Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d?alzar aque da?luoghi bassi, 1567

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Author: Ceredi, Giuseppe
Title: Tre discorsi sopra il modo d?alzar aque da?luoghi bassi
Date: 1567

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1
TRE DISCORSI
SOPRA
IL MODO
D
'ALZAR ACQVE
DA
' LVOGHI BASSI.
1[Figure 1]
Per adacquar terreni.
Per leuar l'acque ſorgenti, & piouute dalle cam­
pagne
, che non poſſono naturalmente dare
loro
il decorſo.
Per mandare l'acqua da bere alle Città, che
n
'hanno biſogno, & per altri ſimili vſi.
Opera non piu ſtampata.
2[Figure 2]
IN PARMA,
Appreſſo
Seth Viotti.
1567
1
[Empty page]
1
ALL' ILLVSTRISSI­
MO
, ET ECCELLENTISS.
SIGNORE
, ET PADRON MIO
OSSER
. IL SIG. A LESSANDRO
FARNESE
PRINCIPE DI PIA­
CENZA
, ET PARMA. &c.
3[Figure 3]
HO INTESO DA HVOMINI VE­
riteuoli
, Illuſtriſſimo & Eccellen
tiſſimo
Principe, che V.E. eſſendo
nella
Corte di Spagna, madre de
la
vera creanza; dopo i piu graui
& honorati ſuoi negocij, ſi pren­
deua
molte volte grandiſſimo pia
cere
in intendere le ragioni di
varij
, & begli effetti mathemati­
ci
: percioche non ſolamente voleua ſapere le poſitioni,
che
appertengono alla cognitione della Sfera, & dell'Aſtro
labio
, per conto delle nauigationi de'Portugheſi, & de'
Caſtigliani
alle prouincie ritrouate, & ſoggiogate di nuo­
uo
; delle quali è quaſi biſogno ad ognuno de i principali
Caualieri
di quella corte ſaperne bene, & artificioſamen­
te
ragionare con quel potentiſſimo Re: ma anco cercaua
di
conoſcere gli auiſi, che ſono di grandiſſima vtilità per
l
'Architettura, & ſpecialmente per l'vſo de gli eſſerciti;
& per lo mantenimento, & diſtruggimento delle fortezze.
Della qual coſa, per eſſere ella veramente degna di Prin­
cipe
magnanimo, & che gia ſicuramente ſia incaminato
per
la ſtrada dell'honore, & della vera gloria; ne ſentì
quella
contentezza, che ſi ſuol ſentire delle buone nuoue
1di quei Signori, che s'amano ſinceramente. E'ben vero,
ch
'io non me ne marauigliai quanto pareua, che meritaſ­
ſe
l'eſſere coſa rara, che vn Principe giouane, & per diuer­
ſe
occaſioni diuertito, & tirato a'piaceri dell'appetito;
vinceſſe
il commune abuſo dell'ignoranza, & ſi sforzaſſe
d
'informare l'intelletto ſuo di quelle ragioni, che molto
meglio
ſi conuengono a gran Signori, che tante altre vane
occupationi
; nelle quali ogni volgare potrebbe, & ſapreb­
be
goderſi aſſai ageuolmente: imperoche giudicai, che
cio
eſſendo proprio, & quaſi naturale de'ſuoi maggiori,
lui
faſſe ſtato poſto nell'animo dalla ſucceſſione del ſan­
gue
, col mezo di quelle impreſſioni, che da piccioli ſi ſo­
gliono
riceuere per la conſuetudine, & per gli honorati ra­
gionamenti
, che tuttodì ſi ſentono.
Che ſi ſa bene quanto
la
felice memoria del Santiſſimo PAOLO Terzo fuſſe ot­
timamente
iſtrutta di tutte le piu nobili diſcipline: eſſen­
do
anco notiſſimo ad ognuno il gran giudicio, che hebbe
gia
l'Illuſtriſs. di SANT'ANGELO, & che ſoglia hora ha­
uere
il prudentiſſimo Cardinal FARNESE in tutte le qui­
ſtioni
, che circa qualunque ſoggetto lui poſſono eſſere
propoſte
.
& per laſciare l'Auo, & il Padre; l'ottime parti
de
'quali noi tutti per eſperienza habbiamo prouato, &
ogni
giorno prouiamo; chi non ammira il ſopra humano
diſcorſo
, che continuamente ha moſtrato, ſi nel gouerno
de
gli Stati, come nelle attioni ciuili; & in ogni ſorte d'ar­
tificioſe
operationi l'Altezza della Sereniſſima ſua Ma­
dre
Madama MARGHERITA d'Auſtria; la quale per
queſto
, oltre a qualunque altro ſegnale, fa conoſcere, che
ella
è veramente figliuola dell'inuittiſſimo Imperadore
CARLO
ſuo padre?
Onde io non hebbi per marauiglio­
ſo
, benche raro effetto, che da tali alberi, & da tali radici
in
vn'aere temperato, & in vn terreno fertile, come è la
Corte
di Spagna, naſchino hora fiori di ſoauiſſimo odore;
talche
nell'auenire ſi debbano aſpettare ſaporitiſſimi, &
pretioſiſſimi
frutti.
Mi allegrai dunque aſſai fra me ſteſ­
ſo
, & poi anco con queſta mia cariſſima patria; preueden­
do
di quanta vtilità, & di quanto ornamento queſti hone­
1ſti penſieri, & tratenimenti di Voſtra Eccellenza poteſ­
ſero
lei eſlere principaliſſima cagione: percioche ſe be­
ne
l'Illuſtriſſimo Signore il Duca ſuo padre ha gia fat­
to
quanto ſia ſtato poſſibile col fauorire ogni maniera
di
virtuoſi, & con l'ordinare diuerſi magiſtrati, accio­
che
col mezo de'Filoſofi, & de'Mathematici ſi poſſa
ornare
, & in molti auenimenti coſi de'coſtumi, come
d
'altre parti, rendere ogni hora piu perfetta queſta no­
biliſſima
Città; vi reſtano tuttauia molte coſe, le quali
ſon
ſicuro, che a poco a poco venendo opportunamen­
te
in iuce con la forza d'ambedue VV.EE. inſieme la
faranno
piu preſto degna d'inuidia appreſſo delle mag­
giori
Città d'Italia, che ella ſia per hauere giuſta ca­
gione
d'inuidiare veruna buona conditione a qual ſi
voglia
de gli ſtati de gli altri Principi.
Il che tanto piu
fermamente
ſi aſpettare, quanto per eſſere homai
dalla
loro incomparabile prudenza ributtati tutti li col­
pi
dell'auerſa fortuna, che ſi lungamente, & non mai
meriteuolmente
ha trauagliata queſta ſua Illuſtriſſi ma
caſa
: & eſſendoui le fondamenta ſtabiliſſime del ſan­
gue
reale del grandiſſimo Re FILIPPO, col quale
doppiamente
ſono congiunte, & incorporate; è da te­
nere
per certiſſimo, che non piu gli animi loro ſaran­
no
diuertiti in altri piu importanti, & graui penſieri;
& attenderanno con piu libera mente (benche ſecon­
do
che ha ſupportato il tempo non habbiano manca­
to
ſino ad hora) alla buona cura, & all'ottimo gouer­
no
de gli ſtati loro.
Per le quali cagioni, & per mol­
te
altre per hora tralaſciate; io, che quale io mi ſia,
molto
tempo ha ſono diuotiſſimo ſeruidore dell'Illu­
ſtriſſimò
Signore il Duca ſuo padre, ſono gia anco di­
uenuto
affettionatiſſimo a V. Ecc.
Et perche io deſi­
dero
con qualche ſegno di ſincera, & non adulatoria
riuerenza
baciarle humilmente le mani, & offerirmele
per
ſeruidore in quanto s'eſtenderanno le deboli forze
mie
; le mando hora queſto ſaggio di qualchuna di
quelle
opere, che poſſono naſcere col mezo mio a be-
1neficio publico: & le dono vn picciolo di quei frutti,
del
ſapor de'quali ho gia detto, ch'ella guſtandoli ſuol
ſentire
honeſtiſſimo piacere.
Queſti ſono tre diſcorſi,
fatti
da me ſopra vna machina, la quale eſſendo for­
mata
con belle ragioni mathematice, & naturali; ſpe­
ro
, che debba eſſere d'ineſtimabile vtilità a quaſi tut­
ti
gli huomini, & a tutte le prouincie: non ſolo per­
che
è atta a portare il nutrimento dell humido, quan­
do
manca loro, all'herbe de'prati, alle biade, & a tut­
te
le piante; ma anco perche potrà alzar l'acque a gli
eſſerciti
, & alle terre murate per bere, & per diuerſi
altri
vſi di grandiſſima commodità.
E'vero, che que­
ſto
dono non è intieramente fatto di mio; auenga che
la
maggior parte di lui ha hauuto origine dalla libera­
lità
, & dal fauore dell'Illuſtriſſimo ſuo padre; il quale
m
'ha aiutato alla buona riuſcita di queſta impreſa
quanto
poſſa magnanimo, & intendente Signore bene
animato
, & induſtrioſo ſeruidore.
Nulladimeno pre­
go
humilmente V. Ecc.che l'accetti da me, ſe non per
altro
almeno perche è pure accompagnato dalla gran­
de
oſſeruanza, che ho ſempre tenuto verſo il corteſiſ­
ſimo
ſangue ſuo.
Et poſcia che la riuerenza, & l'affet­
tione
mia ſono creature de'meriti di lei, io deſidero
grandemente
, ch'ella ſi degni riporle nelluogo di quel­
le
coſe, delle quali ella penſa di ſeruirſi, come di par­
te
di ſua vera, & legitima poſſeſſione, o paterna here­
dità
.
Io nell'auenire non ſarò molto ſollecito in mo­
ſtrarmi
alla preſenza di lei; perche ſo, che fra l'altre
ſue
buone parti, ella non tiene piu conto di quel che
ſi
conuiene, di queſte ſuperficiali cerimonie.
Sarò pe­
ro
ſempre apparecchiato ouunque io mi ritroui, per
ſeruirla
, & vbidirla ſe le piacerà di comandarmi, od
io
mi ſentiro atto a fare coſa vtile, & honoreuole per
lei
.
In queſto mezo, per quanto mi ſarà conceſſo da
miei
ordinarij ſtudij delle prattiche di medicina, ſot­
to
l'ombra ſua attenderò a teſſere alcune tele (s'io non
m
'inganno) d'vtiliſſime ſila: fra le quali n'è gia leua-
1ta dall'orſaio, & accommodata al ſubbio vna quaſi fi­
gurata
alla damaſchina; in cui ſarà chiaramente diſe­
gnato
il modo, col quale ſi potranno diuidere l'alluuio
ni
, & l'iſole de'fiumi molto piu facilmente, & con piu
giuſta
ragione, che non è mai ſtato fatro ſino ad hora.
Coſi baciandole humilmente le mani me le raccoman­
do
; ne potendo altro deſiderarle, ſolamente le deſide­
ro
buona fortuna.
Di Piacenza alli x d'Aprile. M D LXVII.
Di V.Illuſtriſs.Eccellenza
humiliſs
.
ſeruidore
Giuſeppe Ceredi.
1
Nel primo diſcorſo, ſi moſtrano tutte le machine artifi­
cioſe
vſate ſino a queſti tempi pertirare l'acque in alto.
Et ſcoprendoſi l'imperfettione d'ognuna di loro, ſi pon­
gono
a paragone con la Chiocciola: della compoſitio­
ne
di cui ſi ſcriuono i veri precetti, tolti da diuerſi au­
tori
, & da molte ragioni mathematice, & naturali.
Oue occorre anco trattare della cagioni, della forza
del
monimento dell'acqua; & ſi fanno belle conſidera­
tioni
circa il moto perpetuo; con altre coſe degne d'eſ­
ſere
auertite.
Nel ſecondo, ſi ragiona de gli iſt romenti del moto della
Chiocciola
; & ſi pongono le proportioni de'motori a'
peſi
, ſecondo la velocità, & tardità del moto: aggiun­
gendouiſi
molte coſe appertenenti alla ſcienza de'peſi,
& a quaſi tutti gli ordigni delle machine motrici.
Nel terzo, ſi ſomma, & ſi ſottragge l'vtile, & il danno coſi
delle
ſpeſe, & del guadagno; come della ſanità, &
dell
'infirmità publica; & d'altri dubbij, che poſſono
ſeguire
all'vſo della Chiocciola.
Et in tutti ſi diuiſano
molti
capi notabili, come nella tauola ſi contiene.
Con licenza de'Superiori.
1
TAVOLA DEL PRIMO DISCORSO.
Neceſſita dell'humido, per la generatione, & man­
tenimento
delle piante, & de gli animali.
faccia 1
Animali
maggiori di corpo nelle regioni humide. 1
Opinione
di Talete filoſofo circa i principij de'corpi
miſti. 1
Regioni
diuenute fertili per l'acque condotteui, & ter­
re
dishabitate per la troppa ſiccità. 2
Diligenza
vſata per hauere acque. 2
Eufrate
, & Tigre da lontana regione tirati a Babilonia. 2
Acquedotto
grandiſſimo di Semiramis. 2
Canali
artificioſi di pelli di toro fatti dal Re Arabo per
tirar l'acque de'fiumi a gli eſſerciti per la rena. 2
Foſſa
de'Samij di marauiglioſa grandezza. 2
Oſtentatione
de'Greci, & ſpecialmente de'Lacedemo­
nij
in cumular l'acque. 2
Grandezza
de'Romani nelle fabriche dell'acque. 2
Vanità
, & luſſuria de'Romani nelle fabriche dell'acque. 2
Machine
diuerſe ritrouate per diuerſi vſi dell'acqua. 3
Modo
d'alzar acqua in gran copia naſcoſto ſino a'no­
ſtritempi
. 3
Cagione
del commun giudicio di non poterſi alzarle
acque in gran quantità. 3
Città
diuerſe d'Europa, che hanno careſtia d'acqua
per bere. 4
Tedeſchi
hanno grandiſſimo biſogno d'alzare gran
quantità d'acqua, & non hanno ancora ritrouato
iſtromento facile per queſto vſo. 4
Machine
per aſciugar l'acque nelle fabriche de'ponti,
& de'moli de'porti. 4
Magnanimità
di Ceſare in nettare il fondo al Teuere. 4
Ragione
della fabrica della Chiocciola male interpre­
tata
da Vitruuio. 5
Iſcuſatione
de gli Alamani. 5
Quali
coſe ſieno concorſe nel Ceredi per la perfetta
fabrica di queſta machina. 6
1Arti operatrici non ſi poſſono ſaper bene, ſenza eſſer­
citarle
, & porle in prattica. 6
Ariſtotele
diligentiſſimo ſcrittore delle cagioni de gli
effetti mecanici. 6
Natura
è mathematica, & mecanica nell'opere ſue. 6
Buona
ſorte d'vn ritrouato di certi ſcritti greci di He­
rone
, di Pappo, & Dioniſodoro. 6
Liberalità
grandiſſima dell'Illuſtriſsimo Sig. Giouan
Giacomo Triuulzi. 6
Liberalità
incomparabile dell'Illuſtriſſimo Signore
il Duca Ottauio Farneſe. 7
Giudicio
grande dell'iſteſſo in tutte le coſe, & ſpecial­
mente
ne gli artificij mathematici. 7
Quali
impedimenti poſſono attrauerſarſi nell'opera­
tioni
de gli eſtetti nuoui. 7
Cagione
perche i buoni effetti dell'opere mathema­
tice
ſieno rari. 8
Promeſſa
del Ceredi. 8
Mercurio
eſſendo l'Iddio dell'eloquenza contra ra­
gione
ſourapoſto a'mercatanti. 9
Diuiſione
della materia de'preſenti diſcorſi. 9
Artificio
de'Pittori in naſcondere le linee di cui ſi
ſeruono in figurare. 9
Miſura
de'Geometri in dare il decorſo all'acque. 10
Due
modi di far caminar l'acqua in lungo ſenza pendio. 10
Vitruuio
nella dottrina del decorſo dell'acque male
inteſo da tutti gli interpreti ſuoi. 10
Il
Valla Piacentino ne'ſuoi libri di Geometria hauem do
traſportato molte coſe da Pappo, figura diecinoue
iſtromenti perfar andar l'acqua ſempre alla liuella. 11
Auertimento
vtile circa lo circolare dell'acque a mo­
to
perpetuo. 11
Diuiſione
delle cagioni delle machine hydraulice. 11
Machina
vigeſima, oltre a'diecinoue iſtromenti del
Valla, fatta in San Giorgio maggiore di Venetia. 11
Opinione
di Plinio, & d'altri Filoſofi delle cagioni
delle fonti. 12
1Giulio Ceſare Scaligero huomo arguto, ma poco pra­
tico
de gli artificij mathematici. 12
Gieronimo
Cardani Milaneſe mathematico, & medi­
dico
eccellentiſſimo. 12
Ragione
d'Archimede delle coſe, che ſtanno a galla
nell'acqua. 12
Machina
vigeſima prima d'vn Filoſofo Milaneſe vtile
per iſchiffare la decaduta nel decorſo dell'acque. 13
Machina
vigeſima ſeconda di San Pietro in Geſſa. 13
Machina
vigeſima terza fabricata dall'Illuſtriſs.Sig.
Don Fetrante Gonzaga. 13
Machina
xxiiij fabricata nel porto d'Ancona. 13
Machina
xxv commune in Alamagna. 13
Machina
xxvj di Liegi in Fiandra deſcritta da Michele. 13
Machina
xxvij ſul Reno deſcritta da vn'Alamano. 14
Machina
xxviij & xxix deſcritte dall'Agricola. 14
Giudicio
dell'vtilità di tutte le ſouradette machine. 14
Machina
xxx dichiarata da Mario Pellegrino. 15
Machina
xxxj dipinta appreſſo di Flauio Vegetio. 15
Iſtromenti
per alzar l'acque dalle ſentine delle naui. 15
Machina
xxxij deſcritta da Vitruuio. 15
Machina
del Giardino di Parma. 15
Machina
xxxiij attiſſima per cagionar fontane. 15
Altro
giudicio delle ſouradette machine. 16
Machina
xxxiiij poſta ſu l'Adige nel Veroneſe. 16
Machina
xxxv imperfetta, & contra la ſcienza de'peſi. 17
Machina
xxxvj & xxxvij poſte a Lucia Fucina. 17
Machina
xxxviij vtiliſſima di Paladio archit.
famoſo. 17
Alfarabio
Arabo ſcrittore delle ragioni mecanice. 18
Machina
xxxix corretta con la ſcienza de'peſi. 18
Machina
xxxx di M.Carlo da Vrbino non ancor pub. 19
Modelli
diuerſi di moltiſſime machine nelle ſtanze de
Proueditori di commune in Venetia, 19
Machina
del Boſſio Piacentino di qualche vtilità in
alcuni biſogni. 19
Paragone
di tutte le ſouradette machine com la Chioc­
ciola
ben formata. 19
1Cagione perche la Chiocciola non ſi ſia fabricata be­
ne
ſino a queſtitempi. 20
Imperfettione
delle regole di Vitruuio. 20
Speranza di Monſig.
Barbaro di produr il moto perpetuo. 20
Proua
dell'imperfettione delle regole di Vitruuio. 20
Vera
ragione perche l'acqua ſaglia nella Chiocciola. 22
Ragione
d'alcuni ingegnoſi contra la ſperanza di M.Bar. 23
Difeſa
di Monſig.
Barbaro. 25
Ragione
della ſmiſurata grauezza della Chioc.di Vit. 25
Fondamenti
ſopra li quali Monſig.
Barbaro edificò la
ſperanza del moto perpetuo. 25
Cagione
dell'inganno del detto Monſig.
da cui ſi ſco­
pre
l'impoſſibilità del moto perpetuo. 26
Proportione
del peſo, & forza dell'acqua com la decad. 26
Differenza
fra la forza de'corpi ſodi, & de'corpi li­
quidi
ſecondo Archimede. 27
Ragione
della forza dell'acqua nelle ruote da pale. 27
Che
ſi potrebbono aſſettare le ruote di gran lieua in
picciola decaduta, 27
Proportione
della decaduta dentro, & fuora della chio. 28
Eſſempio
methodico per conoſcere la forza dell'ac­
qua
nelle decadute. 30
Errore
commune, & di gran danno contra le proportioni
del moto, & peſo in dar decaduta a'molini terragni. 31
Chiocciola
compoſta com grande induſtria da gli Alama. 32
Roma
nell'vltimo diluuio del Teuere aſciutta dalle
chiocchiole Alamane. 33
Imperfettione
della chiocciola de gli Alamani. 33
Chiocciola
de gli Alamani traſportata in Italia dallo
Illuſtriſs.Sig.Veſpaſiano Gonzaga. 33
Edificio
belliſſimo alla Giodecca di Venetia con le
chiocciole Alem fatto da M. Aleſſandro Bologneſe. 33
Speranza
vana, & contra la ragione di M.Aleſſandro. 33
Somiglianza
del polſo humano al moto ordinato nell'
ordigno di M.Aleſſandro. 34
Regole
vere, & perfette di Pappo, & di Dioniſodoro
autori greci per fabricare la chiocciola. 34
1Eſſame perche Vitruuio fuſſe imperfetto ne'precetti. 34
Lode
d'alcuni Architetti, che ſeguono piu preſto la ra­
gione
, che l'autorità de'Scrittori. 35
Simmetria
della chiocciola ragioneuolmente formata. 36
Effetti
della chiocciola compoſta com la vera ſimmetria. 37
Maraniglioſo
ſparagno di fatica nel mouere i corpi
graui, & liquidi in alto con la chiocciola. 37
Ragione
perche la chioc. vinca delle ſei parti le cinque
ogn'altra machina vſata ſino a queſti tempi. 37
Effetti
grandi nati dal moto delle ſpire delle quali è
compoſta la chiocciola. 38
La
natura, gli animali, & le piante ſi ſeruono del mo­
to
ſpirale per ſalire in alto. 38
Archimede
, & altri Filoſofi ammaeſtrati dall'opere
della natura, & dall'iſtinto de gli animali. 39
TAVOLA DEL SECONDO DISCORSO.

Potenza del moto locale. 40
Effetti
prodotti dalla natura del moto locale. 40
Forza
motrice rende ſuperiore vna ſpetie d'animali
all'altra, & vn'huomo all'altro. 40
Forza
de gli eſſerciti, & dell'armate pende dal moto lo. 41
Principi
giudicioſi hanno in gran pregio gli ingegnie­
ri
della forza de moti locali. 41
Filoſofi
varij hanno trouato le ragioni di moltiplicare
in infinito le forze humane permouer peſi. 41
Archimede
Siracuſano, & opere ſue. 41
Peſo
marauiglioſo della Guglia di Roma, & della cu­
pola
della Rotonda di Rauenna. 42
Iſtromenti
diuerſi gagliardiſſimi per mouer peſi. 42
Effetti
ſoura humani prodotti da diuerſi Capitani col
mezo di varij iſtrementi mathematici. 42
Trauagliata
inuentione per alzar le naui ſommerſe
dal fondo del mare. 42
Cagione
perche ſi ſieno ingannati coloro, che penſa­
rono
di poter mouere la chiocciola di Vitruuio. 43
Quali
machine ſieno a propoſito per mouere la chioc. 44
1Machine motrici quanto piu hanno il moto gagliar­
do
, tanto piu l'hanno tardo. 44
Proportione
dell'aumento della velocità del moto al­
la
forza, con l'eſſempio particolare accommodato. 44
Cagione
vera dell'accreſcimento della forza nelle ma­
chine
motrici. 44
Parità
delle machine a moto orizontale, & a moto
verſo il centro del mondo. 45
Ragione
della gran forza, & della gran tardità delle
martinelle, & delle vide perpetue. 46
Riota
, che con vn giro ſolo cagionaua 13000 giri. 46
Machina
rara d'vn'horiuolo donata da Ferdinando
Re de'Romani a Solimano Re de'Turchi come, &
con qual magiſtero fuſſe fabricata. 46
Iſtromento
d'ineſtimabile forza, che fu gia nella roc­
chetta
del caſtello di Milano, con che arte compoſto. 47
Errore
, & ſua cagione di chi penſa cagionare gagliar­
do
, & veloce moto con la forza de'contrapeſi. 47
Modello
ingegnoſs.d'vn Tedeſco per fare vn molino
tirato contra la ſcienza, & proportione de'peſi. 48
Cagione
ſpecialiſſima perche molti effetti rieſcono in
modelli piccioli, & non ſeguono poi in opera reale. 48
Promeſſe
marauiglioſe, & contra le ragioni naturali,
& mathematice d'Abel Fulone.
Abel Fulone ingegnoſiſſimo in ritrouati de'modelli. 48
Il
Re Franceſco grandiſſimo amatore de'virtuoſi. 48
Principi
per la maggior parte poco giudicioſi ne gli
effetti delle ſcienze. 48
Statera
del molino di San Nicolò del Lido proportio­
nata
alla forza del motore piu di qualunque altra. 49
Eſſempio
di quattro ruote deambulatorie. 49
Prima
ruota da acqua gagliardiſſima. 49
Seconda
ruota, vſata ne gli Arzanà, & in altri luoghi. 49
Terza
ruota d'Alamagna men gagliarda, & imperfetta. 50
Quarta
ruota a torto lodata da molti architetti, per
eſſere la meno perfetta di tutte le deambulatorie. 50
Diſcorſo
dell'vtilità di queſte ruote in mouor le chioc. 51
1Venti forme di ruote motrici figurate dall'Agricola. 51
Machine
di Schemnico, & di Melibocco iu Alamagna. 51
Iſtromenti
diuerſi del moto viſti in Venetia nella ſala
de'modeili di mare. 52
Lode
d'vn Soriano marauiglioſo nel mouer peſi. 52
Na
ligli ingegnoſi da lui fabricati per leuar dal fon­
do
del mare le coſe ſommerſe. 52
Egittij
, & Caldei autori delle mathematice. 52
Greci
hanno dato buon'ordine alle coſeritrouate da
gli Egittij, & da'Caldei. 52
Modelli
belliſſimi del Ruſcelli, & lode dell'iſteſſo. 52
Promeſſa
del Ceredi di aumentare la forza del moto­
re
ſenza cagionare la tardità nel peſo, & ſenza eſ­
ſere
contra alla ſcienza de'peſi. 53
Lodi
veriſſime del molto R.P. Don Stefano Cataneo 53
Aratro
vtiliſſimo ritrouato da queſto Abbate. 53
Diſcorſo
ſopra le commodità della Chiocciola. 53
Figura
della cigognola trouata per mouer la chioc. 54
Cagione
delle piegature delle cigognole. 54
Errori
di molti che penſarono d'accreſcere la forza a
vetti con le piegature, con le ragioni loro. 55
Promeſſe
vane tratte da punti delle linee ſpirali. 55
Cagione
di detti errori, & diſſolutione delle ragioni. 55
Mercurio
perche adorato per l'Iddio dell'eloquenza. 56
Il
Ceredi tocca alcune coſe delle piegature de'vetti
perche alcuno non ne ha mai ſcritto in particolare. 57
A
quali s'appertengono l'impreſe di produr effetti nuoui. 57
Primo
caſo nel quale conuengono le piegature. 58
Secondo
caſo in cui ſia lecito la piegatura. 58
Errore
primo nella piega de'vetti. 58
Errore
de'vetti Ted.delle viti perpetue, & de'tiratori. 59
Errore
de'vetti delle machine hidraulice da piſtelli. 60
Inciampo
di M.Ceſare Buonacaſa architetto famoſo. 60
Leggierezza
d'vno archit.
Franceſe in formare vn vette
per aumentare la forza a'remi delle galee. 61
Granchio
preſo del Fulone in correggere il detto vette. 61
Errore
d'vn letterato in far molini a gli Anconitani. 62
1Campagne de'Rauennati ſommerſe per li molini edi­
ſicati
ſul fiume. 62
Cagione
dell'errore detto poco ha. 63
Speranza
, & effetto vano di M.A. Buonaruoti informar
vn vette, & vna lieua per mouere la chioc. di Vitru. 63
Ragione
, & eſperienza della forza della detta lieua. 64
Olao
Magno ſcrittore delle hiſtorie ſettentrionali. 65
Cagione
dell'inganno di Michel Angelo. 65
Il
Filandro ſcopre vn groſſo fallo del Gaetta architet. 65
Claudio
Tolomeo eccittò gli Academici Romani al­
la
correttione di Vitruuio. 66
Ràgione
, & vtilità del vette formato per dare il moto
alla chiocciola ben compoſta. 66
Figura
di tre chiocciole con vn moto ſolo. 69
Figura
di ſei chiocciole con duoi moti. 70
Diſcorſo
ſopra la proportione dell organo, che mo­
ueſſe
le chiocciole con vn cauallo. 71
Promeſſa
del Ceredi di volere compire di ſcriuere del­
le
proportioni de'gradi coſi delle qualità elementari
come dell altre coſe appertenenti all'arti operatrici. 73
Figura
del detto organo del cauallo. 75
Eſſortatione
ad iſchiffare gli iſtromenti da ruote da
denti, & da fuſa. 76
Nicolò
Tartaglia inuentore della ragione dell'equi­
librio
nella ſtatera, della quale non ragionò Ari­
ſtotele
nelle quiſtioni delle ſtatere. 76
Ragione
delle ruote, che ageuolano il moto col moui­
mento
dell'aere, & con l'impulſione. 76
Imperfettione
di tal ragione. 77
Diſcordia
fra Platone, & Ariſtotele nella cagione del
moto impulſiuo dell'aere. 77
Modo
di fare il moto impulſiuo piu facile. 77
Figura
della chiocciola aiutata dal moto della ruota. 78
Alamani
tengono il moto di tal ruota per la metà
della forza del motore. 79
Il
Po ſul Pia centino haueua corſo diuerſo da quello,
che ha hora. 79
1Danni che ſeguiuano dalla diuiſione dell'acque del Po. 79
Galeazzo
Duca di Milano liberaliſſimo in fabricare. 80
Vtilità
ſeguite all'vnione dell'acque del Po. 80
Luogo
commodo, & ſicuro per ſituare le machine, le
quali col corſo del fiume moueſſero le chiocciole. 81
Ragione
ditale commodità & ſicurezza. 81
TAVOLA DEL TERZO DISCORSO.
Deſiderio commune de gli huomini ne gli effetti
delle coſe. 83
Socrate
conſigliaua, che s'attendeſſe all'operationi,
laſciando le ſpeculationi. 83
Riſpoſta
argutiſlima d'vn Spartano rozzo ad vn Filo­
ſofo
Atenieſe. 83
Che
altro ſia il diſcorrere con ragione, altro il porre
i diſcorſi in eſſecutione. 84
Opinione
d'Ariſtotele della prattica ſenza la ſcienza,
& della ſcienza ſenza la prattica. 84
Per
qual ragione l'acqua della chiocciola habbia mag­
gior
pendio, & piu veloce corſo dell'ordinario. 85
Regole
de Geometri nel dare il decorſo all'acque. 85
Frecetto
di Vitruuio delle decadute, non oſſeruato
communemente. 85
Nauiglio
di Milano tirato con molto minore decadu­
ta
, che non inſegna Vitrunio. 85
L
'acqua pin veloce in corſo rieſce in molto maggiore
quantità, che la meno veloce nell'iſteſſo canale. 85
Miſura
dell'altezza delle ripe d'alcuni fiumi. 85
Quanto
terreno ſi ſoglia ad acquare con vn canale da
prato di ſeſſanta oncie Piacentine d'acqua. 85
Quante
volte in vn meſe ſi ſogliono adacquare i prati. 86
Per
quanti meſi dell anno ſi dia l'acqua a prati. 86
Con
quante chiocciole ſi cauerà vn canale d'acqua. 86
Quanto
coſteranno gli huomini che moueranno le chioc. 86
Il
terreno mediocre adacquato quanto fieno ſoglia
produrre in tutti e tre tagli dell'herba. 86
1Qual prezzo ſoglia hauere il fieno. 87
Somma
delle ſpeſe fatte per mouere le chiocciole, &
per tutta l'agricoltura de'prati. 87
Che
le chiocciole, oltra l'ordinario dell'altre machi­
ne
, ſono durabili. 87
Che
le chioc. portano poca ſpeſa in eſſere raſſettate. 87
Somma
del guadagno che reſta da'prati ſottratte tut­
te
le ſpeſe, & l'entrata che ſi cauaua prima. 88
Diuerſi
auertimenti che fanno che la chiocciola ſi puo
vſare in molti luoghi, & in molti modi. 88
L
'acqua de'fiumi trapela per le vene ſotterranee, &
puo tenere abondanti d'acque le foſſe cauate alla
liuella del fondo del fiume vicino. 89
Modo
Geometrico di tirare i canali dal fiume all'ar­
gine
ſenza pericolo di diſaſtro alcuno. 89
Leggi
municipali ſopra la fabrica de'canali. 90
Somma
della ſpeſa in fabricare la machina. 90
Agricoltori
affermano che vna maggior quantità di
acqua bagna piu terreno che vna minore alla pro­
portione
. 90
La
chiocciola ſarà a propoſito per leuare l'acque ſor­
genti
, & piouute dalle campagne, & dalle valli, che
per cio non ſi poſſono coltiuare. 90
La
chiocciola puo ſeruire per mandare l'acqua da be­
re
, & per altri vſi per Roma, per Ferrara, & per al­
tre
Città, che n'hanno biſogno. 91
Campagne
di riſo troppo ſpeſſe non ſi de permettere,
che ſi facciano in luoghi, che non ſono eſpoſti a ven­
ti
boreali. 92
Aleſſandria
maggiore, Rauenna, & Venetia preſer­
uate
da venti ſettentrionali. 92
Pigneta
maggiore di Rauenna ha nociuto aſſai alla
ſanità dell aere di queſta Città. 92
Piacenza
edificata in ſito molto ſalubre. 92
Città
ſignoreggiate da'venti auſtrali, abondano di
malatie pericoloſe. 92
Vtilità
dell'adacquare i prati quanto alla bontà del-
1 l'aere. 93
Pioggie
amare tirate da'vapori de'terreni ſecchi, ni­
miciſſime
alle piante, & a gli animali. 93
Giudicio
d'Heſiodo lodato per hauer tralaſciato i pre­
cetti
della ſtercoratione. 93
Danno
del lezzo del ledame generato dall'abondanza
de'prati. 94
Rimedio
propoſto dal Ceredi, & approuato da tre
collegij de'Medici, per leuare il danno del ſucco
putrido riceuuto ne'frutti per la ſtercoratione. 94
Oppoſitione
dell'Archinto fatta nel conſiglio dell'en­
trate
ſtraordinarie di Milano. 94
Que
è copia di prati non è abondanza di biade. 94
Lodeggiano
ſouente non hanno biade per tutto l'an­
no
, per la copia dell'acque, & de'prati. 94
Riſolutione
del ſouradetto conſiglio, & ragione d'eſſa. 95
Oppoſitione
fatta in Ferrara contra l'vſo della chioc. 95
Riſpoſta
a detta oppoſitione. 95
In
qual tempo dell'anno li fiumi habbiano meno ac­
qua
per ordinario. 95
Cagione
della copia dell'acqua ne'fiumi. 95
Luogo
oue hanno incominciato a lauorare le chioc­
ciole
, & a produre gli effetti diuiſati. 96
Ognuno
, ſe non con la ragione, almeno col ſenſo, &
con la proua puo conoſcere la grande vtilità del­
la
chiocciola. 96
Riſpoſta
di Talete Mileſio ad vno che lo biaſmaua per­
che
atrendeua alli ſtudi di filoſofia che non rendono
guadagno. 96
Guadagno
ineſtimabile fatto da Talete col mezo del­
la
filoſofia. 96
Riſpoſta
del Ceredia coloro che ſcherniſcono l'opere
mathematice. 97
IL FINE.
1
ERRORI OCCORSI NELLO STAMPARE.
Facciate. Righe. Errori. Correttioni.
1 21 Meleſio Mileſio
2 5 Meſſagieri Meſſageti
7 acquidoſo acquidoſa
5 9 da huomini da buoni
8 3 di Galeno & di Galeno
17 ſoſtentare ſottentrare
35 antichiſſima vtiliſſima
9 10 viddero vollero
10 5 ſcemare ſentire
11 24 intentioni inuentioni
13 26 hydranlice hydraulice; & coſi sempre
15 18 machinaCteſibio machina di Cteſibio.
16 2 capello caſtello
18 13 ſpiritali ſpirali, & coſi ſempre
16 36 di tre oncie di piu di tre oncie
20 31 iſperienza iſperanza
27 29 aſpettare aſlettare
28 20 conoſciuta conoſciuto
32 23 egli poteua egli ſi poteua.
