
Anno Dom. MD.LXXV.
Per ſcale ſcoperte raddoppiate ſi ſale al primo,
e nobil piano dalla parte di Tramontana, le
quali mettono prima in un Terrazzino, o ri-
piano pure ſcoperto, e per una bella porta in
un amplo Salone in volta di mezza botte, e
poi in un Salotto tutto dipinto a freſco, ſicco-
me il Salone ornato in parte di ſtucchi, e di
pitture
.
Dall'uno, e l'altro, ſi ha l'ingreſso
per ogni parte in più, e belle Camere; alcu-
ne dipinte a freſco d'Architettura, altre ab-
bigliate riccamente di buoni quadri, ſtudio-
1 li, e d'ogni nobile qualità di ſuppellettile. Vi
è un Organo in una di quelle Camere chiama-
to dagli antichi hydraulico, che ſenza opera
di vento datogli a mano con mantici, ha que-
ſto ufficio dall'acqua, col volgere certa chia-
ve
.
Nel ſecondo piano vi è un Teatro per
Commedie aſſai sfogato, e grande.
Ma uſci-
to il Foreſtiero dal Palazzo, veda gl'innume-
rabili ſcherzi, e giuochi d'acque, e le co-
pioſe Fontane, Grotte, e altro, che in un
tal genere, dalla parte di Mezzogiorno,
come da quella di Tramontana, e ſotto il Pa-
lazzo, e per lo Boſco ad ogni poca diſtanza
ſtanno collocate: e perchè da Franceſco de'
Vieri noſtro Cittadino in vita del Granduca
Frandeſco ne fu fatta una bella deſcrizione;
ci è paruto bene valerci noi quì delle ſue no-
tizie, in quella parte, che da' Sereniſſimi
Granduchi, Succeſſori di Franceſco fino da
quel tempo, non ſono ſtate variate, o per
altro accidente perdute, o demolite le fon-
tane di queſta Villa; e in ogni accreſcimen-
to, o variazione delle medeſime, ci diſco-
ſtiamo dal predetto Autore, che non con-
tento d'una materiale relazione, volle dotta-
mente, ſu` medeſimi penſieri filoſofando, ca-
varne frutti di moralità; i quali eſprimere
inteſe ſempremai con le ſue favole la miſte-
rioſa Gentilità.
Dirimpetto dunque alla por-
ta dinanzi di Tramontana della Villa, vi è
uno ſpazioſiſſimo Prato di figura ſemiovale
chiuſo per di ſotto da una gran cancellata
di ferro, tramezzata da ſei pilaſtri incroſtatì
di grotteſco, che fa proſpettiva all'entratu-
ra della Villa, e al gran Vivaio, che è nella
ſua ſommità: ſalendo dolcemente da i lati
1 è chiuſo, o per meglio dire ornato da folti
Abeti, e da Statue, e Aguglie con diſcreta
diſtanza poſte.
Il gran Monte Appennino è
ſignificato per lo Gigante, che a ſedere di
pietra ruſtica fatto ſi vede, ſopra il Vivaio,
ove in larga copia per una ganaſcia del Dra-
go, che è ſotto il medeſimo Gigante, ſi ver-
ſa l'acqua nel Vivaio, la qual figura è di
tanta mole, che ſe ella ſuſse ritta in piedi,
ſarebbe circa a trentaſei braccia, ed è tutta
vota, eſsendovi nel corpo della medeſima,
una piccola ſtanza ornata di grotteſca con
ſpugne, nicchi, e madreperle, e con diverſi
ſcherzi d'acqua.
Dietro all'Appennino vi è
un grandiſſimo Drago volante, che deve vo-
mitare acqua in gran copia; e ſotto a que-
ſto ſi vede uno ſpazioſo terrazzino ſcoperto,
dal quale per due ſcalette ornate di ſpugne,
e con ſpilli d'acqua, ſi ſcende a una Grotta,
al piano del Vivaio; con più giuochi d'ac-
qua
.
Da queſta parte voltandoſi a Tramon-
tana ſi vedono tre lunghiſſimi Viali, che ſal-
gono ad un Laberinto di ſtrade ameniſſime
per l'ombra degli Abeti, ed altri Alberi di
verzura perpetua.
La Fontana di mezzo ha
un Giove, il quale da un de' lati tiene un'
Aquila di marmo nero, e dall'altro lato ha
in mano un fulmine d'oro, che getta acqua
dinanzi, e di dietro; e per di ſopra conti-
nua in ſalita il viale per quaſi mezzo miglio
di più, facendoviſi di preſente un cancello
di ſerro, per dargli veduta in drittura del
viale di ſotto: nell'altre due fonti vi ſono
due ſpugne ben'alte di Corſica, che buttano
acqua in gran copia dalle loro ſommità.
Scen-
dendo a mano dritta quaſi incontro per fian-
1 co al Monte Appennino dentro il Boſco, vi
è la Cappella in ſeangolo, ornata galante-
mente di ſtucchi, con cupoletta circondata
da loggia, e dentro vi è un Quadro gran-
de per Tavola dell'Aſſunta di Maria Vergi-
ne, copiata da Gio: Batiſta Marmi dall'ori-
ginale d'Andrea del Sarto, che è nel Palaz-
zo de' Pitti.
A quella mano ſcendendo più
a baſſo vi è un Perſeo di marmo, che ſiede
ſopra d'un ſerpente di marmo miſchio, che
getta acqua per bocca, ed è poſato ſopra
d'un monte di ſpugne: vi è una Statua d'un E-
ſculapio, che tiene in mano una ſerpe, che
getta acqua, e in vicinanza un'Orſa con ſuoi
orſacchini, che getta pure acqua per bocca.

Finalmente s'arriva fu la ſtrada, che da Fi-
renze a queſta Real Villa conduce, ove ſi
vedono capaciſſime ſtalle, rimeſſe, e quartie-
ri per la famiglia, e ſervitù di S. A. R.
Ri-
tornatoſene il Foreſtiero dalla viſita de' ſud-
detti luoghi, potrà vedere dalla parte di Le-
vante, trovandoſi alle ſcale del Palazzo, en-
trando per un cancello, che è quivi di fian-
co, col giuoco della palla a corda, e col pal-
lottolaio, un altro alla Tedeſca, detto della
Gioſtra; correndo in giro due a ſedere, e
due a cavallo, che con la lancia in mano
corrono l'anello, che dalle due parti latera-
li ſta appeſo.
Paſſandoſi poi alla parte di
Mezzogiorno per lo mezzo del Salone, e
Salotto, ſi ſcende per due altre ſcale aperte
aovate, per le quali ſonovi in gran copia
occultati zampilli d'acqua, ſiccome nel pia-
no di ſotto, ove è la Grotta maggiore, det-
ta il Diluvio, dalli innumerabili ſcherzi, e
giuochi d'acqua, che con proprio riſico dal
1 Foreſtiero quivi per ogni parte ſi veggone.
Entrato queſti dentro, all'incontro della por-
ta, vedrà una Grotta particolare, detta la
Galatea, fatta in poſitura di minacciar rovi-
na, e tutta di madreperle, con un mare
d'acqua con varj ſcogli coperti di coralli,
e di marine chiocciole.
Fra detti ſcogli ap-
pariſce un Tritone, ſonando una Chiocciola
Marina, e in detto tempo ſi apre uno ſco-
glio, del quale n'eſce fuori l'iſteſsa Galatea
ſopra una nicchia d'oro tirata da due Delfi-
ni, i quali gettano acqua per bocca, e nel
medeſimo tempo eſcono da altri due luoghi,
due Conchiglie, che gettano acqua nel mez-
zo, e accompagnano alla riva del Mare la
detta Galatea.
Nella detta grotta grande da
uno de' lati vi ſono due Tavolini in nicchie
di marmi miſchj con pittura, e quelle nic-
chie ſono ornate di varj nicchietti, e ſpu-
gne marine.
I detti Tavolini gettano acqua
in gran polla, facendo la figura d'un fanale
di vetro.
Vedonſi in queſta Grotta più ol-
tre un Corbezzolo, e un Agrifoglio con va-
rj animali di bronzo in due nicchie ſimili a
quelle di ſopra, due altre grandi di Moſaico
d'oro ſono a rincontro alla detta Grotta,
e vi fon nicchie, e ſpugne con duoi gran-
diſſimi monti ſimilmente di ſpugne, che get-
tano grandiſſima copia d'acqua, e in teſta
alle medeſime, vi ſono due Arpìe di Moſai-
co, che buttano molt'acqua bagnando chi
ſta a vedere.
Dall'altro lato di detta Grot-
ta grande verſo l'entrata vi ſono due pile,
ſopra le quali ſtanno altresì due Arpie di
bronzo, che gettano acqua in dette pile, ac-
canto alle quali vi è un fanciullo, che ha
1 una palla groſsa, che ſembra un Mappamon-
do, girato pure dall'acqua, e a piè vi ſono
due Anatre in un pelago d'acqua, che beo-
no
.
In teſta di detta Grotta grande vi è il
Bagno della ſtuſa, che è una ſtanza di ſtuc-
chi: e dentro di eſsa ſotto una fineſtra, vi-
en'ornata di ſpecchi, per dar curioſità al
Foreſtiero di mirarſi; ed in quel mentre,
mancandogli ſotto il pavimento, reſta il me-
deſimo bagnato con chi ſeco vi andaſse.
Di
più vi è un Pilo di marmo roſso, con un
Monte di ſopra, che ſa una pioggia cadente
in dette pile.
Sonovi molti Coralli, Chioc-
ciole, e Madreperle, con molti animali ſopra-
vi
.
Dall'altra teſtata addirimpetto, vi ſono
tre ſtanze, che nella prima vi è tutto il Cie-
lo di pittura a pergola, e d'oro; e le facce,
e ſpartimenti ſon fornite di bianche ſpugne;
nel mezzo di detta ſtanza, vi è una ſpugna
di marmo bianco, fatta da due gocciole
d'acqua d'altezza di quattro braccia, coper-
ta di varj animali, con un ricetto tutto di
nicchi, di chiocciole, e di branche di Coral-
li, che gettano acqua in grande abbondan-
za
.
Il Pavimento è tutto di terra dipinta a
quadrucci, e così è nella ſopraddetta ſtufa.

Accanto a detta ſtanza vi è un pilo antico,
fatto in una nicchia di ſpugne, e ſopra eſsa
vi è un Paſtore, che guarda gli armenti, il
quale è in compagnia di più ſorte d'anima-
li
.
Vi è Europa rapita da Giove, che getta
acqua per bocca.
Poco diſtante dal Paſtore,
ſi vede Nettunno portato da due Delfini col
ſuo tridente, che uſcendo dal Mare gettano
acqua, e bagnano i circoſtanti: e di ſopra
ſi vede un Satiro premente un'Utre, che
1 butta acqua in gran copia: ed è accompa-
gnato da due Satirini, che ſputano acqua;
in ſomma quivi da per tutto, per varj zam-
pilli, che fra le ſpugne di ſopra, e di ſotto
vi ſono, viene acqua.
Più oltre ſi vede un
Tavolino a otto facce, che in ogni faccia vi
è un ovato incavato a uſo di rinſreſcatoio,
e nel mezzo un tondo ſimile incavato: vi è
un Uomo di pietra, che l'acqua alle ma-
ni a uſo di Scalco.
S'ammirano per artifi-
zio d'acqua girar Molini, camminar figuri-
ne in una proſpettiva di Paeſe, che vi è,
voci d'uccelli, e di più maraviglia una fem-
mina alta più di mezzo braccio, con un vaſo
in mano, che aprendo un cancelletto cam-
mina per molti paſſi a un fonte, ove pren-
de acqua, e quivi è un Paſtore, che ſuona
la cornamuſa, e gira la teſta, il qual moto
viene a dar fiato alla medeſima cornamuſa,
e poi fa ritorno per l'iſteſsa ſtrada; tutto
operato dall'acqua; e queſta femmina dalla
gente è chiamata la Sammaritana.
Dirimpet-
to alla medeſima s'ammira in un grotteſco
una Fortezza, che da' ſoldati di ſuora viene
attaccata, e da quei di dentro difeſa con
cannoni, tamburo, ed altri militari attrezzi,
che operan per moto d'acqua.
Vi ſono al-
cuni ſoldati,che facendo ſortita, bagnano chi
fta a vedere.
Sotto alla detta Grotta grande,
e ſotto le ſcale del Palazzo, vi ſono due
nicchie con iſtatue, ſotto a una delle quali,
vi è una Donnola ſopra un ſerpente col mot-
to, Amat Victoriam curam: Impreſa del Se-
reniſſimo Granduca Franceſco.
Sotto l'altra
vi ſono alcuni Peſcatori, che ſi muovono, e
percuotono alcune Rane, che ſi tuffano nel-
1 l'acqua, e nel ritornar fuori bagnano. Uſci-
ti fuori di detta Grotta, ſi vede un gran Pra-
to, che circonda il Palazzo con muricciuoli
da ſedere, e ſi ſcende nel Barco, che è pie-
no di diverſe fontane, e ſotto a dette ſcale,
che ſcendono nel Barco, vi è in teſta un
vecchio figurato per il fiume Mugnone, che
diſtribuiſce l'acqua a tutte quelle fonti.
Più
oltre ſotto alle dette ſcale a uſo di grotta,
vi ſono una Fama con tromba d'oro, e col-
l'ali, un Drago, che beve, e un Contadino,
che porge una tazza; per occulto artifizio
d'acqua, la Fama ſuona, dimena l'ali, em-
pieſi la tazza, il Contadino l'alza, e il Ser-
pente colla teſta ſi china, vi ſi tuffa, e la
beve
.
A rincontro della Fama, v'è a uſo
d'altra Grotta il Dio Pan, che ſuona la,
zampogna compoſta di ſette canne; queſti
ſi rizza, ſuona, e muove la teſta, e poi re-
ſta, e ſi ripone giù: evvi ancora la Siringa,
che ſi converte in canne.