35 38 ſanno fanno
36 24 & leuandola eleuandola
37 24 Le infermità La infermità
38 25 Lenlab Leulab
27 Epicidi Epicioli
27 de circoli de circoli ſpirali
39 10 lupilo lupulo
40 11 traſmutationi traſmutationi: fra le
della luna quali
41 7 groſſima groſliſſima
47 18 capello caſtello
48 15 queſta machina queſta macina
56 23 dheuerne d'hauerne
58 7 come ſa come fa
61 4 ſtauagante ftrauagante
62 1 C. ſouerchi C. ſono ſouerchi
72 15 la liena la lieua
81 13 cherobare cherobate, & coſi sempre
88 7 acqua, coloro acqua, a coloro
34 hiouamento giouamento
89 5 Ragnatella Raganella
34 Agricoltura Architettura
91 5 per l'importanza per l'impotenza
92 2 da proporſi da preporſi
93 25 caldiſſimi bene caldiſſimi ſieno bene
Nell'vltima faccia della epiſtola nella prima riga debbe dirſi dell'or­
ſoio
, & accomandata.
1
DE' TRE DISCORSI SOPRA
IL
MODO D'ALZAR ACQVE
DA
' LVOGHI BASSI.
4[Figure 4]
DISCORSO PRIMO.
DI QVANTO biſogno, & commodi­
ſia ſempre ſtata l'honeſta abondan­
za
delle buone acque, non ſolamente
la
natura iſteſſa delle coſe chiaramente
lo
moſtra; ma ne fanno anchora cer­
tiſſima
fede la gran cura, & diligen­
za
, ſi da moderni, come da gli anti­
chi
uſata in fabricare uarie ſorti d'ac­
quedotti
, & ritrouare diuerſe machi­
ne
, col mezo delle quali poteſſero godere del benificio di ſi utile, et
neceſſario
elemento.
Imperoche quanto a gli effetti naturali, eſ­
ſendo
l'humido ſpecialiſſima cagione, & quaſi legame dell'unione
di
questi corpi inferiori; ne potendo alcun ſoggetto animato rice­
uere
d'altronde il nutrimento del proprio calor uitale, da cui deri­
uano
tutte l'operationi della generatione, & dell'accreſſimento,
& mantemmento loro; anzi uedendoſi manifestamente, che allho
ra
ne ſegue incorrigibile diſtrugimento, & ultimo fine a tutte le ſo
ſtanze
composte, quando lor uien meno il licore, ch'accoppia, &
ſtringe
inſieme le diuerſe parti de gli elementi; & che porge il ci­
bo
di cui ſi paſce il calor della uita; ſiamo sforzati a confeſſare,
che
non ſenza gran ragione quel grauissimo filoſofo Talete Mele­
ſio
fu indotto a penſare, che l'acqua fuſſe primo principio, & auto­
re
dello ſtato di queſte compoſitioni elementari.
Et perciò quell'
ſteſſi
Filoſofi, che ripreſero Talete di queſta ſua opinione; afferma
rono
poi, che dali'abondanza dell'humido ſono i peſci maggiori in
mare
di qualunque animal di terra; & ne paeſi freddi, & humi­
di
gli huomini, i ſerpenti, & l'altre coſe animate banno corpi di
1piu gran miſura, che gli altri dell'isteſſa ſpecie in l'altre regioni.
Ne fu marauiglia ſe ſcriſſe Ariſtobulo, che piu di mille terre fu­
rono
da proprij habitatori abbandonate, quando il fiume Indo
mandò
altroue lontano dal primiero canale, il corſo dell'acque ſue:
& ſei Maſſageri cominciarono con maggior numero a coltiuare,
& a leuare dal nome di luogo diſerto la regione loro, quando aper
to
m piu luoghi il fiume.
Arago, la reſero acquidoſo, & aſſai me­
no
ſterile, che per auanti ſtata non era; ſimilmente quanto a gli ar­
tiſicij
di molti ſegnalati huomim di tutte le prouincie, & di tutte
l
'età uſati per hauer copia d'acque, ſono ſtate fatte opere di ma­
rauiglioſa
conſideratione, ſi per ſomminiſtrare il douuto humore
alle
piante, & a tutti gli animali, & per dar materia commoda a
diuerſe
arti mecanice di potere fabricare molte coſe a biſogni del­
la
uita humana; come per hauere artiſicioſe fontane, & altri lauo
ri
, o di honeſto piacere, o di leggiera, & uana oſtentatione.
Per­
cioche
appreſſo de gli antichi Barbari, oltre che furono tirati con
incredibile
trauaglio, & ſpeſa l'Eufrate, & il Tigre a Babilonia
da
aſſai lontana regione; Semiramis anco introduſſe nella città
Echatana
un grandiſſimo acquedotto, largo quindici piedi, per
un
'alto monte forato nello ſpacio di uenticinque ſtadi: & il Re
Arabo
hauendo fatto canali di pelli di toro, che ſi piegauano, lor
conduceua
inſieme con l'eßercito per tirar l'acque da' fiumi per
quei
luoghi aridi, & deſerti; oue egli aſpettaua Cambiſe.
Coſi ap
preſſo
de' Greci non fu di puoca marauiglia tenuta quella foſſa de'
Samij
, laquale eſſendo lunga ſettanta ſtadi, era tirata per un mon
te
alto cento uenticinque cubiti.
Et uenne gia in Grecia a tanta
oſtentatione
la magnificenza del mouere, & cumular l'acque; che,
come
ſcriſſe Xenofonte, a grandi huomini di Lacedemonia era da­
to
titolo di maggior grandezza, ſe innanzi alla caſa loro, uicino
alle
porte, haueſſero hauuto un grandiſſimo, & profondiſſimo ſta­
gno
.
Gli Romani poi con la potenza, & grandezza loro, uinſero
in
maniera tutte l'altre nationi in cotali ſpeſe, che non pure ſi mo­
ſtrarono
grandiſſimi per lo gran numero de gli acquedotti, de qua­
li
ci ragiona Giulio Frontino, & molti altri ſcrittori; ma ſi ſcuo­
prirono
anco per molto ambitioſi, & uani con le troppo delicate,
& ſontuoſe Therme, co i Laghi fatti ad uſo de'giuochi delle batta­
glie
nauali, con le Fontane di troppo diſordinata ſpeſa, & con ſimi-
1li coſe, che di poco minor piacere ſenza trauaglio alcuno, ſi ſoglio­
no
ne'luoghi ſuoi ottenere da gli huomini moderati, con gli effetti
ſoli
della madre noſtra natura.
Et fu ſi forte il deſiderio di quei po
tentiſſimi
Imperatori in queſt'opere dell'acque, che quaſi garreg­
giando
a pruoua l'un dell'altro, ſi sforzauano dopo le grandiſsi­
me
moli de gli acquedotti, che ancora ſi ſcoprono quaſi in tutte le
prouincie
; hora d'aſciugar laghi, hora di mutare il corſo a'fiumi,
hora
di cauare longhiſſime foſſe nauigabili, hora di tagliar l'Iſth­
mo
, & hora di fare altre grandiſſime coſe od utili, o uane, ſecon­
do
che la lor natura, & giudicio o buono, o reo loro inchinaua, et
perſuadeua
: quaſi che non ſi poteſſe laſciare piu honorata, et chia
ra
memoria della magnanimità, & potenza loro, che con ſimili,
o
buone opere, o ſciocche oſtentationi.
Nelle machine anchora, le quali non con il diſcorſo naturale,
come
le ſopradette fabriche; ma con qualche uiolenza, & artiſi­
cio
mandano, & alzano l'acque da luogo a luogo per li biſogni, o
commodità
, o piaceri de gli huomini; & ſpecialmente per ſoueni­
re
a gli eſſerciti; ſono ſtati uiſti in tutti li tempi ingegnoſiſſimi ri­
trouati
: eſſendo che o per la ragione del non poterſi dar luogo ſen­
za
corpo, & corpo ſenza luogo; o per la ſcienza del muouer peſi,
o
per altra induſtria (come piu di ſotto ſi uedrà) d'ageuolare il
moto
a corpi liquidi, ſi ſiano introdotti diuerſi inſtromenti coſi da­
gli
antichi, come da i moderni; liquali oltra la uaghezza de gli
artificioſi
effetti, ſono anco riuſciti in non poca utilità di tutti quel
li
, che hanno conoſciuto, & uſato la bontà, & perfettione loro.
Ma benche molti ſottili, & dotti huomini, Greci, Latini, & Bar
bari
ſi ſieno lungamente affaticati con la ſcorta delle ragioni ma­
thematiche
, & naturali; & con uarie eſperienze; di porgere aiu­
to
a ſi belle, & utili impreſe; niſſuno è però mai ſtato, che ſi ſap­
pia
, ſino a'noſtri tempi, il quale habbia dato modo di leuare gran
quantità
d'acqua, alta ſecondo il biſogno, per adacquar terreni,
aſciugar
ualii, far macinar molini, & altre coſe ſimili, oue ſi ri­
cerca
copia d'acqua, in modo che la ſpeſa del motore, & del fabri­
care
, & mantener le machine, non ſia caduta o maggiore, o quaſi
pare
all'utile, che puo ſeguire da tali inuentioni.
Et ſe pure qual­
ch
'uno di quei buoni antichi Greci ha laſciato regole, con le quali
ſapendole
alcun'huomo induſtrioſo, ſi poteſſe forſe incaminare alla
1buona riuſcita di questi effetti; elle ſono per la malignità de'tem­
pi
paſſati, & per la poca diligenza de ſcrittori meno antichi (co­
me
io farò chiaro piu da baſſo) di maniera reſtatenelle tenebre, che
queſti
effetti ſono ſtati quaſi ſempre giudicati da molti in altro pru
denti
huomini, per impoſſibili a porſi in reale eſſecutione.
Il qual
giudicio
molto maggiormente è ſtato confermato, perche ſi uede,
che
molte grandi, & ricche città d'Europa, hanno fiumi di otti­
me
, & abbondati acque, che lor paſſano a canto; come Roma il
Teuere
, Ferrara il , Toledo in Iſpagna il Tago, & molte ter­
re
lungo al Reno, & al Danubio, & altre in altre prouincie; &
tuttauia
non hanno mai potuto tirar l'acque di quelli dentro alle
proprie
mura, o ſopra alle ripe, per uſo neceſſario, & commodità
de
ſuoi cittadini: anzi con grandiſſime ſpeſe a poco a poco le fanno
portare
a gli huomini, & a ſomari nelle ciſterne delle caſe de pri­
uati
.
Senza che hauendo grandiſſimo biſogno gli Tedeſchi, huo­
mini
(come ognun ſa) di ſoprema eccellenza in l'opere di queste
ingegnoſe
machine, di alzar l'acque per uſo delle minere delle qua
li
ſono ricchiſſimi (perche hora è neceſſario aſciugar l'acque, che
in
grandiſſima copia, & con impedimento maggior d'ogn'altro,
dalle
uene ſotterranee, ſorgono nella caua delle mine; & hora è
molto
commodo condurle dalle ualli, o dalle fonti piu baſſe a luo­
ghi
piu erti, oue ſi lauano i minerali) non è ancora mai ſtato da lo
ro
poſto in opera machina alcuna, frale molte, che ſi ſon uedute,
la
quale con la quantità dell'acqua, che leua, & con utile mag­
gior
della ſpeſa, fuſſe atta a ſodisfare a i ſopradetti biſogni d'adac­
quar
terreni, & di coſe ſimili.
Con tutto ciò, queſti ualenti, &
giudicioſi
huomini ſi dourebbero pur ricordare, che appreſſo di
molti
ſcrittori, tenuti per ueriteuoli; fra i quali u'è anco Vitruuio;
ci
è reſtata chiara memoria, come gli antichi con machine rimo­
ueuano
l'acque de'fiumi, che con la ſua grandiſſima quantità uie­
tauano
, che non ſi poteſſero gettare, & stabilire le fondamenta a
grandiſſimi
, & fortiſſimi ponti; & come nel fabricare i moli alle
bocche
de' porti, tirauano tutta l'acqua del mare, benche copioſiſ
ſima
, che loro ſi faceua incontra, per impedire il lauoro incomin­
ciato
.
Ne douriano hauerſi laſciato uſcir di mente, che Giulio
Ceſare
, con animo ueramente magnanimo, aſciugò il Teuere per
nettargli
il fondo, ilquale per eſſere creſciuto da pezzami, & altre
1brutezze, non ſolo non haueua il decorſo libero; ma molte fiate
ancora
non daua il paſſaggio alle naui come auanti ſoleua, & co­
me
ſarebbe stato conueneuole.
Dalla quale opera ſi giudica, che
haueſſero
origine alcuni monti non piccioli di pezzami, & d'al­
tre
materie, che ancor ſi ueggono non molto diſcoſto dalle ripe di
traſteuere
.
Et tuttauia ſi ſa, che in queſta impreſa non fu fatto al
tro
uaſo, o canale per dare con altra nuoua ſtrada il paſſaggio al­
l
'acque, mentre che quaſi all'aſciutto ſi lauoraua nel letto primiero:
percioche
è tenuto per fermo da huomini architetti (& uno d'eſ­
ſi
è l'Alberti) i quali hanno molto bene riconoſciuto il paeſe, che
cio
non fuſſe eſſequito con altro, che con l'aiuto di diuerſe machi­
ne
, lequali alzauano il fiume ne'foßi ordinari de' campi, & a po­
co
a poco lo faceuano sboccare al mare, o nell'iſteſſo canale piu a
baſſo
, oue ancora non ſi nettaua.
Ora fra queste machine, ſon ſicurißimo, che chi leggerà atten
tamente
queſti noſtri diſcorſi, ſi laſcierà facilmente perſuadere, che
la
prima, & la piu utile fuſſe queſta, di cui principalmente ſiamo
per
ragionare.
Le uere regole della fabrica di cui inſieme con l'anti
chiſsimo
ſuo authore, interpretate, & tradotte molto imperfetta­
mente
da Vitruuio iſteſſo, & da tutti gli altri, che dopo lui ſono
ſtati
, per la malignità de' tempi ſono dimorate in maniera occulte,
che
non mai perfettamente (s'io non m'inganno) ella s'è potuto fa
bricare
ſin'a queſti tempi: ne quali mi è ſtato auiſo di hauere in mo
do
trouato la uerità, & la piu ſoda ragione del bellißimo artificio
di
lei, che homai non ui ſarà piu coſa da notarſi, che ui ſi debba ag
giungere
, o permutare.
Il che a quanto beneficio di quaſi tutte le
prouincie
ſia per riuſcire, coloro iſteßi ne ſaranno teſtimonij, che
dopo
qualch'anno ne ſentiranno utilità, non mai prima ne credu­
ta
ne forſe imaginata.
Non dico io gia per questo, che i belli in­
gegni
di quelle potenti città, & delli Alamanni detti puoco ha, ſi
debbano
notare di traſcuragine; poſcia che ſin qui non è stato lor
conceſſo
di poter battere nello ſcopo di questo gioueuolißimo ma­
giſtero
: percioche non m'è naſcosto, che anch'eßi ſono gionti (co­
me
io dirò piu diffuſamente ſcriuendo delle ragioni della fabrica)
a
tant'alto, & giusto ſegno, quanto ſi poteſſe da chiera sforzato
a
ſaettare al buio, in berſaglio mobile, & in luogo ſopramodo tor
to
, anzi a mille mani inchinato.
Solamente poſſo con qualche ra-
1gione affermare, che quaſi per accidente, & oltra ogni mio prin­
cipal
penſiero, ſono concorſe in me tutte quelle parti, che ſogliono
eſſere
atte a partorire ſimili effetti; & di rado ſi ſono ritrouate in­
ſieme
unite in qualunque di coloro, che pure ſono ſtati auth ori di
moltißime
, & bellißime inuentioni.
Imperoche eſſendomi io do­
po
i miei piu graui ſtudij, ne' quali (come ſanno i nostri Piacenti­
ni
) mi ſoglio & con la mente, & con l'opere eſſercitare; traſtul­
lato
molte uolte ne' campi delle certißime demoſtrationi mathema
tice
, hora ſimplici hora miſticate d'altre ſorti di ſcienze; & fra
l
'altre nelle regole delle proportioni, & della ſcienza del mouer
peſi
; mi ſouenne (il che bene è ricordato da Ariſtotele, & da Ga
leno
) che niſſuna ſcienza, od arte, il cui ultimo fine ſia posto nel­
l
'operatione, ſi può perfettamente poſſedere; ſe chi ha appreſſo i
precetti
di lei, non conferma lor poi con uarie eſperienze molte uol
te
, & ſicuramente riuſcite.
Onde deliberai di uolermi anco pi­
gliare
alquanto di piacere nel porre in reale effetto circa qualche
ſoggetto
utile, quelle norme, che contra il ſuo uero fine, commune
mente
ſono inteſe ſolamente in aſtratto da gli huomini ſcientiati.
Et tanto maggiormente fui ſoſpinto a ciò, quanto io gia haueuo ue
duto
chiaramente, che il grande Ariſtotele, oltra che ci haueua
laſciato
quella diuina opera delle cagioni de gli effetti mecanici,
era
anco con le proprie mani ſtato primiero introduttore di alcuno
materiale
, & artificioſo inſtromento.
Et per qual cagione ſi do­
ueua
egli ſdegnare a prenderſi honeſto diporto col porre in eſſecit­
tione
tante belle ragioni mathematice, & naturali; ſe la natura
iſteſſa
, quaſi diuenuta mecanica, nella fabrica del mondo, & di
tutte
le forme delle coſe, pare che a bello ſtudio ſi ſia ingegnata di
produrre
ogn'hora piu artificioſi organi; dall'eſſempio de quali inui
tati
noi huomini con l'aiuto del diſcorſo, & delle mani, poßiamo
ſoccorrere
al mancamento di quelle parti nelle quali neceſſaria­
mente
ſiamo creati quaſi piu imperfetti di qualunque altro anima­
le
?
S'aggiunſe a queſto un caſo di non picciola importanza. Auen
ga
che quaſi a ſorte mifur uenduti da chi lor non conoſceua, certi
ſcritti
di Herone, di Pappo, & di Dioniſidoro tolti dalla libraria,
che
fu gia del dottißimo Giorgio Valla noſtro Piacentino, il quale
per
gli meriti ſuoi inalzato dalla liberalità dell'Illuſtrißimo Si­
gnor
Giouan Giacomo Triulzi, che allhora gouernaua lo ſtato di
1Milano, hebbe facultà di poter raccogliere tutti i piu degni au­
tori
Greci che dalla grecia, in quei tempi oppreſſa dalla ſua mag­
gior
rouina erano per diuerſi mezi traſportati nella nostra Italia:
Ne
' quali ſcritti non mai ſtampati, o tradotti, che ſi ſappia; con­
feſſo
di hauere ritrouato molte coſe di quelle, ch'io ſono per di­
re
piu di ſotto, & che dopo molte poſitioni d'Euclide, d'Archime
de
, d'Appollonio Pergeo, & di molti altri piu nuoui, che gia co­
noſciute
da chi ha uoluto, è neceſſario, che s'habbiano alla mano
in
queſte operationi; m'hanno fatto non poco lume nel camino,
ch
'io penſo hauer finito dello ſtabilimento di questa macchina.
Ma
piu
d'ogn'altra coſa mi ſermò in questo mio proponimento, & fu
cagione
, ch'io quaſi oſtinatamente ſia peruenuto alla ſine di queſt'
pera
; il fauore, & la liberalità incomparabile dell'Illuſtriſſimo,
& Eccellentiſſimo Duca, et Signor noſtro il Signor OTTAVIO Far
neſe
alla cui Eccellenza hauendo io molto familiarmente, per ſua
gran
corteſia, manifeſtato il mio diſegno; non ſolamente, per eſſe­
re
ella molto auezza alle ragioni mathematice, & ſpecialmente
all
'appertenenti all'uſo della guerra, ne reſtò capaciſſima, & lo lo­
aſſai; ma ordinò anco a ſuoi Theſorieri, liquali allhora ſi dole­
uano
, che le borſe erano quaſi uote dalle molte ſpeſe fatte per l'Illu­
ſtriſſima
Signora la Principeſſa noſtra, che mi fuſſe sborſata una
buona
ſomma di ſcudi; con l'amto de quali ſenza molto diſcommo
do
delle mie ſostanze, & ſenza ritirarmi ponto dalla mia princi­
pale
profeſſioni, ho potuto fabricare quaſi infiniti modelli piccioli,
& grandi; aggiugnendo, mutando, & leuando molte coſe, ſecon­
do
che o la conditione della materia, od il concorſo di molte cagio­
ni
lontane, et uicine; o la uarietà de' mezzi, od il grado delle pro­
portioni
, o la forza de motori, o molti altri impedimenti, che poſ­
ſono
attrauerſarſi, lo ricercauano.
Che ſi bene da quei ſcientiati,
che
pure una uolta ſi ſono dati all'operatione, che ſi numeroſo, &
grande
è il mucchio di quelle oſſeruationi, le quali tutte a un trat­
to
biſogna hauere nella fantaſia per far naſcere qualche nuouo, &
importante
eſſetto, che quaſi ſempre è impoſſibile aſſettarle bene
inſieme
, et indrizzarle ſicuramente all'opera ordinata; ſe non do­
po
molti errori in uarij tempi dall'eſperienza riconoſciuti, & di
modo
corretti co la ragione, che alla perfine ſi uenga alle uera per­
fettion
dell'arte, & alla ferma produttione dell'effetto, che s'aſpet
1taua. Della qual materia, perche eſſendo ella molto neceſſaria, in
altri
mei ſcritti ne ragionerò in lungo ſecondo la ſentenza d'Ari­
ſtotele
, di Galeno; non dirò altro per hora, ſe non che per certi
mei
particolari auiſi, & per la gran corteſia, & magnanimità
dell
'Illuſtriſſimo mio Signore, & padrone, non è auenuto a me ciò
che
ſuol quaſi ſempre auenire a coloro, che ſi pongono in tali ope­
rationi
.
Imperoche gli huomini ingegnoſi che non ſono ſcientiati,
non
fanno mai coſa buona ſe non a caſo: & non ſapendo intraccia­
re
la cagione de gli errori, che ſeguono ne ſuoi lauori, ſpauentati fi­
nalmente
dalla difficultà de' caſi ſucceſſi, laſciano l'impreſe abban­
donate
; allegando poi mille fauole, & menzogne per iſcuſarſi.
Gli ſcientiati, per la maggior parte ſi contentano di ſapere in uni­
uerſale
, & di paſcerſi l'intelletto ſapendo ſolamente parlar con ra­
gione
ſenza eſperienza alcuna; Et ſe pure a qualchuno di loro uien
uoglia
di render perfetto l'habito della mente, con la pruoua de gli
effetti
; s'è prudente, ſi frena aſſai, conſiderando a quante ſpeſe con
longhiſſima
pacienza lui ſia biſogno ſoſtentare, et a quali calonnie
del
uolgo ignorante, ſe per qualche diſaſtro non ſi faceſſe bene, gli
ſia
neceſſario a ſottoporſi.
Ma ſe pure non oſtante ogni sbarra,
egli
paſſa all'operatione, di rado è che ſtracco dalle ſpeſe, che tan­
to
piu paiono graui quanto piu ſono preſenti; & fatto impatiente
da
gli errori, che ſeguono per non poterſi bene hauer l'occhio,
a
tutte le coſe, che ſi debbono accoppiare inſieme; ultimamente non
ſi
ritiri, & non ſi contenti d'hauer conoſciuto di quanto honore ap
preſſo
de' buoni ſieno degni coloro, che riducono a fine qual ſi uo­
glia
dell'arti, & ritrouati utili, o commodi alla congregatione de
gli
huomini.
Onde eſſendo io aſſai ſicuro dalle male lingue del uul­
go
per lo fauore del Principe, ilquale pagatoſi delle mie ragioni,
era
per difendere ogni mio fatto, ancorche ſiniſtramente riuſcito;
anzi
non comportando la liberalità ſua, ch'io mi ſgomentaſſi per
qualunque
ſpeſa fatta in uano nello ſtabilimento di molte eſperien­
ze
; niſſuno (come io ſtimo) haurà per coſa marauiglioſa ſe da me
in
cui erano anco l'altre ſopradette circoſtanze, piu preſto, che da
ciaſcheduno
altro, ſia ſtato con mio maggior piacere, che traua­
glio
quaſi ritrouata l'antichiſſima Chiocciola de gli antichi.
Di questa dunque inuitato dal buon eſſempio della liberalità
del
mio Signore, ho deliberato di uoler dare libero, & chiaro ra-
1guaglio ad ogn'uno, che con qualche attentione leggerà i preſenti
diſcorſi
: facendo aperte in maniera tutte le uere norme del com­
porla
, & raſſettarla, che ſenza ueruna difficultà ſi potrà man­
dare
, da chi che ſia, in utiliſſima eſſecutione.
Ne uoglio che i le­
gami
dell'auaritia poſſino ſi fattamente nel petto mio, che i priuileg
gij
di quaſi tutti i Principi d'Italia concedutimi per cotale indu­
stria
, mi ſieno piu gioueuoli di ciò che mi ſarà utile la ragioneuole
corteſia
, & diſcretione di quelli, che con ſua grandiſſima utili­
ſaranno per goderſene: auenga che non mi piacque mai in tut­
to
la fittione de gli antichi, li quali uiddero, che Mercurio, con
tutto
che fuſſe l'Iddio dell'ingegno, & dell'eloquenza, haueſſe an
co
officio d'eſſere ſopraposto alle mercatantie.
Sia mercatante chi
uole
de'frutti delle ſcienze, & de parti della diuina ſoſtanza del­
l
'intelletto; che a me baſterà l'eſſere in queſto diuenuto mecanico
alla
ſembianza d'Hipocrate, Platone, Aristotele, & Galeno;
et
coſi d'hauer fatto qualche beneficio a gli huomini d'auenire; ſen
za
ch'io ſia tenuto mercatante col uendere, o tener naſcoſte le co­
ſe
appartenenti all'util commune, per cauarne maggior ſomma di
danari
.
Ma accioche io poſſa moſtrare piu chiaramente a ciaſche­
duno
la perfettione di questa Chiocciola, partirò questo mio ra­
gionamento
in tre diſcorſi: nel primo de quali diuiſerò tutte le ma­
chine
utili uſate per alzar acque sin'a queſti tempi, ponendole con
la
Chiocciola a paragone, & darò le regole uere di fabricarla, &
riporla
con ragione nel luogo ſuo.
Nel ſecondo tratterò delli or­
gani
del moto di lei, oue uerrà occaſione di qualche bello, & faci­
le
auertimento circa la ſcienza del muouer peſi.
Nel terzo uerrò
a
ſommare, & ſottraggere l'utile, & il danno coſi della ſanità, co
me
dell'agricoltura, che a gli Economici da l'uſo di questo inſtro­
mento
è per douer riuſcire.
E ben uero, che quali i buoni pittori
nell
'opere ſue gia finite, naſcondono i ponti geometrici, & le linee
di
proſpettiua, dalle quali ſicuramente, & con arte ſono guidati
allo
ſcoprimento della bellezza, che hanno uoluto figurare; ne ac­
conſentono
, che quelle coſe, che tuttauia lor ſono ſcorta, & ſoſte­
gno
, rendano l'opere gia stabilite men belle, & chiare a gli occhi
de
' riguardanti; laſciando poi l'aggio a'periti di poterle compaſſa­
re
, & miſurare ad ogni arbitrio ſuo; tale io la cui principale in­
tentione
è di uoler piu preſto co'fatti giouare altrui, che con le pa-
1role inſegnare, non m'allargherò molto in moſtrarele ſottili ragio
ni
mathematice delle quali mi ſono ſeruito: ma ſolamente dicendo
diſtintamente
quanto potrà eſſere inteſo da ogni mediocre ingegno,
porrò
innanzi a gli occhi quei colori, & quelle ragioni, che baſte­
ranno
a far piu preſto ſcemare, che pienamente intendere il uero
magistero
di queſto inſtromento.
L'acqua eſſendo corpo graue, non ſi mouerà mai naturalmente
da
luogo a luogo; ſe il ſegno, oue incomincia a mouerſi, non è
piu
alto di quello, uerſo cui s'haurà a mouere.
Et perciò afferma­
no
li Geometri, che ſi per la figura sferica della terra, la quale per
ogni
mille paſſi s'alza circa diece dita; ſi anco per lo pendio, che
biſogna
, che habbiano i corpi graui; eſſer fatti certi dall'eſperien­
za
, che ad ogni otto ſtadi ſi ricerca almeno un piede di decaduta.
Con tutto ciò con uarij ingegni ſi può fare, che l'acqua ſi moua a
luogo
, od uguale a liuella, o piu alto di quello, onde incominciò a
mouerſi
.
A luogo a ponto ugale ſi fa caminare in doi modi: oue­
ro
abbaſſandola prima, & poi alzandola, come ſi fa ne ponti cana
li
, che i Lombardi chiamano Gatti; ouero alzandola prima, &
poi
abbaſſandola, come s'uſa in quei ſioni, ch'adoprano i cuſtodi
delle
porte della noſtra città per tirare il uino fuor delle botti al té­
po
delle uendemie.
Il primo modo naſce dall'equilibrio del peſo del
l
'acqua, che ſcende; al peſo di quella, che poggia: & è ſtato inſe­
gnato
da Vitruuio meglio, che da ogn altro, nell'ultimo capo del
ſuo
ottauo libro.
Egli ſerue per cacciare i canali pieni d'acqua ſot
to
alle foſſe, ſotto ad altri canali, ſotto a ſtagni, per le ualli, & per
altri
luoghi baſſi piu di quelli, oue ſi uogliono condurre; & è mol­
to
bene poſto in prattica ſul Padouano.
Oue ho uiſto molte uolte
quattro
, o cinque di questi acquedotti incrociati, hor con angoli
retti
hor con acuti; l'uno ſotto all'altro, per non perdere il pendio,
Euero
che Vitruuio al mio giudicio, non è ſtato bene inteſo dal Fi­
landro
, ne da gli altri piu celebrati ſuoi interpreti; liquali tutti
con
una uoce dicono, che nella dottrina di Vitruuio ſempre conuie­
ne
auertire, che il luogo, al qual ſi uuole condur l'acqua, ſia piu
baſſa
, che il luogo dal qual ſi conduce; & tuttauia da Vitruuio
iſteſſo
ſi conoſce, per chi ben lo conſidera, che con questa ragione
facendo
continuati canali alti, & baſſi, ſi farebbe andar l'acqua
ſempre
alla liuella in infinito; come ancora moſtra manifeſtamen-
1te l'uſo commune. Il ſecondo modo il quale ſegue il meto dell'aere
è
molto ben dichiarato dal Valla noſtro Piacentino nel ſeſto libro
della
ſua Geometria: hauendo egli in ciò traſportato molte coſe da
Pappo
, & ſigurando da queſta iſteſſa ragione diecenoue belliſſimi,
& tutti diuerſi inſtromenti per mouer l'acque; con artiſicio uera­
mente
molto diletteuole, ma che non rende altro guadagno, ſe non
che
facendo ſparagno della naturale decaduta, alza ſolamente al­
la
liuella; di maniera, che non ſarebbero utili ſe non per ſchifar di
forare
quelli impedimenti, che ſono trapoſti fra termine, eterni­
ne
.
Dunque di tali ordigni, perche non fanno al propoſito noſtro,
il
quale è di uolere alzare gran quantità d'acqua di gran lunga piu
alta
, che alla liuella, & che non è il ponto, da cui ſi moue; non di­
piu di quello, che ho gia detto; quando io haurò auiſato li ſtu­
dioſi
, che ſe mai inuaghiti della bellezza di ſi ingegnoſi effetti (&
ſe
ne ueggono molti in Murano ne' uaſi di uetro; & molti fra Te­
deſchi
ne uaſi di rame, o di ſtagno) & della dolcezza della cogni
tione
di qualche cagione loro, ſi eccitaſſero a uoler fare qualche no
ua
opera; non ſi laſciaſſero in conto alcuno perſuadere, che con que
ſtri
mezi ſi poteſſero circolar l'acque a moto perpetuo, et far ſonta
ne
, & altre coſe quaſi-eterne: come molti poco prudenti, & male
intendenti
delle mere, & molte ragioni di questi accidenti, con ſilo
grauiſſimo
danno, & uergogna hanno gia uoluto fare.
Percioche
io
loro aſſicuro, che non ſi potendo mai nelle ſopradette diecenoue
intentioni
& in altre ſimili, andare col moto piu ad alto che alla li
uella
; ogni ſpeſa, & ogni fatica riuſcirà lor uana, & ſlranamente
uergognoſa
.
Quelle machine poi che leuano le coſe liquide piu alto, che alla
liuella
; o lo fanno perche non ſi può dar corpo ſenza luogo, o luo­
go
ſenza corpo; o per l'uno, & l'altro inſieme, o principalmente
con
la ſcienza del mouer peſi, o per altra induſtria come dirò piu
diſotto
.
Primieramente dalla ragione, che non ſi dia corpo ſenza luo­
go
; deriuò la machina gia fatta in ſan Giorgio maggiore in Vene­
tia
, per dar l'acqua alla fonte del belliſſimo chioſtro di mezzo.
Imperoche eſſendo raccolta l'acqua in una gran ciſterna, laquale
haueua
la bocca molto alta in guiſa di canna di pozzo; erano
certi
canaletti di piombo, che dal fondo della ciſterna conduceuano
1l'acqua in un'altra ciſterna piu alta, da cui poi con moto naturale
ella
ſcendeua alla fontana.
Nella canna, o bocca della ciſterna di
ſotto
, era, un forte coperchio di legname, ilquale a ſeſta occupaua
giuſtamente
tutto lo ſpatio della canna piena d'acqua; & eſſendo
ſpinto
uerſo il fondo a poco a poco da un graue contrapeſo ſin'alla fi­
ne
della canna; sforzaua quaſi tutta l'acqua della ciſterna baſſa, a
ſalir
nell'altra; d'onde ſcendeua poi, & cagionaua la fonte.
Fu
fatta
ſecondo la ragione di Plinio, ilquale accennò nel ſuo ſecondo
libro
, che le fonti ſorgono in cima de monti per lo gran peſo della
terra
, laquale premendo gagliardamente l'acque, che di continuo
ſi
raccogliono nelle cauerne ſotterranee, le caccia per diuerſe uie
all
'erta; ſinche trouano ſtrada aperta per potere uſcire.
Ma ue­
ramente
io moſtre rei quanto queſta opinione di Plinio, & d'alcuni
altri
naturali, ſia lontana dal uero, ſe ciò fuſſe mio proponimento
in
questi pochi ſcritti, & ſe tal materia non fuſſe gia impreſa dal­
l
'Eccellentiſſimo Meſſer Gieronimo Cardani primo lettore di me­
dicina
nello ſtudio di Bologna, per diffenderſi da certe calunnie, &
da
certi tiri di Giulio Ceſare Scaligero; il quale a mio giudicio ſcri
ue
piu preſto di queſte coſe con ſtile arguto, et artificio ſo, che buo
na
, et ragioneuole eſperienza, ch'egli n'habbia mai uisto, o poſto
in
eſſecutione.
Come che ſia, questa macchina, oltra che può ca
uare
gran quantità d'acqua, ha anco fra l'altre, due importantiſ­
ſime
imperfettioni.
Vna è, che non in un medeſimo modo ſoſtiene il
peſo
l'acqua piu profonda, & la meno profonda: Ilche chiaramente
è
dimoſtrato da Archimede nel libro delle coſe, che ſtanno a galla
nell
'acqua; & confermato dalle naui de fiumi, lequali entrate in
mare
con l'isteſſo peſo, non s'abbaſſano tanto ſotto l'acqua piu
profonda
del mare, quanto faceuano nella piu baſſa de'fiumi: &
perciò
ne ſegue, che ſe il contrapeſo ſarà giusto effetto quando ſa­
quaſi uicino al fondo della canna, il medeſimo non lo potrà fare
quando
ſarà nella cima della piu alta bocca; ſe non ui ſi trouerà
ſempre
qualch'uno preſente, il quale lo renda piu graue, & meno
graue
, ſecondo che piu o meno s'auicina al fondo.
L'altra è che
non
eſſendo poſſibile di giustamente moderare la grauezza del con
trapeſo
, auiene ſouente, che le canne di piombo, o d'altro metallo,
che
menano l'acqua ad alto, non poſſono riceuere tutta l'acqua, che
lor
manda la compreſſione del peſo; ſi che ſdruſciſcono, & laſcianla
1irſene oue piu natur almente è inchinata; & forſe per tali impedi­
menti
non s'è mai uiſto, che l'effetto di queſto tuttauia ingegnoſo
ritrouato
, ſia ſtato durabile per piu di doi o tre meſi.