Colle ſcale di det-
ta Grotta grande, ſpartita in molte, come
aviam detto, atteſta un lunghiſſimo viale,
che ſcende dolcemente, dove di quà, e di
ſono diſpoſte, ſopra muricciuoli di diſtan-
za in diſtanza, alcune piccole vaſche, o taz-
zette di pietra, che gettano in aria acqua:
ſotto alle quali, per mtto il detto viale,
eſcono zampilli d'acqua, che facendo arco,
l'uno coll'altro intrecciandoli, formano co-
me un pergolato; ſotto al quale puovviſi,
ſenza reſtar bagnato, agiatamente paſseggia-
re
.
In teſta a queſta ſtrada, tutta boſcata,
ſopra un gran Vivaio è una ſtatua, che rap-
preſenta una Lavandaia, la quale ſpremendo
un panno bianco n'eſce acqua, e allato vi è
1 un Fanciullino, in atto d'orinare, fattura
di Valerio Cioli.
Accanto alla detta Lavan-
daia, ritornando verſo il Palazzo dalla par-
re di Levante, per altra ſtrada coperta
d'Abeti, e d'altri alberi ombroſi, ſi vedono
tre Vivai a uſo di pelaghi; e da un lato in
un boſchetto di Lauri, v'è il Monte Parna-
ſo con le nove Muſe, Apollo, e il Caval
Pegaſeo; e quì ſi ſente ſonare un Organo
per artifizio d'acqua, daglì antichi pur det-
to Hydraulico: di ſotto al detto Monte al-
quanto di lontano v'è una gran Quercia con
due ſcale in giro, per le quali ſi ſale, e ſi
arriva in un piano, dov'è una bella fonte.

Nel tornarſene verſo il Palazzo, ſi vede col
bizzarro diſegno dell'Ammannato, un Tea-
tretto in quadro con balauſtri di marmo, nel
cui mezzo vi è una Vaſca tonda con cinque
ſtatue, che tutte buttano acqua.
Quella di
mezzo è un Contadino in atto di potare, e
il tronco geme acqua in molta copia.
Il Te-
atro ſteſſo è ornato da quattro tronchi di
pietra, che fingono alberi rotti, alti circa
dieci braccia, e ſopra ai medeſimi vi è un ani-
male di diverſa ſpecie: e a man dritta inol-
trandoſi ſi vede una grandiſſima gabbia lun-
ga braccia cento, e larga cinquanta, tutta
di Cavalletti in aria di ſerro, dentrovi Al-
lori, Elleri, e altre piante, con una ſonte
in teſtata della medeſima; e quivi ſi fa con-
ſerva di più, e diverſi uccelletti canori.
E
ſopra la detta gran gabbia, quaſi incontro
al Palazzo per fianco, vi è un Giardino, con
iſcompartimenti di fiori.
Dall'altra parte
cominciando a ſalire, ov'è la Lavandaia, per
la ſiniſtra, a Ponente verſo il Palazzo, v'è
1 in terra una Salamandra, che getta acqua in
una palude.
Evvi un Orivolo, che ſuona
l'ore per artifizio d'acqua; e ſopra detto
Orivolo all'altezza di circa otto braccia, vi
riſiede un Globo, che fa concerto di cam-
panelli, con una girandola ſopra di eſſo, che
va per violenza d'acqua.
Più oltre ſi vede
un Borro a uſo di Tonfani pieni d'acqua,
dentro del quale vi ſono peſci di diverſe ſpe-
cie, e dopo queſti ſi vede una piccola Grot-
ticella, con una ſorgente d'acqua freſchiſſi-
ma, che eſce per una botte di marmo, e da
un fiaſco, che tiene in mano un Satirino di
bronzo
.
Queſt'acqua è di qualità buona per
bevere, e dandoſene a guſtare a i Foreſtie-
ri, queſti intanto vengono bagnati di zam-
pilli d'acqua, che ſortiſcono di dentro alla
Grotticella, e di diſuori.
Più oltre avanzan-
doſi, vi è una Grotta di figura rotonda, det-
ta di Cupido, per eſſervi la ſua ſtatuetta di
bronzo in teſta alla medeſima, che per in-
gegnoſo artifizio d'acqua ſi volta in giro, e
tramanda acqua a' riguardanti.
Queſta Grot-
ta è tutta inganni, come lo è il gentileſco
Simulacro; perchè quelli, che v'entrano
dentro, non ſe ne accorgendo, ſi trovano ba-
gnati, così nell'entrarvi, che nel ſedervi:
e dalla Cupoletta, che chiude per di ſopra
detta Grotta, ſcaturiſce gran copia d'acqua,
che ſorge aſſai in alto.
A pochi paſti trova-
ſi pure un Teatro in tondo, nel cui mezzo
vi è una pila di marmo retta da piediſtalli,
ſopra della quale vi ſono alcuni Galli, che
gettano acqua in certe nicchie, e i Foreſtie-
ri quivi pure reſtano bagnati.
Si vede anco-
ra, nel paſſeggiare per alcune viottole, un
1 tondo circondato d'Allori, e altre verzure,
con ſgabelli di pietra per ripoſo del Fore-
ſtiero; ed ivi vedeſi un Villano, nel mezzo
di due ſtatue, tutto di marmo, il quale vo-
ta un barile in una grand'urna, in cui è iſto-
riata di baſſo rilievo la caduta di Fetonte.

Ma chi può mai ridire minutamente le ga-
lanterìe, e i giuochi d'acqua, che in queſta
Real Villa, e ameniſſimo Barco, che la cir-
conda, s'ammirano da per tutto?
Per lo che
eſortiamo il Foreſtiero a non laſciare di ve-
dere queſto delizioſiſſimo luogo, fuori che
nel Verno, ove non potrebbe avere il go-
dimento dell'acque, di un'aria ben tem-
perata
.
Onde accorgendoci noi d'eſſerci fuo-
ri del noſtro inſtituto troppo diffuſi: rimet-
tendo il Foreſtiero nuovamente dal Palazzo
alla ſtrada di Firenze, per quella ne faccia
ritorno: quando non gli piaccia di vedere,
tirando verſo Tramontana due luoghi di gran
devozione [al che l'eſortiamo] e il primo
de' quali è il Sacro Eremo di
li,
è chin-
co
F ore-
una
G but-
l'ac-
G 1 un
in
G 3 ton-
SECONDA.
PARTE
SECONDA.
PARTE
SECONDA.
PARTE
SECONDA.
PARTE
SECONDA.
PARTE
MONTE SENARIO, ove ebbe miracolo-
ſamente principio, da' ſette Beati Romiti no-
bili Fiorentini, la Religione de' Servi di Ma-
ria Vergine, l'anno 1233. e quivi S. Filip-
po Benizi noſtro Cittadino, lungo tempo
ſtette a far penitenza ſull'alto giogo di quel
monte, veſtito d'una folta ſelva d'Abeti.

In mezzo di eſſa, ſta il Convento delli Ere-
miti dell'Ordine da eſſo ampliato de' Servi
di Maria Vergine, e vedeſi la Grotta pro-
pria dell'orare, che indefeſſamente faceva,
il Santo, unito alla rigoroſa mortificazione
del corpo, e vi è una fonte di acqua fred-
1 diſſima, che ſcaturì al tempo del Santo per
ſuo riſtoro, bevuta per divozione.
Il ſecon-
do a piè del Monte Senario è l'antico, e
celebre
diſſi-
SECONDA.
MONASTERO DI BUONSOLLAZZO,
tutto rinnovato dalla Real Munificenza di
Coſimo III. fel. regn. ove abitano in oggi
Monaci Ciſtercienſi della ſtretta Oſſervanza,
quivi riſtabilita da' Monaci fatti venire da
S. A. R. dalla famoſa Badìa della Trappa.

Nel ritorno a Firenze, quaſi tre miglia di-
ſcoſto da Pratolino, fu la mano diritta fuo-
ri della maeſtra ſtrada, v'è un
CONVENTO di Cappuccini della Conce-
zione di Maria Vergine, detti i Cappuccini
di ſopra, a diſtinzione di quelli di Monte
Ughi. che ſi chiamano i Cappuccini di ſot-
to
.
Dalla mano ſiniſtra, più inoltrandoſi
verſo Firenze, ſi vede la bella Villa del Du-
ca Salviati di nuove delizie, ed ornamenti
magnifici arricchita, al Ponte alla Badìa, co-
detto, perchè quaſi in faccia, paſsato il
Ponte di Mugnone, ſi ſale per una diritta
ſtrada alla
BADIA DI S. BARTOLOMMEO, ſervi-
ta lungo tempo per Cattedrale di Fieſole,
poi uſiziata da' Monaci di S. Benedetto: ma
eſsendo quaſi dal tempo, e dalle guerre que-
ſto antichiſſimo Tempio in poſitura di mi-
nacciar rovina, Coſimo de' Medici Padre
della Patria, ſopra quaſi le rovine di quel
Santuario, a proprie ſpeſe, col diſegno di
Filippo di Ser Brunelleſco, fabbricò una bel-
1 la Chieſa, e Monaſtero a' Canonici Latera-
nenſi, che già vi erano; a contemplazione
di un tal Padre D. Timoteo da Verona ec-
cellente Predicatore di quell'Ordine; che
per godere meglio la di lui converſazione,
il detto Coſimo vi fece un appartamento per
ſuo uſo.
Vi è una prezioſa Librerìa di ma-
noſcritti, nella quale il ſuddetto pio, e ma-
gnanimo Signore ſpeſe circa ſette mila du-
cati, e altri tre mila gli coſtarono più Libri
da Canto fermo, di finiſſime miniature or-
nati; e dette loro di buone entrate; avendo
in detta fabbrica ſpeſo centomila ſcudi.
Uni-
ta alla Chieſa, vi è una Cappella, ove fu
martirizzato il Santo Veſcovo di Fieſole Ro-
molo, e ſi moſtrano alcune gocciole di ſan-
gue ſparſo nel ſuo martirio; vi è altresì un
pozzo, nel quale è tradizione preſſo quei
Canonici, che fuſſe gettato un guanto, e po-
ſcia con tuoni, e lampi tratto fuori pieno
di ſangue.
In detta Cappella vi ſi conſerva
un miracoloſo Crocifiſſo, il quale pure per
antica tradizione fu dato al Santo Veſcovo
Romolo dall'Apoſtolo S. Pietro; e che par-
a S. Filippo Benizi con dirgli:
Vade ad
Fratres Matris mea in Monte Senario.
Viſtoſi
dal Foreſtiere tutto ciò, che di queſto anti-
chiſſimo Tempio, e per ſua devozione, ci è
piaciuto il dirgli; paſſi a vedere nel Reſet-
torio di queſti Padri, una pittura a freſco
fatta da Giovanni Mannozzi, detto Gio: da
S. Giovanni, in cui vien rappreſentato noſtra
Signore a Tavola ſervito da Angioli, e An-
gele molto curioſa, per la ſemplicità, quivi
uſata dal Pittore per altro eccellentiſſimo.

Sopra la detta Badia tirando a Tramontana,
Vi è una
G 4 la
CHIE-
1
PARTE
SECONDA.
CHIESETTA, ove ſi conſerva una mi-
racoloſiſſima Immagine d'un Crocifiſſo ritro-
vata modernamente, e detto luogo ſi chia-
ma Fonte Lucente, nominato dal Poliziano
nella Lamia: e a Levante vi è
S. DOMENICO, Chieſa dell'Ordine ſuo
più ſtretto, ov'è Noviziato; e vivono con
grandiſſima eſemplarità molti Religioſi, i qua-
li hanno un comodo Convento; e queſto fu
fondato intorno all'anno 1406. dal Beato
Fra Giovanni Domenici a ſpeſe della nobi-
liſſima famiglia degli Agli, e quivi S. Anto-
nino fu il primo, che veſtiſſe l'Abito di
S. Domenico.
Sono in queſta Chieſa alcune
pitture buone: fra le antiche, ſi vede quel-
la alla Cappella de' Gaddi della Coronazione
della Madonna di Fra Gio: Angelico; quel-
la della Natività di Pietro Perugino; un'al-
tra del Sogliani: fra le moderne quella del-
la Nunziata di Iacopo da Empoli, e tutta la
volta della Chieſa dipinta da Lorenzo del
Moro
.
Poco ſopra ſalendo il Monte, ſi ve-
de una bella Villa fabbricata già da Giovan-
ni di Coſimo de' Medici col diſegno di Mi-
chelozzo, la quale è in oggi de' Signori del
Sera, avendo l'iſteſſo Giovanni fatto col diſe-
guo del medeſimo Michelozzo fabbricare,
poco ſopra alla ſua Villa, una
CHIESA, E CONVENTO A' FRATI
DI S. GIROLAMO; i quali ebbero princi-
pio in Firenze da Carlo Conte di Monte-
granelli circa l'anno 1407. ma da Clemente
Nono furono ſoppreſſi: ed è poſſeduto in og-
gi detto luogo da' Signori Bardi.
Finalmente
1 ſi giunge ſopra la cima di Fieſole, ove è
la
G 5 si giun-
PARTE
CATTEDRALE, la Canonica, e il Palaz-
zo del Veſcovo, e poc'altro ſi vede di an-
tico, fuori che l'Oratorio di S. Maria Pri-
merana, e alcuni frammenti della Rocca, e
delle mura; avendo l'anno 1010. i Fioren-
tini dato il Sacco, come è noto per le Sto-
rie, e demolito tutto.
La Chieſa è dedicata
a S. Romolo ſuo primo Veſcovo, e fu fab-
bricata l'anno 1028. dal Veſcovo Iacopo Ba-
varo, è di diſegno Gotico.
Nella Tribuna,
o altar Maggiore, tutto ornato di marmi da
Monſignor Franceſco Cattani da Diacceto,
vi ſi conſervano le Reliquie di S. Romolo
in una Caſſa di marmo miſchio; la Teſta
del quale, con un braccio, ſi eſpone il
feſtivo di detto Santo.
Vi ſono le Reliquie
ancora di quattro ſuoi compagni Martiri:
buona parte della Teſta di S. Donato di Sco-
zia Veſcovo di Fieſole, e la Cattedra di
S. Andrea Corſini altro Veſcovo di queſto
luogo
.