Quaſi ſimile a queſta, quanto alla ragione ſu quella di quel filo­
ſofo
Milaneſe; il quale con prodiga, & ineſtimabile ſpeſa, oprò che
l
'acqua con l'iſteſſo ſuo peſo paſſaua in altri canali pia baſſi, & poi
s
'alzaua: ma quanto all'effetto ſu diuerſa; perche egli non puote
mai
farla auanzare l'altezza della liuella: & coſi benche reſtaſſe
ingannato
del moto perpetuo, ch'egli cercaua; guadagnò tuttauia
il
pendio naturale dell'acqua, con piu iſpedita ſtrada, che non è
quella
de ponti canali.
Con l'iſteſſa cagione lauora la tromba poſta in ſan Pietro in
Geſſa
; leuando con non poca fatica, poca quantità d'acqua, & po­
co
alta.
Pure ſatisfa aſſai bene al biſogno di quel luogo.
Diuerſa da queſta fu ſolaméte nella ſtatera, che la moueua, quel
la
che gia fece fabricare l'Illuſtriſſimo Signor Don Ferrante alla
Gonzaga
.
Ne con altro fondamento leuaua l'acqua colui, che fabricò il
bellißimo
molino nel porto d'Ancona; ſe bene la qualità del moto,
la
quale era ſenza ſtatera alcuna, che fuſſe principalmente appeſa
al
palo, che uolendo cagionare il uoto alzaua l'acqua, era aſſai diſ
ſimile
, & molto faticoſa.
Mafra tutte l'altre di queſta ſorte, bellißima, et utiliſſima è quel
la
, la quale è in generale uſo di quaſi tutte le nobili città d'Ala­
magna
; & è deſcritta dall'Agricola nel ſuo ſeſto libro de metalli,
& dipinta alla ſettima figura delle machine hydranlice.
Che ue­
ramente
ſe queſt'inſtromento cacciaße gran quantità d'acqua; co­
m
'è ingegnoſo, poco faticoſo, & come la manda altißima, ſareßi
mo
liberi da ogni cura di cercare altra uia chefuſſe atta a ſeruirci
meglio
.
Veggala chi uole appreſſo dell'Agricola.
Raddoppiata, & triplicata di trombe con la medeſima ragione
è
quella che in Liegi città di Fiandra, fa utilißimo effetto nel tirar
l
'acqua del profondo, & quaſi ſotterraneo fiume, che le paſſa per
mezzo
.
Et ſe non fuſſe tale inſtromento, male la farebbono molti
di
quei cittadini: per eſſere quaſi tutte l'acque di quei terreni bi­
tuminoſe
, & la terra iſteſſa cópoſta in maniera, che quaſi abbrug
gia
al ſuoco come carboni, Michele da Liegi la dipinſe in uerſi
1beroici Latini, tanto leggiadramente, & con ſi belle figure di poe­
ſia
; che mi fa qualche fiata traſecolare, penſando come ſiapoßi­
bile
, che un'huomo di natione barbaro, habbia ſpiegate coſe ſi du­
re
, & oſcure in ſua natura, con tanta facilità, & eleganza.
Con
tutto
ciò queſta machina baſta bene per hauer acqua da bere; ma
per
adacquare terreni ſarebbe di niſſuno ualore: tanto piu che alla
puoca
quantità d'acqua, che trahe, ricerca uno gagliardiſſimo
motore
.
Sul Reno ue ne fu un'altra, a ponto come queſta: ma era moſ­
ſa
dal fiume; & percio pareua in molte parti diuerſa.
E dichiara­
ta
da uno eccellentiſſimo autore in una ſua epiſtola ſtampata in Lo­
uania
inſieme con diuerſe altre epiſtole di molti ualenti huomini
Tedeſchi
.
Quelle due poi che hanno doi moti l'un ſopra l'altro; & ſono di­
pinte
, & deſcritte da Giorgio Agricola nella decima, & duode­
cima
figura delle machine hydranlice; uengono anco formate con
l
'iſteſſa ragione: & ueramente ſono d'utilità incomparabile a ri­
ſpetto
dell'altezza, & della quantità dell'acqua tirata dall'altre:
ſe
non fuſſe che ricercano un fiume di uelociſſimo corſo, che lor dia
il
moto; talche alcuna uolta è biſogno ſeruirſi d'un'altra machina
per
cacciar l'acqua adoſſo a queste, accioche ſi poſſino mouere.
Si
ueggono
in molti luoghi delle minere di Saſſogna, & di Bauiera.
Ora tutte le ſopradette machine ſarebbero inutili per adacquar
terreni
, per la poca quantità dell'acqua, che leuano: & oltra di
questo
la maggior parte di loro è di ſpeſa intollerabile, coſi a fa­
bricarle
, come a mantenerle: talche l'entrata dell'agricoltura non
le
ſarebbe aſſai.
Senza che ricercano ſi prattichi maeſtri in raſſet
tarle
, che come gia mi diſſe l'Eccellenza dell'Illuſtriſſimo Signor
Duca
noſtro, quando faceua fabricare la machina per la belliſſi­
ma
ſontana del giardino ſuo di Parma, queſte non ſono opere, co­
m
'egli uide per proua d'altri, che da Fiaminghi prattichiſſimi, &
patientiſſimi
in ſimili magiſteri.
Per lo contrario, dalla ragione, che non ſi poſſa dar luogo ſen­
za
corpo, hanno hauuto origine le machine, che con le palle, &
con
quadri attaccati alle catene, paſſano ſenza tramezzo d'aere,
giuſtamente
per li cannoni; & mentre che eſſi ſono tirati, & uol-
1tati a torno dalle ruote col mezzo delle statere, moſſe o da huomi­
ni
, o da caualli; o dal corſo di qualche fiume; traggono l'acqua al
buco
alto per onde ella rieſce poi.
Sono in uſo aſſai per leuar l'ac­
qua
dalle fondamenta delle fabriche poſte in luoghi aquidoſi; &
erano
anticamente di gran commodità a gli eſſerciti.
Sono anco
deſcritte
da Mario Pellegrino, & dipinte in cinque uarie figure
dal
moderno Plinio nella materia minerale.
Ma piu era adoprato da gli eſſerciti il Sione dritto, compo­
ſlo
con la medeſima norma: di cui ne pongono la figura il Valturio
nel
decimo libro, & Flauio Vegetio nel ſuo libro delle machine
militari
; E bello, & facile inſtromento, & quando non leua l'ac­
qua
piu d'un braccio, o circa: ne ſorbe grandiſſima quant ità.
Sott'a queſte ſi riferiſcono tutte le canne con cui ſi uota la ſenti­
na
alle naui, & alle galee: che ſe bene uariano alquanto in­
fra
di loro, ſono tuttauia compoſte da i medeſimi principij ſopra­
detti
.
Inſieme ſi compone l'una, & l'altra ragione ſopraposta, nella
machina
Cteſibio; inſegnata, & figurata da Vitruuio: laquale
boggidì
è ſi celebrata per ogni luogo, che pochi ſono gli huomini
nobili
, che non ne ſappiano ragionare.
In Milano, in Venetia, in
Genoua
, & in Napoli, ne ſono ſtato fatte moltiſſime: & in uero
niſſuna
caccia l'acqua piu alta di queſta; ma uuole gagliardo moto­
re
, & di rado è che paſſi un'anno a non ſi guastare, & ſpecialmen­
te
nelle linguette, & nelle cuciture delle canne.
Pure, ſe le canne
ſono
di bronzo, & in luogo delle linguette ui ſi pongano pallotole
di
metallo, che giuſtamente chiudano il fondo delle canne de peſtel
li
, durano molto piu.
Coſi ſi crede che ſarà quella del giardino di
Parma
, poſcia ch'è fatta con gran cura di Sua Eccellenza che n'è
intendentiſſima
.
I mantici ancora quando leuano l'acqua alta quanto ſi uuole, ſi
ſeruono
dell'una, & dell'altra ragione inſieme: auenga che alzan
doſi
, & non ſi potendo riempir d'aere, ſi rienepiono d'acqua: &
abbaſſandoſi
, chiuſa ch'è la uia ond'entra l'acqua dalla linguetta,
è
sforzata a riuſcire per la canna dritta orizontale diſo pra.
Si ue
de
la figura di questa machina fatta co'mantici, nel decimo libro
di
Roberto Valturio, oue tratta delle machine militari: ſenza
sb
'è poſta in effetto in Milano in tre, o quattro luoghi: Et con queſta
1circolaua l'acqua colui, che portaua per Italia l'anno paſſato il mo
dello
di quel capello, in cui ſi cagionauano piu di ottanta diuerſi mo
ti
, col moto di doi, o tre inſtromenti; benche egli non laſciaſſe ue­
dere
ſe non una ruota dentata, & un'altra difuſa.
Imperoche co­
m
'io ben m'auidi; dalle bolle, che mandaua fuora per la cima del­
la
colonna, ch'era in mezzo della fontana, un manticetto moſſo
inſieme
con l'altre coſe dal moto della maggior ruota, cacciaua di
nuouo
l'acqua gia caduta a baſſo al uaſetto, ch'era in cima della
detta
colonna.
Et questo a mio giudicio era il piu bello artificio,
che
fuſſe in quell'opra riguardata con tanto piacere, & maraui­
glia
dalla gente uolgare.
Nel resto, ne per l'architettura, ne per
la
ſcienza del mouer peſi, era riuſcibile, & buona a porſi in reale
effetto
.
Sin qui, quaſi tutte le ſopradette machine ſono uiolente, & fan
no
forza alla natura; non tanto per lo peſo dell'acqua, che poggia
in
alto, quanto per le troppo temute minaccie, che ogn'hora ſi le
fanno
del luogo ſenza corpo, & del corpo ſenza luogo: & perciò
non
è marauiglia ſe non ſono durabili, & ſe ricercano potentiſſimi
motori
a riſpetto dell'altezza, & della quantità dell'acqua.
Ma
quelle
, ch'io breuemente ſcriuerò hor'hora, prima ch'io ragioni
della
Chiocciola, non hanno altra ragione, che la ſcienza del mo­
uer
peſi; ne altro contrario, che la naturale grauezza dell'acqua;
onde
ſono anco piu durabili, & cauano maggior quantità d'acqua
ad
honeſta altezza data la parità nell'altre coſe, & ſono le ſotto­
ſcritte
.
Innanzi a tutte, quando ſi può ben raſſettare in luogo commodo,
è
utiliſſima la ruota, ch'è in uſo ſul Veroneſe nell'Adige.
Alza
l
'acqua ſopra qual ſi uoglia ripa in buona quantità, & è moſſa a
ponto
nell'eſtrema circonferenza come conuiene a dare il moto ſe­
condo
la uera ragione delle ſtatere: Onde eſſendo maggiore il pe­
ſo
, che corre nell'ale deſtre, & ſiniſtre della ruota, che il peſo del­
l
'acqua alzata, & poi uerſata dalle caſette di mezzo; è facil coſa,
che
faccia effetto di non puoca utilità.
Nulla di meno non ſi può
porre
ſe non in fiume di ſtabile corſo, & di ferme ripe.
Et anco
nel
creſcere del fiume è impedita dalla troppo abondanza dell'ac­
qua
; all'hora piu quando maggiore è il biſogno d'adacquare: cioè
nel
principio di Giugno, per eſſerſi dileguate a piu potere le neui
1de'monti, dal che ne ſeguono le piene di quaſi tutti li fiumi.
Non con ſi buona arte del peſo ſi fabrica il timpano deſcritto da
Vitruuio
nella ſeconda parte del nono capo del decimo libro, & po­
sto
nel quarto libro fra le figure di Flauio Vegetio: percio che ſe
bene
con le iſteſſe cagioni, & quaſi nell'iſteſſo modo, che fa la ruo­
ta
di Verona, alza, & uerſa l'acqua; ha nondimeno il principio
del
ſuo mouimento molto uicino al centro: cioè, per lo ſpatio, che
puo
girare un'huomo con una cigognola: il quale non s'è mai uiſto
che
paſſi dodici oncie: onde eſſendo il raggio, alla fine di cui è poſto
il
peſo, molto piu lungo che il raggio della cigognola, non ſolo que­
ſta
machina non è aiutata dalla ſcienza de'peſi, ma è fatta quaſi al
contrario
.
Alla qual coſa uolendo fare qualche prouedimento alcuni ſcié­
tiati
huomini, hanno piu preſto abbracciata la dottrina dell'iſteſſo
Vitruuio
nel principio del ſouradetto nono capo del decimo libro;
facendo
il timpano in modo, che l'acqua non reſta ſempre nella fine
del
raggio maggiore; anzi quanto piu ſi leua, tanto piu s'auicina
al
centro, & eſce per i colombari de'perni, non alzando piu, che
per
la metà del diametro del timpano.
Di piu fuora de'precetti di
Vitruuio
, hanno anco fatto, che il raggio, oue è il motore, è al­
quanto
piu lungo, che il raggio, che riceue il peſo: ordinando un
cauallo
, che con un giro maggiore, che il timpano non è; & con
una
ruota dentata, che batte in una rocchetta di fuſa cacciata ſu
i
perni; non ſolo muoue con piu facilità, ma anco aſſai uelocemen­
te
.
Due di queſte machine ſi ueggono a Lucia Fucina ſette miglia
lontano
da Venetia; con una delle quali, che è la minore, ſi leua
l
'acqua, che ſorge di ſouerchio in certe campagne lauorate, & ſi
tragetta
nella ualle uicina; con l'altra, che è la maggiore, s'alza
l
'acqua della Brenta per mandarla oltra l'argine, che è fra la Bren
ta
, & il mare; accioche ſe ne riempino le barche, & ſi conducano
alla
città per uſo delle ciſterne.
Ma il Paladio, Architetto in Venetia di grandiſſimo credito,
me
ne moſtrò per ſua gran corteſia una molto eccellente, & non an­
cor
publicata; la quale gia m'era stato aſſai lodata dal Clariſſimo
Signor
Marcantonio Barbaro fratello del Reuerendiß. & dottiſſi­
mo
eletto d'Acquilegia, a cui meritamente quei nobili Vinitiani
commettono
il giudicio di quaſi tutte l'opere mathematice.
Et in
1nero io confeſſo, che dopo la Chiocciola fabricata nel modo, ch'io
diro
di ſotto, queſto ſia il piu utile inſtromento di quanti ſe ne ſieno
fabricati
ſin'ad hora per alzare acque a mediocre altezza: impe­
roche
le bocche, per onde queſto timpano riceue l'acqua, ſi piega­
no
quaſi in guiſa di lumaca uerſo il centro; cagionando, che in uno
iſteſſo
tempo il peſo ſcendendo monti, & col ſuo piegato decorſo
ageuoli
il moto a ſe medeſimo, ſin che giunga al mezzo, onde poi
rieſce
per gli gia detti colombari.
Io baueuo bene letto la deſcrit­
tione
di queſta tale machina appreſſo di Alfarabio dottiſſimo.
Ara
bo
nelle ſue mecanice: & anco il Caccialupi noſtro me n'haueua
moſtrato
molto prima per coſa ſecreta un picciolo modello; ma con
tutto
cio queſta del Paladio è molto piu perſetta; auenga che è ti­
rata
con la miſura d'Archimede de'ponti delle linee ſpiritali, delle
quali
non ragiona Alfarabio: ſiche ſi puo fabricare & piu giuſta,
& piu facilmente, & con maggior ſicurezza di buon'effetto.
tut­
tauia
io ho poi trouato, che queſto, per altro utiliſſimo iſtromento,
cede
alla Chiocciola ſi nella quantità, & nell'altezza dell'acqua,
come
nella forza del motore, & nel uantaggio del fabricarlo, &
mantenerlo
.
Dopo i timpani, ſono state in pregio per un tempo appreſſo de'
metallieri
le machine fatte con molte ſecchie legate alle catene, che
ſi
uolgono con diuerſi motori ſopra duoi ſubbij; uno alto, & un baſ­
ſo
.
Elle ſono deſcritte in un modo da Vitruuio, & dipinte in tre
diuerſi
modi dall' Agricola nelle tre prime figure delle machine da
acqua
del ſeſto libro de'metalli.
hora ſi uſano poco, perche l'eſpe­
rienza
ha moſtrato, che non durano, che non alzano acqua con lo
iſteſſo
motore al pare di molti de'ſouradetti iſtromenti, & che ſono
di
gran ſpeſa a fabricarle, & mantenerle.
pure quando ſi puo ſer­
uire
del corſo impetuoſo di qualche acqua, ſi potrebbono tolerare:
& in ogni caſo che s'haueſſero a fare (ilche pero non conſiglio ad
alcuno
) auertiſcaſi almeno, che i ſubbij, ſoura i quali ſi uolgono le
catene
, non habbiano molto diametro; per non incorrere nell'er­
rore
di quel Cremoneſe, che gia ne fece una, che haueua le ruote,
foura
le quali ſi gir auano le catene; quaſi piu grandi delle ruote,
che
dauano il moto: il che rende il peſo ſenza comparatione piu
graue
, che non ſarebbe, ſe, come io ho detto, il ſubbio ſarà di mi­
nore
diametro.
1
Fra le ſouradette ſi potrà riporre il ritrouato di Meſſer Carlo
d
'Vrbino, arteſice di belliſſimo ingegno; benche ſin'ad hora non fia
publicamente
paleſato.
Molte altre machine in modelli, che non ſono mai stato poſte in
opera
reale, ho io uiſto in diuerſi luogbi; & ſpeciamlente nelle ca­
mere
ſecrete dell' ufficio de' Proueditori di commune in Venetia:
oue
ognuno, che ſi perſuade hauere ritrouato alcuna ingenioſa, &
bella
coſa porta i modelli, per ottenere qualche priuilegio, ma pen
dono
tutte dalle ragioni ſouradette.
Et perche non hanno maggio­
re
perſettioue, o commodità dell'altre annouerate di ſopra, ſon ſi­
curiſſimo
, che reſteranno naſcoſte perpetuamente.
Non laſcierò
pero
di dire, che il Boſſio noſtro Piacentino gia ſe ne imaginò una,
che
non ſi douendo leuare l'acqua molto alta, aſſai facilmente, &
con
qualche utilità hauerebbe ſeruito in un mediocre biſogno.
Ha­
ueua
duoi ſecchioni aſſettati in maniera in un legno torto in guiſa
della
lettera.
S. & fiſſo nel mezzo del luogo da cui ſi doueua cauar
l
'acqua, che quando l'uno ſi riempiua, l'altro ſi uotaua: & coſi
facendo
duoi moti ſino al piano del terreno, quando l'uno s'alzaua,
l
'altro s'abbaſſaua, moueuanſi poi con una statera aſſai bene có­
paſſata
: di modo che il moto fatto da un cauallo ſarebbe ſeguito
aſſai
facile, & ueloce.
Reſta hora la Chiocciola, la quale compoſta nel modo, ch'io ſo­
no
per dire, di gran lunga auanza quanti iſtromenti ſi ſieno mai
potuto
imaginare, per leuare aſſai acqua, per farla montare a grá
de
altezza, & per poterſi girare facilmente; pur che ui ſia ag­
giunto
l'organo del moto, di cui ſi ragionerà nel ſecondo diſcorſo:
di
maniera, che data la parità nell'altre coſe, ſempreuincerà ogni
altra
machina in quel partito di cui ſi uorrà fare il paragone.
che
ſe
qual ſi uoglia ordigno le ſarà pare in leuar l'iſteſſa quantità del­
l
'acqua, & all'iſteſſa altezza; haurà poi biſogno di molto mag­
giori
forze per poterlo mouere.
ſe le ſarà pare nella gaglierdia del
motore
, & nella copia dell'acqua, le cederà nell'altezza.
& ſe
hauerà
altezza, & motore uguale; l'acqua ſi trouerà eſſere aſſai
meno
: imperoche una Chiocciola compoſta, come ſi uedrà, con la
forza
d'un'huomo ſolo di mediocre lena, tira almeno dodici oncie
d
'acqua ſecondo la miſura Piacentina (che è un quadro di tre on­
cie
nette per ogni lato) alta circa ſette braccia di dodici oncie per
1braccio, con corſo aſſai piu inchinato, & ueloce, che non ſi or­
dinariamente
al moto de'riui, che ci ſeruono per adacquare.
Et un
cauallo
che non ſia de'piu gagliardi, ne tira all'iſteſſa altezza, &
con
l'iſteſſe circoſtanze, piu di mezo canale da prato; cioè, un
quadro
di ſei oncie per ogni lato: al qual ſegno, & alle quali con­
ditioni
non eſſendoſi ancora mai auicinata per molto ſpatio alcuna
dell
'altre machine; & potendo ſi queſta fabricare, & mantenere
con
pochiſſima ſpeſa, a riſpetto dell'utile; anzi eſſendo fortiſſima,
& durabile in ogni ſua parte fuor della credenza d'ognuno, che
non
l'habbia prouata; non è ſenza ragione, che ſi debbano aſpet­
tare
da lei effetti per adacquare terreni, & per altri uſi, con l'uti­
lità
grandiſſima, ch'io diuiſerò nel terzo diſcorſo.
Aggiungeſi
che
ogni mediocre arteſice, pur che n'habbia una fiata ſabricato
una
ſecondo le norme, ch'io fra poco apertamente dimoſtrerò, ſarà
atto
con non molta fatica, & ſenza commettere errore alcuno a ſa
bricarne
, & raſſettarne quante baſteranno per li ſeruigi di mol­
tiſſimi
buomini.
Ma ſe non è stato poſta in uſo ſino ad hora, ſono
ficuro
, che la grande autorità di Vitruuio, il quale ſolo fra tutti li
ſcrittori
conoſciuti n'ha trattato; & l'imperfettione delle regole,
ch
'egli ha laſciato, ne ſieno stato ſpecialiſſima, & fortiſſima cagio­
ne
: tanto piu che coloro, che pur alla fine hanno inteſo le ſue diffi­
cili
norme, & l'hanno ridotte all'opera, ſi ſono ritrouati ingan­
nati
in molte coſe: & ſoura ogni altra, nella forza del motore, il
quale
ui biſogna ſi gagliardo, che mi diſſe gia il Clariſſimo Signore
Pandolſo
Contareni, che molti nobili Vinitiani, ſra'quali anc'eſſo
n
'era uno, molte n'haueuano fabricato con effetto ſempre uano, &
fallace
per molti riſpetti; & ſpecialmente per la grandiſſima diffi­
cultà
del mouerla, talche finalmente ognuno stracco dalle ſpeſe,
l
'haueua laſciata, & piu preſto s'era accommodato con qualche
altro
magiſtero.
Per la qual coſa mi ſono aſſai marauigliato, che
il
dottiſſimo Monſig.
Barbaro entraſſe mai in iſperienza (come egli
ſcriue
ne'ſuoi commentari ſopra Vitruuio) che con queſto iſtromé­
to
tirato al modo di queſto autore, facendoſi cadere l'acqua adoſſo
a
qualche ruota fiſſa in lui medeſimo, ſi poteſſe cagionare il moto
perpetuo
, ſi lungamente cercato in uano da tanti belliſſimi ingegni
& non mai ancora ritrouato.
Abenche io ſcoprirò piu di ſotto la
origine
di queſta ſperanza, quando io hauerò prima fatto manife-
1sta l'imperſettione delle regole di Vitruuio, & rintracciata la ue­
ra
ragione dell'aſceſa dell'acqua in queſta machina: dalla qual ra­
gione
ſolo ſi haurà il modo di poterla fabricare, ma anco la uia
di
conoſcere ogni granchio preſo in tal materia da chi che ſia.
Tre dunque ſono in ſoſtanza le regole date da Vitruuio nella
compoſitione
di queſto iſtromento.
La prima, che la traue del ſo­
ſtegno
di mezo, la quale nell' auenire da noi ſarà dimandata ani­
ma
, ſia groſſa tante dita, quanti piedi tutta la machina ſi uorrà far
lunga
: il che per eſſere il piede di ſedici dita, non uuol dire altro,
ſe
che debba queſt'anima eſſere ſedici uolte piu lunga, che groſ­
ſa
.
L'altra è, che s'habbia a tirare il canale caminando per gli in­
crociamenti
de gli ottanti.
La terza, che il canale ſi debba fare
alto
di ſponde in maniera, che tutta la machina reſti groſſa l'otta­
ua
parte della lunghezza.
Ora pigliſi un'anima poniamo caſo
groſſa
mezo braccio: ella, ſecondo la prima regola, ſarà lunga
otto
braccia: il ſuo canale, ſe ſarà ſimplice, per la ſeconda regola
ſarà
largo diciott'oncie; ſe ſarà doppio, ſarà largo noue.
perche
eſſendo
la circonferenza dell'anima poco piu di diciott'oncie, gli
ottanti
ſaranno di circa due oncie, & un quarto.
ſi che in capo di
quattr
'ottanti, che è tutto il pendio dell'anima, & ſono circanoue
oncie
, ſi chiuderà il canale quando ſarò doppio.
Per la terza re­
gola
, tutta la groſſezza dell'iſtromento ſarà un braccio.
Pongaſi
coſi
fabricato all'opera, & ſia la ſua eleuatione delle cinque parti
le
tre.
è coſa chiara, che ſarà biſogno, che entri ſotto l'acqua quá­
to
importa tutta la groſſezza ſua; & di piu tutta la larghezza
della
bocca del canale o ſia doppio, o ſia ſimplice; altrimenti ſi uede
per
la ragione, & per l'eſperienza, ch'egli non anderà pieno.
Si
perdono
aduuque neceſſariamente ſotto la ſuperficie dell'acqua,
circa
uent'oncie.
Il reſto è ſei braccia, & quattr'oncie; le quali
uolendo
fare un moto ſolo, alzano poco piu di tre braccia, & me­
zo
; che uolendone far duoi, conuerebbe che il uaſo, che riceueſſe
l
'acqua del primo iſtromento, per darla al ſecondo, fuſſe almeno
profondo
un braccio, & mezzo; & coſi leuerebbe al primo iſtro­
mento
lunghezza di quaſi tre braccia, reſtando il primo moto di
poco
piu di due braccia: il quale pero ſarebbe molto diſſicile, ceden
do
a molti altri de'ſoura detti iſtromenti quaſi in tutte le circoſtan­
ze
: ne ſe ui fuſſe un ſolo canale, benche piu largo, hauerebbe mol-
1ta acqua; per non eſſere atto a mandarla ſe non per la metà del gi­
ro
: anzi tanto meno l'alzerebbe, quanto piu ſarebbe sforzato a
naſconderſi
ſotto l'acqua, per la larghezza ſua.
Similmente ſe noi
raddoppiando
la groſſezza dell'anima, uoleſſimo raddoppiare la
lunghezza
, haureſſimo bene il uantaggio del moto di ſopra, ſe non
ue
ne doueſſe eſſere ſe non uno; ma douendouene eſſere duoi, l'ef­
fetto
tornerebbe alla medeſima proportione; pur che non uoleſſimo
fare
ſi lungo l'iſtromento, che baſtaſſe a tutta l'altezza intiera :
coſa
molto strauagante, ſi per la ſmiſurata groſſezza dell'iſtro­
mento
, che non ſi potrebbe quaſi mai raſſettare a ſuo luogo, come
per
la ſtraordinaria forza, che ui biſognerebbe a poterlo mouere.
Imperoche la uera ragione, perche l'acqua in queſto ordigno ſa­
glia
in alto, non pende da altro, che dal pendio della groſſezza de
l
'anima, dal quale il canale prende la ſua decaduta: in maniera,
che
ſeruando la proportione, tanto ſi potrà fare il canale piu largo,
& che renda piu copia d'acqua, quanto ſarà maggiore il diame­
tro
dell'anima.
onde ritrouandoſi l'acqua per lo giro del motore,
ſempre
in luogo eleuato, è forza, che per la naturale grauezza,
ſempre
ſcenda; & coſi correndo per la ſponda fatta co'regoli, che
noi
chiamiamo uermi, & che le ſerue per fondo del canale; tanto
ſcendendo
aſcenda, quanto ſarà eleuata l'anima dal punto di ſopra.
E'ben uero, che ſe l'eleuatione dell'anima di giro in giro del canale
fuſſe
maggiore, che il pendio; l'acqua non potrebbe montare.
Et
perche
caminando le ſponde del canale per gli ottanti, & alzando
l
'iſtromento delle cinque parti le tre, la decaduta reſta ſempre al­
quanto
maggiore, che la ſalita: quindi auiene, che l'acqua ſi uede
poggiare
ſenza impedimento alcuno, come ſe il canale ſarà noue
oncie
, & il pendio ſei, alzando la larghezza del canale, che uiene
ad
eſſere lunghezza dell'iſtromento delle cinque parti le tre; la ele­
natione
ſarà poco piu di cinque oncie, & un terzo; & il pendio
ſarà
di ſei oncie, hauendo uantaggio di honeſta decaduta in ſi bre­
ue
ſpatio.
Quiui dicono alcuni, che ſi uede, che l'anima detta di ſopra,
raddoppiata
in groſſezza per raddopiarla in lughezza, haurebbe
tante
uolte decaduta d'un braccio per un canale largo diciott'oncie,
& alto ſei, quanti mezi giri de'uermi entraſſero a circondarla di
lungo
intieramente; & ſarebbe decaduta di circa dodici braccio
1in tutto; che in duoi uermi creſcono in uentiquattro. al moto del­
la
quale ognuno puo giudicare, che non baſterebbe la maggiore,
& piu gagliarda ruota, moſſa dal piu ueloce fiume, in cui ſi ſoglio­
no
fabricare molini.
auenga che ſia biſogno, che il motore habbia
maggior
forza in girare la machina, che l'acqua in ſcendere per ſi
gran
pendio a moto contrario al moto di lui.
Et a queſta coſa han­
no
anco detto, che non aucrtì il giudicioſiſſimo Monſig.
Barbaro,
& s'imaginano, che ſolamente egli uedendo, che l'acqua con moto
naturale
ſcendendo aſcendeua, & non hauendo riguardo, che il
moto
del giro di fuora, ſia contrario al moto gagliardiſſimo della
decaduta
di dentro; ne forſe hauendo bene conſiderata la cagione
dell
'aſcendere dell'acqua, o ſattone egli steſſo alcuna ragioneuole
eſperientia
, prendeſſe ſperanza di poter fare il moto perpetuo con
queſta
machina a queſto modo formata, con la quale ne anco è poſ­
ſibile
a farlo a tempo, ſe non con uiolentiſſimo mouimento iſtranio.
percioche ſecondo coſtoro, ſia come ſi uoglia la forza del motore,
certa
coſa è, che ſempre ſarà maggiore la decaduta dell'acqua den­
tro
all'iſtromento, che quella dell' iſteſſa gia uſcita fuora.
che ſe
l
'anima ſarà groſſa mezo braccio, & lunga otto; la decaduta di
dentro
ſarà circa cinque braccia, & quattr'oncie in un uerme ſolo;
& quella di fuora tutta non potrà eſſere piu che quattro braccia,
& noue oncie; & minore anco ſarebbe, ſe l'acqua batteſſe ſopra
qualche
ruota fermata nell'iſtromento; la quale ſe fuſſe picciola,
hauerebbe
poca leuatura, ſcemando tuttauia la decaduta quanto
importaſſe
parte della ſua larghezza, od almeno il luogo della
Chioceiola
oue ſi fermaſſe: ſe fuſſe grande, quanto acquiſtaſſe di le­
uatura
, tanto perderebbe nella ſceſa dell'acqua: & coſi reſterebbe
molto
inferiore di forze al moto di dentro; ſe pure il ſito dell'altez­
za
ſua ſopportaſſe, che una ruota grande nello ſpatio di ſotto haueſ­
ſe
il paſſaggio.
Ne gioua al giudicio di coſtoro, che ſi dica, che il
pendio
di dentro ſi conſidera ſolamente per queſta particella, che
auáza
l'eleuatione; che ſarebbe nella gia detta Chiocciola per ogni
noue
oncie di lunghezza duoi terzi d'oncia, o circa: ſiche in tutta
lei
fanno ſomma di poco piu di ſette oncie; & coſi la decaduta di
fuora
per un ſolo canale, ſarebbe di gran lunga maggiore, & po­
trebbe
ageuolmente uincere, & sforzare il moto dell'interno pen­
dio
.
Non gioua cio, dicono, coſa alcuna alla ſperanza del moto
1perpetuo: percioche affermano, che in ogni caſo la ſceſa di ſei on­
cie
per ogni noue di lunghezza, reſta ſempre in ſuo uigore, ne ſen­
za
lei ſi cagionerebbe la ſalita.
& ſe bene quando ella ſi conſidera
a
riſpetto dell'eleuatione, auanza di poco; non è per queſto, che
non
concorra ſempre tutta all'operatione: & in ogni canale l'ac­
qua
, che mentre ſi gira ſi troua nella parte di ſopra, cade per tutta
la
ſceſa dell'anima, che è ſei oncie, ſinche di nuouo alzata torna
tante
uolte a cadere, quanti ſono li mezi riuolgimenti de'uermi.
Alle quali poſitioni io riſpondo, che forſe ſarebbeno uere, quan­
do
l'anima fuſſe fondo del canale, & li uermi fuſſero ſponda: per­
che
allhora la decaduta di mezo giro in mezo giro, ſempre ſareb­
be
quanto il diametro dell'anima.
maſe la coſa steſſe coſi, qual
uantaggio
hauerebbe queſto iſtromento, a riſpetto de gli altri, in
mandare
molto piu facilmente maggior copia d'acqua?
Se biſo­
gnaſſe
alzare tutta l'acqua, ch'egli haueſſe dentro, per ſi alta de­
caduta
in ogni ſolo canale, & poi anco che alla fine l'acqua non ſi
trouaſſe
alta, ſe non poco piu, che la metà di lui; non ſarebbe aſſai
meglio
ſeruirſi del piu imperfetto timpano di Vitruuio, col quale
data
la parità dell'altezza, in cui nell'ultimo ſi troua l'acqua, ſi
potrebbe
farne leuare l'iſteſſa quantità con aſſai minore, & piu fa­
cile
pendio?
Tuttauia ſi uede pure con la proua, che queſto inſtro­
mento
, quando è ben compoſto, di gran lunga uince tutti gli altri
con
le circoſtanze, ch'io diſſi poco piu di ſopra.
Ne di queſto uti­
liſſimo
effetto n'è uera, & prima cagione altra coſa, che l'eſſere
l
'ordine de'uermi in uece del fondo del canale, & l'eſſere l'anima
da
un lato, & la coperta dall'altro, in luogo di ſponde: per che a
queſto
modo il pendio di dentro ſarà ſolamente quella partieella,
che
auanza l'eleuatione: & ſarebbe nella gia detta Chiocciola,
che
habbia ſei oncie di dametro nell'anima, per ogni noue oncie di
lunghezza
, circa duoi terzi d'oncia: ſiche per ogni uerme in tut­
ta
lei rendono ſomma di poco piu di ſette oncie, & in duoi uermi di
poco
piu di quattordici.
Con ſi poco pendio (il che non auiene in
qualunque
altro iſtromento) l'acqua ſi troua alta piu di ſei parti di
piu
di lui; di modo ch'egli almeno con ſei gradi di meno di forza,
alza
l'iſteſſa quantità d'acqua all'altezza, che fanno tutte l'altre
machine
, o con l'iſteſſa forza ne tira ſei uolte piu alla medeſima
eleuatione
, Ragione chiariſſima oltre le ſouradette eſperienze,
1che le coſe ſieno a queſto modo, è, che ſe ſi ſarà un'anima picciola
di
quattr'oncie di diametro, pur che il uerme ſia tanto alto, che il
canale
riccua l'iſteſſa quantità dell'acqua, non ſi mouerà per que­
ſta
cagione piu facilmente, che ſe ella ſarà alta ſei oncie, & hab­
bia
il uerme baſſo alla proportione dell'iſteſſa copia dell'acqua.
&
nondimeno
eſſendo la decaduta di dentro un terzo manco, doureb­
be
eſſere un terzo piu leggiera.
Solamente ha l'anima picciola
qualche
ſiata alcun uantaggio, per eſſere il peſo ſopra di lei alquá­
to
piu uicino al centro: perche l'anima di quattr'oncie leuerà do­
dici
oncie d'acqua con il uerme alto due oncie: ſiche la ſuperficie di
fuora
del pondo, ſarà lontana dal centro quattr'oncie; & quella di
dentro
due.
ma l'anima di ſei oncie tirerà l'iſteſſe dodici oncie, col
uerme
poco meno alto d'una oncia, & meza: onde la ſuperficie di
fuora
del pondo ſarà diſtante dal centro piu di quattr'oncie; &
quella
di dentro ſarà lontana almeno tre: di modo, che il peſo,
quando
ſegua queſta ſimmetria, che non ſempre ſegue, reſterà al­
quanto
meno graue; benche non per cagione che ui ſia minore la
decaduta
dell'anima.
Ora con tutto che il pendio ſia ſi poco, & con tanto gran uan­
taggio
dentro alla Chiocciola; nulla dimeno non ſi debbiamo ma­
rauigliare
, s'ella, formata al modo di Vitruuio, ſia grauiſſima a
mouerſi
: imperoche eſſendo huopo per alzare aſſai l'acqua, farla
ſmiſurata
in groſſezza, accioche ſe le dia la longhezza, che reſta
utile
, & quella che ſi perde di ſotto, & di ſopra; & coſi facendoſi
un
canale, che porta le migliaia di libre d'acqua; non è gran coſa,
che
ſi graue carico ricerchi potentiſſimo motore: ancorche per ogni
mezo
giro non s'haueſſe a tirare tutta l'acqua alta ſe non un brac­
cio
: tanto piu che la groſſezza dell'anima, che conuiene hauerſi,
per
dare la lunghezza alla machina, nuoce aſſai, rimouendo molto
la
grauezza del carico dal centro, in cui ſi gira.
onde ſempre re­
ſteranno
ingannati coloro, che ſeguendo le regole di Vitruuio, cre­
deranno
di poter fabricare tale iſtromento con utilità maggiore,
o
pare a molti de'ſourapoſti.
Ma quanto alla ſperanza di Monſig. Barbaro, dico, ch'egli con
molto
forte ragione ſi moſſe a credere, che con queſto iſtromento
meglio
, che con ogni altro, ſi fuſſe potuto cagionare il moto perpe­
tuo
: perche mi perſuado, che un tanto huomo diſcorreſſe molto
1bene ſopra le coſe dette di ſopra, del pendio di dentro, & della ca­
duta
di fuora; & ſcoprendo, che tutta l'acqua gia uſcita puo ſcen­
dere
per tutto lo ſpatio dall'altezza, a cui è stato leuata; la quale
è
maggiore, che tutto il contrario decorſo di dentro congiunto in­
ſieme
; conchiudeſſe, che l'acqua gia uſcita poteſſe mouere la non
ancora
uſcita, inſieme con la machina iſteſſa: percioche la machi­
na
, tolto uia il decorſo dell'acqua, ſe fuſſe bene diece uolte piu gra­
ue
, che non è, o fuſſe tutta di piombo, ſi potrebbe mouere ſu le pun
te
de'perni con leggieriſſima fatica, a riſpetto di quella, che ui bi­
ſogna
eſſendoui il decorſo.
ilche ſi ſarà chiaro & con l'eſperienza,
& con la ragione nel ſecondo diſcorſo.
Penſo bene, che egli (tale
è
l'uſanza di quaſi tutti gli huomini ſcientſati, & ſpetialmente di
quelli
, che ſono occupati in coſe maggiori) non ne ueniſſe mai alla
proua
: che quando egli ui fuſſe uenuto, come ho fatto io piu d'una
fiata
, et in piu d'un modo; piu preſto per porre in pratica le propor
tioni
mathematice, & per conoſcerle aſſai meglio con l'eſperienza,
che
per altro; & haueſſe ueduto, che l'effetto aſpettato non ne fuſ­
ſe
mai potuto naſcere, hauerebbe ſenza dubbio, ſaluaudo la ſua
uera
ragione, trouatone un'altra oppoſta, che haueſſe impedito ta­
le
operatione; o conoſcendo oue mancaua quella primiera, haue­
rebbe
piu facilmente giudicato dal uero.
La cagione che non la­
ſcia
ſeguire queſto effetto, è, perche ſe bene l'acqua gia uſcita ha
maggiore
decaduta, & piu alto moto, che quella, che ancora ri­
mane
dentro, non batte pero tutta in una uolta ſopra la ruota or­
dinata
per partorire il moto perpetuo; anzi ui corre di parte in
parte
ſecondo che di mano in mano rieſce dall'iſtromento; il che
auiene
dentro, oue l'acqua, che riempie tutta la lunghezza del ca­
nale
, non minore, che l'altezza della decaduta di fuora, per ogni
mezo
giro, ſeruando l'iſteſſa quantità, tutta inſieme ſi moue nel ſuo
pendio
.
& è piu gagliardo il moto di mille libre d'acqua in iſpatio
d
'un braccio a piombo, che il moto di cento libre in iſpatio di tre
braccia
medeſimamente a piombo: poſcia che ui biſognerebbe aſ­
ſai
piu forza a tirare in alto un carico di mille libre per lo ſpatio di
un
braccio, che il carico di cinquanta, o cento libre per lo ſpatio
di
tre braccia.
che ſe bene l'impeto dell'acqua quando corre quaſi
perpendicolarmente
, puo aſſai; nondimeno tanto perde di forza,
per
la quantità, & per lo peſo, che ſempre ſi fa minore nella deca-
1duta, che s'auicina alla perpendicolare, quanto n'acquiſta dali'im­
peto
, che le s'aggiunge dalla uelocità del moto.
& tanto muoue
l
'acqua con poca decaduta, & poco impeto, ſeruando quaſi l'iſteſſa
quantità
inſieme col peſo, quanto ſcemando aſſai, moue con l'im­
peto
della uelocità del corſo quaſi a piombo.
Se una pietra, od al­
tra
materia non liquida ſi moueſſe, certo è, come moſtra Archi­
mede
, che molto maggiore ſarebbe la forza ſua, mouendoſi a linea
retta
uerſo il centro, che mouendoſi per altro tanto ſpatio con moto
quaſi
piano: perche la quantità ne'cor pi ſodi, & duri reſta l'iſteſ­
ſa
; & il peſo quanto piu ſi mone rettamente, diuiene ſempre piu
graue
.
non è coſi ne'corpi liquidi, ne'quali la quantità non reſta la
medeſima
, con tutto che quella, che reſta, ſi faccia piu graue, &
meni
maggiore impeto, che s'ella correſſe a moto quaſi orizontale.
Onde ueggiamo ne'molini terragni, l'acqua, che prima era capita
da
un canale grande con mediocre corſo, paſſare tutta per un pic­
cioliſſimo
canaletto con aſſai maggiore impeto, che prima: ma
stando
ella raccolta inſieme, con aſſai minore grauezza, la quale
ſegue
la quantità.
Che ſe uorremo che la quantità, & il peſo ſie­
no
gli medeſimi, ma che habbiano biſogno di canale piu stretto,
& piu lungo, per la uelocità del moto; dico che la quantità, & il
peſo
poſti a queſto modo, non ſono altro, che l'impeto: potendo tá­
to
l'uno quanto l'altro.
di maniera che non minore ſarebbe la for-
z
a, ſe la decaduta fuſſe la metà meno alta, pur che la quantità, &
il
peſo in ſua natura reſtaſſe maggiore, & batteſſe nelle pale della
ruota
con maggiore larghezza del canale, & delle pale, che la ri­
ceuono
; ſe non fuſſe, che con maggiore decaduta piu ageuolmente,
ſecondo
l'uſo commune, ſi fanno le ruote piu grandi, & di maggio­
re
leuatura, il che gioua aſſai.
Ho detto ſecondo l'uſo commune,
perche
da chi ſapeſſe bene la ragione, ſi potrebbono anco aſpettare
le
ruote grandi, oue fuſſe poca decaduta.
A benche nel moto di
queſto
iſtromento alzandoſi egli poco, & douendoſi laſciare al­
quanto
di decaduta all'acqua gia uſcita, non ſi potrebbe acconciare
ruota
di tanta leuatura, che baſtaſſe per farlo mouere da ſe mede­
ſimo
.
auenga che la ruota dalla parte di ſotto non haurebbe ſpatio
capace
per laſciarla paſſare, & finire liberamente il ſuo giro.
Si
puo
anco aggiungere, che ſe la Chiocciola haurà un canale ſolo,
non
manderà l'acqua, ſe non in una parte del tempo del giro; &
1quella di dentro ſi mouerà in tutto il giro, reſtando la copia che rie­
ſce
aſſai minore.
ſe haurà duoi canali, biſognerà raddoppiare la
quantità
, & la decaduta di dentro, & coſi raddoppiare anco la
forza
interna.
Dico di nuouo per maggior chiarezza (tal modo di replicare com
molti
mezi, ogni uolta piu facili, è stato lodato, & ſouente oſſer­
uato
da Galeno nelle materie utili, oue ſia bene il diſcorrere atten­
tamente
con l'animo) che non uſceudo da una Chiocciola in un gi­
ro
, poniamo caſo piu che ſei peſi d'acqua, ella non haurà maggior
forza
in mouere, con tre baaccia di decaduta, in longhezza di al­
tre
tre braccia, di quella che haueranno circa ſeſſantaquattro peſi,
che
tutti in un tempo ſi mouono di dentro, con circa quatordici on­
cie
di pendio in duoi canali.
uguale forza in ambedue queſte ac­
que
ſarebbe, ſe quella, che rieſce fuſſe tre peſi, con cinque braccia
di
decaduta; & quella, che riman chiuſa nell'iſtromento, non fuſſe
ſe
non quindeci peſi, con un braccio di pendio: perche ſi come di
fuora
la decaduta creſce quattro quinti, coſi il peſo di dentro cre­
ſcerebbe
quattro quinti; & tanta è la proportione del peſo alla ca­
duta
, quanta dalla caduta al peſo; tanto acquiſtandoſi d'impeto,
quanto
ſi perde di peſo.
Ma è conoſciuta dal ſenſo, che l'acqua
contenuta
dalla Chiocciola non ſolo uince di quattro quinti, ma di
piu
aſſai quella, che rieſce per ogni giro, & che la decaduta di fuo­
ra
, quando la Chiocciola è piena, per un ſol canale (il che ſi dirà
nell
'iſtromento de gli Alemani) o per duoi, non uince mai in piu
di
quattro quinti, o circa il pendio di dentro.
abenche ſi puo anco
con
la ragione prouare, che l'acqua di dentro uinca d'aſſai piu di
quattro
quinti quella che rieſce per ogni giro: percioche in otto
braccia
ſono almeno piu di dieci riuolgimenti del uerme, che oc­
cupano
noue oncie di lunghezza per ciaſcheduno.
& in un giro
intiero
della Chiocciola, nel quale tutta l'acqua di dentro decade
due
uolte, non ne rieſce ſe non la contenuta dell'ultimo mezo riuol­
gimento
uicino alla bocca di ſopra: adunque l'acqua di fuora con
qualunque
impeto ſi uoglia, dandoſile la decaduta, che puo porta­
re
in lunghezza la eleuatione della Chiocciola; non uincerà mai
in
forza quella di dentro.
Si potrebbe ben forſe proportionare in
tal
ſito la ruota, & la decaduta con tal lunghezza, che ſe l'acqua
uſciſſe
continuamente per tutto il giro, pare forza haurebbe l'una
1all altra: ma non rieſce ſe non per mezo il giro. adunque la gia
uſcita
reſterà ſuperata per la metà.
Ne nuoce cio che ſi potrebbe
dire
, che l'interno pendio di circa ſette oncie in detto iſtromento,
ſia
per la lunghezza di otto braccia, che rendono dodici, compu­
tati
li riuolgimenti, & la decaduta di fuora, ſi poſſa fare in lun­
ghezza
di ſolamente tre, o quattro braccia; cioè, ſino al mezo de
la
Chiocciola, o circa: imperoche non importa che la decaduta ſia
in
maggiore lunghezza, purche quando ella ſi uorrà fare maggio­
re
in minore lunghezza, l'acqua ſia l'iſteſſa; & ſempre ui ſi troui
l
'iſteſſa proportione di forza, per l'accreſcimento di quella, & lo
accorciamento
di queſta.
ſi puo fare che la lunghezza creſca, &
la
decaduta ſcemi: che la decaduta creſca, & la lunghezza ſcemi
quanto
ſi uuole, che ſempre reſterà l'iſteſſa forza nell'iſteſſa quan­
tità
d'acqua.
Quanto l'acqua andrà piu ueloce, per eſſere accre­
ſciuto
il pendio, & ſcemata la lunghezza, tanto piu ſarà impe­
tuoſa
; benche minore in quantità, & capita da piu stretto, & me­
no
alto canale ſempre alla proportione; tanto perdendo della gra­
uezza
, & quantità ſua naturale nell'iſteſſa lunghezza, quanto
n
'acquiſta per la uelocità, &, come dicono i Geometri, per lo ſito.
All'oppoſito quanto l'acqua andrà piu tarda per eſſerſi accreſciuta
la
lunghezza, & alzato il pendio; tanto l'acqua laſcierà dell'im­
peto
, & del peſo ſecondo il ſito, stagnando in ſe steſſa: ma haurà
biſogno
di piu alto, & lungo canale, che capiſca la ſua naturale
quantità
, & grauezza, la quale reſta piu unita.
Belliſſima è ueramente queſta ſpeculatione, da cui pende in gran
parte
la ragione di tutti li moti, che ſi poſſono fare con la forza de
l
'acqua, & da cui ottimamente ſi puo leuare dall'animo di molti il
ſopra
humano deſiderio di uolere fare il moto perpetuo; il quale il
grande
IDDIO non ha uoluto ordinare ne i cieli iſteſſi, che pur
ſono
tenuti eterni per lo loro mouimento eterno, ſenza aggiunger­
ui
un motore, che anco eſſo ſia eterno, diuerſo dalla ſoſtanza loro.
Abenche dunque la caduta di ſette oncie di tutta l'acqua di dentro
ſia
in iſpatio di dodici braccia di lunghezza, non ſarà pero mai
sforzata
da quella di fuora, ſe bene sboccaſſe continuamente, &
fuſſe
in quanto minore lunghezza, & piu alto pendio ſi uoglia.
Non è gia molto difficile ad imaginarſi, & intenderſi queſto per ue
ro
da chi è alquanto eſſercitato nelle proportioni mathematice, &
1geometrice. tutta uia perpiu facilità, & perche ſarà utile ad infi­
nite
opere, col modo che ſogliono Platone, & Galeno; porremo
con
tal methodo un'eſſempio tolto dalla natura iſteſſa del ſoggetto
di
cui ſi ragiona; che quaſi ſempre egli ſarà in uece di ragione de­
moſtratiua
.
Sia un canale di larghzza di otto braccia, & hab­
bia
l'acqua alta poniamo caſo ſei oncie.
habbia una caduta di ſette
oncie
, con lunghezza di noue oncie.
haurà poniamo caſo quattro
gradi
di forza.
stringaſi dopo queſta decaduta, la larghezza del
canale
a poco a poco alla duodecima parte di lui; di modo, che la
bocca
di ſotto ſia otto oncie, ſeruando la medeſima altezza.
ma ſe
gli
dia dodici uolte tanta decaduta in dodici uolte tanta lunghez­
za
, quanta haueua prima; che ſarà ottanta quattr'oncie di deca­
duta
, in lunghezza di cento otto oncie.
coſi il canale della deca­
duta
nel cominciare ſarà otto braccia, nel finire otto oncie; quaſi
in
figura d'un triangolo equilatero, la cui baſi ſia otto braccia, gli
lati
noue, inchinati per ottanta quattro oncie.
Allhora dico, che
l
'acqua uſcirà tutta alta come prima per lo canale coſi riſtretto,
rigorgando
mai in dietro; & haurà tanta forza ne piu ne meno
nel
fondo del canale piu stretto, con l'impeto, & la uelocità; ſe
bene
la quantità iui ſarà ſcemata; quanta n'haueua prima nella
fine
della larga, & poca decaduta di ſette oncie; & tanta nel me­
zo
, quanta n'haueua prima nel mezo dell'altro: & coſi dell'altre
parti
alla proportione: purche ognuna di queſte larghezze habbia
l
'incontro pare alla ſua miſura.
Similmente nella iſteſſa ſeconda
decaduta
, tanta è la forza nel mezo per la quantità, quanta nel
fine
, per la uelocità, & per l'impeto: & coſi nell'altre parti tutte
ſerua
l'iſteſſa proportione.
Ma ſe la decaduta ſi faceſſe maggiore,
& in minor lunghezza; come s'ella fuſſe di cento oncie, in lun­
ghezza
di ottanta, allhora l'acqua non baſterebbe a riempire il
triangolo
; & ſarebbe meſtieri, ch'egli o ſi rinſtringeſſe, o non ha­
ueſſe
l'acqua alta come prima: ſarebbe tuttauia di pare impeto,
& di pare peſo alla ſouradetta in ogni parte di lei, facendoſi le par
ti
tanto piu breui, quanto ſi fuſſe accorciata la lunghezza.
Per
lo
contrario, ſe ſcemando la decaduta ella ſi eſtendeſſe in maggiore
lungezza
, l'acqua farebbe rigorgo, & non potrebbe paſſare tutta
per
la bocca di ſotto; s'ella, accioche le ſponde non fuſſero troppo
baſſe
, non s'allargaſſe.
& in tal maniera ſi uaria la proportione
1ſecondo che è diuerſa la lunghezza, & l'altezza della decaduta,
restando
l'iſteſſa forza per le norme delle dette miſure.
Da ſimili proportioni poſſono deriuare belliſſime, & utiliſſi­
me
ragioni per molti effetti: pur per non eſſere cio principale fine
in
queſti ſcritti, laſcierenio, che ſieno raccolte da chi uorrà porui
alquanto
di studio.
una ſola per ſaggio dell'altre non tralaſcierò.
& è queſta. Che errano aſſai in dare la forza a'molini terragni
coloro
, (& non ho ancor uiſto alcuno, che non lo faccia) che non
riſtringendo
il canale ordinario della decaduta, ſempre a poco a
poco
ſino in fine, ma facendo la bocca di lei aſſai piu stretta, che la
larghezza
del canale ordinario di ſopra, ſono cagione, che l'ac­
qua
, che è per cadere, rigorga, & quaſi stagna, con poco utile a
riſp
etto del danno.
& quella, che decade, eſſendo imboccata nel
principio
della decaduta in poca quantità, ſi troua in aſſai minore
nella
fine, oue batte la ruota: cioè, che ſe nel principio è alta quat­
tro
oncie, ſi troua aſſai meno alta nella ſine, benche piu gagliar­
do
impeto.
ilche non auerrebbe, ſe la bocca nel principio fuſſe lar­
ga
come il canale ordinario, & poi a poco a poco ſi stringeſſe alla
proportione
della decaduta: percioche l'acqua quanto piu abbaſ­
ſandoſi
ſi stringeſſe, tanto manco perderebbe di altezza; & coſi
nella
fine hauerebbe la medeſima profondità, che nel principio; &
tanto
piu hauerebbe d'impeto, & di forza, quanto maggiore ri­
teneſſe
l'altezza.
Ho detto con poca utilità a riſpetto del danno,
perche
ſe bene lo stagnare di ſopra alza l'acqua, & è cagione, che
ella
s'imbocchi piu alta nella decaduta, che non farebbe; tuttauia
queſta
altezza, & queſta quantità ſi perde per la maggior parte,
ſpargendoſi
per la lunghezza, & larghezza del canale ordinario
di
ſopra: ilche non hauerebbe facendoſi come s'è detto: anzi tutta
la
quantità, & il peſo del canale ordinario, paſſerebbe ſenza per­
derſerne
una giocciola in modo alcuno; & ſi trouerebbe aſſai piu
alta
in fondo, che non fa stagnando nel canale largo di ſopra.
Il
medeſimo
adunque auerra in queſta machina, ſe in fare la decadu­
ta
di fuora ſi accorcierà la lunghezza, & s'accreſcerà il pendio,
la
proportione ſarà in maniera, che la forza ſarà l'iſteſſa di dentro
& fuora in qualunque parte del ſito ſi uoglia; purche ſi ſerui la ſim
metria
del punto del lungo al punto del corto pendio, & l'acqua
corra
continuamente coſi fuora come dentro.
ma queſto come ho
1arco accennato di ſopra, non è in effetto: peroche l'acqua d'un ca­
nale
di dentro cade ſette oncie, due uolte in un giro, & quella di
fuora
non rieſce ſe non una uolta: ſiche ſe bene la decaduta, &
la
lunghezza fuſſe pare in ambedue l'acque; la quantità, & la
grauezza
naturale reſta la metà meno di fuora, & con meza la
forza
ſolamente: perche ſe l'acqua dentro è alta tre oncie, non ſa­
di fuora, data la parità nell'altre coſe, ſe non una & meza; & in
ogni
caſo reſterà inferiore per la metà de'gradi.
Similmente ſe il
canale
ſarà doppio, & in un giro intiero ſempre uerſera acqua,
la
decaduta anco dentro ſi radoppierà, & reſterà l'iſteſſa propor­
tione
.
molto maggior danno ſeguirebbe, ſe fuſſe ſemplice il cana­
le
, nel modo, che ſegue, introdotto da gli Alamani: perche non
sbocca
ſe non per la quarta parte del giro.
Gli Alamani huomini ſopra tutti gli altri induſtrioſi in tali ri­
trouati
, è ueriſimile, che haueſſero conſideratione ſopra la mag­
gior
parte de'ſouradetti impedimenti nati da'precetti di Vitruuio:
imperoche
molto tempo ha, che compoſero queſto iſtromento con
l
'anima piu ſottile, & piu lunga; con il canale piu stretto, con il
pendio
minore, & con il uerme altrimente tirato, che non inſegna
Vitruuio
: ne in coſa alcuna oſſeruarono le regole di queſto autore.
Trouarono, s'io non m'inganno, la ragione detta poco auanti del­
l
'aſceſa dell' acqua in queſto iſtromento; dalla quale conchiuſero,
ch
'egli potcua far lungo quanto l'anima poteua ſoſtenere ſenza
piegarſi
; non hauendo riguardo alla groſſezza di lei.
Di piu, che
il
canale ſi poteua far largo, & stretto; purche caminaſſe ſempre
ad
un modo, ſecondo l'eleuatione, che ſe gli uoleua dare.
Oltra cio
che
il uerme ſi poteua far alto quanto ſi uoleua, compaſſando pero
ogni
coſa con la forza del motore.
Coſi ſi riſolſero di fermarlo con
l
'anima di poco diametro, per fare il peſo piu uicino al centro; &
di
tanta lunghezza quanto giudicarono baſtare, accio non ſi pie­
gaſſe
.
ſopra queſta tirarono un uerme ſolo, caminando aſſai piu
stretto
, che per gli ottanti; & non laſciando parte alcuna di lei,
che
non haueſſe canale per riempirſi d'acqua.
alzarono poi tanto
li
uermi per la groſſezza dell'iſtromento quanto era aſſai a riceue­
re
peſo atto ad eſſere moſſo da mediocre motore. A queſto modo
oprarono
, che con piu corta Chiocciola l'acqua poggiaua aſſai piu
in
alto, che gli auiſi di Vitruuio: ſi perche non perdeuano molta
1parte di lei ſotto la ſuperficie dell'acqua, ſi anco perche eſſendo ti­
rato
il canale aſſai piu stretto, che per gli ottanti, ſi poteua ſare la
eleuatione
aſſai maggiore: eſſendo che il pendio del uerme miſura­
to
dalla groſſezza dell'anima, reſta ſempre ſuperiore all'eleuatione
fatta
per poco meno che a piombo.
Con queſto iſtromento coſi
compoſto
, un Tedeſco con ſuo grandiſſimo guadagno, & ineſtima­
bile
beneſicio della ſanità publica, uotò in breue tempo quaſi tutte
le
Cantine, & i luoghi baſſi di Roma, che ſi riempirono dell'acqua
del
Teuere nell'ultimo ſuo diluuio: ne da indi in qua per molto tem
po
ſi è mai piu ueduto in Italia.
Ho pero inteſo, che l'Illuſtriſſimo
Sig
. Veſpaſiano Gonzaga ne fece portare a gli anni paſſati uno di
Alamagna
, fatto di fuora alla ſembianza della Chiocciola figura­
ta
fra le machine di Flauio Vegetio.
Et io nel verno paſſato alla
Giudecca
in Venetia ne uidi ſei belliſſimi accoppiati, & rizzati in
uno
edificio di grandiſſima ſpeſa; apparecchiato per uolere fare un
molino
da acqua in quella Città, che n'ha ineſtimabile biſogno, da
un
Meſſer Aleſſandro Bologneſe; huomo, come io conobbi poi, aſ­
ſai
giudicioſo, d'aſſai buone lettere; & che non ſolamente opera
bene
nell'arte del diſegno, & del toccar di penna; ma anco ad imi­
tatione
d'. Archimede, lauora con le proprie mani eccellentemente
in
queſte fabriche mecanice.
Ma queſto ordigno coſi formato, ben­
che
ſchiſſi molte delle imperfettioni dette, manca pero in quello, che
importa
ſopra ogni altra coſa; cioè, nella quantità dell'acqua: per
cioche
con un canale ſi stretto, & picciolo pochiſſima acqua ſi puo
leuare
; & quella poi rieſce tanto di rado, che in ogni giro non
sbocca
ſe non per la quinta, o quarta parte del tempo, che ui corre
a
compirlo.
ſenza che ſi ſpeſſi ſono li riuolgimenti del canale, che
anco
con queſta poca acqua ſi fa il pendio di dentro maggiore, &
molto
piu diſſicile.
Et ſe ſi uoleſſe fare il uerme piu alto, cioè, in
groſſezza
dell'inſtromento, per hauer piu acqua, la fatica ſarebbe
anco
maggiore: perche creſcerebbe il pendio in lunghezza inſieme
con
l'accreſcimento del peſo dell'acqua, facendoſi anco piu lontano
dal
centro.
Io stimo che queſto ualent'huomo ſperaſſe, per la ue­
locità
del moto, che haueua ordinato con una ruota di piu di cento
denti
, che era per uoltare le rocchette di circa dodici fuſa fiſſe ne'
perni
di ſopra delle chiocciole, di ſupplire al difetto del canale pic­
ciolo
, & dello ſpatio per tanto tempo tralaſciato del corſo dell'ac-
1qua; accioche quello, che non poteua fare con la quantità di lei
chiuſa
nel canale, faceſſe con la preſtezza del farla entrare, & uſci
re
: a ſomiglianza del noſtro polſo, il quale quando non puo tirare
aſſai
aere per eſſere poco eleuato, ſi sſorza almeno di farlo con mo­
uerſi
con piu frequenza, & maggiore uelocità.
La quale imagi­
natione
, inſieme con altre tali, ſe fia riuſcibile nell'opere mecanice,
oue
i motori non ſono potentiſſimi, & ſi mantengono con grauiſſi­
ma
ſpeſa; quelli lo uedranno, che con qualche attentione leggeran­
no
il ſecondo diſcorſo.
baſti per hora l'hauere accennato, che il ue­
dere
come queſto iſtromento alza quaſi tanto, quanto è lungo, non
debbe
allettare alcuno a ſeruirſene in opere, oue ſi ricerchi gran
copia
d'acqua: tanto piu, che come ſi uedrà nel terzo diſcorſo, for­
mandolo
al modo, che diremo hor'hora, ſi puo ſituare in modo che
anco
girato da una statera, tirata da un cauallo; benche non ſia
eleuato
piu che delle cinque parti le tre, non ſarà huopo che il rag­
gio
del timpano dentato ſia molto lungo; & in tal guiſa ne ſeguirà
molto
maggior copia d'acqua alla medeſima altezza, con moto aſ­
ſai
ueloce, & con piu leggiera fatica.
Pappo, & Dioniſodoro; quello nel trattato de gli iſtromenti me­
canici
, & queſti in certi pezzami d'un'opera di ſimile materia, di
cui
non ſi legge il titolo, eſſendoui reſtato ſolamente il nome dell'
autore
; con faciliſſima breuità moſtrano la uera, & piu utile uia
di
fabricare la Chiocciola.
Piglia (dice Pappo) un ſoſtegno, che
non
ſi pieghi, tornito a ſeſta; lungo, & alto quanto baſterà a tira­
re
duoi canali di ſpire equidiſtanti, capaci di tanta quantità d'ac­
qua
quanta potrà eſſere moſſa dal motore, che hai ordinato, all'al­
tezza
, che ti fa biſogno.
Vi aggiunge Dioniſodoro, che l'eleua­
tione
ſi ſarà ſecondo la ragione del pendio de'uermi a riſpetto di lei.
Dio buono con quanta breuità, & chiarezza, hanno queſti duoi
ualenti
Greci compreſo tutto il magiſtero di ſi utile iſtromento?
Dicono, che il ſoſtegno ſi faccia lungo quanto biſogna, purche non
ſi
pieghi, non hauendo riguardo alla groſſezza: perche la lunghez
z
a di queſto iſtromento, ſe non ſi piegherà, potrà eſſere tirata in
infinito
.
Ne mi ſono mai potuto imaginare, che coſa ragioneuol­
mente
penſata ſpingeſſe Vitruuio a ſcriuere quel precetto, cagione
di
tanta imperfettione: non fu perche egli haueſſe dubbio, che la
lunghezza
maggiore della decima ſeſta parte, non fuſſe per reggere
1rettamente al peſo, uedendoſi il contrario per eſperienza. non ſu
perche
la lunghezza maggiore fuſſe atta ad impedire la ſalita dell'
acqua
, poſcia che in ogni punto di tale iſtromento ſi poſſa comin­
ciare
, & finire il moto; & per l'iſteſſa ragione poſſa ſeguire a qua­
lunque
altezza egli ſegue dentro alla miſura di Vitruuio.
non fu
per
che il motore non fuſſe per hauer ſorza, ſe ſi faceſſe piu lungo,
& haueſſe tuttauia l'anima groſſa ſecondo queſta miſura: perche
egli
non determina la forza del motore, ne il numero de gli huomi­
ni
, che l'hanno a mouere: & per l'oppoſto è falſo, che facendoſi
un
'anima ſottile, come di due, o tre oncie; ogni fanciullo non fuſſe
atto
a mouerla aſſai piu lunga, che con queſta ſimmetria.
Perche
fu
adunque?
Io stimo, che quello Scrittore per altro marauiglio­
ſo
, faceſſe in queſto cio che ha fatto in molte altre coſe, & cio che
fanno
anco hoggidì molti altri.
& che uedendo alcune fabriche
approuate
dal tempo, & dall'uſo; ſenza cercarne ſottilmente la
cagione
, deſcriuono le miſure loro come norme di tutte l'altre; &
coſi
non laſciano il modo di potere uariare ſecondo l'occaſioni.
Se
la
colonna dorica, poniamo caſo, ſi ſarà di marmo, o di pietra du­
ra
, con la miſura di Vitruuio; non ſi aſſermare, che non ſarà
buona
; che per tale molte uolte nelle fabriche quaſi eterne l'ha mo
ſtrato
la proua.
ma s'ella per la grandezza, & altezza della fa­
hrica
ha da eſſere in modo, che o la pietra non ui ſia, o non ui ſia al
propoſito
, hauraſſi a stabilire di mattoni, o d'altra materia men
forte
, con l'iſteſſa ſimmetria?
Il ſimile dico di molte altre coſe, che
poſſono
opporſi.
Quindi è nato, che molti de i piu eccellenti archi­
tetti
d'hoggidì, conſiderate bene le ragioni, & le circoſtanze tutte
delle
fabriche, che hanno a diſegnare, s'allontanano molte uolte
da
i precetti di queſto autore.
ne ſanno, ſecondo la perſuaſione di
alcuni
altri, che a guiſa di Medici empirici, uſano gli iſteſſi rime­
di
in diuerſe età, diuerſi temperamenti, diuerſe regioni, diuerſi
membri
, & forſe anco diuerſe cagioni d'una iſteſſa infirmità.
Vi­
truuio
, s'io non m'inganno, uide una Chiocciola con le miſure
ſcritte
da lui, fare ottimo effetto nella quantità dell'acqua; ma che
alzaua
poco, perche forſe il biſogno, quando ſi fabricò, con buona
ragione
, non ne uoleua piu; & ſenza rintracciare, od almeno in­
ſegnare
altra cagione, ſcriſſe i precetti, ſecondo la miſura di quella
aggiungendoui
, che alzaua poco.
1
Si puo adunque fare il ſoftegno lungo, & ſottile quanto ſi uuole:
si
poſſono tirare i canali equidiſtanti larghi, stretti, & alti quan­
to
ſi uuole: ma biſogna che tutte queſte coſe ſieno proportionate
alla
forza del motore, & all'altezza, che ſi ricerca.
ilche a che
conſidera
la ragione ſouradetta della cagione della eleuatione, per
cui
l'acqua pogg ia in alto (io replicherò fuor di propoſito le coſe
gia
dichiarate) non ſarà molto difficile, o trauaglioſo ad intender­
ſi
.
ma per porlo in eſſecutione, & fermare ſicuramente con l'eſpe­
rienza
l'effetto guidato dalla ragione è stato neceſſario farne mol­
ti
modelli piccioli, et grandi; hor con una groſſezza, & lunghez­
za
d'anima; & hor con una lunghezza, et altezza de'canali, hor
con
un'altra per poter proportionare il tutto al motore, & all'or­
gano
ſuo.
Alla perfine è conchiuſo, che l'anima ſia tredici braccia
lunga
, & groſſa quattr'oncie.
che eſſendo d'abete, legname di for­
tiſſimo
nerbo, in tal miſura non ſi piegherà, & ſarà leggieriſſima.
Li canali larghi ſei oncie, alti due oncie, o poco piu: tirati con uer
mi
di ſalice: inchiodati piccioli chiodi l'un ſopra l'altro; perche
null
'altro legno ſeruirebbe alle pieghe delle ſpire: & eſſendo im­
pecciato
dura, & reſiſte lungamente all'acqua.
La coperta pari­
mente
ſia d'abete, inchiodata ſu i uermi, impecciata dentro, & di
fuora
, & bene riſtretta con certe coreggie di ferro artificioſe, che
non
accade a deſcriuere, potendoſi uedere in opera.
Coſi formata
stara
' naſcoſta con tutta la bocca un braccio ſotto l'acqua.
Il reſto
ſarà
dodici braccia, che alzano, & leuandola delle cinque parti le
tre
, ſette braccia, & tre oncie, è poco piu di meza.
Et perche il
pendio
reſta di duoi quinti per ogni ſei oncie, che ſono quarantotto
quinti
, cioè, noue oncie, & tre quinti; ſi puo alzare piu delle cin­
que
parti le tre; & fare che l'eleuatione, fuora della ſuperficie de
l
'acqua, ſia almeno ſette braccia, & mezo.
a queſta foggia l'ac­
qua
, per eſſere il canale doppio, ſarà dodici oncie di fuora, & di
dentro
, ſecondo la miſura Piacentina; con corſo di pendio di circa
noue
oncie: o facendo l'eleuatione nel ſecondo modo di circa ſei on­
cie
, in lunghezza di circa diciotto braccia, per li riuolgimenti de'
uermi
: il quale pendio, come diremo nel terzo diſcorſo, è molto
maggiore
dell'ordinario, & mena aſſai piu acqua del ſolito.
Dalle ragioni dette auiene, che quando ſi ferma queſto iſtromé­
to
, ancor ch'egli ſia ſituato obliquamente col ſuo giuſto pendio,
1l'acqua ſi troua nondimeno eſſere fermata alla liuella, ne mai pure
una
gocciola ne torna in dietro per l'inchinamento ſuo alla bocca
di
ſotto, ſe bene ſempre reſta aperta: auenga che tornandone, ſali­
rebbe
in alto ſenza artificio alcuno.
Si uede ancora qualmente con
iſtraordinaria
induſtria (in cio è la forza di queſto marauiglioſo
magiſtero
) s'auanza piu di cinque ſeſti del pendio in fare aſcende­
re
a qualunque altezza ſi uoglia, grandiſſma quantità d'acqua;
perche
con poco piu di noue oncie di pendio, & con manco a chi fa­
come poco ha habbiamo detto, l'acqua ſi trouerà montata circa
ſette
braccia, & mezo.
il che non occorre, ne puo occorrere, in
qualunque
altra machina: eſſendo neceſſario in qual che ſia, fuor
di
queſta, che per tanta decaduta ſi alzi l'acqua per quanta ſi uuo­
le
che ſaglia.
Tale Chiocciola ha la ragione de gli. Alamani, di
fare
il peſo uicino al centro quanto ha potuto tolerare la proportio
ne
dell'altre coſe: cioè, leuando a quanta altezza, & quanta co­
pia
d'acqua poſſa eſſere leuata dalla forza d'un'huomo di mediocre
lena
, che habbia a durare, col mezo dell'organo, di cui ſi dirà fra
poco
.
& è ſi compaſſata la quantità con l'eleuatione, & con la for
za
del motore, che, come io credo, nulla piu ui ſi potrà aggiungere
per
cauar l'acqua a maggiore altezza, che ſi poſſa.
che quando
cio
non fuſſe, ſi potrebbe formare piu corta, & piu groſſa; ſi che
cauerebbe
tanto piu acqua.
Et per dare una ſomiglianza di ſog­
getto
aſſai piu noto ad alcuni, li Medici anc'eſſi ſono sforzati a di­
ſcorrere
nel medeſimo modo di proportioni.