La Tavola all'Altare di S. Tomma-
ſo della famiglia Guadagni, è di mano di
Baldaſſar Franceſchini detto il Volterrano;
e l'intero, e baſſo rilievo di marmo alla
Cappella di Monſignor Salviati, è opera di
un Mini di Fieſole Scultore ben'accreditato
de' ſuoi tempi; e quelle all'Altare di mezzo
fra le due ſcale ſono di mano di Andrea Fer-
rucci pure da Fieſole.
Nella Chieſa di
S. ALESSANDRO, che in antico chiama-
vaſi di S. Pietro in Gieruſalemme, vi è il
Corpo di detto Santo, che fu Veſcovo pur
1 di Fieſole, e martirizzato ſul Bologneſe in-
torno all'anno 502.
Incontro alla Cattedrale
ſta il Palazzo del Veſcovo, che è Conte di
Turicchio, e ha una gran Diogeſi, e vi è il
Seminario per i Cherici.
Sopra al più alto
di Fieſole, v'è un
di
SECONDA.
CONVENTO di Riformati di S. France-
ſco aſſai grande, fondato dalla famiglia del
Palagio, ove anticamente era la Rocca de'
Fieſolani
.
La Tavola della Concezione in
detta Chieſa è di mano di Pietro di Coſi-
mo; e ve ne ſono altre buone.
La Chieſa
di
S. MARIA PREMERANA, ſecondo Sci-
pione Ammirato, veniva a eſſere quaſi nel
mezzo della Città di Fieſole, e ſi crede co-
nominata per eſſere ſtata mandata dalli
Apoſtoli un'Immagine di Noſtra Donna, che
per eſſer la prima veduta in Toſcana, deſſe
ſimil cognome a queſta Chieſa, ove ſono
molte Indulgenze, come lo dimoſtra una
Cartella di marmo.
Verſo Levante, qualche
tratto diſcoſto dalla Cattedrale, v'è un al-
tro
CONVENTO di Zoccolanti,detto alla Doc-
cia, ſondato da Giuliano Davanzati noſtro
Cittadino, e tanto in queſto luogo, che per
l'adiacenti colline non più diſcoſte da Firen-
ze di due miglia, vi ſono ſparſe Ville molto
comode, e grandioſe.
Pigliando la ſtrada.
che conduce alla ſopraddetta Badia di Cano-
nici Lateranenſi, ſi giunge ad altro Conven-
to di Monache, detto
G 6 S. MA-
1
PARTE
S. MARIA DEL FIORE DI LAPO, che
vivono ſotto la Regola di S. Agoſtino, le
quali in antico avevano loro Convento,
dov'è oggi quello de' Riformati a Fieſole, e
di queſto ne fu Fondatore Lapo da Fieſole,
circa l'anno 1334.
Nella loro Chieſa non vi
è di conſiderabile, che la Tavola, di mano
d'Aleſſandro Allori, ove è la Madonna con
alcuni Santi, e il Padre Eterno.
E di quivi
ritornandoſene il noſtro Foreſtiero in Firen-
ze, come ſtrada più comoda, trasferiſcaſi
in altra giornata fuori della
PORTA ALLA CROCE. Tutto quel trat-
to di Pianura, che vi è, paſſeggiando per
la ſtrada diritta, che conduce al Caſentino,
e in altri luoghi, è coltivata per la maggior
parte a Orti: la prima Villa ſu la ſiniſtra
mano è del Marcheſe del Monte: poco più
in ſu voltando per queìla parte ſi trova un
bel Convento di Monache detto
S. SALVI, da cui piglia la denominazio-
ne detta pianura.
Queſto fu già uno de' pri-
mi Monaſterj de' Valombroſani, che lo ce-
derono alle Monache dette di Faenza l'anno
1529. per la demolizione d'un loro antico
Convento, per piantarvi la Fortezza di San
Gio; Batiſta, volgarmente detta da Baſſo, che
vi è al preſente.
Nel Refettorio di eſſo Mo-
naſtero di San Salvi dall'immortal pennello
d'Andrea del Sarto ſi vede dipinto in un ar-
co S. Benedetto, S. Gio: Gualberto, S. Salvi
Veſcovo, e S. Bernardo degli Uberti Mona-
co, e Cardinale; e nel mezzo in un tondo
rappreſentata la Trinità: in facciata del me-
1 deſimo vi è un Cenacolo di Noſtro Signore,
che fu riputata per la miglior pittura, che
Andrea faceſſe a' ſuoi , e convenendo ro-
vinare per lo detto aſſedio, con molt'altri
Suburbani Conventi, e Caſamenti, anche la
Chieſa di S. Salvi, con quelle abitazioni, fu
a contemplazione di così belle pitture laſcia-
to in piedi detto Refettorio; ma per l'intro-
dotta Clauſura di Monache, non ſi poſſono
vedere ſenza ſpecial licenza.
Nella Chieſa
vi è una Tavola con Criſto in Croce, e al-
cuni Santi di mano di Franceſco Morandini
da Poppi.
Meno d'un miglio diſcoſto da
S. Salvi ſi trova a piè di quegli ameni Pog-
gj un altro Convento di Monache detto
deſimo
SECONDA.
S. BALDASSARRE, che vivono ſotto la
Regola di S. Agoſtino, e ſalendo fu la ſini-
ſtra; ſe ne trova un altro dell'Ordine di
S. Benedetto, titolato
S. MARTINO A MAIANO, ov'è la
Tavola dell'Altar maggiore dipinta dal Gril-
landaio, beniſsimo conſervata.
Per tutto que-
ſto tratto di pianura, e di Colline ſi vedono,
come negli altri luoghi già deſcritti, belli
Caſamenti, e Ville, che vi poſſeggono i Vi-
telli, Gaddi, Guadagni, del Sera, Dini, de-
gli Albizi, e i Palmieri quella ſceſo il Mon-
te di Fieſole detta i Treviſi, magnifica:
quelle de' Salviati, Ginori, Gherardini, Bon-
fi, Cerretani, Franceſchi, e Fiaſchi.
Un'al-
tra molto bella, ma non terminata, vedeſi
a Rovezzano de' Bartolini; ma chi può mai
ridire il numero di tant'altre, che ſi veggo-
no per queſta parte?
Onde paſſeremo col no-
ſtro Foreſtiero fuori della
POR-
1
PARTE
PORTA A S. NICCOLO' paſſato il Fiu-
me, nominata dalla Chieſa Parrocchiale, che
è nel Borgo di dentro, già Collegiata, ora
Priorìa
.
Queſta Pianura, che ha per limito
a mano ſiniſtra il Fiume Arno, e dalla de-
ſtra alcune Colline, che formano di eſſo qua-
ſi un ſemicircolo, ch'è tutto beniſsimo col-
locato, e ferace d'ottimi, e copioſi frutti
d'ogni qualità, è nominato Ripoli; e tale
ſi chiama una
BADIA DI S. BARTOLOMMEO de' Mo-
naci Valombroſani, che quaſi nel centro di
queſto Piano è poſta con un comodo Con-
vento, e quivi fa ſua reſidenza il Generale
de' tempi di quell'Ordine, il quale Conven-
to circa al 718. ſu da un certo Adovaldo
Longobardo di gran naſcita ſondato, e già
ſu Monaſtero di donne.