Le infermità, con le
ſue
cagioni, & l'altre coſe; oltra gli accidenti appartenenti a lei;
ſono
come il peſo: il calore naturale, & le potenze dell'anima ſono
ſimili
al motore: li medicamenti, & la ragione del uiuere s'ap­
pareggiano
all'organo del moto.
Quando queſte coſe hanno pro­
portione
infra di loro, il Medico conſeguiſſe il fine deſiderato,
all
'oppoſto, ſe od il calore è piu debole, che non conuiene, o l'inſir­
mità
troppo graue; o gli stromenti del uitto, & de'medicamenti
non
hanno i gradi, & le conditioni, che loro s'appertengono, ſi
grande
è il ualore delle proportioni, che ſiniſtro è ſempre l'effetto,
che
ne rieſce.
Vi è pero gran differenza in altro infra di loro: per
che
l'opere mathematice, oltra le certiſſime ſue dimoſtrationi, ſe
o
per la materia, o per li gradi delle coſe, o per lo concorſo di mol­
te
, & talhor a contrarie cagioni, hanno qualche impedimento, ſi
1poſſono ſcoprire, & aſſicurare col ſenſo: & una fiata, che ſieno ca­
duto
bene, ſempre che ſi ſeruerà il medeſimo ordine, ſaranno il me
deſimo
: eſſendo che ſempre poſſono concorrere le medeſime coſe.
Non è coſi nelle medicinali, oue oltra che le ragioni per la mag­
gior
parte ſono artificioſamente congietturali; & non ſono i ſuoi
gradi
, & le ſue cagioni coſi apertamente conoſciute dal ſenſo; di
rado
è che non ſi uarijno in tante maniere, quanti ſono i ſoggetti
inſieme
con le circoſtanze loro.
ne una eſperienza fatta bene una
uolta
, ſeruirà con quelli iſteſſi mezi ficuramente, & con giuſta pro
portione
per alcun'altra: anzi quaſi ſempre, ſe non ſi mutano infi­
niti
auertimenti, reſterà nell'altre occaſioni del tutto fallace.
Ora che diſcorro io con la miſura delle proportioni ſopra la for­
za
dell'utiliſſimo artificio della Chiocciola, ſe ſi uede apertamente,
che
il mouimento delle ſpire, con le quali ella è compoſta, ageuola
la
ſalita a quaſi tutte le coſe coſi naturali, come artificiali?
Il Sole
col
moto delle ſpire, mouendoſi ogni giorno un grado per l'obliquità
del
Zodiaco; hor s'auicina, hor s'allontana da noſtri capi: & in
tal
guiſa arrecandoci diuerſe mutationi ne'quattro tempi dell'an­
no
, è cagione, che tutte quelle ſpire coſpirino alla conſeruatione di
queſti
corpi inferiori.
di ſpire altreſi è il moto della Luna, & di
tutte
l'altre stelle fiſſe, & erranti: quaſi null'altro mouimento nelle
loro
sfere fuſſe piu atto a partorire la lontananza della loro cadu­
ta
, & il uicinato della loro ſalita appo diuerſe nationi; che il pog­
giare
, & lo ſcendere col uiaggio delle ſpire.
ne altro fra'corpi
celeſti
fu il moto Lenlab del grandiſſimo Hiparco, il qual moto
molto
è celebrato dal ſottile Auerrois, per iſchifare i giri cótrari,
& gli Epicidi nelle sfere; che la potenza, & il concorſo de'circoli.
Onde l'huomo quaſi mondo picciolo, et inſieme con lui la maggior
parte
de gli animali meno perfetti, non ſolamente ne'riuolgimenti
delle
budella; ma anco nelle fila di molte altre parti, per le quali
montano
, & ſcendono gli humori; ci moſtrano la gran commodità
del
tratto delle ſpire: di cui hora, accio ch'io non incorra in troppo
affettata
oſtentatione di dottrina medicinale, non è bene, che ſe ne
ineſtino
piu lunghi ſermoni.
baſti dire, che gli iſteſſi animali nella
ſalita
di qualche monte, o d'altro pendio, con appetito ueramente
ſano
, eleggono il camino delle ſpire, come meno faticoſo, piu preſto
che
alcuno de gli altri.
Se i ſerpenti hanno a ſalire alla cima d'un'
1albero, qual moto inſegna loro l'iſtinto ſuo piu facile, che lo ſpirale?
non s'aiutano aſſai con l'ageuolezza di lui, il Nibbio, lo Sparuie­
re
, l'Aquila, il Falcone, & altri augelli mentre ſeguendo l'appe­
tito
naturale piace loro di uolare aſſai in alto?
Che piu? le piante,
che
(come dicono i Filoſofi) non hanno moto progreſſiuo, quando
non
ſia conceſſa loro forza di leuarſi da ſe steſſe uerſo il cielo, &
habbiano
uicino un'albero, o qual ſi uoglia appoggio fermo, non
con
altra norma ſono ammaeſtrate nell'aſcendere dalla ſagace na­
tura
, che con l'accreſcimento delle ſpire.
& quindi la uite, l'hel­
lera
, la zucca, il lupilo, & altre ſimili piante, ſi sforzano con
queſte
ſpire d'abbracciare il ſoſtegno ſuo, & coſi piu facilmente
giungere
alla fine dell'erto camino incominciato.
Laſcio gli ritro­
uati
de gli huomini, poſcia che tutti pendono dalle cagioni ſoura­
dette
formate tutta uia, & inteſe per l'eſſempio dell'opere della
madre
natura: percioche da queſte conobbero Archimede, & gli
altri
, che quanto piu la ſalita de'corpi graui fuſſe uicina alla per­
pendicolare
, tanto piu ſarebbe faticoſa; & che niſſun corpo era
piu
atto ad hauerla meno perpendicolare, che il ſoſtegno rotondo
col
uiaggio delle ſpire.
Accettiamo adunque la Chiocciola formata nel modo moſtrato
di
ſopra, per uno iſtromento, in cui conuengono tutte le cagioni,
per
le quali contra l'ordine naturale, ſi puo dare il moto uerſo il
cielo
a'corpi liquidi, & graui: facendo che l'altezza delle ſei par­
ti
, non affatichi ſe non per una: percioche oltra la ragione della
ſpire
, tirate ad imitatione della natura, ha di piu l'artificio della
ſimmetria
dell'inchinamento, che ſopra ogni credenza de'uolgari,
rende
leggiero il pondo, & il giro dal motore; il quale ageuoliſſi­
mamente
le (per coſi dire) molto forte impulſione.
Ma tempo
è
hormai che per farlo anco piu facile, ſi diſcorra alquanto ſopra
l
'organo di lui: ilche con quella maggiore breuità, & chiarezza,
che
ſarà poſſibile uſare in tal materia, ſi ſarà nel ſeguente diſcorſo.
IL FINE.
1
DE TRE DISCORSI SOPRAIL MODO D'ALZAR ACQVE
DA
' LVOGHI BASSI.
5[Figure 5]
DISCORSO SECONDO.
SI GRANDE è la potenza del moto
locale
, che quaſi tutte le ſoſtanze, &
l
'opere della natura, & de gli huomi­
ni
o ſi conoſcono, o ſi conducono a fine
col
mezo ſuo.
Il moto retto, & il cir­
colare
ci ſcoprono le forme de gli ele­
menti
, & de'cieli; & niſſuna opera­
tione
de'corpi naturali rieſce qua giu,
di
cui non ſia mezo, come d'uniuerſal
cagione
, il mouimento delle stelle; & come di piu uicina, le traſinu
tationi
della luna: fra le quali, ſe uero è cio che inſegna Ariſtotele,
ſempre
precede il moto locale.
Ma quanto piu queſto moto ſarà
ueloce
, & gagliardo; tanto piu gli effetti, & l'opere della natura
ſaranno
potenti, & facili: il che ſi uede nel corſo de'Pianeti, & di
tuttele
stelle; nell'eſſalati one de'uenti, ne'terremoti, nelle procelle
del
mare, ne i tuoni, ne i baleni, & ſpecialmente nel grande artifi­
cio
, che ha uſato la madre natura, formando ſi belli, & diuerſi
organi
del moto ne gli animali, & dando loro la facultà dell'ani­
ma
motrice piu gagliarda, che ſia stato poſſibile al grado della
perfettione
delle forme loro.
onde quelli ammali, che ſono di mag­
giori
forze in queſta facultà, ſono aſſai piu prezzati, & temuti da
gli
altri del ſuo genere: & fra quelli gli huomini da gli huomini
iſteſſi
.
tali ſono fra gli animali di terra, l'elefante, il leone, il ca­
uallo
, il toro: fra gli augelli il griffo, l'aquila, il falcone: fra'ſer­
penti
li dragoni: & fra peſci molti, de'quali hora non importa raſ­
ſegnarne
il nome.
L'huomo conoſcendo queſto, con l'aiuto del di­
ſcorſo
, che a lui è stato conceſſo in uece di tutte quelle parti, nelle
1quali egli cede a gli altri animali, & gli altri corpi inferiori; con­
tra
l'impeto loro ha oppoſto le caſe, le fortezze, l'armature; & ha
anco
procacciato d'hauere moti gagliardiſſimi in ſuo fauore, o per
diſenderſi
da altri, o per ſoggiogare ſotto l'imperio ſuo chi piu egli
ſi
ſarà perſuaſo, che ſia bene: imperoche gli eſſerciti, che ſono com
poſti
d'huomini, di caualli, di elefanti, di ſaette, d'armi in haſta,
d
'archibuſi, di bombarde, & di tanti altri iſtromenti, non ſono
altro
, che un'unione di coſe, atta a partorire gagliardiſſimo moto
locale
: ne con altro mezo, che con queſto, ognuna di loro è guida­
ta
all'opera del ſuo fine.
Per l'iſteſſa cagione l'armate di mare,
la
figura bene, & mathematicamente proportionata de'lor legni;
con
l'albero, & le uele, co'remi, col timone, & con gli altri iſtro­
menti
, in niente altro piu uagliono, che nell'impeto del mouimento
loro
.
per la qual coſa non è marauiglia ſe tutti gli huomini ſaui, et
ſpecialmente
i Signori, in ogni età hanno hauuto cariſſani i ritro­
uati
di ſimili impetuoſi, & ſoprahumani iſtromenti: & ſe diuerſi
acuti
Filoſofi ſi ſono affaticati per ſaperne le ragioni, & porle in
opera
con utiliſſime eſperienze: percioche uennero queſti ualenti
huomini
a tal ſegno, che moltiplicando con diuerſi mezi la forza
d
'un ſolo, o di pochi huomini quaſi in inſinito, faceuano opere ma­
rauiglioſe
; hora alzando corpi di ſimiſurata grauezza molto in
alto
, hora trahendoli in piano, & hora ſuellendo materie duriſſi­
me
, & fortiſſimamente stabilite; & hora oprando in altra ma­
niera
, che molte coſe ſi piegaſſero, uolgeſſero, & ſpingeſſero, che
ordinariamente
con ſoprahumana fatica non ſi ſarebbeno potuto
mouere
.
Fra queſti, come ognuno ſa, fu eccellentiſſimo. Archime
de
Siracuſano, di cui ſi legge, che con gli artificij ſuoi moueua una
naue
da carico per una piazza, come ſi ſuol tirare un cauallo per
la
briglia: & ſi ſa, che il gran Marcello nell'eſpugnatione di Sira­
coſa
, riceuè piu danno dalle machine di lui uoltate da pochiſſimi
huomini
, che da tutto il numero del reſto de'ſoldati, che era poſto
per
difeſa, & preſidio di quella città.
Et perche laſciarono quei
ualent
'huomini in iſcritti le ragioni della ſcienza dell'opere ſue,
è
auenuto, che anco dopo loro ſucceſſiuamente di tempo in tempo,
ſi
ſieno ueduti auenimenti quaſi ſopranaturali, coſi ne'ritrouati di
diuerſe
machine appertenti a quaſi infiniti uſi, come ne gli effetti
lungamente
rimaſi a notitia di chi gli ha uoluto uedere.
Chi non
1è sforzato (per darne qualche manifeſto eſlempio) a dare fede a ſi
utile
maeſtria, uedendo il grandiſſimo ſaſſo dell'obeliſco detto la
Guglia
, inalzato prima ſu l'altiſſime Piramidi d'Egitto, & poi
abbaſſato
, & traſportato dall'Egitto a Roma?
Chi non ſi maraui­
glia
dell'eſperienza, che uede, & tocca riuſcita a'tempi piu nuoui,
conſiderando
, & miſurando la pietra tutta d'un pezzo, poſta per
cupola
, & coperchio non ſolamente del uacuo, ma anco della groſ­
ſima
muraglia della gran mole chiamata la Rotonda di Rauenna?
Quindi hebbero origine gli artificij del mouere ſu i Perni, ſu i Ro­
toli
, & con le Trocchie.
quindi ſi cagionarono le ragioni delle
statere
di quaſi innumerabili ſorti di martinette, di molte uiti per­
petue
, & tiratori di metalli: di uarie ruote, che ſi chiamano De­
ambulatorie
; perche dentro, o ſopra di loro ui camina qualche
corpo
mobile: delle ruote delle Carrette, delle Girelle, di diuerſe
forme
d'Argani, delle Lieue, delle Tanaglie, del Timone, de gli
Alberi
, et de'Remi delle naui, & di tanti altri iſtromenti, de'quali
non
ſolo ragiona Ariſtotele nelle ſue quiſtioni mecanice, come di
coſe
miracoloſe appreſſo de gli huomini, che ſono ſcientiati; ma
dopo
lui Archimede in alcuni luoghi, & Herone, con molti altri
eccellenti
Scrittori coſi greci come latini.
Li quali iſtromenti, con
chiara
eſperienza ſi prouano hauere ineſtimabile forza, dalli mol­
ti
effetti, che ancora in queſti tempi ne ſeguono, quando talhora
i
Capitani piu induſtrioſi o ſpingono, & leuano facilmente ponti
mobili
di ſmiſurato peſo, ſopra qualche acqua, od altezza di mu­
raglia
; o cacciano machine grandiſſime, & grauiſſime oue piu lor
piace
con facilità non penſata; o ſuellono, & rompono ferri fortiſ­
ſimi
; & altre materie duriſſime oltra al credere d'ognuno, che
n
'ha uiſta l'eſperienza, od inteſa la ragioue.
Laſcio la trauaglia­
ta
, & moderna inuentione di leuare le groſſe naui ſommerſe, tutte
intiere
dal ſondo del mare, ſolamente con la proportione della na­
turale
leggierezza dell'aere, alla grauezza dell'acqua, & della
terra
: coſa in uero molto ragioneuole, di ſottiliſſimo ingegno, &
di
incomparabile utilità; ſe le ricchezze de gli huomini priuati
reggeſſero
alle molte ſpeſe, che ſarebbeno di meſtieri, quando fuor
de
'modelli, nell'opere grandi, con molte eſperienze, per le quali
ogni
hora piu ſi correggono gli errori, ella ſi uoleſſe alla perfine ti­
rare
alla perfettione.
Laſcio anco molti altri ritrouati, che alla
1giornata ſi ſcoprono; fra quali è la terribiliſſima uiolenza delle
mine
: percioche io diſegno quanto prima, & con la chiarezza che
ſarà
poſſibile di uenire alla ragione dell'organo della Chiocciola.
Pareua adunque da principio, che la Chiocciola ancorche groſ­
ſa
, & lunga molto piu, ch'io non ho diuiſato di ſopra, con l'aiuto
d
'alcuno di queſti iſtromenti, ſi fuſſe potuto mouere ageuoliſſima­
mente
da ogni mediocre motore: tanto piu mouendoſi di ſotto ſu la
punta
del perno, & di ſopra ſul perno ſoſtenuto da non molto lungo
cerchietto
di bronzo: percioche è conoſciuto, che quanto meno il
peſo
tocca del corpo, in cui ſi ſoſtiene, tanto piu è facile a mouerſi.
Onde ſoleua dire Archimede, che eſſendo il mondo di forma sfe­
rica
, la quale non tocca il piano, ſe non in un punto, poſto ch'egli
fuſſe
ſodo, & ui fuſſe la ſoglia dura ſopra cui ſi uoltaſſe, ſi ſarebbe
potuto
mouere con non molta fatica.
Et ſi ueggono le campane, co­
me
che non habbiano l'equilibrio d'ogni intorno quale hanno le
ruote
, mouerſi, & girarſi con facilità grandiſſima da mediocre
motore
.
ne per queſto riſpetto è appo de gli huomini intendenti
contra
la ragione, che il gran Curione moueſſe ſu i rotoli i duoi ſuoi
grandiſſimi
Teatri, dopo che erano finiti gli atti delle ſcene, per
farne
compiuto l'Anfiteatro: & ſe i grandiſſimi triangoli delle
ſcene
antiche, ſoura i quali in tre diuerſe faccie erano dipinte le
proſpettiue
delle Comedie, delle Tragedie, & delle Satire in bre­
uiſſimo
tempo da pochi huomini ſi uoltauano ſu i perni, & ſi adag­
giauano
alla materia di quel poema, che allhora ſi uoleua rappre­
ſentare
.
Et in uero ſe la Chiocciola fuſſe tutta ſoda di marmo, o di
metallo
; & ſi moueſſe ſu le punte de'perni, con pochiſſima forza
ſi
potrebbe girare aſſai uelocemente; pur che non haueſſe altro mo­
uimento
di corpo graue dentro a ſe steſſa, contrario al giro del mo
tore
di fuora.
ma come habbiamo detto nel primo ragionamento,
l
'acqua in quella aſcendendo, ſcende per tanto pendio, quanto la
decaduta
del uerme auanza l'eleuatione: & percio è biſogno, che
ui
ſia almeno tanta forza, che baſti a uincere la decaduta interna
di
tutto quel peſo.
al quale il moto de'perni non gioua coſa alcu­
na
; aiutando ſolamente il giro del peſo dell'iſtromento, ſenza ri­
guardare
la detta decaduta.
nella qual coſa è facile il giudicare,
che
ſi ſieno ingannati coloro, che ſeguendo le regole di Vitruuio in
formarlo
, l'hanno fatto ſi lungo, & groſſo, & di capacità di tanto
1peſo, che non l'hanno poi potuto ſuperare nella ſua interiore deca­
duta
, con lo iſtranio motore.
Fra gli iſtromenti motiui niſſuno ſarebbe ſtato al propoſito della
Chiocciola
, ſe non quelli che mouono in giro.
le Trocchie, le Ta­
naglie
, & gli altri ſimili, che ſolamente ſeruono al moto fatto per
linea
retta, cadono ſotto la preſente conſider atione.
& ſe bene
quelle
machine, che mouono in giro, poſſono anco mouere a linea
retta
; come la martinett a lungo all'haſta dentata, & alcune del­
l
'altre ruote ſui ſubbio; non ſono pero per pigliarſi nell'occaſione,
che
ci s'appreſenta, ſe non in quanto rendono il moto circolare.
Ora in tutte queſte ſempre è auenuto, che quanto piu ſi moltiplica
la
forza, tanto piu ſi ritarda la uelocità del moto del peſo.
ne an­
cor
s'è uiſto con ragione, od eſperienza alcuna, che poſſa stare in­
ſieme
, che la forza nell'iſteſſo motore ſia aſſai ingagliardita, &
che
la uelocità ſia reſtata la medeſima nel peſo di lui: ſe di tanto
alla
proportione non creſce la uelocità, che cagiona il moto, di quá
to
creſce la forza: ilche non puo auenire con l'iſteſſo motore, &
ſpecialmente
in quelle ruote, che hanno il moto da'corpi animati,
per
non eſſere eglino potenti per mouere molto uelocemente.
& ſe
per
fare poche fuſa nelle rocchette, che mouono il peſo, come ſono
quelle
, che ruotano le macine; & aſſai denti ne'timpani, che uol­
tano
le rocchette, ſi ſarà il mouimento del peſo uelociſſimo; ſarà
neceſſario
di tanto accreſcere la forza, & la uelocità del primo mo
tore
, di quanto ſi ſarà piu ueloce il moto del peſo.
Habbia una
rocchetta
, che uolga il peſo, diece fuſa: habbia il timpano ſuo al­
tri
tanti denti: ſia moſſa con una ruota maggiore fiſſa nel ſubbio
del
timpano.
ſarà moſſa poniamo caſo da duoi gradi di forza, con
duoi
gradi di uelocità, in uno iſteſſo giro: tuttauia maggiore ſarà
le
uelocità della circonferenza della ruota piu grande.
& per cio
ſarà
biſogno, che il motore di quella parte ſia piu ueloce: & la ue­
locità
ſi fa per uno accreſcimento di forze: che ſe il motore uolge
la
ruota in tanto ſpatio di tempo con duoi gradi di uelocità, non la
potrà
mouere nella metà meno ſpatio, ſe la forza non ſi raddop­
pierà
.
aggiunganſi poi altri tanti denti nel timpano, co'quali il
peſo
faccia duoi giri, mentre che il timpano ne fa uno; allhora è ne
ceſſario
o che il moto nel peſo ſia l'iſteſſo, & quel dell'altre ruote
ſi
ritardi aſſai, o ui s'aggiunga altra tanta forza, la quale ſeruádo
1l'iſteſſa uelocità, che prima nel timpano, & nella ruota maggiore,
oue
è il motore, la raddoppi poi nel peſo.
coſi ſi conoſce, che la ue­
locità
ſi cagiona con grandiſſimo aumento di forze; & che, data
la
parità in iutte le coſe, quanto creſce la forza, tanto ſcema la
zelocità
nel peſo.
Imperoche queſti effetti non accadono per altra cagione, che
per
lo moto delle statere, nelle quali il peſo, che ſi troua nel raggio
maggiore
, quanto ſarà piu lontano dal centro, che lo ſoſtiene, ſem­
pre
alla proportione ſupererà ſecondo il ſito quello che ſi troua nel
raggio
minore.
Ho detto ſecondo il ſito, perche il cerchio, che fa
il
peſo nel maggiore, quanto ſarà piu lontano dal centro, occuperà
piu
gran giro; & la parte di lui in lunghezza di linea a quella che
fa
il raggio minore, ſarà meno obliqua, & andrà piu rettamente
uerſo
il centro del mondo: & percio hauendo il peſo quaſi ſito ret­
to
, ſarà di tanto piu graue, quanto egli s'allontana dall'obliquità
del
minor giro del raggio piu breue.
il medeſimo ſi intendere
ne
iraggi lunghi, che ſi mouono a moto orizontale: come è ſouen­
te
ne gli argani, nelle uiti, & nelle martinette; nelle quali col peſo
dell
'iſteſſo raggio lungo ſi moue il peſo del raggio corto: ancor che
il
moto di quello non ſia uerſo il centro della terra, ma piu preſto
orizontale
, & talhora anco uerſo il cielo: peroche quando cio
auiene
, non è mai col peſo della grauezza naturale ſolamente, la
quale
ſempre mira il centro del mondo, ma con la forza dell'anima
motrice
, o di qualche altra coſa, che non ſia impetuoſa per lo peſo
ſolo
.
& queſte tali non hanno per centro altro, che il centro ſopra
cui
ſi moue il peſo iſteſſo, ſia pure ſituato come ſi uoglia: che ſe piu
da
queſto centro s'allontana un braccio, che l'altro; minor forza,
od
impulſione ſi ricer ca a fare il giro; o uada uerſo il cielo, o come
uien
meglio per lo fine propoſto.
auenga che il luogo a cui mira la
forza
motrice, che non ſia naturale del peſo, non è altro, che ogni
punto
di tutto il cerchio intiero fatto d'un braccio lungo, il quale
punto
ſia oppoſto per diametro a quello, in cui ella ſi troua nell'atto
del
mouere: talche a queſto modo in ogni ſito ſeguirà la ragione de
la
forza motrice, che ſeguiua dal peſo naturale nel ſito di fare il
cerchio
uerſo il centro del mondo.
Adunque il raggio lungo delle
statere
con minor peſo hauendo fatto aumento di forza per lo ſito,
mouerà
il raggio piu breue con maggior peſo, & li cerchi d'ambi
1duoi loro ſi faranno in un'iſteſſo tempo; ma quello del maggiore ſa­
piu ueloce, perche piu grande è lo ſpatio, che haurà a paſſare.
Oltra cio, ſe il braccio corto non haurà immediatamente il peſo,
ma
mouerà un'altro raggio lungo d'una'altra statera nel raggio
minore
di cui ſia poſto il peſo; allhora ſarà come ſe fuſſe allungato
il
raggio lungo alla prima statera.
con tutto cio molto piu tardo
ſarà
il mouimento del peſo, & ſarà biſogno, che il minor raggio
della
prima statera ſi riuolga molto piu d'una uolta, prima che il
ſecondo
habbia compito il ſuo riuolgimento.
onde moltiplicandoſi
le
statere, ſempre piu ſi uerrebbe ad allungare il raggio maggiore
della
prima, & ad accreſcere la forza del motore con l'iſteſſo dia­
metro
del giro primiero, ritardandoſi pero ſempre la uelocità del
peſo
: peroche nelle statere moltiplicate a queſto modo è neceſſario
che
la prima ſia ruotata molte fiate auanti che l'ultima, oue è il pe­
ſo
, ſi giri ſolo una uolta.
Da queſto naſce, che gli argani, & piu
le
martinette, & le uiti perpetue di molti ritegni, che ſi chiamano
pani
, ſono tardiſſime nel moto; ne ſono utili oue ſia biſogno d'hone­
sta
uelocità.
è uero, che oue conuengono, le uiti perpetue hanno
queſto
uantaggio, che non laſciano ſcorrere il peſo dal luogo a cui
l
'hanno tirato una fiata, benche non ui ſia di nuouo altro ſoſtegno:
il
che non auiene ad alcuno de gli altri iſtromenti.
Per lo contrario
ſe
i raggi uguali delle ruote moueranno raggi minori nel ſubbio de
l
'altre ruote maggiori, procedendo con duoi, o tre ordini a queſto
modo
; come ſi puo uedere in tutti gli horiuoli da ruote, ſi moltipli­
cherà
aſſaiſſimo la uelocità, & il numero de'giri nella ruota, che
moue
il peſo: tuttauia la fatica del motore ſarà grandiſſima a riſpet
to
del peſo, che mouerà.
Ho uiſto io una ruota, che un giro ſolo,
& col mezo di ſei altre ruote era cagione, ch'un'altra, che uoltaua
un
leggieriſſimo peſo, faceſſe cento trentamila giri, piu ueloci, &
meno
, ſecondo che era temperata dal ritegno di quello iſtromento,
che
ſi chiama il tempo.
Et con tale artificio era formata quella
belliſſima
machina deſcritta dal Giouio, che gia mandò in dono
Ferdinando
, allhora Re de'Romani, a Solimano Imperadore de'
Turchi
.
Che ſe bene da gli huomini, che non s'intendono d'aſtro­
logia
, era creduto, che dentro a quella ui fuſſero i moti de'Pianeti
alla
ſimilitudine di quelli del cielo, cio non era pero uero in altro,
ſe
non che alcuna di quelle ruote finiua il ſuo riuolgimento in tren-
1ta anni come fa Saturno, alcuna in dodici come Gioue, alcuna in
duoi
come Marte, alcuna in uno come il Sole, & coſi dell'altre
ruote
alla ſomiglianza de gli altri ‘Pianeti.
Adunque ſe il peſo,
che
hanno a mouere queſti iſtromenti fuſſe graue, niſſuna molla,
ancor
che gagliardiſſima; et niſſun cótrapeſo, ancor che grauiſſimo
loro
baſterebbe.
il ſine del loro mouimento è ſolamente un picciolo
raggio
di ferro per moſtrar l'hore, od un martelletto per ſonarle.
All'oppoſto, ſe in queſto iſtromento il motore fuſſe oue è il peſo, &
il
peſo oue è il motore, con molto minore gagliar dezza di molla,
o
di contrapeſo ſi mouerebbe aſſai piu graue, & difficil pondo:
benche
con tardità tanto maggiore che prima, quanto ſarebbe bi­
ſogno
, che la ruota del motore fuſſe di quaſi innumerabile propor­
tione
piu ueloce: & all'hora l'horiuolo ſarebbe in foggia d'una
martinetta
, & ſpecialmente quel da molla, in cui non fia dfficil co­
ſa
oprare, che la statera della molla uinceſſe in lunghezza il rag­
gio
della prima, & piu ueloce ruota.
Nel qual modo conobbi io
gia
, che ſu fabricato quel belliſſimo iſtromento poſto al tempo del
Duca
Franceſco ultimo ſopra la porta della Rocchetta del capello
di
Milano.
con quello, qual ſi uogha huomo, stando nella came­
ra
del Caſtellano, chiudeua quaſi in un ſubito la porta della roc­
chetta
, & a poco a poco alzaua il ponte, ancor che carico di genti
armate
.
ma eſſendo egli poi ſconcertato, & dato ad un ualente
maeſtro
che lo racconciaſſe; per la morte del Duca, & del maeſtro
non
è mai piu stato poſto al ſuo luogo: anzi non eſſendo a pena co­
noſciuto
da gli heredi del maeſtro, che ne ſanno l'arte, ſe ne gia­
ce
ſprezzato, & tenuto in pochiſſimo conto.
Ora dalle ſouradette
conſiderationi
appare manifeſtamente quanto contra ragione fuſſe
perſuaſo
quel gran Principe Italiano a uolere con ineſtimabile ſpe­
ſa
fabricare molini, che con la forza de'contrapeſi, per ſei hore có­
tinue
faceſſero opera ſimile a quella de glialtri molini or dinari: pe­
roche
è uero, che potendoſi cagionare dal moto d'un contrapeſo,
che
ſcenda per lo ſpatio di tréta, o quaranta braccia le centinaia di
migliaia
di giri, li quali a finirſi portino tempo di cinque, o ſei ho­
re
, ſi poſſa poi anco fare, che il peſo moſſo ſia in grauezza, & in
uelocità
ſimile ad una macina ordinaria, quando calca ſul grano.
Io non credo, per le ragioni dette diſopra, che a produrre tale ef­
fetto
baſtaſſero duomila peſi di contrapeſi.
& queſta è ſenza dub-
1bio la ſpecialiſſima cagione, perche in quaſi tutti li modelli piccioli
gli
effetti di ſimili operationi rieſchino beniſſimo, & in opera reale
poi
facciano reſtare ingannati i loro autori, li quali non hauendo
alla
mano le ragioni delle proportioni del motore al peſo, & del
peſo
alla uelocità; & non ſapendo la uera cagione della moltipli­
catione
della forza, ſi perſuadono, che ſi poſſino fare coſe contra­
rie
, come è il moltiplicare la uelocità non accreſcendo le forze alla
miſura
del peſo, & del corpo ſopra cui ſi moue.
Tale era il belliſ­
ſimo
modello d'acciaio, portato gia molti anni a Venetia da uno
molto
ingegnoſo, & ricco Tedeſco; & raccomandato ſenza conſi­
derare
piu oltra dall'Imperadore Ferdinando: percioche con una
molla
moueua una macina picciola d'acciaio ſu i perni con mara­
uiglioſa
uelocità, per lo ſpatio di piu di tre hore; & in un ſubito
caricata
la molla, di nuouo per altro tanto ſpatio la ruotaua.
non­
dimeno
queſta machina non calcaua ſe non col perno.
onde giudi­
co
, che anco una macina ordinaria ſi potrebbe mouere con ruote
grandi
, & con una molla grande alla proportione, ſe non calcaſſe:
ma
calcando, ſarebbe biſogno fare aumento nella forza di tanto,
di
quanto tutto il piano della macina è maggiore, che la punta del
fuſo
, che la ſoſtiene: ilche ſe ſia poſſibile a porſi in opera, uegganlo
coloro
, che alcuna fiata ſi ſono dati alle reali eſperienze de gli effet­
ti
artificioſi.
Quindi anco è auenuto ch'io non ho mai uoluto dare
fede
alle tante promeſſe d'Abel Fulone Cameriere del Re France­
ſco
uecchio di Francia, fatte nel principio del trattato del ſuo in­
gegnoſiſſimo
Olometro; oue allega l'autorità del Re iſteſſo, come
teſtimonio
di uiſta.
io ho bene ſempre creduto, che in uarie inuen­
tioni
di piccioli modelli egli fuſſe eccellentiſſimo, & con quelli di­
lettaſſe
aſſai l'animo del ſuo Re, il quale da natura fauöriua li uir­
tuoſi
; & era aſſai inchinato, ſenza eſſerne pero molto fondato ne
le
ſcienze, come ſono quaſi tutti i Principi, aſimili artificioſi, &
utili
magiſteri.
con tutto cio quei ſuoi carri, che caminaſſero con
la
forza del proprio carico, & quelle circolationi perpetue delle
acque
morte, & altri ſimili effetti, od haueuano qualche coſa ce­
lata
a bello studio al Re, per piu dilettarlo, o ſenza dubbio alcuno
non
ſarebbono riuſcite oue fuſſe stato bene il trarne piu preſio uti­
le
, che piacere.
& quindi è auenuto, s'io m'inganno, che dopo
tanto
tempo non ſe n'è mai uiſto proua ueruna utile in alcun luogo
1Per gli iſteſſi auertimenti ancora ſi puo far giudicio della ſperanza
che
ſi deueua porre nell'organo del moto fabricato in Venetia da
quello
induſtrioſo, & dotto Bologneſe, di cui ho ragionato alquá­
to
nel precedente diſcorſo.
eſſendo che una ruota dentata doueua
per
ogni ſuo giro uoltare, almeno dodici uolte, ſei chiocciole.
Ala­
mane
piu graui aſſai, per la ragione gia detta, di quella ch'io ho
formato
di ſopra: ſenza pero accreſcere alla proportione la forza
del
motore, il qual doueua eſſere uno, o duoi caualli con uantaggio
di
ſolamente due braccia, o circa nel raggio lungo della statera,
accioche
ſi faceſſe il giro piu preſto, & il mouimento delle chioc­
ciole
piu ueloce.
ſe il raggio dentato fuſſe stato la metà piu corto,
& con la metà meno denti, il braccio lungo della statera haureb­
be
auanzato l'altro di gran parte, & la uelocità haurebbe fat­
to
tanto aumento come faceua.
percio ſcemando il peſo doppiamé
te
, la quarta parte ſolamente della forza haurebbe baſtato, per la
ragione
detta.
Gia l'eſperienza l'haueua moſtrato nel molino fatto
ſul
lido di San Nicolò, in cui queſta iſteſſa statera coſi moderata,
& tirata da duoi caualli a pena poteua uoltare con mediocre uelo­
cità
una macina, la quale ſenza dubbio, benche calcaſſe, era d'aſ­
ſai
minor peſo, che l'acque di quelle ſei chiocciole non erano nel
pendio
de'riuolgimenti loro.
ma il deſiderio di fare, che la ueloci­
ſatisfaceſſe alla poca quantità dell'acqua leuata dalle chiocciole
Alamane
, diede certiſſima occaſione a queſto inganno.
Ma per dare qualche eſſempio a maggiore chiarezza della uti­
lità
, & del danno, che potrebbe ſeguire ſe ſi moueſſero le chioccio­
le
con qualchuno di queſti iſtromenti, ſarà bene adducere l'uſo di
quelli
, che ſarebbono stati piu a propoſito.
Queſte ſono le ruote
chiamate
deambulatorie, & ſono di quattro ſorti.
La prima è
quella
, che ordinariamente ſi moue col corſo dell'acqua, che con­
tinuamente
batte l'ultima circonferenza di lei: è gagliardiſſima
ſopra
l'altre, per la uelocità del motore; & perche non ſolo ha la
impulſione
col moto del corpo graue, ma l'ha uerſo il centro del
mondo
; concorrendoui ambedue le cagioni dette poco fa nelle ra­
gioni
delle statere.
L'altra è ſituata nell'iſteſſo modo, ſe non che
il
motore ui camina dentro.
& perche egli è animato, & conti­
nuamente
aſcende, non puo eſſere molto ueloce.
tale è la ruota del
pozzo
maggiore di Salſo: tale è quella che ſul Duomo di Milano
1alza con duoi huomini ſino alla cima della torre una Campana di
trecento
peſi: & tali ſono quelle de gli Arzanà, con le quali ſi
traggono
le galee dentro, & fuora dell'acqua; & gli altri gran­
diſſimi
peſi ſi mouono come ſi uuole.
In alcune minere d'Alama­
gna
per ordinario certe capre, & certi groſſi cani le uolgono, quan
do
il peſo non è de'piu graui, con facilità ineſtimabile.
Scriue an­
co
Olao Magno ſcrittore dell'hiſtorie de'paeſi boreali, che gli orſi
in
Sarmatia ſono ammaeſtrati a uoltarle con ageuolezza incom­
parabile
, & con peſi maggiori aſſai, che non s'alzerebbono col
mouimento
de gli huomini.
La terza ha pur anco il motore ani­
mato
nell'ultima circonferenza, ma l'ha di fuora, potendo eſſere
od
huomo, o cauallo, o bue, od altro animale, che mentre s'affret­
ta
d'andare innanzi, cedendoli la ruota, rimane ſempre nell'iſteſſo
luogo
.
è deſcritta dall' Agricola nella nona figura delle machine
ſpiritali
.
L'ultima non ha il peſo del raggio maggiore ſpinto quaſi
rettaméte
uerſo il centro del mondo come le ſouradette: piu preſto
ua
quaſi orizontale, dando poco pendio al peſo, che moue: & per
cio
li caualli, & i buoi, quanto ſia per la decaduta, ui poſſono ca­
minare
ſopra aſſai commodamente.
Vna in queſta forma ne fu fat­
ta
a Barcone ſul Piacentino, & una ue n'è in Venetia a San Gio­
uanni
& Polo, che fa aſſai buono effetto in girare uelocemente la
macina
d'un molino: tuttauia ha biſogno di quattro caualli, che ſi
mouono
ſi ſconcertatamente, ſentendoſi ſempre mancare il ſoſtegno
ſotto
a'piedi, che ſud ano copioſamente in breue tempo, & non poſ­
ſono
lungamente durare: talche per la ſouerchia fatica moltiſſimi
ne
muoiono.
ne è marauiglia che cio auenga, andando il peſo, che
moue
ſu queſta ruota a linea quaſi piana uerſo il centro del mondo,
& non uenendo la forza dell'impulſione de gli animali d'altronde,
che
da queſto poco pendio, il quale ſe fuſſe maggiore non potrebbe
poi
eſſere a propoſito per li caualli, od altre beſtie ſimili.
Èadun­
que
, contra il commune parere, la meno perfetta di tutte le ruote
deambulatorie
.
ne altro ha perſuaſo alcuni mathematici, & ar­
chitetti
a porla in uſo, che il uolere ſchiffare la ſpeſa de gli huomi­
ni
, che mouono la ſeconda, & la terza delle quattro dette.
& tut­
tauia
moſtra poi l'eſperienza, che li molti animali, che ui ſono me­
ſtieri
, & ui muoiono, portano molto piu ſpeſa, che ſe fuſſe ſituata
in
foggia di quelle due.
Queſte ultime tre adunque (poſeia che
1della prima, oue è gran decaduta d'acqua copioſa, accade a du­
bitarne
, & fa poco al ſeruigio delle noſtre Chiocciole) ſono tarde
nel
moto, ne poſſono rendere uelocità nel peſo, ſe li denti del raggio
corto
non ſono molti, & le fuſa delle rocchette pochiſſime: allhora
ne
ſegue cio ch'io diſſi nell'organo di Meſſer Aleſſandro: cioè, che
il
braccio lungo della statera uince il breue di poco, & la forza del
motore
non è moltiplicata conueneuolmente, ſi che baſti a riſpetto
della
uelocità, ma la uelocità nella chiocciola è di maggiore uti­
lità
, che altra coſa ui concorra: perche non uerſando ella mai ac­
qua
ſe non ſi gira, quanto piu uelocemente, & con frequenza ſino
ad
un certo termine ſi uolterà, tanto piu ſpeſſo, & uelocemente
uerſerà
con abondanza d'acqua aſſai maggiore.
Dico ſino ad un
certo
termine, perche non è bene, che la uelocità ſia tanta, che
la
poſſa tolerare il pendio di dentro.
altrimente l'acqua ſarà ri­
gorgo
, ne potrà alzarſi iſpeditamente.
Coſi, ſe la chiocciola ſarà
tanto
grande, che habbia biſogno di ſimile iſtromento, caminerà
ſi
tarda, che la quantità dell' acqua uſcita da una molto minore,
moſſa
con honeſta uelocità, ſarà piu copioſa.
Aggiungeſi che tali
iſtromenti
ſono di grandiſſima ſpeſa, ſi per loro steſſi, come per la
stanza
, che conuiene apparecchiare: ne poſſono traſportarſi da
luogo
a luogo ſecondo diuerſe occorrenze, & occaſioni, che ſoglio­
no
intrauenire, ſenza gran perdita di tempo, & di danari.
anzi
aſſettandole
a noſtro uſo, haurebbeno biſogno di continua cuſtodia
in
tutti e tempi dell'anno, per li pericoli del fuoco, & altri ſimili
diſaſtri
.
Il medeſimo ſi de intendere delle uiti perpetue, delle mar­
tinelle
, & di tutti gli iſtromenti, che ritardano il moto nel peſo.
fra'quali forſe uenti forme ne ſono state ſigurate dal diligentiſſimo
Giorgio
ne' ſuoi minerali: a benche anco in quelli ne ſono alcuni,
che
uogliono motori di straordinaria lena: come è la machina che
ſi
fabricò alle radici del monte Melibocco, la quale era uoltata da
uenti
quattro caualli, entrandone otto per uolta alla fatica, per lo
ſpatio
di quattro hore: & come erano le tre ordinate l'una ſopra
l
'altra nel monte Carpato in Schemnicio, che ſi moueuano con no­
uantaſette
caualli, a fine di leuare l'acqua dalle ricchiſſime mine­
re
, accioche per tale impedimento elle non s'abandonaſſero, come
gia
per l'iſteſſa cagione ſu laſciato l'utiliſſimo cauamento de'me­
talli
in Frimbergo.
1
Molti iſtromenti del moto, che non ſono in uſo ordinario piccioli
& grandi ho io uiſto nella Sala de' modelli di mare, che è nel pa­
lazzo
di San Nicolò del lido, moſtratimi da quel famoſo Soriano,
il
quale hauendo accopiate inſieme le trocchie, gli argani, & i ro­
toli
, & hauendo fabricato duoi nauigli di gran ſpeſa, con tale ar­
tiſicio
, che ſe bene ſono molto ueloci, reggono pero ad ogni gra­
uiſſimo
carico a riſpetto de gli altri; caua del piu cupo fondo del
mare
a pezzo a pezzo tutte le coſe graui, che ſono ſommerſe, &
ſi
ſommergono alla giornata: & gia ha leuato buona parte della
materia
del Galeone di quella Illuſtriß. Signoria, che affondò a gli
anni
paſſati.
Coſtui è molto ualent'huomo in ſimili impreſe: & ho
inteſo
da alcuni nobili V initiani, che ha anco trouato il modo, col
quale
le galee groſſe (coſa utiliſſima, & non mai piu fatta) ſi po­
tranno
mouere in mare ſenza uele, & ſenza uenti.
& ueramente
ogni
ragioneuole effetto ſi puo ſperare da un tale huomo, il quale,
come
io conobbi ragionando in lungo con lui al meglio ch'io puoti,
per
non hauere egli punto di cognitione della lingua latina, & po­
chiſſima
dell'italiana; ha letto, et inteſo la maggior parte di quelli
autori
Caldei, & Egittij, che non hanno ſentito l'ingiurie del tem
po
, & da'quali gli antichi Greci traſportarono la miglior parte de
principij
mathematici; in maniera, che ſi poſſono piu preſto loda­
re
per hauer dato buon'ordine alle materie, che per hauerle ritro­
uate
, o notabilmente accreſciute.
Vidi anco molte belle inuentio­
ni
in ſimile ſoggetto in caſa del diuino Signor Girolamo Ruſcelli
(felice memoria) reſtando stupefatto in conoſcere, che un'huomo
in
modo raro ne'precetti delle tre lingue, che ſi puo meriteuolmen­
te
chiamare il moderno Ariſtarco, & l'antico Varone; ſia poi an­
co
ſi eccellente nell'altre dottrine, & ſpecialmente in queſte mathe
matice
.
& fu pur anco frutto dell' ineſtimabile corteſia di quel
gentiliſſimo
ſpirito, che non mi conoſcendo a pena, ſolo perche ſi
auide
, ch'io haueua qualche guſto di ſimili coſe, mi ſcoperſe uolen­
tieri
, & liberamente alcuni ritrouati, che altri haurebbono tenuti
ſecreti
per trarne ſecondo l'occaſione qualche ſomma di denari.
Nulladimeno tutti queſti iſtromenti nel noſtro proponimento non
ſarebbono
di giouamento alcuno; non tanto perche ſono digrandiſ­
ſima
ſpeſa al paragone dell'utile dell' agricoltura, quanto perche
ricercano
buomini d'altro ingegno, & prattica, che non poſſono
1eſſere in maneggiar loro, i miniſtri delle noſtre coltiuationi.
Non uoglio gia per le ragioni ſouradette in tutto affermare,
che
non ſi poſſa di nuouo proporre qualche modo, il quale con tutto
che
non ſia contrario a'principij della ſcienza de'peſi, poſſa dare
grande
aumento alla forza ſenza ſcemare la primiera uelocità del
pondo
: anzi ſe la bontà d'alcuni Principi, od il commune danno,
ch
'io non uorrei, che per cio ne ſeguiſſe all'armate Chriſtiane, non
mi
s'opporranno, cio ſi potrà col mezo mio conoſcere, come poſſi­
bile
, & come effetto gia conſermato con ragioneuole eſperienza.
Il che non meno ſi farebbe chiaro con l'utiliſſino, & degno di ſom­
ma
lode Aratro del molto Reuerendo Padre il P. Don Stefano Ca
taneo
Nouareſe, Monaco della Congregatione Caſſineſe, & hora
digniſſimo
.
Abbate di San Proclo di Bologna: imperoche queſto
rariſſimo
ingegno dopo gli studi non ſolamente delle ſacre lettere,
nelle
quali con piu che mediocre cognitione della lingua latina, gre
ca
, & hebrea egli è conſumatiſſimo (come bene ha moſtrato quan­
do
a nome di tutta la congregatione ſua ſedeua nel Concilo di Tren
to
) ma di tutte le tre parti della filoſofia, le quali ſono con ottimi
fondamenti
poſſedute da lui, s'è anco preſo honeſto piacere in fa­
bricare
, con l'aiuto della ſcienza de'peſi, uno artificioſo aratro, che
guidato
da un'huomo ſolo, ſenza buoi, in terreno, che non ſia trop­
po
ſaſſoſo, ſarà poco meno dell'opera, che ſi ſuol fare con un'aratro
commune
tirato da un par di buoi.
Io ſpero che per uniuerſale be­
neficio
egli porrà finalmente ogni riſpetto da canto, & lo publiche­
in nome ſuo: perche in nome di uno, o di duoi ſuoi amici egli ha
gia
uoluto farlo; ancora che quegli huomini da bene non habbiano
uoluto
ueſtir ſi delle penne del Pauone, & defraudare il meritato
honore
appreſſo di coloro, che non ſono uolgari malegni, all'amico
ſuo
, che ſi corteſemente, & ſi modeſtamente ſe n'ha uoluto priuare:
tenendo
troppo conto d'un certo riſpettò, al mio giudicio piu auſte­
ro
, che non comporta la publica utilità,
Conſiderando io adunque le ſouradette ragioni, giudicai, che
fuſſe
bene a proportionare talmente la Chiocciola, che ſi fuſſe po­
tuto
aſſettare con ageuolezza in ogni luogo, oue è l'acqua correte,
oue
è morta, oue li fiumi ſcemano, & creſcono, oue ſi poſſono rac­
cogliere
l'acque ſorgenti, & fin almente ouunque ſia acqua di qua­
lunque
ſorte da leuarſi.
Di piu auertì, che ſi poteſſe traſportare
1da luogo a luogo ſenza ſpeſa, ſenza fatica, & ſenza perdita di
tempo
: ſi che anco oltra ad ogni altro commodo, dopo il tempo de
l
'adacquare, ſi poteſſe conducere in luogo ſicuro da ogni diſaſtro.
& per cio eleſſi di darle un'organo del moto leggiero, & di pochiſ­
ſima
ſpeſa in fabricarlo; moſſo in maniera da un'huomo ſolo, che
la
ſpeſa del motore non fuſſe graue, a riſpetto dell'utile.
Queſto è
stato
una Cigognola ritorta nella forma, che quì diſotto è figurato.
6[Figure 6]
Per intendere la forma di cui, conuiene ſapere, che quaſi tutti
i
piu periti artefici, & ſpecialmente gli Alamani, hanno ſempre
dato
qualche piega alle cigognole, delle quali ſi ſono ſeruiti per
braccio
lungo di statera, in alzare, & girare li peſi: facendolo
alcuna
fiata per commodi , alcun'altra per non impedire la forza
ordmaria
del uette, (coſi ſi potrà nominare taluolta queſto iſtro­
mento
con nome quaſi latino, ad imitatione de'latini, che trasfor­
mando
le uoci greche in conſonanza latina, uſauano con piu chia­
rezza
li termini della materia, che era loro alle mani) Ma queſte
piegature
poi ſono paſſate in ſi grande abuſo, che un uette quaſi ſem
pre
è giudicato di poca forza, ſe non è curuo in qualche parte di
lui
.
Et quindi è forſe anco deriuato il nome di cigognola per ec­
cellenza
; quaſi che queſti uetti non ſieno buoni, ſe non ſono ritorti
alla
ſembianza del collo della Cigogna, che in molte guiſe ſi ſuole
1riuolgere. Sono poi anco stati alcuni lettterati, che non facendo­
ne
eſperienza alcuna, n'hanno uoluto rintracciare la ragione, &
hanno
finalmente detto, che la piegatura rende piu lunga linea in
minore
diametro, & che tutta la lunghezza della linea coſi cur­
ua
, ha forza come ſe fuſſe retta, & diſteſa: reſtando con tutto cio
il
giro d'aſſai minore diametro, & di commódita ineſtimabile al
motore
: percioche ſi potrà fare una cigognola d'un mezo cerchio
intiero
, il quale haurà circonferenza d'un braccio, & mezo; &
il
diametro non ſarà pero piu che circa un braccio.
onde il motore
che
non potrebbe fare circuito di tre braccia di diametro, ſe il uet­
te
fuſſe diſteſo, ne ſarà uno di due aſſai commodamente, ſaluando
la
forza del moto per la piegatura, come ſe lo faceſſe di tre.
È ben
uero
che affermano, che nelle statere, oue il peſo naturale opera,
inchinando
uerſo il centro del mondo, cio non ſarebbe di molto gio
uamento
; & che in quel caſo ſia bene ſeguire la ragione della lun­
ghezza
del diametro; non hauendo riguardo alla piegatura.
ma
oue
la forza ſola animata non ſi propone altro centro, che il punto
oppoſto
diametralmente al luogo in cui ella ſi ritroua, in tal caſo le
piegature
ſono d'utilità ineſtimabile: percioche dicono, che la cur­
uità
ſempre allontana la ſucceſſione del moto dal centro ſopra cui ſi
moue
il peſo.
Ilche ſi conoſce chiaramente, ſecondo coſtoro, nelle
ruote
, la circonferenza delle quali è ſoſtenuta dalle fuſa; poſcia che
hanno
aſſai piu forza, che non porta il raggio della statera, & la
impulſione
dell'aere.
Dalle quali ragioni stimo io, che ſieno state
accettate
cómunemente da ognuno tante uarie pieghe fatte in ogni
ſorte
d'iſtromenti del moto, con tanta ſicurezza, che molti hanno
hauuto
a dire, che con queſta ſola uia ſi puo aumentare la forza,
rimouendo
la tardità: in modo che ſe ſi ſeguiſſero li precetti d'Ar­
chimède
nel ſuo libro delle linee ſpiritali, in fare le cigognole, ne
ſeguiriano
effetti marauiglioſi: percioche potendoſi fare i giri pic­
cioli
, non oſtante, che le statere ſieno fatte piu lunghe, & piu ga­
gliarde
; chi dubiterà, che non debba reſtare l'iſteſſa uelocità nel
peſo
con l'aumento della forza?
Ma tutte queſte imaginationi ſi
prouano
con l'eſperienza, & con altra piu ſoda ragione eſſere sta­
te
mal conſiderate: imperoche moltiſſime eſperienze, che io con
graue
ſpeſa ho fatte non poche fiate, hanno moſtrato, che quanto
alla
forza ordinaria le cigognole ſieno rette, o curue cadono in un
1medeſimo; & che ſempre la miſura della forza ſi piglia dal punto
in
cul ſi troua il motore, al punto, che per linea retta al centro
del
peſo: ne piu, ne meno come ſe il uette fuſſe tutto retto dal cen­
tro
ſino a quel punto, & come ſe ſi moueſſe col peſo naturale uerſo
il
centro del mondo.
Oltra di queſto, il douer uuole, che ſe il uette
per
una par te di lui s'allontana dal centro del peſo (queſta è ragio
ne
, che conuince del tutto) & per l'altra s'auicina, tanto perda di
forza
per la parte, che s'auicina, quanto n'acquiſta per quella,
che
s'allontana, alla proportione: & per l'oppoſta ragione perda a
quella
per cui acquiſta.
ne la ragione delle ruote puo tanto, che la
forza
loro, quando è maggiore, che non importa la lunghezza
del
raggio, non ſi debba tutta tirare dall'impulſione, & dal moui­
mento
dell'aere.
anzi ſi uede, che con l'iſteſſa gagliardezza mo­
uerà
un'huomo pian piano, ſenza impulſione d'aere, una ruota di
raggi
, tolta uia la circonferenza continua, come ſe ui fuſſe l'iſteſſa
circonferenza
, la quale non paſſaſſe la lunghezza de'raggi.
Io m'aueggo, che in tali ſoggetti ſarebbe bene hauere l'arte del
dire
di Mercurio, il quale fu adorato da gli antichi per lo Iddio
dell
'eloquenza piu preſto perche con le ſole parole, ſenza geſti, &
ſenza
figure ſi faceua intendere chiaramente da ognuno, in qua­
lunque
oſcura materia egli ragionaſſe, che per altra cagione.
pure
non
potendo eſſere quì hora l'eloquenza di quello Iddio, & ſpecial­
mente
con meco, che tanto ſolamente m'arrogo d'heuerne acqui­
ſtato
, quanto baſta a fare conoſcere, anco con mediocre fatica, la­
uerità
delle coſe, ch'io tratto: non fia forſe male, ch'io deſcriua al­
cune
figure delle piu importanti; nelle quali con ſuo non prima pé­
ſato
danno, molti per altro ualent'huomini hanno preſo granchi di
non
leggiera conſideratione.
Ilche io farò tanto piu uolentieri,
quanto
non ui eſſendo ſin'ad hora stato alcuno de gli autori latini,
od
altra lingua, che n'habbia ſcritto particolarmente; ſon ſicuro,
ch
'io ſchifferò nell'auenire a chi leggerà attentamente queſti pochi
ſeritti
, molti trauagli, & non poche ſpeſe, ſe mai prendeſſe lui de­
ſio
d'occuparſi nell'operationi di queſti ingegnoſi ritrouati.
che ue­
ramente
ſi dolce è il uedere naſcere qualche bello effetto, & cono­
ſcerne
la cagione in ſimili magiſteri, che pochiſon coloro, che pur
una
uolta n'habbiano ſentito l'odore, che non ghiribizzino molte
uolte
da ſe steſſi per dar fine a qualcheduna delle molte imagina-
1tioni di uarij effetti utili, & come a prima giunta ſi moſtrano aſſai
riuſcibili
, che loro ſi uolgono per la fantaſia.
ma tutta uia queſti
penſieri
, ſe ſono in capo d'huomo piu che mediocremente ſcien­
tiato
; & come dice Galeno, che eſſendo da natura prudente, gia
habbia
con lungo tempo, & grande studio fatto molte ſicure pro­
ue
; per la maggior parte rieſcono ſallaci: non ſenza uergogna, &
danno
notabile dell'autore ſuo, s'egli ſarà in maniera agiato de'
beni
della fortuna, che poſſa ſpenderne una parte ſenza pregiudi­
cio
dell'economica, in queſti honeſti, & anco quando c'ingannano
lodeuoli
piaceri.
imperoche tante cagioni di tutti quattro i gene­
ri
, & di tutti gli iſtromenti, & mezi, con tante proportioni di
gradi
, talhora ui concorrono; che ſe bene non deue eſſer tenuta per
ignoranza
groſſa quella che nelle primiere operationi impediſce gli
eſſetti
deſiderati; quella tuttauia di coloro, che ſi perſuadono d'eſ­
ſere
quanto ſi conuiene ammaeſtrati nell'arti, che ui biſognano, &
non
ſono, non merita eſcuſatione alcuna.
In duoi caſi adunque puo eſſere di giouamento la piegatura delle
cigognole
: uno è quando il ſito del motore animato lui produce piu
forza
una uolta, che l'altra: & queſta ſi dee piu preſto chiamare
commodità
.
L'altra è quando ſenza la piegatura il moto in una
parte
di lui ſi rende difficiliſſimo, & quaſi impoſſibile: & queſto è
quando
il motore moue con qualche mezo.
La figura della prima
è
ſecondo il uette d'alcune martinette tedeſche, & è queſta.
7[Figure 7]
1
Nella quale ſi uede, che per la piegatura la parte del moto piu fa­
ticoſa
ſi ſarà finire con la mano alquanto rimota dal petto, oue ella
ba
maggior forza, che quando è lui troppo uicina.
L'altra figu­
ra
della ſeconda è la ſeguente: uſata ſpecialmente nel mouimento
delle
ruote, che ſi uoltano co'piedi, o che col uette moueno altre coſe
8[Figure 8]
Nella quale ſe la corda fuſſe appeſa ad un uette diritto, & tiraſſe
perpendicolarmente
come ſa, non ſolo non mouerebbe, ma talhora
ſarebbe
cagione, che la ruota ſi fermaſſe, & reſtaſſe immobile: per
cioche
tirando la corda il uette in ſe steſſo uerſo il ſuo centro, non
potrebbe
cedere alla forza motiua, mentre che per l'impulſione
del
mouimento primo, non paſſaſſe la linea perpendicolare: &
paſſata
che l'haueſſe, non tirerebbe con la forza della miſura di
tutto
il uette: perche ſempre il principio del moto della corda ſa­
rebbe
piu uicino al centro, che all'eſtremità del uette.
Dal che ſi
puo
comprendere quanto errino coloro, che fanno queſti uetti, che
non
s'allontanano tanto per la curuità loro dal centro uerſo i lati,
quanto
l'eſtremità è lontana dall'iſteſſo a linea dritta: & ſono nel
modo
della figura, che ſegue, o ſimile.
19[Figure 9]
In ogni altro caſo le piegature ſono ſouerchie, & di ſperanza in
tutto
uana.
Primieramente quel tanto lodato nelle uiti perpetue,
& ne'tir atori da metalli; non merita la lode, che piu ragioneuol­
mente
ſi deurebbe dare al raggio corto, che moue il peſo, od alla
moltiplicatione
delle statere.
E'queſto.
10[Figure 10]
Facciaſi adunque un cerchio dal centro al mezo della piegatu­
ra
: facciaſene un'altro dal centro all'eſtremità del uette: Non ſi
trouerà
per la ragione del diametro del circolo, che il diametro,
1che la forza al moto, ſi ſia allungato ne anco un punto. Dopo
queſto
è il mezo cerchio, adoprato ſouente in Alemagna, nelle
machine
hidranlice da piſtell.
11[Figure 11]
Nel mezo della piegatura egli ſi rimoue dal cétro per la metà, nel
fine
ha piu uátaggio nel giro come ſe fuſſe diametro retto.
Vn'al­
tro
ue n'è quaſi in forma del pletro della lira, a cui donaua il uanto
di
forza M. Ceſare Buonacaſa architetto di gran riputatione aben
che
piu preſto doueua darlo alla proportione del peſo alle statere.
12[Figure 12]
1
Se bene queſto uette par che habbia uantaggio nella parte della
statera
nel punto. A. ſino alla piegatura nel punto. B. lo perde pero
per
l'altra parte, che ſe gli oppone dal punto.
B. ſino al punto. C.
che
è nel centro.
Di piu con un'altro molto stauagante un'Archi­
tetto
Franceſe ſi penſò di potere moltiplicare la forza nel moto de'
remi
delle galee, & ſi trouò ingannato.
13[Figure 13]
Perche il riuolgimento, che è nel punto. A. non creſce piu di
quello
, che è nel punto.
B. & nel punto. C. & è ſuperato da quella,
che
è nel punto.
D. il quale ha tutta la forza, come ſe fuſſe retto.
Alla qual coſa uolendo fare prouedimento il Fulone ne formò un'
altro
in queſto modo.
114[Figure 14]
Egli ha tutta la forza nel punto. A. il punto. B. & il punto. C.
ſouerchi
, per che ſono pari in diſtanza.
Il punto. D. non ſolamente
non
aggiunge forza, ma leua la gia acquiſtata: perche s'auicina
piu
al centro: & coſi il prouedimento fu uano.
Nell' errore di
auicinare
la uirtù motrice con l'eſtremità del uette al centro, in­
corſe
quel grand'huomo, che gia promeſſe di uoler fare quei ſi fa­
cili
molini a gli Anconitani, de'quali ſi penſauano poi ſeruirſi gli
Rauennati
, poi che furono accordati con l'Illuſtriſſimo Cardinale
di
Sant' Angelo, che ſi rouinaſſero le macine edificate ſul fiume,
dal
quale ne ſeguiua dannoſiſſimo diluuio alle loro campagne.
Haueua queſto letterato, & induſtrioſo huomo fatto duoi uetti lun
ghi
, ritorti, & fiſſi nel ſubbio del timpano dentato; uno oppoſto
all
'altro per cagione dell'equilibrio.
all'eſtremità di queſti attac­
caua
una catena, la quale giungeua quaſi al centro; & era girata
da
due alette picciole, moſſe da duoi altri uetti ſimili, tirati pur
anch
'eſſi da un'altra catena, uoltata da altre due picciole ale, &
finalmente
moſſa da un uette ordinario.
Il uette lungo era in que­
sto
modo.
115[Figure 15]
Nel quale ſe la catena tiraſſe ſenza auicinarſi mai piu al cen­
tro
di quello, che è l'eſtremità di lui, gagliardiſſima ueramente fa­
rebbe
la forza, per la lunghezza del ſuo diametro.
ma eſſendo
neceſſario
, che s'auicini ſe ſi mouere dalle due ale, tanto il uet­
te
perde della forza gia acquiſtata, quanto la catena s'appropin­
qua
al centro.
Ho inteſo che il ualent'buomo ne fece la proua pri­
ma
che ne ragionaſſe con al cuno, in uno edificio grande come ha­
ueua
ad eſſere in effetto, in cui tuttauia la macina non calcaua: &
perche
li riuſcì come haueua deſiderato, & con facilità ineſtima­
bile
, non ſi curò di prouare nella macina, che calcaſſe.
Ilche credo
che
aueniſſe perche la ragione uera di tirare il uette nell'eſtremità
ſua
l'haueua ſi perſuaſo, che non conſiderò l'oppoſta; cioè, che la
forza
del motore nell'alette, era uicina al centro.
Vn ſimile er­
rore
preſe il diuino Michel' Angelo Buonaruoti, quando era gio­
uane
, & penſaua di uoltare la mal formata chiocciola di Vitruuio
(che queſto diuino ſpirito fu piu uolte in humore di uolerlariduce­
re
alla perfettione: & forſe, ſe non fuſſe stato diuertito da molte
altre
impreſe, l'haurebbe fatto: percioche l'Eccellenza dell'Illu­
ſtriſſimo
Signore il Duca noſtro mi diſſe gia, che n'haueua uiſto una
1fabricata da lui gia uecchio, aſſai grande; la quale ſe ſi fuſſe potuto
mouere
un poco meglio, uerſaua gran quantità d'acqua ad honeſta
altezza
) con una lieua, che haueſſe il braccio corto fiſſo nel uette
a
queſto modo.
16[Figure 16]
La lieua era in uero fatta con gran ragione, & approuata dal­
l
'uſo de'Moſcouiti: li quali, come ce ne moſtra la figura Olao Ma­
gno
nell'Hiſtorie de'popoli ſettentrionali: con una ſi fatta lieua
moſſa
in giro, uoltano uelocemente ruote grandiſſime, & graui,
con
le quali purgano, & lauano li metalli nell'acque; & coſi stá­
do
diſtanti col braccio lungo della lieua, hanno forza grandiſſima,
& non ſi bagnano per lo ſpruzzar dell'acqua, come farebbono ſe il
uette
ſecondo l'uſo ordinario fuſſe uicino alla ruota.
ma nella ci­
gognola
non s'auide ſe non dopo il fatto, che il raggio, che s'ap­
preſſa
al centro, ruba quaſi tutta la lena al reſto del uette: & è ne
piu
ne meno, come ſe la lieua fuſſe fiſſa in un uette lungo tanto quá­
to
è dal centro al punto oue ella è fiſſa.
Veramente ſe queſto iſtro­
mento
fuſſe caduto bene a quel ualent'huomo, ſarebbe stato il piu
gagliardo
, & facile per mouere in giro, fra quanti ſono mai stato
conoſciuti
.
auenga che con il uette ſi poteua dare al peſo quanto
raggio
lungo s'haueſſe uoluto, & con la lieua ſi ſuperaua almeno
di
ſei parti il raggio breue.
Talche un'huomo ſolo ſaluando l'iſteſ­
ſa
uelocità, & non facendo con le braccia maggior giro di quel che
1ſi ſoglia ordinariamente da ognuno, haurebbe oprato almeno per
la
forza d'altri diece.
tutto l'inganno fu nella piegatura: di cui ſi
poſſono
dare due certiſſime regole: vna quando ſi conſidera la for­
za
in un raggio ſolo; & è che tanto ſempre acquiſta di forza il
uette
, quanto l'eſtremità di lui, in cui è il motore od animato, od
innanimato
, s'allontana dal centro: non hauendo riguardo a tutte
le
parti, ancor che fuſſero o piu rimote, o piu propinque.
l'altra,
quando
ſi conſidera la forza in duoi raggi; & è che la piegatura
dell
'uno non nuoce alla forza dell'altro, ſe quanto l'eſtremitati ſi
ritrouano
rimote dal punto ſopra cui ſi moue la statera.
& con
queſta
ſeconda ſi portano molte commodità a'motori, per alzare
piu
alto ſenza diſcómodarſi, che ſi farebbe con la statera retta,
& per mouere diuerſe coſe, & diuerſamente con un moto ſolo.
Delle quali, perche hora non fanno al propoſito della Chiocciola no
ſtra
, non è bene, che ſe ne dica altro.
Vno eccellente Architetto
Napoletano
, che ſi chiamaua il Gaietta, penſò di fuggire il gran­
chio
di Michel'angelo, & inciampò in un'altro di gran lunga peg­
giore
.
Formò il uette in ſimil figura.
17[Figure 17]
Ciudicando con queſto riuolgimento di raddoppiare la lena: per­
che
il raggio non s'appreſſaua al centro per uia diametrale.
Ma il
Filandro
nell' Academia di Roma, allhora che a perſuaſione di
1Meſſer Claudio Tolomei quelli huomini dottiſſimi ſi diedero a cor­
reggere
, & illuſtrare l'opera di Vitruuio lungamente giaciuta nel­
le
tenebre, col compaſſo in mano fece lui conoſcere, che queſto uet­
te
ha maggior forza, che qualunque de gli altri communi; ne ha­
uerebbe
giouato in altro, che in tenere fiſſa la lieua col perno della
Chiocciola
.
imperoche facendoſi il cerchio nella ſua piegatura,
haurà
di diametro, poniamo caſo, un braccio; facendoſi nell'eſtre­
mità
, non ne haurà ne anco due oncie; & tanto gietta per una li­
nea
, quanto guadagna per l'altra; ſe non che una ſi troua lontana
alquanto
dall'altra: & da queſta diſtanza ſolamente ſi piglia la
ragione
della forza.
Ne gioua che ui ſia diſferenza, per coſi di­
re
, dal moto impulſiuo, al moto attratiuo; perche nell'attratione,
od
impulſione fatta uerſo la piegatura, la forza è l'iſteſſa, uolendo
mouere
in giro.
non ſarebbe gia coſi ſe ſi uoleſſe mouere a moto
retto
: perche nel giro il punto ſolamente, oue è il motore, lauora;
facendo
il cerchio col diametro, che egli ha dal ſuo centro.
Alla
diſferenza
de'moti perche non hanno hauuto l'occhio molti per al­
tro
galant'huomini, ſono ſdrucciolati molte uolte, quanto ſia per
queſte
inuentioni, dalla ſua primiera riputatione.
Baſtino per hora queſti eſſempi, de'quali habbiamo diuiſato ſin
quì
, li quali ſenza dubbio ſaranno di grande utilità per iſchiffare
molti
errori, ne'quali tutto ſi ſcuopre, che alcuni belli ingegni
ſogliono
incorrere.
Et poſcia che a baſtanza habbiamo trattato di
queſto
argomento per intendere la forza del noſtro uette; tornando
al
propoſito di lui, dico che la piegatura in quello non gioua ſe non
alla
commodità del motore, & in tanto ageuola il moto, quanto
cagiona
l'equilibrio nel peſo di ſe steſſo.
118[Figure 18]
Tutto cio che è dal punto. A. ſino al punto. B. è ſouerchio, quanto
ſia
per la forza, che uiene dalla natura del uette: per che la parte,
che
è dal punto.
B. al punto. C. ſe gli oppone con uguale potenza.
Voglio dire, che facendoſi il cerchio nel punto. B. ſarà uinto in dia­
metro
da quello, che ſarà fatto nel punto.
D. & dal grado di tal
uittoria
naſce tutta la forza.
Ma perche quando il motore ha
mandato
l'eſtremità del uette uerſo il centro del'mondo, eſſendo il
uette
inſieme col manico ſuo, graue di circa trenta libre, è poi bi­
ſogno
, che ſia alzato un'altrà uolta con piu fatica di molto (all'in
giu
il uette ui corre moto naturale, & all'in ſu biſogna tirarlo)
percio
è stato utiliſſimo aggiungerui quella parte, circuendo dal
punto
. A. ſino al punto. C. poſcia che in tal maniera s' è fatto l'equi­
librio
, & la parte aggiunta con la ſua grauezza leua l'altra: di
modo
che in ogni giro ſi ſottragge fatica al motore di alzare tren­
ta
libre di peſo, o circa, all'altezza di due braccia: la qual fatica
ſola
ſarebbe atta a ſneruare in breuiſſimo tempo ogni gran lena di
huomo
.
ſenza che douendoſi alzare queſto peſo, quando le mani
ſono
piu uicine al petto, nel qual ſito ſi ſente (& ſi potrebbe anco
prouare
con ragione parte medicinale, & parte mathematica)
che
la uirtù loro manca aſſai, è stato molto commodo lo ſcemare
il
peſo con l'equilibrio.
abenche di tale equilibrio ne dirò anco
qualche
coſa fra poco, diſcorrendo ſopra la statera del Tartaglia,
1tralaſciata da Ariſtotele. Ora con queſto uette l'huomo ha un
braccio
di raggio lungo, & non eſſendo la Chiocciola nel ſuo peſo
piu
che ott'oncie groſſa, il raggio corto del pondo che comincia nel
mezo
del perno ſarà di quattr'oncie, ſi che il uette uincerà di due
parti
, & un'huomo haurà forza di tre, ſe fuſſero col uette di pare
raggio
.
Si potrà dunque porre queſta Chiocciola in qualunque luogo ſi
uoglia
, che ſempre un'huomo di mediocre lena alzerà dodici oncie
d
'acqua continua, & con maggior corſo dell'ordinario, all'altez­
za
di circa ſette braccia.
Ne la ſpeſa del mantenere il motore ſa­
tanta, che l'utile dell'acqua non paſſi di gran lunga ogni danno.
Ilche chiaramente ſi moſtrerà nel terzo diſcorſo. Se l'altezza de
la
ripa non ſarà piu che ſette braccia, ſi fara un moto ſolo nella fog­
gia
, che nella prima delle due ſeguenti figure ſi contiene, ſegnata
per
numero di 69. & per regiſtro di E 3.
Dichiaratione della prima delle due
ſeguenti
figure.
A. Il uette.
B. Acqua, che s'alza.
C. Acqua, che rieſce.
D. Linea della eleuatione di ſette braccia, & mezo.
E. Chiocciola lunga tredici braccia, groſſa circa noue oncie.
F. Perno di ſopra lungo fuor della Chiocciola un braccio, o circa.
G. Canale, che riceue l'acqua, & la porta uia.
Se l'altezza della ripa paſſerà dalle ſette braccia ſino alle tre­
dici
, o circa, ſi faranno duoi moti: & allhora ſi perde d'altezza
quanto
importa la profondità del uaſo, che porge l'acqua al ſecon­
do
ordine, che ſarà circa un braccio ſolamente: & ſecondo Vi­
truuio
, come habbiamo dichiarato di ſopra, ſarebbe in tanta al­
tezza
piu di quattro.