Alla deſtra mano
voltando da una bella Villa de' Marcheſi Nic-
colini, già de' Bandini, e in non molta di-
ſtanza ſi vede il
PARADISO. Queſto è un Venerabiliſsi-
mo Convento di Religioſe Nobili dell'Ordi-
ne di S. Brigida Regina di Svezia.
Non vi
è nella Chieſa coſa, che meriti riſteſſione.
oltre una Madonna, che ſta in mezzo di
S. Brigida, e di S. Antonino, di mano di
Tommaſo da S. Friano Pittore molto accre-
ditato de' ſuoi tempi.
Nella quarta Dome-
nica di Quareſirna vi ſono molt'Indulgenze,
e gran concorſo di popolo.
Un altro Con-
vento detto
S. MARIA DEL BIGALLO, è diſcoſto
1 da queſto più di due miglia, ſu la ſtrada,
maeſtra d'Arezzo per Levante, che fino al
1503. ſi mantenne a uſo di Spedale di Padro-
nato de' Capitani del Bigallo, che da eſſo
preſero eglino un tal nome, e poi ceduto fu
alle Monache dette di Caſignano, per la mi-
nacciante rovina dell'antico loro Convento
in quel luogo; e militano fotto la Regola di
S. Benedetto con grande oſſervanza.
Per tut-
to queſto delizioſiſſimo Piano, e adiacenti
Colline vi ſono Caſamenti, e Ville molto
belle, in ſpecie quella de' Pitti, Uſimbardi,
Palmieri, Marcheſi da Caſtiglione, Ganucci,
Marcheſi Capponi da S. Fridiano, ed altri,
che per brevità ſi tralaſciano di diſtinguere.

Ma tirando ſulla mano dritta per la ſtrada.
maeſtra del Chianti, ſi vede la Villa degli
Aleſſandrini, e per quella parte le Ville di
Lonchio, e di Belmonte che furono del ce-
lebre Conte Lorenzo Magalotti, ora de' Ven-
turi
.
L'ultima già era de' Barberini, e vi è
ancora in eſsere [ benchè percoſso da fulmi-
ne ] vigoroſo, e bello un Cipreſso, che qui-
vi piantò in ſua gioventù Urbano VIII.
perciò detto il Cipreſſo del Papa.
Poco più
di cinque miglia da Firenze diſcoſto, ſi ar-
riva a
da
SECONDA.
LAPPEGGIO, Villa già del Sereniſſimo
Cardinale Franceſco Maria de' Medici, ora.
dell
'A. R. della Sereniſſima Gran Principeſ-
ſa Vedova di Toſcana Violante Beatrice di
Baviera, Governatrice della Città, e dello Sta-
to di Siena, degna di vederſi, per i belli ap-
partamenti, prezioſi quadri, e ricchi mobi-
li, de' quali detto Palazzo è abbondantemen-
1 te fornito. In una di quelle ſtanze, ſi am-
mira un copioſiſſimo numero di vaſellamen-
ti di fina porcellana, diſpoſta con altre ga-
lanterìe di gran pregio.
Dalla parte di Tra-
montana, in poca diſtanza da Lappeggio,
ſopra una bella eminenza vi è Ligliano Ca-
ſamento per l'Agente, o Fattore di quella.
Tenuta
.
Sopra d'uno ſpogliato poggio tra
Mezzogiorno, e Levante, diſcoſto tre miglia
in circa da queſta Villa, ſi vede la
te
PARTE
CHIESA DI S. MARIA DELl'IMPRU-
NETA, rinomatiſſima per la miracoloſa Im-
magine di Maria Vergine, che vi è; e che
portata a proceſſione in tutte le traſcorſe ca-
lamità nella Città noſtra, ſempre ſi ſono ri-
portate le domandate grazie.
Miracoloſiſſi-
mo ſi è il ritrovamento di detta Immagine:
e quì ci piace di dirlo quaſi come ce lo ri-
feriſce Franceſco Rondinelli nella Relazione
dell'ultimo Contagio di Firenze.
Volevano
quei Popoli fare una Chieſa in onore della
Vergine, e poſto mano all'opera, rovinava
la notte quello, che lavoravano il giorno.

Per lo che accortiſi, non eſſer volontà d'Id-
dio, che ſi ediſicaſſe in quel luogo la Chie-
ſa, fatte orazioni, furono inſpirati a piglia-
re due Giovenchi non domi, e appiccato lo-
ro al giogo alcune pietre, riſolverono, che
dove ſi fermaſſero, quivi per avventura fa-
rebbe ſtato il luogo eletto da Iddio per edi-
ficarla
.
I Giovenchi ſtraſcinando le pietre,
ſi fermarono in quel Piano, ove è la Chie-
ſa al preſente, e i circoſtanti allora datiſi a
cavare i fondamenti, mentre che uno di quei
manovali lavorava di forza, ſi udì una vo-
1 ce lamentevole, onde tutti attoniti corſero
quivi, e trovarono queſta Immag ne di Ma-
ria Vergine, la quale ſi crede per molti, che
ſia di terra cotta col Figliuolo in braccio,
con uno ſcalſitto nella fronte, cagionatole,
dalla percoſsa di quello, che cavava i fon-
damenti, al qual colpo ſi ſentì la voce la-
mentevole
.
Queſta tradizione vien confer-
mata da un marmo di baſſo rilievo antichiſ-
ſimo, il quale è ſotto il Tabernacolo della.
Madonna; dove è ſcolpito il ritrovamento
di eſsa nella maniera raccontata, eſſendo oſcu-
ro il tempo preciſo, nel quale ella lo fuſse
con tal prodigio.
Vi ſono grandi Indulgen-
ze, e Privilegi conceſſi da molti Pontefici,
e nel giorno di S. Luca vi è un gran con-
corſo di popolo, e vi ſi fa una groſſa Fiera.

E' uſiziata la detta Chieſa da dieci Cappella-
ni con un Pievano, che hanno l'obbligazio-
ne di dirvi quotidianamente il divino Uſi-
zio, e fu fondata dall'antica Famiglia de' Buon-
delmonti, che fino al preſente hanno la li-
bera Collazione di quelle Cappellanìe, e l'Ele-
zione del Pievano.
La Chieſa è in oggi tutta
mutata, e riccamente adornata, con Soffitta
tutta meſſa a oro, rotta da tre Quadri, che
ſono ſtati dati a fare a tre de' più eccellenti
Pittori, che abbia Firenze.
E' degna d'eſſer
veduta la Sagreſtìa, per la ricchezza de' ſa-
cri Arredi, che ivi ſi conſervano: e chi vo-
leſſe più minuta informazione di tutto ciò,
che a queſta Chieſa, e all'Immagine, che in
eſſa ſi venera, e alla devozione, che ſempre vi
hanno avuta i Fiorentini, appartiene, po-
trà vederne le Memorie Iſtoriche ſtampate,
da Giuſeppe Manni in Firenze l'anno 1713.
ce
SECONDA.