La figura è quella ſeconda delle due che ſe­
guono
, ſegnata per numero 70. & per regiſtro E 4.
119[Figure 19]
120[Figure 20]
1
Dichiaratione della ſeconda figura
delle
due precedenti.
A. Acqua, che s'alza.
B. Linea di ſette braccia, & mezo della prima eleuatione.
C. Linea di altre ſette braccia, & mezo della ſeconda eleuatione:
maſe
ne perde un braccio nella prima, per l'altezza del ca­
nale
di legno.
D. Canale di legno, che riceue l'acqua dal primo ordine, & la
porge
al ſecondo.
E. Canale, che uniſce l'acqua, & la mena uia.
F. Chiocciola lunga tredici braccia, groſſa circanoue oncie.
G. Soſtegni del primo ordine fiſſi nel canale di legno.
Si uede, che ognuno di queſti pezzi è mobile, & ſi puo traſpor­
tare
ouunque ſi uuole.
Si fa anco ſapere, che in tutte queſte figure s'è hauuto poca cura
per
tirarle in proſpettiua, facendo li ſcorzi, & l'ombre, ſecondo
l
'arte: percioche coſi figurando non ſi ſarebbe potuto hauer la mi­
ſura
giuſta delle parti: anzi molte coſe, che ſecondo la ragione di
proſpettiua
non ſarebbono uiſte, ſi ſono quaſi diſegnate al contra­
rio
, accioche ſi ſcoprano.
Ma ſe qualchuno non ſi curerà di fare maggiore iſpeſa per una
fiata
, & uorrà fabricare uno edificio stabile, cuſtodito continua­
mente
per gli pericoli, che poſſono accadere; ſi potrà ſeruire della
statera
del molino edificato nel lido di San Nicolò: perche in uero
è
tale, che non moltiplicandoſi piu la uelocità delle chiocciole, che
quando
elle ſon moſſe da huomini, un cauallo ne potrà mouere tre
aſſai
commodamente: pur che il raggio della lieua, a cui ſi lega il
cauallo
, ſia proportionato di forza al timpano dentato, & alle fu­
ſa
delle rocchette.
Sieno adunque le rocchette di otto fuſa in dia­
metro
di circa mezo braccio: ſia il timpano dentato di quaranta
denti
, in diametro di due braccia: ſia la lieua tirata dal cauallo
circa
cinque braccia: ella uincerà di quattro parti il ſemidiame­
tro
, cioè, il raggio del timpano, & ſarà anco aiutata alquanto
1dalla lieua della rocchetta. Et perche il giro del cauallo ſara di
circa
trent'un braccio; & quel dell'huomo fatto col uette, che è un
braccio
, non è ſe non poco piu di ſei braccia, il cauallo uincerà di
circa
cinque parti: & tante a punto ſono le uolte, che fanno le
Chiocciole
in un giro del cauallo: perche l'otto delle fuſa entra cin­
que
uolte nel quaráta de'denti, ſiche la uelocità ſarà quaſi l'iſteſſa:
auengache
per ogni ſei braccia del giro del cauallo, la Chiocciola
ſi
uolterà una uolta, come ſi uoltaua una uolta nelle ſei braccia del
giro
dell'huomo; ſpecialmente ſe ſi computerà, che il cauallo per
ordinario
puo hauere moto alquanto piu ueloce, che il giro dell'huo
no
.
La forza anco, ſupponendo che il cauallo n'habbia per tre
buomini
, quando ui fuſſe parità in ogni parte, baſterà aſſai bene:
perche
le Chiocciole ſimilmente ſono tre, & la statera del cauallo,
inſieme
con quella della rocchetta, uince di quanto baſta; cioè, di
piu
di due parti di piu.
Se la liena del cauallo ſarà piu lunga, il
moto
ſarà piu facile, quanto al peſo; ma biſognerà, uolendo ſalua­
re
la uelocità nel peſo, che il cauallo s'affretti piu in caminare; per
che
ſarà piu gran giro, ne forſe meno s'affaticherà per la fretta com
men
graue peſo, che con poco piu graue, hauendo paſſo alquanto
piu
tardo.
Se il timpano ſi ſarà di piu denti, inſieme con la state­
ra
lung a del cauallo, per ſaluare l'iſteſſa uelocità, & leuare la fret­
ta
al motore, l'effetto riuſcirà in un medeſimo con quel di ſopra,
ch
'io ho lodato.
tuttauia ſi ſarà piu ſpeſa nella machina, & occu­
peraſi
piu grande ſpatio fuor di propoſito.
Se la lieua non ſarà piu
lunga
della ſouradetta, & il timpano haurà piu denti, cioè, cin­
quanta
, o ſeſſanta; allhora quanto ſi uorrebbe, che creſceſſe la ue­
locità
, tanto ſi rende difficile il moto al cauallo; ſi per lo raggio del
peſo
, che ſi fa piu lungo allargandoſi il timpano dentato, ſi per la
forza
, che non aumenta alla proportione della uelocità: ne è la
peggiore
statera di queſta, nella quale il cauallo a pena con gran­
diſſima
fatica ſi potrà mouere.
Facciaſi adunqne queſto iſtromento
con
la ſimmetria, che s'è detto poco ha.
Quiui ſarebbe tempo opportuno di diſcorrere ſe i gradi o della
forza
, o del peſo, o delle qualità naturali aggiunti inſieme ſi mol­
tiplicano
alla proportione : come ſe ad un grado di freddo ui ſe n'ag
giunga
un'altro grado pare, ſe la forza d'ambiduoi inſieme ſarà
doppia
in operatione a riſpetto d'ognuno di loro, & coſi di molte
1altre piu dubbioſe proportioni. & certo il ſaperſi di queſta mate­
ria
è molto neceſſario a tutte l'arti, che hanno il ſuo fine nell'opera­
tioni
.
ma perche io non ſcriuo queſti diſcorſi penſando, che gli
huomini
ſcientiati ui debbano porre molto studio, ma ſolamente
ho
loro raccolto quaſi alla sfuggita, per moſtrar l'uſo della Chioc­
ciola
, il quale ſeguirà piu dall'eſperienza, che da altro; io trala­
ſcierò
per hora di ragionarne: tanto piu che con uie piu neceſſaria,
& importante occaſione n'ho gia ſcritto (s'io non m'inganno) quá
to
ſi conuiene in altri libri latini, che io ho ancora per le mani, di
alcune
materie medicinali; & ſpecialmente di molte appertenenti
alle
ſublimationi: imperoche la proportione di queſti gradi a Me­
dici
ſpecialmente (benche pochi ſe ne curino) è cagione di far riu­
ſcire
effetti alcuna ſiata peſſimi nelle compoſitioni de'medicamenti,
& nell'altre coſe, che ſi generano dalla miſtione delle qualitati ele­
mentari
.
& il medeſimo auiene nell'operationi di quaſi tutte l'al­
tre
arti.
Il Monte, & il Fracaſtorio ambiduoi Veroneſi, quello
nel
ſuo libro de'medicamenti, & queſti nel trattato de'morbi con­
tagioſi
, accennarono di uoler riſoluere queſto ſoggetto tralaſciato,
od
almeno non trattato quanto ſi conuiene da Galeno, & da tutti
gli
altri buoni Scrittori antichi; & non lo compirono di fare per le
molte
occupationi, & per la morte, che loro s'interpoſe.
Io ſono
gia
tanto auanti nell'iſteſſa fatica, ch'io ſpero, ſe il Signor IDDIO
mi concederà ſolamente la metà di quegli anni, che per lo corſo na­
turale
ſi poſſono promettere alla mia temperatura, ancorche de­
bole
, di fare in modo, che ſe non perfettamente, almeno con gran­
de
utilità de gli studioſi ſarà per me trattato queſto utiliſſimo ar­
gomento
.
Hora torniamo all'organo del moto da uſarſi col caual­
lo
, la figura di cui è la ſeguente.
1
A. Chiocciole di tredici braccia di lunghezza, ſituate ſecondo la
ſua
giuſta eleuatione.
B. Rocchette fiſſe in un palo orizontale, che con un uette fiſſo nella
Cigognola
delle Chiocciole danno loro il mouimento.
C. Subbio dritto uerſo il cielo, che ſi gira di ſotto ſopra un perno
apuntato
, & di ſopra dentro ad un cerchietto di bronzo.
D. Timpano dentato.
E. Lieua a cui s'attacca il cauallo.
F. Ruota per ageuolare il moto con l'impulſione dell'aere.
G. Canale, che riceue l'acqua.
121[Figure 21]
22[Figure 22]
1
Nondimeno eſſorto tutti quelli, che ſono per ſeruirſi della Chioc­
ciola
, che piu preſto la facciano uoltare da gli huomini col uette
ſouradetto
, che da'caualli con timpani dentati: percioche oltra
che
la fabrica ſi ſarà con minor ſpeſa, & ſi potrà portare in diuerſi
luoghi
ſecondo il biſogno, non hauendoſi cagione di farla cuſtodire
tutto
l'anno; ſi potrà anco alzare l'acqua con doppio ordine, come
s
'è figurato di ſopra: il che malageuolmente ſi potrebbe ſare con
caualli
, & ſi ſchifferà il danno grande, che potrebbe molte uolte
ſeguire
, ſe rompendoſi un dente nel timpano, od un fuſo nelle roc­
chette
, ſi dimoraſſe buon ſpatio di tempo ſenza poter cauar acqua,
quando
piu ne fuſſe il diſaggio.
che certo queſti iſtr omenti da ruote,
da
denti, & da fuſa hanno quaſi ſempre biſogno di buoni maeſtri,
che
loro tengono agiuſtati, & racconciati; altrimenti ſi fermano
ſouente
ſenza poter lauorare: talche eſſendo ſoportabile la ſpeſa de
gli
huomini (come ſi moſtrerà nel terzo ragionamento) a riſpetto
del
guadagno, & riuſcendo con piu commodità, con piu facilità, et
piu
ſicuramente non poſſo ſe non ragioneuolmente conſigliare, che
ella
s'anteponga a qualunque artificio di quelle ruote dentate.
Reſta hora, che io breuemente ragioni alquanto circa due altre
conditioni
utili alla Chiocciola.
una è, di darle il moto quando ſi
uolta
da gli huomini un poco piu facile, che non è detto di ſopra.
l'altra è di ſegnare un luogo ſul Piacentino, oue aſſai ageuolmente
ella
ſi protrebbe mouere col corſo del fiume: & il medeſimo ſi fa­
rebbe
ne gli altri fiumi quando le circoſtanze fuſſero l'iſteſſe.
Quam
to
alla prima è da ſapere, che Nicolò Tartaglia ne'ſuoi queſiti, &
anco
nel trattato de'peſi, rintracciò una ragione aſſai buona, di cui
non
ne diſſe parola alcuna Ariſtotele nelle quiſtioni delle statere,
con
la quale egli prouò, che una statera di pare raggio, & uguale
peſo
nell'eſtremità de'raggi, ancorche ſia uoltata in mille parti, ri­
tornerà
ſempre da ſe steſſa, ſe coſa alcuna non la sforza, al giuſtiſ­
ſimo
equilibrio: imperoche in qualunque altro ſito fuora del perpem
dicolare
, & dell'equilibrio ſarà poſto il peſo piu eleuato di queſta
statera
, ſempre haurà ſotto di ſe lo ſpatio piu retto, per cui haurà
a
paſſare: & percio ſarà ſempre piu graue ſecondo il ſito, ſinche ſi
troui
nell'equilibrio; oue è sforzato a fermarſi ritrouandoſi ambi­
doi
li peſi in ogni coſa uguali, et per la natura della ſua piu propria
grauezza
, & per la conditione del ſito.
Da queſta ragione hanno
1cauato alcuni, che ſia bene, uolendoſi mouere un peſo in giro a porli
ſopra
almeno due di queſte statere incrocciate ad angoli retti, con
quattro
palle di peſo uguale, una per ogni eſtremità: perche dicono
che
sforzandoſi queſti peſi tornar ſempre all'equilibrio, & eſſendo­
uene
ſempre uno (ſe non in quel breuiſſimo ſpatio ch'egli è nella li­
nea
perpendicolare) che reſta di ſopra inchinato all'equilibrio, le
ſtatere
quaſi da ſe ſteſſe, o poco aiuto uoltano il peſo in giro ſopra
cui
ſon fiſſe.
Quando il peſo s'haueſſe a mouere per mezo giro ſo­
lamente
, queſta ragione ſarebbe uera anco con una ſtatera ſola; ma
douendoſi
mouere per un giro intiero, la palla, che nel mezo giro
è
ſtata in fauore nell'altro mezo s'oppone altrotanto per hauer ſito
contrario
.
& benche ſia aiutato dall'altro peſo dell'altra statera,
che
ſcende, il guadagno è maggior della perdita; & quanto ſia
per
queſta ragione tanto uiene a punto come ſe non ui fuſſero ne ſta
tere
, ne palle: ſiche queſt'opera è in tutto ſouerchia.
L'impulſione
dell
'aere fatta con forza d'un corpo graue puo bene aiutare alquam
to
; percioche l'aere di ſopra dal peſo baſſo, ſpinta dal peſo alto cac­
cia
il peſo baſſo, a cui per la ſua grauezza l'aere ſotto di lui cede
aſſai
; tanto piu quando ha incominciato a circolare, & ad ondeg­
giare
nel modo, che inſegnano i Filoſofi, & ſpecialmente Auerrois
(perche in queſta cagione è diſcordia fra Platone, & Ariſtotele)
diſputando
ſopra il moto della naue nel fiume, & della ſaetta nell'
aere
.
Piu continuo tuttauia farebbe il circolare, & l'ondeggiare
dell
'aere, ſe il corpo moſſo non uſciſſe mai dell iſteſſo luogo: come
auene
nelle ruote giuſte, & continue per ogni parte di loro: nel mo
to
delle quali l'aere rende fatica mentre che ſi taglia, ne la uelo­
cità
ſi ritarda per dar tempo all'aere, che entri nel luogo del corpo
moſſo
; accioche o non ſi dia il uacuo, od il moto in un'iſtante: dal­
che
auiene che quanto piu i raggi delle ruote Jono acuti in ambidoi
i
lati in forma di rombo, tanto meno impediſcono.
Et quádo alcuni
hanno
detto che nelle ruote da'raggi l'aere, che è nel mezo di loro
gira
come ſe fuſſe un corpo cótinuo, queſto ſi puo forſe ueriſicare nel
le
ruote che ſi mouono ſu i perni fermi, che ſopra gli aſſi mobili non
ſarebbe
uero.
Meglio adunque uerrebbe ſe ſi cóponeſſe una ruota
a
cui la Chiocciola fuſſe ſoſtegno, & ambedue ſi giraſſero ſu i perni
medeſimi
, la quale nella noſtra Chiocciola potrebbe eſſert di ſei
braccia
di diametro, nel modo figurato quì appreſſo.
123[Figure 23]
1
A. Chiocciola di tredici braccia di lunghezza.
B. Ruota per ageuolare il moto fiſſa nella Chiocciola.
C. Eleuatione dëlla Chiocciola di ſette braccia, & mezo.
Imperoche la statera di queſta ruota in ogni parte di lei ha l'equi
librio
, & non ſi mouendo mai fuora dell'iſteſſo luogo, col mouimen­
to
dell'aere fatto dalla grauezza ſua, da cui naſce il giro, gioue­
rebbe
aſſai al moto.
ilche di maniera ſi uede per eſperienza in mol­
ti
iſtromenti, che afferma l' Agricola queſte ruote in Alemagna
ſopperire
per la metà della forza del motore: percioche oue biſo­
gnano
duoi huomini ſenza la ruota, non ne ſogliono adoperare ſe
non
uno quando quella ui ſia.
Ma io non ho uoluto aggiungerui
queſta
ruota prima, perche l'huomo baſta aſſai da ſe steſſo ſenza
altro
aiuto; poi perche in ogni caſo mi piace, che queſto iſtromento
ſia
ageuole in maneggiarſi, in porſi al ſito dell'opra ſua, & in tra­
ſportarſi
ſenza impedimento, & fatica da luogo a luogo, ſecondo
l
'occaſione.
l'ho bene aggiunta nel fuſo del timpano dentato dell'
organo
del cauallo; perche quello ſi ſuppone che debba eſſere sta­
bile
, & ben cuſtodito.
Quanto alla ſeconda, ſcriue il Ceſarieſe, & ſi puo comprende­
re
da'ſegni laſciati, che gia molti anni il Po, poi che haueua laſcia­
to
Portalbera, luogo uicino ad Arena di Beccaria, ſi partiua in
tre
rami; il deſtro de'quali uenendo in giu correua lungo alla col­
lina
di Sarmedo, ſempre ſecondandola ſino a Piacenza, oue è ho­
ra
il Poggio de'Ratti, il Pizzo di San Siſto, & tutti gli altri luo­
ghi
rileuati, che allhora erano ripe.
il ſecondo paſſaua quaſi a
canto
al colle di San Colombano, dello Spedaletto, della Somaglia
del
Corno, & di tutta quella coſta, che ancora ſi uede di dal Po.
il terzo ſcendeua nel mezo di queſti duoi, quaſi nel ſito oue corre
hora
.
Da queſta diuiſione ne naſceuano tre graui danni: uno, che
eſſendo
partite l'acque, nel tempo, ch'elle ſono baſſe, il fiume non
era
nauigabile per li Burchi groſſi del ſale, et dell'altre mercantie:
onde
tutte le ſome, che ueniuano da Ferrara, da Venetia, & da gli
altri
paeſi bàſſi, ſi ſcaricauano alla Somaglia, coſi detta da queſte
ſome
, & compiuano il reſto del uiaggio per terra.
l'altro danno
era
, che nel tempo delle piene de fiume, non eſſendo ne culto, ne
1arginato il terreno, che giaceua fra un corno, & l'altro. l'acque,
ſalendo
ſopra le ripe ſi congiungeuano ſouente inſieme; & ſi per la
ſmiſurata
larghezza, come per l'inequalità dell'acqua, la quale
era
nell'alueo ſuo altiſſima, & ſopra le ripe pochiſſima, con copia
grande
di lutto, non ſi poteuano quaſi mai uaricare.
il terzo era
la
gran perdita di ſi gran ſpatio di paeſe, che non ſi poteua con utile
maggiore
della ſpeſa ne arginare da tante parti, ne coltiuare.
Il
Duca
Galeazzo Viſconte, quello che edificò il belliſſimo ponte ſul
Ticino
, & il ſuperbo palazzo del capello di Pauia; quaſi in emé­
da
della prodigalità, che egli haueua uſato in tirare un muro in
fortezza
di uenti miglia di circuito, & di piu d'altro tanto in tra­
mezi
per li parchi delle fiere; ſi deliberò con animo ueramente rea­
le
di fare un gran beneficio a'ſuoi popoli (queſta fu bene una ſpeſa
magnanima
, & degna di uero principe) liberandoli da quei primi
danni
; & eſſendo cagione, che ſi gran ſpatio di campagna ſi poteſſe
coltiuare
.
Hauendo adunque conoſciuto che il ſito lo fauoriua aſ­
ſai
, percioche il fiume oue incominciaua a partirſi haueua un pen­
dio
maggiore dell'ordinario, tirò un fortiſſimo argine da ambedue
le
ſponde, incominciando molto di ſopra, oue il fiume cadeua piu
ueloce
, a linea a poco a poco fatta retta, & quaſi pararella, ſino
alla
bocca del Tidone, & del Lambro, che è il corſo di circa ſette
miglia
: & coſi riſtrinſe tutti quei tre rami in quel di mezo, oue
ancora
ſi trouano uniti.
da indi in qua il fiume è stato nauigabile,
ſi
uarica da tutto tempo, & s'è poſto tanto terreno alla coltura, che
ſi
fa conto, che hoggidì da quello, che è fra una antica ripa, & l'al­
tra
, ſe ne caua piu di cento mila ſcudi ogni anno.
Cauò poi anco
dal
Lago maggiore queſto Principe, per fare il ſeruigio compito,
un
braccio d'acqua nauigabile, che ſi chiama il Nauiglio, & lo
conduſſe
a Milano, facendolo uicino a Pauia sboccare nel Ticino;
accioche
tutte le merci, che ſi menaſſero per Po, ſi poteſſero condur
re
ſino a Milano ſempre per acqua.
Ma poi che furono fatti li doi
fortiſſimi
argini detti, ſeguirono tre effetti: uno che il corſo del fiu­
me
muta ſito come nell'altre parti: l'altro ch'egli è uelociſſimo,
& impetuoſo; ſi perche ſcende a linea retta ſenza romperſi in an­
golo
alcuno, ſi perche cade da luogo alto, et grandiſſimo pendio:
il
terzo naſce da queſti duoi, & è che per le piene quantunque grá
diſſime
non s'alza mai l'acqua fuor delle ripe; perche la uelocità,
1& rettitudine del corſo, la porta uia tutta ancorche copioſiſſima.
Et per cio dal Tidone, ſino ad Arena, non ſi fanno argini in alcun
luogo
.
di ſotto dal Tidone la decaduta è minore, il corſo è torto,
& rotto da gli angoli, & percio il fiume ſi rallenta, & stagnando
alquanto
, ſalta fuor delle ripe, ſiche ui biſognano gli argini a rite­
nerlo
.
Se uno ſarà alla bocca del Tidone in mezo del Po, guardando
in
ſu, uedrà ſino a Portalbera a linea retta, ſenza hauere impedi­
mento
alcuno: il che forſe per ſi lungo ſpatio non auiene in altra
parte
di queſto fiume: ne auerrebbe quì, ſe non ui fuſſe interuenuto
la
magnammità di quello honoratiſſimo Principe.
Le ripe di que­
ſto
tratto ſino ad Arena ſono alte, & il fondo del fiume oue comin
cia
in maggior pendio è piu alto alla liuella (come io prouai di du­
gento
in dugento braccia col cherobare, & col traguardo) che il
piano
del poggio di San Siſto: in manier a che ſe ſi poteſſe far la ſpe
ſa
de gli argini, & de'cauamenti, & ſpecialmente delli gatti, per
paſſare
i terreni, che ui ſono in mezo, ſi tirerebbe l'acqua a Pia­
cenza
(quanto ſia per la decaduta) poi che fuſſe alzata ſopra le
ripe
.
In queſto luogo adunque, oue le ripe ſono ferme, il corſo del­
l
'acqua stabile, & il fiume non eſce mai fuora del ſuo letto ordina­
rio
, non ſarebbe contra ragione il fare alcune machine ſoſtenute
dalle
barche, come ſi fanno i molini: ſopra le quali, con l'aiuto de
le
ruote uoltate dal corſo impetuoſo del fiume, ſi giraſſero le chioc­
chiole
proportionate all'altezza delle ripe, & alla forza del mo­
tore
.
ilche facilmente ſi potrebbe ordinare da chi intendeſſe queſto
magiſtero
, potendoſi con quelle dar l'acqua a tutto il terreno, che è
fra
il Tidone, la collina, & il Po.
Ma poſcia che queſte conditioni
non
poſſono eſſere uniuerſalmente per tutto, & il far la ſpeſa con
molte
machine ſul fiume, ſarebbe opera piu preſto da qualche gran
Principe
denaroſo, che da priuati; ſarà bene per hora appigliarſi
alla
Chiocciola moſſa da gli huomini, nel modo detto piu auanti:
perche
coſi l'impreſa è piu ſicura, ſi puo ſituare la Chiocciola in
ogni
luogo, la ſpeſa è pochiſſima in fabricarla, & oltra ad ogni ſpe
ſa
in mantenerla, l'entrata per la maggior parte ſi raddoppia.
Legga il ſeguente diſcorſo, chi cio uorrà uedere, & toccare chia­
ramente
.
IL FINE.
1
DE' TRE DISCORSI SOPRA
IL
MODO D'ALZAR ACQVE
DA
' LVOGHI BASSI.
24[Figure 24]
DISCORSO TERZO.
IO SO, CHE dalla maggior parte di
coloro
, che leggono queſti miei ragio­
namenti
, ſono aſpettato a queſta ulti­
ma
parte, come ad ultimo fine della
machina
, & delle tante ragioni, che
di
ſopra ſi ſono annouerate: impero­
che
poco è il numero di quelli, che ne
diſcorſi
delle coſe, il fine delle quali è
l
'operatione, apprezzino la uaghez­
za
delle cagioni loro; ſe non ne ueggono poi ſubito ſeguire utilità
alcuna
manifeſta, & approuata dall'eſperienza.
Gli huomini,
per
lo piu, con un certo iſtinto ſeguendo l'auiſo di Socrate, laſciano
le
ſpeculationi a quelli ſpiriti, che non diſtratti dalla neceſſità delle
conditioni
conſeruatrici della uita ciuile, tentano quaſi traſmutarſi
nella
natura delle menti celeſti; & piu preſto appigliandoſi all'ope­
rationi
, cercano quanto prima di conoſcerne l'uſo, per conſeguirne
piu
uicino, che ſia poſſibile, l'utilità, che da principio ſi propoſero.
Ma io non uorrei dare occaſione a qualchuno di queſti prattici del
mondo
, che diceſſe a me quaſi nell'iſteſſo modo, benche in diuerſo
ſoggetto
, cio che fu riſpoſto a quel gran filoſofo Atenieſe da un Spar
tano
del tutt o ignorante delle ſcienze: percioche dicendogli il Fi­
loſofo
, che ſi marauigliaua, che in Iſparta non ui fuſſe alcuno, che
ſapeſſe
rendere ragione della ſcienza ciuile, o ſapeſſe le cagioni de
le
uirtù morali, delle quali è conueneuole, che ſia ornato l'ammo
noſtro
: riſpoſe lui lo Spartano, & io mi marauiglio aſſai piu, che
in
Iſparta, oue non ſi ſa diſputare delle uirtù, & de'uitij, ſieno per
la
maggior parte huomini di buoni coſtumi, & ſi uiua generalmen-
1te ſecondo la forma delle buone leggi; & in Atene, oue da tutte
l
'hore s'imparano le ſcienze, & le cagioni del bene operare, ſiene
quaſi
tutti gli huomini, & ſpecialmente i Filoſofi, ſcelerati, & di
uita
stranamente diſſoluta.
Conchiudendo per tal riſpoſta, che al­
tro
èil diſcorrere con ragione nell'operotioni, altro il porle in eſſe­
cutione
.
Gioua alcun a uolta piu, come dice Ariſtotele, nell'arti
una
buona prattica, & conſuetudine di bene operare; & un lungo
uſo
confermato, da molte eſperienze; che la ſola ſpeculàtione, non
approuata
da uarij effetti caduti, ſecondo l'ordine della ragione:
percio
io dopo il diſcorſo dellè ragioni, me ne uengo in queſta par­
te
, come ho fatto nella fabrica della Chiocciola, & dell'organo del
moto
ſuo, alla proua, & a gli effetti promeſſi da quelle.
Farò
adunque
il conto in queſto terzo ragionamento dell'utile, & del
danno
, che puo ſeguire dall'uſo della Chiocciola; per quelli acci­
denti
, che tutto ſi ueggono per eſperienza: & poi diròin quai
luoghi
ella ſi uederà in queſti principij lauorare, & produrre l'
tilità
, che hauremo conchiuſo, che ne debba riuſcire.
Ma perche
l
'utilità puo eſſere di tre ſorti, una circa l'entrata dell'agricoltura,
ſottrati
che ſaranno tutti li danni, & tutte le ſpeſe: l'altra circa
la
ſanità de'corpi noſtri: la terza circa il beneficio publico, che
appertiene
all'uſicio de'magiſtrati: percio di parte in parte ſuccin­
tamente
moſtreremo la uerità d'ognuna di loro.
Gia è conchiuſo di ſopra, che la Chiocciola noſtra alza almeno
dodici
oncie d'acqua ſecondo la miſura Piacentina, alta circa ſette
braccia
.
che ſi puo mouere da un'huomo di mediocre lena. che ſi
puo
ſituare in ogni luogo, & in tutte l'acque & correnti, & mor­
te
.
che ſi puo raddoppiare, & triplicare il moto ſino all'altezza
di
circa uenti braccia.
& che ſi puo traſportare da luogo a luogo,
& ſerbare in ſicuro per ogni pericolo.
Hora paſſiamo piu auanti
ad
eſſaminare certi altri capi, che o concorrono neceſſariamente
alla
generatione del guadagno, od almeno le portano grandiſſima
commodità
.
Primieramente dico, che le dodici oncie d'acqua, cherieſcono,
& paſſano per la Chiocciola quando ſi moue con la uelocità, che le
puo
dare un'huomo di mediocre lena, che s'habbia a mantenere;
hanno
piu ueloce il corſo, che da'Geometri, & da gli Architetti
non
ſi ſuole aſſegnare ordinariamente al moto dell'acque.
Lami-
1nor decaduta ſecondo loro, come accennai di ſopra, è per ogni otto
stadi
un piede: la maggiore, ne'fiumi nauigabili non dee eſſere per
ogni
otto stadi piu di ſei piedi; perche eſſendo piu, le naui non po­
tranno
commodamente eſſere tirate contra il corſo del fiume.
Vi­
truuio
ne a gli acquedotti, per ogni cento piedi, almeno mezo
piede
: la qual regola uince ogni commune eſperienza, & ſe fuſſe
oſſeruata
, di rado ſi potrebbono condurre l'acque per lungo ſpatio
da
luogo a luogo, auenga che di rado ſi trouano ſiti di tanto pendio.
Non ſi ſarebbe gia potuto fare con quella il Nauiglio di Milano,
il
quale, come ſcriue il Ceſarieſe, che fu preſente mentre ſi com­
paſſaua
la decaduta di lui col cherobare, hebbe fra le quattro parti
piu
delle tre meno, che non ſcriue Vitruuio, & uenne beniſſmo:
in
modo che chi glie n'haueſſe uoluto dar piu, il ſito non l'haurebbe
ſopportato
.
Ma la Chiocciola uince di gran lunga in decaduta la
ſmiſurata
regola di Vitruuio: perche eſſendo lunga tredici braccia
in
circa uenti braccia di lunghezza computato il riuolgimento del
uerme
, ha piu di cinque oncie di pendio; ſi che n'ha quaſi tanto,
come
ſe ſecondo il precetto di Vitruuio haueſſe lunghezza di piu
di
ottanta braccia.
E'poi coſa chiara, il che s'è moſtrato piu adie­
tro
, che uincendo l'acqua in corſo, uince in quantità: adunque
queſte
dodici oncie riuſciranno a molto maggiore quantità, che
quelle
del corſo ordinario.
Oltre a cio faccio ſapere, perche n'ho le miſure, che per ordina­
rio
le ripe del Po, quando l'acqua è piu baſſa, non ſono molto piu
alte
di tredici braccia Piacentine, & ricercano duoi ordini di
chiocciole
.
ma quelle de gli altri fiumi come il Tanaro, l'Ambro
l
'Adda, l'Oglio, & altri tali non paſſano in molti luoghi l'altez­
za
di ſette braccia, alla quale un'ordine ſolo di chiocciole baſterà.
il che è anco in alcune acque morte, o poco correnti; come è nella
morticcia
, & altre ſimili.
Di piu, ſi ſa da ognuno, che habbia qualche prattica dell'agri­
coltura
, che un canale da prato di ſeſſanta oncie d'acqua ſecondo la
miſura
Piacentina, che ſono tre oncie, & tre quarti Milaneſi, an­
corche
non ſia dell'acqua di Po, la quale è graſſiſſima, adacquerà
in
un giorno naturale, cioè, in uentiquattro hore, circa cento per­
tiche
di terreno; ſe bene egli non ſarà di ſua natura molto humido;
perche
per ordinario n'adacquerà per ogni ſei hore xxy.
pertiche.
1
E'ancora manifeſto, che communemente a i prati non ſi ſuol dar
l
'acqua ſe non ogni quindeci giorni una uölta, & che non ſentono
ſiccità
d'importanza, pur che ſiono adacquati due uolte per ogni
meſe
.
dalle quali due poſitioni ſi conchiude, che un canale da pra­
to
d' acqua, correndo continuamente, adacquerà ogni quindici
giorni
una uolta mille cinquecento pertiche di terra, cioè, cento
per
ogni giorno; & ritornando di nuouo non laſcierà loro manca­
re
mai l'acqua per tutti li biſogni.
Similmente ſi ſa, che per ordinario a i prati, & ſpecialmente
a
quelli, che fuſſero lungo il Po, oue il terreno è aſſai humido, non
s
'incomincia a dar l'acqua, ſe non da mezo Maggio, ſino a mezo
Agoſto
; che è lo ſpatio di tre meſi.
talche ſonente il primo fieno
ſi
taglia ſenza acqua, & la ſiccità ſi ſente ſolamente nel ſecondo,
& nel terzo.
Si puo anco facilmente far conto, che cauando una chiocciola
dodici
oncie d'acqua, cinque chiocciole ne caucranno con un moto
ſolo
, cioè, all'altezza di circa ſette braccia, ſeſſanta oncie, che ſo­
no
il canale da prato detto di ſopra: onde ui biſogneranno cinque
huomini
per uoltarle.
ma accioche queſti habbiano tempo di man
giare
, di dormire, & di riſtorarſi, ſarà bene a poruene altri cin­
que
; li quali di quattro in quattro hore ſottentrino a queſta medio
cre
fatica, & facciano correre l'acqua il giorno, & la notte con­
tinuamente
, & con facilità maggiore, che non è ſegare il fieno, &
fare
l'altre opere ruſticali.
Queſti dieci huomini dando loro il lauoro per tre meſi continui,
è
ſenza dubbio, che ſacendoſi le ſpeſe da loro iſteſſi, ſi pagheranno
con
tre ſcudi al meſe per ciaſcheduno, a fare il partito graſſo: &
coſi
dando ſpeſa di trenta ſcudi ogni meſe, in tre meſi coſteranno
nouanta
ſcudi, che ſono, a ſei libre l'uno, libre cinquecento quaran­
ta
.
E'uero che i Gentilhuomini per la maggior parte loro condu­
ranno
con aſſai minor prezzo, ſeruendoſi di quei ſuoi lauoranti,
che
ſul Piaccntino ſi chiamano Brazzenti.
Nell'iſteſſo modo è chiaro, che ogni pertica di terra, a cui non
manchi
mai acqua, per tutti li tre tagli dell'herba, produce alme­
no
un terzo di carro di fieno ogni anno, oltra li paſcoli delli quar­
tiruoli
; ſi che mille cinquecento pertiche produranno almeno cin­
quecento
carri di fieno.
1
S'è ancora prouato, che da molti anni in quà il ſieno non s'èmai
uenduto
manco di uenti libre per carro, & molte fiate s'èuenduto
uenticinque
, & trenta libre.
tuttauia in queſto conto pongaſi al
minor
prezzo, che ſi poſſa, & ſia libre ſedici per carro: di manie­
ra
, che cinquecento carra ſi uenderanno alla Caſſina almeno libre
ottomila
, & tanto ſi cauerà almeno di mille cinquecento pertiche
di
prato.
Ora conuiene ſottraggere prima cio che ſi cauaua del terreno
auanti
che fuſſe prato; che al piu, ſecondo il commune uſo, è libre
due
per pertica: abenche la maggior parte del terreno, che s'affit­
ta
, quando è del tutto ſenza acqua, paſſa di poco tre reali per per­
tica
.
coſi mille cinquecento pertiche rendeuano libre tremila.
Aggiungaſi a queſte la ſpeſa de gli huomini, che mouono le
Chiocciole
dette di ſopra, che è in un moto ſolo libre cinquecento
quaranta
: ſi che in tutto ſono libre tremila cinquecento quaranta:
& in duoi moti libre mille ottanta.
in tutto libre quattro mila
ottanta
.
La ſpeſa dell'agricoltura in acconciare li prati, tagliare il fieno,
condurlo
alle caſſine, dare il ledame, & altre ſimili coſe, anch'eſſa
deue
eſſere ſottrata: & ne i prati, che ſi chiamano prata, quaſi
parata
, non puo eſſere di piu che ſette ſoldi per pertica, o circa.
&
ſono
in mille cinquecento pertiche libre ciuquecento uenticinque.
in tutto ſono libre quattromila cinquecento cinque.
Si puo dare per le ſpeſe di acconciare, & raſſettare le Chioccio­
le
ogni anno ſottoſopra al piu un ſcudo per ciaſcheduna: perche ſo­
no
fortiſſime, & in maniera ben formate, che ne per lungo uſo, ne
per
ogni gran percoſſa ſi potrebbono guaſtare in coſa di molta im­
portanza
.
Li perni che ſi logorano piu di qualunque altra coſa,
ſono
in maniera temperati, & ben poſti, che ſi poſſono leuare con
pochiſſima
fatica, & ſpeſa, baſtando che s'acconcino una uolta
l
'anno prima che ſi pongano all'opera.