Al-
1
All'intorno vi ſono molti caſamenti, e per
tutto quel tratto di ſtrada, che dalla ſuddet-
ta Chieſa riconduce a Firenze, per la
PARTE
PORTICELLA DI S. GIORGIO, vi ſono
Ville molto belle; fra le quali quella a Mez-
zomonte del March.
Neri Corsini, de' Nicco-
lini, e Alberti, vi ſono poſſeſsioni ben forni-
te di Uliveti, e frutti d'ogni ſorte, e vi pro-
ducono quei terreni ſquiſiti Vini: e di ciò ba-
ſti al noſtro Foreſtiero d'aver noi parlato
ſommariamente ad oggetto di non tediarlo,
o di non dare a lui impulso di vedere quel
che a comparazione de' luoghi ſoprannomi-
nati, ſi rende molto meno degno d'eſſer con-
ſiderato dall'iſtesso.
Vogliamo però, che per
l'iſteſſa ſtrada di Lappeggio ritornato in Fi-
renze, non laſci d'uſcire fuor della
PORTICCIUOLA DI S. MINIATO, che
è quaſi incontro alla Chieſa di S. Niccolò.

Queſta per un'erta ſalita, ove di ſpazio in
ſpazio ſon piantate Croci, e nell'iſteſſe è
eſpreſſo in ogn'una qualche fatto della Paſ-
ſione del Noſtro Salvator Giesù Criſto, con-
duce a due Chieſe venerabiliſſime, e ad al-
cune Ville circonvicine.
La prima Chieſa in
teſta alla ſalita è detta
S. FRANCESCO AL MONTE, già de' Frati
Zoccolanti, ora de' PP. del Ritiro della Pro-
vincia Riformata di Toſcana, i quali, levatine
tutti gli ornamenti, l'hanno ridotta ad uno
ſtato di povera semplicità propria del loro
Inſtituto; la quale con ottimo diſegno di
Simone del Pollaiolo, fu fatta fabbricare,
1 intorno all'anno 1450. da Caſtello Quarate-
ſi, come ne fa fede un'Inſcrizione poſta da-
vanti l'Altar Maggiore nel pavimento.
Non
ha che una ſola navata con ſei Cappelle per
parte, e una di fianco all'Altar Maggiore
in dentro, con ſuoi archi per di fuora di
pietra ruſtica, e ſuo Cornicione, che ricor-
re intorno la Chieſa, e per l'Arco maggio-
re della Tribuna.
La Tavola della Nunziata
è di mano di Fra Gio: Angelico Domenica-
no, e quella della Natività di Noſt. Signore è
di Gio: Antonio Sogliani.
Sopra la Porta del-
la Sagreſtìa la Pietà di terra cotta è di ma-
no di Luca della Robbia, e a canto alla Por-
ta maggiore ſi oſſervi il Buſto di marmo
bianco di Marcello Virgilio Segretario della
Repubblica Fiorentina, e gran Letterato, con
un bello Epitaffio.
Queſta Chieſa è poſta in
tale eminenza, e vicinanza inſieme della Cit-
, che quaſi in pianta di quivi, e con pit-
toreſca proſpettiva ſi gode, con una gran.
parte de' Villaggi da noi ſin quì deſcritti; a
ſegno che l'occhio, che ne reſta incantato,
con difficultà da una bella veduta ſe ne,
ritrae
.
Dal ſuo fondatore fu raccomandata
all'Arte de' Mercatanti, e laſciato entrate,
per il ſuo mantenimento.
Uſcendo per la.
Porta del fianco di detta Chieſa, e cammi-
nando pochi paſſi a man ritta per una Por-
ta della Fortezza, che intorno all'anno 1526.
con diſegno di Michelagnolo Buonarruoti fu
fatta, poi tìrata a fine dal Tribolo; ſi arri-
va all'altra antichiſſima, e venerabiliſſima
intor-
SECONDA.
CHIESA DI S. MINIATO, poſta ſopra,
e nel mezzo di detta Fortezza, che per ogni
1 parte tutta ſi gode, e vede. Ma prima di
deſcrivere com'ella ſta al preſente, e eſteri-
ormente, e interiormente; ci piace di non
paſſare ſotto ſilenzio alcuna notizia di ſua.
grande antichità, e origine.
Scrive Giovan-
ni Villani, e con eſſo tutt'i noſtri Storici,
che trovandoſi Decio Imperatore in Firenze,
come Camera d'Imperio, fiero perſecutore
de' Criſtiani; avuta notizia, che S. Miniato
con alcuni compagni ſtava facendo peniten-
za nel Poggio, ove è oggi la sua Chieſa;
che in quei tempi altro non v'era, che un.
piccolo Oratorio dedicato all'Apoſtolo San
Pietro, e all'intorno boſcaglia; l'Imperato-
re con doni, e offerte d'ingrandimento, lo
tentaſſe a rimuoverſi dalla Religione Criſtia-
na; ma nulla valendo a frangere la coſtante
fede del Santo, dopo diverſi martiri, da' qua-
li Iddio per alcun tempo lo preſervò, gli
faceſſe tagliare la teſta in un luogo detto fi-
no a' noſtri giorni S. Candida, detta dal Can-
didato de' Martiri; ma il Santo riducendoſe-
la al busto, paſſato l'Arno, e ſalito sul pog-
gio, rendeſse nel ſuddetto Oratorio l'anima
a Iddio: quivi fuſse ſeppellito il ſuo Corpo;
e da' Fiorentini, poichè paleſemente diven-
nero Criſtiani, fabbricata fuſse una Chieſa.
al ſuo nome.
Ma quella nobile, e grande,
che ſi vede al preſente, fu alzata nel 1013.
a' 26. d'Aprile con conſiglio d'Ildebrando
Veſcovo Fiorentino, e coll'aſſenſo, e perſu-
aſione di S. Arrigo Primo Imperatore, e Se-
condo di Germania, e di S. Cunegonda
ſua Moglie, che la dotarono di molte tenu-
te, e con ſolenne pompa vi fecero tranſla-
tare il Corpo di S. Miniato nell'Altare, che
1 è ſotto le volte della medeſima Chieſa; la.
quale da' Fiorentini fu data in cura a' Con-
ſoli dell'Arte de' Mercatanti.
E' ſpartita que-
ſta in tre Navate, e vi ſono due ſcale di pie-
tra ruſtica quaſi al mezzo della Chieſa, per
dove ſi ſale al Presbiterio, e Coro, fatto ſul-
l'antica coſtumanza della primitiva Chieſa.

Queſto è tutto di marmi, e porfidi intaglia-
ti, e intramezzati; e dietro all'Altare vi ſo-
no cinque fineſtroni ſerrati di traſparentiſſi-
mo marmo, di color doriccio miſchio, e ve-
nato; e nella lunetta ſemirotonda di Moſai-
co col Padre Eterno, ſi vede a mano ſini-
ſtra l'eſſigie di S. Miniato con queſta Inſcri-
zione di lettere Gotiche: Sanitus Miniatus
Rex Erminia
, cioè dell'Armenia; la qual co-
ſa aſſeriſce il ſuddetto Giovanni Villani, e
qualunque altro, che delle coſe noſtre ſulle
ſue aſſerzioni ragionare ha voluto; mentre
gl'antichi, i moderni Martirologi,
altri accurati Storici dicono, che S. Miniato
ſuſſe d'Armenia; Ma S. Antonino nella
ſua Cronica, Vincenzio Borghini, e molt'al-
tri aſſeriſcono, che fuſſe nobil Fiorentino,
o al più della Toſcana; l'appuramento delle
quali notizie, non eſſendo quì noſtro ogget-
to di eſaminare, proſeguiremo la narrativa
della ſuddetta Chieſa, per cui abbiamo una
particolar devozione.
Davanti le volte, e.
ove elle terminano, pure iſolata vi è una.
Cappella di marmo, che poſa ſopra a quat-
tro Colonne di marmo, fatta fare da Pietro
de' Medici, ove è un partimento d'ottango-
li belliſſimo, lavorato da Luca della Robbia.

A man ſiniſtra la bellissima Cappella, che,
ſi vede dedicata a S. Iacopo, fu fatta dal Car-
1 dinale Iacopo di Portogallo, con partimen-
to tutto di marmi, e porfidi, come ſono la
Cattedra Epiſcopale, e il Sepolcro, lavorati
da Anton Roſſellini Scultore di quei tempi
rinomatiſſimo, e vi è questo Epitaſſio.
parte
è ſor-
dinale
PARTE
SECONDA.
PARTE
Regia Stirps Iacobus nomen Luſitana propago
Inſignis forma summa pudititia
Cardineus titulus morum nitor optima vita
Iſta fuere mibi mors juvenem rapuit.
Vix. An. XXV. M. XI. D. X. Obiit Anno
Salutis M. CCCC. LIX.
Nella volta, che è ſenza ſpigoli, l'isteſſo Lu-
ca della Robbia fece in quattro tondi nelli
cantoni i quattro Evangeliſti, e in quello di
mezzo lo Spirito Santo.
Di mano d'Antonio
del Pollaiolo è la Tavola a olio, entrovi
S. Iacopo, S. Euſtachio, e S. Vincenzio; eſ-
ſendo di Pietro ſuo fratello alcuni Profeti
dipinti a olio nel muro di detta Cappella,
ſiccorne in un mezzo tondo la Nunziata.
E
nella Sagreſtia alcune azioni di S. Benedetto
dipinte a freſco, ſono di mano di Spinello
Spinelli
.
Queſta Chieſa, di cui ci è piaciuto
fare lungo ragionamento, ſervita di Sepol-
tura a più Martiri, fu nelli antichi tempi
ufiziata da' Monaci di S. Baſilio, poi da quel-
li di S. Benedetto dell'Ordine di Clugnì, o
Cluniacenſi, e fra eſſi ſtette alcun tempo
S. Gio: Gualberto Fiorentino de' Signori di
Petroio, dopo d'avere magnanimamente per-
donato al nemico, che aveva ammazzato
Ugo ſuo fratello, riſcontrato poco ſotto a
S. Miniato; ove è una memoria del prodi-
gioſo fatto già noto, in un Tabernacolo con
iſcrizione; e del Crocifiſſo, che chinò la te-
ſta, il quale era in quei tempi nella ſuddet-
1 ta Chieſa, nella mentovata Cappella di mez-
zo; e ora in quella di S. Trinita dentro la
Città de' Monaci del ſuo Ordine, come è
ſtato detto in quel luogo.
l'anno 1373. a' 27.
d'Agoſto ſotto Gregorio XI. uſciti molto
prima i Monaci Cluniacenſi di detta Chieſa,
vennero ad ufiziarla i Monaci bianchi di Mon-
te Uliveto, i quali vi ſtettero fino al 1542.
che di quivi per geloſia forſe della Fortez-
za, o per qualunque altro motivo, ſi parti-
rono al tempo del Granduca Coſimo Primo,
e in detta occaſione levarono l'oſſa di S. Mi-
niato
.
Mantengono però i detti Monaci fino
in oggi un certo ſpirituale poſſeſſo; celebran-
dovi Meſſe in alcuni giorni dell'anno, e fa-
cendovi altre funzioni ſacre.
In ſomma era
tale la venerazione verſo queſto antichiſſi-
mo Tempio di S. Miniato, che S. Fridiano
Veſcovo di Lucca ſoleva ogni anno col ſuo
Clero, nel giorno feſtivo di queſto Santo
Martire, andare a viſitarlo; e i Veſcovi Fio-
rentini ebbero per coſtume in antico dopo
aver preſo il lor ſolenne poſſeſſo, di far qui-
vi immediatamente la viſita.
Quivi ſono ſta-
te modernamente fabbricate ſemplici, ma co-
mode ſtanze per uſo di chiunque voglia di
tempo in tempo ritirarvisi a fare gli Eſerci-
zj di S. Ignazio, ſotto la direzione de' Padri
Gieſuiti in vari tempi dell'anno deſtinati a
queſto eſſetto.
E ciò baſti per inſtruzione,
e devozione inſieme al noſtro Foreſtiero di
queſte due Chieſe; ove ne' Venerdì di Marzo
ſpecialmente, gran popolo concorre all'acqui-
ſto delle molte Indulgenze, che vi ſono; par-
ticolarmente dopo che i Padri del Ritiro vi
hanno inſtituita la Devozione detta la Via.
1Crucis. E noi altresì farem termine al no-
ſtro compendioſo ragionamento, ſopra le ſo-
le Chieſe ufiziate da' Clauſtrali, delle quali
aviam voluto far menzione, a riſerva di
poc'altre, così delle Ville, che ſuburbane,
poſſon chiamarſi; perchè lunghiſſima opera
farebbe ſtata di voler noi partitamente di tut-
te queſte, e di quelle, che per la Campagna
Fiorentina ſi vedono, ragionare: riſerbando-
ci dell'une, e dell'altre ſcrivere un giorno
più individualmente, e non in compendio,
come ſiamo preſcritti al preſente, per mi-
nor tedio del Foreſtiero noſtro.
Vogliamo
però, che egli ſappia eſſerci in maggior lon-
tananza della noſtra Città luoghi delizioſi, e
belli; o ſiano Palazzi del Granduca, e de' no-
ſtri Gentiluomini, o ſiano Chieſe riguarde-
voli degne di eſſer vedute: e che la ſola re-
lazione di tre grandi Santuari poſti nel Ca-
ſentino, che ſono la Valombroſa, il Sacro
Eremo di Camaldoli, e il Santo Monte del-
l'Alvernia, ove nel primo S. Gio: Gualberto,
nel ſecondo S. Romualdo, lunga penitenza
fecero, e fondarono loro Ordine Religio-
ſo, e nel terzo S. Franceſco ricevè da
Giesù Criſto le Sagre Stimmate;
richiederebbe un Libro quan-
to queſto, che per ſua in-
ſtruzione compilato
abbiamo
.
ta
SECONDA.
PARTE
Cru-
IL FINE.
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