La coperta ancora benche
ſia
artificioſamente, & fortemente stabilita, s'alza nondimeno
ageuolmente
; & percio ſi puo anco fare prouedimento dentro nell'
anima
, & ne'riuolgimenti de'uermi, con non molta induſtria: in
modo
che ogni ordinario maeſtro ſarà a propoſito per cio fare.
Et
ſi
uedrà per eſperienza, che una Chiocciola ben tenuta ſarà buona
opera
per piu di uenti anni.
la qual conditione non è ancora stata
1uiſta in alcuna dell'altre machine uſate ſino a queſti tempi. Adun­
que
coſtando la ſpeſa del racconciarla, & raſſettarla dieci ſcudi, il
tutto
ſarà libre quattromila cinquecento ſeſſanta cinque.
Diaſi anco per le ſpefe di nettare li canali, & pagare, come ſi
dice
il Camparo, o cuſtode dell'acqua, libre cento cinquanta: cl e
ſaranno
libre quattromila ſettecento quindici.
tuttauia la ſpeſa de
canali
dell'acqua, coloro che l'hanno uicina al ſuo terreno, & ſi l
fatto
iſteſſo, non ſarà di conſideratione, & ſi puo hauere come io
dirò
in certi auertimenti di ſotto.
Le libre dugento ottanta cinque, che auanzano a compire la
ſomma
di libre cinque mila, ſi poſſono mettere a conto del premio
dell
'inuentione ſecondo la forma de'priuilegij ottenuti: ancora che
come
ho gia detto, l'animo mio non ſia di farne mercatantia.
Dalle cinque ſino alle ottomila libre, tutto s'auanza. & alla
perfine
ſi comprende, che il terreno, che al piu rendeua libre tre­
mila
, con l'aiuto della Chiocciola ſottratto ogni danno, & ogni
ſpeſa
(laſcio il prezzo dell'acqua publica per chi n'haurà biſogno,
perche
non e mio ufficio a ragionarne) renderà libre ſeimila, &
almeno
, oue anco ſaranno neceſſarij duoi moti, raddoppierà l'en­
trata
: che oue non ſarà meſtieri hauerne ſe non uno, s'auanzerà
di
piu la ſpeſa di dieci huomini per tre meſi, & la ſpeſa di cinque
ſcudi
meno, ſcritta per racconciare le Chiocciole.
& ſarebbeno in
tutto
libre cinquecento ſettanta di piu.
Qual utile dunque ne ſe­
guirebbe
ſe il fieno ſi uendeſſe uenti, & uenticinque libre per car­
ro
, come è auenuto molte uolte?
Facciane il conto chi uuole, che a
me
baſta hauerlo fatto ſul minor prezzo, & ſule maggiori ſpeſe.
Non uoglio laſciare, dopo il ſouraſcritto conto, di dare alcuni
utili
auertimenti nel preſente negocio.
& ſono queſti.
Che le ripe del Po, per eſſere state inondate, & alzate dalla
piena
del fiume, ſono piu alte alla liuella di tutti li campi, che ſono
dentro
alli duoi colli detti alla fine del ſecondo ragionamento: auen­
ga
che per eſſere queſti campi difeſi da gli argini, non ſonoeleuati
dal
fango al pare delle ripe, che ſono fra gli argini, & il fiume.
il
che
ſarà di hiouamento a dar la decaduta facile all'acqua, poi che
ſarà
tirata ſule ripe.
& il medeſimo dico de gli altri fiumi argi­
nati
, percioche oue non ſia queſto uantaggio, ſarà neceſſario alzar
l
'acqua tanto ſopra il piano delle ripe, quanto ſarà aſſai per dare la
1decaduta ragioneuole alla lunghezza del canale, che ſi uorràfare.
Che ui ſono molte bocche di torrenti, le quali hanno di continuo
copia
d'acqua ſorgente, & le cui ripe non ſono alte piu di dieci
braccia
, o circa: come ſono la bocca del Tidone alla Seccamelega,
la
bocca della Ragnatella da Calendaſco in giù, la bocca della Nu­
ra
da Roncaglia in giù, la bocca della Chiauena da Caorſo in giù,
& altre d'altri ſimili in diuerſi luoghi.
Che uicino a'ſiumi ui ſono molti stagni, foſſe, & lagune abon­
danti
d'acqua; la quale ſe ſi cauaſſe, di nuouo tornerebbe per le
uene
ſotterranee, ne mancherebbe mai; poſcia ehe ſempre ſcema­
no
, & creſcono ſecondo lo ſcemare, & il creſcere del fiume: & pa­
rimente
hanno le ripe ſecondo l'altezza delle ripe del fiume.
Che niſſun pozzo uicino a'ſiumi ha maggior proſondità quan­
do
l'acqua ſua è piu baſſa, dalla ſuperficie del terreno alla ſuperfi­
cie
di lei, di quella delle ripe del fiume uicino: uotandoſi anco que­
ſti
pozzi, & riempendoſi alla liuella della ſuperficie del fiume.
Dal che ſi conoſce, che chi non è lontano da'fiumi, & uoleſſe hauer
l
'acqua dal ſuo iſteſſo terreno nel fatto proprio, non accaderebbe,
che
faceſſe altro, che una foſſa profonda alla liuella del fondo del
fiume
, in cui ſituaſſe le Chiocciole: perche coſi facendo cauerebbe
quant
'acqua le fuſſe commoda, entrandone di continuo altratanta
dal
fiume per le uene ſotterranee.
& queſto ſi uede ogni per eſpe
rienza
nelle foſſe cauate accidentalmente dalle piene del fiume.
E'ben uero, che l'acqua non puo eſſere graſſa al pari di quella del
ſiume
, & ſpecialmente del Po; perche laſcia gran parte della ſua
graſſezza
per la rena, & per li pori di ſotterra.
Che ſenza pericolo alcuno di mal'euento, o diſaſtro importante
ſi
poſſono fare foſſe, che uenghino da'ſiumi ſin dentro a gli argini
loro
, & portino tant'acqua continuamente quanta baſterà per lo
biſogno
: perche ſi uede nel Po oue è rapaciſſimo, che con tutto che
ui
ſieno li canali delli riſiuti d'alcune acque ſorgenti, & d'alcuni
ſcolatori
, che ſi uniſcono con l'acqua del fiume, non per queſto ne
ſegue
danno di conſideratione: ma molto meno ne ſeguirebbe, ſe
ſecondo
la uera ragione d'agricoltura, fuſſero cauati non ad ango­
lo
retto, come ſono, ma ad angolo acuto tirato dal fiume all'argine
con
linea contraria al corſo dell'acqua.
Che per uigore delle leggi municipali, & per conſuetudine an-
1tica ognuno è tenuto a concedere il paſſaggio ſul ſuo terreno all'ac­
que
, che ſi conducono: pur che i canali ſi facciano con manco
danno
, che ſi puo; & ſi paghi il terreno occupato, o ſi concedino le
quindecine
a coloro per lo terreno de'quali ſi fanno paſſar l'acque.
Nondimeno chi uorrà cauar le foſſe ſul ſuo campo ſino alla liuella
del
fondo del fiume uicino, haurà l'acqua in fatto ſenza ſpeſa di far
canali
, & ſenza ſeruirſi di quelle leggi, od hauer cagione di farla
cuſtodire
, accioche non li ſia inuolata, & diuertita per lo uiaggio.
Che la machina atta a leuare un canale d'acqua ſouradetto, ſi
fabrichera
con iſpeſa di dugento cinquanta ſeudi, o circa; compu­
tato
ogni coſa, eccetto laſpeſa del cauare le foſſe, & di farle il co­
perchio
delle cannuccie, o della paglia, che ſarà di pochiſſima con­
ſideratione
: & coſi l'auanzo del primo anno, paſſerà la ſpeſa del­
la
machina, & d'ogni altra coſa, che poſſa correre.
Che facendoſi le foſſe ſul terreno, che ſi uuole adacquare, non ſi
perderà
punto d'acqua per le uene delli canali, che a cuna ſiata ne
aſciugano
gran quantità.
Che ſe non ſi uorrà mettere all'opera cinque Chiocciole per un
canale
d'acqua, ſe ne potrà mettere tre, & due, ſecondo il numero
delle
pertiche, che ſi uorranno traſinutare in prato, & ogni coſa
ſeguirà
quaſi alla proportione: ſe non che dicono gli eſperti dell'
gricoltura
, che maggior quantità d'acqua bagna alquanto piu che
alla
proportione: cioè, ſe mezo canale ne bagna cinquecento per­
tiche
, un canale ne bagnerà piu di mille.
il che ſe ſia uero, & on­
de
naſca, importa poco a cercarlo di preſente, ne ſarebbe tempo
hora
trattarne come ſi conuerrebbe.
Che l'acque piouute, & ſorgenti ſi potrebbono con queſto iſtro­
mento
leuar dalle campagne, che naturalmente non poſſono dare
loro
la decaduta, & percio reſtano ſenza coltura.
ilche auiene in
moltiſſimi
luoghi del Padouano, del Ferrareſe, del Mantouano,
del
Rauennate, & di quaſi tutti i paeſi piu baſſi, con grandiſſimo
danno
de'loro habitanti.
& tuttauia con pochiſſima ſpeſa a riſpet­
to
dell'utile, col mezo della noſtra Chiocciola, s'aſciugherebbono
per
la maggior parte.
tanto piu in tutti quei luoghi (& di queſti
n
'ho uiſti, & miſurati molti) oue la maggiore altezza a cui biſo­
gnaſſe
alzar l'acque, non paſſa mai ſette braccia, che è ſolamente
un
'ordine di Chiocciole.
ma in alcuni terreni l'acqua piouuta è ſi
1poca, & con ſi poca eleuatione ſe le darebbe in molti modi il de­
corſo
, che hora, che ſarà manifeſtato queſto ordigno ſi facile, &
ſicuro
in ogni coſa, ſaranno piu preſto d'accuſarſi di groſſiſſima
ignoranza
, o di traſcuraggine, o di troppa morbidezza quei pa­
droni
, che non ui faranno prouedimento, che da iſcuſarſi per l'im­
portanza
, o per la difficultà.
Tuttauia non uorrei, che alcuno ſi
perſuadeſſe
, che nelle ualli uicino al mare, oue ſon certi coperchi di
terra
grandi, & continui, che quaſi montano ſopra l'acqua, & ſi
chiamano
Cori, o doue un qualche fiume uicino, di queſti che ſono
quaſi
ſoſtenuti da gli argini in aere, accioche piu facilmente sboc­
chino
in mare, manda l'acque ſorgenti in gran copia alle campa­
gne
piu baſſe; ne queſto, ne altro iſtromento fuſſe per leuar l'acqua,
che
di continuo in tanta quantità u'abonderebbe, quanta ne fuſſe
rimoſſa
: percioche in queſti luoghi l'acqua non pare molta, ne mol­
to
alta; perche conuiene che stia alla liuella dell'origine ſua.
& ſe
cio
non fuſſe, altiſſima ſempre ſarebbe, per la detta origine, che
ſempre
maggior copia ne manderebbe: onde quanto ſe ne leuaſſe,
tanto
ne ſottentrerebbe all'iſteſſa liuella.
Et queſta è la ragione per
cui
di ſopra ho lodato il cauar le foſſe alla liuella del fondo de'fiumi
uicini
, per hauer acqua continua da alzarſi per adacquar terreni.
Solamente ſi puo ſicuramente promettere effetto utiliſſimo oue ſi
uede
o che le uene dell'acqua ſorgente non ſono gagliardiſſime, o che
il
decorſo naturalmente non ſi puo dar libero all'acque piouute.
Vltimamente, che con queſti iſtromenti ſi potrebbe mandare
l
'acqua per Roma del Teuere, per Ferrara del Po, & per altre
Città
da altri fiumi, od acque di qualunque ſorte per uſo delle caſe
de
'priuati, & de'giardini, con aſſai minor ſpeſa, che non ſi fa por­
tandoſi
da'ſomari, & da gli huomini: percioche pochiſſimi huo­
mini
, o caualli a riſpetto di quelli, che hora ui biſognano, baſte­
rebbono
a uoltar le Chiocciole per alzar l'acqua, la quale ſcorre­
rebbe
poi da ſe stoſſa a i luoghi ordinati.
Et ſin quì ſia detto aſſai
circa
le ſpeſe, & il guadagno.
Quanto poi al danno della ſanità, io non uorrei, che per la com
modità
della Chiocciola, & per l'auaritia de gli huomini ſi faceſ­
ſero
troppo numeroſi, & capaci ſeminati di riſo.
E'uero che una
Chiocciola
ſola lauorando di continuo porgerebbe quanta acqua ſi
ricercaſſe
ad ogni gran campo di queſia ſemenza.
ma ſe cio ſi fa-
1ceſſe in troppo ſpeſſi luoghi, il danno publico ſenza uerun dubbio
ſarebbe
da proporſi al guadagno de'priuati: imperoche richieden­
do
la coltura del riſo, che ſempre le campagne ſieno molte morbi­
de
, & quaſi coperte d'acqua, in foggia di poco profonde paludi,
non
ſarebbe ſe non da temere, che tale humidità riſcaldata, & non
diſcipata
da'raggi del ſole, cagionaſſe putrefatione nell'aere, &
fuſſe
origine a'uicini habitatori di qualche infirmità uniuerſale, &
pericoloſa
; in quei luoghi ſpecialmente che non ſono eſpoſti a'uenti
ſettentrionali
: percioche in quelli, a'quali quei ſignoreggiano, la­
humidità
dell'aere ſi conſuma, & non ui puo ſeguire danno di con­
ſideratione
: come ben ſi legge appreſſo di Strabone autore grauiſ­
ſimo
d'Aleſſandria maggiore in Egitto, & di Rauenna in Italia,
con
le quali ſi puo anco annouerare Venetia: percioche con tutto
che
ſieno edificate in mezo alle paludi, & di ragione doueſſero eſ­
ſere
ſottopoſte a malattie pericoloſiſſime, ſi preſeruano nondimeno
con
l'aiuto de'uenti freddi, & ſecchi boreali, che ſouente ſoffiano in
quelle
regioni.
abenche la Pigneta maggiore piantata da'tempi
di
Strabone in qua, ha nociuto aſſai a Rauenna, talche per molti
anni
ſin che a poco a poco ſi ſono aſciute, & alzate moltiſſime pa­
ludi
, è dimorata con l'aere ſopra modo mal ſano.
& quindi auiene
anco
che l'aere di Piacenza noſtra è aſſai ſalubre: concioſia che
dalla
parte d'Auſtro, uento pernicioſo, è difeſa dalle montagne, &
con
la ſelua piantata nel terrapieno delle mura; & dalla parte di
Settentrione
, che è in luogo aſſai eminente uerſo il Po, l'è ſgombra­
ta
ogni humidità, & corruttione dal Rouaio, che quaſi di continuo
ui
percuote.
il che ſi prouò manifeſtamente nella state paſſata, da
la
quale, eſſendo ella ſeguita ad uno uerno humido con poco freddo,
& ad una primauera tutta acquidoſa, & humidiſſima, ſi doueua­
no
aſpettare generalmente tutte quelle infirmità, delle quali ragio
na
Hipocrate in queſto caſo nel terzo de'ſuoi Aforiſmi.
& non­
dimeno
per la forza di queſti uenti di Settentrione, che nel princi­
pio
della state regnarono per molti giorni in queſta città, auenne
che
da molti anni in qua non ſia mai stato minor numero di malati
dentro
a lei, che ne i meſi della state paſſata.
& per lo contrario,
nelle
città uicine, come Pauia, & Cremona, le quali piu preſto
ſono
eſpoſte a'fiati de'uenti auſtrali, ue ne ſono morti tanti de'po­
ueri
, & de'ricchi, che è stato giudicato da gli huomini periti una
1meza peſtilenza. In queſti luoghi adunque non boreali, non ſi
facciano
riſari troppo ſpeſſi, ſe gia da ſua natura il ſito non fuſſe
tanto
arſiccio, che una ragioneuole humidità portaſſe piu preſto
qualche
temperamento ne'ſecchiſſimi giorni della state, che altri­
menti
.
non è coſi ne'prati, perche non s'adacquano ſe non ogni
quindeci
giorni una uolta, & l'humido loro non è paludoſo, ne tale
che
non ſi poſſa ageuolmente diſſoluere da'raggi del ſole: anzi ſe le
campagne
de'prati fuſſero grandiſſime, & adacquate ogni quindi­
ci
giorni una fiata, porterebbono queſta utilità, che l'aere tempe­
rato
da'uapori loro, non ſarebbe ſouerchiamente ſecco, ſi che fuſſe
di
eſtremo danno alla ſalute de gli animali: potendo anco dare oc­
caſione
, che talhora ſi leuaſſero uapori piaceuoli dalla terra, li
quali
nella meza regione dell'aere conuertiti in acqua, ſcendeſſero
di
nuouo in quelle pioggie, che ſono tanto deſiderate nelle ſecchiſ­
ſime
, & caldiſſime stagioni.
le quali pioggie tanto piu ſarebbeno
utili
, quanto meno haurebbeno di quel ſapore amaro, che, come
dice
Teofraſto, ſogliono hauere, quando per gran forza del calore
del
ſole ſono tirati uapori aduſti dall'arſiccio, & quaſi in tutto ab­
bruggiato
terreno, & traſmutati in pioggia amara, et molto dan­
noſa
ſi per dar l'humido alle piante, & per dar l'acqua, che ſi be­
ue
a'pozzi, & alle ciſterne, come per alzare un quaſi fuoco naſco­
ſto
nell'aere, nimiciſſimo al fonte della uita, & al fine della reſpi­
ratione
.
In ſomma il beneficio, che ci promettono i precetti di
Aetio
, & di tutti li medici di maggiore autorità, quando uoglio­
no
, che ne'tempi caldiſſimi bene inaffiate le stanze de gli amalati
di
febri acute, ſi puo generalmente aſpettare dall'inacquarſi le can­
pagne
al tempo della state.
Solamente ſi potrebbe dubitare, che
eſſendoui
grandiſſima copia di fieno, & conſeguentemente di leda­
me
fatto da gli armenti, che lo mangiaſſero, non ſi generaſſero poi
anco
quei danni, che poſſono nuocere alla ſanità de gli huomini per
l
'abondante stercoratione.
Io ſò, che Heſiodo ne'ſuoi libri della
agricoltura
è stato lodato da molti buoni, & graui Filoſofi, per­
che
non fece memoria alcuna dello sterquilinio; giudicandoſi, che
egli
drizzaſſe piu preſto i ſuoi documenti alla ſanità de gli huomi­
ni
, che all'abondanza, & alla ricchezza: concioſia, che ſe bene
dal
ledame ne uenga maggior copia de'frutti della terra, pure eſſi
hanno
poi com ſeco l'humido col quale ſi ſono paſciuti, & accreſciuti
1putrido, pien di lezzo, & molto auerſarlo al nutrimento del ca­
tor
uitale.
ma io gia duoi anni a queſto difetto propoſi un rimedio
approuato
di commune concordia dalle conſultationi di tre collegij
di
Medici di Padua, di Pauia, & di Piacenza, come ne ſono te­
ſtimonij
l'Eccellenza dell'Illuſtriſs. Sig. il Duca noſtro, l'Eccellente
& Illuſtre Sig. Domenico della Torre Luogotenente di quella nel
Conſiglio
di giuſtitia, & della Camera; alla cui ſcienza, pruden­
za
, & bontà ogni coſa ſi puo credere, & diferire: l'Illuſtre, &
Hccellente
Conſigliere il Sig. Bartolomeo Turchi Veroneſe, & gli
Eccellenti
Medici del collegio noſtro, che tutti l'hanno lette, & ot­
timamente
conſiderate.
percio io aſpettando qualche migliore oc­
caſione
non dirò ſoura cio per hora altro, ſe non che ſi grande è l'in­
gordiggia
d'alcuni, che ancorche non ſi fuſſe propoſto prouedimen­
to
ueruno, reſto ſicuriſſimo, che non reſterebbono per queſto, pur­
che
per altro tenghino la Chiocciola al propoſito dell'utile loro, di
ſeruirſi
di lei, & far quanto maggior cumulo di ledame fuſſe loro
poſſibile
.
Due altre dannoſe oppoſitioni mi furo no fatte gia un'anno fa,
(queſta parte è quella, ch'io diſſi, che apperteneua alla cura de'
Magiſtrati
) una nel Conſiglio dell'entrate staordinarie di Milano
dall
'Eccellente, & Illuſtre Sig. Aleſſandro Archinto; l'altra in
Ferrara
da uno intendente Gentilhuomo di S.E. L'Archinto poi
che
hebbe ottimamente capito, & conſiderato il magiſtero di que­
ſta
machina, Per mia fe, diſſe, ſi ſperare, che queſto debba eſſe­
re
uno utiliſſimo ritrouato per li prati; ma per le biade, dell'abon­
danza
, delle quali queſto noſtro Magiſtrato ne tiene ſpecialiſſima
cura
, ſarà tutto l'oppoſito: poſcia che il terreno, che ſi conuertirà
in
prati potrebbe facilmente eſſer tanto, che leuandoſi lui con que­
ſta
commodità dalla coltura delle biade, il reſto forſe non baſterà
per
l'abondanza dello Stato.
& ſarebbe pur meglio, ſpecialmente
per
li poueri, che loro mancaſſe piu preſto la carne, & il formag­
gio
, che il pane.
Prima che il Lodeggiano haueſſe l'acqua tirata
dalla
Muzza ſempre era diuitioſo d'ogni ſorte di biade: poi che la
maggior
parte di lui fu conuertito in prati, per la commodità di
quell
'acqua, non puo eſſere ſi poco stretto il raccolto, che la città
ſua
non ha pane intieramente per tutto l'anno.
ſi che quanto piu
queſto
paeſe è fatto ricco d'entrata, tanto meno è reſtato abondante
1del primiero alimento de'proprij habitatori. Nulladimeno la riſe­
lutione
di quel Conſiglio, poi che hebbe auertito, che l'acqua ſuole
anco
eſſer e molto gioueuole al miglio, alle faue, a'fagiuoli, & all
altre
ſemenze di Marzo, che ſono la maggior ſomma del uitto de
poueri
, fu che ſi laſciaſſe pur porre in uſo ſi utile iſtromento: che
poi
a ſuo tempo ſi ſarebbe bene fatto riparo, che non ſi faceſſero di
nuouo
con l'aiuto ſuo piu prati, che non ſopportaſſe la conditione
d
'ogni luogo, & del numero de gli ſudditi a quello Stato: tanto piu
che
di parte in parte s'haueua la raſſegna in iſcritti d'ogni coſa co­
me
ſi conuiene.
Il Ferrareſe altreſi oppoſe, che riuſcendo queſto mio
auiſo
, ſi ſarebbe facilmente leuato tant'acqua non ſolamente dal
& per uia aperta & per le uene ſotterranee, ma da tutti li fiu­
mi
li quali portando lui il tributo delle proprie acque, l'accreſcono,
& lo fanno molto commodamente nauigabile, che uicino a Ferrara
oue
egli ſi diuide in tanti rami, che a pena adeſſo in certi tempi ſi
puo
nauigare, non ſarebbe marauiglia s'egli per molto piu lungo
ſpatio
di tempo negaſſe il paſſaggio alle naui cariche: con gran tra
uaglio
di tutte le città di ſopra, le quali ſi ſeruouo delle merci Vi­
nitiane
.
A cui fu riſpoſto, che cio non ſi doueua ſi facilmente te­
mere
in un fiume, che per la ſua grandezza era chiamato il Re de
gli
altri: tanto piu che il braccio maggiore di Loredo, che porta a
Venetia
, non era ancora mai uenuto alla baſſezza, ch'egli diceua.
Oltre a cio che ne'tempi ſolamente dell'autunno, & del uerno, ſe
non
pioue largamente, l'acque di queſto fiume ſogliono in parte
mancare
: nella primauera, & nella state ſempre ſono abondantiſ­
ſime
, & molte fiate piu che non ſi uorrebbe: percioche le neui, &
le
cauerne ancora piene dell'acque ſotterranee, inſieme col freddo,
che
nel tempo della state ſi ritira nelle ſpelunche, & è cagione, che
l
'aere ingroſſandoſi ſi traſmuti in acqua, ſogliono mantenere il fiu­
me
gagliardo quaſi ſempre per tutto Agoſto, cioè, ſin che dura la
opportunità
d'adacquare i prati.
che dopo Agoſto quando ceſſano
le
cagioni ſouradette, & l'acque ſcemano, non è piu utile, come
ognuno
ſa', cacciare humiditàſouerchia ſopra l'herbe: eſſendo che
le
notti ſono lunghe, & il ſole non molto potente: talche il calore
delle
piante incomincia piu preſto a ritirarſi alle radici, che ad ha­
uer
biſogno d'humore come materia atta a cacciar fuora le foglie,
& l'herbe.
ma che in ogni caſo anco a queſto ſi ſarebbe potuto fare
1prouedimento nel modo che fanno i Signori Vinitiani nell'acque
della
Brenta, del Brentone, & del Bacchiglione; le quali la state
per
certi giorni della ſettimana ſi laſciano alla nauigatione, per
certi
altri ſi diuertiſcono all'uſo dell'agricoltura.
& in queſto mo­
do
partendo l'utile, & il danno in ambiduoi quelli uſi, ſi ſeruono
dell
'acque molto prudentemente per l'uno, & per l'altro biſogno.
Ha incominciato a lauorare queſta machina ſopra il terreno de
la
Mezana de i Signori Caſali, lontano circa tre miglia da Pia­
cenza
, a beneficio del molto Magnifico Sig. Giouan Gaſparo mio
amiciſſimo
: oue ſi uede in proua reale, & in effetto di chiara eſpe­
rienza
la quantità dell'acqua, l'altezza, la facilità del moto, &
tutte
l'altre poſitioni affermate di ſopra, & che ricercano la cer­
tezza
della cognitione de ſenſi.
Ma è hormai forſe tempo, che
laſciando
la ſua parte al commune giudicio de gli huomini, laſci
anco
aſſai opportunamente alcune altre particolarità, che oltra
alle
gia dette ſi potrebono (ſenza dir pero coſa ſouerchia, come mi
ſono
sforzato di oſſeruare ſino a queſto termine) commodamente
diuiſare
: & coſi ponga fine a queſti, s'io non m'inganno, non del
tutto
inutili ragionamenti.
Io lo farò dunque ſubito che com pochiſ­
ſime
parole haurò moſtrato, che con l'eſperienza della Chiocciola
ſi
riſponderà per auentura ad alcuni nel modo, che come dice Ari­
ſtotele
nella ſua Politica, gia riſpoſe Talete Mileſio ad altri di ſi­
mile
natura.
A queſto gran filoſofo fu rimprouerato da uno di co­
ſtoro
, li quali non adorano, & non conoſcono altro, che l'oro; che
egli
ſcioccamente ſeguiua gli studi di filoſofia, poſcia che non ar­
reccauano
guadagno alcuno; anzi erano cagione, che egli gettaſſe
i
danari, che per altra uia lui ueniuano in mano: onde non haueua
mai
accreſciute le ſoſtanze de'beni della fortuna, & ſempre era re
ſtato
pouero.
Riſe Talete del uano giudicio di quel huomo uolga­
re
.
& hauendo preuiſto da'ſegni naturali col mezo della filoſofia,
che
a quello allhora preſente anno, nel quale era stato grandiſſima
abondanza
d'oglio, ne doueua ſeguire; perche ſarebbono diuenuti
sterili
gli uliui, una grandiſſima careſtia; raccolſe con l'aiuto de
gli
amici quanta maggior ſomma di danari egli puote, co'quali
comperò
, & inarrò quaſi tutto l'oglio di Chio, & di Mileto.
Eſ­
ſendo
poi uenuto il tempo della preconoſciuta careſtia, & uenduto
l
'oglio da lui per tutto il maggior prezzo, che egli haueua uoluto,
1ne traſſe guadagno ineſtimabile: & con queſta occaſione fece ue­
dere
, che a'Filoſofi non mancauano uie di farſi ricchi, pur che ſe ne
fuſſero
curati.
Coſi io ſpero che la proua ſgannerà alcuni, li quali
talhora
ſi ſono burlati dell'opere mathematice, ſcoprendo loro, che
gli
huomini ſcientiati, fra'quali io confeſſo d'eſſere il minimo, ſe ui
uoleſſero
applicare il penſiero, & uſaſſero con prudenza il
ſapere
loro, ſarebbono per cauare piu honeſto guada­
gno
per ſe, & con gran beneficio de gli altri, de
la
prattica delle ſcienze, che gli huomini
uolgari
con quanti auanzi d'auari­
tia
adoperaſſero per ammaſ­
ſare
quelle ſoſtanze,
che
poi gli here­
di
ſuoi non
ſpendono
forſe
come
ſi conuerrebbe
ſecondo
la uera ragione.
IL FINE DEL TERZO, ET
VLTIMO
DISCORSO.
25[Figure 25]
1
OCTAVIVS FARNESIVS Placen
tiæ
, & Parmæ Dux ſecundus.
&c.
Datæ ſunt nobis ſupplices litteræ ab
Egregio
Phyſico D. Ioſeph Ceredo,
infraſcripti
exempli, uidelicet,
Illuſtriſſimo
, & Eccellentiſs. Sig. Duca.
Benche
molti ingegnoſi, & dotti huo­
mini
coſi antichi come moderni, ſi ſie­
no
sforzati ſin'hora di trouare iſtro­
menti
, co'quali poteſſero alzare acqua per diuerſi uſi; niſſuno è pe­
ro
mai stato (che ſi ſappia) il quale, leuandone gran quantità,
l
'habbia alzata alto ſecondo il biſogno per adacquar terreni, aſciu
gar
ualli, far macinar molini, & altre coſe ſimili in modo, che la
ſpeſa
del motore, & del fabricare, & mantenere la machina non
ſia
riuſcita o maggiore, o quaſi pare all'utile, che puo ſeguire da
tali
inuentioni.
Maio con la ſcorta delle ragioni mathematice, &
naturali
; & con le proue di diuerſi modelli piccioli, & grandi,
dopo
molta induſtria, lunghe fatiche, & graui ſpeſe ho finalmente
corretto
in maniera, & ridotto a tal perfettione la dottrina de gli
antichi
in fabricare la Chiocciola; & anco ho di nuono ritrouato
un
'organo ſi gagliardo per mouerla facilmente, & aſſai uelocemen­
te
, che con mediocre ſpeſa, a riſpetto dell'utile, coſi in fabricarla,
come
in mouerla, & mantenerla ſodisferà ottimamente a tutti gli
ſouraſcritti
, & a molti altri biſogni: percioche un'huomo ſolo,
benche
di mediocri forze, alzerà con queſto iſtromento, & con
l
'organo del moto ſuo, piu di ſette braccia, dodici oncie d'acqua
almeno
, ſecondo la miſura Piacentina: & un cauallo, aſſettando
le
Chiocciole nel modo, che io ho poſto in prattica, n'alzerà alme­
no
mezo canale da prato alla medeſima altezza, & con la mede­
ſima
uelocità: potendoſi anco raddoppiare, & moltiplicare il mo­
to
a qualunque altezza ſi uoglia in infinito; & uariare a giuſta
proportione
l'altezza d'ogni pezzo particolare ſecondo la quan­
tità
dell'acqua, che ſi ricerca.
Et perche non è conueneuole, che
alcuna
honeſta induſtria, & fatica, la quale ſia per partorire be­
neficio
a molti, reſti ſenza qualche honore, & premio: Percio
ſupplico
a V.E. che uoglia concedermi priuilegio, che niſſuno di
qualunque
grado, o conditione ſi uoglia, o Capitolo, Congregatio-
1ne, od Vniuerſità in queſto ſuo Stato di Piacenza, & di Parma,
& ne gli altri ancora, poſſa dentro allo ſpatio di uenticinque anni
auenire
fabricare, ne hauere, ne uſare, ne in acque publiche, ne in
priuate
per adacquar terreni, o fare qualunque altro effetto que­
ſto
iſtromento, ne l'organo del moto di lui; ſenza eſpreſſa, & au­
tentica
licenza ottenuta da me, o da miei heredi in iſcritti.
impo­
uendo
quelle pene, che le parranno giuſte, a chi contrafaceſſe: &
ordinando
a'ſuoi Magiſtrati, & Officiali, che inuiolabilmente fac­
ciano
oſſeruare quanto circa queſto per V.E. ſarà ordinato.
Et de­
ſider
andole ogni contentezza humilmente le bacio le mani.
Di V.E. Illuſtriß.humiliß.
ſeruidore Giuſeppe Ceredi Fiſico.
Quæ cum a nobis, noſtriſque Magiſtratibus, & Conſiliarijs ad quos
ſpectat
, optime ſint perpenſa, & examinata, uideanturque; tam ex
re
ipſa propoſita, quàm ob Oratoris ſcientiam, & prudentiam
iamdiu
nobis perſpectam; publico, priuatoque; commodo plurimum
collatura
: Iccirco per has noſtras decernimus, & uolumus nulli
hominum
cuiuſcunque gradus, & prout in datis litteris, extiterint
in
Parmenſi, Placentino, & quocunque alio noſtro Dominio, licere
ſpacio
uigintiquinque annorum proxime futurorum, fabricare in­
ſtrumentum
ab antiquis auctoribus Cocleam nuncupatum; nec
media
organaque; motus eiuſdem, eoque;, aut eis uti in publicis flumi­
nibus
, aut priuatorum aquis, pro agrorum irrigatione, aut edu­
ctione
aquarum ad alium quencunque finem, abſque expreſſa, & in
ſcriptis
auctentica licentia a dicto D. Ioſeph, aut hæredibus, ac
ſucceſſoribus
ſuis impetrata; ſub pœna amiſſionis machinæ, ſiue
machinarum
; & ulterius ſcutorum auri quingentorum a ſingulis
e
xigenda quotieſcunque contrafeciſſe comperti fuerint.
Cuius pœ­
dimidiam partem noſtræ Ducali cameræ, alteram uero dimidiam
ſupplicanti
, eiuſque; hæredibus, & ſucceſſoribus quibuſcunque, hac
conceſſione
durante applicari debere tenore præſentium irreuoca­
biliter
decernimus.
Mandantes Prætoribus, Conſiliarijs, Redi­
tuum
Magiſtris, Fiſcalibus, ceteriſque; Magiſtratibus, ac Officiali­
bus
tam præſentibus, quàm futuris, quoruncunque locorum, ſeu
terrarum
ex Ditionibus noſtris, ut opportuna, & ualida in huius
noſtræ
conceſſionis fauorem proclamata publicare, conditioneſque
1appoſitas, ac pœnas iniunctas exequi curent, haſque noſtras iuſti
priuilegij
litteras inuiolabiliter obſeruent, & obſeruari cogant.
In quorum fidem præſentes fieri, ſigillique; noſtri impreſſione muni­
ri
iuſſimus.
Dat. Placentiæ Idibus Decembris. M. D. LXVI.
OCTAVIVS F. DVX.
Io. Baptiſta Picus Sec.
Locus ſigilli pendentis.
Il medeſimo, & com l'iſteſſe conditioni ſi puo vedere alla Se­
cretaria
di Milano nel libro delle patenti.
fogli. 148.
Similmente ſi vede l'iſteſſo nella Secretaria dell'Illuſtriſs.
Signoria
di Venetia, nelle filzze dell'Archiuio dell'an­
no
1565. alli 19 di Febraro.
Coſi fu conceſſo da Sua Santità, come appare nel libro de
le
Bolle patenti del 1566 alli 18 di Marzo.
Coſi da molti altri Principi, come ſi vede ne'priuilegij
autentici
, che ſono appreſſo di me.
Ancora ch'io habbia queſti priuilegij di quaſi tutti li mag
giori
Potentati d'Italia, della ſoſtanza iſteſſa che è conte­
nuta
in quello dello Illuſtriſs. Sig. Duca noſtro: io non ho
pero
penſato di ſeruirmene (come ho anco detto diſopra)
con
auaritia: ma ſolamente ho deliberato d'accettare cio
che
corteſemente, & ragioneuolmente mi ſarà offerto da
quelli
, che vorranno accreſcere l'entrate loro, con queſto
ritrouato
.
Et ſon ſicuro, che niſſuno, che non ſia piu che
rozzo
, & ingrato ſarà per portarſi in modo, che ſi leui l'
nimo
a'dotti induſtrioſi, & di qualche ſpirito, che forſe
hanno
piu biſogno de'beni della fortuna, che non ho io, di
affaticarſi
, & iſpendere del ſuo, per far publico beneficio
con
l'opere ritrouate di nuouo alla congregatione de gli
huomini
.
IL FINE.